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12 Manuali di Conversazione Politica URNE TRADITE URNE TRADITE Perché bisogna ricontare tutte le schede Manuali di Non si può, stante l’attuale procedura del sistema elettorale, governare un grande Paese URNE TRADITE Conversazione industriale con uno scarto dello 0,6 per mille su Politica 39.276.885 votanti. Per questo, subito dopo il voto del 9-10 aprile sarebbe stato saggio non solo ricontare con maggiore cura tutti i voti, ma costituire in modo bipartisan un governo di larghe intese, con un programma limitato al cambiamento della legge elettorale e a poco altro, per tornare al voto nel giro di uno o due anni. I leader del centrosinistra, Romano Prodi in testa, hanno però rifiutato fino dal primo istante questa pro- posta di puro buon senso. Anzi, dopo essersi autoproclamati vincitori, hanno fatto pure la politica del muso duro e si sono presi tutte le maggiori cariche dello Stato: presidenza del Consiglio, presidenze della Camera e del Sena- to, presidenza della Repubblica. Ecco perché la richiesta del riconteggio delle schede elettorali, fatta subito dopo il voto da Silvio Berlusconi, ha guadagnato con il tempo credibilità e legittimità. Riconteggio diventato ineludibile dopo che a pretenderlo sono stati i due milioni di uomini e donne scesi in piazza San Giovanni il 2 dicembre 2006. Soltanto così si potrà restituire a tutti i citta- dini, non solo alla metà del Paese che oggi si sente violentata, la fiducia nella democrazia. E Prodi e il suo governo a casa. Su questo terre- no, la sinistra lo sappia, non daremo tregua. a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta Da vendersi esclusivamente in abbinamento a Libero. Supplemento al numero odierno. Tino Oldani, Donato Bruno, Giuseppe Calderisi Euro 3,00 + il prezzo del quotidiano Gregorio Fontana, Alessandra Paola Ghisleri Davide Giacalone, Lucio Malan, Antonio Palmieri Rodolfo Ridolfi, Lucio Stanca, Antonio Tajani 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 1 Manuali di Conversazione Politica URNE TRADITE Perché bisogna ricontare tutte le schede a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 2 © 2007 Edizione speciale per Free Foundation for Research on European Economy Editing Andrea Mancia AD Gerardo Spera Segreteria di redazione Elvira Mercuri Stefania Profili Stampa Lito Terrazzi, Firenze 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 3 12 Indice Prefazione di Vittorio Feltri Introduzione di Renato Brunetta 1. La lunga notte delle elezioni (non è ancora finita) 7 2. Strano, il numero dei voti è superiore a quello dei votanti 49 3. L’imbroglio prima, durante e dopo le elezioni 53 4. A scuola di brogli 73 5. Il flop dei sondaggi 103 6. www.ricontiamo.com 119 7. Come si è arrivati al riconteggio in Senato 137 8. Una richiesta legittima 145 9. Perché la sinistra ha dovuto cedere 153 10. Camera: ping pong in Giunta 161 11. Voto all’estero: il trionfo dei brogli 175 12. Silenzio, parla Fancelli 205 13. Scrutinio elettronico? Facciamolo subito 229 14. I risultati del primo scrutinio elettronico 247 15. Appendice generale: i risultati elettorali 271 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 4 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 5 Prefazione di Vittorio Feltri 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 6 asteranno poche settimane per capire se la riconta delle schede infilerà un palo tra i raggi della bici- cletta governativa. L’ho capito io, dunque lo capirà chiunque. Basta cominci a leggere questo libro. Non sarà necessario rivedere decine di milioni di Bschede. Non si finirebbe più. Sarà sufficiente che la campionatura, esaminata senza possibilità di magie da cabaret, riveli una discrepanza vicina o superiore allo 0,6 per mille tra i dati conteggiati il 10 aprile e quelli ricon- trollati, per infirmare la credibilità dei risultati che hanno portato Prodi a Palazzo Chigi. Alla Camera dei deputati lo scarto tra le due coalizioni è stato esattamente questo: sei voti ogni diecimila. Un’inezia. Lucio Malan e gli altri autori di questo libro spiegano come l’imbroglio o l’errore siano più di un’ipotesi. Non diciamo una certezza, quella ce la darà eventualmente il riconteg- gio, ma una probabilità che merita di essere verificata. In ogni caso avrete letto un libro che spiega come si muova la poco gioiosa macchina da guerra elettorale della sinistra. Come ragioni. Di quali trucchi sappia dotarsi e di quale apparato di giornali, televisioni e istituti di sondaggi dis- ponga. Ma sui dubbi che avanzo certo il professor Renato Bru- netta non è d’accordo. Secondo lui è sicuro, arcisicuro: le elezioni le abbiamo vinte noi, un po’ di pazienza e si torna II 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 7 Prefazione a votare senza neanche bisogno di metter sotto Prodi al Senato né di far morire qualche senatore a vita. Infatti, quando sarà chiaro come sono andate davvero le cose in quei giorni di aprile, la saggezza di Napolitano imporrà prima un governo di larga coalizione, che in poco tempo riscriva la legge elettorale, e poi nuove elezioni. Andrà così? Le pagine che seguono sono convincenti oltre che avvincenti. Mi auguro siano anche profetiche. Confesso: ero scettico. Lo sono quasi sempre. Su un punto però rimango saldo, ed è la certezza che la verità non si fa quasi mai strada. In Italia poi... Mi accontento dunque di inserire un po’ di inquietudine nel pensiero unico domi- nante. Da noi infatti, è già tanto se si riesce a infilare tra gli anticomunisti qualche dubbio a proposito della superiorità morale dei comunisti. Per cui, quando Renato Brunetta mi ha proposto di realizzare un libro sui brogli realizzati il 10 aprile dalle manine rosse, ho pensato: che barba questi don Chisciotte. Erano mesi che Berlusconi lo ripeteva, senza però tirar fuori una prova: solo suggestioni, mi pareva. Che i comunisti siano disposti a tutto per comandare, era ovvio. Ma nel caso delle elezioni del 2006 più che i presunti bro- gli dell’ultima ora perpetrati dalla banda ulivista erano stati decisivi per andare sotto gli imbrogli evidenti e durati cin- que anni dei nostri stessi alleati. Insomma, urlare alla truf- fa, mi era parso oltre che velleitario anche un ulteriore atto di masochismo. Ci eravamo già fatti male da soli con le risse interne e il gioco a perdere per cacciar via Berlusconi, oltre a protestare senza costrutto distraeva dalla questione decisiva: reagire in Parlamento per buttar giù un governo senza arte né parte ma con una componente chiara nel copione, e cioè rovinarci con le tasse. Insomma, ci si tra- stullava con questa idea impossibile di un ribaltamento per via cartacea invece che pensare a mettere in piedi alla Camera un’opposizione pura e dura. Questo pensavo, e lo dissi a Brunetta. Il fatto è che dal- l’altra parte, a sinistra, si è esagerato. E allora girano le sca- tole anche a gente più tranquilla del sottoscritto. Volete la guerra, e sia. Almeno quella a base di inchiostro, carta e III 12-01 Parte 29-12-2006 16:48 Pagina 8 Prefazione qualche argomento. Vi diamo tre a zero! E questo libro lo dimostra. È successo che al Cavaliere, dal lato opposto dello schieramento politico, ha replicato Enrico Deaglio con il film-documentario “Uccidete la democrazia”, un pamphlet dove si pretende di dimostrare che la sinistra anche quando vince è una vittima dell’ingiustizia. Secondo l’ex lottacon- tinuista sarebbero stati i computer azzurri, programmati all’uopo dai tecnici di Forza Italia, a taroccare i dati. Una falsità grande come una montagna: non si è mai visto nes- suno che trucca il voto per perdere. Qui ho cominciato a realizzare che qualcosa di torbido ci doveva essere stato. La famosa stampa indipendente che aveva preso per folclore le tesi del leader della Casa delle libertà sullo scippo delle schede, appena il direttore di “Diario” ha rovesciato sulle scrivanie dei gazzettieri il suo thriller da compagnuccio, lo ha accreditato come un genio della matematica, dell’infor- matica e della politica oltre che del giornalismo. Quando la magistratura ha rifiutato di bersi il suo cock- tail e ha provveduto a notificargli un’ipotesi di reato che lo riguardava, Deaglio si è dato da sé l’aureola del martire dicendo che era un’accusa da anni ’60: diffusione di noti- zie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico. Anni ’60? Giusto. (L’ordine pubblico poi, negli anni ’70, Deaglio e i suoi di Lc hanno provveduto a smuo- verlo direttamente con le molotov, senza bisogno di notizie bislacche). C’era però qualcosa che mi aveva colpito in quel filmino: l’osservazione che Piero Fassino, quando di notte ha annunciato la vittoria senza aspettare i dati ufficia- li, pareva sofferente invece che contento. Deaglio attribuisce la mestizia del segretario dei Ds alla consapevolezza dei brogli avversari. Ma quando mai uno è triste dopo la vittoria, tanto più quando essa è all’ultimo istante come in Germania-Italia 0 a 2. C’è dell’altro. Forse. E quel forse, in questo libro si riempie di cifre, statistiche, osservazioni storiche. Nell’at- tesa che la riconta ci dia qualche numero in più... IV 12-02 Parte 28-12-2006 17:39 Pagina 1 Introduzione di Renato Brunetta 12-02 Parte 28-12-2006 17:39 Pagina 2 on si può, stante l’attuale procedura del sistema elettorale, governare un grande Paese industriale con lo 0,6 per mille di scarto su 39.276.885 votan- ti. Si badi bene, il principio democratico per cui si vince o si perde anche con un solo voto di scarto N non è certo in discussione.