Quaderni di storia cittadina, Volume 3

Stadttheater / Teatro Civico / di

Storia di un teatro di confine (1918-1943) Immagine di copertina Veduta notturna del Teatro Verdi di Bolzano, anno 1943 olzano

A cura di Massimo Bertoldi e Angela Mura erdi b di eatro V o / T c eatro Civi Stadttheater / T Con il titolo Stadttheater / Teatro Civico / Teatro Verdi di Bolzano. Storia di un teatro di confine (1918–1943) si è tenuta una mostra monografica a Bolzano in Galleria Civica dal 5 marzo al 26 giugno 2011, promossa dall’Assessorato alla Cultura, alla Convivenza, all’Ambiente e alle Pari Opportunità − Ufficio Servizi mu- seali e storico-artistici − Archivio Storico.

La Direzione della mostra ed il coordinamento generale stati a cura di Massimo Bertoldi e Angela Mura, con la collaborazione di Silvia Spada Pintarelli; la segreteria amministrativa a cura di Laura Bottesi; il pro- getto di allestimento di Roberto Festi; la progettazione e la realizzazione delle istallazioni multimediali di Magutdesign; la realizzazione del plastico del teatro di Lorenzo Nainer; la fornitura delle apparecchiature audio e video della Bang & Olufsen di Bolzano, le traduzioni di Wolftraud De Concini; la grafica dei ma- teriali pubblicitari dello Studio Lupo & Burtscher. La comunicazione è curata dall’Ufficio Stampa del Comune di Bolzano.

Enti e privati prestatori Biblioteca e raccolta teatrale del Burcardo, Roma Brennerarchiv, Innsbruck Archivio Storico del Comune di Bolzano Comune di Pieve di Soligo (TV) Museo Civico del Comune di Bolzano Renate Mumelter, Bolzano Teatro Puccini, Merano Stadttheater / Teatro Civico / Teatro Verdi di Bolzano Storia di un teatro di confine (1918-1943)

A cura di Massimo Bertoldi e Angela Mura

Città di Bolzano Assessorato alla Cultura, alla Convivenza, all'Ambiente e alle Pari Opportunità Ufficio Servizi museali e storico-artistici Archivio Storico

Progetto grafico del volume e dei materiali promozionali Studio Lupo & Burtscher, Bolzano Collaborazione e impaginazione Nike Auer

Stampa Fotolito Varesco Srl

Traduzioni Wolftraud de Concini (dall’italiano) Marlene Huber (dall’italiano) Martina Inama (dall’italiano) Angela Mura (dal tedesco) Laura Pradissitto (dall’italiano) Claudia Tarfusser (dall’italiano)

Trascrizione documenti d’archivio Alex Donghi e Chiara Galbusera

Reportage fotografico delle opere di Max Littmann a Monaco Federico Pedrotti

Sito ufficiale www.comune.bolzano.it/cultura/teatrocivico

Ringraziamenti Un ringraziamento particolare va ai collezionisti privati ed agli enti che hanno fornito mate- riale iconografico ed informazioni utili per la ricerca: Gotthard Andergassen; Elvania Carraro Gatti; Fabrizio Miori; Margarethe Erna Arnold-Kofler di Termeno; Fam. Lochner-Kürschner; Gaetano Sessa; Giuliano Simoni, LucaPedrotti; Archivio Provinciale di Bolzano; Archivio Storico del Comune di Firenze; Archivio Storico Iveco; Biblioteca Civica; Biblioteca dei Padri Francescani di Bolzano; Fondazione Nicolò Rasmo e Adelheid von Zallinger-Thurn; Provincia di Bolzano, Ripartizione Cultura Tedesca, Ufficio Audiovisivi; La Fabbrica del Tempo. Per la collaborazione nella ricerca storica ringraziamo cordialmente Andrea Di Michele, Marlene Huber, Peter Morello e Silvia Rizzo. Per il supporto tecnico il nostro ringraziamento va a Res Media di Bolzano. A tutti i privati, che venuti a conoscenza della nostra ricerca ci hanno portato ricordi personali e materiali va infine la nostra più calorosa gratitudine.

ISBN 88-901870-8-5

© 2011 Archivio Storico della Città di Bolzano Tutti i diritti riservati

Indice

Cultura e politica a Bolzano (1906–1943) 12 Rolf Petri

Il teatro “Zur Kaiserkrone” e gli altri ambienti teatrali della città 42 Massimo Bertoldi

Un nuovo teatro per Bolzano (1904–1918) 48 Roberto Festi–Chiara Galbusera

Tavole, I sezione: Il progetto e la costruzione del teatro 87

Spettacoli e pubblico nel Teatro Civico / Teatro Verdi (1918–1943) 102 Massimo Bertoldi

Tavole, II sezione: Vedute del Teatro Civico / Teatro Verdi 187

La spettacolarizzazione della politica 204 Manifestazioni e celebrazioni civili al Teatro Civico / Teatro Verdi negli anni di amministrazione fascista Angela Mura

Le proiezioni cinematografiche nel Teatro Civico / Teatro Verdi 232 Ettore Frangipane

Cronologia degli spettacoli, mostre d’arte e manifestazioni civili tenute nel Teatro Civico / Teatro Verdi (1918–1943) 240 a cura di Massimo Bertoldi

Indice dei nomi citati 304

Indice delle opere citate 311

Referenze fotografiche del volume 316

La mostra dedicata al Teatro Civico di Bolzano rappresenta un nuovo, importante tassello nella co- noscenza della storia della nostra città, inserendosi direttamente e programmaticamente all’interno di un ciclo di iniziative incentrate proprio sui luoghi e i monumenti cittadini. Alla sede istituzionale del Municipio è stata infatti dedicata una mostra nel 2007, in occasione del centenario della costruzione; nel 2010 ha avuto luogo un’importante esposizione sulla chiesa e sul convento dei Domenicani. Il volume di accompagnamento, uscito – come il presente – nella collana dell’Archivio storico “Quaderni di storia cittadina”, ha portato un fondamentale contributo non solo alla conoscenza del complesso conventuale ma anche della continua iterazione tra convento e città, ricostruendo una ‘storia’ di ampio respiro, dal Medioevo ai giorni nostri. Anche i percorsi tematici del progetto “I luoghi della memoria”, i sei già usciti dedicati al Medioevo, al Settecento, all’Acqua, all’Industrializzazione, all’Architettura del fascismo e al periodo tra il 1943 e il 1945, e quelli in preparazione, uno incentrato sui luoghi di sepoltura e l’altro su di un percorso ‘al femmi- nile’, contribuiscono a far conoscere la città di Bolzano, nei suoi diversi aspetti – noti e meno noti –, affinchè possa divenire sempre più luogo di una memoria culturale condivisa dai suoi abitanti. Distrutto durante la Seconda guerra mondiale, lo Stadttheater/Teatro Civico/Teatro Verdi di Bol- zano, che reca già nel passaggio dei nomi una sintesi della sua storia e della storia della città, era, fino a questa mostra e a questo libro, solo un ricordo di pochi. Gli studi condotti in quest’occasione da Massimo Bertoldi, Roberto Festi, Ettore Frangipane, Chia- ra Galbusera, Angela Mura e Rolf Petri e la ricca documentazione raccolta consentono ora una vera riscoperta: dell’edificio come luogo fisico, un bellissimo teatro, e dell’edificio come motore culturale della Bolzano nella prima metà del Novecento, luogo di incontro, di spettacolo, di intrattenimento, di vita sociale e politica, di cultura. Quella cultura che riempie l’anima e il cervello.

Patrizia Trincanato Assessora alla Cultura, alla Convivenza, all’Ambiente e alle Pari Opportunità

Senso e significato di questo volume e della mostra dedicati al Teatro Civico di Bolzano, costruito durante la prima guerra mondiale e gravemente danneggiato dai bombardamenti nel secondo conflitto, è di riportare in vita, di far “rinascere dalle rovine” – quantomeno idealmente - un teatro di cui, fino a questa iniziativa, si conservavano scarse tracce nella memoria collettiva della città. Per Bolzano significa porsi in rapporto con un passato recente, carico di tutte quelle forme proprie dell’“Età degli estremi”. Le lotte dei simboli che si scatenarono intorno al Teatro Civico, costruito durante l’ultimo periodo dell’impero d’Austria, sono molto evidenti: il Teatro fu sempre dimora di Muse belligeranti. Immediatamente ‘scoperto’ e utilizzato dal fascismo italiano quale palcoscenico per la classe dirigente, la sua funzione nazional-culturale fu rapidamente trasformata da “tedesca” a “italiana”, ma contemporaneamente si passò anche da una dimensione liberale e alto-borghese ad una totalitaria. Arte e cultura difficilmente sono neutre e qui lo furono pochissimo. E forse non fu solo un cieco caso del destino che portò alla distruzione dell’edificio nel corso dei bombardamenti della seconda guerra mondiale… Dal 2010 una semplice pietra, facente in origine parte del portale d’ingresso all’edificio e sistemata nel parco della stazione, ricorda il distrutto teatro. Questo “luogo della memoria” viene ora completato da una mostra, ottimamente allestita da Roberto Festi, e da questo volume a cura di Massimo Bertoldi e Angela Mura che accoglie, accanto ai saggi dei curatori, interventi di Rolf Petri e di Ettore Frangipane. A tutti loro va il nostro sentito ringraziamento.

Hannes Obermair Responsabile del Servizio Archivio storico

Silvia Spada Pintarelli Direttrice dell’Ufficio Servizi Museali e Storico-Artistici Introduzione

Nella collana di pubblicazioni “Quaderni di storia cittadina” dell’Archivio Storico della Città di Bolzano, dedicata a monografie su luoghi ed edifici storici cittadini, trova spazio la ricerca condot- ta sul Teatro Civico di Bolzano, oggi non più esistente, che molti ancora ricordano nel Parco della Stazione. Edificio caricato di un forte potenziale di rappresentatività, era a partire dal secondo de- cennio del Novecento una delle prime immagini della città che si offrivano alla vista del viaggiato- re, appena sceso alla stazione di Bolzano; per i cittadini era una delle quinte scenografiche più am- bite dove farsi ritrarre, in posa, durante i momenti di svago in uno dei parchi più amati della città. 18 aprile 1918, inaugurazione - 2 settembre 1943, primo bombardamento del Teatro Civico/Teatro Verdi di Bolzano: sono queste le date entro le quali si cala questo libro dedicato al principale edificio deputato alle arti sceniche della città nella prima parte del Novecento. Oltre ad un inquadramento storico retrospettivo, si può avanzare un discorso in prospettiva, in quanto la memoria del defunto teatro pubblico lasciò segni indelebili nella vita dello spettacolo locale. Iniziò una stagione di uti- lizzo di ambienti occasionali e adattati all’occorrenza, che fu relativamente breve per il pubblico di madre lingua tedesca grazie all’apertura nel 1967 della sala della Haus der Kultur “Walther von der Vogelweide”. Molto più lungo fu il disagio per il pubblico italiano, che visse una sorta di `pendolari- smo’, spostandosi soprattutto nelle principali sale cinematografiche distribuite nel territorio urbano, fino all’inaugurazione del Teatro Comunale progettato da Marco Zanuso nel 1999. Tra il vecchio e nuovo edificio si instaura, in questo modo, un contatto a distanza, si crea un anello di congiunzio- ne, unito dalla comune funzione pubblica di essere contenitori e diffusori di cultura, svolta ovvia- mente con modalità e criteri diversi. Nel titolo del libro, Teatro Civico/Teatro Verdi di Bolzano. Storia di un teatro di confine 1918– 1943 ci sono parole-chiave che connotano e indirizzano i contenuti del volume stesso. Nella deno- minazone Teatro Civico/Teatro Verdi leggiamo il processo storico di italianizzazione di un’istituzio- ne votata alla cultura tedesca, culminata nel 1938 con l’assunzione della nuova dedicazione a Verdi. Nel sottotitolo la definizione teatro di confine, oltre a stabilire un riferimento geografico, definisce la caratteristica storica basilare: il definirsi quale luogo di incontro e di scontro di concezioni e pratiche di spettacolo appartenenti a tradizioni e stili diversi, quali furono la scuola tedesca e quella italiana. Da questo punto di vista il Teatro Civico/Teatro Verdi di Bolzano diventa un unicum nel panorama austriaco e italiano. Non solo: nel periodo compreso tra le due guerre il teatro diventò cassa di riso- nanza della politica del governo fascista estesa al territorio altoatesino. Dallo spettacolo di intratte- nimento per un pubblico generalmente medio-alto borghese si passò allo spettacolo di propaganda rivolto a tutte le classi sociali. I saggi raccolti ruotano intorno a queste tematiche. La cornice tracciata da Rolf Petri in Cultura e politica a Bolzano (1906–1943) contestualizza il teatro nel flusso dei mutamenti storici e culturali a cavallo fra le due amministrazioni, lo colloca nelle trasformazioni urbanistiche e architettoniche della città, analizza i motivi che spinsero la giunta comunale guidata dal borgomastro Julius Perathoner a finanziare un nuovo teatro nei giardini della Stazione, dopo la chiusura del teatro “Zur Kaiserkrone” nel 1904. A questo Massimo Bertoldi dedica il saggio Il teatro “Zur Kaiserkrone” e gli altri ambien- ti teatrali della città, una breve ricognizione della vita dello spettacolo nei primi anni del Novecento.

10

Il contributo di Roberto Festi e Chiara Galbusera, Un nuovo teatro per Bolzano (1904–1918), illustra le caratteristiche architettoniche e stilistiche dell’impianto progettato da Max Littmann, architetto di Monaco di Baviera nonché personaggio di primo piano nell’architettura teatrale dell’epoca, alla luce di molti e analoghi edifici realizzati in diverse città tedesche.Spettacoli e pubblico nel Teatro Civico/Te- atro Verdi di Bolzano (1918–1943), sempre di Massimo Bertoldi, analizza le programmazioni annua- li – con titoli di spettacoli musicali, prosa, operetta, varietà e melodramma interpretati prima dalla compagnia stabile poi da prestigiose compagnie di giro tedesche e italiane – a dimostrare le molteplici difficoltà incontrate dal progetto di omologare il teatro di Bolzano alla realtà nazionale, condizionato, oltre che da difficoltà gestionali e finanziarie, dalla tipologia dello spettatore locale, formato da com- ponenti di madre lingua tedesca e da italiani recentemente immigrati in città. Sul palcoscenico del Teatro Civico/Teatro Verdi non si esibirono solo attori. La sala accolse an- che un pubblico `diverso’, convocato ad assistere a manifestazioni svincolate dallo spettacolo cano- nico, che comunque mantennero un alto livello di teatralità. Angela Mura in La spettacolarizzazio- ne della politica. Manifestazioni e celebrazioni civili al Teatro Civico di Bolzano negli anni di ammini- strazione fascista capovolge il punto di vista, analizzando, entro i rapporti fra teatro e società, non il “contenuto”, ovvero il complesso delle rappresentazioni teatrali e la loro potenzialità pedagogica, ma il “contenitore”, l’edificio teatrale come ambientazione di manifestazioni civili. L’utilizzo in periodo fascista del teatro come ribalta per iniziative funzionali alla propaganda del regime è fortemente in- dicativo del carattere di spettacolarità di tutti questi ‘riti’, che si avvaleva fortemente di tutti gli ar- tifici di comunicazione non verbale, che sono propri dell’arte scenica. Negli anni Trenta e primi anni Quaranta la sala fu dotata di attrezzature necessarie per la visio- ne di film, come racconta Ettore Frangipane nel contributoLe proiezioni cinematografiche nel Teatro Civico/Teatro Verdi. Corredato da un ricco apparato iconografico, il volume si chiude con laCronologia degli spettaco- li, mostre d’arte e manifestazioni civili tenute nel Teatro Civico/Teatro Verdi di Bolzano (1918–1943), a cura di Massimo Bertoldi.

I curatori

11 cultura e politica a Bolzano 1906–1943

Rolf Petri

«La considerazione che in una città in cui dimora una borghesia intelligente e bene- stante nonché un gran numero di espo- nenti colti di professioni tra le più varie, la mancanza di un teatro debba essere vivamente sentita, porta alla convinzio- ne che la questione del teatro dev’essere urgentemente risolta anche per Bolzano- Gries. Questo senza neanche considerare che l’importanza dell’industria turistica e la presenza continua di numerosi vil- leggianti già di per sé giustificano a suf- ficienza la richiesta di rappresentazioni teatrali».1

Con queste parole che nell’autunno del 1906 il borgomastro Julius Peratho- ner esponeva al consiglio comunale, si avviò il dibattito che poi sarebbe sfociato nella decisione di erigere un Teatro Civi- co nel parco antistante alla stazione fer- roviaria di Bolzano; alla fine si era con- venuto, contro il parere di alcuni scettici, che l’edificio avrebbe rappresentato una decorosa porta d’ingresso alla città faci- litando inoltre l’afflusso di un pubblico non bolzanino.2 Due anni prima, il tea- tro "Zur Kaiserkrone", dopo un secolo di attività aveva dovuto chiudere i battenti a causa di carenze manifestatesi, in par- ticolare, sotto il profilo della sicurezza in caso d’incendio.3

12 Bolzano si ritrovava dunque senza teatro, e proiettati verso modelli culturali “ele- una situazione sentita come inaccettabi- vati”, nazionali e universali, vissuti come le nonostante fosse possibile arrangiarsi culturalmente appropriati e al contempo ogni tanto con rappresentazioni eseguite esposti al rischio di rimanere distanti. I in altri luoghi meno adatti. Ma la deplo- saggi qui raccolti tendono a «‘prendere sul revole anomalia così “vivamente sentita” serio’ il teatro, sia musicale che di parola, non consistette solo e forse non tanto nel- come luogo importante e in certi casi uni- la mancanza di rappresentazioni quanto co per studiare la costruzione e la ricezio- nell’assenza di uno ‘spazio’ di rappresen- ne delle rappresentazioni collettive, le for- tazione. Ché tale era e doveva essere l’edi- me della sociabilità, i sistemi di produzio- ficio stesso, al di là, anche, del suo con- ne e di consumo della cultura».6 Mentre tenuto. Nel corso dell’Ottocento europeo gli altri contributi si propongono di fare «la moltiplicazione dei grandi teatri an- questo scrutando, fra l’altro, le quinte, le che nelle piccole città deriva[va] innan- scene, le logge, le platee e anche i libri di zitutto da un massiccio investimento da cassa del teatro, qui si guarderà soprattut- parte delle autorità e delle élites locali nel to alla realtà urbana di cui il teatro voleva quadro di un progetto di ‘modernizza- essere uno specchio e dare un lustro, ov- zione’ dell’apparato urbano, che [anda]- vero la società e la cultura di Bolzano. va letto come un atto di affermazione del- Si può anticipare qui che, dopo gli la loro specificità culturale».4 Creare, pos- armoniosi auspici che ancora distinse- sedere ed esibire un simile simbolo del- ro l’inaugurazione del Teatro Civico nel la cultura borghese e urbana, quindi un 1918, il rapporto tra teatro e città si com- luogo socialmente connotato, era dunque plicò ben presto. Specialmente fino alla sentito come un’esigenza primaria pri- formazione faticosa e parziale di un’èlite ma ancora dei contenuti teatrali, musi- italofona cittadina d’impronta borghese cali e letterari. I quali, tuttavia, doveva- negli anni Trenta, che cambiò il caratte- no anch’essi rispondere a precisi modelli re e i connotati simbolici del teatro, si av- e aspirazioni: vertì una crescente precarietà nel riscon- «Credere che si possa fare al pubbli- tro sociale e politico dell’attività teatrale. co di ogni piccola città un’offerta artisti- La quale negli anni Venti e primi Tren- ca di scarso valore è un errore fatale che ta poté nondimeno vantare una program- ha già fatto fallire diverse imprese teatra- mazione di tutto rispetto sotto il profilo li! Sarebbe come pensare che il medico o artistico, che tuttavia risentì del divergere il giurista, il funzionario, l’insegnante o il tra egemonia economica e leadership po- tecnico, l’ufficiale o l’industriale, il com- litica della città, della quale l’èlite “mer- merciante o il possidente, in breve tutti cantile” germanofona, fondatrice del te- i rappresentanti colti di tutti i vari ceti, atro, si trovava passo dopo passo esauto- siano di gusto meno raffinato e di com- rata. A questo dato specifico si aggiunse prensione meno acuta per le prestazio- un altro, più generale: il monopolio di in- ni dell’arte per il semplice fatto che non trattenitore ed educatore scenico di cui vivono né a Vienna né a Berlino né ad il teatro aveva goduto durante il “lungo Amburgo».5 Ottocento”, veniva ora insidiato da nuo- Gli oggetti e insieme i soggetti di que- vi media quali il cinema, il grammofono 1 Uno dei certificati di credito emessi dal sta rappresentazione simbolica dovevano e poi la radio, e più in generale da nuove magistrato cittadino di Bolzano per finanziare dunque essere i ceti borghesi urbani col- forme, meno elitarie e più “plebee”, dell’or- l'opera del Teatro ti, composti dai ruoli sociali e gruppi pro- ganizzazione della cultura, del tempo libe- fessionali qui elencati con tanta acribia, ro e della politica.

13 Bolzano nell’anteguerra. rat di Vienna il borgomastro Julius Pe- Le politiche di Julius Perathoner rathoner, si fece interprete degli interessi della borghesia urbana e delle sue istan- Nei primi anni del Novecento in Tirolo ze di modernizzazione, sulla scia anche si sovrapposero varie tendenze di sviluppo di inedite inclinazioni municipalistiche che erano attive anche nell’Impero asbur- da parte liberale, in quel torno di tempo gico e più in generale in Europa. L’Impero diffuse e condivise, benché storicamente s’incamminò – come del resto altri paesi appannaggio di tradizioni conservatrici o europei – sulla via del suffragio elettorale socialiste.7 allargato, della sindacalizzazione, dell’or- Al suo primo insediamento nel 1895, ganizzazione degli interessi e della poli- Perathoner espose un programma di in- tica, di nuove forme di consumo, della terventi assai ambiziosi, che tra le altre cultura di massa. Anche in Tirolo nuovi misure contemplava l’erezione di una cen- partiti di massa, soprattutto quello socia- trale idroelettrica in consorzio con il co- lista nelle città di lingua italiana e quel- mune di Merano, onde affrancare la città lo cristiano-sociale nelle campagne, nelle dal dettame della società del gas privata e elezioni a suffragio allargato tendenzial- di fornire energia, oltre che per l’illumi- mente scavalcarono i partiti tradizionali nazione pubblica, agli esercizi commer- come quello conservatore e l’area liberale, ciali e alle attività produttive. Fecero par- per quanto quest’ultima trovasse il modo te del programma inoltre nuove strade, di adeguarsi ai tempi nel suo ristretto ba- ferrovie e funivie con i centri e i villaggi cino urbano e borghese. Comunque nuo- minori del circondario; l’aggregazione di ve forze insidiarono in vario modo l’ege- Dodiciville e altri “arrotondamenti” ter- monia dei circoli più ristretti del notabi- ritoriali; l’agevolazione dell’edilizia abita- lato urbano e rurale, ecclesiastico, nobile tiva; la ristrutturazione dell’acquedotto, o borghese, mentre al contempo si acu- del ponte sul Talvera (fig. 2) e delle strade iva quel confronto tra tedeschi e italiani comunali; la creazione di giardini pubbli- che in qualche modo discendeva dai tem- ci; la riorganizzazione della polizia locale; pi della rivoluzione del 1848 e dei falliti nuovi edifici scolastici e la fondazione di tentativi del Tirolo italofono di ottenere nuove scuole elementari e medie inferiori. una maggiore autonomia. Nell’idea di Perathoner, la realizzazione di La Bolzano dell’epoca fu parte inte- tutto questo ambizioso programma dove- grante e insieme specchio di questi mu- va comunque andare di pari passo con il tamenti. Come in altre città tirolesi ger- risanamento delle finanze comunali, gra- manofone, le redini del potere cittadino zie all’emissione di obbligazioni a più bas- rimasero fermamente in mani liberali. sa rendita (fig. 1), all’aumento delle im- Mani, queste, di uomini politici ormai poste comunali soprattutto sulle rendite moderati, per un verso, almeno se commi- terriere nonché all’imposizione di nuove surati con la verve anticlericale del passato tasse di soggiorno. Si capisce come que- Kulturkampf, ma piuttosto impegnati, in- sta parte del programma, nella sue incli- sieme ad altre forze germanofone, in una nazioni verso il bene pubblico ottenibile lotta anti-autonomista e anti-italiana che attraverso la tassazione e l’interventismo stava assumendo forme organizzative cul- pubblico, si fosse allontanato dai più puri turali e parapolitiche sempre più di mas- precetti liberali delle origini; ma esso go- 2 Il ponte Talvera agli inizi del secolo sa. La Deutschnationale Landespartei, di deva di un largo consenso grazie alle forti cui fu uno dei più autorevoli esponenti a aspirazioni modernizzatrici della borghe- livello tirolese e come deputato al Reichs- sia professionale e mercantile della città,

14 al cui impegno civico ed economico, que- sto sì in piena sintonia con le tradizio- ni liberali, fece costante appello anche il borgomastro Perathoner. Che al momen- to dell’insediamento, sul fronte della con- vivenza “nazionale” concluse conciliante che «non dimenticherò che Bolzano è e deve rimanere una città tedesca. Ma ter- rò altrettanto presente che in essa vive un certo numero di concittadini di lingua italiana con cui i tedeschi vogliono vivere in pace e concordia».8 Sebbene a cavallo tra Otto e Novecen- to si diffondesse un po’ in tutta l’Europa la figura del sindaco “longevo”, va tutta- via rimarcato come Perathoner rimanesse alla guida del comune per ben ventisette anni, e che ne sarebbe probabilmente ri- masto degli altri se non fosse stato depo- sto d’autorità. E questo perché non solo seppe tener fede al suo programma, ma anche perché i tangibili mutamenti intro- dotti sotto la sua egida rimasero graditi alla maggior parte dei suoi elettori e persi- no di concittadini di diverso orientamen- to politico. Già nei primi anni la copertura dell’ac- quedotto pubblico raggiunse l’80% del- le case. Si ristrutturarono i ponti miglio- rando continuamente la viabilità (la pri- ma automobile venne registrata a Bolzano nel 1906). L’elettrificazione permise di in- stallare, tra il 1907 e il 1914, collegamen- ti tramviari tra la stazione di Bolzano e il principale luogo di villeggiatura e tu- rismo, Gries (fig. 3), nonché con Laives.9 La costruzione di una cremagliera sul Re- non e delle funivie del Colle e del Virgo- lo fecero la loro parte per saldare la città con gli immediati dintorni, rendendo più facile integrare nel tessuto civico anche le Dodiciville, la cui annessione alla fine del 1910 portò la popolazione del comune da 15 a oltre 20 mila abitanti. Di pari passo con queste trasformazioni urbane si inten- 3 Pianta di Bolzano e Gries, inizio Novecento sificò la politica scolastica del comune, nel contesto della quale il borgomastro si fece

15 personalmente promotore di una scolariz- zazione non solo quantitativamente allar- gata ma che fosse anche di qualità. Quindi, il nome di Perathoner si lega a un periodo di radicale mutamento della città di Bolzano in chiave modernizzatri- ce. Il suo programma e il largo consenso da esso riscosso, furono al contempo cau- sa ed effetto di un mutamento economi- co e sociale generale che ingenerava nuo- ve formazioni sociali, mentre quelle già esistenti articolarono in maniera diversa i propri interessi. Le trasformazioni urbane furono funzionali allo sviluppo dell’indu- stria, del commercio e del turismo, che effettivamente fecero, specialmente il tu- rismo, passi da gigante, portando lavoro e prosperità in città. Attorno al 1910 al- bergatori e locandieri vendevano 120.000 pernottamenti annui, a grande beneficio anche dei commercianti e ristoratori. Me- no intensa fu la fioritura dell’industria, tuttavia qui, ad esempio nel settore del- le tipografie, come del resto nei servi- zi si estese il lavoro salariato, a cui face- va riscontro anche la crescita delle orga- nizzazioni sindacali, culturali e partitiche del movimento operaio, tra cui l’emerge- re delle prime organizzazioni socialiste di un certo rilievo, ma anche le prime forme di organizzazione operaia di stampo cat- tolico. Nelle elezioni per il Reichsrat del 1907, nel Tirolo germanofono, in caso di ballottaggio, si verificarono variamente alleanze tattiche tra socialisti e Deutsch- nationale, a testimoniare un minimo co- mune denominatore in questo processo di modernizzazione.10 I segni nel vero senso della parola più tangibili di questa nuova atmosfera fu- rono l’espansione dell’abitato verso sud e verso il Talvera, e la trasformazione del 4 Il Museo Civico di Bolzano, opera volto architettonica della città. Le intense di Wilhelm Kürschner 5 Cassa di Risparmio di Bolzano, opera attività edilizie private furono supportate di Wilhelm Kürschner dall’attività della locale Cassa di Rispar- mio (fig. 5). Nacquero così, oltre a - nu merosi edifici privati, anche molti edifici

16 pubblici o con funzioni pubbliche, quali e simbolica al comune programma di tra- il nuovo municipio, il ginnasio e i palazzi sformazione. Questo vale non solo per i delle poste e del tribunale, mentre venne progetti più importanti come il teatro e il ampliato l’ospizio cattolico per i giovani museo, ma anche per interventi di minor lavoratori. Esteticamente concorrevano, mole come la Wassermauerpromenade, il in questa fase, lo stile neobarocco talora Lungotalvera ristrutturato e abbellito, o il avvertito e denunciato come “estraneo”, Talferpark aperto sulla sponda di Gries nel con l’approccio “storico-regionale” teoriz- 1901 e destinato a fare largo, negli anni zato dalla scuola architettonica di Mona- Venti, al Monumento alla Vittoria. A una co e poi propagatosi, in particolare, verso allegoria politica molto più esplicita del- le aree tedesco-meridionali e tirolesi. Co- le citazioni architettoniche puntavano le me declinazione locale di tale approccio si più importanti scelte scultoree monumen- affermò l’Überetscher Stil, un’architettura tali: quella del monumento a Peter Mayr, che si volle appoggiata alle tradizioni del- a suggello pietrificato di una ormai sedi- le ville e architetture rustiche dell’Oltra- mentata rilettura solo “tedesca” della ri- dige, e che trovò i suoi prototipi nel Con- bellione antinapoleonica di Andreas Ho- vento dei Sacramentini e nel Museo Ci- fer; quella del monumento-fontana eretto vico (fig. 4) eretti tra il 1900 e il 1904. nel 1907 dedicato al re ostrogoto Teodori- «Lo sviluppo economico, un certo benes- co nell’atto di sconfiggereLaurino (fig. 6); sere, la volontà e il coraggio dei cittadi- senza parlare, poi, della raccolta, in veri- ni di intentare qualcosa di nuovo nonché tà precedente all’era Perathoner, di fondi l’intervento teso al funzionale e al bello tra le città “sorelle” tedesche per dotare, connotarono la trasformazione urbanisti- dal 1889, “la più meridionale” tra loro di ca della città. I cittadini furono orgogliosi un monumento a Walther von der Vogel- della loro città e intenti ad esprimere tale weide, il poeta tedesco medievale che in orgoglio anche attraverso l’architettura».11 queste latitudini veniva incaricato di fare La Bolzano dell’epoca, in cui non passò da contrappeso alla caratura simbolica di stagione senza una qualche novità sostan- un Dante Alighieri, la cui statua di Tren- ziale, visse dunque un’atmosfera freneti- to, a sua volta, dal 1893, prese a stendere ca in cui si fusero il senso civico, la ricer- il braccio marmoreo indicando, secondo ca di profitto privato e il bisogno di dare gli uni casualmente e secondo gli altri mi- un’espressione estetica alle proprie aspira- nacciosamente, il Brennero. zioni. Aspetto, quest’ultimo, percepito co- Questo ampio programma culturale, me un bene primario e non come un vo- formativo ed estetico in cui anche la po- luttuario sovrappiù a cui casomai rinun- litica scolastica ebbe la sua parte, e che, ciare in caso di ristrettezze finanziarie. E ripetiamo, fu molto diffuso nel Tirolo e che aiutò a partorire, anche, le due deci- nell’Europa dell’epoca – il caso trenti- sioni più impegnative, ovvero l’erezione no, alla cui specularità si è testé alluso, di un Museo Civico e la costruzione di ne era solo uno tra i numerosi esempi –, un Teatro Civico. non si presta a una lettura monodimen- Per quanto infatti le finanze pubbli- sionale. Gli obiettivi e le ambizioni, più che e private fossero senz’altro messe sot- o meno consapevoli a livello di program- to stress da tanto fervore di investimento ma politico, furono di varia natura. Una in cose pragmaticamente “utili” agli affari dimensione molto importante, che ebbe di tutti i giorni, non mancò né l’impegno un suo ruolo anche nelle discussioni at- 6 Monumento a re Laurino del comune né degli enti e neanche quello torno al Teatro Civico, fu la dimensio- dei privati per dare un’espressione estetica ne pedagogica e formativa: quelle scuole,

17 quei monumenti, quelle scenografie non letture semplificate. Questa allusione non in termini trascendenti conferì al concetto dovevano avere solo la funzione, certo im- è alla polisemia del riferimento “tedesco”, di sovranità popolare un fondamento et- portante, di auto-elevazione estetica e di combattuto, specialmente in seno al libe- nico e mitico, tanto evidente nei proclami auto-accertamento culturale della stessa ralismo tirolese, tra venature pan-germa- dell’Abbé de Sieyès durante la rivoluzione borghesia urbana, e del suo trionfo cul- niche e lealtà asburgiche, una piaga in cui francese quanto nella filosofia diHerder. 16 turale, anche, su vecchie élite clericali e su mise il dito l’architetto viennese Alexan- Quelle ragioni generiche furono le stesse un notabilato terriero conservatore anco- der Graf nella gara d’appalto per il Tea- a Bolzano e a Trento, come altrove del re- ra restio a farsi da parte. Esse volevano an- tro Civico quando si riferì al concorrente sto, per cui la somiglianza delle struttu- che educare le classi subalterne all’interio- di Monaco come a un “collega straniero”, re e delle motivazioni sociali ben spiega rizzazione di una concezione borghese e in termini polemici ma pur sempre giuri- la specularità del conflitto a cui si è fatto civica della vita, e invitarle all’integrazio- dicamente corretti.14 I richiami nazionali cenno. Ma non ci fu solo questo. Esalta- ne nel suo mondo valoriale. Fu anche, ma sono polisemici per loro natura e quindi re Bolzano come «la più meridionale delle non soltanto, per un calcolo sull’uso più sarebbe patetico giudicarli con il criterio città tedesche» fu anche un buon metodo razionale della struttura teatrale, a rischio di un’intrinseca aderenza alla realtà, come per collocarla efficacemente presso una di sottoutilizzo da parte di un bacino ci ha messo in guardia Benedict Ander- clientela di villeggianti borghesi prevalen- d’utenza stimato in circa duemila accul- son.15 Del resto, l’ambiguità di siffatti ri- temente reichsdeutsche che già erano sta- turati soltanto tra cittadini e villeggianti, chiami non ha mai inficiato la loro effi- ti tra i pionieri, se non del trapianto, del- che Perathoner prospettasse «la possibilità cacia comunicativa, neanche nel conflitto la divulgazione di “idee tedesche” di varia di offrire alla gioventù adolescente e al- di cui stiamo qui parlando, e che proprio sfumatura tra le valli e i monti alpini, da le parti meno abbienti della popolazione in quegli anni stava arricchendo la gamma tempo eletti dall’immaginario letterario l’occasione di conoscere in forma dignito- delle proprie connotazioni. Riferirsi a esso tra i luoghi-simbolo dello spirito naziona- sa le classiche opere drammaturgiche dei come a un conflitto “etnico”, ad esempio, le germanico. Quei turisti discesi da Bre- nostri grandi poeti».12 equivarrebbe a una semplificante retro- ma, Dresda o Monaco, segnati com’erano Poi ci fu, certo, l’aspetto nazionale, al proiezione postuma degli sviluppi politi- dal proprio bagaglio di formazione classi- centro di un’insistente esaltazione esteti- ci che ne sarebbero scaturiti, a partire dalla ca e poesia romantica, non potevano che ca che in sé non fece eccezione dal qua- Grande guerra, nel ulteriore decorso del sentirsi particolarmente attratti da questo dro europeo, ma il cui parossismo loca- Novecento. Ancora incipiente nel frangen- esotico e liminare ibrido tra costumi ur- le, segno dell’inasprirsi del confronto tra te di cui stiamo qui parlando, al massimo deutsch, montagna mitica e “selvaggia” e i nazionalismi tedesco e italiano alla vigi- il conflitto fu già compiutamente “etnico” tracce di “civiltà mediterranea”, imman- lia della Grande guerra, riuscì di diffici- in termini di una maturazione ideologica cabilmente rinvenuti attraverso le len- le comprensione a un osservatore foresto nelle teste di certa élite politica di cui an- ti del proprio pregiudizio culturale.17 Né come l’architetto Max Littmann, che in che Perathoner faceva parte, ma che tut- bisogna dimenticare, infine, che quel- una lettera al borgomastro obbiettò con- tavia ancora era concettualmente diverso la nazionale fu per le varie borghesie “di tro l’idea di dotare le scalinate interne del dalle forme virulente e violente assunte nel provincia”, e non solo per esse, una sorta Teatro Civico di pietra artificiale pur di corso della guerra e del dopoguerra. di cifra universale attraverso cui proiettar- non ricorrere al lavoro dei marmisti trenti- Comunque, le ragioni per cui il forte si mentalmente, ma anche politicamente ni per non ledere le “sensibilità nazionali”; connotato nazionale delle scelte architet- e soprattutto commercialmente, oltre gli e che un po’ sconsolatamente aggiunse: toniche e artistiche bolzanine non va ri- spazi locali e regionali abituali, in misu- «Ovviamente non ho un giudizio in me- dotto alla sola dimensione politica con- ra crescente vissuti come angusti. Come rito, ma tuttavia penserei che un rapporto tingente di questo confronto sono anche abbiamo già visto, reclamare a sé, attra- d’affari sia più adatto a risanare le contrap- altre. Per comprenderle meglio bisogna verso un teatro di primo livello artistico, posizioni nazionali che non un boicottag- ancora ricongiungersi alla dimensione so- l’equità culturale e spirituale con i consi- gio commerciale».13 Già, ma chi voleva an- ciale del fenomeno. Sono troppo note per mili di Vienna, di Berlino o della “porta cora, ormai, sanare quel conflitto? essere qui approfondite le congetture pre- tedesca sul mondo” per , Am- E tuttavia, neanche il connotato spic- valentemente borghesi soggiacenti all’ac- burgo, rientrava perfettamente in que- catamente nazionale dei contenuti e delle cezione moderna di nazione, che per legit- sta dimensione “universale” del richiamo forme del programma culturale si presta a timare la propria partecipazione al potere nazionale.

18 Dalla Grande guerra ai primi anni dell’annessione all’Italia

Fu in quell’atmosfera culturalmente esagi- tata, frutto di una trasformazione urbana e sociale particolarmente dinamica, che si inserirono l’idea e la prima progetta- zione del Teatro Civico di Bolzano. Il 13 giugno 1913 l’architetto Littmann venne incaricato della sua realizzazione; i lavo- ri di scavo per le fondamenta iniziarono solo tre giorni dopo (fig. 7). Alla sua co- struzione, che costò 650.000 corone, con- corsero almeno per la metà i fondi fino al 1914 raccolti tra privati cittadini, im- prese ed enti, in gran parte versati a tito- lo di contributo e in minor misura a ti- tolo di partecipazione. La Cassa di Ri- sparmio da sola contribuì con un quarto del costo finale. Poche furono, tra le fa- miglie più in vista – ricorrevano tra i pri- mi donatori nomi quali Ferrari, Führer, Kerschbaumer, Kinsele, Koch, Lun, Mal- fertheiner, Schumacher, Staffler – vollero sottrarsi a un progetto fortemente sentito come questo. Persino l’obiezione avanza- ta, in un primo momento, dalla famiglia Mumelter di preferire piuttosto il restau- ro del teatro vecchio, comunque motiva- ta, non poté sottrarsi all’obbligo morale di sottolineare lo stringente bisogno sociale e simbolico della città di disporre di un teatro.18 Secondo i piani, la costruzione del te- atro avrebbe dovuto terminare entro l’au- tunno del 1914. Ma gli spari esplosi a Sa- rajevo dallo studente Gavrilo Princip in data 28 luglio 1914, cui cadde vittima, insieme alla moglie, l’arciduca Francesco Ferdinando – che «a Bolzano, da lui spes- so visitata, godeva senza dubbio di popo- larità»19 – diedero il segnale d’avvio alla Prima guerra mondiale. A credere al re- soconto di Max Littmann, l’inizio del- 7 Lavori di scavo per le fondamenta del le ostilità tra Austria e Serbia, a distanza Teatro Civico di un mese dall’attentato, avrebbe fatto in tempo a impedire la conclusione dei lavori

19 preventivata per ottobre. Invece, la guer- verein (fig. 8 ), dai cori religiosi e laici del- ra «fece progredire i lavori di appronta- la città, e da vari gruppi e bande musica- mento al rallentatore fino a farli sospen- li militari di passaggio, in alcuni dei quali dere del tutto, nel maggio 1915, poco pri- militavano musicisti di rango. Luoghi pre- ma del loro completamento».20 È vero che diletti di queste esibizioni furono, oltre al- già con la prima ondata di mobilitazione le chiese per i cori e le piazze per le bande, tra fine luglio e settembre moltissimi Kai- l’Hotel Greif e la Kurhaus del vicino co- serjäger sudtirolesi dovettero partire per il mune di Gries. All’inizio la proliferazione fronte orientale. «Eppure, malgrado tut- dei concerti militari per la popolazione ci- to, la vita continua[va]»,21 anche perché vile, e di concerti di civili per le unità mili- per i nove mesi successivi il fronte rima- tari, rappresentavano un momento di mo- se lontano. Che mancassero da un giorno bilitazione patriottica e di estetizzazione all’altro gli uomini e i mezzi per eseguire della guerra. Ma anche quando il conflit- gli ultimi ritocchi al Teatro Civico suona to iniziò a mostrare il suo terribile volto di pertanto meno convincente dell’ipotesi di morte, lutto e sofferenza, il concerto musi- un precedente accumulo di ritardi, asso- cale rimase un rituale di prima importan- ciato forse all’emergere di timori in seno za per l’elaborazione dei sentimenti collet- all’amministrazione comunale riguardo ai tivi e la loro canalizzazione verso la coe- troppo esosi costi d’esercizio.22 Mentre è sione sociale e la solidarietà. Quando «in credibile il rallentare dei lavori in prima- città arrivarono i primi feriti e il giornale vera, date le crescenti difficoltà di riforni- pubblicò le classi di leva e i nomi dei cadu- mento, nonché la loro completa sospen- ti, i grandiosi progetti concertistici svani- sione con la discesa in guerra del Regno rono. I concerti pubblici si trovarono tra- d’Italia, che il 24 maggio 1915 catapul- sformati in manifestazioni di beneficenza tò la città di Bolzano vicino al fronte mi- ‘a favore delle vedove e degli orfani’, e fun- litare costringendo alla mobilitazione in sero come una cartolina di posta da cam- massa di riservisti e Standschützen. L’edi- po simbolicamente recante messaggi per i ficio non ancora terminato del Teatro Ci- soldati sul fronte».23 vico venne adibito a magazzino di viveri, Questi eventi, per quanto spontane- scelta forse spiegabile con la sua vicinan- amente sentiti, non furono esenti da una za alla stazione ferroviaria, la quale era di- certa regia politica. Del resto, molti al- venuta uno snodo per i movimenti logi- tri aspetti della cultura venivano vaglia- stici e di truppe. Da Bolzano, durante la ti dalle autorità imperiali in considerazio- guerra, si sentiva il rombo dell’artiglieria ne della loro potenziale capacità mobili- risuonare dal fronte vicino, e tra i bolzani- tante. Così la Luogotenenza intervenne, ni in armi molti tornavano feriti o cadde- ad esempio, con meticolose raccoman- ro. Scattarono i razionamenti, e tra il set- dazioni relative alla fattezza dei monu- tembre 1916 e l’agosto 1918 la stessa città menti da erigere in memoria dei caduti. divenne bersaglio di attacchi aerei italia- E come al solito in simili situazioni, an- ni che impaurivano, ma che per le tecni- che la storia divenne un affare di Stato, che di bombardamento ancora rudimen- in quanto essa doveva dare un senso al- tali dell’epoca non fecero più di tre morti la guerra e legittimare la difesa del pa- tra i civili. trio suolo: «Non ci faremo rubare il nostro In questa comunità cittadina combat- Andreas Hofer, men che meno dai welsche tuta tra l’euforia patriottica e la demora- […]. Secondo quanto loro hanno scoperto lizzazione, particolare importanza acqui- prima della guerra, la Val Passiria farebbe sirono i concerti offerti dal locale Musik- in realtà parte dell’Italia e Andreas Hofer

20 sarebbe un italiano, e quindi intendo- no annettere questa tirolesissima valle al loro non si sa come rattoppato Regno d’Italia».24 Il richiamo all’eroe nazionale25 serviva alla Luogotenenza per il Tirolo a incitare, nel dicembre del 1916, la cittadinanza alla sottoscrizione dei titoli del quinto presti- to di guerra. Ormai l’entusiasmo patriot- tico appariva in calo e le autorità temette- ro che si stesse ulteriormente diffonden- do l’idea che l’ennesima raccolta di fondi avrebbe solo contribuito a prolungare inu- tilmente le sofferenze della battaglia. Più a lungo durava la guerra, più scarseggia- vano non solo i mezzi materiali e i beni razionati26, ma più soffriva anche il mo- rale della truppa e della popolazione. E quindi, per le trincee, le retrovie e il fron- te interno sempre più importante diven- ne anche il “cibo dell’anima”. Fu coerente con tale esigenza la decisione dell’autun- no 1917 di riconvertire l’edificio del Tea- tro Civico da magazzino di viveri a pal- coscenico, mettendolo finalmente a frut- to, secondo gli scopi previsti, a beneficio della popolazione e delle truppe di stanza. In qualche modo i materiali necessari al completamento dei lavori poterono essere acquistati, seppur con enormi difficoltà, tanto che qualche rifinitura minore dove- va essere rimandata a tempi migliori. Ma, finalmente, il 14 aprile 1918 il Teatro Ci- vico di Bolzano poté essere inaugurato.27 La cerimonia d’inaugurazione e la pri- ma stagione teatrale che ne seguì sotto la direzione di Leo Bowacz si svolsero an- cora all’insegna di una mobilitazione pa- triottica ostentatamente ottimista.28 Ma quando le rappresentazioni ripresero a me- tà ottobre, «a Bolzano non si coltivavano più illusioni riguardo all’esito della guer- ra».29 Meno di un mese dopo, il 7 novem- bre, due battaglioni di alpini, un reparto 8 Locandina di un concerto al Musikverein di cavalleria e uno di artiglieria dell’eser- di Bolzano, negli anni di gestione italiana cito italiano entrarono in Bolzano sotto il comando del generale Enrico Caviglia,

21 ponendo termine, nella città sul Tal- un direttore, un secondo regista, un’or- vera, non solo alla Prima guerra mon- chestra di venti musicisti con direttore e diale ma anche, di fatto, alla sua appar- un maestro di cappella, più una dozzina tenenza secolare alla casa d’Asburgo. di operatori tecnici: un apparato teatrale, Durante il governatorato militare del questo, di decine di persone, di cui alcune generale Guglielmo Pecori Giraldi, in- di alta professionalità e alto ingaggio, che sediatosi nel Tirolo meridionale nel no- faticava a trovare uguali in un’altra città vembre 1918 (per essere sostituito nel lu- di 25.000 abitanti. Nonostante la dichia- glio 1919 da un commissariato generale rata funzione politica del Teatro Civico civile), da parte italiana i soli parlamen- venisse chiaramente percepita dalle au- tari socialisti esprimevano dubbi sull’an- torità italiane sin dal loro insediamento, nessione di tutte le terre tirolesi a sud del «durante il periodo dell’amministrazione Brennero. L’annessione venne ratificata militare e quello della successiva ammi- dal Trattato di Saint-Germain del settem- nistrazione civile sotto il commissario ge- bre 1919, per essere nel 1920 formalizza- nerale civile Luigi Credano, un ammini- ta con la creazione di una Provincia della stratore liberale e colto che almeno nella Venezia Tridentina successivamente sud- prima fase manifestò di rispettare le ca- divisa, nel 1926, nelle Province di Tren- ratteristiche linguistiche e culturali dei to e di Bolzano. Ma riguardo alle moda- sudtirolesi, il Teatro poté sviluppare le lità dell’integrazione dei territori a mag- proprie attività senza limitazioni».30 gioranza “alloglotta” il dibattito fu ancora L’apice artistico di tali attività venne aperto e le strategie delle autorità italiane raggiunto con la stagione 1920–1921,31 divergevano da momento in momento e apertasi pedissequa al decreto reale di da territorio in territorio. Alla popolazio- annessione dell’Alto Adige del 10 otto- ne tedesca del Tirolo meridionale, in un bre 1920. Nonostante non mancasse- primo tempo era stato assicurato il dirit- ro le esortazioni sulla stampa di visitare to di conservare l’autonomia delle proprie più frequentemente il teatro, con il sotte- tradizioni linguistiche, culturali e ammi- so che in questo modo si sarebbe eretta nistrative, anche se a tali promesse si era- una muraglia difensiva della componen- no sin da subito opposte le forze naziona- te culturale tedesca, l’afflusso di pubblico liste più radicali. Guidate dal roveretano rimase ben al di sotto delle attese, forse Ettore Tolomei, spingevano per una ra- comunque esagerate rispetto alla richie- pida estinzione di ogni traccia della pre- sta che poteva esprimere una cittadina di senza tedesca a sud del “confine naturale”, modeste dimensioni. che esse consideravano un incidente della «Di fronte a una città più o meno in- storia cui occorreva al più presto riparare. differente, il teatro si ergeva largamente Alla testa dell’opposizione che la po- visibile come un faro della cultura, e insie- polazione germanofona espresse contro me come un segno di cattivo presagio per gli intenti annessionistici e poi contro un popolo minacciato, contro una marea quelli di assimilazione, si mise proprio in procinto d’infuriarsi. Soltanto questa Julius Perathoner, l’autorevole borgoma- sua funzione simbolica spiega come es- stro di Bolzano. Anche per questo mo- so, malgrado lo scarso afflusso di pubbli- tivo l’investimento che la città fece sul co cittadino e un deficit in rapida crescita, nuovo Teatro Civico fu tutt’altro che so- potesse scatenare un vero e proprio spet- lo simbolico. Verso il 1919, il tempio del- tacolo pirotecnico di arte drammatica che la cultura tedesca poté fare affidamento non avrebbe più avuto uguali in nessuna su un’équipe fissa di oltre quaranta attori, delle successive stagioni teatrali».32

22 I fatti del 24 aprile 1921, quando squadre vendicazione nazionale italiana, sottoline- diedero piena soddisfazione, si inquadra- fasciste accorsero da varie città dell’Alta andola tanto con una contraddittoria invo- va in una serie di analoghe iniziative pro- Italia terrorizzando per un’intera giornata cazione di numeri35 quanto con un sinistro mosse dal fascismo in altre realtà italiane, la città di Bolzano, attaccando brighe con rimando alla forza normativa del potere culminate poi con la “marcia su Roma” i passanti sotto i più vari pretesti, ostaco- sovrano. In fin dei conti entrambe le parti del 28 ottobre, passando per così dire per lando un corteo folcloristico organizzato fecero della libertà espressiva dell’arte una Trento dove vennero esautorate le struttu- in occasione della fiera, e infine ucciden- questione eminentemente “nazionale”, su- re del governo liberale e deposto Credaro. do l’insegnante Franz Innerhofer,33 se- bordinandola alla diatriba politica in atto. «Il sindaco Julius Perathoner era sta- gnarono un salto di qualità nell’inaspri- Una visione, la loro, in cui probabilmen- to riconfermato per l’ennesima volta nelle mento del clima politico. Ciò nonostante te meno si poté riconoscere il direttore ar- elezioni di gennaio, dopo aver ricoperto si trattava ancora di uno scenario frasta- tistico del Teatro Civico. In chiusura del- quella carica ininterrottamente dal 1895. gliato, segnato sì dal difficile rapporto tra la stagione 1921/22, caratterizzata dall’in- Era un simbolo prestigioso della fierezza le autorità di governo italiane rappresen- gaggio frequente di prestigiose compagnie del Tirolo tedesco, dunque andava rimos- tate da Credaro e quelle cittadine raccolte dell’area austriaca e tedesca, e dopo forti so, non solo secondo i fascisti, ma anche attorno a Perathoner, ma anche da diffi- dissidi con il sindaco per l’aggravarsi del- a giudizio dello stesso Credaro, che pro- denze e conflitti trasversali all’interno dei la situazione finanziaria, Bowacz, divenu- prio in quei giorni aveva ottenuto dal go- vari campi politici ed etnici. Con gli squa- to anche bersaglio di critiche da parte del verno nazionale la revoca del decreto che dristi fascisti, qua e là visti fraternizzare pubblico,36 passò il testimone al successore ne ratificava la nomina. […] Il 10 ottobre con delle forze di sicurezza, si scontraro- Alfred Kronau. il Consiglio dei ministri soppresse tanto no altre forze di sicurezza, oltre ai sudti- L’anno 1922 fu un altro anno impor- il Commissariato che l’Ufficio Centra- rolesi cattolici e conservatori e i sindaca- tante per il destino politico della città. Le le per le Terre redente […]. Pochi giorni listi tedeschi o italiani, di orientamento elezioni comunali svoltesi il 22 gennaio dopo, il 17 ottobre, veniva nominato pre- socialista o comunista, mentre alcune di- in un clima segnato dalla contesa attor- fetto per la Venezia Tridentina Giuseppe vergenze ricominciarono a serpeggiare tra no all’introduzione di scuole elementa- Guadagnini, che si insediò a Trento il 3 gli stessi esponenti del partito di raccolta ri e medie di lingua italiana, aveva visto novembre. Sono date che racchiudono la etnica, il Deutscher Verband, gli uni es- primeggiare ancora una volta Julius Pera- fase politica decisiva che portò all’ascesa sendo più intransigenti e gli altri più ac- thoner per conto del Bürgerliche Partei- al governo di Mussolini. È necessario sot- condiscendenti verso lo Stato italiano; e Deutscher Verband. All’inizio di settem- tolineare che alcune scelte di fondo era- qualche incomprensione si registrava, oc- bre, il Pnf bolzanino capeggiato da Luigi no già state prese prima del 28 ottobre: casionalmente, anche tra i bolzanini ita- Barbesino pose un ultimatum al consiglio il fallimento del progetto autonomistico liani di lunga data e i nuovi arrivati. comunale richiedendo, tra l’altro, la de- e la normalizzazione centralistica erano sì Nell’ottobre dello stesso anno il com- stinazione della Elisabethschule (fig. 9) frutto dell’imposizione fascista, ma anche missario Credaro criticò il borgomastro all’insegnamento scolastico elementare e delle contraddizioni e della paralisi degli Perathoner per il programma del Teatro medio in lingua italiana. Il primo ottobre ultimi governi dell’Italia liberale».38 Civico, che in quanto municipale non do- affluirono a Bolzano numerose squadre Durante l’anno che seguì, la politi- veva a suo parere consistere in esibizioni fasciste capeggiate da esponenti di spic- ca italiana nei confronti della minoran- esclusivamente in lingua tedesca, a fron- co del partito per occupare, contro un de- za linguistica sudtirolese si dibatté anco- te di una popolazione consistente «in gran bole presidio da parte delle forze dell’or- ra tra varie ipotesi di soluzione. Alcuni parte» di cittadini di lingua italiana. Cre- dine, la Elisabethschule ribattezzandola esponenti del Deutscher Verband cerca- daro chiese quindi di «muovere da con- Scuola Regina Elena; il giorno dopo l’oc- rono una sponda tra i ranghi del fascismo siderazioni più elevate nel determinare la cupazione toccò allo stesso municipio. Il locale, ottenendo delle garanzie sul terre- funzione educativa del teatro di Bolzano, giorno 3 giunse da Roma la notizia della no della preservazione della lingua e del- dove vivono 5 mila italiani e dove governa revoca della conferma del borgomastro, e la cultura tedesca come contropartita di l’Italia».34 Il commissario “liberale e colto” dell’immediata deposizione di Perathoner una loro rinuncia ad ogni velleità irreden- oppose, dunque, all’interpretazione della che venne sostituito dal commissario go- tista.39 Ma il protocollo dell’intesa «venne funzione educatrice e patriottica tedesca vernativo Augusto Guerrierio.37 La “mar- respinto dal Gran Consiglio del Fasci- da parte di Perathoner, una speculare ri- cia su Bolzano” cui questi atti governativi smo (Gcf), che sposò pienamente le tesi

23 tolomeiane. Per il roveretano era venuto il momento della riscossa dopo le scon- fitte subite all’epoca di Pecori-Giraldi e di Credaro. Grazie alla collaborazione di Giovanni Preziosi, Tolomei riuscì a far ap- provare dal Gcf la sua dettagliatissima li- sta dei provvedimenti per l’Alto Adige, che il 1° luglio 1923 venne fatta proprio dal Consiglio dei ministri», e che il sena- tore declamò in prima persona in un’adu- nanza solenne tenutasi il 15 luglio nel Teatro Civico di Bolzano. «Parlare di ‘as- similazione’ della minoranza – prosegue Carlo Romeo – in merito al progetto to- lomeiano, è un eufemismo. Si tratta di un programma di radicale snazionalizzazio- ne che, nella sua maniacale prospettiva, prende il nome di ‘rinazionalizzazione’ di popolazioni di recente ‘intedescate’».40 Nell’ottobre 1923 venne introdotto nella provincia tridentina la lingua italia- na come lingua ufficiale negli uffici pub- blici, in particolare quelli comunali; inse- gne pubblicitarie e stradali, annunci uffi- ciali e così via dovevano recare la lingua italiana. Dal 1925 ogni uso, anche infor- male, di lingue diverse dall’italiano ven- ne interdetto a impiegati e pubblici uffi- ciali negli uffici amministrativi e in am- bienti pubblici come le poste e le ferrovie. Senza concedere un periodo di transizio- ne vennero annullate le pratiche giuridi- che prodotte nei tribunali in lingue che non fossero l’italiano. Nel frattempo le denominazioni tedesche di comuni, luo- ghi, fiumi, monti ecc. venivano affiancate o sostituite da denominazioni italiane cre- ate (o secondo la propria credenza “resti- tuite”) dall’entourage linguistico di Ettore Tolomei. Cognomi “intedescati” venivano “riconvertiti” d’ufficio alla loro “origina- ria” forma italiana. E in tutto l’ex Tirolo meridionale sparirono le scuole pubbliche a

9 La Elisabethschule di Bolzano, poi Scuola Regina insegnamento tedesco, venendo reso obbli- Elena, ora Scuola Dante gatorio l’uso della lingua italiana e relegan- do il tedesco all’insegnamento delle scuole private semiclandestine e poi clandestine,

24 promosse a iniziativa privata o cattolica, e bilitazione nazionale, che il teatro offri- no. Mentre gli attacchi repressivi alle for- prive di riconoscimento formale. L’italia- va la rappresentazione più vereconda del- ze sindacali e di sinistra erano continuate nizzazione radicale della vita pubblica e la città. Gli abitanti da anni ormai erano nel tempo, producendo restrizioni per la ufficiale in Alto Adige venne dunque già messi all’erta da laceranti contrapposizio- stampa di sinistra, ora anche quella catto- avviata nella fase “parlamentare” del fasci- ni nazionali e politiche. Ma nonostante lica e moderata di lingua tedesca fu colpi- smo, per accelerare ulteriormente a metà tutto, l’articolazione quotidiana della vita ta. Dovettero chiudere le “Bozner Nach- degli anni Venti con l’instaurazione di un civile e sociale, del lavoro e della sociabili- richten” e “Der Landsmann”, nuova te- regime apertamente dittatoriale.41 tà, dei momenti di conflitto e d’incontro, stata subentrata a quella già interdetta di dei bisogni di svago e di riflessione, sfug- “Der Tiroler”. Nell’ultima competizione La mancata assimilazione degli givano nella loro complessa articolazione elettorale secondo l’ordinamento tradizio- “alloglotti” alla semplificazione dello scontro politi- nale, il Deutscher Verband aveva raccolto co. Come d’altra parte la stessa arte, il cui in città 2.233 voti e i partiti d’ispirazione Intanto, il Teatro Civico era stato chiu- terreno è notoriamente pervaso da mille socialista e comunista 570, contro le tut- so nell’aprile 1923 per essere riaperto sot- vie laterali e rivoli trasversali, si oppone- to sommato modeste 628 preferenze otte- to la gestione di una nuova commissio- va per la sua stessa natura a un eccesso di nute dal Partito fascista. Con lo sciogli- ne teatrale mista tra componenti italia- usi strumentali e di letture semplificate. mento dei partiti d’opposizione nel 1926 ni e tedeschi. Poco dopo, la scritta sul Per queste ragioni il tentativo di far in- sparì anche il Deutscher Verband, restrin- frontone dell’edificio dedicato “All’arte contrare vita e arte nel teatro allo scopo gendo ulteriormente i margini di mano- tedesca” venne sostituita dall’invocazio- di intruppare entrambe in un crescendo vra del notabilato locale di lingua tedesca ne latina di “Ars et humanitas”. D’ora in di adesioni politiche non poté che essere che almeno in parte non si era precluso poi la programmazione doveva ricorrere almeno in parte destinato a fallire. la collaborazione con il nuovo potere per «da un lato a redditizie rappresentazioni Tale osservazione trova piena con- mantenere almeno alcune delle sue tradi- di popolari operette da mettere in scena ferma lungo tutti gli anni Venti e i pri- zionali posizioni di responsabilità econo- con compagnie itineranti viennesi, onde mi Trenta, quando i nuovi organizzato- mica e sociale.44 mantenere buono l’umore della maggio- ri della cultura bolzanina, vuoi per man- Al contempo la città stessa entrò in ranza di cittadini germanofoni, dall’altro canza di mezzi e di idee alternative, vuoi una fase di forte mutamento sociale e ur- all’opera lirica italiana, con lo scopo di per una sconfinata fiducia nella grandio- banistico. Nel 1924 il nuovo commissa- italianizzare la cultura tedesca».42 sa forza persuasiva dell’opera lirica italia- rio governativo, Roberto Mossino, mos- Per venire incontro alle crescenti pres- na, vollero fare del melodramma un ele- se i primi passi verso la creazione della sioni dell’amministrazione italiana, rap- mento educativo di prim’ordine, tanto “Grande Bolzano”, che doveva scaturi- presentazioni drammaturgiche in lingua idoneo a compattare i neo-bolzanini di re dall’unione tra i comuni di Bolzano e italiana erano state inserite nel program- madrelingua italiana quanto a permea- Gries (fig. 10). L’unificazione con Gries, a ma sin dal 1922. Ma dopo un primo en- re la “grezza” cultura dell’uomo tirolese cui si opponevano il consiglio comunale tusiastico accoglimento anche queste ave- e convertirlo un po’ alla volta ai sublimi della cittadina e la confederazione dei col- vano subíto un calo d’interesse da parte gusti dell’italica civiltà. Pur tra incertez- tivatori, rispondeva sia a un’esigenza gene- del pubblico, fatalmente riscontrando la ze programmatiche e scarsità di mezzi, il rale di espandere il tessuto urbano riscon- stessa mutevolezza nella risonanza pub- Teatro Civico si trovava dunque ancora trando per questo anche il favore dei com- blica già sperimentata dalle rappresenta- una volta deputato a luogo di educazio- mercianti, artigiani, industriali e notabili zioni in lingua tedesca. Nel dicembre di ne politica, questa volta nel quadro gene- bolzanini di lingua tedesca, mentre al con- quell’anno “Il Piccolo Posto” si lamentò: rale di una nuova tappa di penetrazione tempo era visto come il presupposto per «È veramente strano che dopo aver tan- italiana. la creazione della nuova Bolzano italiana, to richiesto delle produzioni italiane, ora Penetrazione, questa, che sempre me- la crescita della quale si annunciava con i il pubblico diserti così il teatro».43 Ma fu no poteva definirsi “pacifica”. I mutamen- piani di costruzione di nuovi palazzi a de- forse proprio attraverso le altalenanti ri- ti del quadro nazionale che a metà an- stra del Talvera, dove dare alloggio ai neo- sposte del pubblico, deludenti per le at- ni Venti videro l’instaurazione per legge cittadini immigrati o in procinto di im- tese di élite politiche che intesero servirsi di un’aperta dittatura fascista, non pote- migrare. Nel novembre 1925 venne decre- dell’arte ai fini di una permanente mo- rono certo risparmiare la città di Bolza- tata l’unificazione dei due comuni, già da

25 tempo legati a doppio filo l’uno all’altro la radio, al grammofono, e soprattut- attraverso l’uso di un’unica rete di infra- to a quel «graduale, lento, ma inesora- strutture urbane. Ai circa 25 mila cittadi- bile spostamento di spettatori dal teatro ni bolzanini si unirono i quasi 8 mila di al cinema» che era già iniziato da prima Gries, facendo crescere la “Grande Bolza- della guerra, ma che si stava ora mani- no” a 33.000 abitanti.45 festando con sempre più vigore nelle af- Furono questi i primi sintomi premo- follate sale cinematografiche ambulan- nitori di una trasformazione sociale e ur- ti e nei cinematografi delle Sale Civiche, bana più generalizzata che avrebbe trova- dell’Eden Theater e del Cinema Centrale.48 to la sua più piena espressione tra gli an- Tornando invece alle più venerande ni Trenta e gli anni Sessanta. In un certo istituzioni culturali di Bolzano, fu emble- senso, istituzioni culturali come il Museo matica per un altro verso l’italianizzazio- Civico, il Teatro Civico, la Società Filar- ne del Musikverein e della sua scuola di monica, ma a ben vedere gli stessi porta- musica. Fondato nel lontano 1855 come tori sociali della lotta politica e le stesse espressione dell’iniziativa civica e cultura- forme e istanze del confronto nazionale, le della borghesia cittadina, aveva rappre- scontavano ancora le idee, le forme este- sentato, pur tra alterne vicende artistiche tiche, l’articolazione sociale e le tecniche e soprattutto finanziarie, la colonna por- comunicative dell’Ottocento e del primo tante dell’attività concertistica ed educati- anteguerra. Nella società di massa post- va musicale della città. La sua scuola mu- bellica emergevano invece diversi stili di sicale subì le prime restrizioni a causa del vita, nuovi gusti e costumi, inedite tecni- divieto di occupare docenti non italiani che comunicative. Per contingenza stori- nelle scuole italiane, alcuni docenti ave- ca, a Bolzano, molti di questi nuovi fe- vendo la cittadinanza austriaca. Poi, nel nomeni si intrecciarono con quelli della 1927, la Musikschule diretta da Alois Ko- “italianizzazione” e della stessa “fascistiz- fler venne municipalizzata per essere tra- zazione”, in quanto questi ultimi fenome- sformata in Civico Liceo Musicale “Gio- ni si presentavano come volti storico-con- acchino Rossini” e sottoposta, dal 1928, creti di trasformazioni più generali. alla direzione del maestro Mario Masca- Certo, riesce difficile – ancorché forse gni, cugino del noto compositore della non impossibile da un punto di vista delle , Pietro.49 Nel 1932 il forme estetiche e comunicative dell’archi- Liceo Rossini ottenne la parificazione ai tettura46 – intravvedere nel Monumento conservatori di musica statali, e più in là alla Vittoria (fig. 11), inaugurato il 12 lu- la trasformazione in Regio conservatorio. glio 1928 come punto simbolico e fisico di L’anno dopo la Società Filarmonica venne partenza della “Grande Bolzano” italiana, sciolta per essere sostituita da un nuovo un segno di trasformazione e moderniz- organismo, gli Amici della musica. Così zazione urbana anziché uno strumento si concluse, nei primi anni Trenta, l’ita- di piatta propaganda politica e ostentata lianizzazione della vita musicale istitu- umiliazione di una terra conquistata.47 Il zionalizzata, anche se la molteplicità del- riferimento è, piuttosto, al diffondersi di le sale dove organizzare concerti – negli forme organizzate del tempo libero e del alberghi e nei caffè, nei saloni del Museo dopolavoro, di attività sportive e cultu- e delle Piccole industrie, nelle Sale Civi-

10 Manifesto dell’unificazione di Bolzano con rali, spesso anche indottrinanti, e di sva- che e nel Casinò di Gries – garantiva la Gries ghi un tempo riservati ai ceti benestan- sopravvivenza di una pluralità di gene- ti che ora assumevano sempre più un ri e di approcci. Le autorità politiche co- carattere di massa. Il riferimento è al- munque favorirono le attività didattiche

26 11 Il Monumento alla Vittoria in costruzione dell’istituto musicale, facendolo eseguire «Non può sfuggire a cod. on.le Presiden- concerti e manifestazioni nelle principali za l’importanza grandissima che ha per sale della città, e conferendogli un ruolo Bolzano una buona stagione lirica italia- di primaria importanza per la stessa pro- na per la propaganda e la penetrazione grammazione lirica del Teatro Civico. di quest’ultima nell’elemento tedesco, sia All’interno della programmazione del allogeno, sia austriaco o tedesco, ed è in teatro sia la prosa che la musica fecero am- tale considerazione che l’Amministrazione pie concessioni ai gusti del pubblico dan- spende ogni anno svariate decine di migliaia do spazio a commedie, operette, proie- di Lire (in quest’anno Lire 165.000,–), per zioni di film e spettacoli di varietà. L’arte ottenere buoni spettacoli italiani in questo drammatica italiana “seria” rappresentava capoluogo».52 un terreno particolarmente ostico per l’ac- Ma ormai la speranza di far “penetra- coglienza tiepida riservata ad essa da parte re” la cultura italiana tra il pubblico “al- del pubblico, mentre la cittadinanza ger- logeno” stava scemando. Di qui in avanti manofona affluiva in massa qualora pote- sarebbe stata imboccata con più decisione va assistere alle rappresentazioni della po- una strada alternativa, quella dell’italia- polarissima Exl-Bühne di Innsbruck.50 A nizzazione degli spazi anziché delle men- tutto ciò ci si adeguò con la solita strategia ti. Con l’industrializzazione e l’immigra- già ricordata, da un lato puntando all’in- zione dalle vecchie province del Regno si trattenimento leggero, mentre dall’altro si sperava di creare una cultura urbana e po- affidava il compito dell’educazione esteti- polare sempre più omologata con le altre ca e della propaganda culturale all’opera realtà dell’Italia fascista. lirica italiana. Ma come operazione di po- litica culturale questa strategia non poté L’italianizzazione della cultura dirsi particolarmente efficace, poiché« no- durante l’èra Mastromattei nostante l’incremento delle sovvenzioni e degli spettacoli in lingua italiana dopo il Proprio in ragione della sua posizione pe- 1925, il bilancio del teatro fascista appa- riferica rispetto allo spazio culturale ger- riva […] sostanzialmente negativo. Anche manico, Julius Perathoner aveva sottoline- a coloro che erano sostenuti da una fede ato l’obbiettivo di rendere la città, anche incrollabile nel fascismo e nella patria, tramite il Teatro Civico, pienamente par- dunque, apparivano spesso insormonta- tecipe della cultura tedesca. Un quarto di bili le difficoltà di trasmettere un credi- secolo dopo, l’essere situata sul confine tra bile messaggio culturale se non attraverso due aree nazionali emergenti e concorren- la propaganda. Gli orientamenti erano ti continuava ancora a conferire a Bolza- spesso confusi e improvvisati tanto che no l’importanza di un luogo strategico e almeno fino alla fine degli anni Venti era altamente simbolico, per quanto i relativi quasi impossibile riconoscere, in Alto Adi- segni si fossero ormai invertiti. Il capoluo- ge, una trama culturale unitaria che potes- go della nuova provincia continuava dun- se sorreggere adeguatamente la politica».51 que a essere gratificato di notevoli investi- In mancanza di idee migliori, la stessa menti economici, politici e culturali, ben strategia venne ricalcata ancora nei primi al di là della misura abituale per una cit- anni Trenta. Rivolgendo la solita ed en- tà dalle dimensioni inizialmente modeste. nesima richiesta di sovvenzioni a Roma, Occorre pertanto tenere costantemente nell’autunno 1932 il podestà Luciano presente il contesto della politica nazio- Miori scrisse alla presidenza della Corpo- nale e internazionale per comprendere i razione dello spettacolo: sommovimenti culturali locali.

28 All’inizio degli anni Trenta, il fallimento Fu sullo sfondo di tale evoluzione del qua- della strategia di assimilazione del gruppo dro che la politica di immigrazione, co- germanofono indusse il governo fascista a munque già presente sin dai primi anni sollecitare l’immigrazione di italiani “re- dell’annessione al Regno d’Italia, rice- gnicoli” per affermare il “carattere italia- vette una spinta decisiva. Il prefetto Ma- no” della provincia a partire dal suo capo- stromattei non ebbe problemi a ricono- luogo. L’obiettivo era di mettere la popola- scere l’insuccesso mietuto dagli sforzi di zione germanofona in minoranza numerica acculturazione perpetrati negli anni pre- quanto meno nei centri urbani. A interpre- cedenti nei confronti della popolazio- tare tale svolta fu l’esperto in economia ne germanofona, e di concerto con il go- e già prefetto di Trapani, Giuseppe Ma- verno nazionale ne trasse le sue drastiche stromattei, che nel 1933 sostituì il prefet- conseguenze. to Giovambattista Marziali. Con Mastro- Dopo un intenso lavoro preparativo mattei arrivò in Alto Adige un funziona- a cui Mastromattei si dedicò subito do- rio del regime che fino alla sua po l’insediamento in ufficio, in forza del a presidente della Azienda ligniti italiane, RDL 7 marzo 1935 n. 234 nel capoluo- avvenuta nel 1940 – nell’arco di tempo tra go venne istituita una zona industriale le Opzioni e il Patto d’acciaio concordati nell’area compresa fra il fiume Isarco e la con la Germania, e l’entrata nella Secon- strada nazionale del Brennero (fig. 12), a da guerra mondiale al fianco dei tedeschi53 cui vennero applicate numerose agevola- - si sarebbe battuto energicamente contro zioni e sovvenzioni, quali la franchigia do- quelle che giudicava concessioni eccessive ganale, l’esenzione dall’imposta sulla ric- al nazismo locale e germanico.54 chezza mobile, riduzioni tariffarie, contri- I successi di Hitler che nel 1935 ave- buti a fondo perduto e altro. La fase di più va stravinto il referendum della Saar, l’en- intensa industrializzazione abbracciò il trata dell’esercito tedesco nella zona de- periodo tra il 1935–1936, quando venne- militarizzata della Renania nella prima- ro avviate le prime industrie, e il 1940/41. vera del 1936, le crescenti attività naziste Già incrementatasi di circa 16.000 uni- tra i germanofoni della Cecoslovacchia e tà durante i dieci anni precedenti, la po- la lotta tra austro-fascismo filo-italiano e polazione bolzanina sarebbe cresciuta dal movimenti austriaci pan-germanici, su- 1935 al 1947 di altre 18.700 persone, di scitarono man mano una specie di eufo- cui l’88% era riconducibile all’immigra- ria tra una parte crescente della popola- zione. L’impiego nella zona industriale ar- zione sudtirolese, la cui speranza era che rivò a quasi 7.000 unità nel 1942/43. Di da un’annessione dell’Austria alla Germa- fronte a simili proporzioni risulta inequi- nia sarebbe poi scaturita una pedissequa vocabile il rapporto causa-effetto tra l’avvio annessione del Sudtirolo.55 Nel corso de- della zona industriale, l’intensificarsi gli anni Trenta, il Völkischer Kampfring dell’immigrazione, lo sviluppo urbano e Südtirol e poi le organizzazioni degli op- la trasformazione sociale della città.56 tanti di segno filo-nazista dominarono in Lo sviluppo dell’industria non fu sol- misura crescente la situazione politica nel- tanto decisivo per l’ulteriore accrescimen- le valli e nei piccoli centri, mettendo gra- to della popolazione del capoluogo, ma dualmente in minoranza, tra le popolazio- anche e soprattutto per l’accentuarsi del ni tirolesi, le forze cristiano-sociali nonché suo carattere italiano. Accanto alle pur 12 La zona industriale di Bolzano in fase di il notabilato liberale urbano, accusati di innegabili ragioni di ordine economico, costruzione essersi arrangiati, per viltà o interesse eco- l‘industrializzazione del capoluogo altoa- nomico, con il potere degli occupanti. tesino venne avviata anche per completare

29 una sorta di colonizzazione demografi- giormente i programmi per razionalizza- ca. Non a caso la legge speciale per l’in- re le risorse. «È avvenuto invece che […] dustrializzazione di Bolzano prevedeva, ciascuna città ha voluto fare da sé, venen- a differenza di altre consimili, un premio dosi meno così a quella fusione d’intenti a fondo perduto pro capite di assunto da e di programmi che avrebbe avvantaggia- parte delle imprese insediate. Informal- to artisticamente ed economicamente la ri- mente venne messo in chiaro che per le uscita delle manifestazione [sic]», ragione assunzioni come titolo di preferenza do- per cui «la corresponsione integrale del- veva «essere considerato il maggior im- la sovvenzione stessa non potrebbe essere piego di mano d’opera regnicola e non giustifica».59 allogena».57 Pur nella loro inefficace ritualità – il Sin dal 1923 le tradizionali élite ger- Teatro avrebbe continuato a produrre de- manofone erano state gradualmente esau- ficit, il comune a chiedere l’aiuto al go- torate dai posti di commando politico verno data l’importanza simbolica, politi- ed economico-associativo rimpiazzando- ca e culturale dell’istituzione, e il governo le con personale italiano. Ma negli anni avrebbe continuato a chiedere risparmi Trenta, con l’industrializzazione, stava salvo poi compensare in qualche misu- ancora più radicalmente mutando il qua- ra l’ammanco – furono, anche questi, se- dro sociale e urbano della città. E questi gnali di un’ulteriore evoluzione della po- sviluppi, che ebbero vari riflessi sulla vita litica culturale a Bolzano. Dopo l’an- culturale, non poterono risparmiare la vi- nessione della città al Regno d’Italia, le ta del Teatro Civico. Le cui difficoltà fi- autorità italiane avevano man mano rotto nanziarie si stavano acuendo, ma ciò no- il predominio culturale tedesco puntan- nostante si propendeva per un’italianiz- do, tuttavia, ad assimilare o quantomeno zazione completa dei repertori, mettendo ad “acculturare” la popolazione germano- senz’altro in conto la perdita di introiti fona attraverso la profusione di una cul- fino a quel momento garantiti dalle po- tura italiana “alta”. Un tentativo, questo, polari rappresentazioni in lingua tedesca. peraltro costoso, che si era tuttavia dimo- Così, in una sua istanza al governo del strato fallimentare, tanto da essere ac- dicembre 1933, il podestà Luciano Mio- cantonato durante i prima anni dell’era ri sottolineò «l’urgente necessità di aiutare Mastromattei. con un pronto saldo il giro delle somme ri- La successiva politica mostrava tut- guardanti la gestione dell’attuale esercizio tavia anch’essa varie sfumature. Il fatto il cui rendimento finanziario viene per giu- che negli anni successivi il più numero- sta e forzata necessità ad essere danneggiata so pubblico germanofono venisse in pra- per il fatto di non potersi più dar luogo al- tica abbandonato a se stesso, chiudendo le 14 o 15 recite di operette e commedie in man mano gli spazi finora riservati alle lingua tedesca».58 popolari rappresentazioni in lingua tede- Ma nel febbraio 1934 il prefetto, nel sca, e quindi accettando di perdere quel- rispondere per conto del governo, fece sa- le che si erano dimostrate affidabili fon- pere che le sovvenzioni già elargite erano ti d’introito, rimarca ancora una volta il da intendersi come riferite «non solo alla primato politico delle scelte in ambito te- stagione lirica di primavera, ma anche a atrale. Ma nel rifiuto adombrato nel 1934 tutte le altre manifestazioni spettacolisti- di non compensare più il danno econo- che», e non soltanto per il Teatro Civico mico che ne derivava all’amministrazio- di Bolzano, ma anche per quello di Mera- ne comunale, le autorità di governo sem- no, con cui si dovevano sintonizzare mag- bravano anche suggerire come ormai fosse

30 13 Via Lancia, la principale arteria della zona industriale di Bolzano meno importante di una volta scritturare piegato, l’imprenditore, l’artigiano, il libe- polesana, lombarda ecc. si doveva trasfor- artisti italiani di grande prestigio e avva- ro professionista, ovvero i fruitori poten- mare in bolzanina e pertanto riconosce- lersi per questo dell’opera di costosi media- ziali e abituali dell’offerta teatrale e lirica, re, in questo luogo di frontiera, come co- tori. In apparenza non solo interessava me- bensì l’operaio, spesso di origine contadi- munità italiana. Fu dunque importante, no di una volta la “conversione” cultura- na, che per abitudine e limitate capacità di in questo senso, la funzione dell’associa- le dell’elite germanofona, ma forse per la domanda era meno incline, nonostante il zionismo culturale e sportivo che si stava nuova Bolzano industriale si ritenevano sovvenzionamento dei biglietti, a frequen- sviluppando. anche meno essenziali gli sforzi un tempo tare il Teatro Civico. Si intensificarono, Le undici associazioni militari ed ex profusi a favore dei ceti impiegatizi e bor- per un verso, le attività di filodrammati- militari, ma anche l’attività più “tradi- ghesi di lingua italiana, estimatori anch’es- che dilettanti e dopolavoriste, i cui attori a zionale” della Società Nazionale “Dan- si della cultura “alta”. In realtà, le cose poi tempo libero avrebbero in misura crescen- te Alighieri" presieduta da Adolfo Ra- non andarono esattamente come qui de- te calcato la scena dello stesso Teatro Civi- mini, e quelle del Circolo Unione Savo- lineato. Nonostante il ripetersi dei severi co/Verdi, presumibilmente contribuendo ia diretti dal podestà e deputato Luciano ammonimenti, e nonostante il controllo a sostenere l’afflusso di pubblico, meno a Miori, o del Club Alpino Italiano pre- più rigido esercitato attraverso la Depu- risolvere i problemi finanziari dell’istitu- sieduto dal preside della provincia, Car- tazione Teatrale incaricata, dal 1936, del- zione. Per un altro verso si diffusero sem- lo Carretto, si relazionavano ancora al- la gestione delle attività teatrali, il Teatro pre più alternative forme di fruizione della le stratificazioni sociali e professionali, Civico, poi ribattezzato Teatro Verdi al- cultura, di sociabilità e d’intrattenimen- e ai costumi, della prima ondata di im- la fine del 1937, poté ancora ingaggiare to, tra cui l’ascolto individuale e collettivo migrazione italiana postbellica. Più im- compagnie e artisti di alto livello, peral- della radio, la partecipazione alle manife- portanti per l’ultima generazione di neo- tro sempre lamentando nei resoconti il di- stazioni sportive e ad altre forme organiz- cittadini erano invece, accanto alle opere vario tra l’alta qualità delle esibizioni e lo zate del tempo libero.61 cattoliche di beneficienza e ai sindaca- scarso interesse di pubblico.60 Soprattutto, il Teatro dovette af- ti fascisti, la casa del Balilla e le Opere In ogni caso, per quanto l’italianizza- frontare sempre più seriamente la con- nazionali di assistenza agli invalidi, al- zione del repertorio e il frequente uso pro- correnza del cinema, che nel 1938 ven- la maternità, all’infanzia, agli orfani di pagandistico dello spazio teatrale allon- deva nella sola città di Bolzano qua- guerra. Alcune di queste organizzazioni, tanassero il pubblico germanofono dalle si un milione di biglietti d’ingresso. In sotto il diretto comando del partito, si frequentazioni del Teatro Civico e quin- quell’anno erano in funzione i cinema- sforzarono di sviluppare un senso di co- di azzerassero il suo precedente ruolo di tografi delle Sale Civiche, del Dopolavo- mune appartenenza organizzando mol- mediatore culturale, non fu questo il solo ro postelegrafico, del Centrale, dell’Eden teplici attività sportive e culturali. Co- problema con cui l’attività teatrale doveva e del Roma, mentre era in via di allesti- sì, ad esempio, il dopolavoro fascista creò fare i conti. I cambiamenti sociali e cul- mento la sala del cinema Corso (fig. 14). una propria attività teatrale, non diver- turali della città, a loro volta non solo do- «Nelle sale del Roma trovava posto anche samente dai lavoratori delle poste e del- vuti alle peculiarità locali, ma soprattutto il jazz e la cosa disturbò non poco i citta- le ferrovie. In un certo senso, il lavoro ai generali mutamenti tecnologici e so- dini di forte spirito sciovinista che si sen- capillare delle organizzazioni fasciste cio-culturali dell’epoca, comportarono un tirono in dovere di segnalare sul giorna- di massa, rivolto anche al tempo libero, ridimensionamento oggettivo del tea- le la preoccupante diffusione di musica alla cultura e alla sociabilità, fu indice tro come luogo di cultura. Di pari passo straniera».62 del fatto che l’opera di “italianizzazio- con le trasformazioni urbane del tem- Stava dunque intensificandosi, sot- ne” non riguardava soltanto la conqui- po, innescate, in questa specifica realtà, to la spinta dell’immigrazione, l’articola- sta degli spazi già intrisi di tradizioni ti- dall’immigrazione di manodopera operaia zione della società civile, specie quella di rolesi e germaniche, ma anche le menti e dall’industrializzazione forzata, si relati- lingua italiana. L’impianto culturale del- degli stessi immigrati operai provenien- vizzò il ruolo del teatro professionale a fa- la moltitudine appena approdata in cit- ti da origini regionali diverse. Nella stes- vore di altre attività e manifestazioni. Tra tà rimase però incerto, esaltando ancora sa direzione operava anche la locale sta- i nuovi bolzanini attirati dalle industrie e di più la funzione integrativa delle attivi- zione dell’Ente italiano audizioni radio dall’edilizia non dominavano più nume- tà sportive e culturali per una costruen- (E.i.a.r.), che dal novembre 1931 mandò ricamente il funzionario, l’ufficiale, l’im- da comunità cittadina, che da bellunese, in onda programmi in lingua italiana.63

32 Anche tra le associazioni sportive domi- navano quelle a connotazione italiana o mista (Ski club, Club scacchistico, Bol- zano Calcio, Veloce club, Tennis club), mentre il club F.C. Juventus di atletica e nuoto parve l’ultimo baluardo a prevalen- za germanofona. Più in generale, il grup- po germanofono si stringeva ormai in po- che nicchie istituzionali e associative, so- prattutto confessionali. Emarginata la sua posizione nella scuola pubblica (all’epo- ca Bolzano contava tre scuole elementari, due secondarie, un liceo ginnasio e uno musicale, un istituto tecnico e uno magi- strale, nonché il Reale convitto “Damia- no Chiesa”), rimaneva qualche spazio au- togestito nell’ambito di quella privata e appoggiata alla Chiesa. La quale fu l’uni- ca a procurare al gruppo tedesco uno scu- do protettivo anche in altri ambiti dell’as- sociazionismo sociale e culturale.64 Nell’arte figurativa perdurava inve- ce la prevalenza di artisti germanofoni, tra cui spiccarono nomi come Atzwan- ger, Frass, Hofer e Parsch, accanto a quel- lo della pittrice Sascha-Cucchetti che ave- va partecipato alla decorazione artistica del Monumento alla Vittoria. Un altro “problema” per lo sforzo di italianizzazio- ne del paesaggio urbano era rappresenta- to dall’arte scultorea monumentale già in- stallata, quanto meno dal punto di vista del presidente della Commissione provin- ciale conservatrice dei monumenti e delle opere d’arte, il senatore Ettore Tolomei. Nel 1933 il Laurinbrunnen venne grave- mente danneggiato da vandali ignoti, ma questo non poteva ovviamente dirsi una soluzione del problema. Nel marzo 1935 l’emarginazione della cultura tedesca della città raggiunse notorietà simbolica con la rimozione del monumento a Walther von der Vogelweide, che suscitò arrabbiate re- azioni di protesta sulla stampa tedesca e austriaca. Ufficialmente disposto per ne- 14 Il Cinema Corso di Bolzano cessità di traffico, ma in realtà da tempo prefigurato nei provvedimenti tolomeiani,

33 lo spostamento comportò per il monu- “Bauernbote” era un’emanazione diretta motivati, nella loro scelta del luogo di vil- mento un “esilio” di mezzo secolo nel se- dell’apparato fascista. A differenza del- leggiatura, proprio dal desiderio di raf- mi-periferico Rosegger-Park.65 le altre testate tedesche rimase senza se- forzare con la propria presenza il carat- Il Museo Civico, gestito da un’asso- guito rilevante tra i lettori potenziali, di tere germanico delle terre sudtirolesi. Su ciazione di diritto privato, era ancora un cui le traduzioni uno a uno delle visioni queste presenze aveva fatto affidamento luogo di auto-rappresentazione tedesca, a e dei motti mussoliniani non intercetta- fino ai primi anni Trenta il piano finan- cui tuttavia sin dal 1930 era stata imposta rono certo lo stato d’animo. La prima te- ziario del Teatro Civico. Si era pensato di la collaborazione di Antonio Alisi, vici- stata quotidiana in lingua italiana, “La poter lasciare un’impressione favorevole no a Ettore Tolomei. Nel 1932 Alisi ven- Provincia di Bolzano”, era probabilmen- all’Italia tra i turisti di provenienza tede- ne incaricato della ristrutturazione della te, accanto al “Gazzettino” di Venezia e sca o austriaca offrendo loro un reperto- raccolta, messa poi in atto tra il 1935 e il alle testate nazionali, il giornale più letto rio di opera lirica di alto livello artistico. 1937. I notabili locali tuttavia fecero del tra gli italiani. La “Provincia” era suben- Probabilmente ciò era anche vero, senza museo una questione di resistenza cultu- trata nel 1927 al bisettimanale “Il Piccolo implicare però una maggiore accettazio- rale, offrendo il massimo sostegno a col- Posto”, edito a Merano dal 1922 al 1927, ne dell’annessione dell’Alto Adige all’Ita- laboratori di prestigio come Karl Theo- e al settimanale “La Voce del Sella” di lia. Al contempo, i turisti germanofoni dor Hoeniger; grazie anche all’atteggia- Trento, cessato nel 1927.68 erano alla ricerca di distrazione e diver- mento professionale degli esperti italiani La mensile “Rivista dell’Alto Adige” timento frequentando volentieri le com- implicati nel rinnovamento del museo, il diretta da Gino Cucchetti si incaricava, medie popolari ambientate nel mondo “partito tolomeiano” alla fine non riuscì tra l’altro, a propagandare il turismo tra i rurale, tanto più che queste fornivano né a sottomettere la raccolta al pieno con- lettori italiani, un ambito in cui si attiva- loro una conferma degli stereotipi sim- trollo dell’amministrazione comunale né rono anche l’Unione pubblicitaria italia- patetici che venivano coltivati riguardo a tramutarne il carattere di fondo. Così na e altre agenzie pubblicitarie. Una ca- alla vita del montanaro tirolese da parte il successo degli “sgermanizzatori” rima- sa editrice, la Fränzl, pubblicava cartoli- di un certo tipo di Heimatliteratur se, letteralmente, un successo di facciata: ne illustrate. Per quanto Bolzano venisse all’epoca molto diffusa. La scelta di ri- mozzando, nel 1934, la torretta del Pa- messa dal governo nazionale decisamente nunziare, nonostante le difficoltà finan- lazzo del Museo, riuscirono quanto meno sul binario dell’industrializzazione, nella ziarie, a questa fonte d’introito per il Te- a rimuovere l’insegna architettonica più prima metà degli anni Trenta fu, grazie atro Civico sembra senz’altro indicativa vistosa dell’Überetscher Stil.66 soprattutto alle attività di cure di Gries, di una volontà politica di imprimere un Per quanto anche in campo edito- sempre il turismo a primeggiare in campo cambiamento alla cultura della città; e riale e libraio i pesi venissero forzatame- economico. Con le sue multiformi possi- quindi del fatto che ormai si stava andan- te spostati sul piatto di bilancia della lin- bilità di guadagno e di impiego aveva fi- do verso una separazione etnica sempre gua italiana, la competizione le due lin- no a quel momento costantemente raffor- più netta anche nel campo della cultura. gue rimase relativamente “aperta” anche zato la propria funzione centrale nell’eco- in questo caso, grazie soprattutto alla di- nomia cittadina, assorbendo circa la metà Un triste epilogo: dalle opzioni agli stensione tra Stato e chiesa cattolica. Nel del lavoro dipendente della città. Si conta- anni di guerra 1928 era stata creata la Biblioteca Civi- vano 72 tra alberghi e pensioni, ben 125 ca “Cesare Battisti” (fig. 15), ma potero- tra trattorie, ristoranti, osterie e mense, 49 Quando, nel 1938, avvenne l’Anschluss no resistere sul fronte tedesco la Biblio- bar e caffè, sei agenzie turistiche e dieci dell’Austria alla Germania, il margine già teca circolante Vogelweider diretta da servizi di trasporto ferroviario, teleferico e esiguo di consenso tra regime fascista e Josef Donek e la Libreria Moser di Alfred automobilistico. Tra i luoghi più caratte- popolazione di lingua tedesca tendeva ad Disertori.67 Grazie a un intervento vati- ristici e noti spiccarono l’Hotel Laurin, il azzerarsi. Il problema di Roma era di tro- cano del 1926, poterono sopravvivere le Casinò municipale (ex Kurhaus) di Gries vare la formula giusta per conservare l’Al- testate giornalistiche tedesche “Volksbo- e l’osteria del Batzenhäusl.69 to Adige senza compromettere l’alleanza te” e “Dolomiten”, uscendo rispettiva- Tra le circa 140.000 presenze turisti- con la Germania. Un problema, questo, mente tre e una volta la settimana. Un che annue una parte consistente proveni- che si pose, del resto, lo stesso Hitler, per altro giornale pubblicato in tedesco fu va tuttavia ancora dall’area di lingua te- cui «l’obiettivo era sempre stato e l’An- l’“Alpenzeitung”, che con il suo inserto desca. E non pochi di questi ospiti erano schluss e l’alleanza con l’Italia», osserva

34 De Felice, continuando: «Quando nel ’38 [...] questo duplice obiettivo venne realizzabile, Hitler non ebbe alcuna esi- tazione, pur di superare le ultime diffi- coltà, a tener fede alle sue affermazioni e a passare ufficialmente – con la dichiara- zione romana del 7 maggio sulla intangi- bilità della frontiera alpina – l’Alto Adige sul ‘conto perdite’».70 Restava lo spinoso problema del co- me estinguere il potenziale focolaio su cui nel passato le due parti avevano sof- fiato non poco. Una possibile concilia- zione tra la presunta “italianità” dell’Al- to Adige e la sospirata «riunificazione di tutti i tedeschi in un solo Reich» sembra- va, nella logica dei due regimi, quella che si trovò il 23 giugno 1939 in seguito a complicate trattative e altrettanto com- plicate discussioni interne sui due fron- ti. Il patto prevedeva la “possibilità” per gli abitanti della provincia di optare o per l’Italia, riconoscendosi italiani senza di- ritti di minoranza, o per l’immediata as- sunzione della cittadinanza germanica e il successivo trasferimento nel Reich. In seguito a una violenta campa- gna filo-nazista condotta contro i nota- bili e il clero locale Dableiber, una stra- grande maggioranza optò per la Germa- nia. Più che l’immigrazione effettiva nel Reich, i filonazisti avevano voluto otte- nere un obiettivo politico, il control- lo delle popolazioni germanofone rura- li attraverso le Ortsgruppenleitungen e le organizzazioni degli optanti per la Ger- mania. Più il rapporto di forza italo-te- desco s’incrinò a sfavore dell’Italia, me- no la Germania sembrò intenzionata ad applicare l’accordo. E, giustamente, an- che gli optanti provarono poca voglia di fare le valige per andare incontro ad un destino incerto. Coloro che partirono, si fermarono spesso nel Tirolo settentrio- nale.71 L’Italia, una volta legatasi ai de- 15 Biblioteca Civica "Cesare Battisti" di Bolzano stini della Germania nazista, non ave- va più le carte in regola per obiettare o

35 premere sull’applicazione. L’unico mezzo rimasto, l’affluenza di italiani nei centri dell’Alto Adige, soprattutto a Bolzano, si scontrò con una società rurale ormai culturalmente serrata dalla penetrazione nazista. A livello demografico Bolzano risen- tì delle opzioni più delle campagne cir- costanti perdendo, entro l’autunno del 1940, tra i cinquemila e gli ottomila op- tanti germanofoni72 Il loro deflusso fu compensato dall’afflusso di immigranti di lingua italiana. Nel centro storico, do- ve fino al 1939 sentire l’italiano fuori da- gli uffici era stata un’eccezione,73 i cam- biamenti indotti dalle opzioni furono dunque sensibili. Le maggiori trasforma- zioni della vita urbana si ebbero tuttavia fuori dal perimetro delle mura storiche, grazie alla crescita di nuovi quartieri “ita- liani”, primi fra tutti quelli più rappresen- tativi insinuatisi tra i centri storici di Bol- zano e Gries. Dovevano questi formare il cuore della nuova città ospitando i mag- giori monumenti, edifici governativi e re- ligiosi, come la nuova chiesa di Cristo Re: «Nella prima metà degli anni Trenta ven- gono costruiti l’arteria principale della città, il ponte e lo stadio sportivo, intito- lati a Druso (fig. 16), per ribadire il rife- rimento alla civiltà romana abbondante- mente utilizzato dal regime, non sola- mente in Alto Adige. Della seconda metà degli anni Trenta è la costruzione del Foro della Vittoria, alle spalle del monumento e degli assi viari di Corso IX Maggio e Viale Giulio Cesare, gli attuali Corso Li- bertà e Corso Italia. Contemporaneamente vennero costruiti gli edifici destinati ad ospitare le scuole tecniche superiori di via Cadorna, fondate alla fine dell’Otto- cento e funzionanti fino agli anni Venti come scuole di lingua tedesca nel centro storico».74 16 Lo stadio "Marco Druso" di Bolzano Nello stesso periodo nacquero o si in- grandirono i nuovi quartieri popolari pro- tesi verso il sud-ovest e la zona industriale,

36 come il Quartiere Littorio attorno all’at- plicato in contrasto anche con la suppo- tuale via Torino (fig. 17), promosso sta arretratezza di valligiani e montanari. dall’Istituto case economiche e popolari Nell’insieme di questi richiami simboli- per dare residenza a oltre 6.000 abitanti e, ci, la Lupa prevalse sul Leone, e quindi sulla stessa direttrice d’espansione dell’abi- la simbologia più astrattamente nazionale tato, in prosecuzione però non diretta e sul tentativo di inventare una nuova au- con un’impostazione urbanistica non con- tenticità regionale.78 templata dal piano regolatore, il Quartiere Tra le quinte tradizionali del centro Dux fatto di case semirurali, che nei pri- storico e quelle nuove dei quartieri recen- mi anni di guerra giunsero ad ospitare cir- ti e in costruzione – testimoni del fervere ca 3.500-4.000 residenti.75 Più lentamen- di attività edilizie ed economiche – la cit- te e in maniera meno connotata cresceva tà entrò tuttavia, dopo le opzioni del 1939 il quartiere di Oltrisarco.76 L’espansione e con l’entrata in guerra a fianco della edilizia, pur frenetica, non sempre tene- ‘Grande Germania’, in uno strano limbo va il passo con l’afflusso di operai richie- culturale attraversato da molteplici scol- sto dall’aumento della produzione bellica lamenti, vaghe attese, plurime sospensio- nella zona industriale. Nacque così, all’in- ni. Gli stessi rimandi a Roma e a Venezia terno della stessa zona, anche il Villaggio inscritti sulle facciate dei nuovi edifici, lo- Lancia, una sorta di baraccopoli ordinata ro malgrado, più che quel ritorno in pa- di strutture abitative di legno che fino agli tria che dovevano marcare, segnarono anni Cinquanta avrebbero contribuito ad in questo contesto convulso il trapianto assorbire le problematiche più acute della di un’Italia a rischio di rigetto. E tale ri- sovrapopolazione urbana.77 schio non proveniva tanto dal centro sto- Sul piano architettonico ed estetico rico quanto dal paesaggio rurale circo- convivevano due tendenze in questa nuo- stante, ovunque visibile dalle nuove piaz- va Bolzano, entrambe incaricate di contra- ze e dai nuovi viali. Un paesaggio, questo, stare i vistosi richiami architettonici tiro- che similmente alle scalinate di un anfite- lesi del centro storico. La prima intendeva atro si cingeva, incombente, per tre quarti dar espressione alla presunta unità inter- di cerchio attorno alla città. Il cielo del- regionale che passava sotto il nome di Tri- la grande politica che sovrastava questo veneto, profondendo in alcuni quartieri strano scenario, prevedeva una fratellanza rimandi stilizzati alla storia della Serenis- d’armi con chi aveva poco prima dovu- sima, a cui da tempo spettava un posto to cedere, dopo sanguinose battaglie sui d’onore tra i registri simbolici del nazio- monti, questo lembo di terra. Sotto, l’ap- nalismo; la realizzazione di questo propo- parente pacificazione tra i due Stati aveva sito venne facilitata dalla partecipazione invece provocato traumatiche fratture di vari ingegneri e architetti veneti ai la- nella stessa comunità tirolese, al contem- vori di trasformazione urbana nel capo- po rendendo, all’insegna della prossima luogo altoatesino. La seconda faceva an- separazione, lo iato tra tedeschi e italiani cora più prevedibilmente leva sulla roma- in apparenza definitivo e insanabile. Bol- nità classica, che oltre a informare di sé zano era dunque, a tutti gli effetti e da i richiami storico-monumentali più rap- tutti i punti di vista, il punto d’appoggio presentativi della nuova città sin dal Mo- dolente dell’Asse Berlino-Roma.79 numento alla Vittoria di Marcello Pia- Le sale cinematografiche e le attività 17 Via Torino, primo lotto di edificazione del rione centini, rappresentava anche il prevalente sportive di massa rappresentavano, come Littorio, 1935 modulo architettonico razionalista della abbiamo già detto, tecniche di comunica- modernità italiana, qui volutamente ap- zione e forme di organizzazione del tempo

37 libero relativamente nuovi. Il loro proli- te come cinematografo e sospendeva tale cata di una valenza simbolica più grande ferare, tra cittadini anch’essi in notevole ruolo solo per dar luogo ai sempre più rari lei, dall’altro incapace di superare, nono- parte nuovi arrivati, poteva dunque me- spettacoli di prosa, ai concerti e alle sta- stante tutto questo investimento simboli- glio assumere, in questa strana atmosfe- gioni liriche che, invece, ‘si succedevano co a segni alterni, la propria dimensione ra di sospensioni e di improvvisazioni, i regolarmente durante la stagione invernale provinciale e periferica. tratti di una spontanea autenticità. Men- e primaverile’. L’ultima stagione lirica del Quale delle tre immagini riflesse è tre invece la pur ricca vita teatrale e mu- Teatro Civico di Bolzano fu quella della quella veritiera? Presumibilmente nessu- sicale “alta”, sottomessa com’era ormai al- primavera del 1943. Poi, il 2 settembre di na delle tre se viste isolatamente, e forse lo stretto dettame della politica, oltre alla quell’anno, dopo un solo quarto di secolo tutte e tre purché sovrapposte e osservate forza rude della conquista e dell’imposi- di vita l’edificio, vista la sua vicinanza al- insieme. Una cosa, comunque, è certa: la zione dall’alto, finiva con l’esprimere un la stazione ferroviaria, fu distrutto da un parabola del Teatro Civico venuto in es- ché di precario, di provvisorio, di estra- bombardamento alleato» (fig.18).81 sere durante la Prima guerra mondiale e neo. Similmente ai nuovi viali, alle nuove tramontato nella Seconda, attraversa tutti facciate e ai monumenti, la musica e il te- Conclusione i più importanti momenti di frattura po- atro misero in scena un’Italia prestigiosa e litica e culturale. Ancor prima di nasce- imponente, e forse proprio per questo sen- In questo saggio si è tentato di invertire re, diventa simbolo dell’orgoglio borghe- tita come patetica, ufficiale, lontana. Non lo sguardo più consueto, salendo sul pal- se. Ha letteralmente modo di incorporare ci furono ancora espressioni artistiche ita- co di un Teatro Civico che non c’è più, in sé le patriottiche glorie e le patriotti- liane locali che avessero potuto rimargi- per osservare una città del passato nel suo che miserie della Grande guerra. Viene nare tanta distanza tra l’astrazione della attraversamento di importanti faglie sto- dopo la sconfitta elevato a muraglia cul- cultura “alta” e la concretezza della vita riche. Di questi attraversamenti, la vicen- turale della resistenza tedesca. Sopraffatto sociale nel territorio. Non ci furono anco- da del teatro cittadino è infatti uno spec- dalla forza sovrana di un’Italia conquista- ra, se non in casi rari e minori, poeti, ro- chio. Ma, si sa, a dare forma all’immagine trice, si trova prima trasformato in luo- manzieri, scrittori e scenografi altoatesini riflessa è lo sguardo, più o meno ansioso, go di mediazione e di missione cultura- di lingua italiana che potessero colmare, più o meno vanitoso. Almeno tre letture le, poi ripulito da ogni memoria stonante elaborandolo, lo iato tra pretesa e realtà. diverse possono essere estrapolate osser- secondo il canone immaginario della dit- Le attività musicali e teatrali d’impronta vando la Bolzano degli anni 1906-1943 tatura fascista. Alla fine deve attraversare tedesca erano state invece ormai relegate dal palco del suo teatro: la prima è quel- un limbo di ambiguità e di sospensioni, alla vita comunitaria religiosa semipubbli- la di una cittadina mercantile e borghese di abbandono finanche delle precedenti ca o all’ambito privato, se non addirittu- ottocentesca situata al centro di una fer- velleità culturali, per essere pronto alla di- ra a quello clandestino. Le riviste cultu- tile terra agricola e di villeggiatura non- struzione. È stato, sembra davvero il caso rali indipendenti dal controllo delle auto- ché all’incrocio di importanti vie di co- di dirlo, più che soltanto un teatro civico, rità italiane erano in pratica estinte. E la municazione, che si trasforma in una città un vero e proprio palcoscenico della città. letteratura di lingua tedesca che circolava operaia e industriale novecentesca modi- a titolo talora ufficiale, talaltra ufficioso ficando il proprio tessuto urbano e socia- e molte altre volte in modo illegale, se- le e trascinando verso la trasformazione gnava una fratture nella stessa comunità tutto il suo corollario culturale; la secon- sudtirolese, in cui Optanten e Dableiber si da è quella della Bozen tedesca, cittadina confrontarono aspramente; le campagne pittoresca di un Tirolo fedele alla Corona immaginarie dei romanzi e delle poesie, d’Asburgo, che viene suo malgrado con- sempre più improntate al binomio di san- quistata dal Regno d’Italia per essere sot- gue e suolo, cominciarono a sospettare la toposta dal fascismo a un lacerante pro- città dei portici e dei mercanti di opportu- cesso di italianizzazione forzata; la terza è nistica resa e di vile tradimento.80 Ebbene, quella più ferma di una città di frontiera, in anni di così incerta attesa l’arte dram- situata in tutto il periodo sulla stessa linea matica alla fine quasi ammutolì. Il Teatro di conflitto tra le stesse due aree nazionali Civico fu «utilizzato quasi esclusivamen- in lotta, da un lato costantemente incari-

38 18 Teatro Civico di Bolzano, bombardato: particolare della torre scenica 1 Archivio Storico della Città di Bolzano (ACBZ), Comu- 18 Cfr. ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ne di Bolzano di Amministrazione Austriaca, busta “Te- Austriaca, busta “Teatro Civico”, fasc. Theaterbau, Bau- atro Civico”, fasc. Theaterbau Vorgeschichte, Grund- vergebung, sf Finanzierung des Theaterbaus. wahl, Baukorrespondenz; Über die dauernde Veranstal- 19 P. Mayr, Bozen im Ersten Weltkrieg, in: Stadt im Um- tung von Theatervorstellungen in Bozen-Gries, Bozen, bruch, cit., pp. 80–89, qui p. 81. September 1906, p. 1. 20 M. Littmann, Das neue Stadttheater in Bozen, Mün- 2 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione Au- chen 1918, p. 10, dattiloscritto, in: ACBZ, Comune di striaca, busta “Teatro Civico”, fasc. Berichte an den Ge- Bolzano di Amministrazione Austriaca, busta “Teatro meinderat, Dezember 1912. Civico”, fasc. Theaterbau, Bauvergebung, sf Theate- 3 H. Stuppner, Musik und Gesellschaft in Südtirol, vol. I, reröffnung 1918. Bozen 1800–2000, Bozen 2009, pp. 39, 317. 21 P. Mayr, Bozen im Ersten Weltkrieg, cit., p. 82. 4 J. Moisand, Dal tempio monumentale alla baracca da 22 A qualche perplessità del Comune riguardo ai costi fiera: mutamenti dello spazio urbano e luoghi teatrali a d’esercizio accenna H. Stuppner, Musik und Gesel- Madrid e Barcellona alla fine del secolo XX, “Memoria e lschaft, cit., p. 323. Ricerca”, XIX (2008), pp. 29-45, qui p. 29; per il caso 23 Ibidem, p. 335. italiano, C. Sorba, Teatri. L’Italia del melodramma 24 Pressemitteilung der Statthalterei zur Zeichnung der V. nell’età del Risorgimento, Bologna 2001; A. Körner, Ein Kriegsanleihe, 9.12.1916, in: Heimatfronten. Dokumente soziales ‘Dramma in musica’? Verdi, alte Notabeln und zur Erfahrungsgeschichte der Tiroler Kriegsgesellschaft im neue Eliten im Theater des liberalen Italien, “Historische Ersten Weltkrieg, a cura e con prefazione di O. Übereg- Zeitschrift”, CCLXXXVII (2008), n. 1, pp. 61–89 ger, Innsbruck 2006, p. 540. 5 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione Au- 25 La cui “germanizzazione” durante l’Ottocento, insie- striaca, busta “Teatro Civico”, fasc. Theaterbau Vor- me a quella dell’identità tirolese, è discussa da L. Cole, geschichte, Grundwahl, Baukorrespondenz; Über die ‘Für Gott, Kaiser und Vaterland’. Nationale Identität der dauernde Veranstaltung von Theatervorstellungen in deutschsprachigen Bevölkerung Tirols 1860–1914, Frank- Bozen-Gries, Bozen, September 1906, p. 2. furt am Main 2000, pp. 225–283. 6 C. Sorba, Si può comprendere l’Ottocento attraverso il 26 G. Pircher, Militär, Verwaltung und Politik in Tirol teatro?, “Memoria e Ricerca”, XIX (2008), pp. 5-10, qui im Ersten Weltkrieg, Innsbruck 1995, p. 231. p. 5. 27 M. Littmann, Das neue Stadttheater, cit., p. 10. 7 B. Mitterhofer, Der Tiroler Reichstagsabgeordnete 28 Si vedano E. Schneider, Das Bozner Stadttheater, Julius Perathoner. Portrait eines deutschnationalen Poli- cit., p. 395; H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., tikers, Diplomarbeit, Universität Wien, 1984, pp. 3–7 pp. 343–348. e passim. 29 P. Mayr, Bozen im Ersten Weltkrieg, cit., p. 88. 8 Die Ära Perathoner [raccolta di testi curata da H. Ve- 30 H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., p. 352. neri], in Stadt im Umbruch. Beiträge über Bozen seit 31 Per i particolari, si rimanda al contributo di M. Ber- 1900, Jahrbuch des Südtiroler Kulturinstituts, Bozen toldi, Spettacoli e pubblico nel Teatro Civico/Teatro Ver- 1973, p. 50. di (1918–1943) in questo volume. 9 G. Tengler, Die Bozner Straßenbahn, Bozen 1984, 32 H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., p. 354. pp. 5–29. 33 Si veda la ricostruzione meticolosa di tali eventi da 10 R. Petri, Storia di Bolzano, Padova 1989, pp. 43–55. parte di S. Lechner, ‘Die Eroberung der Fremdstäm- 11 R. Brenn-Rammlmair, Stadtbaumeister Gustav Nol- migen’. Provinzfaschismus in Südtirol 1921–1926, Inn- te. Der Heimatstil in Bozen, Bozen 2007, p. 14; più in sbruck 2005, pp. 120–146. generale, si vedano le pp. 11–23. 34 Da una lettera inviata da Credaro all’Ufficio centrale 12 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione Au- per le nuove province il 19 ottobre 1921, citata G. Be- striaca, busta “Teatro Civico”, fasc. Theaterbau Vor- nincasa, La ‘cultura’ a Bolzano fra nazionalismo e fasci- geschichte, Grundwahl, Baukorrespondenz; Über die smo negli anni Venti, Tesi di laurea, relatrice M. Salvati, dauernde Veranstaltung von Theatervorstellungen in Università di Bologna a. a. 2001–2002, pp. 27–28. Bozen-Gries, Bozen, September 1906, p. 6. 35 L’indicazione di “circa un terzo” poi aumentato “dopo 13 Ibidem, Max Littmann an Julius Perathoner, 19 giu- la liberazione”, e poi di “5 mila italiani” in due lettere gno 1913. distinte (cfr. ibidem, p. 27), è infatti contraddittorio in 14 Ibidem, Alexander Graf an den Stadtrat, 19 aprile quanto l’ultima cifra si assesterebbe su un quinto. Altre 1913. stime, che includono anche il comune di Gries all’epoca 15 B. Anderson, Imagined Communities. Reflections on ancora autonomo, indicano per quell’anno un 27% di the Origin and Spread of Nationalism, London 1983, p. 6. cittadini di lingua italiana; R. Petri, Storia di Bolzano, 16 E. J. Sieyès, Qu’est-ce que le tiers etat? (1789), Paris cit., p. 249. 1988; J. G. Herder, Ideen zur Philosophie der Geschichte 36 Cfr. C. v. Hartungen, Das alte Stadttheater von Bo- der Menschheit (1785–1792), (Herders sämmtliche Wer- zen im Spannungsfeld zweier Kulturen, manoscritto for- ke 14), Berlin 1909. Cfr. in generale A. M. Thiesse, nito dall’autore, p. 8, poi pubblicato in “Distel”, XX- La creazione delle identità nazionali in Europa, Bologna XIII (1988), pp. 19–26. 2003; R. Petri, Gerarchie culturali e confini nazionali. 37 Cfr. R. Petri, Storia di Bolzano, cit., pp. 74–75; C. Sulla legittimazione delle frontiere nell’Europa dei secoli Romeo, Alto Adige-Südtirol XX secolo. Cent’anni e più in XIX e XX, in Confini. Costruzione, attraversamenti, rap- parole e immagini, Bolzano 2003, p. 123. presentazioni, a cura di S. Salvatici, Soveria Mannelli 38 F. Rasera, Dal regime provvisorio al regime fascista (CZ) 2005, pp. 79–99. (1919–1937), in: Storia del Trentino, vol. 6, a cura di 17 R. Petri, Nordschleswig und Südtirol. Heimat im Kon- A. Leonardi e P. Pombeni, Bologna 2006, pp. 75–130, text im Kontext multipler Identitäten, in: Die Nationali- qui 90–91. sierung von Grenzen. Zur Konstruktion nationaler Iden- 39 Per i contorni e i termini del tentativo di ottenere un tität in sprachlich gemischten Grenzregionen, a cura di Burgfrieden si veda la ricostruzione dettagliata di S. Lech- M.G. Müller e R. Petri, Marburg 2002, pp. 161–197, ner, ‘Die Eroberung der Fremdstämmigen, cit., pp. 262–290. qui 180–195. 40 C. Romeo, Alto Adige-Südtirol XX secolo, p. 125; per

40 un riassunto dei 32 punti di Tolomei, cfr. ibidem, pp. 68 G. Fleischmann, Zeitungen und Verlage in Bozen, in: 126–127. Stadt im Umbruch, cit., pp. 438–450; A. Esposito, Per 41 K. Palla, 100 Jahre Raiffeisenkassen in Südtirol, Bozen una stampa “nazionale”. Il contrasto tra fascismo e clero 1989, pp. 25–29. “allogeno” in Alto Adige (1921–1933), “Mondo contem- 42 H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., p. 358. poraneo”, III (2008). 43 Citato da G. Benincasa, La ‘cultura’ a Bolzano, cit., 69 R. Petri, Storia di Bolzano, cit., p. 88. p. 30. 70 R. De Felice, Il problema dell’Alto adige nei rapporti 44 Cfr. R. Petri, Storia di Bolzano, cit., pp. 75–78. italo-tedeschi dall’Anschluss alla fine della seconda guerra 45 N. Mumelter, Das Werden von Groß-Bozen, cit., pp. mondiale, Bologna 1973, pp. 10–11. 29–39. 71 Si vedano i vari contributi a Die Option. Südtirol 46 Ne era convinto P. Zadra, Letteratura ed arte, in: Ter- zwischen Faschismus und Nationalsozialismus, a cura di re redente e Adriatico, vol. 1, Milano 1932: «Stile assolu- K. Eisterer e R. Steininger, Innsbruck 1989. tamente moderno, quantunque ispirato a’ più reputati 72 Secondo le statistiche della Arbeitsgemeinschaft der esempi dell’antichità», p. 345. Optanten (Aderst), riportate da R. Seberich, Bozen 47 P. Pagliaro, Il monumento alla vittoria, “Quaderni im Schatten des Großdeutschen Reiches, in Stadt im Um- del Matteotti” III (1980), pp. 7–23; K.T. Hoeniger, bruch, cit., p. 122, ben 8.286 optanti lasciarono la città Neuer Führer durch Bolzano-Gries (Bozen Gries) und di Bolzano entro la metà di settembre 1940. I registri Umgebung, Bolzano 1933, pp. 48–49. ufficiali delle emigrazioni per l’estero dal Comune di 48 G. Benincasa, La ‘cultura’ a Bolzano, cit., pp. 45–46. Bolzano riportano invece solo 807 espatri nel dicembre 49 H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., pp. 359– 1939 tra gli “allogeni”, e 4810 in tutto durante il 1940, 408. plausibilmente in prevalenza, ancorché non in modo 50 Das 20. Jahrhundert in Südtirol. Abschied vom Vater- esclusivo, per effetto delle opzioni. Per i dati dei registri land, a cura di S. Clementi, Bozen 1999, pp. 208–209. comunali ringrazio la dottoressa Angela Mura. 51 G. Benincasa, La ‘cultura’ a Bolzano, cit., p. 40. 73 V. Braitenberg, Heimliche Mitte der Welt, in: Südti- 52 ACBZ, Atti della Deputazione teatrale di Bolzano, sf 1 rol, “Meridian” IX (1987), pp. 22–31, qui 31. Richiesta di sovvenzione per la stagione lirica autunnale 74 G. Delle Donne, La città ‘moderna’, in: Semirurali e del Teatro Civico (Teatro Verdi), Podestà al Ministero dintorni, a cura del Gruppo di lavoro per un Museo nelle delle Corporazioni, 24 settembre 1932. Semirurali, Bolzano 2004, pp. 86–39, qui 89. 53 “PBz”, 10 febbraio 1940. 75 C. Azzolini, Appunti per una storia urbanistica delle 54 P. Polimadei, Il Partito nazional-socialista NSDAP e Semirurali, in: ivi, pp. 118–129; E. Marcelli, Le semi- la questione dell’Alto Adige 1933–36, “Venetica”, VIII rurali di Bolzano, in: ivi, pp. 208–232; Id., La parroc- (1987) pp. 5–51, qui 24–25; L. Sofisti, Cronaca e storia chia San Giovanni Bosco nel rione delle semirurali, Bol- del più spinoso problema atesino, “Archivio per l’Alto Adi- zano 1994. ge”, 1949, pp. 230–239. 76 F. Miori, Oltrisarco. Ricostruzione storica ed economica 55 L. Steurer, Die Südtirolfrage und die deutsch-italie- dello sviluppo di un quartiere di Bolzano, Bolzano 1998, nischen Beziehungen vom Anschluss (1919) bis zu den Op- pp. 70 e 102. tionen (1939), “Annali dell’Istituto italo-germanico in 77 I. Dughera, Un falanstero provvisorio. Il “Villaggio Trento”, Bologna 1978, p. 406. Lancia” a Bolzano, in: F. Bruccoleri et al., C’era una 56 Si vedano, tra gli altri, G. Faustini, Dati strutturali, volta un villaggio. Frammenti e immagini di Storia opera- problemi e tendenze, in Comune di Bolzano (a cura di), ia a Bolzano, Bolzano 1999, pp. 75–99. Bolzano, una città che cresce, Bolzano 1985, pp. 20–21; 78 O. Zoeggeler, L. Ippolito, L’architettura per una R. Petri, La frontiera industriale. Territorio, grande in- Bolzano italiana 1922–1942, Lana 1992, pp. 58–60. dustria e leggi speciali prima della Cassa per il Mezzogior- 79 L’azzeccata locuzione metaforica “Der Schmerzpunkt no, Milano 1990, pp. 131–159; F. Miori, Oltrisarco. Ri- der Achse” è stata introdotta da R. Seberich, Bozen costruzione storica ed economica dello sviluppo di un quar- im Schatten des Großdeutschen Reiches, in Stadt im Um- tiere di Bolzano, Brunico 1998, pp. 65–98; M. Visintin, bruch, cit., p. 108. La grande industria in Alto Adige tra le due guerre mon- 80 R. Petri, Storia di Bolzano, cit., pp. 139–144. diali, Trento 2004, pp. 116–171. 81 G. Benincasa, La ‘cultura’ a Bolzano, cit., p. 43; l’au- 57 Archivio storico della Confindustria, b 89, fasc.“ Zone tore trae la citazione interna da La nuova sistemazione del industriali”, sf “Bolzano”. teatro G. Verdi, “Atesia Augusta”, 1942, p. 48. 58 ACBZ, Atti della Deputazione teatrale di Bolzano, sf 3 “Richiesta saldo sovvenzioni per il Teatro Civico (Te- atro Verdi)”, Podestà al Ministero delle Corporazioni, 6 dicembre 1933. 59 Ibidem, Prefetto al Podestà, 8 febbraio 1934; le sotto- lineature sono dell’originale. 60 Se ne vedano gli esempi nel contributo di M. Bertol- di, Spettacoli e pubblico nel Teatro Civico/Teatro Verdi (1918–1943) in questo volume. 61 R. Petri, Storia di Bolzano, cit., pp. 91 e 249. 62 G. Benincasa, La ‘cultura’ a Bolzano, cit., p. 47. 63 Guida anagrafica e commerciale della città di Bolzano, Bolzano 1935, pp. 156–157. 64 Ibidem, pp. 158, 160. 65 F.H. Riedl, Bozen und Umgebung, Bozen 1979, p. 43. 66 E. Eyrl, Das Bozner Museum, in: Stadt im Umbruch, cit., pp. 382–392, qui 385–388; R. Petri, Storia di Bol- zano, cit., pp. 126–128. 67 Guida anagrafica, cit., p. 158.

41 Il teatro “Zur Kaiserkrone” e gli altri ambienti teatrali della città

Massimo Bertoldi

Il 28 febbraio 1904 il Comune di Bolza- no dichiarò inagibile il teatro denominato “Zur Kaiserkrone”. Sulla decisione, detta- ta da motivi di sicurezza, incisero fatti in- quietanti e allarmanti, riportati con risal- to anche dalla stampa locale. Se di attua- lità era l’incendio del teatro Iroquois di Chicago avvenuto il 30 dicembre 1903 con circa 580 morti, non si era assopi- to il ricordo di un analogo disastro suc- cesso l’8 dicembre 1881 nel Burgtheater di Vienna che aveva provocato oltre 700 vittime. I costi eccessivi preventivati per l’ammodernamento della “Kaiserkrone” fecero tramontare rapidamente l’ipotesi e, poco dopo, la struttura ormai obsoleta fu demolita.1 Si trattava di un’ampia sa- la di palazzo Pock in piazza della Mostra, edificio acquistato nel 1760 dal facolto- so commerciante bolzanino Franz Anton Pock che rapidamente lo aveva trasfor- mato in un lussuoso albergo, “Zur Kai- serkrone” (Alla Corona Imperiale, fig. 1). Nel 1804 fu acquistato da una cordata di ricche famiglie locali guidate da Johann Graff von Ehrenfeld. Il nuovo proprieta- rio commissionò un ambizioso progetto di ristrutturazione e di ampliamento. Tra il 1804 e il 1805 furono realizzate qua- ranta stanze, una scuderia per quaranta- cinque cavalli, un bordello e nella parte posteriore del palazzo, prima occupata da

42 un giardino, fu ricavata un’ampia sala tea- almeno altrettanti posti in piedi ed inoltre trale che diventò il Theater, il Bühnenhaus 100 posti divisi tra 25 logge, distribuite della città.2 su due ordini sovrapposti, ed almeno 250 La presenza di una casa di piacere, posti in galleria. I loggioni erano di pro- aggravata dal fatto di trovarsi nelle vici- prietà privata delle famiglie che avevano nanze del duomo, aveva turbato non po- sostenuto economicamente la costruzione co la coscienza civile e la morale religio- del teatro. Il teatro non era riscaldabile, sa di molti cittadini, che battezzarono la le scale della galleria confluivano in quel- “Kaiserkrone” con il dispregiativo Sunder le dei loggioni che sboccavano a loro vol- Haus (casa del peccato). Non solo: come ta nell’atrio, in stretta vicinanza dall’usci- ricordato da due cronisti locali dell’epo- ta della sala. Fino all’incendio del Ring- ca, Beda Weber e Archangelus Simeoner, theater non esistevano uscite di sicurezza il consiglio comunale si divise tra sosteni- e solo successivamente vennero realizzate tori e oppositori.3 Questi ultimi indirizza- all’esterno dell’edificio scale rettilinee (di rono le rimostranze al capitano circolare, emergenza), dalle quali il pubblico della il quale, a sua volta, spedì l’incartamen- galleria e delle logge avrebbe potuto de- to al governo centrale di Vienna. Da par- fluire in un piccolo cortile. Queste rap- te della capitale non giunse mai risposta, presentavano naturalmente presidi di si- mentre procedevano a ritmo serrato i la- curezza del tutto inadeguati e non furono vori di ammodernamento che terminaro- sufficienti ad impedire che nei primi an- no nell’estate 1805. ni del nostro secolo le autorità vietassero La sala fu inaugurata in occasione l’utilizzo del teatro per rappresentazioni della fiera di San Bartolomeo nell’agosto pubbliche».5 del 1805 con la rappresentazione di Pame- Le frequenti chiusure non condizio- la nubile, testo ricavato da Gaetano Rossi narono l’attività della compagnia stabile dall’omonima commedia di Carlo Goldo- composta da attori dilettanti locali, che ni e musicato da Pietro Generali. L’opera riuscì a realizzare sessantanove stagio- non era una novità, aveva debuttato nel ni regolari, modellando il repertorio sui 1804 nel teatro veneziano di San Bene- cartelloni dei principali teatri austriaci, detto. Dall’opuscolo, stampato a Rovere- Innsbruck e Vienna soprattutto. A titolo to presso Luigi Marchesani, si ricavano il esemplificativo è sufficiente soffermarsi su nome dell’architetto che progettò il tea- alcuni momenti della stagione del 1907– tro, Andrea Caminada, un comasco tra- 1908, l’ultima di attività della “Kaiser- piantatosi a Trento e autore di opere e re- krone”, anche perché mantenne un rap- stauri urbani, dello scenografo, il veronese porto di sostanziale continuità con le pre- Carlo Ederle, e del decoratore, il veronese cedenti rassegne.6 Domenico Zeni, abitante a Trento dove Per assecondare la grande passione lavorava come pittore.4 per la musica nutrita dal pubblico bol- Una descrizione sommaria dell’im- zanino, la compagnia debuttò con una pianto è offerta da un personaggio auto- trionfale rappresentazione di Fra Diavolo, revole e competente come Max Littmann, opéra-comique di Daniel François Esprit l’architetto incaricato di progettare il fu- Auber dedicata al famoso brigante Mi- turo Teatro Civico (fig. 2). In apertura chele Pezza. La musica tedesca romanti- del testo inedito Das neue Stadttheater in ca e tardo-romantica offriva un serbatoio 1 (di fronte) Palazzo Pock in Piazza della Mostra Bozen del 1918 così scrisse: «Aveva una inesauribile da cui attingere titoli di sicu- 2 Pianta del teatro "Zur Kaiserkrone" capienza di poco superiore alle 600 per- ro richiamo. Si registrò il tutto esaurito sone, di cui in sala 120 posti a sedere ed quando nel cartellone figurarono i nomi

43 di Johann Strauss figlio con Die Fleder- compagnia Original-Tegernseer compo- maus (Il pipistrello) e Der Zigeunerbaron sta da venticinque attori, reduce da una (Lo zingaro barone), di Franz von Suppé tournèe in America e in Europa, poi l’esi- con Die schöne Galathée (La bella Gala- bizione di Hermann Benke, attore dello tea), composizione comico-mitologica Jubiläum-Stadttheater di Vienna e ap- considerata il primo esempio di operetta prezzato interprete cinematografico, che viennese, e Der Rastelbinder (Lo schermo), fu protagonista di Der Hüttenbesitzer (Il operetta che annoverava oltre duecento proprietario della baita) di Georges Oh- repliche nel Carltheater della capitale au- net. Proveniva dallo stesso teatro Frieda striaca. Soddisfecero le attese della platea von Meinhardt, interprete della farsa Flit- Don Cesar di Rudolph Dellinger, che a par- terwochen di Paul Helwig e Günter Neu- tire dal 1885 stazionava nei repertori dei mann; mentre Maximilian Malten, che si paesi tedeschi fino a tutto il primo quarto distinse nel ruolo del protagonista in Die del Novecento. Räuber (Masnadieri) di Friedrich Schiller, Il repertorio della prosa fu una ricca era un attore dello Stadttheater di Brema. antologia di commediografi tedeschi atti- Gli ultimi spettacoli interpretati dal- vi tra i due secoli, verso i quali il pubbli- la compagnia bolzanina sono emblema- co manifestò un atteggiamento contrad- tici. Da un lato consolidarono la promo- dittorio in fatto di presenze. Ottennero zione del testo di autore tedesco, in que- successo opere di Franz von Schönthan, sto caso la commedia Unter vier Augen Ludwig Fulda, Bernhard Buchbinder. scritta da Ludwig Fulda, dall’altro lato ri- Nei riguardi della drammaturgia inter- lanciarono il nome di un autore straniero nazionale, pur rappresentata da autori di proponendo Der Eindringling (L’intrusa) primo piano, indicativo rimane il vuo- del belga Maurice Maeterlinck e si av- to per il dramma Über unsere Kraft (Al venturarono con un grande classico, Der di sopra delle nostre forze) del norvegese Kaufmann von Venedig (Il mercante di Bjørnstjerne Bjørnson, premio Nobel per Venezia) di William Shakespeare. Proba- la Letteratura nel 1903, o Liebelei (Amo- bilmente sarebbe stato questo il proget- retto) di Arthur Schnitzler. to, coraggioso e ambizioso, per la prossi- Tra gli ultimi giorni del 1903 e i pri- ma stagione teatrale, ma la chiusura della mi del 1904 fu ospitata la compagnia di- “Kaiserkrone” depose questi pensieri nel retta da Lucie Vierna, attrice professioni- cassetto. sta di Monaco di Baviera, che deliziò il Durante i quasi cento anni di attivi- numeroso pubblico con una coinvolgen- tà la “Kaiserkrone” aveva mantenuto il te interpretazione di Kameliendame (La ruolo di epicentro della vita dello spetta- signora della Camelie) di Alexandre Du- colo bolzanino. Aveva svolto la funzione mas figlio. Anche gli altri spettacoli lega- propria del teatro pubblico di una città ti al genere della commedia di costume periferica dell’Impero asburgico, orga- francese – Frou-Frou e Cyprienne di Vic- nizzando stagioni concentrate da otto- torien Sardou ed Emile de Najac – risul- bre a marzo con spettacoli quasi a caden- tarono un autentico fiasco: si recitò per za quotidiana, affidati all’interpretazione una manciata infreddolita di spettatori. della compagnia formata da dilettanti, Probabilmente, per effetto di questi talvolta affiancati da attori professionisti insuccessi, le ospitalità successive vollero attivi nei teatri di area tedesca. essere una sorta di riconciliazione con i Se il primato dello spettacolo, in sen- gusti del pubblico, il quale, da parte sua, so artistico e organizzativo, competeva alla reagì con interesse e applaudì prima la “Kaiserkrone”, non marginale e secondario

44 risultò il ruolo svolto da altri ambienti cit- tadini, che si dimostrarono in grado di avanzare offerte di intrattenimento. Secondo l’usanza asburgica assunta dalla Belle Époque, hotel e caffè di lusso proponevano manifestazioni a carattere musicale per ospiti e clienti locali. Sono sufficienti alcuni esempi. Esibizioni della cappella musicale del reggimento di Fan- teria di Trento e del secondo reggimento Kaiserjäger e della Vereinkapelle di Bol- zano furono frequenti negli Hotel Greif, Walther von der Vogelweide e nel ristoran- te-birreria Schgraffer della centrale Maxi- milianplatz (piazza Walther). Anche il Boznerhof, struttura periferica ubicata ol- tre il ponte sull’Isarco, si dimostrò assai intraprendente. Nel gennaio e febbraio 1900 si registrano esibizioni del secondo reggimento Kaiserjäger, cui seguirono il cantante tirolese Viktor Rainer e la com- pagnia diretta da Wilhelm Waldmüller di Innsbruck. Rispondevano alla logica della sta- gione musicale strutturata e organizzata, gli intrattenimenti che quasi quotidiana- mente si tenevano nel Kurhaus (fig. 3), l’elegante palazzo realizzato dall’architet- to Josef Irschara dotato di spazi di svago per gli ospiti dei lussuosi alberghi e centri di cura distribuiti nel territorio di Gries, antica località rimasta Comune fino al 1925 poi inglobata nel comune cittadino di Bolzano. Nel salone principale (fig. 4) si tenevano una certa frequenza i concerti della Vereinkapelle di Bolzano e si alter- narono artisti e compagnie ospiti, come il pianista Raoul Koczalski e il quartet- to Fissner, entrambi viennesi, la ensemble meranese di Berthold Wolf. Non manca- rono attori provenienti da prestigiosi te- atri austriaci. Anton Komle del Carlthe- ater di Vienna propose una performance comica di alto livello. 3 Il Kurhaus di Gries Completa la mappatura degli am- 4 Il salone principale del Kurhaus bienti deputati all’esercizio delle arti sce- niche la segnalazione di spazi di ritrovo e

45 di consumo svincolati dalle ragioni del tu- opere ancora di Anzengruber, di Franz 1 Vedi K. T. Hoeniger, Altbozner Bilderbuch. Hundert rismo. Nel gennaio 1901 fu inaugurata la Willhardt e Vater Jakob (Padre Giacomo) Abbildungen und vierzig Aufsätze zur Stadtgeschichte, Bo- zen 1968, p. 239 e H. Stuppner, Musik und Gesellschaft 9 sala teatrale della ottocentesca Gesellenve- di Karl Morre. Il testo che suscitò mag- in Südtirol, vol. I, Bozen 1800–2000, Bozen 2009, pp. reinshaus (oggi Kolping Haus) in Ziegel- giori reazioni e consensi tra quelli propo- 32–42. 2 Le trasformazioni architettoniche di palazzo Pock sono gasse (oggi via A. Kolping). L’omonima sti dalla Exl-Bühne fu Glaube und Heimat ricostruite da F. Laitempergher, Bolzano 1700. Sguar- compagnia di dichiarata vocazione cat- (Fede e patria) del tirolese Karl Schönherr do di luce. Palazzo Pock/Bozen 18. Jahrhundert. Lichter- guss Kaiserkrone, Calliano (TN) 1978, pp. 39–58. tolica, per l’occasione, presento Das Hei- nel 1920 e rappresentato a Vienna nello 3 Vedi. B. Weber, Die Stadt Bozen und ihre Umgebun- ligthum von Antiochien, racconto scenico stesso anno. gen, Bozen 1849, pp. 198–199, p. 227 e A. Simeoner, Die Stadt Bozen, Bozen 1899, p. 577. Utili sono le in- ispirato alla storia della prima Crociata di I successi della compagnia Ibsen e formazioni essenziali di R. Montel, Bolzano il centro Ferdinand Ludwig von Rayski, che co- della Exl-Bühne, unitamente alle citate storico / Bozen Die Altstadt, Bolzano 1995, pp. 74–75. 4 L’opuscolo riporta anche i nomi degli interpreti: Ce- nobbe diverse e fortunate repliche. opere presentate dalle compagnie locali, sare Mazza, Rosa Chiarer, Giovanni Boggia, Alessan- Ai margini del Viehmarktplatz (oggi dimostrarono piena sintonia con i gusti e dro Sentieri, Giacomo Vignati, Luigi Leopardi, Lore- piazza Verdi) sorgeva l’edificio delle Bür- le attese del pubblico in un luogo all’oc- to Olivieri. Vedi L. Onestinghel, L’inaugurazione del vecchio teatro di Bolzano nel 1806, “Archivio per l’Alto gersäle (Sale Civiche, fig. 5) realizzato nel correnza trasformato in spazio teatrale, Adige”, IX (1934), pp. 292–300, e G. Canali, Storia 1886 dall’architetto Albert Canal, che quale fu l’elegante salone delle Sale Ci- del primo Teatro di Bolzano, “Atesia Augusta”, X (1940), pp. 43–45. predispose «un salone delle feste unico in viche. Repertorio borghese di fine Otto- 5 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione Au- tutto il Tirolo (fig. 6), e di tre altre grandi cento e autori classici, commedia popola- striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, relazione tecnica di Max Littmann Das neue Stadttheater in Bo- 7 sale, nonché di una serie di altri spazi». � re di matrice contadina e operette, costi- zen, 1918, p. 1. Il testo si legge in versione italiana in Costituì l’alternativa alla “Kaiserkrone” tuirono gli ingredienti essenziali con cui appendice al contributo di Roberto Festi e Chiara Gal- busera in questo volume. nel periodo di funzionamento e diventò mantenere vivo l'interesse della borghesia 6 Per una visione d’insieme delle stagioni teatrali vedi H. il teatro provvisorio principale della città e della nobiltà di una città periferica che Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., pp. 212–247, pp. 270–287, pp. 305–311. dopo la chiusura del 1904. Generalmen- per espletare i propri divertimenti, i riti 7 Vedi J. C. Plattner, Bozen- Gries und Umgebung. Mit te si tenevano concerti delle bande mili- dello sfoggio, della mondanità e i proto- 24 Illustrationen und 3 Karten, Zürich 1889, p. 12, e H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, cit., pp. 212–247, pp. tari locali e della Vereinskapelle, che nel colli del potere, unitamente agli interes- 228–231. periodo estivo si esibiva nel giardino an- si culturali, avvertì la necessità di un ve- 8 Quando la Exl-Bühne recitò per la prima volta nelle nesso. Non mancarono le ospitalità. Nel ro e proprio teatro pubblico, moderno e Sale Civiche di Bolzano, dal 27 marzo al 2 aprile 1910, era una compagnia di respiro internazionale nell’ambito maggio 1900 fu applaudita la compagnia funzionale. Fino all’approvazione del pro- del teatro popolare, per i riconoscimenti ottenuti in modo comica Seidl di Vienna. Nel 1908 si esibì getto dell’architetto Max Littmann per la particolare nei maggiori teatri di Vienna, Theater an der Wien, Kolosseum, Deutsches Volkstheater, Volks- la compagnia Ibsen di Berlino e propose costruzione del Teatro Civico nei giardini oper, Stradttheater, Komödienhaus, Operettentheater Baumeister Solness (Il costruttore Solness), della stazione di Bolzano, si visse una fa- e Burgtheater. Il successo culminò nel 1919, quando Ferdinand Exl, dopo aver aperto ad Innsbruck i Kam- Die Frau vom Meer (La donna di mare) di se di transizione, in cui si animarono di- merspiele, ottenne la direzione dello Stadttheater per Henrick Ibsen, Untreu (L’infedele) del na- battiti politici tra oppositori e sostenitori tre stagioni. La compagnia si sciolse nel 1956. Vedi E. Thurnher, Ferdinand Exl, “Der Schlern”, IL(1975), poletano Roberto Bracco, Die tote Stadt di un’iniziativa che avrebbe scritto pagine pp. 446–449; 50 Jahre Exl-Bühne 1902-1952, a cura (La città morta) di Gabriele D’Annun- importanti per la storia e la cultura della delle Exl-Bühne, Innsbruck 1952. 9 Karl Morre aveva scritto altri testi, tra i quali Deutsche zio. Nel 1910 recitò la Exl-Bühne, com- città. Bauern, ambientato nelle vicinanze di Merano (“in der pagnia di Innsbruck attiva dal 1902 gui- Umgebung Merans”), e pubblicato a Merano presso data da Ferdinand Exl, attore e regista.8 Ellmenreich nel 1902, anno in cui fu stampata a Bol- zano da Verlagsanstalt Tyrolia Die Franzosen in Tirol. Il repertorio era caratterizzato da testi del L’opera comica in tre atti con musiche di Adolf Peter si teatro popolare di tradizione. A Ludwig cala nel 1809, al tempo della sollevazione tirolese gui- data dall’oste Andreas Hofer contro l’invasione delle Anzengruber fu dedicata una trilogia con truppe franco-bavaresi. Al di là dei contenuti ideologi- le messinscene di Der Pfarrer von Kirch- ci, fortemente patriottici, della modestia dell’impianto drammaturgico e letterario, desta un certo interesse la feld (Il parroco di Kirchfeld), Der G’wis- pubblicazione locale delle due commedie (una terza, Der senswurm (Il tarlo della coscienza) e Die Bauerndirektor, fu editata nel 1905 a Pressburg presso Alkatay). Kreuzelschreiber. Per l’effetto positivo ottenuto da questi spettacoli nel 1911 la Exl-Bühne fu nuo- vamente ospite delle Sale Civiche. Propose

46 5 Le Sale Civiche (Bürgersäle) di Bolzano 6 Il salone delle feste delle Sale Civiche (Bürgersäle) UN NUOVO TEATRO PER BOLZANO 1904–1918

Roberto Festi, Chiara Galbusera

Il 28 marzo 1904 le autorità comunali di Bolzano dichiararono inagibile il teatro "Zur Kaiserkrone", situato in un’ampia sa- la nella parte posteriore di Palazzo Pock, in piazza della Mostra, dal 1805 destinata a questa funzione. La situazione, che presen- tava carenze sia strutturali sia di sicurezza, venne puntualmente segnalata a posterio- ri dall’architetto Max Littmann come pre- messa alla relazione di fine lavori del nuo- vo teatro pubblicata in appendice.1 I troppi posti in piedi nella sala, le logge utilizzate solo dalle famiglie che avevano sostenuto la costruzione, l’impossibilità di riscalda- re il teatro, l’assenza di uscite di sicurez- za, sono alcuni dei punti sottolineati dal professionista. � Le osservazioni (di Littmann) – con- siderato in quegli anni uno tra i massi- mi esperti di teatri in Europa – corri- spondevano ad uno stato di fatto di cui l’Amministrazione era ben conscia già dagli ultimi anni del secolo precedente. Gli ammodernamenti e gli adeguamenti dell’edificio, giudicati troppo onerosi, non avrebbero risolto il problema ed imposero quindi la decisione di rimuovere la strut- tura. Due anni dopo, nel 1906, su inizia- tiva e sotto l’impulso del borgomastro Ju- lius Perathoner,2 si iniziò a discutere della possibilità di costruire un nuovo teatro. Il 27 gennaio venne insediata una commis- sione incaricata di seguire il progetto, in- dividuare il luogo più adatto, scegliere il

48 progettista e predisporre un piano di am- più adatti al nuovo edificio gli spazi attigui mortamento finanziario. La costruzione al museo e il parco in prossimità della sta- del teatro, nell’ottica dell’amministrazio- zione. Entrambe le posizioni presentavano ne, sembra un fatto improrogabile, come una serie di vantaggi e svantaggi che furo- risultava dal verbale della commissione no ampiamente dibattuti sia dalla stampa stessa: «Un teatro a Bolzano è una neces- locale sia dalla commissione che utilizzò le sità, un bisogno sia per la popolazione lo- competenze e i giudizi tecnici dell’architet- cale sia per i turisti: un bisogno quindi la to civico Wilhelm Kürschner (fig. 2) e la cui soddisfazione non più essere rimanda- consulenza dell’architetto di Monaco Max ta».3 Nonostante questa dichiarazione di Littmann (fig. 3), in seguito scelto come intenti, la cittadinanza avrebbe dovuto at- progettista. Già nel 1908 il parco della sta- tendere fino all’aprile del 1918 per ammi- zione venne individuato all’unanimità co- rare il nuovo teatro (fig. 1). I lavori prese- me soluzione ideale, ma solo quattro an- ro avvio nel luglio 1913, dopo un lungo ni dopo, il 10 marzo 1912, la commissione iter amministrativo condizionato anche rese definitiva questa scelta.6 da precedenti impegni economici in ope- Lo spazio attiguo al museo, ideale per re pubbliche assunti dall’amministrazio- la sua centralità, venne ritenuto inadegua- ne e ritenuti fondamentali per la città. Tra to poiché situato all’incrocio di due strade il 1909 e il 1911 venne realizzato il nuovo diagonali e per lo spazio troppo limitato ospedale e tra il 1910 e il 1912 la sede per del lotto che non avrebbe permesso futu- la scuola maschile.4 Tra le altre cose, nel ri ampliamenti della parte destinata a ma- 1910 si era annesso al territorio di Bolza- gazzini. Inoltre – come Littmann relazio- no il Comune di Dodiciville. na dettagliatamente al borgomastro – un La commissione e il borgomastro Pe- eventuale incendio avrebbe potuto pro- rathoner continuarono nel frattempo a la- pagarsi al vicino museo, con il rischio di vorare al progetto, impegnandosi in par- perdere entrambi gli edifici. Era da consi- ticolare nel reperimento di fondi e finan- derare anche il punto di vista estetico. Le ziamenti e nella scelta del progettista. due architetture, di pari imponenza ma di Attraverso un fitto carteggio si informaro- stile necessariamente diverso, si sarebbe- no con scrupolo sulle modalità di gestio- ro disturbate a vicenda. Il Museo Civico ne, rivolgendosi in particolare alla vicina (1902–1905) era stato progettato nel tipico amministrazione di Merano che aveva co- stile neomedievale di accezione altoatesina struito un nuovo teatro nel 1900.5 Tra le definitoÜberetscher Stil, con torre merlata, prime decisioni da affrontare vi fu quella trifore, Ecker angolare e grande portale. Si della scelta del luogo. Furono individuati considerò anche che il volume del nuovo quattro siti che sembravano idonei ad ac- teatro avrebbe inevitabilmente tolto luce al cogliere il nuovo edificio: un lotto adia- museo. Al contrario, il parco della stazione cente all’attuale Museo Civico, un fondo garantiva uno spazio progettuale di ampio di proprietà della famiglia Duregger si- respiro, che permetteva anche futuri am- tuato nell’attuale via Ospedale, l’ex chie- pliamenti resi possibili dallo spostamento sa annessa al convento dei Domenicani e del cimitero monumentale che sorgeva in il parco antistante la stazione ferroviaria. quel luogo. 1 (di fronte) Pianta del primo piano del Teatro Apparve subito chiaro che l’ex chiesa dei Con questa scelta la nuova architet- Civico di Bolzano 2 L’architetto civico di Bolzano Wilhelm Domenicani era troppo piccola per acco- tura del teatro, collocata in una zona ver- Kürschner gliere un teatro e anche il fondo Dureg- de, avrebbe creato un insieme armonio- 3 L’architetto Max Littmann di Monaco ger venne scartato per l’eccessiva vicinan- so offrendo ai turisti un’immediata piace- za con l’ospedale. Si presentavano invece vole immagine della città e garantito nel

49 contempo un agevole accesso al pubblico. materialmente alla sua costruzione e alla Littmann concluse le sue considerazioni realizzazione di questo progetto a lungo con un esplicito incoraggiamento a pro- discusso, appare fuori d’ogni dubbio».8 seguire nonostante le diverse prese di po- La “Bozner Zeitung”, in un lungo e sizione, sottolineando la necessità di in- dettagliato articolo apparso il 15 dicem- sistere nell’azione lungimirante e decisa bre 1908, mantenne invece una posizio- intrapresa dalla pubblica amministrazio- ne piuttosto distaccata, attenta a fornire il ne: «Se si volesse non tenere conto di tut- maggior numero di informazioni possibi- te queste più che legittime considerazio- li, spiegando le decisioni prese dalla com- ni, nel luogo indicato si potrebbe costru- missione, in particolare quelle riguardan- ire un teatro che soddisfi solo le esigenze ti la scelta del luogo, ed esponendo i pro immediate, precludendosi la possibilità e i contro di ogni posizione. Unica pre- in un futuro non molto lontano di pre- occupazione, condivisa anche dalla com- disporre ad esempio ampliamenti dei ma- missione, fu quella della diminuzione gazzini, ovvero di mantenere anche in fu- delle aree verdi, che sarebbe stata inevi- turo le condizioni indispensabili al man- tabile collocando il teatro nel parco del- tenimento dell’efficienza e quindi della la stazione. La sua utilità non venne co- redditività della struttura».7 munque messa in discussione e si espo- Il dibattito pubblico che ne derivò sero i vantaggi che ne potevano derivare fu molto acceso sia nel 1908, durante la per la popolazione. Secondo il redattore fase preparatoria, sia nel 1912 quando la dell’articolo, il teatro avrebbe avuto un definizione dell’opera aveva ormai pre- fondamentale compito educativo e socia- so corpo. I quotidiani locali si atteggia- le: «D’altro canto si è pervenuti all’inten- rono su posizioni diverse. In sintonia zione di costruire qui un teatro che non con le idee della commissione le “Bozner sia solo luogo di vacui piaceri ma luogo Nachrichten”, più distaccato il giudizio di crescita culturale, il cui effetto si possa della “Bozner Zeitung”, mentre dalle pa- estendere ai giovani. E se anche non vi ve- gine di “Der Tiroler” non si risparmiaro- nissero rappresentati tutti i più alti generi no critiche e giudizi fortemente negativi. dell’arte teatrale e se si dovesse rinunciare Il quotidiano “Bozner Nachrichten”, ad esempio all’opera maggiore, vi si po- decisamente favorevole al progetto, indicò tranno certamente rappresentare i dram- il teatro come una necessità fondamentale mi, i brani tradizionali e le commedie dei per gli abitanti di Bolzano e mise in evi- nostri classici. In tal modo il teatro po- denza l’importanza che esso avrebbe as- trà assolvere la funzione di portare piacere sunto anche per il flusso turistico, citan- anche alle persone che cercano distensio- do come positivi gli esempi dei teatri di ne dopo le fatiche della giornata».9 Baden presso Vienna e di Salisburgo. Il In un successivo articolo del 6 apri- quotidiano analizzava nel dettaglio costi le 1912 – intitolato Zur Bozner Theater- e piani di finanziamento, giudicando la frage10 nel quale venne presentato il pia- spesa non così gravosa per la cittadinanza no dei finanziamenti comunicato dal a fronte dei benefici che ne potevano de- borgomastro – la “Bozner Zeitung” sotto- rivare: «Che anche i concittadini, che nu- lineò come i prezzi proposti per i biglietti trono la speranza di trascorrere nel nuovo d’ingresso, soprattutto le poltrone nelle teatro molte ore di svago edificante, ed i logge, fossero troppo alti, e invitò a consi- visitatori della nostra città, i forestieri che derare la possibilità di agevolazioni appli- a migliaia vi troveranno istruttivo intrat- cando ad esempio tariffe domenicali ridot- tenimento, saranno lieti di contribuire te con l’auspicio di prezzi più contenuti per

50 permettere a tutti, anche a chi cerca «di- cingersi a dare inizio all’opera, abbia l’ar- La facciata dovrà armonizzarsi al panora- stensione dopo le giornate di fatica», di fre- dire di assumersi tale onere su di sé e di ma cittadino».17 La scelta del professioni- quentare la nuova struttura. attirarsi il disaccordo dell’intera popola- sta che potesse rispondere al meglio ad un Di tutt’altra opinione fu “Der Tiro- zione, o per lo meno del 90% di essa».15 progetto con questi requisiti fu rimandata ler”, che dichiarò esplicitamente e senza Nonostante difficoltà e critiche – ad un momento successivo. mezzi termini la propria posizione: «[...] complice anche la consapevolezza di una Solo nel 1912, alla ripresa del dibatti- perché Bolzano non ha soldi per costruire situazione politica internazionale molto to, diversi architetti – tutti specialisti nella un teatro e per mantenerlo»,11 e richiamò delicata – l’amministrazione riuscì a por- progettazione di teatri – inviarono le loro l’attenzione dei cittadini e dell’ammini- tare a termine l’iter amministrativo di- referenze e le loro proposte. Parteciparono strazione su altri problemi, in particolare mostrando la volontà di legare il proprio a questa fase i viennesi Fellner&Helmer18, l’ospedale, ma anche lo spostamento del programma politico ad un’opera utile per Alexander Graf19, Henry Helbig20, il cimitero, la questione dell’approvvigiona- i cittadini e necessaria per la crescita cul- boemo Rudolf Krausz21 e il germani- mento idrico e quella dei bagni pubblici. turale di Bolzano. Nella relazione della co Max Littmann22. La commissione fe- Si evidenzia soprattutto la mancanza di commissione del 10 marzo 1912, quando ce da subito una scelta di selezione ed in- un pubblico per le rappresentazioni tea- ormai tutte le decisioni sulla realizzazio- trattenne rapporti principalmente con gli trali: «E questa rappresentanza comunale ne del teatro erano state prese, si dichia- architetti Graf e Littmann «[…] invita- si accinge ora a mettere in scena dinnanzi rò: «I nostri concittadini ed i posteri sa- ti dal Magistrato cittadino di Bolzano a alla popolazione la commedia della pro- ranno i giudici delle nostre azioni. Non presentare una bozza di progetto per un gettata costruzione del teatro, ed i signori si potrebbe comprendere e non si potreb- teatro».23 Occorre ricordare che Littmann esperti potranno chiedere se si debba ri- be scusare se la rappresentanza comunale era già stato convocato nel 1908 dall’am- servarvi il posto per 500, 600 o addirit- non sfruttasse il momento di una cresci- ministrazione come consulente per la scel- tura 800 spettatori. Si pensa agli spetta- ta incredibilmente rapida della città e di ta del luogo dove avrebbe dovuto sorgere tori non presenti (in città) e si prevede un un evidente sviluppo economico per rea- l’opera. Egli partiva quindi da una posi- apporto forse da Appiano, Ponte Garde- lizzare un’istituzione culturale che i no- zione di vantaggio, dal momento che in na, Egna e Bronzolo, perché si sa che da stri avi già più di cent’anni fa giudicava- quell’occasione aveva potuto dimostrare la Bolzano non si riesce a raccoglierne co- no indispensabile e che seppero realizzare sua competenza guadagnandosi la fiducia sì tanti [...] mentre per quanto riguarda compiutamente, pur nelle modalità allora della commissione e del borgomastro con l’ospedale si è elusa la questione nei con- possibili».16 cui mantenne uno stretto rapporto episto- fronti dei comuni limitrofi con un sacco Benché l’iter per la scelta del luogo lare in tutte le fasi dell’iter amministra- di pretesti».12 più adatto alla collocazione del teatro si tivo. In una lettera inviata a Perathoner Nel 1912, a un anno dall’inizio dei fosse protratto così a lungo, i parametri scrisse: «La ringrazio, ora che entra più a lavori, il quotidiano pubblicò ancora due a cui il progetto avrebbe dovuto rispon- fondo nella progettazione del teatro, di ri- articoli dal titolo Die Bozner Theaterfra- dere erano già stati individuati con pre- cordarsi di me.»24 Anche nella presenta- ge13 e Glossen zur Bozner Theaterbaufrage14 cisione dalla commissione in una seduta zione delle referenze – passo fondamenta- in cui riprese i temi già trattati nel 1908. del 26 febbraio 1907. Caratteristiche im- le per convincere il committente – l’archi- Oltre alla critica verso il piano dei finan- prescindibili erano la capienza, la conve- tetto di Monaco non lascia nulla al caso. ziamenti proposto dal borgomastro – che nienza economica e uno stile architettoni- Nella documentazione d’archivio sono sarebbe stato del tutto insufficiente per co adeguato alla città. La relazione del 10 presenti tre libri25, di cui Littmann stesso sanare in tempi brevi il debito contratto marzo 1912 è in tal senso esplicita: «Le li- è autore, sulla costruzione dei suoi teatri e – secondo “Der Tiroler” gli oneri derivan- nee generali del programma della costru- nei quali descrive e documenta dettaglia- ti dalla costruzione e dalla gestione sareb- zione annunciano che il teatro dovrà ospi- tamente con disegni e immagini la loro bero stati molto maggiori del previsto e tare 650–700 spettatori, per la quasi to- progettazione e realizzazione. si sottolineò il dissenso della cittadinan- talità dei quali devono essere predisposti Littmann non sembrava apparente- za, per la quale il teatro sarebbe stato una posti a sedere. Dovranno essere previsti mente aver bisogno di “appoggi” del bor- spesa inutile e priva di benefici:« É inoltre anche spazi per posti in piedi. Il numero gomastro o della commissione. Il con- incredibile che il consiglio comunale, nel dei palchi dovrà essere di circa 20; i costi fronto diretto degli studi preliminari for- momento in cui bisognerà veramente ac- dovranno aggirarsi sulle 600.000 corone. niti dai due progettisti e visionati dalla

51 commissione, evidenziava che quelli pre- no nel progetto di Graf».28 Motivazione galleria era di 21 metri, mentre in quella sentati dal professionista di Monaco ri- assolutamente soggettiva – come da sem- di Graf si arrivava a 26 metri: «Gli spet- sultavano migliori per una serie di ragio- pre succede nei giudizi sulle architettu- tatori in quell’area vedranno e sentiranno ni concrete. Non tanto sulla capienza che re, specie nei concorsi – ma che probabil- un po’ meno e l’acustica della sala potreb- quasi si equivale – 752 posti totali con 22 mente trova la sua ragione d’essere nei ri- be risultare sfavorita».31 Il giudizio esteti- logge per Littmann a fronte di 742 con ferimenti culturali della commissione più co si concentrò inoltre sugli spazi del fo- 24 logge per Graf – ma piuttosto per il di- rivolti all’austerità delle architetture ger- yer: quello di Graf, alto 4 metri e largo verso utilizzo degli spazi e per la miglior maniche, piuttosto che allo storicismo au- 16, «sarebbe stato molto misero da vede- disposizione degli stessi. La commissione striaco o alle troppo recenti innovazioni re»,32 mentre la commissione è certa che, sottolineò anche come fossero necessarie proposte dallo Jugendstil viennese. Si ap- al contrario, quello di Littmann, alto 6.5 le logge «come è stato fatto a Merano»,26 prezzò, peraltro a ragione, il tentativo di metri, sarebbe apparso più imponente e che erano i posti più costosi e quindi i più Littmann di ottemperare ad una delle ri- dunque più adatto a svolgere la sua fun- remunerativi in riferimento alla gestione. chieste esplicite della commissione ovvero zione di rappresentanza. Facendo un paragone con i parametri del quello di entrare in sintonia con le forme Dall’insieme di questi elementi si può vecchio Kaiserkrone si invitava implicita- architettoniche della città. L’architetto, facilmente intuire quali fossero gli orien- mente a sfruttare al meglio proprio i posti sempre particolarmente attento all’im- tamenti della commissione. Decisivo per nelle logge: «Non si può infatti dimenti- patto estetico delle sue opere, sia nell’im- la scelta fu anche l’impegno economico. care, se si pensa ai 33 palchi del Kaiser- pianto generale sia nei dettagli, dimostrò Il preventivo per le opere fornito da Litt- krone, che nel vecchio teatro gli spettatori infatti una grande cura nel trattare il tema mann, stimato in 700.000 corone com- dei loggioni pagavano lo stesso biglietto dei volumi e dei prospetti esterni, non di- prensive dell’onorario dell’architetto stes- d’entrata di chi stava in piedi in platea.»27 menticando l’immagine che l’edificio do- so, era inferiore a quello del collega vien- Nel febbraio del 1913 la commissione veva trasmettere anche in funzione al luo- nese che valutò un costo di 700.000 analizzò gli elaborati completi, prenden- go, considerato una delle porte d’ingresso corone esclusa la sua parcella valutata in do in esame tutti i parametri utili per la della città. Aspetto non secondario preso circa 3.500 corone. Nonostante l’impor- scelta del miglior progetto, puntando in in considerazione dalla commissione fu to superasse di 100.000 corone il limite di particolare l’attenzione sull’aspetto este- quello della sicurezza, alla quale era attri- spesa imposto inizialmente, l’incarico fu tico, la disposizione dei posti, la sicurez- buita una particolare importanza dal mo- ufficialmente affidato, il 13 giugno 1913, za e i costi di realizzazione. Già dall’inci- mento che proprio per questa ragione si all’architetto Littmann stabilendo per il pit della relazione è evidente il favorevole era giunti alla chiusura del “Kaiserkrone”. primo ottobre 1914 la data di fine lavori. orientamento verso la proposta di Litt- La platea nel progetto di Graf presentava Il cantiere prese avvio il 16 luglio, ma lo mann. Si sottolineano soprattutto le ca- due sole uscite laterali, mentre Littmann scoppio della guerra – come ricorda Litt- ratteristiche architettoniche dell’edificio, ne aveva previste cinque. La commissio- mann nella sua relazione di fine lavori – il suo stile e il suo rapporto con il con- ne commentò così la scelta: «L’evacuazio- impedì il completamento delle opere nei testo: «Incontriamo dapprima (proget- ne della platea è qui molto più agevole, si- tempi previsti. to Graf n.d.a.) una soluzione di faccia- cura e veloce, aspetto rilevante in caso di Da questa dettagliata relazione, pubbli- ta nello stile universale dei teatri del ba- emergenza».29 Le motivate attenzioni del- cata integralmente in appendice, si posso- rocco viennese, e di qui un tentativo non la commissione riguardo al tema della si- no cogliere tutti gli aspetti tecnici dell’ope- molto fortunato di conciliazione di moti- curezza si evidenziano anche nel verbale ra, concepita dal cinquantenne Littmann vi dello stile dell’Oltradige con un gene- di una seduta in cui il «signor autore del in un momento nel quale era all’apice del- re monumentale. Al contrario, la soluzio- progetto» è invitato a dei chiarimenti pro- la carriera professionale. Nel decennio pre- ne di facciata di Littmann suggerisce da prio in riferimento alle uscite ed all’im- cedente la realizzazione del teatro di Bol- subito l’impressione di un serio impegno piantistica.30 Altri aspetti da considerare, zano, aveva progettato e realizzato in area dell’artista di realizzare un teatro dedica- vista la funzione dell’edificio, erano natu- tedesca dieci edifici teatrali: tre a Monaco, to a Bolzano, collocato alla porta d’in- ralmente l’acustica e la visibilità. Anche in a Bad Reichenhall, Bad Kissingen, Wei- gresso della città. C’è atmosfera nell’im- questo caso la soluzione proposta da Litt- mar, Charlottenburg, Hildesheim, Posen e magine del teatro di Littmann, e proprio mann venne giudicata migliore poiché la Stoccarda. Bolzano sarebbe stata la sua pe- quest’atmosfera è quello che si cerca inva- distanza tra il palco e le ultime file della nultima opera.

52 4 Il Teatro Civico di Bolzano in una prospettiva area che ne evidenzia la volumetria e l'impianto del parco antistante Nei riferimenti bibliografici sull’architet- sentato dalle sue conoscenze ingegneri- ra dei maestri Karl Friedrich Schinkel37 e tura tedesca tra 1890 e 1915, in partico- stiche e da una grande competenza nella Leo von Klenze38. Di conseguenza, forme lare nell’area di Monaco, il nome di Litt- progettazione degli impianti. Scrupolo- e stile delle sue architetture – soprattut- mann ricorre frequentemente. In qua- sissimo, Littmann cercava di aggiornarsi to per quanto riguarda gli edifici pubbli- rant’anni di attività egli fu progettista di su nuove tecnologie e nuovi materiali, in ci – attingono a piene mani dal reperto- molti edifici, inizialmente in sodalizio con particolare sugli sviluppi nell’utilizzo del rio classico, applicando di volta in volta il suocero Jakob Heilmann (1846–1927) cemento armato per le strutture, un passo un processo di sviluppo quasi sempre im- ed in seguito in forma autonoma. Ge- fondamentale anche in merito agli aspet- postato su un rigido orientamento assiale. org Jacob Wolf (1882–1952) – il princi- ti di sicurezza e di prevenzione degli in- Come Schinkel «egli aspirava ad una bel- pale biografo dell’architetto monacense33 cendi. Scrive ancora Wolf: «Guardando lezza armonica ideale [...] percepiva l’or- a cui dedica una raffinata monografia – all’opera di Littmann, indipendentemen- dine secondo cui si era costruito nel pas- divide in tre gruppi i progetti di Litt- te da quanto lontano nell’anteguerra la si sato e deduceva da questo il senso del suo mann: il primo con edifici privati, com- contempli, appare di particolare interesse intervento, trovando i criteri formali con merciali e ospedali, il secondo con i com- osservare come nella sua opera i diversi la- cui legare i principi costruttivi antichi con plessi per cure termali, comprendente an- vori procedano di pari passo, siano tan- quelli moderni.»39 che ristoranti, sale da musica e spazi verdi genti e si intersechino, scorgendo occasio- Anche nell’edilizia privata – si vedano ed infine i teatri. Gli edifici principali si nalmente una influenza stilistica recipro- le ville progettate tra il 1900 e il 1905 – concentrano soprattutto a Monaco con- ca, ma come in generale in ogni lavoro, Littmann fatica a recepire influenze e tribuendo al rinnovo dell’aspetto urbano già nei contatti preliminari alla costru- suggestioni degli ambienti Jugendstil. For- della città bavarese. Scrive Wolf: «Il suo zione, vi fosse in nuce la soluzione finale se solo nel caso del Münchner Künstler- segno artistico si è fissato in forme dure- che sarebbe stata adottata. Questo è pro- theater (fig. 5) traspare una scelta espres- voli nell’immagine di molte città tede- va non solo di un’elasticità sul piano sti- siva diversa, legata a queste forme, e rela- sche: in particolare non è da trascurare la listico ma anche di doti di organizzazio- zionabile in particolare con il coevo edi- sua opera nella storia architettonica recen- ne e di flessibilità, e di immedesimazione ficio progettato da Josef Hoffmann per la te della sua patria elettiva, Monaco di Ba- nell’essenza, nelle funzioni e nelle desti- Kunstschau viennese del 1908. viera.»� Tra le opere realizzate, un edificio nazioni di ogni singola costruzione».35 Le architetture da cui si possono co- in particolare rese Littmann caro ai suoi Conseguenza di queste modalità di pro- gliere al meglio personalità e competenze concittadini: la sistemazione della Königli- gettazione è la costruzione di architettu- di Littmann sono certamente i teatri che, ches Hofbräuhaus am Platzl (1896–1897), re che hanno una loro personalità dovu- con enfasi retorica, Wolf ricorda «chiama- tradizionale luogo di ritrovo della cittadi- ta alle differenze, anche minime, origina- ti a un altro compito, trasmettere il suo nanza e ancora oggi conosciuta per la sua te dalle esigenze a cui devono rispondere: nome e il suo valore in un lontano futu- funzione a livello internazionale. «In tutte queste opere Littmann non si è ro».40 Proprio nella progettazione dei te- Littmann fu chiamato a creare edifici mai accontentato, perpetuando forme ed atri Littmann mise a frutto tutte quelle così diversi tra loro soprattutto per il suo esperienze costruttive tramandate, […] qualità e competenze che sono state ricor- approccio metodologico alla progettazio- ma si è sempre sforzato tenacemente di date: «Al progettista del teatro competo- ne. Come risulta evidente anche dal caso creare qualcosa di nuovo e di personale».36 no non solo dedizione e professionalità, di Bolzano, egli iniziava il suo lavoro con Questa volontà di novità, così insi- non solo le più allargate conoscenze archi- un’approfondita indagine del contesto in stentemente ribadita da Wolf, non va co- tettoniche, ma una profonda conoscenza cui l’edificio si sarebbe dovuto collocare munque fraintesa. Littmann non può es- teorica di tutte le questioni che interessa- cercando di comprenderne le problemati- sere inserito in quel nutrito gruppo di in- no l’arte dello spettacolo, dalla messa in che sia tecniche sia estetiche. Dopo l’ana- novatori del linguaggio architettonico, scena dei repertori fino alle più sottili e lisi di questi elementi l’architetto indiriz- attivi tra fine Ottocento e inizio del No- raffinante opportunità offerte dalla tecni- zava le proprie scelte verso soluzioni for- vecento, che contribuirono alla nascita e ca costruttiva ed ingegneristica».� malmente non troppo complesse, che gli allo sviluppo dell’architettura moderna. I Littmann si avvalse non solo di no- permettessero di rispondere in modo ade- suoi riferimenti culturali datavano piutto- vità tecnologiche già sperimentate, ma le guato e concreto alle richieste della com- sto alla metà del secolo precedente e so- sue competenze e le osservazioni sul fun- mittenza. Un valore aggiunto era rappre- no principalmente riconducibili all’ope- zionamento della “macchina teatrale” lo

54 portarono ad adottare una soluzione asso- lutamente innovativa come quella del pro- scenio variabile, pensato e sviluppato per adattare la scena alle diverse esigenze del- le manifestazioni artistiche che si svolge- vano nel teatro: «Da questo punto centra- le (Littmann) ha sviluppato da una parte il proscenio verso la sala, con particola- re attenzione alla necessaria collocazione dell’orchestra, e dall’altra lo ha sviluppa- to in direzione del palcoscenico: così è ri- uscito qui felicemente a ravvicinare i fata- li rapporti di prospettiva del vecchio pal- coscenico con il boccascena e a mostrare nuove soluzioni di illuminazione, gra- zie all’impiego di riflettori. La trovata di Littmann del ‘proscenio variabile’ [...] è diventata nel contempo simbolo e moti- vo dominante nella produzione teatrale di Littmann. È versatile, senza rinunciare ad un’interna unitarietà, ha un proprio stile e tiene conto delle necessità e delle condi- zioni dei teatri moderni, è funzionale alle opere musicali di Wagner che richiedono un’orchestra sottolivello e coperta, come all’opera maggiore italiana, agli intimi bra- ni cameristici come ai drammi classici – ed assurge così a paradigma dell’intera ope- ra di Littmann, multiforme eppur nel con- tempo dotata di unitaria coerenza nell’arte costruttiva teatrale, che attraverso di lui ha preso l’avvio. Non è ridondante dire che il contributo di Littmann in questo campo ha segnato un punto di svolta nella costru- zione teatrale tedesca ed europea».42�(fig. 7) Questa innovazione, oltre ad avere del- le ricadute positive su aspetti tecnici fonda- mentali come acustica e visibilità, rispon- deva a un programma più ampio che in- tendeva il teatro come luogo di elevazione morale degli spettatori, i quali erano po- sitivamente influenzati non solo dal con- tenuto di ciò che guardavano, ma anche dalla forma dello spazio in cui erano im- 5 Il Künstlertheater di Monaco, progettato da mersi, secondo una convinzione – tipica Max Littmann della seconda metà dell’Ottocento – che arte e architettura potessero migliorare

55 la società sia a livello morale sia sociale.43 L’incontestabile successo e gradimento di Littmann, a parte queste idee sull’arte, è certamente dovuto alle profonde cono- scenze tecniche delle esigenze teatrali, raf- forzate da un continuo dialogo e da uno scambio di esperienze con i professionisti coinvolti (direttori, personale addetto al- le macchine, ma anche poeti e critici).44 Proprio per questa sua competenza tec- nica – che gli permetteva tra l’altro, co- me appare evidente dal caso di Bolzano, di ottimizzare il controllo dei costi – lo fecero spesso preferire ad altri progettisti. La critica del tempo ha correttamen- te messo in evidenza come le forme ar- chitettoniche, soprattutto dell’involucro esterno, non siano in molti casi all’altezza delle innovative soluzioni tecniche adot- tate negli interni. Questa discrasia tra in- terno ed esterno si evidenzia maggior- mente nella progettazione dei teatri, do- ve probabilmente Littmann – come aveva appreso dai suoi maestri, Schinkel, von Klenze e Semper – sentiva di doversi ade- guare a uno stile in sintonia alla simbo- logia di tempio della cultura che i teatri erano chiamati a svolgere. In realtà il suo repertorio formale, pur sorretto da un’ec- cellente partizione dello spazio, da rap- porti proporzionali e da equilibri compo- sitivi collaudati, da una scelta raffinata ed efficace di materiali costruttivi, è piutto- sto ristretto e si potrebbe dire quasi ripeti- tivo (fig. 8). Non è un caso che un model- lo simile di teatro, opera di Martin Dülfer (1859–1942), architetto che si sarebbe poi rinnovato avvicinandosi ai canoni Jugend- stil, sia visibile nella vicina Merano. Il teatro di Bolzano, opera della pie- na maturità, permette anche di propor- re un giudizio complessivo sulla sua opera (fig. 6). Tipico rappresentante della cul-

6 Pianta del terzo piano del Teatro Civico di tura architettonica del tardo storicismo – Bolzano in quella versione neoclassica che accom- pagna gli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento – in Littmann prevale, fuori da

56 ogni dubbio, un taglio accademico e tra- ciò la commissione apprezzò (o volle ap- in quel momento da un maggior numero dizionalista e quell’idea di classicità che ri- prezzare) anche da un punto di vista este- di estimatori. Il ricorso ad un progettista mase come filo conduttore anche per tutti tico il suo progetto. Sicuramente egli riu- di Monaco, contrapposto inizialmente ad gli anni Venti e Trenta durante il Nazional- scì a presentarsi alla committenza in mo- un architetto di scuola viennese, è pari- socialismo. Un neoclassicismo che consen- do molto professionale, dimostrando le menti interessante e contiene un esplicito te – nell’area austriaca e tedesca – proficue sue qualità di esperto e la sua disponibilità segnale alla capitale asburgica, sottolinean- contaminazioni con la marea montante del sin dal sopralluogo del 1908 e confidan- do come l’identità sudtirolese – in quegli Secessionismo-Jugendstil e che coinvolse do in un curriculum già molto prestigioso anni dibattuta con grande fervore – non quasi tutti gli architetti del tempo, anche che offriva garanzie sicure sulla costruzio- fosse elemento secondario negli orienta- i futuri maestri dell’architettura moderna ne di un teatro ineccepibile da un punto menti e nella scelta finale. Le motivazio- come ad esempio Peter Behrens. Questo di vista tecnico. ni politiche sottese alla costruzione del te- giudizio è confermato dall’analisi delle sue Nel momento della scelta del pro- atro, luogo in cui, come dimostra anche architetture più conosciute nelle quali, mai gettista, altre componenti sembrano la programmazione delle opere, l’identità discostandosi da regole compositive molto entrare in gioco. Littmann venne con- culturale era messa in scena, non vanno rigide, Littmann riesce a proporre signifi- frontato dalla commissione con il colle- sottovalutate. In diversi momenti dell’iter cative varianti tipologiche. Limitandosi al- ga viennese Alexander Graf, ma presen- progettuale infatti vennero preferite dit- lo studio della sua opera come progettista tarono il loro progetto anche lo studio te tedesche a quelle italiane nonostante la di teatri nel decennio di massima produ- Fellner&Hellmer, Rudolf Krausz e Hen- scelta risultasse spesso antieconomica. So- zione – e cercando di sintetizzarne le scel- ry Helbig. Sia Graf sia Fellner&Helmer prattutto riguardo alle sculture e ai lavori te formali – si nota dunque un’alternanza progettavano secondo canoni storici- artistici in pietra, Littmann scrisse al bor- di stili che, legati a contesti diversi, confer- sti, quindi molto vicini a Littmann, gomastro in due occasioni,45 sottolineando mano un sorprendente “eclettismo”: Bad ma riuscivano a caratterizzare i loro la- come le aziende italiane che avevano invia- Kissingen (1904–1905) sembra riprende- vori con una maggiore ricerca di grazia to i preventivi fossero più economiche, dal re valenze tardo barocche alla Fischer von e leggerezza. Krausz e Helbig, al con- momento che quelle tedesche lavoravano la Erlach, mentre per Charlottenburg (1905– trario, dichiaratamente legati al mo- stessa pietra ma in più dovevano sostenere 1906) si notano profonde analogie con vimento Jugendstil, davano molta im- i costi del trasporto. Tuttavia la preferen- le architetture di Friedrich Ohmann. Ad portanza alla decorazione, ottenuta at- za per “motivi politici”46 ricadde inevitabil- Hildesheim (1908–1909), di impianto tra- traverso l’uso di linee curve ispirate a mente su quelle tedesche, come risulta dal- dizionale, Littmann propone una tipolo- motivi ed elementi del mondo naturale. la presenza quasi esclusiva di ditte dell’area gia di teatro assai diffusa in tutta l’area au- Occorre ricordare che contemporanea- germanica nell’elenco redatto da Littmann striaco-tedesca, ma anche slava e di parte mente all’Art Nouveau e allo storicismo in calce alla sua relazione. Anche nel caso dell’est Europa. Posen (1910–1911), pres- erano anche attivi progettisti che ricon- della scelta del direttore prevalsero queste soché contemporaneo, riprende invece il ducevano le loro architetture ad un’in- ragioni. Littmann espresse a Perathoner, in solco di una classicità accademica e solen- tensa semplificazione formale, criterio una lettera del 18 settembre 1913,47 un suo ne che riconduce al riferimento primario molto evidente ad esempio nelle opere parere sul futuro direttore proponendo il di Littmann, che è quello schinkeliano. A di Henry Van de Velde (1863–1957) in viennese Gregor der Hopfer, ma alla fine la Neustrelitz (fig. 7) (1926–1928), dieci an- area tedesca e di Louis Henry Sullivan scelta ricadde su Leo Bowacz, comunque ni dopo Bolzano e a fine carriera, appaiono (1856–1924) in quella americana. di lingua tedesca. addirittura modelli d’ispirazione tesso- Il lavoro della commissione bolzanina è Dopo il travagliato iter progettua- nowiana, segno di un apprezzabile, anche dunque caratterizzato dalla lungimiranza e le la costruzione del teatro subì dei ral- se ormai quasi anacronistico, tentativo di dalla tenacia con la quale è stato persegui- lentamenti a causa della guerra. I lavori rinnovamento. to l’obbiettivo del progetto ma anche dalla dovettero essere sospesi nel maggio 1915 Le ragioni per cui Littmann fu scelto “prudenza” messa in campo nella scelta di quando mancava poco alla conclusione come architetto per il teatro di Bolzano Littmann, il solo forse che poteva garan- e l’edificio fu adibito a magazzino sino sembrano dunque più legate alla sua vo- tire una struttura teatrale all’avanguardia all’autunno del 1917, quando si decise di cazione tecnico-pratica piuttosto che al- pur rimanendo all’interno di una corren- riprendere i lavori per permetterne l’uso le sue innovazioni stilistiche. Nonostante te architettonica consolidata e apprezzata ai militari di stanza in Sudtirolo.48 Solo

57 nel gennaio 1918 i lavori furono ultimati non si è identificata la provenienza, for- e il teatro ottenne l’agibilità. L’edificio fu se sbalzato sul luogo del bombardamen- inaugurato il 14 aprile 1918 con Egmont- to dal limitrofo cimitero monumentale, Ouvertüre di Beethoven, Schicksalslied di e un gruppo di putti, situato originaria- Brahms e il coro finale di Meistersinger. mente sull’angolo esterno della terrazza. Il teatro ospitò negli anni successivi vari Dopo la demolizione il consiglio co- tipi di spettacoli, adeguandosi anche al- munale decise subito, già nel dicembre le nuove tecnologiche come il cinemato- 1947 di indire un concorso per la costru- grafo.50 Per questo nuovo utilizzo furono zione di un nuovo teatro. Il progetto do- necessari degli ammodernamenti, esegui- veva comprendere una sala dalla capien- ti dalla ditta Società Imprese Spettacolo, za minima di 1600 posti per spettacoli che aveva in concessione la gestione del di prosa, opera lirica e concerti, inoltre teatro. In particolare al posto dello spa- una sala cinematografica che si prestasse zio riservato alla cassa fu aperto l’ingresso anche a feste danzanti e per le conferen- principale alla platea, dove furono elimi- ze con un ingresso indipendente, alcune nati i posti in piedi aggiungendo ulterio- sale per le esposizioni, dei locali per l’am- ri sedute. I palchi al primo piano venne- ministrazione e alcuni spazi da riservare ro trasformati in una galleria. L’orchestra a vetrine o negozi. Anche in questo ca- venne rialzata e nelle occasioni di feste so era richiesto che l’architettura fosse in danzanti veniva predisposto un pavimen- armonia con il contesto circostante,53 ma to mobile per creare un unico piano tra il progetto venne rimandato a causa dei l’ingresso e il palcoscenico (fig. 8).51 problemi più urgenti della ricostruzione Il 2 settembre 1943 la posizione vi- e solo nel 1995 venne affidato l’incarico cino alla stazione, ritenuta così vantag- a Marco Zanuso. giosa nella fase progettuale, fu fatale al teatro che rimase gravemente danneg- giato a causa dei bombardamenti.52 A guerra conclusa si preferì radere al suolo ciò che rimaneva della struttura piutto- sto che ripristinarla. Della parte sculto- rea, che pure si era salvata, come appa- re dalle fotografie dell’epoca, è rimasto ben poco. Probabilmente tutto ciò che si poteva riutilizzare venne impiegato in al- tre ricostruzioni. Alcuni frammenti sono conservati nei depositi comunali: si trat- ta in particolare di parti dei pilastri del porticato in marmo bianco del Trentino del porticato, che presentano delle cor- nici incise e delle decorazioni a bassori- lievo con frutti e fiori nella parte centra- le, mentre nella parte inferiore sono raf- figurate delle conchiglie. La fontana con mascherone – che si trovava al centro dell’emiciclo dei viali d’accesso al teatro – è ora collocata in piazza Mazzini. Sono anche presenti un piccolo timpano di cui

58 7 Il teatro di Neustrelitz 8 Pianta del piano terra del Teatro Civico di Bolzano 1 Il testo integrale della relazione di Littmann è riportato diversi quotidiani dell’epoca (per es. Umbau des Gärt- l’Alte Pinakothek (1826–36) e il Walhalla presso Re- in appendice 2, a p. 78. nerplatztheaters, “Münchener Neueste Nachrichten”, gensburg (1830–1842). 2 Julius Perathoner (Teodone di Brunico, 28 febbraio 25 gennaio 1910, p. 3; Umbau des Gärtnerplatztheaters, 39 AA.VV, 1781–1841 Schinkel, l’architetto del principe, 1949 – Bolzano, 17 aprile 1926) fu borgomastro di Bol- “Bayerischer Kourier und Münchener Fremdenblatt”, catalogo della mostra, Venezia 1982, p.16. zano tra il 1895 e il 1922. Deputato al parlamento di 27 gennaio 1910, p. 4) non si hanno notizie biografi- 40 G. J. Wolf, Max Littmann 1862–1931, cit., p. 35. Vienna tra il 1901 il 1911 e alla dieta di Innsbruck tra che certe. 41 Ibidem, p. 36. il 1902 e il 1907. Le tappe principali del progetto di co- 21 Rudolf Krausz (Böhmisch–Leipa, 17 marzo 1872 – 42 Ibidem, pp. 38–39. struzione del teatro sono riassunte efficacemente in una Vienna, 4 luglio 1928). Studiò alla Technische Hoch- 43 Schinkel stesso, considerato da Littmann come un sua relazione dinnanzi al consiglio cittadino, riportata schule a Charlottenburg e Vienna. Partecipò a molti maestro, sosteneva che il compito dell’architettura fos- in appendice 1. concorsi, vincendo diversi premi tra cui il primo po- se di «nobilitare e migliorare la condizione degli uomi- 3 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- sto per la costruzione del teatro comunale di Friburgo ni» cit. in G. Riemann, Karl Friedrich Schinkel, la vita striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, relazione (1903). Oltre a molte abitazioni private realizzò il mu- e l’opera, in 1781–1841 Schinkel, l’architetto del principe, riassuntiva del lavoro del comitato, 10 marzo 1912. nicipio di Weikersdorf (1903–1905) e la Baden Som- cit., p. 36. 4 Si tratta della Knabeschule “Kaiserin Elisabeth”. merarena (1905–1906). Nel 1901 partecipò anche a un 44 G. J. Wolf, Max Littmann 1862–1931, cit., p. 36. 5 Il Teatro Civico di Merano (1900) fu progettato da concorso per la realizzazione di una filiale della Cassa 45 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- Martin Dülfer, mentre la direzione lavori fu affidata a di Risparmio di Bolzano. Il suo stile è proprio del mo- striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Max Wilhelm Kürschner, che sarebbe poi diventato architet- vimento Jugendstil. Littmann a Julius Perathoner, 2 febbraio 1914. to cittadino di Bolzano. È conservata una lettera del di- 22 Si veda la scheda biografica. 46 Ibidem. rettore del teatro di Merano Julius Laska al borgomastro 23 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 47 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- Perathoner: ACBZ, Comune di Bolzano di amministra- striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, relazione striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Max zione austriaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, tecnica di M. Littmann, Das neue Stadttheater in Bo- Littmann a Julius Perathoner, 18 settembre 1913. Julius Laska a Julius Perathoner, 11 aprile 1912. zen, p.1. 48 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 6 Die Bozner Theaterfrage, “Der Tiroler”, d’ora in poi 24 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico“, relazione “Tir”, 16 marzo 1912, p. 6. striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Max tecnica di M. Littmann, Das neue Stadttheater in Bo- 7 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- Littmann a Julius Perathoner, 22 marzo 1912. zen, p. 10. striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Max 25 M Littmann, Das Münchner Schauspielhaus, Mün- 49 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- Littmann a Julius Perathoner, 26 marzo 1912. chen s.d.; Id., Das königliche Theater in Bad Kissingen, striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico“, relazione 8 Die Frage eines Theaterbaues in Bozen, “Bozner Na- München 1905; Id., Das Münchner Künstlertheater, dell’ispezione del teatro, 31 gennaio 1918. chrichten”, d’ora in poi “BzN”, 16 luglio 1908, p. 1. München 1908. 50 Per i successivi usi del teatro si rimanda inoltre agli 9 Die Frage eines Theaterbaues in Bozen, “Bozner Zei- 26 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- gli interventi di Rolf Petri, Massimo Bertoldi, Angela tung”, d’ora in poi “BZ”, 16 dicembre 1908, s.p. striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Relazio- Mura, Ettore Frangipane in questo stesso volume. 10 Zur Bozner Theaterfrage, “BZ”, 6 aprile 1912, s.p. ne della seduta della commissione, 27 marzo 1912. 51 La nuova sistemazione del Teatro Civico, “La Provincia 11 Zur Theaterfrage in Bozen, “Tir”, 17 dicembre 1908, 27 Ibidem. di Bolzano”, 17 gennaio 1928. p. 2. 28 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 52 Der Luftangriff auf Bolzano, “Dolomiten”, 9 settem- 12 Ibidem. striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Confron- bre 1943, p. 5. 13 Die Bozner Theaterfrage, “Tir”, 16 marzo 1912, pp. to dei progetti di Graf e Littmann, febbraio 1913. 53 La ricostruzione del teatro cittadino, “Alto Adige”, 3 6–7. 29 Ibidem. gennaio 1948. 14 Glossen zur Bozner Theaterbaufrage, “Tir”, 23 marzo 30 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 1912, pp. 8–10. striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, verba- 15 Ibidem, p. 8. le di una seduta della commissione del 2 aprile 1913. 16 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- «Il signor autore del progetto» non è altri che Littmann, striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Relazio- come si evince dalla firma per la presenza e dai timbri ne riassuntiva del lavoro del comitato, 10 marzo 1912. per presa visione. 17 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 31 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, Relazio- striaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”, relazione ne della seduta della commissione, 27 marzo 1912. della seduta della commissione, 27 marzo 1912. 18 Ferdinand Fellner (Vienna, 19 aprile 1847 – 22 mar- 32 Ibidem. zo 1916) e Herman Helmer (Harburg, 13 luglio 1849 – 33 G. J. Wolf, Max Littmann 1862–1931, München Vienna, 2 aprile 1919). Il loro studio, uno tra i più im- 1931. Si ringrazia la biblioteca dei Francescani di Bolza- portanti dell’epoca, era specializzato nella progettazione no per il prestito del volume. di teatri tanto da costruirne 48 in tutta Europa, recu- 34 Ibidem, p. 35. perando forme del rinascimento e del barocco italiani. 35 Ibidem, p. 17. Con l’inizio del XX secolo fecero ampio uso del modello 36 Ibidem, p. 18. ad anfiteatro, che proprio in quegli anni veniva risco- 37 Karl Friedrich Schinkel (Neuruppin, 1781 – Berlino, perto. Tra le loro opere più note: il Wiener Volkstheater 1841). Pittore e architetto tedesco, fu allievo di Fried- (1889), il Teatro comunale di Salisburgo (1893), il Tea- rich Gilly; dopo un inizio come pittore e scenografo si tro del Giubileo a Baden (1909). dedicò all’architettura. La sua prima opera importante 19 Alexander Graf (Vienna, 22 dicembre 1856 – 11 giu- è la Neue Wache a Berlino (1816–17), a cui seguirono gno 1931). Studiò alla Wiener Technische Hochschule. lo Schauspielhaus (1818–21) e l’Altes Museum (1822) Dopo un viaggio in Italia lavorò per otto anni nello stu- tutte in rigoroso stile neoclassico. Un importante com- dio Fellner&Hellmer a Vienna dove si specializzò nella plesso di architetture fu progettata a Charlottenhof per costruzione di teatri. Oltre a diverse abitazioni private il principe ereditario Federico Guglielmo IV. Le opere realizzò il Teatro del Giubileo a Vienna (1898), diversi di Schinkel furono modello per tutte le successive gene- teatri in Slovenia e Repubblica Ceca come il teatro co- razioni di architetti. munale di Aussig (1908 ca.). Elaborò anche una propo- 38 Leo von Klenze (Bockenem, 1784 – Monaco, 1864). sta di progetto per il teatro comunale di Merano. Il suo Allievo di Friedrich Gilly si formò a Parigi sugli esempi stile, di impronta storicista, è caratterizzato dalla ripresa di Durand. Fondamentale fu l’incontro con Ludwig I, di motivi barocchi e del Rinascimento italiano. re di Baviera, che gli permise di realizzare la Ludwig- 20 Dell’architetto Henry Helbig, oltre ad essere citato su strasse (iniziata nel 1817), la Glyptothek (1816–30),

61 Max Littmann

SchlossChemnitz 3 gennaio 1862— Monaco 20 settembre 1931

Roberto Festi, Chiara Galbusera

Frequenta la scuola professionale a Chemnitz e il Politecnico a Dresda con Karl Robert Weissbach (Dresda 8.4.1841–8.7.1905). Nel 1885 si trasferi- sce a Monaco dove lavora soprattutto per potersi permettere dei viaggi formativi, prima in Italia e poi a Parigi, infine nel 1888 sceglie di tornare sta- bilmente a Monaco, benché anche a Berlino avesse delle concrete opportunità professionali. Nel 1891 sposa Ida Heilmann. L’anno seguente apre con il suocero Jakob Heilmann (1846–1927) uno studio professionale. Dal 1900 fu soprattutto Littmann a farsi carico dei progetti, ma apre un suo studio solo nel 1908. Ispirato dalle architetture di Karl Friedrich Schinkel, il suo lavoro risulta influenza- to anche da Friedrich Thiersch e Gabriel Seidl con cui entra in contatto appena arrivato a Monaco. La sua opera è caratterizzata da una grande flessibilità sia nella concezione degli esterni sia degli interni e dalla capacità di adattarsi a diversi contesti. Si av- vicina tra i primi all’uso del cemento armato tanto da essere definito un «esempio tipico dell’estetica del cemento armato». Nel campo della costruzione dei teatri, di cui era specialista, fu un innovatore, sfruttando al meglio le potenzialità della forma ad anfiteatro, adottata da Schinkel, e introducendo il proscenio variabile. Questo accorgimento permet- teva di ampliare o restringere la scena a seconda dello spettacolo che doveva essere presentato. La sua ampia produzione comprende case private, lo- cali pubblici, ospedali, negozi, case di cura e teatri.

1

62 2 Opere

Impresa di costruzioni Steinsdorfstraße, Monaco, 1890–1891 Istituto sordomuti, Monaco, 1894–1895 Casa di famiglia di Littmann, Monaco, 1895 Café Orlando di Lasso, Monaco, 1898–1899 Birrerie Mathäser, Monaco, 1899–1900 3 4 (figg. 23, 24) Birreria Reale, Monaco, 1896–1897 Vecchie terme, Bad Reichenhall, 1900 Casa di campagna di Littmann, Prinz-Ludwigshöhe, Monaco, 1900 Sala nelle birrerie Mathäser, Monaco, 1900 Münchner Schauspielhaus Prinzregententheater, Monaco, 1900–1901 (figg. 3 e 17-20) 5 6 Villa Kustermann, Monaco, 1901–1902 Casa Lindenhof, Monaco-Bogenhausen, 1902–1903 (figg. 25-27) Negozio Franz Fischer & Sohn, Monaco, 1903 Clinica psichiatrica, Monaco, 1903–1904 (figg. 28, 29) Königliches Theater, Bad Kissingen, 1905 (fig. 4) Grandi magazzini Tietz e Oberpollinger, Monaco, 1904–1905 (fig. 12) Palazzo degli uffici del giornale Münchner Neueste 7 8 Nachrichten, 1904–1905 Facoltà di anatomia, Monaco, 1905–1908 (fig. 13) Schillertheater, Charlottenburg, 1905–1906 (fig. 5) Dresdner Bank, Monaco, 1906–1907 (fig. 15) Hoftheater, Weimar, 1906–1908 (fig. 6) Münchner Künstlertheater, 1907–1908 (fig. 1) Neue Schackgalerie e consolato prussiano, Monaco, 1908–1909 (figg. 21, 22) 1 Künstlertheater, Monaco 2 Kgl. Hoftheater, Stoccarda 3 Prinzregenten-Theater, Monaco 4 Kgl. Theater, Bad Kissingen 5 Schiller-Theater, Charlottenburg 6 Hoftheater, Weimar 7 Stadttheater, Hildesheim 8 Kgl. Hoftheater, Stoccarda

64 Stadttheater, Hildesheim, 1908–1909 (fig. 7) Hoftheater, Stoccarda, 1908–1912 (figg. 2, 8, 10) Stadttheater, Posen, 1909–1910 (figg. 9, 11) Wandelhalle Maxbrunnen e Regentenbau, Bad Kissingen, 1910–1913 Edifici statali nel parco termale reale, Bad Kissingen, 1911–1913 Teatro Civico, Bolzano, 1913–1914 Westfälische Stadthalle, Münster, 1915–1919/1920 Palazzo termale, Bad Schachen, 1921–1922 9 10 Casa Pohl, Berlino, 1921–1922 Casa di campagna Pohl, Monaco-Geiselgasteig, 1921–1922 Discontogesellschaft filiale di Monaco, 1922–1923 (fig. 16) Casa di campagna di Littmann, Hofgut Bocksberg, 1924–1925 Palazzo delle terme statali, Bad Kissingen, 1926–1927 Landestheater, Neustrelitz i. M., 1926–1928 Tipografie delle Münchner Neueste Nachrichten, 1926–1929 Stabilmento di cura statale civico, Bad Reichenhall, 1927–1928

11

Concorsi per teatri

Köngliches Schauspielhaus, Dresda, terzo premio, 1910 Köngliches Opernhaus, Berlino, primo premio, 1910 Stadttheater, Krefeld, 1915 Odeon, Atene, 1931

9 Stadttheater, Posen 10 Kgl. Hoftheater, Stoccarda 11 Stadttheater, Posen

65 12

13 14

12 Grandi magazzini Tietz AG (Hertie), Bahnhofsplatz, Monaco 13 Facoltà di Anatomia, Pettenkoferstrasse, Monaco 14 Negozio, Theatinerstrasse, Monaco 15

16

15 Dresdner Bank, Promenadenplatz, Monaco 16 Bankhaus Discontogesellschaft, Briennerstrasse, Monaco 17–20 Prinzregententheater, Monaco 17 18

19

20 21

22

21, 22 Schackgalerie, Prinzregentenstrasse, Monaco 23, 24 Birreria reale, Am Platzl, Monaco 23

24 25 26

27

25–27 Villa Lindenhof, Höchlstrasse, Monaco 28,29 Clinica psichiatrica, Nussbaumstrasse, Monaco 28

29

APPENDICE DOCUMENTARIA

a cura di Angela Mura

Per diversi anni agli inizi del Novecento la discussione sulla costruzione del teatro si era trascinata senza raggiungere un consenso pubblico. I punti lasciati irrisolti dalla discussione della commissio- ne consultiva sul teatro, che era stata nominata per presentare proposte operative al consiglio comu- nale, riguardavano essenzialmente la scelta della localizzazione: a parità di cubatura e di superficie, le possibili aree al vaglio della commissione erano il cosiddetto campo sportivo (Sportplatz) presso il Museo Civico nella Elisabethstrasse e la porzione meridionale del Parco della stazione. I rilievi delle due aree rimasero a lungo appesi nella sala riunioni del magistrato e furono oggetto di inten- se discussioni e di valutazioni tecniche. Inaspettatamente il 15 marzo 1912 il consiglio cittadino si espresse, seppur con una stretta maggioranza (13 voti a favore e 10 contro), a favore della costruzio- ne del nuovo teatro nel Parco della stazione. Pianificati i finanziamenti, si diede nel corso dell’anno successivo inizio ai lavori di costruzione. Riportiamo la traduzione di due documenti di estremo interesse per ricostruire la storia del Te- atro Civico: uno stralcio della relazione ufficiale del borgomastro Julius Perathoner tenuta dinnanzi al consiglio comunale nella seduta del 15 marzo 1912, che sintetizza le valutazioni ed i passi preli- minari all’avvio della costruzione del teatro, evidenziando anche il ruolo consultivo di prim’ordine rivestito dall’architetto civico Wilhelm Kürschner, che venne chiamato a Bolzano nel 1901 proprio in virtù dell’esperienza maturata nella direzione dei lavori della costruzione del teatro di Merano, e la relazione tecnica finale dell’architetto incaricato della progettazione, Max Littmann di Monaco, con la dettagliata descrizione del manufatto. Completano tale appendice documentaria i progetti e le immagini storiche del teatro, custodite in massima parte nell’Archivio Storico del Comune, che riportiamo nelle due sezioni di tavole.

74

Appendice 1: relazione del borgomastro Julius Perathoner Dinnanzi al consiglio cittadino 15 marzo 1912 (“Bozner Nachrichten”, 16 marzo 1912)

[…] Stimato Consiglio! Il 27 dicembre 1906 è stata istituita da codesto consiglio una commissione speciale con l’incarico di studiare la fattibilità della costruzione di un nuovo teatro, di intraprendere i necessari passi pre- liminari per arrivare alla soluzione della questione e di riferire dinnanzi allo stesso consiglio gli esiti di queste consultazioni preliminari. Questa commissione straordinaria si costituì e tenne la prima riunione operativa già il 7 gen- naio 1907, affrontando il tema della superficie da destinare alla costruzione. Quattro aree vennero proposte: in primo luogo il piazzale del Museo, poi il fondo Duregger, poi l’ex chiesa dei Domeni- cani, ed infine la porzione meridionale del Parco della stazione. Venne richiesto all’architetto civico, [Wilhelm] Kürschner, di verificare se ciascuna di queste aree fosse adatta dal punto di vista dell’ot- timizzazione degli spazi per la nuova struttura. Nella riunione della commissione speciale del 1° febbraio 1907 l’architetto civico Kürschner espresse gli esiti delle proprie valutazioni preliminari, in questi termini: 1. Il piazzale del Museo, la cui struttura non è ottimale per la costruzione del teatro, potrebbe risultare di dimensione sufficiente qualora l’edificio venisse costruito lungo la diagonale di collegamento fra i due assi viari; risulterebbe in ogni caso poi arduo ricavare gli spazi necessari per i magazzini. 2. La vecchia chiesa dei Domenicani offre unicamente una larghezza di 21 metri, mentre per un teatro è necessaria una larghezza di 32 se non si vuole sconvolgere in maniera innaturale e non confacente agli scopi gli equilibri tra lunghezza e larghezza della sala teatrale. A ciò va aggiunto che le autorità non potrebbero autorizzare la costruzione in adiacenza, sul lato del- la lunghezza, ad un alto edificio. Del resto il restringimento della piazza Kaiser( Josephplatz) di 11 metri a favore del teatro non sarebbe proponibile perché leverebbe luce alle aule del vicino istituto professionale. 3. Il fondo Duregger nella Meinhardstraße è ampio a sufficienza; qui è la vicinanza all’Ospedale Civile a destare perplessità. 4. La porzione meridionale del Parco della stazione ha una collocazione non sfavorevole ed offre spazio a sufficienza per il teatro. Però verrebbe interessato dalla costruzione praticamente un quarto della superficie del parco. Il fischio delle locomotive non dovrebbe recare disturbo, perché i muri dovrebbero isolare dall’onda sonora. Nella seduta del 26 febbraio 1907 venne discusso il programma di costruzione e si decise che il te- atro dovesse avere una sala per 600 spettatori, in parte disposti [oltre che in platea] su di un nume- ro di logge variabile fra 15 e 20. La commissione straordinaria ritenne prematuro in quell’occasio- ne di andare dinnanzi al consiglio cittadino con proposte positive finalizzate all’imminente inizio dei lavori o alle consultazioni tecniche decisive, poiché non era ancora stato stanziato un fondo per

75 la costruzione e la situazione finanziaria del Comune non consentiva di sostenere l’intero onere del teatro (costi di costruzione e gestione) dalle entrate correnti, quindi in massima parte dai proventi delle imposte. La commissione straordinaria dunque dopo queste consultazioni preliminari sospese la propria attività. Una svolta decisiva nella questione dei finanziamenti sopraggiunse quando nell’anno 1908 la Cassa di Risparmio devolvette in occasione dei festeggiamenti per il 60° anno di governo del nostro imperatore 100.000 corone in un’unica soluzione alla città di Bolzano a favore del fondo per la co- struzione del teatro ed ulteriori donazioni nel caso di bilanci annuali positivi. La commissione speciale tornò a riunirsi il 10 novembre 1908 e prese la decisione di rivolgere al con- siglio comunale l’istanza che venisse destinata al nuovo Teatro Civico la porzione occidentale della parte meridionale del Parco della stazione e che nel programma di costruzione fossero previste non più di 2 dozzine di logge nella sala degli spettatori, il cui diritto di utilizzo esclusivo avrebbe dovuto essere venduto agli Amici del teatro, fatto salvo il diritto di riscatto da parte del Comune; infine che avrebbero dovuto essere chiesti progetti preventivi per la costruzione del teatro a due ditte distinte. Il consiglio comunale non riuscì però ad accordarsi sulla scelta del terreno per la costruzione e il 25 novembre 1908 prese la decisione di chiedere in primo luogo all’architetto Max Littmann di Monaco di venire a Bolzano e di esporre dinnanzi al consiglio una perizia motivata riguardo alla scelta del luogo di costruzione. Il 13 dicembre il professor Littmann venne a Bolzano, visitò tutte le possibili localizzazioni prese in considerazione ed il 14 dicembre 1908 espose in questa sala dinnan- zi al consiglio riunito quasi al completo la sua perizia. È forse opportuno che io richiami alla mente con l’aiuto di uno stralcio di un articolo gli ele- menti più importanti della sua relazione perché l’opinione di questo esperto non può non essere pre- sa in considerazione nell’adozione della decisione finale e perché nel consiglio cittadino siedono oggi numerosi membri che a quel tempo non poterono ascoltare la relazione (qui il borgomastro legge il contenuto di questa relazione). Dopo questa relazione si aprì un dibattito nel quale le due opinioni a favore rispettivamente del parco della stazione e del campo sportivo si trovarono contrapposte. Non fu possibile pervenire a un chiarimento definitivo, ad un accordo su una specifica localizzazione, nemmeno con l’ausilio della perizia del professor Littmann: al contrario, quella relazione ebbe la conseguenza che la disputa sul- la scelta dell’uno o dell’altro posto venne continuata sulla stampa locale. Era viepiù consigliabile dunque in queste circostanze lasciarsi il tempo di chiarire la questione della localizzazione; al Comune all’inizio dell’anno 1909 si presentarono da risolvere altre emer- genze costruttive, che richiedevano una soluzione urgente (la costruzione di una nuova scuola maschile, interventi sull’ospedale, che furono conclusi nell’anno 1911). L’anno 1910 fu poi l’anno dell’unione col Comune di Dodiciville, che divenne realtà il 31 dicembre di quell’anno e che ap- pesantì l’amministrazione comunale parte con lavori di organizzazione, parte con lavori di pro- gettazione e di amministrazione, così intensi, che la rappresentanza comunale era interamente im- pegnata ad assolvere agli impegni connessi al patto di unione e alla copertura delle spese ad esso connesse. Il tempo intercorso fino alla data odierna – ai fini della risoluzione della questione del teatro – non è trascorso invano, perché abbiamo cercato alacremente nuovi finanziamenti per il fondo per la costruzione. All’accelerazione della faccenda ha contribuito anche la decisione che il consiglio citta- dino ha adottato l’anno passato, di approvare una riorganizzazione dei beneficiari turistici, destinata a portare alle istituzioni per il turismo entrate regolari allorquando entrerà in vigore. Se il parlamento non dovesse riuscire a licenziare l’attuale proposta di legge a causa dell’ostru- zionismo degli italiani, in questo caso non vi è dubbio – giacché l’i.r. governo si è dichiarato d’ac- cordo con le decisioni della proposta – che il parlamento non appena ricupererà la propria capacità

76 decisionale sarà in grado di portare a definizione con velocità la proposta di legge. La commissione per il teatro, dal momento che il fondo finanziario per la costruzione nel frattempo si è arricchito di numerosi introiti, all’inizio di quest’anno si è quindi nuovamente riunito ed ha ripreso a tratta- re e a consultarsi sulla questione del luogo più adatto per la costruzione. Solo che questa volta an- che nella stessa commissione non c’era più l’iniziale accordo nel favore per il Parco della stazione che era emerso il 10 novembre 1908, ma anzi i voti a favore del parco e del campo sportivo erano distribuiti uniformemente, cosicché il comitato non era in grado di esprimersi a favore di una speci- fica localizzazione. I sostenitori del campo sportivo facevano valere il fatto che questo posto sarebbe stato più favorevole per la gestione del teatro a causa della sua centralità e che al contrario, nel caso si optasse per il Parco della stazione, avrebbe destato qualche perplessità il fatto che si sarebbero do- vuti sacrificare di 2000 mq di uno spiazzo di grande prestigio alle porte della città di Bolzano, il che avrebbe levato a quest’ingresso armonia ed il suo aspetto unitario. I sostenitori del Parco della sta- zione invece facevano presente che questa localizzazione, proprio perché in prossimità dell’ingresso in città, sarebbe stata strategica per la gestione del teatro e che in un secondo tempo, dopo lo sposta- mento del cimitero – l’attuale cimitero rappresenta la zona naturale di ampliamento per l’impianto del parco cittadino – [si sarebbero ricavati nuovi spazi] e che al contrario il campo sportivo, anche per il contesto architettonico, è meno adatto ed offre poco spazio per i magazzini e per i depositi di attrezzi e che, infine, deve rimanere riservato ad ampliamenti del museo. A queste condizioni la commissione del teatro ritenne necessario fornire al consiglio, prima che esprimesse la propria decisione sulla scelta della localizzazione, la possibilità di farsi un’idea sul po- sto con l’ausilio di una silhouette che simulasse, in entrambe le posizioni, la forma del teatro; diede pertanto mandato all’architetto civico di realizzare in entrambi i siti delle sagome che simulassero il profilo del teatro. Lo stimato consiglio ha avuto quindi l’opportunità di valutare sul luogo le motivazioni portate a favore e contro ciascuno dei due luoghi ed in particolare di farsi un’opinione su di essi anche in merito alle riserve avanzate sul piano estetico, e di valutare le considerazioni espresse da ciascuno degli architetti finora interpellati sulla questione (Littmann, il prof. Ohmann, Kürschner, Nolte) ed in particolare di rendersi conto che le riserve avanzate da ciascuno di loro nei riguardi del campo sportivo erano in realtà motivate. La scelta definitiva del luogo di costruzione è la premessa necessaria alla prosecuzione dei lavori preparatori. Dal punto di vista finanziario, per amor di completezza, può essere ancora sottolineato che il Parco della stazione è già proprietà del Comune, mentre il terreno del campo sportivo dovreb- be prima essere acquisito. In questo senso la direzione della Cassa di Risparmio ha dichiarato, pur senza specificare una cifra, che applicherà condizioni più favorevoli se l’areale del campo sportivo verrà destinato ad ampliamento del Museo. Subito dopo la scelta della localizzazione si deve procedere a raccogliere proposte progettuali, sulla base di un programma costruttivo di massima, entro il quale l’architetto progettista, alla luce della propria esperienza e delle proprie valutazioni, tracci la disposizione degli spazi ed i singoli det- tagli costruttivi. Solo dopo aver acquisito questi progetti preliminari il consiglio comunale sarà in grado di definire un programma di costruzione, sulla base del quale dovranno essere definiti i pro- getti degli allestimenti.

La situazione dei finanziamenti

Secondo quanto stimato sarebbe possibile iniziare i lavori di costruzione nel corso dell’anno 1913, se il Consiglio per allora avrà raggiunto un accordo sulla questione del finanziamento dell’opera. Il Consiglio attende di sapere dalla commissione per il teatro come essa si configuri a grandi linee

77 il finanziamento dell’opera. A tal riguardo potrebbe non esser fuori luogo spendere qualche parola sull’argomento. Un teatro ed i suoi allestimenti, se si prescinde da arredi troppo lussuosi, dovrebbero essere re- alizzati con una spesa nell’ordine delle 700.000 corone. Il Teatro Comunale di Klagenfurt, inau- gurato nel 1911, non ha raggiunto nemmeno questa cifra.

a) attualmente il fondo per la costruzione del teatro dispone di uno stanziamento della Cassa di Risparmio di K. 205.513 che entro il 1. gennaio 1913 risulterà aumentato di K. 8.220 per l’accredito degli interessi maturati il che assomma ad un totale di K. 213.733

b) di una promessa di donazione da parte del banchiere Sigismund Schwarz di K. 10.000 al quale siano espressi qui pubblicamente i nostri più sentiti ringraziamenti;

c) dalla sovvenzione da parte del Kurverein di una parte dell’eredità Miller; K. 118.000 Tale importo non è ancora disponibile e lo diverrà solo dopo la morte dell’usufruttuario totale K. 341.733

Il fondo potrebbe arricchirsi di nuove entrate come segue:

d) dalla vendita del diritto di utilizzo esclusivo delle logge (con riserva del il diritto di riscatto da parte del Comune) K. 100.000

e) con donazioni e l’emissione di titoli di partecipazione infruttiferi pagabili a 40 anni K. 50.000

f) con l’utilizzo del fondo per la costruzione della strada di Castel Roncolo a favore della costruzione del teatro K. 35.000

g) attraverso la lottizzazione della Tuchbleiche e la vendita di altri fondi comunali non necessari K. 200.000 Totale degli introiti stimati K. 385.000

78 La prospettiva di ulteriori donazioni devolute dalla Cassa di Risparmio in caso di nuovi bilanci po- sitivi non è qui stata contemplata. […] In questo conteggio non è stata ancora presa in considerazione la sovvenzione annuale necessaria per l’impresa del teatro, che è stimabile nell’ordine delle 10.000 corone. Questo è il punto dove en- trerà in gioco la nuova organizzazione che gestirà il turismo locale, giacchè essa deve la sua stessa co- stituzione in parte proprio all’esigenza di costruire un nuovo teatro a Bolzano. Ci si aspetta che tale organizzazione sarà in grado senza problemi di sostenere un contributo annuale di 10.000 corone. Con l’esposizione di questo piano di finanziamento non si vuole dare l’impressione che non siano previsti come di consueto per il teatro oneri a carico del bilancio corrente del Comune. Al contra- rio, va qui espressamente precisato che oltre alle entrate ed alle sovvenzioni su ricordate, il teatro ri- chiederà anche un impegno di spesa annuale, ove rientreranno la dotazione di un fondo per il rin- novamento delle dotazioni del teatro, stimabile nell’ordine delle 3.000-4.000 corone, l’assicurazione contro gli incendi, il mantenimento dell’impianto degli accumulatori e similari. Queste 6.000 co- rone rappresenteranno il sacrificio finanziario richiesto annualmente ai cittadini di Bolzano, per -li berarsi finalmente della pena per la mancanza di un teatro, per eliminare le motivazioni della vera e propria vergogna che Bolzano, una città con così tanti luoghi di cultura e di formazione, non abbia un luogo dedicato all’arte drammatica. Prescindendo dall’aspetto ideale della questione, il sacrificio economico ipotizzato annualmente a carico dei concittadini non sarà versato senza frutto. Quanti forestieri, pur mostrando simpatia per la città e per i suoi dintorni, non la scelgono come luogo per un soggiorno prolungato solo per il motivo, che si presta qui poca attenzione per l’intrattenimento? La bellezza del contesto ambientale è sufficiente a trattenere in città solo una parte minima dei visi- tatori. Tale attrattiva viene meno in caso di condizioni ambientali avverse: i numerosi giardini e pas- seggiate, realizzati negli ultimi anni e tenuti in perfetta manutenzione, perdono la loro attrattiva in caso di neve, pioggia o vento sostenuto. In queste giornate si sente naturalmente ancora più amara- mente, nelle ore serali, la mancanza di occasioni d’intrattenimento e di stimoli di crescita spirituale. Stimato consiglio! Esprimo quanto è mia ferma convinzione: un teatro a Bolzano è una neces- sità, un bisogno sia per la popolazione locale sia per i turisti: un bisogno quindi la cui soddisfazio- ne non più essere rimandata. Facciamoci carico di questa necessità e prendiamo le decisioni che as- sicurino un pronto avvio dei lavori. I nostri concittadini ed i posteri saranno i giudici delle nostre azioni. Non si potrebbe comprendere e non si potrebbe scusare se la rappresentanza comunale non sfruttasse il momento di una crescita incredibilmente rapida della città e di un evidente sviluppo economico per realizzare un’istituzione culturale che i nostri avi già più di cent’anni fa giudicavano indispensabile e che seppero realizzare compiutamente, per le possibilità di allora.

79

Appendice 2: Max Littmann, relazione tecnica sul Teatro Civico di Bolzano Archivio Storico della Città di Bolzano, Comune di Bolzano di amministrazione austriaca, Atti Generali, busta 2 “Teatro Civico”1

Il nuovo Teatro Civico di Bolzano Da quando Bolzano ha compiuto il proprio passaggio da cittadina commerciale internazionale a luogo di richiamo turistico, ha iniziato a sentirsi con sempre maggior urgenza il bisogno di dotarsi di un proprio teatro. Esisteva invero già dagli inizi del XIX sec. un teatro a Bolzano, che era ospi- tato nel grande albergo alla “Kaiserkrone”. Aveva una capienza di poco superiore alle 600 persone, di cui in sala 120 posti a sedere ed almeno altrettanti posti in piedi ed inoltre 100 posti divisi tra 25 logge, distribuite su due ordini sovrapposti, ed almeno 250 posti in galleria. I loggioni erano di proprietà privata delle famiglie che avevano sostenuto economicamente la costruzione del teatro. Il teatro non era riscaldabile, le scale della galleria confluivano in quelle dei loggioni che sboccavano a loro volta nell’atrio, in stretta vicinanza dall’uscita della sala. Fino all’incendio del Ringtheater (te- atro di Vienna, distrutto da un incendio nel 1881, n.d.r.) non esistevano uscite di sicurezza e solo successivamente vennero realizzate all’esterno dell’edificio scale rettilinee[ di emergenza] dalle quali il pubblico della galleria e delle logge avrebbe potuto defluire in un piccolo cortile. Queste rappre- sentavano presidi di sicurezza assolutamente inadeguati e non furono naturalmente sufficienti ad impedire che nei primi anni del nostro secolo le autorità vietassero l’utilizzo del teatro per rappre- sentazioni pubbliche. Da quegli anni si sono tenute periodicamente rappresentazioni teatrali nella sala dei concerti delle Sale Civiche, ma l’esigenza di un vero e proprio teatro si sentiva in modo così pressante che il consiglio comunale iniziò dalla fine del 1908 le consultazioni sulla scelta del luogo più adatto per la sua costruzione. Solo nella primavera del 1912 un architetto viennese ed il sottoscritto venimmo invitati dal Magistrato cittadino di Bolzano a presentare una bozza di progetto per un teatro da situare nella porzione sud del parco venendo dalla stazione verso Piazza Walther sulla via attualmente dedicata all’imperatore Guglielmo (Kaiser Wilhelmstrasse), che fosse adeguato per una capienza di 650-700 persone e per rappresentazioni teatrali e operistiche. Nel prosieguo dei lavori ricevetti l’incarico di architetto e direttore capo dei lavori per la costruzione del nuovo Teatro Civico di Bolzano. Il luogo scelto per la costruzione del teatro non solo presentava poche difficoltà, giacché gli antichi alberi avrebbero potuto essere il più possibile mantenuti, ma rappresentava la cornice ideale per la sua ambientazione per l’impianto curato del parco e la vista sulle catene montuose circostanti, non- ché per l’apertura del luogo, che non vincolava la scelta della posizione delle uscite. Nello sviluppo del progetto l’autore è partito da una disposizione degli ambienti molto sempli- ce, per ridurre i costi e per orientare i flussi di traffico in maniera favorevole. L’edificio è arretrato di 25 m rispetto al fronte-strada e l’accesso avviene dalla porzione di parco antistante, ove è collocato, sottolivello, il bacino di una fontana. Da 5 portoni con chiusura a bussola si accede all’atrio ampio 140 m² ove in fondo, in posizione facilmente visibile per il pubblico, è collocata la cassa. Gli accessi al primo e secondo ordine di loggioni sono ricavati, ben visibili, nelle sottili pareti del foyer: da qui si accede anche al guardaroba del pubblico della sala. Il guardaroba è adeguato alle norme di sicurezza 1 Sono state mantenute le sottolineature del testo originale e annotate le modifiche a penna.

80 che concedono fino a 25 persone per m lineare di banco: nel nostro caso davanti ad ogni metro di banco possono fermarsi fino non più di 15 persone. Da qui avviene anche l’uscita al guardaroba del pubblico della sala: un rapporto favorevole, che può essere raggiunto solo di rado, e al quale mirere- mo anche nel loggione del secondo piano.

La sala teatrale ha due ordini di loggioni e il pavimento ha, contrariamente a quanto si vede di consueto, una pendenza del 10%. L’intera sala può essere sfollata da 5 porte poste su ciascuno dei lati. Vere e proprie barcacce sono state evitate perché non solo interferiscono con la visione del riqua- dro della scena per il pubblico in sala, ma anche perché rappresentano sul piano acustico le posizio- ni più sfavorevoli per il suono indistinto dell’orchestra e delle parti vocali che da essi si coglie. Poi- ché però un palco prospiciente il palcoscenico è richiesto dal direttore di scena e altrettanto gradito dal pubblico, il progettista, analogamente a quanto ha realizzato nel Kleines Haus dell’Hoftheater di Stoccarda, ha previsto in adiacenza al proscenio delle logge che consentono una visuale ed un’acu- stica migliore dei tradizionali palchi di proscenio. Attraverso una scalinata ampia 2 m si accede al primo loggione, ove in conformità con quanto deciso dalla commissione teatrale ci sono solo palchi privati, una soluzione apparentemente in aper- to contrasto con l’apertura democratica che orienta la vita ed il sentimento tedesco della borghesia bolzanina e che può essere spiegato unicamente con il perdurare di una tradizione locale dei palchi di famiglia, come alla vecchia “Kaiserkrone”. I due palchi laterali prospicienti il palcoscenico man- tengono (adiacenti) saloni con illuminazione autonoma, mentre tutti gli altri palchi del primo log- gione hanno delle anticamere, che fungono da guardaroba. Nel secondo loggione ci sono sedili ri- servati e da ambo i lati un piccolo locale d’intrattenimento. In tutto la capienza di pubblico è di 750 spettatori, così distribuiti: - in sala 350 posti a sedere e 102 posti in piedi - nel primo loggione 105 posti a sedere e 190 nel secondo - tot. 747 spettatori.

Dal momento che la predisposizione delle anticamere ai palchi del primo loggione rende superflui appositi guardaroba, i ballatoi qui esistenti possono essere utilizzati come locali d’intrattenimento in stretta comunicazione con il foyer principale, ampio 143 m2 e la sua loggia, con la prospiciente terrazza, il che offre uno spazio per lo svago e le necessità di socializzazione più che adeguato, in re- lazione alle dimensioni del teatro. I locali necessari per il medico e per le ispezioni delle autorità sono collocati nella posizione più adeguata, in prossimità delle uscite delle scale del primo loggione. La scena si dispone simmetricamente attorno al palcoscenico, che ha una quota di 20 m dal piano cantina alla graticciata, una larghezza di 17 m ed una profondità di 11,5 m. Può essere ulteriormen- te ampliata da un retroscena ampio 13 m e profondo 6,5 m, previsto per il posizionamento dei fon- dali e per offrire spazi di rimessa. Sotto il retroscena vengono conservati i fondali arrotolati, in due appositi contenitori. Dietro il retroscena vi è un ulteriore deposito scantinato per gli elementi sceni- ci mobili, con una superficie di 52 m2. Il palcoscenico si apre sulla sala con un’apertura di 10,06 m, per un’altezza di 6,27 m e dietro l’apertura del proscenio ed i sipari (di cui uno di ferro, un bocca- scena e un siparietto per gli intermezzi c’è un ulteriore telo estensibile in larghezza e in altezza – è montato su un’intelaiatura di ferro – che consente di variare a piacere l’apertura della scena, fino ad un massimo di 8,50 m in larghezza e 5,50 m di altezza. Davanti al proscenio c’è una buca per l’or- chestra di 65 m2. Su entrambi i lati del palcoscenico e al primo piano ci sono i camerini per gli artisti. L’ufficio per la direzione di scena è ricavato al primo piano dell’ala maschile. Al secondo piano vi sono ampi

81 spazi per i costumi e gli oggetti di scena e per il deposito dei mobili, collegato al palcoscenico con un montacarichi. Al piano sottostante sono ricavati gli ambienti per il portiere, l’addetto anti-incendio i vigili del fuoco, i macchinisti di scena, i tecnici delle luci, come pure i per i musicisti, e i direttori d’orchestra. Nella progettazione degli esterni il sottoscritto si è sforzato di non realizzare un teatro anonimo che avrebbe potuto trovar posto in qualsiasi parte del mondo, ma di rispecchiare il linguaggio sti- listico dell’architettura tirolese. La semplicità già realizzata in pianta è stata trasferita nella volume- tria in alzato: l’edificio di forma allungata, ricoperto da un tetto a due falde è interrotto dalla torre scenica, coronata da un tetto a padiglione. La finitura dell’esterno è ad intonaco e solo alcune parti sono realizzate in conci squadrati. Un porticato antistante la facciata con pilastri squadrati in mar- mo trentino grigio chiaro decorati finemente a bassorilievi dalla ditta Henn&Zangl di Monaco, sovrastato da una loggia prospiciente il foyer, sorretta da 5 colonne in marmo, conferiscono all’edi- ficio una possente elevazione. Il corpo di fabbrica centrale e le due scalinate (trombe delle scale an- nesse a destra e sinistra) sono coronate da un ampio cornicione scanalato, molto tipico in Sudtirolo, che nell’elemento centrale, sopraelevato, è stato impreziosito con pitture colorate dal pittore Ecke di Monaco. Le cornici realizzate in roccia calcarea di Arco con motivi a foglie accartocciate alti 2,30 m e putti che reggono gli stemmi della città di Bolzano e della contea di Tirolo, decorano da ambo i lati del corpo di fabbrica centrale il fronte strada. Quale ulteriore elemento caratterizzante dell’ar- chitettura locale vi è il coronamento dei tetti con coppi, nel materiale tradizionale, che armonizza la veduta dell’edificio nel contesto della città, visibile dai molti sentieri sulle pendici. Se l’esterno l’edificio non rinuncia agli elementi caratterizzanti del linguaggio stilistico sudti- rolese, che sa coniugare il pensiero costruttivo d’impostazione nordica con la gioiosità delle forme d’ispirazione meridionale; analogo principio ispiratore è stato seguito nei decori dell’interno. Con i mezzi messi a disposizione, dovendosi orientare alla parsimonia, il progettista ha optato per concen- trare i decori nella sala principale dell’edificio, la sala degli spettacoli. Il foyer, che di necessità deve rispecchiare le linee stilistiche esterne, è pavimentato in marmo e le pareti rivestite di pannellature a riquadri scuri in campo verde. Le pareti della scalinata che porta al primo loggione, in lucido mar- mo rosso del Trentino e i ballatoi hanno campiture di colore verde delineate in bianco che introdu- cono al foyer, con volta interrotta da una lunetta, le cui pareti verdi sono impreziosite con motivi floreali del pittore bolzanino Rudolf Stolz e specchi in cornici dorate riccamente intagliate: 2 lam- padari di cristallo arricchiscono il decoro della sala. La sala degli spettatori – per assolvere la sua funzione – doveva avere caratteristiche a parte: il soffitto piano, sorretto da un fregio semplice a cassettoni, e per motivi acustici – come il progettista ha potuto sperimentare in altre occasioni – le pareti della sala fin sotto il primo ordine di loggioni sono rivestite in legno e parimenti i parapetti e le strutture del porticato sono realizzate in legno. Su disegno del sottoscritto l’insieme è stato decorato dal pittore Ecke di Monaco. Il gusto di esotismo meridionaleggiante si esprime in questa sala con motivi naturalistici a racemi, uccelli multicolore e grottesche. Le cornici dei porticati in legno di tiglio sono intagliate e dorate e la parete visibile che circonda il secondo loggione è rivestita di broccato. L’ambiente è reso più accogliente da drap- peggi in seta dorata che ornano i palchi nonché dal sipario principale, in giallo oro, ed dal sipario che divide una scena dall’altra, in violetto, impreziosito dai ricami della signora von Brauchitsch di Monaco. I sedili sono stati mantenuti nel colore naturale del legno di noce, con rivestimenti in velluto gri- gio. L’illuminazione della sala avviene attraverso piccoli lumi pendenti in legno di tiglio, intagliati e dorati. L’esecuzione tecnica non ha comportato, se non si considerano le fondamenta, che sono scese di 5 m sotto il livello del suolo, alcuna difficoltà. Il basamento di fondazione è stato realizzato in

82 calcestruzzo, la muratura soprastante (sia i muri perimetrali che la tromba delle scale) in pietra di cava, i muri della sala teatrale (sia palco che platea) in cotto, i solai, infine, massicci su una trave portante. Le istallazioni fisse e mobili del palcoscenico sono realizzate esclusivamente in ferro. Sul palco- scenico da ambo i lati vi sono gallerie di servizio per movimentare i fari, le scene e i carichi collegate da passerelle orizzontali larghe 60 cm alle quali si accede da scalette per gli operatori di scena, che so- no in ferro ma rivestite in legno per limitare i rumori. Le gallerie per l’illuminazione della scena sono raggiungibili da due porte taglia-fuoco dal secondo loggione e sono inoltre collegate con scalette al palcoscenico. Dal palcoscenico due scalette di ferro conducono al sottopalco, che è accessibile anche dal corridoio dello scantinato. L’allestimento del palcoscenico comprende inoltre 32 portali, illumina- zione, decorazione mobile, un orizzonte e un diaframma a scomparsa. Non mancano ovviamente le macchine per i rumori di tuono, di fulmini, di vento e pioggia. L’impianto di riscaldamento realizzato dalla ditta Emhardt &Auer, s.r.l. di Innsbruck è a vapore a bassa pressione per il quale due bruciatori Strebel con autonomi regolatori di combustione ciascuno per una superficie radiante di 28 m sono collocati nel vano occidentale dello scantinato della platea. Il riscaldamento delle anticamere, delle scale, dei camerini e dei depositi costumi, come degli uffici av- viene attraverso appositi corpi radianti, mentre il riscaldamento della sala degli spettatori avviene a va- pore: in essi l’aria viene riscaldata da un calorifero lamellare e convogliata da un sistema ascendente di canalizzazione ad un diffusore circolare collocato nel sottotetto, dal quale viene immessa in sala attra- verso apposite aperture praticate nel fregio verticale decorato a cassettoni. Se c’è bisogno di immettere al contrario aria fresca, viene immessa aria dall’esterno attraverso la collegata camera ad aria fresca per mezzo di un lento ventilatore centrifugale con un motore a corrente continua di 4,5 cv, viene convo- gliata alla camera di filtraggio per essere depurata, viene riscaldata e con il percorso descritto immessa nella sala per differenza di pressione; attraverso questo percorso l’aria esausta viene convogliata con un ricircolo di 25 metri cubi per persona ogni ora verso canali di sfiato sul tetto, che attraverso numero- se aperture praticate sotto le gallerie e nel soffitto la portano all’esterno. La regolazione della quantità d’aria da immettere in sala e della sua temperatura, la regolazione dell’aria calda e di quella esausta, come il ricircolo d’aria da sotto i loggioni e in galleria, come per l’aerazione sui soffitti, avviene da un locale di regolazione posto nello scantinato vicino al locale caldaie, dove sono collocati gli apparecchi di misurazione dei teletermometri. Quest’impianto consente la lettura delle temperature presenti sul palcoscenico, nella sala degli spettatori e nel foyer principale. L’illuminazione di tutto il teatro è elettrica. Per le luci d’emergenza e i riflettori della scena è sta- to predisposto un locale con convertitore ed accumulatori. Le luci d’emergenza sono state realizzate, seguendo le esperienze più moderne, in modo da essere coordinate con il resto dell’illuminazione, ma da poter lavorare autonomamente rispetto ad essa, in modo che se viene a mancare la luce indicano con una potenza di 16 candele in modo sicuro la via di fuga più vicina. L’illuminazione d’emergenza nella sala degli spettatori è posizionata sulle architravi delle uscite. L’illuminazione del palcoscenico è realizzata con il sistema dei tre colori ed è situata assieme ai consueti celetti, quinte, elementi di scena mobili e riflettori del palcoscenico in un controsoffitto situato nella cornice del proscenio della sala, ma che rimane da questa non visibile: un sistema usato dal sottoscritto per la prima volta nel 1908 al Künstlertheater di Monaco al posto di quello tradizionale, che proietta una errata illuminazione pro- veniente dall’alto, fastidiosa anche per chi si spinge fino alla linea di scena. Per la prevenzione contro gli incendi – oltre ad essere stati impiegati materiali ignifughi – sono in funzione avvisatori elettrici per allertare manualmente ed autonomamente la protezione antincendio. In tutto l’edificio sono distribuiti 20 idranti a pavimento con un raccordo per i tubi dei locali vigili del fuoco. Oltre al sipario in maglia di ferro, è in funzione un impianto di spegnimento a pioggia sulla scena e fuori e sul soffitto del palcoscenico ci sono delle bocchette ad apertura manuale per favorire la

83 fuoriuscita dei fumi, come finestre girevoli di vetro sottile, che nella pressione di un eventuale incen- dio si rompono da sole. La costruzione dell’edificio è stata seguita in loco dall’ufficio tecnico del Comune diretto dal co- struttore civico [Gustav] Nolte, che con la propria eccellente conoscenza delle relazioni locali, con la sua dedizione e collaborazione collegiale ha contribuito in maniera eccezionale alla buona riuscita dell’opera. Il 16 giungo 1913 sono iniziati i lavori di sterro, e nelle intenzioni si sarebbe dovuto com- pletare la costruzione entro l’autunno del 1914. Lo scoppio della Guerra mondiale ha rallentato la rea- lizzazione dell’opera ed ha consentito di proseguire i lavori solo con grande lentezza, finché nel maggio del 1915, a poco dalla conclusione, dovettero essere sospesi. Di qui l’edificio ha dovuto essere impie- gato come magazzino di derrate alimentari fino all’autunno del 1917, quando fu presa la decisione di rendere fruibile l’edificio nell’interesse dei corpi militari di stanza in Sudtirolo. Le difficoltà a reperire materiali da costruzione ostacolavano l’ultimazione dei lavori, cosicché gli ultimi dettagli dovettero essere rimandati a tempi successivi. I costi di realizzazione dell’edificio ammontano a ca. 650.000 corone.

Monaco di Baviera, marzo 1918. Arch. Max Littmann Consigliere di corte e professore.

Per le forniture e per i lavori di costruzione del nuovo teatro hanno partecipato: 1. Lavori di sterro e di muratura: Mastro costruttore Fridolin Münich, Bolzano 2. Cementi e calcestruzzi: Ingeniere A. Spritzer, Innsbruck 3. Lavori da scalpellino: Ditta Andrä Kompatscher, Bolzano 4. Lavori artistici in pietra: A. W. Linke, mastro costruttore, impresa di marmi e porfidi, Bolzano 5. Lavori di scultura: Professor Andrä Kompatscher, Bolzano J. Giaccomuzzi, scultore in legno, Bolzano 6. Stucchi: Julius Reusch, stuccatore, Bolzano Ferdinand Wolf, stuccatore, Bolzano 7. Lavori di carpenteria: Josef Hofer, mastro carpentiere, Bolzano Franz Eder, mastro carpentiere, Bolzano 8. Lavori da lattoniere: Albert Schmidt, mastro lattoniere, Bolzano Heinrich Red, mastro lattoniere, Bolzano 9. Parafulmini: Josef Sartori, installatore, Bolzano 10. Forniture di ferri: Ditta Anton Köllensberger, Bolzano–Innsbruck Rudolf Weitschek, Bolzano Knapp e Überbacher, Bolzano 11. Meccanismi di scena e costruzioni in ferro per la scena: Wagner, Biro & Kurz, Vienna 12. Lavori di falegnameria: Richard Hocke, falegname, Bolzano Sala degli spettatori = Valentin Jug, falegname, Bolzano M. Lartschneider, falegname, Bolzano Alois Steinmayer, falegname, Bolzano Josef Markic, falegname, Bolzano August Innerkofler, falegname, Bolzano

84 Georg Winkler, falegname, Bolzano (Rencio) Alois Pollo, falegname, Bolzano 13. Lavori da vetraio: Ditta Franz Zimmerman, Bolzano 14. Fornitura di specchi: Ditta Müller & Mumelter, Bolzano 15. Lavori da pittore: Josef Whinger, maestro pittore, Bolzano Ernst Griechisch, maestro pittore, Bolzano Eduard Pasqualini, maestro pittore, Bolzano Alois Weiss, maestro pittore, Bolzano Ditta Schmidt & Vomp, Monaco di Baviera 16. Rivestimenti in linoleum: Ditta Friedrich Führer, Bolzano Ditta di linoleum di 17. Lavori da tappezziere: Wilhelm Krüger, mastro tappezziere, Bolzano Anton Lardschneider, mastro tappezziere, Bolzano Franz Markett, mastro tappezziere, Bolzano Heinrich Gschliesser, mastro tappezziere, Bolzano Sipari e tende: Wilhelm Nagel, Monaco di Baviera 18. Impianto di ventilazione e di riscaldamento: Ditta Emhardt & Auer, Innsbruck 19. Montacarichi: H.V. Zuccolli, meccanico, Innsbruck 20. Impianti idraulici ed anti–incendio: Neumann e Kunze, negozio ed installazioni, Bolzano Josef Zelger, Bolzano Idranti spegnifuoco: Franz Gradischek, Innsbruck 21. Impianti elettrici – sotto la direzione dell’Azienda elettrica di Bolzano e Merano: Ditta Schumacher & Comp., Bolzano 22. Fornitura dei corpi illuminanti: Ditta H. Doblander, Bolzano Wilhelm & Comp., Monaco 23. Avvisatori anti-incendio elettrici: Hans Doblander, ingegnere, Bolzano Impianto di tele-misurazione della temperatura: Tiroler Elektricitäts Ges., già Mauer, Bolzano 24. Riflettori del palcoscenico: Österr. Siemens Schuckert-Werke, Vienna 25. Lavori da fabbro: H. Doblander, officina da fabbro, Bolzano Johann Egger, officina da fabbro, Bolzano Vinzenz Hrasdil, officina da fabbro, Bolzano f.lli Streiter, officina da fabbro, Bolzano 26. Forniture dei ferri: Georg Lang, Bolzano 27. Rivestimenti in piastrelle: soc. Escompte, ceramiche, Bolzano-Vienna 28. Mobilio: Ditta Mundus, sedili, Josef Holzner, negozio di mobili, Bolzano Otto Wachtler, negozio di mobili, Bolzano 29. Fondali: Burghardt & Remig-Geyling, Vienna 30. Stoffe: Albert Wachtler e consorte, commercianti, Bolzano 31. Dipinti ad olio: Rudolf Stolz, pittore.

85

il progetto e la costruzione del teatro Westliche Seitenfront 1:50 Copia eliografica, 65,5x127,5 cm (Inv. n. 586) Tavola di progetto (giugno 1931), datata 23 marzo 1914, con la variante per sul prospetto del fianco ovest

di fronte: 1. Obergeschoss Pergamino Primo piano superiore, 33x21 cm (Inv. n. 574) Riproduzione fotomeccanica della tavola di progetto del primo piano superiore, con annotazioni a penna, utilizzata per il cantiere e datata 22 dicembre 1913

Schnitt A-B Pergamino, 20x33 cm (Inv. 606) Riproduzione fotomeccanica della sezione longitudinale di fronte: Schnitt C-D 1:50 Copia eliografica su tela, 71x80 cm (Inv. n. 603) Copia acquarellata della sezione trasversale, datata 10 luglio 1913

Rückfront 1:50 Copia eliografica, 66x91 cm (Inv. n. 588) Tavola di progetto del prospetto posteriore, datata 30 giugno 1913, e riportante la numerazione dei serramenti questo sito: Dachconstruktion über der Bühne Copia eliografica blu, 53x95 cm (Inv. n. 611) Il disegno, datato 3 settembre 1913, realizzato dallo Studio Waagner-Kurz di Vienna, si riferisce alla parte strutturale della copertura sopra il palcoscenico Regenmaschine-Donnermaschine-Windmaschine 1:10 Copia eliografica blu, 43,5x55 cm (Inv. n. 600) Macchine da scena per la pioggia, il tuono e il vento. Elaborato dello Studio Waagner-Kurz di Vienna, datato 8 aprile 1914

Seitlicher beweglicher Mantel und feststehender 1.10 Copia eliografica blu,84x118,5 cm (Inv. n. 598) Tavola di progetto del manto laterale mobile e fisso, elaborata dallo Studio Waagner-Kurz di Vienna, i partner che collaborarono con l'architetto Littmann per la parte ingegneristica e impiantistica Treppe zum 1. Rang 1:10 Copia eliografica 48x48,5 cm (Inv. n. 599), Elaborato di progetto, datato 14 febbraio 1914, con il particolare esecutivo per la scala di accesso alla prima galleria di fronte: Teatro Civico, veduta di cantiere. L’impostazione dell’armatura del tetto Teatro Civico, veduta di cantiere. Fondamenta questo sito: Teatro Civico, veduta prospettica dell’edificio in fase di ultimazione di fronte: Teatro Civico, veduta frontale dell’edificio in fase di ultimazione questo sito: Teatro Civico, particolare dei decori in facciata 1

2

3 4

1 Kurhaus 2 Teatro "Zur Kaiserkrone" 3 Teatro Civico 4 Sale Civiche di fronte: Bolzano e Gries agli inizi del Novecento questo sito: Veduta aerea del centro di Bolzano, 31 maggio 1932. In basso a sinistra, tangente al muro perimetrale del Cimitero Monumentale, il Teatro Civico Spettacoli e pubblico nel Teatro Civico / Teatro Verdi 1918–1943

Massimo Bertoldi

Premessa

La storia artistica del teatro costruito dall’architetto Max Littmann nei giardini della stazione di Bolzano non è rettilinea, si presenta contaminata da insidie, puntel- lata da bombe esplose ed inesplose, non so- lo perché la sua vita cronologica si colloca tra la fine della Prima guerra mondiale, che lo vide nascere, e il secondo conflitto mon- diale, che lo vide morire. Nel panorama della cultura dello spet- tacolo italiano esso costituisce un caso par- ticolare, perché diverso e nello stesso tem- po simile ai percorsi seguiti negli obiettivi e nella scelta dei repertori da altre analoghe istituzioni nazionali. Lo stesso vale se let- to da un osservatorio tedesco, con il quale inizialmente si intreccia e poi inderogabil- mente si separa. Questo processo si enuclea dalla storia della città e del territorio, che a seguito del crollo dell’Impero austro-un- garico passa nelle mani dello Stato italia- no. Fu un trapasso difficile, contradditto- rio, di luci ed ombre, successi e fallimenti, in seno al quale si svilupparono fenomeni di straordinaria anomalia. La conversione dell’identità culturale di partenza, di stampo austriaco, al segno italiano quale punto di arrivo, visse passag- gi di compresenza di repertori e di com- pagnie teatrali. Commedie, tragedie, farse,

102 melodrammi, operette, furono recitati in sala il difficile e capriccioso pubblico bol- lingua ora tedesca ora italiana, secondo zanino, tedesco o italiano. gli esiti della storia scanditi dal ritmo di Fu una sfida difficile e impegnativa, affermazione della nuova società nata sul- caratterizzata da risultati controversi. Le le ceneri dell'Impero asburgico. La storia cronache raccontano di sale gremite e di del teatro bolzanino assorbì le dinamiche sale vuote, che ci fosse in scena un’operetta della politica di fascistizzazione del terri- viennese o un’opera lirica, una commedia torio voluta dal regime. Diventò specchio popolare tedesca o una commedia veneta. metaforico, anche se l’immagine riflessa Il saggio ricostruisce il rapporto tra assunse contorni ora limpidi ora confusi. spettacoli e pubblico dal 1918 al 1943, se- L’italianizzazione della società significa- guendo l’ordine cronologico delle stagioni ≥ rec 1 va italianizzare il pubblico e omologarlo teatrali, e focalizza l’attenzione sugli alle- Ieri domenica ha avuto luogo la festosa consegna al ai gusti e agli orientamenti di quello na- stimenti più importanti come li raccontò pubblico dell’opera bolzanina appena costruita. Il cielo zionale. In merito è più corretto parlare la stampa locale. I titoli degli spettacoli so- ha fatto la sua parte, si potrebbe dire, come da program- ma, offrendo una vera e propria atmosfera teatrale, no- di pubblici diversi, piuttosto che di pub- no riportati nella lingua in cui furono reci- nostante non ce ne fosse bisogno, collaborando in que- blico inteso come corpo omogeneo nella tati, tra parentesi, quando possibile, si leg- sto modo a riempire fino all’ultimo posto il nuovo teatro sua componente culturale. Analogamente ge la traduzione in lingua italiana. Per una bolzanino. Perciò bastarono da una parte lo stimolo per la novità dall’altra parte la presenza di chi ha interesse è più corretto storicamente parlare di più conoscenza completa dei titoli delle opere per il teatro che non si sarebbe potuto perdere una se- teatri, intesi come contenitori di cultura e dei nomi delle compagnie si rinvia alla rata così importante, in cui sarebbero state aperte per la legata alle attese dello spettatore, in un so- consultazione della cronologia generale in prima volta le porte del nuovo Tempio delle Muse. (“Der Tiroler”, 16 aprile 1918, p. 6) lo edificio teatrale. appendice al volume. Il teatro bolzanino cambiò infatti due volte nome. Fu inaugurato nel 1918 come L’inaugurazione del Teatro Civico Stadttheater, nel 1923 diventò Teatro Ci- (14 aprile 1918) vico e nel 1937 venne dedicato a Giusep- pe Verdi. Questi cambiamenti definirono In un articolo pubblicato nel quotidiano diverse concezioni nell’organizzazione e “Der Tiroler”, Josef Meißl, pensando alla nella fruizione delle serate di spettacolo e, prossima apertura del Teatro Civico, pro- di conseguenza, produssero tipologie ete- pose per la serata inaugurale due titoli che, rogenee di pubblico. Si passò da una fa- a suo vedere, potevano definire l’indirizzo se iniziale dello Stadttheater con stagioni culturale delle future stagioni. Consigliò strutturate per un auditorio di madre lin- Volk in Not del tirolese Karl Schönherr, gua tedesca alla fase intermedia del Teatro tragedia dedicata alle locali guerre di libe- Civico in cui si svilupparono di fatto due razione degli anni 1809–1810 e dominata stagioni per due pubblici diversi, anche se da un esasperato sentimento patriottico, e talvolta interscambiabili, con repertori re- Die Fledermaus (Il pipistrello), operetta di citati in lingua italiana e tedesca. L’atto Johann Strauss.1 La prima era espressio- conclusivo del Teatro Verdi vide l’afferma- ne del dramma storico tirolese, la secon- zione dello spettacolo italiano e la chiusura da manifesto della cultura viennese nel di quello tedesco. suo massimo splendore. Se e in che misura In questo percorso, segnato da que- questi suggerimenti trovarono riscontro, lo ste tre fasi, si susseguirono amministra- stabilisce la cronaca della serata di domeni- zioni diverse in merito alla concezione ca 14 aprile 1918 (rec. 1). della funzione sociale e culturale dell’im- Aprì l’evento la banda musicale del pianto teatrale, cui sottostava un obietti- Primo Reggimento tirolese dei Kai- vo trasversale che impegnò gli operatori serjäger, diretta dal maestro di cappel- 1 (di fronte) Fritz Feinhals dal 1918 al 1943: portare nella capiente la Karl Mühlberger, con l’esecuzione di

103 Egmont-Ouverture di Ludwig van Beet- “All’arte tedesca”. La direzione di hoven, cui seguì il mozartiano Bundes- Leo Bowacz (1918–1922) lied, interpretato dal coro a quattro vo- ci del Männergesangverein guidata da Pochi giorni dopo l’inaugurazione iniziò Hans Zipperle e Heinz Deluggi. La par- una breve stagione, dal 18 aprile al 14 lu- te centrale della manifestazione fu occu- glio, che vide salire alla ribalta la compa- pata dall’intervento del borgomastro Ju- gnia stabile del Teatro Civico guidata da lius Perathoner (fig. 2). Ricordò l’attività Leo Bowacz. Il direttore e regista prove- svolta dal teatro "Zur Kaiserkrone", spie- niva dallo Schauspielhaus di Stoccarda, gò l’interesse del consiglio comunale per del quale era stato condirettore con Josef la realizzazione di un nuovo edificio tea- Seidl. Era coadiuvato e assistito da Her- trale, le difficoltà economiche e la nodo- mann Hellweger del Lessing Theater di sa questione relativa alla scelta dell’ubi- Berlino. La cura della musica, che accom- cazione. Soprattutto disse: «Io posso so- pagnava la messinscena di opere e operet- lo augurare e sperare che coloro che in te, e talvolta intratteneva durante gli in- futuro saranno chiamati ad amministra- tervalli e i cambi di scena, fu affidata a re questo edificio, a lavorarci, ad impa- Max Ernst Thamm (fig. 4), maestro del rare e a fruirne, vogliano essere memori Primo Reggimento tirolese dei Kaiserjä- di questa scritta.2 Ma vorrei fugare pe- ger di Bolzano. rò un equivoco. Escludere a priori dalla Il programma artistico seguì le indi- programmazione teatrale le magnifiche cazioni di Perathoner. Bowacz debuttò opere di Shakespeare, di un Molière e con la regia di Minna von Barnhelm (Min- di altri grandi poeti non di lingua tedesca na di Barnhelm) di Gotthold Ephraim sarebbe un’infantile parzialità. […] Ma Lessing (rec. 2) e proseguì con le comme- che in uno stabile edificato in luogo tede- die popolari di Franz Schönthan e Gustav sco su terra tedesca e per la popolazione Kadelburg, Der Herr Senator (Il signor se- tedesca di Bolzano, grazie alle risorse di natore), Der Raub der Sabinerinnen (Il cittadini e sostenitori tedeschi, e realiz- ratto delle Sabine) e di Die goldene Eva. zato per la popolazione di lingua tedesca Furono molto apprezzati gli allestimenti di Bolzano da parte di artisti e maestran- di Der zerbrochene Krug (La brocca rotta) ze tedesche, vengano onorati in prima li- di Heinrich von Kleist, Liebelei (Amoret- nea maestri tedeschi attraverso la rappre- to) di Arthur Schnitzler (rec. 3) e Kaba- sentazione delle loro opere, è un’esigen- le und Liebe (Intrigo e amore) di Friedrich za che dobbiamo porre come prioritaria Schiller. quanto quella che venga proposta la ve- Un autore sul quale Bowacz investì ra arte e non robaccia di poco valore!».3 molto fu Hermann Sudermann. Trasfe- La serata di gala proseguì con la musica. rì sul palcoscenico Das Glück im Winkel Il Musikverein guidato da Alois Kofler (Felicità in un luogo tranquillo), figurando (fig. 3) eseguì Schicksalslied (Canto del come abile interprete, i drammi Johannis- destino) di Johannes Brahms, e, a segui- feuer (I fuochi di San Giovanni), Heimat re, Wach auf, il coro finale e il monologo (La patria) e Die Schmetterlingsschlacht di Hans Sachs da Die Meistersinger von (Battaglia di farfalle), commedia che vi- Nürnberg (I maestri cantori di Norimber- de la partecipazione straordinaria di Emil ga) di Richard Wagner, cantato dal vien- Rubel dello Stadttheater di Brno.

2 Il borgomastro Julius Perathoner nese Gustav Fußberg. Scritturare un attore professionista fu 4 Max Ernst Thamm sperimentato in diverse occasioni e con ri- sultati eccellenti. In Causa Kaiser, novità

104 di Ludwig Stärk e Adolf Eisler, si distinse guiva il sistema in uso nell’area tedesca. Karl Kneidinger della Residenzbühne di Escluse le festività guidate e concesso un Vienna, impegnato anche nella replica giorno di chiusura settimanale, per i ri- della celebre operetta Im weißen Rössl (Al manenti si svolgevano attività.4 Cavallino Bianco) di Ralph Benatzky. La Il sipario si alzò il 12 ottobre 1918 con messinscena della tragedia di ispirazione Die versunkene Glocke (La campana som- classica Sappho (Saffo) di Franz Grillpar- mersa) di Gerhart Hauptmann. Le valu- zer si avvalse di Erika von Wagner, famo- tazioni positive di pubblico e critica si ri- sa attrice viennese. peterono per Renaissance (Rinascimento) Tra le altre produzioni della compa- di Franz von Schönthan e Franz Koppel- gnia bolzanina, ottenne consensi Frau Ellfeld, non per Die jungen Mädchen (Le Warrens Gewerbe (La professione della si- ragazzine), novità di Alexander Engel e gnora Warren) di George Bernhard Shaw, Hans Saßmann. fallirono le rappresentazioni di Der Kam- Il 16 novembre le truppe italiane fe- mersänger (Il cantante di camera) di Franz cero ingresso a Bolzano, tre giorni dopo Wedekind e Der Ernst des Lebens (La se- l’armistizio di Villa Giusti. Il Sudtirolo rietà della vita) di Felix Salten. Con- fu sottoposto al governo del generale Gu- vinse Front-Varieté, ensemble diretta glielmo Pecori Giraldi, sostenitore di una da Richard Nadrage, che ruotava intor- politica di distensione e garante delle au- no alla cantante Lona Ney dell’Opera di tonomie linguistiche, in contrasto con la Budapest. rapida italianizzazione avanzata dal sena- Da questa serie di spettacoli si delinearo- tore Ettore Tolomei. Le due linee segnaro- no le caratteristiche del repertorio del di- no il processo di italianizzazione del terri- rettore, basato sulla prevalenza di com- torio e incisero nella vita culturale del Te- medie popolari, drammi e tragedie di au- atro Civico. tori tedeschi con l’innesto di esempi di In merito, Adriano Colocci Vespuc- ≥ rec 2 drammaturgia internazionale. ci, membro del neonato Commissariato La direzione della messinscena di Bowacz ha conferi- Con lo stesso criterio di assemblaggio di Lingua e Cultura inviato dal ministero to alla rappresentazione, nonostante tutto, un piglio fu impostata la prima vera stagione tea- degli Interni in visita in Trentino e in Al- negativo, aspetto che va attribuito ai tempi di prova molto ristretti. Meno degne di encomio sono le pause, trale (1918–1919), affidata alle competen- to Adige, scrisse: «C’è un teatro – lo Sta- eccezionalmente lunghe, ma alla fine si possono ze di Leo Bowacz. Il repertorio fu definito atheater (sic) – dove si tollera che agisca anch’esse scusare per le difficoltà tecniche difficilmente sulla base di uno specifico contratto sti- una compagnia viennese, che si permet- risolvibili. La prossima volta si raccomandano però pau- se più brevi e un po’ di lettura fedele al testo dell’autore. pulato con il Comune, che prevedeva da te allusioni e frecciate contro noi che non (“Der Tiroler”, 23 aprile 1918, p. 6) parte del direttore anche precise respon- sfuggono agli indigeni, i quali afferrano sabilità relative alla manutenzione, puli- i doppi significati di talune frasi. A pro- ≥ rec 3 Erna Smereker ha interpretato il ruolo dell’eroina del zia quotidiana e cura dell’edificio, illumi- posito di teatro, un’attrice nel primo gior- testo con stupefacente completezza e verosimiglianza, è nazione e riscaldamento, sorveglianza dei no del nostro arrivo aveva ornato la sua stata una prestazione magnifica che ha messo in eviden- vigili del fuoco e l’assicurazione dell’inte- gonnella bianca con nastri rossi e verdi; za la sua straordinaria vocazione drammatica. Finora non era mai accaduto che il pubblico fosse stato indotto ro complesso. Il Comune rispondeva di ma, al secondo giorno, per consiglio cer- ad una commozione così intensa come ieri. danni provocati da incendi o da aeropla- tamente di qualche pangermanista, il tri- (“Bozner Nachrichten”, 14 giugno 1918, p. 4) ni. Ispettori di polizia e pompieri avrebbe- colore sparì».5 ro visionato il palcoscenico e la sala prima Veri o falsi che fossero gli episodi espo- dello spettacolo per decretarne l’agibilità sti, anche perché in quei giorni non reci- (art. 8). Per garantire un’equilibrata di- tava nessuna «compagnia viennese» a me- stribuzione di opere drammatiche e mu- no che l’aggettivo non fosse riferito alla sicali ogni quattordici giorni il borgoma- compagnia del Teatro Civico, la testimo- 3 Alois Kofler stro valutava la programmazione, che se- nianza dell’alto funzionario significava

105 molte cose. Oltre ad esprimere il clima sentimentali ambientate nella buona so- ostile («questi abitanti certamente non ci cietà del tempo. In merito il Teatro Civi- amano») e il fatto di trovarsi in una ter- co offrì una rassegna di firme altisonan- ra straniera da trasformare («qui ancora ti, come Franz von Suppé con Die schö- manca il segno dell’imperium italiano»), ne Galathée (La bella Galatea), modello si riconosceva all’istituzione teatrale una perfetto di operetta in stile viennese e funzione non di solo intrattenimento ma Franz Lehár, presente con tre composi- anche di luogo in cui esercitare, attraver- zioni, Die goldene Eva, Die lustige Witwe so l’uso della lingua tedesca, una sorta di (La vedova allegra) e Der Graf von Lu- opposizione e di velata provocazione. Nel xemburg (Il conte di Lussemburgo). Nel- Diario lo spazio dedicato al Teatro Civico la breve recensione di quest’ultima pub- ≥ rec. 4 risulta maggiore rispetto a quello riserva- blicata nel quotidiano “Der Tiroler” si La scelta di quest’opera per aprire la stagione dell’ope- retta è stata un fiasco. Perché, se non si deve imprimere to agli altri aspetti della città. Colocci Ve- leggono osservazioni relative alla mes- un’impressione gioiosa nell’ascoltatore e nello spettato- spucci riconosceva il suo primario ruolo sinscena, che denunciarono con sotti- re, almeno si dovrebbe arrivare ad una graduale e reci- rappresentativo, il suo essere contenitore le polemica la modalità di preparazione proca integrazione tra singoli cantanti ed attori, dovreb- be essere attivo un rapporto il più stretto possibile tra di una tradizione culturale avvertita come degli allestimenti, ritenuta troppo fretto- il palcoscenico e l’orchestra. diversa e nemica, con la quale rapportar- losa, superficiale e squilibrata tra la for- (“Der Tiroler”, 22 ottobre 1918, p. 5) si in modo conflittuale oppure in maniera za dell’orchestra e la debolezza delle parti tollerante. Il nucleo della storia dello spet- cantate.6 Le urgenze del calendario con- tacolo locale si sviluppò lungo i binari di tenevano in sé questo rischio. Del resto queste due opposte possibilità. lo stesso Bowacz ne era consapevole e, Ritorniamo ad osservare quanto suc- per risolvere parzialmente il problema, cedeva sul palcoscenico. Esaurito tra lu- affidò gli allestimenti a diversi registi. ci e ombre il primo ciclo di spettacoli di Pregi e difetti artistici evidenzia- prosa, Bowacz, come da contratto, spo- ti nell’operetta ritornarono negli spetta- stò l’attenzione verso l’operetta e scel- coli di prosa tratti da testi classici tede- se il celebre Die Fledermaus (Il pipistrel- schi, da Die Räuber (I masnadieri) di Frie- lo) di Johann Strauss. Affidata alla re- drich Schiller, dramma affidato alla regia gia di Ludwig Bendiner, anche cantante, di Paul Hubl, a Des Meeres und der Lie- l’allestimento dimostrò approssimazioni be Wellen (Le onde del mare e dell’amo- nell’organizzazione drammaturgica della re) di Franz Grillparzer, da Die Kreuzel- messinscena (rec. 4). Alle repliche il pub- schreiber, commedia contadina di Ludwig blico si presentò numeroso, occupando Anzengruber a Die Ehre (L’onore) di Her- buona parte dei 750 posti disponibili. La mann Sudermann. Rispondevano alla difficile situazione postbellica, prossima a promozione del teatro contemporaneo al- complicarsi per il territorio con l’avvento cune novità per la platea bolzanina, quali del fascismo, alimentava tanto un atteg- Der Teufel (Il diavolo), commedia dell’un- giamento di evasione e leggerezza, quanto gherese Ferenc Molnár, e Blaufuchs (La un richiamo culturale e spirituale al cor- volpe azzurra) di Ferenc Herczeg. done ombelicale austriaco. La recensione di Das Konzert (Il con- Il gradimento dell’operetta, oltre ad certo) di Hermann Bahr delle “Bozner Na- essere dettato dalle peculiarità proprie chrichten”, mise in luce alcuni aspetti dai – la sfarzosa cornice scenografica, la vi- quali si ricavano informazioni sulla regia vacità musicale, la coreografia, la recita di Bowacz. L’autore austriaco fu presenta- briosa degli attori –, si connetteva con la to al pubblico con le migliori credenziali: cultura della borghesia austriaca Fin de all'età di 60 anni era stato nominato „Er- siècle, con la sua predilezione per le storie ster Dramaturg“ del Wiener Burgtheater.

106 Per Bolzano fu occasione persa. Alla ‘pri- ri Giraldi, ed era iniziata l’amministrazio- ma’ il pubblico risultò scarso, e poi l’alle- ne del commissario generale civile Luigi stimento fu inferiore alle attese: gli attori Credaro. I quotidiani sbrigarono la cro- apparvero poco coordinati, mancò il rit- naca del concerto in poche righe e si di- mo scenico, si faticò a sentire le voci. Lo lungarono sulla vita e l’opera del composi- spettatore, polemizza il cronista, ha pa- tore, per recuperarne la figura in parte di- gato il biglietto per assistere ad una pro- menticata.10 In questo momento di avvio va non ad una vera messinscena. I giudi- del processo di italianizzazione, il nome zi sull’azione drammatica degli attori si di Thuille intendeva ribadire i legami del- diversificarono in valutazioni positive per la sua città natale, e quindi della regione, gli interpreti protagonisti, negative per con l’Austria. Questo assunto contiene in gli interpreti secondari. I tempi ristretti sé la cifra culturale del secondo incarico di preparazione, con un calendario fitto affidato a Leo Bowacz. di appuntamenti quasi quotidiani, obbli- La stagione iniziò con un classico au- gavano il regista a concentrarsi sugli at- striaco, l’operetta Der Zigeunerbaron (Lo tori primari, trascurando o non consi- zingaro barone) di Johann Strauss, af- derando a sufficienza il contributo degli fidata al maestro di cappella Max Ernst interpreti minori.7 E questo spiega l’esito Thamm. Il pubblico occupò ogni ordine contraddittorio di molti allestimenti e, di di posto ed assistette ad una messinscena riflesso, il fatto che fu rinnovato l’organi- nuova, diversa nello stile e nella costruzio- co della compagnia con l’innesto di atto- ne scenica anche per l’innesto nella com- ri dotati di migliore bagaglio tecnico ed pagnia di un tenore importante ed esper- espressivo. to, Marzell Sowilski, che subito si mise in L’apertura della stagione 1919–1920 luce. fu preceduta da un omaggio a Ludwig Il dramma Johannisfeuer (I fuochi di Thuille, compositore nato a Bolzano nel San Giovanni) di Hermann Sudermann 1861 formatosi ad Innsbruck e poi trasfe- fu il primo spettacolo di prosa. I presen- ritosi nel 1879 a Monaco di Baviera, au- ti in sala si aggirarono intorno ai duecen- tore di una sessantina di composizioni, le to. Eppure l’allestimento curato da Alfred più fortunate della quali (Lobetanz e Gu- Gebhardt risultò «ottimo […], genuino geline con di Otto Julius Bier- e commovente».11 Che nel pubblico non baum) furono rappresentate a Zurigo, fosse maturata una passione per la prosa Vienna, Strasburgo, New York.8 Il con- pari a quella dimostrata per la musica e certo ebbe un sapore particolare. Cadeva l’operetta, costituiva un dato acquisito, al ad un anno di distanza dall’occupazione quale si cercò di rimediare scritturando di Bolzano da parte delle truppe italiane. attori professionisti. L’immediato controllo del Museo Civico, Furono contattate altre due attrici del dove fu sistemata la sede del Commissa- Deutsches Volkstheater di Vienna. Eri- riato di Lingua e Cultura, aveva di fat- ka von Wagner fu applaudita protagoni- to spodestato la cultura tedesca dalla sua sta di Heimat (La patria), il testo più fa- simbolica sede «per intraprendere il ritor- moso di Sudermann. L’attrice recitò con no gagliardo d’italianità, col rispetto e successo la tragedia Iphigenie auf Tauris col culto di tutto il passato storico, nel- (Ifigenia in Tauride) di Goethe, regia di la civile elaborazione di un nuovo e giu- Josef Seidl, ricoprendo il ruolo del tito- sto avvenire», dichiarò Ettore Tolomei.9 lo, e il testo romantico e di evasione Das Si era appena esaurito il breve interregno Märchen vom Wolf (La fiaba del lupo) di del governatore militare Guglielmo Peco- Ferenc Molnár.

107 Lina Woiwode si distinse ne Widerspen- Verso la fine di questa ricca stagio- ≥ rec. 5 La parte impegnativa […] di Josette ha offerto la possi- stigen Zähmung (La bisbetica domata) di ne di prosa il direttore Bowacz contat- bilità a Lina Woiwode di fare emergere nella maniera William Shakespeare e nel sudermannia- tò Annie Rosar (fig. 6), attrice valorizza- più aderente al testo di Paul Gavault il suo ammirevole no Der gute Ruf (Il buon nome), affidato ta da Max Reinhardt e destinata ad una talento recitativo. Fu la Circe passionale che ha lasciato trasparire tutti i registri delle arti seduttrici femminili con alla regia di Alfred Gebhardt e con Bo- brillante carriera cinematografica. L’attri- un’efficacia ineccepibile. wacz presente tra gli interpreti, il quale ce del Burgtheater propose un repertorio (“Bozner Nachrichten”, 13 gennaio 1920, p. 4) realizzò la cura scenica dello spettaco- di alto livello con Liebelei (Amoretto) di ≥ rec 6 lo più applaudito tra quelli interpreta- Schnitzler recitato in un teatro semivuo- Gli egregi signori, che mi hanno ammesso di ricordare, ti dall’attrice, Der Lebensschüler (La vita to, la tragedia rusticana Rose Bernd di mi hanno riferito, forse non casualmente, che prima del- studentesca) di Ludwig Fulda. Ottenne Hauptmann e Medea di Grillparzer. la costruzione del teatro molti cittadini […] erano con- trari […]. Non ne volevano sentire parlare perché non li valutazioni positive ma poco concorso di Anche l’operetta, genere per tradizio- piaceva andare a teatro. […] Bisogna spiegare a costoro pubblico la rappresentazione di Fräulein ne apprezzato dalla platea locale, eviden- che oggi ci sono motivi molto importanti, che una volta Josette, meine Frau (La signorina Joset- ziò le difficoltà che incontrava il progetto non esistevano, per i quali andiamo a teatro. Ai giorni nostri i tedeschi dovrebbero vedersi come una famiglia, te, mia moglie) di Paul Gavault e Robert divulgativo di Bowacz, sebbene le produ- una comunità per sostenere un senso di unione etnica e Charvey, esempio di commedia brillante zioni attingessero dal gettonato reperto- spirituale, non uomini litigiosi, ma uomini di grande sen- francese (rec. 5). rio di fine Ottocento. Ritornò il nome di sibilità in una condivisione culturale. E dove potrebbe essere questo punto d’incontro?. Dove, se non nel tea- Altro nome di grido, Wilhelm Klitsch Leo Fall con Die geschiedene Frau (La di- tro? Un luogo innocente e nello stesso tempo più bello fu Hamlet (Amleto) di Shakespeare, che vorziata) e Die Rose von Stambul (La ro- non potrebbe esistere. In quella sala meravigliosa ve- apparve statico e prevedibile, penalizzato sa di Stambul), che, pur interpretata con diamo tutto quello che i nostri ‘parenti’ contemporanei hanno voluto trasmetterci per allietare il nostro spirito dai troppi tagli subiti dal testo. Lo stes- maestria dagli attori guidati dalla regia ed edificarci interiormente. Bisogna pensare che sono so figurò nella messinscena diJugendfreu - di Marzell Sowilski, fu seguita da poche finiti i tempi, speriamo non per sempre, in cui si andava nde (Amici di gioventù) di Fulda e nella persone, che raddoppiarono per la mes- dalle campagne alle grandi città per il cibo ‘intellettua- le’. Se il teatro a Bolzano chiudesse, per molti cittadini tragedia Liebe (Amore) del viennese An- sinscena dei lavori di Franz Lehár, – Wo trascorrerebbero molti anni prima di poter vedere uno ton Wildgans, autore molto popolare tra die Lerche singt…! (Dove canta l’allodo- spettacolo in lingua tedesca. La quotidianità ci inghiot- le due guerre grazie a drammi di impianto la…!), Der Rastelbinder (Lo schermo), Zi- tirebbe. Quindi siamo felici di usufruire di cose che pri- ma della guerra non aveva motivo nemmeno di pensare. naturalistico. geunerliebe (Amore di zingaro) e Die golde- […] L’arte non ha bisogno di un apparato gigantesco per Leopold Thurner, proveniente dal- ne Eva –, di Franz von Suppé (Boccaccio), essere riconosciuta come tale. È importante lo spirito, la la Neue Wiener Bühne, si misurò con di Emmerich Kálmán – Der Zigeunerpri- disposizione in cui ci troviamo. Non tutti gli spettacoli di quest’anno sono stati allo stesso livello, ma chi riesce a Othello () di Shakespeare, la farsa mas (Il capo degli zingari), Die Csárdásfür- comprendere trascorrerà delle belle serate. Die Großstadtluft (L’aria della grande cit- stin (La principessa della Czarda) e Das (“Bozner Nachrichten”, 18 dicembre 1919, p. 2) tà) di Oskar Blumenthal e Gustav Kadel- Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze) ≥ rec 7 burg, e Maria Stuart di Schiller. di Franz Schubert (rec. 7). Si rimase molto stupiti. L’originalità piena di atmosfe- Alfred Gerasch (fig. 5) del Burgthea- Come nella prosa, il ruolo di regista ra della rappresentazione contrastava con la direzione ter risultò decisivo per la riuscita di molti fu assunto da alcuni attori della compa- tecnica e artistica. Eppure non si è trattato di disguido. Potendo dare un consiglio per le successive rappresen- allestimenti di opere note al pubblico bol- gnia, per le urgenze delle rappresenta- tazioni, si raccomanderebbe di usare più razionalmente zanino, come Alt-Heidelberg di Wilhelm zioni quasi quotidiane e per motivi le- i riflettori. Inoltre quello che è successo sabato ha dato Meyer-Förster, Die goldene Eva di Franz gati all’arte scenica. È ipotizzabile che molto fastidio: la prima pausa è durata trenta minuti, la seconda venticinque. Nonostante tutto il pubblico è ri- Lehár e Die Jüdin von Toledo (L’ebrea di l’assegnazione degli allestimenti fosse masto sveglio. Toledo) di Franz Grillparzer. dettata da criteri legati alle caratteristi- (“Der Tiroler”, 21 novembre 1918, p. 5) Al prestigio dell’attore non sempre che dell’opera in relazione alle compe- era corrisposto un adeguato numero di tenze artistiche del regista. La priorità biglietti veduti. Il problema del pubbli- del testo in Hoffmanns Erzählungen (I co iniziava ad assumere proporzioni pre- racconti di Hoffmann), opera drammati- occupanti per le ambizioni di un teatro ca di Jacques Offenbach, orientò la scel- di fronte: 5 Alfred Gerasch cittadino che stentava a decollare nella ta del regista verso Gebhardt, anche at- 6 Annie Rosar sua funzione di epicentro culturale per tore e regista di prosa; il dominio della la città (rec. 6). musica rispetto alla parola nell’operetta

108

Der Vogelhändler (Il venditore di uccelli) La parte finale della stagione riservò ≥ rec 8 L’orchestra ha dovuto superare una prova davvero dif- di Karl Zeller consigliò il nome del teno- grandi sorprese. Bowacz convocò la Exl- ficile, ma la ha affrontata con padronanza sotto la dire- re Sowilski. Bühne, che presentò un repertorio ricco e zione del direttore d’orchestra Max Thamm. Anche la Tra altri lavori inseriti nel cartellone me- articolato. Oltre alla novità Föhn, dram- rappresentazione è stata eccellente, così che la nostra compagnia ha di nuovo ottenuto un bel successo. […] Nel ritano attenzione Das Dorf ohne Glocke (Il ma di ambientazione montana di Julius teatro quasi pieno, il testo ha ottenuto un buon successo paese senza campana), novità di Eduard Pohl, spiccò il dramma popolare Erde e gli attori hanno raccolto applausi scroscianti. Künneke tra le migliori produzioni della (Terra) di Schönherr (rec. 10), in cui il (“Bozner Nachrichten”, 5 marzo 1920, p. 4) stagione, grazie all’esecuzione dell’orche- vecchio e malato Grutz, contadino legato ≥ rec 9 stra di Thamm (rec. 8). Giudizio analogo alla ‘Heimat’ con tutte le sue fibre, all’im- Giorno memorabile nella storia del Teatro Civico di fu espresso per Der Bettelstudent (Lo stu- provviso guarisce e vanifica le speranze Bolzano: la prima rappresentazione di un’opera! Anche teatri di città più grandi della nostra non possono per- dente povero) di Karl Millöcker e , del figlio di ereditare subito la proprietà. mettersi la rappresentazione di opere perché i costi che dramma lirico di Georges Bizet, che si av- Questa storia naturalistica, caratterizzata comportano sono proibitivi. Il nostro teatro si è posto un valse della presenza di Lotte Baltsch nel da un linguaggio contadinesco scarno e obiettivo difficile, ma è riuscito grazie ad una collabora- zione di tutte le forze in campo a superare in maniera ruolo del titolo. quintessenziale, incontrò i favori della pla- egregia questo impegno gravoso. È stata nel vero senso Lo spettacolo clou risultò Margarethe, tea che parafrasava nel vissuto del prota- della parola una serata di festa ed il teatro, a meno di un titolo solitamente dato in Austria e Ger- gonista la speranza di rinascita miracolosa paio di posti in galleria, era tutto esaurito – addirittura la loggia del direttore di scena –, ed ha creato un’atmosfe- mania al Faust di Charles Gounod, poi- della propria terra. Di Schönherr la Exl- ra di cerimonia inaugurale, fornendo un piacere artistico ché l’opera si limita all’episodio di Mar- Bühne recitò anche Glaube und Heimat di primo rango. Sarebbe stato sufficiente che un’opera gherita dell’omonimo capolavoro go- (Fede e patria) e Der Weibsteufel (L’inde- tedesca aprisse le danze, ma considerate le difficoltà in- contrate dalla diffusione all’esterno l’opera tedesca, ci si ethiano. La rappresentazione fu salutata moniata), storia di una donna che, travol- è accontentati di un’opera francese ispirata all’azione del come un evento di portata storica per una ta dalla febbre dei sensi, induce l’amante Faust di Goethe. città periferica. Fu una serata di festa. Il ad uccidere il marito. Non mancò Ludwig (“Bozner Nachrichten”, 1 novembre 1919, p. 4) nome di Goethe diventò una potente ca- Anzengruber, scrittore amato dalla platea ≥ rec. 10 lamita verso cui convergevano sentimenti locale, anche se non furono venduti mol- Le rappresentazioni di entrambe le commedie (Terra e legami figliativi con la cultura tedesca. ti biglietti per la visione delle commedie e Fede e patria, n.d.a.) hanno offerto momenti pieni di limpido godimento artistico. Nel loro campo gli atto- Emerse, dalle parole dell’attento recenso- popolari Der Meineidbauer (Il contadino ri della Exl-Bühne sono unici; sono i Meininger del re- re delle “Bozner Nachrichten” il segreto spergiuro), Der G’wissenswurm (Il tarlo pertorio popolare. Quanto genuino, quanto radicato è della qualità eccellente della messinsce- della coscienza) e Die Kreuzelschreiber. tutto in loro, nella loro recitazione, nella loro lingua nella connotazione delle figure recitate. Sono veri contadini, na. Scrisse che le prove erano durate di- Spettò ad una prestigiosa compagnia, non sono tirolesi da ‘salotto’. Ciascuno, anche nei ruoli verse settimane e che il regista Gebhardt la Münchner Opern del Nationaltheater, minori, svolge completamente la propria parte, in ma- si era concentrato con pari attenzione al- il compito di calare il sipario. L’operazio- niera compiuta. (“Der Tiroler”, 18 maggio 1920, p. 6) la cura dei cantanti solisti e del coro. Se ne rispondeva ad una precisa strategia. tale aspetto meritò rilievo, significa che Oltre alla qualità artistica, la compagnia ≥ rec. 11 la regia non agiva di solito in questo mo- possedeva in repertorio opere considerate Wilhelm Schich, che ha interpretato la parte dell’uomo ricco, ha esibito abilità espressive che fanno ben sperare do. L’orchestra di Thamm suonò in modo il vertice della musica tedesca, che per la per la stagione teatrale in corso. Oltre alla sua oratoria impeccabile e dialogò con perfezione geo- platea tirolese riflettevano valori che an- e alla sua mimica, ha mostrato capacità di approfondi- metrica con gli attori, tra i quali il tenore davano oltre il dato culturale, significa- mento del personaggio che lascia intendere l’arte più profonda. Anche Hella Breßnig nel ruolo dell’amante ha Marzell Sowilski (Faust, rec. 9) e Mizzi vano ricompattarsi, attraverso l’identifi- trovato dei toni che sono arrivati direttamente al cuore e Steiner (Margherita).12 cazione sentimentale e il trasporto emo- che al di là della rappresentazione teatrale per la quale Tra le altre produzioni della com- tivo, ad un’unità etnica e linguistica che si è pagato il biglietto. Inoltre era bellissima ed ha inter- pretato il suo ruolo con una corporeità quasi spirituale. pagnia bolzanina spiccarono Totentanz gli esiti della storia stavano mettendo in (“Bozner Nachrichten”, 28 ottobre 1920, p. 1) (Danza di morte) e Der Vampir (Il vam- discussione. La ‘prima’ del Fidelio di Be- piro) di August Strindberg, Einsame ethoven, con l’orchestra diretta dal mae- Menschen (Anime solitarie), dramma di stro Rolf Bertram (fig. 8), fu una serata di Hauptmann di ispirazione ibseniana, Ju- gala. Malgrado i prezzi alti del biglietto, il gend (Giovinezza), dramma naturalistico teatro si presentò esaurito. La regia di Lu- a sfondo sociale di Max Halbe. dwig Pfeuffer elaborò una drammaturgia

110 scenica raffinata e perfetta nelle varie di ordine pubblico qualunque rappresen- componenti, dalla sezione musicale all’esi- tazione anche se già in corso».14 bizione canora di Emil Schippel (Pizar- Con questi presupposti la terza stagio- ro), Elisabeth Delius (Eleonora-Fidelio), ne della gestione Bowacz si profilava as- Hans Wolff (Florestano), Otto Bongraß sai difficile. Ai rapporti spesso tesi e con- (Fernando). La rappresentazione di Fi- flittuali con il Comune, si erano aggiunti delio si trasformò in una festa, alla quale nuovi interlocutori politici che sosteneva- Julius Perathoner partecipò con un con- no concezioni diverse circa la funzione e tributo particolare. Alla fine dello spetta- l’utilizzo del teatro. Maturarono nel corso colo il borgomastro salì sul palco, ringra- del 1920–1921, pur in forma velata, le con- ziò gli attori e improvvisò un breve discor- dizioni per l’esplosione di contraddizioni e so rivolto alla grandezza e all’importanza spaccature insanabili. E poi, non da ulti- della cultura musicale tedesca per la co- mo, rimaneva aperto il problema del pub- munità locale. L’indomani ci fu la prima blico, non sempre obbediente alla chiama- replica al cospetto di una platea ridotta. ta, che Bowacz cercò di catturare con un Dopo Der Waffenschmied (L’armaiuolo) programma ricco di novità, puntellato da di Albert Lortzing, la Münchner Opern opere e autori di prestigio, consapevole di Ensemble offrì Der fliegende Holländer disporre di una compagnia di buon livello. (L’olandese volante o Il vascello fantasma) Il sipario si alzò l’11 ottobre 1920, l’in- di Richard Wagner replicato quattro vol- domani della firma del decreto di annes- te e Die Zauberflöte (Il flauto magico) di sione del Sudtirolo all’Italia, con un’ope- Wolfgang Amadeus Mozart, con applau- retta di richiamo, Der Graf von Luxemburg si a scena aperta rivolti alle due star, Luise (Il conte di Lussemburgo) di Franz Lehár, Perard-Theissen (fig. 7) e Fritz Feinhals.13 che segnò il debutto di un nuovo diretto- Il 12 ottobre 1920 il Commissariato re d’orchestra, August Pepöck, e di nuo- generale civile per la Venezia Tridentina vi attori al fianco del confermato Marcell con sede a Trento rinnovò a Leo Bowacz Sowilski. L’evento della ‘prima’ gremì il la gestione del teatro. Sostanzialmente il teatro in ogni ordine di posto e alla fine nuovo contratto ormeggiava quello sti- della rappresentazione gli applausi furono pulato in precedenza con il Comune, ma convinti e prolungati. conteneva una nuova clausola. Il direttore L’indomani ci fu il primo spettaco- doveva inviare il testo in programma, al- lo di prosa, Rosmersholm di Henrik Ib- meno due settimane prima della data di sen, affidato alla regia di Robert York (fig. rappresentazione, al commissario civile, al 9), anche attore. I temi crudi dell’ope- quale competeva la concessione del nul- ra divisero le opinioni di pubblico e cri- laosta, incarico questo che nei precedenti tica, che invece furono unanimi nell’ap- accordi spettava al borgomastro. Si tratta- prezzamento di Jedermann. Das Spiel vom va di un passaggio di consegne, che sanci- Sterben des reichen Mannes (Ognuno, il va il primo e fondamentale passo verso il dramma della morte del ricco) di Hugo subentro italiano nella gestione del Teatro von Hofmannstahl (rec. 11). Negli an- Civico in una prospettiva di dominio del- ni del Primo dopoguerra questa parabo- le strutture amministrative e culturali del- la dell’uomo ricco lungo le stazioni del la città e del territorio. Al commissario ci- peccato, pentimento e redenzione, assun- vile e all’autorità di pubblica sicurezza fu se significati simbolici, diventò metafo- affidato un ruolo di primo piano, anche se ra spirituale del popolo tedesco, che ve- 8 (sotto) Rolf Bertram svolto dietro le quinte. Si legge che questi niva esaltato per le virtù cristiane di tol- 9 (sopra) Robert York sono «autorizzati di sospendere per ragioni leranza e di carità.15 Non è da escludere

111 che Leo Bowacz avesse considerato que- Julius Horst e il gettonato Im weißen Rössl sto aspetto nel momento in cui acquisì il (Al Cavallino Bianco) di Ralph Benatzky. copione. La partecipazione commossa del Maggiore attenzione conquistarono due pubblico premiò la scelta. attori dello Stadttheater di Monaco, Kä- La rappresentazione di Faust I di Jo- the Vierkowsky e Alois Wohlmut, scrit- hann Wolfgang von Goethe, opera pila- turati per lo shakesperiano Was ihr wollt stro della letteratura tedesca, avrebbe po- (Come vi piace) per la regia di Bowacz tuto essere un altro evento. Il ruolo del (rec. 12). titolo fu assunto da Wilhelm Klitsch, at- Anny Steinschneider della Volksope- tore del Deutsches Volkstheater di Vien- ra di Vienna fu protagonista dell’operet- na, già applaudito in Der Traum, ein Le- ta Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone) ben (Il sogno, una vita), favola dramma- di Strauss e di Lohengrin di Wagner. L’in- tica di Grillparzer. Lo spettacolo curato terpretazione conquistò il numerosissimo da York ottenne tiepide recensioni e poco pubblico che rispose con lunghi applausi concorso di pubblico. e ovazioni anche agli attori locali, in par- In diversi spettacoli furono nuo- ticolare modo al beniamino Sowilski. ≥ rec 12 vamente scritturati attori professioni- Il contributo dell’attore ospite risultò Perché un simile testo (Come vi piace di William sti provenienti da teatri stranieri, co- decisivo nella promozione dell’opera liri- Shakespeare, n.d.a.), che potrebbe aver risposto pie- me la soubrette Rosy Werginz e il comi- ca, sostenuta dalla stampa con articoli di namente alle semplici e genuine aspettative dei nostri padri, ma che non corrisponde più agli orientamenti di co Alfred Frank, entrambi della viennese approfondimento, come in occasione del- gusto dell’odierno pubblico teatrale, possa essere sta- Komödienhaus, che interpretarono l’ope- la messinscena di di Giacomo Puc- to rappresentato, appare del tutto incomprensibile: a retta Die Csárdásfürstin (La principes- cini, quando il quotidiano “Der Tiroler” maggior ragione, quando sono stati scritturati, come in questo caso, due attori ospiti nonostante non fossero sa della Czarda) di Emmerich Kálmán pubblicò un’esauriente presentazione, in esattamente dei modelli esemplari, con i quali si poteva e Das Sperrsechserl di Robert Stolz. L’in- cui ricordava la diffusione in Germania e coinvolgere l’interesse dello spettatore. nesto di nomi di grido, iniziativa costosa raccontava la trama del libretto di Giu- (“Bozner Nachrichten”, 23 aprile 1921, p. 10) in termini di contratti, doveva coincidere seppe Giacosa e . Nell’edizione ≥ rec 13 con proposte di richiamo. La conoscen- curata dalla compagnia del Teatro Civi- La signora Finni Reich Dörich (Tosca) ha una bella voce za e l’esperienza di Bowacz, la sua capa- co l’attenzione si concentrò sulle due star ben impostata e sicurezza nella recitazione. La cantan- te ha strappato il suo applauso più forte e meritato, che cità di leggere le potenzialità drammatur- della Volksoper di Vienna, Finni Reich- l’ha fatta tornare sulla scena, nella magnifica romanza giche delle opere in rapporto ai gusti lo- Dörich nel ruolo di Tosca (rec. 13) e Gu- del secondo atto, quando dichiara a Scarpia il suo de- cali, orientarono le scelte, che produssero stav Kußperg interprete di Scarpia. stino. Gustav Kußperg, cantante da camera di Vienna (barone Scarpia) ha catturato il pubblico con la sua ele- trionfi e fallimenti. Il successo di Tosca convinse Bowacz gante presenza scenica, la pronuncia chiara, la mimica, Memore dei consensi ottenuti da Lina ad occuparsi di altri melodrammi italia- e l’incedere sicuro, e la potenza della voce. Woiwode nella precedente stagione, Bo- ni. L’esecuzione di Cavalleria rusticana di (“Bozner Nachrichten”, 9 novembre 1920, p. 4) wacz ripropose l’attrice per un ciclo di rap- e di Ruggero presentazioni che comprendevano Der Leoncavallo confermarono Sowilski nei Gatte des Fräuleins (Il marito della signo- panni del mattatore, affiancato da Kathi rina), commedia dell’ungherese Gabriel Roha dello Hoftheater di Karlsruhe. Alla Drégely, il dramma Armut (La miseria) di fine dello spettacolo Max Ernst Thamm Anton Wildgans. La stima del pubblico si ricevette in dono un mazzo di fiori come rinnovò anche in occasione di Der Que- riconoscimento della prova superlativa of- rulant (Il querulante) di Hermann Bahr, ferta dalla sua orchestra. Madama Butter- quando fu salutata da un lancio di fiori. fly di Puccini si avvalse della presenza di Non attirò più di tanto il nome di Ire- Helene Pola, cantante dello Staatstheater ne Basch-Brion, attrice della Neuer Wie- di Wiesbaden, che conferì al personaggio ner Bühne, che si cimentò con Die blaue del titolo intensità drammatica, sostenu- 7 (di fronte) Luise Perard-Theissen Maus (Il topo blu) di Alexander Engel e ta dalla padronanza della voce, limpida e

113 varia, e dalla delicatezza dei movimenti. di un’aspra polemica, destinata a lasciare L’improvvisa indisposizione di Hermi- il segno. Il borgomastro Julius Perathoner ne Borsetti dell’Hoftheater di Monaco, denunciò il bilancio in rosso delle casse scritturata per interpretare la parte di Le- del teatro. I contributi annuali non basta- onora nel verdiano , non ridi- vano più per le spese di gestione, a causa mensionò la messinscena che si manten- dei pochi biglietti venduti e per gli one- ne di alto livello grazie ad un altro inter- rosi contratti firmati con gli attori ospiti. prete di grido, Franz Gruber nella parte Aleggiava lo spettro del fallimento. Il ma- di Manrico. estro di cappella August Pepöck spostò il L’assenza di attori ospiti, se poco in- problema sul piano storico e sostenne che, cise sulla qualità degli altri allestimenti come era prossima la chiusura della scuo- lirici prodotti dalla compagnia del Tea- la tedesca, la stessa cosa sarebbe destinata tro Civico, compromise la vendita dei bi- a ripetersi per il teatro in lingua. Alla ba- glietti. Lo dimostrò la limitata partecipa- se di questa riflessione c’era l’applicazione zione di pubblico per La traviata di Giu- del decreto firmato da Orso Mario Cor- seppe Verdi. bino, ministro della Pubblica Istruzione, Gli altri spettacoli ottennero risultati che prevedeva l’obbligo di iscrizione degli altalenanti. Suscitò poco interesse, perché scolari secondo il criterio di appartenen- considerato anacronistico, Zar und Zim- za linguistica della famiglia. In una cit- mermann (Zar e carpentiere) di Albert tà mistilingue come Bolzano significava Lortzing, sebbene fosse uno degli esempi sancire una netta distinzione, educativa e di teatro comico più amati dal pubblico culturale, tra la società italiana e la socie- tedesco. Piacque Alt-Wien (Vecchia Vien- tà tedesca. na) di Emil Stern, per il clima di spensie- Bowacz rispose con un intervento, lu- ratezza, l’ottimismo e il perbenismo vien- cido e amaro, consegnato alla stampa.16 nese della Belle Époque, che diventarono Le parole sembrano dettate dall’anima amaro ricordo contaminato da nostalgia. di un artista ferito e prossimo alla resa. Al genere drammatico – Romersholm di Ricordò l’invito lanciato a dicembre da Ibsen, Das Glück im Winkel (Felicità in un parte del borgomastro affinché la cittadi- luogo tranquillo), Die Raschhoffs (I Rasch- nanza partecipasse più attivamente, e co- hoff) e Stein unter Steinen (Una pietra fra me l’invito non avesse avuto nessun ef- le pietre) di Sudermann – si preferiro- fetto. Il pubblico, notava il direttore, è no contenuti allegri e di evasione, come un corpo estraneo al teatro, difficile da quelli trasmessi da Schönthan e Kadel- conquistare, distratto da altri appunta- burg nella farsa Zwei glückliche Tage (Due menti e intrattenimenti sociali, mondani giorni felici), o da Benatzky nel celebre Im e religiosi. Inoltre nel periodo invernale weißen Rössl (Al Cavallino Bianco). Tutta- la situazione è destinata a peggiorare per- via, un altro scrittore popolare come An- ché lo spettatore considera insufficiente zengruber scivolò mestamente nel dimen- la temperatura della sala di 15 gradi, su- ticatoio. La rappresentazione di Das vier- periore a quella dei teatri austriaci sem- te Gebot (Il quarto comandamento) fu per pre affollati. Lo stesso vale per il costo pochi intimi. del biglietto, da sempre ritenuto troppo L’atteggiamento contraddittorio del alto. Ma il confronto con altre realtà di- pubblico manifestato nel corso di questa mostrava l’opposto. Ad Innsbruck, per stagione, la migliore di Bowacz sul pia- esempio, il prezzo risultava maggiore e no artistico, che mediamente occupava la per gli spettacoli ospiti o di grido rinca- metà dei 750 posti della sala, fu alla base rava fino al 60%.

114 Inquadrare la gestione del teatro nella lo- na. Già prima della guerra circa un terzo gica di un’impresa a fini di lucro e filtra- degli abitanti era di nazionalità italiana, re la scelta del repertorio nei meccani- percentuale che aumentò dopo la libera- smi del profitto condizionarono non po- zione. Non sembra quindi giusto che que- co i rapporti di Bowacz con le istituzioni. sti nostri connazionali che contribuiscono Questi problemi iniziavano a pesare come al mantenimento del teatro, sia pure indi- ≥ rec 14 macigni. rettamente, vengano privati del diritto di Hugo Thimig ha interpretato naturalmente il direttore di teatro Emanuel Striese (protagonista de Il ratto delle La stagione 1921–1922 fu decisiva, godere l’arte italiana, solo per l’animosi- Sabine di Franz e Paul von Schönthan, n.d.a.). E come diventò l’ultima spiaggia per il direttore, tà nazionalistica di alcuni capi del partito è riuscito a renderlo? Con una figura così gustosa e pul- anche perché costretto a relazionarsi con pangermanista».19 sante di vita, dallo sguardo tagliente e pieno di umorismo sentimentale, che viene direttamente dal cuore. gravose osservanze. In una missiva data- Il vivace e polemico scambio di accu- (“Der Tiroler”, 16 novembre 1921, p. 14) ta 10 settembre 1921 di Luigi Credaro, se e contraccuse tra Credaro e Perathoner commissario generale civile per la Venezia peserà non poco nel futuro dell’istituzio- ≥ rec 15 Di fronte ad una platea incompleta Max Paulsen del Tridentina, si legge che la concessione del ne. Per ora ci fu una tregua che permise Burgtheater di Vienna è rimasto in scena per tutto lo Teatro Civico da settembre 1921 a mag- lo svolgimento della stagione 1921–1922, spettacolo. Interpretò il ruolo del chirurgo di fama in gio 1922 era vincolata da due condizio- con una novità di rilievo. Bowacz non di- modo pienamente convincente. La sua recitazione è stata corrispondente alle caratteristiche del personag- ni imprescindibili: «1. Nella gestione del sponeva della compagnia stabile con la gio del suo ruolo, sia negli aspetti più bassi che in quelli teatro sarà da tenersi conto delle mutate quale aveva lavorato per anni. Non sono elevati. condizioni dell’ambiente, cioè dovrà veni- noti i motivi di questa decisione piuttosto (“Bozner Nachrichten”, 18 novembre 1921, p. 7) re adottato almeno in parte il repertorio clamorosa. I giornali non ne parlarono. italiano con artisti italiani. 2. Oltre ai po- Difficile credere ad impedimenti di tipo sti da riservarsi alle autorità […] dovrà es- finanziario, in quanto furono firmati con- sere riservato un palco dello stesso rango tratti con compagnie e artisti ospiti. For- e dello stesso sesso a disposizione del Sin- se i risultati contraddittori della preceden- daco per il Commissario Civile di Bolza- te stagione avevano causato malumori tra no quale rappresentante del Governo».17 Il gli attori e tensioni con il direttore tali da primo punto fu oggetto di una replica da produrre una rottura finale, oppure Bo- parte di Julius Perathoner.18 Argomentò wacz aveva pensato ad una riduzione del- l’opposizione al repertorio italiano spie- la quantità per puntare sulla qualità, con- gando che il teatro, oltre ad essere stato centrando le serate a 67 contro le 189 del costruito a spese del Comune, presenta- 1920–1921. va una quota di partecipazione non irri- Il 15 novembre la compagnia viennese levante da parte di cittadini e associazioni diretta da Victor Eckhardt alzò il sipario locali allo scopo di promuovere la cultu- del Teatro Civico. L’organico era formato ra e l’arte drammatica tedesca. Fece una da attori di alto livello. Hugo Thimig, at- proposta di mediazione: inserire nel pro- tore di grido e regista del Burgtheater di gramma due opere liriche di autore italia- Vienna (figg. 10–12), dimostrò le sue doti no affidate a compagnie austriache o ger- comiche in Der Raub der Sabinerinnen (Il maniche, come avvenuto nella precedente ratto delle Sabine) di Franz e Paul Schön- stagione. Ad assistere a quelli spettacoli, than (rec. 14) e in Klein Dorrit (Il picco- ricordò il borgomastro, avevano parteci- lo Dorrit). Un altro interprete di statura pato italiani e tedeschi. internazionale, Max Paulsen (fig. 13), fu Più tardi, il 19 ottobre, Credaro in- protagonista di Der Meister di Hermann viò a Roma una lettera in cui scrisse che Bahr (rec. 15) e del dramma Fuhrmann «il teatro a Bolzano non è un teatro pri- Henschel (Il carrettiere Henschel) di Ger- vato né appartiene ad una società esclusi- hart Hauptmann, recitati al cospetto di vamente tedesca ma in gran parte italia- una platea poco numerosa. Marianne Rub

115 10, 11, 12 Hugo Thimig primeggiò in Doktor Klaus (Dottor Clau- Sein Doppelgänger (Il suo sosia) di Maurice Coniugare le urgenze dei bilanci con la dio) di Adolph L’Arronge e in Geständnis Hennequin e Georges Duval il pubblico scelta dei repertori costituiva per Bo- (La confessione) di Sidney Garrick. Le abi- accorse numeroso, attirato dall’intreccio wacz un problema complesso e mai ri- lità nella danza e nel canto di Rosy Wer- narrativo della commedia ricco di comici- solto a partire dal suo primo mandato. ginz, soubrette del Burgtheater, impre- tà in stile vaudeville. La sera del 31 dicem- Il direttore era un uomo di spettaco- ziosirono la farsa Ein Blitzmädel di Karl bre con replica l’1 gennaio la Exl-Bühne lo colto e raffinato, attento alle tenden- Millöcker, e Seine Kammerjungfer (La sua recitò il testo di un autore inglese, Char- ze della drammaturgia contemporanea cameriera), vaudeville di Paul Bilhaud e leys Tante (La zia di Carlo) di Brandon e alle scelte artistiche operate dai colle- Mars Antony Maurice Desvallieres. Thomas. Anche in questa doppia circo- ghi di Austria e Germania. Aveva capi- Anche la Wiener Operetten-Künstler, stanza la prova si svolse in una sala semi- to che il teatro poteva diventare il veico- ensemble internazionale affiliata alla cita- vuota. Si era ripetuto l’errore precedente, lo decisivo e indispensabile per superare ta Wiener Bühnenkünstler, contava su at- sovrapponendo alle festività guidate l’ap- le pastoie del provincialismo di una cit- tori di spicco, tra cui la citata Werginz, af- puntamento con lo spettacolo. La com- tà periferica, e inserirsi in un circuito in- fiancata dal primo comico Alfred Frank, pagnia austriaca salutò il pubblico con ternazionale. La frequentazione del Te- Rosy Loibner, cantante del Theater an der un’altra commedia di Hennequin, Haben atro Civico da parte di compagnie stra- Wien, la soubrette Trude Traubert, Willy Sie nichts zu verzollen? (Niente da dichia- niere durante questa tormentata stagione Strehl, tenore dell’Apollotheater, Richard rare?). Fu un arrivederci quasi dimesso, fu l’ultimo tentativo mosso in questa di- Hold, comico del Deutsches Landesthea- in sordina. Era mancato il trionfo delle rezione. Per Bowacz diventò un nobile e ter di Praga, Willy Warbetz, comico del precedenti tournée. L’assenza del fondato- solitario canto del cigno, non prima di Komödienhaus di Vienna. La compa- re, il leggendario Ferdinand, un reperto- aver giocato le ultime carte a disposizio- gnia propose la novità Josefine Gallmeyer rio diverso da quello consueto e la scelta ne in questa difficile partita con il pub- di Paul Knepler, operetta dedicata alla dei giorni poco attenta al calendario delle blico e le istituzioni amministrative. celebre diva del titolo, protagonista della festività, concorsero a stillare un bilancio Fiore all’occhiello della stagione scena viennese di metà Ottocento. Prose- tra luci e ombre. avrebbe dovuto essere la compagnia del- guì con i classici, da Die Dollarprinzessin Lo stesso valse per la compagnia lo Schauspielhaus di Monaco diretta da (La principessa dei dollari) di Leo Fall, ese- Münchner Künstler, formata da attori di Hermine Körner, personaggio di primo guita dall’orchestra di Philipp De la Cer- qualità, quali Maja Reuble del National- piano della scena tedesca che si era rive- da del Wiener Metropol Theater, ad Ein theater e Franz Scharwenka dello Schau- lata con Max Reinhardt nel Deutsches Tag im Paradies (Un giorno in paradiso) di spielhaus di Monaco. Il modulo natura- Theater di Berlino. Pochi intimi applau- Adolf Eisler. listico adottato dalla regia di Rainhold dirono Fasching (Carnevale) di Molnár e Nella settimana natalizia arrivò una Bauer, la dizione perfetta e il movimento Die große Katharina (Caterina la Gran- compagnia-cult, la Exl-Bühne di Inn- ordinato degli interpreti in Der Vater (Il de) di Shaw. Dopo Elga di Hauptmann, sbruck. Debuttò con una fiaba per bam- padre) di Strindberg, strapparono elogi la compagnia concluse con la commo- bini, Das tapfere Schneiderlein (Il sarto co- da parte della critica, ma il pubblico di- vente storia di Kameliendame (La signo- raggioso) da Jacob e Wilhelm Grimm. sertò, come fece in occasione di Casano- ra della Camelie) di Dumas che in parte Proseguì con la commedia Vater und Sohn vas Sohn (Il figlio di Casanova), novità di fece dimenticare le delusioni dei giorni (Padre e figlio), novità di Gustav Eßmann. Rudolf Lothar. precedenti. Anche questa ospitalità riba- L’orario, ore 15, e la data, 25 dicembre, Il rapporto con la città bavarese si dì che il ricorso all’attore di grido pro- spiegano i pochi biglietti venduti, che tali rinnovò con Emil Höfer e Karla Salter duceva risultati contraddittori. Tenendo si mantennero per la rappresentazione se- del Nationatheater, ed Elisabeth Hach fede agli scarni giudizi della critica, gli rale di Der Strom (Il fiume) di Max Halbe, dello Schauspielhaus. Attirò poco Can- stessi interpreti non avevano offerto esi- sebbene nella parte della protagonista ci dida di George Bernard Shaw, che risul- bizioni all’altezza della loro fama. fosse Alexandra Rasim del Nationalthea- tò sotto tono e deluse le aspettative della A distanza di pochi mesi Bowacz pun- ter di Monaco. Che Bowacz avesse com- critica. Migliorò la qualità della recita- tò su un’offerta di cassetta, riproponendo messo un errore nel proporre nel giorno zione, non la partecipazione di pubblico la compagnia Wiener Operetten-Künst- di Natale due rappresentazioni, lo dimo- per Die Kinder (I bambini) di Hermann ler, ma il risultato non corrispose del tut- stra il fatto che l’indomani per la recita di Bahr. to al ragionamento di partenza. Il ciclo

117 prese avvio con Auf Befehl der Herzo- Frau (La signora illibata), novità di Ga- gin! (Agli ordini della duchessa!) di Bruno briela Zapolska, e Über den Wassern (So- Granichstaedten eseguita dall’orchestra pra le acque) di Georg Engel, non convin- di Richard Ettlinger. Il pubblico riempì sero né pubblico né critica. ma non gremì la sala, anche per assistere Qualche settimana dopo la chiusu- alle altre opere, Die lustige Witwe (La ve- ra di questa incerta stagione, Julius Pera- dova allegra) e Tangokönigin (Il tango del- thoner scrisse una lettera datata 27 mag- la regina) di Lehár e Der verjüngte Adolar gio 1922 in cui denunciava la situazione (Il ringiovanito Adolar) di Walter Kollo. di crisi e la necessità di una soluzione ur- Colpisce la mancanza di adeguata in- gente.20 Tracciò un bilancio a tinte scure formazione giornalistica. L’assenza del- dichiarando fallito il progetto delle com- le consuete recensioni può essere il sin- pagnie ospiti, per le casse già indebolite tomo oppure una chiara manifestazio- del teatro e per il basso gradimento del ne di un dialogo compromesso, a monte pubblico che mediamente aveva occupato del quale stava una valutazione negativa la metà dei posti della sala. Leo Bowacz verso l’azione di Bowacz. Rimane diffici- aveva proposto alla commissione artistica, le avanzare altre ipotesi. Sta di fatto che ricorda un passo dello scritto del borgo- la distanza della carta stampata dalle vi- mastro, la fondazione di una compagnia cende del Teatro Civico non mutò in oc- stabile per la rappresentazione di spetta- casione degli spettacoli della compagnia coli di prosa classici e moderni, mentre la Münchner Künstler diretta da un attore sezione delle opere in musica sarebbe stata comico di spessore internazionale, quale di competenza di compagnie ospiti. Tut- fu Konrad Dreher. Delle messinscene di tavia, lo stesso direttore ritirò il progetto Jägerblut (Sangue di cacciatore) di Bruno alla fine della stagione. Pesava il risultato Rauchenegger e Hasemanns Töchter (Le- deludente delle ultime messinscene, che figlie di Hasemann) di Adolph L’Arron- avevano segnato un distacco ormai incol- ge, si sa che furono viste da pochi fedeli mabile con il pubblico e la stampa. Ter- appassionati. minò il suo mandato e del primo direttore Siamo prossimi alla fine della stagio- del Teatro Civico si persero le tracce. Fu ne 1921–1922. La chiusura spettò a due definito il suo sostituto, Alfred Kronau, compagnie di alto livello, quasi Bowacz fratello di un commerciante di oggetti volesse ravvivare il torpore dilagante con d’arte di Bolzano, regista con esperienze una scossa, un’emozione effimera come maturate nei teatri di Plauen, Czernowitz, l’esplosione di un fuoco d’artificio. Mährisch-Ostrau. Da Vienna arrivò la Renaissance- In questa situazione di crisi il Teatro Bühne con un repertorio molto partico- Civico aprì i battenti alla prima ospitali- lare distribuito in tre serate. Nella prima tà italiana. La compagnia di Augusto An- si tenne la messinscena di Untreu (L’in- gelini e Liliana De Lyses segnò l’inizio di fedele) del napoletano Roberto Bracco, a un nuovo capitolo storico. «Essa ha rot- seguire Femina degli olandesi C. P. van to il ghiaccio – si legge ne “Il Piccolo Po- Rossem e J. F. Soesman e l’inquietante sto” – e sperniamo (sic) e che ad imitazio- Morphium (Morfina) di Ludwig Herzer. ne, anche altre compagnie sapranno dora Spettò alla compagnia del Deutsches (sic) in poi trovare la strada di Bolzano Volkstheater della capitale austriaca diret- in modo che spettacoli in lingua italiana ta da Marianne Rub ed Elsa Schilling ca- si alternino più spesso che non l’addietro 13 Max Paulsen lare il sipario. Die Rotbrücke (Il ponte ros- […] a quelli di lingua tedesca». Furono so) del francese Fresac, Die unberührte proposte le operette più in voga all’epoca,

118 Madama di Tebe e La duchessa del Bal Ta- del proprietario del teatro». Il passo suc- barin di Carlo Lombardo, e Acqua che- cessivo del documento esprime il pensie- ta di Giuseppe Pietri, che dimostrarono ro di un uomo di spettacolo che ragiona «una messa in scena accurata […] con in termini artistici: «Se l’intenzione fos- scenari […] ricchi ed eleganti, orchestra se quella, che egli dia rappresentazioni di buona». Il pubblico «ha risposto magnifi- traduzioni di opere drammatiche italia- ≥ rec 16 camente e si sono avute tre serate a teatro ne io mi assoggetto naturalmente a ciò. È riconosciuto da tutti che nei maggiori teatri, che di- spongono di sistemi tecnici e attrezzature di scena sofi- completo, come poche volte si era veduto Se invece si volesse che io assuma oltre la sticate, le rappresentazioni integrali e attente a tutte le a Bolzano», mentre «i tedeschi mancaro- mia compagnia di attori tedeschi anche componenti testuali del si possono realizza- no quasi completamente». Per effetto del una compagnia di attori drammatici ita- re con risorse maggiori di quanto si possa fare in un pic- colo teatro di provincia. Però non bastano lo sfarzo della clamoroso successo la compagnia prolun- liani (non trovandosi attori bilingui), ciò messinscena a decretare il valore oppure il basso pregio gò la sosta per altre tre serate, nelle qua- sarebbe identico colla chiusura del teatro, della rappresentazione di un classico, subentra la pulsa- li recitò Geisha di Sidney Jones, La regina perché giusta le esperienze degli anni pas- zione dell’azione drammatica che avviene sulla scena. (“Bozner Nachrichten”, 16 ottobre, 1922, p. 6) del fonografo di Lombardo e La principessa sati i direttori avevano le più grandi dif- della Czarda di Kálmán.21 ficoltà per impedire deficit della gestione, ciò che naturalmente si avverrebbe ancor “Ars et humanitas”. Verso l’italianiz- di più dovendo sopperire alle spese di due zazione del Teatro Civico (1922–1928) compagnie drammatiche».22 Alla fine i problemi furono accanto- Il mandato del nuovo direttore del Tea- nati, non risolti, e fu deliberata la conces- tro Civico, Alfred Kronau, si aprì all’in- sione del Teatro Civico. Il clima politico e segna delle difficoltà. Il 28 agosto 1922 culturale stava mutando verso un diffici- scrisse una lettera all’Ufficio Centrale per le e insidioso processo di italianizzazione le Nuove Province, in cui denunciava il e fascistizzazione della società atesina. Il ritardo del commissario generale di Tren- teatro diventò contenitore e cassa di riso- to nel rispondere alla richiesta, inoltrata il nanza. La stagione 1922–1923 fu emble- 13 giugno, di svolgere attività di spettaco- matica. Iniziò il 14 ottobre, dodici giorni lo. Oltre un mese dopo, il 24 luglio, Kro- dopo la destituzione di Julius Perathoner, nau si era rivolto al commissariato gene- e la serata inaugurale diventò un omaggio rale civile «per una sollecita evasione della alla cultura tedesca. Fu introdotta da bra- mia istanza». Anche questo tentativo fal- ni tratti dal Fidelio di Beethoven e culmi- lì, non arrivò risposta. Le preoccupazio- nò con la rappresentazione di Don Carlos ni aumentavano, perché «devo provvedere di Schiller per la regia di Alfred Kronau, già adesso per il personale necessario per in una sala esaurita, come avveniva in oc- la stagione invernale, poiché questo per- casione delle rappresentazioni d’apertura, sonale cerca già adesso i suoi engagements e gli applausi si trasformarono in ovazio- per l’autunno». Il lavoro artistico era com- ni indirizzate ai nuovi attori della compa- promesso da ostacoli burocratici, tanto gnia, tra i quali Paul Hardtmuth, stret- che «sono stato costretto di conchiude- to collaboratore del direttore proveniente re contratti con alcuni artisti drammati- dalla Robert-Bühnen di Berlino (rec. 16). ci per non essere infine senza le forze ne- Il programma presentò un’equa di- cessarie». Il direttore aveva capito le inge- stribuzione tra prosa e operetta con uno renze politiche nella scelta del repertorio, sbilanciamento a favore degli autori te- perciò si era dichiarato «pronto a concede- deschi, mantenendo viva una certa at- re a società richiedenti di dare nel teatro tenzione verso la drammaturgia stranie- rappresentazioni in lingua italiana, previo ra e italiana, come stipulato dagli accordi concerto con me e supposto il consenso citati.

119 Con la messinscena di Der Dieb (Il la- nau ricordò che gli incassi delle repliche dro) di Henry Bernstein emersero i pri- del Don Carlos erano stati una miseria. Il mi problemi. Il recensore delle “Boz- problema del pubblico assumeva propor- ner Nachrichten” rimproverò alla regia zioni ormai enormi, la situazione era criti- di Paul Hardtmuth un certo dilettanti- ca al punto da compromettere l’esistenza smo.23 Il cronista del quotidiano “Der Ti- dello stesso teatro. Per scongiurare il ri- roler” criticò la direzione poiché non so- schio della chiusura, non così improbabi- stiene la primaria necessità di privilegiare le, l’assemblea cittadina si orientò verso la la cultura tedesca, visto che l’autore della fondazione di una società teatrale, “Thea- commedia è francese. Queste scelte apro- terverein”, per dare nuovi impulsi alla ge- no le porte allo spettatore italiano, con- stione economica e alle operazioni pro- clude l’intervento lanciando un allarman- mozionali.25 Dell’incontro se ne occupò te appello rivolto al pubblico affinché tu- “Il Piccolo Posto”. Nel riferire sostanzial- teli e mantenga vivo con la sua presenza il mente quanto scritto dalla stampa tede- patrimonio dagli attacchi esterni.24 Per il sca, adottò la prospettiva del colonizzato- tirolese il Teatro Civico era vissuto come re. Se il «pubblico tedesco della nostra cit- una roccaforte da difendere, per l’italiano tà non ha nessuna passione per il teatro», colonizzatore un obiettivo da conquistare. la fondazione di una “Società degli Amici Le polemiche si placarono con le pro- del Teatro” è destinata all’ennesimo falli- poste successive. Per Die Bajadere (La mento («che essa possa fare qualche cosa Bajadera) di Emmerich Kálmán, affida- ne dubitiamo tantissimo»), perché «infon- ta alla regia e all’interpretazione di Josef dere l’amore per il teatro sarà per lo meno Victora del Burgtheater e della ballerina un’impresa così difficile quanto il prover- Eva Derval, il pubblico occupò i 750 po- biale drizzare le gambe ai cani».26 Traspa- sti disponibili, e non mancò alla visione re da queste parole l’embrione del pro- di Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone) getto fascista prossimo a prendere forma: di Johann Strauss. formare un nuovo pubblico, italiano, al Tra le proposte naufragate nel silenzio di quale proporre un preciso repertorio, ita- una sala vuota si annoverano Die Flam- liano.27 Si stava preparando il terreno per me (Le fiamme), novità di Hans Müller, lo scontro, mentre sul palcoscenico proce- l’operetta Der Vetter aus Dingsda (Il cu- deva la rappresentazione di testi di autore gino di Dingsda) di Eduard Künneke e il italiano in lingua tedesca, come Scampolo, romanticismo d’evasione di Der Schwan commedia brillante sentimentale di Da- (Il cigno) di Ferenc Molnár. Passò inosser- rio Niccodemi recitata dalla compagnia vata la messinscena in lingua italiana di del Teatro Civico, e aumentava il numero El Refolo, commedia veneziana di Ame- delle compagnie nazionali. lia Rosselli. Per l’arrivo della compagnia Arte Mo- Il 23 novembre il quotidiano “Bozner derna diretta di Mario Masini, che «nes- Nachrichten” riportò una notizia molto suno manchi», fu l’appello lanciato da “Il importante. Riferì di un incontro pubbli- Piccolo Posto”.28 L’invito non fu raccolto. co nella sala di lettura dell’Hotel Posta, al In merito al vuoto di sala registrato anche quale avevano partecipato una ventina di per La morte civile di Paolo Giacomet- persone per discutere la crisi. All’unani- ti, fu osservato che «è veramente strano mità furono riconosciute le qualità artisti- che dopo aver tanto richiesto delle pro- che degli spettacoli e la validità letteraria duzioni italiane, ora il pubblico diserti il dei repertori, che però contrastavano con teatro». E ancora: «Notammo soprattut- la bassa partecipazione del pubblico. Kro- to con dispiacere che gli italiani assidui

120 alle operette tedesche – pur non conoscen- fu protagonista di Der Tanz ins Glück (La do che poche parole di tedesco – manca- danza nella fortuna), di Hermann Suder- no completamente a queste serate di tan- mann e Maria Stuart di Friedrich Schiller. to artisticamente superiori a una leggera Il dominio del repertorio tedesco carat- operetta».29 terizzò anche le tante operette distribui- La situazione non mutò per le recite te nel corso della stagione. Per motivi di ≥ rec 17 di L’alba, il giorno e la notte e Il Titano di cassa, Kronau attinse titoli conosciuti, af- Grete Volkmar del Deutsches Volkstheater di Vienna […] ieri sera ha dato tutto ma proprio tutto in . Niccodemi da parte della compagnia Ma- fiancando delle novità come l’opera co- È’ stata orgogliosa principessa, è stata la donna piegata sini, che chiuse la tournée con I disonesti mico-romantica Die Glocken von Corne- dal dolore, che si è infiammata d’ira e d’amore e che infi- di Gerolamo Rovetta. ville (Le campane di Corneville) di Robert ne ha pagato per questo. Un’apparizione alta e sontuosa che avvicina fortemente alla sua collega del Burgtheater, Il bilancio negativo costituì l’enne- Planquette, oppure Die Dorfmusikanten Else Wohlgemuth. Dispone di una voce piena, sicura, simo campanello d’allarme. Del resto la di Oscar Straus. La leggerezza dei conte- curata e molto impostata, e di espedienti mimici stupe- popolazione italiana era formata in pre- nuti e l’esibizione briosa degli attori otten- facenti. (“Bozner Nachrichten”, 28 marzo, 1923, p. 6) valenza da ceti popolari e da una piccola nero consensi di pubblico e di critica, che borghesia in difficoltà economiche, men- non mancarono nei riguardi di Schwarz- tre la media e grande borghesia risultava waldmädel (La ragazza della Foresta Nera) di estrazione tedesca e perciò difficilmen- di Leon Jessel, Der Raub der Sabinerin- te partecipava a spettacoli in lingua italia- nen (Il ratto delle Sabine) di Franz e Paul na. Così il problema del pubblico acco- Schönthan e Das Hollandweibchen (La munò il teatro tedesco e il teatro italiano, femmina olandese) di Emmerich Kálmán. pur con obiettivi e strategie assai diverse. Sulla scorta dei consensi ottenuti dal ge- Sull’esempio di Leo Bowacz, Al- nere operettistico, il direttore scritturò fred Kronau scritturò attori di grido co- nuovamente Josef Victora per Polenblut me Albert Heine del viennese Burgthea- (Sangue polacco) di Oskar Nedbal e Der ter, che recitò Geschäft ist Geschäft (Gli af- Zigeunerbaron (Lo zingaro barone) di Jo- fari sono affari) di Octave Mirbeau, poi hann Strauss. Lo spettacolo in cui emer- il ruolo di Shylock nello shakesperiano sero maggiormente le abilità di cantante, Der Kaufmann von Venedig (Il mercante attore e ballerino, fu Die Fledermaus (Il di Venezia). Tra gli altri spettacoli figu- pipistrello) di Strauss. rarono Taifun (Tifone) di Melchior Len- Il 10 aprile 1923 il Teatro Civico venne gyel, commedia di ambientazione giap- chiuso d’autorità. “Il Piccolo Posto” spie- ponese che appassionò il numeroso pub- gò il motivo: la rappresentazione di Ga- blico, pressoché assente per Hedda Gabler briel Schillings Flucht (La fuga di Gabriele di Ibsen, in una versione molto attenta Schilling) di Gerhart Hauptmann, prevista all’analisi psicologica dei personaggi. Uno per quel giorno, fu annullata non per l’im- degli allestimenti più riusciti fu il dram- provvisa indisposizione di un attore, come ma Fedora di Victorien Sardou, grazie al- comunicato da Kronau, ma per l’interven- la presenza di Grete Volkmar, attrice del to della pubblica sicurezza che scoprì delle Deutsches Volkstheater di Vienna nel irregolarità nella vendita dei biglietti.30 ruolo del titolo (rec. 17). La stessa inter- Il 30 aprile si concluse il mandato di pretò Liebe (Amore) di Anton Wildgans, Alfred Kronau. Il 2 maggio fu insediata offrendo un’altra prova superlativa. Si ri- una Commissione Teatrale municipale peté in Sappho (Saffo) di Grillparzer, ma formata da membri italiani e tedeschi. «La pochi applaudirono. detta Commissione dà sicuro affidamento Un’altra attrice ospite, Else Wohlge- che gli spettacoli che si daranno nel no- muth (figg. 14–16), già nota al pubblico stro Teatro risponderanno a tutte le esi- bolzanino, che perciò accorse in massa, genze artistiche, e che saprà sormontare le

121 14, 15, 16 Else Wohlgemuth

122 non poche difficoltà di lingua e di cultura Fürth, Josef Victora – organizzò la sera- danza delle libellule di Franz Lehár e Car- diverse che presenta il promiscuo pubblico ta d’addio alla città, proponendo canzoni, lo Lombardo, nella versione curata dalla di Bolzano». La prima iniziativa fu l’abo- scherzi comici, arie e danze. Dieci gior- compagnia Scena Gaia, calarono il sipa- lizione dei «lunghi contratti con le stesse ni dopo Else Wohlgemuth interpretò in rio di questa controversa stagione. compagnie e lo stesso genere di spettacoli, modo superbo Monna Vanna di Maurice Quando Giordano Biondani pro- preferendo invece brevi cicli di rappresen- Maeterlinck. Fu un simbolico canto del grammò la stagione 1923–1924 consi- tazioni varie e varietà».31 cigno. Si stava tagliando il cordone ombe- derò i problemi finanziari del Teatro Ci- Poco dopo la scritta posta sul frontone licale con la materna cultura austriaca. vico, la presenza irregolare del pubblico dell’edificio, “Der deutschen Kunst”, fu Quelli che seguirono in questo scorcio e valutò la sua maggiore passione per la sostituita dall'invocazione latina “Ars et di stagione furono spettacoli italiani. La musica rispetto alla prosa, come dimo- humanitas”. Si trattava di un segno vi- compagnia Albertina Bianchini diretta da strato anche dalla sua partecipazione a sibile dei mutamenti in corso. Il cerchio Albano Mezzetti presentò due commedie manifestazioni concertistiche organizza- del rinnovamento si chiuse il 16 giugno, venete, I rusteghi di Carlo Goldoni e La te in altre sedi della città, e che in un cer- quando il Teatro Civico venne concesso sposa e la cavalla di anonimo. La mancan- to senso entravano in concorrenza. Pri- in appalto all’impresario milanese Gior- za di informazioni giornalistiche non per- meggiavano il Salone del Museo e le Sa- dano Biondani, che si impegnava a rap- mette di stabilire in che misura il dialetto le Civiche in piazza Verdi con proposte presentare nella stagione successiva 30 dei testi, condiviso da molti italiani tra- di un certo livello per un pubblico me- spettacoli italiani (5 opere liriche, 15 ope- piantati nel capoluogo, determinasse l’af- dio-alto (il violinista Sascha Popoff del rette, 10 commedie) e 50 tedeschi.32 fluenza del pubblico. conservatorio di Stato di Sofia, la fioren- La trasformazione in corso richiede- La messinscena di Don Pasquale di tina Renata Curini, Leo Petroni, ma an- va riforme, puntualmente suggerite dalla Gaetano Donizetti aprì il ciclo della sta- che mostre, conferenze, eventi artistici). stampa. Considerata la tipologia del pub- gione lirica di primavera. Dopo occasio- Avevano un certo seguito il Salone delle blico italiano («borghesia colta e […] clas- nali comparse, il genere melodrammatico Piccole industrie in piazza Domenicani, se lavoratrice, che non può permettersi la fu inserito in pianta stabile nella program- dove si esibì la violinista Cesarina Ros- spesa di frequentare spesso il teatro, men- mazione. Si trattava di un progetto in li- si e le strutture alberghiere coordinate tre il ceto appartenente al capitalismo di nea con le direttive nazionali fasciste che dall’Azienda di Cura e Soggiorno. Si suo- qui lo frequenta ben di rado»), si dovrebbe riconoscevano nel melodramma il grande nava, inoltre, in piazza Walther, il cuore abbandonare il sistema tedesco in vigore, teatro nazionale e popolare italiano. Per della città, al Casinò di Cura di Gries, che prevede un calendario quasi quotidia- la realtà locale significava avviare il pro- nella Cantina Municipale, nel Caffè Cit- no degli spettacoli nell’arco di otto mesi, cesso di assorbimento di una tradizione di tà, negli ambienti dell’Hotel Grifone e in e adottare il modello italiano concentrato spettacolo quasi assente nella cultura ere- altri locali. in una stagione breve e un numero conte- ditata dal passato austriaco. Don Pasquale Le difficoltà di divulgazione del pro- nuto di proposte di alto livello. Tuttavia assunse i connotati dell’evento e fece re- dotto teatrale evidenziate dalla principa- mancavano le condizioni politiche e cul- gistrare una lusinghiera affluenza di pub- le istituzione bolzanina, oltre a contenere turali per un rapido cambio di rotta. Per blico tedesco, che condivise gli applausi in sé i segni della situazione locale, riflet- il momento «gli spettacoli teatrali debbo- rivolti agli interpreti principali, Rodolfo tevano alcuni aspetti della crisi più ge- no essere in italiano e tedeschi, e se l’una Rossi dell’Opera di Bologna, Attilio Giu- nerale in cui riversavano le arti sceniche o l’altra parte deve avere il primato, que- liani, Pina Fantini e all’orchestra di Giu- negli anni Venti. Di fatto il fascismo non sto deve essere dato per necessità di cose lio Zoli. Le successive Bohème di Giaco- aveva ancora elaborato una chiara strate- all’arte ed alla lingua italiana».33 mo Puccini, di Giuseppe Verdi gia nei confronti della cultura e dell’ar- Il teatro cittadino riaprì il 17 aprile e Andrea Chénier di Umberto Giordano te.34 Mancando di un referente istituzio- per ospitare la compagnia filodrammatica si svolsero in un teatro gremito. Guida- nale deputato alla gestione e organizza- Ermete Novelli. Recitò La nemica di Nic- ti dall’orchestra diretta da Giovanni Pat- zione del sistema teatrale nazionale, la codemi per una platea numerosa e festosa. ti, primeggiarono Ferdinando Caponetti, sua azione si concentrò sul controllo bu- Sul versante tedesco si assiste ad una Lidia Orsini, Giulio Tincani. rocratico degli istituti, sempre più vin- sorta di amara smobilitazione. Un grup- La Bajadera di Emmerich Kálmán, Il re colati nella programmazione artistica ai po di attori – tra cui Marta Uttde, Mimi di Chez Maxim di Carlo Lombardo e La dettami censori della dittatura.

123 Il caso del Teatro Civico di Bolzano le- mavera. Madama Butterfly incantò il tea- gò in parte con queste problematiche tro gremito in ogni ordine di posto grazie nazionali, eppure visse, con il filtro della alla direzione del maestro Mario Paren- realtà locale, l’urgenza di un cambiamen- ti della Scala di Milano, all’interpretazio- to che spostasse l’asse della cultura dello ne del tenore Salvatore Pollicino e di Ot- spettacolo nella direzione tracciata dal- tavia Giordano nel ruolo del titolo (rec. la politica di regime. Le parole d’ordine 18). Pari successo ottenne Rigoletto, dove diventarono fascistizzare italianizzando e emersero le voci di Giovanni Angilopu- italianizzare fascistizzando. Le complesse los, Oreste De Bernardi, Elfride Braggiot- e contraddittorie mediazioni con la socie- ti, Eugenio Mandrini. Le repliche fecero tà tedesca scandirono i tempi del processo registrare una considerevole affluenza di e produssero esiti anomali e unici nel pa- pubblico, misto tra italiani e tedeschi. norama nazionale. Nel cartellone della stagione lirica di La stagione fu inaugurata con Die Fre- primavera furono iscritte altre opere di ier (I pretendenti), vivace commedia di Jo- richiamo, quali Il barbiere di Siviglia di seph Karl von Eichendorff e allestita dal Rossini, Don Pasquale e Lucia di Lam- regista Otto Falkenberg, alla guida della mermoor di Donizetti. Quest’ultima fu un compagnia Münchner Kammerspiele, nel- fuori programma aggiunto sulla scorta del la quale figurava un attore di grido, Albert successo ottenuto, anche nel corso delle Steinrück, detto il “Ruggeri del teatro te- repliche, dalle altre due opere dirette dal desco”. Il repertorio spaziò dai classici in- maestro Dal Monte e interpretate da Arri- ternazionali con Amphitryon (Anfitrione) go Tego, Erna Surinach, Lamberto Berga- ≥ rec 18 L’opera di Puccini è stata rappresentata nel locale Teatro di Molière, Was ihr wollt (Come vi piace) mini, Antonio Alfieri, per ricordare solo i Civico con buon successo […]. Ottavia Giordano ha reso e Ein Sommernachtstraum (Sogno di una nomi dei cantanti principali. il ruolo di Madama Butterfly con una voce di soprano po- notte di mezza estate) di Shakespeare arric- Risultati contraddittori caratterizza- tente e con un ampio spettro tonale, ed ha offerto anche sul piano della recitazione un’interpretazione impecca- chito dal balletto della Tanzschule di Rea rono la tournèe della compagnia vienne- bile. La sua figura però purtroppo per la Butterfly era un Kluss, ai classici tedeschi come Der Raub se diretta da Hermann Frischler (fig. 17). po’ troppo corpulenta. […] L’orchestra è stata diretta dal der Sabinerinnen (Il ratto delle Sabine) di Le rappresentazioni di Die Rosen der Ma- maestro Mario Parenti che ha interpretato con la sicu- rezza del suo senso artistico tutti i passaggi di quest’ope- Schönthan e Die beiden Klingsberg di Au- donna (Le rose della Madonna) di Robert ra sicuramente impegnativa. gust von Kotzebue. Lo spettacolo clou fu Stolz e Brüderlein fein (Piccolo fratellino) (“Bozner Nachrichten”, 13 dicembre 1923, p. 3) Totentanz (Danza di morte) di Strindberg, di Leo Fall evidenziarono il talento vocale ≥ rec 19 tanto che il cronista de “Il Piccolo Posto” di Helene Pola (rec. 19). Fu salutato con L’opera cantata aveva come protagonista principale scrisse: «Parlar di magnifico successo sa- toni trionfali Die Fledermaus (Il pipistrel- Helene Pola nel ruolo di Tony. La signorina Pola ha rag- rebbe come portar vasi ad Atene».35 lo) di Strauss, mentre l’operetta Pipsi di giunto i suoi massimi livelli nella rappresentazione del- la Butterfly tre anni fa ed è da rimpiangere il fatto che Seguirono Madama Butterfly di Puc- Ralph Benatzky ottenne tiepidi consensi con questa opera non abbia avuto possibilità di crescita cini e Rigoletto di Verdi. Calato nel con- di critica e scarsa partecipazione di pubbli- artistica. Tuttavia la sua voce è come sempre eccezio- testo bolzanino, il melodramma più che co. L’appuntamento con Der Zigeunerba- nalmente coinvolgente e la qualità della sua resa molto limpida. la commedia, veniva avvertito come po- ron (Lo zingaro barone) di Johann Strauss (“Bozner Nachrichten”, 16 gennaio 1924, p. 7) tenziale anello di congiunzione tra i ceti diventò una sorta di momento celebrativo sociali e pedina fondamentale da muove- della musica asburgica. Gli attori furono re per omologare un territorio colonizzato applauditi a lungo e il gradimento culmi- alla tradizione e all’identità italiane. Que- nò nell’ovazione. Per una serata si era ri- sti due spettacoli lirici costituirono il nu- composto il legame spirituale con la ma- cleo fondante di un’iniziativa destinata a dre patria Austria. ripetersi negli anni successivi, e che pren- Il versante della prosa non presentava 17 Hermann Frischler derà rispettivamente il nome di stagione una situazione così rosea. La stampa ita- lirica d’autunno e stagione lirica di pri- liana e tedesca trascurò Der Weibsteufel

124 (L’indemoniata) di Karl Schönherr alle- Per diversi mesi al cartellone del Te- stita dalla compagnia del Teatro Civico, e atro Civico mancò una programmazione Nina…non far la stupida di Arturo Rossa- in grado di dare continuità e organicità to e Gian Capo, proposta dalla compagnia agli spettacoli, che perciò risultarono po- dialettale Albertina Bianchini. chi e occasionali. Tale situazione di incer- Che l’italianizzazione del Teatro Ci- tezza terminò con il nuovo ritorno della ≥ rec 20 vico fosse un obiettivo ancora confuso compagnia Frischler. Fu una divertente Il senso sicuro di bellezza che contraddistingue Lydia Bush ha trovato un’espressione compiuta non solo nel- nelle strategie e limitato nei mezzi, lo ri- antologia di classici dell’operetta vienne- le tre invidiabile toelette, ma anche in ogni singolo suo badì la stagione 1924–1925. Non deve se, con Die Bajadere (La Bajadera) di Kál- movimento fino all’ultima punta delle dita e in ciascuna ingannare l’inaugurazione, anche se fu mán, Der Graf von Luxemburg (Il conte di delle sue parole. (“Bozner Nachrichten”, 19 novembre 1924, p. 6) una serata memorabile per la qualità ar- Lussemburgo) di Lehár, Die Fledermaus (Il tistica della messinscena dei Pagliacci di pipistrello) e Der Zigeunerbaron (Lo zinga- ≥ rec. 21 Leoncavallo diretta dal maestro Mario ro barone) di Strauss, Der Tanz ins Glück Il dramma I fuochi di San Giovanni di Sudermann è stato rappresentato a Bolzano già diverse volte, eppure Parenti con le voci di Maria Pia Pagliari- (La danza nella fortuna) di Stolz e poi an- ha registrato ieri di nuovo un tutto esaurito. Questo dà ni, Egidio Cunego, Salvatore Persichetti, cora e Das Dreimäderlhaus (La casa delle da pensare. Nonostante possibili obiezioni nei confronti Severino Bregola, Luigi Bolpagni. tre ragazze) di Schubert. Queste rappre- dello spessore poetico del quasi settantenne dramma- turgo prussiano dell’est, nonostante una più che decen- Seguì un lungo intervallo, interrotto sentazioni furono seguite da un pubbli- nale caccia letteraria alle sue opere, il suo nome riesce dal concerto di Ruth Tvermoes e dal ri- co numeroso e generoso negli applausi. sempre a trascinare il pubblico in massa nei teatri e a torno della compagnia di operette di Her- In un momento storico in cui si avverti- coinvolgerlo dalla prima all’ultima scena. […] Lo spetta- tore, al contrario del lettore dell’opera teatrale, riesce a mann Frischler, che da ospite si trasformò vano forti i segnali di minaccia e censura vedere rappresentata sulla scena non solo se stesso e il in stabile, tanto da monopolizzare qua- del patrimonio tedesco, la comunità tiro- senso della sua vita, ma vede prendere corpo anche quei si l’intera stagione. Debuttò con Scampo- lese si ricompattò nella sala teatrale, per sogni e quei desideri che è troppo razionale e troppo co- modo sentire o vivere realmente nella loro tragicità e nel- lo di Niccodemi, recitata con «maestria e condividere emozioni e passioni alimen- la loro futilità. mimica davvero sorprendente da tutti gli tate dal genere di spettacolo più rappre- (“Bozner Nachrichten”, 25 aprile 1925, p. 7) attori», in modo particolare da Bela Er- sentativo prodotto dall’intrattenimento dös nel ruolo della protagonista «deliziosa viennese. Anche di fronte alle commedie e inesauribile, piena di verve e di brio».36 di autore austriaco si ripeté lo stesso coin- Ci fu una massiccia presenza di pubblico volgimento dai forti sentimenti patriotti- per Tageszeiten der Liebe (L’alba, il gior- ci. Pur rappresentate più volte a Bolzano, no e la notte) e ancora di Niccodemi che Johannisfeuer (I fuochi di San Giovanni) applaudì l’esibizione di Lydia Busch (rec. (rec. 21) e Heimat (La patria) di Suder- 20), e ancora l’esaurito si ebbe con Un- mann ottennero il tutto esaurito. treu (L’infedele) di Roberto Bracco. Il 9 maggio era in programma Fräu- Se il repertorio italiano recitato in lin- lein Julie (La contessina Julie) di Ibsen. Lo gua tedesca ottenne risultati lusinghieri, e spettacolo fu annullato e il teatro dichia- sarebbe interessante conoscere se ci fu af- rato chiuso. Un’ordinanza della sottopre- fluenza italiana, altrettanto si verificò con fettura di Bolzano ordinò «la sospensione la rappresentazione di commedie tratte delle rappresentazioni di una compagnia dal teatro borghese di scuola scandina- tedesca, composta di elementi stranieri, va, rappresentata da Ibsen con Gespenster che da oltre due mesi agiva indisturbata (Spettri) e Strindberg con Fräulein Julie nel Teatro Civico». Fu una risposta all’in- (La contessina Julie), con Lydia Busch nel tensificarsi dell’azione pangermanica del- ruolo del titolo. L’attrice, star delle Ro- la Lega Andreas Hofer, la quale aveva an- bert-Bühnen di Berlino, si fece applau- nunciato da Monaco di aver ottenuto che dire anche in Ingeborg di Curt Goetz «in terra tirolese nessun artista italiano, e in Meine Cousine aus Warschau (Mia cu- per nessuna ragione o condizione pos- gina di Varsavia) di Louis Verneuil. sa prodursi, e invitò al boicottaggio degli

125 artisti italiani in Germania».37 L’inizia- grado di capire cosa era l’arte e la musica, ≥ rec 22 Valeria Manna [...] dispone di una voce sonora e coinvol- tiva, promossa da una commissione for- ed è un vero peccato tenere aperto un tea- gente, mostra di possedere molta preparazione tecnica mata da esponenti del fascio della Legio- tro per divertire questa gente. Il teatro sa- e una sensibilità scenica assai delicata. Il pubblico la ha ne Trentina, dell’Unione e Associazione rebbe più utile per esempio facendone un ripagata in ogni senso con calorosi applausi. (“Bozner Nachrichten”, 10 settembre 1925, p. 6) combattenti, degli Ufficiali in congedo deposito per patate da comperare all’in- e dei Mutilati, rientrava nella logica del grosso e da vendere al minuto alla povera ≥ rec 23 processo di italianizzazione, che a partire gente». La critica pungente dell’estensore Senza diventare profano Wilhelm Klitsch (è, n.d.a.) in un ruolo solitamente interpretato da Moissi. Ma non ci dal 1925 subì una forte accelerazione sul- dell’articolo culminò in uno sfogo a tinte si deve troppo illudere, in precedenza ne abbiamo avu- la scorta delle cosiddette “Leggi fascistis- marcatamente nazionalistiche: «Il bolza- ti abbastanza (di attori modesti, n.d.a.). La stanchezza sime” applicate dal regime a livello nazio- nino, trovando nella sua città la comodità si è impadronita del teatro, dove di solito si trovava uno spirito avventuriero. Ma è evidente che se si fa l’una o le nale e in tutti i settori. di uno spettacolo mai visto ed avendo la due di notte, non si riesce più a prestare molta attenzio- Anche se la chiusura aveva un signi- possibilità di sentire artisti che una picco- ne […]. L’ultima novità letteraria per Bolzano fu Quando ficato politico preciso di soppressione de- la città non ebbe mai il vanto di ospitare, noi morti ci destiamo, cioè un requiem prima del pre- visto, il dramma del vecchio Ibsen che da molto tempo gli spazi di produzione della cultura tede- preferisce il quartino di vino, la partita a non movimenta più la scena, il dramma dell’arte nordi- sca, di fatto al governo fascista di Bolza- dadi e la sua pipa. È la differenza che esi- ca delle affinità elettive e dell’erotismo trascendentale. no mancavano mezzi e reali progetti per ste fra cittadini di diversa razza: ecco tut- Che questo pezzo risulti avvincente è di per sé una con- quista dell’allestimento teatrale, naturalmente il tentati- completare l’italianizzazione. Si aprì un to. Ad ogni modo l’avvenimento teatrale vo è riuscito solo parzialmente. periodo contraddittorio, segnato da re- non perde nulla della sua importanza».38 (“Meraner Zeitung”, 17 novembre 1925, p. 4) gressi e progressi, quasi di attesa. Quando il cartellone del Teatro Ci- Che al melodramma, più che alla vico prevedeva recite amatoriali, la situa- commedia, fosse demandato il compito di zione mutava come dimostrato dai suc- affermare l’arte italiana, costituì l’assunto cessi ottenuti dalla compagnia di Pergine della stagione lirica di settembre, con il con uno spettacolo per bambini, Pensie- quale si inaugurò l’annata 1925–1926. Fu rino di Olga Perini ed Ernesto Zambiasi, una parata di cantanti famosi e qualifica- con musiche di Giovanni Serra, e la fiaba ti, molti dei quali annoveravano esibizioni Quando le fate vivono dell’ispettore scola- alla Scala di Milano, come Valeria Manna stico Giuseppe Giovanazzi. Furono coin- (rec. 22), Carmelo Alabisio, Amleto Gal- volti duecento bambini scelti «fra i mi- li, Osvaldo Pellegrini. Il maestro e diret- gliori alunni delle scuole elementari presi tore d’orchestra fu Giuseppe Pais. Come tra le due lingue», che esibirono «le mi- da copione quando si tratta di spettacolo gliori danze locali e classiche» e «cori in- inaugurale, per Wally di dovinati». Questa esperienza rispondeva il teatro si presentò gremito e plaudente. ad un preciso obiettivo fascista, «formare Alla visione della pucciniana Manon Le- con l’arte i futuri cittadini italiani».39 scaut, con Elena Barigar nel ruolo del tito- L’intera stagione fu monopolizzata lo, furono notati turisti ospiti degli hotel e dalla compagnia del Raimundtheater di dei centri di cura di Gries e anche persone Vienna diretta da Karl Lustig-Prean. Che provenienti da fuori città. Fu un aspetto nel cartellone figurassero titoli di autori non trascurabile, come non passò inosser- italiani – Die innere Stimme (La maestri- vato il calo di presenza in occasione delle na) di Niccodemi interpretata da Ida Ros- repliche e il boicottaggio da parte dei cit- sow, Die kleine Quelle (La piccola fonte) di tadini di lingua tedesca. Si trattava di una Bracco e Wollust der Ehrlichkeit (Il piacere chiara risposta alla sospensione di qualche dell’onestà) di Pirandello con la partecipa- mese prima delle recite nella loro madre- zione straordinaria di Wilhelm Klitsch – 18 Febo Mari 20 (di fronte) Emma Gramatica in Santa Giovanna lingua. L’astensione non aveva solo con- lascia supporre una esplicita richiesta della di George Bernard Shaw notati etnici, era generalizzabile. «La veri- direzione del Teatro Civico per equilibra- tà è che i bolzanini in genere non sono in re la rappresentazione di opere di autore

126 tedesco. Tra queste spiccano Jugend (Gio- brativi e simbolici dell’inizio di un nuovo vinezza), dramma naturalista di Halbe, corso ideologico e artistico. Il 29 ottobre Der keusche Lebemann (Il casto Lebemann) si tenne la commemorazione dell’anni- di Arnold e Bach, Rosen (Rose) e Das Glück versario della Marcia su Roma. Poi il tea- im Winkel (Felicità in un luogo tranquil- tro rimase inutilizzato fino al 19 novem- lo) di Sudermann, Der Raub der Sabine- bre quando la compagnia del Dopolavoro rinnen (Il ratto delle Sabine) di Schön- Ferroviario di Bolzano presentò La mae- than, Liebelei (Amoretto) di Schnitz- strina di Niccodemi e l’indomani Alfred ler, Musik (Musica) di Wedekind e Wenn Userini, illusionista di Amburgo, si esibì wir Toten erwachen (Quando noi morti ci con la sua compagnia. L’espediente usato destiamo) di Henrik Ibsen (rec. 23). dalla direzione fu la formula dello spet- Il 20 novembre si tenne la messinsce- tacolo a fini di beneficenza con il prezzo na di Er und seine Schwester (Lui e sua so- scontato del biglietto a favore di invalidi, rella) di Bernhard Buchbinder con la par- dopolavoristi e soldati. Tuttavia gli effet- tecipazione di Steffy Bonomi, poi il teatro ti di queste iniziative a carattere popolare rimase chiuso per diversi mesi. Non sono risultarono piuttosto controversi. noti i motivi. Si possono ipotizzare cause Seguì la compagnia di Febo Mari (fig. legate alle precarie condizioni finanziarie 18), nella quale figuravano due attrici di delle casse che impedivano la contratta- rilievo come Olga Giannini Chiantoni zione di compagnie, oppure impedimenti e Nella Bonora. Se Il segreto di Henry di tipo politico sollevati dall’attività degli Bernstein vide una discreta partecipazio- attori tedeschi. ne di pubblico, le recite de L’assalto dello Riaprì il 13 marzo per ospitare la ci- stesso drammaturgo francese e de La ne- tata fiaba Quando le fate vivono. Qualche mica di Niccodemi si svolsero in un tea- giorno dopo arrivò la compagnia viennese tro deserto. ≥ rec 24 Alla apparizione di Emma Gramatica il pubblico è di operette diretta da Tony Müller-Schil- L’avvenimento clou della stagione esploso in uno scoscio di applausi. La Gramatica ha reso ler con un cast di attori qualificati, dalla coincise con l’arrivo della compagnia di come sempre in maniera eccelsa il ruolo della protagoni- soubrette Menta Wolff a Mimi Schwarz, Emma Gramatica, attrice di punta della sta Magda. In questo dramma di Sudermann la capaci- tà artistica dell’attrice ha raggiunto il livello della perfe- per anni attiva nel Teatro Civico di Me- scena italiana e fiore all’occhiello del re- zione nell’espressione della passione, dell’amore, della rano, Franz Jentsch, con recenti trascor- gime (fig. 19). Nella compagnia era pre- nostalgia. […]. Degnamente al suo fianco MemoBenassi si nello Johann Strausstheater, Emilie sente il giovane Memo Benassi. Rappre- nella parte del pastore Hefterding ha interpretato il suo ruolo nel migliore dei modi. Giesrau (Volkstheater di Vienna), Theo- sentanze politiche e militari locali parte- (“Alpenzeitung”, 8 marzo, 1927, p. 3) dor Grieg del Deutsches Volkstheater di ciparono alla visione di Santa Giovanna Vienna, Wilhelm Klitsch. Si iniziò con la di Shaw (fig. 20) eCasa di bambola di Ib- ≥ rec 25 40 Gli intervenuti poterono godere una esecuzione perfet- famosa Die Csárdásfürstin (La principessa sen. Nella parte di Nora la Gramatica ta e spontanea della superba opera di pensiero del gran- della Czarda) di Kálmán e si proseguì con interpretò uno dei personaggi più riusci- de scrittore norvegese, una certamente fra le maggiori altri classici, da Hoheit tanzt Walzer (Sua ti del suo repertorio, in un «teatro strepi- del teatro moderno. Il cav. Alessandro Salvini, vero figlio del padre nella prontezza e precisione della dizione e del Altezza balla il valzer) di Ascher a Clo tissimo», strappando «vivissimi applausi» movimento sulla scena così da saper avvincere lo spetta- Clo, Die lustige Witwe (La vedova allegra) tanto che «l’illustre artista è stata alla fi- tore e farlo vivere tutta la vicenda della produzione, die- e Der Rastelbinder (Lo schermo) di Lehár, ne omaggiata con vari, bellissimi mazzi di de una interpretazione esatta della faticosa parte riser- 41 vata al protagonista. […] Grazie all’esecuzione superio- da Der fidele Bauer (Il contadino allegro) fiori». re ad ogni elogio di tutti i componenti della compagnia, di Fall a Der Pfarrer von Kirchfeld (Il par- Emma Gramatica ritornò a Bolzano il pubblico è uscito dal teatro convinto e meditante sulle roco di Kirchfeld) di Anzengruber. nel mese di marzo. Presentò Ma non è una grandi verità espresse dal forte dramma. (“La Provincia di Bolzano”, 4 giugno 1927, p. 2) La stagione 1926–1927 iniziò in sor- cosa seria di Pirandello in un teatro gremi- dina, senza lo spettacolo inaugurale. Il to, come il giorno dopo, quando si con- Teatro Civico aprì i battenti con un im- frontò con La patria di Sudermann (rec. put politico che assunse i connotati cele- 24) e ancora con Menzogne di Vladimir

127 128 Vinnicenko. Pochi biglietti furono ven- tà rispetto a quello italiano, malgrado il duti per Gli amanti impossibili, commedia nome altisonante del capocomico dall’al- intimista del mantovano Gino Rocca, pur tro lato emerse una spaccatura culturale interpretata con maestria da Benassi. La che stava blindando lo spettatore italiano coppia strappò applausi a scena aperta con e tedesco in circuiti sempre più differen- La pantofola di vetro di Molnár e La mo- ziati. Specchio di quanto succedeva nel- glie di Claudio di Alexandre Dumas figlio. la società, il teatro non ospitava generici La seconda parte della stagione fu appassionati, ma, secondo la rappresen- dominata dalla compagnia di operet- tazione in cartellone, ora l’uno ora l’altro te viennesi diretta da Alexander Kowa- gruppo etnico, sempre più raramente tut- lewski. L’organico era formato da attori ti assieme. Inoltre, fatto non trascurabi- di successo, tra i quali Walter Swoboda le, restava viva la questione della presen- e Alfred Beck (anche regista) del Burg- za di un repertorio di lingua tedesca in theater, Hans Fuchs del Kommödiehaus, uno spazio che voleva assurgere a Pan- Franz Jentsch e Lina Frank dello Johann theon dell’italianità. Nei mesi estivi que- Strauss Theater, la soubrette Lotte Ferry. sti aspetti furono avvertiti come urgenza, L’orchestra era diretta dal maestro Phi- anche pensando all’imminente stagione. lipp Ludo. Il repertorio abbondò di com- In merito proposte interessanti furono medie di forte richiamo popolare, quali elaborate dalla stampa. Considerata in- Adieu Mimi di Ralph Benatzky, Die Tan- sufficiente la vendita dei biglietti, occorre zgräfin (La contessa ballerina) e Der Mit- «avere assicurata una congrua sovvenzio- ternachtswalzer (Valzer di mezzanotte) di ne», che però il Comune non è in grado Robert Stolz, Die Rose von Stambul (La di fornire. La soluzione risultò innovativa, rosa di Stambul), Paganini di Franz Le- avrebbe aperto nuovi scenari: coinvolgere hár, Polenblut (Sangue polacco), Die Zir- albergatori e negozianti attraverso l’azio- kusprinzessin (La principessa del circo) e ne della Commissione Movimento Fore- Gräfin Mariza (La contessa Mariza) di stieri per includere negli itinerari turistici Kálmán e Die Fledermaus (Il pipistrello) il Teatro Civico. «Per il giorno – osserva di Johann Strauss. La conclusiva rappre- l’attento giornalista – bastano le belle at- sentazione di Der fidele Bauer (Il contadi- trattive del paesaggio ma alla sera l’ospite no allegro) rispecchiò l’andamento gene- ha pure il diritto di trovar modo di non rale: alla pregevole qualità artistica degli essere costretto a rinchiudersi in albergo». spettacoli non sempre corrispose un pari Il modello di riferimento era offerto dal- concorso di pubblico. la vicina Merano, dove «nei principali al- La chiusura estiva fu preceduta da berghi della città, si va a gara nell’allestire quattro serate della compagnia di prosa trattenimenti per gli ospiti, nei saloni del di Gustavo Salvini. La recita di Papà Le- Casino è un alternarsi di concerti mentre bonnard, vaudeville di Jean Aicard, e di il teatro è quasi sempre aperto e vi si sus- Spettri di Ibsen si svolsero in un «teatro seguono stagioni italiane e tedesche». La discretamente frequentato» (rec. 25), non differenza tra le due realtà stava nel fatto così per La verità e la scimmia di Ciaph e che il teatro di Merano era gestito dal Co- Giosuè e il guardacoste, dramma di Napo- mitato di Cura, che provvede con i fondi léon Fournier.42 ricavati dalle tasse di soggiorno. «E perché Dal confronto tra gli esiti delle com- Bolzano – conclude l’intervento – non pagnie Kowalewsky e Salvini si ricavano può far funzionare un ente simile?».43� preziose osservazioni: da un lato il pubbli- In una successiva intervista al pode- 19 Emma Gramatica co tedesco dimostrò maggiore continui- stà Alfonso Limongelli furono individuate

129 le cause della crisi: «Anzitutto il limitato condizioni degli italiani residenti in Bol- numero degli italiani qui residenti, quasi zano; la forte spesa per la réclame bilin- tutti impiegati statali (mancano infatti gli gue […]; la tassa erariale sui diritti d’au- industriali e i possidenti), poi la diserzione tore […]; la mancanza d’un vero corpo dei cittadini di lingua tedesca, completa orchestrale, che obbliga a moltiplicare le fino al 1923 […]; poi la limitata capaci- prove, ecc.»45 tà del teatro (circa 600 posti). Per cui an- Se e in che misura il Teatro Civico ri- che a teatro esaurito, difficilmente si arri- uscisse a superare la crisi, lo dirà la sta- va a coprire le spese, la necessità infine di gione 1927–1928, che fu inaugurata dal- dover fissare prezzi molto modici, se non la compagnia diretta da Achille Majeroni irrisori addirittura, in considerazione del- con la Parisina, tragedia lirica di Gabriele le modeste condizioni di noi italiani». A D’Annunzio e musica di Pietro Mascagni. queste valutazioni si aggiunsero altri com- La celebrità dello scrittore pescarese, tanto plessi problemi, dalla «forte spesa per la re- decantato dal regime come Poeta-Solda- clame bilingue» alla tassa erariale sui dirit- to e l’evento della ‘prima’ determinarono ≥ rec 26 ti d’autore, alla mancanza di un’orchestra il tutto esaurito. La serata fu un trionfo, Il recente lavoro di Pirandello Diana e la Tuda rappre- stabile che provoca «la necessità di molte pari alla messinscena di Diana e la Tuda, sentato ieri sera per la prima volta a Bolzano, ha incon- trato lo schietto favore del nostro pubblico. I vivi reiterati prove (e le prove sono a pagamento) an- dramma di Pirandello. La stampa offrì battimani seguiti ad ogni calar della tela hanno denota- che per gli spettacoli musicali di poca im- generici apprezzamenti sugli attori e die- to il successo e hanno voluto altresì premiare, anche con portanza». Limongelli ricordò la posizione de risalto al grande concorso del pubblico un applauso a scena aperta, l’efficace interpretazio- ne data al personaggio di Giacomo scultore da Achille geografica di Bolzano che provoca «spese (rec. 26). Ed era questo, in questo preciso Majeroni, il quale a questa tragedia ha impresso il sicuro gravose» nel contattare compagnie italiane momento, l’aspetto che maggiormente in- andamento di una interpretazione fedele, piana ed ac- di primo ordine, «le quali sono quasi sem- teressava alla direzione del Teatro Civico, cessibile pur nella sua intricata geniale complessità. (“La Provincia di Bolzano”, 24 settembre 1927, p. 2) pre obbligate a spostarsi dal loro giro con soprattutto pensando ai tanti soldi investi- perdita di tempo, forti spese di viaggio e ti per l’imminente stagione lirica d’autun- ≥ rec 27 trasporto materiale». Giornalista e pode- no, che iniziò con Bohéme di Puccini affi- Il maestro Fratini ha saputo estrapolare dall’interpre- tazione degli attori e dell’orchestra tutte le finezze stà concordarono sulla soluzione possibile data al maestro Giovanni Fratini (fig. 21, dell’opera e a portarla in scena con compiuta efficacia in individuata nella fondazione di un’Azien- rec. 27) e all’interpretazione di un sopra- una compartecipazione impeccabile tra il palcoscenico da Autonoma, «che avrà il compito di cu- no di primo piano, Carmen Melis (fig. 22) e l’orchestra. Tra gli attori è da nominare la Melis. La sua 46 voce tra un timbro piano e la sua pronuncia è precisa. […] rare tutto ciò che s’attiene al turismo e alle nel ruolo di Mimì , con lei Giuseppe Tra- La rappresentazione può essere annoverata come una necessità delle stazioni di cura».44 verso (Rodolfo). La rappresentazione di delle migliori del nostro Teatro Civico. Anche Ettore Tolomei affrontò la Cavalleria rusticana e Pagliacci in un’uni- (“Alpenzeitung”, 5 ottobre, 1927, p. 3) questione. Scrisse che le cose erano «ben ca serata si svolse in un teatro esaurito. lontane da una definitiva, sicura sistema- Dopo il teatro di prosa e la lirica di zione». In linea con il programma di fa- tradizione italiana, il terzo momento di scistizzazione rapida e totale, sostenne questa stagione fu riservato allo spetta- che «le opere e i drammi italiani dovreb- colo di lingua tedesca, rappresentato dal- bero occupare le intere stagioni e non al- la compagnia di operette viennesi Kowa- ternarsi con le produzioni straniere secon- lewsky, ormai di casa. La stampa italiana do una proporzione (1/1) che la legge fissa snobbò gli appuntamenti, quella tedesca come minimo, come punto di partenza, esaltò sistematicamente le performances non come obiettivo». Il senatore include- degli attori e sottolineò a più riprese il gra- va nel suo intervento l’elenco dei proble- dimento del pubblico. Altrettanto fecero mi: «la diserzione di quasi tutti i cittadini le testate tedesche verso la compagnia Fan- di lingua tedesca; la limitata capacità del tocci Lirici Salici, che attinse dallo stesso 21 Giovanni Fratini teatro; la necessità di dover fissare prez- serbatoio di testi adottati dalla compagnia zi troppo modici, in vista delle modeste Kowalewsky.

130 La messinscena di Ein Walzertraum (So- di Louis Napoléon Parker, per «un pub- gno di un valzer) di Oscar Straus dell’8 blico esclusivamente italiano […] non gennaio 1928 fu l’ultimo spettacolo inse- molto numeroso», anche per la La tredi- rito nella programmazione di questa sta- cesima sedia di Bayard Veiller.47 gione. Il problema della crisi finanziaria e Identico atteggiamento si riscontrò il pubblico diviso dallo spartiacque etni- per un’altra compagnia primaria, la Tri- co aggravarono la situazione che attende- cerri–Becci–Betramo–Ruffini. Quanto si va un rapido rinnovamento nella gestione legge ne “La Provincia di Bolzano” a pro- e negli orientamenti culturali. L’operazio- posito di Serata d’inverno di Siegfried Ge- ne di rilancio del Teatro Civico si svol- yer – «spiace vedere che una compagnia co- se con la promozione del cinema, il gene- me la presente […] richiami un così scar- re di spettacolo di gran lunga più segui- so pubblico. Il teatro di prosa meritereb- to anche in Italia, che aveva il vantaggio be certo un interesse maggiore da parte del di costare poco rispetto ai contratti fir- pubblico intelligente che […] a Bolzano mati con le compagnie ospiti. Così la sa- non manca» –, vale per le altre proposte, ≥ rec 28 la rimase chiusa fino alla fine di marzo tra le quali Come le foglie di Giuseppe Gia- Marianne Sander ha interpretato un’interessante Una donna di rilievo. Recita e canta per la gioia di tutti. 48 per lo svolgimento dei lavori di ristrut- cosa e La signora Rosa di Sabatino Lopez. Molto piacevole è stato il tenore Wengersky nei pan- turazione e adeguamento alla proiezione Di fronte all’ennesima tournée del- ni del conte Geza. Menta Moll, la nostra amata, e Leo sul grande schermo, affidati alla Società la compagnia Kowalewsky le testate gior- Mannaus hanno entusiasmato anche oggi il pubblico. (“Alpenzeitung”, 11 aprile, 1929, p. 3) Imprese Spettacolo nel frattempo suben- nalistiche assunsero un atteggiamento di trata all’impresario Giordano Biondini. chiaro stampo politico. La stampa italiana Il complesso riaprì i battenti alla fine di si dimostrò disinteressata, quella tedesca, marzo con la proiezione del film Vendetta pur non approfondendo la materia degli araba di Harold Lloyd. spettacoli, offrì poche ed essenziali recen- sioni, dalle quali si apprende, per esem- Repertorio tedesco e repertorio pio, che Die Herzogin von Chicago (La du- italiano. Una convivenza compromessa chessa di Chicago) di Emmerich Kálmán, (1928–1934) con Marianne Sander e Anton Wengersky protagonisti, fu applaudita da una platea L’introduzione del film incise nel calen- divertita e accomodata in ogni ordine di dario delle manifestazioni della stagio- posto. Identica scena si ripeté in occasio- ne 1928–1929. Al pubblico teatrale si af- ne della rappresentazione di Eine Frau von fiancava e si confondeva un nuovo tipo di Format (Una donna di rilievo) di Rudolph spettatore, che non necessariamente par- Schanzer ed Ernst Welisch (rec. 28). tecipava agli avvenimenti legati alla prosa Come la stampa italiana, anche quella o alla musica. Tuttavia la condivisione del- tedesca operava all’occorrenza a fini propa- lo stesso spazio, pur segnata da una diversa gandistici un gonfiamento circa la quanti- fruizione del prodotto, poteva calamitare tà dei presenti in sala. Si trattava della con- l’attenzione del cittadino soprattutto ita- tesa di un primato, combattuto anche con liano verso l’edificio più importante per la i numeri per sancire il successo di due cul- cultura bolzanina, e creare un corpo com- ture ora vissute in contrapposizione, men- patto che dimostrasse il definitivo soprav- tre sappiamo che il problema dello spetta- vento del colonizzatore sul colonizzato. tore aveva ormai assunto proporzioni enor- Sul piano artistico fu una stagione mi, senza distinzioni etniche. controversa e confusa. Mancando l’ap- Tra le manifestazioni di contorno or- puntamento con la lirica, l’apertura spet- ganizzate in occasione della prima Esposi- 22 Carmen Melis tò alla compagnia Carini con Il cardinale zione Nazionale dell’Alto Adige, si tenne

131 la serata di gala nel Teatro Civico. Si vo- Almaviva), Luciano Donaggio del Teatro leva dare lustro all’immagine della città La Scala (Don Basilio). «Sapiente e genia- agli occhi di ospiti illustri e ai tanti visita- le» si rivelò Mario Mascagni, al suo debut- tori. Fu invitata la compagnia Sem Benel- to bolzanino, chiamato a dirigere un’or- li. Alla fine della recita della tragedia sto- chestra formata da sessanta elementi pro- ≥ rec 29 rica La Gorgona, l’autore salì sul palco per venienti da Bologna, Bolzano e , e L’ottimo complesso de Barbiere di Siviglia si è ripetu- applausi e ovazioni. Alla rappresentazio- un coro composto da sessanta unità.51 to con altri artisti in questo Rigoletto che ha richiama- to in teatro il pubblico delle occasioni solenni (Vedete ne de La cena delle beffe, commedia for- In fatto di qualità artistica e parteci- che il pubblico intelligente ed amante d’arte c’è anche te di successo internazionale, parteciparo- pazione di pubblico, Rigoletto fu fotoco- a Bolzano, quando gli offrite spettacoli buoni da vede- no le massime autorità locali e il ministro pia del capolavoro rossiniano. Applausi a re? – Il pienone di queste sere siano dunque incoraggia- mento e sprone a ben continua e sostenere validamente dei lavori pubblici Alessandro Martelli. scena aperta furono indirizzati soprattut- le sorti artistiche della nostra città che, diciamocelo in un Furono accolti «dal suono degli inni pa- to ad Enrico De Franceschi (Rigoletto), orecchio, negli ultimi anni hanno subito qualche ribas- trioti […]. Le ovazioni all’ideale sacro del Carmen Asensio (Gilda) e all’orchestra di so). Dunque, un pienone in ogni ordine disposto. Esecuzione orchestrale: ottima. Fusione, giusti coloriti, Re, e della Patria, alla amatissima perso- Mascagni (rec. 29), che trionfò nell’ savie interpretazioni. – Il temporale dell’ultimo atto ha na del Duce, sono durate insistenti, calo- assieme a Stani Zawaska (rec. 30). poi messo, ancora una volta, in luce la direzione artistica rose, intense per diversi minuti».49 Fu uno La necessità di garantire alle casse una del Maestro Mascagni, il quale dà continuamente per la buona riuscita della stagione la sua molteplice e fervida spettacolo nello spettacolo, anzi fu que- certa entrata, facendo leva anche sulla cit- attività. sto il vero spettacolo, visto che le cronache tadinanza tedesca, indusse l’amministra- (“La Provincia di Bolzano”, 3 settembre 1929, p. 2) giornalistiche non si occuparono dell’esi- zione a rinnovare il contratto alla compa- ≥ rec 30 bizione degli attori nemmeno negli alle- gnia Kowalewsky. Die lustige Witwe (La Protagonista dell’opera è stata Stani Zawaska, la quale stimenti successivi, Amore dei tre re del- vedova allegra) di Lehár, in cui primeg- non potrà che essere contenta del più che lusinghiero lo stesso Benelli e Dorothea Angermann di giò Ida Russka, attrice destinata al cine- successo riportato al nostro teatro. Questa intelligente artista dalla voce penetrante e piacevole, si è imposta Gerhart Hauptmann. ma, fu occasione per rivedere all’opera al pubblico sin dal primo atto. Interprete coscienziosa e Tra agosto e settembre si tenne la sta- Max Ernst Thamm, maestro orchestra- fedelissima dello spartito verdiano, ella ha suscitato viva gione lirica. I tre classici del repertorio ita- le attivo al tempo di Leo Bowacz. Non commozione e artistico godimento, così che l’uditorio, ammirato delle sue doti vocali e sceniche, l’ha applaudi- liano, Barbiere di Siviglia, Rigoletto, Aida, fu un caso che Paganini catturò mag- ta numerose volte a scena aperta, con molto calore. furono presentati dalla stampa come ve- giormente l’attenzione della stampa ita- (“La Provincia di Bolzano”, 6 settembre 1929, p. 2) ro e proprio evento: «Avremo […] delle liana. L’allestimento «è piaciuto assai ad ≥ rec 31 rappresentazioni veramente eccezionali un pubblico numerosissimo», che ha di- Se parliamo ormai dell’indimenticabile valore che tale ed il pubblico tutto non si lascerà sfug- stribuito molti applausi ai singoli artisti e compagnia di dilettanti ha raggiunto, ripeteremo cosa gire la occasione di frequentarle, se pen- al violinista Leo Petroni.52 Per il giovane già più volte ripetuta: preferiamo invece insistere sul- la cronaca del successo, che fu ampio, caloroso, entu- serà che difficilmente anche nelle grandi musicista, anche maestro di violino e fi- siastico. Applausi continui a scena aperta senza fine città è possibile assistere a spettacoli come glio dell’ispettore tributario di Bolzano, si al termine degli atti e dello spettacolo hanno dato la questi».50 L’appello non riguardava solo gli trattava di un debutto importante, al qua- misura ancora una volta di quanta simpatia vada sem- pre più raccogliendo la compagnia Filodrammatica abitanti del capoluogo, fu esteso anche ai le seguirono altre comparse sul palcosce- Dopolavoristica presso la nostra cittadinanza […]. Gli centri limitrofi. Un accordo con le Ferro- nico del maggiore teatro cittadino, fino a artisti hanno saputo dare, ognuno nella sua parte, delle vie di Stato permise l’allestimento di treni diventare uno dei protagonisti locali. linee e movenze di ottima lega. (“La Provincia di Bolzano”, 12 novembre 1929, p.2) speciali in direzione Trento e Bressanone Lo stesso Petroni partecipò ad alcune e una corsa straordinaria diretta a Collal- rappresentazioni della compagnia Isaplio bo sul Renon. guidata da Giuseppe Fiore che propose il Gli spartiti del Barbiere di Siviglia re- solito repertorio di operette austriache di- galarono una serata di emozioni e sugge- rette dal maestro Franco Cornuzio (Don- stioni. «L’illusione di trovarsi in un teatro na Juanita di Suppé e La vedova allegra e più importante del nostro» fu alimenta- Mazurka blu di Lehár, in cui si distinse ta anche dall’esecuzione dagli interpreti: Carmen Roccabella, La contessa Mariza Carlo Morelli nel ruolo del titolo, Carmen di Kálmán), cui si aggiunse Mitizi di Sal- Asensio (Rosina), Bruno Landi (conte di vatore Allegra.

132 In questa stagione 1929–1930 lievitò la promozione dello spettacolo amatoriale. I filodrammatici del Dopolavoro di Bol- zano, impegnati con la commedia bril- lante L’antenato di Carlo Veneziani, di- mostrarono «ottimo affiatamento e vera intuizione d’arte» (rec. 31).53 Le parole così enfatiche celebravano la riuscita di un’iniziativa sostenuta dal regime fasci- sta: il varo di compagnie filodrammati- che locali per rendere fruibile il linguag- gio della scena ad un auditorio di me- dio-bassa estrazione sociale e culturale. Anche la Filodrammatica del Dopolavo- ro Postelegrafico e Ferroviario di Bolza- no salì alla ribalta con l’applaudita inter- pretazione di Fra due guanciali di Alfre- do Testoni. Il settore musicale ricevette analoghe attenzioni. Fu agevolata con maggiori fi- ≥ rec 32 nanziamenti la locale filodrammatica e La musica che abbiamo sentito dall’orchestra di Strauss fu messa nella condizione di organizza- era quasi un gioco bellissimo: scintillante, spumeggian- re concerti di alto livello. Si esibirono il te, irresistibile. Un succedere continuo di ouvertures operettistiche, e walzer straussiani, di poche accelera- Quartetto Pro Arte di Bruxelles, il vio- zioni che mettevano di buon umore nello spirito ed il piz- loncellista Arturo Bonucci, il pianista zicorino nelle gambe. Strauss e la sua orchestra hanno Giuseppe Piccioli, il Quartetto d’archi innegabilmente uno stile e vanno lodati di ciò. […] Ed il pubblico preso da quest’onda di suoni spensierati fu an- Poltronieri (Alberto Poltronieri, Guido che forse un po' elettrizzato dal dinamicissimo direttore Ferrari, Francesco Bigini, Antonio Vali- d’orchestra e si divertì molto e applaudì moltissimo. si, fig. 23), il Trio Rosè di Vienna, Leo (“La Provincia di Bolzano”, 16 marzo 1930, p. 3) Petroni, soprattutto l’orchestra Johann ≥ rec 33 Strauss di Vienna, che iniziò a Bolzano la Berretto a sonagli ha dei tocchi di profonda umanità, tournèe italiana (rec. 32). che vanno scoprendosi a tutti e poi scompaiono subito, affaticati da un cerebralismo tormentoso e soffocati dal- La prosa fu limitata a due compa- le tante vicende che precipitano mutevolissime. Quel gnie. Giulio Tempesti si presentò con Ciampa ragiona troppo […], teorizza su tutto e dice delle un repertorio tutto italiano, in equili- verità talora alla buona e talora da professore: ma se si dimentica per un istante di speculare, eccone uscire fuori brio tra drammaturgia di fine Ottocen- un tipo profondamente umano e vero; quando si spoglia to (La morte civile di Paolo Giacometti e della sua funzione ragionativa che è superstruttura resta Tristi amori di Giuseppe Giocosa), e tea- semplicemente un uomo che sente e soffre: ed è appun- to allora che ci piace di più. Il Pilotto fa un Ciampa vivo e tro contemporaneo (, ovvero la leggen- palpitante. Questo interprete dei lavori pirandelliani sa da del dormiente svegliato di Giovacchino dare alle sue creazioni la giusta tonalità rendendo tutta Forzano e Il beffardo di Nino Berrini). La l’atmosfera sulla quale si agita il concretato mondo di Pirandello. La signora Lydia Simoneschi nella parte di compagnia Camillo Pilotto ottenne risul- Beatrice recita con vivacità e carattere. tati pregevoli con le rappresentazioni dei (“La Provincia di Bolzano”, 15 febbraio 1930, p. 2) pirandelliani Il berretto a sonagli e L’uomo dal fiore in bocca, interpretati da due at- tori di sicuro valore come Carlo Simone- 23 Quartetto d’archi Poltronieri schi con la figlia Lydia (rec. 33).

133 La stagione lirica di primavera parve san- Ginevra degli Almieri, dramma storico di cire la passione musicale del pubblico lo- . Il Carro di Tespi cale. Fu inaugurata da di Pietro proseguì la sua tournée regionale spostan- Mascagni (fig. 24) e affidata alla direzione dosi a Bressanone. di Mario Mascagni (figg. 25, 26, rec. 34), Pur non riguardando da vicino l’atti- indiscusso protagonista, alla pari degli in- vità del Teatro Civico, l’esperienza di que- terpreti principali, Tina Poli Randaccio sti spettacoli all’aperto assunse una forte che si distinse «per la sua particolare im- valenza in fatto di politica culturale. Si- pronta di dolcezza e di passionalità» e Giu- gnificava concretizzare quanto realizza- seppe Taccani che disegnò il personaggio va con difficoltà il primo teatro cittadi- Folco in modo «selvaggio, pieno di impe- no: coinvolgere il pubblico medio-basso e ti e di ardori, di stupori e di ribellioni».54 metterlo in contatto con la drammaturgia In Lucia di Lammermoor di Donizet- italiana. Il Carro di Tespi assunse il ruo- ti, Mascagni offrì un’altra prova del suo lo di anello di congiunzione tra le classi talento, alla pari degli interpreti princi- sociali meno abbienti e il Teatro Civico, pali, da Lilia Alessandrini nella parte del vissuto dalle stesse come spazio esclusivo titolo a Giuseppe Garuti. Si consumava e non come contenitore aperto alla cultu- un’altra serata di apoteosi della cultura ra popolare. La fruizione del linguaggio musicale italiana, che raggiunse il culmi- della scena in uno spazio urbano a tut- ne con Tosca di Puccini, «il più felice del- ti accessibile e il prezzo contenuto dei bi- la stagione», grazie alla bacchetta di Ma- glietti diventarono efficace strumento di scagni e alla voce di Anita Conti nel ruo- propaganda in grado di rinnovare e pro- ≥ rec 34 lo del titolo, e con lei Aldo Oneto (Mario muovere la difficile operazione di sensi- (Mario Mascagni, n.d.a.) Ha creato una cosa perfetta, il Cavaradossi), il baritono Luigi Rossi Mo- bilizzazione e partecipazione alla quale le suo impeto ha portato l’orchestra a degli accenti di gran- 55 57 de passionalità, a dei movimenti di irruente entusiasmo e relli («formidabile Scarpia»). iniziative dell’O.N.D. diedero impulso. di chiara e piena sonorità, infondendo in essa tutto il suo Se la partecipazione popolare prodot- Ultima delle quali, fu la messinscena di spirito di alto e vero artista. ta dall’opera lirica rispondeva alla volontà Fra due guanciali di Alfredo Testoni da (“La Provincia di Bolzano”, 23 maggio 1930, p. 2) di creazione di un pubblico di massa uni- parte della Filodrammatica del Dopola- ≥ rec 35 to da sentimenti di appartenenza italica in voro di Bolzano che raccolse intorno a sé Il dramma dannunziano è una specie di trappola per gli un territorio complesso e anomalo, altret- un pubblico numeroso. artisti. Chi ha temperamento, cuore e giudizio, può cal- care le scene con successo; chi ha gonfio il petto di goffa tanto valore assunse per la strategia del La stagione lirica d’autunno, con la presunzione, finisce col coprirsi di ridicolo. Gli artisti che consenso di regime l’arrivo a Bolzano del quale si avviò l’annata 1930–1931, conso- domenica sera hanno raccolto larga messe di applausi, Carro di Tespi di prosa, un teatro ambu- lidò il presupposto che fosse soprattutto il hanno dato prova luminosa di equilibrio, intelligenza e sentimento. La Tricerri fu una Mila di Codro selvaggia lante sorto in questo periodo per iniziati- melodramma il genere di spettacolo su cui di passione, nobile nella disperazione, stupenda nel sa- va dell’O.N.D. (Opera Nazionale Dopo- basare il coinvolgimento popolare. Deluse crificio; Wanda Tettoni vestì di grazia soave e di innata lavoro) con l’intento di far giungere, spe- in parte le attese lo spettacolo inaugura- dolcezza il personaggio di Ornella; tutti meritano una lode: Sandro Ruffini che apparve davvero dominato dal cie nei centri minori privi di teatri stabili, le, la pucciniana Madama Butterfly diret- 56 travaglio spirituale che fa estatica, trasognata la figura di spettacoli di qualità a prezzi accessibili. ta dal maestro Giovanni Fratini, per l’im- Aligi; Alchille Majeroni la cui arte ha dato al fosco perso- L’impianto del Carro di Tespi fu provvisa indisposizione di Emma Lattua- naggio di Lazzaro un rilievo umano pur nell’azione bieca e disumana. montato all’estremo limite di via Regina da sostituita da Lisy De Scalzi nella parte (“La Provincia di Bolzano”, 23 luglio 1930, p. 4) Elena (oggi via Cassa di Risparmio). Al della protagonista. Le voci di Gina Pedro- cospetto di un pubblico numeroso e cu- ni (Suzuky, fig. 27) e Filippo Santagosti- rioso, gli attori della Brigata Firenze, tra no non bastarono a superare la modestia i quali Wanda Tettoni, Achille Majeroni di un cast «buono» in rapporto al «Tea- ed Eugenia Fiorio Tettoni, interpretaro- tro di Bolzano (che) non è il San Carlo di 24 Pietro Mascagni no La figlia di Ioriodi Gabriele D’Annun- Napoli, né il regio di Torino e tantomeno zio (rec. 35). Il giorno dopo fu la volta di la Scala».58

134 ≥ rec 36 Spettacolo degnissimo. La orchestra filò perfettamen- te sotto la direzione del maestro Fratini, gli scenari fu- rono decorosissimi ed accurati, ed il complesso gioco di luci non ebbe nei. […] fu impersonato dal cav. Andrea Mongelli, dalla voce calda, robusta, pasto- sa e dalla scena sagace e ricca; Faust fu reso assai bene dal tenore Alessandro Rota. Isabella Escribano fu una Margherita dalla voce limpida e cristallina; Elena Pavan interpretò con gusto la parte di Elena e cantò stupen- damente. (“La Provincia di Bolzano”, 15 settembre 1930, p. 29)

25, 26 Mario Mascagni 27 Gina Pedroni

135 All’appuntamento con Trovatore di Ver- zer aus Wien (Valzer di Vienna) di Johann di («in questa musica vi è tutta l’anima Strauss, Viktoria und ihr Husar (Vittoria italiana»), il pubblico «non era gran che e il suo ussaro) e Die Csárdásfürstin (La numeroso: a torto […] giacché questo principessa della Czarda) di Emmerich spettacolo veramente buono è curato con Kálmán (rec. 37). amore», annotò il critico de “La Provin- A riprova di una maggiore partecipa- cia di Bolzano”, che non si risparmiò negli zione del pubblico tedesco rispetto a quel- elogi indirizzati all’orchestra e ai cantan- lo italiano soccorre il confronto tra i bi- ti, in modo particolare a Stani Zawaska glietti venduti per la compagnia prima- (Leonora) ed a Giuseppe Taccani (Man- ria di Uberto Palmarini e la compagnia rico), star della serata riconosciuta anche amatoriale Schliersee. La prima ottenne dalla stampa tedesca.59 Completò questa tiepidi consensi con La vita degli altri di ≥ rec 37 trilogia lirica Mefistofele di Guglielmo Eorzi (rec. 38), maggiore at- La principessa della Czarda ha trovato nella compa- gnia […] un complesso bene attrezzato, che dimostra (rec. 36). Il teatro si presentò gremito e tenzione con Topaze di Marcel Pagnol per una perfetta preparazione e dispone di elementi di in- catturato dalle prove canore di Andrea la prova eccellente dello stesso Palmari- discusso valore. Ricordiamo i nomi delle signore Adele Mongelli (Mefistofele, fig. 28), Alessan- ni e di Wanda Capodaglio, e indifferenza Baum […] dal signorile possesso di scena cantatrice mol- to corretta, Mitzi Tesar nella sua parte di soubrette, in- dro Rota (Faust, fig. 29) e Isabella Escri- con Il segreto di Henry Bernstein e L’ere- terpretata sempre con finezza squisitamente aggraziata bano (Margherita, fig. 30). de di Marco Praga. La seconda recitò per e dal canto gentilissimo. […] sei graziose girls dai corpi La stagione proseguì con La Passio- una bella cornice di pubblico In Westen- perfetti, illustrarono la recita con danze snodate con educate movenze. […]. Il pubblico si è divertito: applau- ne di Cristo, sorta di sacra rappresentazio- pfunzen nichts Neues (Niente di nuovo a si prolungati e convinti hanno sottolineato i momenti più ne allestita dalla locale Azione Cattolica e Westenpfunzen) di Lothar Meggendor- belli e coronato festosamente la fine di ogni atto. dal concerto del violinista Remy Principe, fer, scrittore vicino alla rivista umoristica (“La Provincia di Bolzano”, 4 novembre 1930, p. 2) professore del Conservatorio Santa Ceci- “Fliegende Blätter”, e Jägerblut (Sangue di ≥ rec 38 lia di Roma. cacciatore), commedia popolare di Benno La recitazione fu ottima sotto ogni aspetto. La com- Con la compagnia Paternò–Cerlesi Rauchenegger. pagnia Palmarini è valorosa, affiatata ed omogenea. Uberto Palmarini è magnifico artista che non recita più, vennero a galla i problemi di sempre. Per Capricci e titubanze del pubblico ita- ma ‘vive’. E Wanda Capodaglio ebbe […] un’interpreta- pochi intimi furono rappresentate Monel- liano accompagnarono le esibizioni di Ar- zione assai nobile e una recitazione ricca e di accorata la di Emilio Reggio ed E’ tornato carneva- tisti Associati diretta da Alfredo De San- intimità e di passione sincera. (“La Provincia di Bolzano”, 26, novembre 1930, p. 2) le, novità di Guido Cantini, malgrado la ctis, dalle quali emerse la preferenza del- qualità dei protagonisti, Ernesto Ferrero, la drammaturgia italiana (Avventuriero di ≥ rec 39 Tina Paternò ed Ennio Cerlesi (fig. 31). Andrea Caputo, Alleluja di Marco Praga Anche con questa rappresentazione la compagnia è ri- uscita a dare una prova d’eccezione delle proprie ampie Il ritorno della compagnia di operette (rec. 39) e La vendetta di Demostene, no- capacità. La platea, che anche ieri sera non era del tutto viennesi Kowalewsky, pur vista nel recen- vità di Ugo Falena), rispetto a quella fran- completa, ha ricompensato con applausi anche a scena te passato e a più riprese, ottenne mag- cese (Il mio curato fra i ricchi di André De aperta e nell’atto finale ha richiamato gli artisti alla ri- balta numerose volte […]. In una dimensione intima, na- giore successo. Sebbene i programmi del Lorde e Pierre Caine, Il colonnello Brìdau scosta all’esteriorità, è andata in scena una prestazione governo locale fossero finalizzati ad una di Emile Fabre). splendida nel vero senso della parola. completa italianizzazione del repertorio, Con un certo distacco fu accolto l’ar- (“Alpenzeitung”, 30 febbraio, 1931, p. 3) la realtà dimostrava che i biglietti erano rivo della compagnia Zabum per la recita acquistati in numero maggiore da porta- straordinaria di Campo di maggio, novi- fogli tedeschi, tanto che la stessa compa- tà di Giovacchino Forzano suggerita allo gnia rinnovò l’appuntamento nella pri- scrittore da Benito Mussolini, che svilup- mavera del 1931 con il solito e collaudato pa una sorta di parallelismo tra il Duce e repertorio, Das Land des Lächelns (Il paese Napoleone Bonaparte per risolversi nella 28 Andrea Mongelli del sorriso) di Franz Lehár, Ein Tag im Pa- propaganda antiparlamentaristica.60 Nel 29 Alessandro Rota 30 Isabella Escribano radies (Un giorno in paradiso) di Edmund ruolo dell’imperatore francese figurò Me- 31 (di fronte) Ennio Cerlesi Eysler, con la presenza straordinaria del- mo Benassi, applaudito con Enzo Biliotti la celebre soubrette Rosy Werginz, Wal- e Italia Vitaliani (fig. 33).

136 137 L’edizione primaverile della stagione li- significative manifestazioni d’indole ar- rica fu introdotta da articoli giornalisti- tistico educativa svolta quest’anno Opera ci dai toni enfatici verso la cultura musi- Nazionale Balilla della nostra Provincia», cale italiana. Per la pucciniana Bohème si fu preceduta dall’esecuzione degli inni raggiunse il tutto esaurito con il pubblico nazionali, che «il pubblico ha ascoltato in entusiasta per l’orchestra diretta da Ma- piedi con applausi scroscianti», dal can- rio Mascagni e l’interpretazione canora di to delle canzoni dei soldati eseguito dai Adami Corradetti e Giuseppe Traver- giovani interpreti, «che risuonarono nel- so (rec. 40). Ballo in maschera di Verdi eb- le trincee scaturendo dall’anima squisita- be esiti contraddittori, dovuti alla prova mente musicale del nostro popolo».62 superba di Mascagni e alla modestia de- A calare il sipario della stagione gli interpreti. La recensione si conclude- 1930–1931 fu invitata la Exl-Bühne. La ≥ rec 40 Tra le schiera infinita delle Mimì e dei Rodolfo, la signori- va con una vena di amarezza nel rileva- commedia contadina, Der lachende Ehe- na Iris Adami Corradetti ed il signor Giuseppe Traverso re che «il pubblico assente […] era molto mann (Il marito ridente), novità di Hans ci hanno offerto un’interpretazione più che corretta; mai numeroso».61 Maderer, vide protagonista il brunicense ricolma di vissuta commozione nel continuo superamen- to delle complesse difficoltà tecniche dello spartito. La Fu argomento di riflessioni e di ana- Ludwig Auer (fig. 32), premiato da lun- giovanissima signorina Adami Corradetti ci è parsa una lisi da parte della Commissione Teatrale ghi applausi assieme agli interpreti prin- Mimì molto aggraziata e piena di delicato sentimento: la il fatto che ai pochi biglietti venduti per cipali, Eduard Köck, Franz Ludwig, An- sua voce sempre sicura e finemente educata […] le per- mette di porgere con drammatica sensibilità la romanza la compagnia primaria diretta da Oscar na Exl. Gli stessi attori, con l’aggiunta del e il recitativo. Il signor Giuseppe Traverso è già noto al Andriani, che propose riuscite versioni prestigioso Ferdinand Exl, deliziarono pubblico di molti teatri in Italia e all’estero: la sua voce del Titano di Niccodemi (rec. 41), La ce- la platea con Erde (Terra) (fig. 34), Der piace per una sonorità chiara ed espressiva entro una li- nea sempre elegante e schiva delle facili risorse plateali. na delle beffe di Benelli e de La perla di Weibsteufel (L’indemoniata) con la Exl nel (“La Provincia di Bolzano”, 7 aprile 1931, p. 4) Savoia di Gauters, si contrappose il suc- ruolo del titolo (figg. 35, 36), Glaube und cesso di iniziative amatoriali, quali le rap- Heimat (Fede e patria) di Karl Schönherr. presentazioni di Addio giovinezza di San- Da un osservatorio italiano il succes- dro Camasio e Nino Oxilia da parte della so della compagnia austriaca pesava non filodrammatica del Dopolavoro di Bolza- poco sul bilancio complessivo della sta- no e di Balilla sciatori, operetta scritta da gione. Dimostrava la forza attrattiva del- Giuseppe De Marchi e musicata da Ma- lo spettacolo in lingua tedesca, la capacità rio Torri, «nella quale alla bontà del co- del suo pubblico di compattarsi all’occor- raggio e all’altruismo di un gruppo di ba- renza, atteggiamento che non era ancora lilla fa contrasto la gelosia e l’odio di un maturato nella coscienza dello spettatore loro compagno di scuola». La trama e la italiano, attirato in massa a teatro in po- messinscena contenevano in sé gli ingre- che ed eccezionali occasioni, quali la sta- dienti del teatro fascista di propaganda. gione lirica e gli spettacoli amatoriali a fi- Celebrava le gesta dei balilla, decantava la ni di beneficenza. genuinità dei valori positivi condivisi da Il 6 settembre 1931 “La Provincia di protagonisti di area montana («sciatori»), Bolzano” pubblicò un’intervista a Ma- che furono gli «ottimi» attori, circa «200 rio Mascagni. Alla domanda del perché fra balilla e giovani italiane» impegnati in il pubblico vivesse con scarso interesse parti cantate e recitate. La diffusione dei le offerte musicali, rispose: «Semplice- valori cari al regime si coniugava con il mente perché qui non esiste una cultu- fine educativo e formativo delle giovani ra operistica e teatrale in genere […]. Bi- leve, in una cornice che trasformò la sa- sogna costruire ‘ex novo’, creando quello 32 Ludwig Auer 33 Italia Vitaliani e Memo Benassi in Campo di la del Teatro Civico in uno spazio cele- che altrove esiste da più di mezzo seco- maggio di Giovacchino Forzano brativo affollato in ogni ordine di posto. lo: una cultura teatrale nella grande mas- L’operetta Balilla sciatori, «una fra le più sa del pubblico». Il processo è lentamente

138 in corso: «Col passare degli anni e con le ≥ rec 41 ripetute esecuzioni di opere italiane […], Oscar Andriani ha presentato una edizione partico- comincia a formarsi quella cultura musi- larmente accurata de Il Titano di Dario Niccodemi. cale necessaria per la comprensione del- Il lavoro rivela ad ogni battuta la mano che l’ha scritto: Niccodemi prevale nella sottile vena sentimentale, nel- le esecuzioni e già nelle ultime stagioni si la distribuzione degli effetti, nella logica del dialogo che poteva constatare un sensibile aumento di conduce a conclusioni inevitabilmente morali. interesse». Il maestro spiegò la preferen- (“La Provincia di Bolzano”, 20 maggio 1931, p. 2) za dei melodrammi di tradizione rispet- to alle novità, in quanto «alla coscienza teatrale del pubblico bolzanino, coscien- za appena in formazione, riesce più facile comprendere le opere vecchie, perché più semplici nella loro concezione». Mascagni rilasciò l’intervista in un camerino del Teatro Civico, pieno di specchi e profumato dall’odore della ci- pria e di fiori appassiti, durante una pausa delle prove di Carmen, alla vigilia del de- butto nella tradizionale stagione lirica di autunno, che si era aperta con La traviata, «uno dei migliori spettacoli, se non il mi- gliore, di quelli dati in questi ultimi anni al nostro Civico». L’impresario Emilio Fe- rone, titolare di un’agenzia a Milano e al quale competeva l’organizzazione, aveva scritturato cantanti affermati, come Ade- laide Saraceni ed Emilio Ghirardini.63 Con un cast in parte rinnovato Mascagni diresse Il barbiere di Siviglia e il risultato fu eccellente (rec. 42). Rosina di Lina Pa- gliughi apparve «insuperabile per dizione e per la grande facilità nel modulare la vo- ce». Ghirardini si riconfermò nella parte di Figaro, il conte di Almaviva di Nino Ederle e Don Basilio di Vincenzo Betto- ni furono «impeccabili».64 Con consuma- ta maestria Mascagni diresse successiva- mente Carmen di Georges Bizet. Complessivamente il bilancio del- la rassegna operistica risultò positivo. Si trattava di verificare per l’ennesima vol- ta se fosse maturato vero interesse e se ri- guardasse non solo il melodramma ma anche il teatro di prosa. 34 (sotto) Exl-Bühne in Terra di Karl Schönherr L’ospitalità della compagnia guidata 35, 36 (sopra) Anna Exl ne L’indemoniata di Karl da Gianfranco Giachetti diventò un at- Schönherr tendibile banco di prova, per il fatto di

139 proporre un repertorio in dialetto veneto molti gli egregi signori che dignitosamen- distribuito in otto serate, un numero ca- te protestano». Sono riconoscibili: «ven- pace di tastare il polso della situazione. La gono magari dal più noioso borgo del- messinscena di Nina...non far la stupida di la provincia, e ciarlano di teatro, varietà, Arturo Rossato e Gian Capo non tradì le balli, ecc.». Inoltre «quando c’è teatro lo attese e il numeroso pubblico applaudì di- disertano, salvo che i biglietti, non erano vertito anche Zente refada, satira di Gia- gratuiti. Se vanno gratis, non applaudono cinto Gallina (rec. 43). La stampa riferì di perché non è chich (sic)». Segue la propo- un teatro affollato anche per Ostrega che sta di aprire «un teatro di burattini». Così sbrego…! del veronese Arnaldo Fraccaroli, il successo «è assicurato per tutti, natural- Se no i xe mati no li volemo (fig. 37) e La mente gli egregi signori vi si sentiranno a scorzeta de limon di Gino Rocca.65 loro agio».66 Il ritorno di Uberto Palmarini in dit- Al di là della battuta spiritosa, è inte- ta con Vanda Capodaglio costituì un’altra ressante osservare che «gli egregi signori» importante verifica. Gli occhi più belli del del «ritrovo cittadino» appartengono alla mondo di Jean Sarment e La signora Para- facoltosa borghesia dei salotti e dei ritrovi ≥ rec 42 diso, novità di Guido Cantini ascrivibile mondani, sulla quale il Teatro Civico fa- Purtroppo anche questa volta ci sentiamo costretti a no- al filone della commedia brillante, furo- ceva leva e per la quale si modellava buona tare la mancanza di rispetto di alcuni spettatori, che no- no viste da pochi appassionati. La com- parte della programmazione. La latitanza nostante fosse stato dato il segnale di inizio dello spetta- colo in tempo, non hanno evitato di cercare i loro posti, pagnia propose, infine, due testi di Mar- del ceto medio-alto, oscillante tra capricci dopo l’inizio dell’ouverture, disturbando il pubblico. cel Pagnol, Topaze e Fanny, e completò della moda e vera passione, fu affrontata Sarebbe sufficiente avvertire le maschere che chiudes- l’attenzione alla drammaturgia transalpi- intensificando la convocazione di famo- sero le porte dopo l’inizio dell’ouverture, non lasciando entrare più nessuno in sala, per punire questi signori per na con Il segreto di Henry Bernstein. se compagnie italiane e tedesche, dotate la loro mancanza di rispetto. Rispetto al successo delle comme- di un potenziale espressivo e comunicati- (“La Provincia di Bolzano”, 5 settembre 1931, p. 3) die dialettali, il contenuto della comme- vo in grado di soddisfare le attese di uno ≥ rec 43 dia borghese non aveva suscitato partico- spettatore di estrazione sociale e culturale Gianfranco Giachetti continua ad ottenere succes- lari interessi. Fu l’ennesimo caso di tea- medio-bassa. si vivissimi sulle scene del nostro Civico. Tenuto conto tro semi deserto, in pochi occuparono i Considerata la componente veneta dell’abituale freddezza e indifferenza del pubblico bol- zanino per quanto si riferisce a teatro drammatico, bi- 750 posti disponibili. Non passò inosser- distribuita nel territorio e sulla scorta del sogna convenire che Giachetti ha operato il miracolo. vato all’opinione pubblica. Nella rubrica successo ottenuto da Giachetti, fu convo- La sua arte, che è davvero personalissima, da tre sere “La palestra dei lettori” pubblicata ne “La cata la compagnia diretta da Cesco Ba- attira al Civico una folla inconsueta e sempre più dispo- sta all’applauso. Domenica con Zente refada e ieri con Provincia di Bolzano”, un anonimo rac- seggio, che presentò una rassegna dialet- Ostrega che brego, due commedie briosissime, il suc- contò di aver «sentito in un noto ritrovo tale in cui figurarono Zente alegra el ciel cesso si è ripetuto calorosissimo. cittadino» un gruppo di «egregi signori l’aiuta e Fasso l’amor xe vero di Lodovico (“La Provincia di Bolzano”, 6 ottobre 1931, p. 4) protestare» perché «a Bolzano si muore di Ceschi (pseudonimo di Carlo Lodovici e noia, non c’è un divertimento per trascor- Cesco Baseggio). Con Sior Tita Paron di rere la serata». «Eppure – osserva l’indi- Gino Rocca si chiuse tra luci, per la qua- spettito lettore – ricordo di aver frequen- lità artistica, e ombre, per la mancanza di tato il Teatro Civico durante il corso del- un’adeguata cornice di pubblico, il ciclo le rappresentazioni di Palmarini e di aver della compagnia. constatata la più vergognosa diserzione da La situazione non mutò con l’arrivo parte della cittadinanza». Seguì la preve- della compagnia guidata da Esperia Espe- dibile domanda: «Come si possono con- rani, attrice affermata a livello nazionale, ciliare le due cose?». La risposta della re- che fu brillante interprete del dramma La 37 Riccardo Diodà, Cesco Baseggio, dazione, precisa e pungente, contiene in donna nuda di Henry Bataille e di Grat- Carlo Micheluzzi in Se no i xe mati no li volemo di sé elementi di riflessione in merito alla ti- tacieli, novità di intrigo poliziesco di Gu- Gino Rocca pologia dello spettatore. «A Bolzano sono glielmo Giannini.

141 Meglio andò alla ormai famigliare com- in materia di musica e prosa in relazio- pagnia viennese Kowalewski, acclamata ne, elemento questo non trascurabile, agli durante le otto repliche di Im weißen Rössl obiettivi di italianizzazione dei repertori (Al Cavallino Bianco) di Ralph Benatzky secondo gli intenti fascisti. Le cifre indi- e nelle serate di Die Blume von Hawaii (Il cavano uno spostamento verso il genere ≥ rec 44 fiore delle Hawaii) di Paul Abraham. operistico e concertistico, e fu intorno a Purtroppo siamo costretti anche stavolta a menzionare Prima della stagione lirica di prima- questo filone che si costruì il programma la mancanza di rispetto di alcuni spettatori, i quali nono- stante fosse stato dato in tempo il segnale d’inizio, non vera ci furono due importanti manife- 1932–1933. sono riusciti ad esimersi di cercare il loro posto dopo l’ini- stazioni legate alle commemorazioni go- La stagione lirica d’autunno pre- zio dell’ouverture disturbando in questo modo l’ascolto ethiane che anche Bolzano solennemente sentò una novità. Il maestro Mascagni, da parte del resto del pubblico. Sarebbe stato opportu- no che gli addetti alle porte fossero stati adeguatamente celebrava. Si tenne la rappresentazione di «con un nobilissimo spirito di camerati- istruiti a far entrare nessuno in sala dopo l’inizio dell’ou- Iphigenie auf Tauris (Ifigenia in Tauride) smo non ha voluto monopolizzare il po- verture […]. Annemarie Holtz, l’apparizione simile ad da parte degli attori della Goethe Köni- sto di direttore», chiedendo e ottenendo una dea proveniente dai lidi di Tauride, sacerdotessa nel tempio di Diana e degna servitrice nel regno dell’arte gischen Staatsoper di Monaco, tra i quali di essere sostituito «in modo che il pub- goethiana, è riuscita a catturare con grande attenzione primeggiavano Annemarie Holtz, attrice blico abbia modo di conoscere altri valo- la parola del poeta ed impersonificare completamente prossima al successo cinematografico, ed rosi maestri». Al suo posto subentrò Fe- la figura di Ifigenia grazie alla sua personalità, che si è pienamente immedesimata e ha fatto immedesimare il Ernst Martens (rec. 44, 45). Di analogo derico Del Cupolo (fig. 38), un artista pubblico nel destino dell’ancella di Diana. successo fu il contributo locale con il con- di esperienza, maturata nella «direzione (“Alpenzeitung”, 1 marzo, 1932, p. 3) certo diretto da Mario Mascagni. orchestrale in teatri italiani e stranieri di ≥ rec 45 Andrea Chénier di Umberto Giorda- primo ordine». E’ inoltre conoscitore del- L’attrice Annemarie Holtz fu una Ifigenia calda di ac- no aprì la stagione lirica di primavera in la realtà locale, acquisita a Merano do- centi, appassionata, teneramente delicata ed affettuo- modo trionfale. Il tenore Nino Piccaluga ve ha raggiunto «risultati lusinghieri».70 sa e l’attore Ernst Martens un Oreste in cui la tradizio- ne goethiana dell’abilità tragica […] risulta in tutta la sua «rese il personaggio del titolo con passio- Scelse come titolo di apertura Faust di pienezza […]. Interpretazione nobilissima anche se, noi ne e con finezza […], con una voce calda Charles Goudon, capolavoro che poteva latini, abituati a forme forse più dinamiche di azione sce- e robusta, una dizione chiara ed efficace»; catturare l’attenzione anche dello spet- nica, può trovare qua e là dissenzienti, quasi voglia dis- solvere per un eccesso di stilismo la musica meravigliosa il baritono Antenore Reali, nella parte di tatore tedesco. L’impatto con pubblico e che canta in più di una pagina della tragedia goethiana. Gérard, «fu magnifico in ogni gioco sce- stampa fu positivo. «Sobrio, quadrato e Rappresentazione, insomma, degna del centenario, che nico».67 Valutazioni positive si leggono an- preciso», diresse l’orchestra con «il mas- il pubblico, pubblico delle grandi occasioni, salutò con grandi applausi ad ogni atto. che per gli altri interpreti, il coro, e soprat- simo rispetto al testo musicale e lettera- (“La Provincia di Bolzano”, 1 marzo 1932, p. 4) tutto Mascagni. Il maestro fu artefice del- rio». L’impianto musicale accompagnò la riuscita del Don Pasquale di Donizetti e l’esecuzione dei cantanti, «che ci parve- di , pari al contributo dei cantan- ro tutti al loro posto»,Vincenzo Bettoni ti, da Patrizia Toldi ad Eraldo Coda.68 (Mefistofele), PaoloCivil (Faust, fig. 39), Nel bilancio delle proposte pesò il Ester Guggeri (Margherita) e Leo Piccoli comportamento del pubblico che «non è (Valentino).71 parso numericamente adeguato alla bel- Lohengrin di Richard Wagner, con lezza delle esecuzioni». Forse, concluse il Ettore Parmeggiani nel personaggio del giornalista, «una composizione del cartel- titolo, fu valutato spettacolo tra i miglio- lone che tenga maggiormente conto del ri visti a Bolzano. Si proseguì con Ma- pubblico di Bolzano […] eliminerebbe in dama Butterfly di Puccini affidata a Ma- parte questo assenteismo che non è né ra- ria Zamboni, si terminò con Francesca da gionevole né giustificato».69 , la partitura più riuscita e rappre- Con questa critica rivolta alla com- sentata dal compositore trentino Riccar- missione del Teatro Civico, terminava do Zandonai, allievo di Pietro Masca- questa stagione. Rimaneva aperto il cro- gni (rec. 46). Il protagonista indiscusso nico problema del rapporto con il pubbli- fu ancora il maestro Del Cupolo, e be- co, di come indovinare le sue preferenze ne figurarono anche i cantanti, tra i quali

142 Stani Zawaska nella parte di Francesca, di Cremona, il Teatro Reale di Malta». La Aurora Rettore e Gennaro Barra. nuova gestione, oltre a incidere sull’aspet- Come atto finale delle manifestazio- to organizzativo, proponendo «molte sera- ni per il decennale della Rivoluzione Fa- te a prezzi popolari e popolarissimi», in- scista fu organizzata una serata di gala e tendeva migliorare la qualità tramite «la lo spettacolo melodrammatico coronò rigorosa esecuzione di ogni spettacolo e la una giornata vissuta tra parate militari e perfezione della esecuzione di ogni detta- comizi. Per Il barbiere di Siviglia ritornò glio».74 Primo effetto di rinnovamento fu Mario Mascagni. I prolungati e calorosi la sostituzione del direttore d’orchestra Fe- applausi premiarono la qualità della dire- derico Del Cupolo con Alfredo Padovani, zione orchestrale e resero sincero omaggio maestro di fama con trascorsi nei maggio- ai trascorsi bolzanini del maestro. Calata ri teatri italiani e ultimamente nell’Are- in questo contesto dai marcati connota- na di Verona, forte di esperienze maturate ti politici e propagandistici, la recensione all’estero, nel Teatro Municipale di Rio de della messinscena fu neutralizzata e assi- Janeiro, nel Teatro Colon di milata nella celebrazione della ricorrenza e presso il Liceo Musicale di Barcellona. fascista.72 L’inserimento in un circuito nazio- Il cartellone della prosa fu battezzato nale di distribuzione garantì qualità al- dalla compagnia di Cesco Baseggio. Il re- la stagione lirica di primavera. Applausi ≥ rec 46 pertorio legato alla cultura veneta, la pre- scroscianti accompagnarono l’esecuzione Per la natura stessa della particolare espressione ope- senza di un attore di prestigio e dotato di dell’Aida, con il soprano Linda Barla Ca- ristica di Zandonai tutto in quest’opera è difficile. grandi mezzi comunicativi, diventarono i stelletti e Antonio Bagnariol (Radames). Complessità e mutevolezza di ritmi, impasti orchestrali che per il carattere stesso delle armonie e della varietà cardini su cui fare leva per conquistare il Il debutto del maestro Padovani, in parte modulativi non ancora del tutto penetrata nella coscien- difficile pubblico. Tra le proposte più ac- penalizzato da «un numero di prove non za musicale del pubblico, non sono mai di facile risulta- clamate ci furono I mustaci de fero, novità affatto sufficiente», risultò positivo, «riu- to, registro di voci tenuto sempre in una tesa e piutto- sto elevata, frammentarietà di frasi nel correre unitario di Gino Rocca, il goldoniano Sior Todero scendo a colorire con adeguato senso d’ar- dell’azione, movimento di masse, strumenti interni e so- brontolon (rec. 47), Siora Lucrezia di Lu- te lo svolgersi dell’azione», come scrisse il prattutto un gioco scenico da parte dei cantanti che ri- dovico Ceschi (pseudonimo di Carlo Lo- critico Guglielmo Barblan.75 Il giorno di chiede un continuo vigile controllo, fanno di quest’opera una di quelle che nel difficile repertorio moderno, sono dovici e Cesco Baseggio), in cui Baseggio Pasqua andò in scena Il matrimonio segre- di meno agevole esecuzione. si travestì da anziana signora, animando to di Domenico Cimarosa e il maestro (“La Provincia di Bolzano”, 9 ottobre 1932, p. 7) un bizzarro e comico gioco scenico me- Padovani strappò nuovi consensi. Com- rec 47 73 ≥ more della tradizione carnevalesca. pletò questo trittico lirico Cavalleria ru- La potenza evocativa del Baseggio, la ricchezza del suo Dopo questo promettente avvio di sticana di Pietro Mascagni. Protagonista modo interpretativo in cui giuoco della scena, voce, ge- stagione, il Teatro Civico chiuse i batten- fu ancora la Barla Castelletti, interprete sto, fisionomia, tutti gli elementi insomma del perfetto attore convergono in eguale misura alla creazione del ti per diversi mesi. I motivi possono essere di Santuzza (rec. 48). Diventò serata di personaggio, non hanno fatto che confermarsi nella no- ricondotti a problemi maturati all’interno gala condita di elementi celebrativi fasci- stra ammirazione per questo artista che affina ogni anno della gestione finanziaria e artistica, e do- sti la seconda replica di Aida in onore dei la sua arte verso una meta di assoluta perfezione. Il vec- chio conte avaro e autoritario è stato da lui creato con un vettero esser di natura piuttosto comples- partecipanti al raduno indetto dalla Rea- rilievo superbo di linee e di colori e l’opera è rivissuta in- sa. L’ipotesi trova conferma in un artico- le Automobile Circolo d’Italia di Torino. tera coi suoi tratti di un’umanità semplice e serena che le lo pubblicato nel quotidiano “La Provin- Tra il terzo e il quarto atto la stessa can- ombre dei tempi non sono ancora riuscite ad offuscare. (“La Provincia di Bolzano”, 29 novembre 1932, p. 5) cia di Bolzano”, in cui si dava notizia che tante eseguì l’Inno del Decennale, compo- i Teatri Civici di Bolzano e Merano «sono sto dal maestro Padovani «su felici parole stati ceduti per tre anni all’A.L.A. (Artisti di Mussolini».76 Alle entusiastiche descri- Lirici Associati)», società «che comprende zioni di un teatro esaurito per le ‘prime’, la maggior parte degli artisti lirici italia- seguirono amare visioni di una sala qua- 38 Federico Del Cupolo ni, e che ha recentemente gestito il Tea- si vuota durante le repliche, malgrado i 39 (di fronte) Paolo Civil tro Grande di Brescia, il Teatro Ponchielli prezzi popolari.

143 Analoga dinamica si ripeté per la prosa. La so giornalista. Rimane difficile capire co- compagnia Tina Paternò presentò a pochi me mai l’ultima esibizione, il poliziesco appassionati un repertorio italiano ricco di Alibi di Michael Morton, fu applaudita da novità, tra cui La moglie innamorata e Do- un pubblico numeroso. Si potrebbe ipo- po la gioia di Giovanni Cenzato, Giovanna tizzare una felice ricaduta delle citate cri- La Pazza di Silvio Benedetti e Il cavallo di tiche mosse dalla stampa all’assenteismo, Troia di Cipriano Giachetti (rec. 49). oppure pensare, in modo non del tutto av- La stagione si concluse con il concer- ventato, ad una distribuzione massiccia di to di Ignaz Friedman (fig. 40, rec. 50). biglietti omaggio per lasciare nella memo- L’illustre pianista eseguì brani di Mo- ria di una compagnia nota a livello nazio- zart, Beethoven, Chopin, Debussy, ecc. nale il ricordo di un positivo contatto con Per l’occasione il Teatro Civico si presen- la difficile realtà locale. tò affollato. L’insigne maestro era proba- La stagione lirica d’autunno puntò su bilmente riuscito a coinvolgere spettatori un repertorio internazionale e sulle doti italiani e tedeschi. del tenore Alessandro Wesselowsky, che Il programma della stagione fu indiscusso protagonista del Werther di ≥ rec 48 1933–1934 ricalcò lo schema di quella Jules Massenet (rec. 51) e figurò tra gli in- Il personaggio di Santuzza fu da essa (da Linda Barla precedente. Da un lato propose spettacoli terpreti principali di La traviata. Stam- Castelletti, n.d.a.) reso con un senso di passionalità vivo e profondo e con un giuoco scenico che le strappò più di operistici e musicali e rappresentazioni in pa italiana e tedesca concordarono nella un applauso e acclamazioni vivissime e numerose chia- prosa, con una leggera supremazia dei pri- valutazione della terza opera in program- mate alla fine dell’opera. Chiarezza di fraseggio, dina- mi, dall’altro limitò la presenza di com- ma, I racconti di Hoffmann musicati da mica dei ritmi, omogeneità dei registri e facilità di intona- zioni unita alla dolcezza degli stacchi vocali non sempre pagnie straniere a vantaggio degli attori Jacques Offenbach, evidenziando la pro- facili nel ruolo affidato alla soprano ci hanno fatto cono- italiani. Si aggiungeva, in questo modo, va di Emanuele Giletta nel ruolo del tito- scere una Santuzza che è certo tra le migliori di quelle un altro anello alla catena dell’italianiz- lo. Condivisero, inoltre, la direzione del che abbiamo udito sinora in questa parte del melodram- ma di Mascagni. zazione del Teatro Civico. Almeno nelle maestro Giuseppe Podestà, ma in modo (“La Provincia di Bolzano”, 20 aprile 1933, p. 5) intenzioni. diverso: il critico della testata italiana ri- All’inizio di settembre fu scritturata conobbe alla sua bravura il merito di aver ≥ rec 49 Gli attori recitarono tutti con grande impegno e parve la compagnia Artisti Associati diretta da valorizzato un’opera composta nel 1888; il soprattutto che la compagnia si raccomandasse al pub- Ruggero Capodaglio e Augusto Di Gio- recensore del quotidiano “Alpenzeitung” blico per il suo bellissimo affiatamento; le maggiori lodi vanni. Il dramma poliziesco Il mistero del- lesse negli spartiti i suoni e le atmosfere dobbiamo rivolgerle alla signora Tina Paternò che la fi- gura di Serena interpretò con deliziosi accenti scenici e la camera gialla di Gaston Leroux sollevò di viva attualità estetica e drammaturgi- finissimi chiaroscuri; specialmente nel finale […], la sua critiche da parte della stampa: «Il pubbli- ca. Le due diverse visioni erano dettate, arte raggiunse una forma espressiva di segnalata eccel- co bolzanino, prontissimo a denunciare le oltre che da parametri culturali evidente- lenza per giuoco scenico e contenuta nobiltà di recita- zione. manchevolezze dell’organizzazione teatra- mente dissimili, da un modo opposto di (“La Provincia di Bolzano”, 28 maggio 1933, p. 3) le cittadina, usa a chiedere cento e a dare decodificare la fruizione del prodotto da zero, è brillato, in una buona parte per la un assunto in un certo senso ideologico. ≥ rec 50 Ed al bello è votata tutta l’arte di Friedman, a comin- sua assenza, ad onta che la compagnia si Per l’osservatorio tirolese l’elemento prin- ciare da quella virtù che per prima ci mette in contat- presentasse preceduta da buona fama».77 cipale era costituito dal nome dell’autore, to con la sua anima: il tocco. Di infinita dolcezza, quasi Le parole di rimprovero non sortirono per quello italiano contava l’identità ana- sorgente dal nulla e pronto a sfociare in travolgenti so- norità, plasmatore delle atmosfere più rarefatte e degli l’effetto desiderato. La rappresentazione grafica degli attori. sfondi più densi, creatore degli impasti più suggestivi, successiva, La figlia ballerina di Franz Ar- L’ennesimo ritorno della compagnia il tocco di questo strumentista riesce a soggiogare nel nold ed Ernst Bach fu disertata tanto dal- Kowalewsky garantì alle casse del Teatro primo momento che egli si manifesta a noi, e valendosi della ricchezza delle proprie risorse disegna la espres- lo spettatore di lingua tedesca che proba- Civico sicure entrate soprattutto con Im siva eleganza ritmica del Mozart, la urlante umanità del bilmente non nutriva alcun interesse ver- weißen Rössl (Al Cavallino Bianco) di Be- Beethoven, la infinita gamma dei chiaroscuri chopiniani, so un’opera di autori tedeschi recitata in natzky e Die Blume von Hawaii (Il fiore la evanescenza delle sognanti linee di Debussy. (“La Provincia di Bolzano”, 3 giugno 1933, p. 5) italiano, quanto dallo spettatore di lingua delle Hawaii) e Ball im Savoy (Ballo al Sa- italiana per i motivi denunciati dallo stes- voy) di Paul Abraham.

144 Le recite della compagnia Sainati (fig. 41), al suo debutto sul palcoscenico bol- zanino, costituirono l’opportunità per ve- dere all’opera l’unico esperimento italia- no di Grand Guignol, il teatro del terro- re e della paura maturato in Francia alla fine dell’Ottocento.78 L’uomo misterioso André De Lorde e Alfred Binet e Ritirata strategica di Carlo Maria De Angelis at- tirarono molto pubblico ma «l’accoglien- za fu piuttosto fredda», perché «lavori sif- fatti qualche anno fa reggevano passabil- mente il cartello ma ora non incontrano più i gusti di nessuno».79 La formula di trasferire sulla scena due autori diversi in un’unica serata diede esiti positivi con Il generalissimo di Ferenc Molnár e con Il treno fantasma, novità di Arnold Rid- ley. Alfredo Sainati strappò applausi nella parte del titolo e si meritò la serata d’ono- re in occasione della messinscena di Al te- lefono di Giuseppe Cantagalli. La scarsa presenza di pubblico, che si verificò poco dopo anche per il concerto del trio Casella–Bonucci–Poltronieri, fu argomento dell’ennesimo articolo giorna- listico titolato “L’arte, il teatro, il pubbli- co”. L’estensore partì dall’assunto che «Bol- zano non ha una tradizione artistica tea- trale», in quanto «non ha mai annoverato un drammaturgo o un musicista (Thuille non basta ad assicurare un primato alla città), la cui fama varcasse i monti e i ma- ri». Per quanto riguarda la musica le cause sono legate ad un «difetto latente», rico- nosciuto nella mancanza di un ente «che raccolga, disciplini, soddisfi e indirizzi le aspirazioni del pubblico amatore», viste le grandi difficoltà operative della neonata Società Amici della Musica, cui manca- no le condizioni per imprimere continuità delle manifestazioni.80 La questione rela- tiva al teatro drammatico si presenta «an- che più seria», perché «non è stato ancora stabilito se a Bolzano c’è pubblico suffi- 40 (di fronte) Ignaz Friedman ciente (in senso numerico) per dare vita 41 Alfredo Sainati a spettacoli di prosa». I cittadini «di tutte

145 le classi – osservò amareggiato il redatto- re – preferiscono i quattro salti al tabari- no e la partita a scacchi». Quando decide di andare a teatro, lo spettatore «va in sol- lucchero di fronte a una soubrette più o meno stonata e ai più o meno ben torniti garretti di una girls, ma si sbadiglia pen- sando a un lavoro di Pirandello o Suder- mann». Il discorso si sposta nelle scelte ar- tistiche operate dalla direzione del Teatro Civico. Rilevata una certa discontinuità nella programmazione e constatato il fal- limento della compagnia Sainati, per ri- lanciare l’offerta si dovrebbe «richiamare nel nostro palcoscenico artisti di rango».81 Che il periodo fosse di crisi profonda lo dimostrò il fatto che dopo le due serate dedicate al circo equestre in miniatura del celebre monsieur Rambeau – spettacolo «veramente attraente e pieno di sorprese e di esercizi di grande interesse» animato dai «cavalli più piccoli del mondo, un gal- lo, cani e scimmie, un colombo» che atti- rò «un pubblico oltre modo scarso» –, il teatro rimase chiuso per diversi mesi.82 Riaprì i battenti nel marzo 1934 in una situazione di incertezza per il futuro. Soprattutto si avvertì la necessità di ope- rare verifiche, a partire dai due imminen- ti spettacoli che avrebbero costituito una sorta di «esperimento», voluto dal pode- stà, «per rendersi ancora una volta esatto conto della sensibilità artistica della no- ≥ rec 51 stra popolazione e per poter decidere, in Oltre ai mezzi vocali estesi e di uguale potenza e calore definitiva, circa le sorti del nostro Civi- in tutti i registri, il Wesselowski possiede una rara quali- co». Al fine di verificare se «la causa prima tà di cantanti in genere, e cioè una equilibrata e compi- ta penetrazione del personaggio che rappresenta sulla e decisiva» dell’assenteismo fosse l’eleva- scena, tanto da giungere a vivere in intensità espressiva to costo dei biglietti, fu messo in atto un tutto il dramma recondito di un’anima insolitamente ap- «estremo esperimento»: offrire «prezzi ec- passionata, ed a mettere in piena luce ogni desiderio ar- tistico dettato dal gusto del compositore. cezionalmente bassi», che «non superano (“La Provincia di Bolzano”, 10 settembre 1933, p. 3) quelli che ogni cittadino paga per il più modesto spettacolo cinematografico».83 Fu scritturata la compagnia della Quercia guidata da Maria Bonora e Car- lo Ninchi, celebri attori destinati alla carriera cinematografica. La rappresen- tazione di Tredici a tavola di Rudolf Eger

146 e Jean De Latraz si svolse al cospetto di ≥ rec 52 una buona cornice di pubblico. Il succes- La fama che aveva preceduto l’arrivo del noto cantante non è andata minimamente delusa, ché anzi tutta la pla- so si rinnovò in occasione della seconda tea ha riscontrato le qualità che distinguono anche oggi serata dei biglietti a costi ridotti, con gli il Basiola, degnissimo della rinomanza che ha saputo attori impieganti in di Gherar- conquistarsi. Le doti vocali del protagonista di Rigoletto Se volessi si affermano subito per quell’ampio respiro, quel sicuro do Gherardi. Ora si trattava di verificare fraseggio, quella quadrata forza ritmica che rivelano il la reazione di fronte al prezzo intero del cantante di classe, doti che si esplicano nella sincera biglietto stabilito per valutazione del personaggio da far rivivere. Tali qualità La misteriosa signo- ama il Basiola rinforzare, con un gioco scenico a grandi ra di Gragnon e Falti. Fu una serata a lie- tratti, di robusta efficacia espressiva: a tal punto di tanto to fine. Gli interpreti furono salutati da in tanto di adagiarvisi con eccessivo compiacimento, fino applausi e ovazioni. a caricare le tinte e a incrudire la tragica fisionomia del protagonista con ricercati atteggiamenti personali. Ma Alla luce di questi risultati positivi si di ciò non ne vogliamo fare appunto all’eminente inter- guardò con un certo entusiasmo l’immi- prete, che la calda passionalità e soprattutto la vibrante, nente stagione lirica di primavera. Iniziò avvincente umanità del suo canto valse ben a farci di- menticare alcune crudezze sceniche. sotto i migliori auspici con il verdiano Ri- (“La Provincia di Bolzano”, 1 aprile 1934, p. 5) goletto, anche grazie alla presenza del ce- lebre baritono Mario Basiola (rec. 52) e il tenore Giovanni Malipiero nella parte del duca di Mantova. Eccellente si dimostrò il maestro Giuseppe Podestà. In modo simile si svolse la messinsce- na di Wally di Alfredo Catalani con la vo- ce di Fidelia Campigna nel personaggio del titolo, che «chiara nella dizione», ed «efficace nel movimento scenico», riuscì a ottenere «le più festose accoglienze».84 La politica dei prezzi popolari fu in- trodotta per la compagnia di operette La Gaudiosa. Mentre erano in corso le reci- te di Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas, Cin-ci-là di Virgilio Ranzato, La Bajadera di Emmerich Kálmán e Frasqui- ta di Franz Lehár, fu constatato che «si è formata quella specie di clientela che la frequenza degli spettacoli ha fatto aumen- tare». Il nesso tra basso costo del biglietto e qualità artistica parve la soluzione giusta per superare la crisi. Arrivò, come auspi- cato, il grande attore e per diverse serate. La notorietà di Cesco Baseggio co- stituì garanzia di successo, anche perché forte di un pacchetto di commedie ve- 42 (di fronte) Cesco Baseggio in Sior Todero nete. La recita del goldoniano Sior Tode- brontolon di Carlo Goldoni ro brontolon fu applaudita a scena aperta. 43 (destra) Una scena dai I rusteghi di Carlo Goldoni (Teatro di Venezia) Baseggio, nel ruolo del titolo (fig. 42), of- 44 Gianfranco Giachetti e Cesco Baseggio e ne frì un’interpretazione «perfetta nella truc- I rusteghi di Carlo Goldoni catura, nei gesti, nella caratteristica voce».

147 45 Cesco Baseggio ne Il mercante di Venezia di William Shakespeare 46 (di fronte) Cesco Baseggio nella parte di Shylock ne Il mercante di Venezia di William Shakespeare Strapparono consensi, tra gli altri, Bi- nizzatori a trasferire il secondo e conclu- ce Parisi e Carlo Lodovici.85 Pur non re- sivo spettacolo nel chiuso del Teatro Civi- gistrando «le grandi folle dei più recenti co. In scena c’era Equatore di Alessandro avvenimenti teatrali», ma ottenendo un De Stefani, testo vincitore dell’ultimo «caldo, incoraggiante consenso», le recite concorso nazionale indetto dall’O.N.D., proseguirono offrendo grandi prestazioni che racconta il conflitto tra i coloni italia- di Baseggio, prima ne Il martirio di San ni e le comunità africane. Sebastiano, poi in Ostrega che sbrego…! La politica dei prezzi popolari stava di Arnaldo Fraccaroli e nel goldoniano lentamente manifestando segnali positivi I rusteghi (figg. 43 e 44).86 Fiore all’oc- nella difficile formazione di un pubblico. chiello, Il mercante di Venezia di William In questo senso la stagione 1934–1935 Shakespeare consacrò l’attore nella parte diventò un banco di prova senza appello. dell’ebreo Shylock (figg. 45, 46, rec. 53). Le recite di Baseggio furono interval- Dal Teatro Civico al late da uno spettacolo indicativo per gli Teatro Verdi. L’italianizzazione obiettivi educativi e propagandistici, tan- dei repertori (1934–1939) to che nelle pagine de “La Provincia di Bolzano” trovò risalto maggiore rispetto a Con il gruppo di ballo della vienne- quello concesso alla compagnia veneta. Si se Gertrude Bodenwieser e l’applaudito trattò de Il piccolo Balilla, operetta del ma- concerto del pianista Ignaz Friedman si estro Romolo Corona trasferita sul palco- chiuse definitivamente lo spazio conces- rec 53 88 ≥ scenico dal maestro Mario Sette e affida- so ad artisti tedeschi o di madrelingua. La complessa figura di Shylock è stata penetrata e vis- ta all’interpretazione degli iscritti all’Ope- La stagione 1934–1935 avviò il nuo- suta dall’attore, in modo egregio. La difficoltà della par- ra Nazionale Balilla (O.N.B.) di Bolzano. vo percorso artistico del Teatro Civico. te è grande: il poeta tragico amava guardare dentro gli abissi quando creava la storia dell’anima. […] Baseggio, Queste «giovanissime falangi», che il cro- All’accelerazione della fascistizzazione cimentandosi con i colossi, non si perde. Di Shylock ren- nista cita per nome ricordando il ruolo as- della società altoatesina corrispose, con de meglio le sfumature piuttosto che i toni violenti, i rilievi sunto nello spettacolo, realizzarono una l’effetto del rispecchiamento, un pari titanici. […] Buoni nell’esecuzione tutti, o quasi. Bisogna menzionare Carlo Lodovici che ieri sera ci ha fatto gu- «edizione impeccabile e convincente per processo nella scelta dei repertori e delle stare la figura del servo di Shylock, Lancillotto, con una la sapienza con la quale ogni particolare compagnie ospiti. La tradizionale stagio- dizione espressiva forte, nuova. è stato studiato e realizzato». Non solo. Il ne lirica d’autunno acquistò il marcato (“La Provincia di Bolzano”, 3 giugno 1934, p. 5) pubblico, forse limitato nei numeri «a cau- sigillo celebrativo della cultura musicale ≥ rec 54 sa del cattivo tempo», si dimostrò «instan- italiana. Il soprano Vera Amerighi Rutili, nelle vesti della prota- cabile nel dimostrare agli egregi direttori Fu inaugurata da di gonista, profuse le bellezze del proprio canto, che sa es- sere dolcemente flessuoso nelle mezze voci e sa raggiun- e ai piccoli attori tutto il proprio entusia- Amilcare Ponchielli, in ricordo del cen- gere ammirevole potenza negli acuti: ella riuscì a vive- smo».87 Erano presenti le massime autori- tenario della nascita del compositore cre- re la tragica vicenda con intimo convincimento e seppe tà politiche e militari. Il piccolo Balilla co- monese, con la presenza di artisti di gri- colorire di calda drammaticità le popolari pagine dello spartito, specialmente nel quarto atto dove il suo canto nobbe un paio di repliche. do, quali Vera Amerighi Rutili (rec. 54), si spiegò in accenti di dolorante emozione. Con questo spettacolo calò il sipario Alessandro Granda, Livia Sigalla, Vin- (“La Provincia di Bolzano”, 28 settembre 1935, p. 5) della stagione 1933–1934, che all’inizio cenzo Guicciardi, il coro del Teatro Re- di agosto ebbe un’importante appendice. gio di Parma e la direzione orchestrale Dopo tre anni di assenza ritornò il Car- del maestro Luigi Antonicelli. Ma, nono- ro di Tespi Drammatico numero 3 diret- stante i nomi di richiamo mancò il tutto to da Amilcare Pettinelli. Sul prato dello esaurito, deludendo gli organizzatori, che stadio Druso fu montato l’impianto per con il sostegno della stampa avevano cre- la messinscena di Lohengrin di Aldo De ato il clima dell’evento. Benedetti, seguita da un pubblico nume- Non bastarono la pucciniana Ma- rosissimo. Il maltempo costrinse gli orga- non Lescaut e la presenza del soprano Sara

149 ≥ rec 55 Il pubblico ha salutato con entusiasmo questa bella, ari- Scuderi e il tenore Angelo Minghetti per stocratica e umana interpretazione d’un carattere sceni- assicurare alla biglietteria lauti guadagni. co che fra noi aveva, sinora, un modello grandioso. Ma se La messinscena di Lucia di Lammer- Zacconi giganteggiò nella patologia d’Osvaldo e impo- se la tirannia del personaggio sull’opera d’arte, il Moissi moor di Donizetti con la partecipazione ha restituito al dramma ibseniano i suoi rapporti di causa straordinaria del giovane soprano Hilda ed effetto, la biforcazione del duplice soffrire per la inu- Reggiani, affiancata dal tenore Alessan- mana obbedienza ai pregiudizi sociali, da cui scaturisce tanta spaventosa eredità. dro Granda, fu serata in onore del ma- (“La Provincia di Bolzano”, 23 dicembre 1934, p. 7) estro Antonicelli, «il giovane direttore che fin dalla prima apparizione ha sapu- to catturarsi insolitamente le simpatie del pubblico».89 Gli appuntamenti successivi si rive- larono per pochi ed eletti intimi, come l’esibizione del coro The American Sym- phonic Singers con canti spirituals negri e indiani, e lo spettacolo di varietà della compagnia russa Uccello Azzurro. La musica fu ingrediente basilare per la ricorrenza della Marcia su Roma. Per il concerto a beneficio delle Opere Assi- stenziali salirono sul palcoscenico artisti rinomati, quali i soprani Renata Villani e Olga Brancucci, il baritono Antenore Reali, chiamati a interpretare romanze di Catalani, Mascagni, Puccini, Verdi, Ros- sini, eseguite dall’orchestra di Mario Ma- scagni. La cronaca giornalistica descrisse lo spettacolo con toni trionfali e celebrò il tutto esaurito, anche se rimane difficile tracciare il confine tra la valutazione arti- stica e l’esaltazione dell’evento legato alla storia del regime. L’atteggiamento contraddittorio del pubblico si manifestava anche verso le ≥ rec 56 Renzo Ricci è elegante nel tratto, fine nelle pause, nei produzioni locali. Le rappresentazioni di sottovoce, nella modulazione della sua voce velata e Fiocco di neve e La piccola olandese di Ro- precisa. Attore moderno, calmo senza le truccature in- molo Corona da parte della Centuria Li- verosimili, senza gesti meridionali. (“La Provincia di Bolzano”, 12 febbraio 1935, p. 5) rica dell’Opera Balilla di Merano si ten- nero in un teatro gremito, mentre l’atte- ≥ rec 57 so concerto orchestrale diretto da Andrea L’umanità con la quale il Falconi ha animato la figura del protagonista, la precisione interpretativa […] sono vera- Mascagni, che fu descritto come «serata mente ammirevoli. Ogni gesto, ogni sguardo è apparso indimenticabile […] che da decine di an- perfettamente significativo, esatto e vero. Mai un istante ni la nostra città non conosceva», risultò il tipo è caduto nel retorico o nel banale […]: in una al- 90 talena di toni e di sentimenti egli ha dato adeguata vita un clamoroso fiasco. a situazioni comiche, a battute di innocente ironia, alla L’occasione di vedere una coppia di ec- rassegnazione ed alla tristezza che più di una volta grava cellenza, Alexander Moissi (fig. 47) e Wan- nell’atmosfera del lavoro. (“La Provincia di Bolzano”, 7 aprile 1935, p. 5) da Capodaglio, fu recepita nel migliore dei

150 modi. Moissi, attore italo-austriaco, ave- va esordito nel Deutsches Burgtheater di Vienna, si era perfezionato nel Deutsches Theater di Praga, per poi rivelarsi alla scuola registica di Max Reinhardt.91 Do- tato di una vocalità musicalissima, di una gestualità dirompente, era considerato il massimo esponente del teatro neoroman- tico e il più grande interprete della scena tedesca. La Capodaglio, discendente da una dinastia di attori, vantava un proficuo connubio artistico con Uberto Palmarini e successivamente una compagnia propria. In molti accorsero per le rappresentazioni de Il cadavere vivente di Tolstoj e ad Am- leto di Shakespeare. Fu in Spettri di Ibsen che Moissi rivelò tutto il suo bagaglio tec- nico e potenziale espressivo (rec. 55). Per un pubblico numeroso e attento un’altra compagnia primaria, la Ricci– Carini, recitò un repertorio prevalente- mente francese che comprese La sorelli- na di lusso di André Birabeau (rec. 56) e Tempi difficili di Edouard Bourdet. Le qualità della compagnia – in cui primeg- giarono Renzo Ricci e Luigi Carini, af- fiancati da Rina Morelli, e un debuttan- te Paolo Stoppa – si manifestarono anche nel conclusivo Rifugio di Dario Nicco- demi, autore recentemente scomparso, motivo per il quale «Luigi Carini, prima dell’alzarsi del sipario ha, con sobria pa- rola, commemorato la figura dell’artista e dell’uomo».92 Anche la compagnia Cimara–Ada- ni–Melnati, non passò inosservata gra- zie alle pregevoli interpretazioni di Olim- piadi di Alessandro De Stefani, Parlami d’amore, novità di Georges Beer e Lou- is Verneuil e Peccatuccio di Birabeau, che coincise con la serata in onore di Laura Adani (fig. 48). Analogamente la compagnia di Armando Falconi, con Evi Maltagliati (fig. 49), Ma- 47 (di fronte) Alexander Moissi rio Brizzolati, Ada Cardini, Eva Magni, 48 Laura Adani ottenne il tutto esaurito con Joe il rosso di 49 (sopra) Evi Maltagliati Dino Falconi e Trampoli (rec. 57), novità

151 di Sergio Pugliese, tanto che il pubblico fu invitato «di procurarsi i biglietti du- rante la giornata per due ragioni: per non rimanere senza posto e per non dover, anche trovando dei posti, rimanere fuo- ri della sala, in seguito al ritardo causato dalla fila serale al botteghino».93 Il consi- ≥ rec 58 Che la fosse una cantante fuori classe, glio fu seguito per La spada di Damocle di un fenomeno vocale, una donna nata per miracolo con Alfredo Testoni. Il repertorio tutto italia- l’ugola di usignolo, lo sapevano tutti: ma ieri sera ella ci no, questa volta, aveva convinto. ha donato qualcosa di più delle corone acutissime, dei getti di trilli, della ideale purezza del suo canto. C’era Per la stagione lirica di primavera fu- nella sala un’atmosfera di rito: nella celebrazione belli- rono investiti molti soldi per scritturare niana tutti tendevano l’orecchio per carpire oltre il can- attori di grido. Toti Dal Monte (figg. 50, to, oltre la melodia. Il soffio divino dell’anima musicale italiana e nell’applauso scrosciante in un entusiasmo 51, rec. 58) risultò protagonista di Son- d’ammirazione, c’era la gratitudine verso colei che ave- nambula di Vincenzo Bellini con il gio- va fatto giungere fra noi il palpito vivo e caldo della no- vanissimo soprano Regina Cileni e il te- stra musica. (“La Provincia di Bolzano”, 9 maggio 1935, p. 3) nore Cristy Solari (fig. 52). La direzione orchestrale fu affidata alle competenze del maestro Giuseppe Podestà. Nella lo- candina della serata di gala figurarono Cavalleria rusticana di Mascagni e Pa- gliacci di Leoncavallo. Lasciarono un se- gno indelebile, nella cornice di un teatro straripante e con le massime autorità in bella evidenza, il soprano Lina Bruna Ra- sa (figg. 53, 54), il tenore Nino Bertel- li (fig. 55) e il baritono Giuseppe Noto (fig. 56). Impreziosirono la messinscena il soprano Olga Brancucci e il tenore Ni- no Piccaluga. In coda alla stagione ritornò il Carro di Tespi, dopo le tappe di Merano e Bres- sanone. Fu accolto con molto entusia- smo. Molti curiosi assistettero di mattina al montaggio dell’impianto in piazza Vit- torio Emanuele (attuale Piazza Walther). Nel tardo pomeriggio erano stati venduti tutti i biglietti per la rappresentazione di Fuochi d’artificio di Luigi Chiarelli, affi- data all’interpretazione di Amilcare Pet- tinelli, Gastone Ciapini, Wanda Bernini. Amalia Micheluzzi fu protagonista di Tra vestiti che ballano, dramma di Pier Maria Rosso di San Secondo che gremì nuova- mente lo spazio della piazza predisposto 50, 51 Toti Dal Monte per la rappresentazione teatrale in queste calde serate di agosto.

152 La stagione lirica d’autunno avviò la sta- gione 1935–1936. Fedora, opera verista di Umberto Giordano per prima volta pro- posta a Bolzano, ottenne apprezzamen- ti da parte della critica, che non rispar- miò lodi al soprano Florica Cristoforeanu nella parte del titolo («seppe donare tutte le rare doti del suo canto ampio, di lar- go respiro, di estesissima gamma, caldo e penetrante») al tenore Alessandro Wes- selowsky (Loris), al direttore d’orchestra Leopoldo Gennai.94 Mancò il pienone delle grandi occasioni, malgrado i prez- zi popolari dei biglietti che furono ulte- riormente ridotti per le repliche. Il pub- blico rispose alla chiamata e non si rispar- miò per la ‘prima’ del verdiano Ballo in maschera, con Bianca Scacciati (Amelia), Marisa Merlo (Oscar), Antonio Bagna- riol e Vincenzo Guicciardi. Nell’annun- ciare l’ultima replica il quotidiano locale scrisse che «date le moltissime richieste di biglietti […], si avverte il pubblico che il botteghino del teatro è aperto da questa mattina».95 Per l’occasione furono vendu- ti oltre 700 biglietti. Un documento ufficiale smentisce questa valutazione. Nella “Relazione sulla gestione della stagione lirica di autunno 12–19 Ottobre XIII” indirizzata al pre- fetto di Bolzano, il podestà Alteniero De- gli Azzoni Avogadro scrisse che «il com- plesso artistico [...] è stato di vero valore», e sottolineò che «la stagione […] non ha trovato nella cittadinanza quella valuta- zione che tanto si meritava ed il concorso di pubblico fu piuttosto scarso non ostan- te la modicità dei prezzi». Le cifre dimo- stravano il vizio della stampa fascista nel riportare talvolta notizie gonfiate a fini propagandistici, non aderenti alla realtà dei fatti. «L’ammontare della spesa è stato di L. 94.891. L’ammontare degli incassi 52 Cristy Solari è stato di L. 15.495, così rimane un defi- 55 Nino Bertelli cit di L. 78.396».96 I documenti allegati, 56 Giuseppe Noto che riguardavano l’elenco delle remune- 53, 54 Lina Bruna Rasa razioni corrisposte ad artisti, orchestrali,

153 coristi, ballerini, riportarono freddi e in- rimaneva il «ricordo del biglietto pagato rec 59 99 ≥ discutibili numeri. per l’amarezza di una serata perduta». Paola Borboni è risultata protagonista vibrante e piena Per la stagione di prosa giunse la com- Dopo le recenti polemiche sulle scel- di intenzioni aderenti al testo: ogni atteggiamento ap- pagnia di Paola Borboni. Fece conoscere te infelici dei repertori, con la compagnia parve intonato all’azione e pervaso di calda drammati- cità, mentre Marcello Giorda mostrò di aver ben inteso Come prima, meglio di prima di Luigi Pi- diretta da Armando Falconi si poteva ve- il singolare personaggio caratteristicamente pirandellia- randello (figg. 57, 58, rec. 59), applau- rificare l’interesse verso un’altra proposta no, dando a tutta la sua recitazione un indovinato fervore dita anche dalla duchessa di Pistoia pre- accreditata a livello nazionale. La comicità declamatorio. (“La Provincia di Bolzano”, 24 novembre 1935, p. 5) sente in una sala gremita, che tale risultò raffinata con cui fu interpreta la comme- per Gli amanti impossibili di Gino Rocca, dia Mani in alto di Guglielmo Giannini con la Borboni e Marcello Giorda in pri- strappò ammirazione. E così successe per mo piano. La messinscena di Non darmi Parodi & C. di Sabatino Lopez, Lieto fine del tu di Pio de Flaviis, penalizzata dalla di Dino Falconi e il conclusivo Il re burlo- qualità assai modesta del testo («è più da ne di Gerolamo Rovetta, testo recuperato servire ad un repertorio di filodrammati- da Falconi in occasione di una sua recente che di circoli familiari»), alimentò «qual- trasposizione cinematografica, che suggel- che tentativo di burrascoso malumore» da lò il successo della compagnia, premiata parte dei pochi presenti.97 La promozione dalla serata d’onore del primo attore. della drammaturgia italiana, caldamente Anche la proposta successiva offrì un voluta dal regime, produceva talvolta testi repertorio comico secondo l’interpreta- di dubbio valore. zione di un’altra compagnia primaria, la Seguendo l’orientamento di concen- Besozzi–Menichelli–Migliari. Dal “Re- trare il cartellone della prosa in pochi ap- soconto vendita biglietti” per Qui sotto puntamenti con le migliori offerte della c’è qualcosa, novità di Franz Arnold, si scena italiana, fu scritturata la compa- sa che il numero dei paganti fu piuttosto gnia di Kiki Palmer. Ma evidentemente basso, come per La capanna e il tuo cuo- non bastò. Con toni polemici “La Pro- re di Giuseppe Adami, ed E’ facile per gli vincia di Bolzano” denunciò il compor- uo mini di Paul Barabas.100 L’ultimo spet- tamento irresponsabile di «buona parte tacolo, Chi mi ha ucciso? di Pio De Flavi- del pubblico» che disturbò « con una cer- is, coincise con la serata in onore di Nino ta insistenza» l’inizio di ogni atto de L’af- Besozzi, il quale alla fine della rappresen- fare Kubynsky dell’ungherese László Fo- tazione, su insistenti richieste, dilettò la dor. La causa fu da attribuirsi all’orario di platea con imitazioni di attori, da Rug- inizio dello spettacolo solitamente fissato gero Ruggeri a Angelo Musco, Antonio alle 21, ora anticipato alle 20.30 per ef- Gandusio, Ermete Zacconi. Scrosciarono fetto delle «disposizioni governative dira- applausi a più riprese. mate ultimamente».98 La messinscena mi- Si consolidavano in questa secon- se in luce le doti degli attori – Luigi Ci- da parte della stagione repertori evasivi mara, Filippo Scelzo e Kiki Palmer (fig. e di intrattenimento. Calcò il palcosce- 59) – armonizzati in un progetto di regia nico del Teatro Civico la compagnia di- moderna, che puntò sulla coralità piut- retta da Enrico Dezan, molto attiva nel tosto che sull’estro individuale nello stile settore delle operette. Dopo Le tre lune di mattatoriale. Al secondo appuntamento Carlo Lombardo, fu la volta della celebre il pubblico arrivò puntuale e applaudì Il operetta Mazurka blu di Franz Lehár, se- conte Aquila di Rino Alessi e I vestiti del- guita da un numerosissimo pubblico (628 57, 58 (di fronte e sopra) Paola Borboni in la donna amata di Enrico Raggio, mentre paganti), che applaudì Dedè Di Landa, il Come prima, meglio di prima di Luigi Pirandello Le due leggi di Maud di Andrea Dello Sie- soprano Rina Regis e il tenore Giulio Ne- 59 Kiki Palmer sto provocò dure critiche. Allo spettatore glia. La garanzia di una serata all’insegna

155 del divertimento interpretata da un attore di qualità spiega il tutto esaurito per Ac- qua cheta di Giuseppe Pietri (rec. 60) e l’ultimo spettacolo, A te voglio tornar, no- vità di Virgilio Ranzato. Per effetto di questo successo, la com- pagnia Dezan ritornò poche settimane dopo con due spettacoli di cassetta, Il pa- ese dei campanelli di Lombardo e Ranzato, accolto in modo festoso, e in un teatro po- polato da oltre 550 spettatori si tenne Vit- toria e il suo ussaro di Emmerich Kálmán. Altra compagnia votata al diverti- mento, la Riccioli–Primavera, chiuse la stagione di prosa. Fondata dal comico e fantasista Guido Riccioli (fig. 60) nel 1917 poi in ditta con Nanda Primavera, ≥ rec 60 era tra le più famose formazioni nel gene- Enrico Dezan ha dato una bellissima prova della propria re operetta. Il pubblico accorse in massa arte del trucco, apparendo magnificamente in caratte- re nelle vesti di Stinchi: ogni sua mossa risultò dettata per assistere alla rivista Il pericolo numero da una spontaneità acquisita con attenta osservazione 1 e Sono come tu mi prendi!. e la sua comicità ebbe a mettere in piena luce di quante La stagione 1936–1937 presentò una risorse sia capace. Dedè Di Landa risultò vivacissima e gaia, pur sapendo anche sostenere con patetica inten- significativa novità. La gestione del Tea- zione i momenti seri della commedia. tro Civico venne affidata ad un organi- (“La Provincia di Bolzano”, 27 marzo 1936, p. 5) smo di controllo politico, la Deputazio-

≥ rec 61 ne Teatrale, insediata il 4 gennaio 1936. Gilda Dalla Rizza ha saputo vincere una bella e ardua La commissione, si legge nel “Regolamen- battaglia, dando vita alla figura di Minnie con una misu- to”, rimane in carica due anni ed è for- ra e serietà proprie di una cantante di classe. Non solo i momenti vocali sono stati superati con disinvoltura e si- mata dal podestà, anche presidente, un curezza, ma la intima vitalità del personaggio ha ottenu- delegato del prefetto, un delegato del se- to tutto il suo rilievo. gretario federale, due membri di nomina (“La Provincia di Bolzano”, 16 ottobre 1936, p.5) podestarile (art. 2–5). Oltre a competen- ze relative al funzionamento e manteni- mento dell’edificio e alla cura del perso- nale, la Deputazione Teatrale dispone di efficaci mezzi di controllo. L’articolo 8 è molto esplicito: «Spetta alla Deputazio- ne Teatrale decidere sulla opportunità o necessità di sostituire gli artisti insuffi- cienti, scritturati per spettacoli lirici, di chiedere che siano variati o modificati o soppressi parti o numeri di spettacoli che possono provocare o disgustare il pubbli- co, sospendere l’annunciato spettacolo o 61 Gilda Dalla Rizza ne di differirne l’andata in scena, ove occorra- 62 Gilda Dalla Rizza no circostanze gravi, senza alcun diritto dell’impresario o dell’artista protestato di

156 chiedere indizi o risarcimenti di danni».101 la compagnia Transvarietà guidata da Joe Con l’istituzione della Deputazione Te- Frey. Canti, danze e giochi acrobatici, atrale si intensificò il legame con il mi- performance di giocolieri e contorsionisti, nistero della Stampa e della Propaganda, divertirono il numeroso pubblico accorso poi Cultura Popolare, guidato da Galeaz- nelle due serate. zo Ciano.102 L’allineamento alle direttive Il cartellone della stagione lirica d’au- nazionali, secondo le quali non «potevano tunno, circoscritta a due spettacoli, pro- darsi o recitarsi in pubblico opere, dram- pose La fanciulla del West di Puccini con mi e ogni altra produzione teatrale che la partecipazione straordinaria del sopra- siano dal sottosegretariato di Stato per la no Gilda Dalla Rizza (figg. 61, 62, rec. Stampa e Propaganda […] ritenuti con- 61), la cantante prediletta dal composito- trari all’ordine pubblico, alla morale e ai re lucchese, interprete di Minnie. L’orche- buoni costumi», comportò per il Teatro stra del maestro Arturo Lucon fu accla- Civico l’obbligo, al pari di analoghe isti- mata anche nel Trovatore, in cui si fece- tuzioni nazionali, di sottoporre annual- ro applaudire il soprano Lina Bruna Rasa mente all’organo di vigilanza il program- (Leonora) e il tenore Francesco Merli, che ma per la stagione successiva.103 Entro il incantò il critico Barblan: «Negli attacchi 30 settembre esso «presenta il bilancio per più arditi, nei fortissimi, nelle mezze vo- l’anno seguente, ed entro il mese di gen- ci, nelle arie e nei recitativi, è sempre stato naio il conto consuntivo della gestione degno di sé e della fama che si è meritata- dell’anno solare precedente unitamente ai mente conquistata».106 Le repliche dei due documenti giustificativi ed una breve re- melodrammi, con i biglietti esauriti per- lazione sull’attività svolta nel precedente ché a prezzo popolare, furono seguite con esercizio» (art. 32). Il ministro si riservava entusiasmo. il diritto di approvare o bocciare il proget- L’arrivo della compagnia diretta da to, imponendo eventuali modifiche, spes- Dina Galli fu salutato come l’evento so per favorire autori italiani.104 dell’anno. Il nome dell’attrice costitui- Con il nullaosta ministeriale la sta- va un forte richiamo. Un teatro gremito gione fu inaugurata dalla compagnia La e plaudente accolse Felicita Colombo (fig. Gaudiosa diretta dal noto comico Nino 63) e Nonna Felicita di Giuseppe Adami, Gandosio. I risultati sorpresero. Proba- nonché Una donna quasi onesta di Alfre- bilmente incise la partecipazione di ap- do Vanni (rec. 62). Le campane di San Lu- ≥ rec 62 passionati di madre lingua tedesca, vi- cio di Giovacchino Forzano, in cui si af- I suoi gesti personali ed originali (di Dina Galli, n.d.a.), sto che il cartellone offriva opere austria- fermarono Giulio Stival e Guido Morisi, nervosi e vibranti, la sua andatura, la cornice morbida che, dall’operetta Danza delle libellule di e La rivincita delle mogli, lavoro di Gino del movimento delle mani, hanno offerto un quadro di una realtà d’arte, veramente degna del massimo rilievo. Franz Lehár e Carlo Lombardo alla ce- Valori che intreccia pochade e dramma (“La Provincia di Bolzano”, 21 novembre 1936, p. 7) lebre Principessa della Czarda di Emme- d’avventura, coronarono il successo de- rich Kálmán e La casa delle tre ragazze di cretato da una lusinghiera quantità di bi- ≥ rec 63 Tutta la sua recitazione (di Angelo Musco, n.d.a.) ha una Franz Schubert. Quando la compagnia glietti venduti. quantità di movenze, e tutta la sua vita scenica si esterio- propose una novità italiana, Fortuna va- Il 1936 si chiuse con l’ospitalità di un rizza in una variopinta, precisa caricaturale gesticolazio- gabonda di Gnecco, «il pubblico che do- grande interprete comico, il siciliano An- ne […], che ricorda la commedia dell’arte e più ancora l’atellana di romana memoria. veva essere parte integrante di una scena gelo Musco. La forza mimica dell’attore (“La Provincia di Bolzano”, 13 dicembre 1936, p. 7) è stato invece inferiore alle attese: troppa stupì il numerosissimo pubblico presente gente seria – seria secondo la interpreta- per L’eredità dello zio canonico commedia zione convenzionale – per una rivista».105 in siciliano di Antonio Russo Giusti (rec. Si proseguì la pista dell’intratteni- 63) e i successivi L’ha fatto una signora di 60 Guido Riccioli mento con lo spettacolo di arte varia del- Maria Ermolli e San Giovanni decollato di

157 Nino Martoglio, che aveva consacrato di Carlo Goldoni. Affidati al maestro Fe- l’attore, famoso anche per le interpreta- derico Del Cupolo, lodato per essere riu- zioni pirandelliane, al quale fu dedicata scito «in un numero limitato di prove con una serata d’onore. un’orchestra riunita per l’occasione, a fon- Il cartellone di gennaio 1937 confer- dere massa orchestra e palco sì da rendere mò il filone comico quale genere di spet- possibile una soddisfacente comprensione tacolo di maggiore consenso. Fu rinnova- delle intenzioni dell’autore», furono inter- to l’invito alla compagnia Dezan e, for- pretati da cantanti di qualità, non certo te di un nuovo organico, offrì un ciclo delle star, come Olga De Franco, Giulia di rappresentazioni con titoli interessanti Tess, Bruna Dragoni, Enrico Molinari.109 anche per l’appassionato di madre lingua Dalla relazione inviata dal podestà tedesca, come La duchessa del Bal Tabarin Pier Vincenzo Perrelli al Ministero per la di Leon Bard, Eva e La vedova allegra di Stampa e Propaganda–Direzione genera- Lehár e Geisha di Jones (690 spettatori). le del Teatro emerse il deficit finanziario, Come a livello nazionale emerse il declino malgrado i prezzi dei biglietti contenuti. del genere operettistico, ormai sovrastato Preoccupava la diserzione alla messinsce- dal teatro di varietà e dalla rivista.107 Os- na de I quattro rusteghi, «che il pubbli- servò in merito il critico de “La Provincia co di provincia non ha saputo apprezza- di Bolzano”: «La deficienza delle voci, de- re». L’applicazione della normativa mini- gli attori, del corpo di ballo, dell’allesti- steriale che imponeva l’affiancamento di mento scenico, è apparsa evidente».108 una novità ad un’opera classica aveva di- Lo spettatore ebbe modo di riconci- mostrato tutti i suoi limiti, perciò, si leg- liarsi con il teatro, prima grazie alla com- ge nel documento, visto che «in questa pagnia Falconi (fig. 64) che presentò con- provincia, il teatro viene fatto allo scopo vincenti versioni di Mani in alto di Gu- di attrarre in ogni modo il pubblico allo- glielmo Giannini, della novità di Carlo geno, sarebbe opportuno che potesse be- Veneziani Un bimbo così ed E’ tornato car- nevolmente essere concessa l’eccezione di nevale di Guido Cantini; poi con la com- poter d’ora in avanti far eseguire le opere pagnia di Giulio Donadio, affermato at- di massima attrazione».110 tore di prosa e cinema. Le aspettative fu- La stagione si concluse con l’esibizio- rono ripagate da prestazioni artistiche di ne della celebre compagnia Fineschi–Osi- alto livello, che caratterizzarono la serie di ris–Donati (fig. 65), per la prima volta a commedie poliziesche a tinte forti, come Bolzano. Il tutto esaurito per le tre serate La sera del sabato di Giannini, Una not- di Se ti dice va, tranquillo vai! di Michele te dell’avvocato Giuseppe Romualdi, e la Galdieri e Armando Fineschi (fig. 66) di- conclusiva Dalle 5 alle 6 di László Fodor. mostrò che la rivista affascinava anche la Anche gli ultimi appuntamenti della scettica platea bolzanina. stagione 1936–1937 condivisero la pre- La stagione 1937–1938 presentò una senza contraddittoria del pubblico. Do- novità: fu cancellato il tradizionale ap- po le due serate animate dalla compagnia puntamento autunnale con la lirica. I co- Scandal Show, si inaugurò la stagione li- sti piuttosto elevati della manifestazione rica di primavera con un’opera più vol- e l’attenzione contraddittoria del pubbli- te vista a Bolzano, la pucciniana Mada- co nei riguardi delle recenti proposte me- ma Butterfly, con il giovane soprano Rina lodrammatiche indussero la Deputazione

63 Dina Galli in Felicita Colombo di Giuseppe Adami Corsi nella parte del titolo e Michele Fer- Teatrale ad investire maggiormente negli 64 Dino Falconi ruato, e una novità, I quattro rusteghi di spettacoli di intrattenimento e nelle com- Ermanno Wolf-Ferrari ispirati a I rusteghi pagnie nazionali di richiamo.

158 65 Wanda Osiris e Maria Donati 66 Armando Fineschi e Wanda Osiris in Se ti dice va, tranquillo vai! di Michele Galdieri L’inaugurazione ufficiale assunse i carat- Pirandello al cospetto di 344 spettatori teri dell’evento. Salì sul palcoscenico l’or- (rec. 64) e Baci perduti di André Birabeau chestra della Scala di Milano diretta da (444), che mise in luce Laura Carli e Car- Gino Marinuzzi (fig. 67), personaggio di lo Lombardi. Conclusero il ciclo Ombre fama internazionale e noto anche come di Sabatino Lopez e L’altalena di Alessan- compositore. Diventò serata memorabile dro Varaldo. Si scrisse di «spettacoli esau- e «si sentiva di essere chiamati ad un rito riti con un bilancio soddisfacente, che d’arte che non crediamo, col miglior otti- viene a giustificare gli sforzi notevolissimi mismo, si possa ripetere tanto facilmente di chi presiede alla delicata funzione del nella nostra città». Guglielmo Barblan ri- nostro teatro».113 Dalle operazioni mate- conobbe nella performance del maestro i matiche svolte dalla Deputazione Teatrale tratti propri «dell’italiano», così definito: emersero resoconti diversi. «Quel sereno affrontare di massicce parti- Dopo l’illusionista Ranieri Bustelli e ture, l’apparente spensieratezza che si co- la compagnia di rivista Billi, fu la volta glie talvolta nel suo gesto, non è altro che del Teatro di Venezia con un repertorio la tranquillità di chi sa il fatto suo a tal dominato dalla drammaturgia di tradi- punto, da accingersi alle imprese più ar- zione veneta, affidata all’interpretazione dite con il suo cuore leggero». Si tratta- di attori di primo piano, quali Cesco Ba- va di una sottile e polemica risposta a co- seggio, Carlo Micheluzzi, Margherita Se- loro «che qualche decina di anni fa», per glin. Interpretarono opere note al pubbli- ≥ rec 64 denigrare il patrimonio nazionale, «fe- co bolzanino, I rusteghi (418 paganti) e Il Il ritmo delle parole pronunziate ha quella insondabi- lità poetica, quella levità aerea, che donano al parlare cero sì che l’appellativo di ‘italiano’ fos- bugiardo di Goldoni (458, fig. 69), Zente una magica cornice di musicalità. Per virtù di un’anima se quasi sinonimo di faciloneria». L’orche- refada di Giacinto Gallina (319) e l’inedi- capace di ascoltare la grande voce del cuore umano, il stra eseguì musiche di Locatelli, Brahms, to La saga dei osei di Alberto Colantuoni linguaggio sembra trascendere le strettoie lessicali, per sciogliersi in elemento primo, in sentimento vivo, palpi- Sibelius, Honegger, Beethoven, salutate (228). Le quattro serate del Teatro di Ve- tante. Al contatto incandescente del sentimento, non da lunghi e calorosi applausi da parte di nezia, assai pregevoli sotto il profilo arti- ci sono parole sintattiche che tengano: il lavoro più let- 500 paganti.111 Il “Quadro statistico e re- stico, per l’aspetto finanziario ricalcarono terario varcherebbe gioiosamente i confini della vita. Ruggero Ruggeri con questa sua aria di idealista vago lazione finanziaria degli spettacoli esegui- gli esiti della citata compagnia Ruggeri. Si e spaesato, il miracolo lo ha compiuto in precedenza: le ti al teatro G. Verdi di Bolzano nell’anno chiusero con un passivo di lire 4.960 per immagini le ha tutte fissate e non ha che da fare loro un comico 1937–1938” offre notizie relati- effetto di lire 11.117 di entrate contro le cenno, perché esse si presentino e si susseguano come i 112 quadri di un film. ve ai costi della manifestazione. L’en- spese di lire 16.077. (“La Provincia di Bolzano”, 21 ottobre 1937, p. 5) trata ammontò a lire 17.528, le spese a li- Il 23 dicembre segnò una data impor- re 23.700, i saldi passivi raggiunsero lire tante per il Teatro Civico. Una delibera 6.181. Il bilancio in rosso, costante nella podestarile ne sancì la nuova dedicazione stagione, poteva considerarsi tutto som- a Giuseppe Verdi. Si tratta della formaliz- mato accettabile, se paragonato a quel- zazione di un cambiamento già acquisito lo della compagnia di Ruggero Ruggeri dalla stampa e di dominio pubblico: “La (fig. 68). Lo stesso documento riporta i Provincia di Bolzano” aveva anticipato la seguenti dati: entrata 9.430, spesa 15.740, notizia in un breve articolo del 31 ottobre. saldi passivi 6.310. Rispetto al concerto Dalle motivazioni emergono gli elementi dell’orchestra della Scala si nota un incas- politici dell’operazione, il loro intento di so inferiore considerato che la somma ri- aprire un nuovo capitolo di storia e di cul- guardava tre serate. La stampa aveva rac- tura, di voler voltare definitivamente pa- contato le cose in modo diverso. gina con il passato, perché «l’appellativo La compagnia di Ruggeri, che pro- ‘Civico’ non era mai andato giù a nessuna prio a Bolzano iniziò la propria tournée persona di gusto: sapeva di stantio lonta- nazionale, recitò Il piacere dell’onestà di no un miglio. Eppoi non era nostro». Si

160 trattava, «dedicandolo ad uno dei massi- mi rappresentanti della tradizione artistica italiana», di coniugare il verbo della com- pleta identificazione con lo spirito italico, conformandosi ai teatri nazionali, che «so- no stati quasi sempre dedicati agli eroi del teatro». La scelta di Verdi parve indovina- ta, in quanto «forse non esiste nella storia di tutte le arti degli ultimi tempi un nome che riassuma in sé le caratteristiche e la vi- talità spirituale della nostra razza». Il fati- coso processo di italianizzazione, già in at- to da diverse stagioni, impresse un segno marmoreo, incisivo e indelebile, nell’edifi- cio eletto a simbolo della cultura italiana. Iniziava «una nuova era».114 In che misura e con quali risultati l’avvento della «nuova era» condizionò la programmazione della Deputazione Tea- trale e come il pubblico rispose alle propo- ste di un teatro italiano a tutti gli effetti, lo stabilì la seconda parte della stagione. La prima occasione si materializzò con la compagnia di Dora Menichelli in ditta con Arnoldo Migliari, anche regista, af- fermati attori affiancati da nomi altret- tanto prestigiosi, quali Marcello Gior- da e Aristide Baghetti. Alla messinscena de La resa di Titi di Aldo De Benedetti e Guglielmo Zorzi il pubblico accorse nu- meroso e aumentò per le recite di Quat- tro di cuori di Alfredo Vanni e del con- clusivo Un bacio e nulla di più di Enrico Halasz. Il bilancio delle tre serate ormeg- giava l’esito della compagnia Ruggeri: lire 9.392 di entrata, lire 15.096 di spese, lire 5.704 di saldi passivi. Risultati non diversi ottenne la com- pagnia Donadio. Dal repertorio di Vin- cenzo Tieri furono assunte le commedie poliziesche Processo a porte chiuse e La sbar- ra, e l’atto unico Uno, proposto nell’ulti- ma serata assieme a Jacqueline di Sacha Guitry, brillante esempio di vaudeville. 67 (di fronte, sotto) Gino Marinuzzi 68 (sopra) Ruggero Ruggeri Il momento relativamente positi- 69 (di fronte, sopra) Anna Pagnani nel Bugiardo vo per il Teatro Verdi continuò con gli di Carlo Goldoni spettacoli della compagnia Maresca, da

161 Il grattacielo n° 13 di Ripp (pseud. di Lu- tro Moderno. Carlo Ninchi, Giulio Stival ≥ rec 65 Il maestro ci è apparso alla testa di una gloriosa legione igi Miaglia) a Il mondo in vacanza di Bru- e Lina Sammarco, diretti da Guglielmo strumentale: la massa omogenea fraternamente concor- no Cherubini e Arnaldo Marchionne, e Giannini, interpretarono i ruoli principa- de degli archi, la eccellenza degli strumentisti, la bravu- quando salirono sul palcoscenico gli atto- li di Una ragazza…per bene di F. Guidi ra degli ottoni, contribuirono a fare della massa fioren- tina un blocco sul quale un direttore può sicuramente ri dilettanti del Dopolavoro Dipendenti Di Bagno, superando «la tronfia dittatura contare, ed al quale può domandare effetti colorati e Comunali, invitati a recitare Addio giovi- dei mattatori» a favore dell’«orchestrazio- raffinatezze, fino a raggiungere quella perfezione, che nezza di Sandro Camasio e Nino Oxilia. ne» che «è sempre stata curata e gustosa ed altrimenti è destinata a rimanere mito. […] Il Marinuzzi 117 ha assolto il suo compito di pilota con fermezza e poesia: «Se ci fosse stato ancora un posto libe- il dialogo ha fluito vivo e colorito». La plasmando il pannello sonoro con quella dolce sicurezza ro, […], ne avrebbe approfittato almeno stessa compagnia partecipò al Sabato Te- e quella sorridente imperiosità che in lui costituiscono un uno dei tanti che hanno dovuto tornare atrale con una pregevole rappresentazione accoppiamento assai raro e di una evidenza solare. (“La Provincia di Bolzano”, 2 aprile 1938, p. 5) a casa, perché ormai non si poteva stipa- de Il castello di bronzo di Alberto Vario, re altra gente in platea o nei palchi o in mentre alla sera propose una poco con- ≥ rec 66 galleria». Una scena del genere non si era vincente versione de I rapaci di Giannini. Voce limpidissima e duttile (di Lina Pagliughi, n.d.a.), estesa con eguaglianza sorprendente in tutta la gam- mai vista a Bolzano. Fu il trionfo, effime- L’appuntamento con la lirica si con- ma, dolcissima in ogni difficoltà, pronta alle più dure esi- ro ma vero, del teatro filodrammatico che centrò nella messinscena di due celebri genze del fraseggio, intonatissima in tutti i voli tecnici. svolse «il suo compito di educare e diver- melodrammi. Turandot di Puccini fu ese- Il suo canto vive così intimamente nella verità musicale dell’opera, il suo porgere è così ricco di spontaneità che tire, con quella serietà e quello spirito di guita in modo eccellente, grazie ai contri- ogni convenzionalismo di retorica stilistica scompare per cameratismo che sono premesse necessa- buti della protagonista Hilde Monti, il so- dar posto alla pura vita sonora del dramma. rie per ottenere risultati apprezzabili».115 prano Maria Negrelli (Liù), il tenore Re- (“La Provincia di Bolzano”, 6 maggio 1938, p.5) Per una serata gli ingredienti propagan- nato Gigli (principe Calaf). Partecipò alla distici e populistici del credo fascista ave- riuscita dell’allestimento il maestro Mario vano trovato una magica combinazione. Parenti, il quale dimostrò talento e abili- Poi entrò in scena la musica con due tà anche con Lucia di Lammermoor, che appuntamenti di alto livello. Il primo fu si avvalse della presenza straordinaria del con l’orchestra della Stabile Fiorentina soprano Lina Pagliughi nella parte del ti- guidata dal maestro Gino Marinuzzi, e il tolo. Le cinque serate della lirica – tre per pubblico si incantò ad ascoltare Olimpia Turandot e due per Lucia di Lammermoor di Gaspare Spontini accompagnata dalla (rec. 66) – si svolsero al cospetto di una voce di Rita Fornari, Jupiter di Wolfgang buona cornice di pubblico. In occasione Amadeus Mozart, Till Eulenspiegel di Ri- della seconda replica del dramma pucci- chard Stauss, Preludio e morte d’Isotta di niano ci fu una parentesi politica: «[…] Richard Wagner fino al conclusivo Vespri per dare modo agli spettatori di ascoltare siciliani (rec. 65) di Giuseppe Verdi. la radiotrasmissione dei discorsi di Mus- Anche il secondo appuntamento non solini e Hitler, verranno impiantati degli tradì le attese. Il Teatro Verdi fu avvolto altoparlanti nel teatro: la recita sarà ripre- da «un’atmosfera quasi religiosa […] man sa dopo la fine dei discorsi».118 mano che i convenuti aumentavano […] e Se con il melodramma la Deputazio- che si notavano abiti talari di varia gerar- ne Teatrale aveva centrato l’obiettivo, me- chia».116 Il tutto per assistere all’esibizione no vincente risultò la scelta nella prosa, dell’orchestra del coro dell’E.I.A.R. (En- quando contattò la Compagnia Dram- te Italiano per le Audizioni Radiofoni- matica Italiana. «E ci dispiace che un che) di Torino, che, diretta da Armando ‘esaurito’ non abbia sanzionato il succes- di fronte: La Rosa Parodi, eseguì Messa da requiem so della serata: ci sarebbe stata una desi- 70 Una scena di Elisabetta di André Josset di Verdi, La nona sinfonia di Beethoven, derata riprova del gusto e dell’intelligenza 71 Una scena di La signora è con me di Pierre Veber 72 Una scena di Una volta in tutta la mia vita di Carlo L’italiana in Algeri di Rossini. del nostro pubblico», scrisse l’amareggia- Veneziani Dopo la parentesi concertistica si ri- to Barblan a proposito della messinsce- tornò alla prosa con la compagnia Tea- na di Elisabetta di André Josset (fig. 70),

162 con Wanda Capodaglio, Laura Carli e Annibale Betrone.119 Gli stessi suscitaro- no qualche perplessità nel dramma stori- co Campo di maggio di Giovacchino For- zano, mentre ottennero consensi con La cena delle beffe di Sam Benelli. Più incisiva risultò la compagnia Fal- coni–Besozzi. Il pubblico accorse nume- roso per La signorina, mia madre, com- media di Luis Verneuil con Sarah Ferrati protagonista assai applaudita, e non man- cò a L’uomo che sorride di Aldo De Be- nedetti e Luigi Bonelli, I tre Maurizi di Dino Falconi e La signorina è con me di Pierre Veber (fig. 71). Intorno agli intrecci sentimentali e lungo il binario del genere comico si concentrava la leva dell’interes- se dello spettatore bolzanino. L’atto conclusivo del cartellone della prosa toccò alla compagnia di Dina Galli. Ottenne consensi prevedibili, senza par- ticolari acclamazioni, con La ninetta dei verzieri, commedia borghese a tinte sen- timentali di Giuseppe Adami. Le recen- sioni diedero poco risalto alle altre recite. Della seconda rappresentazione, Lonte di Pierre Veber, si sottolineò la prova della Galli, della successiva, Una volta in tut- ta la vita, novità di Carlo Veneziani (fig. 72), l’esibizione di Romano Calò e del giovane Paolo Stoppa. L’avvio della stagione 1938–1939 fu assunto dall’Orchestra Santa Cecilia di Roma. Guidata dalla bacchetta di Ber- nardino Molinari, incantò con Eroica di Beethoven, Primavera in Val di Sole di Zandonai, Le fontane di Roma di Ottori- no Respighi e Vespri siciliani di Verdi. Favori di pubblico e di critica accom- pagnarono la compagnia Ricci–Adani. Renzo Ricci fu indiscusso e acclamato protagonista di Girasoli (fig. 73), comme- dia di Guido Cantini basata sul collauda- to triangolo amoroso, e di Questo non è amore (fig. 74), opera dello stesso dram- maturgo modellata anch’essa sul tema del tradimento, che evidenziò le doti di

163 Laura Adani e Lilla Brignone. Addio a L’orchestra Stabile di Merano eseguì sin- tutto questo di Giuseppe Achille e Bru- fonie da La battaglia di Legnano e da La no Corra fu presentata in prima nazio- forza del destino, i due preludi a La tra- nale secondo la consuetudine di collau- viata, opportunamente scelti a significa- dare la novità nei teatri periferici, prima re i tre periodi creativi verdiani. Alla fe- di affrontare i teatri principali d’Italia. sta di regime, che si era aperta e chiusa La stampa parlò di evento, di una serata con Marcia Reale e Giovinezza, partecipò esclusiva, che il pubblico avvertì «comple- il coro del Dopolavoro di Bolzano che si tamente preso dal dramma che nasceva, esibì negli inni nazionali e nei cori popo- e attimo dopo attimo, senza mai un cen- lari di Nabucco e Lombardi. Grazie all’in- no di disattenzione o di stanchezza, tut- gresso gratuito, la sala si presentò esaurita to è stato profondamente vissuto», e poi in ogni posto.121 trasformato in un intenso applauso in- Chiusa questa parentesi di italica apo- dirizzato agli attori e ad uno degli auto- teosi musicale, la stagione si articolò lun- ri, Achille, accomodato in sala.120 Rima- go i percorsi del linguaggio teatrale. Si ne difficile individuare il vero motivo del susseguirono importanti compagnie che trionfo, conteso tra l’esclusività di ospita- ottennero successi altalenanti. re una ‘prima’ nazionale, il contenuto del- La Gaudiosa occupò il numeroso pubbli- la commedia sviluppato intorno al dram- co per sei serate, attirato da un repertorio ma familiare a lieto fine con il recupero di classico di operette, che comprendeva, tra valori semplici e positivi legati all’onestà, l’altro, La danza delle libellule e La vedova la presenza dell’autore in platea, la gene- allegra di Franz Lehár. rosità della critica militante. Il ritorno di Memo Benassi in ditta Dopo le quattro serate riservate alla con Laura Carli fu accolto in modo ca- compagnia di riviste Imperiale, il 28 otto- loroso. Debuttò con un testo poco adat- bre, in coincidenza con la ricorrenza del- to all’impostazione comica della compa- la Marcia su Roma, il teatro bolzanino gnia, ma reso necessario dalle urgenze ce- visse «una giornata di alta significazione lebrative di regime: si trattava del dramma di gloria e di italianità». In quell’occasio- Più che l’amore di Gabriele D’Annunzio, ne il prefetto Giuseppe Mastromattei, al- omaggio al poeta-soldato recentemente la presenza delle massime autorità politi- scomparso. «C’era un’atmosfera di rito ie- che e civili, tolse la bandiera italiana che ri sera nella sala del Teatro Verdi», sottoli- copriva il busto di Giuseppe Verdi scol- neò Barblan, soddisfatto nel rilevare che il pito da Vincenzo Gemito e tra i gioiosi e pubblico si dimostrò «preparato al coglie- commossi applausi inaugurò la riprodu- re ed assaporare nelle ardite imprese ar- zione marmorea che «occupava un posto tistiche (di D’Annunzio, n.d.a.) l’ebbrez- che le era di diritto: crisma di fede puris- za eroica e quel palpito di vita che ten- sima non solo per lo spirito di Roma che è de a superare il limite, ad andare oltre». ritornato nelle valli di Druso, ma anche le Gli applausi ottenuti dai tre protagonisti desiderate e necessarie fortune artistiche – Laura Carli, Memo Benassi e Nino Pave- della nostra città». Completarono il rito se – si incrociarono con la lode allo scrittore celebrativo gli allievi del liceo musicale pescarese.122 Si proseguì con la novità Due che deposero ai piedi della colonna una coppie e l’asso, commedia brillante di Fre- 73 Renzo Ricci e Laura Adani in Girasoli corona di alloro del Comune. Il busto ver- derick Lonsdale, un dramma moderno, di Guido Cantini 74 Una scena di Questo non è amore di Guido diano, che fu posizionato nel ridotto, fu Niente di male di Guido Cantini (fig. 75) Cantini presentato durante l’intervallo di un con- e uno ottocentesco, Papà eccellenza di certo dedicato al compositore di Busseto. Gerolamo Rovetta, recitato nella serata

164 conclusiva in onore del venerato Benassi, meritevole di aver trascinato a teatro un grande numero di persone. Cosa che non riuscì del tutto alla compagnia Calò–Solbelli–Bernardi. Se per Fuochi d‘artificio di Luigi Chiarelli, opera favorita dalla recente trasposizione cinematografica, furono venduti molti bi- glietti, si avvertì un calo con il dramma giallo La legge di Guglielmo Giannini e Fra due guanciali di Alfredo Testoni. Una certa disaffezione si manifestò anche in occasione delle esibizioni della Compagnia Teatro di Venezia, che pre- sentò titoli e autori di cassetta, come le goldoniane Una delle ultime sere di car- novale (fig. 76) e La famiglia dell’antiqua- rio (figg. 77, 78), e qualificati interpreti del repertorio veneto, da Baseggio a Carlo Micheluzzi, Carlo Lodovici, Giulia Maria Diodà, Margherita Seglin. Quando si alzò il sipario per la reci- ta di Questi ragazzi di Gherardo Gherardi da parte della compagna De Sica–Melna- ti–Rissone, al debutto bolzanino, la sala presentò un aspetto straordinario: «Non c’era un centimetro quadrato di spazio li- bero: i corridoi, le pareti, le balaustre, i palchi, hanno compiuto sforzi storici, in omaggio a De Sica, per accogliere la fiu- mana di ammiratori».123 Lo stesso si ri- scontrò con Alla prova di Frederick Lons- dale. Dei testi in programma e dell’arte drammatica poco o nulla importava, era- no il volto e la fisicità dei divi cinemato- grafici, Vittorio De Sica e Umberto Mel- nati, il vero motivo di tale invasione degli spazi del teatro. La riprova è fornita dalla compagnia Cimara–Cellini–Pavese che in quattro se- rate totalizzò lire 9.580 di incasso, men- tre la De Sica–Melnati–Rissone in due 75 Laura Carli in Niente di male di Guido Cantini 76 Una scena di Una delle ultime sere di carnovale appuntamenti aveva venduto biglietti pa- di Carlo Goldoni ri a lire 9.037. Non era mancato il colpo 77 Una scena da La famiglia dell’antiquario di Carlo Goldoni ad effetto che, per una serata, accreditava 78 Una scena da La famiglia dell’antiquario al teatro bolzanino l’esclusività di ospita- di Carlo Goldoni re il debutto di uno spettacolo. Si trattava

165 de Lo struzzo stupefatto di Norman Men- si, Gina Graziosi, Salvo Randone, «atto- zies. Non si realizzò la cornice del grande re che al pregio di una bella tonalità di evento: mancava l’attore di grido di aurea voce unisce una sapienza e serietà sceni- cinematografica, malgrado la bella pro- ca niente affatto comuni».124 Il program- va degli attori principali, Gianna Cellini, ma comprendeva titoli di autori italiani Luigi Cimara e Luigi Pavese che prima contemporanei di modesto valore lettera- avevano strappato applausi con Autunno rio, da Solo per due di Enrico Bassano a Il di Gherardo Gherardi e Amore senza sti- falco d’argento di Stefano Landi, figlio di ma di Paolo Ferrari. Luigi Pirandello, a Con gli uomini non si Il record d’incasso della stagione, scherza di Tommaso Gherardi Del Testa quasi lire 15.000, lo stabilì la compagnia (fig. 80), di seguito alla quale furono re- Bluette–Navarrini con la movimentata citati i Menaechmi di Plauto con i costu- rappresentazione delle riviste Il ratto del- mi di Enrico Prampaloni e con Almirante le cubane di Nuto Navarrini e Ferruccio protagonista. Martinelli (rec. 67), Il sogno dell’aquila e Ultima compagnia di prosa ospite fu Gli esami di riparazione di Belami e Nuni. la Gramatica–Ruggeri. Le cinque sera- Tre serate in fotocopia, animate dalle bel- te fecero registrare un grande afflusso di le e brave ballerine, dimostrarono che il pubblico, a partire da Così è (se vi pare) pubblico locale amava lo spettacolo d’eva- di Pirandello (rec. 69), per proseguire con sione, ma non si risparmiava di fronte al Questi figli di Vincenzo Tieri, il dramma nome dell’attore consacrato, anche se non La vedova di Renato Simoni, lo spetta- sempre con coerenza. colo più applaudito, tanto che «gli attori Fece eccezione Dina Galli (fig. 79), furono costretti a presentarsi alla ribalta più volte a Bolzano e sempre acclamata, un gran numero di volte evocati dall’en- come in questa ennesima venuta, quan- tusiasmo del pubblico».125 Lo stesso si ve- do interpretò il dramma Signorina delle rificò perAll’insegna delle sorelle Kadàr di Camelie di Piero Mazzolotti. Al suo fian- Renato Lelli che decretò il trionfo della co recitò Marcello Giorda, che si distinse Gramatica. Che questa stagione sarebbe in Paola Travasa, nuova commedia senti- entrata negli annali come una tra le più mentale di Giuseppe Adami e in Scampo- riuscite, lo dimostrò la stagione lirica di lo di Niccodemi, cavallo di battaglia della primavera, contenuta in soli due titoli, To- prestigiosa attrice (rec. 68). sca e Rigoletto, affidati alla direzione or- Alla drammaturgia scenica di scuola chestrale di Mario Parenti. Il melodram- ‘Grande attore’ coniugata dalla Galli se- ma puccinano si avvalse della presenza del guì per l’appassionato bolzanino l’oppor- soprano Sara Scuderi nella parte del titolo tunità di confrontarsi con una concezione (rec. 70) e al suo fianco si mossero il gio- diversa nell’impostazione della recitazio- vane tenore Gustavo Gallo e Luigi Bor- ne, per «la mano di un regista che è ri- gonovo. Il capolavoro verdiano diventò il uscito a togliere di mezzo le spavalderie trionfo per . rettoriche dei mattatori di infausta me- Dopo la riuscita tournèe della compa- moria […]. Ogni divismo è grazie a Dio gnia di operette Roses, che chiuse la sta- eliminato e si respira buon’aria di teatro gione, si tenne la recita straordinaria di moderno». Il riferimento è ad Ecco la for- Cesare di Giovacchino Forzano da parte 79 Dina Galli tuna di Alessandro De Stefani nella ver- della compagnia da lui stesso diretta (figg. 80 Una scena di Con gli uomini non si scherza di Tommaso Gherardi Del Testa sione della Compagnia della Commedia 81, 82, 83). A Bolzano la commedia, me- 81 Una scena di Cesare di Giovacchino Forzano di Luigi Almirante, attore di primo pia- taforica autobiografia di Mussolini che si no, affiancato tra gli altri da RossanaMa - identifica nell’imperatore romano, ebbe

166 ≥ rec 67 Isa Bluette e Nuto Navarrini, coadiuvati in modo mera- viglioso da tutti gli esecutori hanno avuto i migliori ap- plausi, anche perché hanno saputo mantenere sempre fresca e vivace la lieta serata. Numerose trovate e fred- dure hanno dato maggiore risalto alla rappresentazio- ne, come la esecuzione di alcune canzoni ottimamente interpretate. Riuscitissimi i balletti, sfarzosa la messa in scena, ricchi i costumi. (“La Provincia di Bolzano”, 4 marzo 1939, p. 5)

≥ rec 68 Quello Scampolo che la Galli ha amato come una delle creature tra tutte prediletta, ha conservato tutto il profu- mo di una inesauribile vitalità e di una ingenua freschez- za che è assai più che l’effetto di una piacevole recitazio- ne, ma la riprova di un prodigio interpretativo. E di ciò fu ben convinto il nostro pubblico che gremiva, come al solito, il teatro “Verdi”, sì da essere spinto ad acclamare l’attrice spesse volte a scena aperta. Assieme alla Galli, cui furono offerti ricchi fiori, fu Marcello Giorda assai apposto nella parte di Tito. (“La Provincia di Bolzano”, 21 marzo 1939, p. 5)

≥ rec 69 La Gramatica ha sentito e vissuto il difficile ruolo (signo- ra Frola, n.d.a.) con tormento e immediatezza di effica- cia. Nel fluire morbido e delicato della sua recitazione, quasi avvolto in una tonalità di mistero, essa ci disse tutta la ricchezza delle sue risorse artistiche. Ruggeri confer- mò la sua capacità quasi di respirare dall’aria di intor- no ogni elemento di vita, e di centellinarlo poi, a poco a poco, con la gelosa gioia del fabbricatore di filtri. (“La Provincia di Bolzano”, 13 maggio 1939, p. 5)

≥ rec 70 La sua voce morbida, duttile, di calda e pronta emissione (di Sara Scuderi, n.d.a.), si vanta non solo di una egua- glianza assoluta in tutti i registri, non solo domina ogni gamma di gradazione, sfumando in dolcissime mezze tinte, ma fa sfoggio di un ‘legato’ espressivo e omoge- neo che ci appare come una delle più sicure basi del suc- cesso. […] Una Tosca che umanamente vive di continuo il gesto, la parola e la nota, e che al servizio di un sano scopo artistico dedica tutta la propria intelligenza musi- cale e scenica. (“La Provincia di Bolzano”, 13 maggio 1939, p. 5)

82, 83 Una scena di Cesare di Giovacchino Forzano

167 massima risonanza: per una settimana la porta fortuna, Tempi beati, e Madama di stampa pubblicò articoli e creò il clima Tebe di Carlo Lombardo. A dimostrazione dell’evento. Nella recensione dello spetta- del movimento ascendente della subalter- colo, tutta basata sui contenuti del testo e nità dialettale verso la ribalta naziona- risolta nella semplice citazione degli attori le, soccorre il consenso popolare ottenu- – tra questi Corrado Rocca (Cesare), Sal- to anche a Bolzano dalle compagnie con vo Randone, Evi Maltagliati, Alfredo De repertori legati alla regione di provenien- Sanctis – si legge che il teatro «era affolla- za. Teatro Veneto guidato da Carlo Mi- tissimo».126 Il bilancio consuntivo redatto cheluzzi si affermò con commedie proprie dalla Deputazione Teatrale riportò lire 58 dell’area padana, da El difeto xe ne manego di entrata, lire 112 di spesa per un passi- di Brunialti a L’onorevole Campodarsego di vo di lire 1.222 circa. Evidentemente ci Libero Pilotto al goldoniano Sior Todero fu una massiccia distribuzione di bigliet- brontolon. Il bilancio delle quattro serate ti omaggio. risultò positivo con oltre 11.000 lire d’in- casso, ma ancor più lo fu quello ottenuto Il Teatro Verdi e la guerra dai fratelli De Filippo (fig. 85). Gli atto- (1939–1943) ri napoletani, noti soprattutto per le esi- bizioni cinematografiche, coinvolsero lo ≥ rec 71 «L’anno teatrale non poteva iniziarsi a spettatore nella visione delle loro opere di Renzo Ricci è il più completo ed il più interessante, se Bolzano sotto i migliori auspici», scrisse maggior successo, da Ditegli sempre di sì a non proprio il più originale, tra gli attori italiani della nuo- Guglielmo Barblan a proposito dell’av- Uomo e galantuomo (rec. 73) e Natale in va generazione. La sua strada se l’è fatta a forza di stu- 127 dio e di lavoro, sorretto da un entusiasmo e da una serie- vio della stagione 1939–1940. Precedu- casa Cupiello. tà di intenti e di metodo che lo fanno ben meritevole del ta dalla compagnia Teatro Comico Vene- Il fatto che gli attori principali della successo e della fama che illuminano ormai il suo sicuro ziano, applaudita con El moroso de la nona compagnia Celli–Betrone–Calabresi non cammino. Cresciuto tra le due scuole grandi ma profon- damente diverse, quella tradizionale di Zacconi e quel- di Giacinto Gallina e La scorzeta de limon avessero raggiunto all’epoca la dovuta ce- la moderna di Ruggeri, egli ha preso il meglio dell’una e di Gino Rocca, l’inaugurazione ufficiale lebrità nel grande schermo pari a quella dell’altra, e con calda umanità del primo fondendo la mi- avvenne con la messinscena di Ho sogna- dei fratelli De Filippo, incise non poco surata sobrietà del secondo, s’è creato uno stile suo pro- prio, plasmandolo al fuoco di una vivida intelligenza e di to il paradiso di Guido Cantini, cui seguì nella vendita dei biglietti per i loro spetta- una vigile sensibilità, che risultano in ognuna delle sue Vivere insieme di Giulio Cesare Viola. Per coli che risultarono eccellenti. Il pirandel- studiatissime e controllatissime interpretazioni. le due serate furono venduti tutti i bigliet- liano Come prima, meglio di prima e Il fer- (“Atesia Augusta”, I (1939), p. 53) ti anche quando nella locandina figurò il ro di D’Annunzio si recitarono in un tea- ≥ rec 72 titolo di una commedia presentata in pri- tro vuoto, che parzialmente si riempì per Laura Adani come attrice, s’è plasmata al fianco di Ricci. ma assoluta, L’uomo del romanzo ancora di La felicità in un luogo tranquillo di Her- Ed i progressi che questa giovanissima ha realizzato ne- gli ultimi anni, le prove ardite e diversissime ch’ella ha sa- Cantini (fig. 84). Al cospetto di «un pub- mann Sudermann. puto affrontare e superare con onore, sono tali che non blico traboccante», che alla fine della rap- Ancora una diva dello schermo, Elsa si sa se più ammirare in lei l’istinto meraviglioso oppure presentazione, ha «evocato al proscenio Merlini (fig. 86) in ditta con Renato Cia- la volontà ferrea. Certo è il grande fervore dell’arte, la sicurezza dei propri mezzi, la disciplina dello studio e dei l’autore ed applaudito con un calore che lente, calamitò la curiosità dell’appassio- sacrifici; ma soprattutto è un grande dono naturale, la raramente abbiamo riscontrato», gli atto- nato, che alla prima recita rimase in parte sua sincera sensibilità, che ha permesso a Laura Adani ri si esibirono «in maniera superlativa», da deluso. Convinto di vedere l’attrice impe- di bruciare tante tappe vittoriosamente, […], di dar vita alla ribalta a tante e creature ricche di interiore umanità, Renzo Ricci (rec. 71) a Laura Adani (rec. gnata in parti comiche come solitamente rendendone con efficacia i sentimenti e le passioni, inter- 72), da Lilla Brignone a Tino Bianchi.128 succedeva nei film, assistette allo svolger- prete egualmente felice, nella sua duttilità, di personag- Tra le tante e diverse proposte di que- si di un dramma, La volpe azzurra di Fe- gi tragici e di personaggi comici. (“Atesia Augusta”, I (1939), p. 53) sta stagione, lo spettacolo di intratteni- renc Herczeg. Vittima di una caduta, pro- mento e di comicità risultò il genere prefe- vocata dal ghiaccio presente sulle strade 84 Renzo Ricci e Laura Adani ne L’uomo del romanzo di GuidoCantini rito, come indicato dal caloroso successo della città, la Merlini salì sul palcoscenico 85 (di fronte) Edoardo De Filippo ottenuto dalla compagnia Vanni–Romi- del Teatro Verdi sostenuta dai un baston- gioli–Gennari con le riviste Se un’idea mi cino per affrontare la parte dell’infelice

168 169 ≥ rec 73 Descrivere le prodezze che i due attori (i fratelli De Filippo, n.d.a.) compiono sulla scena è impossibile: la loro arte non ha riscontro in impressioni letterarie; biso- gna vederla nel momento in cui si avvera. Ha la lumino- sità della meteora che arde e si consuma in un baleno. E di queste scie frementi è colma tutta la loro recitazio- ne. Attimi vibranti che si susseguono senza posa, e che compongono l’irresistibile quadro scenico in un equili- brio, dove l’istinto, l’osservazione e il mestiere si com- pendiano in una visione di limpida umanità. (“La Provincia di Bolzano”, 3 dicembre 1939, p. 5)

86 (sopra , a sinistra) Elsa Merlini e Cesare Bettarini ne L’ultimo ballo di Ferenc Herczeg 87 (sopra , a destra) Elsa Merlini 89 Una scena di Gavino e Sigismondo di Giulio Cesare Viola

170 Cristina nel dramma Una storia d’amore Anonima Roylott di Giannini ottennero di Paul Geraldy e nel successivo L’ultimo incassi assai modesti. ballo di Herczeg (fig. 87). Trionfò al fian- Assurse ad avvenimento di rilievo del- co di Cialente in Una cosa di carne di Pier la stagione 1939–1940 l’unica rappresen- Maria Rosso di San Secondo. Le quattro tazione di Racconti d’autunno, d’inverno e serate costituirono il record dell’intera di primavera, novità di Giovacchino For- stagione, deciso da 23.450 lire di entrata, zano. Il testo, in cui la protagonista, una con oltre 30.000 lire di uscita per un sal- giovane madre incarna il sentimento na- do passivo di oltre 7.000 lire. zionalistico di attaccamento alla patria, fu Lo stesso numero di serate occupa- interpretato nei ruoli principali da Olga te dalla compagnia Benassi–Carli porta- Solbelli, Giulio Paoli ed Elena Zareschi. rono alle casse una cifra dimezzata, qua- Le locandine di prosa decise dalla De- si 12.000 lire. Eppure il protagonista era putazione Teatrale stamparono in succes- Memo Benassi che presentò un suo pezzo sione altri nomi di artisti italiani di primo forte, Kean di Alexander Dumas coadiu- ordine, a partire dalla compagnia Mal- vato da una manciata di attori di quali- tagliati–Cimara–Ninchi apprezzata per tà, Laura Carli, Eva Magni, Salvo Rando- una serie di spettacoli segnati dalla cura ne. Applausi accolsero Risveglio di Emi- scenica di Gherardo Gherardi, tra i quali lio Possenti e Spettri di Ibsen con Benassi Famiglia di Denys Amiel e Monique Pe- (fig. 88, rec. 74) nel ruolo di Oswald, per- try-Amiel e Gavino e Sigismondo di Giulio sonaggio che da giovane aveva interpreta- Cesare Viola (fig. 89), commedia inserita to al fianco di Eleonora Duse, affianca- anche nel Sabato Teatrale. to dalla Carli (signora Alving) e Randone Le numerose venute di Cesco Baseg- (pastore Manders). gio penalizzarono probabilmente la curio- Poco attirò la compagnia di Gugliel- sità di vedere nuovamente il grande attore mo Giannini con Il delitto di Lord Arthur veneto. Davanti a pochi intimi interpre- Saville che lo stesso capocomico aveva ri- tò Scandalo sotto la luna di Eugenio Fer- ≥ rec 74 cavato da Oscar Wilde, così come si era dinando Palmieri, L’imbriago de Sesto di Ieri sera la recitazione del grande attore (Memo Benassi, ispirato a Gl’innamorati di Carlo Goldo- Gino Rocca e I recini da festa di Riccardo n.d.a.) ci ha ben detto quanto nobile sia l’arte sua e qua- ni per la stesura de Gli eterni innamora- Selvatico, due atti unici inseriti nella sera- li altezze sappia raggiungere la gamma espressiva delle tonalità della voce e di ogni suo gesto. Osvaldo, quale lo ti, commedia iscritta nella manifestazio- ta in suo onore. Fece eccezione Sior Tode- si può immaginare nella lettura del dramma, si è aggi- ne del Sabato Teatrale. La recensione di ro brontolon, recitato al cospetto dei sol- rato sulla scena con la impressionante levità di un fanta- questo spettacolo assunse grande rilievo dati del presidio. L’incasso complessivo di sma: la sua figura ha di continuo dominato la tragedia, rivelandosi sommessamente, spesso con un fil di voce giornalistico. Era l’occasione propizia per sole 437 lire stabilì il record negativo per che riempiva l’animo di sgomento. Era come una grande celebrare la promozione dello spettacolo l’intera stagione. ombra che silenziosamente invadeva tutto intorno: per- secondo le direttive predisposte dal Mi- Per quanto riguarda gli spettacoli di sone e cose. […] La sua parte di dialogo cadeva stillata e densa sullo svolgimento del lavoro, come di voce sospe- nistero della Cultura Popolare finalizza- varietà, essi corrisposero come numero a sa nell’aria. […] Magnifica, accanto al Benassi, fu Laura ta a favorire, attraverso il basso costo dei quelli di prosa. Il pubblico fu attirato dal- Carli, che affrontando la responsabilità di dare vita alla biglietti, le classi meno abbienti. Così il la fama della compagnia Vanni–Romi- difficilissima parte della signora Alving, mise in tutta la loro luce le doti del suo temperamento di attrice coscien- teatro si popolò di «lavoratori delle offici- gioli–Gennari, e ancora di più dalla Fi- ziosa e preparata, nonché del suo senso drammatico ne e dei campi, di soldati, di fattorini, di neschi–Donati. Il botteghino del teatro profondo e alieno da ogni istrionismo. modesti impiegati, di commessi, di ap- fu preso d’assalto, prima, per le due serate (“La Provincia di Bolzano”, 7 febbraio 1940, p. 3) prendisti», che condividevano un obiet- straordinarie della compagnia di riviste di tivo perseguito dal fascismo: «il diverti- Nino Taranto e Titina De Filippo impe- 129 mento, il soave svago». Senza la spinta gnata nelle rappresentazioni di Finalmen- 88 Memo Benassi interpreta Osvald in Spettri propagandistica del regime, con il bigliet- te un imbecille di Nelli e Mangini (pseud. di Henrik Ibsen to a prezzo intero Lo schiavo impazzito e di Francesco Cipriani Marinelli e Mario

171 Mangini) e in Diluvio n. 2 di Mangini, Durante l’estate il teatro cittadino non poi per la compagnia Bluette–Navarrini chiuse i battenti. Mentre l’Italia fasci- che indovinò il repertorio con le riviste sta dichiarava guerra a Gran Bretagna e Il ratto delle cubane e Poesia senza veli di Francia (10 giugno 1940) il Ministero Nuto Navarrini e Ferruccio Martinelli. della Cultura Popolare sollecitava i teatri Andrea Chénier, Don Pasquale, Cavalleria ad incrementare le attività, soprattutto fi- rusticana e L’amante in trappola, furono i lodrammatiche. L’ordine fu prontamente titoli dei melodrammi inseriti nel cartel- seguito anche a Bolzano. Si mobilitaro- lone della stagione lirica di primavera. Se- no le forze locali. La Centuria Lirica del condo prassi furono scritturati interpre- Comando Federale propose Le avventure ti di grido. Per lo spettacolo inaugurale, di Pinocchio da Collodi con musiche di Andrea Chénier, si diedero appuntamen- Paolo Malfatti, i Giovani Filodrammati- to anche le autorità cittadine che fecero ci del Dopolavoro allestirono Sua Altezza gli onori di casa alla duchessa di Pistoia, prende moglie di Achille Lorenzotti, la Fi- accolta dagli inni nazionali. L’attrazione lodrammatica Dante del Dopolavoro Po- della serata era il tenore Francesco Merli stetelegrafonico si confrontò con Questi che in parte deluse, condizionato da una ragazzi di Gherardo Gherardi. Non man- forma influenzale. Si riscontrò una certa carono le compagnie di Bressanone (Fi- affluenza in occasione della replica, supe- lodrammatica Vittoria del Combatten- riore alla ‘prima’ del Don Pasquale, mal- ti con Argento vivo di Silvio Zambaldi), grado la presenza di voci di qualità, Lya- di Trento (Filodrammatica Littorio del na Grani, Amleto Galli, Luigi Fort. Fu Dopolavoro provinciale con Alla moda un autentico trionfo per Cavalleria rusti- di Oreste Biancoli e Dino Falconi) e di cana, più per la bellezza delle musiche di Verona (Filodrammatica del Dopolavo- Mascagni eseguite dall’orchestra di Giu- ro aziendale Società Cattolica di assicu- seppe Podestà, che per il contributo di razione con Chi sa il gioco non l’insegni di cantanti modesti ad eccezione di Lina Fausto Maria Martini). Molti spettacoli Bruna Rasa. erano dedicati ai militari. Era un modo Motivi legati alla politica del consen- astuto e sottile per propagandare la guer- so e alla propaganda di regime si tradus- ra, attraverso lo svago e il divertimento, sero nell’intensificazione dell’attività di- e legittimarla nelle coscienze. La situazio- lettantesca. La filodrammatica Dante del ne bellica richiedeva la promozione di for- Dopolavoro Postelegrafonico di Bolzano me di spettacolo popolare ed evasivo. La offrì la messinscena de L’antenato, com- rivista, l’operetta e la commedia brillan- media brillante di Carlo Veneziani, per te videro una forte ripresa anche grazie ai una platea formata da militari prossimi contributi governativi distribuiti alle tan- a partire per la guerra. Arrivò da Verona te compagnie nazionali secondarie (“mi- la filodrammatica Impero del Dopolavo- nime”).130 Ancora più eclatante fu il recu- ro Aziendale Galtarossa. Recitò Romanti- pero del tanto osteggiato teatro dialetta- cismo di Gerolamo Rovetta in un teatro le, mentre l’importanza della lirica rimase completamente esaurito. Fatiche e passio- stabile lungo gli anni del regime. ni amatoriali furono premiate in una ma- Questi orientamenti si rispecchiaro- nifestazione organizzata dal Dopolavoro, no nei programmi della Deputazione Te- “La Serata del dilettante”. in cui si susse- atrale per la stagione 1940–1941, avviata guirono balletti, tanghi brasiliani, valzer, dalla consueta stagione lirica d’autunno. 90 Iris Adami Corradetti brani lirici, accompagnati dall’orchestra La rassegna fu organizzata in grande sti- del Kurhaus di Merano. le. Alzò il sipario Iris di Pietro Mascagni,

172 affidata alla direzione del maestro Mario ti per le loro apparizioni televisive, moti- Mascagni, cugino e allievo del composi- vo per cui incuriosirono i bolzanini, gli tore e allora direttore del conservatorio attori valorizzarono il repertorio italia- della città, e all’interpretazione, tra gli al- no contemporaneo. Recitarono la solita tri, di Maria Carbone nel ruolo del tito- storia del triangolo amoroso del Passag- lo, il tenore Renzo Pigni (Osaka), il ba- gio dell’Equatore di Umberto Morucchio ritono Leone Paci (Kyoto). Questi nomi (490 spettatori) e di Ti prego, fa le mie veci regalarono una serata memorabile ad un di Giovanni Bokay (269 paganti, fig. 91). pubblico da tutto esaurito, che tale si pre- Con largo anticipo sulle date pro- sentò per La traviata. Fu ripagato dall’esi- grammate, il quotidiano “La Provincia di bizione del soprano Iris Adami Corradet- Bolzano” si interessò alla Compagnia del- ti (fig. 90), il baritono Afro Poli (Ger- le Arti di Anton Giulio Bragaglia con ar- mont), il tenore Gino Fratesi (Alfredo). ticoli di approfondimento, in cui si deli- La bacchetta di Mascagni seguì con rigo- neavano le attività e l’originalità delle cre- re le partiture, creando atmosfere incan- azioni artistiche. Si voleva creare il clima tevoli e forti emozioni. Per le repliche dei di attesa necessario per sperare in un af- due melodrammi furono venduti quasi flusso massiccio. Non successe questo. tutti i biglietti. Alla visione di O Giovannino o la morte Il marchio della “italianità” impresso di Ernesto Murolo «Il pubblico anche se alla lirica confluiva nell’amor patrio nu- plaudente con entusiasmo, non si può dire trito per una nazione in guerra, che, an- che stipasse il teatro». Il critico Guglielmo che attraverso lo spettacolo, chiamava a Barblan, nell’analizzare le cause, mise in sé i propri cittadini, compattandoli ideal- luce la condizione della mentalità e della mente in un unico corpo che trovava nel- cultura locale, ancora assuefatte alla figura la figura eroica del soldato la convergen- del divo, «i mattatori delle gloriose carcas- za della prospettiva propagandistica. Così se», dell’«eroe dal fiato a lungo metraggio il militare all’occorrenza si trasformò in circondato dallo starnazzar dei guitti».132 spettatore di una rappresentazione a lui La bravura di Diana Torrieri prota- dedicata. Indicativa in merito fu l’inizia- gonista del dramma Anna Christie di Eu- tiva del Dopolavoro Provinciale che or- gene O’Neill, affiancata da Salvo Ran- ganizzò un concerto vocale e strumenta- done e Italo Pivani, e la conferma degli le «per i camerati di stanza nella nostra stessi attori in Settimo cielo di Augustin città», coinvolgendo l’orchestra di Masca- Strong, commedia nota soprattutto per gni, il soprano Bianca Mercuriali, e il vio- la sua trasposizione cinematografica, de- linista Giannino Carpi.131 cretò un sensibile incremento grazie alla L’alleanza militare con la Germa- vendita di 264 biglietti. La messinscena nia nazista spiega l’ospitalità concessa al- di Cintia, vista da 312 spettatori, dimo- la compagnia di operette viennesi Kaps– strò l’efficacia creativa della regia di Bra- Joham. Con ogni probabilità le due sera- gaglia, chiamata a confrontarsi con un te di Sole per tutti attirarono lo spettatore esempio di drammaturgia comica e ri- di madre lingua tedesca, se si considerano nascimentale scritta da Giovan Battista i biglietti venduti che portarono alle cas- Della Porta. La prova fu giudicata «en- se 12.500 lire. Che la cifra fosse piuttosto comiabile» in particolar modo colpirono considerevole, lo si deduce dal confronto «la recitazione aggraziata e mimicamente con gli incassi ricavati dalla compagnia di armoniosa» degli attori, tra i quali, oltre 91 Una scena di Ti prego, fa le mie veci Enrico Viarisio, Giuseppe Porelli e Isa Po- alla Torrieri e Randone, Lina Volonghi di Giovanni Bokay la, pari a 19.700 lire in quattro serate. No- e Alfredo Varelli.133 Le modeste entrate

173 delle serate (lire 9.000, per una spesa di mento scenico di Casa di bambola di Hen- ≥ rec 75 Questo lavoro presenta indubbiamente notevolissime lire 18.300 e un passivo di 9.300) dimo- rik Ibsen, intessuto di una rete di simboli difficoltà di recitazione: in mancanza di uno studio ben strarono i limiti della platea bolzanina, fa- calati in un’atmosfera cupa e nordica. deciso dei personaggi, costringe l’attore ad un duro la- cile a cedere al nome del grande interpre- Un’altra compagnia primaria, la Cima- voro su una materia più composita che unita. Così va riconosciuto che se la fatica non fu lieve, gli attori assol- te, soprattutto se cinematografico, meno ra–Maltagliati–Migliari, ottenne l’esaurito sero lodevolmente il proprio compito. Luigi Carini dette sensibile ai linguaggi innovativi. con L’importanza di chiamarsi Ernesto di fondo alle moltissime e sempre efficaci risorse della sua Lo comprova, da un lato, il succes- Oscar Wilde, firmata dalla regia di Cor- vasta esperienza teatrale per vivificare con sapientissimi tocchi la figura dell’avvocato Merletti, GiuseppinaCei ci so della compagnia di riviste Maddale- rado Pavolini, e con Come tu mi vuoi di fece ben comprendere con quanta intelligenza stilistica na, che in due serate consegnò alle cas- Pirandello per la cura scenica di Ettore ella sappia avvicinarsi alle figure che volle interpretare. se 12.500 lire grazie a Devo dirti una cosa Giannini. (“La Provincia di Bolzano”, 16 dicembre 1940, p. 3) di Letico, accompagnata dall’orchestrina Un nome consacrato come quello di ≥ rec 76 di Gorni Kramer, dall’altro lato, i risultati Antonio Gandusio (rec. 76), noto inter- Eppure questo attore appartiene da tempo all’Olimpo ottenuti dalla compagnia di prosa guida- prete cinematografico, calamitò l’attenzio- consacrato del teatro comico italiano: il suo nome, il suo intercalare, le inflessioni della sua voce, si ritrovano tra il ta da Mario Ferrari e Luigi Carini, che, in ne del pubblico accorso numeroso per as- confuso bagaglio dei ricordi d’infanzia […]. Sembra che quattro recite raggiunse la modica somma sistere alla messinscena di commedie che, su questo attore il tempo non abbia fatto presa; è quel- di 11.400 lire malgrado un repertorio in- senza il contributo dell’attore, «correrebbe- lo stesso che ascoltammo nelle più fresche primavere, non ha mutato un accento, una virgola; a qualcuno fra gli teressante, in cui spiccavano La bugiarda ro dritte dritte verso il naufragio». Il riferi- spettatori sembra così di comprare a poco prezzo l’illu- di Vincenzo Tieri e O di uno, o di nessuno mento del critico Barblan fu alle novità di sione di un’ora, che anche i suoi anni siano rimasti fermi, di Pirandello (rec. 75). ispirazione francese quali Il pozzo dei mira- proprio come in scena. (“Atesia Augusta”, III (1941), p. 39) Meglio andarono le quattro serate oc- coli di Bruno Corra e Giuseppe Achille e a cupate dalla compagnia di Dina Galli, al- Il pescatore di balene, opera tra il farsesco e la sua quarta comparsa sul palcoscenico il drammatico di Carlo Veneziani. Di con- bolzanino. Presentò un repertorio preva- tro «il più schietto successo» arrivò con la lentemente italiano, a partire dai tre ap- «decrepita comicità» de Il ratto delle Sabine plauditi atti di Ci penso io! di Armando di Franz e Paul von Schönthan.135 Curcio (420 paganti), la novità La moglie Unico momento della stagione dedi- di papà di Alessandro De Stefani e Raf- cato all’operetta fu offerto dalla collauda- faello Matarazzo (325) e La colonnella di ta compagnia Roses. Divertì con un re- Piero Mazzolotti (485). pertorio antologico composto da titoli fa- Quando la compagnia Adani–Scelzo mosi, da Cin-ci-là di Virgilio Ranzato e aprì con Il frutto acerbo di Roberto Bracco Carlo Lombardo (570 spettatori) a Mada- la tournèe ottenne un sintomatico e con- ma di Tebe che ottenne la punta record di traddittorio giudizio della critica, che lodò 703 presenze, fino alle celeberrime com- l’esibizione degli attori ma contestò il re- posizioni di Franz Lehár, La vedova alle- cupero di un testo logorato dal tempo («ha gra e La danza delle libellule. trentasette anni: perché svegliarlo così Il consumo della musica mantenne inopportunamente») e consumato nell’ar- viva la vocazione celebrativa dell’italiani- gomento («la consueta salsa dell’adulte- tà, segnatamente attraverso il melodram- rio»).134 L’odore del vecchio non intaccò ma, contenitore di valori e passioni popo- la recensione de La signora delle Camelie lari, e in modo particolare negli spartiti di di Dumas (fig. 92), dramma considerato Giuseppe Verdi. un capolavoro se paragonato alla modestia Per la ricorrenza dei quarant’anni della del citato Frutto acerbo, reso attuale dalla scomparsa del compositore, anche la De- traduzione di Massimo Bontempelli e da putazione Teatrale si mosse. Invitò Mario

92 Laura Adani e Renzo Ricci ne La signora delle un’interpretazione più ‘psicologica’ e me- Mascagni a dirigere la massa orchestrale Camelie di Alexandre Dumas no melodrammatica da parte della Ada- formata da docenti e allievi del conserva- ni. Sollevò non poche perplessità l’adatta- torio cittadino, che eseguì brani tratti da

174 Traviata, Falstaff, La battaglia di Legnano, sare l’uniforme dell’ardimento e della glo- Rigoletto, . L’omaggio culminò nel- ria, trovano nella risorsa del proprio spiri- la messinscena di Rigoletto con il giovane to la serenità di rivolgersi al pubblico […] baritono Guerrino Masini nella parte del con il volto atteggiato al riso oppure alla protagonista affiancato da Lyana Grani riflessione che è di tutti». Spirito amato- (Gilda), Giuseppe Nucci (duca di Man- riale e doveri patriottici dell’attore-soldato tova). Direttore dell’orchestra fu Erman- disegnarono i tratti di un teatro «non co- no Erberspacher, confermato anche nel Il me facile ritrovo del vacuo passatempo se- barbiere di Siviglia, con il quale si aprì la rale» ma come «un arengo di vita […] do- stagione lirica di primavera, interpretato, ve si è chiamati ad assolvere una missione tra gli altri, dal soprano Fernanda Basile e di alto significato morale e umano». Poco dal baritono Marcello Venturani. Rientrò interessava che lo spettacolo fosse comico nell’ambito delle commemorazioni ver- o drammatico, importava la sua funzione diane Il trovatore, diretto da Mario Paren- morale e politica. Così al pubblico tradi- ti e affidato alle voci di Luigi Borgonovo, zionale si affiancò un altro tipo di platea, Carla Castellani, il tenore Giovanni Mali- l’«auditorio grigio-verde» al quale furono piero, star della serata. Un altro personag- indirizzati specifici spettacoli.137 gio di spicco della scena lirica, Iris Adami Entrarono in azione le filodrammati- Corradetti, fu scritturato per Anima alle- che della Croce Rossa, Dante, Dopolavo- gra di Franco Vittadini. ro Postelegrafonici, Centuria Lirica della Il bilancio della manifestazione liri- G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio). ca fu considerato positivo, pari a quello L’attenzione maggiore fu per i giovani at- dell’intera stagione, come scrisse Alfredo tori del G.U.F. (Gruppi Universitari Fa- Clavarino, podestà e presidente della De- scisti) di Trento e di Bolzano. I primi pre- putazione Teatrale nella “Relazione mo- sentarono il dramma Dentro di noi di Si- rale, statistica e finanziaria della gestio- ro Angeli138; i secondi, rappresentati dal ne dell’anno teatrale 1940–1941” e invia- trio formato da Cianci Gatti, Mario Bo- ta al Ministero per la Cultura Popolare. noldi e Guido Guidi, si cimentarono con «In questa città particolarmente difficile la rivista La radio che scocciatura!…139 (fig. ≥ rec 77 di accontentamento si può rilevare come 93, rec. 77). Il Teatro Verdi si presentava La rivista posta in scena dai nostri animosi bolzanini (il lo stato di guerra non abbia fatto sentire regolarmente affollato, plaudente e parte- trio Cianci Gatti, Mario Bonoldi e Guido Guidi, n.d.a.), in modo particolare la sua influenza nel cipe della «affermazione sempre più vasta si sorresse ottimamente non solo per la ricchezza delle sorprese ma anche per la fluida e colorita partecipazione concorso del pubblico, che ha frequentato del nostro spirito: lo spirito latino la cui di tutti gli attori, i quali essendo molti e tutti bravi, trala- con costanza gli spettacoli», stimolato dal- missione è sicuramente ancora grande tra sciamo di elencarli per timore di qualche svista che non la «serietà dei programmi, e varietà di essi» i popoli».140 ci sarebbe mai più perdonata. […] Il pubblico trovò modo di divertirsi non poco alle imitazioni dei comici di varietà 136 e dal costo assai contenuto dei biglietti. La scelta di invitare la compagnia oggi più in voga […]. E poi canzoni e armonie di fisarmo- Completato il cartellone delle compa- Roses per alzare il sipario della stagione niche allietarono in dolce atmosfera la serata. gnie di giro, iniziò un ciclo di rappresen- 1941–1942 risultò mossa vincente, come (“Atesia Augusta”, III (1941), p. 45) tazioni di filodrammatiche locali. Dietro indicò il concorso di pubblico alla messin- il paravento dell’arte scenica si nasconde- scena di celebri operette di Lehár (Il paese va, da un lato, la volontà di distrarre dalle del sorriso, Mazurka blu), Franz von Suppè tensioni e ansie della guerra, dall’altro la- (Boccaccio), e Salvatore Allegra (Mitizi). to, di trasformare la fruizione teatrale nel- Il repertorio di Lehár (Il paese del sor- la condivisione e partecipazione alla cau- riso, Il conte di Lussemburgo, La vedova al- 93 Il trio Cianci Gatti, Mario Bonoldi e Guido Guidi sa bellica. Gli attori dilettanti, spiegò Gu- legra), affiancato da Acqua cheta e Don- del G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti) di glielmo Barblan, «e gli stessi magari che na Perduta di Giuseppe Pietri e Madama Bolzano interpreta La radio che scocciatura!… fra poche ore saranno chiamati a indos- di Tebe di Carlo Lombardo caratterizzò le

175 proposte della compagnia guidata da En- rico Dezan. La vendita dei biglietti pari a lire 40.544 portò ad un saldo attivo di cir- ca 1.500 lire: fu una delle rare volte in cui non si verificò un bilancio in rosso. Alla composizione del cartellone del- la prosa concorsero, come di prassi, pre- stigiose compagnie italiane. Per la prima volta impegnata a Bolzano, Maria Melato (fig. 94) deluse in parte le attese dei 237 presenti per Aigrette di Dario Niccode- mi (rec. 78) e Tosca di Victorien Sardou (516), considerata troppo legata al libret- to per il melodramma pucciniano, men- tre la novità di Eligio Possenti, Stelle alpi- ne, commosse il numeroso pubblico (581 presenze) che festeggiò gli interpreti con chiamate alla fine di ogni atto. Fece discutere il programma del- la compagnia Palmer, in cui figurarono due «cosiddetti mattoni del passato», qua- li I mariti di Achille Torelli e il dramma I fuochi di San Giovanni di Hermann Su- dermann. Dal giudizio delle prima emer- ge quanto la critica sosteneva in merito al- le opere del secolo precedente: la mancan- za di spessore psicologico dei personaggi che solo l’attore in scena ha saputo colmare con le proprie abilità espressive e gestuali, come seppero fare Daniela Palmer, Salvo Randone, Esperia Esperani e Lina Volon- ghi. Lo stesso si verificò con l’impianto re- torico dei dialoghi sudermanniani, consi- derati datati e prossimi a diventare «classi- ≥ rec 78 ≥ rec 79 Se abbiamo sentito il dovere di dire tutto il male della de- Hedda è un demonio, una virago, una tigre in gonnella ci». In modo diverso lo stesso critico spiegò funta commedia, lo stesso dovere ci impone di dire tut- che deve agghiacciare il sangue nelle vene di coloro il successo della tragedia dannunziana La to il bene per la bella esecuzione che ce ne offrì ieri sera che assistono all’emporio delle sue sataniche prodez- fiaccola sotto il moggio, «non […] certo una Maria Melato e la sua compagnia. Certamente fu l’op- ze, in cui il fluttuar di un sadismo raccapricciante fa ar- portunità stilistica che spinse questa famosa nostra attri- restare il fiato. E la statura di una simile belva umana commediola frizzante e leggera». Nei gior- ce a dare un tono piuttosto magniloquente alle non po- non ci è sembrata aderire a quella assunta dalla Adani, ni della guerra «le platee hanno bisogno di che scene madre in cui tutto è stato dell’autore preven- che pur offrendo buoni momenti nei primi due atti, si è poesia e di un teatro che ponga i problemi tivato per strappare l’applauso a scena aperta: e gli ap- vista costretta a sostenere una lotta ingrata nel terzo e plausi infatti vennero. L’esperienza scenica della Melato quarto atto. eterni che ci assillano risolvendoli nell’at- e la sapiente sua sincerità valsero giustamente a sottoli- (“La Provincia di Bolzano”, 13 gennaio 1942, p. 3) mosfera che tutti al teatro domandano».141 neare con vigore tutti i momenti salienti dell’azione. La tua vita è la mia, triangolo amo- (“La Provincia di Bolzano”, 8 ottobre 1941, p. 3) roso di Vincenzo Tieri, e Il mandriano di Longwood di Alberto Donini, macchi- 94 Maria Melato nosa storia di un parallelismo tra il perso- naggio del titolo e Napoleone Bonaparte,

176 furono le due novità italiane lanciate dal- la compagnia Donadio–Carli. Risultaro- no di modesto valore nell’intreccio narra- tivo e nella consistenza dei personaggi, in parte riabilitati dalla bravura degli attori, che meglio si espressero con L’età critica di Max Dreyer. Nemmeno la compagnia di Laura Adani ottenne il tutto esaurito. La presti- giosa attrice, spalleggiata da Filippo Scel- zo, fu applaudita protagonista di Conchi- glia di Sergio Pugliese (299 spettatori, fig. 95) e di La presidentessa di Charles Hennequin e Pierre Veber (515). Dimo- strò incertezze quando si cimentò con Hedda Gabbler di Ibsen (527, rec. 79) e L’indemoniata di Schönherr. Il repertorio veneto compilò il car- tellone della compagnia Teatro di Vene- zia guidata da Carlo Micheluzzi. Alternò commedie recenti, Vileta fora de porta di Eligio Possenti e La testa sora el capelo di Arnaldo Boscolo, a testi dialettali classi- ci, quali Largaspugna di Arnaldo Fracca- roli e l’acclamata Nina…non far la stupida di Arturo Rossato e Gian Capo. Il burbe- ro benefico di Goldoni risultò lo spettacolo più seguito con Leo Micheluzzi indiscus- so protagonista. Le oltre 17.480 lire di en- trata dimostrarono un’affluenza di pubbli- co inferiore alle attese, anche se la stampa riferì di teatro regolarmente esaurito, co- munque superiore alla somma registrata dalla compagnia Siletti–Cei–Baghetti– Bettarini (13.876 lire), che non incontrò i favori della platea per l’effetto di un reper- torio di debole contenuto letterario, co- me Artemisio di Gaspare Cataldo e I poeti servono a qualche cosa di Nicola Manzari. Dopo I pescatori di Arnaldo Vacchieri e la conclusiva Farse dell’800 fino ad oggi «c’era in aria sentor funereo, ed era giusto perché la serata delle farse ci aveva parlato un lin- 95 Laura Adani, Luigi Cimara e Nino Pavese guaggio morto nel tempo».142 in Conchiglia di Sergio Pugliese 96 Cesare Giulio Viola e Emma Gramatica Il record d’incassi della stagione, 21.450 97 Emma Gramatica nella Damigella di Bard lire in tre serate, spettò alla compagnia di di Salvator Gotta Emma Gramatica (fig. 96). L’atteso ritorno

177 dell’attrice fu salutato da una sala gremi- rino di tip-tap, la performance della dan- ta quando fu protagonista della Damigel- zatrice e cantanti vari della compagnia di la di Bard di Salvator Gotta (fig. 97) e Giorgio Linchi. Diventò una sorta di tea- di Un bicchier d’acqua di Eugene Scribe, tro nel teatro di regime: prima dello show che interpretò con «una recitazione flui- i soldati scattarono in piedi, sull’attenti, da e piacevole senza ombra di retorica e osservarono un minuto di silenzio in me- senza alcun sussiego».143 Lo stesso baga- moria dei caduti mentre si eseguivano gli glio tecnico impreziosì Francesca, novità inni nazionali che commossero e poi tra- di Renato Lelli che colpì per la purezza e scinarono in un lungo applauso i presen- la bontà dei sentimenti di una contadina ti, trai quali si riconobbero Rino Parenti, abruzzese capace di ricostruire una fami- presidente dell’O.N.D. (Opera Nazionale glia allo sfacelo. Dopolavoro), il segretario federale Vitto- Per il tradizionale appuntamento con rio Passalacqua e poi ispettori e graduati la stagione lirica di primavera furono scrit- delle varie armi. turati cantanti di grido. Il soprano Mafal- A favore delle forze militare gli atto- ≥ rec 80 da Favero (fig. 98) fu Madama Butterfly. ri del Dopolavoro Provinciale recitarono Nelle vesti di Pinkerton è stato ascoltato il giovane te- nore Mario Del Monaco, recentemente rivelatosi sulle Sorprese per il perfetto equilibrio tra re- Amor sincero di Gino Valori, cui seguiro- scene liriche. Si tratta di un cantante esordiente dotato cita vocale e scenica, «così che il suo can- no numeri di arte varia, note romanze e in maniera non comune: voce generosa di sicuro tim- to pervaso di assoluta musicalità è costan- canzoni in voga. Il pubblico ringraziò gli bro, estesa ed in possesso di acuti di immediata efficacia. Gagliardamente inebriato di tanto dono naturale Del temente teso a sottolineare il personaggio interpreti locali con lunghi applausi e ova- Monaco distribuisce le risorse della sua ugola senza al- cui vuol dare vita».144 Oltre alla Favero, zioni, poi replicati per I disonesti di Ge- cun risparmio con la munificenza tipica di chi non deve che fu ripetutamente applaudita, la mes- rolamo Rovetta nella produzione della fi- misurare i propri mezzi. (“La Provincia di Bolzano”, 29 novembre 1941, p. 3) sinscena del capolavoro pucciniano rivelò lodrammatica Dante di Bolzano e per la un giovane e promettente tenore, Mario messinscena di Questi ragazzi di Gherardo ≥ rec 81 Del Monaco (rec. 80), e confermò l’orche- Gherardi ideata dalla filodrammatica Im- Fra gli attori della attuale composizione della compa- gnia ben si distinse la giovanissima Anna Proclemer, co- stra diretta dal maestro Franco Parenti. pero del Dopolavoro Ferroviario Galtaros- nosciuta nella nostra città come studentessa prima che Pari successo accompagnò Lucia di Lam- sa di Verona. attrice: essa possiede doti invidiabili di sicurezza scenica, mermoor con la voce limpida e duttile di In coda alla stagione 1941–1942 fu di verità drammatica e di efficacia d’accento. A veder- la recitare, con tanta fermezza dopo poche settimane Lina Pagliughi nella parte del titolo. posizionata la compagnia Roses, chiamata di vera esperienza di palcoscenico c’è da sospettare di Se le produzioni operistiche, più che la per l’ennesima volta a Bolzano. Gli attori salutarla un giorno molto in alto. prosa, diedero esiti positivi, analogamen- divertirono la platea con le classiche ope- (“La Provincia di Bolzano”, 10 novembre 1942, p. 5) te le recite filodrammatiche riempirono la rette di tradizione austriaca (Mazurka blu ≥ rec 82 sala. Il rafforzamento delle attività a par- e Il paese del sorriso di Franz Lehár, Boccac- Il soprano Lyana Grani […] offrì una bella prova della se- tecipazione popolare intrecciava la propa- cio di Franz von Suppé), e esempi italiani, rietà con la quale essa si accinge a calcare le scene. La sua tecnica forbita e pronta ad ogni asperità, le consente ganda di regime con l’apologia della guer- come Donna perduta di Pietri e Madama di sfruttare al massimo le risorse della sua voce, che sem- ra, camuffata negli abiti di scena indossati di Tebe di Lombardo. Quest’ultima, scelta pre risultano adeguate alla necessità della sua parte. C’è dagli attori dilettanti che nella vita eser- a titolo esemplificativo, fu salutata da un nel suo modo di cantare e di dire, della intelligenza sce- nica e del suo gusto che fa trapelare delle sane intenzioni citavano mestieri di tipo militare. Erano pubblico numerosissimo che richiese di- stilistiche, ed ogni sua frase tradisce l’equilibrio. sergenti universitari del corpo degli Alpi- versi bis, affascinato dalla recita dello stes- (“La Provincia di Bolzano”, 17 maggio 1943, p. 5) ni gli interpreti della rivista Filosofi a rap- so Dezan e dalle esibizioni della soubrette porto di Gabellino, Scarpello e Mancini. Vera Carmi nel ruolo del titolo. Oppure la platea del Teatro Verdi fu in- Per l’apertura della stagion1942–1943, teramente occupata da divise grigioverdi ultima per la vita artistica del Teatro Ver- in occasione di una serata a loro dedicata di, fu proposto il Teatro delle Arti di An- di fronte e organizzata dal Dopolavoro Provincia- ton Giulio Bragaglia. La scelta può sor- 98 (sinistra) Mafalda Favero le. L’appuntamento non si consumò sola- prendere se si considerano i precedenti 100 Anna Proclemer mente nei numeri di varietà con il balle- generalmente orientati verso compagnie e

179 repertori di facile fruizione popolare. La Salvo Randone, i giovani Roberto Villa e regia sperimentale di Bragaglia disorien- Lina Volonghi. tò platea e critica. La cifra eminentemente Per le tre serate della compagnia Be- visiva della messinscena segnata dall’im- nassi–Carli fu venduto un numero co- ponenza dell’impianto scenografico, sot- pioso di biglietti e gli acquirenti furono tolineò Guglielmo Barblan, penalizza il ripagati da spettacoli eccellenti, dal pi- testo ed evidenzia «le insufficienze degli randelliano Non si sa come a I disonesti di attori chiamati a recitare soggetti trat- Rovetta e L’urlo, dramma della gelosia di ti dal cinema», che «nella cornice sceni- Alessandro De Stefani. ca fanno un po’ l’effetto di film visti al Vicino all’attore di richiamo quale leva rallentatore e ingenerano quindi monoto- pubblicitaria, fu concesso spazio rilevan- nia». Il giudizio così severo riguardò Setti- te al repertorio popolare di area padana, mo cielo di Austin Strong e in parte La vo- affidato alle competenze della qualifica- ce della tempesta di Emily Brontë (fig. 99, ta compagnia del Teatro di Venezia. Gli rec. 81), che, pur presentando un drastico attori guidati da Carlo Micheluzzi calca- ridimensionamento della complessità dei rono il palcoscenico del Teatro Verdi in personaggi rispetto al romanzo, si dimo- due momenti diversi. A febbraio diverti- strò lezione di modernità nella prova co- rono la platea con i classici del reperto- rale dei giovani interpreti tra i quali emer- rio, tra cui L’onorevole Campodarsego di se la trentina Anna Proclemer (fig. 100).145 Libero Pilotto e Zente refada di Giacin- Al Teatro delle Arti subentrò la com- to Gallina; in giugno ripropose I balco- pagnia di Annibale Betrone. Il cartellone, ni sul Canal Grande di Alfredo Testoni, misto di classici e novità, non richiamò il Ostrega che sbrego…! di Arnaldo Fracca- grande pubblico, come per il dramma Il roli e Il bugiardo di Goldoni con Miche- giro del mondo di Cesare Giulio Viola in- luzzi protagonista. terpretato da Esperia Esperani e lo stes- Dopo le applaudite esibizioni della so Betrone, la cui abilità espressiva resero compagnia di Nuto Navarrini con le ri- apprezzabile Papà Lebonnard di Jean Ai- viste Cortometraggio d’amore e Vicino alle card e l’inedito Vicolo senza sole di Rober- stelle, fu la volta della compagnia Gior- to Zerboni. da–Cei con una ripresa, Mani in alto di In merito a questi allestimenti, le re- Guglielmo Giannini, e due novità Soci in censioni privilegiarono i contenuti dei te- amore di Nicola Manzari e Velo nuziale sti piuttosto che la messinscena. Si trattò di Eligio Possenti. Le commedie, assai di una scelta ideologica mirata alla dif- modeste sotto il profilo contenutistico, ri- fusione della drammaturgia italiana con- marcavano l’urgenza di affermazione del- temporanea. Si spiega in questo modo il la scrittura teatrale italiana, assurta a filo pacchetto di commedie inserite nel car- conduttore di questa ultima stagione del tellone della compagnia del Teatro del Teatro Verdi. G.U.F., che comprendeva due novità na- Su questa linea si allinearono anche zionali di giovani autori, Lotta con l’an- i titoli della compagnia Donadio, che gelo di Tullio Pinelli e Paludi di Diego furono oggetto di giudizi negativi: «So- Fabbri, vicino ad Un gradino più giù di no apparsi piuttosto scialbi e condanna- Stefano Landi, e Maria Maddalena di bili, quando non addirittura riprovevo- Friedrich Hebbel, drammaturgo tede- li», scrisse Barblan146, che stroncò Il con- 99 Una scena di La voce della tempesta di Emily Brontë sco in rappresentanza dell’alleanza con la te di Brechard di Giovacchino Forzano, 101 Daniela Palmer Germania nazista. Il cast allineava inter- commedia ambientata al tempo della Ri- preti di valore, Daniela Palmer (fig. 101), voluzione francese, perché «quello che

180 egli compie potrebbe benissimo accade- ni ferroviari per trasportare l’attrezzatura Nel corso dell’estate ci furono proiezioni re in un dramma giallo qualora al posto scenica. Prima della rappresentazione fu- cinematografiche, bruscamente interrot- dei giacobini figurassero, ad esempio, dei rono distribuiti ai «gloriosi reduci» fiori e te dall’esplosione di una bomba alleata, gangster».147 Piacque la storia dell’immi- bibite. L’esecuzione del capolavoro pucci- orientata verso la vicina stazione ferrovia- grato dai sentimenti nobili e puri raccon- niano, affidata all’orchestra del maestro ria, che danneggiò la struttura dell’edifi- tata ne La sera del sabato di Guglielmo Corrado Benvenuti, coinvolse l’auditorio cio. Era il 2 settembre. Altre ne seguirono Giannini. grigio-verde nel gioco delle emozioni, «fe- nei mesi successivi e diedero il colpo di Poco aderente ai gusti del pubblico ce breccia nel cuore» dei militari, trasci- grazia ad un corpo ormai agonizzante, il si rivelò invece il repertorio scelto dalla nati dalla voce di Iris Adami Corradetti cui scheletro pietrificato rimase in piedi compagnia del Teatro Odeon di Milano, nella parte del titolo.148 per diversi anni. per la prima volta a Bolzano. Diretta da Il Teatro Verdi si presentò esaurito Luigi Carini e formata da un cast di attori in ogni ordine di posto anche per le rap- di primo piano – Antonella Petrucci, Car- presentazioni della stagione lirica, a par- lo Lombardi, Mercedes Brignone – non tire da Elisir d’amore di Donizetti con convinse con Inventiamo l’amore di Giu- il soprano Lyana Grani (rec. 82) e il te- seppe Achille e Bruno Corra e La vola- nore Emilio Renzi protagonisti alla pa- ta di Dario Niccodemi. Ottenne parziali ri dell’orchestra di Fratini, per proseguire consensi con Il cascinale, novità di Adami. con il verdiano Rigoletto. Pur mancando Mancano le fonti giornalistiche re- nel cast nomi altisonanti, si misero in lu- lative agli spettacoli della compagnia del ce, tra gli altri, le voci del baritono Gio- Teatro Eliseo di Roma, anche perché si vanni Inghilleri, del soprano Clara Fre- confrontò con una serie di testi che, a drani e del tenore Mario Filippeschi. esclusione di Daniele tra i leoni di Guido Quando il podestà Alfredo Clavari- Cantini, avrebbero potuto sollevare obie- no, presidente della Deputazione Teatra- zioni per il loro anacronismo (La moglie le, scrisse alla Federazione nazionale fa- ideale di Marco Praga e La bella avven- scista industriali dello spettacolo-Ufficio tura di Robert de Flers e Gaston de Cail- assistenza per il Teatro lirico, la consue- lavet), oppure per il contenuto scandalo- ta relazione usò poche e chiare parole: so presente ne La professione della signora «L’esecuzione delle opere in cartellone ha Warren di Shaw, recitata da Sarah Ferrati pienamente soddisfatto tutta la cittadi- e Paolo Stoppa. nanza tanto che su dieci rappresentazioni Se la prosa diede risultati poco soddi- si ebbero dieci esauriti». Aggiunse che la sfacenti, con la lirica la situazione si capo- stagione ha avuto «esito finanziario sod- volse. L’annuale stagione di primavera fu disfacente, tenuto conto del periodo di preceduta da uno spettacolo che diventò emergenza […] ed i prezzi bassi attuati evento per la qualità artistica, ma soprat- allo scopo di offrire gli spettacoli al mag- tutto per la tipologia di pubblico presen- gior numero di pubblico possibile».149 te in sala. La cultura della scena si coniu- Gli attori della compagnia Teatro di gò nuovamente con lo spirito della guerra, Venezia furono gli ultimi a calcare Il pal- anche se forse sarebbe più corretto inver- coscenico del Teatro Verdi. Intrattennero tire l’ordine dei termini, perché alla mani- la platea con commedie popolari di suc- festazione parteciparono «i gloriosi soldati cesso, tra cui I balconi sul Canal Grande feriti e reduci dai pari fronti di combatti- di Alfredo Testoni, Il burbero benefico di mento degenti negli ospedali di Bolzano Carlo Goldoni (figg. 102, 103) e La sposa e Merano», ai quali fu dedicata Madama segreta di Giovanni Cenzato, con le quali Butterfly. Fu una messinscena sontuosa. si chiuse il ciclo di spettacoli della stagio- Il complesso lirico occupò quattro vago- ne 1942–1943.

181 102 Una scena del Burbero benefico di Carlo Goldoni 103 Carlo Micheluzzi e Cesco Baseggio nel Burbero benefico di Carlo Goldoni 1 “Der Tiroler”, 6 gennaio 1918, pp. 1–2. Di qui in avan- logna 2001–2002 (testi di laurea), pp. 26–27. ti sarà siglato “Tir”. 20 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- Sulla produzione teatrale di Karl Schönherr, personag- striaca, Atti Generali, busta 12. gio di spicco per la drammaturgia legata al territorio ti- 21 “Il Piccolo Posto”, 5 giugno 1922, p. 3. Di qui in avan- rolese e al motivo della lotta per la libertà, vedi W. Bor- ti sarà siglato “PP”. tenschlager, Tiroler Drama und Dramatiker im 20. 22 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- Jahrhunder, a cura di H. Kuprian, St. Michael 1982, striaca, Atti Generali, busta 12. pp. 30–38. 23 Vedi “BzN”, 20 ottobre 1922, pp. 6–7. 2 Il borgomastro si riferiva alla scritta “Der deutschen 24 “Tir”, 20 ottobre 1922, p. 5. Kunst” posta sul frontone del Teatro Civico. 25 “BzN”, 23 novembre 1922, p. 4. 3 “Bozner Nachrichten”, 16 aprile 1918, p. 3. Di qui 26 “PP”, 20 marzo 1922, p. 3. in avanti sarà siglato “BzN”. Per la serata inaugurale 27 Vedi B. Sanguanini, Il pubblico all’italiana. Forma- vedi E. Schneider, Das Bozner Stadttheater im Bahn- zione del pubblico e politiche culturali tra Stato e Teatro, hofspark, in Bozen, Stadt im Umbruch. Beiträge über Bo- Milano 1989. zen seit 1900, Bozen 1973, p. 395; C. Von Hartun- 28 “PP”, 13 dicembre 1922, p. 3. gen, Das alte Stadttheater von Bozen im Spannungsfeld 29 “PP”, 16 dicembre 1922, p. 3. zweier Kulturen, “Distel”, (XXXIII) 1988, n. 33, p. 25; 30 “PP”, 21 aprile 1923, p. 3. G. Tonini, Viaggio a ritroso nella storia musicale a Bolza- 31 “PP”, 4 maggio 1923, p. 2. no, in Mito Opera. Percorso nel mondo del melodramma, 32 Vedi C. Von Hartungen, Das alte Stadttheater, cit., Lucca 2002, p. 81; H. Stuppner, Musik und Gesellschaft p. 25. in Südtirol, vol. I, Bozen 1800–2000, Bozen 2009, 33 “PP”, 28 aprile 1923, p. 2. pp. 343–345. 34 Vedi F. Doglio, Il teatro pubblico in Italia, Roma 4 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 1976, pp. 38 sgg.; C. Merli, Il teatro ad iniziativa pub- striaca, Atti Generali, busta 12. blica in Italia, Milano 2007, pp. 23–27; G. Pedullà, Il Per l’inquadramento delle stagioni teatrali curate da Leo teatro italiano nel tempo del fascismo, Corazzano (), Bowacz vedi Stadttheater Bozen, a cura di E. Weitz, Bo- 20092, pp. 44–86. zen 1919 (che riporta i nomi degli attori della stagione 35 “PP”, 31 ottobre 1923, p. 4. teatrale breve); E. Schneider, Das Bozner Stadttheater, 36 “PP”, 8 novembre 1924, p. 8. cit., p. 395; C. Von Hartungen, Das alte Stadttheater, 37 “La Voce del Sella”, 15 maggio 1925, p. 2. Di qui in cit., pp. 22–24; H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, avanti sarà siglato “VS”. cit., pp. 345–348 (a p. 347 si leggono i nomi degli attori 38 “PP”, 21 agosto 1925, p. 5. della stagione 1918–1919). 39 “PP”, 13 marzo 1926, p. 4. 5 A. Colocci Vespucci, Diario del Commissario Lin- 40 I rapporti artistici di Memo Benassi con Emma Gra- gua e Cultura (1918–1919), “Archivio per l’Alto Adige”, matica e la successiva esperienza di capocomicato avvia- XXX(1935), p. 11. ta nella stagione 1934–1935, sono sinteticamente trat- 6 Vedi “Tir”, 15 novembre 1918, p. 4. tati da L. Bragaglia, Memo Benassi. Un grande attore 7 Vedi “BzN”, 1 febbraio 1919, p. 2. diverso, presentazione di M. Scaccia, Bologna 2007, pp. 8 Vedi G. Tonini, Ricordare Ludwig Thuille (1861– 58–69 e pp. 73–84. 1907), “Il Cristallo – Rassegna di Varia Umanità”, 41 “VS”, 4 febbraio 1927, p. 3. XLIX(2007), pp. 116–126 e H. Stuppner, Musik und 42 “La Provincia di Bolzano”, 4 giugno 1927, p. 2. Di qui Gesellschaf, cit., pp. 194–195. in avanti sarà siglato “PBz”. 9 “Archivio per l’Alto Adige”, XIII(1918), p. 418. 43 “PBz”, 30 giugno 1927, p. 2. 10 Vedi “BzN”, 18 settembre 1919, p. 2 e “Tir”, 19 set- 44 “PBz”, 13 luglio 1927, p. 2. tembre 1919, p. 2. 45 “Archivio dell’Alto Adige”, XXIII(1928), pp. 569–570. 11 “Tir”, 25 settembre 1919, p. 4. 46 Vedi A. Gadotti, Carmen Melis. Un grande soprano 12 Vedi “BzN”, 1 novembre 1919, p. 4. del , Roma 1985. Le scarne notizie parlano di 13 Vedi Bozener Opern-Gastspiele 1920, a cura di L. «lieto successo» (“PBz”, 4 ottobre 1927, p. 3). Pfeuffer, München 1920. 47 “PBz”, 1 novembre 1928, p. 2. 14 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- 48 “PBz”, 20 novembre 1928, p. 2. Esula dalle nostre striaca, Atti Generali, busta 12. competenze l’analisi letteraria delle commedie italiane 15 Ognuno aveva inaugurato nell’agosto 1920 il festi- scritte durante il fascismo e rappresentate anche a Bol- val di Salisburgo, fondato dallo stesso Hofmannsthal zano. Per le opere di Pirandello, De Benedetti, Pugliese, con e Max Reinhardt al quale fu af- Cantini, Viola, Niccodemi, Gherardi, De Flaviis, ecc. si fidata la regia dello spettacolo che si tenne sul sagrato rinvia a E. Murri, Rose scarlatte e telefoni bianchi (Ap- del Duomo, suscitando non poche polemiche. Vedi M. punti sulla commedia italiana dall’Impero al 25 luglio Reinhardt, I sogni del mago, a cura di E. Fuhrich e 1943), Roma 1981; G. Antonucci, Storia del teatro ita- G. Prossnitz, introduzione di G. Strehler, Milano liano del Novecento, Roma 1996, pp. 82–125; P. Puppa, 1995, pp. 93–115 e G. Prossnitz, Salzburger Festspie- Il teatro dei testi. La drammaturgia italiana del Novecen- le. 1945–1960. Ein Chronik in Zeugnissen und Bildern, to, Torino 2003, pp. 42–61. Salzburg-Wien, 2002, vol. 1, p. 230. 49 “PBz”, 11 agosto 1929, p. 2. 16 Vedi “Tir”, 28 febbraio 1921, p. 4 e “BzN”, 1 marzo 50 “PBz”, 29 agosto 1929, p. 2. 1921, p. 4. 51 “PBz”, 1 settembre 1929, p. 2. Mario Mascagni, al- 17 ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione au- lievo del cugino Pietro, dopo le esperienze maturate a striaca, Atti Generali, busta 12. Udine in qualità di direttore del Corpo di Musica e del 18 Ibidem, Atti Generali, busta 12. liceo musicale fino al 1927, arrivò a Bolzano invitato dal 19 Archivio centrale di Stato, Ufficio Centrale per le nuo- prefetto Umberto Ricci. Il direttore d’orchestra, compo- ve province, b. 56, fasc. 21, Bolzano. Teatro cittadino. sitore e concertista diventò un punto di riferimento fon- Il documento è citato da G. Benincasa, La ‘cultura’ a damentale per la vita musicale locale. A lui compete la Bolzano fra nazionalismo e fascismo negli anni Venti, Bo- fondazione del liceo musicale “Gioacchino Rossini”

183 nel 1932, poi diventato nel 1940 conservatorio “Clau- 68 “PBz”, 24 aprile 1932, p. 4. dio Monteverdi”, da lui stesso diretto fino al 1943. Per 69 “PBz”, 21 aprile 1932, p. 4. una ricostruzione della personalità di Mascagni e del suo 70 “PBz”, 22 settembre 1932, p. 4. operato culturale a Bolzano vedi H. Stuppner, Musik 71 “PBz”, 30 settembre 1932, p. 2. und Gesellschaft, cit., pp. 394–425. 72 “PBz”, 29 ottobre 1932, p. 4. 52 “PBz”, 16 novembre 1929, p. 2. Sulla figura artistica di 73 Gli spettacoli citati, destinati a diventare tra i più riu- Luca Pedroni vedi H. Stuppner, Musik und Gesellschaft, sciti del repertorio dell’attore veneto assieme ad altri che cit., pp. 414–416. furono applauditi anche a Bolzano e di cui si darà noti- 53 “PBz”, 8 novembre 1929, p. 2. zia, sono ricordati da P. Puppa, Cesco Baseggio. Ritratto 54 “PBz”, 23 maggio 1930, p. 2. dell’attore da vecchio, Venezia 2003, pp. 70–92. 55 “PBz”, 30 settembre 1930, p. 2. 74 “PBz”, 17 marzo 1933, p. 4. 56 Il Carro di Tespi era una struttura dotata di un pia- 75 “PBz”, 16 aprile 1933, p. 3. Guglielmo Barblan è sta- no scenico sormontato da una cupola a mantice in tubi to il critico più autorevole del quotidiano “La Provin- di ferro, la quale all’esterno era ricoperta da un tendo- cia di Bolzano”. Si trasferì nel 1932 da Roma a Bolzano ne e all’interno reggeva la Fortunity, che permetteva di per insegnare violoncello ed estetica musicale nel liceo realizzare i più ricercati e sofisticati effetti luminosi e musicale “Gioacchino Rossini”, poi regio conservatorio scenografici. Di notte l’intelaiatura meccanica del teatro Claudio Monteverdi. Iniziò l’attività giornalistica nel veniva smontata e il giorno dopo trasferita in una diversa 1933 e si concluse nel 1950 a seguito del trasferimento località per essere rapidamente montata. I Carri di Tespi a Milano, dove insegnò storia della musica all’universi- furono ideati da Giovacchino Forzano ad imitazione del tà. Dal 1964 al 1968 ricoprì la carica di presidente della teatro ambulante promosso da Firmian Gémier in Fran- Società Italiana di Musicologia. cia prima della Grande guerra. Il primo Carro di prosa 76 “PBz”, 23 aprile 1933, p. 7. fu battezzato il 14 luglio 1929 nel piazzale del Pincio a 77 “PBz”, 5 settembre 1933, p. 5. Roma, alla presenza di Mussolini, con la rappresentazio- 78 Sulla fortuna del Grand Guignol in Italia, con parti- ne dell’Oreste di Vittorio Alfieri e diGianni Schicchi del- colare riferimento ad Alfredo Sainati, vedi R. Tessari, lo stesso Forzano impegnato nel ruolo di regista. Il cla- Teatro italiano, cit., pp. 10–11. moroso successo ottenuto durante la tournée estiva nelle 79 “PBz”, 24 novembre 1933, p. 5. piccole città e nei paesi dell’Italia meridionale, convin- 80 Sulla Società Amici della Musica vedi H. Stuppner, se i dirigenti dei Servizi artistici dell’O.N.D. a ripetere Musik und Gesellschaft, cit., pp. 419–420. l’esperienza l’anno successivo, elaborando un program- 81 “PBz”, 9 dicembre 1933, p. 5. ma più articolato e minuzioso. I carri per la prosa pas- 82 “PBz”, 7 dicembre 1933, p. 5. sarono a tre e fu allestito un Carro di Tespi per la lirica, 83 “PBz”, 10 marzo 1934, p.5. che iniziò l’attività il 24 agosto 1930 con la messinsce- 84 “PBz”, 2 aprile 1934, p. 5. na della Bohème diretta da Pietro Mascagni a Torre del 85 “PBz”, 27 maggio 1934, p. 5. Lago. Per L’attività artistica e la funzione di propaganda 86 “PBz”, 3 giugno 1934, p. 5. si rinvia a E. Scarpellini, Organizzazione teatrale e po- 87 “PBz”, 31 maggio 1934, p. 5. litica del teatro nell’Italia fascista, nuova edizione rive- 88 Il compositore e pianista polacco Ignaz Friedman duta e aggiornata, Milano 20042, pp. 114–120; G. Pe- soggiornava spesso nell’omonima villa di Siusi, ac- dullà, Il teatro italiano, cit., pp. 175–177; P. Girolami, quistata nel 1930 e abbandonata nel 1939 per effetto Il carro di Tespi: teatro e fascismo, in Cultura e fascismo. dell’espulsione degli ebrei stranieri imposta dal regime Letteratura arti e spettacolo di un Ventennio, a cura di fascista. Seguì l’esilio nei paesi scandinavi fino alla con- M. Biondi e A. Borsotti, prefazione di E. Ghidetti, clusiva tappa di Sidney, dove il maestro di fama inter- Firenze 1990, pp. 265–290; R. Tessari, Teatro italiano nazionale morì nel 1948. Vedi H. Stuppner, Musik und del Novecento. Fenomenologie e strutture 1906–1976, Fi- Gesellschaft, cit., pp. 438–458. renze 1996, pp. 66–67. 89 “PBz”, 4 ottobre 1934, p. 5. 57 Sull’attività dell’Opera Nazionale Dopolavoro 90 “PBz”, 29 aprile 1935, p. 5. (O.N.D.) e Opera Nazionale Balilla (O.N.B.) vedi G. 91 Sulla figura di Alexander Moissi vedi L. Bragaglia, Benincasa, La ‘cultura’ a Bolzano, cit., pp. 146–157. Ritratti d’Attore, Bologna 2007, pp. 53–57. 58 “PBz”, 5 settembre 1930, p. 2. 92 “PBz”, 15 febbraio 1935, p. 5. 59 “PBz”, 7 settembre 1930, p. 2. Vedi anche “Alpenzei- 93 “PBz”, 19 aprile 1935, p. 5. tung“, 9 settembre 1930, p. 4. 94 “PBz”, 13 ottobre 1935, p. 7. 60 Campo di maggio, dal quale fu ricavato un film nel 95 “PBz”, 14 ottobre 1935, p. 5. 1934, fu il primo risultato teatrale del rapporto politi- 96 Regesti Teatrali, I, 9, Contributo statale per la stagio- co e drammaturgico di Giovacchino Forzano con Be- ne lirica autunnale 1935. nito Mussolini. Seguirono Villafranca (1931) e Cesare 97 “PBz”, 27 novembre 1935, p. 5. (1939), testi allestiti con successo anche internazionale 98 “PBz”, 13 dicembre 1935, p. 5. dallo stesso autore. Sulla collaborazione con il Duce vedi 99 “PBz”, 17 dicembre 1935, p. 5. G. Forzano, Mussolini autore drammatico, con carteggi 100 Regesti Teatrali, IV, 3, mandati di pagamento 1936. inediti, Firenze 1954. 101 Regesti Teatrali, II, 2, Regolamenti e verbali sedu- 61 “PBz”, 8 aprile 1931, p. 2. te 1936. 62 “PBz”, 27 maggio 1931, p. 4. 102 Vedi G. Pedullà, Il teatro italiano, cit., pp. 113 sgg. 63 “PBz”, 2 settembre 1931, p.2. e E. Scarpellini, Organizzazione teatrale, cit., 64 “PBz”, 6 settembre 1931, p. 4. pp. 165–173. 65 Su Gino Rocca e il teatro dialettale vedi A. Ottai, 103 Cfr. R. decreto-legge 1° aprile 1935, Istituzione di un Come a concerto. Il Teatro Umoristico nelle scene degli Ispettorato del teatro alla dipendenza del Sottosegreta- anni trenta, Roma 2002, pp. 85–94. riato di Stato per la stampa e propaganda, in “Gazzetta 66 “PBz”, 12 novembre 1931, p. 4. Ufficiale”, n. 85 (11 aprile 1935), cit da G. Pedullà, Il 67 “PBz”, 17 aprile 1932, p. 4. teatro italiano, cit., p. 113, n. 11.

184 104 Regesti Teatrali, II, 2, Regolamento per la gestione “Atesia Augusta”, (V)1942, nn. 9–10, p. 45. del Teatro Civico 1936. 146 G. Barblan, Cronache del teatro e della musica, “Ate- 105 “PBz”, 9 settembre 1936, p. 5. sia Augusta”, V(1943), nn.3–4, p. 44. 106 “PBz”, 16 settembre 1936, p.5. 147 “PBz”, 6 marzo 1943, p. 5. 107 Vedi S. De Matteis, Il teatro delle varietà. Lo spet- 148 “PBz”, 26 marzo 1943, p. 5. tacolo popolare in Italia dal café Chantant a Totò, Firen- 149 Regesti Teatrali, VIII, 5, Teatro Verdi. Stagione lirica ze 2008. di primavera 1943. 108 “PBz”, 12 gennaio 1937, p. 5. 109 “PBz”, 2 maggio 1937, p. 7. 110 Regesti Teatrali, I, 12, Pratiche generali abbinate per concessione contributo statale anno comico 1936–1937. 111 “PBz”, 20 ottobre 1937, p. 5. 112 Regesti Teatrali, I, 13, Quadro statistico e relazione finanziaria degli spettacoli eseguiti al teatro “G. Verdi” di Bolzano nell’anno comico 1937–1938. 113 “PBz”, 23 ottobre 1937, p. 5. 114 “PBz”, 31 ottobre, 1937, p. 5. 115 “PBz”, 28 marzo 1938, p. 5. 116 “PBz”, 7 aprile 1938, p. 5. 117 “PBz”, 8 aprile 1938, p. 5. 118 “PBz”, 6 maggio 1938, p. 5. 119 “PBz”, 20 maggio 1938, p. 5. 120 “PBz”, 19 ottobre 1938, p. 5. 121 “PBz”, 29 ottobre 1938, p. 5. 122 “PBz”, 25 novembre 1938, p. 5. 123 “PBz”, 7 febbraio 1939, p. 5. 124 “PBz”, 15 aprile, 1939, p. 5. 125 “PBz”, 16 maggio, 1939, p. 7. 126 “PBz”, 24 giugno, 1939, p. 3. 127 G. Barblan, L’inizio dell’anno teatrale, “Atesia Au- gusta”, I(1939) n. 8, p. 53. Il consumo dello spettacolo, compreso il cinema a Bolzano durante la guerra è argo- mento di un saggio di G, Perez, A teatro per dimenti- care – Arte, spettacoli e divertimenti dal 1940 al 1943, in Non abbiamo più caffè. Bolzano 1940–1943: una città in guerra, a cura di F. Miori e T. Rosani, Bolzano 2003, vol. I, pp. 155–208. 128 “PBz”, 24 ottobre 1939, p. 3. 129 “PBz”, 3 marzo 1940, p. 5. 130 Vedi l’elenco delle compagnie minime in G. Pedullà, Il teatro italiano, cit., p. 272. 131 “PBz”, 6 ottobre 1940, p. 5 132 “PBz”, 15 novembre 1940, p.5 133 “PBz”, 19 novembre 1940, p. 6. 134 “PBz”, 1 febbraio 1941, p. 5. 135 “PBz”, 6 aprile 1941, p. 5. 136 Regesti Teatrali, I, 16, Contributi statali anno tea- trale 1940–1941. 137 G. Barblan, Cronache del teatro e della musica, “Ate- sia Augusta”, III (1941), pp.45–46. 138 Siro Angeli, anche poeta narratore e sceneggiatore, aveva vinto nel 1937 un’edizione dei Littoriali, i concor- si annuali ai quali partecipavano soprattutto universita- ri del G.U.F. e neolaureati, con La casa, primo tassello della cosiddetta ‘trilogia carnica’, poi completata da Mio fratello, Il ciliegio e Dietro di noi. 139 Sulla figura e la vita di Cianci Gatti (pseudonimo di Luigi Gatti), poliedrico uomo di spettacolo applaudito da platee nazionali e internazionali, vedi la monografia di S. Ottoni, Suonate pure! Io ho suonato abbastanza… Cianci Gatti. Il racconto di una vita, Bolzano 2007. 140 G. Barblan, Cronache del teatro e della musica, “Ate- sia Augusta”, III (1941), pp.45–46. 141 “PBz”, 18 novembre 1941, p. 4. 142 “PBz”, 18 febbraio 1942, p. 4. 143 “PBz”, 3 maggio 1942, p. 3 144 “PBz”, 29 maggio 1942, p. 3. 145 Vedi G. Barblan, Cronache del teatro e della musica,

185

vedute del teatro civico / teatro verdi

Teatro Civico, veduta prospettica dell’edificio rispettivamente dal lato settentrionale e da quello meridionale di fronte: Veduta del Teatro Civico dal Viale della Stazione questo sito: Il Teatro Civico con il parco circostante di fronte: Il Teatro Civico in due cartoline degli anni Trenta questo sito: Veduta notturna del Teatro Verdi di Bolzano, anno 1943 di fronte: L’atrio d’ingresso del Teatro Verdi, anno 1942 questo sito: Il ridotto del Teatro Verdi, anno 1942 prossima doppia: Distribuzione dei posti in platea e nei loggioni Veduta della sala teatrale dal palcoscenico

di fronte: Veduta della sala teatrale questo sito: Il primo bombardamento aereo che danneggiò il Teatro Verdi, 2 settembe 1943

Vedute del Teatro Verdi bombardato

Alcuni ruderi rimasti del Teatro Civico / Teatro Verdi La spettacolarizzazione della politica

Manifestazioni e celebrazioni civili al Teatro Civico di Bolzano negli anni di amministrazione fascista

Angela Mura

L’arte drammatica è da sempre, per il suo carattere di immediata comunica- zione, un mezzo espressivo che si adat- ta plasticamente alla rappresentazione, in forme trasfigurate dall’arte scenica, delle problematiche del tempo e delle passioni umane e che nel breve arco del testo te- atrale ne mostra le premesse, lo sviluppo verso l’apice e la finale soluzione. Acca- de sovente nella storia del teatro, parti- colarmente in periodi di regime totalita- rio, che la platea venga usata, sfruttando proprio questo potenziale espressivo, an- che per plasmare l’opinione pubblica: a quest’aspetto ha fatto riferimento Massi- mo Bertoldi in questo stesso volume. Nel rapporto dinamico fra teatro e società non concentreremo qui la nostra atten- zione sul “contenuto”, ovvero sul com- plesso delle rappresentazioni teatrali e la loro potenzialità pedagogica, ma sul “contenitore”, ossia l’edificio teatrale. È prassi abbastanza comune, infatti, utiliz- zare le sale teatrali, sfruttando la loro ot- timale capienza, anche per usi differenti da quella che è la loro naturale vocazio- ne, per ambientarvi manifestazioni di ca- rattere pubblico, destinate ad un’allargata collettività. Negli anni di amministrazio- ne fascista, ove assistiamo ad un infittirsi

204 di iniziative volte a tenere ben desti nel- verso una canonizzazione delle loro pro- la popolazione gli entusiasmi patriottici cedure, un accurato studio dei loro pro- ed il coinvolgimento attivo nell’ideologia tocolli, una simbolizzazione dei loro lin- del regime, anche il Teatro Civico di Bol- guaggi e delle immagini di riferimento ed zano fu utilizzato intensamente, in que- infine attraverso la maestosa solennità e sto senso, come sala per comizi, confe- la marzialità con cui venivano celebrate e renze, esposizioni e per tutta una serie di mostrate al popolo, al quale si richiedeva celebrazioni civili ed iniziative di propa- allargata partecipazione e diretta adesione ganda. Dell’ambientazione di queste ma- attraverso l’inquadramento negli schie- nifestazioni in un teatro, al di là del te- ramenti delle squadre della milizia che le nore di esse, colpiscono due elementi che accompagnava. le accomunano sempre, entrambi condi- Queste cerimonie corali e solenni e zionati proprio dall’anima e dal carattere l’impianto coerente di credenze che le so- stesso del luogo: da una parte la modali- steneva, il richiamo ad una simbologia ri- tà di comunicazione che in esso si svolge, corrente, i giuramenti e le investiture de- ove da un palco in posizione sopraeleva- gli affiliati alla milizia, ma soprattutto il ta, sul quale converge la luce dei riflettori senso di appartenenza allo stesso gruppo e dell’attenzione, parte un messaggio ri- e l’appello ad una fede comune in un ide- volto ad una platea audente, disposta in ale, in questo caso non trascendente ma schiere preordinate; dall’altro il tenore rappresentato dalla patria e dalla missione stesso di ogni comunicazione che parte di rinnovamento dello spirito nazionale di da questo palco, sul quale è sempre molto cui il partito si fece alfiere, conferiscono al difficile distinguere il confine tra la realtà fascismo, secondo un’interpretazione cri- e la sua spettacolarizzazione. tica di allargata condivisione, il carattere Negli anni di governo fascista tut- di una vera e propria religione laica che ti i luoghi vocati all’adunanza di popolo sacralizzava lo Stato, i suoi simboli e le ve- nei centri abitati – dalle maggiori piaz- stigia del suo passato.1 Le «cerimonie fa- ze cittadine alle sale civiche o di pubbli- sciste erano spettacolari dimostrazioni di ca rappresentanza – ambientarono, sotto propaganda, miranti ad affascinare, con un’attenta e studiata regia, la coreografia la suggestione della coreografia, gli spetta- di grandi manifestazioni di massa, attra- tori, per suscitare fra questi la fede dei nuo- verso le quali il regime mirava a conso- vi proseliti. ‘Le religioni – osserva Bottai – lidare la propria immagine ed il proprio spesso conquidono le anime e gli spiriti potere non solo trasmettendo alla popo- con la solennità dei loro cerimoniali più lazione le proprie linee di pensiero, le in- che con la predicazione dei loro sacerdoti segne dell’autorità, l’insieme strutturato ed è attraverso quei cerimoniali che l’af- dei propri simboli, ma soprattutto stimo- flato mistico trova spesso la via dei cuo- lando il coinvolgimento del popolo, ed at- ri’».2Attraverso le manifestazioni di massa traverso di esso l’adesione corale e fatti- il fascismo mirava ad esibire una comunità va ai propri ideali. Ciascuna delle manife- compatta di credenti, ad ostentare pubbli- stazioni di massa che componevano, nella camente una forza numerica, che cemen- loro organizzata periodicità, la liturgia del tasse gli entusiasmi e la fede negli ideali regime fascista, assumeva il carattere e la comuni e che al contempo impressionas- portata di coinvolgimento popolare e di se, per la sua possente coralità, gli spiriti 1 (pp. 204, 207) Progetti dell’apparato urbano suggestione di un vero e proprio insieme tiepidi ma soprattutto gli avversari. Mo- per la visita del Führer a Firenze, 1938 di riti collettivi, visiva manifestazione di strare e coinvolgere dunque: tutto que- una comunione tra sodali, e questo attra- sto richiedeva un impianto scenografico

205 maestoso ma soprattutto il ricorso studia- se” davanti al pubblico giocava un ruo- to ad artifici di comunicazione che sono lo fondamentale: la costante presenza e propri dell’arte scenica. La spettacolariz- l’ostentazione delle autorità, punti di rife- zazione di queste occasioni ufficiali, parte rimento esemplari per il popolo, disposte integrante del rituale ed efficace strumen- in ordine degradante a seconda delle loro to di propaganda, richiede infatti il coin- gerarchie; la ricorrente visibilità e l’eroiz- volgimento di tutti i sensi e si avvale di zazione dei reduci della grande Guerra, tutti gli ausili tipicamente scenici per im- dei mutilati, dei caduti, anche rappresen- pressionare e conquistare l’attenzione ed tati simbolicamente nel dolore delle ve- alimentare, in una fascinazione collettiva, dove e degli orfani di guerra, l’esibizione il favore popolare.3 Innanzi tutto l’attenta dei decorati al valor militare. Poi la festo- declinazione di un ordine esteriore, por- sa decorazione dell’ambiente, l’imbandie- tato fino alla geometria, ove nulla distrae ramento degli edifici pubblici, i ricchi fe- dal fulcro dell’azione comunicativa, di cui stoni tricolori negli interni, il troneggiare vediamo corale esibizione nelle marce in delle insegne, dei labari e dei gagliardet- ranghi serrati, in rigorosa disposizione ge- ti: l’attenzione all’arredo urbano, basilare rarchica, delle varie schiere degli “orga- elemento di scenografia, in occasione di nizzati” disposti in battaglioni o in legio- parate e manifestazioni solenni del Ven- ni, al seguito dei loro vessilli e dei laba- tennio è testimoniata riccamente negli at- ri con le insegne del potere e del partito. ti d’archivio del tempo: tra i più dettaglia- Altro elemento essenziale è la ripetitività, ti ricordiamo i disegni dell’imponente ap- ingrediente basilare per una facile assimi- parato urbano progettato per la visita del labilità dei messaggi: la ripetitività di tut- Führer a Firenze del 1938 (fig. 1a e b). ti i gesti (ad es. la rigidità dell’attenti, del Poi lo studio accurato dell’oratoria nei di- presentat-arm, del saluto con il braccio te- scorsi pubblici, con un oculato uso delle so, il passo romano4, l’incedere marziale), pause e dell’intonazione, replicata fino al- dei suoni e delle musiche (il rullo dei tam- la stucchevole retorica e cristallizzata nel- buri, la fanfara, il ritmico e sincrono bat- le pagine della cronaca di questi avveni- tere il terreno durante le marce, il ripeter- menti, riportata dai locali organi di stam- si degli inni fascisti, l’inflazione di incisivi pa del partito: troviamo sovrabbondante slogan, i gridi di saluto e le risposte lancia- attestazione, nell’oratoria fascista, di tutto te all’unisono, il battere dei tacchi). Non il repertorio terminologico utile a perva- sfuggiva ai registi di queste manifestazio- dere gli animi in un sinestetico coinvolgi- ni la prerogativa della musica di toccare mento, chiamando in gioco tutti i sensi, profondamente le corde dell’anima, pre- suggerendo percezioni visive di grandiosi- standosi a sottolineare i gesti nel momen- tà (“splendente”, “radioso” ecc.) ed uditi- to della loro massima intensità emotiva e ve (“vibrante”, “sonoro”, ecc.). La fase di a rievocarli, a distanza di tempo, al risuo- individuazione, di fissazione e di irrigi- nare delle stesse note.5 Lo stesso corredo dimento di tutti questi precisi stilemi se- visivo di ogni manifestazione è altrettanto gue la parabola seguita dall’affermarsi del ripetitivo: il replicarsi in infinite declina- fascismo al potere: in prossimità del suo zioni del medesimo, scarno, repertorio di apogeo, verso la fine degli anni Trenta, es- simboli del partito e dello Stato: il fascio si vengono ripetuti con meccanica passi- littorio, il tricolore della bandiera, il nero vità, spesso portati fino al parossismo. delle camice, il braciere o la fiaccola con Un ulteriore, fondamentale, elemento la fiamma purificatrice, le divise e le -ar nella strategia comunicativa che dirigeva le mi.6 Lo studio dell’ordine delle “compar- manifestazioni di massa del fascismo era

206

la scelta per esse dell’ambientazione ap- propriata, per attingere dal carattere stes- so dei luoghi un apporto supplementare di potenziale di suggestione. Un esempio: Bolzano, 15 luglio 1923. Ettore Tolomei, forse il più energico sostenitore della causa dell’italianità dell’Alto Adige ed efficace portavoce delle idee fasciste sul territorio, comunica solennemente alla cittadinanza gli Intendimenti del governo nazionale per l’Alto Adige, di cui aveva ottenuto l’appro- vazione governativa il 1° luglio (Relazione Tolomei-Preziosi). La portata dell’even- to fu gravida di conseguenze per la storia locale: tali provvedimenti illustravano il programma politico che sarebbe stato po- sto in attuazione con lucida determinazio- ne, interessando tutti gli aspetti della vita pubblica, «dalla penetrazione ferroviaria e stradale agli acquisti di suolo e alla colo- nizzazione dei combattenti, dalle scuole e dagli asili al dislocamento delle truppe, dai nuovi centri amministrativi e doga- nali alle opzioni e all’incolato, dalle se- greterie comunali alle istituzioni agrarie e industriali, in ogni opera, in ogni campo deve presiedere alle decisioni del Governo il criterio unitario della penetrazione na- zionale».7 In 32 punti Tolomei tracciava le linee del suo progetto, che portò ad un consolidamento della componente italia- na sul territorio (ad esempio promozione della lingua italiana come lingua ufficia- le, rivendicazione di una più rigida appli- cazione del decreto Corbino e maggiore sviluppo della scuola italiana statale nei luoghi mistilingui, toponomastica e odo- nomastica bilingui, con precedenza del- la denominazione italiana, introduzione ai vertici delle amministrazioni locali di funzionari italiani, ecc.) a scapito di una progressiva limitazione delle prerogative di libertà e di autonomia delle «minoran- 2 Piazza Vittorio Emaluele (attuale Piazza Walther) durante una manifestazione fascista , ze alloglotte» (es. minore rappresentatività 1938 politica nel foro parlamentare, limitazio- ne del libero associazionismo, della libertà di stampa e del diritto all’istruzione nella

208 lingua materna), portando ad un pro- inoltre, la sala del Teatro Civico si trova- gressivo, intenso programma di assimi- va nelle immediate vicinanze, e spesso la lazione («il germanesimo potrà dimen- prossimità tra i due luoghi fu sfruttata per ticare la propaggine sua transalpina»).8 l’ottimale organizzazione delle iniziative. L’evento, per la sua rilevanza sul piano La scelta dell’ambientazione delle inizia- politico, richiedeva un’orchestrazione tive fasciste in una sala teatrale, consueta oculata: fu scelto di ambientarlo nel Te- in molte città d’Italia, metteva a dispo- atro Civico, e non a caso. In questa fase sizione ingredienti supplementari per au- di teatralizzazione della politica fu questo mentare la loro resa scenica, e di conse- il logo-simbolo per l’ambientazione del- guenza l’impatto sul pubblico e quindi la le manifestazioni del regime, almeno per riuscita delle iniziative. Il complice ausi- quelle da tenersi al coperto: a partire dal lio degli impianti di illuminazione e di 1928 le cerimonie ufficiali che richiede- amplificazione sonora, il palco sopraele- vano il conferimento di un’aura speciale vato e la possibilità di allestire in forma di sacralità ebbero a disposizione una sce- personalizzata il fondale retrostante, le nografia di potentissimo impatto simbo- quinte per la comparsa e l’uscita delle per- lico, il Monumento alla Vittoria: al co- sonalità coinvolte. La stessa struttura del- spetto delle erme dei martiri di Trento e la sala teatrale si prestava ad una suddivi- Trieste caduti per la patria vennero cele- sione del pubblico in ranghi gerarchici e brati di qui innanzi i riti collettivi più so- diveniva metafora dell’idea dominante di lenni: un caso emblematico sono le ce- ordine sociale: osservando le poche im- rimonie per la Giornata della Fede del magini degli interni del teatro bolzanino 1935, di cui si dirà in seguito. In tutti i durante manifestazioni civili, si riesce ad casi si cercava la necessaria visibilità pub- intuire lo studio anche nella distribuzio- blica individuando sempre spazi centrali ne degli astanti. La fig. 3 mostra un’uni- e rappresentativi, oltre che naturalmente forme rassegna di camice nere in platea e di adeguata capienza: ingrediente fonda- pubblico in borghese sui palchi, mentre mentale per ottenere la massima visibilità al congresso scientifico raffigurato in fig. degli “attori” delle varie manifestazioni e, 28 vediamo invece pubblico maschile in conseguentemente, la portata pedagogica platea, mentre le donne sono concentrate dei riti fascisti, era la scelta di luoghi so- nei palchi. In posizione dominante e ben praelevati, come per studiata collocazio- visibile dalla platea si notano i palchi de- ne lo stesso arco piacentiniano dedicato stinati ai reali duchi di Pistoia, al centro, alla Vittoria, o altrimenti ricreata grazie ed ai loro lati quelli riservati alle autorità all’ausilio di palchi più o meno imponen- governative e cittadine.9 ti. In esterno, collocazione ottimale per La densità di manifestazioni e cele- manifestazioni pubbliche offriva la piazza brazioni tenutesi al Teatro Civico, che Vittorio Emanuele (l’attuale Piazza Wal- aumenta esponenzialmente a partire dal- ther, fig. 2), dove la quinta architettonica la metà degli anni Venti e che scorrono fornita dal fronte serrato degli edifici che parallele al fitto calendario delle rappre- la circondavano su tre lati poteva essere sentazioni artistiche, di cui diamo con- utile per l’ambientazione di scenografie, to nella cronologia in appendice a questo decori ed apparato simbolico: la sua po- volume10, testimonia l’intensità con cui sizione nel cuore della città vecchia, af- questo luogo venne vissuto dalla comuni- 3 La sala del Teatro Civico affollata di camice nere. facciata sulla cattedrale, accentuava inol- tà cittadina e ne motivano la vivida pre- Si intravede l’orchestra tre l’aspetto visivo di penetrazione nel senza, ancora oggi, nel ricordo di chi visse mondo dei valori tradizionali della città; in quegli anni.11

209 4 La cerimonia della Leva fascista del 1934 in Piazza Vittorio Emanuele (attuale Piazza Walther) 5 Il Duca di Pistoia inaugura il poligono di tiro di Bolzano in occasione delle celebrazioni per il Natale di Roma e la Festa del Lavoro, 28 aprile 1935

210 Dando per largamente condivisi, in ogni fondamentale per la conquista dei con- ti, che venivano coinvolti e mostrati per manifestazione civile del periodo fascista, sensi, sottraendo linfa alle fazioni liberali la loro esemplare dedizione alla patria. A gli elementi caratterizzanti dell’impianto ed antifasciste che di questi valori patriot- questa operazione di “santificazione” del scenografico cui abbiamo accennato, che tici e dello spirito comunitario che li so- sacrificio nazionale per la causa della ri- le sosteneva e che ne amplificava l’impat- steneva si sentivano altrettanto legittime nascita della patria alla nuova era, il fasci- to sulla gente e la resa sulla scena nazio- continuatrici.13 smo collegò, significativamente, l’intento nale ed internazionale, e per generalizzato Come data simbolica per questa ca- di recupero di una propria mitologia le- il protocollo delle iniziative di accompa- tarsi nazionale venne solennizzata la ri- gittimatrice. Contestualmente alla solen- gnamento (marce e riviste, canti ed inni) correnza della Vittoria della Prima guer- nità del 24 di maggio venne ufficializza- e delle presenze costanti ad esse delle au- ra mondiale. Nei festeggiamenti indet- ta la festività del 21 di aprile, anniversa- torità politiche e governative, dei rappre- ti in tutta la nazione già dal 4 novembre rio della leggendaria fondazione di Roma, sentanti delle associazioni e delle corpo- 192214 la trasfigurazione, mitizzante, del- che consolidò il mito della rinascita invo- razioni, ciascuna aveva, naturalmente, la la Grande guerra ed il sacrificio in vite cato dal fascismo caricandolo di contenu- propria specificità, pur entro filoni tema- umane richiesto per legittimare le am- ti simbolici attinti dal bacino della matri- tici facilmente distinguibili, che si affer- bizioni italiane di partecipazione al- ce ideale della più genuina essenza italica marono nella loro simbolica rappresen- la politica internazionale fu fatto passa- e del suo destino di grandezza: la latini- tatività in momenti ben precisi e ricono- re come gesto estremo di eroismo ispirato tà.16 In questa ricorrenza il fascismo esal- scibili nel corso della parabola che segnò dall’amor di patria. Le celebrazioni della tò l’operosità italica, istituendo un’auto- l’affermazione del fascismo al potere. Vittoria a Bolzano ed i discorsi ufficiali noma festa nazionale del Lavoro17, e le ce- La canonizzazione di una vera e pro- dinanzi alla popolazione radunata al Tea- lebrazioni in programma erano talmente pria liturgia di celebrazioni consentiva di tro Civico aggiungevano, rispetto ai pro- ricche da prolungarsi talvolta nei giorni disporre, con facilità, di elementi di con- tocolli ufficiali nel resto d’Italia, sfuma- seguenti. La giornata celebrativa «del du- tinuità con cui riproporre i messaggi po- ture fortemente allusive alla realtà loca- plice ed unico rito del Natale dell’Urbe, litici. Tra i primi passi formali di Musso- le e l’accento non mancava di cadere, più divenuto oggi per volontà del Duce la più lini al governo rientra il conferimento di o meno esplicitamente, sull’intangibili- suggestiva sagra dell’operosità costruttiva solennità ai festeggiamenti degli anniver- tà del confine del Brennero.15 Alla data del Fascismo»18, era occasione, oltre che sari nazionali, ritenuti strategici per man- commemorativa della Vittoria si aggiun- per le consuete marce delle falangi fasci- tenere vivo l’attaccamento alla patria. La se quella del 24 di maggio, anniversario ste in schieramenti quadrati «sotto i segni prima iniziativa fascista di appropriazione dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, del Littorio», per rassegne e premiazioni di occasioni celebrative fu l’«Istituzione che assurse a simbolo celebrativo dell’av- di veterani del lavoro e per inaugurazio- ufficiale di una liturgia nazionale attorno vio del rinnovamento nazionale. Dichia- ni di edifici ed opere pubbliche. Ad esem- al mito della Grande guerra e alla ‘resur- rata solennità civile, in quel giorno uffici pio il 28 aprile 1935, dopo le marce di ri- rezione’ della patria».12 Nella fase del pro- e scuole erano chiusi e gli allievi si esibi- to ed i discorsi del segretario federale al prio consolidamento, il fascismo riuscì vano in saggi ginnici. In tale data venne cospetto delle autorità, dei veterani e del con grande abilità a catalizzare l’esperien- poi programmato il rito della leva fasci- popolo dei lavoratori convenuti al Teatro za di movimentazione collettiva, il senso sta, istituita nel 1927, che sanciva il pas- Civico e la distribuzione degli ambiti cer- patriottico di dedizione alla patria lascia- saggio delle giovani leve dall’avanguardia tificati di pensione, vennero inaugurati il te nella popolazione in eredità dalla guer- ai Fasci Giovanili e di qui alla Milizia e al nuovo poligono di tiro a segno di Bolza- ra appena conclusa, facendosene interpre- Partito, tramite il rinnovamento del pro- no (fig. 5), la sede dell’unione militare, la te e continuatore, incarnando i precetti di prio giuramento di fede (fig. 4). Ai festeg- sede della direzione superiore della Doga- una religione laica che dalle ceneri della giamenti per il 24 di maggio e per il 4 na, la Casa del Fascio di Laives e l’ippo- distruzione e della morte traghettasse la novembre, celebrati con orazioni pubbli- dromo; in serata si tenne uno spettacolo nazione verso la rinascita, verso un rinno- che, generalmente a teatro, in ricordo del- dopolavoristico, sempre al Civico.19 Il ri- vamento morale. Nella fase iniziale del- le imprese militari italiane e dei caduti, chiamo forte al modello di Roma, innal- la propria ascesa la mossa di appropria- partecipavano le associazioni dei combat- zato a simbolo della grandezza dello spi- zione di questi ideali presenti per impulso tenti, degli invalidi di guerra e dei muti- rito italico, offriva da spunto anche per la spontaneo nella popolazione fu un passo lati, le madri, le vedove e i figli dei cadu- vocazione alla monumentalità nello stile

211 architettonico: nel fervore costruttivo di le principali solennità dell’anno fascista questi anni il proliferare di dedicazioni e trovava espressione visibile, in ogni centro richiami all’antichità romana (a Bolzano abitato, nelle dedicazioni delle vie delle il Ponte Claudio, il Viale Druso, il Largo piazze ed in generale dei luoghi destinati Giulio Cesare, ecc.) testimonia, quale re- alla pubblica circolazione. Nell’odonoma- perto di archeologia simbolica, il forzoso stica cittadina di Bolzano di età fascista, disegno del regime di consolidamento dei plasmata su precise e condivise indicazio- presupposti storici della propria ambizio- ni del governo centrale, troviamo infatti ne totalitaria. Il legame ideologico con il che l’attuale Via Fago venne dedicata al simbolo mitico di Roma e del suo impero 28 Ottobre già dal 192722; l’attuale Corso venne ulterioremente rafforzato nel perio- Libertà e la centrale Piazza Mazzini, edi- do delle guerre coloniali, facendo coinci- ficati a partire dal 1936, vennero invece dere nella stessa data della festa nazionale dedicati al 9 Maggio23 (fig. 6); la piazza del 21 di aprile anche la Giornata colonia- del Municipio venne dedicata al 2 Otto- le, istituita nel 1926 dal ministro alle Co- bre24; al 21 Aprile venne dedicato il largo lonie Luigi Federzoni con l’intento di ali- da cui si dipartivano le due arterie princi- mentare il coinvolgimento popolare nel- pali del quartiere Littorio, esemplare pro- le campagne d’oltremare in cui il regime va dell’operosità costruttiva dell’ammini- impegnò la nazione. Inquadrate nel «no- strazione cittadina durante il Ventennio; tevole sforzo propagandistico per illustra- alla Vittoria del 4 Novembre venne dedi- re agli italiani le risorse e le attrattive della cata, nel 1939, la piazza che porta ancora Quarta Sponda»20, si vennero a tenere in questo nome.25 questa ricorrenza anche conferenze di ge- Nella ragionata affermazione di una ografi, generalmente africanisti, che con propria liturgia di riti collettivi, che ser- studiata oratoria esponevano gli aspetti vissero a diffondere l’insieme strutturato ed i tratti etnografici delle terre di recen- delle credenze portanti del pensiero fasci- te conquista, facendo sovente ricorso alla sta, ove attraverso di esse lo stesso pen- retorica della civilizzazione. Ad esempio siero mirava a consolidare la propria os- nel 1927 al Teatro Civico di Bolzano ven- satura, una tappa fondamentale segnò il ne invitato il senatore Paolo Vinassa de conferimento di solennità agli anniversari Regny, geologo: i toni polemici della sua delle tappe fondanti dell’affermazione del orazione, che ricostruiamo dalle crona- fascismo al potere. La contiguità della so- che a stampa, e l’incensamento dell’entra- lennità nazionale del 4 di novembre con ta dell’Italia nel novero delle potenze co- l’anniversario della Marcia su Roma del loniali europee, risentono del disappunto 28 di ottobre fu fin dagli inizi sfruttata raccolto sulla scena internazionale.21 Do- per suggerire l’associazione all’idea di ri- po l’istituzione del Sabato fascista (1935), nascita della patria grazie all’impulso di di cui si dirà in seguito, i territori dell’im- rinnovamento incarnato dal fascismo e pero coloniale di recente conquista furo- venne assunta simbolicamente come da- no tra i temi più ambiti dai conferenzie- ta d’inizio del calendario della nuova era. ri: ad esempio L’Italia in Eritrea ieri e oggi L’anniversario della Marcia su Roma, mo- (generale Anacleto Bronzuoli, 16 novem- mento fortemente rappresentativo nel- bre 1935), e L’Africa Orientale nel suo pas- la costruzione dell’identità rivoluziona-

6 Corso IX Maggio (attuale Corso della Libertà) sato, nel suo presente e nel suo avvenire (Lu- ria del fascismo, si consolidò come festi- in costruzione dovico di Caporiacco, 2 maggio 1936). vità civile dal 1926 e fu celebrato in tutta Il preciso intento del regime di cele- la nazione «con grande fervore d’opere».26 brare e di fissare nella memoria collettiva Grande enfasi fu investita sul decennale,

212 che fu occasione anche per l’istituzione di una mostra permanente. Il protocollo delle celebrazioni bolzanine vedeva, oltre alle consuete adunate in mattinata, sera- te, a volte anche concertistiche, a teatro, ma tema centrale era l’ostentazione pub- blica dell’operosità del regime. Si atten- deva questa data per inaugurare solenne- mente opere pubbliche e servizi: ad esem- pio nel 1931 vennero inaugurati a Bolzano il Ponte Druso, i cui lavori erano iniziati nel gennaio dell’anno precedente (fig. 7), il campo sportivo “Marco Druso” e il vi- cino stabilimento balneare dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Bolzano (Lido), una nuova ala della scuola Regi- na Elena, la Cassa circondariale di malat- tia di Via Leonardo da Vinci e la stazione dell’E.I.A.R. di Gries, nonché un tratto della nuova fognatura.27 Rendere le inau- gurazioni di edifici e strutture pubbliche occasione solenne di celebrazione rientra- va, anch’essa, in una studiata operazio- ne di propaganda, dando enfasi al mito del “costruire” che «nella mitologia fasci- sta evocava la romanità, l’attivismo vita- listico, la concretezza realizzatrice, la vo- lontà del ‘durare’ in una continua sfida al tempo, la fede nel futuro».28 A differenza dell’anniversario della Marcia su Roma, l’anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento a piazza San Sepolcro a Milano (23 marzo 1919) rimase più a lun- go ricorrenza celebrativa interna al parti- to. Istituzionalizzata come festività civile di Stato a partire dal 193029, nell’ambito di una nuova revisione del calendario del- le festività�, per i solenni festeggiamenti bolzanini di quell’anno, anticipati in mat- tinata come di consueto da un’adunata di camice nere, di giovani del Littorio e di rappresentanti politici al Monumento al- la Vittoria oltre che da celebrazioni nelle scuole, «il fascismo atesino in uno slancio superbo di entusiasmo e di fede», infiam- 7a, b Ponte Druso mandosi di «riconoscenza memore per co- loro che gettarono il seme di tanto bene»,

213 invitò al Teatro Civico Roberto Farinac- dell’Epifania (6 gennaio), i sindacati fa- ci, che venne salutato «sul piazzale dalla scisti della sezione bolzanina, coinvolgen- Milizia, dagli avanguardisti e dai balilla» do attivamente il corpo insegnante, or- e dalle ovazioni della sala.30 Era consue- ganizzavano i festeggiamenti con la col- tudine in tale ricorrenza invitare portavo- laborazione della delegazione provinciale ce d’eccellenza a ricostruire le tappe fon- dei Fasci femminili e del comando fede- danti della rivoluzione fascista e l’attività rale della G.I.L. Le scolaresche venivano del partito e le gerarchie locali del Fascio radunate e la Befana Fascista distribuiva solevano distribuire i brevetti della Mar- agli alunni più poveri doni di varia na- cia su Roma ai partecipanti allo storico tura, consistenti per lo più in giocattoli, evento (o alle loro vedove).31 Pendant lo- capi d’abbigliamento nuovi o usati, libri cale di questa ricorrenza cadeva il 10 feb- scolastici o dolciumi (fig. 8). Nei festeg- braio, ove si festeggiava l’anniversario del- giamenti cittadini del 1925 tenutisi, come la fondazione della sezione di Bolzano del di frequente, nel Teatro Civico, i bimbi Fascio (1921).32 In occasione del primo all’alzata del sipario omaggiarono la be- decennale, il fondatore Achille Starace fu fana intonando in coro l’inno di Mame- chiamato ad inaugurare la Casa del Fa- li, esibendosi in brani recitativi e danze, scio e si tenne un imponente raduno del- prestando il giuramento alla bandiera, in- le gerarchie del partito, sempre al Teatro nalzando un solenne inno alla patria ed Civico.33 La solennità nella celebrazione esibendosi al clou dell’incontro in un «co- dei rituali che accompagnavano gli anni- ro con quadro plastico».35 Sotto il segno versari della fondazione dei Fasci e della del littorio venivano fatte confluire anche Marcia su Roma conferiva alla rivoluzio- diverse altre iniziative di beneficenza, ge- ne fascista una portata epica, portandoli neralmente a pro dell’infanzia. Nella lista al livello di significatività dei più impor- degli utilizzi della sala teatrale di Bolzano tanti avvenimenti della storia. Ma, fatto troviamo ad esempio le serate del 10 di- ancor più indicativo, nella loro istituzio- cembre 1922 a favore degli asili infantili nalizzazione come festività di Stato sigil- italiani dell’Alto Adige, quella del 14 giu- lavano «l’unione indissolubile tra fasci- gno 1923 con musiche, danze e lotteria smo e Stato nazionale, trasformando una finale a favore della colonia alpina di Vel- commemorazione di partito in una festa turno per bambine povere e bisognose o di Stato»34, distinguendo il partito del lit- quella vocale del 14 marzo 1931, promos- torio dal consesso degli altri partiti e ren- sa dal gruppo delle Giovani Fasciste. Di dendo così manifeste le sue ambizioni di pari passo con la progressiva affermazione controllo totalitario della nazione. del fascismo al potere si venne sempre più In questa fase un supplementare, in- sbiadendo l’intento dichiaratamente be- dispensabile, apporto di consenso poteva nefico delle prime feste della befana, che essere attinto ancora dal sentimento devo- vennero ufficializzate a partire dal 1928: zionale della popolazione, in larga mag- nel 1940, dopo la distribuzione dei doni, gioranza cattolica. Nell’azione mirata al ora dichiaratamente rivolti «ai figli degli consolidamento della propria ideologia squadristi», venne messa in scena «l’indo- come religione laica, il fascismo reinter- vinata fiaba Il paese benedetto della diri- pretò da subito, facendole proprie, anche gente Ilva Pesero», con l’accurato allesti- alcune festività tradizionali e religiose, ca- mento della vice-ispettrice federale. La 8 Una festa della Befana Fascista rambolando tra il sacro ed il proprio pro- sceneggiatura di questa fiaba merita un fano sistema di valori di riferimento. Nel cenno: a due settimane dalla severa deci- primo giorno festivo dell’anno, la festa sione imposta alla popolazione sudtirolese

214 se optare per la propria appartenenza cul- il testo integrale delle Norme per il rimpa- ingenti sostenuti per il loro mantenimen- turale alla nazione tedesca prendendo la trio dei cittadini germanici e per l’emigra- to, ma per l’alto sentire civico e la dedizio- cittadinanza del Reich e accettando il tra- zione di allogeni tedeschi dall’Alto Adige in ne alla patria. A completare la coreogra- sferimento oltreconfine e la liquidazione Germania in esecuzione degli accordi ita- fia del palcoscenico delTeatro Civico, ove dei beni oppure se rimanere nelle proprie lo-tedeschi sulle opzioni concordate a Ro- dinnanzi alle autorità assise sfilavano le case ma al prezzo della rinuncia definitiva ma il 21, verrà pubblicato sulla “Provin- madri orgogliose e la loro numerosa pro- ad essere considerati tedeschi e dell’ado- cia di Bolzano” con la massima evidenza le, nel 1934 incombeva «fra i ritratti del zione della cittadinanza italiana, quando il giorno successivo. Re e del DUCE, un grande quadro con a fronte del quasi plebiscitario esito delle Anche il potenziale emozionale e sim- un soggetto pieno di poesia: una mamma consultazioni ingenti masse di sudtirolesi bolico della vigilia di Natale, festa intima sorridente e tre fanciulli felici»(fig. 9).42 si apprestavano a lasciare la loro terra e si della natività vissuta da ognuno nel rac- L’asservimento del repertorio temati- venivano organizzando le strutture di so- coglimento famigliare, venne recuperato co di matrice propriamente religiosa alle stegno per la movimentazione di quest’in- a scopi di propaganda. All’interno delle finalità politiche del partito era strumento gente massa di genti e di beni36, quando iniziative veicolate dalla politica demo- necessario per il consolidamento del ruolo la contropropaganda soffiava sul fuoco grafica e familiare del regime, ove rientra- che il fascismo voleva ricoprire di religio- di una possibile, ma sempre negata, vo- no la celebrazione di numerosi matrimo- ne laica di Stato, e del conseguente potere lontà di trasferimento in massa degli op- ni collettivi in un’allargata ‘sagra della nu- di trascinamento della devozione popola- tanti per l’Italia in qualche remota landa zialità’ ed una serie di misure a sostegno re. È stato ampiamente analizzato, nella del meridione, questa «fiaba, sceneggiata delle famiglie, si colloca la Giornata della retorica del regime, l’abbondante ricorso con gusto […] ci porta nel regno delle fa- Madre e del Fanciullo, istituita a partire a metafore cristologiche, che suggerisco- te all’epoca del ‘voglio, posso, comando’. dal 1933 e «voluta dal DUCE per tener vi- no l’identificazione del duce con il salva- Una principessa, la capricciosa Nuvolet- vo nella coscienza del popolo italiano l’or- tore della patria, e a tutto il repertorio ter- ta […] ha posto al principe Azzurro […] goglio della discendenza»39 e per combat- minologico – ad esempio il frequente ap- sette prove da superare per ottenere, pre- tere la minaccia del regresso delle nascite. pello al “sacrificio”, alla “resurrezione” e mio ambito, la sua mano. Ultima prova, Il 24 dicembre venivano pubblicamente alla “redenzione”, frequentemente nel suo la più difficile: trovare un paese benedet- premiate le madri più prolifiche, alla stre- participio aggettivale, al “sacro”, al “san- to dove tutti siano felici. La prova richie- gua, come vedremo, dei rurali che aveva- to” ed al “divino”, all’“anima” e allo “spi- de sacrifici, fatiche e ricerche lunghe ed no saputo mietere le messi più abbondan- rito”–, di uso più propriamente religioso. affannose, ma data la posta, il Principe ti. Nelle cerimonie ufficiali, gestite con la Un caso emblematico per la sua portata non conosce ostacoli e gira gira ha trovato regia della sezione provinciale dell’Opera simbolica è la proclamazione della Gior- un paese che si protende nel mare, quasi nazionale Maternità ed Infanzia, veniva- nata della Fede.43 Nell’autunno del 1935, isola, protetto da alte montagne, con un no distribuiti quali premi di incoraggia- ad un mese dall’assedio economico im- cielo pieno di stelle, dove, sotto la guida, mento demografico incentivi di nuzia- posto dalle “inique sanzioni” della Socie- non di una fata ma di un solo uomo tut- lità alle coppie, e alle «madri fecondissi- tà delle Nazioni contro l’Italia fascista, il ti conoscono la gioia del lavoro e dove ap- me» premi di natalità e per l’allevamento regime lanciò una campagna di mobili- punto si sta celebrando una festa di gio- igienico del bambino. I premi consisteva- tazione generale affinché gli Italiani do- vinezza […]».37 Non più tardi di un paio no in contributi economici e in buoni per nassero “oro alla patria”. La campagna di mesi prima, nella stessa sala del Verdi, l’acquisto di mobilio: «i mobili […] offer- ebbe il suo culmine ed il suo momento il 25 ottobre 1939 il prefetto Mastromat- ti dalla Federazione dei Fasci […] erano di massima rappresentatività, anche sim- tei aveva riunito «le gerarchie politiche, esposti nel foier (sic) del teatro»40, affin- bolica, il 18 dicembre, ove in un rito al- amministrative e sindacali della Provin- ché fossero ben visibili. In questa sagra largato capillarmente a tutta la nazione le cia per impartire loro le direttive da se- della fecondità femminile non si scordava coppie italiane furono chiamate a donare guire nell’applicazione degli accordi italo- naturalmente il ruolo dei padri: ai «padri le loro fedi nuziali per contribuire all’eco- tedeschi relativi al rimpatrio dei cittadini con più di dieci figli viventi […] l’Opera nomia nazionale, sostituendole con vere germanici e alla emigrazione in Germania Nazionale Maternità ed Infanzia ha pure di metallo vile. La coralità di questo rito degli allogeni tedeschi dell’Alto Adige che voluto venisse assegnato uno speciale di- mirava ad impressionare le nazioni sanzio- opteranno per la cittadinanza tedesca»38�: ploma di merito»41, non già per i sacrifici niste, mostrando sfacciatamente, assieme

215 all’unità nazionale, la ricchezza delle ri- sorse interne. Che l’appello, in questa grandiosa mobilitazione popolare, fosse rivolto particolarmente alla parte femmi- nile della popolazione, risponde anch’esso ad un mirato disegno politico, riscontra- bile in altre iniziative (ad esempio la vi- cina Giornata della Madre e del Fanciul- lo): oltre che la parte più emotiva, le don- ne rappresentavano certamente quella ove la tradizione religiosa faceva più presa, ed erano quindi più facilmente raggiungibili dai linguaggi comunicativi che strumen- talizzavano a fini politici immagini affe- renti alla sfera religiosa. Attraverso la lo- ro compatta adesione all’iniziativa, per la sua commuovente intensità, il messag- gio raggiungeva con estrema efficacia an- che la parte maschile. Il rito fu caricato di sacralità dall’ambientazione dinnan- zi all’ara dei Caduti di ogni città e dal- la benedizione sacerdotale degli anelli di ferro, dati in sostituzione.44 Per marcare il potenziale simbolico dell’appello al do- no della fede, che al di là degli auspicati introiti di valori giocava sul duplice signi- ficato del nome richiedendo in questo ge- sto collettivo una conferma di fede «sicura e indefettibile nei destini della Patria»45, vennero enfatizzate le donazioni da par- te delle figure pubbliche femminili – in primis la donazione della vera da parte della regina Elena sull’Altare della Patria al Vittoriano46, in sede locale quella del- la duchessa di Pistoia al Monumento alla Vittoria47 (fig. 10). Tra gli esempi eccel- lenti che aderirono al rito non sfugge alla stampa di propaganda il gesto della mo- glie del borgomastro Julius Perathoner, allontanato dal suo mandato in seguito all’occupazione fascista del municipio nel 9 Palco d’onore del Teatro Civico per la Giornata della Madre e del fanciullo del 24 dicembre 1922: «l’avv. Perathoner, figlio dell’ex sin- 1934 daco di Bolzano, ha accompagnato al- 10 La duchessa di Pistoia dona la propria fede al Monumento alla Vittoria, Bolzano 18 dicembre la Casa del Fascio la propria madre che 1935 ha voluto consegnare la sua offerta d’oro. La signora Perathoner ha poi voluto esse- re presentata al Segretario federale, che le

216 ha espresso il più vivo ringraziamento per polo». In questa giornata venivano distri- l’offerta doppiamente significativa».48 La buiti appositi distintivi ed un francobol- Giornata della Fede non entrò nella litur- lo, per contribuire a finanziare la campa- gia ufficiale: pur non essendo calendariz- gna di sensibilizzazione e di prevenzione zate celebrazioni annuali dell’anniversa- (fig. 11).50 In tale ricorrenza, anch’essa im- rio, la potenza del gesto simbolico della mancabilmente occasione per rassegne di nazione rimase a lungo presente nelle im- schieramenti ed intonazione di marce ed magini evocate nei discorsi ufficiali in ri- inni, veniva generalmente presentata nella cordo dello storico gesto. Vi fu un signi- sala del teatro l’opera dei locali dispensa- ficativo rilancio dell’appello alla solidarie- ri antitubercolari e sensibilizzata l’opinio- tà popolare dopo l’entrata in guerra, ove ne pubblica sulle misure preventive. Ad vennero bandite collette per diversi beni esempio, nella Giornata delle Due Cro- a sostegno dell’azione bellica italiana, in ci del 1937, alla presenza dei reali duchi primis metalli strategici. Lo storico gesto di Pistoia, accolti da tre squilli di attenti della Giornata della Fede venne rievocato e dal presentat-arm dei giovani fascisti, a per la sua esemplarità con rinnovata enfa- teatro di fronte ad una «folla numerosis- si nell’anno 1941, per lanciare la campa- sima, profondamente compresa del signi- gna di raccolta di lana da materasso per ficato e della necessità della santa crociata le truppe impegnate sul fronte russo: la contro il terribile morbo, che il Regime ha cerimonia bolzanina venne celebrata nel bandito per assicurare alla Patria una stir- teatro. Anche in questo caso il messag- pe più sana e forte», Giorgio Cevolotto, gio venne indirizzato alla parte femminile primario della divisione medica dell’ospe- della popolazione e la comunicazione uf- dale civile di Bolzano, presentò l’opera fi- ficiale connessa all’iniziativa fece perno su no ad allora svolta in sede locale. I dati immagini di forte impatto emotivo.49 riferiti ci consentono di avere una dimen- Parallelamente al consolidarsi nel ca- sione del problema e di comprendere di lendario ufficiale delle solennità civili che conseguenza la necessità di questa capil- onoravano la monarchia, l’unità d’Ita- lare campagna d’informazione: i dispen- lia, la Grande guerra, gli anniversari del- sari antitubercolari di Bolzano, Merano la rivoluzione fascista e del Natale di Ro- e Bressanone avevano prestato assisten- ma, che vennero ad aggiungersi alle festi- za e visitato fino a tale data (1937) 4371 vità civili e religiose preesistenti, seppur persone, di cui 2668 nel solo capoluogo; anch’esse sovente rivisitate nei loro moti- dell’opera di prevenzione aveva saputo vi ispiratori, il fascismo arricchì la liturgia farsi interprete lo stesso partito, invian- nazionale anche di tutta una serie di altri do alle colonie marine e montane 4205 riti periodici, coinvolgendo attivamente bambini.51 tutte le generazioni d’età, i sessi, le classi Nel progetto di mobilitazione collet- sociali, i settori d’interesse pubblico. tiva di tutte le fasce della popolazione, il Anche il settore della sanità naziona- fascismo curò con grandissima attenzione le ebbe i suoi momenti di partecipazione anche il coinvolgimento attivo della gio- collettiva. A partire dai primi anni Trenta ventù. Il controllo sull’istruzione era, na- veniva dedicata una giornata (il 14 aprile) turalmente, ferreo e, per quanto attiene al alla campagna nazionale contro la tuber- tema della presente ricerca, il calendario 11 Un manifesto della Giornata delle Due Croci, colosi, una delle piaghe che affliggevano delle festività civili e consuetudinarie che dedicata alla lotta antitubercolare (15 aprile la sanità del tempo e verso la quale il re- scandivano l’anno fascista popolava di ar- 1934) gime s’impegnò attivamente «nello sforzo gomenti e di spunti i sussidiari, sedimen- per assicurare la salute fisica del suo po- tando copiosamente nei temi scolastici

217 ed animando le attività ricreative delle no (1930), Arturo Marpicati, del diretto- schiere studentesche. Ai primi di dicem- rio nazionale del P.N.F., (1931), Renato bre si ricordava l’anniversario dell’istitu- Ricci, al tempo sottosegretario al Mini- zione dell’Opera Nazionale Balilla, che stero dell’Educazione Nazionale e Presi- inquadrava i giovani sino ai diciotto an- dente dell’Opera Balilla (1934).55 ni, prima del loro ingresso nel Partito.52 Un’attenzione particolare fu rivolta Compito dell’organizzazione era di «cura- anche alle discipline sportive, nell’ottica re l’assistenza e l’educazione fisica e mora- di esaltazione del vigore fisico e del vita- le della gioventù», plasmando la coscienza lismo giovanile di cui il fascismo si fece e il pensiero di coloro che sarebbero di- interprete. I saggi ginnici dalle coreogra- ventati “i fascisti di domani”, ed in que- fie studiatissime, come del resto le stes- sta funzione formativa, orientata marca- se marce in formazioni regolari, furono tamente verso un indottrinamento politi- negli anni del regime spettacolari eserci- co, integrava le competenze della scuola zi pubblici di disciplina. Anche nel setto- pubblica, curando oltre all’educazione fi- re dello sport giovanile la sala del Teatro sica una serie di iniziative parascolastiche Civico si dimostrò collocazione strategi- e di attività pre-militari. Dalla stampa lo- ca: vi si tennero anche incontri di pugila- cale abbiamo selezionato ad esempio la to. La noble art iniziò a praticarsi con una cerimonia del 1934 tenutasi in occasione certa frequenza a partire dagli anni Tren- della visita dei reali principi di Piemonte ta, dopo l’istituzione dei Fasci Giovanili Umberto e la consorte Maria Josè, ospiti di Combattimento (1930), che ponendo dei duchi di Pistoia, che giunsero al Ci- in esecuzione il precetto del “credere-ob- vico accompagnati dalle centurie dei Ba- bedire-combattere” si adoperarono atti- lilla, degli Avanguardisti e delle Piccole vamente per realizzare il «desiderio del Italiane, e presiedettero alla premiazione DUCE che vuole ‘una generazione di caz- dei fedeli organizzati dell’O.N.B. In que- zottatori’».56 I rappresentanti provinciali sta «sagra della giovinezza atesina», i rea- dei Fasci Giovanili, sotto la supervisione li conferirono le «Borse di Studio ed ope- del Comando Federale, ingaggiavano sfi- rosità ‘Benito Mussolini’», consistenti in de pugilistiche tra loro (fig. 12): tali per- un libretto di risparmio con la somma del formances non riscossero di solito grande premio ed un diploma al merito, ai ragaz- successo di pubblico e vennero accolte in zi e alle ragazze più meritevoli, «che sa- Alto Adige, almeno inizialmente, in mo- lutavano poi romanamente irrigidendosi do abbastanza tiepido, non essendo il pu- sull’attenti».53 gilato per tradizione tra le discipline spor- Anche le cerimonie di inaugurazio- tive più praticate. ne e di chiusura degli anni scolastici era- Il disegno di controllo della popola- no occasioni di indottrinamento che non zione si estese oltre il tempo scolastico e sfuggivano al controllo del partito, ed an- quello lavorativo, entrando anche nel tem- che per queste veniva privilegiata la sala po libero e suggerendo forzosamente diret- del Civico. Gli insegnanti venivano radu- tive di edificazione morale ma soprattutto nati dalle autorità e gli alunni, dopo aver politica. A partire dal 1935 venne istitui- assistito alla messa in duomo, riceveva- to il Sabato fascista, che prevedeva l’inter- no i moniti ed i voti beneaugurali dei lo- ruzione dell’attività alle ore 13.00 del sa- ro direttori scolastici, ispirati nel loro elo- bato (salvo recupero durante la settimana 12 Una sfida di pugilato al Teatro Civico quio dalla loro alta responsabilità di for- delle ore lavorative mancate) per consen- mare le basi della nuova era culturale.54 tire la dedizione ad «attività di carattere Tra gli oratori ufficiali Severino Colma- addestrativo prevalentemente premilitare

218 e post-militare, come ad altre di carattere solennemente dall’Autorità Ecclesiastica un’Italia senza Italiani, in altri termini, la politico, professionale, culturale e sporti- locale».60 fine della Nazione».61 vo».57 Per il Sabato fascista bolzanino ven- A teatro si tenevano periodicamen- Al di fuori delle ricorrenze a calenda- nero organizzate spesso, ancora prevalen- te anche radioaudizioni pubbliche dei di- rio e delle occasioni per raduni ed adu- temente al Teatro Verdi, conferenze per scorsi ufficiali del governo, ad ingresso li- nanze di folla funzionali all’affermazione lo più di propaganda, con alcune diver- bero: uno tra i discorsi di maggior pre- del potere politico sul territorio, assistia- genze nella sfera culturale. Dei numero- gnanza sul piano politico che vennero da mo ad una progressiva e sempre più in- sissimi incontri, questi sono alcuni titoli qui mandati in onda a cura dell’Ente Ita- tensa presenza della sala teatrale del Civi- delle conferenze tenutesi al Civico: Mis- liano Audizioni Radiofoniche (E.I.A.R.) co di Bolzano da parte dell’intellettuali- sione storica dell’Italia (Luigi Lojacono, fu lo storico discorso del duce in occasio- tà culturale nazionale italiana, letteraria, 8 febbraio 1936), L’eroismo del soldato ita- ne della 2° Assemblea Quinquennale del artistica o scientifica, e questo con inten- liano (Pirro Rosi, 9 gennaio 1937), Guer- Regime, tenuto al Teatro Reale dell’Ope- sità direttamente proporzionale all’estin- ra sulle alte vette e sui ghiacciai del gruppo ra di Roma il 18 marzo 1934. Approssi- guersi, invece, degli appuntamenti desti- Ortles-Cevedale (Tullio Tazzoli, 28 mar- mandosi il 23 marzo, il Mussolini trac- nati al pubblico sudtirolese, che ebbe il zo 1936). Diverse conferenze erano state ciò il bilancio dei primi 12 anni di attività suo apice verso la metà degli anni Trenta tenute nella sala teatrale anche negli an- del regime fascista e le future prospetti- nella completa censura del repertorio tea- ni precedenti: frequenti, soprattutto, con- ve di intervento: «Se gettiamo uno sguar- trale in lingua tedesca. In questa climax, ferenze di esplicita propaganda politica, do nell’immediato futuro possiamo af- uno dei generi che vennero fortemente ri- per tenere alto nella popolazione il coin- fermare che verso il 1940 molte opere at- lanciati fu quello dell’opera lirica. In li- volgimento nello spirito della rivoluzio- tualmente in corso saranno compiute. nea con la politica culturale fascista, sem- ne fascista. Tra le molte ricordiamo quelle Compiuta sarà gran parte della bonifica pre incline ad un’orgogliosa rivendicazio- di Orazio Pedrazzi (Il Fascismo e la nuova integrale, specie nell’Agro Pontino; gli ac- ne di tipicità ed unicità nell’espressione Italia, 19 febbraio 192458), di Emilio Bo- quedotti saranno finiti e sistemata quasi del sentimento italico, il bel canto era ri- drero (Essenza spirituale del Fascismo, lu- tutta la rete stradale ordinaria; ultimato il vendicato come esemplare manifestazio- nedì di Pasqua, 13 aprile 193359), di Gior- riassetto edilizio delle Università italiane, ne artistica di genuina italianità. L’orgo- gio Cevolotto (Conquiste del Regime per la il che basterà ai loro bisogni per qualche gliosa affermazione del proprio ruolo di difesa della razza, 4 aprile 1936), del gene- secolo; i piani regolatori di molte Città culla dell’opera lirica e del melodramma rale Rodolfo Corselli, (L’Italia guerriera, avranno avuto svolgimento e compimen- e di fucina dei più grandi compositori da- 16 dicembre 1936). Negli echi di cronaca to, fra cui quello di Roma». Sul piano in- va all’Italia occasione per un’ostentazio- sulla stampa allineata, che restituiscono ternazionale, nella fase stagnante dei lavo- ne di eccellenza in questo settore cultu- immancabilmente entusiastica affluenza ri della Conferenza per il disarmo, Mus- rale sulla scena europea. Grande campa- di folla, è difficile stabilire il reale interes- solini lancia qui l’appello a rafforzare le gna di comunicazione circondava quindi se e la partecipazione da parte della po- difese militari: «È necessario essere mi- anche a Bolzano la presentazione di opere polazione a questi incontri, al di là del- litarmente forti. Non per attaccare, ma liriche, e talvolta esse venivano precedute le gerarchie di camice nere, cooptate per per essere in grado di fronteggiare qual- da una conferenza introduttiva, sempre in l’occasione. Tra le commemorazioni di ri- siasi situazione» ed estende l’appello alla teatro, per avvicinare il pubblico alla per- levo politico, il 24 gennaio 1932 il Civico forza agli animi ed allo spirito del popo- sonalità artistica dell’autore o allo spirito fu teatro anche delle solenni celebrazio- lo fascista: «Io mi rifiuto di credere che il dell’opera: tra le molte, ricordiamo quel- ni per la scomparsa del fratello del duce, popolo italiano del tempo fascista, posto la di Franco Ciarlantini sulla vita di Gia- Arnaldo Mussolini, non solo «il miglio- a scegliere fra il vivere e il morire, scelga como Puccini, in concomitanza con la re giornalista fascista militante agli ordi- quest’ultima via, e che, fra la giovinezza messa in scena della (26 ni del Duce», ma anche «apostolo della ri- che rinnova le sue ondate primaverili, e settembre 1925).62 L’attività della stazio- nascita forestale italiana», veste nella qua- la vecchiaia, che declina verso gli inver- ne radiofonica di Bolzano dell’E.I.A.R., le gli venne reso un tributo di durevole ni oscuri, scelga quest’ultima ed offra, fra «sentinella radiofonica sul sacro confine», memoria con «la piantagione di un albero qualche decennio, lo spettacolo infini- contribuì a fare da cassa di risonanza: al- nel giardino prospiciente il Teatro Civico tamente angoscioso, anche nella sempli- cune opere musicali date al Civico di Bol- (lato sinistro), albero che sarà benedetto ce previsione, di un’Italia invecchiata, di zano (ad es. Don Pasquale di Donizetti),

219 rappresentazioni teatrali e concerti sinfo- di Vincenzo Gemito, donata da Busseto. nici e vennero trasmesse in diretta dal no- Oratore ufficiale della conferenza tenutasi stro teatro.63 a teatro il 2 febbraio 1941 fu il musicolo- Abbiamo visto come la creazione di go torinese Andrea Della Corte, che seppe appuntamenti ripetitivi fosse strategi- premiare nella fantasia musicale del «più ca nel disegno di assiduo coinvolgimen- forte melodrammaturgo dell’Ottocento to delle masse. L’individuazione di anni- italiano, psicologo e contenutista» la finez- versari commemorativi fu estesa anche al za nel cesellare «ora le anime individuali, settore culturale: nel novero delle celebra- ora quelle collettive». In questa ricorrenza zioni dedicate a personaggi illustri tenute- festosa non si mancò di investire l’evento si al Civico di Bolzano ricordiamo il Bi- di intense coloriture nazionalistiche, colo- millenario virgiliano, ove relatore ufficiale riture già presenti e ben espresse nell’at- fu Paolo Arcari: in una «sincera, intima, to di dedicazione alla fine del dicembre elegantissima conferenza», che aprì l’atti- 193768 del teatro all’insigne compositore, vità dell’Istituto fascista di Cultura64, Ar- del quale vennero accentuati i caratteri di cari celebrò nel poeta l’aspetto «naziona- attaccamento all’amor patrio: «non solo la le, umano, religioso: appare celebratore platea del nostro ‘Verdi’ ma anche l’adia- della stirpe, testimonianza della maturità cente viale [della stazione, n.d.a.] era sta- dello sviluppo civile, e, per afflato del di- to, per l’occasione, rallegrato da gruppi di vino, ricco di maestosi presentimenti del- bandiere e drappi tricolori». la prossima e nuova età del genere uma- Anche le arti figurative, come stru- no».65 Particolare successo di pubblico, mento espressivo determinante nella for- anche perché di immediato richiamo cul- mazione e nella rappresentazione dell’“uo- turale per la popolazione di lingua tede- mo nuovo”, furono altrettanto strategiche sca, riscosse poi la conferenza di Innocen- ai fini politici. Senza entrare nel dibatti- zo Cappa nel centesimo anniversario dal- to sul condizionamento del fascismo in la morte di Johann Wolfgang von Goethe campo artistico, viene riconosciuto al re- (29 marzo 1932).66 Le celebrazioni go- gime di Mussolini, rispetto ad esempio ethiane si chiusero il 2 aprile con un gran- alla Germania di Hitler, una minore in- de concerto, sempre a teatro, ove venne- gerenza diretta, consentendo una certa li- ro eseguiti brani evocativi delle atmosfere bertà di espressione e di sperimentazione, goethiane (Beethoven, Boito, Wolf, Schu- pur seguendone le forme e le manifesta- bert, Massenet), sotto la direzione di Ma- zioni con grande attenzione.69 Molti arti- rio Mascagni.67 Nel 1941 cadde la ricor- sti risposero con fervore al richiamo della renza del quarantesimo anniversario della funzione sociale ed educatrice – e quindi morte di Giuseppe Verdi: le commemora- politica – dell’arte, dando forme espressi- zioni ufficiali organizzate in tutt’Italia per ve all’estetica stilata dal fascismo, al suo disposizione del Ministero della cultura stile di vita ed ai suoi simboli, vuoi per op- Popolare vennero sentite con particola- portunismo politico, vuoi per sincero en- re calore a Bolzano: dopo i concerti orga- tusiasmo. Quali testimonial eccellenti del nizzati dal Conservatorio di Musica “C. «volto della nuova Italia» nell’arte, furo- Monteverdi” fu la volta delle celebrazio- no invitati dall’Istituto Fascista di Cultu- ni ufficiali al teatro, che sappiamo dedi- ra a parlare in un primo momento Fortu- cato al “Cigno di Busseto”, ove venne de- nato Depero, nella sala del Museo Civico 13 Il Teatro Civico durante una Biennale d’Arte posta una corona d’alloro ai piedi del bu- (il 3 dicembre 1932), e successivamente sto bronzeo di Verdi che era collocato al Teatro Civico (30 marzo 1933) Filippo nell’atrio superiore, copia della scultura Tommaso Marinetti, che suscitò grande

220 clamore nelle pagine di cronaca. Entram- applicata all’industria: «oltre l’affermazio- bi incarnarono l’essenza rivoluzionaria e ne da parte del Municipio che questi lo- dinamica della nuova era, in ostentata po- cali mai più sarebbero concessi alla Bien- lemica conto il ripiegamento borghese in nale bolzanina, egli [lo scrivente Alisi di una dimensione di passivo individuali- Castelvarco, n.d.a.] ha potuto anche con- smo. Al cospetto di una nutrita schiera di vincersi quanto dannosa sia l’eventualità autorità ed «accolto da una calorosa ova- di conferenze, recite, spettacoli durante il zione» dalla sala del Civico gremita, Ma- periodo in cui l’esposizione rimane aper- rinetti diede un possente saggio della sua ta. Allora si deve lasciare andare, anche «oratoria incisiva e squillante, […] dina- soffermarsi il pubblico nei due corridoi e mica e travolgente», infarcita di «frequen- nel foyer che servono ai palchetti, ed ol- ti e divertenti digressioni» (come «l’esor- tre alla perdita di proventi per gli ingres- tazione di una moda nazionale, la celebra- si, si riscontra anche l’inconveniente che zione della nuova cucina futurista»70�) ed i frequentatori non sono sempre pruden- enfatizzando l’ormai internazionale «riso- ti in quanto al fumare, non sono sempre nanza della nuova concezione artistica» si riguardosi nei confronti delle opere d’ar- soffermò lungamente sull’«estetica della te esposte […]. Capitale però è che i lo- macchina, esaltata da lui come produzio- cali del Teatro civico non corrispondono ne fatale dell’umanità […] che non poteva neppure in quanto ad illuminazione: se il nascere se non dalla genialità dello spirito foyer riceve dal nord buona luce durante italiano».71 tutto il giorno ed è sufficientemente alto, Già a partire dal 1922 il Teatro Ci- […] i due corridoi laterali non ne hanno vico ospitò anche delle mostre d’arte: in- […]. Insomma, non sono che dei corridoi, contrando inizialmente l’opposizione di nei quali nessun artista vorrebbe si espo- Trento, che aveva anticipato l’iniziativa nessero le sue opere, le quali tutte dovreb- e temeva una minore visibilità, si giunse bero trovare posto nel foyer, di aspetto più all’accordo che le rispettive rassegne ar- signorile, con luce migliore»�75 (figg. 16– tistiche si sarebbero tenute nei due capo- 23). Anche le Biennali vanno lette nel- luoghi, alternandosi, con frequenza bien- lo spirito del tempo: l’educazione esteti- nale.72 Le Biennali d’arte bolzanine73 si ca era uno dei punti fondanti della politi- tennero nel Teatro Civico tra il 1922 e il ca culturale del fascismo in Alto Adige e 1936, sempre in agosto e settembre74 (figg. Tolomei, sotto la cui egida queste esposi- 13–23), mentre le edizioni successive fino zioni nacquero e che fu elemento trainan- al 1942 si tennero all’Istituto Tecnico Ce- te del comitato organizzatore almeno fino sare Battisti e al palazzo del Turismo. al 1932, sostenne fieramente l’ideale ed il Dopo le prime edizioni, che riscosse- radicamento di un’arte che mirava a mo- ro notevole interesse di pubblico, iniziò strare «lo stile di un’italianità propria, re- a manifestarsi l’esigenza di trovare spazi gionale, montana», ove al regionalismo ed più adeguati per una corretta esposizione al carattere montano autoctono e radica- delle opere d’arte di quanto non fossero il to per naturale tradizione nel gusto locale foyer e i due corridoi del Teatro Civico: era sottintesa la sostituzione di ogni ele- la nuova organizzazione degli artisti ate- mento sentito straniero a favore di un’ide- sini, raccolta attorno alla delegazione pro- alizzazione di cultura agreste e di fierezza 14 Anton Hofer, manifesto per la II Biennale d’Arte della Venezia Tridentina, Bolzano 1924 vinciale del Sindacato Nazionale Fascista montana dal sapore tutto italico. Affron- 15 Copertina del catalogo della III Biennale d’Arte Belle Arti, iniziò dai primi anni Trenta a tando come nelle consuetudini del regime della Venezia Tridentina, Bolzano 1926 reclamare uno spazio in città dedicato ad l’educazione al gusto “allineato” fin dalle un’esposizione permanente d’arte e di arte sue origini, già nelle sue programmatiche

221

16–23 Ambienti interni (corridoi e foyer superiore) del Teatro Civico durante una Biennale d’Arte

enunciazioni del ’23 Tolomei prestò par- ticolare attenzione alla stessa revisione dei programmi d’insegnamento nelle «scuo- le d’arte di Bolzano, Gardena», che ora «acquistano vieppiù l’impronta ed il gu- sto dell’italianità». Le manifestazioni più evidenti e durature di questa revisione sti- listica si colgono in architettura, ove il nuovo gusto fortemente condizionò non solo l’aspetto dei manufatti di nuova co- struzione (la Sovrintendenza di Trento fu all’uopo istruita a «vietare le deformazioni esotiche tendenziose, ad imporre la corre- zione di certe linee e costruzioni recenti di tipo ostentatamente straniero, ad allon- tanare le sgangherate tabelle di richiamo, che offendono insieme il paesaggio, l’Ita- lianità ed il buon gusto»76) ma la stessa concezione funzionale delle fasi di espan- sione urbanistica del capoluogo.77 Nelle sale del Civico si diede spazio anche a diverse mostre personali di pitto- ri locali, tra cui Luigi Zago (18–30 aprile 1935), e Ulderico Giovacchini (1–30 ago- sto 1937, 19 luglio–29 agosto 1939). Tra le mostre a soggetto merita un cen- no particolare l’esposizione nel foyer del te- atro, nella prima metà di aprile del 1930, dei progetti presentati al concorso nazio- nale bandito dal Comune nel 1929 per il “Piano regolatore di ampliamento e risa- namento della città di Bolzano”, cui par- teciparono 9 studi di spicco nazionale. La commissione esaminatrice per i progetti per il nuovo P.R.G., presieduta da Marcel- lo Piacentini, assegnerà 3 premi ex-aequo a Adalberto Libera con Gino Pollini, a Gio- vanni Muzio e a Ettore Sottsass senior. Tutte le soluzioni progettuali presentate mostravano interventi abbastanza inten- si sul centro storico cittadino, accomuna- ti dalla motivazione dell’esigenza di un ri- 24 La Piazza del nuovo Teatro nel progetto non sanamento delle condizioni di abitabilità, realizzato di Giovanni Muzio (MI), 1930 25 Marcello Piacentini, Piano Particolareggiato di anche sotto il profilo igienico. In partico- ampliamento del centro storico di Bolzano lare, per quanto attiene al soggetto della presente ricerca, apprendiamo che venne avanzata in questa fase anche la proposta

226 di edificazione di un nuovo teatro, che supposto indispensabile per risollevare il Giovanni Muzio del Gruppo Urbanisti mercato librario dalla fase di stagnamen- di Milano volle collocato sempre in cen- to in cui versava, nel generale contesto tro, all’incrocio tra Via del Littorio e Via di crisi economica del periodo postbelli- Conciapelli di fronte all’Hotel Bristol, co. In Alto Adige, la manifestazione non che avesse circa 1500 posti, perché la di- mancava di colorarsi di lumeggiature na- mensione di quello attuale non sembrava zionalistiche: «la Festa del Libro per colo- più adeguato alla dimensione della città ro ‘cui non si fa notte innanzi la sera’ ha da 100.000 abitanti che si iniziava a con- un valore simbolico e propagandistico al- figurare progettulamente. (fig. 24). L’in- tissimo […]. A Bolzano ha un significa- carico per l’elaborazione del piano non to ancora maggiore […], il libro italiano verrà assegnato però a nessuno dei pro- non vuole stabilire in Bolzano il terreno gettisti premiati: quattro anni dopo ven- per una sterile lotta con le culture stranie- ne formalizzato l’affidamento diretto a re. Nel campo letterario, l’Italia non ha Piacentini, che venne incaricato per «il bisogno di confronti, collocata com’è in nuovo PRG (centro storico, ampliamen- eccelse sfere e per il suo passato e per il to e zona industriale), per un Piano Par- suo presente. Ma in Bolzano essa deve pe- ticolareggiato di ampliamento con zona netrare vigorosamente, conquistare setto- monumentale della Vittoria e per l’alta ri sino ad oggi indifferenti, frugare angoli sorveglianza sull’esecuzione dei lavori».78 morti».80 È, insomma, senza mezzi termi- Il piano verrà approvato solo nel genna- ni «affermazione inequivocabile di quella io del 1941 con la Legge n. 17379, e po- nobilissima superiorità della civiltà roma- sto in esecuzione solo parzialmente: per na e latina che giammai fu, nei secoli, del le difficoltà connesse con l’infiammarsi tutto avulsa da questa generosa terra atesi- del secondo conflitto mondiale oltre che na».81 Nella sesta Festa del Libro del 1932, per l'inaccettabile severità degli interven- sempre orgogliosamente presentata come ti progettati nel centro storico l’ipotizzato «superba affermazione di italianità», tro- sventramento del fronte degli edifici che viamo tra gli espositori l’editore Treccani- si affacciano su Via dei Portici non venne Tuminelli, che presenta il completamento posto in essere (fig. 25). dell’enciclopedia in corso, l’“Archivio di Ruotava attorno al Teatro Civico an- studi per l’Alto Adige”; le editrici Eroica che la Festa del Libro, evento a scansio- e Adriatica; la Brennero (che presenta tra ne regolare: nel parco antistante e lungo l’altro Leggende e miti atesini del giorna- il Corso Vittorio Emanuele (attuale Viale lista bolzanino Mario Ferrandi), l’Istitu- della Stazione) si aprivano stand e banca- to di studi per la Venezia Tridentina, ol- relle che mostravano i prodotti dell’edito- tre a diverse librerie cittadine. Firmava- ria locale e nazionale più recenti e “con- no proprie opere in vendita al Villaggio sigliati” (fig. 26). Emulava, in piccolo, il del Libro, tra gli altri, lo scrittore Salvator concetto e gli intenti di molte analoghe Gotta e il commediografo Giulio Cesare iniziative sorte in numerose città italiane, Viola.82 sulla scia della ben più prestigiosa Fiera La sapiente orchestrazione dei rituali internazionale del Libro che si tenne a Fi- nell’inquadramento delle masse raggiun- renze, ad alterne periodicità, tra il 1922 e se dunque tutte le manifestazioni della vi- 26a e b La festa del Libro, 29 luglio 1934: Il Duca di Pistoia, il prefetto e il segretario federale il 1932. L’avvicinamento del pubblico dei ta collettiva organizzata, dalle mostre al- passano in rassegna gli stand del Villaggio del lettori alle nuove produzioni editoriali ed le sagre popolari, dai convegni scientifici Libro iniziative come questa di avvicinamento alle conferenze, oltre che, come abbiamo diretto alla lettura, apparivano come pre- visto, alle competizioni sportive.

227 Tra le altre iniziative organizzate al Civi- tre ad un aggancio tematico all’immagine co che furono rivolte al mondo scientifi- del vigore fisico e alla salubrità della vi- co, occasione di spicco rappresentò il 19° ta rustica care al fascismo, la retorica di congresso nazionale della Società per il propaganda sfruttava abilmente i successi progresso delle Scienze (7–10 settembre ottenuti nelle bonifiche dell’Agro Ponti- 1930), ove convennero, nelle prime se- no, l’immagine dell’uomo “fattore”, che dute a Bolzano e poi a Trento, oltre 500 con l’assiduo lavoro piega al suo volere la tra i maggiori intellettuali della nazione, natura, che diveniva paradigma dell’ita- dal campo della fisica a quello del dirit- lica tenacia e vittoria anche in condizio- to, dall’economia alla matematica ed al- ni avverse. Dello spirito fascista venne- le scienze umane. Tra gli scienziati con- ro permeate in questi anni tutte le feste venuti: Giovanni Gentile, padre Agostino tradizionali che celebravano l’abbondan- Gemelli, Enrico Fermi. Interverrà anche za dei raccolti, dalle feste della vendem- Guglielmo Marconi, che successivamen- mia alle sagre tradizionali che propizia- te a Trento presiederà il Consiglio nazio- vano la fecondità della terra e la ricchezza nale delle ricerche. «La città ha espresso delle messi. Nello spirito di un rilancio con fasto il suo compiacimento esponen- delle risorse produttive locali si inseri- do al vento settembrino il tricolore, co- scono anche l’istituzione della Festa na- stellando le case e le vie di manifesti po- zionale dell’Uva, (istituita, sempre nello licromi, radunando una folla imponente spirito dell’autarchia nazionale, a partire dei suoi figli attorno al Teatro Civico, se- dal 1930)84, che recuperava la tradizione de della cerimonia inaugurale».83 Presie- in parte preesistente di esposizioni della deva il congresso Balbino Giuliano, mini- produzione vinicola locale, come l’annua- stro all’Educazione nazionale (figg. 27 e le Mercato Provinciale dei Vini dell’Al- 28). Dopo la cerimonia inaugurale i lavo- to Adige, abbinato alla selezione dei mi- ri proseguirono, distribuiti in gruppi, alle gliori vini locali, che si teneva a Bolzano scuole Cairoli. dal 1908, e le diverse mostre ortofrutti- Un’intensa opera di inquadramen- cole degli altri centri. Il 27 novembre to fu rivolta anche al mondo del lavoro, 1932 le premiazioni dei partecipanti al nei diversi settori produttivi. Il 1° dicem- Mercato Provinciale dei Vini si tennero bre 1929 si tenne, sempre al Civico, la pri- al Teatro Civico. La Festa dell’Uva era ma “grande adunata” dei sindacati fascisti sovente abbinata ad un mercato del vi- dell’industria: dai dati riportati dal segre- no e ad un concorso zootecnico. Un set- tario provinciale Amedeo Pazzagli ap- tore di nicchia nella filiera della zootec- prendiamo che nel 1929 l’Unione dei sin- nia locale, altrettanto strategico in tem- dacati dell’industria aveva tesserato l’87 % po di autarchia, rivestiva l’allevamento di della «massa organizzabile, pari a circa animali da pelliccia, documentato con 8000 lavoratori» e le previsioni per l’anno attenzione da parte dell’istituto Luce.85 27 XIX riunione della Società Italiana per il successivo portavano ad ipotizzare di riu- Allargato riscontro mediatico trova- progresso delle scienze, al Teatro Civico, 86 9 settembre 1930. Al centro Balbino Giuliano, scire a toccare la soglia del 10000 iscritti. va annualmente la premiazione dei veliti ministro all’Educazione nazionale, ai lati del La base rurale del paese fu coinvolta in della Battaglia del grano87, talvolta abbina- tavolo d’onore il prefetto Giovan Battista Marziali, il principe vescovo di Bressanone, maniera molto intensa nelle iniziative di ta alla premiazione dei partecipanti al mer- e il senatore Orsi propaganda del regime: oltre a rappresen- cato del vino e al concorso zootecnico, che 28 Cerimonia inaugurale della XIX riunione della Società Italiana per il progresso delle tare un vasto bacino di consensi, rappre- si teneva in inverno. La Battaglia del grano scienze al Teatro Civico, 9 settembre 1930 sentava un settore produttivo di estrema era una sfida ingaggiata a livello nazionale importanza nell’economia di autosussi- tra i coltivatori, per aumentare la produzio- stenza imposta in tempo di autarchia. Ol- ne di frumento. Lanciata a partire dal 1925

228 nell’ambito della politica autarchica soste- to locali rivestiva, sul piano politico, una tobre” (1922) si venne affermando con nuta dal regime, nel clima di ristrettezze duplice importanza strategica: se da una sempre maggiore intensità sul territo- imposto dalle sanzioni economiche contro parte una produzione spinta in questi due rio è fortemente indicativo del carattere l’Italia da parte della Società delle Nazio- settori era funzionale all’intento di «da- di spettacolarità di tutti questi riti, che ni per l’aggressione all’Etiopia, la campa- re alla Patria la redenzione economica», si avvaleva fortemente di tutti gli artifici gna aveva lo scopo di ottenere la completa target prioritario in tempi d’autarchia, di comunicazione non verbale, che sono autosufficienza nella produzione di questa dall’altra essa mirava al coinvolgimento propri dell’arte scenica. fondamentale fonte alimentare, affrancan- nella politica del regime della popolazio- do la Nazione dall’importazione di grano ne locale, a vocazione per la maggior par- estero88 (fig. 29). Le immagini del duce te rurale per secolare tradizione. Lo stesso stesso che trebbiava a Pontinia affianca- Marescalchi, venne sovente a sostenere di rono con grande potenza comunicativa persona la campagna a Bolzano: ad esem- l’operazione propagandistica a sostegno pio intervenne alla premiazione in occa- della campagna. A livello locale, il poten- sione del mercato dei migliori produttori ziamento della coltura di frumento incon- locali tenutosi tra il 16 ed il 18 febbraio trò qualche iniziale resistenza, vuoi per la 1930, ove rivolgendosi «alle nostre popo- conformazione del territorio, in gran par- lazioni rurali» sottolineò l’importanza di te montuoso, e per la tradizione agricola un impulso nella produzione enologica, locale, che avevano portato a privilegiare risorsa di spicco nell’economia agricola piuttosto coltivazioni frutticole (mele, pe- locale, e di un incremento dell’allevamen- re, uva) e prative (foraggi per l’allevamen- to di bestiame, anch’esso strategico negli to), vuoi anche perché la tradizione ali- indirizzi governativi di sviluppo di risor- mentare locale impiegava parallelamente se autarchiche. L’incremento delle risorse grandi quantitativi di segale per la pani- alimentari divenne un imperativo catego- ficazione. Il concorso tra i coltivatori era rico dopo l’entrata in guerra ed agli agri- bandito dalla Commissione provinciale coltori e allevatori atesini venne richiesto i granaria, istituita fin dal 1925, ed affian- massimo sforzo produttivo per approvvi- cata sul piano della ricerca e della speri- gionare le truppe al fronte, oltre alla po- mentazione di nuove tecniche colturali polazione civile.89 dalla Cattedra ambulante di Agricoltu- ra, e si avvaleva dei contributi del Mini- Conclusione stero dell’Agricoltura e delle Foreste, ol- tre che del Consiglio provinciale dell’Eco- In un volume dedicato alla vita del Teatro nomia corporativa e delle locali Casse di Civico di Bolzano ed ai suoi spettacoli non Risparmio. Anche nei due settori di pun- poteva mancare a nostro giudizio una ri- ta nell’economia rurale altoatesina, l’alle- flessione sulle iniziative organizzate nelle vamento e soprattutto la produzione viti- sue sale dagli organi del regime fascista. Il vinicola, molto incentivata dal dicastero Teatro Civico si mostra infatti una platea all’Agricoltura e Foreste di Arturo Mare- d’eccezione su cui osservare lo svolger- scalchi, si ingaggiarono gare fra i contadi- si del programma politico costellato di ni per incentivare l’aumento di produzio- manifestazioni e cerimonie rituali, idea- ne. A queste competizioni si dava grande te con mirata finalità di propaganda, che risalto sugli organi di informazione, per vedrà il consolidarsi del fascismo al pote- raggiungere il massimo coinvolgimento re. L’utilizzo del teatro come ribalta per da parte della popolazione. In Alto Adi- le manifestazioni connesse alla comuni- 29 Un manifesto della “Battaglia del grano” ge l’incentivazione della produzione vi- cazione ed al consolidamento del nuovo nicola, dell’agricoltura e dell’allevamen- pensiero che dopo la “rivoluzione d’ot-

229 1 Molto esaustivo nell’analisi dei diversi aspetti in cui può ottenere indennizzo alcuno» (ACBZ, Deputazione trovò espressione l’ambizione del regime fascista di pro- Teatrale, faldone II, fas. 2). porsi come religione laica di Stato è lo stadio di E. Gen- 12 E. Gentile, Il Culto del littorio, cit., p. 32. tile, Il Culto del littorio. La sacralizzazione della politica 13 Si veda E. Gentile, Il Culto del littorio, cit., capitolo nell’Italia fascista, Roma- 1993. La fascistizzazione della patria, pp. 66ss. Un’attenta di- 2 Ibidem, p. 50. Gentile riporta la citazione da G. Bot- samina degli aspetti connessi al culto dei caduti e alla tai, Disciplina, in «Critica fascista», 15 luglio 1923. nobilitazione della morte per la patria, come fattore es- 3 Per la teatralizzazione della politica è di riferimento il senziale nella sacralizzazione della nazione, dal Risorgi- volume di M. Isnenghi, L’Italia del fascio, Firenze 1996. mento fino a oggi, in O.Janz , L. Klinhhammer (a cura 4 Sul significato fortemente ideologico del passo romano di), La morte per la patria. La celebrazione dei caduti dal si veda S. Falasca Zamponi, Lo spettacolo del fascismo, Risorgimento alla Repubblica, Roma 2008. Soveria-Mannelli 2003, p. 177. 14 La festività del 4 novembre fu istituita il 23 ottobre 5 Un accenno a questo tema è in P. Terhoeven, Oro alla 1922. I principali testi di legge cui si è fatto riferimento Patria. Donne, guerra e propaganda nella giornata della sulla riforma ed integrazione del calendario delle festivi- Fede fascista, Bologna 2006, p. 134. tà nazionali di periodo fascista sono i seguenti: R.D.L. 6 Di riferimento per l’analisi dei meccanismi di cui il 23 ottobre 1922 n. 1354 (introduzione della festa nazio- nazionalismo si serve per acquistare il consenso popo- nale del 4 novembre); R.D. 19 aprile 1923 n. 833 (in- lare, per quanto focalizzato particolarmente sulla Ger- troduzione della festività del 21 aprile e abolizione della mania nazista, rimane lo studio di G.L. Mosse, L’uomo ricorrenza civile del 1° maggio); R.D. 30 dicembre 1923 e le masse nelle ideologie nazionaliste [1980], Roma-Bari n. 2859 (introduzione e ripristino di alcune festività); 1982. legge 6 dicembre 1928 n. 2765 (introduzione festività di 7 E. Tolomei, Il discorso di Bolzano, in “Archivio per S. Giuseppe); legge 27 dicembre 1930 n. 1726 (riordino l’Alto Adige”, XVIII(1923), p. 769. della normativa sulle festività); legge 17 ottobre 1941 n. 8 E. Tolomei, Il discorso di Bolzano, cit, p. 768. 1165 (sospensione della celebrazione delle feste naziona- 9 Un interessante appunto del funzionario comunale li a causa della guerra). addetto all’assegnazione dei palchi gratuiti alle autorità 15 Si veda a titolo d’esempio il discorso di Carlo Bonari, in occasione di spettacoli teatrali e cinematografici per- oratore ufficiale delle celebrazioni della Vittoria dell’an- mette di ricostruire la distribuzione dei posti: Archivio no 1927, in “La Provincia di Bolzano” d’ora innanzi Storico della città di Bolzano, d’ora in poi ACBZ, Co- “PBz”, 8 novembre 1927. mune di Bolzano di Amministrazione italiana, Atti ge- 16 Il fascismo, molto legato all’immagine di Roma, ri- nerali, busta G 58, 1941–43, fas. XV/4/1. cordava con grande enfasi l’anniversario della fondazio- 10 L’elenco delle rappresentazioni e delle manifestazioni ne dell’Urbe, che Varrone narra risalire al 21 aprile del tenutesi al Teatro Civico è stata ricostruita partendo dai 753 a.C. che era generalmente occasione in tutt’Italia quotidiani del tempo. La ricerca è stata resa molto più per prolusioni accademiche sulla storia di Roma. agevole grazie alle copie digitalizzate messe a disposi- 17 Nell’intento di celebrare «il lavoro italiano e non quel- zione on-line dalla Biblioteca provinciale in lingua ita- lo inteso in senso astratto e universale», il regime fascista liana “Claudia Augusta” di Bolzano (http://www.bpi. non riconobbe la festa internazionale del Lavoro, che ve- claudiaugusta.it/laprovinciadibolzano.cfm) e da quelle niva celebrata dal 1889 convenzionalmente il primo di microfilmate disponibili presso la Biblioteca Civica di maggio. La festa fascista del Lavoro venne abolita e ripri- Bolzano. L’elenco delle manifestazioni e celebrazioni di stinata al primo di maggio dopo la Liberazione. festività di carattere civile tenutesi al Teatro Civico, che 18 “PBz”, 30 aprile 1935. riportiamo nella cronologia generale in coda al volume, 19 Le citazioni di questa giornata sono tratte da “PBz”, per le quali sono debitrice per la paziente e minuziosa 30 aprile 1935. ricerca a Massimo Bertoldi, s’intende in partenza, dato 20 A. Del Boca, Gli Italiani in Libia, Roma-Bari 1986– l’elevatissimo numero di esse e l’alterno tenore, che ne 1988, p. 167. rende difficile la ricerca, solamente riassuntiva. 21 “PBz”, 25 maggio 1927. La fondazione dell’impero 11 L’utilizzo della sala del Teatro Civico anche durante trovò ulteriore occasione di celebrazione ufficiale all’atto il giorno per manifestazioni di vario tenore si infittì ne- dell’istituzionalizzazione della solennità del 9 maggio. gli anni di gestione da parte della Deputazione Teatrale, 22 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ita- organo di controllo politico (1936–1943). Accanto alla liana, deliberazioni podestarili, delibera del Podestà n. vita diurna del teatro, animata da numerosissime inizia- 9389 bis del 19 novembre 1927. La dedicazione passò tive, continuava naturalmente la regolare programma- poi, nel 1934, a Piazza Adriano Sernesi, che venne de- zione dell’attività teatrale, operistica e concertistica, ed dicata al 28 Ottobre dal 1934: ivi delibera del Podestà è lecito immaginare alcuni ambiti di tangenza tra i due n.1490 del 15 marzo 1934. mondi. Poteva capitare ad esempio che durante le mani- 23 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ita- festazioni diurne si fosse costretti a mantenere i fondali liana, deliberazioni podestarili, delibera del Podestà n. e gli allestimenti scenici non facilmente amovibili degli 993/21139 del 26 settembre 1936. spettacoli che venivano rappresentati in serata, e che il 24 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ita- calendario di esse dovesse tener conto dei tempi necessa- liana, deliberazioni podestarili, delibera del Podestà n. ri per le prove teatrali e d’orchestra, qualora, al contra- 994/21140 del 26 settembre 1936. rio, non fossero queste ultime a doversi adattare flessibil- 25 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ita- mente alla regolare scansione del primo. Dal “Regola- liana, deliberazioni podestarili, delibera del Podestà n. mento per la gestione del Teatro Civico di Bolzano” del 993/21139 del 26/09/1936. 1936, apprendiamo all’art. 56 che «Durante il periodo 26 S. Falasca Zamponi, Lo spettacolo, cit., Il riconosci- degli spettacoli in appalto, la Deputazione Teatrale può mento della festività del 28 di ottobre a tutti gli effetti concedere il teatro per manifestazioni nazionali, provin- civili avvenne con R.D.L. 21 ottobre 1926 n. 1779, con- ciali o locali, per conferenze e per spettacoli di benefi- vertito in legge 6 marzo 1927 n. 267. cenza purché non siano tenuti nelle ore degli spettacoli 27 “PBz”, 28 ottobre 1931. ordinari; l’impresario non può opporre alcun rifiuto né 28 E. Gentile, Il Culto del littorio, cit., p. 154.

230 29 Per effetto della Legge 27 dicembre 1930 n. 1726. vani fascisti, nei Fasci giovanili di combattimento, per Mostra d’Arte della Venezia Tridentina, 1922. 30 Roberto Farinacci era stato segretario del P.N.F. dal essere infine accolti, a ventuno anni, nel Partito. Ana- 73 La denominazione ufficiale delle esposizioni era ini- 1925 al 1926; troviamo la cronaca della giornata in logamente, le ragazze nei corrispondenti livelli di età, zialmente Mostre d’Arte della Venezia Tridentina; con “PBz”, 24 marzo 1930. entravano prima tra le Piccole poi tra le Giovani italiane l’individuazione della Provincia di Bolzano nel 1927 31 “PBz”, 24 marzo 1940. e quindi tra le Giovani fasciste. Dopo il 1934 l’O.N.B. vennero limitate agli artisti altoatesini o comunque a 32 Il percorso di affermazione del fascismo al potere in prese ad inquadrare anche i bambini e le bambine dai sei raffigurazione di soggetti dell’Alto Adige, mentre a par- Alto Adige è analiticamente descritto da A. Di Miche- agli otto anni, nelle schiere dei Figli della lupa. tire dal 1936, in conformità alle altre rassegne artistiche le, L’italianizzazione imperfetta. L’amministrazione pub- 53 “PBz”, 11 dicembre 1934. nazionali del Sindacato Fascista Belle Arti, furono ribat- blica dell’Alto Adige tra Italia liberale e fascismo, Alessan- 54 Si veda ad esempio “PBz”, 22 ottobre 1933. tezzate Esposizioni sindacali d’arte. dria 2003. 55 “PBz”, 17 ottobre 1930 e 1 ottobre 1934. 74 La quarta Biennale d’Arte si tenne eccezionalmente 33 Cronaca di questa «Giornata di maschia letizia» in 56 “PBz”, 8 luglio 1934. Incontri di pugilato al Teatro a Trento. “PBz”, 10 febbraio 1931. Civico si tennero anche il 31 maggio 1932, il 5 febbraio 75 “PBz, 24 agosto 1932, p. 2. 34 E. Gentile, Il Culto del littorio, cit., p. 85. 1933, l’8 luglio 1934, il 16 febbraio 1936. 76 E. Tolomei, Il discorso di Bolzano cit., p. 777. 35 “Il Piccolo Posto”, d’ora innanzi “PP”, 11 gennaio 1925. 57 Art. 5 del R.D.L. 20 giugno 1935, n. 1010 che istituì 77 Un’efficace panoramica sulle Biennali d’arte di Bol- 36 L’Associazione di sostegno degli optanti per la Germa- il Sabato Fascista (pubbl. in G.U. n.148 del 26 giugno zano in C. Kraus, Le Biennali di Bolzano 1922–1942, nia, la Arbeitsgemeinschaft der Optanten für Deutschland 1935). Sull’istituzione del Sabato Fascista si veda anche in Donna in rosso. Tullia Socin e le Biennali di Bolzano fu istituita il 30 gennaio del 1940. E. Gentile, Il Culto del littorio, cit., p. 168s. / Frau in rot. Tullia Socin und die Bozner Biennalen, ca- 37 “PBz”, 14 gennaio 1940. 58 “PP”, 19 febbraio 1924, p. 3. Per agevolare la compren- talogo della mostra tenutasi al Museo Civico di Bolza- 38 “PBz”, 25 ottobre 1939. sione del pieno senso dell’intervento di Pedrazzi da parte no dal 21 novembre 2007 al 29 marzo 2008, Bolzano 39 “PBz”, 24 dicembre 1933. degli “allogeni”, il testo della conferenza fu pubblicato 2008. 40 “PBz”, 25 dicembre 1934. in tedesco in versione integrale. 78 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ita- 41 “PBz”, 25 dicembre 1935. 59 “PBz”, 14 aprile 1933. liana, deliberazioni podestarili, delibera del Podestà n. 42 “PBz”, 25 dicembre 1934. 60 “PBz”, 24 gennaio 1932. 999 del 15 febbraio 1934. 43 Un approfondimento specifico sulla portata propa- 61 Parziale trascrizione del discorso in “PBz”, 20 mar- 79 Notizia della costituzione della giuria esaminatrice, gandistica della Giornata della Fede, oltre che dei suoi zo 1934. composta dall’ing. Luigi Dorna, dall’accademico Mar- aspetti simbolici e del suo concreto svolgimento, in P. 62 “PP”, 25 settembre 1925. Franco Ciarlantini, politico, cello Piacentini, dall’ing. Torres, dal podestà di Bolza- Terhoeven, Oro alla Patria, cit. giornalista e scrittore, fondatore dell’Istituto di propa- no ing. Felice Rizzini, dall’accademico Cesare Bazzani, 44 P. Terhoeven (ibidem), che analizza compiutamente ganda italiana Athesinum e della libreria Dante Alighie- dall’ing. Della Valle, in “PBz”, 4 aprile 1930, con foto gli aspetti rituali nel dono della fede delle spose fasciste, ri a Trento, sostenne attivamente con la sua pubblici- del gruppo. Ringrazio cordialmente Peter Morello per la coglie anche nel gesto dello sfilare il vecchio anello e di stica la penetrazione culturale degli Italiani nelle terre segnalazione della notizia. Descrizione del PRG di Pia- infilare la vera del fascio, la forte analogia simbolica con altoatesine. centini nello studio di P. Morello in L. Benevolo, E. un matrimonio mistico col partito. Puntuali riferimenti 63 “PBz”, 4 maggio 1932. Piroddi, Manuale di urbanistica, Roma 2009, vol. 3. anche in S. Falasca Zamponi, Lo spettacolo del fascismo, 64 L’Istituto fascista di Cultura, presieduto da Ettore To- Le Tavole originali del Piano sono in ACBZ, Comune cit., pp. 267–268. lomei, fu inaugurato con una relazione di Alfredo Giar- di Bolzano di Amministrazione italiana, Ufficio Lavo- 45 Si veda il discorso ufficiale del Duce all’inaugurazione ratana sul tema l’economia italiana di ieri e di oggi, sem- ri Pubblici. di Pontinia, nel Giorno della fede del 1935, riportato in pre al Teatro Civico, il 10 maggio 1930: “PBz”, 11 mag- 80 “PBz”, 14 agosto 1932, p. 3. “PBz” del 19 dicembre, p. 1. gio 1930. 81 “PBz”, 13 agosto 1932, p. 3. 46 Sul valore simbolico della scelta di questa spettacola- 65 “PBz”, 13 maggio 1930. 82 Sono grata per la segnalazione della notizia a Ettore re quinta architettonica si veda P. Terhoeven, Oro alla 66 Grande risalto giornalistico in “PBz”, 30 marzo 1932. Frangipane. Patria cit. pp. 132s. Lo stesso Mussolini si fece strate- 67 PBz”, 3 aprile 1932. 83 Cronaca della cerimonia inaugurale, con foto in gicamente in disparte in questa giornata, e seguí il rito 68 ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione ita- “PBz”, 9 settembre 1930. nazionale da Pontinia nell’agro romano redento, ma la liana, deliberazioni podestarili, delibera del Podestà n. 84 “Bollettino Ufficiale Prefettura Bolzano”, circolare sua diretta adesione fu garantita dall’offerta degli ori ed 1068/15542 bis del 23 dicembre 1937. prefettizia n. 12952 del 18 settembre 1930. argenti di Rachele. 69 Si veda la panoramica sulle arti figurative al capito- 85 Cinegiornale A0909, 1/1932. La prima mostra bol- 47 “PBz”, 19 dicembre 1935. lo I templi della fede in E. Gentile, Il Culto del littorio zanina di animali da pelliccia si tenne nel gennaio del 48 “PBz”, 19 dicembre 1935. cit., p. 180. 1932, presso la palestra dell’O.N.B. in Via Vintola: 49 «I soldati che nel freddo e nel gelo delle steppe russe 70 Era recente (1931) il Manifesto della cucina futurista di “PBz” 10 gennaio 1932. si battono per il trionfo di un altissimo ideale, sentiran- Marinetti, che propugnava la «necessità di impedire che 86 “Veliti del grano”, riecheggiando gli antichi soldati no vicino ancora una volta il grande cuore del popolo l’Italiano diventi cubico massiccio impiombato da una dell’esercito romano, erano chiamati i vincitori dei con- che ha per essi palpiti di grato amore e di inestinguibile compattezza opaca e cieca. Si armonizzi invece sempre corsi nazionali banditi per incrementare la produzione fede» “PBz”, 18 dicembre 1941, p. 5 più coll’italiana, snella trasparenza spiralica di passione, granaria. 50 Con la legge del Regno 6 giugno 1939, n. 930 veniva tenerezza, luce, volontà, slancio, tenacia eroica. Prepa- 87 “PBz”, 29 novembre 1931. stabilito che il ricavo netto della vendita del bollo chiu- riamo una agilità di corpi italiani adatti ai leggerissimi 88 Al momento dell’avvio della campagna, l’Italia impor- dilettera in occasione di questa giornata venisse devoluto treni di alluminio che sostituiranno gli attuali pesanti di tava annualmente 25 milioni di quintali di frumento, su in ragione del 35% alla Croce Rossa Italiana e in ragione ferro legno acciaio» e vietava la «pastasciutta, assurda re- un consumo totale di 75 milioni. Grazie a questa “Batta- del 65% ai consorzi provinciali antitubercolari (art. 3). ligione gastronomica italiana» (vuoi anche perseguendo glia” l’Italia riuscì in sette anni a colmare un deficit sulla 51 Cronaca della giornata in “PBz”, 11 aprile 1937. l’effetto pratico di sganciarsi dalla dipendenza del gra- bilancia commerciale di 4 miliardi di lire e a soddisfare 52 L’Opera Nazionale Balilla (O.N.B.) venne istituita no straniero, prezioso in tempi di autarchia) a favore di quasi completamente il proprio fabbisogno di frumento con la legge 3 aprile 1926, n. 2447. Nel 1937 l’organizza- «complessi plastici saporiti, la cui armonia originale di arrivando, anche grazie all’introduzione di sementi elet- zione, dipendente dal Ministero dell’educazione nazio- forma e colore nutra gli occhi ed ecciti la fantasia pri- te e di nuove tecnologie produttive, ad una produzione nale a partire dal 1929, confluì nella Gioventù italiana ma di tentare le labbra», da consumare rigorosamente di 81 milioni di quintali. La stampa di propaganda rife- del Littorio (GIL), che viene posta alle dirette dipenden- con le mani, per non perdere la pienezza di un «piacere risce che, a livello locale, in soli 5 anni dall’avvio della ze del Partito nazionale fascista. Il nome dell’organizza- tattile prelabiale». Il Manifesto della Moda femminile fu- campagna la produzione di frumento riuscì a raddoppia- zione ricorda il “monello di Portoria” (GE), Giovanni turista è invece firmato da Volt nel 1920. re, passando dagli iniziali 34.000 quintali (1925-26) ai Battista Perasso, detto il Balilla, assurto a simbolo della 71 Tutte le citazioni di questo capoverso provengono dal- 66.000 del raccolto del 1930-31, pur riuscendo a coprire rivolta della città per aver lanciato sassate, nel 1746, con- la recensione alla conferenza di Marinetti in “PBz”, 31 ancora solo la metà del fabbisogno interno: vedi “PBz” tro soldati austriaci. I ragazzi dagli otto anni ai quat- marzo 1933. del 28 novembre 1931. tordici erano inquadrati come Balilla, dai quindici ai 72 Si veda G. Barblan, La scultura alla IX sindacale d’Ar- 89 “PBz”, 19 gennaio 1941. diciotto come Avanguardisti, entravano poi, come Gio- te tridentina, in “Atesia Augusta”, II(1940), pp. 34–37;

231 LE PROIEZIONI CINEMATOGRAFICHE NEL TEATRO CIVICO / TEATRO VERDI

Ettore Frangipane

Nel 1928 il Teatro Civico, non ancora dedicato a Verdi, si aprì anche all’utilizzo come sala cinematografica. Il cinema ave- va fatto una sua prima apparizione a Bol- zano il 21 novembre 1896, con una pro- iezione dimostrativa all’hotel Grifone. Scrisse allora il quotidiano “Bozner Zei- tung” che «nel pubblico l'attesa per que- sta interessante novità è così grande, che si può contare su una forte presenza di visitatori».1 Proiezioni vennero proposte negli anni seguenti nei baracconi che pe- riodicamente venivano allestiti in piazza del Mercato, oggi piazza Verdi, ma per- ché Bolzano potesse disporre di una ve- ra e propria sala cinematografica, anzi di due, si dovette attendere il dicembre del 1907. Fu il giorno 21 che aprì il Weltbio- graph (“Vorführung lebender Photogra- phien”, ossia “Presentazione di fotografie viventi”) nella Erzherzog-Rainer-Straße, oggi via della Mostra, nell’edificio che at- tualmente ospita la Banca Intesa. Succes- sivamente sarà chiamato Cinema Centra- le e nel 1928 trasferito in via della Posta.2 Il giorno successivo, ossia il 22 dicembre, nell’edificio al numero 30 di via Portici, lasciato libero dal Municipio che si era spostato nella sua sede attuale, iniziaro- no inoltre le proiezioni del Kinematogra- ph-Eden-Theater, che dal 1913 fu chia- mato più semplicemente Eden (fig. 2),

232 e poi trasferito in via Defregger, oggi via dreas Hofer. Anche Sturmegger alla fine Leonardo da Vinci, ove si trova tuttora.3 fu sconfitto, si nascose, ma un traditore Le due sale cinematografiche aperte (Rafael Kröss) lo consegnò ai napoleo- nel dicembre 1907 ebbero successo im- nici, come avvenne con Hofer. A questo mediato, al punto che l’anno successivo si punto però la vicenda volse verso il lie- aprì una terza sala al Parkschlößl, che si to fine: Napoleone fu sconfitto a Lipsia trovava tra la stazione ferroviaria e l’odier- e, nella fantasia di Trenker, Sturmegger no palazzo della giunta provinciale. fu scarcerato. Il film fece montare su tut- Naturalmente si proiettavano pellico- te le furie Joseph Goebbels ma l’Italia fu le mute, inizialmente soprattutto a conte- invece benevola. La sua versione italiana nuto documentaristico o comico (nella apparve tra l’altro anche a Bolzano, nel pubblicità si leggeva: “Lachen zum Schrei- marzo del 1942, al cinema della G.I.L., la en”, ossia si ride al punto da dover urlare), Gioventù Italiana del Littorio, oggi strut- ma non mancavano vere e proprie trame, tura dell’E.U.R.A.C. Nell’annunciare la come quella (1909) sulla storia di Andre- proiezione “La Provincia di Bolzano” lo as Hofer che – precisava la pubblicità – descrisse come «il più spettacolare film di a Cristiania (oggi Oslo) era stata censura- montagna con uno spettacolare episodio ta perché la fucilazione dell’eroe tirolese della storia napoleonica».4 era apparsa troppo cruenta. Al posto della Tornando indietro nel tempo, c’è da fucilazione apparve in Norvegia la scrit- sottolineare che fin dalle sue origini il ci- ta involontariamente ironica: «la fucila- nematografo coprì a Bolzano un ruolo zione di Andreas Hofer è annullata per importante. Le possibilità di svago non disposizione della polizia di Cristiania». erano molte, soprattutto perché la gente Sull’epopea di Andreas Hofer c’è da ag- non aveva la possibilità di muoversi, di giungere che non furono poche le produ- spostarsi con mezzi propri, come acca- zioni cinematografiche tirolesi sul tema, e de oggi. C’erano le funicolari e le funivie noi a questo punto ci consentiamo un’an- (Colle, Guncina, Virgolo, Renon), ma il ticipazione al 1939 quando l’attore e regi- fascino di quelle pellicole dalle immagini sta gardenese Luis Trenker (Ortisei 1892 sfarfallanti, ancora mute (l’Eden ancora – Bolzano 1990) girò Der Feuerteufel (Il sito in via Portici subì le proteste dei vici- ribelle della montagna). Stretto tra fasci- ni che d’estate, a finestre aperte, doveva- smo e nazismo, cui la figura di Hofer era no subirsi lo strimpellare del pianoforte sospetta, Trenker si inventò la lotta anti- che accompagnava le proiezioni), prose- napoleonica di un mai esistito boscaiolo guì e s’accrebbe. Anche perché negli anni carinziano, che avrebbe comandato una incominciarono ad apparire racconti epi- sollevazione contro le truppe di Napole- ci, come Cabiria, Incendio e distruzione di one nel 1809, lo stesso anno di Andreas Cartagine e Gli ultimi giorni di Pompei, Hofer. Vi si narrava la vicenda del bosca- che sul vasto pubblico ebbero facile presa iolo Valentin Sturmegger (secondo altre (fig. 3). fonti: Sturmberger) che nel 1809 in Ca- Con l’inglobamento della parte meri- rinzia avrebbe sollevato i suoi conterranei dionale del Tirolo nel regno d’Italia le co- 1 Disegno pubblicitario per il film Fedora, contro l’oppressore, affiancando gli ussari se sostanzialmente non mutarono. Inco- Caesar Film 1916 prussiani di Ferdinand von Schill, che a minciarono ad apparire film con i sotto- 2 L’ingresso alla prima sede del cinema Eden, in via Portici 30 loro volta avrebbero disatteso l’ordine di titoli in italiano. Le sale rimasero poche, 3 Un’inserzione pubblicitaria di un film al Cinema cessare il fuoco impartito dagli imperato- anche se nel frattempo s’erano adattate a Eden ri di Prussia e d’Austria. Insomma, una cinematografo le Sale Civiche (già Bürger- situazione analoga a quella vissuta da An- saale, d’epoca asburgica), site ai margini

233 della Viehmarktplatz (oggi piazza Verdi), più tardi trasformate in Circolo ufficia- li e poi spianate dai bombardamenti. In tutto a disposizione della popolazione di Bolzano (circa 37.000 abitanti) e del co- spicuo contingente militare, all’inizio del 1928 non si trovavano che il cinema Eden, il Gran Cinema Sala Civica e il Centrale. S’imponeva il reperimento di un’ulteriore sala e così in Comune si pensò al Teatro Civico, anche per consentire ulteriori in- troiti, che aggiustassero almeno in parte una gestione spesso problematica. “La Pro- vincia di Bolzano”, quotidiano fascista che aveva iniziato le sue pubblicazioni l’anno precedente, descrisse i lavori d’adattamen- to nella sua edizione del 17 gennaio 1928: «Nell’atrio d’entrata, al posto dell’attuale sgabuzzino della cassa verrà aperto l’in- gresso principale alla platea, ove i posti in piedi saranno aboliti e lo spazio sarà usu- fruito per aumentare il numero delle pol- troncine. I palchi del primo piano verran- no trasformati in una grande galleria […]. In occasione delle grandi veglie danzanti tutta la platea verrà resa piana con un pa- vimento mobile a due punti in ferro uni- ranno la stessa al vasto palcoscenico che verrà pure trasformato in sala da ballo». Il programma del 1928: «50 rappresentazio- ni cinematografiche con spettacolo di va- rietè, una sessantina di spettacoli di prosa, operette d’attrazione ecc., una stagione li- rica, tutte le altre sere spettacoli cinemato- grafici con un’orchestrina di almeno dieci elementi».5 Va subito precisato che il tra- guardo di 50 spettacoli cinematografici l’anno non fu raggiunto. La «nuova vita del Teatro Civico» ini- ziò quello stesso 17 gennaio, come si leg- ge in un interessante corsivo dello stesso giornale il giorno 18. Il teatro aprì con un lavoro in tedesco, Hänsel und Gretel

4 Inserzione pubblicitaria ne "La Provincia di di Engelbert Humperdinck; sala affolla- Bolzano", 5 giungno 1943 tissima, ma il giornale snobbò l’avveni- mento definendolo «di carattere famiglia- re». Chiosò però così un comportamento

234 assunto dal direttore, Oswald Gasteiger: no 1917. Quindi in tre puntate I Miserabi- «Prima che si iniziasse lo spettacolo un si- li, «giudicato dalla critica mondiale ope- gnore, a nome di un gruppo di spettato- ra inarrivabile per umanità e grandiosità ri disse al maestro, come essendo a Bol- di sublime e perfettissima interpretazio- zano, data l’occasione, non sarebbe stato ne».8 La direzione assicurava: «prezzi nor- male avanti che si alzasse il velario suonare mali, grande orchestra». La Leggenda di la Marcia Reale. Evidentemente il maestro Gösta Berling (Svenska Film) riecheggiava la prima volta non capì, tanto che qual- I cavalieri di Ekebù dal romanzo di Sel- cuno del pubblico credette opportuno ri- ma Lagerlof (ne trasse un’opera il rovere- chiedere ad alta voce l’inno. Vi fu un mo- tano ). A fine maggio mento di attesa silenziosa nel quale tutti Mia zia, «capolavoro della Ars Italica di pensarono che il maestro aveva (sic) capi- Roma»9, e anche in questo caso la pub- to, ma il desiderio non fu esaudito. Sarem- blicità garantiva «tutte le proiezioni con mo curiosi di sapere se il maestro ha capito accompagnamento a grande orchestra»: o no. Nel primo caso potremmo fargli ca- il cinema infatti era ancora muto. Mag- pire noi che inaugurandosi un rinnovato gio si chiuse con un film di richiamo, La periodo d’arte in un teatro italiano a Bol- grande rivista, del quale il giornale scris- zano, il far suonare la Marcia Reale non è se trattarsi della «più moderna espressio- un delitto. E nel secondo caso potremmo ne di tecnica cinematografica in fatto di fargli capire, sempre noi, che in un teatro films (sic) a colori».10 Vi si vedevano spet- italiano, a Bolzano, il maestro deve anche tacoli del Moulin Rouge, del Palace e del- afferrare il significato delle parole pronun- le Folies Bergère, nei quali emergeva Jo- ciate nella lingua ufficiale».6 sephine Baker «nei suoi indiavolati char- Le proiezioni cinematografiche ebbe- leston». A proposito di questo film, un ro inizio il 23 marzo. Il manifesto che an- curioso e sgrammaticato invito della di- nunciava l’inaugurazione, comunicava an- rezione suggeriva agli spettatori di avvi- che i titoli dei primi tre film: 23–25 mar- cinarsi allo schermo «onde constatare che zo Vendetta araba, poi Il segreto di Budda, la migliore e perfetta visibilità del qua- con una nuova comica di Ridolini, quindi dro con la sua nuova macchina ‘Impera- dal 29 marzo La signora delle Camelie, re- tor Ernemann Krupp’ viene offerta alla gia di Baldassarre Negroni (fig. 5). Il gior- massima distanza».11 Si proiettano anche no 31 con una prosa alquanto zoppicante due film dal titolo La casa delle tre zitel- “La Provincia di Bolzano” scrisse: «Ebbe le («massima ilarità»12) e I vagabondi al luogo la prima visione del magnifico com- Luna Park («ultracomico sentimentale e movente e squisitamente interpretato ca- grottesco»13) interpretati da Pan e Patan, polavoro con la Norma Talmadge. Il suc- due comici danesi anche definiti “Crick e cesso fu pieno e contribuì non poco l’ese- Crock” (ma non si trattava di Stan Lau- cuzione e grande orchestra che commentò rel e Oliver Hardy). Ancora Gli esiliati del il celebre dramma di A. Dumas con quasi Volga («la fuga attraverso la Russia Rivo- l’intera spartitura (sic) dell’opera Traviata. luzionaria», preceduto dal documentario La stessa orchestra, come sempre, accom- “Luce”: Da Trento alla Val d’Astico), La pagnerà il film anche domenica 1 apri- prigioniera di Sciangai, L’inferno dei pro- le dalle ore 14 con spettacoli continuati. fughi (si noti la consistente presenza di 7 Prezzi normali!». film antibolscevichi. Questo film si alter- 5 L’annuncio della proiezione della Signora Poi venne Notte di nozze, di Telema- na alle esibizioni concertistiche del cor- delle Camelie co Ruggeri, attore e regista (1876–1957), po corale dei Cosacchi Kubanj dell’ope- prodotto dalla Savoia Film nel non vici- ra di Pietrogrado, come veniva chiamata

235 Leningrado dopo l’originaria definizione il nostro cinema perse consistenza dopo di Pietroburgo, dovuta a Pietro il Gran- la Grande guerra, mentre emergeva la ci- de, una slavizzazione avvenuta in odio ai nematografia germanica, specie a Berli- tedeschi che avevano scatenato la prima no. Registi prestigiosi come Mario Bon- guerra mondiale. Poi Mamma non pian- nard, , Carmine Gallone gere, Nozze bianche, c’è un Guardia Im- si trasferirono oltr’Alpe, e Gallone – tra periale proiettato pro Croce Rossa, quin- l’altro – vi girò il primo film sonoro te- di La donna incontrata di notte con Car- desco, Das Land ohne Frauen. Emigraro- men Griffit e John Bowers, Storia di una no anche attori come Francesca Bertini e piccola parigina di Augusto Genina, con Carlo Aldini, quest’ultimo con la sua ca- Carmen Boni «simpaticissima e brava at- ratterizzazione di atleta spericolato, che a trice»14 (nell’annuncio di un film del gen- Berlino fece fortuna al punto di fondare naio 1929, Scampolo, «tolto (sic) dalla ce- una casa cinematografica propria, la Al- lebre commedia di Niccodemi», la Boni dini Film. viene definita «attrice biricchina»). Viene Passiamo rapidamente oltre, pur ci- luglio, le proiezioni proseguono e noi non tando qualche momento particolare, co- scendiamo più nei dettagli. Giova segna- me l’avvio in ottobre dei “Giovedì cine- lare comunque l’introduzione dei cine- matografici dei Balilla”, ai quali «tutti gli giornali prodotti dalla L.U.C.E. (L’Unio- Avanguardisti e Balilla delle centurie di ne Cinematografica Educativa).15 Non c’è Bolzano debbono intervenire in completa la televisione ad informare con le sue im- divisa».17 Ma l’anno successivo ben pre- magini, ma la propaganda del regime ne sto le proiezioni cinematografiche s’inter- ha necessità, ed ecco allora apparire asso- rompono, e per oltre un decennio il tea- ciati ai film servizi d’attualità, non sem- tro sarà riservato alla prosa, alla lirica, a pre tempestivi. Così, ad esempio, i primi manifestazioni di vario genere (ma so- di luglio si proietta nel cinegiornale Luce prattutto di regime), alle Biennali d’arte, la visita del cardinale Eugenio Tosi e del eccezionalmente anche al pugilato. Scri- podestà di Milano all’equipaggio del di- ve compiaciuta la “Rivista per la Venezia rigibile Italia, in procinto di partire per Tridentina”: «Il Teatro Civico è stato fi- il Polo Nord agli ordini del generale Um- nalmente restituito alla propria dignità. berto Nobile. Ma nel frattempo il dirigi- Era tempo di finirla coi modesti ripieghi, bile era precipitato sulla banchisa polare coi tirchi mezzucci, con le indecorose (la tragedia della ‘tenda rossa’). Tempesti- economie. Il Teatro funzionerà con due vo invece nello stesso mese il cinegiornale stagioni liriche, intercalate con spettaco- che raccontava tra l’altro l’inaugurazione li di prosa e operetta, scelti con assoluta a Bolzano del monumento alla Vittoria, intransigenza d’arte da un’apposita depu- presente il Re. tazione teatrale scelta fra i cittadini»18 Lo Tornando ai film, una citazione me- schermo non s’illumina più, salvo essere rita Uno contro tutti, «avventurosa inter- chiamato saltuariamente in servizio, co- pretazione internazionale di Carlo Aldi- me nell’occasione data dai “Littoriali del ni».16 Il film, proiettato nella sala teatra- cinema”, rassegna-concorso di film a pas- le bolzanina a fine giugno 1928, è stato so ridotto presentati da numerosi G.U.F. 6 Schema di distribuzione dei posti alle autorità in girato infatti con registi e attori italiani (Gioventù Universitaria Fascista) d’Italia. occasione delle proiezioni cinematografiche 7 La sala del Teatro Civico durante una proiezione trasferitisi in Germania nel corso di un “La Provincia di Bolzano” titola: «S.E. il del Cine Guf esodo che depauperò la cinematografia Duca di Pistoia con S.E. il Prefetto e il fe- italiana negli anni Venti. Leader duran- derale presenzia alla visione dei filmi (sic) te il secondo decennio del secolo scorso, premiati»19 (fig. 7).

236 Inattivo il Cine-Teatro appare intanto al pareti, le balau­stre, i palchi hanno com- Centrale il primo film sonoro: Il diavo- piuto sforzi storici, in omaggio a De Sica, lo bianco, prodotto in Germania, e trat- per ac­cogliere la fiumana degli ammirato­ to da un racconto di Lev Tolstoj, Hadgi ri. Dove di solito ci si sta in tre, c’e­rano Murat.20 E due settimane più tardi, ecco sei persone, pigiate come sar­delle, respi- apparire, ancora al Centrale, quello che è rando grosso, ma beate nello sguardo per stato il primo film sonoro in assoluto: Il essere riuscite a conquistarsi un angolo di cantante pazzo (USA), con Al Jolson che visuale sul palcoscenico. Si capisce che in canta Sonny Boy. simile frangente, l’affare dell’applauso co­ È di questo periodo il debutto come at- stituiva un problema che da molti non fu trice della bolzanina diciannovenne Her- neanche minimamente affron­tato. Il suc- thilde Gabloner, in arte Maria Garde- cesso più palpabile era del re­sto già offerto na. La Gabloner era figlia dello scultore dalla visione della sa­la in compressione».21 Ignaz, autore tra l’altro del bassorilievo Ma bisogna attendere il 1942 perché il ci- raffigurante la Trinità che si trova sulla nema torni al Teatro Civico, intitolato nel facciata della chiesa bolzanina di Cristo frattempo a Giuseppe Verdi. Si ripropo- Re. Maria Gardena fu protagonista del ne infatti il problema delle poche sale a film Ho visto brillare le stelle (1939) diret- disposizione di una cittadinanza ulterior- to da Enrico Guazzoni, e del film I bam- mente cresciuta a 70.000 abitanti, e co- bini ci guardano (1942) diretto da Vit- sì si forma un movimento pro-cinema. Si torio De Sica. Questo secondo lavoro è legge in “Atesia Augusta”, a firma del cri- giudicato antesignano del neorealismo.20 tico musicale Guglielmo Barblan, profes- Dopo la sua breve esperienza cinemato- sore al Conservatorio: «Perché nei lunghi grafica l’attrice tornò agli studi d’architet- mesi in cui le platee soffrono di inazio- tura (fig. 8). ne per mancanza di spettacoli, non ospi- È di questo periodo anche una reci- tare gli spettacoli cinematografici? Perché ta della compagnia teatrale De Sica–Mel- non alternare all’attore in carne e ossa la nati–Rissone (Questi ragazzi di Gherar- sua effigie luminosa nelle sequenze di un do Gherardi), che merita un cenno per le film?».22 Il Comune affitta allora il teatro considerazioni sull’alternativa cinema-tea- all’E.T.I. (Ente teatrale italiano per la cul- tro che ne potevano scaturire. Tutto esau- tura popolare) ed alla neo-costituita bol- rito, il botteghino deve chiudere in antici- zanina S.T.E.C. (Società anonima spet- po. “La Provincia di Bolzano” (5 febbra- tacoli teatrali e cinematografici) che ne io 1939) depreca la circostanza che attori cureranno insieme la gestione, con com- noti grazie al cinema (l’allusione è a Vit- petenze differenziate. Della S.T.E.C. as- torio De Sica) riescano a creare attorno a sume la presidenza l’onorevole Luciano sé una curiosità eccessiva, e di conseguen- Miori (fig. 9); ne fanno anche parte i pro- za un’eccessiva affluenza. Per la recita suc- fessionisti bolzanini Mariano Degasperi, cessiva (Alla prova di Frederick Lonsdale) Luigi Piombo, Giuseppe Rabbiosi, Tito della stessa compagnia “La Provincia di Pasquali, ed inoltre Vittorio Orioli (Ce- Bolzano”) loda invece la direzione del te- sena), Amedeo Costa (Rovereto) e l’im- atro che è riuscita a stipare spettatori dap- presario Giovanni Germani (Firenze). pertutto. «Una bella prova l’ha data così Vengono effettuati nuovi lavori di adatta- 8 Maria Gardena, al centro, sul set con Vittorio an­che la sala del nostro ‘Verdi’: pro­va di mento: «In questi mesi estivi la sala è sta- De Sica (col berretto bianco) in I bambini ci resistenza per contenere un nu­mero stra- ta convenientemente attrezzata allo sco- guardano (1942) grande di persone. Non c’e­ra un centime- po. Nessuna perturbazione dell’armonia tro quadrato di spazio libero: i corridoi, le della grande sala. La platea immutata, la

237 galleria anche. Ridotti di numero, limita- tamente alle proiezioni cinematografiche, i palchi, e trasforma­to il resto in galle- ria. Raddoppiati e modernizzati gli spor- telli per la vendita dei biglietti, siste­mato nella parte anteriore del palcoscenico un grande schermo, naturalmente mobile. La cabi­na di proiezione è stata allestita sen- za minimamente incidere sull’estetica del locale e vi sono sistemate due macchine di proiezione modello Zeiss Ikon. La pri- ma proiezione avverrà sabato 19 settem- bre con il film Orizzonte di sangue, laure- ato trionfalmente pochi giorni prima alla decima Mostra del Cinema di Venezia».23 Il 18 settembre le autorità visitano con soddisfazione la rinnovata struttura, il giorno successivo alle sei sale bolzani- ne in funzione (Cinema Roma con Stu- kas, Centrale con Elisir d’amore, Dante con La congiura dei Pazzi, Luce con Ban- diera gialla, in più Druso e Littorio, fu- turo Boccaccio) si aggiunge anche il Ver- di. Sulla scelta del film inaugurale c’è una certa incertezza, a seconda dei giornali. Si va da Orizzonte di sangue (regia Gennaro Righelli), a Orizzonte perduto, a Die Got- tlosen (ossia I senza Dio, tratto secondo la pubblicità da Wir Lebenden, titolo di un altro film in programma successivamente: Noi vivi). È comunque accettata la versio- ne che si sia proiettato Orizzonte di san- gue, con Valentina Cortese, Luisa Ferida e Osvaldo Valenti, i due ultimi conside- rati “attori di regime” e pertanto fucilati a guerra conclusa.24 Il film, anche questo antibolscevico, era ambientato ai tempi della Rivoluzione d’ottobre. Poi Violet- te nei capelli di Carlo Lodovico Bragaglia (1942), Musica maestro (1941), Perdizione (1933), Lettere d’amore smarrite (1940) e dal 9 ottobre una pellicola che varrebbe la pena rivedere: I tre aquilotti, di Mario 9 L’on. Luciano Miori, presidente della S.T.E.C. 10 I tre aquilottti di Mario Mattioli fu il film del Mattioli, scritto da Tito Silvio Mursino debutto di Alberto Sordi (anagramma di Vittorio Mussolini) ed in- terpretato anche da Alberto Sordi, al suo primo film da coprotagonista (fig. 10).

238 Dei numerosi film successivi giova ci- 1 “Bozner Zeitung”, 21 novembre 1896. D’ora in poi tare Noi vivi e Addio Kira (1943), gira- “BZ”. 2 Nello stesso edificio si trovava a suo tempo il teatro ti da Goffredo Alessandrini, interpreta- “Zur Kaiserkrone”, ed oggi i magazzini dell’UPIM. ti da Rossano Brazzi, Fosco Giachetti ed 3 Nota curiosa: l’Eden negli anni Trenta, durante la guerra d’Abissinia, avrebbe mutato nome in Luce, onde Alida Valli, al suo esordio come attrice di non rendere onore al nome del ministro degli esteri bri- primo piano (fig. 10). I due film, dati al tannico, Anthony Eden. 4 “La Provincia di Bolzano”, d’ora in poi “PBz”, 7 marzo Verdi ma anche al Luce (il pubblico s’as- 1942. Di indispensabile riferimento sul periodo sono i siepava), furono tratti da due romanzi dei lavori di AAVV, L’incanto dello schermo. 100 anni di ci- nema nel Tirolo storico – Zauber der Leinwand. 100 Jahre quali uno erano la continuazione dell’al- Film in Alt-Tirol, Bolzano 1995; P. Caneppele, Il Tirolo tro. Il tema anche questa volta era antibol- in pellicola. Film tirolesi dalle origini al 1918, Bolzano 1996; M. Bonetto – P. Caneppele, Tutto esaurito… scevico. Si videro al Verdi, tra i molti altri, Gli spettacoli cinematografici a Bolzano 1896–1918, Bol- classici come Le due orfanelle (di Carmi- zano 1999; P. Caneppele – A. Rigon, Fra luci e ombre. ne Gallone), Intrattimento e propaganda sugli schermi cinematografici E le stelle stanno a guarda- di Bolzano (1919–1945), Bolzano 2002. re (di Lionel Barrymore), Avanti c’è po- 5 “PBz”, 17 gennaio 1928. sto (appare Aldo Fabrizi), Quattro passi tra 6 “PBz”, 18 gennaio 1928. 7 “PBz”, 31 luglio 1928. le nuvole (di Alessandro Blasetti), Il por- 8 “PBz”, 14 maggio 1928. to delle nebbie (di Marcel Carné), Dagli 9 “PBz”, 22 maggio 1928. 10 “PBz”, 24 maggio 1928. Appennini alle Ande (di Fabio Calzavara), 11 “PBz”, 27 maggio 1928. tratto quest’ultimo dal romanzo Cuore di 12 “PBz”, 17 maggio 1928. 13 “PBz”, 29 maggio 1928. Edmondo De Amicis. Poi il 2 settembre 14 “PBz”, 27 giugno 1928. 1943 mentre era in programma Il sogno 15 Si veda il CD-Rom AIDA, Firenze, Alto Adige 1925- 61. Una storia attraverso i filmati dell’Istituto Luce, Bol- di Butterfly di Carmine Gallone, Bolzano zano 1999. La proiezione dei cinegiornali Luce – questa subì il suo primo bombardamento e alcu- la grafia adottata – abbinata a quella dei film, divenne obbligatoria a partire dal 1926. ne bombe andarono a colpire proprio il 16 “PBz” 30 giugno 1928. Verdi: a fine guerra non ne resteranno che 17 “PBz”, 4 ottobre 1928. 18 ruderi. Alla S.T.E.C. non restò che vende- “Rivista per la Venezia Tridentina”, aprile 1930. 19 “PBz”, 8 settembre 1939. re l’impianto di proiezione e le poltron- 20 “PBz”, 22 ottobre 1930. cine non danneggiate a 400 lire l’una. Il 21 “PBz”, 8 febbraio 1939. 22 “Atesia Augusta”, settembre-ottobre 1942, p. 54. tutto, per 2 milioni. 23 “PBz”, 17 settembre 1942. 24 Osvaldo Valenti aveva aderito alla Repubblica sociale di Mussolini e s’era arruolato nella X Mas del principe Valerio Junio Borghese.

239 Cronologia degli spettacoli, mostre d’arte e manifestazioni civili tenute nel Teatro Civico / Teatro Verdi di Bolzano 1918–1943

a cura di Massimo Bertoldi

La cronologia ricostruisce l’utilizzo quotidiano 29 aprile del Teatro Civico/Teatro Verdi. Si riportano, ol- 1918 Familie Hannemann (Famiglia Hannemann) tre agli spettacoli, le manifestazioni a carattere ci- di Otto Schwartz e Max Reimann vile e artistico, e i film proiettati. Gli spettacoli si 14 aprile Compagnia del Teatro Civico intendono sempre serali (ore 20 o 20.30 o 21). Se Egmont-Ouvertüre di Ludwig van Beethoven pomeridiani sono specificati dalla sigla (p); in ca- Primo Reggimento tirolese Kaiserjäger 30 aprile so di doppia rappresentazione nello stesso giorno Bundeslied di Wolfgang Amadeus Mozart Der Kammersänger (Il cantante di camera) si indicano sia la pomeridiana (p) che la serale (s). Männergesangverein di Bolzano di Frank Wedekind I titoli degli spettacoli sono trascritti nella lingua Schicksalslied (Canto del destino) di Johannes Der Ernst des Lebens (La serietà della vita) in cui furono recitati: per le opere date in lingua Brahms di Felix Salten tedesca, si riporta tra parentesi, ove disponibile, la Musikverein di Bolzano Ein angebrochener Abend di Otto Eisenschitz traduzione ufficiale in italiano. La ricostruzione Die Meistersinger von Nürnberg (I maestri cantori Compagnia del Teatro Civico cronologica è stata fatta avvalendosi dei giornali di Norimberga) di Richard Wagner dell’epoca. I quotidiani italiani sono consultabili Musikverein di Bolzano 1, 9 (p) maggio in formato digitale e online per iniziativa della Bi- Familie Hannemann (Famiglia Hannemann) blioteca Provinciale Italiana “Claudia Augusta” di 18 aprile di Otto Schwartz e Max Reimann Bolzano (www.bpi.claudiaaugusta.it/laprovincia- Opera 50 di Pëtr Il’ič Čajkovskij Compagnia del Teatro Civico dibolzano.cfm). I microfilm sono disponibili pres- Musikverein di Bolzano so la Biblioteca Civica di Bolzano. I quotidiani te- 2, 11 maggio deschi si leggono collegandosi al sito della Biblio- 20, 24, 28 aprile Das Glück im Winkel (Felicità in un luogo teca Provinciale (Landesbibliothek) “Dr. Friedrich Minna von Barnhelm (Minna di Barnhelm) tranquillo) di Hermann Sudermann Tessmann” (www.tessmann.it). di Gotthold Ephraim Lessing Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Fonti: Il Piccolo Posto, La Voce del Sella, 3 maggio Bozner Nachrichten, Der Tiroler/Der Landsmann, 21 aprile Serata mozartiana Bozner Zeitung, Dolomiten, La Provincia di Der Herr Senator (Il signor senatore) di Franz Musikverein di Bolzano Bolzano von Schönthan e Gustav Kadelburg Compagnia del Teatro Civico 4, 19 (p) maggio Causa Kaiser di Ludwig Stärk e Adolf Eisler 23, 27 aprile Compagnia del Teatro Civico Der Gatte des Fräuleins (Il marito della signorina) di Gabriel Drégely 5 maggio Compagnia del Teatro Civico Der Herr Senator (Il signor senatore) di Franz von Schönthan e Gustav Kadelburg (p) 25 aprile Compagnia del Teatro Civico Die Hausdame (La dama di casa) di Erik Hostrup (fig. 1) 5(s), 12 (p), 28, 29 (p) maggio Compagnia del Teatro Civico Der Raub der Sabinerinnen (Il ratto delle Sabine) di Franz e Paul von Schönthan Compagnia del Teatro Civico

240 7 maggio 29 maggio Spettacolo di beneficenza Der Faun (Il fauno) di Edward Knoblauch Compagnia del Teatro Civico 8 maggio Der Kammersänger (Il cantante di camera) 1 giugno di Frank Wedekind Maddalena (Madgalena) di Ludwig Thoma Der Ernst des Lebens (La serietà della vita) Compagnia del Teatro Civico di Felix Salten Ein angebrochener Abend di Otto Eisenschitz 2 giugno Compagnia del Teatro Civico Die rätselhafte Frau (La donna enigmatica) di Robert Reinert (p) 9, 15, 20 (p) maggio Familie Schimeck (Famiglia Schimeck) di Gustav Im weißen Rössl (Al Cavallino Bianco), musica Kadelburg (s) di Ralph Benatzky, libretto Hans Müller-Einigen Compagnia del Teatro Civico e Erik Charell Compagnia del Teatro Civico 3 giugno Concerto di beneficenza a favore 12 maggio dei soldati tirolesi Die rätselhafte Frau (La donna enigmatica) Cappella musicale del I reggimento di Robert Reinert dei Kaiserjäger di Innsbruck Compagnia del Teatro Civico 4 giugno 14 maggio Blaufuchs (La volpe azzurra) di Ferenc Herczeg Die Tänzerin (La ballerina) di Melchior Lengyel Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico l, 9 (p) giugno 16, 21, 22 maggio Sappho (Saffo) di Franz Grillparzer Heimat (La patria) di Hermann Sudermann Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 6 giugno 17 maggio Die Tänzerin (La ballerina) di Melchior Lengyel Manifestazione di beneficenza per i soldati Compagnia del Teatro Civico tirolesi al fronte Compagnia del Teatro Civico 7 giugno Spettacolo di varietà 18 maggio Front-Varieté Kabale und Liebe (Intrigo e amore) di Friedrich Schiller (fig. 2) 8 giugno Compagnia del Teatro Civico Die Schmetterlingsschlacht (Battaglia di farfalle) di Hermann Sudermann 19, 26 maggio Compagnia del Teatro Civico Die Meerjungfrau (La sirena) di Emil e Arnold Golz 9, 17 giugno Compagnia del Teatro Civico Gebildete Menschen (Persone colte) di Victor Léon Compagnia del Teatro Civico 20, 25 maggio Das grobe Hemd di Carl Karlweis 10 giugno Compagnia del Teatro Civico Spettacolo di varietà Front Varieté 23 maggio Frau Warrens Gewerbe (La professione della signora 11, 19, 29 (p) giugno Warren) di George Bernard Shaw Johannisfeuer (I fuochi di San Giovanni) Compagnia del Teatro Civico di Hermann Sudermann Compagnia del Teatro Civico 1 Gli spettacoli nel Teatro Civico da “Bozner Nachrichten”, 25 aprile 1918 24 maggio 2 Gli spettacoli nel Teatro Civico Concerto di beneficenza a favore dei 12 giugno da “Bozner Nachrichten”, 19 maggio 1918 soldati tirolesi Liebelei (Amoretto) di Arthur Schnitzler Cappella musicale del I reggimento Compagnia del Teatro Civico dei Kaiserjäger di Innsbruck

241 14 giugno 25 giugno 19, 20 (s), 22, 25, 27 (p) ottobre Der Faun (Il fauno) di Edward Knoblauch Die Haubenlerche di Ernst von Wildenbruch Die Fledermaus (Il pipistrello), musica Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico di Johann Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée (fig. 3) 15 giugno 27 giugno Compagnia del Teatro Civico Der Weibsteufel (L’indemoniata) Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto di Karl Schönherr di Franz von Schönthan e Franz Koppel–Ellfeld 21, 24, 28 ottobre Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Die spanische Fliege (La mosca spagnola) di Franz Arnold e Ernst Bach 29 giugno Compagnia del Deutschen Volkstheater Auch ich war ein Jüngling di Max Neal e Max Ferner di Vienna Compagnia del Teatro Civico 23 ottobre 30 giugno Der Retter (Il Salvatore) di Hans Saßmann Der Meineidbauer (Il contadino spergiuro) Compagnia del Teatro Civico di Ludwig Anzengruber Compagnia del Teatro Civico 26, 29 (p), 31 ottobre Die schöne Galathée (La bella Galatea), musica 2 luglio di Franz von Suppé, libretto di Poly Henrion ‘S Nullerl di Karl Morre Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 27, 29 ottobre 6 luglio Brüderlein fein (Piccolo fratellino), musica Jugend (Giovinezza) di Max Halbe di Leo Fall, libretto di Julius Wilhelm Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

7 luglio 30 ottobre Der verwunschene Prinz (Il principe incatato) Hans Huckebein di Oskar Blumenthal di Johann von Plötz (p) Compagnia del Teatro Civico Familie Hannemann (Famiglia Hannemann) 3 Johann Strauss di Otto Schwartz e Max Reimann (s) 1, 2 (p) novembre Compagnia del Teatro Civico Der Müller und sein Kind (Il mugnaio e suo figlio) 16 giugno di Ernst Raupach (p) Eheurlaub di Julius Horst e Hans Bachwitz (p) 13 luglio Die Ahnfrau di Franz Grillparzer(s) Compagnia del Teatro Civico Zum Einsiedler (All’eremita) di Benno Jacobson Compagnia del Teatro Civico Er muß taub sein! (Lui deve essere sordo!) di Carl 16, 23 giugno Friedrich Wittmann 2, 3, 6, 8, 25, 30 novembre Doktor Klaus (Dottor Claudio) Compagnia del Teatro Civico Hoheit tanzt Walzer (Sua Altezza balla il valzer), di Adolph L’Arronge musica di Leo Ascher, libretto di Julius Brammer Compagnia del Teatro Civico 14 luglio e Alfred Grünwald Ein glücklicher Familienvater (Un padre fortunato) Compagnia del Teatro Civico 18 giugno di Karl August Görner (p) Flachsmann als Erzieher di Otto Ernst Durch die Zeitung (Dal giornale) di Richard 3 novembre Compagnia del Teatro Civico Gorter (s) Die schöne Galathée (La bella Galatea), musica Compagnia del Teatro Civico di Franz von Suppé, libretto di Poly Henrion (p) 20 giugno Compagnia del Teatro Civico Der zerbrochene Krug (La brocca rotta) 12 ottobre di Heinrich von Kleist Die versunkene Glocke (La campana sommersa) 7 novembre Compagnia del Teatro Civico di Gerhart Hauptmann Hans Huckebein di Oskar Blumenthal Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 22, 23, 26, 30 (p) giugno Alt-Heidelberg di Wilhelm Meyer-Förster 13, 15, 20 (p) ottobre 12, 15, 16, 24 (p) novembre Compagnia del Teatro Civico Renaissance (Rinascimento) di Franz von Schön- Der Teufel (Il diavolo) di Ferenc Molnár than e Franz Koppel-Ellfeld Compagnia del Teatro Civico 24 giugno Compagnia del Teatro Civico Relazione sul Faust di Johann Wolfgang Goethe 17, 18, 27 novembre da parte di Bernd Semper 14, 17, 18 ottobre Das Dreimäderlhaus (La casa delle Die jungen Mädchen (Le ragazzine) di Alexander tre ragazze), musica di Franz Schubert, Engel e Hans Saßmann libretto di Heinrich Berté Compagnia Deutsches Volkstheater di Vienna Compagnia del Teatro Civico

242 18 novembre Johann Strauss, libretto di Carl Haffner 7, 20 gennaio Die spanische Fliege (La mosca spagnola) di Franz e Richard Genée Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Arnold e Ernst Bach (p) Compagnia del Teatro Civico musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Compagnia del Teatro Civico Berté 21 (p), 25 (p), 28 (p), 29 dicembre Compagnia del Teatro Civico 23, 24, 28 novembre Hänsel und Gretel (Hänsel e Gretel) Rund um die Liebe (Tutto sull’amore), musica di Engelbert Humperdinck di Oscar Straus Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 22, 23, 25 dicembre 26, 29 novembre Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Die Räuber (I masnadieri) di Friedrich Schiller musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Compagnia del Teatro Civico Stein e Bela Jenbach (fig. 4) Compagnia del Teatro Civico 1, 5, 9 (p) dicembre Die Kreuzelschreiber di Ludwig Anzengruber 24 dicembre Compagnia del Teatro Civico Des Meeres und der Liebe Wellen (Le onde del mare e dell’amore) di Franz Grillparzer 2 dicembre Compagnia del Teatro Civico Der Graf von Luxemburg (Il conte di Lussembur- go), musica di Franz Lehár, libretto di Alfred 26, 28, 31 dicembre Maria Willner e Robert Bodanzky (p) Die Bauernprinzessin (La principessa contadina) Compagnia del Teatro Civico di Robert Stolz Compagnia del Teatro Civico 2, 7, 13, 26 (p) dicembre Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich 1919 Berté Compagnia del Teatro Civico 2, 7 (p) gennaio Rund um die Liebe (Tutto sull’amore), 3 dicembre musica di Oscar Straus Rund um die Liebe (Tutto sull’amore), musica Compagnia del Teatro Civico 4 Emmerich Kálmán di Oscar Straus Compagnia del Teatro Civico 2, 6, 9, 27 (p) gennaio Förster-Christl, musica di Georg Jarno, libretto 8 gennaio 4, 10, 16 (p)dicembre di Bernhard Buchbinder Die Ehre (L’onore) di Hermann Sudermann Er und seine Schwester (Lui e sua sorella) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico di Bernhard Buchbinder Compagnia del Teatro Civico 3 gennaio 12, 13, 15, 22, 24 gennaio Die Dollarprinzessin (La principessa dei dollari), Die Kinokönigin (La regina del cinema), musica di 6 dicembre musica di Leo Fall, libretto di Alfred Maria Jean Gilbert, libretto di Georg Okonkowsky e Ju- Pygmalion (Pigmalione) di George Bernard Shaw Willner e Fritz Grünbaum lius Freund Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

8, 9, 11, 19, 23 (p), 30 dicembre 4 gennaio 14 gennaio Die Dollarprinzessin (La principessa dei dollari), Des Meeres und der Liebe Wellen (Le onde del mare Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), musica di Leo Fall, libretto di Alfred Maria e dell’amore) di Franz Grillparzer musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Willner e Fritz Grünbaum Compagnia del Teatro Civico Stein e Bela Jenbach Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 5, 10, 13 (p) gennaio 12 dicembre Drei Paar Schuhe (Tre paia di scarpe), musica di 18, 19, 25, 30 gennaio Die Ehre (L’onore) di Hermann Sudermann Karl Millöcker, libretto di Alois Berla Der Obersteiger (Il minatore), musica di Carl Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Zeller, libretto di Moritz West e Ludwig Held Compagnia del Teatro Civico 15, 27 dicembre 6 gennaio Alt-Heidelberg di Wilhelm Meyer-Förster Die Bauernprinzessin (La principessa contadina) 26, 27, 29 gennaio Compagnia del Teatro Civico di Robert Stolz (p) Die Landstreicher (Il vagabondo), musica di Compagnia del Teatro Civico Carl Michael Ziehrer, libretto di Leopold Krenn 16, 18, 29 (p) dicembre e Carl Lindau Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Compagnia del Teatro Civico

243 31 gennaio 8 febbraio 16, 22, 27 febbraio Das Konzert (Il concerto) di Hermann Bahr Die Kinokönigin (La regina del cinema), musica di Die lustige Witwe (La vedova allegra), musica di Compagnia del Teatro Civico Jean Gilbert, libretto di Georg Okonkowsky e Ju- Franz Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein lius Freund Compagnia del Teatro Civico 1, 12, 15, 17, 18, 23 (p) febbraio Compagnia del Teatro Civico Die keusche Susanne (La casta Susanna), musica di 21 febbraio Jean Gilbert, libretto di Georg Okonkowski 9, 10, 14, 19, 23, 28 febbraio Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Compagnia del Teatro Civico Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Berté Compagnia del Teatro Civico

24 febbraio Concerto della scuola musicale delle Musik- vereines di Bolzano

26 febbraio Der Graf von Luxemburg (Il conte di Lussembur- go), musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria Willner e Robert Bodanzky (fig. 5) Compagnia del Teatro Civico

1 marzo Spettacolo di beneficenza Compagnia del Teatro Civico

2 (p), 5, 11, 16 marzo Die Faschingsfee (La fata del carnevale), musica di Emmerich Kálmán, libretto di Alfred Maria Willner e Rudolf Österreicher Compagnia del Teatro Civico

2, 31 marzo Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Berté (p) Compagnia del Teatro Civico

3, 20 (p) marzo 5 Il conte di Lussemburgo, musica di Franz Lehár, Die lustige Witwe (La vedova allegra), musica di libretto di Alfred Maria Willner e Robert Bodanzky (frontespizio dell’edizione Franz Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein W. Karczag & K.Wallner, Vienna 1910) musica di Leo Fall, libretto di Victor Léon Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 4, 13 marzo 13 febbraio Brautschau (Cercare moglie) di Ludwig Thoma 2, 6 febbraio Hoheit tanzt Walzer (Sua Altezza balla il valzer), Ein angebrochener Abend di Otto Eisenschitz Die Landstreicher (Il vagabondo), musica di Carl musica di Leo Ascher, libretto di Julius Brammer Compagnia del Teatro Civico Michael Ziehrer, libretto di Leopold Krenn e e Alfred Grünwald Carl Lindau Compagnia del Teatro Civico 6, 15 marzo Compagnia del Teatro Civico Die Wienerinnen (Le viennesi) di Hermann Bahr 16 febbraio Compagnia del Teatro Civico 4 febbraio Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Das Konzert (Il concerto) di Hermann Bahr musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo 9, 10, 14, 18 marzo Compagnia del Teatro Civico Stein e Bela Jenbach (p) Frühlingsluft (Primavera scapigliata), musica di Jo- Compagnia del Teatro Civico sef Strauß, libretto di Karl Lindau e Julius Wilhelm Compagnia del Teatro Civico

244 10 marzo 5 aprile 23 aprile Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Komtesse Guckerl (La contessa Guckerl) di Franz Concerto della violinista Lina Deimer e Leo Fall, libretto di Victor Léon (p) von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld del baritono Adolf Baron von Ingenhaeff Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 25 aprile 17 marzo 6, 12, 15, 20 (p) aprile Die Strasse nach Steinaych (La strada per Steinaych) Concerto di Karl Deluggi Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto di Wilhelm Stucklen di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Compagnia del Teatro Civico 19, 20 (p), 29 (p), 30 marzo Compagnia del Teatro Civico Das süße Mädel (Dolce Mädel), musica di Hein- 26, 27, 30 aprile rich Reinhardt, libretto di Alexander Landesberg Ein Tag im Paradies (Un giorno in paradiso), e Leo Stein musica di Edmund Eysler, libretto di Leo Stein Compagnia del Teatro Civico e Béla Jenbach Compagnia del Teatro Civico 25 marzo Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), 1 maggio musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto Stein e Bela Jenbach (p) di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

26 marzo 3, 4 maggio Rund um die Liebe (Tutto sull’amore), musica Wenn Männer schwindeln, musica di Walther di Oscar Straus (fig. 6) von Goetze, libretto di Bruno Decker e Compagnia del Teatro Civico Robert Pohl Compagnia del Teatro Civico 27 marzo Blaufuchs (La volpe azzurra) di Ferenc Herczeg 18 settembre Compagnia del Teatro Civico Concerto in onore di Ludwig Thuille 6 Oscar Straus

28, 29 marzo 20—21, 26, 29 (p) settembre Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica di Oscar Straus, libretto di Leopold Jacobson 7 aprile di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer e Felix Dörmann Frühlingsmädel, musica di Franz Lehár, libretto Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico di Rudolf Eger Compagnia del Teatro Civico 24 settembre 1 aprile Johannisfeuer (I fuochi di San Giovanni) di Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), 11 aprile Hermann Sudermann musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Der Teetisch (Tavolo da tè) di Karl Sloboda Compagnia del Teatro Civico Berté Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 25 settembre 13, 14, 21 (p), 29 aprile Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), 2 aprile Die Schützenliesel, musica di Edmund Eysler, li- musica di Leo Fall, libretto di Julius Brammer Blaufuchs (La volpe azzurra) di Ferenc Herczeg bretto di Leo Stein e Carl Lindau e Alfred Grünwald Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

3, 20, 21, 28 aprile 16 aprile 27 settembre Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), musi- Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Totentanz (Danza di morte) di August Strindberg ca di Leo Fall, libretto di Julius Brammer e Leo Fall, libretto di Victor Léon Compagnia del Teatro Civico Alfred Grünwald Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 28, 29, 30 settembre 19, 20, 24, 27 (p) aprile Die geschiedene Frau (La divorziata), musica 4, 7 (p), 9, 14 (p) aprile Liebe im Schnee (Amore nella neve), musica di di Leo Fall, libretto di Victor Léon Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica Ralph Benatzky, libretto di Willi Prager Compagnia del Teatro Civico di Oscar Straus, libretto di Leopold Jacobson Compagnia del Teatro Civico e Felix Dörmann Compagnia del Teatro Civico

245 1, 5 ottobre 6 ottobre 16 ottobre Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), musi- Totentanz (Danza di morte) di August Strindberg Die Zarin (La zarina) di Melchior Lengyel ca di Leo Fall, libretto di Julius Brammer e Compagnia del Teatro Civico e Lajos Biro Alfred Grünwald Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 8, 30 ottobre Die Kinder (I bambini) di Hermann Bahr 19, 24, 29 ottobre 2, 7 ottobre Compagnia del Teatro Civico Wo die Lerche singt…! (Dove canta l’allodola…!), Die geschiedene Frau (La divorziata), musica musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria di Leo Fall, libretto di Victor Léon 11 ottobre Willner e Heinz Reichert Compagnia del Teatro Civico Die Judasglocke (La campana di Giuda) di Hans Compagnia del Teatro Civico Knobloch 3 ottobre Compagnia del Teatro Civico 21, 25 ottobre Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica di Othello di William Shakespeare Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer 12—13, 17, 22 ottobre Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Bruder Straubinger (Fratello Straubinger), 23 ottobre Die Großstadtluft (L’aria della grande città) di Oskar Blumenthal e Gustav Kadelburg Compagnia del Teatro Civico

26—27 ottobre Die schöne Helena (La bella Elena), musica di Jacques Offenbach, libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy Compagnia del Teatro Civico

31 ottobre Margarete (Faust), musica di Charles Gounod, libretto di Jules Barbier e Michel Carré Compagnia del Teatro Civico

1 novembre Der Frauenfresser (Il divoratore di donne), musi- ca di Edmund Eysler, libretto di Leo Stein e Carl Lindau Compagnia del Teatro Civico

2, 7, 12 , 19 novembre Margarete (Faust), musica di Charles Gounod, libretto di Jules Barbier e Michel Carré Compagnia del Teatro Civico

2 novembre Totentanz (Danza di morte) di August Strindberg (p) Compagnia del Teatro Civico

3 (p), 14 novembre Wo die Lerche singt…! (Dove canta l’allodola…!), musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria 7 Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto di Willner e Heinz Reichert Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Compagnia del Teatro Civico (frontespizio dell’edizione W. Karczag & K. Wallner, Wien 1913) musica di Edmund Eysler, libretto di Moritz 3, 5, 17 (p) novembre West e Ignaz Schnitzer Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), 4, 9, 14, 20 ottobre Compagnia del Teatro Civico musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Der Frauenfresser (Il divoratore di donne), musica Berté di Edmund Eysler, libretto di Leo Stein 15 ottobre Compagnia del Teatro Civico e Carl Lindau Elektra di Hugo von Hofmannsthal Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

246 4 novembre 2, 7, 13, 19 dicembre 20 dicembre Bürgerlich und romantisch (Borghese e romantico) Tiefland, musica di Eugen d’Albert, libretto Susannes Geheimnis (Il segreto di Susanna), mu- di Eduard von Bauernfeld di Rudolph Lothar sica di Ermanno Wolf-Ferrari, libretto di Enrico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Golisciani Compagnia del Teatro Civico 6 novembre 3 dicembre Jugend (Giovinezza) di Max Halbe Alt-Heidelberg di Wilhelm Meyer-Förster 21, 26 dicembre Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Die tanzende Maske (La maschera danzante), mu- sica di Ralph Benatzky, libretto di Alexander 9, 10, 13, 25 novembre 4 dicembre Engel e Ralph Benatzky Der Zigeunerprimas (Il capo degli zingari), musica Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, Compagnia del Teatro Civico di Emmerich Kálmán, libretto di Julius Wilhelm libretto di Franz von Schönthan e Franz Koppel- e Fritz Grünbaum Ellfeld (fig. 7) 24 dicembre Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Schneewittchen und die sieben Zwerge (Biancaneve e i sette nani) di Matthias Körner 10 novembre 5 dicembre Compagnia del Teatro Civico Die schöne Helena (La bella Elena), musica di Flachsmann als Erzieher (Flachsmann l’educatore) Jacques Offenbach, libretto di Henri Meilhac di Otto Ernst 25 dicembre e Ludovic Halévy (p) Compagnia del Teatro Civico Wo die Lerche singt…! (Dove canta l’allodola…!), Compagnia del Teatro Civico musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria 6, 10 dicembre Willner e Heinz Reichert (p) 11, 18 novembre Die Jüdin von Toledo (L’ebrea di Toledo) di Franz Compagnia del Teatro Civico Maria Stuart di Friedrich Schiller Grillparzer Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 27—28 dicembre Der Freischütz (Il franco cacciatore), musica 15, 20 novembre 7 dicembre di Carl Maria von Weber, libretto di Johann Der Vampir (Totentanz -Danza di morte) Der Hüttenbesitzer (Il proprietario della baita) Friedrich Kind di August Strindberg di Georges Ohnet (p) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 29, 30 dicembre 16, 17, 21, 24 novembre 8 (p), 25 dicembre Warum geht’s denn jetzt?, musica di Edmund Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta Eysler, libretto di Leopold Jacobson e Robert Nera), musica di Leon Jessel, libretto di August Nera), musica di Leon Jessel, libretto di August Bodanzky Neidhart Neidhart Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 30 dicembre 26, 27 novembre 8, 12 dicembre Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Tiefland, musica di Eugen d’Albert, libretto di Der lachende Ehemann (Il marito ridente), musica musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Rudolph Lothar di Edmund Eysler, libretto di Julius Brammer e Berté (p) Compagnia del Teatro Civico Alfred Grünwald Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 28 novembre 30 dicembre Der Hüttenbesitzer (Il proprietario della baita) 14, 20 (p), 26 (p) dicembre Adam, Eva und die Schlange (Adamo, Eva e il di Georges Ohnet Die Hand (La mano) di Henry Bereny serpente) di Paul Eger Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

30 novembre 16 dicembre Wiener Blut (Sangue viennese), musica di Johann Heimat (La patria) di Hermann Sudermann 1920 Strauss, libretto di Victor Léon e Leo Stein Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 1, 2, 5 (p) gennaio 17 dicembre Warum geht’s denn jetzt?, musica di Edmund 1 dicembre Iphigenie auf Tauris (Ifigenia in Tauride) di Eysler, libretto di Leopold Jacobson e Robert Margarete (Faust), musica di Charles Gounod, li- Johann Wolfgang Goethe Bodanzky bretto di Jules Barbier e Michel Carré (p) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 18, 29 dicembre 2(p), 18 gennaio 1, 11, 15 dicembre Das Märchen vom Wolf (La fiaba del lupo) Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Wiener Blut (Sangue viennese), musica di Johann di Ferenc Molnár musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Strauss, libretto di Victor Léon e Leo Stein Compagnia del Teatro Civico Berté Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

247 3, 7 (p) gennaio 17, 23 gennaio 8, 9, 13, 18 febbraio Adam, Eva und die Schlange (Adamo, Eva Rosenmontag (Il lunedì delle rose) di Otto Erich Der Vogelhändler (Il venditore di uccelli), musica e il serpente) di Paul Eger Hartleben di Carl Zeller, libretto di Moritz West Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

4, 5, 7, 12 (p), 22 gennaio 19 gennaio 10 febbraio Der Bettelstudent (Lo studente povero) Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica di Faust II di Johann Wolfgang Goethe di Karl Millöcker Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 12, 15 (p) febbraio 24 gennaio Als ich noch im Flügelkleide, musica di Robert Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta Stolz, libretto di Albert Kehm Nera), musica di Leon Jessel, libretto di August Compagnia del Teatro Civico Neidhart Compagnia del Teatro Civico 14 febbraio Schöne Frauen (Belle donne) di Etienne Rey 25, 26, 30 gennaio Compagnia del Teatro Civico Boccaccio, musica di Franz von Suppé, libretto di Friedrich Zell e Richard Genée 15, 23, 24 febbraio Compagnia del Teatro Civico Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée 28 gennaio Compagnia del Teatro Civico Concerto di Lidia Buccarini 18 febbraio 31 gennaio Serata carnevalesca Der gute Ruf (Il buon nome) di Hermann Compagnia del Teatro Civico 8 Carl Maria von Weber Sudermann Compagnia del Teatro Civico 21 febbraio 6 gennaio Der Garten der Jugend (Il giardino della giovinez- Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), musi- 1, 3, 6, 11, 17, 26 febbraio za) di Tadeusz Rittner ca di Leo Fall, libretto di Julius Brammer e Hoffmanns Erzählungen (I racconti di Hoffmann), Compagnia del Teatro Civico Alfred Grünwald musica di Jacques Offenbach, libretto di Jules Compagnia del Teatro Civico Barbier e Michel Carré 22, 23 (p), 27 febbraio Compagnia del Teatro Civico Die tolle Komtess (La contessa pazza), musica di 8 gennaio Walter Kollo, libretto di Rudolph Schanzer Der Lebensschüler (La vita studentesca) 2 febbraio Compagnia del Teatro Civico di Ludwig Fulda Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica di Compagnia del Teatro Civico Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer (p) 25 febbraio Compagnia del Teatro Civico Serata carnevalesca 9, 21, 26 (p) gennaio Compagnia del Teatro Civico Der Freischütz (Il franco cacciatore), musica 2, 9 (p) febbraio di Carl Maria von Weber, libretto di Johann Boccaccio, musica di Franz von Suppè, libretto 28 febbraio Friedrich Kind (fig. 8) di Friedrich Zell e Richard Genée Zigeunerliebe (Amore di zingaro), musica di Franz Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Lehár, libretto di Alfred Maria Willner e Robert Bodanzky 10, 27 gennaio 3, 20 (p) febbraio Compagnia del Teatro Civico Fräulein Josette, meine Frau (La signorina Josette, Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta Nera), mia moglie) di Paul Gavault e Robert Charvey musica di Leon Jessel, libretto di August Neidhart 1 marzo Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée 11, 12, 15, 19 (p) gennaio 5 febbraio (p) Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Der Bettelstudent (Lo studente povero) Compagnia del Teatro Civico musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo di Karl Millöcker Stein e Bela Jenbach Compagnia del Teatro Civico 1, 5, 11, 20 (p), 31 marzo Compagnia del Teatro Civico Zigeunerliebe (Amore di zingaro), musica di Franz 7 febbraio Lehár, libretto di Alfred Maria Willner e Robert 14, 20, 29 gennaio Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Bodanzky Der Widerspenstigen Zähmung (La bisbetica doma- musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Compagnia del Teatro Civico ta) di William Shakespeare Stein e Bela Jenbach Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

248 9 Ludwig Ganghofer

3, 10, 16, 20, 28 (p) marzo 15 marzo 4, 6, 9, 16, 26 (p) aprile Das Dorf ohne Glocke (Il paese senza campana), Die tolle Komtess (La contessa pazza), musica di Drei alte Schachteln (Tre vecchie scatole), musica di musica di Eduard Künneke, libretto di Árpád Walter Kollo, libretto di Rudolph Schanzer (p) Walter Kollo, libretto di Herman Haller Pásztor Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 18 marzo 5 aprile 4 marzo Die Warschauer Zitadelle di Gabriela Zapolska Der Rastelbinder (Lo schermo), musica di Franz Die Fahrt ins Blaue (Il viaggio nel blu), musica di (pseudonimo di Maria G. Śnieżko-Błocka) Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein (p) Johann Strauss jr., libretto di Ludwig Casper Compagnia del Teatro Civico Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Compagnia del Teatro Civico musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich 21, 24 marzo Berté (s) 7, 8, 12 marzo Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Compagnia del Teatro Civico Der Rastelbinder (Lo schermo), musica di Franz musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein Berté 7 aprile Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Die Fahrt ins Blaue (Il viaggio nel blu), musica di Johann Strauss jr., libretto di Ludwig Casper 8 (p), 23, marzo 22 marzo Compagnia del Teatro Civico Hoffmanns Erzählungen (I racconti di Hoffmann), Der heilige Rat (Santo consiglio) di Ludwig Gan- musica di Jacques Offenbach, libretto di Jules ghofer (fig. 9) 8 aprile Barbier e Michel Carré Compagnia del Teatro Civico Einsame Menschen (Anime solitarie) di Gerhart Compagnia del Teatro Civico Hauptmann 26 marzo Compagnia del Teatro Civico 9, 17 marzo Die Schützen der Gesellschaft (I pilastri della socie- Der Pfarrer von Kirchfeld (Il parroco di Kirchfeld) tà) di Henrik Ibsen 10 aprile di Ludwig Anzengruber Compagnia del Teatro Civico Egmont di Johann Wolfgang Goethe Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 27, 28 marzo 13 marzo Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto 11, 12, 20, 21, 23, 29 aprile Einsame Menschen (Anime solitarie) di Gerhart di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Carmen, musica di Georges Bizet, libretto di Hauptmann Compagnia del Teatro Civico Henri Meilhac e Ludovic Halévy Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 1, 6 (p) aprile 14, 15 , 19 , 25 marzo Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto 12 aprile Das verwunschene Schloss (Il castello incantato), di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Mein Leopold (Mio Leopoldo) di Adolph musica di Carl Millöcker, libretto di Alois Berla Compagnia del Teatro Civico L’Arronge (p) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

249 13 aprile 30 aprile Liebe (Amore) di Anton Wildgang Der Gardeoffizier (La guardia del corpo) Compagnia del Teatro Civico di Ferenc Molnár Compagnia del Teatro Civico 14 aprile Jugendfreunde (Amici di gioventù) 1 maggio di Ludwing Fulda Drei alte Schachteln (Tre vecchie scatole), musica Compagnia del Teatro Civico di Walter Kollo, libretto di Herman Haller Compagnia del Teatro Civico 15 aprile Hamlet (Amleto) di William Shakespeare 2 maggio Compagnia del Teatro Civico Der Gardeoffizier (La guardia del corpo) di Ferenc Molnár (p) 18, 28 aprile Carmen, musica di Georges Bizet, libretto Der Opernball, musica di Richard Heuberger, di Henri Meilhac e Ludovic Halévy (s) 10 Gerhart Hauptmann libretto di Victor Léon e Heinrich von Waldberg Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 3 maggio 16, 24 (p) maggio 19 aprile Der Opernball, musica di Richard Heuberger, Jägerblut (Sangue di cacciatore) Liebelei (Amoretto) di Arthur Schnützler libretto di Victor Léon e Heinrich von di Benno Rauchenegger Compagnia del Teatro Civico Waldberg (p) Compagnia Exl-Bühne Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta 22 aprile Nera), musica di Leon Jessel, libretto di 18 maggio Die rätselhafte Frau (La donna enigmatica) August Neidhart (s) Der G’wissenswurm (Il tarlo della coscienza) di Robert Reinert Compagnia del Teatro Civico di Ludwig Anzengruber Compagnia del Teatro Civico Compagnia Exl-Bühne 4 maggio Der dunkle Punkt (Il punto oscuro) 19 maggio di Gustav Kadelburg e Rudolf Presber Kindertragödie (Tragedia infantile) Compagnia del Teatro Civico di Karl Schönherr Compagnia Exl-Bühne 5 maggio Zigeunerliebe (Amore di zingaro), musica 20, 25 (p) maggio di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria Willner Der Herrgottschnitzer von Oberammergau e Robert Bodanzky (L'ntagliatore di Dio di Oberammergau) Compagnia del Teatro Civico di Ludwig Ganghofer Compagnia Exl-Bühne 11 maggio Föhn di Julius Pohl 21 maggio Compagnia Exl-Bühne Der ledige Hof di Ludwig Anzengruber Compagnia Exl-Bühne 12 maggio Erde (Terra) di Karl Schönherr 22, 31 (p) maggio Compagnia Exl-Bühne Der Weibsteufel (L’indemoniata) 11 Franz Kranewitter di Karl Schönherr 13 maggio Compagnia Exl-Bühne Der reiche Ähnl (Il ricco Ähnl) di Rudolf Hawel (p) 24 aprile Das Beschwerdebuch di Karl Ettlinger (s) 23, 25 maggio Rose Bernd di Gerhart Hauptmann (fig. 10) Compagnia Exl-Bühne Die Kreuzelschreiber di Ludwig Anzengruber Compagnia del Teatro Civico Compagnia Exl-Bühne 14 maggio 25, 26 aprile Glaube und Heimat (Fede e patria) 24, 28 maggio Wienerwaldzauber, musica e libretto di Karl Schönherr Der heilige Florian (Il Santo Floriano) di Max di Emil von Meißner Compagnia Exl-Bühne Neal e Philipp Weichend Compagnia del Teatro Civico Compagnia Exl-Bühne 15 maggio 27 aprile Der Meineidbauer (Il contadino spergiuro) 26 maggio Medea di Gerhart Hauptmann di Ludwig Anzengruber Die sieben Todsünden (I sette peccati capitali) Compagnia del Teatro Civico Compagnia Exl-Bühne di Franz Kranewitter (fig. 11) Compagnia Exl-Bühne

250 27 maggio 1 luglio 3, 8, 14 (p) novembre Das Herrgottsbübl di Julius Pohl Serata wagneriana Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), Compagnia Exl-Bühne Münchner Opern Ensemble musica di Leo Fall, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald 11, 14, 20, 24 (p) ottobre Compagnia del Teatro Civico Der Graf von Luxemburg (Il conte di Lussemburgo), musica di Franz Lehár, libretto di Alfred 4 novembre Maria Willner e Robert Bodanzky Papà di Robert de Flers e Gaston de Caillavet Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

12 ottobre 5, 11, 21(p) novembre Rosmersholm (Casa Rosmer) di Henrik Ibsen Alt-Wien (Vecchia Vienna), musica di Emil Stern, Compagnia del Teatro Civico libretto di Gustav Kadelburg e Julius Wilhelm Compagnia del Teatro Civico 13 ottobre Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta Nera), musica di Leon Jessel, libretto di August Neidhart 13 Hugo von Hofmannsthal Compagnia del Teatro Civico

16, 7, 19, 22 ottobre 29 maggio Der Evangelimann di Wilhelm Kienzel Der Protzenbauer (Il contadino vanitoso) Compagnia del Teatro Civico di Philomene Hartl-Mitius Compagnia Exl-Bühne 18 ottobre Das Glück im Winkel (Felicità in un luogo 30 maggio tranquillo) di Hermann Sudermann Das Gnadenbild di Rudolf Brix Compagnia del Teatro Civico Compagnia Exl-Bühne 21, 31 (p) ottobre 31 maggio Nur ein Traum (Solo un sogno) di Lothar Schmidt Der dürre Baum (L’albero secco) di Rudolf Brix Compagnia del Teatro Civico Compagnia Exl-Bühne 23, 27 ottobre 17, 18, 21 giugno Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar Leonore, oder Der Triumph der ehelichen Liebe Nedbal, libretto di Leo Stein (Fidelio, o l’amor coniugale), musica di Ludwig Compagnia del Teatro Civico van Beethoven, libretto di Joseph Sonnleithner Münchner Opern Ensemble 26, 28 ottobre Jedermann, das Spiel vom Sterben des reichen 19, 28 giugno Mannes (Ognuno, il dramma della morte del ricco) 12 Locandina di Der fliegende Holländer (L’olandese Der Waffenschmied (L’armaiuolo), di Hugo von Hofmannsthal (fig. 13) volante o Il vascello fantasma), musica e libretto di musica e libretto di Albert Lortzing Compagnia del Teatro Civico Richard Wagner Münchner Opern Ensemble 29 ottobre 20, 22, 24, 25 giugno Tosca, musica di Giacomo Puccini, libretto 6, 7, 9, 13, 14, 17, 23 novembre Die Zauberflöte (Il flauto magico), musica di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica Tosca, musica di Giacomo Puccini, libretto di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Compagnia del Teatro Civico di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica Emanuel Schikaneder Compagnia del Teatro Civico Münchner Opern Ensemble 30, 31 ottobre Alt-Wien (Vecchia Vienna), musica di Emil Stern, 10 novembre 23, 26, 27, 29 giugno libretto di Gustav Kadelburg e Julius Wilhelm Die Karlsschüler (Gli scolari di Carlo) Der fliegende Holländer (L’olandese volante o Compagnia del Teatro Civico di Heinrich Laube Il vascello fantasma), musica e libretto di Richard Compagnia del Teatro Civico Wagner (fig. 12) 2, 7 (p) novembre Münchner Opern Ensemble Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar 12 novembre Nedbal, libretto di Leo Stein Jedermann. das Spiel vom Sterben des reichen 30 giugno Compagnia del Teatro Civico Mannes (Ognuno, il dramma della morte del ricco) Serata wagneriana di Hugo von Hofmannsthal Münchner Opern Ensemble Compagnia del Teatro Civico

251 15, 18 novembre di Alfred Grünwald e Robert Blum (fig. 14) 28 dicembre Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica Compagnia del Teatro Civico Der Evangelimann di Wilhelm Kienzel di Leo Fall, libretto di Victor Léon Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 4, 5, 22 dicembre Geisha, musica di Sidney Jones, 31 dicembre 16, 28 (p) novembre libretto di Owen Hall Festa di San Silvestro Die Waise von Lowood (L'orfana di Lowood) Compagnia del Teatro Civico di Charlotte Birch Pfeiffer Compagnia del Teatro Civico 5 dicembre 1921 Der fidele Bauer (Il contadino felice), musica 20, 21, 25, 29 novembre di Leo Fall, libretto di Victor Léon (p) 1 gennaio Hanni geht tanzen! (Hanni va a ballare!), musica Compagnia del Teatro Civico, Der Evangelimann di Wilhelm Kienzel (p) di Edmund Eysler, libretto di Robert Bodanzky Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 7, 13, 15, 26 (p) dicembre Stein unter Steinen (Una pietra fra le pietre) 1, 6, 16 (p), 19, 30 (p) gennaio 22, 30 novembre di Hermann Sudermann Der fidele Geiger (Il violinista felice), musica di Cyprienne di Victorien Sardou Compagnia del Teatro Civico Edmund Eysler, libretto di Louis Taufstein Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 9, 25 (p) dicembre Zar und Zimmermann (Zar e carpentiere), 2 (p), 9 (p) gennaio musica e libretto di Albert Lortzing Zwangseinquartierung di Franz Arnold Compagnia del Teatro Civico e Ernst Bach Compagnia del Teatro Civico 11, 12 dicembre Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), 2 gennaio musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Zwei glückliche Tage (Due giorni felici) di Stein e Bela Jenbach Franz von Schönthan e Gustav Kadelburg Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

12 dicembre 4, 7, 11 gennaio Der fidele Geiger (Il violinista felice), musica di Das vierte Gebot (Il quarto comandamento) Edmund Eysler, libretto di Louis Taufstein (p) di Ludwig Anzengruber Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

17 dicembre 5 gennaio 14 Robert Stolz Concerto Max und Moritz di Wilhelm Busch (p) Musikverain di Bolzano Hazard, musica di Leopold Reichwein, libretto 24 novembre di Luis Taufstein (s) Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta 19 dicembre Compagnia del Teatro Civico Nera), musica di Leon Jessel, libretto di Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar August Neidhart Nedbal, libretto di Leo Stein 6 gennaio Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Tosca, musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica (p) 26 novembre 21 dicembre Compagnia del Teatro Civico Der Kaufmann von Venedig (Il mercante Der gutsitzende Frack di Gabriel Drégely di Venezia) di William Shakespeare Compagnia del Teatro Civico 8, 9, 12, 18, 27 gennaio Compagnia del Teatro Civico Pagliacci, musica e libretto di 24 dicembre Ruggero Leoncavallo 27, 28 novembre Max und Moritz di Wilhelm Busch Cavalleria rusticana, musica di Pietro Mascagni, Zar und Zimmermann (Zar e carpentiere), Compagnia del Teatro Civico libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti musica e libretto di Albert Lortzing e Guido Menasci Compagnia del Teatro Civico 25. 29 dicembre Compagnia del Teatro Civico Der gutsitzende Frack di Gabriel Drégely 1, 8 dicembre Compagnia del Teatro Civico 13 gennaio Der Kaufmann von Venedig (Il mercante Die Salonbäuerin di Josef Willhardt di Venezia) di William Shakespeare 26, 30 dicembre Tiroler Bauerbühne Compagnia del Teatro Civico Zwangseinquartierung di Franz Arnold e Ernst Bach 14 gennaio 2, 3, 6, 14, 16, 19 (p) dicembre Compagnia del Teatro Civico Der Amerikaseppl di Benno Rauchenegger Das Sperrsechserl, musica di Robert Stolz, libretto Tiroler Bauerbühne

252 15, 16, 20, 23 (p) gennaio 2 febbraio 8, 20, 27 (p) febbraio Ihre Hoheit, die Tänzarin (Sua Altezza, Pagliacci, musica e libretto di Lumpazivagabundus (Il cattivo genio), musica la ballerina), musica di Walter Goetze, libretto di Ruggero Leoncavallo di Adolf Müller, libretto di Johann Nestroy Oskar Felix e Richard Bars Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 3, 9, 19 febbraio 12, 13, 17 febbraio 17, 25 gennaio Der Troubadour (Il trovatore), musica di Giuseppe Endlich allein (Infine solo), musica di Franz Doktor Stieglitz (Dottor cardellino) Verdi, libretto di Salvatore Cammarano Lehár, libretto di Alfred Maria Willner e Robert di Armin Friedmann e Ludwig Nerz Compagnia del Teatro Civico Bodanzky Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 4 febbraio 21, 31 gennaio Hanneles Himmelfahrt (L’assunzione di Hannele) 13 febbraio Willis Frau (Signora Willis) di Max Reimann di Gerhart Hauptmann Willis Frau (Signora Willis) di Max Reimann e Otto Schwartz Compagnia del Teatro Civico e Otto Schwartz (p) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 5, 6, 10, 20 (p) febbraio 22, 23, 26 gennaio Die Puppe (La bambola), musica di Edmond 14 febbraio Das Hollandweibchen (La femmina olandese), Audran, libretto di Maurice Ordonneau e Albin Der Traum, ein Leben (Il sogno, una vita) musica di Emmerich Kálmán, libretto di Valabregue di Franz Grillparzer Leo Stein e Béla Jenbach Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 6 febbraio 15 febbraio 29, 30 gennaio Doktor Stieglitz (Dottor cardellino) di Armin Spettacolo di varietà di Wilhelm Klitsch Der Troubadour (Il trovatore), musica di Giuseppe Friedmann e Ludwig Nerz (p) Verdi, libretto di Salvatore Cammarano Compagnia del Teatro Civico 16, 21 febbraio Compagnia del Teatro Civico Faust I di Johann Wolfgang Goethe 7, 18 febbraio Compagnia del Teatro Civico 1 febbraio Das Hollandweibchen (La femmina olandese), Der Schlafwagenkontrolleur (Il.controllore musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo 22 febbraio dei vagoni letto) di Alexander Bisson Stein e Béla Jenbach Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico di Oscar Straus, libretto di Leopold Jacobson e Felix Dörmann (fig. 15) Compagnia del Teatro Civico

23 febbraio Die Heirat (Il matrimonio) di Nikolaj Gogol Compagnia del Teatro Civico

24, 25 febbraio Concerto di Heinrich Hensel

26, 27 febbraio Lang, lang ist’s her, musica di Robert Stolz, libretto di Bruno Hardt-Warden Compagnia del Teatro Civico

28 febbraio Der Gatte des Fräuleins (Il marito della signorina) di Gabriel Drégely Compagnia del Teatro Civico

1, 6 15, 28 (p) marzo Lang, lang ist’s her, musica di Robert Stolz, libretto di Bruno Hardt-Warden Compagnia del Teatro Civico 15 Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica di Oscar Straus, 2, 8 marzo libretto di Leopold Jacobson Armut (La miseria) di Anton Wildgans e Felix Dörmann (frontespizio Compagnia del Teatro Civico dell’edizione L. Döblinger, Wien 1907)

253 3, 19 (p) marzo 10, 22 marzo 26, 27 marzo Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica Der Querulant (Il querulante) di Hermann Bahr Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, di Oscar Straus, libretto di Leopold Jacobson Compagnia del Teatro Civico libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa e Felix Dörmann Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 29 marzo Die blaue Maus (Il topo blu) di Alexander Engel e Julius Horst Compagnia del Teatro Civico

1, 7, 18 aprile Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Compagnia del Teatro Civico

2, 10 aprile Der Verschwender (Lo sprecone) di Ferdinand Raimund Compagnia del Teatro Civico

3, 4 aprile Die blaue Maus (Il topo blu) di Alexander Engel e Julius Horst Compagnia del Teatro Civico

4 aprile Der Troubadour (Il trovatore), musica di Giuseppe Verdi, libretto di Salvatore Cammarano (p) Compagnia del Teatro Civico

5, 11 aprile Im weißen Rössl (Al Cavallino Bianco), musica di Ralph Benatzky, libretto Hans Müller-Einigen e 16 Richard Wagner Erik Charell Compagnia del Teatro Civico 12, 13, 17, 28 marzo 4 marzo Die blaue Mazur (Mazurka blu), musica di Franz 6 aprile Die grosse Leidenschaft di Raoul Auernheimer Lehár, libretto di Leo Stein e Béla Jenbach Der letzte Walzer (L’ultimo walzer) di Oscar Compagnia del Nationaltheater di Monaco Compagnia del Teatro Civico Straus Orchestra del Teatro Civico di Merano 5 marzo 13 marzo Der Kampf um die Festung di Sacha Guitry Endlich allein (Infine solo), musica di Franz Lehár, 9, 10, 13, 24 (p) aprile Compagnia del Teatro Civico libretto di Alfred Maria Willner e Robert Bodan- Yuschi tanzt (Yuschi danza), musica di Ralph Be- zky (p) natzky, libretto di Leopold Jakobson e Robert 6 marzo Compagnia del Teatro Civico Bodanzky Das Hollandweibchen (La femmina olandese), mu- Compagnia del Teatro Civico sica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Stein e 16, 27 (p), 20 marzo Béla Jenbach (p) Ein Böhm’ in Amerika (Un boemo in America) di 12 aprile Compagnia del Teatro Civico Bruno Zappert La traviata, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Compagnia del Teatro Civico Francesco Maria Piave 7, 20 (p) marzo Compagnia del Teatro Civico Doktor Stieglitz (Dottor cardellino) di Armin Fri- 18 marzo edmann e Ludwig Nerz Die Raschhoffs (I Raschhoffs) di Hermann 16, 17, 21, 26, 30 aprile Compagnia del Teatro Civico Sudermann Lohengrin, musica e libretto di Richard Wagner Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 9, 11, 14 marzo Das Glöckchen des Eremiten (La campana dell’ere- 19, 21, 23, 31 marzo 17 aprile mita) di Aimé Maillart La traviata, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Die Raschhoffs (I Raschhoffs) di Hermann Suder- Compagnia del Teatro Civico Francesco Maria Piave mann (p) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

254 19, 20 aprile 16 novembre 8, 15 dicembre Was ihr wollt (Come vi piace) di William Klein Dorrit (Il piccolo Dorrit) di Franz von Die Dollarprinzessin (La principessa dei dollari), Shakespeare Schönthan musica di Leo Fall, libretto di Alfred Maria Will- Compagnia del Teatro Civico Compagnia Eckhardt ner e Fritz Grünbaum Compagnia Wiener Operetten-Künstler (fig. 17) 22, 29 aprile 17 novembre Der dritte Gatte (Il terzo marito) Der Meister di Hermann Bahr 10 dicembre di Sabatino Lopez Compagnia Eckhardt Ein Tag im Paradies (Un giorno in paradiso), Compagnia del Teatro Civico musica di Edmund Eysler, libretto di Leo Stein 18 novembre e Béla Jenbach 23, 24, 27 aprile Fuhrmann Henschel (Il carrettiere Henschel) Compagnia Wiener Operetten-Künstler Der Tanz ins Glück (La danza nella fortuna), mu- di Gerhart Hauptmann sica di Robert Stolz, libretto di Robert Bodansky Compagnia Eckhardt 11, 14 dicembre e Bruno Hardt-Warden Josefine Gallmeyer di Paul Knepler Compagnia del Teatro Civico 19, 27 (p) novembre Compagnia Wiener Operetten-Künstler Geständnis (La confessione) di Sidney Garrick 28 aprile Compagnia Eckhardt 12 dicembre Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica Eine Polnische Wirtschaft, musica di Jean Gilbert, di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer 20 novembre libretto di Curt Kraatz e Georg Okonkowski Compagnia del Teatro Civico Rotkäppchen (Cappuccetto Rosso) di Robert Compagnia Wiener Operetten-Künstler Bürkner (p) 1 maggio Compagnia Eckhardt 13 dicembre Yuschi tanzt (Yuschi danza), musica di Ralph Das Sperrsechserl, musica di Robert Stolz, libretto Benatzky, libretto di Leopold Jakobson e Robert 20, 23 novembre di Robert Blum e Alfred Grünwald Bodanzky (p) Die Schiffbrüchigen (I naufraghi) di Eugène Brieux Compagnia Wiener Operetten-Künstler Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica Compagnia Eckhardt di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer (s) 17, 18 dicembre Compagnia del Teatro Civico 22 novembre Die Tanzgräfin (La contessa ballerina), musica Doktor Klaus (Dottor Claudio) di Adolph L’Arronge di Robert Stolz, libretto di Leopold Jakobson e 2, 5 maggio Compagnia Eckhardt Robert Bodanzky Die Nacht der Jenny Lind (La notte di Jenny Lind) Compagnia Wiener Operetten-Künstler di Robert Prechtl 24, 27 novembre Compagnia del Teatro Civico Ein Blitzmädel, musica di Karl Millöcker, libretto 24 dicembre di Carl Costa Das tafere Schneiderlein di Jakob e Wilhelm 3, 6 maggio Compagnia Eckhardt Grimm (p) Hänsel und Gretel (Hänsel e Gretel) di Engelbert Compagnia Exl-Bühne Humperdinck 25 novembre Compagnia del Teatro Civico Seine Kammerjungfer (La sua cameriera) di Paul 25 dicembre Bilhaud e Mars Antony Maurice Desvallieres Vater und Sohn (Padre e figlio) di Gustav Eßmann(p) 4 maggio Compagnia Eckhardt Der Strom (Il fiume) di Max Halbe Lohengrin, musica e libretto di Richard Wagner Compagnia Exl-Bühne (fig. 16) 26 novembre Compagnia del Teatro Civico Baccarat (Baccarà) di Henry Bernstein 26 dicembre Compagnia Eckhardt Sein Doppelgänger (Il suo sosia) di Maurice 7 maggio Hennequin e Georges Duval Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta 29 novembre Compagnia Exl-Bühne Nera), musica di Leon Jessel, libretto di August Ein Abend in der Hölle (Una serata all’inferno) Neidhart (varietà musicale) 28 dicembre Compagnia del Teatro Civico Compagnia Eckhardt Nathan der Weise (Nathan il saggio) di Gotthold Ephraim Lessing 8 maggio 3 dicembre Compagnia Exl-Bühne Drei alte Schachteln (Tre vecchie), musica Vater Jakob (Padre Giacomo) di Karl Morre di Walter Kollo, libretto di Herman Haller Compagnia Tiroler Wanderbühne 29 dicembre Compagnia del Teatro Civico Spiel der Leidenschaft di Mikhail Petrovich 4 dicembre Artsybashev 15 novembre Der G’wissenswurm (Il tarlo della coscienza) Compagnia Exl-Bühne Der Raub der Sabinerinnen (Il ratto delle Sabine) di Ludwig Anzengruber (p) di Franz e Paul von Schönthan Der Narrenzettel di Julius Pohl (s) 31 dicembre Compagnia Eckhardt Compagnia Tiroler Wanderbühne Charleys Tante (La zia di Carlo) di Brandon Thomas Compagnia Exl-Bühne

255 17 Die Dollarprinzessin (La principessa dei dollari), musica di Leo Fall, libretto di Alfred Maria Willner e Fritz Grünbaum (frontespizio dell’edizione M. Karczag, Leipzig-Wien-New York 1907)

256 19 febbraio 8, 10 aprile Spettacolo di danza di Helene Reiner-Furlana Die Frau im Hermelin (La Madonna della Rosa), musica di Jean Gilbert, libretto di Rudolf 21 febbraio Schanzer ed Ernst Welisch Festa da ballo Compagnia Wiener Operetten-Künstler

26 febbraio 11 aprile Matthias Gollinger di Oskar Blumenthal Der verjüngte Adolar (Il ringiovanito Adolar), e Max Bernstein musica di Walter Kollo, libretto di Curt Kraatz Compagnia Münchner Künstler Compagnia Wiener Operetten-Künstler

27 febbraio 12 aprile Die beiden Reichenmüller di Anton Anno Tangokönigin (Il tango della regina), musica Compagnia Münchner Künstler di Franz Lehár, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald 18 August Strindberg 28 febbraio Compagnia Wiener Operetten-Künstler Das grobe Hemd di Carl Karlweiss Compagnia Münchner Künstler 16 aprile Jägerblut (Sangue di cacciatore) 1922 11, 12, 19 marzo di Benno Rauchenegger Spettacolo di danza di Roswita Bössenroth Compagnia Münchner-Künstler 1 gennaio Charleys Tante (La zia di Carlo) di Brandon 14 marzo 17 aprile Thomas (p) Candida di George Bernard Shaw Hasemanns Töchter (Le figlie di Hasemann) Haben Sie nichts zu verzollen? (Niente da dichiara- Compagnia Höfer di Adolph L’Arronge re?) di Maurice Hennequin (s) Compagnia Münchner-Künstler Compagnia Exl-Bühne 15 marzo Die Kinder (I bambini) di Hermann Bahr 18 aprile 6 gennaio Compagnia Höfer Die Logenbrüder di Carl Laufs e Curt Kraatz Der Kampf mit dem Drachen (La battaglia con Compagnia Münchner-Künstler il drago) di Richard Ranz (p) 22, 25 marzo In der Sommerfrische di Benno Rauchenegger Fasching (Carnevale) di Ferenc Molnár 23 aprile e Konrad Dreher (s) Compagnia Schauspielhaus di Monaco Untreu (L’infedele) di Roberto Bracco Compagnia Tiroler Bühne Compagnia Renaissance-Bühne di Vienna 23 marzo 7, 15 gennaio Die große Katharina (Caterina la Grande) 24 aprile Der siebte Bua (Il settimo ragazzo) di Max Neal di George Bernard Shaw Femina di C. P. van Rossem e J. F. Soesman e Max Ferner Compagnia Schauspielhaus di Monaco Compagnia Renaissance-Bühne di Vienna Compagnia Tiroler Bühne 24 marzo 25 aprile 8 gennaio Elga di Gerhart Hauptmann Morphium (Morfina) di Ludwig Herzer Brennende Liebe di Raimund von Leon (p) Compagnia Schauspielhaus di Monaco Compagnia Renaissance-Bühne di Vienna Der Paragraphenschuster (Il pignolo) di Benno Rauchenegger (s) 26 marzo 30 aprile Compagnia Tiroler Bühne Kameliendame (La signora della Camelie) Die Rotbrücke (Il ponte rosso) di A. Fresac di Alexandre Dumas figlio Compagnia Deutschen Volkstheater di Vienna 14 gennaio Compagnia Schauspielhaus di Monaco Die Thurnbacherin di Rudolf Heinrich Greinz 1 maggio Compagnia Tiroler Bühne 5, 7 aprile Die unberührte Frau (La signora illibata) Auf Befehl der Herzogin! (Agli ordini della di Gabriela Zapolska 9 febbraio duchessa!), musica di Bruno Granichstaedten, Compagnia Deutschen Volkstheater di Vienna Der Vater (Il padre) di August Strindberg (fig. 18) libretto di Leopold Jacobson e Robert Bodanzky Compagnia Münchner Künstler Compagnia Wiener Operetten-Künstler 2 maggio Über den Wassern (Sopra le acque) di Georg Engel 10 febbraio 6 aprile Compagnia Deutschen Volkstheater di Vienna Casanovas Sohn (Il figlio di Casanova) Die lustige Witwe (La vedova allegra), musica di di Rudolf Lothar Franz Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein 31 maggio Compagnia Münchner Künstler Compagnia Wiener Operetten-Künstler Madama di Tebe, musica e libretto di Carlo Lombardo (pseudonimo di Leon Bard) Compagnia Angelini–De Ljses

257 1 giugno 5 agosto—28 settembre 23 ottobre Acqua cheta, musica di Giuseppe Pietri, libretto I Mostra d’Arte della Venezia Tridentina Spettacolo della ballerina Eva Berval di Augusto Novelli Compagnia Angelini–De Ljses 14, 15 ottobre 24 ottobre Don Carlos di Friedrich Schiller Die Hochzeit von Valeni (Il matrimonio di Valeni) 5 giugno Compagnia del Teatro Civico di Ludwig Ganghofer La duchessa del Bal Tabarin, musica di Léon Bard Compagnia del Teatro Civico (pseudonimo di Carlo Lombardo), libretto di 17 ottobre Carlo Lombardo, Arturo Franci e Carlo Vizzotto Die schwebende Jungfrau di Franz Arnold 28, 31 ottobre Compagnia Angelini–De Ljses e Ernst Bach Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), Compagnia del Teatro Civico musica di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer (fig. 19) Compagnia del Teatro Civico

29 ottobre Die Welt ohne Männer (Il mondo senza uomini) di Alexander Engel e Julius Horst (p) Compagnia del Teatro Civico

1 novembre Schuldig (Il debitore) di Richard Voss Compagnia del Teatro Civico

2, 14, 23, 26 (p) novembre Die Flamme (Le fiamme) di Hans Müller Compagnia del Teatro Civico

4, 9 novembre Der Vetter aus Dingsda (Il cugino di Dingsda), musica di Eduard Künneke, libretto di Hermann Haller e Eduard Rideamus Compagnia del Teatro Civico

7 novembre Die Bajadere (La Bajadera), musica di Emme- rich Kálmán, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald Compagnia del Teatro Civico

8, 16 novembre Der Schwan (Il cigno) di Ferenc Molnár 19 Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica Compagnia del Teatro Civico di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer 10 novembre El Refolo di Amelia Rosselli 6 giugno 18 ottobre Compagnia del Teatro Civico Geisha, musica di Sidney Jones, libretto Wo die Lerche singt…! (Dove canta l’allodola…!), di Owen Hall musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria 11, 15, 18 novembre Compagnia Angelini–De Ljses Willner e Heinz Reichert Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Compagnia del Teatro Civico musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich 7 giugno Berté La regina del fonografo, musica di Léon Bard 19, 26 ottobre Compagnia del Teatro Civico (pseudonimo di Carlo Lombardo), libretto Der Dieb (Il ladro) di Henry Bernstein di Carlo Lombardo e Gil Blas Compagnia del Teatro Civico 12 (p), 30 novembre Compagnia Angelini–De Ljses Die Welt ohne Männer (Il mondo senza uomini) 20, 29 ottobre di Alexander Engel e Julius Horst 8 giugno Die Bajadere (La Bajadera), musica di Compagnia del Teatro Civico La principessa della Czarda, musica di Emmerich Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer Kálmán, libretto di Leo Stein e Bela Jenbach e Alfred Grünwald Compagnia Angelini-De Ljses Compagnia del Teatro Civico

258 12 (p), novembre 6 dicembre 14 dicembre Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica Madama Holle di Jacob Ludwig Karl e Wilhelm L’alba, il giorno e la notte di Dario Niccodemi di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer Karl Grimm (p) Compagnia Arte Moderna Compagnia del Teatro Civico College Crampton di Gerhart Hauptmann (s) Compagnia del Teatro Civico 15 dicembre 17, 22, 26 novembre La rosa di Stambul, musica di Leo Fall, libretto Eine Ballnacht, musica di Oscar Straus, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald di Leopold Jacobson e Robert Bodanzky (fig. 20) Compagnia Arte Moderna Compagnia del Teatro Civico 16 dicembre 18 (p), 27 novembre Il Titano di Dario Niccodemi Pension Schöller (Pensione Schöller) di Wilhelm Compagnia Arte Moderna Jacoby e Carl Laufs Compagnia del Teatro Civico 17 dicembre La maestrina di Dario Niccodemi (mattinè) 21 novembre I disonesti di Gerolamo Rovetta (s) (fig. 21) Rausch (Ebbrezza) di August Strindberg Compagnia Arte Moderna Compagnia del Teatro Civico 18, 19 dicembre 25, 29 novembre Der Werwolf (Lupo mannaro) di Angelo Cana Der Bettelstudent (Lo studente povero) Compagnia del Teatro Civico di Karl Millöcker Compagnia del Teatro Civico 21 dicembre Geschäft ist Geschäft (Gli affari sono affari) 28 novembre di Octave Mirbeau Gassenmädel (Scampolo) di Dario Niccodemi 20 Eine Ballnacht, musica di Oscar Straus, Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico libretto di Leopold Jacobson e Robert Bodanzky (frontespizio dell’edizione J. Weinberger, 23 dicembre 2, 3, 5, 11 dicembre Leipzig 1918) Der Kaufmann von Venedig (Il mercante Das Fürstenkind (Il principe fanciullo), musica di Venezia) di William Shakespeare di Franz Lehár, libretto di Victor Léon Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 8 dicembre Die Bajadere (La Bajadera), musica di 26, 28 dicembre Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer Die Glocken von Corneville (Le campane di e Alfred Grünwald Corneville), musica di Robert Planquette, libretto Compagnia del Teatro Civico di Clairville (pseud. Louis François Nicolae) Compagnia del Teatro Civico 9 dicembre Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), 30 dicembre musica di Leo Fall, libretto di Julius Brammer Die Reise in die Mädchenzeit di Alexander Engel e Alfred Grünwald e Hans Saßmann Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

10 dicembre 31 dicembre Serata di beneficenza a favore degli asili infantili Dornröschen (La bella addormentata) italiani dell’Alto Adige di Carl August Görner (p) Der Storch ist tot (La cicogna è morta) 11, 20 dicembre di Hans Kottow Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Vera Violetta, musica di Edmund Eysler, musica di Franz Schubert, libretto di libretto di Leo Stein (s) Heinrich Berté Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

21 Gerolamo Rovetta e Marco Praga 12 dicembre 1923 La moglie del dottore di Silvio Zambaldi Compagnia Arte Moderna 1—3 gennaio 3 (p), 7 dicembre Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Gassenmädel (Scampolo) di Dario Niccodemi 13 dicembre musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Compagnia del Teatro Civico La morte civile di Paolo Giacometti Stein e Bela Jenbach Compagnia Arte Moderna Compagnia del Teatro Civico

259 4, 5 (p), 16 gennaio 27, 31 gennaio Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta Nera), di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld musica di Leon Jessel, libretto di August Neidhart Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

6, 14, 17, 27 (p) gennaio 2, 8, 11, 13 febbraio Hannerl (seconda parte di Das Dreimäderlhaus, La Das Hollandweibchen (La femmina olandese), casa delle tre ragazze), musica di Franz Schubert, musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo libretto di Heinrich Berté Stein e Béla Jenbach Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

7 gennaio 3 febbraio Die Zauberflöte (Il flauto magico), musica Maria Stuarda di Friedrich Schiller 22 Wolfgang Amadeus Mozart di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Ema- Compagnia del Teatro Civico nuel Schikaneder (fig. 22) Der Storch ist tot (La cicogna è morta) di 4 febbraio 14, 18, 25 (p) febbraio Hans Kottow Die Reise in die Mädchenzeit di Alexander Engel Im Zeichen des Kreuzes (Nel segno della croce) Vera Violetta, musica di Edmund Eysler, e Hans Saßmann (p) di Wilson Barrett libretto di Leo Stein Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 15 febbraio 9, 11 gennaio Wo die Lerche singt…! (Dove canta l’allodola…!), Taifun (Tifone) di Melchior Lengyel musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria Compagnia del Teatro Civico Willner e Heinz Reichert Compagnia del Teatro Civico 13, 21 (p) gennaio Der Heiratsschwindler di Bernhard Buchbinder 17, 22, 25 febbraio Compagnia del Teatro Civico Der Tanz ins Glück (La danza nella fortuna), musica di Robert Stolz, libretto di Robert Bodan- 14 (p), 30 gennaio sky e Bruno Hardt-Warden Der Raub der Sabinerinnen (Il ratto delle Sabine) Compagnia del Teatro Civico di Franz e Paul von Schönthan 23 Locandina di Gyges und sein Ring (L’anello di Compagnia del Teatro Civico Gyges) di Friedrich Hebbel 20 febbraio Hannerl (seconda parte di La casa delle tre ragazze 18, 23 gennaio 4, 18 (p) febbraio (Das Dreimäderlhaus), musica di Franz Schubert, Erdgeist (Lo spirito della terra) di Frank Wedekind Schwarzwaldmädel (La ragazza della Foresta libretto di Heinrich Berté Compagnia del Teatro Civico Nera), musica di Leon Jessel, libretto di August Compagnia del Teatro Civico Neidhart 20, 24 gennaio Compagnia del Teatro Civico 21 febbraio Sybill (Sibilla), musica di Victor Jacobi, libretto Das Glas der Jungfrau di Enrico Balbo di Ferenc Martos e Miklós Bródy 6, 11 (p) febbraio Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico Das Glück im Winkel (Felicità in un luogo tran- quillo) di Hermann Sudermann 22 febbraio 21 gennaio Compagnia del Teatro Civico Concerto della pianista Renata Lurini Die Glocken von Corneville (Le campane di Corne-ville), musica di Robert Planquette, libret- 7 febbraio 24 febbraio to di Clairville (pseud. Louis François Nicolae) Gyges und sein Ring (L’anello di Gyges) di Das tapfere Schneiderlein (Il sarto coraggioso) Compagnia del Teatro Civico Friedrich Hebbel (fig. 23) da Jacob Grimm e Wilhelm Grimm (p) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico 26, 27 gennaio Der Verschwender (Lo sprecone) 10 febbraio 24, 27 febbraio di Ferdinand Raimund Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Die Dorfmusikanten, musica di Oscar Straus, Compagnia del Teatro Civico musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo libretto di Leopold Jacobson e Robert Bodanzky Stein e Bela Jenbach Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

260 28 febbraio 18 marzo 27 marzo Hedda Gabler di Henrik Ibsen Die Bajadere (La Bajadera), musica di Fedora di Victorien Sardou Compagnia del Teatro Civico Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer Compagnia del Teatro Civico e Alfred Grünwald 1 marzo Compagnia del Teatro Civico 28 marzo Der Tanz ins Glück (La danza nella fortuna), Liebe (Amore) di Anton Wildgans musica di Robert Stolz, libretto di Robert Compagnia del Teatro Civico Bodansky e Bruno Hardt-Warden Compagnia del Teatro Civico 29 marzo Sappho (Saffo) di Franz Grillparzer 3, 7 marzo Compagnia del Teatro Civico Eifersucht (Gelosia) Michael Artzibaschew Compagnia del Teatro Civico 31 marzo Der Zigeunerprimas (Il capo degli zingari), musica 4 marzo di Emmerich Kálmán, libretto di Julius Wilhelm Das Hollandweibchen (La femmina olandese), e Fritz Grünbaum musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Compagnia del Teatro Civico Stein e Béla Jenbach (p) Dorfmusikanten di Oscar Straus (s) 1 (p), 5 aprile Compagnia del Teatro Civico Der Tanz ins Glück (La danza nella fortuna), musica di Robert Stolz, libretto di Robert 5 marzo Bodansky e Bruno Hardt-Warden Scampolo di Dario Niccodemi Compagnia del Teatro Civico Società Filodrammatica Ermete Novelli 1 aprile 6, 11 (p) marzo Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica Das Glas der Jungfrau di Enrico Balbo di Leo Fall, libretto di Victor Léon (fig. 25) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

8, 11 marzo 4 aprile Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar Der lebende Leichnam (Il cadavere vivente) Nedbal, libretto di Leo Stein di Lev Tolstoj Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

10 marzo 7, 8, 11, 13 aprile 24 Friedrich Schiller Hänsel und Gretel (Hänsel e Gretel) di Engelbert 25 Victor Léon Rund um die Liebe (Tutto sull’amore), Humperdinck musica di Oscar Straus Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

12 marzo 20, 25 (p) marzo 10 aprile Maria Stuart di Friedrich Schiller Im weißen Rössl (Al Cavallino Bianco), musica Gabriel Schillings Flucht (La fuga di Gabriele Compagnia del Teatro Civico di Ralph Benatzky, libretto Hans Müller-Einigen Schilling) di Gerhart Hauptmann e Erik Charell Compagnia del Teatro Civico 13, 15, 19 marzo Compagnia del Teatro Civico Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann 12 aprile Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée 21 marzo Die Rache (La vendetta) di Hans Saßmann Compagnia del Teatro Civico Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Compagnia del Teatro Civico musica di Franz Schubert, libretto di 14 marzo Heinrich Berté 14 aprile Der Dieb (Il ladro) di Henry Bernstein Compagnia del Teatro Civico Das süße Mädel (Dolce ragazzina), musica di Compagnia del Teatro Civico Heinrich Reinhardt, libretto di Alexander 24, 25 marzo Landesberg e Leo Stein 17, 22 marzo Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica Compagnia del Teatro Civico Kabale und Liebe (Intrigo e amore) di Friedrich di Leo Fall, libretto di Victor Léon Schiller (fig. 24) Compagnia del Teatro Civico Compagnia del Teatro Civico

261 17 aprile 21 maggio 24 giugno La nemica di Dario Niccodemi Concerto del violinista Johann Koncz Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto Società Filodrammatica Ermete Novelli di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld 23 maggio Compagnia Scena Gaia 19 aprile Il Titano di Dario Niccodemi Spettacolo di varietà Società Filodrammatica Ermete Novelli 25 luglio Compagnia del Teatro Civico Ettore Tolomei presenta il programma di 24 maggio italianizzazione dell’Alto Adige 22 aprile Celebrazioni per l’anniversario dell’entrata in (i cosiddetti “32 punti”) Die Siebzehnjährige (La diciasettenne) guerra dell’Italia nel 1915 di Max Dreyer 25 ottobre Compagnia del Teatro Civico 1 giugno Die Freier (I pretendenti) Acqua cheta, musica di Giuseppe Pietri, libretto di Joseph von Eichendorff 29 aprile di Augusto Novelli Compagnia Münchner Kammerspiele Monna Vanna di Maurice Maeterlinck Compagnia Angeletti–Lissers Compagnia del Teatro Civico 26 ottobre 2 giugno Was ihr wollt (Come vi piace) La duchessa del Bal Tabarin, musica di Léon Bard di William Shakespeare (pseudonimo di Carlo Lombardo), libretto di Compagnia Münchner Kammerspiele Carlo Lombardo, Arturo Franci e Carlo Vizzotto Compagnia Angeletti–Lissers 27 ottobre Der Raub der Sabinerinnen (Il ratto delle Sabine) 3,4 giugno di Franz e Paul von Schönthan La Bohème, musica di Giacomo Puccini, libretto Compagnia Münchner Kammerspiele di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica (fig. 26) Direttore d’orchestra Giovanni Patti 30 ottobre Totentanz (Danza di morte) di August Strindberg 5 giugno Compagnia Münchner Kammerspiele Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave 3 novembre Direttore d’orchestra Giovanni Patti Concerto di Frank Hoffmannshof

9 giugno 10, 15 novembre Andrea Chénier, musica di Umberto Giordano, Man kann nie wissen (Non si può mai dire) libretto di Luigi Illica di George Bernard Shaw Direttore d’orchestra Giovanni Patti Compagnia Münchner Kammerspiele

14 giugno 11 novembre Serata di beneficenza per la colonia alpina Was ihr wollt (Come vi piace) 26 Giacomo Puccini di Volturno di William Shakespeare (p) Compagnia Münchner Kammerspiele 19, 23 giugno La danza delle libellule, musica di Franz Lehár 11, 12 novembre 30 aprile e Carlo Lombardo, libretto di Carlo Lombardo Die beiden Klingsberg di August von Kotzebue Otello di William Shakespeare Compagnia Scena Gaia Compagnia Münchner Kammerspiele Compagnia del Teatro Civico 21 giugno 13, 16 novembre 3 maggio La Bajadera, musica di Emmerich Kálmán, Ein Sommernachtstraum (Sogno di una notte di I rusteghi di Carlo Goldoni libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald mezza estate) di William Shakespeare (fig. 27) La sposa e la cavalla di anonimo Compagnia Scena Gaia Compagnia Münchner Kammerspiele Compagnia Bianchini 22 giugno 17 novembre 10 maggio Il re di Chez Maxim, musica di Mario Amphitryon (Anfitrione) di Jean Baptiste Molière Concerto di Carla Bebber-Cini, Xenia Zamboni, Costa, libretto Léon Bard (pseudonimo di Compagnia Münchner Kammerspiele Franz Roubal Carlo Lombardo) Compagnia Scena Gaia 24, 25 novembre 12, 13 maggio Serata di occultismo Don Pasquale, musica di Gaetano Donizetti, 23 giugno libretto di Giovanni Ruffini La danza nella fortuna, musica di Robert Stolz, Direttore d’orchestra Giulio Zoli libretto di Alfred Grünwald e Robert Gilbert Compagnia Scena Gaia

262 19, 20, 25, 27 gennaio 11 marzo Die kleine Sünderin (La piccola peccatrice), musica Concerto del pianista Josef Bembauer di Jean Gilbert, libretto di Hans Hellmut Zerlett e Willy Prager 2 aprile Compagnia Frischler Concerto di violoncello di Ruth Tvermoes

24 gennaio 9, 14 aprile Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann Das Lied von der Glocke (La canzone della campa- Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée na) di Max Bruch Compagnia Frischler Musikverein di Bolzano

26, 31 gennaio 13 aprile Johann Nestroy, musica di Ernst Reiterer, libretto L’indemoniata di Karl Schönherr (fig. 28) di Alfred Maria Willner e Rudolf Öst Compagnia Borghesi–Gramatica 27 William Shakespeare Compagnia Frischler

30 gennaio Pipsi, musica di Ralph Benatzky, libretto di 2, 8, 9 (p) dicembre Alexander Engel e Julius Horst Spettacolo di varietà Compagnia Frischler Compagnia Tatt Wam Asi 1 febbraio 9 dicembre Pipsi, musica di Ralph Benatzky, libretto di Spettacolo dell’umorista Max Lautner Alexander Engel e Julius Horst Compagnia Frischler 11, 12, 15 dicembre Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, 2 febbraio libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Johann Nestroy, musica di Ernst Reiterer, libretto Direttore d’orchestra Mario Parenti di Alfred Maria Willner e Rudolf Öst Compagnia Frischler 13, 16 dicembre Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto 4 febbraio 28 Karl Schönherr di Francesco Maria Piave Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica di Direttore d’orchestra Mario Parenti Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer 26 aprile Compagnia Frischler Concerto di Marcella Chesi, Oliviero Bianchi, 18 dicembre Germano Mazza Concerto di Franz Roha e Käthe Roha 5 gennaio Die kleine Sünderin (La piccola peccatrice), musica 12 maggio di Jean Gilbert, libretto di Hans Hellmut Zerlett Nina…non far la stupida di Arturo Rossato 1924 e Willy Prager e Gian Capo Compagnia Frischler Compagnia Albertina Bianchini 12, 13, 18, 23, 29 gennaio Katia, die Tänzerin (Katia, la ballerina), 6, 7, 10 febbraio 24, 25, 28 maggio musica di Jean Gilbert, libretto di Leopold Mädi, musica di Robert Stolz, libretto di Albert Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Jacobson e Rudolf Oesterreicher Grünwald e Leo Stein Rossini, libretto di Cesare Stermini Compagnia Frischler Compagnia Frischler Direttore d’orchestra Dal Monte

14, 16 (p) gennaio 8 febbraio 27, 29 maggio Die Rosen der Madonna (Le rose della Madonna), Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann Don Pasquale, musica di Gaetano Donizetti, musica di Robert Stolz, libretto di Bruno Hardt- Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée libretto di Giovanni Ruffini Warden e Otto Tumlitz Compagnia Frischler Direttore d’orchestra Dal Monte Compagnia Frischler 18 febbraio 31 maggio, 1giugno 15, 17 gennaio Conferenza di Orazio Pedrazzi, “Fascismo e l’ora Lucia di Lammermoor, musica di Gaetano Dorine und der Zufall (Il caso di Dorina), attuale” Donizetti, libretto di Salvadore Cammarano musica di Jean Gilbert, libretto di Fritz Direttore d’orchestra Dal Monte Grünbaum e Wilhelm Sterk 21 febbraio Compagnia Frischler Die Räuber am Glockenhof di Josef Praxmarer 2 agosto—25 settembre Compagnia Rittner Bauertheater II Mostra d’Arte della Venezia Tridentina

263 27, 28 settembre 14, 19 novembre Pagliacci, musica e libretto di Ruggero Ingeborg di Kurt Goetz Leoncavallo Compagnia Frischler Direttore d’orchestra Mario Parenti 16, 20 novembre 14 ottobre Meine Cousine aus Warschau (Mia cugina di Concerto di violoncello di Ruth Tvermoes Varsavia) di Louis Verneuil Compagnia Frischler 4, 9 novembre Gassenmädel (Scampolo) di Dario Niccodemi 18 novembre Compagnia Frischler Tageszeiten der Liebe (L’alba, il giorno e la notte) di Dario Niccodemi 5, 9 (p), 16 (p) novembre Compagnia Frischler Apostelspiel (Gli apostoli) di Max Mell Compagnia Frischler 19 dicembre Scugnizza, musica di Mario Costa, libretto 30 Henrik Ibsen 6 novembre di Carlo Lombardo Die Kinder (I bambini) di Hermann Bahr Compagnia Frischler (fig. 29) 15 marzo Compagnia Frischler 20 dicembre Der Graf von Luxemburg (Il conte di Lussemburgo), Acqua cheta (Stille Wasser), musica di Giuseppe musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria 7 novembre Pietri, libretto di Augusto Novelli Willner e Robert Bodanzky Der Wettlauf mit dem Schatten (La gara con Compagnia Frischler Compagnia Frischler l’ombra) di Wilhelm von Scholz Compagnia Frischler 21 dicembre 16, 19, 22 marzo Geisha, musica di Sidney Jones, libretto Dolly, musica di Hugo Hirsch, libretto di Franz di Owen Hall Arnold e Rudolf Bernauer Compagnia Frischler 17 marzo 23 dicembre Hanni geht tanzen! (Hanni va a ballare!), musica Fräulein Puck (Signorina Puck), musica di Walter di Edmund Eysler, libretto di Robert Bodanzky Kollo, libretto di Franz Arnold e Ernst Bach Compagnia Frischler Compagnia Frischler 20, 23, 25, 28, 31 marzo Gräfin Mariza (La contessa Mariza), musica di 1925 Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald 16 gennaio Compagnia Frischler Concerto sinfonico Società Filarmonica di Bolzano 21, 26 marzo Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann 17 gennaio Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée 29 Hermann Bahr Festa della Befana Compagnia Frischler

6 febbraio 24, 29 marzo 8, 12 novembre Concerto della pianista Helena Egger Der Tanz ins Glück (La danza nella fortuna), Untreu (L’infedele) di Roberto Bracco musica di Robert Stolz, libretto di Robert Compagnia Frischler 5 marzo Bodansky e Bruno Hardt-Warden (fig. 31) Auf der Sonnenseite di Oskar Blumenthal Compagnia Frischler 10 novembre e Gustav Kadelburg Spettri (Gespenster) di Henrik Ibsen (fig. 30) Compagnia Frischler 27, 30 marzo Compagnia Frischler Madame Pompadour, musica di Leo Fall, libretto 6 marzo di Rudolph Schanzer e Ernst Welisch 11, 15 novembre Concerto sinfonico Compagnia Frischler Madame gastiert di Felix Gandera e Claude Gevel Società Filarmonica di Bolzano Compagnia Frischler 1, 7 aprile 14, 18 marzo Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), 13 novembre Die Bajadere (La Bajadera), musica di Emme- musica di Franz Schubert, libretto di Die Frau von vierzig Jahren (La donna di quaranta rich Kálmán, libretto di Julius Brammer e Alfred Heinrich Berté anni) di Sil Vara Grünwald Compagnia Frischler Compagnia Frischler Compagnia Frischler

264 2, 4, 12 aprile 16, 17 aprile di Max Reimann e Otto Schwartz Gräfin Mariza (La contessa Mariza), musica di Cavalleria rusticana, musica di Pietro Mascagni, Compagnia Frischler Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido e Alfred Grünwald Menasci 3 maggio Compagnia Frischler Compagnia Serpieri Johannisfeuer (I fuochi di San Giovanni) di Her- mann Sudermann 18 aprile Compagnia Frischler Feudalesimo di Àngel Guimerà Compagnia Sampieri 4 maggio Die Freundin seiner Exzellenz (L’amica di Sua Ec- 19 aprile cellenza) di Alexander Engel O’ scuru o’ scuru di Nino Martoglio Compagnia Frischler Compagnia Sampieri

20 aprile San Giovanni decollato di Nino Martoglio Compagnia Sampieri

22, 26 aprile Der Sprung in die Ehe (Un salto nel matrimonio) di Max Reimann e Otto Schwartz Compagnia Frischler

23 aprile Rotkäppchen (Cappuccetto Rosso) di Robert Bürkner (p) Der Damenkrieg (La guerra delle dame) di Eugéne Scribe e Ernest Legouvé (s) 32 Hermann Sudermann Compagnia Frischler

3 aprile 24 aprile Er und seine Schwester (Lui e sua sorella) Johannisfeuer (I fuochi di San Giovanni) di Bernhard Buchbinder di Hermann Sudermann (fig. 32) Compagnia Frischler Compagnia Frischler 31 Der Tanz ins Glück (La danza nella fortuna), 5 aprile 25 aprile musica di Robert Stolz, libretto di Robert Bodansky e Bruno Hardt-Warden , musica Der Mustergatte (Il marito modello) Hanni geht tanzen! (Hanni va a ballare!) (frontespizio dell’edizione W. Karczag, di Edmund Eysler, libretto di Robert Bodanzky di Avery Hopwood Leipzig-Wien-New York 1921) Compagnia Frischler Compagnia Frischler

6, 13 aprile 27 aprile 6 maggio Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica Der Dieb (Il ladro) di Henry Bernstein Gassenmädel (Scampolo) di Dario Niccodemi di Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer Compagnia Frischler Compagnia Frischler Compagnia Frischler 28 aprile 7 maggio 9 aprile Die javanische Puppe (La bambola di Giava) Baumeister Solness (Il costruttore Solness) di Hen- Max und Moritz di Wilhelm Busch (p) di Rudolf Lothar e Hans von Bachwitz rik Ibsen Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica Compagnia Frischler Compagnia Frischler di Leo Fall, libretto di Victor Léon (s) Compagnia Frischler 29 aprile 8 maggio Puppenheim (Casa di bambola) di Henrik Ibsen Heimat (La patria) di Hermann Sudermann 11 aprile Compagnia Frischler Compagnia Frischler Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld 30 aprile 9 maggio Compagnia Frischler Die Freundin seiner Exzellenz (L’amica di Sua Fräulein Julie (La contessina Julie) di Henrik Ibsen Eccellenza) di Alexander Engel Compagnia Frischler 15 aprile Compagnia Frischler Das Blitzmädel, musica di Karl Millöcker, libret- 10 maggio to di Carl Costa 2 maggio Ingeborg di Kurt Goetz Compagnia Frischler Der Sprung in die Ehe (Un salto nel matrimonio) Compagnia Frischler

265 11 maggio 26 ottobre 6 novembre Die Siebzehenjährige (Diciassettenni) Musik (Musica) di Frank Wedekind Die beiden Herren der gnädigen Frau (I due uomi- di Max Dreyer Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) ni della signora gentile) di Felix Gandera Compagnia Frischler Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 27, 31 ottobre 2, 3 giugno Die Kleine vom Varieté (La piccolina del varietà) di 7 novembre Concerto del violinista Johann Konkz Alfred Möller Ich liebe dich (Ti amo) di Sacha Guitry Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 8, 9, 12, 14, 16, 17 settembre Wally, musica di Alfredo Catalani, libretto di Luigi Illica Direttore d’orchestra Giuseppe Pais

13, 15, 18 settembre Manon Lescaut, musica di Giacomo Puccini, libretto di Luigi Illica Direttore d’orchestra Giuseppe Pais

26 settembre Conferenza dell’onorevole Franco Ciarlantini sul- la vita di Giacomo Puccini

10, 11 ottobre Pensierino, musica di Giovanni Serra, libretto di Olga Perini e Ernesto Zambiasi Compagnia di Pergine 33 Arthur Schnitzler 15, 18 ottobre Die innere Stimme (La maestrina) di Dario 8, 17 novembre Niccodemi Die vertagte Nacht (La notte è sospesa) di Franz Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 28 ottobre Arnold e Ernst Bach Rosen (Rose) di Hermann Sudermann Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 16 ottobre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Jugend (Giovinezza) di Max Halbe 9 novembre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 30 ottobre Totentanz (Danza di morte) di August Strindberg Morphium (Morfina) di Ludwig Herzer Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 17, 29 ottobre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Der keusche Lebemann (Il casto Lebemann) di 10 novembre Franz Arnold e Ernst Bach 1 novembre Der Myrtenkranz (La corona di mirto) Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Wenn wir Toten erwachen (Quando noi morti ci di Octave Mirbeau destiamo) di Henrik Ibsen Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 19, 24 ottobre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Das Glück im Winkel (Felicità in un luogo tran- 11 novembre quillo) di Hermann Sudermann 2 novembre Die kleine Quelle (La piccola fonte) di Roberto Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Der Müller und sein Kind (Müller e il suo bambino) Bacco di Ernst Raupach Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 20, 25 ottobre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Der Raub der Sabinerinnen (Il ratto delle Sabine) 12 novembre di Franz e Paul von Schönthan 3, 15 novembre Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Nur ein Traum (Solo un sogno) di Lothar Schmidt di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 21 ottobre Der Teetisch (Tavolo da tè) di Karl Sloboda 4 novembre 13 novembre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Die vollkommene Liebe (Amore perfetto) di Rober- Musik (Musica) di Frank Wedekind to Bracco Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 22 ottobre Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Ein gefährlicher Mensch (Un uomo pericoloso) di 14 novembre Silvio Zambaldi 5 novembre Wollust der Ehrlichkeit (Il piacere dell’onestà) Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Liebelei (Amoretto) di Arthur Schnützler (fig. 33) di Luigi Pirandello Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater)

266 16 novembre 22, 25, 28 marzo Gespenster (Spettri) di Henrik Ibsen 1926 Clo Clo, musica di Franz Lehár, libretto di Béla Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) Jenbach 22 gennaio Compagnia Müller–Schiller 18 novembre Concerto del violinista Leo Guetta Der grüne Klub (Il club verde) di Richard Brüll 24, 27 marzo Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 13 marzo Die lustige Witwe (La vedova allegra), musica di Quando le fate vivono di Giuseppe Giovanazzi Franz Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein 19 novembre Alunni delle scuole elementari di Bolzano (fig. 34) Morphium (Morfina) di Ludwig Herzer Compagnia Müller–Schiller Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 15 marzo Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), 26, 30 marzo 20 novembre musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Der Rastelbinder (Lo schermo), musica di Franz Er und seine Schwester (Lui e sua sorella) Stein e Bela Jenbach Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein di Bernhard Buchbinder Compagnia Müller–Schiller Compagnia Müller–Schiller Compagnia Lustig-Prean (Raimundtheater) 29, 31 marzo Ein Nachtmanöver di Charles Weinberger Compagnia Müller–Schiller

1, 4, 8, 12 aprile Der Orlow, musica di Bruno Granichstaedten, libretto di Bruno Granichstaedten e Ernst Marischka Compagnia Müller–Schiller

3 aprile Gräfin Mariza (La contessa Mariza), musica di Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald Compagnia Müller–Schiller

5 aprile Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Leo Fall, libretto di Victor Léon Compagnia Müller–Schiller

6 aprile Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Stein e Bela Jenbach Compagnia Müller–Schiller

7, 10 aprile Wiener Blut (Sangue viennese), musica di Johann Strauss, libretto di Victor Léon e Leo Stein 34 Franz Lehár Compagnia Müller–Schiller

16, 18, 20, marzo 9, 11 aprile 22 novembre Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica di Fürst von Pappenheim (Il principe di Pappenheim), Concerto di beneficenza Oscar Straus, libretto di Leopold Jacobson e musica di Hugo Hirsch, libretto di Franz Arnold Banda musicale de ferrovieri fascisti di Bolzano Felix Dörmann e Ernst Bach Compagnia Müller–Schiller Compagnia Müller–Schiller 20 dicembre Il ratto delle Sabine (Der Raub der Sabinerinnen) 17, 21 marzo 13, 15 aprile di Franz e Paul von Schönthan Hoheit tanzt Walzer (Sua Altezza balla il valzer), Der Musikant Gottes, musica di Anton Bruckner, Compagnia gli Amici dell’Arte musica di Leo Asher, libretto di Iulius Brammer libretto di Johannes Messner e Alfred Grünwald Compagnia Müller–Schiller Compagnia Müller–Schiller

267 14 aprile 20, 30 aprile 24 maggio Wollust der Ehrlichkeit (Il piacere dell’onestà) di Die Schatten (L’ombra) di Dario Niccodemi Oltre il confine di Vittorio Raffaldi Luigi Pirandello Compagnia Müller–Schiller Dopolavoro di Verona Compagnia Müller–Schiller 21 aprile 1 giugno 16 aprile Kabale und Liebe (Intrigo e amore) di Friedrich Quando le fate vivono di Giuseppe Giovanazzi Der Pfarrer von Kirchfeld (Il parroco di Kirchfeld) Schiller Compagnia di Pergine di Ludwig Anzengruber Compagnia Müller–Schiller Compagnia Müller–Schiller 26 luglio—30 settembre III Biennale d’Arte della Venezia Tridentina

20 novembre La maestrina di Dario Niccodemi Dopolavoro Ferroviario di Bolzano

21 novembre Spettacolo di illusionismo Compagnia Userini

10 dicembre Concerto sinfonico Musikverein di Bolzano

11 dicembre Il segreto di Henry Bernstein Compagnia Mari

12 dicembre La nemica di Dario Niccodemi (fig. 35) Compagnia Mari

13 dicembre L’assalto di Henry Bernstein Compagnia Mari 1927

7 gennaio Concerto di Karl Deluggi

8 gennaio 35 Dario Niccodemi, La nemica (copione) Liebe mich nicht so sehr (Non amarmi così) di Arnaldo Fraccaroli Compagnia della divisione Der Brennerwacht 17, 23, 26 aprile di Bolzano Der wahre Jacob (Il vero Giacomo) di Franz 29 aprile Arnold e Ernst Bach Die Dame mit dem Scheidungsgrund di Sydney 14 gennaio Compagnia Müller–Schiller Garrick Concerto sinfonico Compagnia Müller–Schiller Musikverein di Bolzano 18 aprile Die vertagte Nacht (La notte è sospesa) 11 maggio 28 gennaio di Franz Arnold e Ernst Bach Concerto sinfonico Santa Giovanna di George Bernard Shaw Compagnia Müller–Schiller Musikverein di Bolzano Compagnia Emma Gramatica

19, 22, 25 aprile 17 maggio 29 gennaio Die Welt ohne Männer (Il mondo senza uomini) Scampolo di Dario Niccodemi Le medaglie di una vecchia signora di James di Alexander Engel e Julius Horst Compagnia Amici dell’arte del Dopolavoro di Matthew Barrie Compagnia Müller–Schiller Compagnia Emma Gramatica

268 30 gennaio 13 marzo 8 aprile Casa di bambola di Henrik Ibsen La moglie di Claudio di Alexander Dumas jn Das Schwalbennest (Il nido di rondine) di Bruno Compagnia Emma Gramatica Compagnia Emma Gramatica Granischstaedten e Ernst Marischka Compagnia Kowalewsky 15 marzo Concerto sinfonico 9 aprile Musikverein di Bolzano Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), musica di Leo Fall, libretto di Julius Brammer 20, 23 marzo e Alfred Grünwald Orlow, musica di Bruno Granichstaedten, libret- Compagnia Kowalewsky to di Bruno Granichstaedten e Ernst Marischka Compagnia Kowalewsky 12, 14, 17, 19, 22, 25, 27 aprile Die Zirkusprinzessin (La principessa del circo), 21, 24, 28 marzo musica di Emmerich Kálmán, libretto di Julius Adieu Mimi, musica di Ralph Benatzky, libretto Brammer e Alfred Grünwald di Alexander Engel e Julius Horst Compagnia Kowalewsky Compagnia Kowalewsky 16, 18 aprile 22, 26, 31 marzo Der Mitternachtswalzer (Valzer di mezzanotte), Die Tanzgräfin (La contessa ballerina), musica musica di Robert Stolz, libretto di Arthur Maria di Robert Stolz, libretto di Leopold Jakobson Willner e Rudolf Österreicher e Robert Bodanzky Compagnia Kowalewsky Compagnia Kowalewsky 17 aprile 25, 27, 30 marzo Das tapfere Schneiderlein (Il sarto coraggioso) di Das Schwalbennest (Il nido di rondine) di Bruno Jacob e Wilhelm Grimm (p) Granischstaedten e Ernst Marischka Compagnia Kowalewsky Compagnia Kowalewsky 20 aprile 29 marzo Förster-Christl, musica di Georg Jarno, libretto 36 Luigi Pirandello Die Rose von Stambul (La rosa di Stambul), musi- di Bernhard Buchbinder ca di Leo Fall, libretto di Julius Brammer e Compagnia Kowalewsky 13 febbraio Alfred Grünwald L’avvocato difensore di Mario Morais Compagnia Kowalewsky Dopolavoro Ferroviario di Bolzano 1, 3, 11 aprile 5 marzo Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar Ma non è una cosa seria di Luigi Pirandello Nedbal, libretto di Leo Stein (fig. 37) (fig. 36) Compagnia Kowalewsky Compagnia Emma Gramatica 3 aprile 6 marzo Rotkäppchen (Cappuccetto Rosso) di Robert La patria di Hermann Sudermann Bürkner (p) Compagnia Emma Gramatica Compagnia Kowalewsky

7 marzo 4 aprile Menzogne di Vladimir Vinnicenko Orlow, musica di Bruno Granichstaedten, libret- Compagnia Emma Gramatica to di Bruno Granichstaedten e Ernst Marischka Compagnia Kowalewsky 9 marzo Gli amanti impossibili di Gino Rocca 5, 7, 10, 13 aprile Compagnia Emma Gramatica Paganini, musica di Franz Lehár, libretto di Paul Knepler e Bela Jenbach 10 marzo Compagnia Kowalewsky La piccola fonte di Roberto Bracco Compagnia Emma Gramatica 6 aprile Der Frauenfresser (Il divoratore di donne), 37 Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar 12 marzo musica di Edmund Eysler, libretto di Leo Stein Nedbal, libretto di Leo Stein (frontespizio La pantofola di vetro di Ferenc Molnár e Carl Lindau dell’edizione L. Döblinger, Leipzig 1913) Compagnia Emma Gramatica Compagnia Kowalewsky

269 21 aprile 6 giugno 17 novembre Celebrazione per la Festa del Lavoro La roccia e i monumenti di Pier Maria Rosso Der Fürst von Pappenheim (Il principe di Pappen- di San Secondo. heim), musica di Hugo Hirsch, libretto di Franz 21 aprile Compagnia Drammatica Italiana Arnold e Ernst Bach Gräfin Mariza (Contessa Mariza), musica di Em- Compagnia Kowalewsky merich Kálmán, libretto di Julius Brammer 19 settembre e Alfred Grünwald Festa dei Bersaglieri 18 novembre Compagnia Kowalewsky Alexandra (Alessandra), musica di Albert Szirmai, 22 settembre libretto di Albert Szirmai e Bruno Granichstaedten 23, 24 aprile Parisina di Gabriele Dannunzio Compagnia Kowalewsky Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann Compagnia Majeroni Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée Compagnia Kowalewsky 23 settembre Diana e la Tuda di Luigi Pirandello 26 aprile Compagnia Majeroni Er und seine Schwester (Lui e sua sorella) di Bernhard Buchbinder 3, 4, 8 ottobre Compagnia Kowalewsky La Bohème, musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giocosa e Luigi Illica 28 aprile Direttore d’orchestra Giovanni Fratini Adieu Mimi, musica di Ralph Benatzky, libretto di Alexander Engel e Julius Horst 5 ottobre Compagnia Kowalewsky Cavalleria rusticana, musica di Pietro Mascagni, libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido 29 aprile Menasci Der Vogelhändler (Il venditore di uccelli), musica Pagliacci, musica e libretto di Ruggero di Carl Zeller, libretto di Moritz West Leoncavallo (fig. 38) Compagnia Kowalewsky Direttore d’orchestra Giovanni Fratini 38 Ruggero Leoncavallo 30 aprile 29 ottobre Brüderlein fein (Piccolo fratellino), musica di Leo Celebrazioni per l’anniversario della Marcia su Fall, libretto di Julius Wilhelm Roma 19, 23 novembre Compagnia Kowalewsky Die Königin (La regina), musica di Oscar 29 ottobre—1 novembre Straus, libretto di Ernst Marischka e Bruno 1 maggio Spettacolo del ventriloquio Donnini Granischstaedten Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Compagnia Kowalewsky Leo Fall, libretto di Victor Léon 8 novembre Compagnia Kowalewsky Celebrazioni per l’anniversario della Vittoria: 20 novembre Orazione commemorativa di Carlo Bonaldi Der gestiefelte Kater (Il gatto con gli stivali) di 18, 27 maggio Charles Perrault (p) Concerto sinfonico 14 novembre Compagnia Kowalewsky Direttore d’orchestra Oswald Gasteiger Der Obersteiger (Il minatore), musica di Carl Zeller, libretto di Moritz West e Ludwig Held 21, 26 novembre 24 maggio Compagnia Kowalewsky Journal der Liebe (Il giornale dell’amore) (varietà) Celebrazione della giornata coloniale Compagnia Kowalewsky 15 novembre 2 giugno Die Frau ohne Kuss (La signora senza baci), musi- 22 novembre Papà Lebonnard di Jean Aicard ca di Walter Kollo, libretto di Richard Kessler e Paganini, musica di Franz Lehár, libretto di Paul Compagnia Drammatica Italiana Willi Kollo Knepler e Bela Jenbach (fig. 39) Compagnia Kowalewsky Compagnia Kowalewsky 3 giugno Spettri di Henrik Ibsen 16, 20, 30 novembre 24, 28 novembre Compagnia Drammatica Italiana Die Zirkusprinzessin (La principessa del circo), Zarewitsch (Lo Zarewitsch), musica di Franz musica di Emmerich Kálmán, libretto di Julius Lehár, libretto di Béla Jenbach e Heinz Reichert 4 giugno Brammer e Alfred Grünwald Compagnia Kowalewsky La verità e la scimmia di A. Ciaph (pseudonimo) Compagnia Kowalewsky Compagnia Drammatica Italiana 25 novembre Die Fledermaus (Il pipistrello), musica di Johann 5 giugno Strauss, libretto di Carl Haffner e Richard Genée Giosuè il guardacoste di Napoléon Fournier Compagnia Kowalewsky Compagnia Drammatica Italiana

270 27 novembre 8 gennaio Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di 1928 Sogno di un valzer, musica di Oscar Straus, libret- Leo Fall, libretto di Victor Léon to di Leopold Jacobson e Felix Dörmann Compagnia Kowalewsky 2 gennaio Compagnia Fantocci Lirici Salici La danza delle libellule, musica di Franz Lehár e 29 novembre Carlo Lombardo, libretto di Carlo Lombardo 17 gennaio Lumpazivagabundus (Il cattivo genio), musica di Compagnia Fantocci Lirici Salici Hänsel e Gretel di Engelbert Humperdinck Adolf Müller, libretto di Johann Nestroy Società Filarmonica Bolzano Compagnia Kowalewsky 3 gennaio La duchessa del Bal Tabarin, musica di Carlo 18, 21 febbraio 2 dicembre Lombardo, libretto di Carlo Lombardo, Arturo Festa carnevalesca Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone), musica di Franci e Carlo Vizzotto Johann Strauss, libretto di Ignaz Schnitzer Compagnia Fantocci Lirici Salici 23—25 marzo Compagnia Kowalewsky Proiezione del filmVendetta araba (regia di 4 gennaio Harold Lloyd) 3 dicembre Le cinque parti del mondo, musica di Manuel Ein Walzertraum (Sogno di un valzer), musica Fernández, libretto di Guglielmo Mery 27—28 marzo di Oscar Straus, libretto di Leopold Jacobson Compagnia Fantocci Lirici Salici Proiezione del filmIl segreto di Budda e Felix Dörmann Compagnia Kowalewsky 29—31 marzo Proiezione del filmLa dama della Camelie (regia di Baldassarre Negroni)

21 aprile Celebrazioni per la Festa del lavoro e Natale di Roma

1—3 maggio Proiezione del filmNotte di nozze (regia di Telemaco Ruggeri)

4—11 maggio Proiezione del filmI Miserabili (regia di Louis Nalpas)

15—16 maggio Proiezione del filmLa leggenda di Gösta Berling (regia di Mauritz Stiller)

17—21 maggio Proiezione del filmLa casa delle zitelle

22, 23 maggio 39 Locandina di Paganini, musica di Franz Lehár, Proiezione del filmMia fia (regia di Gian libretto di Paul Knepler e Bela Jenbach Orlando Vassallo) (frontespizio dell’edizione Crescendo, Berlin 1925) 5 gennaio 24—28 maggio Geisha, musica di Sidney Jones, libretto di Proiezione del filmLa grande rivista (regia di Owen Hall Josè Francis) 25, 26 dicembre Compagnia Fantocci Lirici Salici Spettacolo di danza classica 29, 30 maggio Compagnia Sascha Morgowa 6 gennaio Proiezione del filmI vagabondi al Luna Park Paris Concert 31 dicembre Compagnia Fantocci Lirici Salici 31 maggio—3 giugno Il paese dei campanelli, musica e libretto di Carlo Proiezione del filmGli esiliati del Volga (regia di Lombardo e Virgilio Ranzato 7 gennaio Gennaro Righelli) Compagnia Fantocci Lirici Salici Il conte di Lussemburgo, musica di Franz Lehár, libretto di Alfred Maria Willner e 2 giugno Robert Bodanzky Conferenza di Padre Semeria dedicata a Luigi Compagnia Fantocci Lirici Salici Cadorna e Armando Diaz

271 5—7 giugno 18 ottobre 6—9 dicembre Proiezione del filmLa prigioniera di Shangai Proiezione del filmLa fiera campionaria di Milano Proiezione del filmVera Mirzewa (regia di Rudolf (regia di Augusto Genina) Meinert) 19—21 ottobre 8—10 giugno Concerto 12, 13, 16 dicembre Proiezione del filmL’inferno dei profughi (regia Compagnia Cosacchi Kubanj dell’Opera Impe- Spettacolo di varietà Walter Niebur) riale di Pietroburgo Compagnia Sister Flower

11 giugno 29 ottobre 17—19dicembre Concerto Celebrazioni per l’anniversario della Marcia su Proiezione del filmDiritto di amare (regia di Compagnia Cosacchi Kubanj dell’Opera Impe- Roma Michael Curtiz) riale di Pietroburgo 30 ottobre 20—25 dicembre 12—14 giugno Il cardinale di Louis Napoléon Parker Proiezione del filmLa capanna dello zio Tom Proiezione del filmMamma non piangere Compagnia Carini (regia Henry Polard)

15—17 giugno 1 novembre 26—30 dicembre Proiezione del filmNozze bianche (regia di La tredicesima sedia di Bayard Veiller Proiezione del filmBarriera di sangue (regia di Giuseppe Giusti) Compagnia Carini Lloyd Bacon)

19 giugno 17 novembre Proiezione del filmGuardia imperiale Come le foglie di Giuseppe Giacosa 1929 Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini 21 giugno 1, 2 gennaio Proiezione del filmLa donna incontrata di notte 18 novembre Proiezione del filmL’America interviene (regia di Topolino di László Fodor Guido Brignone) 22 giugno Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini Proiezione del filmGiornata internazionale 3 gennaio 19 novembre La rivista è quella cosa… di Enzo Turco 27—30 giugno Serata d’inverno di Siegfried Geyer Compagnia Regina Proiezione del filmStoria di una piccola parigina Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini (regia di Augusto Genina) 4 gennaio 20 novembre L’occhio del mondo di Gualtieri 3—5 luglio Desiré di Sacha Guitry Compagnia Regina Proiezione del filmPresto abbracciatemi (regia Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini di Guido Brignone) 5 gennaio 21 novembre Ah, che maschietta! di Corsari 6—12 luglio La signora Rosa di Sabatino Lopez Compagnia Regina Proiezione del filmTempesta in un cuore Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini 12 gennaio 17, 18 luglio 27, 28 novembre Proiezione del filmLa donna da leopardo (regia Proiezione del filmIl pirata dalle gambe molli Spettacolo di varietà di Julian Rupert) (regia di Maurice Tourneur) Duo Rubini–Mojasso 15 gennaio 21, 22 luglio 29 novembre Festa della Befana Fascista Proiezione del filmIl brigadiere Gerard (regia Proiezione del filmGorilla (regia di Alfred Luca di Crovi) Santell) 17—18 gennaio Proiezione del filmScampolo (regia Augusto 26—29 luglio 30 novembre Genina) Proiezione del film Il diamante dello Czar (regia Proiezione del filmLa prigioniera di Stambul di Max Neufeld) (regia di Lonis Nalpas) 24—28 gennaio Proiezione del filmChicago (regia di Frank Urson) 10 agosto 1 dicembre Serata di gala per la duchessa d’Aosta Spettacolo di danza acrobatica 29—30 gennaio Compagnia Cristiani Proiezione del filmRosa di mezzanotte (regia di 6 ottobre James Young) Inaugurazione dei “Giovedì cinematografici del 4 dicembre Balilla” Spettacolo di varietà 31 gennaio—3 febbraio Ebe Voglinda Proiezione del filmLa vita privata di Elena di Troia (regia Alexender Korda)

272 7—9 marzo 9 aprile 23—26 maggio Proiezione del filmLa fortezza di Ivangorod (regia Eine Frau von Format (Una donna di rilievo), Proiezione del filmL’aiutante dello Zar (regia di di Gennaro Righelli) musica e libretto di Rudolph Schanzer ed Ernst Vladimir Strizhevskij) Welisch 12 marzo Compagnia Kowalewsky 28 maggio Spettacolo di danza classica Proiezione del filmPapà per forza Vilma Degischer 12 aprile Zarewitsch (Lo Zarewitsch), musica di Franz Le- 31 maggio 16 marzo hár, libretto di Béla Jenbach e Heinz Reichert Proiezione del filmGiuditta ed Oloferne (regia di Discorso del prefetto Giovanni Battista Marziali Compagnia Kowalewsky Baldassarre Negroni)

22 marzo 13 aprile 6—9 giugno Concerto sinfonico L’amante della signora Vidal di Louis Verneuil Proiezione del filmVolga! Volga! (regia di Grigorij Grande Orchestrale Russa Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini Aleksandrov)

26 marzo 14 aprile 20—23 giugno Proiezione del filmAmami e il mondo sarà mio Il romanzo di un giovane povero di Octave Feuillet Proiezione del filmDonna pagana (regia di Cecil Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini B. DeMille) 27 marzo Tiefland, musica di Eugen d’Albert, libretto di 15 aprile 4—6 luglio Rudolph Lothar L’amante immaginaria di Felix Gandera Proiezione del filmIl mio cuore aveva ragione Compagnia di Merano Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini (regia di Alfred Santell)

30 marzo—2 aprile 16 aprile 7, 8 luglio Proiezione del filmLe Rouge et le Noir (regia di Tu mi sposerai di Louis Verneuil Spettacolo di balli classici e danze moderne Gennaro Righelli) Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini Compagnia Schneider

3, 7 aprile 17 aprile 12—14 luglio Die Herzogin von Chicago (La duchessa di Chica- La notte è sospesa di Franz Arnold e Ernst Bach Proiezione del filmDemone del circo (regia di go), musica di Emmerich Kálmán, libretto di Ju- Compagnia Tricerri–Becci–Bertramo–Ruffini Domenico Gambino) lius Bramer e Alfred Grünwald (fig. 40) Compagnia Kowalewsky 18—21 aprile 14 luglio Proiezione del filmSei tutta la mia vita Terzo raduno provinciale dell’Associazione Re- 4 aprile gionale Combattenti Hochzeit in Hollywood (Matrimonio a Hollywood), 24, 25 aprile musica di Oscar Straus, libretto di Leopold Proiezione del filmLa fiaccola della morte 18, 19 luglio Jacobson e Bruno Hardt-Warden Proiezione del filmLa padrona delle ferriere (regia Compagnia Kowalewsky 26, 27 aprile di Roy Del Ruth) Proiezione del filmLa tragedia dell’Opera (regia 5, 10 aprile di Mario Bonnard) 26—28 luglio Frasquita, musica di Franz Lehár, libretto di Proiezione del filmNotte di tormenta Julius Brammer e Alfred Grünwald 28 aprile Compagnia Kowalewsky Premiazione delle Piccole e Giovani Italiane 1 agosto Proiezione del filmCinema Star (regia di Alfred 6 aprile 28 aprile Green) Ich hab mein Herz in Heidelberg verloren (Ho la- Il pane di Giuseppe Demarchi sciato il mio cuore ad Heidelberg), musica di Fred Allievi delle scuole elementari di Bolzano 9 agosto Raymond, libretto di Heinz Hentschke La Gorgona di Sem Benelli Compagnia Kowalewsky 1 maggio Compagnia Benelli Proiezione del filmLa conciliazione fra l’Italia e 7 aprile il Vaticano 10 agosto Der Struwwelpeter (Pietro il terribile) di Wilhelm Serata di gala per la duchessa d’Aosta Busch (p) 3—5 maggio Compagnia Kowalewsky Proiezione del filmNozze di rivoluzione (regia di 10 agosto Anders-Wilhelm Sandberg) La cena delle beffe di Sem Benelli 8 aprile Compagnia Benelli Miss Chocolate (Miss cioccolata), musica di 21 maggio Bernhard Grün, libretto di Bruno Hardt-Warden Proiezione del filmVienna danzante (regia di 11 agosto Compagnia Kowalewsky Friedrich Zelnik) Amore dei tre re di Sem Benelli Compagnia Benelli

273 40 Die Herzogin von Chicago (La duchessa di Chicago), musica di Emmerich Kálmán, libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald (frontespizio dell’edizione W. Karczag, Leipzig-Wien-New York 1928)

274 12 agosto 10 novembre 5 dicembre Dorothea Angermann di Gerhart Hauptmann L’antenato di Carlo Veneziani Mitizi, musica di Salvatore Allegra, libretto di Compagnia Benelli Filodrammatici del Dopolavoro di Bolzano Nando Vitali Compagnia Isaplio 31 agosto 11 novembre Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Die lustige Witwe (La vedova allegra), musica di 6 dicembre Rossini, libretto di Cesare Stermini Franz Lehár, libretto di Victor Léon e Leo Stein Contessa Mariza, musica di Emmerich Kálmán, Direttore d’orchestra Andrea Mascagni Compagnia Kowalewsky libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald Compagnia Isaplio 1, 9 settembre 12 novembre Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Wiener Blut (Sangue viennese), di Johann Strauss, 7 dicembre Francesco Maria Piave libretto di Victor Léon e Leo Stein Donna Juanita, musica di Franz von Suppè, Direttore d’orchestra Andrea Mascagni Compagnia Kowalewsky libretto di Camillo Walzer e Richard Genée Compagnia Isaplio 2 settembre 13 novembre Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Rosen aus Florida (Le Rose della Florida), musica 8 dicembre Rossini, libretto di Cesare Stermini di Leo Fall, libretto di Alfred Maria Willner Boccaccio, musica di Franz von Suppè, libretto di Direttore d’orchestra Andrea Mascagni e Heinz Reichert Friedrich Zell e Richard Genée Compagnia Kowalewsky Compagnia Isaplio 5—8, 10 settembre Aida, musica di Giuseppe Verdi, libretto di 14 novembre 9 dicembre Antonio Ghislazoni Eine Nacht in Venedig (Una notte a Venezia), La vedova allegra, musica di Franz Lehàr, libretto Direttore d’orchestra Andrea Ma scagni musica di Johann Strauss jr., libretto di Friedrich di Walter Léon e Leo Stein Zell e Richard Genée Compagnia Isaplio 14—17 settembre Compagnia Kowalewsky Proiezione del filmMascherata d’amore (regia di 12 dicembre Augusto Genina) 15 novembre Concerto di musica da camera Paganini, musica di Franz Lehár, libretto di Paul Quartetto Pro Arte di Bruxelles 18 settembre Knepler e Bela Jenbach Concerto canoro Compagnia Kowalewsky 20 dicembre Compagnia Ivanoff Concerto del violoncellista Arturo Bonucci 16 novembre 22, 23 settembre Das Musikantenmädel (La figlia del musicista), 22 dicembre Proiezione del filmVilla Falconieri (regia di musica di Georg Jarno, libretto di Bernhard Premiazione dei vincitori della Battaglia del Richard Oswald) Buchbinder Grano Compagnia Kowalewsky 24—26 settembre Proiezione del filmParigi, oh! che passione (regia 17 novembre 1930 di Alfred Santell) Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Leo Fall, libretto di Victor Léon 10 gennaio 27 settembre Compagnia Kowalewsky Festa della Befana Fascista Proiezione del filmI lupi della City (regia di Michael Curtiz) 24 novembre 21 gennaio Congresso degli iscritti all’Associazione Mutilati Concerto del pianista Giuseppe Piccioli 17 ottobre e Invalidi di Guerra Inaugurazione dell’anno scolastico 27 gennaio 28 novembre Il beffardo di Nino Berrini 19 ottobre Concerto del violinista Jan Kubelik Compagnia Tempesti Concerto vocale di Nino Carboni 1 dicembre 28 gennaio 24 ottobre Adunata dei lavoratori dell’industria Sly ovvero la leggenda del dormiente svegliato di Proiezione del filmNaufraghi (regia diMaria Giovacchino Forzano (fig. 41) Jacobini) 3 dicembre Compagnia Tempesti Mazurka blu, musica di Franz Lehár, libretto di 31 ottobre Leo Stein e Béla Jenbach 29 gennaio Proiezione del filmOmbra del patibolo Compagnia Isaplio La morte civile di Paolo Giacometti Compagnia Tempesti 1 novembre 4, 10 dicembre Proiezione del filmOmbra del patibolo Paganini, musica di Franz Lehár, libretto di Paul 30 gennaio Knepler e Bela Jenbach Concerto del quartetto Poltronieri Compagnia Isaplio

275 31 gennaio 11 maggio Tristi amori di Giuseppe Giacosa Bimillenario virgiliano: Conferenza di Paolo Compagnia Tempesti Arcari

1 febbraio 22, 27 maggio Festa di beneficenza di Dario Niccodemi Isabeau, musica di Pietro Mascagni, libretto di Filodrammatica del Dopolavoro di Bolzano Luigi Illica Direttore d’orchestra Mario Mascagni 13 febbraio Il berretto a sonagli 24 maggio L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello Lucia di Lammermoor, musica di Gaetano Doni- Compagnia Pilotto zetti, libretto di Salvadore Cammarano Direttore d’orchestra Mario Mascagni 14 febbraio Chi piange per Juckenack? di Hans José Rehfisch 29, 30 maggio 41 Giovacchino Forzano Compagnia Pilotto Tosca, musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica 17 febbraio Direttore d’orchestra Mario Mascagni 10 otobre Conferenza di Arturo Marescalchi, sottosegreta- La Passione di Cristo rio all’Agricoltura 1 giugno Azione Cattolica di Bolzano Lucia di Lammermoor, musica di Gaetano 22 febbraio Donizetti, libretto di Salvadore Cammarano 16 ottobre Concerto del pianista Leo Petroni e della violini- Direttore d’orchestra Mario Mascagni Inaugurazione solenne dell’anno scolastico sta Marcella Chesa 5 giugno 19 ottobre 23 febbraio Concerto orchestrale Monella di Emilio Reggio La locandiera di Carlo Goldoni Società Filarmonica di Bolzano Compagnia Paternò–Cerlesi Filodrammatica del Dopolavoro Postetelegrafico di Bolzano 19 giugno 20 ottobre Fra due guanciali di Alfredo Testoni E’ tornato carnevale di Guido Cantini 6 marzo Filodrammatica del Dopolavoro Postetelegrafico Compagnia Paternò–Cerlesi Concerto e Ferroviario di Bolzano Trio Rosè 21, 30 ottobre 23 giugno L’asino di Buridano di Robert de Flers e Gaston 14, 15 marzo Comizio dell’onorevole Angelo Manaresi, sotto- de Caillavet Concerto sinfonico segretario alla Guerra Compagnia Paternò–Cerlesi Orchestra Strauss 14 luglio—30 settembre 22 ottobre 23 marzo IV Biennale d’Arte di Bolzano Sire di Rochardie di Marco Reinach Celebrazioni per l’anniversario della fondazione Compagnia Paternò–Cerlesi dei Fasci di Combattimento: Comizio dell’onore- 1, 7, 8, 11 settembre vole Roberto Farinacci Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, 23 ottobre libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Peg del mio cuore di John Hartley Manners 7 maggio Direttore d’orchestra Giovanni Fratini Compagnia Paternò–Cerlesi Grand Hotel di Paul Frank Compagnia Wiener Modernes Theater 6, 15 settembre 24 ottobre Il trovatore, musica di Giuseppe Verdi, libretto Concerto del violinista Remy Principe 8 maggio di Salvatore Cammarano Die Prinzessin und der Eintänzer (La principessa e Direttore d’orchestra Giovanni Fratini 2 novembre il ballerino) di Alexander Engel Die Csárdásfürstin (La principessa della Czarda), Compagnia Wiener Modernes Theater 7—10 settembre musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Congresso della Società per il XIX progresso del- Stein e Bela Jenbach 9 maggio le Scienze Compagnia Kowalewsky Ich betrüg dich nur aus Liebe (Ti tradisco solo per amore) di Louis Verneuil 14, 16 settembre 4 novembre Compagnia Wiener Modernes Theater Mefistofele, musica e libretto di Arrigo Boito Das Land des Lächelns (Il paese del sorriso), musica Direttore d’orchestra Giovanni Fratini di Franz Lehár, libretto di Ludwig Herzl e Fritz Beda-Löhner (fig. 42) 21 settembre Compagnia Kowalewsky Consiglio Provinciale dell’Associazione dei Combattenti

276 42 Das Land des Lächelns (Il paese del sorriso), musica di Franz Lehár, libretto di Ludwig Herzl e Fritz Beda-Löhner (frontespizio dell’edizione W. Karczag, Leipzig-Wien-New York 1929)

277 5 novembre 1 dicembre 2 febbraio Das Veilchen vom Montmartre (La violetta di Der Ehestreik (Lo sciopero del matrimonio) Alleluja di Marco Praga Montmartre), musica di Emmerich Kálmán, di Julius Pohl Compagnia Artisti Associati libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald Compagnia Schliersee Compagnia Kowalewsky 3 febbraio 2 dicembre La vendetta di Demostene di Ugo Falena 6 novembre Jägerblut (Sangue di cacciatore) di Benno Compagnia Artisti Associati Wunder-Bar, musica di Robert Katscher, libretto Rauchenegger Karl Farkas e Géza Herczeg Compagnia Schliersee 4 febbraio Compagnia Kowalewsky Il mio curato fra i ricchi di André De Lorde e Pier- 3 dicembre re Chaine 7, 12 novembre Die himmelblaue Bettstatt (Il letto celeste) Compagnia Artisti Associati Die drei Musketiere (I tre moschettieri), musica di Max Ferner di Ralph Benatzky, libretto di Rudolph Schanzer Compagnia Schliersee 5 febbraio e Ernst Welisch Il colonnello Bridau di Emile Fabre Compagnia Kowalewsky 4 dicembre Compagnia Artisti Associati Der Herrgottschnitzer von Oberammergau (L'in- 10 novembre tagliatore di Dio di Oberammergau) di Ludwig 6 febbraio Hotel Stadt Lemberg, musica di Jean Gilbert, Ganghofer Concerto del violinista Florizel von Reuter libretto di Ernst Neubach Compagnia Schliersee Compagnia Kowalewsky 7 febbraio 9, 12 dicembre Mia moglie…mia figlia di A. Barde 11 novembre Concerto Compagnia Artisti Associati Frühling im Wienerwald (Primavera nel Wiener- Quartetto di Dresda wald), musica di Leo Asher, libretto di Fritz 8 febbraio Löhner-Beda e Fritz Lunzer 10 dicembre I celibi di Victorien Sardou Compagnia Kowalewsky Finden Sie, daß der Stieglbräu-Hans sich richtig Compagnia Artisti Associati benimmt? di Lothar Meggendorfer 13, 14 novembre Compagnia Schliersee 9 febbraio I fantocci X annuale della Fondazione del Fascio atesino Compagnia Yambo (Enrico Novelli) 11 dicembre Der ewige Rockzipfel di Franz Seiß 13—15 febbraio 23, 24 novembre Compagnia Schliersee Spettacolo dell’illusionista Villi Uferini Concerto sinfonico Compagnia Cosacchi Kubanj dell’Opera Impe- 16 dicembre 10 marzo riale di Pietroburgo Concerto dell’Ente Concerti Orchestrali di Concerto dell’Ente Concerti Orchestrali Bolzano Direttore d’orchestra Mario Mascagni 25 novembre Direttore d’orchestra Mario Mascagni La vita degli altri di Gugliemo Eorzi 14 marzo Compagnia Palmarini Serata vocale di beneficenza promossa dal gruppo 1931 Giovani Fasciste di Bolzano 26 novembre Marsiglia di Marcel Pagnol 5 gennaio 24 marzo Compagnia Palmarini Concerto del quartetto Pro Arte di Bruxelles Concerto del violinista di Ferenc De Vecsey

27 novembre 12 gennaio 1 aprile Il segreto di Henri Bernstein Concerto dell’Ente Concerti Orchestrali di Campo di Maggio di Giovacchino Forzano Compagnia Palmarini Bolzano Compagnia Zabum Direttore d’orchestra Mario Mascagni 28 novembre 5, 8, 11 aprile L’erede di Marco Praga 20 gennaio La Bohème, musica di Giacomo Puccini, libretto Compagnia Palmarini Concerto del violoncellista Enrico Mainardi e del di Giuseppe Giocosa e Luigi Illica pianista Enzo Calace Direttore d’orchestra Mario Mascagni 30 novembre In Westenpfunzen nichts Neues (Niente di nuovo a 1 febbraio 7, 9, 12 aprile Westenpfunzen) di Lothar Meggendorfer Avventuriero di Andrea Caputo Ballo in maschera, musica di Giuseppe Verdi, li- Compagnia Schliersee Compagnia Artisti Associati bretto di Antonio Somma (fig. 43) Direttore d’orchestra Mario Mascagni

278 11 maggio 5 giugno Concerto del Quartetto Poltronieri Glaube und Heimat (Fede e patria) di Karl Schönherr 16 maggio Compagnia Exl-Bühne Nozze di Figaro, musica di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Lorenzo da Ponte 6 giugno Direttore d’orchestra Mario Mascagni Chiusura dell’anno scolastico: Arturo Marpica- ti, del direttorio nazionale del P.N.F. parla agli 18 maggio insegnanti Il cardinale di Louis Napoléon Parker Föhn di Julius Pohl (s) Compagnia Andriani Compagnia Exl-Bühne

19 maggio 7 giugno Il Titano di Dario Niccodemi Wer zuletzt lacht... (Chi ride per ultimo…) Compagnia Andriani di Julius Pohl 43 Giuseppe Verdi Compagnia Exl-Bühne 20 maggio La cena delle beffe di Sem Benelli 9 giugno 13 aprile Compagnia Andriani Balilla sciatori, musica di Mario Torri, libretto Concerto dell’Ente Concerti Orchestrali di Giuseppe Demarchi Direttore d’orchestra Mario Mascagni 21 maggio Opera Nazionale Balilla di Bolzano La perla di Savoia di Gauters 16 aprile Compagnia Andriani 28 giugno Das Land des Lächelns (Il paese del sorriso), musica Congresso provinciale dei Fasci di Franz Lehár, libretto di Ludwig Herzl e Fritz 22 maggio Beda-Löhner Concerto 1, 5, 7, 9 settembre Compagnia Kowalewsky Ente Orchestrale Cittadino La traviata, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave 17 aprile 23 maggio Direttore d’orchestra Mario Mascagni Ein Tag im Paradies (Un giorno in paradiso), Addio Giovinezza di Sandro Camasio e Nino musica di Edmund Eysler, libretto di Leo Stein Oxilia 3, 6 settembre e Béla Jenbach Filodrammatica del Dopolavoro di Bolzano Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Compagnia Kowalewsky Rossini, libretto di Cesare Stermini 24 maggio Direttore d’orchestra Mario Mascagni 18 aprile Balilla sciatori, musica di Mario Torri, libretto Walzer aus Wien (Valzer di Vienna), musica di di Giuseppe Demarchi 8, 10, 13, 16 settembre Johann Strauss Opera Nazionale Balilla di Bolzano Carmen, musica di Georges Bizet, libretto di Compagnia Kowalewsky Henri Meilhac e Ludovic Halévy 25 maggio Direttore d’orchestra Mario Mascagni 19 aprile Celebrazioni per l’anniversario dell’entrata in Viktoria und ihr Husar (Vittoria e il suo ussaro), guerra dell’Italia nel 1915 12, 15 settembre musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Stein e Béla Jenbach 1 giugno Francesco Maria Piave Compagnia Kowalewsky Der lachende Dritte (Il terzo ridente) di Hans Direttore d’orchestra Mario Mascagni Naderer 20 aprile Compagnia Exl-Bühne 20 settembre Das Dreimäderlhaus (La casa delle tre ragazze), Adunata dei gruppi CAI musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich 2 giugno Berté Erde (Terra) di Karl Schönherr 3 ottobre Compagnia Kowalewsky Compagnia Exl-Bühne Nina…non far la stupida di Arturo Rossato e Gian Capo 21 aprile 3 giugno Compagnia Giachetti Der fidele Bauer (Il contadino allegro), musica di Das Beschwerdebuch (Il libro dei reclami) di Karl Leo Fall, libretto di Victor Léon Ettlinger 4 ottobre Compagnia Kowalewsky Compagnia Exl-Bühne Zente refada di Giacinto Gallina Compagnia Giachetti 22 aprile 4 giugno Polenblut (Sangue polacco), musica di Oskar Der Weibsteufel (L’indemoniata) di Karl 5 ottobre Nedbal, libretto di Leo Stein Schönherr Ostrega che sbrego…! di Arnaldo Fraccaroli Compagnia Kowalewski Compagnia Exl-Bühne Compagnia Giachetti

279 6 ottobre 15 novembre 29 gennaio El nostro prossimo di Alfredo Testoni Concerto di Dela Lipinskaia Girolamo Tantanebbia di Ubaldo Bellugi Compagnia Giachetti Compagnia Baseggio 29 novembre 7 ottobre Discorso di Arturo Marescalchi, sottosegretario 30 gennaio Se no i xe mati no li volemo di Gino Rocca al Ministro dell’Agricoltura Strada nova di Ubaldo Bellugi La scorzeta de limon di Gino Rocca Compagnia Baseggio Compagnia Giachetti 25 dicembre Concerto per la Befana fascista 31 gennaio 8 ottobre Orchestra dell’Eiar Sior Tita Paron di Gino Rocca Viva i parenti di Arnaldo Boscolo Compagnia Baseggio Compagnia Giachetti 19 febbraio 10 ottobre La donna nuda di Henry Battaile El moroso de la nona di Giacinto Gallina Compagnia Esperia Esperani Compagnia Giachetti 20 febbraio 11 ottobre Grattacieli di Guglielmo Giannini I balconi sul canalazzo di Alfredo Testoni Compagnia Esperani Compagnia Giachetti 21 febbraio 28 ottobre Zazà di Piero Berton Celebrazione del IX anniversario della Marcia Compagnia Esperani su Roma Il terzo marito di Sabatino Lopez (s) 24, 25, 27—28 febbraio Compagnia Capodaglio–Palmarini 44 Libero Pilotto Im weißen Rössl (Al Cavallino Bianco), musica di Ralph Benatzky, libretto di Hans Müller-Eini- 29 ottobre gen e Erik Charell Gli occhi più belli del mondo di Jean Sarment Compagnia Kowalewsky Compagnia Capodaglio–Palmarini 1932 26 febbraio 30 ottobre 2 gennaio Toni aus Wien (Toni viennese), musica di Ernst La signora Paradiso di Guido Cantini Concerto per la Befana fascista Steffan, libretto di Ernst Steffan e Paul Knepler Compagnia Capodaglio–Palmarini Orchestra dell’E.i.a.r. Compagnia Kowalewsky

31 ottobre 9 gennaio 29 febbraio Il nido altrui di Giacinto Benavente Festa della Befana Fascista Das Hollandweibchen (La femmina olandese), Compagnia Capodaglio–Palmarini musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo 24 gennaio Stein e Béla Jenbach 1 novembre Solenne commemorazione di Arnaldo Mussolini Compagnia Kowalewsky Il ridicolo di Paolo Ferrari Compagnia Capodaglio–Palmarini 25 gennaio 1—4 marzo Zente alegra el ciel l’aiuta! di Lodovico Ce- Im weißen Rössl (Al Cavallino Bianco), musica 3 novembre schi (pseudonimo di Carlo Lodovici e Cesco di Ralph Benatzky, libretto Hans Müller-Einigen Topaze di Marcel Pagnol Baseggio) e Erik Charell Compagnia Capodaglio–Palmarini Compagnia Baseggio Compagnia Kowalewsky

4 novembre 26 gennaio 6 marzo Il beffardo di Nino Berrini Fasso l’amor, xe vero di Lodovico Ceschi (pseudo- Festa a favore del patronato scolastico Compagnia Capodaglio–Palmarini nimo di Carlo Lodovici e Cesco Baseggio) Compagnia Baseggio 20 marzo 5 novembre Conferenza del prefetto Giovanni Battista Funny di Marcel Pagnol 27 gennaio Marziali, La battaglia del governo fascista contro Compagnia Capodaglio–Palmarini Concerto la tubercolosi Filarmonici di Monaco di Baviera 6 novembre 29 marzo Il segreto di Henry Bernstein 28 gennaio Centenario della morte di Johann Wolfgang Compagnia Capodaglio–Palmarini L’Onorevole Campodarsego di Libero Pilotto von Goethe: conferenza del senatore Innocenzo (fig. 44) Cappa Compagnia Baseggio

280 30 marzo 12 aprile Martin Knopf, libretto di Pordes Milo e Alexan- Iphigenie auf Tauris (Ifigenia in Tauride) di Bastien und Bastienne (Bastien e Bastienne), musi- der Siegmund Johann Wolfgang Goethe (fig. 45) ca di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Compagnia Kowalewsky Goethe Könighichen Staatsoper di Monaco Friedrich Wilhelm Weiskern, Johann Müller e Johann Andreas Schachtner 22 ottobre Sängerknaben di Vienna Peppina, musica di Robert Stolz, libretto di Rudolf Österreicher 17, 18, 21 aprile Compagnia Kowalewsky Andrea Chénier, musica di Umberto Giordano, libretto di Luigi Illica 23 ottobre Direttore d’orchestra Andrea Mascagni Madonna! Wo bist Du?’(Madonna! Dove sei?), musica di Albrecht Haselbach, libretto di Max 19, 27 aprile Bertusch Don Pasquale, musica di Gaetano Donizetti, Compagnia Kowalewsky libretto di Giovanni Ruffini Direttore d’orchestra Andrea Mascagni 24 ottobre Morgen geht’s uns gut, musica di Ralph Benatzky, 23, 25, 26, 28 aprile libretto di Hans Müller Turandot, musica di Giacomo Puccini, libretto Compagnia Kowalewsky di Giuseppe Adami e Renato Simoni Direttore d’orchestra Andrea Mascagni 28 ottobre 45 Johann Wolfgang Goethe Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino 24 maggio Rossini, libretto di Cesare Stermini Celebrazioni per l’anniversario dell’entrata in Direttore d’orchestra Andrea Mascagni 2 aprile guerra dell’Italia nel 1915 Concerto vocale e strumentale 24 novembre Direttore d’orchestra Mario Mascagni 31 maggio I mustaci de fero di Gino Rocca Incontri di pugilato Compagnia Baseggio 3 aprile Spettacolo di danza 1 agosto—30 settembre 25 novembre Ileana Leonidoff e Dimitri Rostoff VI Biennale d’Arte di Bolzano Siora Lucrezia di Lodovico Ceschi (pseudonimo di Carlo Lodovici e Cesco Baseggio) 4, 5, 7 aprile 29 settembre Compagnia Baseggio Die Blume von Hawaii (Il fiore delle Hawaii), Faust, musica di Charles Gounod, libretto di J musica di Paul Abraham, libretto di Emmerich ules Barbier e Michel Carré 26 novembre Földes, Alfred Grünwald e Fritz Löhner-Beda Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo Mezzo milione di Alfredo Testoni Compagnia Kowalewsky Compagnia Baseggio 1, 4, 6 ottobre 8 aprile Lohengrin, musica e libretto di Richard Wagner 27 novembre Bellman (L’allegro giovinotto), musica di Franz Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo Premiazione dei partecipanti al Mercato Provin- von Suppé, libretto di Moritz West e Ludwig ciale dei Vini Held 3 ottobre Sängerknaben di Vienna Faust, musica di Charles Gounod, libretto di 27 novembre Jules Barbier e Michel Carré La Regina del Rialto di Cesco Baseggio 9 aprile Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo Compagnia Baseggio Der Apotheker (Il farmacista), musica di Franz Joseph Haydn 5 ottobre 28 novembre Sängerknaben di Vienna Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Compagnia Baseggio 10 aprile Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo Die Hochzeit bei Laternenschein (Nozze al chiaro 29 novembre delle lanterne), musica di Jacques Offenbach 8 ottobre Omo alegro il ciel l’aiuta di Lodovico Ce- Sängerknaben di Vienna Francesca da Rimini, musica di Riccardo Zando- schi (pseudonimo di Carlo Lodovici e Cesco nai, libretto di Gabriele D’Annunzio (figg. 46, 47) Baseggio) 11 aprile Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo Compagnia Baseggio Opernprobe (Prova d’opera), musica e libretto di Albert Lortzing 21 ottobre 30 novembre Sängerknaben di Vienna Die ungeküsste Eva (Eva non baciata), musica di Lassa pur che el mondo diga di Arnaldo Boscolo Compagnia Baseggio

281 30 maggio Dopo la gioia di Giovanni Cenzato Compagnia Paternò

1 giugno Giovanna la Pazza di Silvio Benedetti Compagnia Paternò

2 giugno Concerto del pianista Ignaz Friedman

9 giugno Serata della Giovane Italiana Allieve delle scuole di Bolzano

46 Riccardo Zandonai

16, 20 aprile 1933 Matrimonio segreto, musica di Domenico Cima- rosa, libretto di Giovanni Bertati 21 gennaio Direttore d’orchestra Alfredo Padovani Conferenza del senatore Innocenzo Cappa su Dante Alighieri 19, 22 aprile Cavalleria rusticana, musica di Pietro Mascagni, 5 febbraio libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Incontro di pugilato Menasci Direttore d’orchestra Alfredo Padovani 13 marzo Festa del Balilla 14 maggio L’Annunciazione di Paul Claudel 30 marzo Compagnia Tumiati Conferenza di Filippo Tommaso Martinetti, Italia ed il futurismo mondiale 24 maggio Celebrazione della Giornata della Giovane Italia 10 aprile 47 Francesca da Rimini musica di Riccardo Zandonai, 27 maggio Concerto del pianista Josep Pembaur libretto di Gabriele D'Annunzio (frontespizio La moglie innamorata di Giovanni Cenzato dell’edizione Ricordi, Milano 1914) 13 aprile Compagnia Paternò Conferenza di Emilio Bodrero, Essenza spirituale del Fascismo 28 maggio 4 settembre Il cavallo di Troia di Cipriano Giachetti Il mistero della camera gialla di Gaston Leroux 15, 17, 21, 23 aprile Compagnia Paternò Compagnia Artisti Associati Aida, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Antonio Ghislazoni 29 maggio 5 settembre Direttore d’orchestra Alfredo Padovani Il sistema di Anacleto di Giovanni Tonelli La figlia ballerina di Franz Arnold e Ernst Bach Compagnia Paternò Compagnia Artisti Associati

282 6 settembre 31 ottobre—5 novembre 28 novembre Alibi di Michael Morton Spettacolo di varietà Al telefono di Giuseppe Cantagalli Compagnia Artisti Associati Compagnia Internazionale di varietà L’artiglio di Jean Sartène Compagnia Sainati 9, 11 settembre 23 novembre Werther, musica di Jules Massenet, libretto di L’uomo misterioso di André De Lorde e Alfred 29 novembre Edouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann Binet Sole di Austerlitz di Carlo Salsa Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Ritirata strategica di Carlo Maria De Angelis Compagnia Sainati Compagnia Sainati 10, 13, 16 settembre 30 novembre La traviata, musica di Giuseppe Verdi, libretto di 24 novembre Mendicanti d’amore di Sarmiento e Turrini Francesco Maria Piave Il pugnale malese di Aragy Compagnia Sainati Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Compagnia Sainati 1 dicembre 14, 18 settembre 25 novembre Conferenza di Fortunato De Pero I racconti di Hoffmann, musica di Jacques Offen- Il Generalissimo di Ferenc Molnár bach, libretto di Jules Barbier e Michel Carré Il treno fantasma di Arnold Ridley (fig. 48) 6—9 dicembre Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Compagnia Sainati Spettacolo del Circo Equestre in miniatura di monsieur Rambeau (p) 28 settembre Banditen im Frack (Banditi in frac) di Fred Heller Modernen Theater di Vienna

29 settembre Concerto del pianista Moritz Rosenthal

17 ottobre Concerto del Quartetto Rosè

18—22, 26 ottobre Im weißen Rössl (Al Cavallino Bianco), musica di Ralph Benatzky, libretto Hans Müller-Einigen e Erik Charell Compagnia Kowalewsky

21 ottobre Inaugurazione solenne dell’anno scolastico

24 ottobre Die Blume von Hawaii (Il fiore delle Hawaii), mu- sica di Paul Abraham, libretto di Emmerich Föl- des, Alfred Grünwald e Fritz Löhner-Beda Compagnia Kowalewsky

25 ottobre Journal der Liebe (Giornale d’amore), musica di Egon Neumann, libretto di Karl Farkas Compagnia Kowalewsky 48 Il treno fantasma di Arnold Ridley (copione) 27 ottobre Ball im Savoy (Ballo al Savoy), musica di Paul Abraham, libretto di Alfred Grünwald e Fritz 26 novembre 12 dicembre Löhner-Beda Premiazione dei vincitori della Battaglia del Celebrazioni per l’anniversario dell’istituzione Compagnia Kowalewsky Grano dell’Opera Nazionale Balilla

28 ottobre 27 novembre 24 dicembre Celebrazioni per l’anniversario della Marcia su Il bavaglio di Camillo Antona Traversi e Jean Celebrazioni per la Giornata della Madre e del Roma Sartène fanciullo Condoglianza di M. Lemmonier Compagnia Sainati

283 13 aprile 30 maggio Concerto del pianista Iuan Manen Il piccolo Balilla, musica e libretto di Romolo Corona 15 aprile Opera Nazionale Balilla (O.N.B.) di Bolzano Celebrazioni per la Giornata delle Due Croci 31 maggio 21 aprile I balconi sul Canal Grande di Alfredo Testoni Celebrazioni per la Festa del lavoro e Natale Compagnia Baseggio di Roma Concerto del Quartetto di San Remo (s) 1 giugno I rusteghi di Carlo Goldoni 29 aprile Compagnia Baseggio Concerto di Luca Petroni 2 giugno 3 maggio Il mercante di Venezia di William Shakespeare 49 Carlo Goldoni Concerto del Dopolavoro di Chieti Compagnia Baseggio

5 maggio 6, 9 giugno 1934 Il Conte di Montecristo da Alexandre Dumas Il piccolo Balilla, musica e libretto di Romolo Compagnia La Gaudiosa Corona 6 gennaio Opera Nazionale Balilla (O.N.B.) di Bolzano Festa della Befana Fascista 6 maggio Cin-ci-là, musica di Virgilio Ranzato, libretto 8 luglio 4 marzo di Carlo Lombardo Incontri di pugilato giovanile Bolzano-Belluno Assemblea della sezione di Bolzano dell’Associa- Compagnia La Gaudiosa zione Nazionale mutilati e invalidi di guerra 1 agosto—30 settembre 7 maggio VII Biennale d’Arte di Bolzano 12 marzo La Bajadera, musica di Emmerich Kálmán, Tredici a tavola di Rudolf Eger e Jean De Latraz libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald 3 agosto Compagnia della Quercia Compagnia La Gaudiosa Equatore di Alessandro De Stefani Carro di Tespi n.3 13 marzo 8 maggio Se volessi di Gherardo Gherardi La principessa della Czarda, musica di Emmerich 15 settembre Compagnia della Quercia Kálmán, libretto di Leo Stein e Bela Jenbach Spettacolo di ballo Compagnia La Gaudiosa Compagnia Bodenwieser 14 marzo La misteriosa signora di Gragnon e Falti 9 maggio 16 settembre Compagnia della Quercia Frasquita, musica di Franz Lehár, libretto di La bottega del caffè di Carlo Goldoni Alfred Maria Willner e Heinz Reichert Compagnia Zanini 15 marzo Compagnia Roses Il ladro di Henry Bernstein 21 settembre Compagnia della Quercia 26 maggio Concerto del pianista Ignaz Friedman Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni (fig. 49) 24 marzo Compagnia Baseggio 27, 29 settembre Comizio dell’onorevole Arturo Marescalchi La Gioconda, musica di Amilcare Ponchielli, 27 maggio libretto di Arrigo Boito 31 marzo Ostrega che sbrego…! di Arnaldo Fraccaroli Direttore d’orchestra Luigi Antonicelli Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Compagnia Baseggio Francesco Maria Piave 30 settembre Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà 28 maggio Manon Lescaut, musica di Giacomo Puccini, Il martirio di San Sebastiano di Lodovico libretto di Luigi Illica 1,4, 5 aprile Ceschi (pseudonimo di Carlo Lodovici e Cesco Direttore d’orchestra Luigi Antonicelli Wally, musica di Alfredo Catalani, libretto di Baseggio) Luigi Illica Compagnia Baseggio 1 ottobre Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Inaugurazione solenne dell’anno scolastico 29 maggio 2 aprile Fasso l’amor, xe vero di Lodovico Ceschi (pseudo- 2 ottobre Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di nimo di Carlo Lodovici e Cesco Baseggio) Lucia di Lammermoor, musica di Gaetano Francesco Maria Piave Compagnia Baseggio Donizetti, libretto di Salvadore Cammarano Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Direttore d’orchestra Luigi Antonicelli

284 3 ottobre 23 dicembre 19 marzo Manon Lescaut, musica di Giacomo Puccini, Amleto di William Shakespeare Peccatuccio di André Birabeau libretto di Luigi Illica Compagnia Moissi–Capodaglio Compagnia Cimara–Adani–Melnati Direttore d’orchestra Luigi Antonicelli 24 dicembre 26—28, 31 marzo 17 ottobre Celebrazioni per la Giornata della Madre e del La piccola olandese, musica e libretto di Romolo Spettacolo del coro nazionale americano fanciullo Corona (fig. 50) The American Symphonic Singers Centuria Lirica dell’Opera Balilla di Merano

24 ottobre 1935 4 aprile Spettacolo di varietà Concerto del pianista Leo Petroni Compagnia Uccello Azzurro 7 gennaio Festa della Befana Fascista 6 aprile 28 ottobre Joe il rosso di Dino Falconi Concerto vocale e orchestrale 8 gennaio Compagnia Falconi Direttore d’orchestra Mario Mascagni Concerto orchestrale Banda dei Carabinieri di Bolzano 7 aprile 25 novembre Trampoli di Sergio Pugliese Premiazione dei vincitori della Battaglia 11 febbraio Compagnia Falconi del Grano La sorellina di lusso di André Birabeau Compagnia Ricci–Carini 9 aprile La spada di Damocle di Alfredo Testoni 12 febbraio Compagnia Falconi Tempi difficili di Edouard Bourdet Compagnia Ricci–Carini 14 aprile Celebrazioni per la Giornata delle due Croci 13 febbraio Pietre miliari di Enoch Arnold Bennett e Edward 14 aprile Knoblock Concerto della violinista Nives Fontana Luzzato Compagnia Ricci–Carini 18—30 aprile 14 febbraio Mostra del pittore Luigi Zago Rifugio di Dario Niccodemi Compagnia Ricci–Carini 28 aprile Celebrazioni per la Festa del lavoro e Natale di 26 febbraio Roma Concerto del pianista Alessandro Tumburini Concerto sinfonico (s) Direttore d’orchestra Andrea Mascagni 2 marzo Fiocco di neve, musica e libretto di Romolo Corona 9, 12 maggio Centuria Lirica dell’Opera Balilla di Merano Sonnambula, musica di Vincenzo Bellini, libretto di Felice Romani 12 marzo Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Concerto orchestrale Direttore d’orchestra Andrea Mascagni 11, 14, 15 maggio 50 Locandina de La piccola olandese, musica e Cavalleria rusticana, musica di Pietro Mascagni, libretto di Romolo Corona 16 marzo libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Olimpiadi di Alessandro De Stefani Menasci 10 dicembre Compagnia Cimara–Adani–Melnati Pagliacci, musica e libretto di Ruggero Serata di gala in onore dei duchi di Pistoia e Leoncavallo Umberto di Savoia 17 marzo Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Parlami d’amore di Georges Beer e Louis Verneuil 21 dicembre Compagnia Cimara–Adani–Melnati 3 giugno Il cadavere vivente di Lev Tolstoj Manifestazione di beneficenza a favore dell’istitu- Compagnia Moissi–Capodaglio 18 marzo zione del Nastro Azzurro La ragazza indiavolata, musica e libretto di 22 dicembre Ralph Benatzky 18 giugno Spettri di Henrik Ibsen Compagnia Cimara–Adani–Melnati Il padre missionario Borello rievoca l’eccidio di Compagnia Moissi–Capodaglio Lakempti

285 12, 13, 16 ottobre 26 novembre 15 dicembre Fedora, musica di Umberto Giordano, libretto di Non darmi del tu di Pio De Flaviis Le due leggi di Maud di Andrea Dello Siesto Arturo Collutti Compagnia Borboni Compagnia Palmer Direttore d’orchestra Leopoldo Gennai 1 dicembre 24 dicembre 15, 17, 19 ottobre Premiazione dei vincitori della Battaglia del Celebrazioni per la Giornata della Madre e del Ballo in maschera, musica di Giuseppe Verdi, Grano fanciullo libretto di Antonio Somma Direttore d’orchestra Leopoldo Gennai 1936

16 gennaio Mani in alto di Guglielmo Giannini Compagnia Falconi

17 gennaio Parodi & Co. di Sabatino Lopez (fig. 51) Compagnia Falconi

18 gennaio Sabato fascista: Conferenza dell’onorevole Alfredo Giarratana, Le sanzioni e l’economia italiana (p) Lieto fine di Dino Falconi (s) Compagnia Falconi

19 gennaio Il re burlone di Gerolamo Rovetta Compagnia Falconi

8 febbraio Sabato fascista: Conferenza di Luigi Lojacono, Missione storica dell’Italia

16 febbraio Incontro di pugilato

51 Locandina di Parodi & Co. di Sabatino Lopez 22 febbraio Qui sotto c’è qualche cosa di Franz Arnold 4 dicembre Compagnia Besozzi–Menichelli–Migliari 29 ottobre Comizio di Renato Ricci, sottosegretario Celebrazioni per l’anniversario della Marcia su all’Educazione Nazionale 23 febbraio Roma La capanna e il tuo cuore di Giuseppe Adami 12 dicembre Compagnia Besozzi–Menichelli–Migliari 16 novembre L’affare Kubinsky di László Fodor Sabato fascista: conferenza del generale Anacleto Compagnia Palmer 24 febbraio Bronzuoli, L’Italia in Eritrea ieri e oggi E’ facile per gli uomini di Paul Barabas 13 dicembre Compagnia Besozzi–Menichelli–Migliari 23 novembre Il conte Aquila di Rino Alessi Come prima meglio di prima di Luigi Pirandello Compagnia Palmer 25 febbraio Compagnia Borboni Chi mi ha ucciso? di Pio De Flaviis 14 dicembre Compagnia Besozzi–Menichelli–Migliari 24 novembre Conferenza di Alberto Colantuoni su Conti da Gli amanti impossibili di Gino Rocca rendere 21 marzo Compagnia Borboni Sabato fascista: Conferenza di Pio dal Fiume 14 dicembre 25 novembre Concerto bandistico dei Reali Carabinieri di Bol- 22 marzo 120 all’ora di Szantho e Szecsen zano (sabato fascista) Canada di Giulio Cesare Viola Compagnia Borboni I vestiti della donna amata di Enrico Raggio (s) Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- Compagnia Palmer grafonico di Bolzano

286 23 marzo 7, 11, 13 maggio 8 settembre Celebrazioni per l’anniversario della fondazione La Bohème, musica di Giacomo Puccini, libretto Fortuna vagabonda, musica di Gnecco, libretto di dei Fasci di Combattimento di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica Zoppoli e Fiorita Direttore d’orchestra Angelo Ferrari Compagnia La Gaudiosa 24 marzo Le tre lune, musica e libretto di Carlo Lombardo 9 settembre Compagnia Dezan La principessa della Czarda, musica di Emmerich Kálmán, libretto di Leo Stein e Bela Jenbach 25 marzo Compagnia La Gaudiosa Mazurka blu, musica di Franz Lehár, libretto di Leo Stein e Béla Jenbach 10 settembre Compagnia Dezan La casa delle tre ragazze, musica di Franz Schubert, libretto di Heinrich Berté (fig. 52) 26 marzo Compagnia La Gaudiosa Acqua cheta, musica di Giuseppe Pietri, libretto di Augusto Novelli 23—24 settembre Compagnia Dezan Spettacolo di Transvarietà Compagnia Joe Frey 27 marzo 52 Franz Schubert A te voglio tornar, musica di Virgilio Ranzato, li- 29 settembre bretto di Gianni Maria Sala 9, 12 maggio Piume al vento di Fosco Giachetti Compagnia Dezan Carmen, musica di Georges Bizet, libretto di Compagnia dello Spettacolo Patriottico Henri Meilhac e Ludovic Halévy 28 marzo Direttore d’orchestra Angelo Ferrari 15, 17, 20 ottobre Sabato fascista: conferenza di Tullio Tazzoli, La fanciulla del West, musica di Giacomo Puccini, Guerra sulle alte vette e sui ghiacciai del gruppo 20, 21 maggio libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini Ortles-Cevedale Spettacolo di varietà Direttore d’orchestra Arturo Lucon Compagnia Bustelli 4 aprile 18, 19 ottobre Conferenza di Giorgio Cevolotto, Conquiste del 23 maggio Il trovatore, musica di Giuseppe Verdi, libretto Regime per la difesa della razza (p) Celebrazioni per l’anniversario dell’entrata in di Salvatore Cammarano Il paese dei campanelli, musica e libretto di Carlo guerra dell’Italia nel 1915: Conferenza di Italo Direttore d’orchestra Arturo Lucon Lombardo e Virgilio Ranzato (s) Sulliotti Compagnia Dezan 28 ottobre 1 giugno Concerto sinfonico 5 aprile Il pericolo numero 1 Direttore d’orchestra Gilberto Gravina Vittoria e il suo ussaro, musica di Emmerich Kál- Compagnia Riccioli–Primavera mán, libretto di Leo Stein e Béla Jenbach 2 novembre Compagnia Dezan 2 giugno Sono come tu mi prendi! Sono come tu mi prendi Compagnia Riccioli–Primavera 18 aprile Compagnia Riccioli–Primavera Celebrazioni per la Giornata delle Due Croci: 3 novembre Conferenza di Ettore Tosi, Il regime e la previden- 3 giugno Carrozza di Tespi za sociale Carrozza di Tespi Compagnia Riccioli–Primavera Compagnia Riccioli–Primavera 20 aprile 4 novembre Concerto sinfonico 4 giugno Mi voglio divertire G.U.F. di Bolzano Mi voglio divertire! Compagnia Riccioli–Primavera Compagnia Riccioli–Primavera 21 aprile 19 novembre Celebrazioni per la Festa del lavoro e Natale di 2 luglio Felicita Colombo di Giuseppe Adami Roma Fiamme nere di Giulio Bucciolini e Mario Foresi Compagnia Galli Compagnia dello Spettacolo Patriottico 25 aprile 20 novembre Commemorazione di Padre Giuliani svolta da Pa- 25 agosto—30 settembre Nonna Felicita di Giuseppe Adami dre Candido Penso V Esposizione Sindacale d’Arte a Bolzano Compagnia Galli

2 maggio 7 settembre 21 novembre Sabato fascista: conferenza di Ludovico di Capo- La danza delle libellule, musica di Franz Lehár e Una donna quasi onesta di Alfredo Vanni riacco, L’Africa Orientale nel suo passato, nel suo Carlo Lombardo, libretto di Carlo Lombardo Compagnia Galli presente e nel suo avvenire Compagnia La Gaudiosa

287 22 novembre 9 gennaio 8, 11 maggio Le campane di San Lucio di Giovacchino Forzano La vedova allegra, musica di Franz Lehár, libretto I quattro rusteghi, musica di Ermanno Compagnia Dina Galli di Walter Léon e Leo Stein, Wolf-Ferrari, libretto di Giuseppe Pizzolato Compagnia Dezan Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo 23 novembre La rivincita delle mogli di Gino Valori 10 gennaio 14 maggio Compagnia Galli Geisha, musica di Sidney Jones, libretto Concerto della pianista Ornella Puliti di Owen Hall Santoliquido 29 novembre Compagnia Dezan Premiazione dei vincitori della Battaglia del 17—19 maggio Grano 12 febbraio Se ti dice va, tranquillo vai! di Michele Galdieri Il centenario di Alvarez e Serafin Quintero Compagnia Fineschi–Osiris–Donati 12 dicembre Compagnia Falconi L’eredità dello zio canonico di Antonio Russo 26 giugno Giusti 13 febbraio Assemblea dei dirigenti delle aziende industria- Compagnia Musco Mani in alto di Guglielmo Giannini (sabato li italiane teatrale) 13 dicembre Un bimbo così di Carlo Veneziani (s) 1—30 agosto L’ha fatto una signora di Maria Ermolli Compagnia Falconi Mostra del pittore Ulderico Giovacchini Compagnia Musco 14 febbraio 12 agosto 14 dicembre E’ tornato carnevale di Guido Cantini Spettacolo di varietà San Giovanni decollato di Nino Martoglio Compagnia Falconi Compagnia Broadway Compagnia Musco 15 febbraio 4 settembre 15 dicembre Una vertenza cavalleresca di Sàndor Hunyady Concerto vocale Articolo 1083 di Antonio Russo Giusti Compagnia Falconi Compagnia Musco 27 settembre 10 marzo Concerto di Luca Petroni 16 dicembre La sera del sabato di Guglielmo Giannini Conferenza del generale Rodolfo Corselli, Compagnia Donadio 13 ottobre L’Italia guerriera Il labirinto rosa di Fiorita Sciorilli 11 marzo Compagnia Mariani–Di Landa 24 dicembre Una notte di Giuseppe Romualdi Celebrazioni per la Giornata della Madre e del Compagnia Donadio 14 ottobre fanciullo Le donne fatali di Bruno Cherubini e Arnaldo 12 marzo Marchionne L’orologio a cucù di Alberto Donini Compagnia Mariani–Di Landa 1937 Compagnia Donadio 19 ottobre 4 gennaio 13 marzo Concerto del Teatro Scala di Milano Concerto di Luca Petroni Fra diavolo di Giuseppe Romualdi (sabato Direttore d’orchestra Gino Marinuzzi teatrale) 6 gennaio La tempesta di Guglielmo Giannini (s) 20 ottobre Festa della Befana Fascista Compagnia Donadio Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello Compagnia Ruggeri 7 gennaio 14 marzo La duchessa del Bal Tabarin, musica di Léon Bard Dalle 5 alle 6 di László Fodor 21 ottobre (pseudonimo di Carlo Lombardo), libretto di Compagnia Donadio Baci perduti di André Birabeau Carlo Lombardo, Arturo Franci e Carlo Vizzotto Compagnia Ruggeri Compagnia Dezan 6, 7 aprile Spettacolo di varietà 22 ottobre 8 gennaio Compagnia Scandal Show Ombre di Sabatino Lopez Eva, musica di Franz Lehár, libretto di Franz von L’altalena di Alessandro Varaldo Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld 10 aprile Compagnia Ruggeri Compagnia Dezan Celebrazioni per la Giornata delle due Croci 25 ottobre 9 gennaio 6, 9, 12 maggio VII convegno dei dirigenti industriali Sabato fascista: Conferenza di Pirro Rosi, L’eroi- Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, smo del soldato italiano libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Direttore d’orchestra Federico Del Cupolo

288 20—22 novembre 15 gennaio 1 aprile Spettacolo di varietà Quattro di cuori di Alfredo Vanni Concerto sinfonico dell’orchestra Stabile Compagnia Bustelli Compagnia Menichelli–Migliari Fiorentina Direttore d’orchestra Gino Marinuzzi 21 novembre 16 gennaio Manifestazione per la propaganda autarchica Un bacio e nulla di più di Enrico Halasz 6 aprile Compagnia Menichelli–Migliari Concerto sinfonico dell’orchestra E.I.A.R. di 29 novembre Torino Se fossi ricco… di Arnaldo Marchionne 23 gennaio Direttore d’orchestra Armando La Rosa Parodi Compagnia Billi Giuseppe Bottai inaugura l’anno accademico dell’Istituto Nazionale di Cultura Fascista 7 aprile 30 novembre Una ragazza… per bene di F. Guidi Di Bagno Il vedovo allegro di Ben e Michel 12 febbraio Compagnia Teatro Moderno Compagnia Billi Processo a porte chiuse di Vincenzo Tieri Compagnia Donadio 8 aprile 1 dicembre Maschio e femmina di Guglielmo Giannini Due dozzine di cose mal fatte di Giovanni D’Anzi 13 febbraio Compagnia Teatro Moderno Compagnia Billi Qui tutto può succedere di Pierre Chaine Compagnia Donadio 9 aprile 5 dicembre Il castello di bronzo di Alberto Vario (sabato Celebrazioni per l’anniversario dell’istituzione 14 febbraio teatrale) dell’Opera Nazionale La sbarra di Vicenzo Tieri I rapaci di Guglielmo Giannini (s) Compagnia Donadio Compagnia Teatro Moderno 5 dicembre I rusteghi di Carlo Goldoni 15 febbraio 4, 7, 9 maggio Compagnia Teatro di Venezia Jacqueline di Sacha Guitry Turandot, musica di Giacomo Puccini, libretto Uno di Vincenzo Tieri di Giuseppe Adami e Renato Simoni 6 dicembre Compagnia Donadio Direttore d’orchestra Mario Parenti La saga dei sei di Alberto Colantuoni Compagnia Teatro di Venezia 16 marzo 5, 8 maggio Il grattacielo n. 13 di Ripp (pseud. di Luigi Lucia di Lammermoor, musica di Gaetano 7 dicembre Miaglia) Donizetti, libretto di Salvatore Cammarano Zente refada di Giacinto Gallina Compagnia Maresca (fig. 53) Compagnia Teatro di Venezia Direttore d’orchestra Mario Parenti 17 marzo 8 dicembre Il mondo in vacanza di Bruno Cherubini 14. maggio Il bugiardo di Carlo Goldoni e Arnaldo Marchionne Giuseppe Bottai inaugura il Convegno nazionale Compagnia Teatro di Venezia Compagnia Maresca dei bibliotecari

24 dicembre 23 marzo 19 maggio Celebrazioni per la Giornata della Madre e del Celebrazioni per l’anniversario della fondazione Elisabetta di André Josset fanciullo dei Fasci di Combattimento Compagnia Drammatica Nazionale

26 marzo 20 maggio 1938 Addio Giovinezza di Sandro Camasio e Sandro Campo di Maggio di Giovacchino Forzano Oxilia Compagnia Drammatica Nazionale 2 gennaio Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- Premiazione dei vincitori della Battaglia del grafonico di Bolzano 21 maggio Grano La cena delle beffe di Sem Benelli 28 marzo Compagnia Drammatica Nazionale 14 gennaio Il treno delle 9.23 di Trezzi Festa della Befana Fascista (p) Compagnia Erzsi Paal 27 maggio La resa di Titi di Aldo De Benedetti e Guglielmo La signorina, mia madre di Louis Verneuil Zorzi (s) 29 marzo Compagnia Falconi–Besozzi Compagnia Menichelli–Migliari Accadono ancora miracoli di Paul Abraham Compagnia Erzsi Paal 28 maggio 15 gennaio L’uomo che sorride di Aldo De Bendetti Due dozzine di rose scarlatte di Aldo De Benedetti 30 marzo e Luigi Bonelli (sabato teatrale) La crociera rosa di Bruno Cherubini Compagnia Falconi–Besozzi Filodrammatica Dante del Dopolavoro Dipen- Compagnia Erzsi Paal denti Comunali di Bolzano

289 29 maggio 14 settembre 24 ottobre La signora è con me di Pierre Veber Sulle onde della radio di Marcello Marchesi Quando meno te lo aspetti di Franco Fortezza Compagnia Falconi–Besozzi Compagnia Menas–De Luca Compagnia Imperiale

30 maggio 15 settembre 25 ottobre I 3 Maurizi di Dino Falconi L’alta banca è offesa di Bruno Engler Dimmi con chi vai di Bruno Cherubini e Arnaldo Compagnia Falconi–Besozzi Compagnia Menas–De Luca Marchionne Compagnia Imperiale 4 giugno 16 settembre Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Piano Pianissimo di Angelo Nizza e Riccardo 26 ottobre Rossini, libretto di Cesare Stermini (fig. 54) Morbelli Finalmente un uomo! Direttore d’orchestra Ugo Benvenuti Giusti Compagnia Menas–De Luca Compagnia Imperiale

9 giugno 15 ottobre 27 ottobre La ninetta del verziere Giuseppe Adami Girasoli di Guido Cantini Così è, se ti piace di G. Blasio Compagnia Galli Compagnia Ricci–Adani Compagnia Imperiale

10 giugno 16 ottobre 28 ottobre Lonte di Pierre Veber Gli allegri sposi di Cortina di Gino Rocca Commemorazione per l’anniversario della Compagnia Galli L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello Marcia su Roma Compagnia Ricci–Adani Concerto verdiano (s) 11 giugno Orchestra Stabile di Merano Una volta in tutta la vita di Carlo Veneziani 17 ottobre Compagnia Galli Questo non è amore di Guido Cantini 8 novembre Compagnia Ricci–Adani La danza delle libellule, musica di Franz Lehár 12 giugno e Carlo Lombardo, libretto di Carlo Lombardo Io e te di Paola Riccora (pseudonima Leon Bard) Compagnia Galli

53 Gaetano Donizetti

54 Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Rossini, libretto di Cesare Stermini (invito, collezione Miori)

16, 18 giugno Lo smeraldo rosa di Romolo Corona Compagnia La Gaudiosa G.I.L. di Bolzano 18 ottobre 9 novembre 12 settembre Addio a tutto questo di Giuseppe Achille La vedova allegra, musica di Franz Lehár, libretto Concerto dell’orchestra Santa Cecilia di Roma e Bruno Corra di Walter Léon e Leo Stein Direttore d’orchestra Bernardino Molinari Compagnia Ricci–Adani Compagnia La Gaudiosa

290 10 novembre 4 marzo Il conte di Lussemburgo, musica di Franz 1939 Il sogno dell’aquila di Belami e Nuni Lehár, libretto di Alfred Maria Willner e Robert Compagnia Bluette–Navarrini Bodanzky 6 gennaio Compagnia La Gaudiosa Festa della Befana Fascista 5 marzo Gli esami di riparazione di Belami e Nuni 11 novembre 8 gennaio Compagnia Bluette–Navarrini Il paese dei campanelli, musica e libretto di Car- Premiazione dei vincitori della Battaglia del lo Lombardo (pseudonimo Leon Bard) e Virgilio Grano 17 marzo Ranzato Signorina delle Camelie di Piero Mazzolotti Compagnia La Gaudiosa 13 gennaio Compagnia Galli Una delle ultime sere di Carnovale di Carlo 12 novembre Goldoni 18 marzo Madama di Tebe, musica e libretto di Carlo Teatro di Venezia Paola Travasa di Giuseppe Adami Lombardo (pseudonimo Leon Bard) Compagnia Galli Compagnia La Gaudiosa 14 gennaio La famiglia dell’antiquario di Carlo Goldoni 19 marzo 13 novembre Teatro di Venezia L’amica di tutti e di nessuna di Alessandro La casa delle tre ragazze, musica di Franz De Stefani Schubert, libretto di Heinrich Berté 15 gennaio Compagnia Galli Compagnia La Gaudiosa Mia fia di Giacinto Gallina Teatro di Venezia 20 marzo 24 novembre Scampolo di Dario Niccodemi Più che l’amore di Gabriele d’Annunzio 28 gennaio Compagnia Galli Compagnia Benassi–Carli Sabato fascista: Conferenza di Ezio Maria Gray, Noi e Tunisi 14 aprile 25 novembre Ecco la fortuna di Alessandro De Stefani Due coppie e l’asso di Frederick Lonsdale 5 febbraio Compagnia della Commedia Compagnia Benassi–Carli Distribuzione di 150 apparecchi radio rurali al- le scuole e alle organizzazioni del regime della 15 aprile 26 novembre Provincia Solo per due di Enrico Bassano Niente di male di Guido Cantini Compagnia della Commedia Compagnia Benassi–Carli 6 febbraio Questi ragazzi di Gherardo Gherardi 16 aprile 27 novembre Compagnia De Sica–Melnati–Rissone Con gli uomini non si scherza di Tommaso Papà eccellenza di Gerolamo Rovetta Gherardi Del Testa Compagnia Benassi–Carli 7 febbraio Menaechmi di Tito Macio Plauto Alla prova di Frederick Lonsdale Compagnia della Commedia 8, 10 (p) dicembre Compagnia De Sica–Melnati–Rissone Fuochi d’artificio di Luigi Chiarelli 17 aprile Compagnia Calò–Solbelli–Bernardi 18 febbraio Il falco d’argento di Stefano Landi Autunno di Gherardo Gherardi Compagnia della Commedia 9 dicembre Compagnia Cimara–Cellini–Pavese Fra due guanciali di AlfredoTestoni 2, 7 maggio Compagnia Calò–Solbelli–Bernardi 19 febbraio Tosca, musica di Giacomo Puccini, libretto Amore senza stima di Paolo Ferrari di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica 10 dicembre Compagnia Cimara–Cellini–Pavese Direttore d’orchestra Mario Parenti La nona invitata di Owen Davis Compagnia Calò–Solbelli–Bernardi 20 febbraio 4, 6, 9 maggio Questi poveri amanti di Vincenzo Tieri Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto 11 dicembre Compagnia Cimara–Cellini–Pavese di Francesco Maria Piave La legge di Guglielmo Giannini Direttore d’orchestra Mario Parenti Compagnia Calò–Solbelli–Bernardi 21 febbraio Lo struzzo stupefatto di Norman Menzies 9 maggio 24 dicembre Compagnia Cimara–Cellini–Pavese Celebrazioni per la Giornata del soldato Celebrazioni per la Giornata della Madre e del fanciullo 3 marzo 12 maggio Il ratto delle cubane di Nuto Navarrini e Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello Ferruccio Martinelli Compagnia Gramatica–Ruggeri Compagnia Bluette–Navarrini

291 13 maggio 30 settembre 1 dicembre Gelosia di Alessandro Bisson Pigrizia di Eligio Possenti Oie Mari…Oie Mari di Peppino De Filippo Compagnia Gramatica–Ruggeri Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- (fig. 55) grafonico di Bolzano Ditegli sempre di sì di Eduardo De Filippo 14 maggio Compagnia fratelli De Filippo Questi figli di Vincenzo Tieri 5 ottobre Compagnia Gramatica–Ruggeri Concerto vocale di Licia Albanese e Silvio 2 dicembre Costa-Lo Giudice Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo 15 maggio (fig. 56) La vedova di Renato Simoni 11, 12 ottobre Compagnia fratelli De Filippo Compagnia Gramatica–Ruggeri El moroso de la nona di Giacinto Gallina La scorzeta de limon di Gino Rocca 3 dicembre 16 maggio Compagnia Teatro Comico di Venezia Oie Mari…Oie Mari di Peppino De Filippo All’insegna delle sorelle Kadàr di Renato Lelli Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo Compagnia Gramatica–Ruggeri 21 ottobre Spacca il centesimo di Peppino De Filippo Ho sognato il paradiso di Guido Cantini Compagnia fratelli De Filippo 31 maggio Compagnia Ricci–Adani Frasquita, musica di Franz Lehár, libretto di 4 dicembre Alfred Maria Willner e Heinz Reichert 22 ottobre Lettere di mamma di Peppino De Filippo Compagnia Roses Vivere insieme di Giulio Cesare Viola Una persona fidata di Eduardo De Filippo Compagnia Ricci–Adani Compagnia fratelli De Filippo 1 giugno La casa delle tre ragazze, musica di Franz 23 ottobre 16, 17 dicembre Schubert, libretto di Heinrich Berté L’uomo del romanzo di Guido Cantini L’antenato di Carlo Veneziani Compagnia Roses Compagnia Ricci–Adani Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- grafonico di Bolzano 2 giugno 28 ottobre Acqua cheta, musica di Giuseppe Pietri, libretto Questi ragazzi di Gherardo Gherardi di Augusto Novelli Filodrammatica Dante del Dopolavoro ferrovia- 1940 Compagnia Roses rio di Bolzano 5 gennaio 3 giugno 29 ottobre Come prima meglio di prima di Luigi Pirandello Mille e un giornale a 300 all’ora di Borella Celebrazione del secondo annuale della fondazio- Compagnia Celli–Betrone–Calabresi Compagnia Roses ne della Gioventù del Littorio 6 gennaio 4 giugno 18 novembre Il ferro di Gabriele D’Annunzio I mulini di Pit Lil di Carlo Lombardo e Se un’idea mi porta fortuna di Renzo Buongiovanni Compagnia Celli–Betrone–Calabresi Giancarlo Colombini Madama di Tebe, musica e libretto di Carlo Lom- Compagnia Roses bardo (pseudonimo Leon Bard) 7 gennaio Compagnia Vanni–Romigioli–Gennari Felicità in un luogo tranquillo di Hermann 7 giugno Sudermann Manifestazione di beneficenza a favore dell’istitu- 19 novembre Compagnia Celli–Betrone–Calabresi zione del Nastro Azzurro Tempi beati di Renzo Buongiovanni Compagnia Vanni–Romigioli–Gennari 8 gennaio 9 giugno Passione di Alessandro Varaldo Concerto sinfonico 24 novembre Compagnia Celli–Betrone–Calabresi Liceo Musicale Rossini di Bolzano El difeto xe nel manego di Brunialti Compagnia Teatro Veneto 13 gennaio 23 giugno Festa della Befana Fascista Cesare di Giovacchino Forzano 25 novembre Compagnia Giovacchino Forzano L’onorevole Campodarsego di Libero Pilotto 14 gennaio Compagnia Teatro Veneto Fantasia dall’800 al… di Dino Falconi e Oreste 19 luglio—29 agosto circa Biancoli Mostra del pittore Ulderico Giovacchini 26, 27 (p) novembre Compagnia Fineschi–Donati La sposa segreta di Giovanni Cenzato 8 settembre Compagnia Teatro Veneto 15 gennaio Littoriali del cinema di Bolzano, organizzati dal Tempo matto di Rigo G.U.F. 27 novembre Compagnia Fineschi–Donati Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni Compagnia Teatro Veneto

292 16 gennaio 6 febbraio 9 marzo Sesso debole di Edouard Bourdet Spettri di Henrik Ibsen Il ratto delle cubane di Nuto Navarrini Compagnia Fineschi–Donati Compagnia Benassi–Carli e Ferruccio Martinelli Compagnia Bluette–Navarrini 20 gennaio 8 febbraio La volpe azzurra di Ferenc Herczeg Finalmente un imbecille di Nelli e Mangini 10 marzo Compagnia Merlini–Cialente (pseud. di Francesco Cipriani Marinelli e Mario Poesia senza veli di Nuto Navarrini e Ferruccio Mangini) Martinelli 21 gennaio Compagnia Taranto–De Filippo Compagnia Bluette–Navarrini Una storia d’amore di Paul Geraldy 11 marzo Compagnia Merlini–Cialente 9 febbraio Racconti di autunno, inverno e primavera di Diluvio n. 2 di Nelli (pseud. di Francesco Giovacchino Forzano 22 gennaio Cipriani Marinelli) Compagnia Forzano L’ultimo ballo di Ferenc Herczeg Compagnia Taranto–De Filippo Compagnia Merlini–Cialente 23 marzo 29 febbraio Celebrazioni per l’anniversario della fondazione 23 gennaio Il delitto di Lord Arthur Saville di Guglielmo dei Fasci di Combattimento Una cosa di carne di Pier Maria Rosso di San Giannini Secondo Compagnia Giannini 4 aprile Compagnia Merlini–Cialente Famiglia di Denis Amiel e Monique Petry-Amiel 1 marzo Compagnia Maltagliati–Cimara–Ninchi 3 febbraio La fuga di Elisa di F. Guidi di Bagno Alleluja di Marco Praga Compagnia Giannini 5, 6 (p) aprile Compagnia Benassi–Carli Gavino e Sigismondo di Giulio Cesare Viola Compagnia Maltagliati–Cimara–Ninchi

6 aprile Ombre cinesi di Gherardo Gherardi Compagnia Maltagliati–Cimara–Ninchi

7 aprile Incontriamo l’amore di Bruno Corra e Giuseppe Achille Compagnia Maltagliati–Cimara–Ninchi

20, 21 aprile Romanticismo di Gerolamo Rovetta Filodrammatica Impero del Dopolavoro azienda- le Galtarossa di Verona

21 aprile Celebrazioni per la Festa del lavoro e Natale di Roma

30 aprile Andrea Chénier, musica di Umberto Giordano, libretto di Luigi Illica Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà 55 Locandina di Oie Mari…Oie Mari di Peppino De 56 Locandina di Uomo e galantuomo di Eduardo Filippo e Ditegli sempre di sì di Eduardo De Filippo De Filippo 2, 6 maggio Don Pasquale, musica di Gaetano Donizetti, 2 marzo libretto di Giovanni Ruffini 4 febbraio Gli eterni innamorati di Guglielmo Giannini Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Risveglio di Eligio Possenti (sabato teatrale) Compagnia Benassi–Carli Lo schiavo impazzito di Guglielmo Giannini (s) 4, 7 maggio Compagnia Giannini Cavalleria rusticana, musica di Pietro Mascagni, 5 febbraio libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Kean di Alexandre Dumas 3 marzo Menasci Compagnia Benassi–Carli Anonima Roylott di Guglielmo Giannini L’amante in trappola, musica di Arrigo Pedrollo, Compagnia Giannini libretto di Carlo Zangarini Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà

293 5 maggio 3 agosto 12, 13 ottobre Andrea Chénier, musica di Umberto Giordano, Argento vivo di Silvio Zambaldi Sole per tutti libretto di Luigi Illica Filodrammatica Vittoria dei Combattenti di Compagnia I Fratellini (Kaps e Johan) (fig. 57) Direttore d’orchestra Giuseppe Podestà Bressanone 7 novembre 10 maggio 4 agosto Passaggio dell’Equatore di Umberto Morucchio Saggio musicale Conferenza di Arturo Mifsud, L’italianità a Compagnia Viarisio–Porelli–Pola Allievi del Conservatorio di Musica di Bolzano Malta 8 novembre 15 maggio 7, 8 agosto Ti prego, fa le mie veci di Giovanni Bokay Concerto in commemorazione di Niccolò Spettacolo di varietà Compagnia Viarisio–Porelli–Pola Paganini Compagnia I Fratellini (Kaps e Joham) Conservatorio di Musica di Bolzano 9 novembre 9 agosto La casa di tutti di Dino Falconi e Oreste Biancoli 16 maggio Alla moda di Oreste Biancoli e Dino Falconi Compagnia Viarisio–Porelli–Pola Scandalo sotto la luna di Eugenio Ferdinando Filodrammatica Littorio del Dopolavoro provin- Palmieri ciale di Trento 10 novembre Compagnia Baseggio L’uomo che sorride di Luigi Bonelli 25 agosto Compagnia Viarisio–Porelli–Pola 17 maggio Di tutto un po’ Zente alegra il ciel l’aiuta di Lodovico Filodrammatica umoristica della G.I.L. di 14 novembre Ceschi (pseudonimo di Carlo Lodovici e Cesco Bolzano O Giovannino o la morte di Ernesto Murolo Baseggio) Compagnia Teatro delle Arti Compagnia Baseggio 31 agosto Spettacolo di illusionismo e varietà 15 novembre 18 maggio Dopolavoro provinciale Anna Christie di Arthur O’Neill Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni (p) Compagnia Teatro delle Arti L’imbriago de Sesto di Gino Rocca 7 settembre I recini da festa di Riccardo Selvatico (s) Questi ragazzi di Gherardo Gherardi 16 novembre Compagnia Baseggio Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- Winterset di Maxwell Anderson grafonico di Bolzano Compagnia Teatro delle Arti 8, 9 giugno Serata del dilettante 8 settembre 17 novembre La carovana dei fratellini Settimo cielo di Austin Strong 9 giugno Compagnia I Fratellini (Kaps e Johan) Compagnia Teatro delle Arti Conferenza di Vittore Tattara, Le questioni del Mediterraneo 14, 15 settembre 18 novembre El moroso de la nona di Giacinto Gallina La Cintia di Giovan Battista Della Porta 22 giugno Chi sa il gioco non l’insegni di Fausto Maria Compagnia Teatro delle Arti Le avventure di Pinocchio da Collodi, musica di Martini Paolo Malfatti (p) Filodrammatica del Dopolavoro aziendale Società 30 novembre Centuria lirica del comando Federale di Bolzano cattolica di assicurazione di Verona Devo dirti una cosa di Letico Sua Altezza prende moglie di Achille Lorenzatti (s) Compagnia Maddalena Giovani filodrammatici del Dopolavoro di 1, 5 ottobre Bolzano Iris, musica di Pietro Mascagni, libretto di 1 dicembre Luigi Illica Devo dirti una cosa di Letico 28 giugno Direttore d’orchestra Mario Mascagni Compagnia Maddalena Sua Altezza prende moglie di Achille Lorenzatti Giovani filodrammatici del Dopolavoro di 3, 6 ottobre 12, 15 (p) dicembre Bolzano La traviata, musica di Giuseppe Verdi, libretto di La bugiarda di Vincenzo Tieri Francesco Maria Piave Compagnia Ferrari–Carini 14 luglio Direttore d’orchestra Mario Mascagni La radio…che scocciatura 13 dicembre G.U.F. di Bolzano 8 ottobre Nelle migliori famiglie di Anita Hart e Maurice Conferenza di Ezio Maria Gray, Interessi italiani e Braddell 27 luglio giustizia sociale nella nostra guerra Compagnia Ferrari–Carini Argento vivo di Silvio Zambaldi (sabato teatrale) Filodrammatica Vittoria dei Combattenti di 11 ottobre 14 dicembre Bressanone Rassegna di musica contemporanea delle Tre O di Uno, o di nessuno di Luigi Pirandello Venezie Compagnia Ferrari–Carini

294 16 dicembre 14 gennaio 20 febbraio Il cuore di allora di Bruno Corra e Giuseppe La Colonnella di Piero Mazzolotti Concerto verdiano Achille Compagnia Galli Direttore d’orchestra Mario Mascagni Compagnia Ferrari–Carini 19 gennaio 21 febbraio Premiazione dei vincitori della Battaglia del Grano Cin-ci-là, musica di Virgilio Ranzato e Carlo 1941 Lombardo, libretto di Carlo Lombardo (pseudo- 31 gennaio nimo Leon Bard) 6 gennaio Il frutto acerbo di Roberto Bracco Compagnia Roses Festa della Befana Fascista Compagnia Adani–Scelzo 22 febbraio 8 gennaio 1 febbraio Madama di Tebe, musica e libretto di Carlo Il piatto del giorno di Rigo e Berini Il frutto acerbo di Roberto Bracco (sabato Lombardo (pseudonimo Leon Bard) Compagnia Rainer–Sportelli teatrale) Compagnia Roses La signora della Camelie di Alexandre Dumas 11 gennaio figlio (s) 23 febbraio Ci penso io! di Armando Curcio Compagnia Adani–Scelzo La vedova allegra, musica di Franz Lehár, libretto Compagnia Galli di Walter Léon e Leo Stein 2 febbraio Compagnia Roses 12 gennaio Commemorazioni verdiane: conferenza di Festa della Befana dei ferrovieri Andrea Della Corte 24 febbraio La moglie di papà di Alessandro De Stefani e E’ arrivato l’ambasciatore, musica di Ettore Raffaello Matarazzo (s) 2 febbraio Bellini, libretto di Edmondo Corradi Compagnia Galli Addio Giovinezza di Sandro Camasio e Nino Compagnia Roses Oxilia 13 gennaio Compagnia Adani–Scelzo 25 febbraio Madre allegria di Fernandez Luis De Sevilla e Gran via, musica Federico Chueca e Joaquín Rafael Sepulveda 3 febbraio Valverde, libretto di Felipe Pérez y González Compagnia Galli Casa di bambola di Henrik Ibsen Compagnia Roses Compagnia Adani–Scelzo 26 febbraio La danza delle libellule, musica di Franz Lehár e Carlo Lombardo, libretto di Carlo Lombardo Compagnia Roses

14 marzo Concerto di Carlo Vidusso

17 marzo Raduno militare

22 marzo L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde Compagnia Cimara–Maltagliati–Migliari

23 marzo Il mito di Armando di Gino Valori Compagnia Cimara–Maltagliati–Migliari

24 marzo La nostra età di Giulio Cesare Viola Compagnia Cimara–Maltagliati–Migliari

25 marzo Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello Compagnia Cimara–Maltagliati–Migliari

27, 29, 30 (p) marzo 57 Locandina di Sole per tutti compagnia I Fratellini (Kaps e Joham) Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave Direttore d’orchestra Ermanno Eberspacher

295 28, 30 marzo Il barbiere di Siviglia, musica di Gioacchino Rossini, libretto di Cesare Stermini Direttore d’orchestra Ermanno Eberspacher

3 aprile Il pozzo dei miracoli di Bruno Corra e Giuseppe Achille Compagnia Gandusio

4 aprile Il pescatore di balene di Carlo Veneziani Compagnia Gandusio

5 aprile Il ratto delle Sabine di Franz e Paul von Schönthan Compagnia Gandusio

6 aprile Zia Clotilde di Balzari Compagnia Gandusio

12, 13 aprile Spettacolo di varietà Compagnia Bustelli

29 aprile Anima allegra, musica di Franco Vittadini, libretto di Giuseppe Adami (fig. 58) Direttore d’orchestra Mario Parenti

1, 3, 6 maggio Il trovatore, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Salvatore Cammarano Direttore d’orchestra Mario Parenti

2 maggio Anima allegra, musica di Franco Vittadini, libret- 58 Locandina di Anima allegra, musica di Franco 59 Locandina di La Bohème, musica di Giacomo to di Giuseppe Adami Vittadini, libretto di Giuseppe Adami Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica Direttore d’orchestra Mario Parenti

4, 7 maggio La Bohème, musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica (fig. 59) Direttore d’orchestra Mario Parenti

15, 18 maggio Il poetino di Riccardo Melani Filodrammatica Armonia di San Giacomo

22 maggio Fiore della vita di Serafin Quintero Filodrammatica Croce Rossa di Bolzano

23 maggio Trampoli di Sergio Pugliese Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- grafonico di Bolzano

296 2 giugno 11 settembre 16 novembre Fiore della vita di Serafin Quintero Spettacolo di varietà La donna di nessuno di Cesare Vico Lodovici Filodrammatica Croce Rossa di Bolzano Compagnia Perfetti–Sala Compagnia Palmer

5 giugno 26, 27 settembre 17 novembre Tutto per la signora di Accola e Manzari Spettacolo di varietà La fiaccola sotto il moggio di Gabriele D’Annunzio Filodrammatica Dopolavoro Postelegrafonici di Compagnia De Vico Compagnia Palmer Bolzano 8 ottobre 7 dicembre 9 giugno Mitizi, musica di Salvatore Allegra, libretto Sotto le stelle Concerto Vocale strumentale di Nando Vitali Compagnia Bluette–Navarrini Opera Nazionale Dopolavoro Compagnia Roses 8 dicembre 15 giugno 9 ottobre Vicino alle stelle La signora è partita di Gaspare Cataldo Il paese del sorriso, musica di Franz Lehár, libretto Compagnia Bluette–Navarrini Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- di Ludwig Herzl e Fritz Beda-Löhner grafonico di Bolzano Compagnia Roses 13 dicembre Concerto orchestrale 22 giugno 10 ottobre Orchestra del G.U.F. di Bolzano I vagabondi della luna, musica e libretto di Mazurka blu, musica di Franz Lehár, libretto Romolo Corona di Leo Stein e Béla Jenbach Centuria Lirica G.I.L. di Bolzano Compagnia Roses

25 giugno 11 ottobre Processo a porte chiuse di Vincenzo Tieri Die goldene Eva, musica di Franz Lehár, libretto Compagnia Ferrante–Bagnoli di Franz von Schönthan e Franz Koppel-Ellfeld Compagnia Roses 26 giugno Papà Lebonnard di Jean Aicard 12 ottobre Compagnia Ferrante–Bagnoli Boccaccio, musica di Franz von Suppé, libretto di Friedrich Zell e Richard Genée 27 giugno Compagnia Roses Il Titano di Dario Niccodemi Compagnia Ferrante–Bagnoli 17 ottobre Aigrette di Dario Niccodemi 5 luglio Compagnia Melato Concerto corale Coro G.I.L. di Bolzano 18 ottobre 60 Locandina di La radio, che scocciatura!… Tosca di Victorien Sardou 14 luglio Compagnia Melato 18 dicembre La radio…che scocciatura Celebrazioni per l’anniversario della Giornata G.U.F. di Bolzano (fig. 60) 19 ottobre della fede Stelle alpine di Eligio Possetti 2 agosto Compagnia Melato 19 dicembre La radio…che scocciatura La tua vita è la mia di Vittorio Tieri G.U.F. di Bolzano 28 ottobre Compagnia Donadio–Carli Celebrazioni per l’anniversario della Marcia su 1 agosto Roma 20 dicembre Dentro di noi di Siro Angeli L’età critica di Max Dreyer G.U.F. di Trento 14 novembre Compagnia Donadio–Carli I mariti di Achille Torelli 30 agosto Compagnia Palmer 21 dicembre Amor sincero di Gino Valori Il mandriano di Longwood di Alberto Donini Dopolavoro Provinciale 15 novembre Compagnia Donadio–Carli I fuochi di San Giovanni di Hermann Sudermann 1 settembre Compagnia Palmer 22 dicembre Spettacolo di varietà Alta chirurgia di Gerardo Jovelli Dopolavoro Provinciale Compagnia Donadio–Carli

297 16 febbraio 19 aprile 1942 I pescatori di Arnaldo Vacchieri Ostrega che sbrego…! di Arnaldo Fraccaroli Compagnia Siletti–Cei–Baghetti–Bettarini Filodrammatica Impero del Dopolavoro Azienda- 3, 4 gennaio le Galtarossa di Verona Rosmarino 17 febbraio Compagnia Clar Farse dell’800 fino ad oggi 21 aprile Compagnia Siletti–Cei–Baghetti–Bettarini Celebrazioni per la Festa del lavoro e Natale 9 gennaio di Roma Conchiglia di Sergio Pugliese 26 febbraio Spettacolo di varietà (s) Compagnia Adani Fior di loto di Romolo Corona Compagnia arte varia Atesina del dopolavoro Centuria Lirica della G.I.L. provinciale 10 gennaio La presidentessa di Charles Maurice Hennequin 7 marzo 27 aprile e Pierre Veber Spettacolo di varietà Concerto sinfonico Compagnia Adani Compagnia d’arte varia del Dopolavoro Direttore d’orchestra Roberto Lupi Provinciale 11 gennaio 30 aprile Hedda Gabler di Henrik Ibsen 10 marzo Concerto sinfonico Compagnia Adani Commemorazione in onore della morte del Direttore d’orchestra Antonino Votto Duca d’Aosta 12 gennaio 1 maggio L’indemoniata di Karl Schönherr 23 marzo La damigella di Bard di Salvator Gotta Compagnia Adani Celebrazioni per l’anniversario della fondazione Compagnia Gramatica dei Fasci di Combattimento 24 gennaio 2 maggio I filosofi a rapporto di Gabellino, Scarpello e 26 marzo Un bicchier d’acqua di Eugene Scribe Mancini Il paese del sorriso, musica di Franz Lehár, libretto Compagnia Gramatica Filodrammatica del Dopolavoro Provinciale di Ludwig Herzl e Fritz Beda-Löhner Compagnia Roses 3 maggio 29 gennaio Francesca di Renato Lelli Vileta fora de porta di Eligio Possenti 27 marzo Compagnia Gramatica Compagnia Teatro di Venezia Il conte di Lussemburgo, musica di Franz Le- hár, libretto di Alfred Maria Willner e Robert 9, 10, 14 maggio 30 gennaio Bodanzky La principessa Pisello di Tumiati La testa sora il capello di Arnaldo Boscolo Acqua cheta, musica di Giuseppe Pietri, libretto Filodrammatica G.I.L. di Bolzano Compagnia Teatro di Venezia di Augusto Novelli Compagnia Roses 17 maggio 31 gennaio Celebrazioni per la Giornata degli Italiani nel Largaspugna di Arnaldo Fraccaroli 28 marzo mondo Compagnia Teatro di Venezia Madama di Tebe, musica e libretto di Carlo Lombardo (pseudonimo Leon Bard) 28 maggio 1 febbraio Compagnia Roses Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, Nina no’ far la stupida! di Arturo Rossato Gian libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giocosa Capo 29 marzo Direttore d’orchestra Mario Parenti Compagnia Teatro di Venezia Premiazione dei vincitori della Battaglia del Grano 30 maggio 2 febbraio La vedova allegra, musica di Franz Lehár, libretto Lucia di Lammermoor, musica di Gaetano Il burbero benefico di Carlo Goldoni di Victor Léon e Leo Stein (s) Donizetti, libretto di Salvadore Cammarano Compagnia Teatro di Venezia Compagnia Roses Direttore d’orchestra Mario Parenti

14 febbraio 30 marzo 2 giugno Artemisio di Gaspare Cataldo Donna perduta, musica di Giuseppe Pietri, I disonesti di Gerolamo Rovetta Compagnia Siletti–Cei–Baghetti–Bettarini libretto di Guglielmo Zorzi e Guglielmo Filodrammatica Dante del Dopolavoro Postetele- Giannini grafonico di Bolzano 15 febbraio Compagnia Roses Il pozzo dei miracoli di Bruno Corra e Giuseppe 13 giugno Achille (sabato teatrale) 16 aprile Concerto vocale di I poeti servono a qualche cosa di Nicola Manzari (s) Questi ragazzi di Gherardo Gherardi Compagnia Siletti–Cei–Baghetti–Bettarini Filodrammatica Impero del Dopolavoro Azienda- le Galtarossa di Verona

298 14 agosto 17 ottobre 21 novembre Spettacolo di varietà Il paese del sorriso, musica di Franz Lehár, libretto Vicolo senza sole di Roberto Zerboni Compagnia d’arte varia del Dopolavoro di Ludwig Herzl e Fritz Beda-Löhner Compagnia Betrone Provinciale Compagnia Roses 22 novembre 15 agosto 18 ottobre Quando suona la ritirata di Franz Adam Beyerlein Spettacolo di varietà Boccaccio, musica di Franz von Suppé, libretto Compagnia Betrone Compagnia Linchi di Friedrich Zell e Richard Genée Compagnia Roses 23 novembre 30 agosto Il giro del mondo di Giulio Cesare Viola Amore sincero di Gino Valori 20, 21 ottobre Compagnia Betrone Filodrammatica del Dopolavoro Provinciale Proiezione del filmLa taverna dell’oblio (regia di Jean Choux) 24 novembre 11 settembre Papà Lebonnard di Jean Aicard Spettacolo di varietà 22—25 ottobre Compagnia Betrone Compagnia Perfetti Siletti–Sala Proiezione del filmLe due orfanelle (regia di Carmine Gallone) 25 novembre—2 dicembre 19—23 settembre Proiezione del filmNoi vivi Proiezione del filmOrizzonte di sangue 25 ottobre (regia di Goffredo Alessandrini) (regia di Gennaro Righelli) Commemorazione per l’anniversario della Mar- cia su Roma 3—9 dicembre 24—26 settembre Proiezione del filmAddio, Kira Proiezione del filmViolette nei capelli 26—29 ottobre (regia di Goffredo Alessandrini) (regia di Carlo Ludovico Bragaglia) Proiezione del filmChi bacia Maddalena (regia di Viktor Janson) 8 dicembre 27 settembre—1 ottobre Conferenza di Leone Ventrella su “Dio, Patria, Proiezione del filmMusica maestro 30 ottobre—1 novembre Famiglia” (regia di Schamyl Bauman) Proiezione del filmE le stelle stanno a guardare(regia di Lionel Barrymore) 10—13 dicembre 2—4 ottobre Proiezione del filmAvanti c’è posto… Proiezione del filmPerdizione 3—6 novembre (regia di Mario Bonnard) (regia di Carlo Campogalliani) Proiezione del filmCercasi bionda bella presenza (regia di Pina Renzi) 14, 15 dicembre 5—7 ottobre Proiezione del filmLa danzatrice del Mogador Proiezione del filmLettere d’amore smarrite 7 novembre (regia di Weyler Hildebrand) (regia di Per Lindberg) Una donna romantica e un medico omeopatico di Riccardo Di Castelvecchio 16—20dicembre 8—10 ottobre Compagnia Teatro delle Arti Proiezione del filmLa contessa di Castiglione Proiezione del filmTre aquilotti (regia di Flavio Calzavara) (regia di Mario Mattoli) 8 novembre Catene di Allan Langdon Martin 21 dicembre 13 ottobre Compagnia Teatro delle Arti Proiezione del filmL’accusatore segreto Madama di Tebe, musica e libretto di Carlo Lom- (regia di Charles Lamont) bardo (pseudonimo Leon Bard) 9 novembre Compagnia Roses La voce della tempesta di Emily Brontë 22—29 dicembre Compagnia Teatro delle Arti Proiezione del filmMalombra 14 ottobre (regia di Mario Soldati) Donna perduta, musica di Giuseppe Pietri, libret- 10—12 novembre to di Guglielmo Zorzi e Guglielmo Giannini Proiezione del filmLa fortuna viene dal cielo (re- 30, 31 dicembre Compagnia Roses gia di Akos Rathonyi) Proiezione del filmLa gorgonia (regia di Guido Brignone) 15 ottobre 13—17 novembre Mazurka blu, musica di Franz Lehár, libretto di Proiezione del filmBengasi (regia di Augusto Leo Stein e Béla Jenbach Genina) 1943 Compagnia Roses 18—20 novembre 1—3 gennaio 16 ottobre Proiezione del filmRagazze da marito (regia di Proiezione del filmLa gorgonia Fra diavolo di Giuseppe Romualdi Félix Podmaniczky) (regia di Guido Brignone) Compagnia Roses

299 7 gennaio 16 febbraio 16—21 marzo Lotta con l’angelo (Der Kampf mit dem Engel) di Corto metraggio d’amore Proiezione del filmQuattro passi fra le nuvole Tullio Pinelli Compagnia Navarrini (regia di Alessandro Blasetti) Compagnia del Teatro Nazionale del G.U.F. 16 febbraio 22 marzo 8 gennaio Vicino alle stelle Inventiamo l’amore di Bruno Corra e Giuseppe Maria Maddalena di Friedrich Hebbel Compagnia Navarrini Achille Compagnia del Teatro Nazionale del G.U.F. Compagnia del Teatro Odeon 19—21 febbraio 9 gennaio Proiezione del filmStasera niente di nuovo 23 marzo Un gradino più giù di Stefano Landi (regia di Mario Mattoli) La volata di Dario Niccodemi Compagnia del Teatro Nazionale del G.U.F. Compagnia del Teatro Odeon 23 febbraio 10 gennaio Mani in alto di Guglielmo Giannini 24 marzo Paludi di Diego Fabbri Compagnia Giorda–Cei Il cascinale di GiuseppeAdami Compagnia del Teatro Nazionale del G.U.F. Compagnia del Teatro Odeon 24 febbraio 13—18 gennaio Soci in amore di Nicola Manzari 25 marzo Proiezione del filmGiorni felici Compagnia Giorda–Cei Madame Butterfly, musica di Giacomo Puccini, (regia di Gianni Franciolini) libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa 25 febbraio Direttore d’orchestra Corrado Benvenuti 19—20 gennaio Velo nuziale di Eligio Possenti Proiezione del filmLa voce del sangue Compagnia Giorda–Cei 27, 28 marzo (regia di Edmund Hauberger) Proiezione del filmIl porto delle nebbie 26 febbraio—1 marzo (regia di Marcel Carné) 21 gennaio Proiezione del filmCarmela (regia di Fulvio Non si sa come di Luigi Pirandello Calzavara) 1 aprile Compagnia Benassi–Carli Noi ricchi 2 marzo Compagnia Taranto 22 gennaio L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello I disonesti di Gerolamo Rovetta I pini cantano (Teatro No giapponese) 7—12 aprile Compagnia Benassi–Carli Filodrammatica G.I.L. di Bolzano Proiezione del filmDon Giovanni (regia di Armando Falconi) 23 gennaio 4 marzo L’urlo di Alessandro De Stefani La sera del sabato di Guglielmo Giannini 13—15 aprile Compagnia Benassi–Carli Compagnia Donadio Proiezione del filmIl vincitore (regia di di Arthur Maria Rabenalt) 26—30 gennaio 5 marzo Proiezione del filmLabbra serrate Il conte di Brechard di Giovacchino Forzano 16 aprile (regia di Mario Mattoli) Compagnia Donadio La moglie ideale di Marco Praga Compagnia del Teatro dell’Eliseo 1 febbraio 6 marzo Zente refada di Giacinto Gallina La parola del pubblico ministero di Giuseppe 17 aprile Compagnia Teatro di Venezia Jovinelli La bella avventura di Robert de Flers e Gaston de Compagnia Donadio Caillavet 2 febbraio Compagnia del Teatro dell’Eliseo L’Onorevole Campodarsego di Libero Pilotto 7 marzo Compagnia Teatro di Venezia Quinta Bolgia di Giuseppe Bevilacqua 18 aprile Compagnia Donadio La professione della signora Warren di George 3 febbraio Bernard Shaw Il nostro prossimo di Alfredo Testoni 8—10 marzo Compagnia del Teatro dell’Eliseo Compagnia Teatro di Venezia Proiezione del filmSe ritornerai (regia di Jacques- Daniel Norman) 19 aprile 4 febbraio Daniele tra i leoni di Guido Cantini Il palazzo delle cicale 11—15 marzo Compagnia del Teatro dell’Eliseo Compagnia Teatro di Venezia Proiezione del filmIl birichino di papà (regia di Raffaello Matarazzo) 20—25 aprile 5-10 febbraio Proiezione del filmLa guardia del corpo Proiezione del filmIl romanzo di un giovane povero (regia di Carlo Ludovico Bragaglia) (regia di Guido Brignone)

300 27—29 aprile 11—13 giugno 11—15 agosto Proiezione del filmUna volta alla settimana Proiezione del filmLa maschera e il volto Proiezione del film Prima squadriglia (regia di Akos Rathonyi) (regia di Camillo Mastrocinque) (regia di Hasse Ekman)

30 aprile—2 maggio 14—16 giugno 16—19 agosto Proiezione del filmColpi di timone Proiezione del film Sei tu l’amore (regia di Henri Proiezione del filmSoltanto un bacio (regia di Gennaro Righelli) Fescourt) (regia di Giorgio Simonelli)

3, 16, 20 maggio 17—20 giugno 20—23 agosto Tosca, musica di Giacomo Puccini, libretto Proiezione del filmDagli Appennini alle Ande Proiezione del filmWidocq (regia di Jacques di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica (regia di Flavio Calzavara) Daroy) Direttore d’orchestra Antonino Votto 22—24 giugno 24, 25 agosto 2—9 maggio Proiezione del filmLa fanciulla dell’altra riva Proiezione del filmIl dottor Kovacs Proiezione del filmIncontri di notte (regia di Piero Ballerini) (regia di Victor Banky) (regia di Nunzio Malasomma) 25—28 giugno 26—29 agosto 15, 18 maggio Proiezione del filmNon ti pago Proiezione del filmOggi comincia la vita Elisir d’amore, musica di Gaetano Donizetti, (regia di Eduardo De Filippo) (regia di Schamyl Bauman) libretto di Felice Romani Direttore d’orchestra Antonino Votto 29 giugno—2 luglio 31 agosto—2settembre Proiezione del film Incanto di una notte Proiezione del filmIl sogno di Butterfly 22, 23, 26 maggio (regia di Frigyes Ban) (regia di Carmine Gallone) Rigoletto, musica di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave 3—6 luglio Direttore d’orchestra Antonino Votto Proiezione del filmDonna del peccato (regia di Harry Hasso) 25, 27 maggio Amico Fritz, musica di Pietro Mascagni, libretto 7—11 luglio di P. Suardon (pseud. di Nicola Daspuro) Proiezione del filmAlba d’amore Direttore d’orchestra Antonino Votto (regia di Karl Fröhlich)

28—30 maggio 12—15 luglio Proiezione del filmI pagliacci Proiezione del filmLo strano signor Baldassarre (regìa Giuseppe Fatigati) (regia di Pierre Colombier)

31 maggio 16—18 luglio Concerto Proiezione del filmLe due strade Centuria Corale Federale (regia di José Luis Sáenz de Heredia)

1 giugno 20—22 luglio I balconi sul Canal Grande di Alfredo Testoni Proiezione del filmRedenzione Compagnia del Teatro di Venezia (regia di Marcello Albani)

2 giugno 23—25 luglio Ostrega che sbrego…! di Arnaldo Fraccaroli Proiezione del filmDente per dente Compagnia del Teatro di Venezia (regia di Marco Elter)

3 giugno 26—31 luglio Il burbero benefico di Carlo Goldoni Proiezione del filmLa luce che torna Compagnia del Teatro di Venezia (regia di Benito Perojo)

4 giugno 1—5 agosto La sposa segreta di Giovanni Cenzato Proiezione del filmSant’Elena, piccola isola Compagnia del Teatro di Venezia (regia di Renato Simoni) 5—10 giugno Proiezione del filmTempesta sul Golfo 6—8 agosto (regia di Gennaro Righelli) Proiezione del filmBuon giorno, Madrid (regia di Gian Maria Cominetti e Max Neufeld)

301

Indice dei nomi citati Barrymore, Lionel p. 239 Bodenwieser, Gertrude p. 149 Basch-Brion, Irene p. 113 Bodrero, Emilio p. 219 Si riportano i nomi propri citati nei saggi. Baseggio, Cesco p. 141, 143, 147, 148, 149, 160, Boggia, Giovanni p. 46 Sono esclusi gli autori compresi nella cronologia 165, 171, 182, 184 Boito, Arrigo p. 136, 220 in appendice. Basile, Fernanda p. 175 Bokay, Giovanni p. 173 Basiola, Mario p. 147 Bolpagni, Luigi p. 125 Bassano, Enrico p. 166 Bonaparte, Napoleone p. 136, 176 Abraham, Paul p. 142, 144 Battaile, Henry p. 141 Bonari, Carlo p. 230 Achille, Giuseppe p. 164, 174, 181 Bauer, Rainhold p. 117 Bonelli, Luigi p. 163 Adami Corradetti, Iris p. 138, 172, 173, 175, 181 Baum, Adele p. 136 Bonetto, Mauro p. 239 Adami, Giuseppe p. 155, 157, 158, 163, 166, 175 Bazzani, Cesare p. 231 Bongraß, Otto p. 111 Adani, Laura p. 151, 164, 168, 174, 176, 177 Beck, Alfred p. 129 Boni, Carmen p. 236 Adani–Scelzo, compagnia p. 174 Beer, Georges p. 151 Bonnard, Mario p. 236 Aicard, Jean p. 129, 180 Beethoven, Ludwig van p. 58, 104, 110, 119, 144, Bonoldi, Mario p. 175 Alabisio, Carmelo p. 126 160, 162, 163, 220 Bonomi, Steffy p. 127 Aldini, Carlo p. 236 Behrens, Peter p. 57 Bonora, Maria p. 146 Alessandrini, Goffredo p. 239 Belami p. 166 Bonora, Nella p. 127 Alessandrini, Lilia p. 134 Bellini, Vincenzo p. 152 Bontempelli, Massimo p. 174 Alessi, Rino p. 155 Benassi, Memo p. 127, 129, 136, 138, 164, 165, Bonucci, Arturo p. 133 Alfieri, Antonio p. 124 171, 180, 183 Borboni, Paola, compagnia p. 155 Alfieri, Vittorio p. 184 Benassi–Carli, compagnia p. 171, 180 Borgonovo, Luigi p. 166, 175 Alighieri, Dante p. 17, 32, 231 Benatzky, Ralph p. 105, 113, 114, 124, 129, 142, Borsetti, Hermine p. 114 Alisi, Antonio p. 34 144 Borsotti, Alessandro p. 184 Allegra, Salvatore p. 132 Bendiner, Ludwig p. 106 Bortenschlager, Wilhelm p. 183 Almirante, Luigi p. 166 Benedetti, Silvio p. 144 Boscolo, Arnaldo p. 177 American Synphonic Singers (The) p. 150 Benelli, Sem p. 132, 138, 163 Bottai, Giuseppe p. 205, 230 Amerighi Rutili, Vera p. 149 Benelli, Sem, compagnia p. 132 Bourder, Edouard p. 151 Amiel, Denis p. 171 Benevolo, Leonardo p. 231 Bowacz, Leo p. 21, 23, 57, 104, 105, 106, 107, Anderson, Benedict p. 18, 40 Benincasa, Gianfranco p. 40, 41, 183, 184 108, 110, 111, 113, 114, 115, 117, 118, 121, 132, 183 Andriani, Oscar p. 138, 139 Benke, Hermann p. 44 Bowers, John p. 236 Angeli, Siro p. 175, 185 Benvenuti, Corrado p. 181 Bracco, Roberto p. 46, 118, 125, 126, 174 Angelini, Augusto p. 118 Bergamini, Lamberto p. 124 Bragaglia, Anton Giulio p. 173, 179, 180, 238 Angilopulos, Giovanni p. 124 Bernini, Wanda p. 152 Bragaglia, Leonardo p. 183, 184 Antonicelli, Luigi p. 149, 150 Bernstein, Henry p. 120, 127, 136, 141 Braggiotti, Elfride p. 124 Antonucci, Giovanni p. 183 Berrini, Nino p. 133 Brahms, Johannes p. 58, 104, 160 Anzengruber, Ludwig p. 46, 106, 110, 114, 127 Bertelli, Nino p. 152, 153 Braitenberg, Valentin p. 41 Arcari, Paolo p. 220 Bertini, Francesca p. 236 Brancucci, Olga p. 150, 152 Arnold, Franz p. 127, 144, 145, 155 Bertoldi, Massimo p. 3, 4, 5, 7, 9, 40, 41, 42, 61, Brazzi, Rossano p. 239 Arte Moderna, compagnia p. 120 102, 204, 230, 240 Bregola, Severino p. 125 Artisti Associati, compagnia p. 136, 144 Bertram, Rolf p. 110, 111 Brenn-Rammlmair, Renate p. 40 Asburgo, Francesco Ferdinando p. 22, 38 Besozzi, Nino p. 155 Breßnig, Hella p. 110 Ascher, Leo p. 127 Besozzi–Menichelli–Migliari, compagnia p. 155 Brigata Firenze, compagnia p. 134 Asensio, Carmen p. 132 Betrone, Annibale p. 163, 168, 180 Brignone, Guido p. 236 Atzwanger, Hugo p. 33 Bettarini, Cesare p. 170 Brignone, Lilla p. 164, 168 Auber, Daniel François Esprit p. 43 Bettoni, Vincenzo p. 139, 142 Brignone, Mercedes p. 181 Auer, Ludwig p. 138 Bianchi, Tino p. 168 Brizzolati, Mario p. 151 Azione Cattolica, filodrammatica p. 136 Bianchini, Albertina, compagnia p. 123, 125 Brontë, Emily p. 180 Azzolini, Carlo p. 41 Biancoli, Oreste p. 172 Bronzuoli, Anacleto p. 212 Bierbaum, Otto Julius p. 107 Bruccoleri, Francesco p. 41 Bach, Ernst p. 127, 144 Bigini, Francesco p. 133 Brunialti p. 168 Baghetti, Aristide p. 161 Bilhaud, Paul p. 117 Buchbinder, Bernhard p. 44, 127 Bagnariol, Antonio p. 143, 153 Biliotti, Enzo p. 136 Busch, Lydia p. 125 Bahr, Hermann p. 106, 113, 115, 117 Billi, compagnia p. 160 Bustelli, Ranieri p. 160 Baker, Josephin p. 235 Binet, Alfred p. 145 Baltsch, Lotte p. 110 Biondani, Giordano p. 123, 131 Caine, Pierre p. 136 Barabas, Paul p. 155 Biondi, Marino p. 184 Calò, Romano p. 163 Barbesino, Luigi p. 23 Birabeau, André p. 151, 160 Calò–Solbelli–Bernardi, compagnia p. 165 Barblan, Guglielmo p. 143, 157, 160, 162, 164, Bizet, Georges p. 110, 139 Calzavara, Fabio p. 239 168, 173, 174, 175, 180, 184, 185, 231, 237 Bjørnson, Bjørnstjerne p. 44 Camasio, Sandro p. 138, 162 Bard, Leon p. 158 Blasetti, Alessandro p. 239 Caminada, Andrea p. 43 Barigar, Elena p. 126 Bluette, Isa p. 166, 167 Campigna, Fideliav p. 147 Barla-Castelletti, Linda p. 143, 144 Bluette–Navarrini, compagnia p. 166, 172 Canal, Albert p. 46 Barra, Gennaro p. 143 Blumenthal, Oskar p. 108 Canali, Guido p. 46

304 Caneppele, Paolo p. 239 Colmano, Severino p. Demarchi, Giuseppe p. 138 Cantagalli, Giuseppe p. 145 Colocci Vespucci, Adriano p. 105, 106 Depero, Fortunato p. 220 Cantini, Guido p. 136, 141, 158, 163, 164, 165, Compagnia della Commedia p. 166 Der Hopfer, Gregor p. 57 168, 181, 183 Compagnia delle Arti p. 173 Derval, Eva p. 120 Capo, Gian p. 125, 141, 177 Compagnia Drammatica Italiana p. 162 Desvallieres, Mars Antony Maurice p. 117 Capodaglio, Ruggero p. 136, 141, 144, 150, 151, Conti, Anita p. 134 Dezan, compagnia p. 155, 156 163 Corbino, Orso Mario p. 114, 208 Dezan, Enrico p. 158, 176, 179 Caponetti, Ferdinando p. 123 Cornuzio, Franco p. 132 Di Giovanni, Augusto p. 144 Caporiacco, Ludovico di p. 212 Corona, Romolo p. 149, 150 Di Landa, Dedèv p. 155, 156 Cappa, Innocenzo p. 220 Corra, Bruno p. 164, 174, 181 Diodà, Giulia Maria p. 165 Caputo, Andrea p. 136 Corselli, Rodolfo p. 219 Diodà, Riccardo p. 141 Carbone, Maria p. 173 Corsi, Rina p. 158 Disertori, Alfred p. 34 Cardini, Ada p. 151 Cortese, Valentina p. 238 Doglio, Federico p. 183 Carini, compagnia p. 131 Costa, Amedeo p. 237 Donadio, compagnia p. 161, 180 Carini, Laura p. 163 Credaro, Luigi p. 23, 24, 40, 107, 115 Donadio, Giulio p. 158 Carini, Luigi p. 151, 174, 181 Cristoforeanu, Florica p. 153 Donadio–Carli, compagnia p. 177 Carli, Laura p. 160, 164, 165, 171 Croce Rossa, filodrammatica della p. 175 Donaggio, Luciano p. 132 Carmi, Vera p. 179 Cucchetti, Gino p. 33 Donati, Maria p. 158, 159 Carné, Marcel p. 239 Cucchetti, Sascha Robb p. 34 Donek, Josef p. 34 Carpi, Giannino p. 173 Cunego, Egidio p. 125 Donini, Alberto p. 176 Carretto, Carlo p. 32 Curcio, Armando p. 174 Donizetti, Gaetano p. 123, 124, 134, 142, 150, Carro di Tespi p. 134, 149, 152, 184 Curini, Renata p. 123 181, 219 Casella–Bonuccci–Poltronieri, trio p. 145 Dopolavoro Aziendale Galtarossa, filodrammatica Castellani, Carla p. 175 Dal Monte (direttore d'orchestra) p. 124 Impero del p. 172 Castelvarco, Alisi di p. 221 Dal Monte, Toti p. 152 Dopolavoro di Bolzano, filodrammatica p. 132, Catalani, Alfredo p. 126, 147, 150 Dalla Rizza, Gilda p. 156, 157 133, 134, 138, 164 Cataldo, Gaspare p. 177 D'Annunzio, Gabriele p. 46, 130, 134, 164, 168 Dopolavoro Dipendenti Comunali di Bolzano, filo- Caviglia, Enrico p. 21 De Flaviis, Pio p. 155 drammatica p. 162 Cei, Pina p. 174 De Amicis, Edmondo p. 239 Dopolavoro Ferroviario di Bolzano, filodrammati- Celli–Betrone–Calabresi, compagnia p. 168 De Angelis, Carlo Maria p. 145 ca p. 127 Cellini, Gianna p. 166 De Benedetti, Aldo p. 149, 161, 163, 183 Dopolavoro Postelegrafico e Ferroviario di Bolzano, Centuria Lirica (Opera Balilla di Merano) p. 150 De Bernardi, Oreste p. 124 filodrammatica p. 133 Centuria Lirica del Comando Federale di Bolzano De Felice, Renzo p. 35, 41 Dopolavoro Postelegrafonico di Bolzano, filodram- p. 172 De Filippo, compagnia p. 168, 170, 171 matica Dante del p. 172 Centuria Lirica della G.I.L. p. 150 De Filippo, Edoardo p. 168 Dorna, Luigi p. 231 Cenzato, Giovanni p. 144, 181 De Filippo, Titina p. 171 Dragoni, Bruna p. 158 Cerlesi, Ennio p. 136 De Flers, Robert p. 181 Drégely, Gabriel p. 113 Ceschi, Lodovico (pseudonimo di Carlo Lodovici e De Franceschi, Enrico p. 132 Dreher, Konrad p. 118 Cesco Baseggio) p. 141, 143 De Franco, Olga p. 158 Dreyer, Max p. 177 Cevolotto, Giorgio p. 217, 219 De la Cerda, Philipp p. 117 Dughera, Ivan p. 41 Charvey, Robert p. 108 De Latraz, Jean p. 147 Dülfer, Martin p. 56, 61 Cherubini, Bruno p. 162 De Lorde, André p. 136, 145 Dumas, Alexandre (figlio) p. 44, 117, 129, 147, Chiarelli, Luigi p. 152, 165 De Lyses, Liliana p. 118 171, 174, 235 Chiarer, Rosa p. 46 De Marchi, Giuseppe p. 138 Duregger, famiglia p. 49 Chopin, Frédéric p. 144 De Matteis, Stefano p. 185 Duse, Eleonora p. 171 Cialente, Renato p. 168, 171 De Najac, Emile p. 44 Duval, Georges p. 117 Ciano, Galeazzo p. 157 De Sanctis, Alfredo p. 136, 168 Ciaph p. 129 De Scalzi, Lisy p. 134 E.I.A.R., orchestra p. 162 Ciapini, Gastone p. 152 De Sica, Vittorio p. 165 Eckhardt, Victor p. 115 Ciarlantini, Franco p. 219, 231 De Sica–Melnati–Rissone, compagnia p. 165, 237 Ederle, Carlo p. 43 Cileni, Regina p. 152 De Stefani, Alessandro p. 149, 151, 166, 174, 180 Ederle, Nino p. 139 Cimara, Luigi p. 155, 166, 177 Debussy, Claude-Achille p. 144 Eger, Rudolf p. 146 Cimara–Adani–Melnati, compagnia p. 151 Degli Azzoni Avogadro, Alteniero p. 153 Eichendorff, Josef Karl von p. 124 Cimara–Cellini–Pavese, compagnia p. 165 Del Cupolo, Federico p. 142, 143, 158 Eisler, Adolf p. 105, 117 Cimara–Maltagliati–Migliari, compagnia p. 174 Delius, Elisabeth p. 111 Eisterer, Klaus p. 41 Cimarosa, Domenico p. 143 Della Corte, Andrea p. 220 Engel, Alexander p. 105, 113 Civil, Paolo p. 142, 143 Della Porta, Giovan Battista p. 173 Engel, Georg p. 118 Clavarino, Alfredo p. 175, 181 Della Valle p. 231 Eorzi, Guglielmo p. 136 Clementi, Siglinde p. 41 Delle Donne, Giorgio p. 41 Erberspacher, Ermanno p. 175 Coda, Eraldo p. 142 Dellinger, Rudolph p. 44 Erdös, Bela p. 125 Colantuoni, Alberto p. 160 Dello Siesto, Andrea p. 155 Ermolli, Maria p. 157 Cole, Laurence p. 40 Del Monaco, Mario p. 179 Escribano, Isabella p. 135, 136 Collodi, Carlo p. 172 Deluggi, Heinz p. 104 Esperia, Esperani p. 141, 176, 180

305 136

Esposito, Assunta p. 41 Forzano, Giovacchino p. 133, 134, 136, 138, 157, Ghirardini, Emilio p. 139 Esprit Auber, Daniel François p. 43 163, 166, 167, 171, 180, 184 Giachetti, Cipriano p. 144 Eßmann, Gustav p. 117 Fournier, Napoléon p. 129 Giachetti, Fosco p. 239 Ettlinger, Richard p. 118 Fraccaroli, Arnaldo p. 141, 149, 177, 180 Giachetti, Gianfranco p. 139, 141, 144, 147 Exl, Anna p. 46, 117, 138, 139 Frangipane, Ettore p. 7, 9, 61, 231, 232 Giacometti, Paolo p. 120, 133 Exl, Ferdinand p. 28, 46, 110, 117, 138 Frank, Alfred p. 113, 117 Giacosa, Giuseppe p. 113, 131, 133 Exl-Bühne p. 28, 46, 110, 117, 138, 139 Frank, Lina p. 129 Gian, Capo p. 125, 141 Eyrl, Egon p. 41 Frass, Hermann p. 33 Giannini Chiantoni, Olga p. 127 Eysler, Edmund p. 136 Fratesi, Gino p. 173 Giannini, Ettore p. 174 Fratini, Giovanni p. 130, 134, 135, 181 Giannini, Guglielmo p. 141, 155, 158, 162, 165, Fabbri, Diego p. 180 Fredrani, Clara p. 181 171, 180, 181 Fabre, Emile p. 136 Fresac p. 118 Giarratana, Alfredo p. 231 Fabrizi, Aldo p. 239 Frey, Joe p. 157 Giesrau, Emilie p. 127 Falasca Zamponi, Simonetta p. 230, 231 Friedman, Ignaz p. 144, 145, 149, 184 Gigli, Renato p. 162 Falconi, Armando p. 150 Frischler, Hermann p. 124, 125 Giletta, Emanuele p. 144 Falconi, compagnia p. 158 Front-Varieté p. 105 Gilly, Friedrich p. 61 Falconi, Dino p. 151, 155, 158, 163, 172 Fuchs, Hans p. 129 Giorda, Marcello p. 155, 161, 166, 167 Falconi–Besozzi, compagnia p. 163 Fuhrich, Edda p. 183 Giorda–Cei, compagnia p. 180 Falena, Ugo p. 136 Führer, famiglia p. 19 Giordano, Ottavia p. 124 Falkenberg, Otto p. 124 Fulda, Ludwig p. 44, 108 Giordano, Umberto p. 123, 142, 153 Fall, Leo p. 108, 117, 124, 127 Fürth, Mimi p. 123 Giovacchini, Ulderico p. 226 Falti p. 147 Fußberg, Gustav p. 104 Giovanazzi, Giuseppe p. 126 Fantini, Pina p. 123 Giovani Filodrammatici del Dopolavoro di Bolza- Fantocci Lirici Salici, compagnia p. 130 G.U.F di Bolzano p. 175, 180, 185 no p. 172 Farinacci, Roberto p. 214, 231 G.U.F. di Trento p. 175 Girolami, Patrizia p. 184 Faustini, Gianni p. 41 Gabellino p. 179 Giuliani, Attilio p. 123 Favero, Mafalda p. 179 Gabloner, Herthilde (Maria Gardena) p. 237 Giuliano, Balbino p. 5, 228 Federico Guglielmo IV, d'Asburgo p. 61 Gabloner, Ignaz p. 237 Gnecco p. 157 Federzoni, Luigi p. 212 Gadotti, Adonide p. 183 Goethe, Johann Wolfgang p. 107, 110, 113, 220 Feinhals, Fritz p. 103, 111 Galbusera, Chiara p. 5, 7, 9, 46, 48, 62 Goetz, Curt p. 125 Fellner&Helmer p. 51, 57, 61 Galdieri, Michele p. 158, 159 Goldoni, Carlo p. 43, 123, 147, 158, 160, 161, 165, Fellner, Ferdinand p. 61 Galeffi, Carlo p. 166 171, 177, 180, 181, 182 Ferida, Luisa p. 238 Galli, Amleto p. 172 Gotta, Salvator p. 177, 179, 227 Fermi, Enrico p. 238 Galli, compagnia p. 174 Gounod, Charles p. 110, 142 Ferone, Emilio p. 139 Galli, Dina p. 157, 158, 163, 166, 167, 172, 174 Graf, Alexander p. 18, 40, 51, 52, 57, 61 Ferrandi, Mario p. 227 Gallina, Giacinto p. 141, 160, 168, 180 Graff von Ehrenfeld, Johann p. 42 Ferrari, famiglia p. 19 Gallo, Gustavo p. 166 Gragnon p. 147 Ferrari, Guido p. 133 Gallone, Carmine p. 236, 239 Gramatica, Emma p. 126, 127, 129, 166, 167, 177, Ferrari, Mario p. 174 Gandosio, Nino p. 157 183 Ferrari, Paolo p. 166 Gandusio, Antonio p. 155, 174 Gramatica–Ruggeri, compagnia p. 166 Ferrati, Sarah p. 163, 181 Garrick, Sidney p. 117 Granda, Alessandro p. 149, 150 Ferrero, Ernesto p. 136 Garuti, Giuseppe p. 134 Grani, Lyana p. 172, 175, 179, 181 Ferruato, Michele p. 158 Gatti, Cianci p. 175, 185 Granichstaedten, Bruno p. 118 Ferry, Lotte p. 129 Gaudiosa (La), compagnia p. 147, 157, 164 Graziosi, Gina p. 166 Festi, Roberto p. 4, 7, 9, 46, 48, 62 Gauters p. 138 Grieg, Theodor p. 127 Filippeschi, Mario p. 181 Gavault, Paul p. 108 Griffit, Carmen p. 236 Filodrammatica del Dopolavoro aziendale Società Gebhardt, Alfred p. 107, 108, 110 Grillparzer, Franz p. 105, 106, 108, 113, 121 Cattolica di Verona p. 172 Gemelli, Agostino p. 228 Grimm, Jacob p. 117 Filodrammatica Littorio del Dopolavoro provinciale Gémier, Firmian p. 184 Grimm, Wilhelm p. 117 di Trento p. 172 Gemito, Vincenzo p. 164, 220 Gruber, Franz p. 114 Filodrammatica Vittoria del Combattenti di Generali, Pietro p. 43 Guadagnini, Giuseppe p. 23 Bressanone p. 172 Genina, Augusto p. 236 Guazzoni, Enrico p. 237 Fineschi, Armando p. 158, 159 Gennai, Leopoldo p. 153 Guerrierio, Augusto p. 23 Fineschi–Donati, compagnia p. 158, 171 Gentile, Emilio p. 228, 230, 231 Guggeri, Ester p. 142 Fineschi–Osiris–Donati, compagnia p. 158 Gentile, Giovanni p. Guicciardi, Vincenzo p. 149, 153 Fiore, Giuseppe p. 132 Géraldy, Paul p. 171 Guidi Di Bagno, F. p. 162 Fiorio Tettoni, Eugenia p. 134 Gerasch, Alfred p. 108 Guidi, Guido p. 162, 175 Fischer von Erlach, Johann Bernhard p. 57 Germani, Giovanni p. 237 Guitry, Sacha p. 161 Fissner, quartetto p. 45 Geyer, Siegfried p. 131 Fleischmann, Gerald p. 41 Gherardi Del Testa, Tommaso p. 166 Hach, Elisabeth p. 117 Fodor, László p. 155, 158 Gherardi, Gherardo p. 147, 165, 166, 171, 172, Halasz, Enrico p. 161 Fornari, Rita p. 162 179, 183, 237 Halbe, Max p. 110, 117, 127 Fort, Luigi p. 172 Ghidetti, Enrico p. 184 Hardtmuth, Paul p. 119, 120

306 123

Hardy, Oliver p. 235 Kofler, Alois p. 26, 104, 105 Lustig-Prean, Karl p. 126 Hartungen, Christoph (von) p. 40, 183 Kollo, Walter p. 118 Hauptmann, Gerhart p. 105, 108, 110, 115, 117, Komle, Anton p. 45 Maddalena, compagnia p. 174 121, 132 Koppel-Ellfeld, Franz p. 105 Maderer, Hans p. 138 Hebbel, Friedrich p. 180 Körner, Axel p. 40 Maeterlinck, Maurice p. 44, 123 Heilmann, Jacob p. 54, 62 Körner, Hermine p. 117 Magni, Eva p. 151, 171 Heilmann, Ida p. 54, 62 Kotzebue, August von p. 124 Majeroni, Achille p. 130, 134 Heine, Albert p. 121 Kowalewsky, compagnia p. 129, 130, 131, 132, Malfatti, Paolo p. 172 Helbig, Henry p. 51, 57, 61 136, 144 Malfertheiner, famiglia p. 19 Hellweger, Hermann p. 104 Kramer, Gorni p. 174 Malipiero, Giovanni p. 147, 175 Helmer, Herman p. 61 Kraus, Carl p. 231 Maltagliati, Evi p. 151, 168 Helwig, Paul p. 44 Krausz, Rudolf p. 51, 57, 61 Maltagliati–Cimara–Ninchi, compgnia p. 171 Hennequin, Charles Maurice p. 117, 177 Kronau, Alfred p. 23, 118, 119, 120, 121 Malten, Maximilian p. 44 Herczeg, Ferenc p. 106, 168, 170, 171 Kröss, Rafael p. 233 Mancini p. 179 Herder, Johann Gottfried p. 18, 40 Kunneke, Eduard p. 110, 120 Mandrini, Eugenio p. 124 Herzer, Ludwig p. 118 Kuprian, Hermann p. 183 Mangini (pseud. di Mario Mangini) p. 171, 172 Hitler, Adolf p. 24, 29, 34, 35, 162, 220 Kurhaus di Merano, orchestra del p. 172 Manna, Valeria p. 126 Hoeniger, Karl Theodor p. 4, 41, 46 Kürschner, Wilhelm p. 5, 16, 49, 61, 74 Mannaus, Leo p. 131 Hofer, Andreas p. 17, 20, 46, 221, 233 Kußperg, Gustav p. 113 Männergesangverein p. 104 Höfer, Emil p. 117 Manzari, Nicola p. 177, 180 Hofer, Gottfried p. 33 La Rosa Parodi, Armando p. 162 Marcelli, Ennio p. 41 Hoffmann, Josef p. 54 L’Arronge, Adolph p. 117, 118 Marchesani, Luigi p. 43 Hoffmannsthal, Hugo von p. 111 Lagerlof, Selma p. 235 Marchionne, Arnaldo p. 162 Hold, Richard p. 117 Laitenpergher, Franco p. 46 Marconi, Guglielmo p. 228 Holtz, Annemarie p. 142 Landi, Bruno p. 132 Maresca, compagnia p. 161 Honegger, Arthur p. 160 Landi, Stefano p. 166, 180 Marescalchi, Arturo p. 229 Horst, Julius p. 113 Laska, Julius p. 61 Mari, Febo p. 126, 127 Hubl, Paul p. 106 Lattuada, Emma p. 134 Marinetti, Filippo Tommaso p. 220, 221, 231 Laurel, Stan p. 235 Marinuzzi, Gino p. 160, 161, 162 Ibsen, compagnia p. 46 Laurino, re p. 17 Marpicati, Arturo p. 218 Ibsen, Henrik p. 46, 111, 114, 121, 125, 126, 127, Lechner, Stefan p. 40 Martelli, Alessandro p. 132 129, 151, 171, 174, 177 Lehár, Franz p. 106, 108, 111, 118, 123, 125, 127, Martens, Ernst p. 141 Illica, Luigi p. 113 129, 132, 136, 147, 155, 157, 158, 164, 174, 175, Martinelli, Ferruccio p. 166, 172 Imperiale, compagnia p. 236 179 Martini, Fausto Maria p. 172 Inghilleri, Giovanni p. 181 Lelli, Renato p. 166, 179 Martoglio, Nino p. 158 Innerhofer, Franz p. 23 Lengyel, Melchior p. 121 Marziali, Giambattista p. 29, 228 Ippolito, Lamberto p. 41 Leonardi, Andrea p. 40 Mascagni, Mario p. 26, 132, 134, 135, 138, 139, Irschara, Josef p. 45 Leoncavallo, Ruggero p. 113, 125, 152 142, 143, 150, 173, 174, 183, 184, 220 Isaplio, compagnia p. 132 Leopardi, Luigi p. 46 Mascagni, Pietro p. 26, 113, 130, 134, 142, 143, Isnenghi, Mario p. 230 Leroux, Gaston p. 144 144, 150, 152, 172, 183 Lessing, Gotthold Ephraim p. 104 Masi, Rossana p. 166 Jentsch, Franz p. 127, 129 Letico p. 174 Masini, Guerrino p. 175 Jessel, Leon p. 121 Libera, Adalberto p. 226 Masini, Mario p. 120, 121 Jolson, Al p. 237 Limongelli, Alfonso p. 129, 130 Massenet, Jules p. 144, 220 Jones, Sidney p. 119, 158 Linchi, Giorgio p. 179 Mastromattei, Giuseppe p. 28, 29, 30, 164, 215 Josset, André p. 162 Littmann, Max p. 18, 19, 40, 43, 46, 48, 49, 50, Matarazzo, Raffaello p. 174 51, 52, 54, 55, 56, 57, 61, 62, 74, 102 Mattioli, Mario p. 238 Kadelburg, Gustav p. 104, 108, 114 Locatelli, Pietro Antonio p. 160 Mayr, Peter p. 17, 40 Kálmán, Emmerich p. 108, 113, 119, 120, 121, Lodovici, Carlo p. 141, 143, 149, 165 Mazza, Cesare p. 46 123, 125, 127, 129, 131, 132, 136, 147, 156, 157 Loibner, Rosy p. 117 Mazzolotti, Piero p. 166, 174 Kaps, Arturo p. 173 Lojacono, Luigi p. 219 Meggendorfer, Lothar p. 136 Kaps–Joham, compagnia p. 173 Lombardo, Carlo p. 119, 123, 155, 156, 157, 168, Meinhardt, Frieda von p. 44 Kerschbaumer, famiglia p. 19 174, 175, 179 Meininger compagnia p. 110 Kinsele, famiglia p. 19 Lonsdale, Frederick p. 164, 165, 237 Meißl, Josef p. 103 Kleist, Heinrich von p. 104 Lopez, Sabatino p. 131, 155, 160 Melato, Maria p. 176 Klenze, Leo von p. 54, 56, 61 Lorenzotti, Achille p. 172 Melis, Carmen p. 130, 131, 183 Klitsch, Wilhelm p. 108, 113, 126, 127 Lortzing, Gustav Albert p. 111, 114 Melnati, Umberto p. 165 Kluss, Rea p. 124 Lothar, Rudolf p. 117 Menichelli, Dora p. 161 Kneidinger, Karl p. 105 Lucon, Arturo p. 157 Menzies, Norman p. 166 Knepler, Paul p. 117 Ludo, Philipp p. 129 Mercuriali, Bianca p. 173 Koch, famiglia p. 19 Ludovico I, re di Baviera p. 61 Merli, Chiara p. 183 Köck, Eduard p. 138 Ludwig, Franz p. 138 Merli, Francesco p. 157, 172 Koczalski, Raoul p. 45 Lun, famigliav p. 19 Merlini, Elsa p. 168, 170

307 Merlo, Marisa p. 153 Ney, Lona p. 105 Pellegrini, Osvaldo p. 126 Meyer-Förster, Wilhelm p. 108 Niccodemi, Dario p. 120, 121, 123, 125, 126, 127, Pepöck, August p. 111, 114 Mezzetti, Albano p. 123 138, 139, 151, 166, 176, 181, 183 Perard-Theissen, Luise p. 111, 113 Micheluzzi, Amalia p. 152 Ninchi, Carlo p. 146, 162 Perasso, Giovanni Battista p. 231 Micheluzzi, Carlo p. 141, 160, 165, 168, 168, 177, Noto, Giuseppe p. 152, 153 Perathoner, Jiulius p. 12, 14, 15, 16, 17, 18, 22, 180, 182 Novelli Ermete, filodrammatica p. 123 23, 28, 40, 48, 49, 51, 57, 61, 74, 75, 104, 111, 114, Micheluzzi, Leo p. 177 Nucci, Giuseppe p. 175 115, 118, 119, 216 Migliari, Arnoldo p. 155, 161, 174 Nuni p. 166 Perez, Giovanni p. 185 Millöcker, Karl p. 110, 117 Perini, Olga p. 126 Minghetti, Angelo p. 150 O’Neill, Eugene p. 173 Perrelli, Pier Vincenzo p. 158 Miori, Fabrizio p. 41, 185 Offenbach, Jacques p. 108, 144 Persichetti, Salvatore p. 125 Miori, Luciano p. 5, 28, 30, 32, 41, 237 Ohmann, Friedrich p. 57 Pesero, Ilva p. 214 Mirbeau, Octave p. 121 Ohnet, Georges p. 44 Peter, Adolf p. 5, 17, 46, 57, 231 Mitterhofer, Bettina p. 40 Olivieri, Loreto p. 46 Petri, Rolf p. 7, 9, 12, 40, 41, 61 Moisand, Jeanne p. 40 Onestinghel, Luigi p. 46 Petroni, Leo p. 123, 132, 133 Moissi, Alexander p. 126, 150, 151, 184 Oneto, Aldo p. 134 Petrucci, Antonella p. 181 Molière, Jean-Baptiste p. 104, 124 Original-Tegernseer, compagnia p. 44 Petry-Amiel, Monique p. 171 Molinari, Bernardino p. 163 Orioli, Vittorio p. 237 Pettinelli, Amilcare p. 149, 152 Molinari, Enrico p. 158 Orsini, Lidia p. 123 Pezza, Michele p. 43 Moll, Menta p. 131 Osiris, Wanda p. 158, 159 Pfeuffer, Ludwig p. 110, 183 Molnár, Ferenc p. 106, 107, 117, 120, 129, 145 Ottai, Antonella p. 184 Piacentini, Marcello p. 37, 226, 227, 231 Mongelli, Andrea p. 135, 136 Ottoni, Sandro p. 185 Piccaluga, Nino p. 142, 152 Montel, Rainald p. 46 Oxilia, Nino p. 138, 162 Piccioli, Giuseppe p. 133 Monti, Hilde p. 162 Piccoli, Leo p. 142 Morelli, Carlo p. 131 Paci, Leone p. 173 Pietri, Giuseppe p. 119, 156, 175, 179 Morelli, Rina p. 132, 151 Padovani, Alfredo p. 143 Pigni, Renzo p. 173 Morello, Peter p. 231 Pagliaro, Paolo p. 41 Pilotto, Camillo p. 133 Morisi, Guido p. 157 Pagliarini, Maria Pia p. 125 Pilotto, Libero p. 133, 168, 180, Morre, Karl p. 46 Pagliughi, Lina p. 139, 162, 179 Pinelli, Tullio p. 180 Morton, Michael p. 144 Pagnani, Anna p. 161 Piombo, Luigi p. 237 Morucchio, Umberto p. 173 Pagnol, Marcel p. 136, 141 Pirandello, Luigi p. 126, 127, 130, 133, 146, 155, Mosse, George L. p. 230 Pais, Giuseppe p. 126 160, 166, 174, 183 Mossino, Roberto p. 25 Palla, Konrad p. 41 Pircher, Gerd p. 40 Mozart, Wolfgang Amadeus p. 111, 144, 162 Palmarini, Uberto p. 136, 141, 151 Piroddi, Elio p. 231 Mühlberger, Karl p. 103 Palmarini, compagnia p. 136 Pistoia, duchessa di p. 155, 172, 216 Müller, Hans p. 120 Palmer, Daniela p. 101 Pistoia, duchi di p. 209, 210, 217, 218, 227, 236 Müller, Michael G. p. 40 Palmer, Daniela, compagnia p. 176 Pivani, Italo p. 173 Müller-Schiller, Tony p. 127 Palmer, Kiki p. 155 Planquette, Robert p. 121 Mumelter, famiglia p. 19 Palmer, Kiki, compagnia p. 155, 176 Plattner, Josef C. p. 46 Münchner Kammerspiele p. 124 Palmieri, Eugenio Ferdinando p. 171 Plauto, Tito Maccio p. 166 Münchner Künstler p. 117, 118 Pan-Patan p. 235 Pock, Franz Anton p. 42 Münchner Opern p. 110, 111 Paoli, Lina p. 171 Podestà, Giuseppe p. 144, 147, 152, 172 Mura, Angela p. 3, 4, 5, 7, 9, 41, 61, 74, 204 Parenti, Mario p. 124, 125, 162, 166, 175 Pohl, Julius p. 110 Murolo, Ernesto p. 173 Parenti, Rino p. 179 Pola, Helene p. 113 Murri, Enzo p. 183 Parisi, Bice p. 149 Pola, Isa p. 113, 124 Musco, Angelo p. 155, 157 Parker, Louis Napoléon p. 131 Poli Randaccio, Tina p. 134, 173 Musikverein p. 21, 26, 104 Parmeggiani, Ettore p. 142 Poli, Afro p. 134, 173 Mussolini, Arnaldo p. 219 Parsch, Rudolf p. 33 Polimadei, Paolo p. 41 Mussolini, Benito p. 23, 136, 143, 162, 166, 184, Pasquali, Tito p. 237 Pollicino, Salvatore p. 124 211, 218, 219, 220, 231, 238, 239 Passalacqua, Vittorio p. 179 Pollini, Gino p. 226 Mussolini, Vittorio (alias Tito Silvio Mursino) Paternò, Tina p. 136, 144, Poltronieri, Alberto p. 133 p. 239 Paternò–Cerlesi, compagnia p. 136 Poltronieri, quartetto p. 133 Muzio, Giovanni p. 226, 227 Patti, Giovanni p. 123 Pombeni, Paolo p. 40 Paulsen, Max p. 115, 118 Ponchielli, Amilcare p. 149 Nadrage, Richard p. 105 Pavan, Elena p. 135 Popoff, Sascha p. 123 Navarrini, Nuto p. 166, 167, 172, 180 Pavese, Luigi p. 166, 177 Porelli, Giuseppe p. 173 Nedball, Oskar p. 121 Pavese, Nino p. 177 Possenti, Eligio p. 171, 176, 177, 180 Neglia, Giulio p. 155 Pavolini, Corrado p. 174 Praga, Marco p. 136, 181 Negrelli, Maria p. 162 Pazzagli, Amedeo p. 228 Prampaloni, Enrico p. 166 Negroni, Baldassarre p. 235 Pecori Giraldi, Guglielmo p. 22, 24, 105, 107 Preziosi, Giovanni p. 24, 208 Nelli (pseud. di Francesco Cipriani Marinelli) p. Pedrazzi, Orazio p. 219, 231 Primavera, Nanda p. 156 171 Pedroni, Gina p. 134, 135, 184 Primo Reggimento tirolese dei Kaiserjäger p. 103, Neumann, Günter p. 44 Pedullà, Gianfranco p. 183, 184, 185 104

308 Princip, Gavrilo p. 19 Rossi Morelli, Luigi p. 134 Scuderi, Sara p. 150, 166, 167 Principe, Remy p. 136 Rossi, Cesarina p. 123 Seberich, Rainer p. 41 Proclemer, Anna p. 179, 180 Rossi, Gaetano p. 43 Secondo Reggimento tirolese dei Kaiserjäger p. 45 Prossnitz, Gisela p. 183 Rossi, Rodolfo p. 123 Seglin, Margherita p. 160, 165 Puccini, Giacomo p. 113, 123, 124, 130, 134, 142, Rossini, Gioachino p. 124, 150, 162 Seidl, compagnia p. 46 150, 157, 162, 219 Rosso di San Secondo, Pier Maria p. 152, 171 Seidl, Gabriel p. 62 Pugliese, Sergio p. 152, 177, 183 Rossow, Ida p. 126 Seidl, Josef p. 104, 107 Puppa, Paolo p. 183, 184 Rota, Alessandro p. 135, 136 Selvatico, Riccardo p. 171 Rovetta, Gerolamo p. 121, 155, 164, 172, 179, 180 Semper, Gottfried p. 56 Quartetto Pro Arte p. 133 Rub, Marianne p. 115, 118 Sentieri, Alessandro p. 46 Quercia, compagnia p. 146 Rubel, Emil p. 104 Serra, Giovanni p. 126 Ruffini, Sandro p. 131, 134 Sette, Mario p. 149 Rabbiosi, Giuseppe p. 237 Ruggeri, compagnia p. 160 Shakespeare, William p. 44, 104, 108, 113, 124, Raggio, Enrico p. 155 Ruggeri, Ruggero p. 124, 155, 160, 161, 166, 167, 148, 149, 151 Rainer, Viktor p. 45 168 Shaw, George Bernhard p. 105, 117, 126, 127, 181 Rambeau p. 146 Ruggeri, Telemaco p. 235 Sibelius, Jean p. 160 Ramini, Adolfo p. 32 Russka, Ida p. 132 Sieyès, Abbé de p. 18, 40 Randone, Salvo p. 166, 168, 171, 173, 176, 180 Russo Giusti, Antonio p. 157 Sigalla, Livia p. 149 Ranzato, Virgilio p. 147, 156, 174 Siletti–Cei–Baghetti–Bettarini p. 177 Rasa, Lina Bruna p. 152, 153, 157, 172 Sachs, Hans p. 104 Simeoner, Archangelus p. 43, 46 Rasera, Fabrizio p. 40 Sainati, Alfredo p. 145, 184 Simoneschi, Carlo p. 133 Rasim, Alexandra p. 117 Sainati, compagnia p. 145, 146 Simoneschi, Lydia p. 133 Rauchenegger, Benno p. 118, 136 Salsa, Carlo p. 281 Simoni, Renato p. 5, 166 Rayski, Ferdinand Ludwig, von p. 46 Salten, Felix p. 105 Smereker, Erna p. 105 Reali, Antenore p. 142, 150 Salter, Karla p. 117 Soesman, J. F. p. 118 Reggiani, Hilda p. 150 Salvatici, Silvia p. 40 Sofisti, Leopoldo p. 41 Reggio, Emilio p. 136 Salvini, Alessandro p. 127 Solari, Cristy p. 152, 153 Regis, Rina p. 155 Salvini, Gustavo, compagnia p. 129 Solbelli, Olga p. 171 Regny, Paolo Vinassa de p. 212 Sammarco, Lina p. 162 Sorba, Carlotta p. 40 Reich Dörich, Finni p. 113 Sander, Marianne p. 131 Sordi, Alberto p. 238 Reinhardt, Max p. 108, 117, 151, 183 Sanguanini, Bruno p. 183 Sottsass, Ettore senior p. 226 Renaissance Bühne p. 118 Santa Cecilia, orchestra p. 136, 163 Sowilski, Marzell p. 107, 108, 110, 111, 113 Renzi, Emilio p. 181 Santagostino, Filippo p. 134 Spontini, Gaspare p. 162 Respighi, Ottorino p. 163 Saraceni, Adelaide p. 139 Stabile di Merano, orchestra p. 164 Rettore, Aurora p. 143 Sardou, Victorien p. 44, 121, 176 Stabile Fiorentina, orchestra p. 162 Reuble, Maja p. 117 Sarment, Jan p. 141 Staffler, famiglia p. 19 Ricci, Renato p. 218 Saßmann, Hans p. 105 Starace, Achille p. 214 Ricci, Renzo p. 150, 151, 163, 164, 168, 174 Scaccia, Mario p. 183 Stärk, Ludwig p. 105 Ricci, Umberto p. 183 Scacciati, Bianca p. 153 Steiner, Mizzi p. 110 Ricci–Adani, compagnia p. 163 Scandal Show, compagnia p. 158 Steininger, Rolf p. 41 Ricci–Carini, compagnia p. 151 Scarpello p. 179 Steinrück, Albert p. 124 Riccioli, Guido p. 156, 157 Scelzo, Filippo p. 155, 177 Steinschneider, Anny p. 113 Riccioli–Primavera, compagnia p. 156 Scena Gaia, compagnia p. 123 Stern, Emil p. 114 Ridley, Arnold p. 145 Schanzer, Rudolph p. 131 Steurer, Leopold p. 41 Riedl, Franz Hieronymus p. 41 Scharwenka, Franz p. 117 Stival, Giulio p. 157, 162 Riemann, Gottfried p. 61 Schich, Wilhelm p. 110 Stolz, Robert p. 113, 124, 125, 129 Righelli, Gennaro p. 238 Schill, Ferdinand von p. 233 Stoppa, Paolo p. 151, 163, 181 Rigon, Annalisa p. 239 Schiller, Friedrich p. 44, 104, 106, 108, 119, 121 Straus, Oscar p. 121, 131 Ripp (pseud. di Luigi Miaglia) p. 162 Schilling, Elsa p. 118 Strauss, Johann (figlio) p. 44, 103, 106, 107, 113, Rizzini, Felice p. 231 Schinkel, Karl Friedrich p. 54, 56, 61, 62 120, 121, 124, 125, 129, 133, 136, 183 Rocca, Corrado p. 168 Schippel, Emil p. 111 Strauss, Johann, orchestra p. 133 Rocca, Gino p. 129, 141, 143, 155, 171, 184 Schliersee, compagnia p. 136 Strauss, Richard p. 162 Roccabella, Carmen p. 132 Schneider, Elmar p. 40, 183 Strehl, Willy p. 117 Roha, Kathi p. 113 Schnitzler, Arthur p. 44, 104, 108, 127 Strehler, Giorgio p. 183 Romeo, Carlo p. 24, 40, 41 Schönherr, Karl p. 46, 103, 110, 125, 138, 139, Strindberg, August p. 110, 117, 124, 125 Romualdi, Giuseppe p. 158 177, 183 Strong, Augustin p. 173, 180 Rosani, Tiziano p. 185 Schönthan, Franz p. 44, 104, 105, 114, 115, 121, Stuppner, Hubert p. 40, 41, 46, 183, 184 Rosar, Annie p. 108 124, 127, 174 Sturmegger, Valentin p. 233 Roses, compagnia p. 166, 174, 175, 179 Schönthan, Paul p. 115, 121, 174 Sudermann, Hermann p. 104, 106, 107, 114, 121, Rosi, Pirro p. 219 Schubert, Franz p. 108, 125, 157, 220 125, 127, 146, 168, 176 Rossato, Arturo p. 125, 141, 177 Schumacher, famiglia p. 19 Sullivan, Louis Henry p. 57 Rosselli, Amelia p. 120 Schwarz, Mimi p. 78, 127 Suppé, Franz, von p. 44, 106, 108, 132, 179 Rossem, C. P. van p. 118 Scribe, Eugene p. 179 Surinach, Erna p. 124

309 Swoboda, Walter p. 129 Valori, Gino p. 157, 179 Zabum, compagnia p. 136 Van de Velde, Henry p. 57 Zacconi, Ermete p. 150, 155, 168 Taccani, Giuseppe p. 134, 136 Vanni, Alfredo p. 157, 161 Zadra, Paolo p. 41 Talmadge, Norma p. 235 Vanni–Romigioli–Gennari, compagnia p. 168, 171 Zago, Luigi p. 226 Taranto, Nino p. 171 Varaldo, Alessandro p. 160 Zambaldi, Silviov p. 172 Tazzoli, Tullio p. 219 Varelli, Alfredo p. 173 Zambiasi, Ernesto p. 126 Teatro Civico, compagnia del p. 221, 230 Vario, Alberto p. 162 Zamboni, Maria p. 142 Teatro Comico Veneziano, compagnia p. 168 Varrone, Marco Terenzio p. 230 Zandonai, Riccardo p. 142, 143, 163, 235 Teatro del G.U.F., compagnia p. 180 Veber, Pierre p. 162, 163 Zanuso, Marco p. 58 Teatro di Venezia, compagnia p. 147, 160, 165, Veiller, Bayard p. 131 Zapolska, Gabriela p. 118 177, 180, 181 Veneri, Hans p. 40 Zareschi, Elena p. 171 Teatro Eliseo, compagnia p. 181 Veneziani, Carlo p. 133, 158, 162, 163, 172, 174 Zawaska, Stani p. 132, 136, 143 Teatro Moderno, compagnia p. 162 Venturani, Marcello p. 175 Zeller, Karl p. 110 Teatro Odeon, compagnia p. 181 Verdi, Giuseppe p. 7, 9, 32, 40, 41, 46, 102, 103, Zeni, Domenico p. 43 Teatro Veneto, compagnia p. 168 114, 123, 124, 136, 138, 149, 150, 160, 161, 162, Zipperle, Hans p. 104 Tego, Arrigo p. 124 163, 164, 167, 168, 174, 175, 179, 180, 181, 185, Zoeggeler, Oswald p. 41 Tempesti, Giulio p. 133 215, 219, 220, 232, 234, 237, 238, 239 Zoli, Giulio p. 123 Tengler, Georg p. 40 Vereinskapelle di Bolzano p. 45, 46 Zorzi, Guglielmo p. 161 Teodorico, re p. 17 Verneuil, Louis p. 125, 151, 163 Terhoeven, Petra p. 230, 231 Viarisio, Enrico p. 173 Tesar, Mitzi p. 136 Victora, Josef p. 120, 121, 123 Tess, Giulia p. 158 Vierkowsky, Käthe p. 113 Tessari, Roberto p. 158 Vierna, Lucie p. 44 Testoni, Alfredo p. 133, 134, 152, 165, 180, 181 Vignati, Giacomo p. 46 Tettoni, Wanda p. 134 Villa, Roberto p. 180 Thamm, Max Ernst p. 104, 107, 110, 113, 132 Villani, Renata p. 150 Thiersch, Friedrich p. 62 Vinnicenko, Vladimir p. 129 Thiesse, Anne Marie p. 40 Viola, Giulio Cesare p. 168, 170, 171, 177, 180, Thimig, Hugo p. 115, 116 183, 227 Thomas, Brandon p. 117 Visintin, Maurizio p. 41 Thuille, Ludwig p. 107, 145, 183 Vitaliani, Italia p. 136, 138 Thurnher, Eugen p. 46 Vittadini, Franco p. 175 Thurner. Leophold p. 108 Vogelweide, Walther von der p. 17, 33 Tieri, Vincenzo p. 161, 166, 174, 176 Volkmar, Grete p. 121 Tincani, Giulio p. 123 Volonghi, Lina p. 173, 176, 180 Toldi, Patrizia p. 142 Tolomei, Ettore p. 22, 24, 33, 34, 41, 105, 107, Wagner, Erika von p. 105, 107, 111, 113, 142, 162 130, 208, 221, 226, 230, 231 Wagner, Richard p. 55, 104, 111 Tolstoj, Lev p. 151, 237 Waldmüller, Wilhelm p. 45 Tonini, Giuliano p. 183 Warbetz, Willy p. 117 Torelli, Achille p. 176 Weber, Beda p. 43, 46, 177 Torres, Giuseppe o Duilio p. 231 Wedekind, Franz p. 105, 127 Torri, Mario p. 138 Weisbach, Karl Robert p. 62 Torrieri, Diana p. 173 Weitz, Ernst p. 183 Tosi, Eugenio p. 236 Welisch, Ernst p. 131 Transvarietà, compagnia p. 157 Wengersky, Anton p. 131 Traubert, Trude p. 117 Werginz, Rosy p. 113, 117, 136 Traverso, Giuseppe p. 130, 138 Wesselowski, Alessandro p. 144, 146, 153 Trenker, Luis p. 233 Wiener Bühnenkünstler, compagnia p. 117 Tricerri–Becci–Betramo–Ruffini, compagnia Wiener Künstler Operetten, compagnia p. 117 p. 131, 134 Wilde, Oscar p. 171, 174 Trio Rosè p. 133 Wildgans, Anton p. 108, 113, 121 Tvermoes, Ruth p. 125 Willhardt, Franz p. 46 Wohlgemuth, Else p. 121, 122, 123 Überegger, Oswald p. 40 Wohlmut, Alois p. 113 Uccello Azzurrio compagnia p. 150 Woiwode, Lina p. 108, 113 Userini, Alfred p. 127 Wolf, Berthold p. 54 Uttde, Marta p. 123 Wolf, Georg Jacob p. 45, 61 Wolff, Hans p. 111 Vacchieri, Arnaldo p. 177 Wolff, Menta p. 127 Valenti, Osvaldo p. 238, 239 Wolf-Ferrari, Ermanno p. 158 Valisi, Antonio p. 133 Valli, Alida p. 239 York, Robert p. 111, 113

310 Indice delle opere citate Balconi sul Canal Grande (I) p. 180, 181 Cavalleria rusticana p. 26, 113, 130, 143, 152, 172 Balilla sciatori p. 138 Cavallino Bianco (Al) p. 105, 113, 114, 142, 144 Si riportano i titoli degli spettacoli citati nei saggi. Ball im Savoy (Ballo al Savoy) p. 144 Cavallo di Troia (Il) p. 144 Sono esclusi i titoli delle opere comprese nella Ballo al Savoy p. 144 Cena delle beffe (La) p. 132, 138, 163 cronologia in appendice. Ballo in maschera p. 138, 153 Cesare p. 166, 167 Bambini (I) p. 117 Charleys Tante, (La zia di Carlo) p. 117 A te voglio tornar p. 156 Bambini ci guardano (I) (film) p. 237 Chi mi ha ucciso? p. 155 Acqua cheta p. 119, 156, 175 Bandiera Gialla (film) p. 238 Chi sa il gioco non l’insegni p. 172 Addio a tutto questo p. 164 Barbiere di Siviglia p. 124, 132, 139, 143, 175 Ci penso io! p. 174 Addio giovinezza p. 138, 162 Battaglia di farfalle p. 104 Cigno (Il) p. 120 Addio Kira (film) p. 239 Battaglia di Legnano (La) p. 164, 175 Ciliegio (Il) p. 185 Adieu Mimi p. 129 Bauerndoktor (Der) p. 46 Cin-ci-là p. 147, 174 Affare Kubynsky (L') p. 155 Baumeister Solness, (Il costruttore Solness) p. 46 Cintia p. 173 Affari sono affari (Gli) p. 121 Beffardo (Il) p. 133 Città morta (La) p. 46 Agli ordini della duchessa! p. 118 Beiden Klingsberg (Die) p. 124 Clo Clo p. 127 Aida p. 132, 143 Bella avventura (La) p. 181 Colonnella (La) p. 174 Aigrette p. 176 Bella Galatea (La) p. 44, 106 Colonnello Brìdau (Il) p. 136 Al di sopra delle nostre forze p. 44 Berretto a sonagli (Il) p. 133 Come le foglie p. 131 Al telefono p. 145 Bettelstudent (Der), (Lo studente povero) p. 110 Come prima, meglio di prima p. 155, 168 Alba, il giorno e la notte (L') p. 121, 125 Bicchier d’acqua (Un) p. 179 Come tu mi vuoi (Eindringling) (Der), (L'inclusa) Alibi p. 144 Bimbo così (Un) p. 158 p. 174 All’insegna delle sorelle Kadar p. 166 Bisbetica domata (La) p. 108 Come vi piace p. 113, 124 Alla moda p. 172 Blaue Maus (Die), (Il topo blu) p. 113 Con gli uomini non si scherza p. 166, 168 Alla prova p. 165, 237 Blaufuchs, (La volpe azzurra) p. 106 Concerto (Il) p. 106 Alleluja p. 136 Blitzmädel (Ein) p. 117 Conchiglia p. 177 Altalena (L') p. 160 Blume von Hawaii (Die), (Il fiore delle Hawaii) Confessione (La) p. 117 Alt-Heidelberg p. 108 p. 142, 144 Congiura dei Pazzi (La) (film) p. 238 Alt-Wien, (Vecchia Vienna) p. 114 Boccaccio p. 108, 175, 179, 238 Contadino allegro (Il) p. 127, 129 Amante in trappola (L') p. 172 Bohème p. 123, 138, 184 Contadino spergiuro (Il) p. 110 Amanti impossibili (Gli) p. 129, 155 Brocca rotta (La) p. 104 Conte Aquila (Il) p. 155 Amici di gioventù p. 108 Brüderlein fein, (Piccolo fratellino) p. 124 Conte di Brechard (Il) p. 180 Amleto p. 108, 151 Bugiarda (La) p. 174 Conte di Lussemburgo (Il) p. 106, 111, 125, 175 Amor sincero p. 179 Bugiardo (Il) p. 160, 161, 180 Conte di Montecristo (Il) p. 147 Amore dei tre re p. 132 Bundeslied p. 104 Contessa ballerina (La) p. 129 Amore di zingaro p. 108 Buon nome (Il) p. 108 Contessa Mariza (La) p. 129, 132 Amore p. 121 Burbero benefico (Il) p. 177, 181, 182 Contessina Julie (La) p. 125 Amore senza stima p. 166 Cortometraggio d’amore p. 180 Amoretto p. 44, 104, 108, 127 Cabiria (film) p. 233 Cosa di carne (Una) p. 171 Amphitryon, (Anfitrione) p. 124 Cadavere vivente (Il) p. 151 Così è (se vi pare) p. 166 Andrea Chénier p. 123, 142, 172 Campana sommersa (La) p. 105 Costruttore Solness (Il) p. 46 Anfitrione p. 124 Campane di Corneville (Le) p. 121 Csárdásfürstin (Die), (La principessa della Czarda) Anima allegra p. 175 Campane di San Lucio (Le) p. 157 p. 108, 113, 127, 136 Anime solitarie p. 110 Campo di maggio p. 136, 163, 184 Cugino di Dingsda (Il) p. 120 Anna Christie p. 173 Candida p. 117 Cyprienne p. 44 Anonima Roylott p. 171 Cantante di camera (Il) p. 105 Antenato (L') p. 133, 172 Cantante pazzo (Il) (film) p. 237 Da Trento alla val d’Astico (film) p. 235 Argento vivo p. 172 Canto del destino p. 58, 104 Dagli Appennini alle Ande (film) p. 239 Aria della grande città (L') p. 108 Capanna e il tuo cuore (La) p. 155 Dalle 5 alle 6 p. 158 Armaiuolo (L') p. 111 Capo degli zingari (Il) p. 108 Damigella di Bard (La) p. 177, 179 Armut, (La miseria) p. 113 Cardinale (Il) p. 131 Daniele tra i leoni p. 181 Artemisio p. 177 Carmen p. 139, 236 Danza delle libellule (La) p. 123, 157, 164, 174 Assalto (L') p. 127 Carnevale p. 117 Danza di morte p. 110, 124 Auf Befehl der Herzogin! (Agli ordini della duchessa!) Carrettiere Henschel (Il) p. 115 Danza nella fortuna (La) p. 121, 125 p. 118 Casa delle tre ragazze (La) p. 108, 125, 157 Delitto di Lord Arthur Faville (Il) p. 171 Autunno p. 166 Casa delle tre zitelle (La) (film) p. 235 Dentro di noi p. 175 Avanti c’è posto (film) p. 239 Casa di bambola p. 127, 174 Deutsche Bauern p. 46 Avventure di Pinocchio (Le) p. 172 Casanovas Sohn, (Il figlio di Casanova) p. 117 Devo dirti una cosa p. 174 Avventuriero p. 136 Cascinale (Il) p. 181 Diana e la Tuda p. 130 Castello di bronzo (Il) p. 162 Diavolo (Il) p. 43 Baci perduti p. 160 Casto Lebemann (Il) p. 127 Diavolo bianco (Il) (film) p. 237 Bacio e nulla di più (Un) p. 161 Caterina la Grande p. 117 Dieb (Der), (Il ladro) p. 120 Bajadera (La) p. 120, 123, 125, 147 Causa Kaiser p. 104 Dietro di noi p. 185 Bajadere (Die), (La Bajadera) p. 120, 125 Cavalieri di Ekebù (I) (film) p. 235 Difeto xe ne mango (El) p. 168

311 Diluvio n. 2 p. 172 Fanny p. 141 p. 46, 110 Disonesti (I) p. 121, 179 Farse dell’800 fino ad oggi p. 177 Gabriel Schillings Flucht, (La fuga di Gabriele Schil- Ditegli sempre di sì p. 168 Fasching, (Carnevale) p. 117 ling) p. 121 Divorziata (La) p. 108 Fasso l’amor xe vero p. 141 Gatte des Fräuleins (Der), (Il marito della signori- Doktor Klaus, (Dottor Claudio) p. 117 Faust I p. 113 na) p. 113 Dollarprinzessin (Die), (La principessa dei dollari) Faust p. 110, 142 Gavino e Sigismondo p. 170, 171 p. 117 Fede e patria p. 46, 110, 138 Geisha p. 119, 158 Don Carlos p. 44, 119, 120 Fedora p. 121, 153 Generalissimo (Il) p. 145 Don Pasquale p. 123, 124, 142, 172, 219 Felicita Colombo p. 157, 158 Geschäft ist Geschäft, (Gli affari sono affari) p. 121 Donna di mare (La) p. 46 Felicità in un luogo tranquillo p. 104, 114, 127, 168 Geschiedene Frau (Die), (La divorziata) p. 108 Donna di rilievo (Una) p. 131 Femina p. 118 Gespenster p. 125 Donna Juanita p. 132 Femmina olandese (La) p. 121 Geständnis, (La confessione) p. 117 Donna nuda (La) p. 141 Ferro (Il) p. 168 p. 184 Donna perduta p. 179 Feuerteufel (Der), (Il ribelle della montagna) (film) Ginevra degli Almieri p. 134 Donna quasi onesta (Una) p. 157 p. 233 Gioconda (La) p. 149 Dopo la gioia p. 144 Fiaba del lupo (La) p. 107 Giorno in paradiso (Un) p. 117, 136 Dorf ohne Glocke (Das), (Il paese senza campana) Fiaccola sotto il moggio (La) p. 176 Giosuè e il guardiacoste p. 129 p. 110 Fiamme (Le) p. 120 Giovanna La Pazza p. 144 Dorfmusikanten (Die) p. 121 Fidele Bauer (Der), (Il contadino allegro) p. 127, Giovinezza p. 110, 127, 164 Dorothea Angermann p. 132 129 Girasoli p. 163, 164 Dottor Claudio p. 117 Fidelio p. 110, 111, 119 Giro del mondo (Il) p. 180 Dove canta l’allodola…! p. 108 Figlia ballerina (La) p. 144 Glaube und Heimat, (Fede e patria) p. 46, 110, 138 Dreimäderlhaus (Das), (La casa delle tre ragazze) Figlia di Iorio (La) p. 134 Glocken von Corneville (Die), (Le campane di Corne- p. 108, 125 Figlie di Hasemann (Le) p. 118 ville) p. 121 Duchessa del Bal Tabarin (La) p. 119, 158 Figlio di Casanova (Il) p. 117 Glück im Winkel (Das), (Felicità in un luogo tran- Duchessa di Chicago (La) p. 131 Filosofi a rapporto p. 179 quillo) p. 104, 114, 127 Due coppie e l’asso p. 164 Finalmente un imbecille p. 171 Goldene Eva (Die) p. 104, 106, 108 Due giorni felici p. 114 Fiocco di neve p. 150 Gorgona (La) p. 132 Due leggi di Maud (Le) p. 155 Fiore delle Hawaii (Il) p. 142, 144 Gottlosen (Die) (film) p. 238 Due orfanelle (Le) (film) p. 239 Fiume (Il) p. 117 Gradino più giù (Un) p. 180 Flamme (Die), (Le fiamme) p. 120 Graf von Luxemburg (Der), (Il conte di Lussemburgo) E le stelle stanno a guardare (film) p. 239 Flauto magico (Il) p. 111 p. 106, 111, 125 È facile per gli uomini p. 155 Fledermaus (Die), (Il pipistrello) p. 44, 103, 106, Gräfin Mariza, (La contessa Mariza) p. 129 E’ tornato carnevale p. 136, 158 121, 124, 125, 129 Grande rivista (La) (film) p. 235 Ebrea di Toledo (L') p. 108 Fliegende Holländer (Der), (L’olandese volante o Il va- Grattacieli p. 141 Ecco la fortuna p. 166 scello fantasma) p. 111 Grattacielo n° 13 (Il) p. 162 Egmont-Ouverture p. 58, 104 Flitterwochen p. 44 Große Katharina (Die) (Caterina la Grande) p. 117 Ehre (Die), (L’onore) p. 106 Föhn p. 110 Großstadtluft (Die) (L’aria della grande città) p. 108 Eindringling (Der), (L’intrusa) p. 44 Fontane di Roma (Le) p. 163 Guardia Imperiale (film) p. 236 Einsame Menschen, (Anime solitarie) p. 110 Fortuna vagabonda p. 157 Gugeline p. 107 Elga p. 117 Forza del destino (La) p. 164 Gute Ruf (Der), (Il buon nome) p. 108 Elisabetta p. 162 Fra Diavolo p. 43, 165 Elisir d’amore p. 181 Fra due guanciali p. 133, 134, 165 Haben Sie nichts zu verzollen?, (Niente da dichiara- Elisir d’amore (film) p. 238 Francesca da Rimini p. 142 re?) p. 117 Equatore p. 149, 173 Franzosen in Tirol (Die) p. 46 Hamlet, (Amleto) p. 108 Er und seine Schwester, (Lui e sua sorella) p. 127 Frasquita p. 147 Hänsel und Gretel p. 234 Erde, (Terra) p. 110, 138 Frau vom Meer (Die), (La donna di mare) p. 46 Hasemanns Töchter (Le figlie di Hasemann) p. 118 Erede (L') p. 136 Frau von Format (Eine), (Una donna di rilievo) Hedda Gabler p. 121 Eredità dello zio canonico (L') p. 157 p. 131 Heiligthum von Antiochien (Das) p. 46 Ernani p. 175 Frau Warrens Gewerbe, (La professione della signora Heimat, (La patria) p. 104, 107, 125 Ernst des Lebens (Der), (La serietà della vita) p. 105 Warren) p. 105 Herr Senator (Der), (Il signor senatore) p.104 Eroica p. 163, 227 Fräulein Josette, meine Frau, (La signorina Josette, Herzogin von Chicago (Die), (La duchessa di Chica- Esami di riparazione (Gli) p. 166 mia moglie) p. 108 go) p. 131 Esiliati del Volga (Gli) (film) p. 235 Fräulein Julie, (La contessina Julie) p. 125 Ho sognato il paradiso p. 168 Età critica (L') p. 177 Freier (Die), (I pretendenti) p. 124 Ho visto brillare le stelle (film) p. 237 Eterni innamorati (Gli) p. 171 Frou-Frou p. 44 Hoffmanns Erzählungen, (I racconti di Hoffmann) Eva p. 158 Frutto acerbo (Il) p. 174 p. 108 Fuga di Gabriele Schilling (La) p. 121 Hoheit tanzt Walzer, (Sua Altezza balla il valzer) Falco d’argento (Il) p. 166 Fuhrmann Henschel, (Il carrettiere Henschel) p. 115 p. 127 Falstaff p. 174 Fuochi d’artificio p. 152 Hollandweibchen (Das), (La femmina olandese) Famiglia dell’antiquario (La) p. 165 Fuochi di San Giovanni (I) p. 104, 107, 125, 176 p. 121 Famiglia p. 171 Hüttenbesitzer (Der), (Il proprietario della baita) Fanciulla del West (La) p. 156, 157 G’wissenswurm (Der), (Il tarlo della coscienza) p. 44

312 Ifigenia in Tauride p. 107, 142 Liebe, (Amore) p. 121 Moglie ideale (La) p. 181 Im weißen Rössl, (Al Cavallino Bianco) p. 105, 113, Liebelei, (Amoretto) p. 44, 104, 108, 127 Moglie innamorata (La) p. 144 114, 142, 144 Lieto fine p. 155 Mondo in vacanza (Il) p. 162 In Westenpfunzen nichts Neues, (Niente di nuovo a Lobetanz p. 107 Monella p. 136 Westenpfunzen) p. 136 Lohengrin p. 113, 142, 149 Monna Vanna p. 123 Imbriago de Sesto (L') p. 171 Lombardi p. 164 Morfina p. 118 Importanza di chiamarsi Ernesto (L') p. 174 Lonte p. 163 Moroso de la nona (El) p. 168 Incendio e distruzione di Cartagine (film) p. 233 Lotta con l’angelo p. 180 Morphium, (Morfina) p. 118 Indemoniata (L') p. 110, 125, 138, 139, 177 Lucia di Lammermoor p. 124, 134, 150, 162, 179 Morte civile (La) p. 120, 133 Infedele (L') p. 46, 118, 125 Lui e sua sorella p. 127 Musica maestro (film) p. 238 Inferno dei profughi (L') (film) p. 235 Lustige Witwe (Die), (La vedova allegra) p. 106, Musica p. 127 Ingeborg p. 125 118, 127, 132 Musik, (Musica) p. 27 Innamorati (Gl') p. 171 Mustaci de fero (I) p. 143 Innere Stimme (Die), (La maestrina) p. 126 Ma non è una cosa seria p. 127 Inno del Decennale p. 143 Madama Butterfly p. 113, 124, 134, 142, 158, 179, Nabucco p. 164 Intrigo e amore p. 104 181 Natale in casa Cupiello p. 168 Intrusa (L') p. 44 Madama di Tebe p. 119, 168, 174, 175, 179 Nemica (La) p. 123, 127 Inventiamo l’amore p. 181 Maestri cantori di Norimberga (I) p. 104 Niente da dichiarare? p. 117 Iphigenie auf Tauris, (Ifigenia in Tauride) p. 107, Maestrina (La) p. 126, 127 Niente di male p. 164, 165 142 Mamma non piangere (film) p. 236 Niente di nuovo a Westenpfunzen p. 136 Iris p. 172 Mandriano di Longwood (Il) p. 176 Nina…non far la stupida p. 125, 177 Isabeau p. 134 Mani in alto p. 155, 158, 180 Ninetta dei verzieri (La) p. 163 Italiana in Algeri (L') p. 162 Manon Lescaut p. 126, 149, 219 Noi vivi (film) p. 238, 239 Märchen vom Wolf (Das), (La fiaba del lupo) p. 107 Non darmi del tu p. 155 Jacqueline p. 161 Marcia Reale p. 164, 235 Non si sa come p. 180 Jägerblut, (Sangue di cacciatore) p. 118, 136 Margarethe (Faust) p. 110 Nona sinfonia (La) p. 162 Jedermann. Das Spiel vom Sterben des reichen Man- Maria Maddalena p. 180 Nonna Felicita p. 157 nes, (Ognuno, il dramma della morte del ricco) Maria Stuart p. 108, 121 Notte (Una) p. 158 p. 111 Mariti (I) p. 176 Notte di nozze (film) p. 235 Joe il rosso p. 151 Marito della signorina (Il) p. 113 Nozzi bianche (film) p. 236 Johannisfeuer, (I fuochi di San Giovanni) p. 104, Marito ridente (Il) p. 138 107, 125 Martirio di San Sebastiano (Il) p. 149 O di uno, o di nessuno p. 174 Josefine Gallmeyer p. 117 Masnadieri (I) p. 44, 106 O Giovannino o la morte p. 173 Jüdin von Toledo (Die), (L’ebrea di Toledo) p. 108 Matrimonio segreto (Il) p. 143 Occhi più belli del mondo (Gli) p. 141 Jugend, (Giovinezza) p. 56, 110, 127 Mazurka blu p. 132, 155, 175, 179 Ognuno, il dramma della morte del ricco p. 111 Jugendfreunde (Amici di gioventù) p. 108 Medea p. 108 Olandese volante o Il vascello fantasma (L') p. 111 Jungen Mädchen (Die) (Le ragazzine) p. 105 Meeres und der Liebe Wellen (Des) (Le onde del mare Olimpia p. 162 Jupiter p. 162 e dell’amore) p. 106 Olimpiadi p. 151 Mefistofele p. 136 Ombre p. 160 Kabale und Liebe (Intrigo e amore) p. 104 Meine Cousine aus Warschau (Mia cugina di Varsa- Onde del mare e dell’amore (Le) p. Kameliendame (La signora della Camelie) p. 44, 117 via) p. 125 Onore (L') p. 106 Kammersänger (Der) (Il cantante di camera) Meineidbauer (Der) (Il contadino spergiuro) p. 110 Onorevole Campodarsego (L') p. 168, 180 p. 105 Meister (Der) p. 115 Oreste p. 124, 142, 172, 184 Kaufmann von Venedig (Der) (Il mercante di Vene- Meistersinger von Nürnberg (Die) (I maestri cantori di Orizzonte di sangue (film) p. 238 zia) p. 44, 121 Norimberga) p. 104 Orizzonte perduto (film) p. 238 Kean p. 171 Menaechmi p. 166 Ostrega che sbrego…! p. 141, 149, 180 Keusche Lebemann (Der) (Il casto Lebemann) p. 127 Menzogne p. 127 Otello p. 108 Kinder (Die) (I bambini) p. 117 Mercante di Venezia (Il) p. 44, 121, 148, 149 Othello (Otello) p. 108 Klein Dorrit (Il piccolo Dorrit) p. 115 Messa da requiem p. 162 Kleine Quelle (Die) (La piccola fonte) p. 126 Mia cugina di Varsavia p. 125 Padre (Il) p. 117 Konzert (Das) (Il concerto) p. 106 Mia zia (film) p. 235 Padre e figlio p. 117 Kreuzelschreiber (Die) p. 46, 110 Minna di Barnhelm p. 104 Padre Giacomo p. 46 Minna von Barnhelm (Minna di Barnhelm) p. Paese dei campanelli (Il) p. 156 L’ha fatto una signora p. 157 Mio curato fra i ricchi (Il) p. 136 Paese del sorriso (Il) p. 136, 175, 179 Lachende Ehemann (Der), (Il marito ridente) p. 138 Mio fratello p. 185 Paese senza campana (Il) p. 110 Ladro (Il) p. 120 Miseria (La) p. 113 Paganini p. 129, 132 Land des Lächelns (Das), (Il paese del sorriso) p. 136 Misteriosa signora (La) p. 147 Pagliacci p. 113, 125, 130, 152 Land ohne Frauen (Das) (film) p. 236 Mistero della camera gialla (Il) p. 144 Paludi p. 180 Largaspugna p. 177 Mitizi p. 132, 175 Pamela nubile p. 43 Lebensschüler (Der), (La vita studentesca) p. 165 Mitternachtswalzer (Der), (Valzer di mezzanotte) Pantofola di vetro (La) p. 129 Legge (La) p. 227, 231 p. 129 Paola Travasa p. 166 Leggenda di Gösta Berling (La) (film) p. 235 Moglie di Claudio (La) p. 129 Papà eccellenza p. 164 Lettere d’amore smarrite (film) p. 238 Moglie di papà (La) p. 174 Papà Lebonnard p. 129, 180

313 Parisina p. 130 Ragazzine (Le) p. 105 Se volessi p. 147 Parlami d’amore p. 151 Rapaci (I) p. 162 Segreto (Il) p. 127, 136, 141 Parodi & Co. p. 155 Raschhoffs (Die), (I Raschhoffs) p. 114 Segreto di Budda (Il) (film) p. 235 Parroco di Kirchfeld (Il) p. 46, 127 Raschhoffs (I) p. 114 Sein Doppelgänger, (Il suo sosia) p. 117 Passaggio dell’Equatore p. 173 Rastelbinder (Der), (Lo schermo) p. 44, 108, 127 Seine Kammerjungfer, (La sua cameriera) p. 117 Passione di Cristo (La) p. 136 Ratto delle cubane (Il) p. 166, 172 Sera del sabato (La) p. 158 Patria (La) p. 104, 107, 125, 127 Raub der Sabinerinnen (Der), (Il ratto delle Sabine) Serata d’inverno p. 131 Peccatuccio p. 151 p. 104, 115, 121, 124, 127, 174 Serietà della vita (La) p. 105 Pensierino p. 126 Räuber (Die), (I masnadieri) p. 44, 106 Settimo cielo p. 173, 180 Perdizione (film) p. 238 Re burlone (Il) p. 155 Signor senatore (Il) p. 104 Pericolo numero 1 (Il) p. 156 Re di Chez Maxim (Il) p. 123 Signora della Camelie (La) p. 44, 117, 174 Perla di Savoia (La) p. 138 Recini da festa (I) p. 171 Signora illibata (La) p. 118 Pescatore di balene (Il) p. 174 Refolo (El) p. 120 Signora Paradiso (La) p. 141 Pescatori p. 177 Regina del fonografo (La) p. 119 Signora Rosa (La) p. 131 Pfarrer von Kirchfeld (Der), (Il parroco di Kirchfeld) Renaissance, (Rinascimento) p. 105 Signorina delle Camelie (La) p. 166 p. 46, 127 Resa di Titi (La) p. 161 Signora delle Camelie (La) (film) p. 235 Piacere dell’onestà (Il) p. 126, 160 Rifugio p. 151 Signorina è con me (La) p. 163 Piccola fonte (La) p. 126 Rigoletto p. 123, 124, 132, 147, 166, 175, 181 Signorina Josette, mia moglie (La) p. 108 Piccola olandese (La) p. 150 Rinascimento p. 105 Signorina, mia madre (La) p. 163 Piccolo Balilla (Il) p. 149 Ringiovanito Adolar (Il) p. 118 Sior Tita Paron p. 141 Piccolo Dorrit (Il) p. 115 Risveglio p. 171 Sior Todero brontolon p. 143, 147, 168, 171 Piccolo fratellino p. 124 Ritirata strategica p. 145 Siora Lucrezia p. 143 Pietra fra le pietre (Una) p. 114 Rivincita delle mogli (La) p. 157 Sly, ovvero la leggenda del dormiente svegliato p. 133 Pipistrello (Il) p. 44, 103, 106, 121, 124, 125, 129 Romanticismo p. 172 Soci in amore p. 180 Pipsi p. 124 Rosa di Stambul (La) p. 108, 129 Sogno dell’aquila (Il) p. 166 Più che l’amore p. 164 Rose Bernd p. 108 Sogno di Butterfly (Il) (film) p. 239 Poesia senza veli p. 172 Rose della Madonna (Le) p. 124 Sogno di un valzer p. 131 Poeti servono a qualche cosa (I) p. 177 Rose von Stambul (Die), (La rosa di Stambul) Sogno di una notte di mezza estate p. 124 Polenblut, (Sangue polacco) p. 121, 129 p. 108, 129 Sogno, una vita (Il) p. 113 Ponte rosso (Il) p. 118 Rose p. 127 Sole per tutti p. 166, 173 Porto delle nebbie (Il) (film) p. 239 Rosen der Madonna (Die), (Le rose della Madonna) Sommernachtstraum (Ein), (Sogno di una notte di Pozzo dei miracoli (Il) p. 174 p. 124 mezza estate) p. 124 Preludio e morte d’Isotta p. 162 Rosen, (Rose) p. 127 Sonnambula p. 152 Presidentessa (La) p. 177 Rosmersholm p. 111, 114 Sono come tu mi prendi! p. 156 Pretendenti (I) p. 124 Rotbrücke (Die), (Il ponte rosso) p. 118 Sopra le acque p. 118 Prigioniera di Sciangai (La) (film) p. 235 Rusteghi (I) p. 123, 147, 149, 158, 160 Sorellina di lusso (La) p. 151 Primavera in Val di Sole p. 163 Spada di Damocle (La) p. 152 Principessa dei dollari (La) p. 117 Saffo p. 105, 121 Sperrsechserl (Der) p. 113 Principessa del circo (La) p. 129 Saga dei osei (La) p. 160 Spettri p. 125, 129, 151, 171 Principessa della Czarda (La) p. 108, 113, 119, 136, San Giovanni decollato p. 157 Sposa e la cavalla (La) p. 123 157 Sangue di cacciatore p. 118, 136 Sposa segreta (La) p. 181 Processo a porte chiuse p. 161 Sangue polacco p. 121, 129 Stein unter Steinen, (Una pietra fra le pietre) p. 114 Professione della signora Warren (La) p. 105, 181 Santa Giovanna p. 126, 127 Stelle alpine p. 176 Proprietario della baita (Il) p. 44 Sappho (Saffo) p. 105, 121 Storia d’amore (Una) p. 171 Sarto coraggioso (Il) p. 117 Storia di una piccola parigina (film) p. 236 Quando le fate vivono p. 126 Sbarra (La) p. 161 Strom (Der), (Il fiume) p. 117 Quando noi morti ci destiamo p. 126, 127 Scampolo (film) p. 236 Struzzo stupefatto (Lo) p. 166 Quarto comandamento (Il) p. 114 Scampolo p. 120, 125, 166, 167 Studente povero (Lo) p. 110 Quattro di cuori p. 161 Scandalo sotto la luna p. 171 Stukas (film) p. 238 Quattro passi tra le nuvole (film) p. 239 Schermo (Lo) p. 44, 108, 127 Sua Altezza balla il valzer p. 127 Quattro rusteghi (I) p. 158 Schiavo impazzito (Lo) p. 171 Sua Altezza prende moglie p. 172 Querulant (Der), (Il querelante) p. 113 Schicksalslied, (Canto del destino) p. 58, 104 Sua cameriera (La) p. 117 Querulante (Il) p. 113 Schmetterlingsschlacht (Die), (Battaglia di farfal- Suo sosia (Il) p. 117 Questi figli p. 166 le) p. 104 Questi ragazzi p. 165, 172, 179, 237 Schöne Galathée (Die), (La bella Galatea) p. 44, Tag im Paradies (Ein), (Un giorno in paradiso) Questo non è amore p. 163, 164 106 p. 117, 136 Qui sotto c’è qualcosa p. 155 Schwan (Der), (Il cigno) p. 120 Tageszeiten der Liebe, (L’alba, il giorno e la notte) Schwarzwaldmädel, (La ragazza della Foresta Ne- p. 125 Racconti d'autunno, inverno e primavera p. 171 ra) p. 121 Taifun, (Tifone) p. 121 Racconti di Hoffmann (I) p. 108, 144 Scorzeta de limon (La) p. 141, 168 Tango della regina (Il) p. 118 Radio che scocciatura…! (La) p. 175 Se no i xe mati no li volemo p. 141 Tangokönigin, (La regina del tango) p. 118 Ragazza della Foresta Nera (La) p. 121 Se ti dice va, tranquillo vai! p. 158, 159 Tanz ins Glück (Der), (La danza nella fortuna) Ragazza…per bene (Una) p. 162 Se un’idea mi porta fortuna p. 168 p. 121, 125

314 Tanzgräfin (Die), (La contessa ballerina) p. 129 Vendetta araba (film) p. 131, 235 Zirkusprinzessin (Die), (La principessa del circo) Tapfere Schneiderlein (Das), (Il sarto coraggioso) Vendetta di Demostene (La) p. 136 p. 129 p. 113 Venditore di uccelli (Il) p. 100 Zwei glückliche Tage, (Due giorni felici) p. 114 Tarlo della coscienza (Il) p. 46, 110 Verità e la scimmia (La) p. 129 Tempi beati p. 168 Verjüngte Adolar (Der), (Il ringiovanito Adolar) Tempi difficili p. 151 p. 118 Terra p. 110, 138, 139 Versunkene Glocke (Die), (La campana sommersa) Testa sora el capelo (La) p. 177 p. 105 Teufel (Der), (Il diavolo) p. 106 Vespri siciliani p. 162, 163 Ti prego, fa le mie veci p. 173 Vestiti della donna amata (I) p. 155 Tifone p. 121 Vetter aus Dingsda (Der), (Il cugino di Dingsda) Till Eulenspiegel p. 162 p. 120 Titano (Il) p. 121, 138, 139 Vicino alle stelle p. 180 Topo blu (Il) p. 113 Vicolo senza sole p. 180 Tosca p. 113, 134, 166, 167, 176 Vierte Gebot (Das), (Il quarto comandamento) Tote Stadt (Die), (La città morta) p. 46 p. 114 Totentanz, (Danza di morte) p. 110, 124 Viktoria und ihr Husar, (Vittoria e il suo ussaro) Tra vestiti che ballano p. 152 p. 136 Trampoli p. 151 Vileta fora de porta p. 177 Traum, ein Leben (Der), (Il sogno, una vita) p. 113 Villafranca p. 184 Traviata (La) p. 114, 139, 144, 164, 173, 175 Violette nei capelli (film) p. 238 Tre aquilotti (I) (film) p. 235, 238 Vita degli altri (La) p. 136 Tre lune (Le) p. 155 Vita studentesca (La) p. 108 Tre Maurizi (I) p. 163 Vittoria e il suo ussaro p. 136, 156 Tredicesima sedia (La) p. 131 Vivere insieme p. 168 Tredici a tavola p. 146 Voce della tempesta (La) p. 180 Treno fantasma (Il) p. 145 Vogelhändler (Der), (Il venditore di uccelli) p. 110 Tristi amori p. 133 Volata (La) p. 181 Trovatore p. 114, 136, 157, 175 Volk in Not p. 103 Tua vita è la mia (La) p. 176 Volpe azzurra (La) p. 106, 168 Turandot p. 142, 162 Volta in tutta la vita (Una) p. 162, 163

Über den Wassern, (Sopra le acque) p. 118 Wach auf p. 104 Über unsere Kraft, (Al di sopra delle nostre forze) Waffenschmied (Der), (L’armaiuolo) p. 111 p. 44 Wally p. 126, 147 Ultimi giorni di Pompei (Gli) (film) p. 233 Walzer aus Wien, (Valzer di Vienna) p. 136 Ultimo ballo (L') p. 170, 171 Walzertraum, (Sogno di un valzer) p. 131 Una delle ultime sere di carnovale p. 165 Was ihr wollt, (Come vi piace) p. 113, 124 Unberührte Frau (Die), (La signora illibata) p. 118 Weibsteufel (Der), (L’indemoniata) p. 110, 124, 138 Uno contro tutti (film) p. 236 Wenn wir Toten erwachen, (Quando noi morti ci de- Uno p. 161 stiamo) p. 127 Unter vier Augen p. 44 Werther p. 144 Untreu, (L’infedele) p. 46, 118, 125 Widerspenstigen Zähmung (Der) (La bisbetica doma- Uomo che sorride (L') p. 163 ta) p. 108 Uomo dal fiore in bocca (L') p. 133 Wir Lebenden p. 238 Uomo del romanzo (L') p. 168 Wo die Lerche singt…!, (Dove canta l’allodola…!) Uomo e galantuomo p. 168 p. 108 Uomo misterioso (L') p. 145 Wollust der Ehrlichkeit, (Il piacere dell’onestà) p. 126 Urlo (L') p. 180 Zar e carpentiere p. 114 Vagabondi al Luna Park (I) (film) p. 235 Zar und Zimmermann, (Zar e carpentiere) p. 114 Valzer di mezzanotte p. 129 Zauberflöte (Die), (Il flauto magico) p. 111 Valzer di Vienna p. 136 Zente alegra el ciel l’aiuta p. 141 Vampir (Der), (Il vampiro) p. 110 Zente refada p. 141, 160, 180 Vampiro (Il) p. 110 Zerbrochene Krug (Der) (La brocca rotta) p. 104 Vater (Der), (Il padre) p. 46, 117 Zia di Carlo (La) p. 117 Vater Jakob, (Padre Giacomo) p. 46 Zigeunerbaron (Der), (Lo zingaro barone) p. 44, Vater und Sohn, (Padre e figlio) p. 117 107, 113, 120, 121, 124, 125 Vecchia Vienna p. 114 Zigeunerliebe, (Amore di zingaro) p. 108 Vedova allegra (La) p. 106, 118, 127, 132, 158, Zigeunerprimas (Der), (Il capo degli zingari) p. 108 164, 174, 175 Zingaro barone (Lo) p. 44, 107, 113, 120, 121, 124, Vedova (La) p. 166 125 Velo nuziale p. 180

315 REFERENZE FOTOGRAFICHE Spettacoli e pubblico nel Teatro Civico / Teatro Verdi (1918–1943) Massimo Bertoldi Immagine di copertina Da Provincia di Bolzano, Ripartizione Cultura Tedesca, Ufficio Audiovisivi, 1: da Stadttheater Bozen, a cura di E. Weitz, Bozen 1919. Fondo editrice Sciliaria, Bolzano, n. 628. 2, 40: da H. Stuppner, Musik und Gesellschaft in Südtirol, Band I, Bozen 1800-2000, Bozen 2009, p. 339, p. 447. Cultura e politica a Bolzano (1906–1943), 3, 9: da Teatro Civico di Merano / Stadttheater Merano, Merano 1925, s.p. Rolf Petri 4, 13, 16: da Schauspieler des Burgtheaters 1776-1976, Wien, 1976, p. 48, p. 35, p. 38. 1: Archivio Storico della Città di Bolzano (ACBZ), Comune di Bolzano di 5: da E. Wurm, Die Burgschauspielerin. Zwölf Porträtskizzen, Wien, 1969, amministrazione italiana, Ragioneria, certificati di credito. p. 39. 2: 4, 6, 7, 9, 11, 12, 13, 16, 17, 18: ACBZ, Comune di Bolzano di ammini- 6, 7, 8: da Bozener Opern - Gastspiele 1920, a cura di L. Pfeuffer, München strazione italiana, Ufficio Lavori Pubblici, fondo fotografico. 1920, p. 7. 3: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione austriaca, fondo carto- 10, 11: da Hugo Thimig Erzählt, Graz-Köln 1962 (copertina). grafico. 12, 14: da Aus Burg und Oper, Wien 2005, fig. 94, p. 56; fig. 101, p. 57. 5: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione austriaca, Ufficio Lavori 15: da C. Kaufmann-Fressner, Das Burgtheater. Architektur, Geschichte, Pubblici, progetti di opere pubbliche. Geschichten, Wien 2005, p. 30. 8: da H. Stuppner, Musik und Gesellschaft in Südtirol, Band I, Bozen 1800- 17: da H. Prikopa, Die Wiener Operette, Wien 1999, p. 88. 2000, Bozen 2009. 18, 26, 49, 77, 81, 82, 83, 86, 87, 95: da “Scenario”, VIII (1939), p. 304, p. 10: ACBZ, Comune di Gries, Atti generali. 399, p. 206, p.130, p. 200, p. 405, p. 464, p. 279. 14: O. Zoeggeler, L. Ippolito, L’architettura per una Bolzano italiana 19, 23, 41, 93: da E. Scarpellini, Il Teatro del Popolo. La stagione artistica (1922-1944), Bolzano 1992. dell’Umanitaria fra cultura e società, Milano 2000. 15: Archivio Provinciale di Bolzano (APBZ), Soprintendenza bibliografica 20, 96: da “Scenario”, V (1936), p. 139, p. 296. per le Province di Verona, , Trento e Bolzano, fasc. 4. 21: da “La Provincia di Bolzano”, 7 settembre 1930, p. 2. 22, 51, 62, 90, 97: da E. Stinchelli, Le stelle della lirica, Roma 1986, p. 86, p. 79, p. 87, p. 88. Il teatro “Zur Kaiserkrone” e gli altri ambienti teatrali della città 24: da Spettacoli d’Opera in Piazza San Marco / Venezia, Programma uffi- Massimo Bertoldi ciale 19-30 luglio 1928, p. 12 fig. 24. 25: da “La Provincia di Bolzano”, 7 settembre 1930, p. 2. 1: da G. Faustini, 1900-1930. Bolzano nella fotografia, Bolzano, 1981. 27, 53: Spettacoli d’Opera in Piazza San Marco / Venezia, Programma uffi- 2, 5: da H. Stuppner, Musik und Gesellschaft in Südtirol, vol. I, Bozen ciale 19-30 luglio 1928, p. 19, p. 18. 1800–2000, Bozen 2009, p. 42, p. 229. 28, 29, 30: da “La Provincia di Bolzano”, 15 settembre 1930, p. 2. 3, 4: da G. Sessa, Bolzano-Bozen Ieri e oggi. Einst und jetzt, Bolzano-Bozen 31, 42, 45, 70, 71, 72, 74, 75, 76, 79, 80, 101, 102: da “Scenario” VII 2000, p. 210, p. 211. (1938), p 54, p. 135, p. 353, p. 129, p. 33, p. 257, p. 386, p. 645, p. 83, p. 6: da Provincia di Bolzano, Ripartizione Cultura Tedesca, Ufficio Audiovi- 84, p. 611, p. 363 p. 131. sivi, Fondo editrice Sciliaria, Bolzano. 32, 38, 57, 58, 84, 89, 91: da “Scenario”, IX (1940), p. 203, p. 14, p. 120, p. 438, p.71, p. 18, p.97. 33, 34-36: da 50 Jahre Exl -Bühne. 1902-1952, Innsbruck 1952, s.p. Un nuovo teatro per Bolzano (1904–1918) 37, 90: da “Scenario”, XIX (1941), p.98, p. 36. Roberto Festi, Chiara Galbusera 38, 52: da “La Provincia di Bolzano”, 2 ottobre 1932, p.5 39: da Teatro Reale dell’Opera, stagione lirica 1938-1939 (programma di 1, 6: Architekturmuseum der Technischen Universität München. sala), Roma 1938, s.p. 2: Archivio fam. Lochner-Kürschner. 43: da “Scenario”, XIV (1936), p. 594. 3, 5, 7, 8: da G. J. Wolf, Max Littmann 1862–1931, München 1931. 44: da P. Puppa, Cesco Baseggio Ritratto dell’attore da vecchio, Verona 2003, 4: ACBZ, Collezione di cartoline storiche. p. 49. 46: da “Scenario”, XXI (1943), p. 141. 47: da Omaggio a Pirandello, a cura di L. Sciascia, Milano 1986, p. 63. Appendice su Max Littmann 50, 67: da Teatro Reale dell’Opera, Stagione inaugurale 1928-1929, Roma 1928, s.p. 1-11: da G. J. Wolf, Max Littmann 1862–1931, München 1931. 54: da Teatro della Scala, programma ufficiale stagione 1938-1939, s.p. 12–29: Foto Studio Federico Pedrotti per Comune di Bolzano, Ufficio Ser- 55, 56: da “La Provincia di Bolzano”, 15 maggio 1936, p. 6. vizi museali e storico-artistici. 59, 63, 64, 65, 66, 68, 69, 73, 85, 94: da “Scenario“, (XV) 1937, p. 275, p. 478, p. 483, p. 605, p. 67, p. 117, p. 396, p. 484, p. 1937, p 314, p. 557. 60, 61, 92: Archivio Cianci Gatti. Tavole, I sezione 78: da “Scenario“, (XIV) 1936, p. 546. 88: da C. Jandelli, I ruoli nel teatro italiano tra Otto e Novecento. Con un 1–10: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione austriaca, Ufficio dizionario in 68 voci, Firenze 2002, p. 347. Lavori Pubblici, progetti di opere pubbliche. 98, 99, 100: da “Scenario”, XX (1942), p 406, p. 405 11, 12, 17: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione italiana, Uffi- cio Lavori Pubblici, fondo fotografico. 13–15: Architekturmuseum der Technischen Universität München. 16: da F.Miori e T. Rosani (a cura di), Non abbiamo più caffè. Bolzano 1940-1943: una città in guerra, vol. 2, Formia 2003.

316 Tavole, II sezione 5, 7, 15, 17, 37, 40, 42: da V. Klotz, Operette. Porträt und Handbuch einer unerhörten Kunst, Kassel-Basel-London-New York-Prag, 2004, p. 503, p. 60, 1, 3, 5, 6: ACBZ: collezione di cartoline storiche p. 661, tav. 2, p. 562, tav. 7, tav. 9. 2, 4, 9, 12–14: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione italiana, 8: da A. Neumayr, Berühmte Komponisten im Spiegel der Medizin, Wien Ufficio Lavori Pubblici, fondo fotografico. 2007, p. 8. 7: Provincia di Bolzano, Ripartizione Cultura Tedesca, Ufficio Audiovisivi, 9: Universität Innsbruck, Brenner Archiv, Nachlass Exl-Bühne. Fondo editrice Sciliaria, Bolzano, n. 628. 10, 32: da H. Sudermann, Porträt und Selbstporträt,“Marbacher Magazin” 8, 9, 13: Foto archivio Pedrotti. X (1978. 10: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione italiana, Atti generali, 11: da F. Kranewitter, Gesammelte Werke, Graz-Wien-Leipzig-Berlin busta “Teatro Civico”. 1933. 11: da G. J. Wolf, Max Littmann 1862–1931, München 1931. 12, 23: da E. Schneider, Das Bozner Stadttheater im Bahnhofspark, in Bo- zen, Stadt im Umbruch. Beiträge über Bozen seit 1900, Bozen 1973, p. 399, p. 402. La spettacolarizzazione della politica. Manifestazioni e celebrazioni civili 13: da H.-A. Koch, Hugo von Hofmannsthal, München 1984, p. 6. al Teatro Civico/Teatro Verdi negli anni di amministrazione fascista 14, 19, 20, 25, 31, 34, 39: da Fie Zi Wi Csà & Co. Die Wiener Operette, Wien Angela Mura 1985, p. 77, p. 67., p. 12, p. 66, p. 12, p. 75, p. 56. 16: da M. Greck, Richard Wagner, Hamburg 2004, p. 92. 1a, b: Archivio Storico del Comune di Firenze, Ufficio Belle Arti, car. 18, 30: da R. Ferguson, Henrik Ibsen. Eine Biographie, München 1998, fig. 73/36-73/107, disegni 073/082 e 073/075. 35, fig. 15. 2, 6, 7a,b: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione italiana, Ufficio 21: da E. Scarpellini, Il Teatro del Popolo. La stagione artistica dell’Umani- Lavori Pubblici, fondo fotografico. taria tra cultura e società, Milano 2000. 4, 5: da “La Provincia di Bolzano”, 30 aprile 1935. 22: da M. Becker e S. Schickhaus, Chronik Bildbiografie. Wolfgang Ama- 8: Archivio Storico Iveco. deus Mozart, Gütersloh 2005, p. 40. 9: da “La Provincia di Bolzano”, 19 dicembre 1935. 24: da B. Lahann, Schiller. Rebell aus Arkadien, München 2005. 10: Collezione Gotthard Andergassen. 26: da C. Casini, Giacomo Puccini, Torino 1978. 12, 27, 28: Collezione Gaetano Sessa. 27: da S. Greenblatt, Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico, 13, 17, 18, 10, 20, 21, 22, 23: Fondazione Nicolò Rasmo e Adelheid von Torino 2004, fig. 1. Zallinger-Thurn. 28: da K. Paulin, Karl Schönherr und seine Dichtung, Innsbruck 1950. 14: : in C. Kraus, Le Biennali di Bolzano 1922–1942, in Donna in rosso. 29: da H.-A. Koch, Hugo von Hofmannsthal, München 1984, p. 30. Tullia Socin e le Biennali di Bolzano / Frau in rot. Tullia Socin und die Bozner 33: da Arthur Schnitzler. Affairen und Affekte, a cura di E. Polt-Heinzl e G. Biennalen, catalogo della mostra tenutasi al Museo Civico di Bolzano dal 21 Stenlechner, Wien 2006, p. 8. novembre 2007 al 29 marzo 2008, Bolzano 2008. 35, 48: da Biblioteca Burcardo, Roma. 15: Museo Civico di Bolzano. 36: da Omaggio a Pirandello, a cura di L. Sciascia, Milano 1986, p. 25. 24: da “La Provincia di Bolzano”, 11 aprile 1930. 38: da D. Rubboli, Ridi Pagliaccio. Ruggero Leoncavallo: un musicista racconta- 25: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione italiana, Ufficio Lavori to per la prima volta, Lucca 1985, fig. 11. Pubblici, Piani Urbanisitici. 41: da Teatro della Scala, programma ufficiale stagione 1938-1939, s.p. 26a, b: da “La Provincia di Bolzano”, 31 luglio 1934. 43: da P. Milza, Verdi e il suo tempo, Roma 2001. 44: da Libero Pilotto. Scena dialettale e identità nazionale, Roma 2006 (coper- tina). Le proiezioni cinematografiche nel Teatro Civico / Teatro Verdi 45: da H. Grimm, Das Leben Goethes, Stuttgart 1959. Ettore Frangipane 46: da “Scenario” VII (1938), p 220. 47: da R. Abram, Il Teatro Puccini di Merano, Merano 1989, p. 81. 2: ACBZ, Comune di Bolzano di amministrazione italiana, Ufficio Lavori 49: da C. Goldoni, Il teatro illustrato nelle edizioni del Settecento, a cura di Pubblici, fondo fotografico. C. Molinari, Venezia 1993, p. 3. 3: da “Bozner Nachrichten”, 14 settembre 1913. 50, 51, 55, 56, 57, 58, 59: da ACBZ, Deputazione Teatrale. 4: da “La Provincia di Bolzano”, 5 giugno 1943. 52: da V. Beci, Franz Schubert Fremd bin ich eingezogen, Düsseldorf-Zürich 5: da “La Provincia di Bolzano”, 23 marzo 1928. 2003, p. 23. 6: ACBZ, Comune di Bolzano di Amministrazione italiana, Atti generali 53: da Rossini 1792-1992. Mostra storico-documentaria, a cura di M. Bucarel- busta G 58, 1941-43, fas. XV/4/1. li, Perugia 1992, p. 83. 7: Collezione Gaetano Sessa. 54: Archivio privato Miori. 8: dal DVD Province di Bolzano e Trento, Land Tirol (a cura di), L’Incanto 60: Archivio privato Gatti. dello Schermo. 100 anni di cinema nel tirolo storico, 1995. 9: Foto archivio Miori.

Cronologia degli spettacoli, mostre d’arte e manifestazioni civili tenute nel Teatro Civico / Teatro Verdi (1918–1943) a cura di Massimo Bertoldi

1: da “Bozner Nachrichten”, 25 aprile 1918, p. 4. 2: da “Bozner Nachrichten”, 19 maggio 1918, p. 4. 3: da F. Mailer, Das kleine Johann Strauss Buch, Salzburg 1975, p. 57. 4, 6: da F. C. Lipp, Ischler Album-Blätter, Linz, 1980, p. 160, p. 503.

317