La Stanza dell’Aurora PAOLO GASBARRI nel Palazzo Farnese di Caprarola. Un caso di decorazione alchemio-ermetica “Le foto utilizzate sono estratte dall’Archivio Passini e pubblicate su concessione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio del Lazio” Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dell’Aurora: particolare con il Carro dell’Aurora. IL CONTESTO STORICO-CULTURALE. 2 novembre 1562. L’umanista marchi- giano Annibal Caro scrive una lettera al conterraneo Taddeo Zuccari, pittore manierista ormai affermato fra i tanti artisti e decoratori che frequentano gli ambienti romani. I due stanno prestan- do la loro qualificata opera nella realiz- zazione delle decorazioni del Palazzo Farnese di Caprarola, sotto l’ala protet- tiva del munifico Alessandro Farnese, il “gran cardinale”, nipote di papa Paolo III. Personaggio colto e raffinato, amante delle arti e delle lettere con interessi anche nell’ambito dell’alchi- mia e dell’astrologia, il potente eccle- siastico ha ingaggiato dotti letterati, pit- tori e architetti, tra cui Jacopo Barozzi Cinquecento, si afferma tra alcuni Quattrocento e del Cinquecento, questo da Vignola, per la ristrutturazione e ecclesiastici che gravitano attorno alla modello costituirà un punto di riferi- l’abbellimento di una vecchia fortezza corte papale il forte desiderio di ritirar- mento ideologico essenziale per le militare farnesiana, iniziata nella prima si periodicamente in luoghi isolati, a grandi ville tardo-manieristiche del metà del ‘500 e rimasta incompiuta. contatto con una natura splendida in Lazio, legate a una committenza per lo E’ proprio grazie al Farnese che si svi- grado di favorire la quiete interiore e più ecclesiastica. luppa un grande progetto, stupenda- l’apertura della mente alla riflessione Indubbiamente, dall’elevata posi- mente realizzato in tutti i suoi aspetti, spirituale, alla meditazione e all’eserci- zione del palazzo-fortezza di Caprarola incentrato sull’idea di creare zio filosofico delle facoltà intellettuali. si gode di una bella vista del paesaggio un’imponente residenza sulle pendici Si tratta spesso di luoghi rievocanti circostante (monti, boschi e campa- dei Monti Cimini, a poca distanza da memorie legate all’antichità classica, gne), in cui spicca il profilo solitario del Roma. Il desiderio del cardinale veri e propri “ritiri” dove poter eserci- Monte Soratte (“luogo caro agli dei e Alessandro è quello di far edificare una tare la nobile arte della riflessione inte- alle dee”). Anche la Campagna roma- villa con giardini “all’italiana”, per riore sotto lo stimolo di un contesto na, ambiente deputato alla conserva- poter ritemprare lo spirito e il corpo in opportuno, naturale o ricreato ad arte. zione delle testimonianze materiali un luogo piacevole, lontano dalle fati- Si cerca la tranquillità personale per della Roma antica, non è poi così che della corte pontificia e dalla terribi- meditare sulle vicende umane e placare distante in linea d’aria; per cui, anche le calura estiva romana. il dissidio interiore dello spirito, rifa- grazie a questo rapporto con la natura e La tradizione filosofico-letteraria cendosi a un modello letterario classi- la classicità, diretto o idealmente da cui trae ispirazione il cardinale è cheggiante rielaborato spesso in mediato attraverso la pittura e la scultu- quella del “locus amoenus”. In effetti, un’ottica fortemente petrarchesca. ra, si sviluppa la tendenza ad armoniz- soprattutto nella seconda metà del Molto in voga tra gli umanisti del zare i cicli decorativi del palazzo con la 43 Palazzo Farnese di Caprarola, Sala di Ercole: Ercole che nuota nelle acque del lago di Vico. Le vedute di paesaggi nel Palazzo Farnese di Caprarola Caro, Onofrio Panvinio e Fulvio Orsini – appare certamente molto significati- va, e permette di aprire prospettive inte- ressanti sulla complessa ideologia sot- tesa al programma iconografico del palazzo-reggia di Caprarola. Tuttavia, come si vedrà più avanti, la cultura che anima il progetto del car- dinale non si fonda soltanto sull’uma- nesimo ispirato alla tradizione classica. Nella ricerca iconografica degli umani- sti che agiscono alla corte del cardinal Farnese a Caprarola, infatti, emerge anche una serie di riferimenti precisi a una tradizione non certo marginale nella cultura europea del tardo Cinquecento, quella ermetico-alchemi- ca. Quest’ultima, senza dubbio, è un elemento abbastanza diffuso nel baga- glio culturale di molti raffinati e colti patroni delle arti del Cinquecento, tra cui non pochi ecclesiastici. Come si natura esterna e il retaggio della cultura ricreata artificialmente tramite la “fal- vedrà, nel contesto del Palazzo Farnese antica. Le stanze interne, infatti, vengo- sificazione” artistica (il finto paesaggio di Caprarola, alchimia e pensiero erme- tico emergono come discipline cariche no affrescate spesso con raffigurazioni affrescato sulla volta, con Ercole che di profonde implicazioni filosofiche e di paesaggi e soggetti legati alla mito- nuota nelle acque del lago di Vico). sapienziali, coscientemente utilizzate logia greco-romana, non di rado volte a Questo tema della fusione tra artificio e come modelli ispiratori per le decora- esaltare allegoricamente la figura del natura, del resto, è tipicamente legato zioni pittoriche di alcune stanze partico- committente. Esemplare, in questo alla visione estetica tardo-manieristica lari. In effetti, come è ben noto, alchi- senso, è la decorazione che fa da sfon- che caratterizza anche altri complessi mia, ermetismo e astrologia conoscono do a una scena del mito erculeo nella del Viterbese, quali Villa Lante a una fase di straordinario sviluppo pro- Sala delle Fatiche di Ercole, riprodotta Bagnaia o il Sacro Bosco di Bomarzo. prio nel momento in cui la cultura dei sulla volta a botte della stanza. Qui, Comunque sia, nel progetto farnesiano Farnese raggiunge l’apice (soprattutto sullo sfondo del mito antico, si esprime volto a esaltare la tradizione classica a con i due Alessandro, papa Paolo III e l’idea del rapporto speculare tra Caprarola, la presenza di raffinati cul- suo nipote). In definitiva, appare evi- ambiente naturale esterno (il paesaggio tori dell’umanesimo alla corte di dente, in queste due figure chiave della reale che circonda Caprarola) e natura Alessandro Farnese – tra cui, oltre al famiglia, l’influenza delle sopra citate 44 forme di conoscenza “alternative” alla danti l’iniziazione spirituale e cultura ufficiale, mai scomparse dalla l’illuminazione interiore della coscien- tradizione occidentale. Senza dubbio, za: “I soggetti che’l cardinale m’ha la loro velata presenza nel ciclo decora- comandato ch’io vi dia per le dipinture tivo del palazzo di Caprarola veicola del palazzo di Caprarola non basta che significati più profondi rispetto a quelli vi si dicano a parole, perché, oltre mitico-letterari e didattico-morali, pur l’invenzione, ci si cerca l’attitudine, la di per sé molto interessanti, emergenti disposizione, i colori…quanto alla da una lettura immediata e più superfi- camera dalla volta piatta [la Stanza ciale. Sicuramente, nelle interpretazio- dell’Aurora, n.d.r] mi pare che, essen- ni del significato delle immagini deco- do ella destinata per il letto della pro- rative del palazzo l’aspetto polisemico pria persona di sua signoria illustrissi- risulta assai determinante: i livelli di ma vi si debbano fare cose convenienti significato sono spesso molteplici e al luogo e fuor dall’ordinario, così stratificati e, accanto a valenze più quanto all’inventione, come quanto 2 esplicite e facili da individuare, ne all’artificio” emergono altre più nascoste, la cui per- In queste parole di Annibal Caro si cezione è riservata solo a menti aperte legge la chiara volontà di guidare il pit- e in costante ricerca, come appunto tore, anche in questioni che normal- mente non sembrano rientrare diretta- quella del cardinal Farnese. mente nelle competenze di un uomo di Tra l’altro, nel caso del Palazzo lettere, come ad esempio l’uso dei Farnese di Caprarola, un filo condutto- Palazzo Farnese di Caprarola, Stanza dell’Aurora: figu- colori. Inoltre, agli occhi dell’umanista re costantemente presente è quello ra alata con torce. marchigiano, la decorazione della legato alle modalità armoniose e non Stanza dell’Aurora deve essere “fuori del cardinale e l’ingegno fervido di conflittuali con cui questa cultura dall’ordinario” e, di conseguenza, Annibal Caro. Quali sono, dunque, “alternativa” cerca di fondersi con la espressione di concetti che devono questi soggetti “fuori dall’ordinario”? visione cristiana e la filosofia neoplato- andare oltre una lettura meramente Vediamoli più da vicino, tenendo pre- nica che animano la vivace cultura del impressionistica e superficiale. sente che i riferimenti alla cultura “gran cardinale”1. Una stanza un po’ “speciale”, quin- ermetico-alchemica emergono soprat- di, utilizzata per il riposo notturno, tutto nell’affresco che campeggia nel- LA STANZA DELL’ AURORA magari preceduto da una meditazione l’ovale collocato al centro della volta. In quest’ambito, quindi, la già cita- solitaria. Nella decorazione delle stan- Di conseguenza, l’analisi iconografica ta lettera di Annibal Caro indirizzata al ze, le direttive generali date dal com- si concentrerà esclusivamente sulle pittore Taddeo Zuccari offre spunti mittente hanno sicuramente giocato un figure di quest’ovale che, del resto, interessanti e degni di riflessione. Vale ruolo di primo piano. Il Farnese affida sono evidentemente gli elementi prin- la pena esaminare un passaggio chiave alla sapiente mente di Annibal Caro la
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