Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia COMUNE DI BARCIS PIANO

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Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia COMUNE DI BARCIS PIANO Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia COMUNE DI BARCIS PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Variante n. 21 R01 RELAZIONE ILLUSTRATIVA 1. PREMESSA Il Comune di Barcis è dotato di Piano Regolatore Generale Comunale, approvato con delibera del C.C. n. 18 del 16.06.1997. La delibera è stata resa esecutiva dal DPRGR n. 0282/Pres. Del 28.08.1997. Con delibera di Consiglio Comunale n. 26 del 31.07.2015, pubblicata sul BUR n. 39 del 30.09.2015, è stata approvata la variante n. 19 al P.R.G.C. di revisione dei vincoli. Alla luce di dinamiche socio economiche in atto negli ultimi anni che vedono una progressiva diminuzione di residenti stanziali nelle aree montane in favore di trasferimenti verso centri urbani più strutturati e con maggiore offerta soprattutto di occupazione, si rende necessario ripensare al riuso del patrimonio edilizio esistente in altri termini. In particolare si rileva che a Barcis, come in molti altri centri della montagna, il patrimonio immobiliare è per la maggior parte utilizzato come risorsa turistica, non solo come alloggi temporanei ma anche e soprattutto come seconda casa di proprietà da utilizzare durante tutto l’anno, nei periodi festivi. Tale nuova condizione implica la necessità di trovare soluzioni diverse in particolare in termini di interventi e destinazioni d’uso ammesse. Il riuso del patrimonio edilizio esistente non può, tuttavia, prescindere dalla necessità di fornire gli strumenti normativi adeguati a guidare l’intervento in sintonia con il principio di conservazione e valorizzazione dei caratteri edilizi storici. Richiamate tali premesse il Comune di Barcis intende adeguare lo strumento urbanistico procedendo a una rivalutazione del patrimonio edilizio esistente esterno ai centri abitati principali tramite il riconoscimento di nuclei abitati sparsi e singoli edifici. 2. DIRETTIVE L’Amministrazione Comunale ha approvato con delibera del C.C. n.4 del 23 marzo2018, le direttive per la predisposizione della presente variante di revisione al Piano Regolatore Generale Comunale, ai sensi dell’art. 63 bis comma 8 della L.R. 05/2007. DIRETTIVE Per la elaborazione della variante si assumono pertanto le seguenti direttive: - inserire possibili correttivi alla strumentazione urbanistica per ricercare prospettive di rilancio legate al turismo con interventi di recupero edilizio orientati al restauro ambientale e alla restituzione dei valori legati al permanere degli insediamenti tradizionali. Si provvederà a ricercare soluzioni azzonative e normative rivolte a favorire il recupero, la valorizzazione, degli insediamenti esistenti e consolidati di: ARCOLA; MOLASSA; PREDAIA; ROPPE; RIBE; PEZZEDA; ARMASIO; LOSIE; VALLATA; PORTUZ e dove possibile anche delle residenze sparse. Il lavoro consiste: nel censire i fabbricati presenti e acquisire i dati e le informazioni necessarie per conoscere lo stato di fatto in merito al degrado, la proprietà, le destinazioni d’uso; il numero dei residenti; definire strategie operative per promuovere il riuso residenziale e favorire il nascere di nuove iniziative legate alla residenza e ai servizi e al turismo. - Ricercare soluzioni atte a risolvere l’esigenza di nuovo parcheggio in area centrale a sostegno delle esigenze legate ai servizi e alle attrezzature turistiche; - Includere nel perimetro cimiteriale le aree di pertinenza; - Individuare aree di sosta attrezzate e di parcheggio per i fruitori delle attrezzature e percorsi naturalistici; Nuova configurazione dei comparti residenziali in funzione agli effettivi utilizzi edificatori 3. FINALITA’ DELLA VARIANTE La variante assume come principale finalità la rilettura delle aree edificate all’esterno dei nuclei abitati principali. Lo scopo è di regolamentare il recupero dei fabbricati esistenti in un’ottica di promozione del territorio improntata al mantenimento dell’edificato tradizionale e all’aumento dell’offerta turistica secondo la logica di sviluppo dell’albergo diffuso” (recuperare immobili rurali in piccoli borghi montani caratterizzati da un consistente fenomeno emigratorio e da scarso dinamismo economico ai fini di un rilancio turistico dell’area) o del Bed&Breakfast. Tale offerta turistica unisce le potenzialità già presenti nel territorio, senza dover ricorrere alla creazione di una struttura apposita che le raccolga in un unico edificio. Tale soluzione contribuisce a coniugare il mantenimento e la valorizzazione dell'esistente, con lo sfruttamento turistico degli stessi luoghi. Un albergo diffuso non è solo un modello di ospitalità, è anche un modello di sviluppo turistico territoriale, rispettoso dell'ambiente e "sostenibile", una modalità, di sviluppo locale, a rete che genera filiere e che rappresenta un contributo allo spopolamento dei borghi. La variante dovrà integrare le Norme Tecniche di Attuazione al fine di configurare una specifica disciplina delle aree perimetrate e garantire la tutela degli elementi e dei caratteri tipici dell’edilizia storica tradizionale ancora presenti. La variante si propone altresì di trovare soluzione alla richiesta di nuove aree per servizi, in particolare legata alle aree attrezzate per la sosta a servizio dei percorsi attrezzati lungo il lago (loc. Arcola). Inoltre riconsidera alcuni paramenti edificatori nel centro abitato. 4. LE CASE DI BARCIS - TIPOLOGIE DELLA TRADIZIONE Barcis alla pari di Claut, Cimolais, Andreis, appartiene ad un ambito in cui si è formata nei secoli una caratteristica architettura locale detta Valcellinese; questo connotato distintivo, riconoscibile anche nella parlata friulana, è frutto probabilmente delle condizioni di isolamento. La tipologia abitativa tradizionale oggetto di studio, è costruita con i materiali locali ed è frutto di una lenta evoluzione per adattarla alla particolare economia agricola – silvo – pastorale. Costruzioni che trovano oggi riferimento in pochi esempi superstiti anche se ancora alcuni anni addietro era meglio identificabile; comunque permangono studi e foto atti ad identificarne i caratteri. In Barcis non si riscontrano molteplicità di tipologie proprie di altre località; si possono definire due categorie: - La prima riguarda le case a ballatoio (sec. XVII- XIX) che trova riscontro con le case tradizionali di Andreis; - La seconda riguarda la casa con facciata piena scandita da forometrie regolari e scala interna, edificate tra il XIX sec e il XX secolo e sono riscontrabili anche a Cimolais e a Claut. Altra possibile tipologia locale era la casa a loggia, oggi risulta documentata nel palazzo Centi. La casa a ballatoio Il tipo edilizio base è costituito da un unico vano che si sviluppa su due/tre piani fuori terra ed è dotato di soffitta, il fabbricato è caratterizzato dalla scala esterna protetta dal ballatoio e dalla copertura. Il modulo è compreso tra due setti murari portanti e da due tamponamenti di cui il frontale arretrato. L’assetto distributivo è risolto con la seguente configurazione: al piano terra la cucina/ cantina, ai piani superiori le camere; una scala a pioli permette di accedere al sottotetto utilizzabile, vista la forte pendenza, destinato a fienile o granaio. Variabili di questa tipologia si riscontrano: nel raddoppio del modulo per sopperire all’aumento dei residenti; nell’abbandono del tetto in paglia per una copertura a scandole o tegole piane in laterizio del tipo tradizionale (planelles) o per una modifica alla pendenza e l’uso di coppi. Le murature mostrano le caratteristiche materiche proprie del territorio Valcellinese: pietrame leggermente sbozzato e lavorato a vista con una particolare tecnica a coprire i giunti. Gli architravi e stipiti di porte e finestre venivano realizzati in pietra locale o in “tof” (conglomerato naturale) oppure semplicemente in legno. Il legno era utilizzato per il ballatoio, i solai e le scale ad eccezione dei primi gradini; un pilastro in pietra al piano terra ed in legno ai successivi piani fungeva da rompitratta delle travi che sorreggevano il ballatoio. Il rustico in alcuni casi era posizionato in adiacenza riproponendo il modello compositivo dell’edificio residenziale con stalla al piano terra e fienile al piano superiore La casa con fronte chiuso e forometrie allineate e regolari Un secondo tipo edilizio formatosi nel corso del XIX e XX secolo è caratterizzato da un fronte chiuso con forometrie regolari, vano scala interno e rustico separato dall’abitazione. I caratteri distributivi sono i seguenti: al piano terra un ingresso come elemento distributivo per accedere alla cucina, cantina e vano scala; ai piani superiori un disimpegno organizza l’accesso alle camere e al sottotetto destinato a granaio. Le murature, in pietrame locale, mostrano il tipico paramento a vista o un intonaco di calce. I solai sono in legno, come la copertura con doppia falda a struttura semplice, trave di colmo e falsi puntoni, manto in coppi o in tegole piane. Nei tipi più antichi la pendenza è quella tipica e accentuata. Bibliografia La casa rurale nella Venezia Giulia – La casa rurale nel Friuli rispettivamente di Bruno Nice ed Emilio Scarin – Arnaldo Forni Editore 2006 Percorsi di architettura spontanea dalla Valcelllna alla Valcolvera Francesco Chinellato/ Giorgio Croatto – Forum Editrice Universitaria Udine Srl 2002 Architettura spontanea, aspetto originale e magia segreta della Valcellina e Val Colvera M.G.B. Altan - da Rivista trimestrale dell’E.P.T. di Pordenone Anno X-n. 4-Dicembre 1971 Tip. Del Bianco Pordenone Architettura Spontanea Ambiente e Tradizione nel Friuli Occidentale Diogene Penzi - GFP editore Azzano Decimo / PN – maggio 1999 Il patrimonio salvato. Il recupero dell’architettura
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