Centro Studi Consiglio Nazionale Ingegneri

LA NOTA

Monitoraggio sulla legislazione, la giurisprudenza,

le disposizioni fiscali e previdenziali, gli indicatori economici attinenti la professione degli ingegneri

16 – 30 settembre 2008

Roma, ottobre 2008

LA NOTA 16-30 SETTEMBRE 2008

Riforma degli Ordini

Riformare gli Ordini professionali. È l'auspicio espresso dal presidente del Consiglio nazionale ingegneri, Paolo Stefanelli, a margine del suo intervento introduttivo ai lavori del 53° Congresso nazionale degli ingegneri italiani. Per Stefanelli dopo l'area giuridica, tocca a quella tecnica nel suo insieme (di cui quella ingegneristica è parte essenziale) superare regolamenti spesso obsoleti. Il Cni vorrebbe per gli Ordini tre competenze chiave: la gestione dell'aggiornamento professionale, la magistratura interna e infine una rivalutazione del ruolo degli ingegneri come "lavoratori".

Il sottosegretario alle infrastrutture, , con il suo intervento al Congresso nazionale degli ingegneri, sul ripristino dei minimi aboliti dal decreto Bersani del 2006, aumenta il pressing delle professioni tecniche. Che chiedono al governo, e in particolare al ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, un intervento rapido, senza aspettare la riforma delle professioni, ma da inserire in uno dei decreti legge che verranno approvati prossimamente dal Governo in tema di infrastrutture.

In attesa di una convocazione ufficiale da parte del ministro della Giustizia , geometri, periti agrari e periti industriali non stanno a guardare. E danno il via a un coordinamento unitario a tre che, nel rispetto di singole specificità e competenze, punti dritto a centrare obiettivi e risolvere problematiche comuni a 180 mila professionisti. Un coordinamento unitario, quindi, per il quale si sta mettendo a punto solo il regolamento che disciplinerà questioni di carattere meramente etico e che ha già attirato le attenzioni del guardasigilli che ha assicurato un incontro al più presto con i presidenti dei tre consigli nazionali. Ma soprattutto un coordinamento che punta dritto a un obiettivo: creare una casa per i laureati triennali che, con le necessarie distinzioni, chiarisca in modo definitivo la nuova posizione dei professionisti di I livello così come detta la disciplina. Specializzazioni (con 250 ore di formazione, un esame finale e nessuna riserva), società non di capitali e solo con altre categorie ordinistiche definite

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con regolamento. Sono le prime scelte compiute dal plenum del Consiglio nazionale forense che si è tenuto a Roma e che sta esaminando l'articolato di argomenti e istanze proposte da avvocatura e associazioni, ai primi di settembre, in vista di un elaborato condiviso di riforma dell'ordinamento che possa trovare posto nel pacchetto di riordino della giustizia, firmato dal Guardasigilli Angelino Alfano.

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Legislazione sui lavori pubblici, Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, appalti e opere pubbliche, società di ingegneria, valutazione di impatto ambientale, sicurezza nei cantieri, fisco professionisti, energia, ricerca e innovazione, altre professioni

Per quanto riguarda la legislazione sui lavori pubblici :

 dopo la firma del testo da parte del Capo dello Stato, l'11 settembre scorso, si è concluso l'iter approvativo del terzo decreto correttivo del Codice degli appalti e ormai resta solo il passaggio finale in «Gazzetta». Dalla pubblicazione scatteranno i 15 giorni di vacatio prima dell'entrata in vigore. Quindici giorni di cui le stazioni appaltanti potranno approfittare per svuotare i cassetti e mandare in pubblicazione i bandi pensati prima del correttivo. Anche perché dall'arrivo della riforma sarà necessario un lavoro di forte riscrittura dei documenti di gara. Basti pensare, ad esempio, ad alcune scelte fondamentali che prima l'amministrazione compiva proprio attraverso il bando nel sotto soglia, come nel caso delle offerte anomale. Ora la possibilità di procedere all'esclusione automatica è ridotta alle gare sotto un milione di euro per i lavori e sotto i 100mila euro per i servizi e le forniture. Allo stesso modo avendo eliminato nel caso di gare da aggiudicare con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, la possibilità per la commissione di fissare i criteri con cui procederà all'assegnazione dei punteggi minimi e massimi, diventa giocoforza necessario anticipare questa scelta sempre al momento di pubblicazione del bando;

 gli incarichi per le attività di collaudo delle opere, dei servizi e delle forniture sono da considerare veri e propri appalti di servizi e non collaborazioni, ai sensi dell'articolo 7, comma 6, del Dlgs 165/2001. I collaudatori esterni, pertanto, debbono essere individuati e incaricati, applicando le disposizioni del Dlgs 163/2006. Lo chiarisce l'articolo 2, comma 1, lettera b) del terzo decreto correttivo al codice dei contratti, che sta approdando in Gazzetta Ufficiale, che all'articolo 120 del codice stesso

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introduce il nuovo comma 2-bis. Tale ultima disposizione prevede che «nell'ipotesi di carenza di organico all'interno della stazione appaltante di soggetti in possesso dei necessari requisiti, accertata e certificata dal responsabile del procedimento, ovvero di difficoltà a ricorrere a dipendenti di amministrazioni aggiudicatrici con competenze specifiche in materia, la stazione appaltante affida l'incarico di collaudatore ovvero di presidente o componente della commissione collaudatrice a soggetti esterni scelti secondo le procedure e con le modalità previste per l'affidamento dei servizi; nel caso di collaudo di lavori l'affidamento dell'incarico a soggetti esterni avviene ai sensi dell'articolo 91 »;

 secondo quanto riportato da un articolo apparso su Il Sole 24 Ore , l'articolo 61 comma 8 della legge 133/2008, che riduce allo 0,5% dell'importo a base d'asta la misura massima dell'incentivo riconoscibile in caso di progettazione interna da parte degli uffici tecnici, si applica anche agli enti locali. Sulla norma si è sviluppato un aspro dibattito, volto a negarne l'applicazione nei Comuni. La tesi si fonda sul comma 17 dello stesso articolo, che dispone che i risparmi ottenibili dall'articolo 61 non debbono essere versati, nel caso di enti territoriali. Si effettua una lettura combinata dei commi 8 e 17 per giungere alla conclusione che gli enti locali in quanto esentati dal versamento dei risparmi allo Stato mantengono l'incentivo al 2%; in caso contrario si registrerebbe una contrazione dell'autonomia finanziaria riconosciuta costituzionalmente agli enti. Ad analoga conclusione giungono le organizzazioni degli uffici tecnici sostenendo la non applicabilità agli enti locali in quanto l'articolo 61 è inserito nel Capo I- Bilancio dello Stato. Queste tesi non possono trovare sostegno, secondo Il Sole 24 Ore , in quanto il comma 8 dell'articolo 61 è norma attuativa dell'articolo 92 comma 5 del Codice degli appalti, e come tale applicabile a tutte le pubbliche amministrazioni. Il comma 17 si limita a dettare l'esclusione del versamento allo Stato e non dà vita ad alcuna contrazione dell'autonomia, in quanto dispone che il risparmio vada a vantaggio dello stesso ente. Sempre secondo lo stesso articolo, la riduzione del compenso incentivante è operante a partire dal 1 ° gennaio 2009 e si applica a tutti i compensi comunque erogati, e non solo ai progetti avviati dopo questa data. La tesi contraria è, invece, sostenuta da una parte degli uffici che ribadiscono il principio generale del nostro ordinamento, quello della irretroattività della legge, ammessa comunque a precise condizioni, e per tale motivo la riduzione del comma 8 è, per tale orientamento, applicabile a partire dal 2009 solo per le attività poste in essere successivamente;

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 fra le attività della commissione giudicatrice indicate dal Dlgs 163/06 deve ritenersi incluso anche l'eventuale giudizio di equivalenza - anche se indirizzato sull'offerta tecnica dei partecipanti a una gara per l'affidamento di un servizio. Non è sufficiente per dimostrare l'illegittimità del provvedimento sostenere che le offerte - soprattutto quelle di natura tecnica, riguardanti le modalità di effettuazione del servizio - siano sempre suscettibili di valutazione differenziata sul piano qualitativo. La valutazione tecnica della commissione è una «operazione amministrativa di natura tecnica, caratterizzata da elevata discrezionalità». Questo è quanto emerge nella sentenza del Consiglio di Stato n. 4069/2008;

 l'espressione di un giudizio di irrilevanza su un reato in rapporto al requisito (di partecipazione a una gara d'appalto) della moralità professionale non può essere equiparata a una dichiarazione mendace, che di per sé giustificherebbe per legge l'esclusione dalla gara. In questi termini, il Consiglio di Stato (sentenza 2544/08) ha spiegato che in una gara d'appalto, e con riferimento alla dichiarazione circa il requisito della moralità professionale, il soggetto partecipante può legittimamente operare un « giudizio di rilevanza delle singole condanne subite e ritenere che i relativi fatti non incidano sulla moralità professionale »;

 i1 Durc è insostituibile negli appalti. Né può essere surrogato dalla dichiarazione sostitutiva da parte dell'interessato. Lo stabilisce il Consiglio di Stato nella sentenza n. 4035/2008.

Per quanto riguarda l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici :

 “non è vero che oggi abbiamo troppi soldi; la verità è che prima ne avevamo troppo pochi ”. Il consigliere Piero Calandra sintetizza così la recente storia finanziaria dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Valutazioni a parte, i numeri dicono che, grazie ai soldi della contribuzione dei vigilati, l'Authority dal 2006 a oggi ha avuto pochi problemi di liquidità, potendo contare su un budget da circa 50 milioni di euro contro i 20 scarsi del 2005. Un fiume di denaro che ha prodotto un aumento diffuso delle spese correnti (salite tra 2007 e 2005 di 14 milioni), ma non ha portato l'esplosione degli investimenti che ci si

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poteva attendere: la voce conto capitale al 2007 era cresciuta di appena 500mila euro rispetto ai dodici mesi precedenti. Il 2008, però, porterà una svolta: sono in cantiere acquisizioni di personale e forti spese alla voce informatica;

 una linea diretta con l'Autorità di vigilanza, un nuovo sito Internet e aggiornamenti in tempo reale su tutto ciò che riguarda l'andamento del mercato di lavori, servizi e forniture. Il Garante dei contratti pubblici sta per essere travolto da una rivoluzione telematica. Una rivoluzione ormai vicina al suo epilogo: per tutte queste iniziative non si andrà oltre l'inizio del prossimo anno. Per rispettare questi tempi il lavoro è partito da mesi. Esattamente dalla fine del 2007, data dell'arrivo a Roma di Nushin Farhang, dirigente generale della direzione Information technology. A lei il compito di ripensare tutta l'architettura dei servizi informatici legati all'Autorità.

Per quanto concerne gli appalti e le opere pubbliche :

 estate al rallentatore per il mercato della progettazione. Tra giugno e agosto si è bruscamente interrotta la tendenza di moderato recupero - rilevata nei primi cinque mesi dell'anno - nella domanda pubblica di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica. Dopo il crollo di giugno dell'importo totale delle gare indette nel mese (-70,7%), l'osservatorio Oice/Informatel ha registrato forti flessioni su base annua a luglio (-28,2%) e ad agosto (-21,9 per cento). Nei tre mesi si sono persi 117,2 milioni rispetto ai corrispondenti mesi del 2007, assorbendo quasi del tutto la crescita di 124,1 milioni realizzata tra gennaio e maggio;

 fine della linea morbida verso il Cipe e le grandi opere. Non sono quattro bocciature come tutte le altre quelle contenute in altrettante delibere della Corte dei conti datate 10 settembre 2008. Dal 2004 a oggi, infatti, sono solo due i casi nei quali la magistratura contabile ha negato il visto di legittimità a provvedimenti del Comitato per la programmazione economica. L'ultimo, sulla Verona-Fortezza, a febbraio di quest'anno. Un cambio di vento significativo, soprattutto se ne analizziamo le motivazioni. La Corte, infatti, se l'è presa con la prassi, fino a oggi molto diffusa, di avviare le opere senza una copertura finanziaria completa. E si è spinta più volte a fare

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valutazioni sul merito del progetto, che esulano dalla sua funzione tipica di controllore delle casse pubbliche. Tutti elementi che fanno presagire un futuro difficile per le opere della legge obiettivo, per le quali potrebbe prendere forma uno scoglio ulteriore, una Corte dei conti più rigida e meno disposta a «strappi» sulle modalità di finanziamento;

 il Ddl Finanziaria non contiene nessun rifinanziamento del fondo della legge obiettivo, nonostante il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, avesse chiesto 14 miliardi aggiuntivi in tre anni, di cui 4 miliardi nel 2009. Non solo: la Finanziaria taglia anche le risorse per gli investimenti stradali e ferroviari "ordinari". L'Anas contava per il 2009, in base alla Finanziaria scorsa, su 1.560 milioni, saranno invece 1.205 (nel 2008 c'erano 1.775 milioni, di cui 215 dal Dl 159/2007). Per Rfi erano previsti 3.500 milioni, saranno invece 2.362 (nel 2008 erano 3.351). Dunque: rispetto a previsioni per le infrastrutture pari a 9 miliardi di euro, la Finanziaria ne stanzia 3,5;

 il Governo punta a portare entro ottobre all'attenzione del Cipe il progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. La dichiarazione del ministro Altero Matteoli, che ha riavviato le procedure bloccate dal Governo Prodi, è esplicita: «Spero di portare nel mese di ottobre al Cipe il Ponte». E mentre si continua a valutare il peso di due anni di ritardo, il valore complessivo dell'opera non sembra destinato a mutare. I 6,1 miliardi inseriti nel Dpef e previsti dal piano finanziario non dovrebbero subire variazioni sostanziali secondo l'Anas, che detiene oltre l'81% del capitale sociale della società Stretto di Messina. La stessa che continuerà ad occuparsi della progettazione, della realizzazione e poi della gestione dell'opera. L'obiettivo è «arrivare alla cantierabilità nel 2010 e rientra in un programma di scadenze possibili che richiedono l'impegno di Anas, ma ovviamente il supporto del Governo» afferma Pietro Ciucci, presidente dell'Anas.

Per quanto riguarda le società di ingegneria :

 i1 sistema Italia dell'ingegneria guadagna spazio e visibilità nelle classifiche mondiali. A confermarlo sono le classifiche del settimanale statunitense Enr (Engineering News-Record) riferite al vertice dell'offerta

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di ingegneria pura e di costruzioni/ impiantistica. L'anno scorso il fatturato estero delle prime 200 international design firms (società internazionali di progettazione) ha raggiunto 43 miliardi di dollari e quello dei primi 225 international contractors (contraenti internazionali) 310,2 miliardi. Nelle classifiche di Enr il gotha italiano ritrova la visibilità e l'attenzione che merita: 22 realtà imprenditoriali italiane (erano 11 nel 2006, compresa Grandi Lavori Fincosit, non più in classifica) esportano lavori per 25.342 milioni di dollari arrivando a incidere per l'8,2% nel totale (cioè nelle esportazioni dei magnifici 225). L'Italia raggiunge così la quarta posizione in un mercato mondiale in cui primi sono gli Usa (con una quota del 13,8%) seguiti dalla Francia (12,5%) e dalla Germania (10,3). E mette a segno un exploit (dovuto anche a una più ampia adesione all'indagine di Enr) se si considera che, a consuntivo del 2006, l'Italia era solo ottava (con una quota del mercato mondiale del 3%).

Per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale :

 la commissione Via con gli stanziamenti del Dl 112, rischia di non superare il prossimo febbraio. Nonostante il carico di superlavoro che le è stato imposto dalla nuova linea del ministro dell'Ambiente, , i rubinetti dei fondi 2009 sono quasi asciutti. Per adesso sono stati previsti 2,3 milioni di euro. Che diventeranno al massimo 6,1. Anche se nello scorso anno la Commissione è costata circa 8,7 milioni e ne ha prodotti circa 12, grazie alla contribuzione delle imprese. Alla Commissione, con il Dl 112 che anticipa la Finanziaria, sono stati applicati tagli in linea con una qualsiasi amministrazione pubblica. Per il 2008 è stato previsto un tetto di spesa pari al 70% del budget 2007: esattamente 6,1 milioni di euro. La Commissione, però, non si regge con fondi statali, ma usa il ricavato dei contributi dei proponenti. Ogni impresa che sottopone i propri progetti alla Via versa un obolo pari allo 0,5% del valore del progetto. Una somma che negli ultimi anni ha viaggiato al ritmo di circa 12 milioni di euro, salendo oltre i venti ai tempi dei primi anni della legge obiettivo. Questo denaro passa dal ministero dell'Economia che ne trattiene una parte e finanzia la Commissione.

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Per quanto riguarda la sicurezza nei cantieri :

 sedici ore di formazione per migliorare la sicurezza sul lavoro. Ance, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno presentato nella sede Inail di Roma il sistema di formazione nelle costruzioni disegnato alla luce del nuovo contratto degli edili. Con una novità su tutte: l'obbligo di un corso di 16 ore al primo ingresso in cantiere, per combattere gli infortuni. Un fenomeno che, dicono i dati Inail, nei primi quattro mesi del 2008 ha registrato quasi 260 mila incidenti. «Nessuno potrà entrare in cantiere senza essere passato dalla scuola edile», le parole di Massimo Calzoni, presidente Formedil (l'Ente che si occupa della formazione nell'edilizia) fissano il paletto dal quale muove tutto il nuovo sistema. Dal prossimo primo gennaio, una volta individuato il nuovo assunto, l'impresa dovrà darne comunicazione alla scuola edile più vicina. In tempi brevi (l'obiettivo è un corso alla settimana) il lavoratore che prima di allora non è mai stato in un cantiere riceverà in due giornate i rudimenti in materia di sicurezza. I corsi saranno pensati con una serie di concetti facili, comprensibili anche per chi non conosce l'italiano. Alla fine del corso il lavoratore riceverà un "libretto formativo", che da quel momento in poi fotograferà le evoluzioni della sua formazione;

 per gli appalti superiori a 1,5 milioni di euro la Provincia di Milano si impegna a utilizzare solo l'offerta economicamente più vantaggiosa. È questo il primo degli elementi di novità di un protocollo di intesa che ha coinvolto anche le organizzazioni sindacali di categoria Fillea-Cgil, Filca- Cisl e Feneal-Uil e i costruttori con Assimpredil Ance firmato nei giorni scorsi a Milano per perseguire una maggiore sicurezza nei cantieri e il contrasto del lavoro nero. Il protocollo prevede anche che tra i criteri di valutazione dell'offerta sia assegnato un punteggio fino a 30/100 alle proposte migliorative dedicate alla sicurezza, alla gestione ambientale dell'attività di cantiere, al possesso di un organico minimo dell'azienda. I partecipanti alle gare dovranno dimostrare il possesso di un patrimonio netto relativo agli ultimi due esercizi pari al 7% della cifra di affari media annuale del medesimo periodo. Per la Provincia, che ogni anno pubblica circa 20 gare da oltre 1,5 milioni di euro, l'appalto assegnato al massimo ribasso non garantirebbe né la qualità dell'opera né la sicurezza dei lavoratori.

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Per quanto riguarda fisco professionisti:

 i contribuenti che hanno scelto il regime dei «minimi» conquistano la certezza sulla compatibilità del nuovo meccanismo di determinazione delle imposte in base alle regole comunitarie. Il regime italiano sui contribuenti minimi è stato, infatti, approvato dal Consiglio, con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2008. La decisione (in corso di pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea») autorizza la Repubblica italiana ad applicare una misura di deroga all'articolo 285 della direttiva 2006/112/Ce, che disciplina attualmente il sistema comune d'imposta sul valore aggiunto. La deroga era stata richiesta dall'Italia il 15 novembre 2007 ed è necessaria in quanto il regime dei cosiddetti contribuenti minimi, (introdotto, con decorrenza 1°gennaio 2008, dall'articolo 1, commi 96-117 della Finanziaria per il 2008 e attuato con il decreto 2 gennaio 2008) prevede, fra l'altro, che i soggetti interessati «non addebitano l'imposta sul valore aggiunto a titolo di rivalsa»;

 la targa esposta in uno studio professionale che indica il luogo di svolgimento dell'attività è soggetta all'imposta comunale sulla pubblicità. Lo stabilisce la Cassazione, con la sentenza 22572 dello scorso 8 settembre. Per i giudici, il presupposto dell'imponibilità « va ricercato nell'astratta possibilità di messaggio, in rapporto all'ubicazione del mezzo, di avere un numero indeterminato di destinatari ». Infatti, sono soggetti al prelievo tributario i messaggi esposti in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la cui finalità è promuovere la domanda di beni o servizi o migliorare l'immagine del soggetto pubblicizzato.

Per quanto concerne l’ energia :

 l'Italia dell'energia torna alla pianificazione dopo gli anni in cui le decisioni erano delineate non dai disegni della politica bensì dagli investimenti del mercato. L'ultimo Piano energetico nazionale (Pen) era del 1991 e aveva sancito il risultato del referendum nucleare dell'87. Da allora si è seguita la strada del mercato: privatizzazione dell'Enel, liberalizzazione del mercato elettrico e del gas, la scelta di quali centrali costruire in mano alle aziende elettriche. Ora il nuovo Pen potrebbe nascere in primavera con all'interno anche il programma nucleare, assicurano Berlusconi e il ministro dello

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Sviluppo economico . «L'obiettivo è portare il costo dell'energia sul livello degli altri Paesi europei», afferma Berlusconi. I punti cruciali del piano saranno «diversificazione delle fonti energetiche aggiunge il premier - sviluppo del nucleare, sviluppo delle energie rinnovabili e alternative». Scajola parla di un futuro contributo del 25% da fonti rinnovabili e di un 25% dal nucleare;

 sbloccare se stesso, e intanto sbloccare il Paese dei «no» alle infrastrutture energetiche. Con non poche difficoltà il Governo tenta di mettersi d'accordo al suo interno sulla corposa ricetta per l'energia annunciata con gli emendamenti al ddl "sviluppo" in discussione alla Camera, che il Governo ha cominciato a depositare alla spicciolata. Intanto il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola promette di sbloccare i meccanismi delle opposizioni locali e tutte le nuove infrastrutture energetiche. Ci sarà una nuova revisione del Titolo Quinto della Costituzione per restituire allo Stato centrale il timone delle regole e delle procedure autorizzative. Ma i tempi non sono immediati e nel frattempo « istituiremo già nei prossimi giorni una cabina di regia con le Regioni, per uniformare le procedure e porre fine all'incertezza normativa » promette Scajola.

Per quanto riguarda la ricerca e innovazione :

 in ritardo rispetto alla tabella di marcia ma con una prima risposta positiva che arriva dal mondo delle imprese. Parte così " Industria 2015 ", il programma di agevolazioni all'innovazione tecnologica lanciato dal precedente Governo e portato avanti, con alcuni correttivi, dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Dopo un’attesa più lunga del previsto per vederli pubblicati, le aziende e i centri di ricerca hanno risposto ai primi due bandi - Efficienza energetica e Mobilità sostenibile - con progetti che potrebbero mettere in moto complessivamente investimenti per 3,1 miliardi di euro. Sono 1.690 le imprese e i centri di ricerca che hanno presentato in tutto 42 progetti: sembra funzionare la formula del partenariato, posta come condizione di base per l'accesso ai fondi.

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Per quanto concerne le altre professioni :

 il Sole 24 Ore e Italia Oggi di sabato 27 settembre 2008 hanno pubblicato due articoli in cui si esponevano i risultati dell’indagine realizzata dal Centro studi CNI sul riconoscimento delle qualifiche per i professionisti stranieri nel 2007;

 i consulenti del lavoro chiederanno di poter fare i conciliatori e gli arbitri nelle controversie tra datori e lavoratori. Il presidente del Consiglio nazionale, Marina Calderone, presenterà la richiesta durante l'incontro con il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. In concreto si tratta di prevedere questa possibilità nel disegno di legge 1441 che riforma il processo del lavoro. E’questo il risultato più importante raggiunto dall'assemblea dei Consigli provinciali degli Ordini che si è svolta all'Auditorium di Roma;

 «Ho lanciato un altro sasso nello stagno. Ma vedrete che i primi ad essere d'accordo saranno quelli bravi. Avranno tutto l'interesse a mettersi su internet », è sicuro , il ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione. Dal prossimo anno il ministero per la Pubblica Amministrazione renderà pubblici i curriculum e gli score dei medici chirurghi. « Voglio mettere in rete i risultati di tutti i professionisti, non solo della sanità ma anche maestri, funzionari. Se posso sapere tutto su yogurt e merendine non capisco perché non dovrei poter valutare chi mi metterà le mani addosso ».

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