COMITATO PROVINCIALE C/o Pro Loco Via Dante, 2 - 94010 – Calascibetta (EN) [email protected] | www.unplienna.it

Piazza Vittorio Emanuele, 2 Chiostro Santa Maria di Gesù 94016 Pietraperzia (EN) [email protected]

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Progetto “Itinerari e prodotti tipici nei tre Valli”: Promozione & Fruizione” - Finanziato ai sensi della misura 313. Azione B “Servizi per la fruizione degli itinerari rurali” del PSR SICILIA 2007-2013, GAL “Rocca di Cerere”.

Il territorio del Gal Rocca di Cerere

Il territorio del “GAL Rocca di Cerere” comprende 16 Comuni: , , , , Calascibetta, , Enna, , , , , Pietraperzia, , Santa Caterina Villarmosa, , ed è racchiusa da una sorta di perimetro montuoso, costituito dalle estreme pendici meridionali dei Nebrodi, delle Madonie a Nord e dai rilievi degli Erei, che ne occupano gran parte della superficie. Il comprensorio del “GAL Rocca di Cerere” offre allo sguardo un paesaggio decisamente ricco di suggestioni, costellato da catene montuose, valloni, fiumi, laghi, antichi centri arroccati e colline che degradano dolcemente verso le estese pianure del catanese. Nella zona sorgono alcuni fra i comuni più alti sul livello del mare, a partire da Enna che con i suoi 900 metri è il capoluogo più alto d’Italia. Con oltre 1200 metri sul livello del mare, Troina, invece, è uno dei comuni più alti della Sicilia. La parte centro-orientale del comprensorio è costituita da un’ampia fascia della piana di Catania: zona, nei pressi di , che è coltivata in parte ad agrumi. Nella valle del fiumi Dittaino, invece, sono sorte varie attività produttive agricole ed alcune piccole industrie

Comune di Pietraperzia

POPOLAZIONE: 7.088 ab. SUPERFICIE: 118,11 KMQ DISTANZA DAL CAPOLUOGO: 35,1 KM NOME ABITANTI: Pietrini CODICE DI AVVIAMENTO POSTALE: 94016 COORDINATE GPS: DD: 37,4210° latitudine - 14,1379° longitudine DMS: 37° 25’ 15,60’’ N - 14° 8’ 16,44’’ E

Come si arriva

IN AUTO: da Enna: Prendere SP 29 in direzione SS 117bis. Continuare per SP 122, SS 626 e Raccordo di Pietraperzia. da Palermo: Prendere E 90 fino a Scillato. Imboccare SP 24 e SS 120 in direzione A 19. Prendere l’uscita per e proseguire per SS 626. Uscire a Pietraperzia. Da Catania: Imboccare A 19 in direzione Palermo – Catania. Uscire a Caltanissetta e proseguire per SS 626. IN TRENO: Arrivare alla Stazione Centrale di Caltanissetta (distante 18,7 km da Pietra- perzia) e proseguire con mezzi. IN PULLMAN: Prendere autobus SAIS Trasporti con fermata a Pietraperzia. IN AEREO: Arrivare all’aeroporto internazionale “Falcone Borsellino” di Palermo o “Vincenzo Bellini” di Catania e proseguire con autobus, treno o taxi.

Il territorio del Gal Rocca di Cerere

Nelle vicinanze

Natura distanza Valle del Salso () 27,1 Km

Lago Soprano (Serradifalco) 31,9 km

Lago di Pergusa (Enna) 32,8 km

Riserva Naturale Scaleri (Santa Caterina Villarmosa) 39,5 Km

Cultura Museo Bellico (Barrafranca) 13,7 Km

Zona Archeologica Vassallaggi (San Cataldo) 22,8 Km

Castello di Mazzarino (Mazzarino) 27 Km

Villa del Casale (Piazza Armerina) 32,4 Km

Castello di Lombardia (Enna) 35,1 km

Castello di Sabuci (Delia) 36,6 km

Museo Etnoantropologico (Sommatino) 38,6 km

Divertimento Centro Commerciale Il Casale (San Cataldo) 21,8 Km

Parco Acquatico Euro Park (San Cataldo) 27,8 km

In Centro

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9 8 7

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3 2

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Il nostro giro turistico inizia dalla Chiesa S. Maria di Gesù (punto 1) sita in Piazza Vittorio Emanuele. La costruzione della basilica risale al XVI secolo anche se è stata ricostruita nel secolo successivo. Venne istituita come parrocchia nel 1951. Al suo interno vi sono: due bellissime tele del Vaccaro risalenti al Settecento; il pregiato crocefisso ligneo attribuito a frate Umile da Petralia; il tronetto della Madonna delle Grazie restaurato di recente. Di grande importanza è l’altare maggiore in marmo policromo posto tra due colonne corinzie che racchiudono, tra l’architrave e il timpano in stucco, la statua della Madonna Immacolata risalente al 1700. Nella sacrestia vi sono un preziosissimo armadio in legno intarsiato e un dipinto su ardesia della Madonna dell’Itria. Sempre nella stessa Piazza è possibile trovare il maestoso Teatro Comunale (punto 2). Costruito nei primi anni del 1900, il teatro divenne un punto d’incontro culturale degli intellettuali locali e dei paesi più vicini. La struttura ha una forma rettangolare occupata da una parte da un ampio palcoscenico e dall’altra da una platea a forma di ferro di cavallo su cui si disponeva il pubblico; la platea era sovrastata da uno o due ordini di palchi finemente decorati da artigiani molto esperti. All’esterno, gli artigiani locali, soprattutto gli scalpellini, diedero alla facciata un aspetto architettonico pregevole con maschere sceniche scolpite su pietra arenaria locale, sopra ad ogni ingresso. Il teatro ospitò compagnie teatrali, quali quelle di Angelo Musco e Giovanni Grasso, all’epoca di grande risonanza. Durante il fascismo venne adibito a cinema e negli anni Settanta venne predisposto un progetto per riportarlo agli antichi splendori. Incastonato tra la Chiesa Santa Maria di Gesù ed il Teatro Comunale è situato il Chiostro (punto 3). Edificato nel 1600 ad opera dei frati francescani, vanta ancora oggi il primo dei suoi due cortili interni, col colonnato originale e una varietà di affreschi che riproducono la vita dei Santi. Nel corso degli anni il Chiostro è stato adibito a vari usi, tra cui quello di scuola fino alla seconda metà del XX secolo, ed è oggi sede della Pro Loco che lo utilizza e lo mette a disposizione per ogni tipo di manifestazione: conferenze, teatri, corsi, spettacoli e riunioni. Continuiamo il nostro giro turistico camminando per 260 metri su Largo San Rocco e Via Barone Michele Tortorici sino a raggiungere Piazza Matteotti dove si erge la Chiesa del Rosario (punto 4). La sua costruzione risale ad un periodo anteriore al 1500; nel 1521 Matteo Barresi fece costruire accanto alla Chiesa il Convento di San Domenico ed i Padri Domenicani. Durante la permanenza dei Barresi, essi commissionarono una bella statua della Madonna del Rosario. La basilica è opera di architettura classica e, per la sua spazialità della pianta centrale, è considerata la più bella chiesa di Pietraperzia. Accanto alla Chiesa del Rosario si innalza il Convento Dominicano (punto 5) in stile gotico e risalente al XVI secolo. Dopo l’espropriazione da parte del governo, fu ristrutturato e ceduto in affitto al “Circolo dei Galantuomini”, un’associazione della borghesia locale sorta dopo il 1870. Divenuto simbolo della Borghesia imperante, durante la rivolta dei Fasci Siciliani del 1890, venne dato alle fiamme e tutti gli arredi andarono perduti. Ristrutturato nuovamente, oggi è adibito a Palazzo Municipale, sede degli uffici comunali e mostra ancora una bellissima e suggestiva facciata in pietra locale rossa. Di fronte al Convento Dominicano, sempre su Piazza Matteotti, è possibile ammirare dall’esterno anche Palazzo Tortorici (punto 6). L’unica famiglia nobiliare ancora esistente a Pietraperzia, quella del Barone Tortorici, vanta svariati possedimenti nel centro abitato e nelle campagne pietrine, tra cui questo bellissimo Palazzo. Esso, in stile gotico, è stato progettato dall’architetto Basile e costruito, verso la fine degli 1880, utilizzando la pietra arenaria rossa. Proseguendo la salita e superando Piazza Matteotti, dopo una curva, raggiungiamo la Chiesa Santa Maria Maggiore (punto 7). Edificata in primo momento nel XIV secolo ad opera di Matteo Barresi, venne ricostruita, a seguito di un terremoto, dall’architetto Pietro Trombetta. La sua ricchezza sta nelle tombe dei maggiori ed ultimi esponenti della famiglia Barresi: Pietro, Laura e Dorotea. Sotto la Matrice nella parte destra vi è La Caterva, che in origine era la cripta della vecchia parrocchia; il nome e lo stile richiamano il periodo greco- bizantino. Originariamente questa cripta era chiamata delle “anime sante” e si venera ancora un “Crocifisso” di stile bizantino. La Chiesa La Caterva è aperta solo durante il mese di Maggio. Alle spalle della Chiesa Santa Maria Maggiore, in Via del Carmine, si trova il Palazzo del Governatore (punto 8). Risalente al XVI secolo, di stile rinascimentale, si distingue per i suoi ricchi balconi sostenuti da blocchi in pietra rossa antropomorfi e sorge in via del Carmine. Accanto al Palazzo si erge la Chiesa del Carmine (punto 9) costruita nel 1300. Essa ospita un crocefisso, l’urna del Cristo, una magnifica cornice antica e alcune statue lignee. Proseguiamo la nostra passeggiata per 140 metri fino a giungere in Via Castello in cui è sito il Castello Barresi (punto 10) che rappresenta il monumento più noto e più ricercato di Pietraperzia. Sorge su di una rupe calcarea ed è collocato a 549 metri sul livello del mare. Esso fu costruito dai Normanni, tra il 1067 e il 1091.

Fuori dal Centro

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A bordo della nostra automobile raggiungiamo contrada Cava, distante solo 4 km dal centro storico, in cui è sito il Santuario della Madonna della Cava (punto 11). L’origine storica del Santuario è collegata alla Santa Immagine, in esso venerata. L’immagine fu ritrovata prima del 1223 da un muto trapanese che, recatosi nelle vicinanze di Pietraperzia, scavò e trovò la Santa Immagine ed immediatamente ottenne la parola. La Chiesa fu costruita alla fine del 1600 ad opera di persone facoltose; successivamente le offerte dei fedeli hanno permesso di rimetterla a nuovo. Sull’altare troneggia l’immagine della Madonna (da poco restaurata) consistente in un parete di pietre in cui è dipinta Maria Santissima della Cava. La Madonna è collocata su un trono artisticamente intagliato, in legno cipresso e dorato con oro zecchino, opera di antichi artisti. Di rilievo artistico sono: il piedistallo in alabastro dello sculture Gagini, e gli stucchi dell’artista Fantauzzo.

Sentieri naturalistici

Monte Cane

Il territorio di Pietraperzia è ricco di paesaggi naturali intatti, di rara e originale bellezza, pertanto i sentieri naturalistici percorribili sono davvero tanti. Possiamo, quindi, decidere di intraprendere tre diversi sentieri. Iniziando dalla parte alta del paese, in direzione Nord, ci immergiamo nella natura offerta dal demanio forestale che giunge fino all’incantevole fiume Himera. Nei dintorni del fiume sono davvero tante le specie floristiche e faunistiche che hanno trovato il proprio habitat naturale in loco. Andando in direzione Est del paese, partendo dal centro abitato (anche a piedi), veniamo accompagnati da uno spettacolo misto di natura, archeologia e cultura, che passa dal “trono” in pietra di Balate, giunge allo straordinario panorama di Monte Cane con le sue antiche Miniere di zolfo, per arrivare alle capanne preistoriche del sito di Tornambé, passando per un costone roccioso di inattesa meraviglia e godendo della visuale a strapiombo sul fiume e sulla “fastuchera”. Se invece intraprendiamo il percorso in direzione Sud del paese, durante la nostra escursione incontreremo alcune fornaci di gesso (Carcare), la piramide-ziggurat e la Tenuta Baronale di Vignagrande; i più coraggiosi potranno recarsi all’avio pista in cui sarà possibile ammirare dall’alto ciò si è goduto durante questa speciale passeggiata.

Curiosità

Piramide Sicana

A Pietraperzia, nell’altopiano Cirummeddi (Cerumbelle), si innalza una peculiare struttura piramidale, alta 12 metri e di grande interessere storico-culturale; questa è la Piramide Sicana. Si pensa che venne costruita nell’età Neolitica per adorare il dio sole, anche se nel Medioevo la struttura subì importanti cambiamenti. La planimetria della piramide si estende per 55 metri di lunghezza e 30 metri di larghezza; il progetto si basava essenzialmente su due figure geometriche: il cerchio ed il quadrato, infatti la base si dispone lungo una circonferenza nel quale sono stati costruiti i piani superiori in forma rettangolare. La struttura è composta da quattro scale, ognuna ricavata su uno dei suoi quattro lati, fino a giungere la sommità dove emerge una sorta di trono estratto dalla roccia. I lati della costruzione sono perfettamente orientati verso i quattro punti cardinali, motivo per cui molti studiosi pensano sia stata edificata nel Medioevo, mentre altri che sia stata ristrutturata nel Medioevo, in quanto tale orientamento era tipico di quell’epoca. L’esploratore Thor Heyerdahl nel 2000, vistando questa bellezza dichiarò che sicuramente era stata sede di un culto solare, paragonandola ad una vera e propria ziggurat mesopotamica. Il motivo per cui tale piramide prende il nome di Sicana è riferibile all’ipotesi più accreditata secondo cui la struttura risale al 3000 a.C. per opera dei Sicani.

La Piramide Sicana.

Scorcio del campanile, Pietraperzia.

Cenni storici

Pietraperzia è una graziosa cittadina medioevale posta a 476 m. sul livello del mare, distante appena qualche km da Caltanissetta, ma in provincia di Enna. Le sue origini risalgono a tempi lontanissimi. Il primo insediamento umano è databile all’epoca neolitica: frammenti di ceramica indicano una frequentazione in tal periodo in contrada Rocche, Tornambè, La Fastuchera e Caprara. Le testimonianze aumentano per l’antica età del Bronzo, infatti numerosi sono i siti (materiale ceramico, tombe scavate nella roccia) attribuibili a tale periodo, sia nel comprensorio, sia nel centro abitato. Una contrazione delle aree abitate sembra avvenire nelle aree intorno all’attuale centro abitato nella prima Età del Ferro. L’arrivo dei Greci nel territorio siciliano altera e modifica profondamente gli equilibri esistenti e le aree di controllo delle popolazioni indigene. All’inizio la cittadina fu chiamata Caulonia, volgarmente detta Sallonna ed era situata sulla vetta di un monte spazioso ed alto, a meno di cinquecento passi dall’attuale Pietraperzia. I primi abitatori, cacciati dai barbari di Calabria, vennero qui a ricostruire la loro antica patria coll’originario nome di Caulonia. Successivamente il tiranno Dionigi, impossessatosi di gran parte della Magna Grecia, fece abbattere la città di Caulonia e volle che la popolazione si trasferisse a Siracusa. Molti abitanti preferirono andare raminghi per la Sicilia, piuttosto che sottostare a Siracusa. Più tardi ottennero dai Romani, diventati padroni del Regno, il permesso di riedificare la città con altro nome e in altro luogo. Il nome imposto fuPetra e il luogo quello dove oggi sorge la nostra cittadina. Si deduce che Petra, prima ché fosse cominciata la seconda Guerra Punica (219 – 201 ac.) era governata dai Cartaginesi. Alle notizie del sopravvento dei Romani, i Pietrini cacciarono via il governo Cartaginese e si consegnarono spontaneamente ai Romani restando a loro fedeli fino alla nascita di Gesù. Come da Petra si sia passati a Pietraperzia è lasciato a molteplici ipotesi: alcuni lo fanno derivare da Petronio, duce della colonia, altri dalla ninfa Petrea, altri sotttolineano che Caulonia fu poi detta in arabo Agar al Matqub che significa “foro nella roccia”, ammirabile ancora sul colle crestato, da cui pietra, perciata, percia. I siti archeologici di Pietraperzia sono per lo più di matrice sicana o sicula, poche testimonianze ellenistiche, mentre vi è un’attestata presenza romana in contrada Runzi. Quasi inesistenti sono le tracce di età bizantina, mentre più cospicue sono quelle di età araba. Il luogo cominciò ad essere stabilmente abitato proprio in questa età. L’impianto più vecchio del castello risalirebbe al 865 d.C. Il territorio fu donato ai barresi dal Conte Ruggero II il normanno, nel 1067 o 1091. Infine, nel 1590 il territorio passò in mano alla famiglia Branciforti, che detenne il potere per lungo tempo.

Panoramica di Pietraperzia.

Passaggio della Madonna Addolorata.

Lu Signuri di li Fasci

Si tratta di una particolarissima processione che si svolge il Venerdì Santo, dove il fervore religioso e la spiritualità si fondono insieme al folklore, dove l’aspetto mistico si aggiunge a quello antropico. Il Venerdì Santo subito dopo il tramonto, un fercolo sormontato da un’antica croce in legno dell’altezza totale di 8,5 m. viene portato in processione lungo le vie del centro storico di Pietraperzia fino a dopo la mezzanotte.

La peculiarità di questa manifestazione sta nel fatto che la croce è portata a spalla da ben 40 uomini ed essendo così alta è tenuta in equilibrio da un sistema di più di 350 fasce di lino, lunghe ciascuna 33 metri come gli anni di Gesù, piegate in due, legate ai piedi della croce e portate alle estremità da due persone che ne srotolano e raccolgono la parte finale per assecondare i movimenti oscillanti del Cristo durante tutta la processione.

Ad ogni pausa, la cassa alla base del fercolo viene poggiata a terra e poi risollevata al segnale di tre colpi distintivi che servono da richiamo ai confrati per ripartire. Durante il percorso, il profondo silenzio della devozione che distingue tutta la processione viene interrotto solo dal grido dei confrati “Pietà e misericordia Signuri”.

I momenti più suggestivi della processione sono “l’alzata”, quando il simulacro disteso a terra viene repentinamente sollevato da uno slancio deciso che lo erge in posizione verticale; “la girata” che avviene all’incrocio dei semafori – la Santa Croce – dove il Cristo fa un giro di 180° per tornare indietro verso la Chiesa del Carmine da cui è uscito: sembra una vera e propria giostra illuminata inferiormente dal globo di vetro multicolore che si trova ai piedi della croce e che rappresenta il mondo; “la calata”, il momento finale in cui la croce dolcemente viene rimessa in posizione orizzontale e silenziosamente attesa dalle mani dei fedeli e dei confrati protese verso l’alto per poterla afferrare e toccare un’ultima volta.

Altro momento di grande suggestione è il pomeriggio alle 15.00: la folla dei devoti si raduna nella piccola ma storica Chiesa del Carmine (vi sono ancora i colatoi sottostanti il pavimento e visibili attraverso un sistema di vetri) per prelevare e deporre sulla croce il Cristo, che durante l’anno si trova in una teca in vetro.

I fedeli lungo tutto il pomeriggio e la serata si muniscono delle “misureddi”, delle strisce di nastro rosso della stessa lunghezza del Cristo, che simboleggiano la sua passione, che vengono benedette poggiandole su di Esso e legate al braccio poi durante la serata.

Questa processione risulta particolare e distintiva per le dimensioni della croce, per la storicità del percorso, per la devozione e il silenzio dei fedeli, per il pathos che la contraddistingue che coinvolge anche chi non è del luogo, chi non segue particolarmente i riti religiosi.

I pietrini sono tutti profondamente legati a questo culto, così come a quello della santa Patrona Madonna della Cava, tanto da riprodurli anche fuori, anche all’estero: comunità pietrine che si trovano a Pioltello-Limito (Milano) e negli stati Uniti a Boston hanno infatti ricreato in formato ridotto queste due manifestazioni nei loro luoghi di residenza.

Momento della processione.

Tipicità

ARMISANTI Dolce tipico del paese è l’armisanti, che letteralmente tradotto in italiano significa anima santa. È un dolce povero ma molto gustoso che nella sua semplicità risulta molto particolare per il piacevole contrasto tra la croccantezza esterna e la morbidezza dell’interno. Gli ingredienti utilizzati sono: acqua e vino, farina di grano duro, olio extravergine d’oliva, scorza di limone, zucchero, miele, granella di mandorle tostate, granella di pistacchi. Si inizia con il riscaldamento dell’acqua con il limone, non appena l’acqua bolle si toglie la scorza e si aggiunge l’olio e la farina. È importante mescolare fino a quando il composto non si amalgama. Dopodichè si dispone l’impasto su una tavola di legno e si formano tanti cilindri che assumeranno la forma di una “e” minuscola. Infine queste forme vengono fritte e cosparse con lo zucchero (o il miele) e la granella di pistacchio (o di mandorle).

CUDDRIREDDRI DI SAN MMILASI Durante la festa di San Biagio, “li cuddrireddri” assumono un ruolo di grande rilevanza legato alla tradizione pietrina, infatti a loro viene dedicata anche una sagra. Vengono realizzati il 3 febbraio e portati in Chiesa così da poter essere benedetti ed offerti ai presenti. La loro forma richiama quella di una sciarpa legata al collo con la funzione di proteggere la gola. Questi dolci sono realizzati con: farina, olio, zucchero e limoni grattugiati. Il motivo per cui vengono proposti in questa importante giornata è legato al fatto che San Biagio rappresenta il protettore ed il curatore delle afflizioni della gola. Durante questa giornata essi vengono donati ai vicini di casa e agli ammalati che non possono uscire.

PAGNUCCATA Un mix di bontà e dolcezza rappresentano la pagnuccata. Questa è composta da: farina ti tipo 00, limone grattugiato, rum, vanillina, lievito per dolci, zucchero semolato, sale, uova, strutto, olio per friggere, miele, e diavoline colorate. Una volta creato l’impasto, si formano tanti tocchetti che saranno fritti e poi “incollati” tra di loro con il miele e guarniti con le diavoline colorate.

LI CUDDIRUNA “Li Cuddiruna” rappresentano una ricetta tipica pietrina che si concretizza in due versioni, quella dolce e quella salata. Per la versione dolce gli ingredienti utilizzati sono: la pasta di pane, lo zucchero (o il miele), e l’olio per friggere. Per la versione salata, invece, gli ingredienti sono: la pasta di pane, il pepe, il sale, le acciughe e l’olio per friggere. Prepararli è semplici, basta distendere la pasta di pane e creare un buco al centro, aiutati da una forchetta si bucherella la pasta e si frigge nell’olio caldo in entrambi i lati. Per la versione dolce si cospargono di zucchero o miele. Per la versione salata, invece, l’impasto iniziale chiede l’aggiunta delle acciughe, del sale e del pepe.

LA RICOTTA Esportata in Sicilia ed in tutto il mondo è la ricotta di Pietraperzia. Questo buonissimo formaggio viene ricavato dal riscaldamento dei residui del siero di latte ottenuto dalla lavorazione del formaggio, prendendo appunto il nome di ri-cotta (cotta due volte). La ricotta può essere fresca, e quindi consumabile in un periodo massimo di due o tre giorni, oppure stagionata (chiamata anche ricotta salata), in cui un processo di salatura e successiva stagionatura, che varia da dieci a trenta giorni, permette una conservazione più lunga. La ricotta, fresca o stagionata, rappresenta un alimento molto diffuso nella cucina pietrina sia per la preparazione di squisiti piatti che per la realizzazione di prelibati dolci. Essa viene utilizzata, quindi, in diversi modi: grattugiata per condire primi piatti, in sostituzione della panna, come salsina di condimento per la pasta, come ripieno di secondi piatti, come ingrediente principale di dolci, come crema dei buonissimi cannoli siciliani, ecc.

Gli Appuntamenti

FEBBARIO Festa di San Biagio (3 Febbraio) in concomitanza con la Sagra de “li cuddrireddri”. MARZO-APRILE Festa di San Giuseppe (domenica successiva al 19 Marzo) con la rievocazione storica della fuga del Bambino Gesù, della Madonna e di San Giuseppe, dai cavalieri di Erode a cavallo. Inoltre vengono imbandite delle tavolate con delle pietanze locali, preparate dai fedeli e offerte ai poveri alla fine delle manifestazione. Riti della Settimana Santa Durante il Venerdì Santo si svolge la processione dell’altissima croce detta: “Lu Signuri di li fasci”. Il giorno di Pasqua, invece, avviene il tradizionale incontro del Signore Risorto e della Madonna. Festa di Vincenzo Ferreri (due domeniche dopo Pasqua) Per le vie del paese si svolge una caratteristica processione in onore del protettore dei muratori. Grandi figure volanti (realizzate con carta velina colorate) alimentate da una fiammella creano stupore e meraviglia dei presenti. MAGGIO Corpus Domini (Maggio) Sabato dei Trattoristi e Camionisti (primo e secondo sabato di maggio) La manifestazione, dedicata alla Madonna e ai pellegrinaggi che i devoti fanno nel mese di maggio, consiste in una sfilata di questi mezzi che portano i partecipanti al Santuario, ove si trova l’antichissimo quadro della Madonna (trovato da un muto trapanese). Dopo aver celebrato la messa tutti insieme si spostano nelle campagne per una piacevole scampagnata. LUGLIO Festa di San Calogero (ultima domenica di Luglio) I fedeli offrono al Santo grandi forme di pane a seconda della grazia ricevuta (mano, piede, testa). AGOSTO Festa della Madonna della Cava (15 Agosto) con veglia notturna del 14 Agosto. Festa di San Rocco (16 Agosto) – Compatrono di Pietraperzia. SETTEMBRE Festa di San Pio (23 Settembre) OTTOBRE Festa della Madonna delle Grazie (prima domenica di Ottobre) con la tradizionale rottura dei “pignateddi”. DICEMBRE Sagra della Cuccìa si svolge per Santa Lucia con un triduo che inizia l’11 dicembre e culmina con l’albero della cuccagna, li “pignatuna”, musica, balli e la distribuzione della cuccia il 13 dicembre nella piazza antica della terruccia antistante la chiesa della Santa. Eventi Natalizi Allestimento presepi cittadini All’esterno di molte abitazioni vengono allestiti bellissimi presepi, realizzati con cura e decoro. Questi vengono chiamati Nuveni perché, per nove sere, vengono accompagnati dalle note del corpo bandistico che gira per le vie del paese. Presepe Vivente La notte del 25 Dicembre viene simulata una processione con tutti gli attori del Presepe.

Interno della Chiesa S. Maria Maggiore, Pietraperzia.

Numeri utili

Municipio Autobus – SAIS Autolinee Via S. Domenico, 5 Corso Sicilia, 20 (Enna) Tel. 0934.403011 Tel. 0935.524111

Polizia Municipale Proloco Pietraperzia Via Messina, 3 Piazza Vittorio Emanuele, 2 Tel. 0934.403070 [email protected]

Guardia Medica Biblioteca Via Sant’Orsola, 209 Piazza Vittorio Emanuele, 56 Tel. 0934.401118 Tel. 0934.4401346

Farmacia Quartararo Banco di Credito Cooperativo Via Santa Croce, 12 Piazza Vittorio Emanuele, 53 Tel. 0934.461011 Tel. 0934.461488

Poste Italiane Via Tripoli, 1 Tel. 0934.462547