«È Dunque Vano Il Tuo Nome, Patria?» Luigi Capuana, Uno Scrittore “Politico”
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA CULTURA, DELL‟UOMO E DEL TERRITORIO DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA (STORIA DELLA CULTURA, DELLA SOCIETÀ E DEL TERRITORIO IN ETÀ MODERNA) XXIV CICLO ______________________________________________________________________________ SALVINA ROSARIA AGRIPPINA MONACO «È DUNQUE VANO IL TUO NOME, PATRIA?» LUIGI CAPUANA, UNO SCRITTORE “POLITICO” ______ TESI DI DOTTORATO DI RICERCA ______ Coordinatore: Chiar.mo Prof. Enrico Iachello Tutor: Chiar.mo Prof. Antonio Di Grado TRIENNIO ACCADEMICO 2008 - 2011 INDICE INTRODUZIONE «E FUI LIETISSIMO DI SENTIRMI SICILIANO…» ………….………….…p. 4 CAPITOLO PRIMO DALL‟ISOLA SOTTO INCHIESTA ALL‟ISOLA DEL SOLE I.1. La Destra alla guida dell‟Italia unita…………………………………………p. 13 I.2. La rivolta di Palermo………………………………………………………..p. 17 I.3. L‟inchiesta Pisanelli-Fabrizi e il «governatorato» del generale Medici……..…p. 20 I.4. L‟ultimo decennio della Destra: la Sinistra si prepara ad assumere la guida del Paese………………………………………………………………...……………..p. 25 I.5. Le elezioni del 1874 ……………..………………………………………….p. 31 I.6. Villari e Le lettere meridionali……………………………………...…………..p. 34 I.7. I provvedimenti «straordinari» di Pubblica Sicurezza del 1875………...…….p. 39 I.8. L‟inchiesta parlamentare Borsani-Bonfadini ………………………………..p. 43 I.9. L‟inchiesta privata di Franchetti e Sonnino……………………………….....p. 52 I.10. Luigi Capuana e la difesa dell‟Isola del sole…………………………………..p. 65 CAPITOLO SECONDO TRA MERIDIONALISMO E VERISMO: CAPUANA E IL BASSO POPOLO SICILIANO II.1. Da Villari alla «Rassegna Settimanale»: l‟urgenza della questione meridionale………………………………………………………………………...p. 73 II.2. Uno studio del mondo contadino: l‟Inchiesta Jacini………………………..p. 78 II.3. Le lacrime delle cose: tra naturalismo e verismo ………………………………p. 82 II.4. L‟«opera livellatrice della società» ..........................................................................p. 90 II.5. Della “rassegnazione orientale” ovvero I contadini siciliani di tempo fa ……....p. 100 II.6. Il contadino “verista”: dall‟interesse folcloristico al racconto della verità memoriale……………………………………………………………………..….p. 104 II.7. Il mondo popolare nella produzione novellistica capuaniana…….………..p. 113 CAPITOLO TERZO CAPUANA, UN “POLITICO” DELL‟ITALIA UNITA III.1. La Sinistra al potere. Il nuovo ruolo della Sicilia………………………... p. 134 III.2. Da Dogali ad Adua: il decennio crispino……………………………....... p. 138 III.3. «È dunque un vano nome il tuo, Patria?» ……………………………… .p. 148 III.4. Da Capuana crispino a Capuana orfano di Crispi………………….…… p. 162 CAPITOLO QUARTO IL PROCESSO PALIZZOLO OVVERO DELLA SICILIA OFFESA: DALL‟ISOLA DEL SOLE AL COMITATO «PRO SICILIA» IV.1. Il processo Palizzolo…………………………………………………… p. 179 IV.2. Un delitto di mafia: il caso “politico” di Emanuele Notarbartolo……...…p. 184 IV.3. La Sicilia indignata: il Comitato pro Sicilia……………………………….p. 194 IV.4. Pitrè e la mafia…………………………………………………………..p. 202 IV.5. Da Pitrè a Capuana: per una lettura sicilianista della mafia……………….p. 208 IV.6. A proposito… del processo Notarbartolo…………………………………p. 218 BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………….. p. 222 INTRODUZIONE «E FUI LIETISSIMO DI SENTIRMI SICILIANO…» […] ebbi vivissima coscienza della profonda radice che l‟amore della patria ha nel nostro cuore apparentemente scettico e distratto, e fui lietissimo di sentirmi siciliano assai più che non credevo. Luigi Capuana, La Sicilia e il brigantaggio, 1892 Nel 1893, il cinquantaquattrenne Luigi Capuana, 1 in piena maturità artistica e di pubblico riconoscimento, cominciò la scrittura di un‟autobiografia giovanile, che avrebbe dovuto intitolarsi Memorie d‟infanzia e di giovinezza, e per la quale da tempo riordinava appunti e ricordi. L‟opera rimase però incompiuta: usciti sulla «Gazzetta letteraria», nell‟autunno di quell‟anno, i primi quattro capitoli, videro questi una 1 Luigi Capuana nacque a Mineo, in provincia di Catania, il 29 maggio 1839, primogenito di una numerosa famiglia di medi possidenti terrieri. La figura più importante e, insieme, più temuta della sua infanzia fu lo zio paterno, il canonico Antonio, che si preoccupò pure della sua primissima formazione culturale; questa venne poi proseguita presso il Real Collegio borbonico di Bronte e si concluse con i due anni di studio presso la Facoltà di Giurisprudenza, a Catania, a cui si era iscritto per espressa volontà dello zio, ma che abbandonò – senza avere peraltro ottenuto alcun risultato – già nel ‟60. All‟interruzione degli studi giuridici – per i quali non si era mai sentito portato, essendosi ormai palesata la passione letteraria – seguì il ritorno a Mineo, dove la sua formazione continuò, in modo, a dire il vero, dissennato, da autodidatta. Il ritorno al paese natio corrispose con il momento più alto dell‟azione garibaldina, a cui si unì, parteggiando però – come avrebbe lui stesso testimoniato anni dopo – per il cavouriano La Farina. Dopo questa prima esperienza politica, che lo vide direttamente coinvolto (fu, infatti, segretario del Comitato insurrezionale e cancelliere del nuovo Consiglio civico), intensificò la propria attività letteraria, che pure continuava a lasciarlo scontento per i limiti culturali in cui si sentiva irretito: fattosi sempre più strada il desiderio di fuga, riuscì a realizzare il suo sogno anche grazie alla complicità del suo mentore di quegli anni, lo studioso acese Lionardo Vigo: nel 1864 giungeva infatti a Firenze, novella capitale dell‟Italia ormai unificata, e lì, in un ambiente ricco di stimoli culturali, avrebbe preso anche avvio la sua attività letteraria, liberatasi finalmente dai retaggi romantici della provincia. 4 pubblicazione postuma e rimaneggiata (per motivi pedagogici), solo nel 1922, per i tipi dell‟editore Sandron di Palermo, dal titolo Ricordi d‟infanzia e di giovinezza.2 La Finocchiaro Chimirri – che nel 1972, ovviando ai molti interventi del testo sandroniano, si preoccupò di restituire l‟edizione originale dell‟opera – in essa vedeva, oltre all‟evidente motivo di interesse biografico, soprattutto un ulteriore tentativo dell‟autore di mostrare, «in presa diretta», la vita della propria gente nella lontana provincia siciliana nella quale era nato, per una volontà di riproduzione pienamente ed esclusivamente inscrivibile nell‟ambito di quella produzione verista da lui per primo abbracciata. 3 Ma la considerazione della data di pubblicazione di quei primi capitoli autobiografici sul settimanale torinese, cioè il 1893, venendosi a porre tra due opere tanto significative nella produzione saggistico-commemorativa capuaniana – La Sicilia e il brigantaggio,4 del 1892, e La Sicilia nei canti popolari e nella novellistica contemporanea,5 del 1894 – non può non destare il dubbio che una continuità, per così dire, di “intenti” corra, come sottile filo rosso, fra tutte. Sono, quella del 1892 e quella del ‟94, due opere profondamente “siciliane”, per oggetto di interesse e per prospettiva adottata. La Sicilia e il brigantaggio rappresentava l‟accorata difesa dell‟Isola da parte dello scrittore che, nostalgico della propria terra da cui era lontano da anni, provava dolore e indignazione di fronte al riproporsi dei «soliti luoghi comuni» per i quali la Sicilia continuava a essere giudicata barbara e primitiva; e, se era grave che pesanti critiche venissero dai giornali stranieri, ancora più grave era che l‟Italia le fomentasse per mezzo di opere come l‟inchiesta del 1876 di Franchetti e 2 L. Capuana, Ricordi d‟infanzia e di giovinezza, in «Gazzetta Letteraria», Torino, 30 settembre-21 ottobre 1893; pubblicato postumo (con interventi correttori) Palermo, Sandron, 1922; ora Id., a c. di G. Finocchiaro Chimirri, in «Le ragioni critiche», a. II, n. 3, genn-marzo 1972. I quattro capitoli scandivano altrettanti periodi dell‟infanzia dell‟autore: cap. I, 1839-45; cap. II, 1846-47; cap. III, 1848-49; cap. IV, 1850-52. 3 Cfr. G. Finocchiaro Chimirri, I «Ricordi d‟infanzia e di giovinezza» di Luigi Capuana nell‟edizione originale del 1893, in «Le ragioni critiche», cit., pp. 34-5. Già solo la prospettiva assolutamente e scientemente soggettiva della narrazione rende poco plausibile una lettura in chiave veristica. 4 L. Capuana, La Sicilia e il brigantaggio, Roma, «Il Folchetto», 1892; poi in Id., L‟isola dei sole, Catania, Giannotta, 1898; rist. Id., L‟isola del sole (La Sicilia e il brigantaggio), introduz. di R. Ciuni, Palermo, EDRISI, 1977; poi in Id., L‟isola del sole, a c. di M. Freni, Verona, Edizioni del Paniere, 1988; fra le edizioni più recenti, ricordiamo Id., La Sicilia e il brigantaggio, introduzione di C. Ruta, Palermo, Edi.bi.si., 2005; e in Id., L‟isola dei sole, introduzione di N. Mineo, Caltanissetta, Edizioni Lussografica, 1994. Da quest‟opera si cita. 5 L. Capuana, La Sicilia nei canti popolari e nella novellistica contemporanea, testo della conferenza letta il 12 maggio 1894 nella sala del Liceo Musicale di Bologna a beneficio del Comitato Bolognese della Società Dante Alighieri; pubblicato in opuscolo, Bologna, Zanichelli, 1894; poi confluito, con qualche espunzione, in Id., L‟isola dei sole, Catania, Giannotta, 1898; ripubblicato, nella forma integrale, in Id., Verga e D‟Annunzio, Bologna, Cappelli, 1972, a c. di M. Pomilio; poi in Id., L‟isola del sole, a c. di M. Freni, Verona, Edizioni del Paniere, 1988; ora in Id., L‟isola del sole, introd. di N. Mineo, Caltanissetta, Lussografica, 1994. Dall‟edizione curata da Pomilio si cita. 5 Sonnino6 i quali, presumendo di fondare le proprie valutazioni su parametri scientifici, avevano finito con il dire eccezionali mali