La Stanza dell’Aurora PAOLO GASBARRI nel di Caprarola. Un caso di decorazione alchemio-ermetica

“Le foto utilizzate sono estratte dall’Archivio Passini e pubblicate su concessione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio del ” Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dell’Aurora: particolare con il Carro dell’Aurora. IL CONTESTO STORICO-CULTURALE. 2 novembre 1562. L’umanista marchi- giano Annibal Caro scrive una lettera al conterraneo Taddeo Zuccari, pittore manierista ormai affermato fra i tanti artisti e decoratori che frequentano gli ambienti romani. I due stanno prestan- do la loro qualificata opera nella realiz- zazione delle decorazioni del Palazzo Farnese di Caprarola, sotto l’ala protet- tiva del munifico Alessandro Farnese, il “gran cardinale”, nipote di papa Paolo III. Personaggio colto e raffinato, amante delle arti e delle lettere con interessi anche nell’ambito dell’alchi- mia e dell’astrologia, il potente eccle- siastico ha ingaggiato dotti letterati, pit- tori e architetti, tra cui Jacopo Barozzi Cinquecento, si afferma tra alcuni Quattrocento e del Cinquecento, questo da Vignola, per la ristrutturazione e ecclesiastici che gravitano attorno alla modello costituirà un punto di riferi- l’abbellimento di una vecchia fortezza corte papale il forte desiderio di ritirar- mento ideologico essenziale per le militare farnesiana, iniziata nella prima si periodicamente in luoghi isolati, a grandi ville tardo-manieristiche del metà del ‘500 e rimasta incompiuta. contatto con una natura splendida in Lazio, legate a una committenza per lo E’ proprio grazie al Farnese che si svi- grado di favorire la quiete interiore e più ecclesiastica. luppa un grande progetto, stupenda- l’apertura della mente alla riflessione Indubbiamente, dall’elevata posi- mente realizzato in tutti i suoi aspetti, spirituale, alla meditazione e all’eserci- zione del palazzo-fortezza di Caprarola incentrato sull’idea di creare zio filosofico delle facoltà intellettuali. si gode di una bella vista del paesaggio un’imponente residenza sulle pendici Si tratta spesso di luoghi rievocanti circostante (monti, boschi e campa- dei , a poca distanza da memorie legate all’antichità classica, gne), in cui spicca il profilo solitario del Roma. Il desiderio del cardinale veri e propri “ritiri” dove poter eserci- Monte Soratte (“luogo caro agli dei e Alessandro è quello di far edificare una tare la nobile arte della riflessione inte- alle dee”). Anche la Campagna roma- villa con giardini “all’italiana”, per riore sotto lo stimolo di un contesto na, ambiente deputato alla conserva- poter ritemprare lo spirito e il corpo in opportuno, naturale o ricreato ad arte. zione delle testimonianze materiali un luogo piacevole, lontano dalle fati- Si cerca la tranquillità personale per della Roma antica, non è poi così che della corte pontificia e dalla terribi- meditare sulle vicende umane e placare distante in linea d’aria; per cui, anche le calura estiva romana. il dissidio interiore dello spirito, rifa- grazie a questo rapporto con la natura e La tradizione filosofico-letteraria cendosi a un modello letterario classi- la classicità, diretto o idealmente da cui trae ispirazione il cardinale è cheggiante rielaborato spesso in mediato attraverso la pittura e la scultu- quella del “locus amoenus”. In effetti, un’ottica fortemente petrarchesca. ra, si sviluppa la tendenza ad armoniz- soprattutto nella seconda metà del Molto in voga tra gli umanisti del zare i cicli decorativi del palazzo con la

43 Palazzo Farnese di Caprarola, Sala di Ercole: Ercole che nuota nelle acque del lago di Vico.

Le vedute di paesaggi nel Palazzo Farnese di Caprarola

Caro, Onofrio Panvinio e Fulvio Orsini – appare certamente molto significati- va, e permette di aprire prospettive inte- ressanti sulla complessa ideologia sot- tesa al programma iconografico del palazzo-reggia di Caprarola. Tuttavia, come si vedrà più avanti, la cultura che anima il progetto del car- dinale non si fonda soltanto sull’uma- nesimo ispirato alla tradizione classica. Nella ricerca iconografica degli umani- sti che agiscono alla corte del cardinal Farnese a Caprarola, infatti, emerge anche una serie di riferimenti precisi a una tradizione non certo marginale nella cultura europea del tardo Cinquecento, quella ermetico-alchemi- ca. Quest’ultima, senza dubbio, è un elemento abbastanza diffuso nel baga- glio culturale di molti raffinati e colti patroni delle arti del Cinquecento, tra cui non pochi ecclesiastici. Come si natura esterna e il retaggio della cultura ricreata artificialmente tramite la “fal- vedrà, nel contesto del Palazzo Farnese antica. Le stanze interne, infatti, vengo- sificazione” artistica (il finto paesaggio di Caprarola, alchimia e pensiero erme- tico emergono come discipline cariche no affrescate spesso con raffigurazioni affrescato sulla volta, con Ercole che di profonde implicazioni filosofiche e di paesaggi e soggetti legati alla mito- nuota nelle acque del lago di Vico). sapienziali, coscientemente utilizzate logia greco-romana, non di rado volte a Questo tema della fusione tra artificio e come modelli ispiratori per le decora- esaltare allegoricamente la figura del natura, del resto, è tipicamente legato zioni pittoriche di alcune stanze partico- committente. Esemplare, in questo alla visione estetica tardo-manieristica lari. In effetti, come è ben noto, alchi- senso, è la decorazione che fa da sfon- che caratterizza anche altri complessi mia, ermetismo e astrologia conoscono do a una scena del mito erculeo nella del Viterbese, quali Villa Lante a una fase di straordinario sviluppo pro- Sala delle Fatiche di Ercole, riprodotta Bagnaia o il Sacro Bosco di . prio nel momento in cui la cultura dei sulla volta a botte della stanza. Qui, Comunque sia, nel progetto farnesiano Farnese raggiunge l’apice (soprattutto sullo sfondo del mito antico, si esprime volto a esaltare la tradizione classica a con i due Alessandro, papa Paolo III e l’idea del rapporto speculare tra Caprarola, la presenza di raffinati cul- suo nipote). In definitiva, appare evi- ambiente naturale esterno (il paesaggio tori dell’umanesimo alla corte di dente, in queste due figure chiave della reale che circonda Caprarola) e natura Alessandro Farnese – tra cui, oltre al famiglia, l’influenza delle sopra citate

44 forme di conoscenza “alternative” alla danti l’iniziazione spirituale e cultura ufficiale, mai scomparse dalla l’illuminazione interiore della coscien- tradizione occidentale. Senza dubbio, za: “I soggetti che’l cardinale m’ha la loro velata presenza nel ciclo decora- comandato ch’io vi dia per le dipinture tivo del palazzo di Caprarola veicola del palazzo di Caprarola non basta che significati più profondi rispetto a quelli vi si dicano a parole, perché, oltre mitico-letterari e didattico-morali, pur l’invenzione, ci si cerca l’attitudine, la di per sé molto interessanti, emergenti disposizione, i colori…quanto alla da una lettura immediata e più superfi- camera dalla volta piatta [la Stanza ciale. Sicuramente, nelle interpretazio- dell’Aurora, n.d.r] mi pare che, essen- ni del significato delle immagini deco- do ella destinata per il letto della pro- rative del palazzo l’aspetto polisemico pria persona di sua signoria illustrissi- risulta assai determinante: i livelli di ma vi si debbano fare cose convenienti significato sono spesso molteplici e al luogo e fuor dall’ordinario, così stratificati e, accanto a valenze più quanto all’inventione, come quanto 2 esplicite e facili da individuare, ne all’artificio” emergono altre più nascoste, la cui per- In queste parole di Annibal Caro si cezione è riservata solo a menti aperte legge la chiara volontà di guidare il pit- e in costante ricerca, come appunto tore, anche in questioni che normal- mente non sembrano rientrare diretta- quella del cardinal Farnese. mente nelle competenze di un uomo di Tra l’altro, nel caso del Palazzo lettere, come ad esempio l’uso dei Farnese di Caprarola, un filo condutto- Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dell’Aurora: figu- colori. Inoltre, agli occhi dell’umanista re costantemente presente è quello ra alata con torce. marchigiano, la decorazione della legato alle modalità armoniose e non Stanza dell’Aurora deve essere “fuori del cardinale e l’ingegno fervido di conflittuali con cui questa cultura dall’ordinario” e, di conseguenza, Annibal Caro. Quali sono, dunque, “alternativa” cerca di fondersi con la espressione di concetti che devono questi soggetti “fuori dall’ordinario”? visione cristiana e la filosofia neoplato- andare oltre una lettura meramente Vediamoli più da vicino, tenendo pre- nica che animano la vivace cultura del impressionistica e superficiale. sente che i riferimenti alla cultura “gran cardinale”1. Una stanza un po’ “speciale”, quin- ermetico-alchemica emergono soprat- di, utilizzata per il riposo notturno, tutto nell’affresco che campeggia nel- LA STANZA DELL’ AURORA magari preceduto da una meditazione l’ovale collocato al centro della volta. In quest’ambito, quindi, la già cita- solitaria. Nella decorazione delle stan- Di conseguenza, l’analisi iconografica ta lettera di Annibal Caro indirizzata al ze, le direttive generali date dal com- si concentrerà esclusivamente sulle pittore Taddeo Zuccari offre spunti mittente hanno sicuramente giocato un figure di quest’ovale che, del resto, interessanti e degni di riflessione. Vale ruolo di primo piano. Il Farnese affida sono evidentemente gli elementi prin- la pena esaminare un passaggio chiave alla sapiente mente di Annibal Caro la cipali dell’intero ciclo decorativo della dell’epistola in cui si parla delle deco- ricerca di soggetti pittorici “ad hoc” stanza, realizzato da Taddeo Zuccari razioni della Stanza dell’Aurora, la anche se, in seguito, le sue disposizioni intorno al 1563-64. camera da letto degli Appartamenti non verranno seguite in maniera così Estivi del palazzo. Si tratta di una stan- rigorosa, per lo meno per quanto LA STANZA DELL’ AURORA: za privata, usata esclusivamente dal riguarda la collocazione delle figure I SOGGETTI RAFFIGURATI Farnese, il cui tema decorativo esprime sulla volta, abbastanza diversa da come NELL’OVALE. il desiderio del cardinale di poter con- l’avrebbe voluta Alessandro Farnese. I soggetti che appaiono nell’ovale templare soggetti ispiratori adeguati e, In ogni caso, i soggetti pittorici nella sulla volta della Stanza dell’Aurora magari prima del sonno, riflettere in Stanza dell’Aurora scaturiscono senza sono i seguenti: solitudine, meditando su temi riguar- dubbio da una sinergia tra la volontà La Notte con in braccio una coppia

1 Il tentativo di proporre una visione con- anche il tema ermetico della contrapposi- Si nota infatti l’Araba Fenice, il mitico grafia cristiana il pellicano è sempre stato ciliatrice, in cui la filosofia “pagana” zione tra luce e tenebre che caratterizza, uccello che risorge dalle proprie ceneri, associato al Cristo che dona la vita per viene illuminata e integrata dalla come si vedrà meglio più avanti, tutta la simbolo alchemico fondamentale; vicino l’umanità, nel simbolismo alchemico Rivelazione cristiana, emerge in maniera riflessione iniziatica della Stanza appare poi l’aquila, volatile che, secondo esso rappresenta lo sforzo verso la purifi- particolarmente chiara nella Stanza della dell’Aurora. In questo senso, l’apparato la leggenda, è in grado di spingersi in alto cazione interiore, l’idea del sacrificio che Solitudine, uno studio privato del cardi- iconografico della Stanza della verso il sole, contemplandolo senza conduce verso la perfezione e la stessa nale iconograficamente molto interes- Solitudine è assai stimolante. In esso, il accecarsi. Sulla parete opposta alla fine- pietra filosofale (Cfr. Biedermann, Hans, sante. Qui i temi dell’isolamento e del- tema spirituale dell’evoluzione dal buio stra sono raffigurati una civetta o gufo Enciclopedia dei Simboli, Garzanti, l’otium filosofico vengono affrontati alla luce viene rappresentato tramite la (animali comunque legati all’aspetto not- Milano 2000, pp.384-385). Anche in contrapponendo specularmente due contrapposizione speculare di una serie turno) e una lepre, associata alla Luna (e questo caso, quindi, una doppia lettura affreschi, raffiguranti rispettivamente la di animali i quali, nella filosofia ermeti- quindi alla notte) per via del fatto che la legata al Cristianesimo e alla filosofia solitudine dei filosofi pagani e quella di ca, acquistano una valenza simbolica ben forma di alcune macchie lunari viene tra- ermetica appare legittima, soprattutto nel Cristo, significativamente affiancato precisa. Nella parte della volta sovrastan- dizionalmente associata a quella di una contesto della Stanza della Solitudine. dalle tradizionali figure dei santi “del te la finestra che si affaccia sul giardino lepre. Molto interessante è anche 2 Lettera di Annibal Caro a Taddeo deserto”: San Girolamo e San Giovanni d’estate, infatti, sono raffigurati uccelli l’immagine del pellicano nell’atto di Zuccari (2 novembre 1562), cit. in Battista. Nella medesima stanza, si evi- legati agli elementi del fuoco e della squarciarsi il petto per nutrire i suoi pic- AA.VV., Caprarola, a cura di Paolo denzia in maniera abbastanza chiara luce, che rimandano direttamente al Sole. coli con il proprio sangue. Se nell’icono- Portoghesi, p. 56.

45 Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dell’Aurora: il Carro della Luna.

Le vedute di paesaggi nel Palazzo Farnese di Caprarola

di gemelli (variamente interpretati come allegorie del Sonno e della Morte, o immagine raffigurante Castore e Polluce). Una figura alata con torce, affian- cata dalla Luna e da Mercurio. L’Aurora coronata di rose, posta alla guida del Carro del Sole; il Sole è implicitamente presente nella decora- zione in quanto elemento legato alla fase dell’alba/aurora. In linea generale, riguardo all’aspetto più specificamente alche- mico, si può osservare come il ruolo delle figure allegoriche dell’affresco sia essenzialmente quello di simboleg- giare i momenti chiave della “Grande Opera”, in cui di solito alcuni elemen- ti catalizzatori di base interagiscono con gli elementi imperfetti attraverso Luna e Mercurio, visti comunque meta finale della pratica alchemica, varie fasi, fino a ricondurre le sostanze come elementi di transizione, in ogni in cui l’aspetto più materiale (la spe- allo stato puro, eliminandone le scorie caso “notturni”) si passa all’ordine rimentazione, per così dire, “chimi- materiali. In definitiva, se associato simboleggiato dalla luce e dal fuoco ca” volta alla produzione dell’oro alla visione alchemica, il dualismo (Sole/ Aurora, risultato finale del pro- puro) appare in definitiva subordina- tenebre-luce presente nell’affresco tra- cesso di purificazione). to a quelli della gnosi interiore e mite le figure allegoriche, esprime Nel processo alchemico il risultato della conoscenza filosofica “illumi- l’idea di una possibile “coincidentia finale è la produzione dell’oro puro, di nata”, veri e propri cardini del pen- oppositorum”, da realizzare attraverso cui il Sole/Alba è appunto simbolo per siero ermetico. Come già precisato, e la purificazione degli elementi tramite eccellenza. Spesso, nelle raffigurazio- come del resto si vedrà in dettaglio un processo lungo e complesso. ni alchemiche il Sole, la Luna e più avanti, figure come Mercurio e Tale processo evolutivo tende Mercurio appaiono insieme nel cosid- la Luna simboleggiano gli elementi verso uno stato più luminoso, purifica- detto “triangolo alchemico”, simbolo riconducibili allegoricamente alla to dalle scorie materiali e simboleggia- di sintesi superiore3. componente notturna e imperfetta to dalla luce aurea del metallo puro per Riguardo al simbolismo ermetico, dell’anima umana, mentre il Sole è eccellenza, l’oro, riconducibile simbo- invece, ciascuna figura allegorica nel- riconducibile all’idea dell’illumina- licamente alla luce solare. Dal caos l’ovale si riconduce ai momenti tipi- zione interiore e al principio della primordiale degli elementi imperfetti ci del processo di illuminazione inte- luce come elemento chiave della vera (principalmente la Notte, ma anche la riore, che del resto è anche la vera conoscenza filosofica.

3 Cfr. Biedermann, Hans, Enciclopedia dei Simboli, Garzanti, Milano 2000, p. 553.

46 Prima di analizzare nel dettaglio i del “gran cardinale”. Il passaggio vari elementi decorativi dell’ovale al dalla notte dello spirito alla luce della centro della volta, è interessante conoscenza, tema tipicamente inizia- osservare il fatto che il motivo del tico e gnostico, potrebbe infatti ricol- passaggio dalle tenebre alla luce, legarsi, nella visione spirituale del espresso nell’affresco tramite figure Farnese, all’idea cristiana del passag- allegoriche (la Notte e l’Alba), sia un gio dal buio del peccato alla luce tema indubbiamente cristiano4, e allo della salvezza portata da Cristo. stesso tempo tipico delle filosofie Questa visione conciliatrice, tuttavia, gnostiche (alla cui fonte attinge risulta abbastanza problematica se anche l’alchimia)5, anche se la lettura vista alla luce dell’ortodossia cattoli- cristiana e quella gnostica del rappor- ca. Da qui deriva, probabilmente, to luce-tenebre sono, ovviamente, del l’interesse esclusivamente privato, e tutto diverse. La transizione dal buio non divulgato a livello ufficiale, di alla luce, infatti, nell’interpretazione certe tematiche da parte di un “prin- gnostico-ermetica esprime il cipe” della Chiesa così pubblicamen- momento essenziale del processo di te esposto come Alessandro Farnese. purificazione interiore teso alla per- fezione, all’illuminazione e alla sali- ANALISI DELLE FIGURE ta dell’anima verso uno stadio supe- ALLEGORICHE DELLA STANZA. riore della conoscenza. L’iniziativa, La Notte è un elemento che richiama immediatamente l’idea del- in tale processo, parte dall’uomo l’oscurità, della non conoscenza e del stesso, ed è frutto dello sforzo esclu- buio dello spirito. La Notte è anche sivamente umano di oltrepassare i Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dell’Aurora: vedu- figura del caos primordiale, dell’in- ta d’insieme della volta. vincoli della bruta materia per acce- conoscibilità e del senso della morte dere a un grado eccelso di consape- (qui da intendere soprattutto come androgina. Il tema del rapporto tra volezza interiore. Nella visione cri- condizione spirituale di assoluta pas- l’elemento maschile e quello femmi- stiana ortodossa, al contrario, la luce sività intellettuale). Nella tradizione nile è riconducibile a quello tipico interiore che porta ad accogliere la alchemica, la Notte può essere asso- delle nozze cosmiche. Le nozze del Verità rivelata è frutto anche e ciata alla fase della nigredo che, Sole e della Luna rappresentano, in soprattutto dell’illuminazione della come vedremo, assieme all’albedo effetti, il superamento dell’opposi- Grazia divina: è un dono proveniente (Alba/ Aurora) e alla rubedo (luce zione originaria e il suo riassorbi- esclusivamente da Dio, non uno sfor- solare), costituisce un elemento base mento in un’unità superiore, tema zo quasi ascetico verso la conoscen- della dottrina degli alchimisti, veri assai spesso simboleggiato dalla za suprema, raggiungibile con forze ricercatori dello spirito e della figura dell’androgino, immagine esclusivamente umane. Nelle decora- sapienza interiore attraverso il lavoro abbastanza diffusa nei libri di alchi- zioni della Stanza dell’Aurora di di purificazione dell’elemento grez- mia cinque-seicenteschi6. Caprarola, la visione cristiana orto- zo e imperfetto, qui simboleggiato Il tema delle nozze mistiche tra i dossa e quella gnostica venata di appunto dalla Notte. due elementi è diffuso anche nella neoplatonismo, abbastanza diffusa La Luna, nell’alchimia, simbo- cultura gnostica, simboleggiando nella cultura tardo-rinascimentale leggia l’argento, ma anche la regina l’unione tra sapienza ed energia vita- europea, sembrerebbero volersi fon- – quindi l’elemento femminile per le. A questo proposito, appare inte- dere in un tentativo di riconciliazione eccellenza - che si sposa con il re (il ressante il confronto con la figura armonica, almeno nelle intenzioni Sole), creando una sorta di fusione dell’Ermatena, affrescata nell’omo-

4 Cfr. Gv 1, 1-18. Questi versi, che costitui- Hans Lo Gnosticismo, Società Editrice vante dalla fusione uomo-donna, simbo- uno stato di conoscenza più elevato, scono il ben noto “Prologo”del Vangelo Internazionale, Torino 1991 (in particola- leggiante l’unione delle sostanze alche- superiore e illuminato, il cui simbolo è di Giovanni, sono il brano evangelico re pp. 76-77 per quanto riguarda il tema miche di base (cfr. Calvesi, Maurizio appunto la fase dell’aurora. Vista la natu- dove forse emerge con maggior chiarezza del dualismo luce-tenebre); per il rappor- Arte e Alchimia, Giunti, Firenze 1986, p. ra di questo testo, in cui la figura il rapporto luce-tenebra che caratterizza to tra alchimia e gnosticismo si vedano 27). E’interessante notare come questo dell’Aurora e il tentativo di conciliare tutto il testo giovanneo e, ovviamente, ad es. Eliade, Mircea Il mito dell’alchi- testo, che segna una vera e propria svol- sapienza cristiana e filosofia ermetica l’intera tradizione cristiana. D’altro canto, mia, Bollati Boringhieri, Torino 2001; ta nella riflessione filosofica ermetico- giocano un ruolo essenziale, potrebbe soprattutto dopo la scoperta dei fonda- Cortesi, Paolo, Storia e segreti alchemica medievale, sia in realtà una non essere così azzardata l’ipotesi di una mentali testi gnostici di Nag Hammadi in dell’Alchimia, Newton Compton, Roma sorta di commento in chiave alchemica legame diretto tra questo trattato e Egitto nel dicembre 1945, molti studiosi 2005, in particolare pp. 48-54); De delle Sacre Scritture, in cui si cerca di l’iconografia della Stanza dell’Aurora; hanno voluto approfondire la tesi di un Pascalis, Andrea, L’arte dorata. Storia conciliare la sapienza cristiana con la tanto più se si riflette sul fatto che presunto legame tra il Vangelo di illustrata dell’alchimia, L’Airone pratica alchemica. L’elemento protagoni- l’Aurora Consurgens è stato un testo Giovanni e alcuni ambienti gnostici. Editrice, Roma 1995. sta è appunto l’alchimia che, come chiave per la cultura alchemica, ermetica 5 Il tema del rapporto luce- tenebre nella 6 Un testo esemplare in questo senso è il l’aurora, nasce dall’Oriente, terra della e neoplatonica di ispirazione cristiana, dottrina gnostica e la relazione tra filoso- notissimo trattato alchemico Aurora gnosi per eccellenza. L’alchimia, nel trat- alla quale il cardinale Alessandro fie di ispirazione gnostica e l’alchimia Consurgens ( un tempo attribuito a San tato, appare come un elemento in grado Farnese era molto legato a seguito della sono stati oggetto di ampi studi, la cui Tommaso d’Aquino). Uno dei codici di risvegliare l’anima divina universale sua formazione culturale e al suo ruolo di mole è ovviamente assai consistente. Per miniati di questa fondamentale opera annidata nella materia bruta. Estraendola “principe” della Chiesa ( cfr. De Pascalis, un primo, sommario orientamento pos- riporta l’immagine del cosiddetto dal torpore essa purifica la materia grez- Andrea, op. cit. pp. 57-72). sono risultare utili i testi seguenti: Jonas, “androgino alchimistico”, figura deri- za, permettendo all’anima di raggiungere Naturalmente, si tratta di una pura e sem-

47 Palazzo Farnese di Caprarola, Gabinetto dell’Ermatena: Mercurio e Atena.

Le vedute di paesaggi nel Palazzo Farnese di Caprarola

ancora una volta, la possibilità di Nella tradizione alchemica, accostare alla lettura ermetica delle Mercurio è talvolta associato sincre- “nozze alchemiche” quella specifica- tisticamente anche alla figura del mente cristiana, secondo la quale le Cristo Salvatore, soprattutto nell’am- nozze tra il Sole e la Luna sono figu- bito di un’assimilazione delle tre ra delle mistiche nozze tra Cristo- sostanze alchemiche di base ( Zolfo, Sole e Maria-Luna. Mercurio e Sale) alla Santissima La figura di Mercurio, in alchi- Trinità7. In ogni caso, il legame tra mia, è legata ancora una volta al tema figure del mondo mitologico e alchi- della fusione degli elementi, e quindi mia è ben vivo già nella cultura egizia- all’idea dell’ambiguità, della doppia na e in quella greca. Sviluppandosi natura e della dualità insita in tutti i nella cultura bizantina e medievale, processi naturali. Nell’ambito mito- questo aspetto raggiungerà l’acme logico, infatti, Mercurio è il dio un proprio nel Rinascimento. po’ ladro, ciarliero, imbroglione e, in Anche la figura alata con le torce definiva, ambiguo, come indica fiammeggianti, posta al centro dello anche la sacca che il dio porta con sé, schema figurativo della volta, assume a volte associata al furto. Questo un ruolo molto significativo. dualismo, tuttavia, lungi dal rimane- Nella pratica alchemica la fiamma re irrisolto, si ricompone in maniera purifica, rende le sostanze immuni da armoniosa e complementare nella scorie grezze e ne trasfigura l’essenza nima stanza del palazzo Farnese di figura del dio alato. La sostanza mer- all’interno del crogiuolo alchemico. Caprarola (il cosidetto “Gabinetto curiale è associata spesso anche Nel caso della Stanza dell’Aurora, il dell’Ermatena”, una piccola stanza all’argento vivo e i due elementi base fuoco delle torce assume una valenza adibita a studiolo privato). In que- della dottrina alchemica, “sulphur et anche e soprattutto simbolica, legata a st’ultimo caso, un livello di lettura mercurius”, sono simbolicamente una concezione basilare della filosofia più immediato ci riporta all’idea di rappresentati dai due serpenti attorci- ermetica. La luce delle torce, in effetti, fusione tra Sapienza (Atena) ed gliati al caduceo del dio. è in grado di allontanare il buio della Eloquenza (Mercurio). Tuttavia, La verga con i due serpenti retta notte spirituale, illuminando la mente un’interpretazione più profonda a da Mercurio è, in alchimia, il simbo- e portandola verso la luce dell’alba, livello alchemico vede allegorica- lo dell’unione delle due sostanze fon- che nel simbolismo ermetico è essen- mente, nell’unione delle due divinità, damentali, e strumento essenziale di zialmente una luce interiore prove- il processo di fusione di zolfo e mer- tutte le trasmutazioni alchemiche. niente dall’interno dell’anima purifi- curio, le due sostanze base, dette “dei La figura del dio è dunque letta cata. La mente raffinata in grado di saggi” o “dei filosofi” nel linguaggio secondo un’ottica dualistica, in cui cogliere il senso più riposto degli degli adepti. Messi assieme, tali ele- l’argento vivo è frutto della purifica- affreschi, così, viene simbolicamente menti sarebbero in grado di fornire zione e unione complementare delle “accesa” e illuminata dal fuoco dell’ energia per moltiplicare l’argento due sostanze base, una fissa e l’altra l’ispirazione divina, frutto della sacra (Luna) e l’oro (Sole). Interessante, volatile. scintilla da cui scaturisce la vera “Luce

plice ipotesi. chimia al dinamismo interno che caratte- nella Sala dell’Aurora si reggono appunto divino rappresentato dall’Aurora) e 7 Cfr. Hutin, Serge, La vita quotidiana degli rizza l’unione delle Tre Persone divine su uno schema “trinitario”di base, fondato Aurora (elemento simboleggiante la luce alchimisti nel Medioevo, Bur Rizzoli, nella Santissima Trinità, provando a con- sulla triade Notte (materia grezza, quindi divina e la condizione superiore dello spi- Milano 1997, p. 98. Nel Liber Trinitatis, ciliare il dogma trinitario con la disciplina elemento umano caduco), Figura Alata rito). Naturalmente, questo schema base è opera di un monaco alchimista tedesco del alchemica. A questo proposito, si può (elemento catalizzatore assimilabile a integrato dalle due importanti figure com- Medioevo, si cerca appunto di associare il notare che anche gli elementi principali Cristo, uomo e Dio allo stesso tempo, il plementari rappresentati la Luna e processo attivo di trasformazione dell’al- dello schema compositivo dell’affresco quale riconcilia la Notte con l’elemento Mercurio.

48 filosofica”. La figura alata funge quin- no, violetto, verde e nero. Tutti questi sonno, riprendendo quella caratteristi- di da catalizzatore, ed è portatrice di colori potrebbero appunto rifarsi alla ca tipica di molte stanze negli apparta- luce e di un fuoco spirituale, in grado teoria alchemica, data anche la parti- menti privati del Palazzo di Caprarola, di “accendere” allegoricamente colare attenzione al cromatismo del- in base alla quale i cicli decorativi l’anima facendola accedere alla fase l’affresco da parte di Annibal Caro. sono spesso legati all’uso pratico della dell’Aurora. Per cui i due poli opposti In particolare, i colori della Stanza stanza (nel caso, una camera da letto). (notte e giorno) trovano riconciliazio- dell’Aurora sembrano esprimere il Su questo sfondo si innesta poi un ne in questa tipica figura mediatrice, passaggio attraverso le fasi della significato morale e didattico, connes- che brandisce le torce con il loro fuoco nigredo, albedo e rubedo già citate in so con l’idea dello scorrere ciclico del purificatore ed è collocata, non a caso, precedenza. E’ quindi probabile che tempo, che rimanda direttamente alla giusto al centro dello schema compo- Zuccari, su suggerimento del Caro a meditazione sul significato della vita e sitivo. Il valore della figura del sua volta stimolato dal cardinal del suo evolversi; tema, questo, che Sole/Aurora, già esaminata in prece- Farnese, abbia usato le varie tonalità verrà pienamente sviluppato nel denza, in ambito alchemico è legato cromatiche per sottolineare ulterior- Seicento, in quelle meditazioni sulla soprattutto all’importanza del signifi- mente l’idea della purificazione del- vita e la morte così tipiche della cultu- cato della luce (Aurora) vista in rela- l’anima, già di per sé espressa allego- ra barocca. zione all’oro, metallo nobile che rap- ricamente da figure mitologiche e per- Un significato ancora più profondo presenta il prodotto finale della purifi- sonificazioni. Eliminando le scorie riguarda il livello alchemico – ermeti- cazione. La fase aurorale, lo si è già interiori si ottiene la purificazione del- co. In questo caso, il soggetto pittori- visto, ha un significato importante l’anima e si esalta l’elemento divino co esprime allegoricamente un proces- anche nella gnosi, nella cabala e nel- presente nell’essere umano (tema, so di purificazione mentale, l’ermetismo, culture alle quali quest’ultimo, tipicamente gnostico ma un’iniziazione spirituale che porta alla l’affresco di Zuccari verosimilmente si in qualche modo anche cristiano, conoscenza superiore e all’elevazione rifà. Nella tradizione ermetico-alche- come già detto in precedenza, anche se dello spirito e della coscienza umana mica l’Aurora indica, in generale, con chiavi di lettura ovviamente diver- tramite la riflessione ermetica. In rife- anche la “Sapienza filosofica”, e rap- se). Il tema dell’evoluzione interiore rimento all’alchimia, la purificazione presenta il culmine della fase della dell’anima, sottolineata anche tramite degli elementi è anche simbolo e figu- rubedo, che si pone come il momento l’uso di un’ampia policromia, si evi- ra della purificazione spirituale. più alto nel processo di illuminazione denzia soprattutto nel passaggio dal Nel passaggio dalla notte all’auro- spirituale dell’iniziato la cui mente, colore azzurro-violaceo della Notte a ra si evidenzia il percorso di purifica- depurata dalle scorie, è in grado di quello giallo-arancio dell’Aurora8. zione dell’anima dell’eletto, durante il arrivare a un livello di conoscenza quale avviene la metamorfosi rigene- superiore. SIGNIFICATO DELL’AFFRESCO: ratrice. Il succedersi delle tre fasi del UNA SINTESI GENERALE. giorno corrisponde all’evoluzione gra- I COLORI Alla luce di quanto detto in prece- duale dello spirito dal buio alla luce, Nel passo della lettera sopra citato denza, dunque, l’affresco principale dalla notte oscura all’alba, dove domi- appaiono molto interessanti le osser- nella Stanza dell’Aurora del Palazzo na alchemicamente e simbolicamente vazioni del Caro riguardanti l’uso dei Farnese di Caprarola può essere coe- l’oro, il metallo nobile per eccellenza. colori, alle quali Taddeo Zuccari è rentemente interpretato secondo una Le operazioni alchemiche avvengono invitato ad attenersi scrupolosamente. chiave di lettura per lo meno doppia, di solito nell’oscurità del laboratorio, Nella pratica alchemica l’uso dei colo- se non tripla. ed esprimono il desiderio di ristabilire ri è fondamentale, e assume una valen- Un’interpretazione abbastanza l’armonia nel rapporto materia–spirito za simbolica particolare. I colori utiliz- immediata è quella per cui le divinità tramite una ricerca individuale e soli- zati nell’affresco della Stanza classiche (Mercurio), la Luna e le per- taria. Il simbolismo alchemico presen- dell’Aurora abbracciano una gamma sonificazioni delle fasi del giorno te nell’affresco appare quindi come un vasta e simbolicamente significativa: (Notte e Aurora) sono elementi legati mezzo di riflessione utile per il rag- giallo oro, rosso, rosa, bianco, turchi- allo scorrere del tempo e al tema del giungimento della conoscenza filoso-

alcuni suggerimenti su come conservare andasse oltre il semplice scopo decorati- di rosso, volendo forse rappresentare il 8 Come esempio dell’uso di colori alche- meglio i colori che lui ha già fatto sten- vo. Orsini sembra non voler andare oltre sentimento dell’ira e gli effetti negativi di mici in opere artistiche potrebbe essere dere sulle sculture. A tale proposito, il desiderio di rendere il suo complesso tale sentimento sull’animo umano. Il citato quello del cinquecentesco Sacro Orsini invita Drouet a rivolgersi a dei ancora più originale, bizzarro e sorpren- pastorello innocente, al contrario, era Bosco di Bomarzo, in cui il principe Pier “distillatori”, termine con cui venivano dente, seguendo in questo i canoni più stato colorato di bianco. Il tema del rap- Francesco (Vicino) Orsini decise di far comunemente indicati gli alchimisti. Dal tipici del tardo manierismo. Tuttavia, è porto duale tra emozioni e sentimenti colorare le sue statue di peperino con una contesto, comunque, si deduce che le anche vero che i colori usati da Vicino contrastanti è, del resto, uno dei filoni vasta gamma di colori (bianco, verde, pratiche alchemiche di cui si parla nella possono avere un significato che oltre- conduttori nell’interpretazione del Sacro rosa, rosso, giallo e azzurro). In realtà, in lettera orsiniana avevano uno scopo pre- passa il semplice scopo decorativo ed Bosco, come testimonia anche il gruppo una lettera inviata all’amico Drouet il 9 valentemente tecnico, riguardante per lo estetico, soprattutto se si pensa che la scultoreo della Testuggine sormontata settembre del 1575 (cfr. Bredekamp più la conservazione e la durata del colo- loro stesura sulle statue sembra legata dalla Vittoria Alata, verosimilmente lega- Horst, Janzer Wolfram, Vicino Orsini e il re. D’altra parte, Vicino non specifica anche a riflessioni a carattere filosofico- to al motto morale augusteo “Festina Sacro Bosco di Bomarzo, Edizione con esattezza se i colori da lui già usati morale. Ad esempio, nel gruppo sculto- Lente” (cfr. M.Calvesi, Gli incantesimi dell’Elefante, Roma 1989, pp.266-267), fossero stati realizzati con procedimenti reo che raffigura il paladino Orlando nel- di Bomarzo, Bompiani, Milano 2000; in il signore di Bomarzo chiede all’amico, alchemici (sembrerebbe di no), e se aves- l’atto di squartare un povero pastorello, particolare, per l’uso dei colori a versato nelle conoscenze alchemiche, sero inoltre una valenza particolare che la statua di Orlando era stata tinteggiata Bomarzo si vedano le pp. 251-254).

49 Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dei Sogni: il Sogno di Giacobbe

Le vedute di paesaggi nel Palazzo Farnese di Caprarola

fica superiore; conoscenza che, tra l’altro, avviene spesso attraverso vie che superano le categorie di pensiero più strettamente aristoteliche, senza rinnegarle completamente, per attinge- re più direttamente alle fonti della filo- sofia neoplatonica. In questo senso il sonno – elemento chiave, dato anche l’uso pratico della stanza – assume il valore di momento topico nel processo rigenerativo dell’anima in quanto vei- colo del sogno, elemento che assume una certa importanza nella visione ermetico-alchemica e nella dottrina neoplatonica. Molto interessante, in questo senso, è la presenza negli appartamen- ti invernali del palazzo di Caprarola di una stanza (anch’essa, significativa- mente, una camera da letto), tutta dedicata al tema del sogno. L’elemento onirico come fonte di conoscenza ermetica è qui efficace- mente sintetizzato dal soggetto domi- nante sulla volta, il Sogno di Giacobbe. Tema ricorrente nell’ambi- to dei libri alchemici (come ad esem- pio il fondamentale Mutus Liber)9, il Sogno di Giacobbe si colloca in maniera molto coerente nella lettura alchemico-ermetica del ciclo decorati- vo delle stanze del palazzo di Caprarola, la cui analisi completa dovrebbe comunque essere oggetto di ulteriori approfondimenti10.

dentemente dominante, soprattutto se si ra ermetico-alchemica. Attribuita a un Adelphi Edizioni Milano 1998; per 9 Cfr. Hutin, Serge, op. cit., pp. 83-87. considera che una delle fonti letterarie frate Francesco Colonna veneziano, l’influsso dell’opera sulla realizzazione 10 Ad esempio, nel già citato Sacro Bosco primarie del percorso orsiniano è l’opera venne pubblicata nel 1499 presso del Sacro Bosco cfr. anche M. Calvesi, di Bomarzo, il tema neoplatonico del l’Hypnerotomachia Poliphili (“Pugna la prestigiosa tipografia veneziana di op.cit., in particolare pp. 72-79 e 122- sogno visto come fonte parallela di cono- d’Amore in Sogno di Polifilo”), - Aldo Manuzio (per l’edizione critica del 124, in cui viene sostenuta la tesi del- scenza e di esperienza sapienziale e, allo mente conosciuta come “Sogno di testo si veda Francesco Colonna, l’identificazione dell’autore del “Sogno stesso tempo, elemento di stravolgimen- Polifilo”. Si tratta di un’opera davvero Hypnerotomachia Poliphili, voll. 2, a di Polifilo” con Francesco Colonna, to delle categorie razionali appare evi- singolare, ricca di spunti legati alla cultu- cura di Marco Ariani e Mino Gabriele, signore di Palestrina).

50