www.accademiaurbense.it 1 , operatore cinematografico, Ovada 1895 - Roma 1947. di Paolo Bavazzano.

Da “Cabiria” a “Roma Città aper- che affascinato dagli spettacoli e incu- A Torino Arata si fece assumere ta”, un ovadese nel mondo del cinema, riosito dalle attrezzature esposte finì dall'Itala Film. Lui stesso in un artico- in Urbs, silva et flumen, numero col farsi così suggestionare da quell'at- lo autobiografico pubblicato negli unico, Gennaio 1987, pp. 12 - 13; e Da mosfera particolare da decidere di Anni Trenta su «Cinema fasti di Cinecittà alla nascita del neo- abbandonare gli studi liceali per entra- Illustrazione» sotto il titolo di «Quelli realismo; un ovadese nel mondo del re senza ripensamenti nel mondo del di cui il pubblico si accorge di meno» cinema in Urbs, silva et flumen, nume- cinema. ricorda che negli studi cinematografici ro unico, Aprile 1987, pp. 22 – 24. Ubaldo Arata, figlio di Marco e di torinesi si impratichì dietro la macchi- Sebbene di volta in volta ricorrano Concetta Aprile, era nato in Ovada il na da presa e nell’illuminazione delle voci di crisi il cinema continua ad 23 marzo 1895. I genitori, camerieri scene come allievo e collaboratore di essere uno dei divertimenti preferiti, del ministro guardasigilli Giacomo Roberto Roberti Leone, padre del noto eppure, nonostante la sua attualità i Costa, dovettero affrontare non pochi regista di film western Sergio Leone. suoi esordi sembrano ormai relegati in sacrifici per mantenerlo agli studi. Dalla sua entrata nel mondo del un passato mitico. A questo passato Ubaldo, come abbiamo visto aspirava cinema trascorrono circa tre anni ed quasi leggendario appartiene anche un invece a diventare operatore cinemato- ecco che l'apprendista operatore viene ovadese: Ubaldo Arata. grafico e ci riuscì grazie a Roberto messo alla prova. Filma con grande Agli inizi del secolo Torino, quasi a Roberti Leone che lo mise subito alla emozione la diva del momento Italia rivalsa di essere stata solo per un bre- prova dietro la macchina da presa. Per Almirante Manzini ne «Il Matrimonio vissimo periodo capitale d'Italia, era il Nostro fu l'inizio di una lunga di Olimpia» diretto da Gero Zambuto. un ribollire di iniziative in campo eco- avventura che lo avrebbe portato a Possiamo ripercorrere l'attività nomico che il clima giolittiano favori- partecipare alle tappe più significative svolta dall'operatore avvalendoci di va. Nel 1902 funzionavano in città una del cinema nazionale, dall'epoca del testimonianze pressoché sconosciute e decina di cinematografi e le pellicole muto alla «rinascita sonora», fino agli segnatamente della citata autobiogra- importate dalla Francia non bastavano esordi del neorealismo che doveva fia apparsa nel 1934 su «Cinema illu- più a tenere aggiornati i cartelloni e a riportare all'attenzione internazionale strazione». A quei tempi il cinema ita- far fronte alle richieste che le nuove liano era monopolio del regime e la disponibilità economiche rendevano via del successo passava spesso, per possibili. Questa congiuntura fece si le stelline, dall'alcova di qualche che nascesse e si potesse sviluppare gerarca. Arata era considerato uno una produzione sul posto e nel volgere dei migliori tecnici di cui l'industria di pochi anni Torino divenne la capita- cinematografica romana potesse dis- le europea del cinema, mentre centi- porre ma il ricordo degli esordi tori- naia di pellicole varcavano i confini nesi era per lui indelebile. raggiungendo anche i lontani mercati Ecco come rievoca, adottando americani e orientali. uno stile alla Guido da Verona, quel- Ma nuovi traguardi erano possibili le prime esperienze: e il destro veniva fornito dalla gran- «Dopo diciotto e più anni che fac- diosa Esposizione Internazionale tori- cio l'operatore, al passo più difficile nese del 1911. Ad essa la nascente giungo proprio adesso costringendo- industria cinematografica si volle pre- mi a queste confessioni. sentare in forza sfoderando tutto il Che ho potuto fare giacché sono fascino del nuovo mezzo con una sorta operatore cinematografico se non di festival cinematografico a cui inter- la cinematografia italiana del dopo- inquadrare, selezionare, illuminare verrà anche uno dei padri fondatori guerra. Girò oltre centocinquanta scene e figure? dell'effimero mondo della celluloide: films di cui almeno sessanta in veste di Il mio ruolo è modesto per quanto Louis Lumière. operatore primario o direttore della utile e di grande importanza è la mia Mescolato tra la folla vagante di fotografia, mansioni che nel cinema funzione. padiglione in padiglione ci pare di delle origini erano affidate alla stessa Finora ho girato cento film o giù di scorgere Ubaldo, giovane studente, persona. lì. www.accademiaurbense.it 2

M e c h e r i venne girato alla FERT di Enrico Fiori collaborai presso la quale lavorai anche con con Gero Righelli ne «Il richiamo» (1919) e con Zambuto al Mario Almirante negli «Zingari» primo suo (1920) interpreti Amleto Novelli e film «Il Italia Almirante Manzini, attori che io m a t r i - inquadrai ancora nell'«Arzigogolo» monio di (1924) e nel «Fornaretto di Venezia» O l i m p i a » (1923)». prima attri- Ma il Nostro dimentica di citare ce la stella dello stesso periodo: «Il romanzo nero di allora dal e rosa» (1921); «La statua di carne» n o m e (1921); «I Foscari» (1922); «La picco- sonante a la parrocchia» (1923); «L'ombra dagli atteg- 1924»; «La grande passione» (1924); g i a m e n t i tutte pellicole dirette da Mario venusti e Almirante, regista «tipico di quella f l o r e a l i : vecchia guardia del muto» che non I t a l i a volle adeguarsi alla nuova era sonora e Almirante fascistizzante. Manzini. Nel 1925 la F.E.R.T., la società per Ma a la quale l'operatore lavorava, abbando- completare nata dai finanziatori stava naufragan- il mio curri- do. Entra in ballo la Stefano Pittaluga, colo profes- alla quale Arata si lega contrattual- s i o n a l e mente per circa quattro anni. Si trova Di questi, diciotto almeno alla dovrei tirare in ballo nomi più illustri così impegnato nelle riprese di nuova Cines, circa un quarto del mio della nostra cinematografia, da «Maciste all'inferno» (1925), diretto lavoro totale si è così svolto nella Pastrone a Genina e Ghione». da e interpretato da lavorazione sonora. Nel profilo biografico dedicato ad Bartolomeo Pagano il popolare camal- Ma la maggior tenerezza produce Arata da Mario Quargnolo, lo genovese dalla forza smisurata, in me il ricordo dei primi passi, in una («Filmlexicon delle Opere e degli capostipite di una numerosa progenie piccola casa cinematografica tori- Autori» a cura della rivista «Bianco e di forzuti ercoli e macisti le cui epiche nese che nascondeva la sua reale Nero» - Roma 1958), si legge che imprese ebbero un revival all'inizio modestia sotto la pomposa insegna divenne operatore effettivo nel 1915 degli Anni Sessanta e che ancora oggi dell'Aquila Film. ma prima collaborò alla realizzazione deliziano i pomeriggi televisivi dei In quegli stabilimenti di Via di un numero imprecisato di pellicole nostri ragazzi. Tiziano, Roberto Roberti mi avviò a nelle quali il suo nome non figura. Successivamente Arata si trasferì quest'arte che incominciò subito a pro- Come lui stesso afferma lavorò anche in Germania. Di quel tempo ricorda: curarmi emozioni grandissime, In quel con Giovanni Pastrone, mostro sacro «Non era certo facile lavorare allora primo film, infatti la drammaticità del cinema piemontese, ideatore del con i mezzi tecnici di cui si poteva dis- d'una scena che dovevo riprendere mi mitico capolavoro «Cabiria» (1914) la porre. Si dovevano compiere dei veri e emozionò tanto che non riuscii a finir- cui gloria condivise con Gabriele propri salti mortali. Figurarsi il mio la. Dannunzio che ne dettò le didascalie. ammirato stupore quando a Berlino Ma lentamente si andò maturando La confessione di Arata continua: con Righelli per girare il in me quello spirito di fredda penetra- «Con Genina» il grande Genina «Transatlantico». La ricchezza e la zione che occorre possedere ad ogni «eccomi alla macchina per quell' modernità degli impianti, delle mac- costo per non abbandonarsi neppure «Orizzontale», (1919) che considero chine, dei congegni che le case tede- nei momenti più patetici alla deriva uno dei migliori film dell'epoca, e che sche possedevano mi diedero la verti- dei sentimenti. Nell'Itala Film del www.accademiaurbense.it 3

gine da principio, ma poi mi misero la Venezia» (1927) e nuovamente con investito non solo il mondo del cine- febbre addosso accrescendo in me la Negroni ne «Il vetturale del ma. Fu in quel periodo che molte mae- fiducia dell'avvenire della cinemato- Moncenisio» (1928) e «Giuditta e stranze, registi, tecnici, furono costret- grafia». Oloferne» (1928). gli ultimi due film te ad emigrare all'estero dove, oltre a Negli studi tedeschi Arata arricchì vennero interpretati da Bartolomeo trovare lavoro, conobbero innovazioni la propria esperienza professionale. Pagano, il Maciste nazionale, l'unico tecnologiche che stavano affermando- Ritornato in patria il suo campo d'a- ancora capace di attirare pubblico si. zione doveva spostarsi dagli artificiosi nelle sale cinematografiche sempre Mentre all'estero veniva largamen- teatri di posa agli esterni per riprende- meno frequentate a causa del prean- te sperimentata la tecnica del sonoro, re incomparabili panorami: nunciarsi di una crisi che avrebbe in Italia, il regime, che fino ad allora si «Dagli stabilimenti berlinesi di Grunewald e di Johannistal eccomi inviato dalla Pittaluga, nei mari e nelle terre del vicino Oriente. Percorsi per un documentario l'Egitto, la nostra Africa settentriona- le, la Palestina, il Bosforo e le isole dell'Egeo. Fu in questa crociera che ebbi la prima avventura marina. Quasi per dovere di ospitalità (ospitalità attiva) pensai di prendere l'intera sagoma del «Conte Verde» in navigazione calandomi in mare con una scialuppa. La folla dei passeggeri protesa sul ponte mi vide diventare sempre più piccolo e quasi scompari- re, misero e solo nella vastità bianco azzurra del mare. E grandi strilli si levarono e imprecazioni contro lo Stato Maggiore che incurante di me pareva abbandonarmi a sicura morte. E quando la scialuppa ritornò sul fian- co del transatlantico che aveva com- piuto la rivoluzione prestabilita vidi negli occhi di ognuno come la dram- maticità del caso sia sola a far affiora- re i buoni sentimenti e la solidarietà umana». Nel 1926 la società cinematografi- ca gestita da Stefano Pittaluga cambiò nome diventando la «Anonima Pittaluga» che inglobò gli stabilimen- ti della vecchia F.E.R.T. riscattata dallo stesso cineasta nel 1919. Sotto tale insegna Arata lavorò con Baldassarre Negroni in «Beatrice Cenci» (1926), ancora con Mario Almirante ne «Il Carnevale di www.accademiaurbense.it 4

era occupato marginal- Helm, stella di prima mente di cinema, si grandezza del firma- rendeva conto di aver mento cinematografi- sottovalutato troppo a co in seguito al suc- lungo un mezzo propa- cesso ottenuto inter- gandistico così effica- pretando la parte di ce, tanto più ora che la Maria in «Metropolis» voce era alle porte. Già di Fritz Lang. Bellezza un primo passo per pie- ermetica, trascinante, gare il cinema alle esi- misteriosa, fatale, cosi genze del regime fu la la definivano i rotocal- creazione dell'Istituto chi dell'epoca. in Luce a Roma e la dis- «Manolescu», la tribuzione dei famosi Helm, è la «bionda cinegiornali che dal sirena che non ha scru- 1927 dovevano essere polo di consegnare proiettati obbligatoria- alla polizia l'uomo che mente nelle sale cine- un giorno fu tutto per matografiche della lei». penisola. Ritornato in Italia, Ancora qualche accanto all'esordiente anno e su tutto il Mario Camerini, Arata mondo della celluloide si trovò sul set di sarebbe calata l'onni- «Rotaie» (1929). Una presente e vischiosa pellicola a sfondo censura del celebre drammatico sentimen- MINCULPOP (Ministero tale prodotta dalla Cultura Popolare) che Sacia Film Milano, dai testi ai soggetti, agli girata muta e ripropo- stessi artisti e lavorato- sta due anni dopo in ri dei teatri di posa versione sonorizzata. avrebbe garantito la più Nello stesso anno, l'o- rigorosa uniformità con peratore fu chiamato le parole d'ordine della per le riprese di propaganda. sti e per i tecnici italiani: ma soprattut- «Napoli che canta», Frattanto Arata ritornava in to ispira simpatia quella esuberante diretto da Mario Almirante, altro film Germania per un nuovo periodo di festività che li fa entusiasti del lavoro uscito in versione muta e successiva- aggiornamento. Scriverà poi nell'auto- e rende duttile il loro carattere a fondo mente riproposto con basi sonorizzate. biografia: «Beatrice Cenci» è stato il duro e lineare». «Rotaie», come vedremo, riservò ad nuovo film per cui fu richiesta la mia Berlino offrì ad Arata una grande Arata anche una brutta avventura: opera, poi «Il carnevale di Venezia» e occasione, facendolo lavorare al mas- «Ritornato in Italia già pratico del diversi altri fra cui vari della pittoresca simo livello professionale. Infatti col- sonoro lavorai con un direttore giova- e ingenua serie dei «Maciste».Ritornai laborò, con l'operatore tedesco Carl nissimo Mario Camerini alla realizza- dopo a Berlino dove trascorsi tre mesi Hoffman, che allora passava per il zione di un soggetto dovuto alla fanta- a scopo di studio e per conto dell'Ente migliore d'Europa e aveva girato sia di un ancor più giovane poeta, della Cinematografia negli stabilimen- «Varietè» «Nibelunghi» «Faust», alla Corrado D’Errico. Il film si chiamò ti dell'UFA. Qui conobbi naturalmente realizzazione di «Manolescu» (1929), «Rotaie» vi lavorarono Kate Von parecchi direttori tedeschi. Essi hanno diretto da Richard Oswald. Attori pro- Nagy, Maurizio D'Ancora e Daniele una grande considerazione per gli arti- tagonisti: Ivan Msjouskine e Brigitte Crespi e doveva darmi l'emozione di www.accademiaurbense.it 5

uno scontro ferroviario dopo le non no, o prendevano la via dell'esilio. moglie Martina che a suon di bastona veraci impressioni di un naufragio. Abbiamo lasciato l’operatore te lo convince a fingersi medico Durante la lavorazione del film, infat- Ubaldo Arata al primo tentativo di Ancora con Guido Brignone, Arat ti, essendo una vettura trainata da una film sonoro italiano ed è opportuno punta l’obiettivo su “Rubacuori” con grossa locomotiva, fummo arrestati parlare della Cines, la casa produttrice Armando Falconi e Grazia del Rio, u per oltre un'ora e mezza a causa di una della pellicola. Inaugurata nel 1930 da titolo antesignano di quel filone carat via chiusa. Il macchinista s'accorse un “Sua Eccellenza” il ministro Giuseppe teristico degli anni Trenta denominat po’ tardino guardando l'orologio del- Bottai, la Cines da subito eguaglia per “Cinema dei telefoni bianchi” defini l'imminenza del passaggio, per il bina- efficenza degli impianti le grandi com- zione derivata, dice Fernaldo d rio da noi occupato, di un direttissimo. pagnie americane ed è in grado di Giammatteo: “Da alcune ambienta ci istradò allora precipitosamente sul immettere nel circuiti fruitori quasi la zioni create dai pittori Menzi e Lev binario laterale. ma il sopraggiungere totalità della produzione cinematogra- che prevedevano interni completa fulmineo del convoglio provocò l'urto fica nazionale. Della distribuzione si mente bianchi (compreso lo Statu con la coda della nostra vettura, sicché incarica Stefano Pittaluga a quei tempi Symbol del benessere sociale, il telefo la mia macchina da presa e i praticabi- acclamato re della pellicola, Dei sette no). Si tratta di film basati su intrecci li andarono in frantumi». film usciti in Italia nel 1930, sei osten- ad equivoci che ruota intorno ad un Nel 1930 uscì il primo film sonoro tano il marchio Cines. Arata collabora serie di malintesi che preludono all italiano intitolato «La canzone dell'a- a quattro di essi: “La canzone dell’a- scioglimento della azione con liet more» e Arata vi collaborò per le more” “Napoli che canta” “Rotaie”, di fine”. Aggiunge il critico che si tratt riprese con Massimo Terzano. La cui abbiamo accennato in precedenza, di “film in cui sono spesso cancella Stefano Pittaluga si avvalse del già e “Corte d’assise” di Guido Brignone, tutti i riferimenti alla vita italiana collaudato regista Gennaro Righelli e un giallo-processo sul quale il critico volte anche geografici” tanto è ver scomodò per i dialoghi addirittura il E. M. Margadonna scriveva: Diciamo che la pellicola che dà inizio al fortu noto commediografo Luigi Pirandello subito che Corte d ‘assise rappresenta nato filone “La telefonista” (1932) che nel '34 avrebbe vinto il Premio un trionfo. I nostri tecnici operatori viene girata addirittura in Ungheria Nobel per la letteratura. dell’obiettivo e del microfono, che già Noi aggiungiamo che si tratta in con La pellicola venne accolta favore- in ‘Canzone dell’amore, avevano creto della applicazione al camp volmente dal regime e dalla critica. lavorato egregiamente, hanno com- cinematografico delle direttive de Per quanto ci risulta coincide con l'af- piuto il loro dovere con eccezionale regime che impedivano la pubblica fermazione professionale di Arata seb- valentia collaudando ancora una zione sui quotidiani della cronac bene le sue prove migliori erano anco- volta i nostri impianti, modes i forse, nera. ra di la da venire. «La canzone dell'a- ma predisposti e adoperati con ogni Con Mario Camerini, esponente d more» uscì con il marchio Cines, una scrupolo”.Del film sono segnalate spicco del cinema dei telefoni bianchi vecchia casa cinematografica romana, buone inquadrature che sottolineano in Arata gira nel 1932 “Ultima avventu sorta fuori Porta San Giovanni nel primo piano lì potenziale espressivo ra” con Armando Falconi e Diomir 1905, che con l'avvento del film parla- della giovane attrice Marcella Albani acobini. to risorse a nuova vita. Con il sonoro il che decreta il successo della pellicola. Nello stesso anno l’operatore è su polo attrattivo del cinema italiano si Nel 1931 la Cines realizza dodici set di “Paradiso” diretto da Guid spostava definitivamente a Roma, film a Arata partecipa a due di essi. Bnignone e, sotto la direzione dell come era nei disegni del regime che a Iniziamo con “Medico per forza” tra- stesso, prende parte alla lavorazion questo scopo aveva investito ingenti sposizione cinematografica della com- de “La Wally”, di cui scrive nella auto capitali. media di Moliere che riporta sul gran- biografia da noi già ampiamente utiliz Egualmente ebbe successo l'opera- de schermo l’arguta comicità di Ettore zata: “Le emozioni alpine è stato inve zione volta a monopolizzare la produ- Petrolini, attore di teatro che, come ce il film la Wally a darmela, a caus zione e la distribuzione e mentre ini- tanti, non sa resistere alla tentazione di di quella valanga che si staccò dall ziava l'era che dava la parola all'imma- prodursi di fronte a l’obiettivo. Nel Jungfrau quasi a protestare contro gine, caratterizzata da pellicole a sfon- film, diretto da Carlo Campogalliani, nostro tentativo di violazione dei ver do patrio ed eroico, le ultime voci indi- Petrolini entra nei panni dell’ubriaco- gini silenzi delle vette e delle distes www.accademiaurbense.it 6

arrestarlo neppure la improvvisa osti- che le cose non vadano troppo bene”. accanto ad un grande professionista lità della natura tanta era la passione Pare però che il lavoro di Arata non dell’immagine: Max Ophuls che nel che tutti, da Brignone all’ultimo aiu- risenta molto di questa situazione. 1934 firma la regia de “La Signora di tante, portavamo per affermare la Un’altro film riportato nelle diverse tutti” prodotto rivelazione di Isa nuova attrice Germana Paolieri che filmografie riguardanti l’operatore è Miranda, un tipico esempio delle aveva acceso tante speranze”. del 1933: “T’amerò sempre” di Mario nuove fortune generate dal mondo Nel 1932 muore improvvisamente Camerini, girato contemporaneamente della celluloide. La Miranda prima di Stefano Pittaluga e la Cines, pur pre- in versione francese e riproposto entrare nel cinema era stata scatolaia, sentando sullo schermo ben sedici lun- (remarke) nel 1943 a cura dello stesso commessa di negozio e stenodattilo- gometraggi deve misurarsi con la con- regista. La pellicola è un esempio tipi- grafa. Da Max Ophuls Arata ricevette correnza che riesce a produrne diciot- co della commedia rosa in voga in l’offeta di lavorare in Francia al suo to. quegli anni. Tra gli interpreti: Elsa de fianco ma non se ne fece nulla. Nel frattempo esordisce la rassegna Giorgi, Mino Dono, agli esordi cine- Nel 1935, con Guido Brignone, Arata di arte cinematografica di Venezia che matografici, e Nino Besozzi nel ruolo gira “Passaporto rosso” “Lorenzino de richiama in Italia un buon numero di di “un giovanotto prestante e di modi Medici” “ Ginevra degli Almieri” e critici e giornalisti stranieri al seguito seducenti che travia una giovinetta e con Alessandro Blasetti “Aldebaran” delle nove nazioni invitate. Per lì cine- tenta invano di approfittarne anche ambientato nella Marina Militare ma si aprono più vasti orizzonti e ulte- quando lei ha incontrato il vero amore Italiana. riori occasioni di confronto tra le Mario Camerini, intervistato da È l’ultimo film realizzato alla Cines i diverse cinematografie in lizza. Quale Sergio Grmek Germani (Cfr. lì cui teatri di posa sono distrutti da un migliore film straniero è giudicato Castoro Cinema - La Nuova Italia, violento incendio divampato misterio- “l’Uomo di Aran” (di produzione bni- Firenze 1980) parlando dei suoi opera- samente nella notte del 26 settembre tannica) del documentarista Robert tori, fra i quali Arata, dice: “Erano 1935. L’incendio, a quanto pare di ori- Flaherty; riconoscimento dato ad una operatori che avevano il mestiere, gine dolosa, si rivela quanto mai pro- cinematografia minore ma di ottimo ossia era un miracolo quello che si pizio addirittura per il proprietario livello artistico che impiega modelli di faceva perché molte volte si andava di degli stabilimenti andati in fumo, il lettura diversi dal cinema nostrano che notte a girare le scene, non veniva costruttore Carlo Roncoroni che, anzi- per ragioni di botteghino tende a privi- niente perchè durante il giorno aveva- chè versare lacrime sulle ceneri della legiare la quantità alla qualità. no girato e l’occhio non era più adat- Cines acquistata dall’IRI; di li a poco, Nel 1933, per la “Forzano film”, to a calcolare le differenze della luce. con l’aiuto del regime, avrebbe Arata gira “Villafranca” diretto da Oggi dal punto di vista tecnico è faci- costruito il grande complesso indu- Giovacchino Forzano, con Annibale lissimo fare l’operatore, c’è solamente striale di Cinecittà. Betrone, Corrado Racca e Enzo il gusto delle luci”. Sempre nel ‘35 la Banca Nazionale del Bilotti. Quindi pone la propria espe- Nel 1934 Arata prende parte alla rea- Lavoro, su indicazione della Direzione rienza al servizio di vari indipendenti lizzazione di diverse pellicole tra cui Generale della Cinematografia, inizia ma il cinema si prepara ad affrontare “la Signora paradiso” di Enrico a erogare crediti ai produttori. Lo stato un nuovo momento di crisi che non Guazzoni, produzione Tirrenia film, da parte sua emana una serie di prov- risparmia nessuno, come testimonia interpreti: Elsa de Giorgi, Mino Doro e videnze che assicurano ad un certo uno scritto di Arata del dieci novembre Memo Benassi. Il regista Guazzoni genere di film l’anticipo di un terzo 1933: “Alla Cines siamo tutti tra colo- maestro del genere storico, è suo “Quo delle spese occorrenti per la realizza- ro che son sospesi, da qualche tempo, vadis” primo lungometraggio della zione. In particolare ne usufruiscono tutti i giorni stanno licenziando perso- storia del cinema, non riesce a ricon- pellicole messe in cantiere negli anni nale di tutte le categorie, il lavoro è fermare la propria bravura con il film 1936-37-38, nelle quali gli intenti pro- sospeso per tutti, anche noi vecchi tec- parlato. Ancora nel 1934 Arata gira pagandistici del regime sono più evi- nici dello stabilimento non siamo “Frutto acerbo”, produzione LCD., denti. Ad esempio “Scipione l’africa- ancora in grado di sapere quale sarà regia di C.L. Bragaglia, interpreti no” e ‘‘Luciano Serra pilota’’ ai quali la nostra sorte. Allo stabilimento Luce Lotte Menas e Nino Besozzi. Arata è chiamato a collaborare. lavorano ma anche la stanno sempre Dopo una parentesi segnata da pellico- L’idea di realizzare “Scipione l’africa- licenziando personale e corre voce le di scarso rilievo l’operatore lavora no” nasce appena dopo che le truppe www.accademiaurbense.it 7

italiane di Badoglio sono entrate ad Giovanni, si danno gli ultimi ritocchi a della mensa” e via con un altra seque- Addis Abeba e l’impero è tornato sui Cinecittà; inaugurata dal Duce in per- la di dati e notazioni che esaltano que- colli fatali di Roma. sona il 28 aprile 1937. Essa, (scrive sta nostra Hollywood casareccia: in L’intento encomistico e celebrativo Quivis in: Vita e miracoli di Cinecittà diciotto mesi fino ad oggi sono stati dell’impresa del regime è espresso - «Le Vie d’Italia», dicembre 1938) eseguiti cinquanta film, dei quali dieci chiaramente nel programma. Esso in- “si espande oggi, coi suoi edifici e i in doppia versione. Il primo, girato in fatti: “Rispondendo alla sostanza viva suoi giardini, su un’area di circa cen- presenza del Duce è stato “Luciano del nostro tempo Serra pilota”. Uno dei (Parole di Luig film sull’arma prediletta Freddi, allora diret- del regime che ottiene un tore generale della enorme successo po- cinematografia), polare grazie ad Amedeo traduce in immagini Nazzari ormai all’apice l’essenziale identità della carriera di attore. di spirito che unisce La pellicola ha come la grande Roma supervisore l’asso pilota della conquista afri- Romano Mussolini, cana alla grande figlio del duce, che colti- Roma della conqui- va grande passione per sta etiopica. l’arte del cinema e si Riferimenti e con- propone di emulare gli fronti tra la vittoria splendori di Hollywood di Zama e quella di a Cinecittà. Addis Abeba sono Luciano Serra, intrepido dichiaratamente cer- pilota, distintosi in azio- cati e mirano ad ni eroiche durante la esaltare il valore e la guerra 15-18, al termine politica colonialisti- del conflitto rifiuta un ca dello stato fasci- comodo impiego e dopo sta. Il film, diretto una serie di traversie, da Carmine che lo portano anche in Gallone, viene pre- terra straniera a veder parato nei minimi umiliata la sua italianità, dettagli tecnici, ha perde la vita in una azio- dei costi faraonici ne eroica e il suo sacrifi- ma non si rivela il cio contribuisce ad esal- capolavoro tanto tare sullo schermo le atteso. Premiato a gesta africane che hanno Venezia nel 1937, fa portato all’impero. soprattutto testo per Presente alla mostra del l’artificiosità che lo cinema di Venezia nel contraddistingue e 1938, lì film viene pre- l’impressione di fin- miato con la coppa zione che comunicano anche le toventimila metri quadrati, ha a pro- Mussolini (ex equo) con “Olympia” il sequenze più spettacolari e suggestive. pria disposizione altri quattrocentomi- documentario sulle Olimpiadi di Mentre nei dintorni di Sabaudia si la metri quadrati di terreno e possiede Berlino di Leni Riefenstahl. svolgono gli ultimi giri di manovella dieci teatri di posa. Continuando a Nello stesso anno il nostro Ubaldo ini- di “Scipione l’africano” al Quadraro, a girare per la città troveremo le offici- zia a lavorare per la Scalera Film, dei pochi chilometri da porta San ne, i laboratori, i magazzini, i locali fratelli Antonio e Salvatore Scalera, www.accademiaurbense.it 8

val di Cannes 1946, porta il nome di Arata come direttore della fotografia. Fra le innu- merevoli testimonianze rac- colte dai cultori dell’arte cine- matografica, su “Roma città aperta” quella di Jone Tuzzi, segretaria di produzione del film, è certo la più singolare rispetto al tema che stiamo svolgendo: “Il povero Arata aveva tutte le lampade gialle, che davano tutte una luce gial- la, allora si arrabbiava e si sfogava facendo delle gran risate.Girammo in via Rasella, poi in quel posto che serviva come sede della Gestapo, via Tasso, a casa di Maria Michi. E Arata si faceva queste gran risate: voglio la luce, non approdati alla decima musa dopo Storia del Cinema Italiano 1935-59, posso, non si vede niente. Nel film c’e- essersi arricchiti come costruttori della Faldini-Fofi ed. Feltrinelli 1979) affer- rano molte cose vere. Allora non c’e- litoranea libica. Gli speculatori fiutano ma: La Scalera Film dette il via al rano le cronache sui giornali, certe l’affare e comprendono come grazie cinema italiano vero. Si cominciò a cose li sapevamo per sentito dire, per- all’autarchia filmistica gli italiani che spargere la voce per Roma che chè la gente ne parlava “. vogliono andare al cinema saranno Terzano, Arata, Brizzi e Montuori, i (l’Avventurosa Storia del Cinema costretti a vedere le loro pellicole. grandi operatori venivano presi a Italiano. op. cit). Sotto tale insegna Arata gira una deci- l4mila lire al mese (la topolino quan- Ancora nel 1945 l’operatore è presen- na di lungometraggi che lo tengono do usci costava 5000 lire). te sui set de “La vita ricomincia” di occupato anche durante lo svolgimen- Nel 1942 la città del cinema riesce a Mario Mattoli e de “l’Adultera” con to del secondo conflitto mondiale. produrre la cifra record di 120 lungo- Clara Calamai. Nel 1946 collabora a Ricordiamone alcuni: Janné Doré metraggi. La frenetica attività svolta “Sinfonia fatale” di Victor Stoloff e (1938) di Mario Bonnard, l’Ultima all’interno dei teatri di posa ha fine “Theran” di William Freshman. giovinezza (1939) di Goffredo solo con i bombardamenti e l’occupa- All’apice del successo e della carriera Alessandrini, il Ponte di vetro (1940) zione della capitale da parte delle trup- viene chiamato per le riprese di “Black di Goffredo Alessandrini, Processo e pe tedesche. “Rimasto forzatamente Magic” ovvero Cagliostro, di Gregory morte di Socrate (1940) di Corrado inattivo dalla fine del ‘43 alla libera- Ratoff. interpretato da un beffardo d’Errico, È caduta una donna (1941) zione di Roma, Arata, è tra i primissi- Orson Welles, ma è l’ultima volta che di Alfredo Guaini, Perdizione (1942) mi a riprendere a girare”. Era destino Ubaldo Arata pone la propria esperien- di Carlo Campogalliani, I due Foscari che proprio lui, che aveva fulmato la za di operatore al servizio del cinema. (1942) di Enrico Fuighignoni. più osannata pellicola del regime, ora, La morte lo coglie improvvisamente il Sfilano di fronte a l’obiettivo di Arata avesse il compito di far vedere agli ita- 7 dicembre 1947. gli attori più affermati e popolari del liani i guasti e le ferocie della guerra in Per la stesura della prima e seconda cinema nazionale: Emma Gramatica, “Roma città aperta” film di Roberto parte di queste nostre note, oltre alle Ruggero Ruggeri, Ermete Zacconi, Isa Rossellini che segna la nascita del opere citate nel testo, sono state con- Pola, Oreste Bilancia, Erminio Spalla, neorealismo e il ritorno in campo sultate le annate 1930-31-32 della rivi- ecc. internazionale della cinematografia sta «Comoedia» rassegna mensile del Il regista Mario Bava in Avventurosa italiana. Esso infatti, premiato al festi- teatro e vari numeri dell’«Illustrazione www.accademiaurbense.it 9

del Popolo»” dello stesso periodo. alte cariche dello Stato (Ciampi l'ha dare ai numerosi lavori teatrali, cine- Ringraziamo sentitamente per le noti- definita la "fidanzata d'Italia") e dal matografici e televisivi di cui è stato zie biografiche sull’operatore e i pre- mondo del Cinema, quando presta il interprete. Fra gli attori citiamo ancora ziosi suggerimenti forniti la prof.ssa proprio volto per la realizzazione del l'indimenticabile Carletto Romano e il Maria Adriana Prolo del Museo film di cui si tratta la Valli è attrice già caratterista Nando Bruno. Nazionale del Cinema di Torino, il affermata. Consacrata diva con Mario Mattoli, affida la sceneggia- dott. Achille Valdata del quotidiano Piccolo mondo antico (1941) di Mario tura ad Aldo De Benedetti, si avvale «La Stampa» di Torino e Soldati, è anche stata diretta da dell'esperienza dello scenografo l’A.I.A.C.E.(Associazione Italiana Goffredo Alessandrini in Noi vivi e Gaston Medin, vuole al suo fianco l'al- Amici del Cinema d’Essai) di Roma. Addio Kiria, lungometraggi di grande lora trentenne ma già artisticamente PAOLO BAVAZZANO, Cronache del impatto sul pubblico. Arata (nella agguerrito Stefano Vanzina, una pro- passato. Un ricordo dell’attrice Alida foto) avendo da poco finito le riprese messa per il cinema italiano, meglio Valli. La grande interprete di Senso del capolavoro di Rossellini Roma conosciuto come Steno. Quali nomi e filmata dall’ovadese Ubaldo Arata in Città Aperta, non ne ha ancora assapo- quali interpreti! Anteprima Notizie, Periodico di rato il successo che giungerà, con par- David O. Selznick ammirò tanto la Informazione, anno XIII, n. 5, Ovada ticolari motivazioni per quanto riguar- Valli in questo film da volerla a Maggio 2006. pag. 2. da la fotografia, con il festival di Hollywood per girare Il caso Paradine Il 22 aprile si è spenta a Roma l'at- Cannes nell'anno successivo. (1947) di A. Hitchcock, dove però, trice Alida Valli. La ricordiamo su E' operatore di grand'esperienza come successivamente altre dive ita- Ovada Notizie, perché ci sentiamo professionale, lavora nell'ambiente liane: la Miranda, la Magnani, la veramente onorati di poter affiancare cinematografico dall'epoca del muto, Loren, ella non riesce a trovare la giu- il nome dell'espressiva interprete di costituisce una garanzia per Mattoli sta simbiosi con gli stili statunitensi. Senso (1954) di Visconti a quello di un che con questo film vuole dimostrare Ne La vita ricomincia (foto di concittadino che tanta parte ha avuto che si può anche opporre al neoreali- copertina di un cineromanzo del nel mondo del cinema italiano. Si trat- smo emergente un cinema popolare, tempo), la bellissima Alida malinco- ta dell'operatore Ubaldo Arata (1895 - con grandi attori, trattando gli stessi nicamente canta "T'ho incontrato a 1947) il quale ha filmato la Valli in temi con uno spirito più roseo e sem- Napoli, non ti scorderò mai più…" "La vita ricomincia", pellicola realiz- plicistico. una canzone divenuta popolare, che zata negli stabilimenti SAFA Palatino, Ecco la trama ripresa dal corposo sottolinea la scena finale del film col per la Minerva Film, a guerra appena Dizionario dei film, a cura di Paolo volto piangente della diva in un finita. Gli studi cinematografici, in Mereghetti, Baldini & Castoldi, primo piano valorizzato dalla fotogra- parte occupati dagli sfollati, come nel Milano 1993: 1945: dopo la prigionia, fia di Arata: con le note di questa caso di Cinecittà, sono nuovamente un medico, (Giachetti), torna a casa, a canzone e con tale inquadratura, che utilizzati nella maniera appropriata. Roma. La moglie (Valli) che, per sal- suggella l'impegno artistico di Il regista Mario Mattoli (noto per i vare il figlio, si era dovuta prostituire, entrambi, ci piace concludere il ricor- film di Totò) fa battere il primo ciak, uccide il suo aguzzino. Il marito se ne do della grande attrice e del nostro Arata fa partire la macchina da presa e addossa la colpa; ma, come proclama operatore. presto una nuova pellicola sarà pronta il titolo, dopo tanti travagli si apre uno per gli schermi dell'Italia libera. spiraglio alla speranza. De Filippo si Richiamerà nelle sale cinematografi- ritaglia la parte di un professore dis- che tanta gente che dopo gli orrori occupato ("C'è la libertà i ragazzi non della guerra ha voglia di sognare, di vanno a scuola") e filosofeggiante. ballare, di fischiettare motivi come Ma Tra gli interpreti del film, come l'amore no…, del maestro Giovanni accennato: il livornese Fosco D'Anzi, cantata dalla Valli nel film Giachetti, protagonista di pellicole di Stasera niente di nuovo (1942), sem- regime come Lo squadrone bianco pre diretto da Mattoli. (1936) e L'assedio dell'Alcazar (1940) Nata a Pola, Croazia, nel 1921, di Augusto Genina, il grande Eduardo recentemente commemorata dalle più De Filippo di cui pare superfluo rian-