Unità di apprendimento “Viaggio nel bosco”

Classe 1^F

Anno scolastico 2018/19

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Era la sera del 29 ottobre quando il nostro Altopiano è stato sconvolto da un Enego, un po’ di storia…. evento che nessuno avrebbe potuto immaginare. Il vento, a più di 150 Km/h, ha raso al suolo i nostri boschi. Enego è sempre stato un luogo strategico. Marcesina, zona bellissima e invidiata da tutti, con alberi maestosi, prati lus- ETÀ PREROMANA sureggianti e malghe, è diventata irriconoscibile. Questo evento ha turbato I primi insediamenti umani, sull’Altopiano, risalgono al mesolitico dal tutti! 10.000 all’8.000 a.C.; il Bostel costituisce uno dei primi insediamenti. I Guardando ora il bosco, sembra che qualcuno , con molta cura, abbia allinea- Veneti si stabilirono in questo territorio nel I a.C.. to gli alberi sul suolo. ETÀ ROMANA Si dice che i danni siano paragonabili alla distruzione avvenuta durante la Enego è stato anche un avamposto romano, i romani costruirono, in Grande Guerra. E’ stato stimato, infatti, che sono stati schiantati circa località Bastia, un torrione che serviva a controllare la Valsugana. La 300.000 alberi, il 10% del patrimoni boschivo dell’Altopiano! Valsugana era un’ importante via di scambio tra l’attuale Germania e Tutto questo è accaduto perché il vento proveniente dal mar Mediterraneo si l’Italia. I Romani avevano costruito degli edifici dove si trova oggi il cen- è surriscaldato, a causa del cambiamento climatico, e si è incontrato con quel- tro di Enego, avevano costruito un tempio dedicato alla dea Diana. Nel lo del Sahara, creando un vento di scirocco, che ha soffiato con la forza di un 1700 sono state ritrovate alcune monete appartenenti a sei imperatori uragano. romani. La nostra speranza è che i potenti della terra si mettano d’accordo per ridurre INVASIONI BARBARICHE le emissione di gas nocivi e difendere così il nostro ambiente. Anche ad Enego passarono i Longobardi e i Cimbri. Nel 1310 i Cimbri Rebecca fondarono una federazione. Il Covoletto era un luogo di protezione dai Barbari. DOMINIO DEI VESCOVI Nel XII secolo Enego fu dominato dai vescovi di Padova e in seguito dai vescovi di Vicenza. FEDERAZIONE DEI SETTE COMUNI Nel 1259 nasce la lega delle sette sorelle e nel 1310, nasce l’Altopiano dei Sette Comuni, la federazione più antica del mondo. Le sette sorelle erano: e , Enego e , Gallio , , . La federa- zione è stata alleata con gli Ezzelini, gli Scaligeri, i Visconti di Milano e la Serenissima di Venezia.

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CASTELLO SCALIGERO Il 29 ottobre, mentre la scolaresca, lavorava a questa U.D.A., tutto l’Al- Nel 1330 gli Scaligeri con la federazione dei Sette Comuni costruirono a topiano è stato investito da un forte vento, paragonabile ad un uraga- Enego un castello. Nel 1848 il castello venne distrutto da una popola- no, che ha devastato, schiantandolo, più del 10% del patrimonio bo- zione proveniente dall’Alto Adige, gli Schutzen. Nel 1910 le macerie del schivo. A noi ragazzi piace riportare, alla fine di questo interessante castello sono servite a restaurare la torre ancora in piedi. Dalle porte percorso, alcune nostre riflessioni in merito al disastroso evento. presenti nella torre ancora oggi si può capire l’altezza delle mura, che per un castello dell’epoca e scaligero erano molto alte. Hanno tanto parlato degli alberi caduti sulla Piana di Marcesina.

Ho voluto visitare i posti dove tutto è avvenuto! Ho visto la devastazione, la desolazione, tutte quelle piante sradicate dal ter-

reno che hanno lasciato vaste zone vuote. Ho provato tanta tristezza, quegli alberi sembravano tante persone a ter- ra….immobili, ….pensavo….impossibile che si rialzino….sono morte!

Le foto e i video non mi avevano dato minimamente il senso di ciò che la natu- ra aveva subito. Ora che gli alberi non ci sono… tutto sembra più ampio, spazi vuoti e tanti prati, paesaggi e montagne mai visti prima sembrano vicini.

Sì, tutto è cambiato, ci rimane però la consolazione che la natura si riprende- rà tutto quello che è stato devastato!! Sì, i boschi non ci sono più, ma nessun essere umano ne è rimasto vittima.

Gli alberi più forti sono rimasti, i più deboli se ne sono andati…è la legge della natura! Verranno piantati, saranno piccoli, li potremo comunque vedere crescere e noi crescere con loro. Marcesina c’è e ci sarà …anche se è stata ferita, ma sappia- mo che tutte le ferite guariscono! Il mio ricordo va a tutto quello che ho visto e goduto in precedenza, andando a passeggiare o a funghi. Marcesina con i giorni pieni sole, con le mucche al pascolo, i pic nic con la mia famiglia o con gli amici…e quegli alberi così grandi e protettivi che mi davano un senso d’immenso. Quei posti rimangono nei miei Torre scaligera ricordi e quando li visiterò ancora… lo farò con lo stesso entusiasmo di prima. Irene

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GALLO CEDRONE (Tetrao urogallu) Viaggio nel territorio…… In Italia, il Gallo cedrone è presente esclusivamente La proprietà collettiva-uso civico su Alpi e Prealpi, con den- Ha scritto Mario Rigoni Stern: “Nel territorio dei Sette Comuni non esi- sità inferiori nella porzione stono castelli di nobili, non esistono ville di signori, né cattedrali di ve- occidentale. Lungo quasi scovi, per il semplice fatto che la terra è del popolo e i suoi frutti sono di un metro e pesante fino a tutti, come ad uso civico”. 5 kg, è il più grande Galli- Ancora oggi la maggior parte del territorio dei comuni dell’Altopiano forme presente sulle no- non è proprietà privata e nemmeno proprietà pubblica-demaniale, ma stre Alpi, e anche il più proprietà collettiva, proprietà a “mani riunite”, secondo il costume te- famoso. I canti d’amore dei maschi iniziano a primavera, per protrarsi desco. Secondo il diritto di origine germanica questa proprietà colletti- va deriva dall’occupazione di terre lavorate, bonificate, rese abitabili e fino alla fine di maggio. Tendenzialmente il Gallo cedrone prepara il utili dagli antichi “abitatori” e tramandate ai giorni nostri, senza diritto posto in cui costruire il di possesso individuale ma con il diritto di godimento dei frutti, per nido con diversi mesi di questo viene anche chiamata proprietà di uso civico. anticipo. Già sul finire dell’inverno, quando la Confinazione del territorio neve occupa ancora gran Passeggiando tra i boschi di Enego e della piana di Marcesina ci si può parte dei terreni, i maschi imbattere in “sassi” contrassegnati da un numero. Sono i “cippi di con- scelgono con cura i nidi, di finazione” posti da una commissione creata dalla conferenza di Rovere- solito piccole radure o pra- to del 1750. Fu questa una questione lunga e travagliata che vide con- terie in cui andare a ese- trapposte le genti dell’Altopiano, sudditi fedeli della Serenissima, con le guire la “danza amorosa” popolazioni trentine della Valsugana, sotto la signoria dei principi- di primavera. Il maschio si presenta grigio scuro, con abbondanza di vescovi di Trento, feudatari dell’imperatore d’Austria. sfumature bruno-rossastre sul dorso, mentre la coda è punteggiata da L’origine della lite si fa risalire al 1276, subito dopo la caduta degli Ezze- rade macchie bianche. ll Gallo cedrone trascorre la maggior parte del lini, quando la città di Vicenza e la comunità di Grigno avviarono una proprio tempo a terra, alla ricerca di bacche, durante gli inverni più ri- trattativa per definire la divisione della piana di Marcesina, nonesi- gidi può ingoiare e digerire anche aghi di Abete e Pino, mentre per l’al- stendo una delimitazione preesistente riconosciuta. La controversia levamento dei giovani sono necessari anche alimenti più “sostanziosi” dava origine ad episodi di abda una parte e i Grignesi (G.Balzani, F. come insetti e altri piccoli invertebrati. Gioppi - Api di mezzogiorno 2001 - Euroedit Ed - Trento).

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Per questo motivo furono collocati dei cippi confinari partendo dal ter- PICCHIO ROSSO MAGGIORE (Dendrocopos major) mine “Cardinale”, posto in zona “Laghetti”, oggi conosciuto come il n° Il picchio rosso maggiore è un pic- 10, il più importante cippo di tutta la linea confinaria. I cippi che davano chio di medie dimensioni con il piu- verso settentrione furono contrassegnati con le lettere AV significante maggio bianco e nero e una mac- Austria e i cippi verso mezzogiorno contrassegnati con le lettere VE si- chia rossa sulla parte bassa dell'ad- gnificante Venezia. dome. I maschi e i giovani presenta- no anche macchie rosse sul collo o sulla testa. È diffuso in gran parte dell'Eurasia. Usano il becco come uno scalpello per scavare negli alberi in cerca di cibo o per costruire le cavità dove fare il nido, nonché per tamburellare per tenersi in con- tatto e per segnalare il possesso di un territorio; presentano particolari Cippo adattamenti anatomici per fronteggia- re gli stress fisici provocati dall'azione Per celebrare l’evento nel 1606 fu officiata di martellamento. È diffuso in aree fo- una messa in zona Barricata, alla cui memo- restali di ogni tipo ed ha una dieta mol- ria venne scolpita la Pria della Messa, tutt’o- to varia, in quanto è in grado di estrar- ra ben conservata e recante le incisioni an- re semi dalle pigne, larve di insetto che di due successive celebrazioni rispetti- dall'interno degli alberi o uova e nidia- vamente del 1892 e del 1926. cei di altri uccelli dai loro nidi. Nidifica Pria della messa in cavità scavate in alberi sia vivi che morti, con il fondo rivestito di trucioli. Nel tempo molte altre perizie, non risolsero la questione, per cui si do- Ogni covata comprende in genere da vette attendere la seconda Sentenza Roveretiana del 13 maggio 1752, la quattro a sei uova di colore bianco lucido. Entrambi i genitori si dedica- quale pose ordine alle numerose controversie confinarie tra la Serenissi- no alla cova, all'alimentazione dei pulcini e alla pulizia del nido. Quan- ma e l’Impero Asburgico. La conseguenza di quell’accordo fu la posa in do i giovani si levano in volo, per una decina di giorni ancora continua- opera di N° 33 cippi lapidei numerati, dall’Hanepoz fino al Pianello di no ad essere nutriti dai genitori, ed ogni genitore si assume la respon- Grigno Valsugana, passando per Marcesina e monte Frizzon . sabilità di nutrire parte della nidiata.

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CINCIARELLA (Cyanistes caeruleus) …..un po’ d’ambiente La cinciarella è lunga 11 cm e ha un piumaggio L’emozione di passeggiare nei boschi di Enego ci è stata data in autun- colore blu cobalto, le ali e le parti inferiori di no, quando ci siamo recati con i forestali a conoscere meglio il nostro colore giallo. È diffusa in tutta Europa ed abita territorio. Percorrendo i sentieri che si snodavano fra i boschi abbiamo nei boschi. Si nutre di insetti come ragni, larve, osservato la flora e la fauna; ci siamo imbattuti in un camoscio e i fore- nonché semi e nel periodo invernale anche di stali ci hanno spiegato in modo accurato i fiori caratteristici che dalla frutta. primavera all’autunno si avvicendano nei prati: il croco, il bucaneve, le stelle alpine, le primule, i bottoni d’oro. Nei boschi misti troviamo vari CIUFFOLOTTO COMUNE (Pyrrhula pyrrhula) tipi di alberi: il faggio, il carpino, l’abete rosso, l’abete bianco, i larici, il L’aspetto di questi uccelli è incon- pino silvestre e il tasso. fondibile: tozzo, con testa allungata La flora e la fauna dell’Altopiano dei Sette Comuni e squadrata, un becco corto e mas- Per rendere più appassionante questa attività ogni alunno si è incarica- siccio di forma arrotondata, grandi to di effettuare, a suo piacimento, una ricerca riguardante la flora e la occhi, ali e coda allungate e lieve- fauna del territorio. Il risultato è stato molto interessante. mente forcute. Il dimorfismo sessua- le è molto evidente: salta subito SCHEDE DEGLI ALUNNI all'occhio la colorazione di guance, gola, petto e ventre, che nei maschi PINO MUGO (Pinus mugo) sono di colore rosso-rosato, mentre nelle femmine sono di un colore Il pino mugo è un arbusto sempreverde che va dal grigio rossastro al marrone, il dorso e la groppa, i quali sono appartenente alle conifere. In Italia si tro- di colore grigio cenere nel maschio e di tonalità bruno-grigiastra nella va nelle Alpi centro-orientali, cresce femmina, sia le ali che la coda, la calotta e la faccia sono di colore nero: spontaneamente tra i 1500 e i 2700 m. il sottocoda è invece di colore bianco, e dello stesso colore sono le pen- Corteccia grigia scura a squame sottili. Le ne copritrici alari. Il becco è di colore nero, le zampe sono di color car- foglie aghiformi sono lunghe 3-5 cm e nicino e gli occhi sono di colore bruno scuro. L’alimentazione dei ciuffo- riunite in fascette di due, di colore verde scuro. Le infiorescenze matu- lotti è essenzialmente granivora: grazie al forte becco, questi uccelli rano in aprile-maggio, i coni maschili sono gialli e numerosi, i coni fem- sono in grado di frantumare con facilità grandi varietà di semi, oltre ad minili sono rosso-violacei e una volta fecondati diventano pigne di co- essere ghiotti degli energetici semi di girasole. I ciuffolotti integrano lor verde-rossastro. Viene considerata una pianta officinale perché si inoltre la propria dieta anche con altro materiale di origine vegetale, ricava il mugolio, un olio essenziale estratto dai rametti. come boccioli, bacche, frutti e fiori.

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ABETE ROSSO (Picea abies) FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus) L’abete rosso è una conifera con tronco diritto e Ha una lunghezza compresa tra 34 e 58 cm, chioma conica relativamente stretta. Il porta- un'apertura alare di 80-120 cm. Maschi e fem- mento può comunque differenziarsi in base mine hanno piumaggio simile ma, come in mol- all'altitudine, essendo questa una specie ca- ti altri rapaci, le femmine sono più grandi dei ratterizzata da un certo polimorfismo: la chio- maschi. Il peso varia quindi dai 440- 1250 g. Il ma, infatti, può assumere una forma più espan- dorso e le ali sono solitamente di colore nero, sa alle quote alpine più basse, mentre tende a con alcune striature. La parte inferiore è striata divenire più stretta a quote maggiori (per conte- con strisce marroni o nere. La coda, dello stes- nere i danni provocati dalla neve). Le foglie sono so colore del dorso ma con striature, è lunga, aghiformi e persistenti. La corteccia è sottile e rossastra (da quest'ulti- sottile e arrotondata la punta e in punta è di color bianco. La testa ne- ma caratteristica deriva il nome comune dell'albero), con l'età diviene ra, i fianchi chiari e collo bianco. Il becco e le zampe sono gialle, mentre bruno-grigiastra e si divide in placche rotondeggianti o quasi rettango- la punta del becco e gli artigli sono neri. È un abile cacciatore in grado lari (di circa 1–2 cm). Ha un apparato radicale superficiale (facile sradi- di attaccare anche le prede a mezz' aria. I partner di una coppia riman- camento da vento). gono insieme per tutta la vita. La durata della cova dura dai 32 giorni e la covata può prevedere da 2 a 6 uova. In libertà possono vivere 17 AVVERSITÀ DELL’ABETE ROSSO anni, in cattività anche 20 anni. Si adatta ad ogni tipo di habitat, tranne Il bostrico (Ips typographus) agi- ai poli. sce sotto corteccia scavando galle- rie. Contagia le piante malate o CINCIALLEGRA (Parus major) più deboli. Il legname bostricato La cinciallegra è lunga circa 15 cm per viene venduto ad un prezzo scon- un’apertura alare di 22-25 cm e un peso tato a causa dei buchi nel legno e che non supera i 21 grammi. Presenta un del colore bluastro che assume la parte più esterna del fusto. Quando piumaggio verdastro sul dorso, con coda le condizioni meteorologiche stagionali consentono la riproduzione, e ali grigio- bluastre Capo e gola sono di l’insetto si può riprodurre più di una volta all’anno, cosa che è abba- colore nero lucido, con guance bianche. Il stanza frequente, tanto che l’attività delle larve si protrae da maggio a petto giallo è attraversato da una striscia nera. La cinciallegra frequen- settembre. Solo con il disboscamento dell’area contagiata si può evita- ta ambienti come i boschi. Si nutre di insetti come ragni, larve, nonché re la diffusione. semi e nel periodo invernale anche di frutta.

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GUFO REALE (Bubo bubo) LARICE (Larix decidua) Il gufo reale è un animale Il larice (nome scientifico Larix) è un notturno. Nidifica dall’Euro- genere di conifere appartenenti alla pa all’Asia centrale. Nella famiglia delle Pinaceae. L'unica spe- penisola, questo rapace oc- cie europea presente in Italia è il cupa prevalentemente am- Larix decidua. Nella flora spontanea bienti alpini e appenninici, italiana ed europea i larici sono le con una popolazione ridotta uniche conifere le cui foglie non ma distribuita in modo ab- sono persistenti (non sono sempre- bastanza omogeneo sul ter- verdi e quindi cadono in autunno e inverno), anche se nel mondo esi- ritorio nazionale, fatta ecce- stono altri generi di gimnosperme a foglie caduche. Sulle Alpi è diffuso zione per le due isole mag- il larice europeo o comune (Larix decidua) che cresce spontaneo in alta giori. Abilissimo predatore, quota. In Italia il larice europeo, essendo sceso verso sud durante le il gufo reale è in grado di glaciazioni, è un relitto glaciale. In questo territorio, infatti, predilige le sollevare e stritolare con la alte quote, superando i 2300 metri di altitudine. sola forza delle zampe pre- de anche di notevoli dimensioni, da altri uccelli a mammiferi vari quali PINO SILVESTRE (Pinus sylvestris) conigli, lepri, addirittura volpi. La specie nidifica in primavera e in Italia Il pino silvestre è una conifera semprever- è prevalentemente stanziale: due massimo tre uova vengono deposte de molto diffusa in Europa, Italia e Asia. nel nido e covate dalla femmina per oltre un mese, mentre il maschio In Italia cresce solitamente a quote com- si occupa, in questa fase, esclusivamente della caccia. In grado di vive- prese tra i 400 e 1400 metri. Ha una chio- re anche vent’anni in ambiente naturale, si narra che in cattività i gufi ma, inizialmente con forma conica, che reali possano superare anche il mezzo secolo di vita. In cima alla pira- diventa irregolare con l’età e tende ad mide alimentare nel rispettivo ecosistema, purtroppo anche questa espandersi. La corteccia ha un colore tipi- specie come altri rapaci notturni e diurni, ha trovato un nemico formi- camente rossastro. Le foglie sono aghifor- dabile: l’uomo. Per secoli cacciato, negli ultimi decenni è stato oggetto mi, grigio verdi, attorcigliate, raggruppati di diverse misure di protezione, quanto basta per avere evitato la sua in mazzetti di due aghi, lunghe circa 3- completa estinzione. Ancora molto poco, come è facile immaginare, 5 cm (talvolta fino a 10 cm). I coni hanno per sopperire a secoli di persecuzione diretta. la forma conica color marrone chiaro, lunghi circa 5 cm.

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ROVERELLA (Quercus pubescens) ASTORE (Accipiter gentilis) La Roverella è la quercia più diffusa L’astore è uno dei rapaci più potenti che in Italia, e nelle Alpi è presente fino esistono. La sua forma corporea gli per- ai 1000 m nei versanti esposti a sud. mette di compiere in volo evoluzioni tra le E’ un albero alto fino a 25m. Le fo- conifere e latifoglie. È un cacciatore temibile glie hanno una forma facile da rico- per piccoli mammiferi. Ha un cervello molto noscere: sono lobate (5-6 lobi per sviluppato, la sua arma letale è l’effetto sor- lato) e hanno la pagina inferiore presa. L’astore è un uccello molto schivo, biancastra per la fitta pubescenza. È facilmente riconoscibile d'inverno tranne nel periodo degli amori quando con- in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle trolla il territorio. È un rapace di dimensioni altre specie di querce. È apprezzato ed utilizzato come legna da ardere medio-grandi e le femmine sono più grandi perché il legno ha un ottimo valore calorifico e lenta combustione. dei maschi. Questo uccello ha delle ali che gli consentono di disegnare delle traiettorie complesse con facili- NOCE (Juglans regia) tà. Utilizza la coda come timone. Il colore degli occhi degli astori adulti Il noce può arrivare anche ad una altez- è rosso o bruno-rossastro, nei giovani il colore invece gli occhi sono za di 20-25 metri ed è una delle poche giallo brillante. La colorazione dell’astore adulto, va dal blu-grigio al piante in grado di vivere per oltre un nero; le penne delle ali e della testa sono scure, mentre le aree inferio- secolo. E’ una specie caducifoglia, ossia ri sono di colore bianco. Il richiamo è forte, aspro e penetrante. perde le foglie durante il periodo inver- nale. Le foglie sono imparipennate con 2 -4 paia di foglioline e una fogliolina ter- minale più grande. La sua corteccia per i primi 20 anni è di colore grigio-cenere e liscia, ma con il passare del tempo di- venta più scura e rugosa. Il frutto di questo albero è la noce. Questa è di forma ovale e al suo interno troviamo il cuore vero e proprio della noce. La noce è racchiusa da un guscio marrone chiaro che, a sua volta, è racchiusa da un altro guscio verde che, quando il frutto è maturo, diventa più scuro.

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LEPRE EUROPEA (Lepus europaeus) NOCCIOLO (Corylus avellana ) La lepre è un animale cacciabile, le sue Arbusto o albero che raggiunge l'altezza di 7-8 m. caratteristiche fisiche sono di avere il Caducifoglia con crescita rapida. Le foglie sono corpo lungo dai 40 ai 70 cm, le sue cuoriformi a margine dentato. Le infiorescenze orecchie sono dagli 8 ai 14 cm, le sue sono unisessuali, le maschili in amenti penduli zampe posteriori sono lunghi dai 9,5 ai che si formano in autunno, le femminili somiglia- 15 cm, pesa dai 1,5 ai 5 kg. Il suo corpo no ad una gemma di piccole dimensioni. Il frutto è ricoperto di pelo color fulvo- (chiamato nocciola) è avvolto da brattee da cui si grigiastro mischiato con il nero sul dor- libera a maturazione e cade. Esso è commestibile so, più rossiccio sul collo, sulle spalle, sui fianchi. Le lunghe orecchie e viene usato crudo, cotto o macinato in pasta, hanno la punta nera e nera è pure la parte superiore della coda, che inoltre è ricco di un olio usato sia nell'alimenta- inferiormente ai lati è bianca e ha gli arti posteriori più lunghi di quelli zione che dall'industria cosmetica. Il legno del nocciolo è molto flessibi- inferiori. La lepre è erbivora e in estate mangia le piante, i funghi e i le, elastico e leggero, fin dall'antichità veniva usato per costruire ceste frutti. e recinti. Non è adatto come materiale da costruzione o per mobili in quanto troppo elastico e poco durevole. Il suo areale è esteso a tutta AQUILA REALE (Aquila chrysaetos) l’Europa e a tutta l’Italia. La distribuzione altitudinale è da collinare a medio-montana. Rifugge le aree mediterranee più calde ed aride. Pre- Tutte le aquile sono caratterizzate da ferisce terreni calcarei, ben drenati, fertili e profondi e luoghi semi om- una particolare robustezza e prestanza breggiati. L'habitat naturale è costituito da boschi di latifogli, radure e fisica: becco potente ed uncinato, te- margini. Può formare boschetti pionieri su terreni freschi pietrosi, in sta grande, ali ampie, corpi general- consociazione con aceri o pioppo tremulo. mente ricoperti di piume sino al piede che ha artigli robusti e affilati. Il volo delle aquile è potente, maestoso e MAGGIOCIONDOLO ALPINO (Laburnum alpinum) spesso veleggiato; piombano dall'alto Alberello con foglie trifogliate. rapidissime sulle prede per poi afferrarle a volo radente. Come tutti i Fiori gialli a macchia rossa, fiori- rapaci, le aquile, dopo aver immobilizzato la vittima, iniziano a divorar- tura in maggio. Specie orofila. la ancora viva e, spesso, la inghiottono intera per poi rigettarne ossa, Habitat: Alpi e Appennini. Presen- penne e piume che non riescono a digerire. Le prede dell’aquila sono: te in faggete e peccete. Uso: per piccoli mammiferi, anfibi e rettili. ornamento e in rimboschimento.

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SAMBUCO COMUNE (Sambucus nigra) VOLPE ROSSA (Vulpes vulpes) Il sambuco è un arbusto di La volpe rossa è facilmente riconosci- media grandezza. La specie, bile per il corpo snello, le orecchie appartenente alla famiglia grandi ed erette, il muso appuntito e delle Caprifoliacea, ha foglie la folta coda. Generalmente la lun- decidue, formate da 5-7 fo- ghezza del tronco si aggira tra i 60 e i glioline di forma ovata e se- 90 cm. Il pelo lungo e morbido è ge- ghettate, la corteccia è di co- neralmente di un rosso scuro. Di solito pesa circa 6-10 Kg. Le dita delle lore grigio chiaro. I fiori sono zampe sono nere così come la punta delle orecchie. La coda è invece bianchi, lievemente profumati e riuniti in ombrelle a cui seguono frutti rossiccia con sfumature nere, gialle o grigie. La volpe è un carnivoro prima rossi poi neri. che mangia prede spesso deboli: galline e piccoli animali del bosco.

USO DELLE BACCHE IN CUCINA ORSO BRUNO EUROPEO (Ursus arctos arctos) Liquore con le bacche di sambuco L'orso è un animale solitario ha abi- Per una bottiglia di tudini prevalentemente notturne, è liquore occorrono schivo e diffidente, estremamente 300 g di bacche, mez- difficile da incontrare. Non è aggres- zo litro di acqua, sivo e non attacca, se non provocato. mezzo litro di alcol Nonostante la loro mole gli orsi non puro e 300 g di zuc- amano far rumore e, a differenza di chero. Le bacche si molte specie selvatiche, solo in rarissimi casi emettono vocalizzazioni devono mettere a (definite ruglio). In particolare quando due maschi lottano tra loro o macerare nell’alcol in un contenitore chiuso per circa 40 giorni, in un con nemici quali cani o lupi o in momenti di forte eccitazione è possibi- posto buio e fresco. Trascorso il tempo necessario, si deve filtrare l’al- le che essi emettano dei forti brontolii accompagnati a volte da soffi, col con un canovaccio. A questo punto si prepara lo sciroppo, facendo dallo stridere e dallo schioccare dei denti. Le grida emesse in questi bollire l’acqua insieme allo zucchero in un pentolino. Quando lo zuc- casi sono profonde e prolungate. Altre emissioni sonore prodotte dagli chero si è sciolto, lasciate raffreddare e poi unite all’alcol. Filtrate di orsi sono una specie di sommesso mugolio emesso dalla madre per ri- nuovo il liquido e imbottigliatelo. Prima di consumare il liquore, lascia- chiamare i piccoli e ancora quando i cuccioli durante l’allattamento telo riposare per 1-2 mesi. poppano dalla madre emettono, a volte, una sorta di ronzio.

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MUFLONE EUROPEO (Ovis musimon) STELLA ALPINA (Leontopodium alpinum) Il muflone vive in branchi di La stella alpina è una pianta perenne, è soli maschi, di sole femmine diffusa su tutto l’Altopiano dei Sette ed anche misti. Il peso di un Comuni. Si possono trovare molte va- muflone adulto va dai 35 kg ad rietà di stelle alpine in tutto il mondo un massimo di 50 kg , con ma quella che noi conosciamo è l’edel- un’altezza di 75 cm, è lungo weiss e la si trova superata una certa da 90 cm a 130 cm , vivono 14- altitudine. Si tratta di una pianta pro- 15 anni circa. Il mantello è di tetta, se la si coglie si rischia una multa. La stella alpina è una pianta colore bruno rossastro. Nei molto resistente e la si può coltivare in casa a patto che si metta sul bal- maschi sono presenti delle corna a forma di spirale che misurano 75 cone o in giardino. La stella alpina è una pianta piuttosto bassa che non cm. Il muflone è un animale che preferisce muoversi all’alba e all’im- raggiunge mai altezze elevate e che si ferma generalmente ai 15 cm. I brunire. Vive sopra i 2000 m s.l.m. in primavera, mentre in inverno si fiori della stella alpina sono piccolissimi e sono di colore verde-giallo, abbassa fino a 900-1000 metri. Bruca fogliame, ghiande e anche erba, riuniti al centro e circondati da foglie carnose e pelose di colore bianco. ma rosicchia corteccia delle piante. L’accoppiamento avviene fra Tutta la pianta è ricoperta da peluria, e grazie a questa la stella alpina settembre e dicembre, i maschi, spesso si scontrano per imporsi nel riesce a sopportare temperature anche molto rigide e crescere in zone proprio territorio e per accoppiarsi. La gravidanza dura 22 settimane e aride. al termine viene partorito un solo piccolo. CICLAMINO DELLLE ALPI (Cyclamen purpurascens)

CAMOSCIO ALPINO (Rupicapra rupicapra) Il ciclamino delle alpi è una pianta erbacea perenne, spontanea, diffusa nelle Alpi e Il camoscio alpino è un mammi- cresce fino a 1900 m. Nelle nostre zona fero artiodattilo appartenente l'habitat tipico di questa pianta sono i bo- alla famiglia dei Bovidi. Di schi ombrosi. L’organo perennante è un aspetto molto simile alle capre, bulbo, dal quale ad ogni nuova stagione viene incluso con esse e con le nascono foglie e fiori tutti basali. Le foglie pecore. In Italia è diffuso sui sono cuoriformi, la pagina superiore è verde scuro con macchie chiare pendii montani delle Alpi con quasi bianche. I fiori sono solitari, hanno un colore roseo porporino una popolazione che nel 1995 quasi violaceo, sono retti da peduncoli molto lunghi e sono molto pro- contava più di 100 000 unità e che è in espansione. fumati. il periodo di fioritura va da maggio a ottobre.

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GENZIANA DI KOCH (Gentiana acaulis) CERVO (Cervus elaphus) Pianta erbacea che non supera i 20 cm d'al- Il cervo è un animale tezza. Le foglie verdi ma anche gialle, raccolte dal corpo snello, quan- alla base in una rosetta, sono oblunghe e lan- do è adulto il colore del ceolate, con un margine dentellato e lunghe pelo è marrone, mentre dai 2 ai 5 cm. Il fiore è apicale su un corto pe- il pelo dei cuccioli è duncolo e ha la forma di corolla tubolare pen- marroncino con delle talobata di colore azzurro. Fiorisce nella tarda primavera e in estate. macchie bianche. Il cer- Cresce ad altitudini comprese tra 800 e 3.000 m. vo maschio può pesare dai 160 ai 230 chilo- NARCISO DEI POETI (Narcissus poeticus) grammi. La femmina Pianta perenne, alta 20-40 cm che sverna può pesare dai 90 ai sotto forma di bulbo dal quale partono le ra- 130 chilogrammi. Il ma- dici. È uno dei primi fiori a sbocciare, annun- schio può avere un palco (corna) che cade in autunno per poi ricresce- ciando l’arrivo della primavera (fiorisce da re. L’habitat originale del cervo è costituito da zone boschive con radu- aprile a maggio). In primavera iniziano ad re e aree di boscaglia poco fitta e a bassa altitudine, a volte si spinge in uscire per prime le foglie e solo in un secondo zone più alte e montuose. Il cervo ricerca cibo soprattutto di notte, in tempo spuntano i fiori che sono profumati, solitari e inclinati rispetto al primavera si ciba di erba fresca, germogli, ramoscelli, foglie novelle; in fusto. Il fiore ha 6 petali bianchi. Il petalo si restringe verso la base e va inverno quando la neve ricopre ogni cosa si accontenta di corteccia di a saldarsi con quella degli altri tepali in un tubo verde. Al centro della arbusti secchi e radici scavate a colpi di zoccoli. All’inizio dell’autunno corolla si trova una corona gialla, a forma di coppa con orlo rosso e ru- ha inizio la stagione degli amori durante la quale i maschi abbandona- goso. Cresce nei pascoli montani, nelle boscaglie da 600 a 1600 metri. no il proprio branco formato da altri maschi per andare alla ricerca del- PRIMULA ODOROSA (Primula veris) le femmine. Trascorsi questi giorni i maschi ritornano nei loro gruppi Il nome primula deriva dal latino Primus per indi- mentre le femmine vagano alla ricerca di un luogo sicuro per la gesta- care che si tratta di una pianta a fioritura precoce. zione. Di solito nasce un solo piccolo che rimane immobile nella bosca- La primula è la prima pianta a proteggere la terra glia per circa 15 giorni durante i quali viene raggiunto dalla madre solo dal sole ed è la pianta che pone fine all’inverno. per la poppata, dopo questo periodo il piccolo è in grado di seguire la Fiorisce da febbraio a maggio. La fioritura è unica madre e a un mese viene svezzato, a un anno viene allontanato dalla e può durare anche fino a inizio estate. Cresce per- madre. La speranza di vita di un cervo è di circa 10 - 15 anni, mentre in cattività può arrivare tranquillamente fino ai 20. fettamente in una zona ombreggiata.

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