lunedì 23 agosto 2004 lo sport 15

Alessandro Talotti valica l’assicella nel salto in alto

Gatlin, lampo nella storia dei Giochi Lo statunitense vince i 100 in 9’85’’. La maratona alla giapponese Noguchi

Giorgio Reineri caccia al suo petto era in pieno corso e, così, ha che si dice siano stati i sentieri battuti da Filippi- costruita. Una vendetta, anche, dei campionati alla paesana , vincitrice a Syd- gettato i suoi muscoli verso le fotocellule. Tan- de, da solo spiega perché il poveretto esalpò del mondo dello scorso anno, dove la giappone- ney. Dieci secondi, e Ndereva s’incoronava to gli è bastato, per salvare il titolo. l’ultimo respiro entrando in città. Sale e scen- sa fu seconda alla Ndereba. Soprattuto è stata d’argento (2h26’32); un minuto, e Deena Dos- ATENE Justin Gatlin, un americano di Broo- Non è stata un furto la sua vittoria, ammes- de, difatti, il percorso per colline e collinette frutto di intelligenza tattica, avendo lasciato sin-Kastor, che nel 2003 aveva tolto a Joan klyn, ventidue anni appena ma con un passato so che furti possano arrivare a tale livello. Ga- toccando, dai 40m. di altitudine dell’avvio, i che Radcliffe si sfiancasse nella tensione di fare Benoit il record americano della distanza di ragazzo fenomeno, ha vinto la più grande tlin vinse sei NCAA titoli ai tempi del college e, 240m. dopo 32 chilometri. Mettete tutto assie- il ritmo e sgretolare la resistenza delle avversa- (2h21’16), s’incoronava col bronzo (2h27’20). finale olimpica dei 100 metri di tutti i tempi. nel 2003, il titolo mondiale indoor dei 60m. Lo me: caldo, percorso, tensione della gara, aspet- rie. Purtroppo per la britannica, l’unica resi- Prima medaglia Usa, sulla maratona femmini- Lo dice il cronometro: 9’’85 per lui; 9’’86 per il scorso ottobre, a Mosca, gli era pure riuscito tativa di trionfo quasi obbligato e capirete per- stenza che sgretolava era la sua. le, dopo quella della Benoit a Los Angeles 1984. portoghese (ex Nigeria) Francis Obikwelu; un colpo da nababbo: vincere la gara più ricca ché Paula Radcliffe, gloria di Gran Bretagna, La gara era tra Noguchi e le altre. Sulle Ma celebrando le medagliate, occorre dire 9’’87 per Maurice Greene, lo sprinter che non della storia atletica, portandosi a casa 500 mila primatista del mondo sui km. 42,196 metri salite, sempre più massacranti, la giapponese, brave anche a Bruna Genovese, decima in vuole tramontare; 9’’89 per il terzo americano, dollari. Poi, aveva deciso accasarsi presso Tre- della distanza, sia finita in pianto dopo 36 chilo- forte di muscoli e corta di femore, s’arrampica- 2h32’50, e , sedicesima in Shawn Crawford; 9’’94 per il giamaicano Asafa vor Graham, l’ex quattrocentista americano metri, invano confortata dal pubblico. Niente va come Robic, testina di vetro. Era lei, a que- 2h35’56: chi finisce la maratona, è per noi sem- Powell; 10’’00 per il campione del mondo Kim che esercita la professione di tecnico a Raleigh, da fare: ripartiva, sussultava come succede per- sto punto, a sgretolare Alemu e le ultime spe- pre un eroe. Collins e, infine, 10’’12 per Obadele Thomas, in Nord Carolina. Graham è anche l’ex allena- sino a certe Rolls quando rompono (i cilindri), ranze di Paula la britannica. Lottava, sì, ma Non tutti i favoriti cedono all’emozione. delle Barbados. tore di Marion Jones e, dunque, qualcosa di trovando infine conforto sul ciglio della strada, non c’era più nulla da fare. Ndereba, invece, Soprattutto gli svedesi. I quali ieri hanno avuto L’evento s’è prodotto come nessuno, nep- sprint sa: qui, ieri, ha piazzato un altro suo in un riposo irrimandabile. era imperturbabile come solo le vecchie signo- una giornata trionfale: Stefan Holm campione pure il più ottimista aficionados, avrebbe potu- allievo, Crawford, al quarto posto. Il dramma di Paula Radcliffe conferma che re sanno essere. A poco a poco rimontava, ri- di salto in alto in alto con 2,36 (Talotti, dodice- to sognare: tutto è stato perfetto, dallo sparo Dai cento metri alla maratona: i due oppo- la maratona è un mistero avvolto in un miste- portandosi a tiro di falcata della giapponese. Al simo con 2,25), davanti all’americano Hemin- che ha visto gli otto fenomeni scatenarsi alla sti dell’atletica, identici nel dramma e nello ro: il fascino della corsa. Ma conferma anche 40km., passato in 2h19’ dalla Noguchi, la Nde- gway (2,34) e al ceco Baba (2,34); e Christian conquista dell’oro, all’arrivo che soltanto le cel- spettacolo. La corsa dalla piana di Maratona - cosa sempre ci diceva un vecchio saggio come reba stava a 12 secondi. Olson, campione di salto triplo con 17,79, da- lule del fotofinish hanno potuto determinare là dove gli ateniesi sconfissero, nel 490 avanti Gelindo Bordin, il nostro campione di Seul ‘88: La volata era affascinante, nelle prime om- vanti al rumeno Oprea (17,55) e al russo Bu- con esattezza. Cristo, i persiani, salvando non soltanto Atene «Se vuoi vincere, rilassati e riposati per i primi bre della notte e con una leggera brezza ad rkenya (m.17,48). L'Ungheria s’è presa, invece, La primatista della maratona Gatlin ha preso una stretta leadership negli ma, forse, anche la civiltà da cui discendiamo - trenta chilometri, almeno». È quello che hanno alleviare la pena delle maratonete. Ma Noguchi la medaglia del lancio del martello (Nicola Viz- Paula Radcliffe, che ieri si è ultimi venti metri: ha resistito alla prepotente allo stadio Panathinaiko è stata un lungo calva- fatto, ieri, , giapponese, Cateri- non è giapponese per niente: si liberava degli zoni ha chiuso male: undicesimo a 74,21) con arresa al 36˚ chilometro possanza di Obikwelu, che ha il talento di Carl rio, consumato dalle 82 atlete con stoica sop- na Ndereba, keniana, e l’esperta americana De- occhiali da sole, sbiriciava il cronometro, ascol- Annus (83,19) d’un soffio sul giapponese Mu- Lewis e pure la stessa falcata. Gatlin aveva alla portazione. Il caldo era martellante, micidiale ena Dossin-Kastor, arrivate nell’ordine al tra- tava lo scalpiccio della Ndereba tenendola sem- rofushi (82,91) che, nonostante sia il miglior immediata destra Crawford, poi Obikwelu, (35 gradi alle 18, ora d’avvio), e l’asfalto un guardo del Panathinaiko. pre a distanza di sicurezza. In 2h26’20’’ la glo- lanciatore, non riesce mai ad incoronarsi cam- quindi Greene e Powell: doveva avvertire che la brodo bollente. Il percorso, tornato su quelli La vittoria di Noguchi è stata netta e ben ria e la corona olimpica erano sue, succedendo pione.