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REGIONE LAZIO ASSESSORATO ALLA CULTURA, SPETTACOLO, SPORT E TURISMO Passeggiate nel tempo Parchi, castelli, monasteri Viaggio tra storia e leggende dell’entroterra laziale

Distribuzione gratuita Passeggiate

REGIONE LAZIO nel tempo ASSESSORATO ALLA CULTURA, SPETTACOLO, SPORT E TURISMO Parchi, castelli, monasteri www.regione.lazio.it Viaggio tra storia e leggende Dell’entroterra laziale

AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA Realizzazione e coordinamento editoriale: DEL COMUNE DI ROMA Via Parigi, 11 - 00185 Roma Vitesse - Roma Tel. +3906488991 - Fax +39064819316 Per conto dell’APT di Roma Centro Visitatori Via Parigi, 5 - 00185 Roma www.romaturismo.it Progetto grafico e disegni cartografici:

AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA Nicola Pietravalle, Silvia Ranalli DELLA PROVINCIA DI ROMA Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma Redazione testi: Alessia Petruzzelli Tel. +3906421381 - Fax +390642138211 www.oltreroma.it Nino Martino (schede parchi)

AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA PROVINCIA DI FROSINONE Immagini: Simonetta Panzironi; Via Aldo Moro, 465 - 03100 Frosinone Archivio APT Roma. Tel. +39077583381 - Fax +390775833837 Schede parchi: Panda Photo www.apt.frosinone.it AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA Stampa: Tipolitografia C.S.R. - Roma DELLA PROVINCIA DI LATINA Via Duca del Mare, 19 - 04100 Latina Tel. +390773695404 - Fax +390773661266 www.aptlatinaturismo.it

AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DELLA PROVINCIA DI RIETI Via Cintia, 87 - 02100 Rieti Tel. +390746201146 - Fax +390746270446 In copertina : Sermoneta, Borgo e www.apt.rieti.it Castello Caetani (Simonetta Panzironi). Sullo sfondo: pianta terrestre del Lazio, AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA Domenico De Rossi, 1693. DELLA PROVINCIA DI VITERBO Piazza dell’Oratorio, 2 - Palazzo Doria Pamphili 01030 San Martino al Cimino (VT) Tel. +3907613751 - Fax +390761379233 Carta rilievi del Lazio: Regione Lazio www.apt.viterbo.it Dipartimento Territorio www.provincia.vt.it Direzione Regionale Territorio e Urbanistica Sistema Cartografico e Geografico

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Dopo “Il Lazio che non ti aspetti - Luoghi di storia e di mare”, la guida dedi- cata ai tesori archeologici del litorale laziale, proseguiamo nell’impegno di cor- redare di nuovi e sempre più aggiornati strumenti di promozione turistica le attività della Regione Lazio sia in Italia che all’estero. Con “Il Lazio che non ti aspetti - Passeggiate nel tempo”, si è voluti partire dalla realtà dei sistemi ambientali presenti nel Lazio ed attorno ad essi ricrea- re dei virtuali sistemi tematici riferiti all’entroterra della regione. Rispondendo inoltre alle espresse esigenze di autenticità, tipicità, concretezza della attuale domanda turistica, la guida affianca al tema del valore ambienta- le una ricercata proposta culturale, valorizzando in maniera trasversale il patrimonio artistico, storico e religioso delle cinque province laziali, attingen- do anche all’affascinante bagaglio di tradizioni e leggende popolari. E volendo ripercorrere con forte spirito evocativo la storia della nostra civiltà, attraversiamo dunque parchi e riserve naturali lungo interessanti ed originali itinerari, incontrando mirabili esempi di architetture fortificate, tra borghi, castelli ed abbazie. Il loro fascino ci guiderà tra arte e storia, fede e leggende, natura e tradizioni, conferendo un ritmo tutto nuovo a queste nostre passeggiate nel tempo.

Luigi Ciaramelletti Assessore alla Cultura, Spettacolo, Sport e Turismo REGIONE LAZIO

Il Lazio che non ti aspetti!

www.regione.lazio.it INDICE

ITINERARIO 1 ITINERARIO 6 L’Alta LAZIALE i e reatini Pag. 4 - 9 Pag. 34 - 39

ITINERARIO 2 ITINERARIO 7 I i monti lucretili Pag. 10 - 15 e il salto cicolano Pag. 40 - 45

ITINERARIO 3 ITINERARIO 8 i monti sabatini i monti simbruini Pag. 16 - 21 Pag. 46 - 51

ITINERARIO 4 ITINERARIO 9 L’area romana e la valle del liri la valle del tevere e le mainarde Pag. 22 - 27 Pag. 52 - 57

ITINERARIO 5 ITINERARIO 10 i castelli romani i , Pag. 28 - 33 ausoni e aurunci Pag. 58 - 63

INSERTO PIANTINA GENERALE Pag. I - IV ITINERARIO 1 L’alta tuscia laziale

MILLE SCOPERTE SULLE TRACCE DEI BRIGANTI

Tra scenari naturali mozzafiato, iniziamo questo viaggio nell’entroterra laziale dalla Tuscia, la nobile terra attraversata sin dall’antichità da pellegrini e viandanti, teatro delle lotte di potere tra guelfi e ghibellini, memoria storica di tradizioni e culture dalle origine remote.

I Castelli e le rocche

Bolsena, Rocca Monaldeschi della Cervara: la facciata.

dei Monaldeschi (1451) lasceranno dal 1460 la strut- LA ROCCA MONALDESCHI tura in stato di abbandono, aggravato da attacchi ed DELLA CERVARA incendi anche ad opera dei Lanzichenecchi. Nel 1612, con l’assegnazione della residenza al cardinale Sanesio, Bolsena vescovo di Orvieto, saranno effettuate opere di restau- ro e manutenzione, vanificate purtroppo nel 1665 da AFFACCIATO SUL LAGO DI BOLSENA, il più grande lago un terribile terremoto. Adibita a carcere e magazzino, italiano di origine vulcanica, sulle pendici collinari dei sarà ristrutturata nuovamente dal 1750, quando , ci attende il borgo medioevale su cui Benedetto XIV la assegnerà in enfiteusi al capitano troneggia la splendida Rocca Monaldeschi. Sui resti Florido Zampi. Ma ancora, nel 1815, sarà proprio la dell’antica città di Velzna, l’ultima delle 12 città etru- popolazione a devastare il castello, pur di non lasciar- sche conquistata dai Romani ( 265 a.C.), e della roma- lo a Luciano Bonaparte, principe della vicina Canino. na Volsinii, furono edificate nel 1156 la prima cinta Dal 1400 il Castello Monaldeschi porta il nome della muraria, a difesa dell’abitato, ed una torre di avvista- influente e nobile famiglia che, durante la sua perma- mento, oggi la torre principale dell’attuale rocca. Erano nenza a Bolsena, provvide a significative opere di gli anni delle incursioni di Federico Barbarossa e Papa restauro ed ampliamento: da antico castello medioe- Adriano IV ordinò la fortificazione di tutti i centri che vale, la rocca divenne una vera residenza nobiliare for- si trovavano sulla direttrice della Via Cassia. La vera e tificata. Perfettamente inserita nella struttura difensi- propria rocca originaria venne costruita nel 1295 e agli va del borgo, a pianta quadrangolare, con torri inizi del ‘300, a seguito di una più ampia opera di forti- medioevali, ponti e fossato, era un avamposto che ficazione dei numerosi castelli dei Monaldeschi, la dominava il versante sud occidentale, l’abitato ed il Rocca iniziò ad essere abitata e frequentata stabilmen- lago. La sua funzione difensiva fece porre gli ingressi te dai membri della fazione della Cervara. del borgo e della rocca diametralmente Nel 1334 Ermanno Monaldeschi divenne opposti, con una logica strategica atta a podestà del centro e consolidò l’autorità costringere qualsiasi assalitore a dovere della sua casata che ottenne il possesso esporsi su uno dei due fronti. Grazie ai della Rocca per volere di Bonifacio VIII significativi lavori di restauro iniziati negli (1398) ed in seguito di Alessandro V anni Settanta, oggi il Castello è visitabile (1409). Le vicende politiche ed il declino ed ospita un Museo Storico.

4 L’alta tuscia laziale

COME ARRIVARE

Monte Rufeno Bolsena (RM) - Da nord e da sud: A1 FI-RM, 734 uscita Orvieto, e poi SP 71 e bivio per Proceno RISERVA REGIONALE ITINERARIO 1 Bolsena (km15). Oppure la SS2 Via Cassia MONTE RUFENO Acquapendente A 1 che attraversa l’abitato di Bolsena.

Acquapendente (RM) - A1 FI-RM da ORVIETO Onano nord, uscita Fabro direzione Grotte di Castro SP 71 Acquapendente; da sud, uscita O L S Gradoli I V I N Orvieto direzione Acquapendente. T I N Oppure da sud: SS2 Via Cassia O Bolsena Latera M direzione Viterbo e proseguire per Bagnoregio Lago di SS 2 Acquapendente; da nord: SS2 Via RISERVA REGIONALE Bolsena Valentano Cassia direzione Abbadia San SELVA DEL LAMONE Farnese Salvatore, Acquapendente; Capodimonte In treno: linea Viterbo - 2 31 Marta RISERVA REGIONALE P Acquapendente S MONTE CASOLI SS 2 ATTIGLIANO Riserva Naturale Monte Rufeno - DI BOMARZO Canino Da Roma: A1 RM-FI, uscita Orvieto ed Bomarzo Vitorchiano e n indicazioni per Acquapendente (circa o r r SP 204 A Tuscania Soriano e Km.30). Da Firenze: A1 FI-RM, uscita t n nel Cimino re r VITERBO o Fabro ed indicazioni per Acquapendente. T Accesso alla Riserva all’altezza del Km.136 della RISERVA REGIONALE TUSCANIA a rt a C I M I N SS2 Via Cassia, tra Viterbo e Siena. M T I I e N m iu O Riserva Naturale Selva del Lamone - A1 RM-FI , F M uscite Orvieto o Orte ed indicazioni per Viterbo- SS 2 Montefiascone-Valentano-Farnese. Da Roma: SS2 Via Cassia direzione Siena, oppure SS1 Via Aurelia in direzione Montalto di Castro. Dalla Toscana, si posso- no seguire le indicazioni per Saturnia, Manciano, Pitigliano, e poi proseguire per Farnese.

ROCCHE Lo stemma Monaldeschi della Cervara. I “gioielli” dei farnese

Nel territorio intorno al Lago di Bolsena, a partire dall’XI secolo, eserciterà il proprio potere anche la ARALDICA famiglia Farnese, originaria dell’antica località Castrum Farneti, oggi Farnese. Grazie alla fervida atti- Lo stemma dei vità politica e militare di Ranuccio il Vecchio, difen- sore militare del papato nominato Senatore di Roma monaldeschi della Cervara nel 1417, la casata accrescerà non solo il prestigio ma anche i possedimenti nella Tuscia. Verranno così nel L’uso invalso di “personalizzare” e decorare scudi e tempo acquisiti o edificati strategici castelli, rocche e stendardi militari rispondeva all’esigenza di distin- fortezze che disegnano nella Valle del Lago un vir- guere i diversi corpi dell’esercito cristiano durante le tuale itinerario medioevale e rinascimentale. Crociate. I simboli e le figure venivano poi adottati Gradoli, con l’imponente Palazzo Farnese, opera dalle famiglie nobili come segno dignitario e distinti- rinascimentale del Sangallo; Latera, con il Castello vo. Nascevano così gli stemmi gentilizi e gli emblemi, Farnese nel cuore del borgo medioevale; Valentano, il cui uso si diffonderà in occidente nel secolo XII. La con la Torre e la Rocca, sede del Centro di studi sulla famiglia comitale dei Monaldeschi, dopo aspre lotte nobile famiglia ducale; Onano con la Rocca Farnese intestine, si divise in quattro rami: della Cervara, del ma famosa anche per l’omonima qualità di lentic- Cane, della Vipera, dell’Aquila. Lo stemma nobilia- chia, nata nel Cinquecento; Farnese, con i resti di re del ramo della Cervara è presente in tutte le deco- un’antica rocca e un museo preistorico archeologico. razioni pittoriche dei numerosi palazzi della famiglia, Torniamo infine sul lago a Capodimonte, dominato tra Umbria ed Alto Lazio. dalla cinquecentesca Rocca Farnese.

5 ITINERARIO 1

I Parchi

I PARCHI REGIONALI DI MONTE RUFENO E DI SELVA DEL LAMONE

GIGANTESCHE ERUZIONI VULCANICHE HANNO PLA- SMATO IL TERRITORIO: laghi e colline, forre e monti testimoniano di una geologia molto attiva. Siamo nella Tuscia laziale, uno dei paesaggi più belli d’Italia dove gli antichi vulcani di Volsinio, Cimino e Sabatino hanno dato vita ai laghi di Bolsena, Bracciano e Vico. Le sorgenti termali della Tolfa sono famose sin dai tempi dell’antica Roma, ma da vedere è anche la bellissima Caldara di Manziana, inserita in un con- testo paesaggistico unico che ha favorito il perma- nere delle più meridionali betulle d’Europa. Nei il paesaggio diviene aspro, scenario di tanti film western all’italiana, luogo pre- Sopra: Lago di Bolsena, l’isola Bisentina. diletto per l’allevamento brado di cavalli e buoi: un luogo di elevata biodiversità dove troviamo tradizio- ni agricole antiche, a due passi dalla capitale. In questo contesto la Riserva naturale di Monte Rufeno è un lembo di Lazio tra le mitiche terre sene- si. La Selva del Lamone, invece, è una delle aree pro- tette più interessanti e meno conosciute del Lazio.

Il Parco in cifre

Riserva Naturale Monte Rufeno Gestore: Comune di Acquapendente Superficie: 2.892 ettari Istituzione: 1983 LORA Riserva Naturale Selva del Lamone F Gestore: Comune di Farnese Superficie: 2.002 ettari Boschi di cerri e roverelle, ma anche roveri e Istituzione: 1994 macchia mediterranea, oltre alla vegetazione Riserva naturale provinciale ripariale sul fiume Paglia. Monte Casoli di Bomarzo Superficie: 175 ettari Numerose le varietà di funghi tra cui il Istituzione: 1999 Tricholoma Rufenum, perfettamente mimetizzato Riserva naturale Tuscania tra la vegetazione. Superficie: 1.901 ettari Sopra: la vegetazione del sottobosco.

6 L’ALTA TUSCIA LAZIALE

BOTANICA

LA TERRA DEI FIORI

Un interessante ed inusuale itinerario ci guiderà nel centro storico di Acquapendente: antiche maioliche illustrano le essenze tipiche del luogo e le piante che crescono nella città. All’interno della Riserva Regionale di Monte Rufeno, invece, il casolare Giardino ospita il Museo del Fiore, tappa d’obbligo per tutti gli appassionati.

PRODOTTI TIPICI

L’AGLIO ROSSO DI PROCENO

Le colline attorno all’antico borgo medioevale di Proceno, al confine tra la campagna toscana e le col- line umbre, favoriscono da secoli la coltivazione di una tipica qualità di aglio che ha ricevuto il ricono- scimento di prodotto tradizionale del Lazio dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ed il marchio D.O.P.. FAUNA L’aglio rosso, appunto, dagli spicchi tozzi e dall’aro- ma intenso, un prodotto della terra la cui produzione Le specie di interesse che si possono avvistare è il risultato di una paziente coltivazione a mano, sono il merlo acquaiolo che risale il corso d’ac- curatissima in ogni sua fase: dalla selezione dei bulbi qua alla ricerca di cibo o il martin pescatore per la piantagione, alla “starlatura” dei fiori della che osserva con cura le acque, pronto al balzo pianta all’inizio dell’estate, per catturare l’ignaro pesce di cui si nutre. l’essiccazione e intreccia- Non mancano cinghiali ed istrici, tassi e ghiri. tura dei bulbi nelle carat- teristiche “reste”. Sopra: Il biancone (Circaetus Gallicus). A sinistra. il merlo acquaiolo.

7 ITINERARIO 1

Le abbazie e i monasteri

L’A BBAZIA DI SAN SEPOLCRO Acquapendente

SIMBOLO DI ACQUAPENDENTE, LA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO sarà nei secoli coinvolta nelle sorti di quella che nasce come la città roccaforte dell’Impero di Ottone I. Fu edificata intorno all’anno Mille sul sepol- cro che Matilde di Westfalia (895-968), madre di Ottone I, fece costruire in ossequio al Sepolcro di Cristo in Gerusalemme. Sede dell’antica abbazia bene- dettina, ebbe annessa la Casa dei Templari, i Cavalieri dell’ordine monastico-militare sorto per la difesa dei luoghi sacri e la protezione dei pellegrini (XII sec.). La Basilica, di elegante stile romanico, fu consacrata da Eugenio III nel 1149. Tra il XII e gli inizi del XV secolo Acquapendente ebbe Acquapendente: Basilica di San Sepolcro. governi diversi: imperiale, pontificio, orvietano, senese e nel XIII secolo passò sotto la Diocesi di Orvieto. Questo Oggi ammiriamo la bella ed elegante facciata e il suo fu il periodo di maggiore prosperità economica ed anche interno a tre livelli. Dipinti su pannelli, che ornano i la Basilica venne arricchita da opere d’arte e decorazioni. piloni di sinistra della navata centrale, ripercorrono la Nel 1649, a seguito della distruzione della città di Castro, storia della Basilica: l’arrivo della regina Matilde; la par- Acquapendente divenne tenza per la I crociata (1096- sede vescovile e la Basilica di 1099); la consacrazione della San Sepolcro fu elevata a chiesa da parte di Eugenio III cattedrale: da allora sarà (1149); la distruzione della oggetto di profonde trasfor- facciata durante la seconda mazioni architettoniche. Nel guerra mondiale. corso del XVIII secolo l’o- Tra gli altri pregevoli ele- riginaria struttura romani- menti decorativi vi sono, ca verrà rimaneggiata sia incorporati nella scala d'ac- nella facciata che all’inter- cesso al presbiterio, due bas- no, rivisitata in stile baroc- sorilievi della scuola di co e secondo il tipico gusto Agostino di Duccio (1418- alto laziale. Acquapendente, Basilica di San Sepolcro: il campanile. 1481) ed un raffinato altare In seguito, durante il secondo in terracotta smaltata e conflitto mondiale (giugno 1944), il complesso venne dipinta di Jacopo Beneventano (1522). gravemente danneggiato subendo il crollo della navata Oltre alle spoglie di S. Ermete martire patrono di Acqua- sinistra e con restauri successivi venne riportato alle sue pendente, la Basilica conserva anche quelle di S. antiche forme romaniche. Antonio, di S. Caterina e di S. Agostino (secolo XlII).

8 L’alta tuscia laziale

INFORMAZIONI UTILI

CASTELLO BOLSENA Riserva Regionale di Tuscania c/o Provincia di Viterbo Piazza Monaldeschi - 01023 Bolsena (VT) 01017 Tuscania (VT) Visite: Inverno (da novembre) Riserva Regionale di Monte Rufeno Tel.+390761443374 - +390761443390 Merc - giov - ven: h 10.00-13.00 Piazza G. Fabrizio,17 www.parchilazio.it www.parks.it Sab - dom - festivi - prefestivi: 01021 Acquapendente (VT) h 10.00-13.00 / 15.00-18.00 Tel. +390763733442 Estate (da metà luglio) Riserva Regionale Selva del Lamone tutta la settimana h 10.00-23.00 AZIENDA DI PROMOZIONE Primavera e autunno: tutta la settima- C.so Vittorio Emanuele III, 395 TURISTICA DELLA na h 10.00-13.00 / 16.00-19.00 01010 Farnese (VT) PROVINCIA DI VITERBO Lunedì chiuso. Tel. +390761458741 Piazza dell’Oratorio, 2 Riserva Regionale Palazzo Doria Pamphili BASILICA DI SAN SEPOLCRO Monte Casoli di Bomarzo 01030 San Martino al Cimino (VT) Acquapendente - Tel. +390763734200 c/o Provincia di VT Tel. +3907613751 Visite: intera giornata. Via Aurelio Saffi, 49 01100 Viterbo Fax +390761379233 Tel.+390761924337 www.apt.viterbo.it MUSEO DEL FIORE +390761924021 www.provincia.vt.it Acquapendente - Tel. 80040011834 www.museodelfiore.it.

A sinistra: Acquapendente, la cripta romanica.

STORIA

la via francigena

Considerata uno degli itinerari turistici più belli d’Italia, nel Medioevo fu la direttrice privilegiata tra le città del regno italico ed il mondo d'oltralpe; 2500 km su cui erano poste stazioni di sosta tra cui Acquapendente e Bolsena. Nacque in origine dal- l’esigenza dei Longobardi di collegare la capitale del loro regno ARTE -Pavia- con i ducati meridionali attraverso un corridoio protetto sul “Passo di Monte Bardone”, Mons Longobardorum, l’attuale La cripta romanica Cisa. Con l’avvento della dominazione dei Franchi fu denomina- ta “Francigena” ossia “strada originata dalla Francia” e rappre- Nella Basilica vi è uno dei più impor- sentò per il Sacro Romano Impero la principale via di collega- tanti esempi di cripta romanica in mento con Roma. Nel IX secolo fu introdotto l’obbligo per gli Italia, sorta nella seconda metà del X arcivescovi di recarsi a Roma per ricevere dal Papa il pallium, secolo sui resti dell’antica edicola del mantello di lana ornato da una croce che fungeva da vera e pro- Santo Sepolcro (IX sec.). Interessante e pria investitura. Nel diario di viaggio dell’Arcivescovo di suggestiva la divisione dello spazio in tre Canterbury troviamo la prima citazione di Acquapendente come navate trasversali e nove longitudinali, tappa della Via Francigena. Sigerico infatti si recò a Roma da con un gioco di 22 colonne sormontate Papa Giovanni VI nel 994 e nell’elenco dei luoghi di sosta tocca- da ricchi capitelli con elementi stilistici ti nel viaggio di ritorno alla sua sede episcopale vi erano 79 “sub- di provenienza nordica. L’edicola, al mansiones” comprese tra Roma e il Canale della Manica. Divenne centro della cripta e chiusa da una la via del pellegrinaggio a Roma presso la tomba di San Pietro e copertura piramidale a base rettangola- per questo venne chiamata anche strada “Romea”, utilizzata da re, conserva secondo la tradizione due importanti viaggiatori, veicolo di scambi culturali e commerciali. piccoli frammenti litici della colonna della flagellazione di Cristo macchiati del suo sangue.

9 ITINERARIO 2 I MONTI CIMINI

LA MACCHINA DEL TEMPO CI RIPORTA IN UN’EPOCA DI GRANDI SPLENDORI

La bellissima provincia viterbese ci attende con la sua immensa e raffinata ricchezza culturale. Qui ogni sovrano, pontificio o laico, ha lasciato un profondo segno nella storia dei luoghi e dei popoli. Un’evoluzione di forte spessore per una terra che tra Medioevo Caprarola: Palazzo Farnese. e Rinascimento sarà nota persino influenzarono l’impostazione urbanistica del paese di oltre i confini della penisola. Caprarola su cui la reggia domina imponente. Numerosi i pittori e gli artisti chiamati a decorare ed abbellire la residenza, sede di una intensa vita di corte e frequenta- I Castelli e le rocche ta da nobili, letterati, artisti e musicisti, in linea con la fama di grandi mecenati dei Farnese. Di grande effetto l’ingresso d’onore, al quale si accede dalla doppia scali- nata; così come la meravigliosa scala elicoidale, creazio- ne del Vignola e affrescata da Antonio Tempesti IL PALAZZO FARNESE (1580-1583), che conduce al piano nobile, dove risie- Caprarola deva il signore, distante e distaccato dalle pochezze della vita quotidiana. Prezioso il ciclo di affreschi di scuola manieristica che DEI NUMEROSI POSSEDIMENTI E PALAZZI DELLA NOBILE vive nelle sale del principesco palazzo. Di Federico FAMIGLIA ORIGINARIA DELL’ANTICA FARNETI (IX sec.) Zuccari (1566-1569) i dipinti della Sala dei Fatti nella Tuscia, il Palazzo Farnese di Caprarola è senz’altro d’Ercole, che raffigurano Le Fatiche di Ercole, e della la residenza più fastosa e rappresentativa del potere che Cappella a pianta circolare con un pregevole pavimen- si espanse in tutta Italia e fino in Europa nel corso di ben to in marmo e cotto e gli affreschi a tema biblico. Di sette secoli. Famiglia di grandi mecenati, uomini d’arme, Taddeo Zuccari (1560-1566) gli affreschi della Sala diplomatici ed ecclesiastici, operò un’esemplare scalata dei Fasti Farnesiani, che celebra i momenti della vita al potere che la rese protagonista nel Rinascimento della del cardinale Alessandro Farnese, in un contesto ricca- vita politica e pontificia. Determinante fu la magnifi- mente decorato da stucchi. Ancora di Taddeo Zuccari la cenza del pontificato di Paolo III dei Farnese Sala del Concilio di Trento, con i grandi e la sua influenza sul nipote, il cardinale riquadri affrescati per rievocare la convoca- Alessandro Farnese. Fu lui che volle edifica- zione del famoso Concilio e gli avvenimen- re verso la fine del XVI secolo una residenza ti del pontificato di Paolo III, oltre a stucchi principesca, sulle fondamenta di una antica ed arabeschi a decorare la volta. E la Camera rocca opera di Antonio da Sangallo il dell’Aurora, dei Lanefici e quella della Giovane. Il Palazzo, mirabile espressione Solitudine con mirabili volte affrescate ed dell’architettura tardo rinascimentale è, per effetti prospettici. il suo valore artistico e storico, un vero Gli affreschi del Salone Infine Sala del Mappamondo, con affre- monumento il cui progetto ed i lavori furo- della Guardia. schi di Giovanni Antonio da Varese e no affidati a Jacobo Barozzi da Vignola. Gli studi pro- Raffaellino da Reggio (1574) a decorare la volta spettici ed i progetti del grande architetto, tesi ad esalta- con il sistema planetario, davvero di grande effetto re il palazzo e la sua visibilità tra l’abitato seicentesco, per l’epoca, con le sceniche carte geografiche dipin-

10 I Monti cimini

ATTIGLIANO te sulle pareti raffiguranti i soli quattro conti- ITINERARIO 2 Vitorchiano nenti noti all’epoca. SP 204 Orte

Anche all’esterno il palazzo rappresentava il ORTE potere della famiglia in una interpretazio- VITERBO Soriano Monte Cimino nel Cimino A 1 ne tutta rinascimentale degli spazi aper- 1053 ti del grande parco. Si sviluppa su più M O N T SS 2 I C Vignanello I M MAGLIANO S.Martino I livelli nella zona retrostante del N al Cimino I MONUMENTO NATURALE Norchia PIAN SANT’ANGELO Magliano palazzo tra terrazze, fontane, ninfei RISERVA REGIONALE Sabina e pregevoli elementi decorativi, LAGO DI VICO Vetralla Fabrica musivi e scultorei, con chiari Lago di Roma SS 1 bis Caprarola influssi barocchi. Immersa nel di Vico parco l’elegante Palazzina del SS 2 Ronciglione SS 3 Piacere con il cortile e la loggia Capranica Civita Castellana impreziosita da affreschi. Barbarano Romano Sutri PARCO REGIONALE MARTURANUM SP 493 PARCO REGIONALE ANTICHISSIMA COME ARRIVARE CITTÀ DI SUTRI

Caprarola (VT) - A1 MI-NA uscita Magliano Vetralla, a Cura svol- Sabina verso Civita Castellana, indicazioni per Fabrica di tare a destra per S. Martino. Roma-Caprarola. Da Roma: SS2 Via Cassia direzione Parco suburbano Marturanum - A1 MI-NA uscita Orte, Viterbo, svincolo per Caprarola. indicazioni per Viterbo e SS 2 Via Cassia, direzione Soriano nel Cimino (VT) - A1 MI-NA uscita Orte. Roma, girare per Barbarano. Da Roma: in alternativa, SS204 direzione Viterbo e svincolo per Soriano. SS1 Via Aurelia direzione Tarquinia, a seguire SS1 Bis Da Roma: SS2 Via Cassia direzione Viterbo e bivio per per Monteromano- Barbarano. In treno, linea FS Roma - Caprarola. Seguire la Via Cimina per Canepina- Viterbo, stazione di Vico-Matrino. Vignanello. Per il luogo del “Sasso Oscillante” proseguire Riserva naturale Lago di Vico - A1 MI-NA uscita Orte, per SO su una strada secondaria. direzione Viterbo. Da Roma: SS2 Via Cassia direzione San Martino al Cimino (VT) - A1 MI-NA uscita Orte e Viterbo; indicazioni per Caprarola. Da Viterbo,Via SS 204 direzione Viterbo. Da Roma: SS2 Via Cassia verso Cimina direzione San Martino- Caprarola.

Lo stemma dei Farnese. ARALDICA CURIOSITÀ lo stemma e le imprese farnesiane Il macigno che oscilla Palazzo Farnese è una vera galleria di emblemi dinastici: affreschi raffigurano infatti gli stemmi nobiliari di circa quaranta nobili famiglie che nel corso di oltre sette secoli si legarono ai Farnese. Su Su un piano roccioso del Monte Cimino tutti spicca il loro stemma con il giglio, simbolo della duplice si trova da secoli un affascinante maci- anima del casato, laica ed ecclesiastica. Le variazioni delle decora- gno, già noto nell’antichità all’erudito zioni, subite nel corso degli anni, furono dettate da un certo Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) e manierismo araldico che attingeva ai temi del mito, ma rimarran- al naturalista latino Plinio il Vecchio no nei secoli lo scudo, i gigli azzurri in campo d’oro, l’unicorno (23-79 d.C.) che lo definiva “naturae rampante, l’elmo ornato dai pennacchi. miraculum”. Questo enorme masso di Il palazzo custodisce inoltre le “imprese farnesiane”, un interessante trachite, una roccia eruttiva diffusa nelle fenomeno artistico e culturale in voga sin dall’antichità. Queste brevi zone vulcaniche dell’Italia centro-meri- raffigurazioni unite a motti interpretarono, tra il ‘400 ed il ‘500, il dionale, pesa circa 200 tonnellate, è gusto rinascimentale per l’allegoria. Mentre lo stemma era un segno lungo 8,5 mt, largo 6,5 e alto 3, ed ha un distintivo della famiglia, l’ “impresa” simboleggiava il proposito per- volume di circa 100 metri cubi. Nella sonale di un signore, dichiarandone gli intenti ed assumendo quindi zona è detto “sasso naticarello” perché un valore morale. Nel palazzo sono ovunque, tra stucchi e affreschi, può oscillare, se sollecitato, pur mante- ad illustrare i nobili propositi degli illustri Farnese. nendo il suo incredibile equilibrio.

11 ITINERARIO 2

I Parchi

IL PARCO REGIONALE DI MARTURANUM E DELLA ANTICHISSIMA CITTÀ DI SUTRI ELARISERVA REGIONALE DEL LAGO DI VICO

L’A LTO LAZIO È STATO COSTRUITO DA VULCANI IN FASE ESPLOSIVA, i bassi rilievi dei monti Cimini ed i bellissimi laghi di Bolsena, Mezzano, Vico, Bracciano e Martignano ne sono la testimonianza in un paesaggio a dir poco affascinante. Testimonianze di presenza umana, etrusca e romana, si mescolano alla florida vegetazione favorita dalla compo- sizione acida del suolo vulcanico. Il paesaggio è arricchi- to dai profondi valloni incisi nei banchi di tufo dalle acque e dai venti. Per avere una vaga idea dell’antica “silva cimina”, che costituì ostacolo all’estensione della potenza romana, occorre arrampicarsi sui monti Venere o Fogliano, affacciandosi sul Lago di Vico. Siamo di Il Lago di Vico. fronte ad uno dei più belli e meglio conservati bacini lacustri dell’Italia centrale, nato da un vulcano attivo da un milione di anni fa e che ancor oggi alimenta nume- rose sorgenti termominerali. Poco lontano il parco regionale di Marturanum e quello dell’Antichissima città di Sutri offrono uno scorcio indimenticabile del Lazio etrusco. Forre di tufo, necropoli e mura a ricordo degli uomini che prima di noi han qui vissuto: da non perdere è lo spettacolare anfiteatro di Sutri, interamente scavato nel tufo. Un ambiente unico, con una natura ancora selvaggia e dai valori eccezionali.

Il Parco in cifre

FLORA Parco suburbano Marturanum Gestore: Comune di Barbarano Romano. Superficie: 1.220 ettari - Istituzione: 1984 Boschi di faggio e di cerro ed enormi castagni Parco urbano Antichissima Città di Sutri Gestore: Comune di Sutri. ammantano in buona parte le pendici dell’anti- Superficie: 7 ettari - Istituzione: 1988 co cratere di Vico. Uno spettacolo mozzafiato è Riserva naturale Lago di Vico costituito dalla cosiddetta faggeta depressa Gestore: Comune di Caprarola (VT) Superficie: 3.300 ettari - Istituzione: 1982 (perché vegeta a quote più basse del solito, gra- Monumento naturale Pian Sant'Angelo zie al clima del lago) del Fondo delle Tavole. Gestore: Monumento naturale Pian Sant’Angelo Superficie: 254 ettari - Istituzione: 2000 Sopra: Anacamptis Pyramidalis.

12 I MONTI CIMINI

PRODOTTI TIPICI

I MARRONI E LE NOCCIOLE DEI MONTI CIMINI

Fiore all’occhiello della produzione viterbese, il Marrone dei Cimini viene considerato dai più grandi esperti come uno dei migliori d’Italia. La sua qualità, garantita dai luoghi di coltivazione, era nota fin dagli inizi del secolo quando veniva esportato a Parigi per la produzione dei Marron Glacés. Prodotto tradizionale FAUNA del Lazio, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Il fascino della selva è ancora integro, come Agricole e Forestali, è alla base di alcuni piatti tipici, testimoniato dall’elusiva presenza del gatto sel- come la zuppa di ceci e castagne ed il castagnaccio. vatico, della martora e del tasso. Tecnologia e tradizione si fondono nella coltivazione e Ma l’osservazione degli uccelli ha qui uno dei produzione delle nocciole o “nocchie” che consumate luoghi preferiti dai birdwatcher: le Pantanacce, intere, frantumate o in pasta, sono alla base di dolci e il regno di anatre e svassi, aironi e limicoli. condimenti. Il sapore gradevole, il peso medio (12 gr. circa) e le ottime possibilità di conservazione, hanno reso la nocciola dei Cimini tra le più apprezzate a livel- Sopra: il tasso (Meles taxus). lo nazionale. Accanto: svasso.

13 ITINERARIO 2

Le abbazie e i monasteri

L’A BBAZIA CISTERCENSE San Martino al Cimino

IL PAESE DI SAN MARTINO AL CIMINO è un fulgido esem- pio di urbanistica barocca del Seicento. Vi si accede dalla Porta Viterbese, il cui disegno del Borromini, a quel tempo esule a Viterbo, fu ispirato dalla porta di Castel Sant’Angelo di Roma. Vera attrattiva del borgo è però l’Abbazia Cistercense, con la sua architettura gotica dal- San Martino al Cimino, Abbazia Cistercense: la facciata. l’indubbio valore storico ed artistico. Antiche testimonianze confermano la presenza di un quale affidò l’amministrazione dell’abbazia al nipote, originario edificio sacro in San Martino in Monte, il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini (il futuro luogo dove ora sorge l’abbazia: il documento che riferisce Pio III); dei Piccolomini fino al 1564, sotto Pio IV dell’atto di donazione del terreno (838) all’Abbazia di (1560-1565) venne restituita al controllo della gestione Farfa e la presenza nella chiesa di un’antica colonna (la pontificia. Nel 1645, il cardinale Pamphili, poi Papa prima a destra della navata centrale verso l’altare) risa- Innocenzo X, operò una vera rivalutazione del principa- lente all’inizio del IX secolo, il cui capitello riporta lo to di San Martino al Cimino e conferì il titolo di prin- stemma del Cardinale Francesco Todeschini cipessa a Donna Olimpia Maidalchini, vedova del fra- Piccolomini. Da allora fu abitata da una comunità bene- tello Pamphilio, che acquisì i poderi ottenendo anche dettina e godette di una certa importanza nel IX secolo l’indipendenza della chiesa dal Vescovo di Viterbo. grazie alle attenzioni di Gregorio VII. Figura di straordinaria sensibilità artistica ed intellet- I primi monaci cistercensi giunsero a San Martino dal tuale, avvierà significativi lavori di restauro e di riquali- convento di San Sulpizio, nel 1151, per volere di ficazione della struttura urbanistica del borgo, al fine di Eugenio III (1145-1153), ed in seguito dall’Abbazia di mantenere intatta la bellezza del complesso abbaziale e Pontigny (1207), quando la struttura fu loro ceduta con la sua storica funzione. Il monastero divenne così un bolla papale di Innocenzo III. I monaci francesi, oltre a borgo fortificato con arditi cambiamenti nella destina- rafforzare la piccola comunità religiosa preesistente, zione degli ambienti. Questo singolare esempio di arte crearono lì la loro casa madre. Grazie ad un contributo gotica è arrivato sino ai giorni nostri in tutta la sua bel- del Papa, nel 1208 furono avviati i lavori per la costru- lezza. L’ impostazione architettonica, dominata dai det- zione dell’abbazia su progetto di architetti cistercensi tami cistercensi, sembra più evoluta rispetto alle altre appartenenti alla scuola borgognona. La chiesa fu consa- del Lazio e risente degli influssi viterbesi del periodo crata nel 1225 e nel 1305, sotto il pontificato di medioevale. Molto ben conservati il chiostro, le due Clemente V, fu terminato l’intero complesso abba- biblioteche, la sala capitolare, il refettorio, la ziale. Dopo un periodo di splendore dovuto a residenza dell’abate, le celle dei monaci. Ma la Giovanni II (1213-1228), l’abate più importan- Chiesa di San Martino, punto di riferimento te, l’abbazia visse dal XIV secolo un periodo di della vita monastica, rappresenta in maniera crisi e furti di beni che si concluse con la caccia- sublime lo stile cistercense rielaborato con ele- ta dei monaci. La rinascita della comunità cister- menti borgognoni che le conferiscono maggiore cense si ebbe nel 1462 con Papa Pio II (1458-1464) il sobrietà e luce. La caratteristica facciata, con i due sce-

14 I MONTI CIMINI

INFORMAZIONI UTILI

PALAZZO FARNESE Caprarola Parco Regionale Marturanum AZIENDA DI PROMOZIONE Tel. +390761646052 c/o Comune TURISTICA DELLA Visite: h 8.30-18.45 Piazza G. Marconi PROVINCIA DI VITERBO Escluso lunedì, 1° gennaio, 01010 Barbarano Romano (VT) Piazza dell’Oratorio, 2 1° maggio, 25 dicembre Tel. +390761414507 Palazzo Doria Pamphili ABBAZIA CISTERCENSE Parco Regionale 01030 San Martino al Cimino (VT) San Martino al Cimino Antichissima Città di Sutri Tel. +3907613751 Fax +390761379233 Tel. +390761379803 Comune, Piazza del Comune, 32 www.apt.viterbo.it Aperta tutti i giorni fino a sera. 01015 Sutri (VT) www.provincia.vt.it Tel. +390761601218 Parco Regionale Lago di Vico Scuderie di Palazzo Farnese 01032 Caprarola (VT) Tel. +390761647444

Monumento Pian Sant’Angelo WWF - Via Ottusa, 4 01100 Viterbo Tel.+390761345784 www.parchilazio.it www.parks.it

A destra: San Martino al Cimino, Abbazia Cistercense. STORIA nografici campanili seicenteschi, I BENEDETTINI E I CISTERCENSI ha un’ampia finestra polifora di stile gotico; l’abside di forma poli- Fondatore dell’ordine benedettino fu Benedetto da Norcia (480- gonale nella parte esterna, ha ele- 547), vero padre del monachesimo occidentale. Fondò a ganti monofore. L’interno presenta Montecassino il primo monastero benedettino dove nel 540 dettò forme gotiche importate dalla la “Regola” che nei secoli si perpetuerà nelle comunità monastiche Francia: austero, a croce latina con del suo ordine. Povertà, umiltà e austerità erano e sono ancora oggi volte a crociera e a tre navate con alla base della vita dei monaci, dedicata al lavoro ed alla preghiera. archi ogivali sorretti da pilastri e Dopo una forte diffusione nel VI secolo, vi fu un periodo di crisi colonne. Il Coro costituisce un dell’ordine dal quale, a seguito della sua riforma, nacque l’ordine esempio unico nelle costruzioni dei monaci cistercensi (dalla località francese di Citeaux, l’antica cistercensi in Italia; così come la Cistercium), fondato nel 1097 da San Roberto di Molesme e diffu- presenza delle lapidi funerarie, sosi in tutta Europa per opera di Bernardo da Chiaravalle. Attenti poste successivamente nel presbite- al recupero del valore del Cristianesimo, si adoperarono per un rio (della principessa Olimpia ritorno al rispetto assoluto della Regola benedettina esaltando il Pamphili) e sul pavimento della significato del lavoro manuale e della povertà. In Italia la loro pre- navata centrale (del Vescovo di senza determinerà il recupero di terre incolte e malariche ed il loro Viterbo). Bella la cancellata baroc- ruolo contribuirà allo sviluppo degli aspetti sociali ed economici ca con le insegne pamphiliane e la nelle zone dei loro insediamenti abbaziali. fonte battesimale seicentesca.

15 ITINERARIO 3 I MONTI SABATINI

IL FASCINO DI ROMA SI RESPIRA GIà QUI NEI BORGHI ANTICHI

A pochi chilometri dalla Capitale, una terra dall’affascinante intreccio di vie e scorci paesaggistici, storia e culture che si sono stratificate nel tempo. Una natura rigogliosa dalle ataviche origini vulcaniche sarà lo scenario di incantevoli passeggiate ed escursioni.

I Castelli e le rocche

IL CASTELLO ODESCALCHI Bracciano, Castello Odescalchi: la facciata con i torrioni. Bracciano i sontuosi banchetti ed i conviti d’eccezione. Crebbero i possedimenti feudali e nel 1560 Pio IV conferì a È UNA DELLE PIÙ BELLE DIMORE FEUDALI D’ITALIA, sorta Bracciano il rango di ducato, con bolla papale. Fu il come fortificazione militare sui resti di un antico abita- momento di massimo splendore per la corte, che ter- to etrusco. Si erge imponente sulla sponda meridionale minò nel 1696 quando l’ultimo duca degli Orsini, del Lago di Bracciano, dominando il borgo medioevale Flavio, cedette l’intero ducato alla famiglia Odescalchi e la valle verso il lago. per risollevare le sorti economiche del casato. La nobi- Il nucleo antico del castello era in origine dei signori le famiglia di origini comasche deterrà da allora il del castrum Brachianum, come riferisce un documento castello, curandone la struttura con restauri, amplia- del 1234 (dell’archivio Orsini) in cui erano descritti i menti ed abbellimenti. possedimenti della famiglia, tra cui anche l’antica Il suo eccellente stato di conservazione ne consente tut- Rocca dei Prefetti di Vico. Il castrum passò tora la visita attraverso un affascinante percorso su una all’Arciospedale di Santo Spirito di Roma (1290) e fu superficie di tremila metri quadrati, grazie alla presenza anche l’avamposto dei Bretoni nel periodo delle loro del Museo del Castello voluto dal Principe Don Livio conquiste. Nel 1419 Papa Martino V cedette il feudo di IV Odescalchi. La sua irregolare struttura a pianta qua- Bracciano alla famiglia degli Orsini, che divennero così drata consta di due nuclei asimmetrici, costruiti in epo- i nuovi signori. Furono loro a dare lustro non solo alla che diverse, collegati tra loro dal cortile interno e dal loro residenza nobiliare ma anche al borgo medioe- lungo camminamento della ronda che unisce le sei vale tutto. Nel 1470 infatti fu avviata la costru- torri del castello. Il quadrilatero minore sorge su zione del castello sull’originaria Rocca di Vico, uno degli angoli, quello con la “Torre mozza” che antica sede del Prefetto, per volere di Napoleone ingloba la originaria Rocca dei Vico. Il quadrilate- Orsini, completata dal figlio Gentil Virginio. Il ro maggiore, corrispondente all’edificio degli Castello di Bracciano divenne una splendida corte Orsini, si sviluppa attorno alla corte dalla quale si rinascimentale che ospitò artisti, letterati e studiosi, accede alle cucine e ai locali di servizio. Il piano nobile espressione di potere e mecenatismo, famosa anche per e quello superiore sono ricchi di affascinanti sale anco-

16 I MONTI SABATINI

Lago ra oggi complete di arredamenti e di Vico SS 2 SP 311 suppellettili d’epoca; soffitti a cas- Civita settone decorati e pregevoli Castellana SS 3 dipinti si affiancano a sublimi Nepi ITINERARIO 3 affreschi. Come quello della PARCO REGIONALE Faleria Bassano Romano VALLE DEL TREJA Calcata Camera Papalina, dove fu Rignano Flaminio Mazzano N T I S A B A T I ospite il Papa Sisto V nel M O N I Romano

SS 2 Oriolo Romano SS 3 1481, con affreschi dei Trevignano Romano fratelli Zuccari Sala Tolfa Campagnano ; la RISERVA REGIONALE Eremo Morlupo Montevirginio di Roma MONTERANO PARCO REGIONALE Capena degli Orsini e la Sala Canale BRACCIANO-MARTIGNANO Monterano Manziana FIANO ROMANO d’Isabella. All’esterno, da Lago di Lago di MACCHIA Bracciano Martignano Sacrofano Castelnuovo della di Porto non perdere, il curatissi- MANZIANA Bracciano Formello mo giardino segreto. Anguillara Cesano A 1 re BOSCO SS 3 Sasso Sabazia ve CASTAGNETA Te e m Monte Santo Fiu PARCO REGIONALE 430 SP 493 VEJO COME ARRIVARE Monte Vittoria SS 4 364 SETTEBAGNI Isola Cerveteri S. Maria Bracciano e Anguillara Sabazia di Galeria Farnese SS 2 bis (RM) - A12 Roma-Civitavecchia o CERVETERI-LADISPOLI Ceri SS 2 e A 12 n G.R o .A r . SS1 Via Aurelia, uscita Cerveteri, r IS . B INIA A .A .R LAM ALARIA ASSIA F e G S indicazioni per Bracciano e Anguillara. C ASSIA C m ETTEBAGNI u S i In alternativa SS2 Via Cassia svincolo per F Ara Nova ROMA

Bracciano-Anguillara. TORRIMPIETRA SS 1 Canale Monterano (RM) - A12 Roma-Civitavecchia BOCCEA uscita Cerveteri, proseguire per Bracciano, bivio per Manziana. In alternativa SS1 Via Aurelia e dopo Cerenova svolta a destra per Manziana. Parco di Veio - A1 MI-NA uscita Fiano Romano direzio- Parco Valle del Treja - A1 MI-NA uscita Magliano ne Capena-Campagnano di Roma. Le consolari SS2 Via Sabina e SS3 Via Flaminia per Civita Castellana-Calcata. Cassia, SS2 bis Via Cassia bis, SS3 Via Flaminia attraver- Da Roma: SS3 Via Flaminia, uscire a Rignano Flaminio sano il parco. In treno: FM3 Roma-Cesano per il versante per Calcata oppure SS2 Via Cassia e svincolo per ovest del Parco; ferrovia urbana Roma-Sacrofano per il Mazzano Romano. versante est.

A sinistra: Bracciano,Castello Odescalchi: la Sala delle Armi.

CURIOSITÀ CURIOSITÀ

sala delle armi le strade verdi

Visitando questa magnifica sala del Castello Odescalchi sul lago di bracciano sembrerà di fare un viaggio nel tempo, tra immobili guerrieri e splendenti armi. Vi è esposta infatti una ricca Strade in terra battuta, sentieri riservati alla mobi- collezione di corazze ed armi del periodo che va dal XV lità ecologica: il Lago di Bracciano offre agli aman- al XVII secolo, tra cui un’armatura equestre da torneo ti del cicloturismo la possibilità di effettuare il del XV secolo, di manifattura milanese, e due armature periplo lungo le sue rive. Un anello classico di 36 da torneo di fabbrica tedesca. Utilizzata come protezio- km., privo di difficoltà e su strada asfaltata, adatto ne dai cavalieri combattenti prima del XVIII secolo, anche ai meno sportivi. l’armatura era costituita tradizionalmente dall’insieme Una celebrazione degli itinerari alternativi, nella delle armi difensive: elmo, scudo, corazza e schinieri. loro formula più completa: natura, arte e storia per Realizzata in bronzo, rame, ferro, acciaio o cuoio, duran- ammirare da nuove prospettive i castelli di te il Medioevo i maestri artigiani ne confezionavano Bracciano ed Anguillara e godere di inaspettati modelli in miniatura come giochi per i ragazzi. scorci panoramici.

17 ITINERARIO 3

I Parchi

I PARCHI REGIONALI VALLE DEL TREJA E DI VEJO ELARISERVA NATURALE DI MONTERANO

UN LAGO DALL’ORIZZONTE INFINITO e città etrusche perse tra boschi e forre evocano il paesaggio unico e misterioso dei monti Sabatini. Il grande specchio lacustre di Bracciano e quello piccolo ed integro di Martignano occupano una depressione profonda (oltre 165 metri), frutto del riempimento di un antico cono vulcanico. Intorno a queste acque un mosaico di campi e bei centri storici ne fanno una delle zone più affascinanti della Tuscia meridionale. Poco lontano il mistero dell’antica città di Vejo a sud (l’antica rivale di Roma) e di quella di Monterano, la più bella città perduta d’Italia. Un grappolo di mura avvolte dall’edera, con chiese e Il Lago di Martignano. castelli ed uno straordinario acquedotto ad arcate. Qui l’isolamento, la sensazione del tempo che col- pisce l’opera dell’uomo, il fascino della natura che avanza tra le costruzioni abbandonate prende l’ani- ma dell’escursionista. Due parchi regionali ed una riserva naturale tutela- no questo patrimonio naturale e culturale del Lazio.

Il Parco in cifre

Parco suburbano Valle del Treja Gestore: Consorzio tra i Comuni di Mazzano Romano e Calcata. Superficie: 1.000 ettari - Istituzione: 1982 Parco naturale Regionale del complesso FLORA lacuale di Bracciano e Martignano Gestore: Parco naturale Regionale Felci e capelvenere ammantano le Superficie: 16.682 ettari - Istituzione:1999 forre dei fossi e dei torrenti del Parco di Veio Gestore: Ente Regionale Parco di Veio parco di Vejo. Mentre nelle zone Superficie: 14.984 ettari - Istituzione: 1997 più assolate vegetano boschi di Riserva Naturale Monterano lecci e roverelle, cerri e farnie. Gestore: Comune di Canale Monterano. Superficie: 1.084 ettari - Istituzione: 1988 Sopra: Veronica Chamaedrys.

18 I MONTI SABATINI

PRODOTTI TIPICI

LO SCORSONE, IL TARTUFO D’ESTATE

Nei terreni calcarei, sotto querce, lecci e noccioli, è possibile rinvenire un prodotto di qualità dei Monti Sabatini: il Tartufo d’estate o Scorsone (Tuber Aestivum Vitt). Il corpo fruttifero ha una grandezza variabile, da una noce fino ad un pompelmo, e polpa FAUNA di colore beige che si accentua con la maturazione. È di sapore gradevole ed emana un debole profumo; Svassi e cormorani, fischioni e moriglioni, meno pregiato rispetto ad altre varietà, matura da variopinti gruccioni confusi tra migliaia di fola- maggio fino all’autunno. Consumato fresco, deve rite- ghe, fanno compagnia ai più rari fistioni turchi, nersi comunque un buon tartufo. strolaghe, morette tabaccate e pesciaiole, che affollano sempre più numerose il parco del lago di Bracciano.

Sopra: Il gruccione. Accanto: il moriglione.

19 ITINERARIO 3

Le abbazie e i monasteri

L’E REMO DI MONTE VIRGINIO Canale Monterano

QUESTO SEMPLICE E SUGGESTIVO EREMO FU FONDATO NEL 1668 nella località detta “dei sassi”, nel feudo del Canale di Monterano appartenente alla famiglia Orsini. Della nobile famiglia romana infatti faceva parte agli inizi del ‘600 Virginio, padre carmelitano, fratello del- l’allora duca di Bracciano, Paolo Giordano. Fu lui che, rinunciando ai suoi beni, ordinò al potente fratello di elargire un’ingente somma in favore dell’Ordine dei Padri Carmelitani Scalzi al fine di realizzare la costru- zione di un eremo. Nel 1615 i coloni agricoli furono espropriati del borgo che sorgeva sul lato settentrionale del Monte Sassano ed in cambio ottennero nuovi terreni e pascoli nella zona da allora denominata Monte Virginio. Nel 1651 partirono i lavori che portarono alla realizzazione nel 1668 di un solenne complesso conventuale. A pianta rettangolare, con al piano superiore le celle dei monaci e gli ambienti della vita comunitaria, aveva un ampio chiostro al centro dal quale si accedeva ai locali di ser- vizio. La Chiesa fu inaugurata più tardi, nel 1670. La Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi collaborò allo sviluppo della comunità monastica di Monte Virginio che ben presto si trovò a gestire una prospera attività Canale Monterano, Eremo di Monte Virginio: la facciata agricola che ne garantì a lungo l’autonomia economica. Ma tempi difficili sarebbero giunti per i Padri In una suggestiva posizione, sulle pendici del Monte Carmelitani: nel 1810 abbandonarono l’Eremo a segui- Virginio, domina le valli attorno in una atmosfera di to delle soppressioni degli ordini monastici da parte del- tranquillità e pace, la stessa che trovarono i monaci l’impero napoleonico, per tornarvi nel 1817. quando si stabilirono lì per attuare la loro preghiera Le persecuzioni governative verso gli ordini nella contemplazione di Dio. La dimensione indivi- monastici, in seguito, portarono ancora alla duale trovava espressione nel silenzio, nel digiuno, sua soppressione nel 1873 da parte dell’auto- nella lectio divina, per raggiungere l’ascesi; quella rità civile. Acquistato all’asta dal Principe comunitaria nell’orazione mentale, nella celebra- Altieri, rientrò in parte nella proprietà zione delle Ore, nella liturgia comunitaria. dell’Ordine nel 1875 e, solo nel 1893, fu riscat- L’immutato parco attorno e la sola presenza oggi di tato completamente grazie ad un versamento quattro religiosi sono gli elementi più coinvolgenti per complessivo di £ 70.000 in favore del Principe. una discreta visita all’Eremo.

20 I Monti sabatini

INFORMAZIONI UTILI

CASTELLO ODESCALCHI 00062 Bracciano (Rm) Parco Regionale Valle del Treja AZIENDA DI PROMOZIONE Piazza Mazzini, 14 00060 Mazzano Romano (RM) TURISTICA DELLA Tel./fax +390699802380 Via Roma, 1/3 - Tel.+390669049295 PROVINCIA DI VITERBO Visite: Aprile-Settembre Piazza dell’Oratorio, 2 (orario estivo) Parco Regionale di h 11.00-12.00 / 15.00-1800; Bracciano - Martignano Palazzo Doria Pamphilj 01030 San Martino al Cimino (VT) 9.00-12.30 / 15.00-18.30 sabato e festivi c/o Comune di Bracciano Tel. +3907613751 - Fax +390761379233 Ottobre-Marzo 00062 Bracciano (RM) www.apt.viterbo.it www.provincia.vt.it (orario invernale) Via Saffi, 4/a Tel. +390699806262 h 10.00-12.00 / 15.00-17.00; Parco Regionale di Vejo h 10.00-12.30 / 15.00-17.30 00063 Campagnano di Roma (RM) sabato e festivi, lunedì chiuso Via F. Cavallotti, 18 AZIENDA DI PROMOZIONE S.EREMO DI Tel.+390669042774 TURISTICA DELLA MONTE VIRGINIO www.parcodivejo.it PROVINCIA DI ROMA Riserva naturale Monterano Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma 00060 Canale Monterano (RM) 00060 Canale Monterano (RM) Tel. +39066421381 - Fax +390642138211 È visitabile la Chiesa Piazza Tubingen,1 www.oltreroma.it Tel.+390669962724 www.parchilazio.it

Canale Monterano, Eremo di Monte Virginio: stemma su legno.

STORIA

I CARMELITANI SCALZI CURIOSITÀ

L’Ordine Carmelitano nacque nel XII secolo come IL PONTE DEL DIAVOLO ordine eremitico fortemente votato alla contemplazio- ne. I Padri si stabilirono nel 1156 sul Monte Carmelo La campagna tra Manziana e Canale Monterano in Palestina - da lì il loro nome - dove, con il Patriarca conserva da secoli un reperto archeologico davvero di Gerusalemme Alberto, fu dettata la Regola nel eccezionale per le sue dimensioni. Si tratta dei resti di 1209. Allontanati dai musulmani, rientrarono in un antico acquedotto che in un punto hanno lascia- Europa e nel 1247 l’ordine si trasformò nell’Ordine to un ponte dalla datazione incerta (forse etrusco, Mendicante di Nostra Signora del Carmelo. Per vole- forse romano), lungo 100 metri, largo 4,5 con delle re della Chiesa nel 1247 alla contemplazione si poderose arcate alte circa 9 metri. Oltre all’indubbio aggiunse la pratica dell’ apostolato, modificando così la valore storico ed artistico, ha da sempre affascinato il Regola con l’approvazione di Innocenzo IV e l’ordine fatto che questo colosso sia formato da enormi massi si suddivise in tre rami: i conventuali, gli osservanti ed incastonati senza calce e che ognuno di essi misuri in i terziari. Legati all’idea mistica dell’isolamento, dopo media 2mt per 1mt. La fantasia popolare attribuisce secoli di incerta applicazione della Regola, torneranno la costruzione di questa poderosa opera, avvolta dal a praticare la vita eremitica con la riforma dell’ordine mistero, al diavolo il quale, secondo la leggenda, attuata nel 1538 da S. Teresa di Gesù e grazie all’o- volle dimostrare la sua potenza ad un monaco scetti- pera di San Giovanni della Croce, fondatore del ramo co, incontrato per caso lì vicino. C’è chi giura che sul osservante degli scalzi. ponte vi sia l’impronta della mano del diavolo!

21 ITINERARIO 4 L’area romana e la valle del tevere

QUI PASSARONO ANCHE I SOLDATI DI GARIBALDI

Ci inoltriamo appena nella provincia romana più interna, dove i luoghi sono sospesi tra tempo e spazio. Dalle antiche testimonianze romane alle eroiche gesta delle truppe garibaldine, tra monti e campagna, città e borghi, nulla ha intaccato la profonda identità di questa terra.

I Castelli e le rocche

IL PALAZZO ORSINI

Monterotondo Monterotondo: facciata di Palazzo Orsini.

SULLA VETTA DEL MONTE SI STAGLIA IL PALAZZO ORSINI, scare ed abbellire le sale della rinnovata struttura. IL SIMBOLO DI MONTEROTONDO e di tutta la sua storia L’influenza di questa famiglia fu tale che nella seconda fortemente legata alle vicende delle due nobili famiglie metà del XVI secolo due discendenti, Franciotto e romane che ne ebbero la signoria: gli Orsini ed i Raimondo Orsini, approvarono un nuovo e più Barberini. moderno statuto per il bene del paese. Lo stemma Sui resti dell’antica Eretum, città sabina dedicata alla della famiglia Orsini, la rosa a cinque petali, si fonde- dea Era, nel secolo XI si ebbe la prima fase dell’inca- va così nel nuovo sigillo del paese di Monterotondo. stellamento e, quando 1286 il Castrum Montis Rotundi- Ma nel 1626 gli Orsini si videro costretti a vendere i fino ad allora tra i beni della Chiesa - passò nella pro- loro poderi di Monterotondo alla famiglia dei prietà della famiglia Orsini, questi vi edificarono il Barberini i quali riusciranno ad ottenere per il paese il castello. La prima cinta muraria, che avvolse anche l’a- titolo di ducato. Vennero così ricostruiti ed ampliati la bitato, fu realizzata tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400 cinta muraria del paese, il borgo intero ed il palazzo per volere di Orso Orsini Di Gentile che pose anche che, da fortilizio, fu trasformato in una vera e propria quattro baluardi con altrettante porte, determinando residenza nobiliare. così la vera prima fortificazione del borgo di In seguito passò alla famiglia dei Grillo e nel 1814 ai Monterotondo. Boncompagni; oggi è sede del Comune. Per più di tre secoli gli Orsini condizioneranno la vita L’ampio portale immette nel cortile nel quale troneg- dei cittadini e del piccolo borgo nelle continue lotte gia un bellissimo pozzo cinquecentesco. L’unica torre politiche con la famiglia rivale dei Colonna, e l’antico rimasta è un maschio un tempo utilizzato come prigio- castello fu semidistrutto nel 1486 per ordine di ne: alta quaranta metri servì soprattutto come punto Innocenzo VIII. Ma la munificenza della famiglia con- di avvistamento. sentì di superare queste fasi di difficoltà e, come segno Attraverso la scala reale si arriva ai piani dei signori del potere, molti artisti si recarono a palazzo per affre- con le meravigliose sale affrescate.

22 L’area romana e la valle del tevere

COME ARRIVARE Capena

FIANO ROMANO Monterotondo (RM) - Da Roma: SS4 Via Salaria, direzio- ne Rieti; al km 21 seguire le indicazioni per il centro A 1 RISERVA REGIONALE ITINERARIO 4 storico e per l’Eremo dei Cappuccini. MACCHIA DI GATTACECA E DEL BARCO In treno: Treno Metropolitano FM1 da Roma Monterotondo M O N T I N I C O SS 3 R Trastevere e Roma Tiburtina per Monterotondo O L A Mentana C N SS 4 I In pullman: linee Cotral dalla stazione Roma SETTEBAGNI RISERVA REGIONALE S. Angelo Tiburtina per Monterotondo. SS 2 bis NOMENTUM Romano AREA PROTETTA Capena (RM) - A1 uscita Fiano Romano e prose- Guidonia G.R.A. ROMANATURA MARCIGLIANA guire per Morlupo; seguire le indicazioni per Capena IA

IN I PARCO REGIONALE SS 2 M N

A G ALARIA

L A

S

F B e per la Valle del Fosso di San Martino (per il Lago). ASSIA INVIOLATA E

T C T Tivoli E S SS 5 Riserva Regionale Macchia di Gattaceca e re e CASTEL ev ADAMA T OMENTANA M Macchia del Barco - Da Roma: SS4 Via Salaria e N e m e Anien Fiu Fium TIVOLI fino al Km 12,4. TIBURTINA ROMA A 24 A 24 In treno: Treno Metropolitano FM1 da Roma LUNGHEZZA A 1 Trastevere e Roma Tiburtina per Monterotondo. Parco Regionale dell’Inviolata - Da Roma: A24, uscita Tivoli e SS5 ter per Guidonia; deviazione per Cascate dell’Inviolata; oppure Via Nomentana e poi Via Palombarese, indicazioni per Cascate dell’Inviolata. Marcigliana - Da Roma: G.R.A. uscita Via Salaria direzione Rieti e svoltare a destra per Via della Marcigliana. Dal centro di Roma: autobus Cotral 308 da Via Baseggio.

Monterotondo, Palazzo Orsini: gli affreschi.

PERSONAGGI

CLARICE ORSINI ARTE E LORENZO IL MAGNIFICO

Gli Affreschi Icona del significato del forte potere degli Orsini fu Clarice, giovane nobildonna dell’influente ramo di Sono del pittore fiammingo Paul Bril (1581) i dipinti Monterotondo della famiglia patrizia romana. Su di della terza sala del piano nobile di Palazzo Orsini: le lei cadde la scelta nuziale del colto Lorenzo De scene di caccia ed il paesaggio di Monterotondo. Il pit- Medici, figlio di Piero e Lucrezia Tornabuoni, che tore, che trascorse un periodo importante della sua atti- con la sua famiglia bramava avvicinarsi a Roma e al vità a Roma, divenne uno dei maggiori interpreti del potere dello Stato Pontificio. vedutismo pittoresco ed i suoi allievi, tra cui Matteo Delicata e gentile, Clarice visse la sua giovinezza Bril, contribuirono alla realizzazione delle delicate scene nella magnificenza del Castello di famiglia, nel pic- agresti della prima sala. colo borgo rurale di Monterotondo, lontana dall’ele- Il mito di Adone invece è il grande tema delle decora- ganza della nobiltà fiorentina, almeno secondo il zioni e degli affreschi cinquecenteschi della seconda sala pungente commento della futura suocera che si ripro- del piano nobile. L’artista che li realizzò, Girolamo mise di educarla a modi più raffinati. Siciolante da Sermoneta, era allievo della scuola raf- Le nozze di questi due giovani, forse mai innamorati, faellesca. Qui il mito e la celebrazione delle gesta della rappresentarono un grande evento per l’epoca: tre famiglia Orsini rivivono tra figure mitologiche e stemmi giorni di festeggiamenti (4 giugno del 1469) in una araldici. Firenze che da quell’anno avrà come signore Lorenzo Alla fine del ‘600 le sale vennero arricchite con delle il Magnifico, che affermerà sempre più il suo prestigio armoniche volte a botte, come è ancora la quarta sala in tutta la penisola. Clarice, religiosa e riservata, non finemente decorata sul tema dell’allegoria del Tempo. si troverà poi così bene nella Firenze rinascimentale, L’antica Cappella rinascimentale fu ristrutturata in ma interpreterà con serietà e serenità il suo ruolo di seguito secondo lo stile barocco e conserva ancora un moglie e madre. Dalla loro unione nacquero 8 figli, meraviglioso dipinto su tavola della scuola del tra cui Giovanni De Medici che nel 1513 diventerà Ghirlandaio. Papa Leone X.

23 ITINERARIO 4

I Parchi

IL SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE DELL’AREA ROMANA

UNA DELLE PIÙ AFFASCINANTI CURIOSITÀ DELLA CITTÀ ETERNA è che Roma è uno dei maggiori comuni italiani a vocazione agricola. Tra chiese e monumenti, vestigia del passato ed il traffico tenta- colare si snodano valli, campi e boschetti che, con il grande fiume, danno vita ad una natura tenace e misteriosa. Scoprire questi angoli di vita selvaggia può riservare sorprese piacevoli e benefiche anche a chi vive la quotidianità nella capitale. Ben 14.000 ettari di territorio, pari all’intero terri- torio comunale di Bologna, sono gestiti dall’Ente RomaNatura per la tutela dell’ambiente e la gestio- ne delle aree protette. Testimonianze archeologiche, monumenti, ville e casali sono solo una parte della ricchezza di questa Paesaggio della campagna romana. dotazione, il cui vero tesoro è rappresentato da nic- chie ecologiche che contano la presenza di oltre 1000 specie vegetali, 5000 specie di insetti e altre 150 specie fra mammiferi, uccelli, anfibi e rettili.

Il Parco in cifre

Parco archeologico Inviolata Gestore: Comune di Guidonia Montecelio Superficie: 535 ettari - Istituzione:1996 Riserva naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco Gestore: Provincia di Roma, Dipartimento II, Servizio 5 “Pianificazione ambientale, sviluppo parchi, riserve naturali” Superficie: 1.200 ettari circa - Istituzione: 1997 FLORA Riserva naturale Nomentum Gestore: Provincia di Roma, Dipartimento II, Servizio 5 Dall’area protetta della Marcigliana alle riser- “Pianificazione ambientale, sviluppo parchi, riserve naturali” ve regionali di Gattaceca e Nomentum, la Superficie: 850 ettari circa - Istituzione: 1997. natura “fuori porta” offre occasioni speciali per RomaNatura una passeggiata tra olivi e cerri, aceri e carpini, Gestore: Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma alla riscoperta di odori e suoni troppo spesso Istituzione: 1998 sommersi dalla dimensione urbana.

Sopra: ulivi.

24 L’AREA ROMANA E LA VALLE DEL TEVERE

PRODOTTI TIPICI

IL LIQUORE DI GENZIANA

La Genziana Maggiore, Gentiana Lutea L., è una tipi- ca pianta dell’Appennino che cresce nelle radure di boschi e pascoli e fiorisce d’estate. Da sempre usata in liquoreria e farmacia, la sua radice cilindrica - lunga e bruna - è l’ingrediente di un ottimo liquore dal sapo- re dolce e dal retrogusto leggermente amaro. Secondo un’antica ricetta infatti le radici, raccolte in autunno, FAUNA si lasciano essiccare e poi, lavate e triturate, macerare con alcool etilico per 40 giorni. La cornacchia grigia: l’eterna presenza nelle Il liquore di genziana, completamente naturale, è escursioni in campagna. Questo uccello è riconosciuto come prodotto tradizionale del Lazio dal molto intelligente ed adattabile. Così è riuscito Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. a sopravvivere dove altri son fuggiti. Sopporta bene l’inquinamento ed il rumore e si nutre un po’ di tutto, avvantaggiandosi dei rifiuti abban- donati. Un simpatico uccello, ma un mondo di sole cornacchie sarebbe più grigio.

Sopra: la cornacchia grigia.

25 ITINERARIO 4

Le abbazie e i monasteri

L’E REMO DEI CAPPUCCINI Monterotondo

GRAZIE ALLE NOTIZIE RIPORTATE NEL Bullarium Cappuccinorum ed ai documenti conservati nell’archi- vio del convento, sappiamo che le prime notizie uffi- ciali del primitivo insediamento dei cappuccini risal- gono al 27 febbraio del 1542. Questa è la data dell’at- to di vendita di un appezzamento di terra, una vigna, “per uso dei cappuccini” da Evangelista Jacobi Seretij di Monterotondo ad un Orsini. In una sua relazione il medico degli Orsini, che nel 1642 era proprietario del convento, conferma che lo stesso fu fondato circa 80 anni prima, come attesterebbe il documento di cessio- ne del terreno. Monterotondo, Eremo dei Cappuccini: la facciata della Chiesa. Quello che ha significato l’Eremo dei Cappuccini per gli abitanti della zona è espresso dalla storia stessa di Viterbo, divenuto Santo nel 1982, trascorse qui qual- questo semplice convento che sorse per la forte devo- che anno (1703-1709) con l’incarico ufficiale di orto- zione e volontà della popolazione. All’inizio del ‘600 lano, come ci ricorda il piccolo pozzo di acqua sorgi- infatti, i signori del paese acquistarono i terreni e con- va, posto di fronte la cantina del convento, dal quale tribuirono alla edificazione di un nuovo convento attingeva l’acqua per curare l’orto. Giuseppe (1609) sulle pendici del Colle Restituto, sulla Via Garibaldi si rifugiò presso l’eremo con la moglie Nomentana, per salvare i frati dall’aria malsana della Anita durante le sue azioni in difesa della Repubblica originaria posizione. Ed oggi l’eremo si trova in una Romana nel 1849; e nel 1867 fece base presso il con- splendida posizione panoramica, immerso nel silenzio vento con le sue truppe durante l’occupazione di e nel verde dei boschi. Monterotondo, nello scontro con i francesi e i ponti- La Chiesa semplice ed essenziale, meta di preghiera e fici, durante la campagna romana conclusasi a di visita da parte dei fedeli, è dedicata a San Francesco Mentana. Ed ancora Pio IX fece visita all’eremo nel d’Assisi e sul portale riporta lo stemma del Comune di 1853, come ricorda una lapide nell’antico Refettorio. Monterotondo, a conferma della forte connessione di Sembra che in occasione della visita del Papa fu pian- intenti tra il mondo civile e quello religioso nella tato un grande pino nel bosco del convento, che realtà sociale del tempo. Vi sono conservati dipinti del ancora oggi possiamo ammirare. XVI e XVII secolo. Il Coro del XVI secolo ha dipin- Importante fu il ruolo di questo centro religio- ti su pale di Santa Lucia (XVII sec.) e Sant’Agata so la cui comunità monastica ha da sempre (inizi del XVI sec.). In linea con l’atmosfera di predicato povertà e accoglienza. Anche centro sobrietà è il Chiostro, con al centro l’antica di studi, ha un Seminario fondato nel 1834; cisterna per la raccolta dell’acqua sorgiva. Qui solo nel secolo scorso furono istituiti i corsi vissero momenti significativi della loro vita di filosofia (1934) e di teologia (1938). importanti personaggi della storia civile e religiosa del nostro paese. Frate Crispino da San Crispino (Pietro Fioretti) da Viterbo.

26 L’area romana e la valle del tevere

INFORMAZIONI UTILI

Riserva Regionale Macchia di AZIENDA DI PROMOZIONE Gattaceca e Macchia del Barco TURISTICA DEL Riserva Regionale Nomentum COMUNE DI ROMA Provincia di Roma Via Parigi, 11 - 00185 Roma Ufficio Parchi Naturali Tel.+3906488991 - Fax +39064819316 Via Tiburtina, 691 - 00159 Roma Centro Visitatori Tel. +390667663301 Via Parigi, 5 - 00185 Roma www.romaturismo.it Parco Regionale dell’Inviolata c/o Comune - Settore Ambiente 00012 Guidonia-Montecelio Tel. +390774340909 AZIENDA DI PROMOZIONE RomaNatura - Sistema di Aree TURISTICA DELLA Protette del Comune di Roma PROVINCIA DI ROMA Villa Mazzanti Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma Via Gomenizza, 81 - 00195 Roma Tel.+3906421381 - Fax +390642138211 Tel. +390635403436 www.oltreroma.it www.romanatura.roma.it www.parchilazio.it PALAZZO ORSINI www.parks.it Piazza Marconi, 4 00015 Monterotondo (RM) Tel. +3906906741 Monterotondo, Eremo dei EREMO DEI CAPPUCCINI Cappuccini: particolare della Convento Frati Cappuccini porta delle celle. Piazza S. Francesco d’Assisi, 1 00015 Monterotondo (RM) Tel +390690627534

STORIA CURIOSITÀ I frati cappuccini il lago di Capena L’Ordine dei frati minori cappuccini, il cui nome deri- va dal caratteristico cappuccio del loro abito, sorse nel Nei pressi di Capena, nella Valle del Fosso di San XVI secolo come un ramo nuovo dell’Ordine france- Martino, si trova un piccolo lago di forma ovale, dalle scano. Fondato da Matteo da Bascio, come ordine inquietanti acque iridescenti. La particolarità di questo mendicante, venne riconosciuto ufficialmente nel bacino d’acqua è che scompare per lunghi periodi per 1528 da Clemente VII. Legati al voto di povertà, i frati poi riaffiorare all’improvviso. Il fenomeno è noto sin cappuccini osserveranno in maniera più rigorosa la dal Medioevo, periodo a cui risalgono le prime testi- Regola di San Francesco e saranno di sostegno ai Padri monianze della sua presenza che, da allora, è stata Gesuiti nel programma di rinnovamento della Chiesa. discontinua. Riemerso a seguito dello sprofondamento Vivono da sempre il loro impegno spirituale e la loro del terreno argilloso e per la presenza di falde acquife- attività apostolica con atteggiamento semplice e di re, ricche di sali di ferro, dal 1930 è di nuovo lì, anche grande apertura, nella condivisione con la comunità di se in questi ultimi anni sembra che la sorgente che lo fedeli. Molti i conventi e gli eremi diffusi nel Lazio: il alimenta stia lentamente esaurendosi. loro primo Santo fu San Felice da Cantalice, prove- niente da un paesino in provincia di Rieti.

27 ITINERARIO 5 I castelli romani

NEI LUOGHI AMENI PREDILETTI DA NOBILI E PAPI

Scendendo a sud della capitale riscopriamo le tracce di un’antica romanità da sempre in cerca di atmosfere per l’otium. Grazie alla cura e all’attenzione dell’uomo, permane inalterata la bellezza di questi siti che custodiscono tesori archeologici, naturali e monumentali: un patrimonio dell’umanità.

I Castelli e le rocche

LA VILLA ALDOBRANDINI Frascati: Villa Aldobrandini. Frascati magnifico palazzo rinascimentale degno della grandez- za della nobile famiglia fiorentina e al termine dei DALLA METÀ DEL CINQUECENTO FRASCATI, una delle cit- lavori, della villetta a pianta quadrata di cinquant’an- tadine più antiche dei Castelli Romani, divenne un vero ni prima, non rimase che un muro inglobato nella giardino vivente alle porte di Roma, con le sue ville prin- struttura dell’edificio. Tutto il complesso residenziale cipesche, i ricchissimi parchi e le articolate fontane. asseconda l’orografia del luogo e si sviluppa su più Tra le numerose residenze nobiliari della città spicca ripiani terrazzati con funzionali e movimentate rampe, per la sua imponenza la Villa Aldobrandini che, per secondo lo schema planimetrico tipico delle ville rina- l’eccezionale posizione panoramica fu chiamata a lungo scimentali, con qualche guizzo ornamentale che Villa Belvedere. annuncia già lo stile barocco. Elegante la facciata La dimora originaria fu edificata nel 1550 da principale decorata da lesene e dallo stemma Monsignor Alessandro Rufini sui resti di una villa Aldobrandini sul portale, ampio l’atrio settecentesco romana della famiglia degli Ottavi e, dopo numerosi che immette nel grande salone centrale del pianterre- passaggi di proprietà, nel 1598 arriverà in dono - da no, affrescato con colori di origine vegetale (i sughi parte dello zio Clemente VIII - a Pietro Aldobrandini, d’erba); ai lati le camere e le scale per salire ai piani cardinale ed uomo politico del tempo. È questo il perio- superiori. Il primo piano ha le stanze nobiliari fine- do più florido della villa, destinata a divenire luogo di mente arredate e decorazioni pittoriche a tema biblico riposo e ritiro della famiglia di cui porterà da allora e di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier D’Arpino che, per sempre il nome. Fu completamente ristrutturata nel assieme a Giovanni Fontana, terminò i lavori dopo la 1601 per opera di Giacomo della Porta (il celebre morte del della Porta. Il secondo piano era il piano architetto lombardo che terminò i lavori della cupola della grande sala. Infine la loggia al terzo piano e le di San Pietro alla morte di Michelangelo, suo maestro). terrazze belvedere aggiunsero magnificenza e prestigio Su incarico del cardinale Aldobrandini, realizzò un a questo edificio. L’architettura presenta anche equili-

28 i castelli romani

L brati fabbricati laterali, zone di servizio e di Fium UNGHEZZA e Aniene A 24 P accesso al palazzo e la Cappella dedicata RENESTINA a San Sebastiano. SS 6 A 1 1079 ROMA C In seguito la Villa divenne proprietà ASILINA Monte Manno A1 dir SUD dei Pamphili, e poi ancora dei TUSCOLANA

SS 7 ONTEPORZIO ESAREO A SP 215 M ITINERARIO 5 NAGNINA Borghese nel 1832 anno in cui, S.C SP 511 SP 216 A Francesco Borghese, avendo ere- G.R.A. PPIA Monteporzio Frascati Catone

L Rocca Priora AURENTINA A ditato tutti i beni della famiglia RDEATINA SP 217 Grottaferrata A 1 Marino Aldobrandini, scelse di portare Rocca ALMONTONE di Papa SP 215 V anche il loro nome. Da allora la Albano P 218 S Lago di PARCO REGIONALE Villa, visitabile solo all’esterno, è Albano DEI CASTELLI ROMANI Ariccia I Ariccia L I Artena rimasta sempre alla famiglia che ne Nemi L N Lariano Lago O A Genzano SP 217 C B di Nemi L custodisce ricchezze e storia. A SS 7 Velletri COME ARRIVARE Lanuvio

Frascati (RM) e Monte Porzio Catone (RM) - A1 MI- NA, uscita Monte Porzio e proseguire sulla SP216 secon- In pulmann: Cotral dalla stazione M Anagnina direzione do le indicazioni. Rocca di Papa. Grottaferrata (RM) - Da Roma: G.R.A., svincolo per la Ariccia (RM) - Da Roma: G.R.A. uscita Via Appia; pro- Via Tuscolana e/o Via Anagnina e seguire le indicazioni seguire sulla SS7 Via Appia direzione Ariccia. per Grottaferrata. Parco naturale Castelli Romani - Da Roma: G.R.A. uscita Anagnina-Tuscolana direzione Grottaferrata, seguire indica- zioni per Rocca di Papa dove, in Via Cesare Battisti, 5 è situata la sede del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Frascati, Villa Aldobrandini: particolare dei mosaici del Parco.

ARTE

Il parco delle meraviglie

Nel 1603, dopo la permanenza a Frascati di Papa Clemente VIII, nel grande parco che circondava la Villa Aldobrandini fu avviata la realizzazione di un bellissimo giardino monumentale, oltre ad una innova- STORIA tiva opera di canalizzazione delle acque. Presero parte all’opera grandi artisti dell’epoca: lo scultore Ippolito Il calendario gregoriano Buzzi, lo stuccatore francese Jacques Sarrazin, i pittori Domenico e Tommaso Passignano. Orazio Olivieri, A Villa Mondragone, nei pressi di Monte Porzio celebre maestro fontaniere, curò assieme a Giovanni Catone, il 13 febbraio del 1582 Papa Gregorio XIII Guglielmi i sofisticati congegni idraulici grazie ai quali Boncompagni firmò la Bolla della “Riforma ogni fontana presentava mirabili evoluzioni d’acqua Gregoriana” in cui si decretava la revisione del complete anche di effetti sonori. L’architettura era ardi- Calendario Giuliano e veniva adottato un nuovo cri- ta e scenografica, di tipico gusto barocco, tesa a stupire terio per stabilire la ciclicità degli anni bisestili. e divertire il visitatore: fontane con spettacolari giochi Il ciclo solare posto alla base di quel calendario infat- d’acqua, cascate e ninfei, statue mitologiche, vivaci ti - adottato da Giulio Cesare nel 46 a.C. e da allora dipinti e ornamentali mosaici, il Teatro delle Acque e in vigore - era in eccesso, su quello reale, di ben 11 la grande Scala delle Acque. Il progettista dell’icono- minuti e un quarto ogni anno. Si erano così sommati grafia, monsignor Giovan Battista Agucchi - segreta- nei secoli ben 11 giorni in più e, nell’ottobre del rio di Pietro Aldobrandini - racconta nella sua 1582, per ordine del Papa, ne furono soppressi 10, “Relatione” l’allegoria della bellezza del Giardino della passando dal 3 al 14 ottobre. Grazie ai calcoli ed agli Villa paragonato a quello delle Esperidi; del potere di studi dell’astronomo calabrese Luigi Lilio, e di altri Papa Clemente VIII (Atlante che sostiene il Mondo) famosi matematici provenienti da tutto il mondo, fu e del nipote Aldobrandini (Ercole che lo aiuta), attuata così la Riforma Gregoriana che introdusse il entrambe in quel periodo fortemente impegnati sul Calendario Gregoriano oggi adottato dalla maggior fronte della pace cristiana. parte dei paesi occidentali.

29 ITINERARIO 5

I Parchi

IL PARCO REGIONALE DEI CASTELLI ROMANI

I CASTELLI ROMANI, DIVENUTI ORMAI PARTE INTE- GRANTE DEL SISTEMA METROPOLITANO DELLA CAPI- TALE, resistono nella tradizione come una delle caratteristiche mete delle “gite fuori porta” dei romani. Un tempo luogo di oscuri boschi di quer- ce e faggi, la zona è oggi un mosaico di macchia e vigneti, case e paesi, frutto di una urbanizzazione antichissima. La natura qui si manifesta attraver- so la potenza e la varietà della geologia. Tutta l’a- rea è infatti frutto di una serie di eruzioni vulca- niche che hanno squassato l’originario cratere creando i laghi di Albano e Nemi e quello, ormai prosciugato, di Ariccia. Con la roccia dei Castelli, il famoso peperino, sono costruite gran parte delle mura romane che separavano i Fori Imperiali I Pratoni del Vivaro. dalla vicina suburra, ma anche i basolati delle strade romane sono basalti dei colli Albani. In questo panorama unico, che fonde mirabil- mente natura e cultura, occorre saper cercare per trovare le testimonianze di vita naturale. Un autentico patrimonio naturale in un’area protetta intorno a cui vivono circa 350.000 persone, che ha saputo preservare il volo del gufo comune e dello sparviere.

Il Parco in cifre FLORA Parco naturale Castelli Romani Gestore: Ente di Diritto Pubblico Sulla sommità del ancora si posso- Comuni facenti parte: Albano, Ariccia, Castel no ammirare grandi esemplari di faggio, così Gandolfo, Frascati, Nemi, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte come sulle pendici restano qua e là esemplari di Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora, castagno. I boschi cedui sono formati dal leccio Velletri, XI Comunità Montana, Provincia di Roma e dall’acero, dal carpino e dal nocciolo; vi è Superficie: 12.000 ettari - Istituzione: 1984 anche una bella macchia mediterranea a fitte ginestre dei carbonai, eriche e corbezzoli. Non mancano narcisi e peonie.

Sopra: il sottobosco con le felci.

30 I CASTELLI ROMANI

CURIOSITÀ

IL “CICCIUPICCHIU”

Molto diffuso tra le piante dell’area dei Colli Albani, nel Parco dei Castelli Romani, è da sempre lo storace (Styrax Officinalis L.), meglio conosciuto nella zona con il nome di “cicciupicchiu”. Infatti con i rami del piccolo arbusto si confezionavano un tempo dei bastoni flessibili e delle fruste per colpire gli asini. Oltre a questo utilizzo artigianale e domestico, la pianta era molto apprezzata per il liquore dolcissimo dei suoi fiori e per le sue proprietà officinali.

PRODOTTI TIPICI

Il FRAGOLINO e la fragolina di nemi

Non è il titolo di una romantica fiaba, ma le rispetti- ve denominazioni di due prodotti tipici del Lazio. Il gustoso distillato di fragole di bosco, caratteristiche della zona dei Colli Albani, è uno dei quattro ricono- FAUNA sciuti come prodotto tradizionale del Lazio. La ricetta Ai Pratoni del Vivaro si potrà scoprire il lento originale del Fragolino vuole che le fragole siano cammino di una testuggine comune, oppure quelle selvatiche dei boschi del Lago di Nemi, dolci osservare una garzetta che caccia lungo le spon- ed aromatiche e raccolte rigorosamente a mano. de dei laghi. Negli angoli meno antropizzati dei laghi, in ogni stagione, è possibile ammirare il guizzo di tinche, alborelle e lucci, mentre airo- ni e svassi, tuffetti a varie specie di anatre vi nuotano indisturbate.

Sopra: la volpe.

31 ITINERARIO 5

Le abbazie e i monasteri

L’A BBAZIA DI SAN NILO Grottaferrata

QUESTA BADIA FU FONDATA NEL 1004 DA SAN NILO, monaco basiliano di Rossano calabro, al tempo già ultra- novantenne. Gregorio I, signore di Tuscolo, donò al monaco amanuense l’appezzamento di terreno sul quale fu edificato il monastero e sul quale preesisteva una cap- pella sepolcrale di epoca repubblicana, detta Cryptaferrata per la protezione in ferro che la cingeva, da cui probabilmente il nome dell’attuale cittadina di Grottaferrata che ospita la meravigliosa abbazia. Il complesso è l’unico esempio, sopravvissuto al tempo ed alle distruzioni, dei numerosi monasteri greci sorti in Italia ed Europa tra il VI ed il XIII secolo, dove ancora oggi i monaci basiliani praticano il rito orientale in comunione con la Chiesa di Roma. Il rito greco - catto- lico, differente da quello latino solo per elementi pura- mente esteriori, si diffuse nell’Italia meridionale intorno al XV secolo quando, a seguito dell’invasione della zona balcanica ad opera dei Turchi, molte comunità monasti- che albanesi si trasferirono nella nostra penisola. Monumento nazionale dal 1874, il complesso a pianta Grottaferrata, Abbazia di San Nilo: sullo sfondo il Portico del Sangallo. quadrata si presenta a noi come un’abbazia fortificata di tipo rinascimentale, con quatto torri agli angoli ed una Portico del Sangallo che incornicia un elegante giardi- possente cinta muraria. La volle così il cardinale no. La Basilica di Santa Maria di Grottaferrata, fonda- Giuliano della Rovere che tra il 1483 ed il 1491 ne ta da San Bartolomeo, si trova nel secondo cortile: l’in- ordinò la ristrutturazione su progetto di Antonio da terno è di stile settecentesco, a seguito dei numerosi Sangallo, nel periodo in cui i monasteri non rappresen- rifacimenti che ne hanno cancellato l’originario stile tavano solo dei luoghi di culto e fede ma erano dei veri romanico, rappresentato dal raffinato campanile del XII e propri feudi che esercitavano la loro giurisdizione sui secolo. A tre navate, la chiesa conserva mosaici (XIII territori circostanti. Dotata del caratteristico fossato sec.) e decorazioni bizantine, una fonte battesimale (X difensivo e del ponte, presenta tutti gli elementi tipici sec.) ed una mirabile icona bizantino-italica, dipinta su dei complessi abbaziali: la basilica, il chiostro, la tavola, raffigurante la Vergine con il Bambino. biblioteca, il refettorio e gli altri ambienti di ser- Scene della vita di San Nilo e del suo discepolo vizio in cui i monaci svolgevano la loro quotidia- San Bartolomeo animano la Cappella dedicata na pratica di fede. al Santo fondatore, affrescata nel 1610 dal Al vero e proprio monastero si accede attraverso il Domenichino (1581-1641), ed alla quale si accede primo cortile, dove possiamo ammirare l’arioso dalla navata destra della basilica.

32 REGIONE LAZIO

AGENZIA REGIONALE PER I PARCHI

L’A.R.P., Agenzia Regionale per i Parchi, è un Ente strumentale della Regione Lazio. Passeggiate L’Agenzia ha tra i propri scopi istituzionali quello di assicurare alla Regione che le Aree protette siano gestite in maniera efficiente ed nel tempo efficace. Suo compito specifico e strategico è svolgere Parchi, castelli, monasteri attività di formazione professionale, aggiorna- mento e qualificazione del personale delle aree Viaggio tra storia e leggende protette e curare iniziative formative per la dell’entroterra laziale valorizzazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. L’Agenzia promuove il turismo sostenibile nelle aree protette con il “Programma Giorniverdi”, che prevede attività di animazione naturalistica e culturale, soggiorni educativi, accesso alla natura senza barriere e promozione delle aziende ricettive locali. Per il 2003 l’ARP ed Piantina alcune aree protette laziali propongono più di 400 idee per scoprire la natura, la storia, i pro- fumi, i colori e i sapori del territorio. Piantina generale Le informazioni sulle aree protette della generale Regione Lazio, i loro specifici progetti e le ini- ziative intraprese per la valorizzazione delle risorse locali sono nel sito internet: www.parchilazio.it

ARP Agenzia Regionale per i Parchi Via Indonesia, 33 - 00144 Roma Tel.+39065913371 fax +39065919404 [email protected] www.parchilazio.it [email protected]

ASSESSORATO ALLA CULTURA, Nella copertina della piantina SPETTACOLO, SPORT E TURISMO generale: pianta terrestre del Lazio, REGIONE LAZIO Domenico De Rossi, 1693.

Carta rilievi del Lazio: Regione Lazio Dipartimento Territorio - Direzione Regionale, Territorio e Urbanistica Sistema Cartografico e Geografico

IV I Siena EGENDA L RISERVA REGIONALE M.Rufeno MONTE RUFENO 734 Ascoli Piceno Sede APT Acquapendente Piantina generale Orvieto Accumoli Grotte Località Bandiera PARCO NAZIONALE ITINERARIO 1 di Castro ti Vols M.Pozzoni Mon ini GRAN SASSO E Arancione Touring Club Civita 1904 Gradoli T Castiglione r Amatrice o M.Gorzano Lago di in Teverina n Itinerario 6: Bagnoregio Cittareale t 2458 RISERVA REGIONALE Valentano Bolsena o Imbarchi, collegamenti SELVA DEL LAMONE Leonessa Labro, Castello Farnese Capodimonte Vitelleschi. alle isole Montefiascone Terni 1735 Ischia di Castro Monti RISERVA REGIONALE Spoleto V Posta Marta e Reatini ITINERARIO 6 a MONTE CASOLI l i r DI BOMARZO n Borbona o M.Terminillo i o

F Canino Itinerari Bomarzo Orte RISERVA REGIONALE 2216 e Vitorchiano Terni LAGHI LUNGO E

m RISERVA REGIONALE RIPASOTTILE Cantalice u

i TUSCANIA

F VITERBO Soriano Antrodoco Grosseto VULCI Tuscania 1053 nel Cimino 1114 Configni RIETI Montalto M.Cimino M.Cosce Itinerario 7: Vignanello S Contigliano Cittaducale di Castro M T onti Cimini u Palombara Sabina, M MONUMENTO NATURALE o r S 1888 a a L’Aquila t a n n a r RISERVA REGIONALE PIAN SANT'ANGELO Magliano M.Pizzuto l M.Nuria a NORCHIA t o t San Giovanni in Montalto LAGO DI VICO i o M Caprarola Sabina 1287 Marina e Vetralla Lago di b um Civita S Concerviano L’Aquila Argentella. Fi Vico Cantalupo a Castellana in Sabina i b Petrella Salto Blera Ronciglione i Tarquinia ITINERARIO 2 n Rocca Lago del Fiamignano Poggio n i PARCO REGIONALE V RISERVA REGIONALE Sinibalda Salto PARCO REGIONALE icano Mirteto MARTURANUM Nepi C ITINERARIO 7 Monte ANTICHISSIMA Sutri Tarquinia Lido RISERVA REGIONALE a Lago del i Romano Vejano CITTÀ DI SUTRI c PARCO REGIONALE TEVERE-FARFA Turano o l a n o ne VALLE DEL TREJA Fara in Itinerario 8: o Borgorose RISERVA REGIONALE gn Rignano Fiano RISERVA REGIONALE i Monti S Sabina Poggio MONTAGNE e M aba Flaminio MONTE NAVEGNA E Castel San Pietro, m tin Romano DELLA UCHESSA Fiu Allumiere Tolfa Trevignano i Moiano MONTE CERVIA D M RISERVA NATURALE Romano Castello Colonna. o ONTERANO nti M Montelibretti della lfa PARCO REGIONALE Orvinio To BRACCIANO-MARTIGNANO Campagnano Morlupo Passo PARCO REGIONALE 579 Manziana di Roma Corese Lago di Lago di Moricone MONTI LUCRETILI Cagliari Civitavecchia Bracciano Bracciano Martignano Riano Percile Itinerario 1: RISERVA REGIONALE Palombara Anguillara PARCO REGIONALE MACCHIA GATTACECA E Santa ITINERARIO 3 VEJO Sabina Chieti Bolsena, Rocca Marinella Sabazia MACCHIA DEL BARCO Arsoli Monaldeschi. Capo Linaro NECROPOLI VEIO Monterotondo Vicovaro Mentana Santa Severa RISERVA REGIONALE Marcellina NOMENTUM Castel M ITINERARIO 8 Olbia Cerveteri e AREA PROTETTA Agosta o n Madama n Itinerario 9: ROMANATURA M o 1853 t r Tivoli i r MARCIGLIANA PARCO REGIONALE o M.Autore S Veroli, Abbazia A INVIOLATA im Ladispoli n PARCO REGIONALE Palidoro e b VILLA t Subiaco m e 1202 MONTI SIMBRUINI r ien i u di Casamari. iu An ADRIANA Palo F P in r A i e MONUMENTO NATURALE Vallepietra 2014 CITTÀ DEL n n VALLE DELLE CANNUCCETE ie Maccarese n Filettino 2156 VATICANO ROMA e e M.Viglio Itinerario 2: s MONUMENTO NATURALE Palestrina t LA SELVA Olevano Fregene i Campo Catino Caprarola, ITINERARIO 4 n Gennazzano Zagarolo i o n t Frascati M i E r ITINERARIO 9 Palazzo Farnese. Te e n me ver Grottaferrata Fiuggi i c iu ARCO EGIONALE Cave Paliano F P R i Fiumicino Marino CASTELLI ROMANI M.Cornacchia Valmontone C RISERVA REGIONALE M OSTIA Rocca di Papa i 2003 a ANTICA Lago di o Collepardo r Castel Gandolfo Albano Colli M Itinerario 10: T c on i Lido di Ostia Albano Nemi Albani Artena Anagni i Sora ti d r Ariccia a e Sermoneta, r Colleferro Alatri Veroli RISERVA REGIONALE lla e Lago PARCO NAZIONALE Lido di Genzano r M n di Nemi Ferentino i ABRUZZO-LAZIO e Abbazia di Itinerario 3: Castel Fusano M Segni Isola del Liri t o Pomezia Velletri o S a a n a le Mainarde Valvisciolo. Bracciano, cc ti o FROSINONE Arpino 2039 ITINERARIO 5 Cori L Castello e Torvaianica p elfa Ardea Aprilia i M M.Bianco Odescalchi. Norma n Arce 1168 i Ceccano A g Cisterna r di Latina NINFA 1536 M.Cairo o M.Semprevisa Ceprano A Roccasecca 1669 s P tu Sermoneta Castro r o Lavinio a n dei Volsci t Sezze Cassino Lido di Enea i n Aquino Nettuno o Anzio Priverno 1116 Lido di L Isernia Itinerario 4: Capo d’Anzio LATINA M.Calvilli iri Foce Verde A u s o n i S t i MONUMENTO NATURALE S.Giorgio campagna romana, Lago di i n Torre Astura s o MOLA DELLA CORTE- a Liri Lido di Fogliano to M Esperia paesaggio autunnale. Capo Portiere SETTECANNELLE-CAPODACQUA Napoli Fondi Ausonia Monte S.Biagio PARCO REGIONALE MONTI AURUNCI M o n t i A u r u Terme 676 Lago di n c i di Suio Fondi 1533 Isola di Zannone o n M.Petrella Castelforte a Sabaudia li Formia rig Isola di Palmarola Isola di Gavi Terracina Scauri Minturno Ga Itinerario 5: Sperlonga M.Circeo PARCO REGIONALE San Felice Circeo Grotta di Tiberio Frascati, Villa Isola di Ponza ISOLE PONZIANE 541 Gaeta GIANOLA E MONTE DI SCAURI MINTURNAE Ponza (Latina) Aldobrandini. Capo Circeo ITINERARIO 10 PARCO REGIONALE MONTE ORLANDO Napoli Scoglio la Botte Golfo di Isola di Ventotene Ventotene Gaeta Isola di S.Stefano 01530km

II III Siena EGENDA L RISERVA REGIONALE M.Rufeno MONTE RUFENO 734 Ascoli Piceno Sede APT Acquapendente Piantina generale Orvieto Accumoli Grotte Località Bandiera PARCO NAZIONALE ITINERARIO 1 di Castro ti Vols M.Pozzoni Mon ini GRAN SASSO E Arancione Touring Club Civita 1904 MONTI DELLA LAGA Gradoli T Castiglione r Amatrice o M.Gorzano Lago di in Teverina n Itinerario 6: Bagnoregio Cittareale t 2458 RISERVA REGIONALE Valentano Bolsena o Imbarchi, collegamenti SELVA DEL LAMONE Leonessa Labro, Castello Farnese Capodimonte Vitelleschi. alle isole Montefiascone Terni 1735 Ischia di Castro Monti RISERVA REGIONALE Spoleto V Posta Marta e Reatini ITINERARIO 6 a MONTE CASOLI l i r DI BOMARZO n Borbona o M.Terminillo i o

F Canino Itinerari Bomarzo Orte RISERVA REGIONALE 2216 e Vitorchiano Terni LAGHI LUNGO E

m RISERVA REGIONALE RIPASOTTILE Cantalice u

i TUSCANIA

F VITERBO Soriano Antrodoco Grosseto VULCI Tuscania 1053 nel Cimino 1114 Configni RIETI Montalto M.Cimino M.Cosce Itinerario 7: Vignanello S Contigliano Cittaducale di Castro M T onti Cimini u Palombara Sabina, M MONUMENTO NATURALE o r S 1888 a a L’Aquila t a n n a r RISERVA REGIONALE PIAN SANT'ANGELO Magliano M.Pizzuto l M.Nuria a NORCHIA t o t San Giovanni in Montalto LAGO DI VICO i o M Caprarola Sabina 1287 Marina e Vetralla Lago di b um Civita S Concerviano L’Aquila Argentella. Fi Vico Cantalupo a Castellana in Sabina i b Petrella Salto Blera Ronciglione i Tarquinia ITINERARIO 2 n Rocca Lago del Fiamignano Poggio n i PARCO REGIONALE V RISERVA REGIONALE Sinibalda Salto PARCO REGIONALE icano Mirteto MARTURANUM Nepi MONTE SORATTE C ITINERARIO 7 Monte ANTICHISSIMA Sutri Tarquinia Lido RISERVA REGIONALE a Lago del i Romano Vejano CITTÀ DI SUTRI c PARCO REGIONALE TEVERE-FARFA Turano o l a n o ne VALLE DEL TREJA Fara in Itinerario 8: o Borgorose RISERVA REGIONALE gn Rignano Fiano RISERVA REGIONALE i Monti S Sabina Poggio MONTAGNE e M aba Flaminio MONTE NAVEGNA E Castel San Pietro, m tin Romano DELLA UCHESSA Fiu Allumiere Tolfa Trevignano i Moiano MONTE CERVIA D M RISERVA NATURALE Romano Castello Colonna. o ONTERANO nti M Montelibretti della lfa PARCO REGIONALE Orvinio To BRACCIANO-MARTIGNANO Campagnano Morlupo Passo PARCO REGIONALE 579 Manziana di Roma Corese Lago di Lago di Moricone MONTI LUCRETILI Cagliari Civitavecchia Bracciano Bracciano Martignano Riano Percile Itinerario 1: RISERVA REGIONALE Palombara Anguillara PARCO REGIONALE MACCHIA GATTACECA E Santa ITINERARIO 3 VEJO Sabina Chieti Bolsena, Rocca Marinella Sabazia MACCHIA DEL BARCO Arsoli Monaldeschi. Capo Linaro NECROPOLI VEIO Monterotondo Vicovaro Mentana Santa Severa RISERVA REGIONALE Marcellina NOMENTUM Castel M ITINERARIO 8 Olbia Cerveteri e AREA PROTETTA Agosta o n Madama n Itinerario 9: ROMANATURA M o 1853 t r Tivoli i r MARCIGLIANA PARCO REGIONALE o M.Autore S Veroli, Abbazia A INVIOLATA im Ladispoli n PARCO REGIONALE Palidoro e b VILLA t Subiaco m e 1202 MONTI SIMBRUINI r ien i u di Casamari. iu An ADRIANA Palo F P in r A i e MONUMENTO NATURALE Vallepietra 2014 CITTÀ DEL n n VALLE DELLE CANNUCCETE ie Maccarese n Filettino 2156 VATICANO ROMA e e M.Viglio Itinerario 2: s MONUMENTO NATURALE Palestrina t LA SELVA Olevano Fregene i Campo Catino Caprarola, ITINERARIO 4 n Gennazzano Zagarolo i o n t Frascati M i E r ITINERARIO 9 Palazzo Farnese. Te e n me ver Grottaferrata Fiuggi i c iu ARCO EGIONALE Cave Paliano F P R i Fiumicino Marino CASTELLI ROMANI M.Cornacchia Valmontone C RISERVA REGIONALE M OSTIA Rocca di Papa i LAGO DI CANTERNO 2003 a ANTICA Lago di o Collepardo r Castel Gandolfo Albano Colli M Itinerario 10: T c on i Lido di Ostia Albano Nemi Albani Artena Anagni i Sora ti d r Ariccia a e Sermoneta, r Colleferro Alatri Veroli RISERVA REGIONALE lla e Lago PARCO NAZIONALE Lido di Genzano r LAGO DI POSTA FIBRENO M n di Nemi Ferentino i ABRUZZO-LAZIO e Abbazia di Itinerario 3: Castel Fusano M Segni Isola del Liri t o Pomezia Velletri o S a a n a le Mainarde Valvisciolo. Bracciano, cc ti o FROSINONE Arpino 2039 ITINERARIO 5 Cori L Castello e Torvaianica p elfa Ardea Aprilia i M M.Bianco Odescalchi. Norma n Arce 1168 i Ceccano A g Cisterna r di Latina NINFA 1536 M.Cairo o M.Semprevisa Ceprano A Roccasecca 1669 s P tu Sermoneta Castro r o Lavinio a n dei Volsci t Sezze Cassino Lido di Enea i n Aquino Nettuno o Anzio Priverno 1116 Lido di L Isernia Itinerario 4: Capo d’Anzio LATINA M.Calvilli iri Foce Verde A u s o n i S t i MONUMENTO NATURALE S.Giorgio campagna romana, Lago di i n Torre Astura s o MOLA DELLA CORTE- a Liri Lido di Fogliano to M Esperia paesaggio autunnale. Capo Portiere SETTECANNELLE-CAPODACQUA Napoli Fondi Ausonia Monte S.Biagio PARCO REGIONALE MONTI AURUNCI Lago di Caprolace M o n t i A u r u Terme 676 Lago di n c i di Suio Fondi 1533 Isola di Zannone o n M.Petrella Castelforte a Sabaudia li Formia rig Isola di Palmarola Isola di Gavi Terracina Scauri Minturno Ga Itinerario 5: Sperlonga M.Circeo PARCO REGIONALE San Felice Circeo Grotta di Tiberio Frascati, Villa Isola di Ponza ISOLE PONZIANE 541 Gaeta GIANOLA E MONTE DI SCAURI MINTURNAE Ponza (Latina) Aldobrandini. Capo Circeo ITINERARIO 10 PARCO REGIONALE MONTE ORLANDO Napoli Scoglio la Botte Golfo di Isola di Ventotene Ventotene Gaeta Isola di S.Stefano 01530km

II III REGIONE LAZIO

AGENZIA REGIONALE PER I PARCHI

L’A.R.P., Agenzia Regionale per i Parchi, è un Ente strumentale della Regione Lazio. Passeggiate L’Agenzia ha tra i propri scopi istituzionali quello di assicurare alla Regione che le Aree protette siano gestite in maniera efficiente ed nel tempo efficace. Suo compito specifico e strategico è svolgere Parchi, castelli, monasteri attività di formazione professionale, aggiorna- mento e qualificazione del personale delle aree Viaggio tra storia e leggende protette e curare iniziative formative per la dell’entroterra laziale valorizzazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. L’Agenzia promuove il turismo sostenibile nelle aree protette con il “Programma Giorniverdi”, che prevede attività di animazione naturalistica e culturale, soggiorni educativi, accesso alla natura senza barriere e promozione delle aziende ricettive locali. Per il 2003 l’ARP ed Piantina alcune aree protette laziali propongono più di 400 idee per scoprire la natura, la storia, i pro- fumi, i colori e i sapori del territorio. Piantina generale Le informazioni sulle aree protette della generale Regione Lazio, i loro specifici progetti e le ini- ziative intraprese per la valorizzazione delle risorse locali sono nel sito internet: www.parchilazio.it

ARP Agenzia Regionale per i Parchi Via Indonesia, 33 - 00144 Roma Tel.+39065913371 fax +39065919404 [email protected] www.parchilazio.it [email protected]

ASSESSORATO ALLA CULTURA, Nella copertina della piantina SPETTACOLO, SPORT E TURISMO generale: pianta terrestre del Lazio, REGIONE LAZIO Domenico De Rossi, 1693.

Carta rilievi del Lazio: Regione Lazio Dipartimento Territorio - Direzione Regionale, Territorio e Urbanistica Sistema Cartografico e Geografico

IV I i castelli romani

INFORMAZIONI UTILI

VILLA ALDOBRANDINI Via Cardinal Massaia, 112 Parco Regionale dei Castelli Romani AZIENDA DI PROMOZIONE Frascati (RM) Via Cesare Battisti, 5 TURISTICA DELLA Visite su appuntamento: 00040 Rocca di Papa (RM) PROVINCIA DI ROMA h 9.00-13.00 / 15.00-17.00 Tel. +39069495253 Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma I.A.T. Tel. +39069420331 www.parchilazio.it Tel. +3906421381 - Fax +390642138211 VILLE DI MONTE PORZIO www.parks.it www.oltreroma.it CATONE (RM) Visite su appuntamento: I.A.T. Tel +39069420331

A sinistra: ABBAZIA DI SAN NILO Grottaferrata, Abbazia di Corso del Popolo, 128 San Nilo, 00046 Grottaferrata un momento Visite su prenotazione del paziente (escluso il lunedì): lavoro di www.abbaziagreca.it restauro di un Biblioteca: Tel.+39069415122 manoscritto. ANTICHITÀ Sotto: veduta [email protected] di Ariccia. LO SCRIPTORIUM

L’irresistibile fascino dell’Abbazia di San Nilo è dovu- to anche alla presenza del famoso Laboratorio Scientifico di restauro e conservazione del libro anti- co e della Scuola di miniatura e di paleografia, entrambe istituite nel 1931. La delicata opera di “curare” e custodire il patrimonio librario - aggredito URIOSITÀ dai segni e dalle insidie del tempo - ha origini sin dal C periodo della fondazione dell’abbazia quando, nello scriptorium voluto da San Nilo, ebbe inizio l’attività di La salita “in discesa” decorazione e conservazione dei manoscritti antichi, per paziente mano dei monaci amanuensi. In questa Nei pressi di Ariccia si trova un luogo dove, nel sapiente opera che si tramanda da secoli la comunità 1978, è stato rilevato uno strano fenomeno. Per monastica trasfonde il senso profondo della preghiera, capirne bene gli effetti varrebbe la pena di essere lì, presente in ogni semplice gesto dell’attività quotidiana. sul posto, al KM 11,6 della SS 218, tra Ariccia e È qui che nel 1962 avvenne il restauro del Codice Rocca di Papa, superato il bivio per Castel Gandolfo. Atlantico di Leonardo da Vinci: dodici volumi con- Il dosso che c’è in questo punto, a quota 550 metri, tenenti disegni, studi e calcoli del grande studioso; crea una discesa che prosegue verso la grande curva, furono i monaci di Grottaferrata, su invito di Papa all’apparenza normale. Ma contro ogni regola e legge Paolo VI, a recuperare e salvare oltre 1200 volumi di gravità, la discesa si comporta… come una salita: dell’enorme patrimonio librario durante l’alluvione ogni oggetto tende a risalire la pendenza, invece che di Firenze del 1966; ed è in questo Istituto che anco- rotolare giù. Ed anche le persone si sentono - in quel ra oggi vengono sottoposte a rigorosi trattamenti chi- punto - stranamente attratte verso la salita. Nonostante mici conservativi opere rarissime provenienti da ogni il forte scetticismo da parte del mondo scientifico, parte del mondo. alcuni studiosi escludono che si possa trattare di Una Biblioteca monastica ed una pubblica, tra le un’illusione ottica: sembra che la singolare manife- più antiche e preziose d’Italia, conservano oltre stazione possa trovare una spiegazione nell’anomalia 60.000 opere bizantine, mille codici miniati, incu- del magnetismo e della forza di gravità dell’area dei naboli, manoscritti greci e latini, alcuni dei quali Colli Albani, causate dalla pre-esistenza dell’antico opera del Santo fondatore, di Platone ed Aristotele, sistema vulcanico, il Vulcano Laziale, estintosi circa Petrarca e Boccaccio. 25.000 anni fa.

33 ITINERARIO 6 I e reatini

PEZZI DI STORIA LUNGO I SENTIERI TRA GLI OLIVI

Qui dove tradizioni agricole e pastorali convivono con innovative strutture turistiche, da sempre religiosità, potere e cultura hanno trovato spazio e tempo per la loro migliore espressione. Santi, imperatori e artisti hanno scritto la storia lungo il percorso della Via Salaria, l’antica direttrice che sin dall’epoca romana attraversa il cuore della Sabina, la terra della Valle Santa, fino alle alte vette appenniniche.

I Castelli e le rocche

IL CASTELLO NOBILI - VITELLESCHI

Labro Labro, Castello Nobili-Vitelleschi: baluardo e particolare della cinta muraria.

IL PAESE DI LABRO SI PRESENTA COME UNO SCRIGNO parentela con i Vitelleschi e nel 1624, quando si colmo di tesori medioevali: edifici e chiese, porte e estinse questa famiglia, adottarono anche il loro portali, elementi architettonici decorativi, eleganti cognome. finestre, iscrizioni, camminamenti e soprattutto il Così, tra la metà del XV secolo e l’inizio del XVI, il Castello Nobili-Vitelleschi, una splendida fortezza feu- castello venne interamente ricostruito ed ampliato, dale tutt’uno con l’abitato. L’attuale complesso sorge inglobando abitazioni, torri e le mura dell’antica sui resti dell’antica rocca fondata intorno al X secolo: rocca al fine di renderlo più compatto e sicuro. nel 956 infatti l’imperatore Ottone I assegnò ai de’ Ancora oggi il perimetro difensivo è percorso da anti- Nobili il fondo di Labro che divenne così sede perma- che vie che partono dalla famose Tre Porte, nel cuore nente della potente ed aristocratica famiglia. I Nobili del paese. I signori poi, con successivi interventi di infatti edificarono lì il castello al fine di controllare le restauro, trasformarono la loro residenza in un vero e vie di comunicazione della valle sottostante, tra i proprio palazzo baronale con il bellissimo giardino a Monti Reatini e la Valle del Tevere. Si trattava della terrazza attraversato da una scenografica scala doppia. principale attività della famiglia che, per alcuni secoli, Tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del creerà e controllerà la maggior parte degli insediamen- Novecento il complesso venne ristrutturato in manie- ti fortificati della zona. ra significativa, con l’apertura di finestre, la realizza- Nel XII e XIII secolo le sorti del castello seguirono le zione delle loggette e l’apposizione delle caratteristi- vicende della Curia romana e del contado reatino fino che merlature guelfe. Ancora oggi, in ottimo stato di a quando, alla fine del ‘500, i Nobili strinsero la loro conservazione, è abitato dai nobili Vitelleschi.

34 I Monti sabini e reatini

Accumoli

PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA

Cittareale Amatrice

Leonessa ITINERARIO 6 TERNI SP 521 I SP 577 I N E A T Labro M O N T I R RISERVA REGIONALE 2081 Poggio Bustone Monte Cambio LAGHI LUNGO SP 260 E RIPASOTTILE Lago Borgo San Pietro Lago di Lungo ORTE Ripasottile 2216

SP 79 Greccio SP 80 Antrodoco RIETI SS 4 bis SP 315 Fiume Ve SS 4 MAGLIANO Contigliano lino SABINA Cittaducale M SP 17 L’AQUILA

SP 313 SP OVEST SS 4 F O iu SS 578 F m SP 80 dir N i e u S T m al e to A 1 I T Concerviano Civita u Fiu r me a Castellana Te A 24 ver n e Montenero o C Poggio Mirteto I SS 3 RISERVA REGIONALE Sabino C Lago Rocca O MONTE SORATTE L del Salto Sinibalda A Nazzano N SORATTE Farfa O S.Oreste RISERVA REGIONALE Lago OLANI Fara in Sabina A RSE COME Rignano TEVERE-FARFA del Turano I C N T Flaminio Canneto S O ARRIVARE Sabino A M

B SP 313 SP FIANO I SS 4 N ROMANO Da Roma e dalla costa adriatica: Labro (RI) - A1 I MI-RM uscita Fiano SS4 Salaria per i versanti laziali e mar- Romano, poi SS4 Via Salaria per chigiani. Da L’Aquila e Teramo: SS80 lungo la Rieti; poi SS Ternana fino a Ponte Crispolti e seguire indica- Valle del Vomano per il versante abruzzese dei Monti della zioni per Labro. Laga. Per il versante SO: SS17 da L’Aquila direzione Montenero Sabino (RI) - A1 uscita Fiano Romano; poi SS4 Antrodoco. Per il versante SE le rotabili della valle del Pescara. Via Salaria e poi SS313. In treno: stazione FS L’Aquila e Teramo e poi in corriera. Borgo San Pietro - Poggio Bustone (RI) - A24 RM-AQ usci- Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia - ta Valle del Salto e SS4 Via Salaria. Da Roma: A24 uscita Oricola Carsoli, poi SP Turanense verso Fara in Sabina (RI) - A1 RM-FI uscita Roma Nord Fiano Rieti. Da Rieti: SS578 direzione Avezzano e poi SP67 Romano. Da Roma: Via Salaria uscita Passo Corese e da Rieti Cicolana indicazioni Varco Sabino. uscita Osteria Nuova. In treno: treno metropolitano da Fiumicino fino a Fara Sabina e autobus Cotral per Farfa. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga - A24 RM-AQ-TE (uscita Assergi per il versante aquilano; San Gabriele - Colledara per quello teramano) (poi SS17bis per raggiungere partenze escursioni).

Labro, Archivio del Castello Nobili- STORIA Vitelleschi: antica pergamena. L’assalto al castello Di contigliano

NTICHITÀ A Alessandro VI , durante il suo papato (1492-1503), assecondava con freddezza i progetti di dominio del L’Archivio storico figlio Cesare Borgia, intento a creare un forte stato nell’Italia centrale. Dopo aver conquistato gran Nel Castello Nobili-Vitelleschi sono conservati da parte della Romagna, procedeva a sud con attacchi più di mille anni preziosi documenti attraverso cui è ed invasioni e fu così che nell’agosto del 1501 fu possibile ricostruire le vicende storiche della nobile ordinato dai Borgia l’assalto al Castello di famiglia. L’Archivio Storico infatti raccoglie e custo- Contigliano, strategica base di controllo nel centro disce i documenti dal 1068 e, tra le oltre 300 rare Italia. Alle resistenze degli abitanti il condottiero pergamene, vale la pena di ricordare una “breve”, Vitellozzo Vitelli oppose una dura battaglia che l’atto con cui Papa Celestino III autorizzò nel 1191 portò alla conquista del paese. Ad agosto di ogni l’edificazione di una chiesa; e quella con cui anno viene rievocato l’evento in una suggestiva ceri- l’Imperatore del Sacro Romano Impero Federico III monia dall’ambientazione medioevale, con il Corteo conferì la nomina di Conte Palatino ad un discen- storico, il Palio dell’Ariete e la ricostruzione della dente della famiglia Vitelleschi, nel 1452. battaglia con finti guerrieri.

35 ITINERARIO 6

I Parchi

IL PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E I MONTI DELLA LAGA

SUL CONFINE DEL LAZIO CON L’ABRUZZO E LE MARCHE vegeta una delle più belle ed affascinanti foreste d’Italia: quella dei Monti della Laga, inserita nel Parco Nazionale del Gran Sasso. È tutto un fluire di acque tra le arenarie e le marne, ambiente unico nel suo genere in tutto l’Appennino che durante la stagione del disgelo offre un’atmosfera davvero indimenticabile. Ma gli alpinisti percorro- no questi flutti gelati anche durante l’inverno, facendo della Laga davvero un luogo da escursioni in ogni stagione. La cascata delle Barche precipita nel vuoto per oltre quaranta metri, realizzando uno dei luoghi più suggestivi di questa parte del territo- rio regionale. Ed il fluire affascinante delle acque caratterizza anche le riserve naturali dei Laghi Il Monte Soratte. Lungo e Ripasottile e quella di Tevere-Farfa, due laghi naturali sul fiume Velino ed un’area paludosa creatasi dopo la realizzazione di un invaso artificiale, che costituiscono oggi due delle principali mete per l’osservazione dell’avifauna palustre nel Lazio. Due autentici polmoni di natura a pochi passi da Rieti e da Roma.

Il Parco in cifre

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Ente gestore: Ente Parco Superficie: 150.000 ettari - Istituzione: 1991 Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile FLORA Gestore: Consorzio tra i comuni di Rieti, Cantalice, Colli sul Velino, Contigliano, Poggio Bustone, Rivodutri. Superficie: 3.000 ettari - Istituzione: 1985 Il canneto è un autentico serbatoio di biodiver- Riserva naturale Monte Soratte sità, ambiente intorno a cui ruota gran parte della Gestore: Provincia di Roma, Dipartimento II, Servizio 5 vita dell’ambiente palustre. Oltre alle tife ed alle “Pianificazione ambientale, sviluppo parchi, riserve naturali” cannucce, galleggiano sull’acqua ninfee bianche Superficie: 410 ettari circa - Istituzione: 1997. e gialli nannufari, ma anche la tenera lenticchia Riserva naturale Tevere Farfa d’acqua, oltre alle meno note brasca e ceratofillo. Gestore: Consorzio di gestione della Riserva Naturale Superficie: 705 ettari - Istituzione: 1999 Sopra: il paesaggio palustre con il canneto.

36 I MONTI SABINI E REATINI

PRODOTTI TIPICI

l’olio della Sabina

Colore giallo, quasi verde; sapore aromatico leggermen- te fruttato; gusto vellutato: questo elegante prodotto della terra sabina ha da qualche anno ottenuto la Denominazione di Origine Protetta. Così quell’ “oro liquido” che gli antichi romani apprezzarono per primi è oggi un olio extra vergine di oliva di alta qualità gra- zie alla zona di provenienza, le sue 7 cultivar seleziona- te (Carboncella, Leccino, Frantoio, Raja, Pendolino, Moraiolo, Rosciola) e le pregiate caratteristiche organo- lettiche. Il clima temperato ed i terreni collinari calca- rei, tipici della Sabina, creano da più di duemila anni l’habitat ideale per la coltivazione dell’ulivo, che pro- FAUNA prio gli antichi romani vollero implementare. Il pazien- te lavoro dei monaci benedettini, poi, ha razionalizzato Il lupo è l’animale più temuto e più ammirato ed affinato nel tempo le varie fasi di tutta la fauna italiana. La sua proverbiale (raccolta a mano e spremitura) capacità di sopravvivenza lo ha della contenuta ed accurata pro- fatto giungere oltre le Alpi par- duzione. A Canneto Sabino tro- tendo dal cuore dei nostri viamo un ulivo di 2000 anni, Appennini. Un grande esempio il più grande d’Europa, della forza di mutamento ed adat- con un tronco dal dia- tamento della vita selvatica. metro di oltre 7 metri. Sopra: il lupo.

37 ITINERARIO 6

Le abbazie e i monasteri

IL CONVENTO DI SAN GIACOMO Poggio Bustone

NEI PRESSI DEL RUSTICO CARATTERISTICO PAESE DI POGGIO BUSTONE, sul pendio del Monte Rosato, si trova il Convento di San Giacomo, sorto tra il 1235 ed il 1237 presso la grotta che fu abitata da San Francesco durante gli anni della sua predicazione nella valle reatina a parti- re dal 1209. Divenuto Santuario Francescano, fu rico- Borgo San Pietro - Poggio Bustone: struito più volte tra il secolo XIII e XVII e della origina- la Chiesa ed il Convento di San Giacomo. ria architettura risalente al ‘200 conserva soltanto un piccolo portico attraverso il quale si accede alla chiesa e centesca dove troviamo un bellissimo ed evocativo al complesso conventuale che è composto da un edificio dipinto: “Angelo che annuncia le remissione dei peccati”, del ‘300 e da altri ambienti che si sono aggiunti nei quasi a ricordare la remissione dei peccati che il Santo diversi secoli, oltre al suggestivo Chiostro. qui ottenne. Il Refettorio realizzato nel XVI secolo è ornato da affreschi dedicati alle icone dei Santi. La Chiesa conventuale dedicata a San Giacomo Maggiore risale alla prima metà del ‘400 ed è la rap- presentazione della semplicità e della devozione: all’in- variato aspetto originario dell’esterno si contrappone l’interno ad una navata, in stile gotico. Antichi e bel- lissimi affreschi raccontano i momenti della vita del CURIOSITÀ Santo, tra cui uno quattrocentesco che raffigura il Le parole di san francesco Santo che riceve le stimmate. Ma la vita di San Francesco ha caratterizzato fortemen- “Salute buona gente”: era l’ottobre del 1208 ed un te questo luogo di preghiera che si estende anche al di giovane frate salutava così gli abitanti del borgo di fuori del Convento vero e proprio. Partendo dal piazza- Poggio Bustone accorsi ad ascoltare la sua predicazione. le e risalendo infatti il Monte Rosato, arriviamo al Per rendere omaggio alla profonda opera di evangeliz- zazione del Santo, all’alba del 4 ottobre di ogni anno un Romitorio, un luogo scavato nella roccia, dove San abitante del paese saluta con le parole di Francesco Francesco si ritirava in preghiera da solo o con i suoi tutti i compaesani, accompagnato dal suono di un tam- compagni. Lo ritroviamo ancora oggi pressoché uguale burello. La comunicazione verbale del Santo aveva ed a come era quando il Santo ricevette le rivelazioni dal ha tuttora un forte impatto emotivo: le sue parole e le sue composizioni sono da sempre fonte di ispirazione Signore sulla giustezza della via da lui intrapresa e sulla per artisti, studiosi e letterati, come queste riportate nel missione dell’Ordine, e per questo è detto anche dipinto del XVI secolo, conservato nel Refettorio del “Grotta delle Rivelazioni”. Convento San Giacomo. La grotta è conservata nella piccola chiesa duecente- Poggio Bustone, Refettorio del Convento San Giacomo: sca, costruita in epoca successiva a quella del Santo, parole attribuite a San Francesco. alla quale è stata aggiunta in seguito una cappella sei-

38 I monti sabini e reatini

INFORMAZIONI UTILI CASTELLO NOBILI-VITELLESCHI Labro (RI)- Via Santa Maria Maggiore, 4 Tel. +390746636020 Visite: h 10.00-12.00 / 15.00-18.00; 15.00-19.00 (estivo)

Parco Nazionale Gran Sasso AZIENDA DI PROMOZIONE CONVENTO DI SAN GIACOMO e Monti della Laga TURISTICA DELLA 02018 Poggio Bustone (RI) Via Convento, 1 PROVINCIA DI RIETI Piazzale Missioni Francescane 67010 Assergi (AQ) Via Cintia, 87 - 02100 Rieti Tel. +390746688916 Tel. +39086260521 Tel. +390746201146 - Fax +390746270446 Visite: h 9.00-12.00 e 15.00-18.00 www.gransassolagapark.it www.apt.rieti.it Riserva Regionale Laghi ABBAZIA DI FARFA Lungo e Ripasottile 02032 Fara in Sabina (RI) c/o V Comunità montana Via del Monastero, 1 Riserva Regionale Tevere-Farfa Via A. Manzoni, 10 - 02100 Rieti [email protected] Via Tiberina, km 32 Tel. +390746200999 Visite: h 10-13 / 16-19 escluso lunedì 00060 Nazzano (RM) Riserva Regionale Monte Soratte Biblioteca: h 9.30-13 / 15.30-18 Tel. +39076530271 Provincia, Ufficio Parchi Naturali sabato h 9.30-13 no festivi www.parchilazio.it Via Tiburtina, 691 www.parks.it 00159 Roma - Tel. +390667663301 SANTUARIO FRANCESCANO DEL PRESEPIO DI GRECCIO Tel.+390746750127 [email protected] Visite: h 9-12.45/15-17.45; 15-18.45 (estivo)

FEDE I santuari della valle santa MONUMENTI San Francesco determina nella storia della fede cri- stiana una profonda svolta spirituale. La semplicità e la l’abbazia di farfa povertà da lui predicate rivivono nelle strutture scarne e nel clima sereno dei santuari, conventi e monasteri Un esemplare monumento del Medioevo Europeo presso i quali sostò durante la sua predicazione nella sorge sui resti di un tempio pagano dove, nel 420 circa, valle reatina. Sappiamo che tutto ebbe inizio da San Lorenzo da Siro fondò un eremo cristiano, distrut- Poggio Bustone nel 1208 e, a seguire negli anni, ogni to dai Longobardi nel 565. Nel 680 Tommaso da luogo prescelto dal Santo per i suoi ritiri spirituali Maurienne vi edificò un monastero di regola benedet- diverrà un simbolo di devozione e fede. tina e nel 775 Carlo Magno lo dotò della più comple- Poi Greccio, dove rappresentò per la prima volta la ta forma di autonomia: divenne così l’avamposto per il Natività di Gesù Bambino (1223), per questo conside- suo controllo su Roma ed un forte centro di potere. rata “La Betlemme d’Occidente”; il paese, che ha L’abbazia fu depredata nel secolo successivo (IX sec.) ancora la struttura di castrum medioevale, lo accolse la dagli attacchi dei Saraceni, ma con l’abate Ugo di prima volta nel 1209. Nel 1260 fu edificato il Cluny (X sec.) riscoprì il suo ruolo culturale e divenne Convento Francescano, simbolo dell’opera del Santo uno dei centri spirituali più importanti per il mona- e meta ancora oggi di pellegrinaggi. chesimo occidentale. Esercitò la sua giurisdizione sul- Tra i boschi e le colline erano molti i luoghi dove il l’intera Sabina con i mezzi e l’influenza di un vero e Santo amava ritirarsi in preghiera nell’ultimo periodo proprio stato feudale: controllava infatti ben 683 chie- della sua vita (1182-1226) che trascorse nella valle rea- se, 132 castelli, porti, mulini e numerose città. Il suo tina, tra cui Monte Rosato, Monte San Francesco, la declino ebbe inizio nel Duecento, quando passò sotto Cappella del Perdono. Nel Convento di Fonte la giurisdizione papale. Tanti i tesori che conserva: la Colombo nel 1223, dopo un digiuno di quaranta giorni, Biblioteca con oltre 20.000 volumi, rari codici minia- scrisse la Regola dell’Ordine. Nel 1225, in occasione di ti e manoscritti; la Chiesa di Santa Maria di Farfa una visita a Rieti per curare i suoi occhi ammalati, il (1400) con un prezioso affresco (Il Giudizio Universale) Santo si fermerà presso il Convento La Foresta dove, del pittore fiammingo Baker; il sarcofago romano del narra la tradizione, compose il Cantico delle Creature. III sec. d.C. nella cripta carolingia.

39 ITINERARIO 7 I monti lucretili e il salto cicolano

TEVERE E ANIENE UN CUORE ANTICO PIENO DI SORPRESE

Tra le valli dei due fiumi principali del Lazio, a nord est di Roma, un territorio ricco di suggestioni attende i più pazienti e curiosi. Qui elementi dell’antica cristianità convivono con significative testimonianze di invasioni barbariche, domìni, residenze nobiliari e dimore di monaci, in un complesso ed accattivante mosaico di natura, storia, religiosità e tradizioni.

I Castelli e le rocche

Il Castello Savelli a Palombara Sabina IL CASTELLO SAVELLI Quando il castello venne abbandonato (X sec.), vi si Palombara Sabina insediarono quelli che sarebbero stati poi i primi signori di Palombara: gli Ottaviani, un ramo dei Crescenzi Romani. QUESTO MAGNIFICO E POSSENTE CASTELLO determinò A quell’epoca il castrum aveva già assunto la sua forma con la sua posizione lo sviluppo urbano dei primi inse- quadrangolare con l’antica torre, ma sarà con la fami- diamenti e si trova oggi al centro della metodica ed glia Ottaviani che il castello accoglierà nuove edifica- affascinante struttura ad anelli concentrici del borgo zioni e fortificazioni ed assumerà la conformazione che medioevale di Palombara, ai piedi del Monte Gennaro. conserverà per circa due secoli. Il passaggio della pro- Le prime notizie ufficiali risalgono al 1064, anno in cui prietà alla famiglia Savelli risale a non prima del 1216, viene menzionato per la prima volta nel Regesto anno in cui Onorio III Savelli ordinò il restauro della Sublacense e, sempre nello stesso periodo, le fonti ripor- Chiesa di San Biagio e, sembra, volle edificare la tano la notizia del feudo di Columbaria - l’antica Chiesa di S. Egidio. Palombara - appartenente al duca Alberico, discenden- Tra il Quattrocento ed il Cinquecento il castello vedrà te della stirpe longobarda. Sembra che in seguito alle mutare non solo la sua morfologia ma la sua stessa fun- invasioni ed alle devastazioni longobarde (578 d.C.), zione: da fortezza a vera e propria residenza baronale di attorno al nucleo originario (costituito da una cella tipo rinascimentale. Così gli appartamenti dei signori, usata come rifugio per gli eremiti), fu costruito un a forma di casamatta, ingloberanno le strutture di ser- castrum, vero e proprio accampamento militare che nel vizio; la roccaforte sarà collegata al torrione cilindrico tempo divenne un centro abitato. ed alle mura da un camminamento fortificato, il Muro In seguito, anche per la sua posizione strategica, il del Soccorso, utilizzato dai balestrieri durante gli castrum longobardorum fu assalito dai Saraceni che attacchi. nell’875 si impossessarono del castello e ne fecero base Sempre di quegli anni i significativi affreschi del di osservazione e difesa, nonché punto di partenza per Salone detto “degli Eroi della Repubblica”. Voluti dal gli attacchi verso le città circostanti e verso Roma. Cardinale Savelli per esaltare il valore della monar-

40 I Monti lucretili e il salto cicolano chia e gli eroi della repubblica romana, sono vivaci e ITINERARIO 7 suggestivi e di ottima fattura pittorica, tanto da Antrodoco essere attribuiti per il pregio stilistico alla RIETI SS 4 CATENA DI MONTE VELINO Scuola dei Discepoli di Raffaello Castel S. Angelo SS 578 della prima metà del Cinquecento. MONTI SABINI Belmonte Concerviano Il Castello rimarrà ai Savelli in Sabina

F Petrella Salto sino al 1637 e conserverà il i Rocca u

m Sinibalda A 24 e nome della famiglia. T Lago del u r CARSEOLANIMONTI a Salto n Alla fine del 1800 i Principi o Nazzano Romano Borgorose Torlonia conquistano il Fium Lago del Fara in Turano F Sabina iu podere, che sarà poi degli e Tevere m e S Riserva Naturale Riserva Naturale del a Sforza-Cesarini ed infine, l SS 4 Scandriglia t Montagne della Monte Cervia e del o dal secolo scorso, di pro- Montelibretti Monte Navegna Duchessa Monte Velino TORANO prietà comunale. Parco Regionale 2487 TAGLIACOZZO FIANO ROMANO Monti Lucretili SS 314 San Giovanni A 25 in Argentella MONTE GENNARO Palombara COME ARRIVARE Cineto CARSOLI-ORICOLA Sabina Licenza SS 636 Romano SS 5 Palombara Sabina (RM) - a circa 35 A 24 Arsoli Km da Roma, si raggiunge in auto o dalla VICOVARO-MANDELA Via Salaria (anche per chi proviene da Rieti) e poi la “Strada della Neve”; oppure Via Nomentana e poi Via Palombarese; o anche dalla Via Tiburtina prose- In treno: linea ferroviaria Roma-Pescara-stazioni di Tivoli guendo per la Via Maremmana. e Vicovaro-Mandela. Parco Naturale Monti Lucretili - Riserve regionali Monti Cervia e Navegna - In auto, per i diversi accessi ai settori del Parco: In auto: Autostrada A 24 Roma-L’Aquila-Teramo uscita Via Salaria (anche per chi proviene da Rieti); SS 636 per Carsoli-Oricola; oppure SS 5 Via Tiburtina fino a Marcellina, Palombara Sabina e a San Polo dei Cavalieri; Carsoli. In treno: fermata FS a Rieti e proseguire con A24 Roma-L’Aquila, con uscita Vicovaro-Mandela, pro- autolinee locali. seguire sulla Via Tiburtina e poi SS 314 Licinese.

CURIOSITÀ ROCCHE

La Palombella Il Castello di Rocca Sinibalda

Un busto di delicata e dolce bellezza è conservato nelle Nel cuore della Valle del Turano ancora un esempio sale del Castello Savelli: si tratta della “Palombella”, di roccaforte dall’indubbio fascino: il Castello di opera che un giovane Jean Baptiste Carpeaux - scultore Rocca Sinibalda, simbolo della vita e delle storia del- francese - realizzò intorno al 1855 durante il suo “pensio- l’omonimo paesino reatino, voluto dal cardinale nato” in Italia, all’Accademia di Francia a Trinità dei Alessandro Cesarini nel XVI secolo e progettato dal Monti a Roma. L’artista si innamorò di una giovane ragaz- grande architetto militare Baldassarre Peruzzi nel za di Palombara, Barbara Pasquarelli, conosciuta per caso 1530. Richiami stilistici medievali vivono nella in Trastevere - in occasione della raccolta dell’uva negli grandiosità della struttura composta da maschio, resi- orti del pittoresco quartiere romano - e divenuta la sua denze, cortili, torrioni e muraglie. Il possedimento, modella per l’opera che la raffigura. Fu un amore travol- come altri del territorio circostante, passò nei secoli gente e sincero ma le loro stesse vite, la passione artistica di proprietà in proprietà di nobili famiglie italiane: di lui e la famiglia di lei li divisero. Pochi anni dopo dai Cesarini ai Lante della Rovere, dagli Sforza- Carpeaux fu raggiunto dalla notizia della grave malattia Cesarini ai Mattei. della ragazza e corse da lei, narra la leggenda, a Palombara. Era il 1861 ed i due si confessarono il loro sentimento immutato che l’artista conservò con tristezza dopo la morte prematura di “Palombella”.

41 ITINERARIO 7

I Parchi

IL PARCO DEI MONTI LUCRETILI E IL SALTO CICOLANO

LE AQUILE ED UNA FAGGETA STUPENDA AD UN’ORA DALLA CAPITALE?I Monti Lucretili sono senz’altro una delle sorprese nei pressi di Roma. Nelle giorna- te terse il profilo arrotondato di questi monti si scor- ge già dal belvedere del Gianicolo, una quinta che impreziosisce i tetti della città eterna. Autentico fronte avanzato dell’Appennino, questi monti costituiscono un’appendice meridionale della Sabina. Vette quasi mai aspre, calcaree, con ampi pianori carsici, freschi boschi e laghetti fanno da scenario naturale ad un ambiente quasi solitario. L’area è arricchita dalla presenza della riserva natu- rale di Monte Navegna e Monte Cervia, istituita per tutelare - in due distinti nuclei - una parte Sopra: il Lago della Duchessa. importante della dorsale calcarea posta tra i Laghi del Turano e del Salto.

Il Parco in cifre

Parco Regionale Monti Lucretili Gestore: Comuni di Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Palombara Sabina,Marcellina, S. Polo dei Cavalieri, Vicovaro, Roccagiovine, Licenza, Percile, Scandriglia, Orvinio, Poggio Moiano, la IX e X Comunità Montana. Superficie: 18.204 ettari - Istituzione: 1989 Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia Gestore: Ente Reg. Riserva Monte Navegna e Monte Cervia FLORA Superficie: 2.915 ettari - Istituzione: 1988 Riserva naturale Montagne della Duchessa La faggeta colpisce per la sua silenziosità. A Gestore: Comune di Borgorose Superficie: 3.543 ettari - Istituzione: 1990 volte sembra quasi di trovarsi in un mondo spo- polato dove vivono soltanto gli enormi tronchi scavati dal tempo. La flora è ricchissima e variopinta, con l’endemica Iris sabina e l’affa- scinante Giglio martagone.

Sopra: il giglio martagone in fiore.

42 I Monti lucretili e il salto cicolano

PRODOTTI TIPICI

Il Farro dei Monti Lucretili

Il farro per la sua rusticità, resistenza ed adattamento è uno dei cereali più antichi, la cui terra di origine sembra essere la Palestina e la cui coltivazione si fa risalire ad almeno 7000 anni a.C. Diffuso tra gli anti- chi egizi, citato nelle opere di Omero, ha rappresen- tato nella nostra cultura un bene prezioso per i Romani che ne fecero addirittura “moneta di scam- FAUNA bio”. Prodotto tradizionale del Lazio, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il farro Simbolo della natura dei Lucretili è l’aquila dei Monti Lucretili -nelle specie di reale, che vi nidifica. Di grande interesse è farro grande- è alla base di molte anche la presenza dei falchi lanario, pecchiaio- ricette tipiche della zona, come lo e sparviere. E non mancano i mammiferi: le tortine al farro, con sca- gatto selvatico e lupo affiancano martora ed gliette di mandorle e pinoli; le istrice, riccio e tasso, ghiro e volpe a parlarci di immancabili varietà di pasta, un ambiente che con le contaminazioni ha tra cui tagliatelle e stortini, davvero poco da spartire. oltre a salutari zuppe e minestre. Sopra: l’istrice.

43 ITINERARIO 7

Le abbazie e i monasteri

L’A BBAZIA DI SAN GIOVANNI IN ARGENTELLA Palombara Sabina

È UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI ABBAZIE DEL LAZIO, di impo- nente stile romanico, centro di spiritualità dei benedetti- ni, riconosciuta Monumento Nazionale dal 1895. Anche se le notizie sulla sua origine sono imprecise, la chiesa fu fondata probabilmente prima del IX secolo sui resti di un oratorio paleocristiano (IV sec.); in seguito, in epoca longobarda (VIII sec.) un nuovo complesso inglobò la costruzione originaria (cripta, altare maggiore e ciborio) e fu solo in epoca romanica che venne com- pletata la sua costruzione. L’antica Chiesa dell’Argentella fu così chiamata forse per i riflessi argentei delle acque sorgive che ancora oggi scorrono nella cripta, riconducibili alle falde acquifere del fondovalle. La presenza all’esterno, sopra l’ingresso della chiesa, dell’insegna della croce greca (con quattro dischi tra i quattro bracci), simbolo dei monaci basiliani, fa sup- porre che la fondazione avvenne ad opera dei monaci basiliani di rito orientale provenienti dalla Grecia. Divenne dei Benedettini sin dal XI secolo e poi, nel 1284, Papa Onorio IV Savelli la donò ai Guglielmiti, i seguaci di Guglielmo Malavalle il cui ordine fu ricono- sciuto ufficialmente da Innocenzo IV nel 1248. Tra il L’antica Chiesa dell’Argentella. XIII ed il XIV secolo l’ordine aveva dato vita a più di sessanta monasteri tra l’Italia, la Francia e la Germania, tre navate, con tre absidi semicircolari, con copertu- tutti osservanti la regola di San Benedetto. ra a capriate scoperte e con il coro diviso dal resto Decaduto l’ordine nel 1445, l’abbazia visse prima le diver- della chiesa da un archivolto. Il campanile, che se gestioni degli abati commendatari con i frati ancora oggi svetta tra il verde, è diviso in quattro Silvestrini, per finire poi in un grave stato di abbandono. ordini con monofore, bifore e trifore in stile romani- Grazie a pazienti e sapienti opere di restauro co. Di stile romanico anche il Convento oggi possiamo ammirarne la possente strut- annesso, dove oggi vive una comunità tura in pietra che all’esterno presenta sui lati laica. longitudinali strisce bianche regolari di pie- L’Abbazia ha da sempre rappresentato un tra calcarea. La Chiesa, ricca di graffiti punto di riferimento non solo dell’impegno bizantini, conserva un antichissimo affresco spirituale ma anche della vita politica ed raffigurante San Bernardo da Chiaravalle. A amministrativa delle zone circostanti.

44 I Monti lucretili e il salto cicolano

INFORMAZIONI UTILI

CASTELLO SAVELLI 00018 Palombara Sabina (RM) Parco Regionale dei Monti Lucretili AZIENDA DI PROMOZIONE visite guidate sabato e domenica Piazza Vittorio Veneto TURISTICA DELLA h 10.00-12.00 / 15.00-17.00 00018 Palombara Sabina (RM) PROVINCIA DI RIETI (orario invernale) Tel. +390774637027 Via Cintia, 87 - 02100 Rieti h 10.00-12.00 / 16.00-19.00 www.montilucretili.it Tel. +390746201146 - Fax +390746270446 (orario estivo) www.apt.rieti.it Associazione “Amici del Castello” Riserva Naturale Monte Tel. +39077466779 Navegna e Monte Cervia Via Roma, 35 CASTELLO ROCCA SINIBALDA 02020 Varco Sabino (RI) AZIENDA DI PROMOZIONE 02026 Rocca Sinibalda (RI) Tel. +390765790139 TURISTICA DELLA Via del Castello, 15 Riserva Naturale Montagne PROVINCIA DI ROMA h 10.00-12.00 / 15.00-16.00 della Duchessa Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma (orario invernale) 02021 Corvaro di Borgorose (RI) Tel. +3906421381 - Fax +390642138211 h 10.00-12.00 / 16.00-17.00 Tel. +390746306493 www.oltreroma.it (orario estivo) www.parchilazio.it Apertura da febbraio a dicembre www.parks.it solo sabato e domenica

ABBAZIA SAN GIOVANNI IN ARGENTELLA 00018 Palombara Sabina (RM) Via Palombarese, KM. 34.200 Le due icone Tel. +39077466093 raffiguranti la Vergine con il Bambino ed il Cristo Pantocreatore.

ARTE La Pergola CURIOSITÀ In fondo alla navata laterale destra della Chiesa dell’Argentella, a chiusura della cappella dedica- Il Pozzo di Cineto Romano ta alla Madonna, troviamo una Pergola che sor- regge le due icone raffiguranti la Vergine con il A Cineto Romano, lungo un’antica mulattiera Bambino ed il Cristo Pantocreatore. che conduce a Riofreddo, si conserva una di I due lastroni in marmo, che fungono da base, quelle opere umane, risalente forse all’epoca sono opera di Centurius - marmoraio - che nel romana, che rimane ancora un mistero: un 1170 decorò lo zoccolo con disegni cosmateschi pozzo artificiale scavato nella roccia viva, a mosaico di porfido marmo bianco e policromo, profondo oltre 500 metri, con alla base circa 6 senza l’inserimento di tessere auree, secondo uno metri di acqua, e con meno 3 metri di diametro. stile all’insegna della semplicità e la cui bellezza Per gli studiosi è incerta la sua vera funzione, ricorda l’ambone cosmatesco della vicina anche se un riferimento del naturalista Plinio il Abbazia di Farfa. Dall’architrave pendono le Vecchio, che consigliava la costruzione di pozzi lampade, secondo il modello della pergola della profondi per prevenire terremoti, potrebbe sug- chiesa paleocristiana. gerire un’interessante spiegazione.

45 ITINERARIO 8 I MONTI SIMBRUINI

PIETRE, BOSCHI, GIOCHI DI LUCE E PROFUMI INTENSI

Lungo il corso millenario del fiume Aniene, valli e monti si alternano tra roccia e verde, fortilizi e chiese, dando luogo a contrasti ed immagini di forte impatto evocativo. La storia di questi luoghi affascinanti è antichissima e risale a più di mille anni prima di Cristo, quando le vallate erano ancora paludose e le tribù primitive abitavano sulle cime fortificate...

I Castelli e le rocche

Castel San Pietro Romano, Castello Colonna: torrione

IL CASTELLO COLONNA di Palestrina e rientrano nel possesso dei loro territori, Castel San Pietro Romano compreso il feudo di Castel San Pietro Romano, ripren- dendo così la loro opera di ricostruzione che non cesserà nei secoli. STORICAMENTE LEGATI ALLE VICENDE POLITICHE della vici- Infatti nel 1438, quando il cardinale Vitelleschi ordina na Palestrina, il paese di Castel San Pietro Romano ed il la loro cacciata, una serie di guerre distruggerà i posse- suo castello conservano da sempre un’atmosfera suggesti- dimenti, compresa la rocca. va dalle origini antiche. Infatti i primi insediamenti del Solo con la pace tra Lorenzo Colonna e Papa Niccolò V paesino, nato sul Monte Ginestro, risalgono a prima della (1448) i poderi furono restituiti ai Colonna, che li man- fondazione dell’Arx Praeneste, l’antica rocca della città terranno fino alla fine del XVII secolo. La rocca venne latina, continuo oggetto di assedi ed invasioni. riedificata nel 1482, come celebra l’iscrizione posta sulla Le origini della fortezza vera e propria risalgono al X seco- torretta del ponte esterno: MAGNIFICUS DOMINUS lo. Nel 970 infatti Papa Giovanni XIII chiese il feudo di STEPHANUS COLUMNA RAEDIFICAVIT CIVITATEM Palestrina alla senatrice Stefania - sua sorella - la quale, a CUM MONTE ET ARCE MCDLXXXII. protezione della città e del suo abitato, fece erigere nel Raramente fu utilizzata dai Principi come loro residenza, 980 la fortificazione già nota come Rocca Preneste. almeno durante il periodo dei conflitti, e questo ha Fu con Pietro Colonna, discendente di Giovanni nipote caratterizzato sempre più la destinazione della struttura della senatrice, che la nobile famiglia romana entrò in ad esclusivi usi difensivi. A pianta quadrata, con torrio- possesso dei feudi della provincia romana, da Palestrina a ni quadrati agli angoli, per la razionalità dei luoghi e la Zagarolo. Ma a seguito dell’accusa di simonìa, mossa dai loro sicurezza la rocca divenne l’asilo di personaggi Colonna contro Papa Bonifacio VIII per la sua presunta importanti in cerca di protezione o anche una sicura pri- illegittima elezione, il papato rivendicò il feudo di gione i cui angusti locali erano ospitati dal bastione a Palestrina con una serie di guerre che videro i nobili cilindro al centro della struttura. Vi furono imprigionati romani spogliati di tutti i loro possedimenti. personaggi illustri come San Bernardo, Vescovo dei Nel 1306, con Clemente V, i Colonna ritornano signori Marsi; Jacopone da Todi; Corradino di Svevia;

46 I Monti simbruini

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Arsoli VICOVARO La tipica architettura castellana vive ancora MANDELA Roviano Camerata Nuova N I intatta grazie a un’importante opera di T I R Fi U um I B e Cervara ITINERARIO 8 restauro: all’interno troviamo il pozzo T A I n T ie SS 411 n PARCO REGIONALE N e per la raccolta dell’acqua piovana, in O MONTI SIMBRUINI M Ciciliano mancanza di una sorgente di acqua 1590 1853 CASTEL Monte Calvo Monte Autore MADAMA Santuario della M viva nella zona; all’esterno il fossato Subiaco O N T Mentorella I S 1402 I M Guadagnolo Monte Livata B R perimetrale a scopo difensivo ed un Vallepietra U I N T I N I I piccolo ponte con il portale ad arco M O N T I P R E N E S Vedute di Faito 1489 Filettino per collegarsi al borgo. MONUMENTO NATURALE S.Vito Romano Jenne VALLE DELLE CANNUCCETE Capranica Trevi nel Prenestina Altipiani di Lazio Tramontata la sua funzione di fortifi- Castel San ne Pietro Romano MONUMENTO NATURALE Arcinazzo nie e A cazione, la rocca subì nel tempo un LA SELVA Fium M SS 411 Palestrina O forte degrado e nel 1630 passò nella SS 155 N T Gennazzano I E R N proprietà della famiglia Barberini. Fiuggi I C I SS 6

Vico nel Lazio VALMONTONE COME ARRIVARE COLLEFERRO Anagni Castel San Pietro Romano e Capranica Prenestina (RM) - Da Roma: Via Casilina o Via Prenestina fino a Palestrina e proseguire ANAGNI-FIUGGI per Capranica o Guadagnolo. A1 RM-NA: uscita S.Cesareo; SS155 fino a Palestrina e poi per Guadagnolo. A24RM-AQ: usci- Lato Sud: dalla Via Tiburtina Valeria, all’altezza di Roviano, ta Tivoli, direzione Ciciliano-San Vito Romano. immettersi sulla Statale Sublacense per Subiaco. Indicazioni sia Arsoli (RM) - A24 RM-AQ-Teramo - uscita Roma Est- Bagni di per Cervara di Roma (circa 12 Km), Monte Livata (12 Km), Tivoli, proseguire lungo la Via Tiburtina fino ad Arsoli. Jenne e Vallepietra (25 Km). Subiaco (RM) - A24 RM-AQ uscita Mandela-Vicovaro; Via Lato Est, Trevi nel Lazio e Filettino: dagli Altipiani di Arcinazzo Tiburtina per 6 Km fino all'imbocco della SS 411; ancora 17 Km strada provinciale, superare il Ponte delle Tartare e risalire per fino a Subiaco, da cui parte la strada dei monasteri. l’altra estremità del Parco (circa 20 Km). Parco Naturale Regionale Monti Simbruini - Il Parco è facil- Dal versante abruzzese: A24 RM-AQ-Teramo, uscita per mente raggiungibile in auto da tre versanti. Tagliacozzo. Attraversare la Tiburtina Valeria e salire verso Lato Ovest: A24 RM-AQ, uscita Mandela-Vicovaro oppure Cappadocia; proseguire lungo una strada di montagna fino al con- Carsoli, e poi Via Tiburtina. fine con il territorio di Camerata Nuova.

Castel San Pietro Romano, Castello Colonna: feritoia della fortezza

PERSONAGGI ROCCHE

La Prigionia di Il Castello Massimo di Arsoli Jacopone da Todi Questa antica residenza, risalente alla fine del X seco- lo, divenne della omonima famiglia nel 1574, anno Nel 1298, quando Palestrina fu rasa al suolo da in cui fu acquistata dal nobile Fabrizio Massimo. Bonifacio VIII, Fra’ Jacopone da Todi venne rinchiuso Il castello, che nei secoli subì diversi rifacimenti, è ad nella prigione della Rocca Colonna per volere dello oggi ben conservato e custodisce testimonianze di un stesso Papa contro il quale si era schierato nella lotta passato affascinante: arredamenti d’epoca, antiche contro i movimenti conventuali. Lì Jacopone da Todi, il armi, documenti e strumenti musicali. nobile signore della famiglia De’ Benedetti - che Gli evocativi saloni sono arricchiti dai pregevoli dopo la morte accidentale dell’amata moglie, affreschi alle volte ed alle pareti, opera dei la contessina Vanna dei Conti di Coldimezzo fratelli Federico e Taddeo Zuccari (1557) e di (1268), scelse un cammino di peniten- Marco Benefial (1749), originale esponente za divenendo prima eremita e poi frate dell’Accademia Romana. francescano - trascorse cinque anni di Il Castello, che ha anche una Villa annessa, gode di dura prigionia. L’isolamento e la soffe- un imponente giardino all’italiana in cui troneggia la renza ispirarono alcune delle sue opere statua della dea Roma. più belle, tra cui 102 Laudi ed il celebre Stabat Mater. A sinistra: Papa Bonifacio VIII.

47 ITINERARIO 8

I Parchi

IL PARCO REGIONALE DEI MONTI SIMBRUINI

IL PIÙ GRANDE PARCO REGIONALE DEL LAZIO, quello dei Simbruini, ci attende con tutto il suo mistero ed il suo fascino di area naturale integra e selvaggia. Al confine con l’Abruzzo, l’area protetta ha vette di oltre duemila metri con creste rocciose e pianori spettacolari. Qui, tra enormi foreste di faggio, la vita prospera ed attende solo di essere scoperta in ogni stagione: un’autentica atmosfera di montagna ad un’ora di viaggio dalla capitale. E’ il regno delle acque che imbevono i terreni car- sici e rispuntano dovunque sotto forma di ruscelli e cascate, alimentando alcune delle più importanti fonti idriche della regione. La ricchezza di biodiversità è grande. I boschi si stendono per due terzi dell’estensione del parco. Per complessità, varietà ed età ci sono boschi che da Sopra: il Parco regionale dei Monti Simbruini. soli meritano una visita, come Tagliata, Vallone o Campo dell’Osso.

Il Parco in cifre

Parco Naturale Regionale Monti Simbruini Gestore: Ente Strumentale Reg. di Diritto Pubblico Superficie: 29.990 ettari - Istituzione: 1983 Monumento naturale La Selva Gestore: Monumento naturale La Selva Superficie: 25 ettari - Istituzione: 2000 Monumento naturale Valle delle Cannuccete Gestore: Comune di Castel S. Pietro Superficie: 20 ettari - Istituzione: 1995 FLORA

Genziane e campanule e gigli selvatici caratte- rizzano l’ambiente naturale. Nel parco sono state censite ben 1246 specie vegetali, di cui 79 sono considerate a rischio e particolarmente tutelate. La primavera qui è un’esplosione di colori.

Foglie di faggio.

48 I MONTI SIMBRUINI

PRODOTTI TIPICI

IL TARTUFO NERO DI CERVARA

Nel cuore del Parco dei Monti Simbruini, a Cervara, paese ai piedi del Monte San Bartolomeo, un prodot- to tipico locale davvero pregiato che rappresenta il vanto della zona: il Tartufo nero di Cervara, appun- to, con il quale si preparano le ottime fettuccine al tartufo e l’ appetitosa bruschetta. Diverse le stagioni per la sua degustazione: dalla FAUNA varietà più pregiata (Tuber Melanosporum Vitt) del lungo periodo invernale a quella più diffusa, ma non Il mito di ogni escursionista: avvistare un’aqui- meno gustosa, del Tartufo Nero Ordinario (Tuber la! Simbolo di forza e di natura selvaggia. Masentericum Vitt) del periodo autunnale. Grazie alla tutela accordata ed alla sua presen- za nei parchi, questa specie è in lenta ripresa, facendo ben sperare per le nostre osservazioni.

Sopra: l’aquila reale.

49 ITINERARIO 8

Le abbazie e i monasteri

IL MONASTERO DI SAN BENEDETTO E L’ABBAZIA DI SANTA SCOLASTICA Subiaco

NEL CUORE DELLA VALLE DELL’ANIENE, su un colle isola- to, Subiaco sembra vigilare sui suoi tesori archeologici e architettonici, quasi a rievocare quotidianamente l’in- tensa storia e la misticità di questi luoghi dove, nel V secolo, San Benedetto scelse di trascorrere un periodo di meditazione e preghiera. Furono tre anni di ritiro monastico nell’eremo roccioso, noto in seguito come la Grotta del Sacro Speco, fulcro ideale dell’intero Monastero di San Benedetto, dove infatti è conservata la statua del Santo illuminata da tre- dici lampade ad olio. Subiaco: Monastero del Sacro Speco. Il complesso monastico, la cui costruzione ebbe inizio nel XIII secolo, è imponente e asseconda le asperità della Scolastica (intitolata alla sorella gemella di San parete rocciosa del Monte Talèo che lo accoglie e che, Benedetto a partire solo dal XV secolo), importante come l’intera struttura, è a strapiombo sulla valle. centro culturale e spirituale, come testimonia la pre- I luoghi più antichi, alcuni scavati nella roccia, rappre- senza di un’antichissima e ricca Biblioteca e sentano ancora oggi la vita quotidiana del Santo e la l’Archivio che conserva copie di antichi codici. sua esperienza spirituale: il Bosco Sacro, dal quale si L’Abbazia riesce a rapire i visitatori per la sua varietà accede al monastero; la Grotta del Sacro Speco, dove stilistica subito evidente nella facciata trecentesca, nel trascorse gli anni dell’isolamento; la Grotta dei meraviglioso portale, nel campanile romanico consi- Pastori, dove si riuniva con i pastori locali per le sue derato il più antico dell’Italia centrale. predicazioni; la Scala Santa, che agevolava il suo cam- La struttura gravita attorno ai tre Chiostri, realizzati in mino verso la Grotta. Erano gli anni in cui venivano epoche diverse: il primo che si incontra è del 1580 e codificate le norme che avrebbero regolato nei secoli la conserva due colonne recuperate dall’antica ed impo- vita dell’ordine benedettino ed in cui San Benedetto nente villa che l’imperatore Nerone fece erigere nei promosse la costruzione di altri dodici monasteri nella pressi di Subiaco. Valle dell’Aniene, l’unico dei quali rimasto è la vicina Archetti a sesto acuto caratterizzano il cortile, del 1052, Abbazia di Santa Scolastica. che serve l’accesso alla Chiesa, mentre le eleganti archi- In seguito, attorno al Sacro Speco, furono edi- tetture di stile cosmatesco rendono l’ultimo ficate la Cappella di San Gregorio chiostro, del XII-XIII secolo, il più prezioso Magno (o degli Angeli); la Chiesa e davvero rappresentativo della vita del Superiore, a pianta rettangolare, e monastero. La Chiesa, sorta nel 981, fu quella Inferiore, formata da cappelle ristrutturata secondo gli stilemi gotico- su diversi livelli (XIV secolo). cistercensi nel XIII secolo ed in seguito Poco lontano l’Abbazia di Santa rinnovata all’interno in stile neoclassico.

50 I MONTI SIMBRUINI

INFORMAZIONI UTILI

CASTELLO COLONNA Castel San Pietro Romano (RM) Informazioni turistiche c/o Comune Parco Regionale dei Monti Simbruini AZIENDA DI PROMOZIONE Tel./fax +39069538481 Via Roma, 20 - Jenne (RM) TURISTICA DELLA Tel. +390774827219 PROVINCIA DI ROMA MONASTERO DI SAN Monumento Naturale La Selva Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma BENEDETTO SACRO SPECO Comune - Piazza Santa Maria, 4 Tel. +3906421381 - Fax +390642138211 Via dei Monasteri 00030 Genazzano (RM) www.oltreroma.it 00028 Subiaco (RM) Tel. +39069579010 Tel. +39077485039 Monumento Naturale Visite: h 9.00-12.30 / 15.00-18.00 Valle delle Cannuccette Tel. +39069538481 MONASTERO DI Comune- Via Vittorio Veneto www.parchilazio.it SANTA SCOLASTICA 00030 Castel San Pietro (RM) www.parks.it Via dei Monasteri, 22 00028 Subiaco (RM) Tel. +39077482421 [email protected] Visite: h 9.00-12.30 / 16.00-18.30 (invernale) h 9.00-12.30 / 16.00-19.00 (estivo) Biblioteca Monastero Santa Scolastica A sinistra: Tel. +39077485424 - Fax +39077483330 Subiaco, Sacro [email protected] Speco: affreschi. Apertura h 8.30-18.30 esclusi festivi h 8.30-13.30 sabato

CURIOSITÀ ARTE Il SANTUARIO DELLA MENTORELLA Gli AFFRESCHI Sul Monte Guadagnolo, la vetta più alta dei Monti Oltre al tesoro del messaggio spirituale di cui è portato- Prenestini, a mt. 1218 scopriamo un luogo dove arte, re, il Monastero di San Benedetto conserva ricchezze fede e natura vivono un silenzio irreale, pervaso dalla artistiche davvero uniche. fragranza di un’arcaica “menta odorosa”. I suoi interni, con i meravigliosi affreschi, offrono una È il Santuario della Mentorella - il più antico d’Italia virtuale ricostruzione degli esempi della scuola pittori- - che ebbe origine grazie a Costantino, il primo impe- ca dell’Italia centrale, dal Trecento in poi. ratore cristiano, 1800 anni fa. La tradizione cristiana Nella Chiesa Inferiore dipinti trecenteschi senesi; vuole infatti che Sant’ Eustachio ebbe nella zona una nella Cappella degli Angeli affreschi del XIII secolo e il visione miracolosa di Cristo, durante l’impero di celebre ritratto di San Francesco (1223), opera di un Adriano (117-138 d.C.), e che in seguito Costantino monaco sublacense; nella Chiesa Superiore la Storia volle fondare il tempio poi consacrato da Papa della vita di Gesù dipinta da artisti senesi del XIV seco- Silvestro. lo (parte anteriore) e affreschi della scuola umbro-mar- La forte religiosità e l’armonia di questo luogo sono chigiana, della prima metà del XV secolo, che rappre- espresse dalla dolcezza del suo simbolo, considerato sentano gli episodi della vita di San Benedetto. miracoloso: la Statua della Madonna della Ancora nei Corridoi e nella Cappella della Madonna Mentorella, una preziosa scultura in legno della bot- mirabili affreschi del XV secolo. tega laziale del XIII secolo con inserti di pietre e Nell’antica Grotta dei Pastori, infine, ci attende un perle. È conservata sull’altare maggiore della Chiesa, prezioso affresco tardo-bizantino del IX secolo di una fondata nel IV secolo, con la semplice facciata a Madonna col Bambino. capanna e la struttura di stile medioevale.

51 ITINERARIO 9 la valle del liri e le mainarde

ATMOSFERA MISTICA ERBE MIRACOLOSE SAPORI DIMENTICATI

Culti millenari, fede e spiritualità; grandi presenze storiche e forti spinte culturali; tesori artistici e tradizioni intatte; natura silenziosa e fenomeni curiosi. Concediamoci del tempo in più per respirare profondamente l’essenza di questi luoghi che ruotano attorno alla loro grande madre: la Ciociarìa.

I Castelli e le rocche

IL CASTELLO LONGHI DE PAOLIS Fumone: l’esterno del Castello Longhi De Paolis. Fumone il dominio ecclesiastico, utilizzato come avamposto dell’Italia meridionale e prigione pontificia. Qui fu ANCORA OGGI DI PROPRIETÀ DELLA FAMIGLIA DEI imprigionato l’eremita Pietro da Morrone, meglio noto MARCHESI LONGHI DE PAOLIS, la roccaforte è un mirabile come Celestino V, il papa che aveva rinunciato al esempio di residenza nobiliare dalla forte impronta pontificato, abdicando nel dicembre del 1294 come medioevale e militare. La sua posizione in cima al Monte segno di protesta contro un sistema ecclesiastico nel Fumone (mt. 783), dal quale si gode peraltro un bellissi- quale non si riconosceva. Per questo suo “gran rifiuto” mo panorama dalla Valle del Liri ai Colli Albani, già Dante lo annovererà tra gli ignavi (Inferno, Canto V). denotava le sue diverse attitudini: strategica, politica e Dopo numerose fughe venne catturato e, per volontà residenziale. Infatti le origini della rocca di Fumone sono del suo successore Papa Bonifacio VIII, imprigionato tanto antiche quanto indefinite, ma già da prima del nella rocca, dove morirà nel 1296 dopi dieci mesi di medioevo strettamente legate alla sua funzione di torre di dura prigionia. avvistamento e di segnalazione. In epoca medioevale Nel 1584 il Marchese Giovanni Longhi, discendente questa sua posizione strategica si tradurrà in un vero e di Bonifacio VIII, acquistò la proprietà e riqualificò proprio sistema di comunicazione racchiuso tutto in un l’antico maniero, all’epoca abbandonato, e ne fece una antico motto: “Si Fumo fumat, tota campanea tremet”. Il residenza nobiliare di grande gusto e pregio. Castello fungeva infatti da centro di avvistamento e Oggi possiamo ammirare, oltre ai saloni perfetta- raccolta degli allarmi delle invasioni delle località mente conservati, le strutture di servizio che vicine: una fumata dalla torre avvertiva Roma e meglio ci raccontano le abitudini di un tutta la zona dei possibili attacchi in corso. tempo: il ponte levatoio, i fossati, il giardino Legato da sempre all’antica famiglia romana pensile (il più alto d’Europa), le sale del Longhi, che nel 1210 fu investita del feudo di corpo di guardia, le celle della prigione con le Fumone da parte di Papa Innocenzo III, dall’XI porte ferrate, i suggestivi camminamenti per le secolo e per circa 500 anni il Castello rimase sotto ronde, i pozzi e le cisterne.

52 La valle del liri e le mainarde

ITINERARIO 9

Monna Pica 1061 COME ARRIVARE

Monte Civitella Fumone (FR)- A1 MI-NA - Da Roma: uscita Anagni/Fiuggi Fiuggi 1131 La Monna 1951 Terme. SS6 Via Casilina fino a Ferentino e bivio per Vico nel Lazio Fumone; da Napoli uscita Frosinone, SS “Monti SS 411 Certosa Monte La Rocca Lepini” direzione Fiuggi, SS6 fino a Ferentino e RISERVA REGIONALE di Trisulti 1925 bivio per Fumone. LAGO DI CANTERNO Collepardo Isola del Liri (FR) - A1 MI-NA, uscita M O N T I E Anagni Fumone R N I C I Frosinone, SS “Monti Lepini” verso Sora, Alatri 1057 Sora RISERVA REGIONALE Monte M O San Giacomo LAGO DI POSTA FIBRENO N dopo 30Km bivio per Isola del Liri. T I Rocca Altiera D Veroli (FR) - A1 MI-NA uscita E Veroli 2085 L Ferentino Posta Fibreno L Frosinone, SS “dei Monti Lepini” verso SS 214 A SS 6 PARCO NAZIONALE M Fiuggi, dopo 6km bivio per Veroli

i Isola del Liri r E

i ABRUZZO-LAZIO Collepardo (FR) - A1 MI-NA - Da L T A FROSINONE e 1657 Roma: uscita Anagni/Fiuggi Terme, m Arpino 2039 FROSINONE u Monte Corno i SS155 per Fiuggi, proseguire per Vico F SS 509 SS 627 Monte Cavallo nel Lazio e Collepardo; da Napoli uscita Atina E Frosinone, SS “Monti Lepini” verso L M A I N A R Fiuggi e dopo Alatri, bivio per D SS 6 E Collepardo. Cassino (FR) - A1 MI-NA uscita Cassino Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise- CEPRANO A1 uscita Frosinone, SS “Monti Lepini” verso F ium Fiuggi, dopo 6Km bivio per Veroli (SP Verolana e S acco Cassino Seconda) e proseguire per Prato di Campoli; oppure A1 PONTECORVO uscita Cassino, Superstrada per Sora-Avezzano e ad Atina bivii per S.Biagio Saracinisco oppure Picinisco. Riserva Regionale Lago di Canterno - A1 uscita Anagni/Fiuggi Terme. SS155 direzione Fiuggi. Riserva naturale Lago di Posta Fibreno - A1 - Da Roma: uscita Frosinone, da Napoli uscita Cassino. Superstrada per Sora fino all'uscita di Sora, SS per Atina-Cassino per circa 12Km fino ad incontrare sulla sinistra il bivio per Posta Fibreno.

CURIOSITÀ

CARTE ARCHEOLOGICHE E ALLINEAMENTI STELLARI

La leggenda vuole che il dio greco Crono, detronizzato da Giove, si rifugiò nel Lazio dando inizio all’ Età ROCCHE dell’Oro. Divenne per i romani Saturno, il dio della seminagione, e fondò in Ciociarìa cinque città fortifica- Il castello te: Anagni, Ferentino, Alatri, Arpino ed Atina, tutte Boncompagni-Viscogliosi costruite sulla linea mediana della costellazione dei Gemelli. La scienza e l’archeologia ufficiali non hanno mai fornito spiegazioni in proposito, ma alcuni studiosi Nel centro storico di Isola del Liri il fiume si divide in hanno dimostrato la quasi perfetta rispondenza tra le due rami ed in prossimità della Grande Cascata si erge mappe stellari e la cartografia terrestre del Lazio meri- il Castello Boncompagni-Viscogliosi. Citato in una dionale, con la posizione delle città. L’ipotesi è che tali pergamena del 1100, appartenne in origine alla Chiesa, luoghi possano essere stati in passato punti di energia poi ai Duchi della Rovere e, verso la fine del 1500, passò anomala legati alle stelle e che ciò avrebbe consentito ai ai Boncompagni. Con la torre medioevale, il cortile, il Pelasgi o ai loro successori locali, gli Ernici, di spostare parco con la sorgente, la rocca ebbe funzioni strategiche gli enormi massi: una possibile spiegazione, contro ogni e difensive non solo per il vicino borgo, ma per l’intera legge di gravità, alle modalità di edificazione delle acro- piana di Sora e della valle sottostante. La sua storia di poli. Basti pensare che ad Alatri la cinta muraria è for- fasti, cospirazioni politiche, ricchezza è quella dei casati mata da blocchi giganteschi e la porta più grande detta che lo abitarono. Pregevoli i saloni finemente decorati, “della Civita” è alta mt.4,50, larga mt.2,68; l’unica pie- come la Sala delle Rondinelle, con gli affreschi del XVII tra dell’architrave è larga mt.5,30 e alta mt.1,80, per secolo su Episodi del Vecchio Testamento e la Sala degli mt.1,65 di profondità che tradotto in volume vuol dire Stucchi, con 18 bassorilievi degli inizi del 1600. 15 metri cubi e molte tonnellate di peso!

53 ITINERARIO 9

I Parchi

IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO E MOLISE ELERISERVE REGIONALI DEL LAGO DI CANTERNO EDIPOSTA FIBRENO

LE ACQUE CHE GUARDANO AI MONTI, evocandone l’origine, danno vita al Lago di Canterno. I boschetti di pioppi e salici e la mitica “isola galleg- giante” di Posta Fibreno (già nota al primo natura- lista della storia occidentale, Plinio il Vecchio) guardano ai vicini monti d’Abruzzo. In scenari di grande bellezza naturale, tra campi e coltivi, grazie alle loro acque pulite queste due riser- ve naturali ospitano una vita ricchissima. Poco distante il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, uno dei primi in Italia, che ha al suo atti- vo una delle sensazioni di maggiore wilderness in Italia. Tutta la grande fauna appenninica vi vive e prospera. Le tracce dell’orso sulla neve o lasciate nel Sopra: il Lago di Canterno. bosco, le impronte del lupo o il suo possente richia- mo all’imbrunire, l’aquila nei cieli, i camosci che saltano liberi e felici, sono tutti richiami alla voglia di natura selvaggia che è in ognuno di noi. Il versante laziale scende dai crinali del monte La Rocca e porta all’ampia conca della valle di Comino, come alle faggete di valle Carbonara. Tra boschi e foreste, cime e valli, fiumi e cascate, questa parte di Lazio è davvero un gioiello della natura da conoscere e visitare per assaporare giorno dopo giorno l’eterno rincorrersi delle stagioni.

Il Parco in cifre FLORA Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise Gestore: Ente Parco Superficie: 43.900 ettari+60.000 ettari di protezione esterna I parchi sono il regno di acque limpide e fluen- Istituzione: 1923 (Ente Parco: 1951) ti, non invase da rifiuti e manomissioni. Qui Riserva naturale Lago di Canterno vegetano la lente d’acqua ed il crescione che, Gestore: Azienda Speciale Consortile insieme ad altre specie, offrono un sicuro rifu- Superficie: 1.824 ettari - Istituzione: 1997 gio a pesci ed anfibi. Riserva naturale Lago di Posta Fibreno Gestore: Comune di Posta Fibreno Superficie: 345 ettari - Istituzione: 1983 Sopra: vegetazione acquatica.

54 LA VALLE DEL LIRI E LE MAINARDE

BOTANICA

Il PAESE DELLE ERBE Officinalis, tipica pianta dei monti e del bacino del fiume Liri e già nota come panacea nel mondo roma- no per le sue proprietà terapeutiche. Lungo il Da vent’anni Collepardo è al centro di un’intensa attività Sentiero dei Fiori, per circa 4 km, tabelle di studio dell’enorme patrimonio botanico della zona dei illustrative ci raccontano di oltre 60 specie dove tra i 200 ed i 2100 mt. s.l.m.. vivono floreali presenti. Per i più pigri in paese 1200 specie botaniche classificate in 150 famiglie. Il c’è l’antico Museo delle Erbe, dove Giardino Botanico della Flora Ernica custodisce ben 500 sono esposte le piante essiccate e si specie spontanee della flora appenninica, tra cui la Salvia tengono corsi di botanica e fitoterapia.

PRODOTTI TIPICI

IL MIELE E LA GRAPPA

Grazie alle api che popolano il versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, nella zona si raccoglie un ottimo miele di diverse qualità: miele d’acacia dal gusto secco, miele di castagno dal sapore antico e ricco, miele di timo e miele di eucalipto dalle pro- prietà terapeutiche, il classico “millefiori” fresco e delicato. Nel cuore della troviamo il più FAUNA grande stabilimento italiano per la produzione di grappa: qui tecnolo- Tutti vorrebbero vedere un orso ma, a conti gia e tradizione convivono nella fatti, la paura è tanta. Eppure il nostro orso distillazione di prodotti vinico- bruno è un onnivoro tranquillo che raramente li, da sempre attività tipica colpisce le greggi al pascolo, tenendosi a distan- della zona, per mantenere vivi za prudente dall’uomo. Ma coloro che hanno la i sapori della tradizionale fortuna di vederlo in natura, non lo dimentica- acquavite italiana e della no più. E’ davvero l’intima essenza della vita grappa invecchiata in legno selvaggia. di rovere. Sopra: l’orso bruno.

55 ITINERARIO 9

Le abbazie e i monasteri

L’A BBAZIA DI CASAMARI Veroli

DA PIÙ DI 1500 ANNI LA CIOCIARÌA, con le sue numero- se e storiche abbazie, raccoglie l’ espressione della spiri- tualità e della fede cristiana. I monasteri infatti, sorti soprattutto grazie all’opera di San Benedetto (480- 547), sono da sempre centri di studio, ispirazione e preghiera, dove ancora si vive nel rispetto della Regola che lo stes- so Santo volle stabilire. La struttura di questi complessi abbaziali rispecchia da sempre lo stile ed i ritmi della vita quotidiana e spirituale ispirate alla regola benedettina, in un micro-sistema sociale organizzato per vivere in asso- luta autonomia. Incontriamo nei pressi di Veroli l’Abbazia di Casamari, sorta in origine (1035) sui resti dell’antica città romana di “Cereatae Marianae” grazie all’opera di quattro sacer- doti che lì fondarono una comunità monastica di regola benedettina. Nei secoli fu un vivido centro culturale, grazie all’opera dei Cistercensi ai quali fu assegnata nel 1151: in quegli anni l’abbazia fu ricostruita secondo lo stile gotico- cistercense, ancora oggi perfettamente conservato. Austeri portali ed ampi archi scandiscono lo spazio del complesso monastico: il chiostro, il refettorio, le abitazio- Veroli, Abbazia di Casamari: interno. ni dei monaci, la farmacia e la magnifica Sala Capitolare, severa e lineare con le sue tre navate e la volta a costolo- tempo nell’orto del monastero venivano coltivate ben ni, vero tesoro architettonico che conferma la fama di 160 tipi diverse di piante officinali. Il 1761 sembra capolavoro gotico-cistercense dell’Abbazia di Casamari. l’anno della fondazione ufficiale e negli anni a seguire Ed anche la Chiesa - edificata nel 1203 e consacrata nel l’attività si intensificò: l’Epistolario De Jacobis, conser- 1217- è imponente nella facciata, con il ricco portale vato nell’Archivio dell’abbazia, riporta che Fra’ mediano, ed essenziale all’interno, con la sua Giacobbe Margione acquistava a Roma solo icnografia a croce egizia a tre navate (un alcune piante particolari e quando nel influsso borgognone e cistercense) e le 1822 ottenne la patente di speziale la far- volte a crociera sostenute da pilastri a macia fu aperta al pubblico. fascio e colonnine pensili, tipici elementi Divenne centro di studi e preparazione architettonici dello stile gotico. anche per farmacisti laici sotto la direzione di Ma l’Abbazia di Casamari è famosa soprattutto Don Giacomo Verrelli che inventò i preparati per l’attività galenica dei suoi monaci e per la sua antica che dettero la fama alla farmacia di Casamari, tra cui l’e- farmacia: è del 1711 la prima notizia ufficiale dell’esi- lixir setterbe, l’antica tintura imperiale della odierna liquo- stenza di una vera e propria farmacia, anche se già da reria. Da visitare anche la ricca Pinacoteca ed il Museo.

56 LA VALLE DEL LIRI E LE MAINARDE

INFORMAZIONI UTILI

ABBAZIA DI MONTECASSINO 03043 - Cassino (FR) - Tel. +390776311529 Parco Nazionale [email protected] AZIENDA DI PROMOZIONE d’Abruzzo, Lazio, Molise Visite: h 9.00-12.00 / 15.30-17.00 TURISTICA DELLA PROVINCIA Biblioteca: Tel. +390776311529 Viale Santa Lucia DI FROSINONE 67032 Pescasseroli (AQ) Fax +390766311010 Via Aldo Moro, 465 - 03100 Frosinone Tel. +390863910715 [email protected] Tel. +39077583381 - Fax +390775833837 www.pna.it Visite, esclusi festivi : h 8.30-12.00 www.apt.frosinone.it Riserva Regionale Lago di Canterno ABBAZIA DI TRISULTI c/o Ass.to All’Ambiente Via Trisulti, 8 - 03010 - Collepardo (FR) Provincia di Frosinone CASTELLO LONGHI DE PAOLIS Tel./fax +39077547024 Via Brighinti - 03100 FR Via Umberto I, 27 - 03010 Fumone (FR) Visite: h 9.00-12.30 / 15.30 - un’ora prima Tel.+390775836823 Tel. +39077549023 del tramonto Riserva Regionale Visite Museo: h 10.00-12.30 / 15-18.30 Biblioteca: Tel./fax +39077547025 Lago di Posta Fibreno [email protected] Piazza Cesare Battisti, 14 ABBAZIA DI CASAMARI Visite, esclusi festivi: h 8.30-15.00 03030 Posta Fibreno (FR) 03020 - Veroli - Casamari (FR) martedì e giovedì; 8.30-12.30 sabato Tel. +390776887184 Tel. +390775282371 - +390775281163 www.parchilazio.it GIARDINO BOTANICO Visite: h 9.00-12.00 / 16.00-18.00 “FLORA ERNICA” e Museo delle Erbe www.parks.it Biblioteca: Tel./fax +390775283430 [email protected] 03010 - Collepardo (FR) Visite, esclusi i festivi: h 8.30-17.30 / Visite: da aprile a giugno, sabato, 8.30-12.00 (sabato) domenica e festivi h 15.30-19.30 Visite guidate su prenotazione Antica farmacia: Tel. +39077547012 - +393474422642 particolare degli affreschi.

CERTOSE

SAN DOMENICO DI STORIA TRISULTI E LA FARMACIA L’ABBAZIA DI MONTECASSINO Anche se di origine benedettina (San Domenico di Foligno-X sec.), furono i Padri Certosini - San Benedetto da Norcia la fondò nel 529, ma venne deva- giunti dal Piemonte per volere di Papa Innocenzo stata dai Longobardi (580) e dai Saraceni (883) e distrutta III (1204) - a ricostruire questo complesso di edi- totalmente durante la seconda guerra mondiale (1944). Fu fici secondo lo stile e la tradizione cistercense e ricostruita ogni volta, conservando e custodendo la cultura certosina. La Certosa di Trisulti, oltre ad essere latina e cristiana. Qui il promotore del monachesimo occiden- uno degli esempi architettonici più antichi nel tale stabilì i principi della Regola (540) - la liturgia, la lettura suo genere, deve la sua fama all’ attività erboristi- dei testi sacri, il lavoro manuale - e qui fu sepolto (547) con la ca dei monaci: qui San Bartolomeo sorella Santa Scolastica: le reliquie, ritrovate nel 1950, sono dispensava le cure e fervida era la ora conservate nella cripta del 1557. Dall’VIII secolo in poi fu produzione dell’antica farmacia un centro di cultura, soprattutto per l’opera di trascrizione delle (metà del 1763). I locali sette- opere antiche secondo le tecniche della scrittura beneventa- centeschi, opera del pittore napo- na e nella Biblioteca, monumento nazionale, sono conservate letano Filippo Balbi, conservano opere rare tra cui 40.000 pergamene, codici ed incunaboli (XV le collezioni di vasi antichi, mortai sec.). Famosa la Spezieria per l’opera dei monaci speziali e pig- di bronzo, scatole di legno. mentari, per la produzione di medicamenti, acque distillate e Ancora oggi permane la produ- liquori, oltre che per il curatissimo Hortus Sanitatis. Inattiva zione di liquori tradizionali. dal ‘700, l’Abbazia è monumento nazionale.

57 ITINERARIO 10 i monti lepini, ausoni ed aurunci

DALLA NATURA UNO SPETTACOLO A CIELO APERTO

Concludiamo il nostro viaggio esplorando un territorio di confine. Qui, dove inizia il sud della penisola ed il mare delimita le piane laziali, non solo confini geografici ma preziosi motivi di apertura culturale che hanno segnato da sempre il destino di queste terre e delle loro popolazioni. La bellezza del paesaggio e gli elementi che lo caratterizzano ci regalano un’esperienza emozionante.

I Castelli e le rocche

Sermoneta: veduta del Borgo e del Castello Caetani. IL CASTELLO CAETANI Sermoneta di Papa Alessandro VI Borgia, ne fece una vera e pro- pria fortezza: la “Cittadella” infatti prevedeva una costruzione ed una casa fortificata (la Casa del QUANDO SERMONETA DIVENNE FEUDO DELLA FAMIGLIA Cardinale), ancora oggi parte integrante della struttu- ANNIBALDI (1222), la rocca di epoca anteriore (almeno ra. All’esterno del castello ben cinque linee concen- dell’ XI secolo) venne potenziata: di quella struttura triche di difesa, secondo il modello medioevale, a pro- originaria sono ad oggi rimasti pressoché intatti solo il tezione dell’abitato inglobato nel circuito murato a Maschio e la controtorre. Ottimo punto di osservazio- creare il vero e proprio borgo fortificato. ne dell’intera pianura pontina, la rocca ebbe da subito Dunque, dalla fine del Duecento, a parte gli anni dei un ruolo decisivo nel controllo delle vie di comunica- Borgia, il castello appartenne a lungo alla famiglia zione tra la costa ed i monti, tra Roma ed il Sud. Caetani e, grazie ad un totale restauro dell’inizio del In seguito, nel 1297, gli Annibaldi vendettero secolo scorso -al tempo di Gelasio Caetani- alla nobile famiglia Caetani i feudi di è ancora oggi perfettamente conservato. Sermoneta e Bassiano per 140 mila fiorini Il complesso degli edifici, tipico esempio di d’oro, e da quel momento iniziò un periodo fio- architettura difensiva, si presenta a noi rente per l’intero territorio. In quegli anni la maestoso e possente, con il nucleo centra- rocca fu completamente ristrutturata e furono le su cui si posa il sistema di mura fortifica- edificati nuovi ambienti , tra cui la famosa Sala te e di baluardi. dei Baroni lunga 22 metri. Agli inizi del Belle le sale e gli ambienti: la Sala dei Cinquecento la città di Sermoneta fu presa Baroni, la Casa delle Camere Pinte con d’assedio per volere della inarrestabile famiglia affreschi di un allievo della scuola del Borgia che la conquistò assieme alla roccaforte. Castello Caetani: Pinturicchio, la Grande Batteria, un Fu allora che Antonio da Sangallo il Vecchio il ponte levatoio. lungo corridoio, le imponenti Scuderie e - grande architetto militare - su commissione la Piazza d’Armi.

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M O N T I L E P I N I Ceccano F iu Abbazia m e di Valvisciolo S acc Sermoneta Bassiano o CEPRANO

F iu Lago di Sezze m San Giovanni e ITINERARIOPONTECORVO 10 SS 156 A Incarico m as eno LATINA Priverno CASSINO Pico SS 156 SS 628 Pontecorvo Fossanova

SS 82 SAN VITTORE SS 7 Lenola Lago di Fogliano MONUMENTO NATURALE Esperia Lago dei Monaci MOLA DELLA CORTE- Campodimele ETTECANNELLE APODACQUA S -C 1256 Lago di Caprolace Monte Faggeto Monte Cavecce

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F Scauri Minturno Formia Monte Cristo PARCO REGIONALE 197 GIANOLA E COME ARRIVARE PARCO REGIONALE Gaeta MONTE DI SCAURI MONTE ORLANDO Sermoneta (LT) - A1 MI-NA - Da Roma: uscita Valmontone-Sermoneta; da Napoli uscita Frosinone, SS 156 Monti Lepini verso Sezze Scalo e svincolo per Sermoneta. Da Roma SS148 Pontina direzione Latina, uscita a Latina Scalo FS- Sermoneta. L’Abbazia di Valvisciolo dista 3.5Km dal paese di Itri (LT) - A1 MI-NA, uscita Ceprano e SS82 Valle del Liri, Sermoneta. direzione sud per Itri, al bivio procedere per il Santuario della Bassiano (LT) - A1 MI-NA, uscita Frosinone, SS156 “Monti Madonna della Civita (circa 12km da Itri). Lepini” per Sezze Scalo- Latina fino alla Via Appia e svoltare a Parco naturale Monti Aurunci - A1 uscita Cassino e in direzione destra per Latina Scalo. Oppure da Roma SS148 Pontina direzione Formia si incontrano i Comuni di Esperia e Ausonia; uscita Borgo Piave Latina e girare per Latina Scalo. Da lì seguire le indi- Pontecorvo in direzione Pico. cazioni per Norma e per Bassiano In treno: dalla stazione di Formia servizio autobus per i Comuni Priverno (LT) - A1 MI-NA svincolo per Frosinone, SS156 del Parco. “Monti Lepini” direzione Priverno. Da Roma: Via Appia direzione Parco suburbano Gianola e Monte di Scauri - A1 uscita Latina, al bivio con la SS156 girare per Sezze-Priverno. L’abbazia Cassino, in direzione Formia. Da Roma SS7 Via Appia strade di dista 6 km dal paese. accesso per il Parco situate tra il 146° e il 148° Km.

PERSONAGGI CURIOSITÀ

LUCREZIA BORGIA LA SPIRALE DI BASSIANO

Fu uno degli ospiti illustri del Castello Caetani di Passeggiando per le antiche vie di questo bel borgo Sermoneta, dove visse verso la fine del ‘500 quando medievale, ricco di richiami rinascimentali, ci ren- papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), suo padre, diamo conto della particolarità della sua pianta urba- espropriò la famiglia Caetani. Giovanissima e per il nistica. La parte antica del paese, protetta da una suo carattere mite, si trovò ad assecondare gli inte- centa circolare (XII-XIII secolo), ha infatti una sin- ressi politici del padre e del fratello Cesare, andando golare struttura “a spirale” dove le case e la strada in sposa per ben tre volte ad uomini che non scelse principale, con selciato a cubetti, si sviluppano ad mai. Nella sua breve (1480-1519) ma intensa esi- elica fino alla Piazza della “Torre”. La presenza poi stenza l’affascinante Lucrezia, si narra, non fu mai di questa imponente struttura architettonica a cilin- veramente felice. Intellettualmente impegnata, dro, rialzata e pavimentata con cubetti in pietra, espresse la sua forte personalità e la sua intelligenza rende l’atmosfera ancora più suggestiva e sospesa nel attraverso una sontuosa e fervente vita di corte: tempo. In questo paese dei Monti Lepini nacque quando in terze nozze sposerà Alfonso I d’Este Aldo Manuzio il Vecchio, tipografo del ‘400, famoso (1501), divenendo duchessa di Ferrara, si circon- per aver inventato il carattere a stampa “aldino”, un derà dei più celebri personaggi del mondo culturale corsivo ispirato alla grafia della cancelleria romana. del nostro Rinascimento. Alla sua opera è stato dedicato un museo.

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I Parchi

IL PARCO REGIONALE DEI MONTI AURUNCI

DALLE FALESIE MOZZAFIATO dei parchi regionali di Gianola e Monte Orlando il falco pellegrino tende i suoi velocissimi agguati ai migratori che, spossati, vanno e vengono dall’Africa. Un complesso di monti calcarei a picco sul mare, infatti, cinge il lato meridionale del Lazio: sono i ed Aurunci che, insieme ai Lepini, precipitano in mare con le bellissime fale- sie di Sperlonga. Laddove un tempo vegetavano impenetrabili foreste, regno di briganti d’ogni risma, oggi prospera una bassa macchia a fillirea ed alaterno, terebinto, ginestre ed erica arborea. Solo sui versanti più freschi permane una bosca- glia a leccio ed orniello, acero campestre e sughe- re, carpino e roverella. In questo panorama di Lazio che si fa Campania, Sopra: veduta panoramica dei Monti Aurunci. spicca l’assolata, solitaria, selvaggia bellezza degli Aurunci. Il parco regionale, infatti, è molto noto per la sua complessità botanica: circa duemila spe- cie di piante censite. Dalle leccete alla vegetazione di rupe, in pochi chilometri si passa alle faggete ed ai manti di orchidee nei boschi e di sassifraghe sui crinali montani. Sulle rupi più tranquille crescono autentiche rarità botaniche come la Sternbergia lutea, la Euphorbia serrata ed il Bupleurum rolii. Il versante esposto al mare ospita boschi tipicamen- te mediterranei, come leccete e sugherete; a nord, invece, sono le faggete.

Il Parco in cifre FLORA Parco naturale Monti Aurunci Gestore: Ente Parco La macchia mediterranea è il simbolo della Superficie: 19.374 ettari - Istituzione: 1997 natura che resiste a tutto, al vento, all’ac- Parco urbano Monte Orlando qua, agli incendi. Corbezzolo e lentisco, Gestore: Comune di Gaeta. cisto e dafne sericea, erica e tutte le altre Superficie: 60 ettari - Istituzione: 1986 specie ammantano di verde colli e monti in Parco suburbano Gianola e Monte di Scauri ogni stagione. Gestore: Consorzio tra i Comuni di Formia e Minturno. Superficie: 290 ettari - Istituzione: 1987 Sopra: la Dafne Sericea.

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PRODOTTI TIPICI

IL MIELE DELLA PIANURA PONTINA

Riconosciuto come “prodotto tradizionale” del Lazio dal Ministero delle Politiche Agricole, il miele del tipo monoflora di eucalipto viene raccolto e lavorato nella pianura pontina dove ogni anno, in occasione della fioritura estiva, accorrono migliaia di alveari, soprattutto dalle zone circostanti e dal nord. Questa FAUNA particolare qualità di miele è prodotta grazie alla pre- senza dell’Eucalypttus camaldulensis, un albero pianta- È il regno degli uccelli passeriformi: tordi e merlo, to in abbondanza nell’Agro Romano e nella zona di storni e pettirosso, occhiocotto e gazze, ghiandaie, Latina dai monaci del secolo scorso per favorire la oltre che civette e barbagianni. bonifica dei terreni paludosi. Fortemente aromatico, Il falco pellegrino è il più veloce rapace. In pic- poco dolce e dalle proprietà balsami- chiata può sfiorare i 300 km all’ora. Non c’è dav- che può diventare l’ingrediente, per vero scampo. L’unico in pericolo è però proprio lui, esempio, di una naturale bevan- per nidificare ha bisogno di falesie tranquille. Solo da dissetante fatta con acqua, nei parchi è al sicuro.Tra i mammiferi permango- miele di eucalipto e succo di no i ricci e le volpi, la donnola ed il moscardino. limone. Sopra: il falco pellegrino.

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Le abbazie e i monasteri

L’A BBAZIA DI VALVISCIOLO Sermoneta

IN QUESTE TERRE DOVE IL POTERE E LA FEDE HANNO DA SEMPRE DETTATO LE REGOLE DELLA STORIA, l’Abbazia di Valvisciolo ha rappresentato un importante punto di riferimento per la vita monastica del tempo. L’incerta origine del nome di questa badia è il primo segno della sua articolata storia. Valvisciolo sembra possa derivare da puri riferimenti naturalistici: vallis lusciniae, valle dell’usignolo; o anche valle delle viscio- le, le ciliegie spontanee di questa zona, ai piedi del Monte Corvino. I primi monaci fondatori furono i greci basiliani di San Nilo, nell’VIII secolo, ed in seguito i Padri Cistercensi la ricostruirono verso la prima metà del XIII secolo, prendendone definitivamente la guida. Si narra che sia stato anche un antico centro templare fino alla soppressione dell’ordine, ai primi del XIV secolo. La conferma a questa teoria sembra possa esse- re la presenza, nel rosone della chiesa, di una piccola croce dell’ordine dei Templari scolpita nella parte sini- stra dell’occhio centrale. Si tratta di una piccola croce che è stata ritrovata anche nei soffitti del chiostro ( ala nord) durante i lavori di restauro del 1956-1957. Sermoneta: l’Abbazia di Valvisciolo. Certamente la eventuale presenza a Valvisciolo dei Cavalieri dell’ordine del Tempio, l’ordine monastico- vero gioiello di architettura gotico cistercense: con la militare istituito da Ugo di Payns agli inizi del XII semplice facciata, il portale ed il bellissimo rosone secolo in difesa dei luoghi santi, sarebbe sì stato un con il diametro di 5 metri. evento eccezionale, ma comunque motivato dal noto La Chiesa, essenziale anche all’interno, ha tre navate vincolo dei Cavalieri al monachesimo cistercense, con archi ogivali ed archi gotici in quella centrale; come recita anche la formula finale del giura- il coro a pianta rettangolare sembra creare rac- mento templare. coglimento in questi spazi tanto distanti Gli stessi monaci dell’abbazia di Carpineto quanto pieni di storia. Unico elemento Romano, che in origine portava il nome di decorativo i dipinti e gli affreschi barocchi. Valvisciolo, si sposteranno nel XIV secolo L’edifico del Monastero presenta diversi nel nuovo monastero, trasferendone anche la ambienti di pregio, come la Sala Capitolare denominazione. del XII secolo, il Refettorio e l’elegante Assieme all’Abbazia di Fossanova e a quella di Chiostro a pianta quadrata con bifore a colonnine Casamari, l’Abbazia di Valvisciolo rappresenta un dai ricercati capitelli.

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INFORMAZIONI UTILI

MUSEO DELL’OPERA ALDINA C/o Comune Bassiano (LT) Parco Regionale dei Monti Aurunci Tel. +390773355226 Viale Glorioso, AZIENDA DI PROMOZIONE ABBAZIA DI VALVISCIOLO 04020 Campodimele (LT) TURISTICA DELLA Tel. +390771598114 PROVINCIA DI LATINA Via Badia, 14 www.parcoaurunci.org Via Duca del Mare, 19 04013 - Sermoneta (LT) Tel. +39077330013 Parco Regionale di Monte Orlando 04100 Latina Tel. +390773695404 S. Messa: h 7.30-9.30-11.30-17.00 Comune, Piazza XIX Maggio, 3 Fax +390773661266 (domenica e festivi) 04024 Gaeta (LT) Tel. +3907714691 www.aptlatinaturismo.it h 17.00 sabato e feriali h 18.00 (estate) Parco Regionale di Gianola Via Appia, 260 ABBAZIA DI FOSSANOVA 04028 Scauri di Minturno (LT) 04015 Borgo di Fossanova CASTELLO CAETANI Tel. +390771614268 Priverno (LT) Monumento Naturale Mola della Via della Fortezza - Visite: h 7-12 / 16-19 (estate) Corte-Settecannelle-Capodacqua 04013 Sermoneta (LT) h 7-12 / 15-17.30 (inverno) c/o Parco Monte Aurunci Tel. +39077330008 SANTUARIO MADONNA Viale Glorioso, Visite guidate: DELLA CIVITA 04020 Campodimele (LT) h 10-11-12-; 14-15-16 (inverno) Tel. +390771598114 - +390771598166 h 15 - 16 - 17 -18 (estate) Itri (LT) www.parchilazio.it Chiuso il giovedì e festività natalizie. Visite: h 7.30-12.30 / 15.00-19.30 www.parks.it

MONUMENTI

L’Abbazia di Fossanova

Questa maestosa abbazia, dichiarata monumento nazionale nel 1874, fu fondata nelle vicinanze di CURIOSITÀ Priverno dai monaci benedettini, nel IX secolo, sulle rovine di una villa romana. La madonna della Civita Nel 1134 giunsero i Padri Cistercensi a bonificare le paludi della zona e sembra che il suo nome derivi pro- Secondo la tradizione religiosa fu l’Apostolo Luca a rea- prio dalla circostanza dell’escavazione di un canale di lizzare il sacro dipinto della Madonna della Civita, nei scolo, da cui “fossa nova”; fu ricostruita secondo il secoli conteso tra le due cittadine di Campodimele e modello dell’architettura cistercense primitiva, di cui Itri . La disputa si concluse con una resa reciproca da è un integro esempio. Di grande effetto il portale di parte delle due popolazioni che ancora oggi celebrano accesso con le decorazioni della scuola cosmatesca ed l’avvenimento con una significativa cerimonia, il grande rosone con 24 colonnine geminate. Gli “l’Abbraccio degli Anziani”, durante la quale due grup- interni della Chiesa, consacrata nel 1208, sono pi di sette anziani si scambiano un fraterno abbraccio di di stile gotico-borgognone, spogli, lumino- fronte al Santuario della Madonna della Civita (Itri- si e bellissimi. Il Chiostro, a pianta ret- XI secolo), dove è custodita l’immagine sacra. Una tangolare, ha tre lati in stile romanico curiosità è la presenza presso la Chiesa del Santuario di e il quarto gotico e la superba Sala una piastrella rossa di cemento posta sul pavimento in Capitolare, anch’essa gotica, fu marmo sul lato destro dell’altare maggiore. Questa ano- ristrutturata intorno al 1250. La malia “estetica” ha le sue origini però in uno strano Foresteria conserva ancora la cella, fenomeno: ad ogni sostituzione della maiolica rossa con oggi una Cappella con un soffitto a una in marmo seguiva la rottura di quest’ultima, tanto cassettoni, dove morì nel 1274 da far decidere ai responsabili del Santuario di riposi- San Tommaso D’Aquino che zionare lì quella rossa, non potendosi spiegare le insoli- qui si fermò durante il suo viag- te spaccature. gio verso Lione.

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APPUNTI DI VIAGGIO Passeggiate

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AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA Nicola Pietravalle, Silvia Ranalli DELLA PROVINCIA DI ROMA Via XX Settembre, 26 - 00187 Roma Redazione testi: Alessia Petruzzelli Tel. +3906421381 - Fax +390642138211 www.oltreroma.it Nino Martino (schede parchi)

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