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numero 50 ­ dicembre 2015 T a r i

SOMMARIO f F f a i R n e e g i m s e t r L a i b e p - il nostro Editoriale ...... 2 r o e : P r o

- Due suore irachene vanno a vivere tra i profughi cristiani s i t e l I M

accampati a Erbil ...... 4 t a l e i a n - Discorso del Santo Padre Francesco ai membri della d e i S o .

Chiesa Caldea ...... 6 p r . A i . e - La tenacia di una vita vissuta nella città simbolo della S p n e d t i e

guerra: Aleppo ...... 10 z i o ­ n e

- Progetto associazione "Aiutiamo la Siria" ...... 13 n i n u m - Testimonianza di p. Elias Janji ...... 16 A b b e o n

- Programma decennale morte di don Andrea ...... 18 r a o m e 5 - La Dichiarazione di Beirut: i musulmani in difesa della n t 0 o P

libertà dei cristiani ...... 20 ­ o s d t a l - “La speranza ed il dialogo interreligioso” ...... 27 i e c 7 e 0 %

- Ciclo di Conferenze presso l'Antonianum ...... 32 m - b

- Papa Francesco alla Sinagoga di Roma il 17 gennaio ... 34 D r C e B

- Programma 2015 - 2016 ...... 36 - 2 R 0 O M 1 A 5 ranza. Lui con tenera compassione accoglieva ognuno guarendo malati, confortando cuori, asciugando le lacrime. Abbiamo più volte medi­ arissimi, C tato su come Gesù non si siamo ormai prossimi alle festività accontentasse di esaudire le persone natalizie e ci fa piacere raggiungervi nelle loro “piccole” speranze, ma le 2 con il nuovo calendario sinottico. invitasse a seguirlo per scoprire la Come probabilmente già saprete il grande speranza che era venuto a tema che ci accompagnerà nei mesi portare e che solo Lui poteva dona­ del nuovo anno sarà quello della re. Portava proprio quella “speranza Speranza e – ancor più alla luce dei che non delude”, ovvero la vittoria fatti tragici avvenuti in questi ultimi sulla morte. tempi – ci fa piacere pensare che il Alcuni giorni fa abbiamo avuto la calendario possa essere davvero un possibilità di ascoltare p. Samir piccolo seme di “quella speranza Khalil Samir che ha tenuto una 5 che non delude”, una speranza che 1 conferenza sul tema La questione del 0 scandisca le nostre giornate. 2 Testo Sacro e della sua esegesi nella Molti di noi hanno l’animo appe­ e

r storia dell’Islam organizzata dalla santito da varie difficoltà e sappia­ b Cattedra di Spiritualità e dialogo

m mo che non è possibile rimanere

e interreligioso, dell’università Anto­ indifferenti alle grandi tragedie che c i nianum (all’interno del giornalino

d continuano a consumarsi nel troverete il programma delle Ciclo ­ mondo. Gli atti terroristici poi,

0 di Conferenze). Ci ha colpito molto

5 ovunque perpetrati, ci interrogano. la conclusione del suo intervento, di o Allora è lecito chiedersi se abbia r cui ve ne riportiamo un breve e ancora senso sperare e in che cosa estratto: «Noi cristiani arabi abbia­ m sperare? u mo una missione… Siamo cristiani e n Noi crediamo che la nostra spe­ ­ – come dice san Paolo “io più di lo­ ranza è riposta in un Uomo, che si e t ro” – noi siamo arabi più di loro

n chiama Gesù. perché eravamo in Medio Oriente e i E ci piace pensare che quando si è r prima della venuta dell’islam, o fatto uomo, Gesù si è trovato in i quindi abbiamo una missione: ed è d mezzo a molti fratelli che cercavano e quella di amare questi nostri fratelli, esattamente una speranza, di guari­ M ovunque siano, chiunque siano, l gione, di salvezza. Molti passi del i anche i terroristi. Devo voler bene r vangelo ci raccontano di come i più e loro per migliorare la situazione.

p poveri, gli emarginati ed i sofferenti […] I testi sacri vanno interpretati, e a lo cercassero per presentargli le loro r t questo è un problema comune, non s malattie fisiche e morali per essere

e solo per i musulmani ma anche per

n guariti e ritrovare dignità, vita, spe­ i gli ebrei e cristiani. Per far questo F dobbiamo usare la ragione, che è il non puoi dire che Gesù è Figlio di più grande dono che Dio ci ha fatto Dio perché non lo credi [….] ma ti e che va al servizio della cosa più voglio bene, siamo fratelli e voglia­ bella che abbiamo: la fede! Dunque mo costruire una città insieme. non c’è fede senza ragione! […] Noi Questo è il messaggio ovunque ci dobbiamo aiutare i cristiani a rima­ troviamo: voler bene, fare comunità nere in Medio Oriente perché senza e fratellanza nella verità. Caritas in i cristiani il mondo musulmano veritate». affonda di più. Siamo l’elemento Quello di p. Samir è risuonato che aiuta il mondo musulmano ad dentro di noi come un messaggio aprirsi, e questo lo dicono loro stes­ ricco di fiducia e speranza nell’uo­ 3 si. Guardiamo all’esempio del Liba­ mo. Abbiamo la possibilità di no, in cui vive una presenza guardare al mondo con uno musulmana più aperta rispetto ad sguardo nuovo, sempre rinnovato altri stati proprio grazie alla convi­ dall’Amore, che cerca semi di bene venza con i cristiani! E sono proprio nonostante il male. Crediamo che loro (i musulmani) che ci dicono: sia lo stesso sguardo con cui Dio ha non lasciateci! Dobbiamo quindi guardato l’umanità quando scelse di amarli e aiutarli, ma dobbiamo mettere la sua tenda in mezzo a noi. F

anche essere esigenti e chiari, ma Allora con lo sguardo fisso su quel i n

questo è un altro discorso. Ad germoglio che spunta dal tronco di e s t

esempio non mi puoi costringere a Iessee che dà speranza alla nostra r dire che Maometto è un profeta vita vogliamo accogliere il Principe a p

perché non lo credo, così come tu della Pace, colui che consola le e r

sofferenze dell’uomo i l

e lenisce le sue ferite. M e

Con l’augurio che d i ciascuno si possa o r i

fare operatore di e n t

Pace vi auguriamo e

un Natale Santo. ­ n u m

“Un giorno santo è e r spuntato per noi: venite o 5 tutti ad adorare il 0 ­

Signore; d i c

oggi una splendida luce e m

è discesa sulla terra.” b r

(dall’acclamazione al e 2

Vangelo del giorno di 0 1

Natale) 5 Due suore irachene vanno a vivere tra i profughi cristiani accampati a Erbil

Segnaliamo un breve comunicato stampa del­ l’Agenzia Fides che testimonia la scelta di due suo­ re, piccole Sorelle di Charles de Foucauld, di vivere 4 tra i profughi della piana di Ninive. Una testimo­ nianza semplice, forte e coraggiosa. Le due suore stanno coinvolgendo anche altre reli­ giose nell'assistenza rivolta so­ i chiamano Afnan e prattutto ai bambini e ai S giovani che vivono negli Alice le due Piccole Sorelle di accampamenti di tende e

5 Charles de Foucauld che da

1 container. L'intento è quello di

0 alcune settimane hanno scelto 2 di vivere in un accampamento preservare l'infanzia e la gio­ e ventù dal senso di vuoto e r di Ankawa, alla periferia di b Erbil, dove hanno trovato pre­ dall'assenza di attività formati­ m ve che col tempo possono de­ e caria sistemazione migliaia di c i cristiani della Piana di Ninive generare fino a innescare d derive di degrado psicologico e ­ fuggiti davanti all'offensiva dei

0 jihadisti dello Stato Islamico. morale. Proprio nella giornata 5 di oggi, i gruppi politici ani­

o La scelta delle due religiose, r mati da militanti cristiani e e raccontata ai microfoni di Ra­ altre sigle comunitarie hanno m dio Sawa, intende esprimere in u indetto una manifestazione di n maniera concreta la totale ­ condivisione delle condizioni protesta contro il dilagare di e t di difficoltà e di sradicamento fenomeni di degrado urbano – n come il moltiplicarsi di bische e e vissute dalle migliaia di fami­ i r glie costrette a lasciare le pro­ locali dove si vendono senza o i controllo bevande alcoliche –

d prie case, e che ormai si stanno e rassegnando all'idea di dover che stanno ad Ankawa, il

M sobborgo di Erbil abitato in

l vivere in tale stato ancora per i maggioranza da cristiani.

r molto tempo. e p Articolo pubblicato il 9 ottobre 2015 a r t http://www.fides.org/it/news/58553­ASIA_IRAQ_Due_suore_irache­ s e ne_vanno_a_vivere_tra_i_profughi_cristiani_accampati_a_Erbil#.ViC­ n i gc9LhCt8 F RRiicchhiieeddeettee llaa vvoossttrraa ccooppiiaa!!

5 F i n e s t r a p e r i l M e

Sono riportate, d i o r i

come nelle e n t passate edizioni, e ­ n

le feste ebraiche, u m

cristiane e e r o

islamiche, e per 5 0 ­

alcune nazioni d i c

anche le festività e m b

civili. r e 2 0 1 5 Discorso del Santo Padre Francesco ai membri della Chiesa Caldea

Lunedì, 26 ottobre 2015 6 di fedeli che si allontanano dalle terre dei loro padri, ove sono cresciuti ben radicati nel solco Beatitudine, della tradizione. Questo stato di Cari Fratelli nell’Episcopato, cose sta certamente minando alle Vi accolgo con gioia e ringrazio fondamenta la vitale presenza Sua Beatitudine il Patriarca cristiana in quella terra che ha 5

1 Louis Raphaël I Sako per le sue

0 visto iniziare il cammino del 2 cortesi parole. Colgo l’occasione patriarca Abramo, risuonare la e r per raggiungere, attraverso di voce dei Profeti che richiamava­ b

m voi, i fedeli e tutti gli abitanti no alla speranza Israele durante e

c delle amate terre di Iraq e Siria,

i l’esilio, fondare le prime Chiese d in un periodo particolarmente

­ sul sangue di tanti martiri, testi­

0 sofferto e delicato, con il moniare la pienezza del Vange­ 5 conforto e la solidarietà cristia­ o lo, far crescere le società con il r e na. Possa la misericordia di Dio, proprio contributo, durante se­ m nell’imminenza dell’Anno Giu­ u coli di pacifica convivenza con i n bilare, lenire le ferite della

­ nostri fratelli seguaci dell’Islam.

e guerra che piagano il cuore delle t Purtroppo, invece, questi nostri n vostre comunità, affinché nessu­ e tempi sono segnati da innume­ i r no si scoraggi in questo mo­

o revoli esempi di persecuzione, i d mento, in cui i clamori della anche fino al martirio. e violenza sembrano superare le

M La Chiesa Caldea, che soffre per l i accorate preghiere per la pace. questo stato di cose causato dalla r e Oggi, la situazione nelle vostre guerra, conosce anche i bisogni p terre di origine è gravemente

a dei fedeli nella diaspora, i quali r t compromessa dall’odio fanatico

s sentono il desiderio di restare e del terrorismo che continua a n saldi nelle proprie radici e di i

F provocare una forte emorragia inserirsi nei nuovi contesti. Pertanto confermo, oggi più che state celebrando in Urbe, è un mai, tutto il sostegno e la solida­ “cammino insieme”, un mo­ rietà della Sede Apostolica a fa­ mento propizio di confronto tra vore del bene comune dell’intera le diversità che arricchiscono la Chiesa Caldea. Prego affinché i comunione fraterna tra di voi, cristiani non siano costretti ad sotto lo sguardo di Cristo Buon abbandonare l’Iraq e il Medio Pastore. Come ho avuto modo di Oriente – penso in particolare ai dire commemorando i figli e alle figlie della vostra cinquant’anni del Sinodo dei Chiesa, con la loro ricca tradizio­ Vescovi, «camminare insieme è 7 ne. un concetto facile da esprimere a Vi esorto ad adoperarvi in­ parole, ma non così facile da stancabilmente come costruttori mettere in pratica […] Non di­ di unità in tutte le province mentichiamolo mai! Per i disce­ dell’Iraq, favorendo il dialogo e poli di Gesù, ieri oggi e sempre, la collaborazione tra tutti gli l’unica autorità è l’autorità del

attori della vita pubblica, contri­ servizio, l’unico potere è il pote­ F i n

buendo a risanare le divisioni e re della croce, secondo le parole e s t

impedendo che ne insorgano del Maestro: “Voi sapete che i r a

altre. governanti delle nazioni domi­ p e

La vostra visita mi permette di nano su di esse e i capi le oppri­ r i rinnovare un accorato appello mono. Tra voi non sarà così; ma l M

alla comunità internazionale, chi vuole diventare grande tra e d

affinché sappia adottare tutte le voi, sarà vostro servitore e chi i o

strategie valide al fine di pro­ vuole essere il primo tra voi, sarà r i e

muovere il raggiungimento della vostro schiavo” (Mt 20,25­27). n t pace in Paesi terribilmente deva­ Tra voi non sarà così: in questa e ­

stati dall’odio, per riportare il espressione raggiungiamo il n u

soffio vitale dell’Amore in luo­ cuore stesso del mistero della m

ghi che da sempre sono stati cro­ Chiesa – “tra voi non sarà così” – e r cevia di popoli, culture e e riceviamo la luce necessaria o 5 nazioni. La tanto auspicata pace per comprendere il servizio ge­ 0 ­

possa sorgere all’orizzonte della rarchico» (Discorso nel 50° anni­ d i c

storia, affinché i luttuosi drammi versario del Sinodo dei Vescovi, 17 e inferti dalla violenza lascino il ottobre 2015 [1]). m b

posto ad un clima di reciproca Vi invito pertanto a seguire r e

convivenza. l’esortazione dell’apostolo Paolo 2 0

Il Sinodo, che in questi giorni ad avere tra voi gli stessi senti­ 1 5 menti di Cristo (cfr Fil 2,5), ope­ fedeli. Così facendo, riuscirete a rando con misericordia, colmare le distanze che separano nell’umiltà, nella pazienza e e a discernere le risposte alle nella reciproca accoglienza che urgenze attuali della Chiesa genera comunione. Caldea sia nella madrepatria sia Il Sinodo sia vissuto con senso di nella diaspora. In tal modo le ri­ responsabilità, partecipazione e flessioni che emergeranno po­ servizio, avendo sempre dinanzi tranno offrire soluzioni proficue l’immagine del Buon Pastore, alle vostre attuali esigenze e 8 che ha a cuore la salvezza delle spunti di convergenza per la ri­ sue pecorelle e, in particolar mo­ soluzione di problematiche li­ do, si prende cura di quella turgiche e di ordine generale. smarrita. Siate anche voi così: ze­ Nell’esortarvi a proseguire il vo­ lanti nella ricerca della salus ani­ stro impegno pastorale con marum, dei presbiteri come dei fraterna comunione e spirito laici, ben sapendo che l’esercizio missionario, a voi tutti, Pastori della comunione talora richiede Caldei, affido le mie parole di 5 1

0 una vera e propria kenosi, un incoraggiamento ai fedeli: risuo­ 2 abbassamento e una spogliazio­ nino sulle vostre labbra come la e r ne di sé. mia carezza che riscalda i loro b m Vi incoraggio ad essere paterni cuori. e c

i con i sacerdoti e con tutti i Affido la Chiesa Caldea alla d

­ consacrati, che sono i vostri pri­ materna protezione della Vergi­

0 mi collaboratori, e, nel rispetto ne Maria e imparto su di voi, sui 5

o della tradizione e delle norme, sacerdoti, sui religiosi e le reli­ r e ad essere accoglienti verso di lo­ giose e su tutti i fedeli la Benedi­ m

u ro, benevoli e comprensivi verso zione Apostolica, pegno di n

­ le loro necessità, avviando speranza e di consolazione e t percorsi perché siano sempre nell’Amore di Dio Misericordio­ n e più consapevoli delle esigenze so. i r

o del loro ministero al servizio dei i d e

M http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/october/docu l i ments/papa­francesco_20151026_chiesa­caldea.html r e p Collegamenti esterni [1] a r t http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/october/docu s

e ments/papa­francesco_20151017_50­anniversario­sinodo.html n i F 9 COME CONTRIBUIRE ALLA FINESTRA PER IL MEDIORIENTE

Vi ricordiamo come è possibile contribuire alla nostra Associazione. F

Spiritualmente i n e s t Offrendo mezz’ora di preghiera e di adorazione ogni r a

settimana, e una piccola rinuncia un venerdì del p e

mese. L’intenzione è: "la presenza della chiesa in r i

medio oriente, il mondo ebraico, cristiano e l musulmano, l’unità tra le chiese, il dono di vocazioni M e

e di presenze idonee”. d i o r i

Materialmente e n t e

Versamento con bollettino di CCP n° 55191407 ­ n

oppure bonifico sull’IBAN IT86 W076 0103 2000 u 0005 5191 407 intestato a Associazione Finestra m e

per il Medio Oriente, per contribuire alla r o

realizzazione del giornalino e del calendario. 5 0 ­

Il nostro giornalino è a diffusione gratuita e ci fa d i piacere poterne inviare copia a chiunque sia c e

interessato a riceverlo. È tuttavia gradita ogni m b

partecipazione alle spese che ci possa aiutare a far r fronte ai costi di stampa e spedizione dello stesso. e 2 0 1 5 La tenacia di una vita vissuta nella città simbolo della guerra: Aleppo

Aleppo è forse l’esempio più emblematico della distruzione che sta devastando la Siria, eppure c’è 10 chi sceglie di non abbandonare la popolazione co­ stretta a vivere la guerra. Di seguito una breve te­ stimonianza affidata ad Oasis sul lavoro di fr Ibrahim Alsabagh, frate cappuccino. Un segno di grande speranza per noi tutti…

Il frate che non se ne va Nella città simbolo di una Siria 5

1 martoriata da una guerra as­

0 bbiamo visto tutti le 2 surda e sanguinaria, che da

e A foto dei siriani che cercano di

r cinque anni sta affamando un b arrivare in Europa. I disperati popolo sempre più sofferente, m

e che cercano lambire le nostre co­ vive un santo. Si chiama fra c i ste sono in realtà i più ricchi. I

d Ibrahim Sabbagh. È parroco ad ­ più poveri, invece, muoiono per Aleppo da ottobre del 2014. Nato 0

5 strada, rimangono intrappolati a Damasco, dopo gli studi a Ro­ o r sui confini o nelle città siriane ma è tornato in Siria, per “stare e teatro di violenze indicibili. m con la sua gente”. Internet e le u Senz’acqua, elettricità, lavoro, n linee telefoniche vanno e vengo­ ­ medicine. Le folle di turisti che no nella città più devastata dal e t erano la linfa di un’industria n conflitto in corso. Acqua ed e i moderna e fiorente che aveva

r elettricità sono un lusso. Eppure o i creato milioni di posti di lavoro questo tenace frate francescano d

e nei trasporti, nel settore dei continua a vivere lì, aiutando

M servizi e degli alloggi, non ci so­ l chiunque, cristiani e musulmani, i

r no più. L’embargo internaziona­ dentro un dramma che non ri­ e

p le sta impedendo qualunque sparmia nessuno. Sono state a

r possibilità di esportare, mentre i molte le chiacchierate fatte con t

s prezzi si sono impennati. e quest'uomo caricato di una croce n i pesantissima. L’ultima, una re­ F cente domenica, iniziata così: reali. Noi desideriamo che si “Oggi siamo scampati alla rafforzi, nell’esperienza, la morte”. Le milizie jihadiste ave­ percezione del volto di Cristo vano appena bombardato la sua presente, il volto tenero di Dio chiesa, distruggendo parte rivolto al popolo sofferente”. Ed dell’abside. Neanche questo è è per questo che padre Ibrahim, bastato per farlo cedere. Tanto da lì, non si muove: “Noi frati che dopo i bombardamenti è rimaniamo per aiutare la gente. uscito, sorridente, e ha distribui­ È questo il tempo di essere pre­ to la comunione nel giardino da­ senti, in modo più deciso, fa­ 11 vanti alla chiesa. Questo, cendoci prossimi e prendendoci d’altronde, era anche il motto cura dei poveri e di tutti quelli del Campo estivo: “Gioite nel Si­ che soffrono: noi che con loro gnore sempre, vi dico, ralle­ siamo poveri, con loro soffriamo gratevi, rallegratevi, e preghiamo il Padre provvi­ rallegratevi”. Sembra incredibi­ dente e ricco di misericordia”.

le una storia così, dentro e attra­ F i n

verso le tante storie di violenza “Un riferimento per i nostri e e s t

ad Aleppo. “I genitori all’inizio per gli altri” r a

erano molto impauriti alla sola Ad Aleppo la parrocchia di San p e

idea di lasciar uscire i figli da ca­ Francesco, quella di padre Ibra­ r i sa e non avevano quindi il co­ him, si trova nel quartiere di l M

raggio di venire da noi a Azizìeh, zona ancora sotto il e d

registrarli. Abbiamo così telefo­ controllo del l’esercito regolare i o

nato a tutte le famiglie per di Damasco. I frati ­ che in Siria r i e

convincerli. Il giorno dell’inau­ vivono da secoli ­ sono presenti n t gurazione è stato un grande anche nella chiesa di Sant’Anto­ e ­

giorno di festa, con canti e balli, nio di Padova, e poco lontano a n u

cioccolatini, dolci e anche un clo­ el­Ram, nel convento di San Bo­ m

wn per l’animazione”. I genitori naventura. Nonostante la linea e r pieni di stupore e commozione, del fronte sia a un passo, con o 5 ancor più dei loro bambini. “Qui bombe e cecchini in ogni angolo, 0 ­

da noi Internet non funziona un ospitano dalle sette di mattina d i c

granché, così i bambini e i loro alle otto di sera studenti uni­ e genitori sono sottratti alla cala­ versitari e liceali che vogliono m b

mità dei rapporti virtuali, do­ studiare ma non hanno più un r e

vendosi necessariamente aprire luogo dove farlo. Accolgono 2 0

al mondo delle relazioni umane tutti: cristiani, musulmani, curdi. 1 5 Aiutano a distribuire l’acqua e il falliscono nella ricerca della pa­ cibo, hanno realizzato un orato­ ce, il Signore Risorto riuscirà. rio per i bambini, cercano di aiu­ Noi saremo lì fino all’ultimo, tare la gente a pagare gli affitti e punto di riferimento per i nostri le rette scolastiche anche se ora e forse anche per gli altri. Basta si è aggiunta la drammatica guardare a come siamo diventati emergenza sanitaria. Con la pau­ amici di tanti musulmani che ra, e le diverse incognite. “Nono­ prima ­ quasi ­ non guardavamo stante i nostri sensi ci dicano che in faccia. E poi tutta la solidarie­ 12 non c’è più speranza e che tà internazionale, che ci permette Aleppo non avrà un domani, con di sopravvivere. Anche se a volte gli occhi della fede continuiamo non è sufficiente, ogni giorno a vedere una salvezza per il no­ sperimento il miracolo della stro popolo. Continuiamo a spe­ moltiplicazione dei pani e dei rare che, là dove gli uomini pesci”. 5 1 0 2 e r b m e c i d ­ 0 5 o r e m u n ­ e

t Fra Ibrahim Sabbagh in un momento del campo estivo. Foto: Asso­ n

e ciazione pro Terra Sancta i r o i

d Articolo pubblicato il 3 novembre 2015 e

M http://www.oasiscenter.eu/it/articoli/cristiani­nel­mondo­ l

i musulmano/2015/11/03/la­tenacia­di­una­vita­vissuta­nella­citt%C3%A0­ r simbolo­della­guerra­aleppo [1] e p

a Collegamenti esterni r

t [1] http://www.oasiscenter.eu/it/articoli/cristiani­nel­mondo­ s

e musulmano/2015/11/03/la­tenacia­di­una­vita­vissuta­nella­citt%C3%A0­ n

i simbolo­della­guerra­aleppo F A

I Purtroppo la situazione in Siria non migliora ed un U gesto concreto, accanto al sostegno nella preghie­ L

A

ra, per tanti fratelli in difficoltà ci sembra un S importante segno di Speranza. Abbiamo deciso di proporvi uno dei progetti che ha lanciato l’asso­ ciazione “Aiutiamo la Siria”, da un anno impegnata nell’aiuto e nel sostegno della popolazione siriana attraverso progetti mirati che nascono dall’amicizia e dalla collaborazione con alcune realtà cristiane 13 locali. Di seguito trovate una scheda dell’Associa­ zione e tutti i contenuti del progetto.

L'Associazione "Aiutiamo la Siria!" ­ Onlus (AIULAS) è nata a Roma il 22 aprile 2014, nel primo anniversario del rapimento dei due arcivescovi di Aleppo (dei quali non si sono avute più notizie), Mar Gregorios Yohanna

Ibrahim conosciuto direttamente dai alcuni soci fondatori e Paulos Yazigi. F i

Lo scopo è quello di sostenere realtà che operano in Siria al servizio della n e

popolazione duramente colpita dal conflitto s t

iniziato nel 2011. r a

Nel primo anno e mezzo di attività sono p

stati completati diversi progetti tra i quali: e r

invio di materiale scolastico ai profughi ri­ i l

fugiati in Libano, invio di materiale sanitario M all'ospedale italiano di Damasco, invio di e d i

fondi (18.000 € circa) per affrontare o r

l'emergenza­acqua ad Aleppo, etc. i e

AIULAS opera in stretto e continuo contatto n t con i partner locali con i quali si è creato un e

rapporto di amicizia e solidarietà; tra loro ci ­ n

sono i Padri Maristi, la Chiesa Armeno u cattolica e i Francescani ad Aleppo, la Caritas e un Centro per bambini m e

disabili ad Homs, le Suore che gestiscono l'Ospedale italiano di Damasco r o

ed altri. AIULAS cerca inoltre di mantenere viva l'attenzione sulla tragedia 5 siriana trasmettendo ai mass media le testimonianze che riceve dai propri 0 ­

amici in loco. d i

Infine gli amici dell'associazione che lo desiderano, si ritrovano l'ultimo c e

martedì del mese nella chiesa romana di San Gregorio al Celio alle ore 19, m

per pregare durante i Vespri dei monaci camaldolesi, per la pace nel paese b r

e la liberazione dei prigionieri. e

Ulteriori informazioni sul sito www.aiulas.org e sulla pagina Facebook 2 0

www.facebook.com/aiulas. 1 5 Materiale per l'Ospedale italiano di Damasco S A

L L’Ospedale di Damasco, di proprietà dell’ANSMI, ha iniziato la sua

U attività nel 1913 sotto la direzione delle Suore salesiane della I Congregazione delle “Figlie di Maria Ausiliatrice”. E’ collocato in A un edificio nel quartiere di Mazraa, al centro della capitale siriana ed è dotato di 57 posti letto. Nel 1992 è entrato in funzione un nuo­ vo padiglione dotato tra l’altro di sei sale operatorie, locali per la ra­ 14 diologia e l’ecografia, un reparto per la MOC ed un reparto di pronto soccorso in funzione 24 ore al giorno. Dal 1988 al 2008 è stata completata la totale ristrutturazione del vecchio edificio grazie anche agli aiuti forniti dalla Cooperazione italiana. Si tratta di un’istituzione che fin dall’inizio ha curato la popolazione senza alcuna distinzione, si è occupata negli anni dei profughi pale­ stinesi, poi di quelli iracheni e oggi, oltre a curare le vittime della

5 violenza in corso nel paese, costituisce anche un punto di riferi­ 1

0 mento per tante famiglie in difficoltà colpite dal conflitto. 2

e Infatti annesso all’Ospedale si trova l’Oratorio salesiano frequentato r

b da circa 200 bambini e 300 giovani; in questi locali avviene anche m

e una distribuzione di cibo per i nuclei familiari più poveri, un’attività c i di sostegno psicologico e si tengono sia corsi di formazione profes­ d

­ sionale che di sostegno scolastico. 0 5 o r Ci ha scritto Suor Anna Maria Scarzello, responsabile della struttu­ e

m ra, con la quale abbiamo un contatto diretto e continuo: u

n Carissimi, nuovamente ritorno a bussare alla porta di AIULAS. Prima di ­

e tutto ringrazio nuovamente di tutta la provvidenza che mi avete mandato t n

e giorni fa. Dato che la situazione della Siria continua a essere dolorosa e non i r

o vediamo che le cose cambiano vi chiediamo nuovamente il vostro generoso i

d aiuto... e

M Tanti saluti Sr. Anna Maria l i r e Il secondo progetto di AIULAS a favore dell'Ospedale italiano a Da­ p a

r masco quindi prevede l’invio di un contributo per l'acquisto del t s materiale necessario alle attività dell’Ospedale richiesto da Suor e n i Anna Maria. F A Il materiale richiesto è il seguente:

I

U

L

A

S

15 F

*cambio £ siriana/€ del 12.11.2015 i n e s t Per concorrere alla realizzazione del progetto è possibile inviare un r a

contributo a: p e r i l

Aiutiamo la Siria! – ONLUS M e

Banca Popolare Etica – Filiale 4, Roma d i Conto corrente bancario 177173 o r i IBAN IT85 H050 1803 2000 0000 0177 173 e n t

BIC CCRTIT2T84A e ­ n u m e r o 5 0 ­ d i c e m b r e 2 0 1 5 Testimonianza di p. Elias Janji

Di seguito proponiamo la testimonianza di p. Elias Janji della Chiesa Armeno cattolica di Aleppo, letta durante la veglia missionaria diocesana a Roma, lo scorso 15 ottobre.

16 Nelle chiese vediamo solo i genitori e qualche ragazza, quando cammino per le strade non trovo più i miei Cari amici riuniti a Roma amici. nella Basilica di San Giovanni, vi Ma attraverso questo male abbiamo invio un caro saluto da Aleppo dove sentito una grande solidarietà, un i cristiani che ancora vivono qui grande amore dalle comunità nel combattono contro il male, restando mondo che ci aiutano; e soprattutto i 5 sulla terra dei loro antenati. 1 miei amici di AIULAS sostenuti 0

2 In città è rimasta una piccola mino­ anche del Centro Pastorale Missio­ e r ranza dopo la grande fuga (forse fi­ nario di Roma con i quali abbiamo b no all’80%); probabilmente sono m realizzato due progetti per distri­ e

c quelli che non hanno i mezzi per

i buire l’acqua e i serbatoi a più di

d uscire.

­ 400 famiglie, e pensiamo anche di

0 Noi durante questa guerra pensia­

5 fare altri progetti per l’inverno.

o mo a come sopravvivere scappando

r Credo che i cristiani che sono rima­ e dalle bombe, cercando un po’ sti hanno un grande ruolo: vivere e m

u d’acqua per non morire e tutte le co­

n testimoniare un alto livello dell’es­ ­ se misere che potete immaginare. sere cristiani e dei valori umani. e t La nostra gioventù ha dimenticato n Io personalmente potevo lasciare e e

i cosa significa sognare, magari di di­

r scappare dato che sono un sacerdote o i ventare un medico o un avvocato; e facilmente posso trovare un resi­ d e ora i giovani pensano solo ad uscire denza in un qualsiasi paese nel M

l e scappare per non morire; gli adulti

i mondo, come tanti hanno già fatto.

r pensano a come possono avere un

e Ma non sono diventato prete per p po’ di soldi per comprare il pane, la realizzare il mio tornaconto, quanto a r

t verdura e le cose più importanti per

s per essere con la gente in qualsiasi

e non morire. n situazione; dico così perché il mio i F rimanere con il mio popolo non ha esiste un cristiano nel Medioriente. senso senza il vostro aiuto e solida­ Per questo vorrei ringraziare a mio rietà che ci aiuta a sopravvivere in nome e a nome dei cristiani rimasti, questi tempi difficili, ci aiuta a tro­ voi e tutti quelli che credono in noi e vare un senso nella resistenza nel nostro voler rimanere nel Me­ contro il terrorismo e il male. dioriente e soprattutto ad Aleppo. Vorrei aggiungere che se i cristiani lasciano il Medioriente significa che P. Elias JANJI esisteranno nel mondo più fonda­ Chiesa Armeno cattolica di 17 mentalisti e più jihadisti: se esiste Aleppo un musulmano moderato è perché F i

Per ogni informazione e n e

aggiornamento s t r

sulle attività dell’associazione, a

fare riferimento al sito internet p e

www.finestramedioriente.it r i l M e d i o r i e n t e

oppure scrivere o telefonare alla Sede ­ n u

Operativa: m

Associazione Finestra per il Medio Oriente e r Via Terni 92 — 00182 Roma o 5 Tel./Fax 06/70392141 0 ­ d i c

...ed è attiva anche la e m

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Finestra per il Medio Oriente e 2

Aggiungeteci al vostro profilo 0 1 5 5 febbraio 2006 ­ 5 febbraio 2016 DON ANDREA SANTORO... dieci anni dal suo sacrificio Per ricordare, pregare, condividere.

DOMENICA 29 NOVEMBRE 2015 BASILICA DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME

17,30 Riflessione su "La Preghiera di don Andrea" guidata dal 18 cardinale Prefetto della congregazione del clero introduce mons. Enrico Feroci direttore Caritas di Roma

19,00 Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Beniamino Stella 5

1 LUNEDÌ 1 FEBBRAIO 2016 0

2 PONTIFICIO SEMINARIO ROMANO MAGGIORE e r b

m 10,30 Presentazione della "Spiritualità Sacerdotale di don e

c Andrea" al clero e ai seminaristi i

d relatore Vescovo mons. Incaricato diocesano ­

0 per la Formazione Permanente del clero 5

o * Proposta di esercizi spirituali a Trabzon organizzati da r e mons. Angelo De Donatis m u n

­ VENERDÌ 5 FEBBRAIO 2016 e t

n BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO e i r o i 19,00 Solenne Concelebrazione Eucaristica d

e presiede il cardinale Vicario Generale di Sua M

l Santità per la diocesi di Roma i r e p DOMENICA 22 MAGGIO 2016 a r t PONTIFICIO SEMINARIO ROMANO MAGGIORE s e

n Giornata di Fraternità per il popolo di Dio per approfondire la "Spi­ i F ritualità di don Andrea Sacerdote e Pastore" anche attraverso la voce dei suoi parrocchiani presiede la giornata il Vescovo mons. modera don Fabio Pieroni

10,00 Accoglienza e saluto 10,30 Proiezione di diapositive della Terra Santa vista con gli occhi di don Andrea (immagini e parole tratte dal Diario di Terra Santa) 19 12,00 Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo mons. Matteo Zuppi 13,00 Condivisione del pranzo nel portico del seminario 15,00 Riflessione e proiezione di foto della vita di don Andrea nelle parrocchie: Trasfigurazione, Gesù di Nazareth, santi Fabiano e Venanzio, Urfa e Trabzon (con le immagini della F

proiezione sarà allestita una mostra fotografica) i n

17,30 Proiezione della "Storia del Pane" voce e immagini di don e s t r

Andrea sulla Eucarestia a

18,15 Adorazione e Vespri p e

19,30 Rappresentazione teatrale "Quelli che l'hanno visto e udito" r i l

(testo di don Andrea) M e d i DOMENICA 27 NOVEMBRE 2016 o r i BASILICA DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME e n t e ­

17,30 Riflessione sulla "Spiritualità Interconfessionale e Interre­ n u

ligiosa di Don Andrea" Sacerdote fideidonum della chiesa m

di Roma in Anatolia e r Relatore prof. Andrea Riccardi storico o 5 Introduzione e conclusione mons. Enrico Feroci direttore Caritas 0 ­

di Roma d i c e m

19,00 Concelebrazione Eucaristica b r presiede dal cardinale e 2

Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali 0 1 5 La Dichiarazione di Beirut: i musulmani in difesa della libertà dei cristiani

La Mokassed di Beirut, ossia l’organo di riferimento dei sunniti del Libano, ha preso una posizione uffi­ ciale condannando senza appello la violenza in no­ 20 me di Dio. Non si può costringere alla conversione né perseguire chi ha una fede diversa dalla propria. L’islam vieta di condurre una guerra contro chi è diverso, scacciarlo dalle propria terre e limitarne la libertà in nome della religione. Beirut si fa portavo­ ce dell’islam liberale che vuole la convivenza con i cristiani, di cui è ricca la tradizione del Libano. Queste sono alcune delle importanti affermazioni 5

1 contenute nella “Dichiarazione di Beirut sulla li­ 0

2 bertà religiosa”, pubblicato dalla Mokassed di Bei­

e rut. La dichiarazione è volta a mettere nero su r

b bianco la posizione dei musulmani del Libano nei m

e confronti della violenza compiuta in nome della loro c

i religione. In essa viene chiarito quali siano gli inse­ d

­ gnamenti fondamentali dell’islam e quando, invece,

0 esso viene “preso in ostaggio” per giustificare logi­ 5

o che di potere. Il testo integrale della dichiarazione, r

e che vi proponiamo di seguito, è stato pubblicato da

m AsiaNews lo scorso agosto. u n ­

e della propria casa e della dignità. t

n In questa situazione anormale, la e i r religione è sfruttata per motivi o i a dichiarazione di Bei­ d politici, sacrificando invano

e L rut sulle libertà religiose persone, Paesi e civiltà. Questo M l i Il Libano, gli altri Paesi Arabi e i sta provocando il sorgere r

e musulmani sono oggi in tumulto dell’islamofobiain varie parti del p a causa della religione, del setta­

a mondo. La convivenza e i valori r t rismo e del confessionalismo. Le s ereditati dalla nostra civiltà, co­ e persone sono uccise, escluse n me pure il futuro dei nostri gio­ i F 21 F i n e

vani, sono seriamente mi­ ne, i suoi cittadini, i valori morali s t r

nacciate. Molte iniziative arabe e e religiosi. a

islamiche hanno tentato di porre La Makassed, in quanto orga­ p e

rimedio, e perfino combattere nizzazione araba e nazionale, è r i l

questa situazione, per correggere chiamata a opporsi all’estremi­ M

e rigettare la violenza perpetrata e smo e alla violenza, e per questo d i in nome della religione. annuncia la Dichiarazione di o r i

L’Associazione filantropica isla­ Beirut sulle libertà religiose, e n

mica Makassed di Beirut, che è confermando i valori tradiziona­ t e

impegnata nei valori educativi, le che sono gli illuminati valori ­ n

islamici e nazionali, si trova di Beirut e del Libano, per salva­ u m

obbligata a sostenere e diffonde­ guardare la dignità di ogni citta­ e r re la cultura della tolleranza e dino ed essere umano. Perciò, la o 5

della ragione (enlightenment). Makassed spera di salvare e 0 ­

Essa si ritiene responsabile nel proteggere la religione da coloro d i costruire una società dove le che tentano di prenderla in c e

persone possono vivere insieme ostaggio con falsi slogan. m b

in libertà, in una società civile e r e

di progresso che può affrontare i 1. La libertà di fede, di culto ed 2 0

pericoli che minacciano la nazio­ educazione 1 5 La fede religiosa è una libera nel suo nome. scelta e un libero impegno. È un Di conseguenza, noi proclamia­ diritto di ogni persona. Il Sacro mo, dal punto di vista islamico, Corano inequivocabilmente pro­ umanitario e nazionale, che noi tegge questo diritto quando dice: siamo assolutamente contrari a “Non c’è costrizione nella reli­ questi atti distruttivi e facciamo gione. L’orientamento giusto è appello ai nostri compatrioti cri­ stato distinto dall’errore” (Al­ stiani perché resistano agli atti di 22 Baqara 256). terrore che cercano di cacciarli E in un altro versetto: dalla loro terra e li sollecitiamo a “Quindi ricordati! (rivolto al rimanere attaccati e radicati in Profeta, la pace sia con lui) profondità a queste terre, insie­ Perché tu non sei che un prome­ me ai loro fratelli musulmani, moria; tu non hai influenza su di godendo insieme a loro degli loro” (Al­Ghashiyah 22). stessi diritti e doveri. In questo Per più di 13 secoli, la nostra modo loro, con i compatrioti 5

1 terra ha visto moschee, chiese e musulmani, salvaguarderanno i 0

2 luoghi di culto costruiti fianco a nostri valori comuni e la nostra e

r fianco. Noi vogliamo che questa convivenza in una comunità b eredità di libertà, di collabora­ multireligiosae onnicomprensi­ m e

c zione e di vita comune rimanga va. i

d profondamente salda nella no­ La nostra eredità comune, come ­

0 stra terra, nelle nostre città e tra i credenti in Dio, ci impone di ri­ 5 nostri giovani. La nostra religio­ gettare la costrizione in ambito o r

e ne e tradizioni nazionali, le no­ di fede, di rispettare la libertà m

u stre alleanze e le nostre leggi ci intellettuale e di accettare le n

­ guidano ad aderire fermamente differenze fra gli uomini come e

t a questi principi. un espressione del volere di Dio. n

e Negare il diritto delle comunità Solo Dio può giudicare gli uo­ i r

o cristiane di esercitare la loro li­ mini laddove essi differiscono. i

d bertà religiosa e distruggere le e

M loro chiese, i loro monasteri e 2. Il diritto alla dignità l i istituti educativi e sociali, è Questo è un diritto proclamato r

e contrario agli insegnamenti dal testo coranico. Il Sacro Cora­ p

a dell’islam ed è una violazione no dice: r t

s palese dei suoi principi, visto “Abbiamo onorato la progenie di e n

i che questi abusi sono compiuti Abramo e l’abbiamo portata per F terra e per mare. Li abbiamo ri­ “Riguardo a coloro che non ti focillati di prelibatezze e li hanno combattuto per la tua re­ abbiamo preferiti di gran lunga ligione, che non ti hanno cacciato tra molti che abbiamo creato” dalle tue case, Dio non vi vieta di (Al­Israa’ 17:70). trattare loro in modo onorevole e Perciò, l’uomo ha dignità in di agire con bontà nei loro quanto essere umano. Il fonda­ confronti, perché Dio ama coloro mento della sua dignità è il fatto che agiscono con onestà” (Al­ che è stato dotato di ragione, li­ Mumtahinah 60:8). 23 bertà di credere, d’opinione e Agli occhi del Corano, nessuno d’espressione. Egli è responsabi­ ha il diritto di fare la guerra ad le in modo diretto davanti a Dio una persona a causa del suo cre­ per l’esercizio delle sue libertà. È do o ad un popolo o una comu­ diritto dell’uomo godere di pro­ nità per cacciarli dalle loro case, tezione della sua libertà da parte o privarli della loro terra. È

dell’autorità al governo; nessuno perciò nostro dovere unire gli F i ha il diritto di giudicare le perso­ sforzi per proteggere le libertà n e

ne per la loro fede e di persegui­ religiose e nazionali, rispettare la s t r tarle e discriminarle per ragioni dignità umana per proteggere la a p

religiose o etniche. Dio l’Altissi­ convivenza sulla base della giu­ e r

mo dice: stizia e dell’amore. i l “Non dire ad alcuno che si sotto­ M e

mette a te in pace: ‘Tu non sei un 3. Il diritto alla differenza, il di­ d i o

credente’, cercando così il botti­ ritto alla pluralità r i e

no della vita presente” (Al – Ni­ Il diritto ad essere diversi è n t sa’ 4:94). confermato da Dio che dice: e ­

“Tutta l’umanità è la progenie di “Oh umanità, noi ti abbiamo n u

Adamo”, ha detto il Profeta creata maschio e femmina, e m

Maometto (la pace sia con lui) formata in nazioni e tribù così e r nell’ultimo sermone. Egli ha che vi possiate conoscere. Agli o 5 anche detto “tutti gli esseri uma­ occhi di Dio, i più nobili in 0 ­

ni sono uguali”. mezzo a voi sono i più pii” (Le d i c

Il Sacro Corano riconosce solo Stanze 49:13). e m

due ragioni per una guerra di­ Le differenze tra le società e la b r

fensiva: la persecuzione religiosa loro pluralità, la libertà indivi­ e 2

e l’espulsione dalla propria terra. duale e comunitaria tra le società 0 1

Il Sacro Corano dice: e i gruppi sono un fenomeno 5 naturale. Conoscere e ricono­ hanno creato insieme, ed essi ri­ scersi gli uni gli altri è un co­ spettano la costituzione e le leggi mando divino. Mai le società che li considera uguali in diritti e umane sono state una o la stessa doveri. nel loro atteggiamento e nel loro modo di vivere, o anche nel loro 5. Il nostro impegno per le credo religioso. alleanze arabe e internazionali La cultura araba ha avuto una 24 4. Il diritto a partecipare alla vi­ civiltà gloriosa e pluralista, che ta politica e pubblica ha contribuito al progresso del Il diritto di partecipare alla vita mondo. Essa ha creato Stati e si­ politica e pubblica è fondato sui stemi di governo e istituzioni. La principi dell’uguaglianza, della religione non è mai stata un libertà di scelta e della responsa­ ostacolo a questi traguardi. Se bilità individuale. L’islam, come noi oggi ci volgiamo contro que­ dichiara il documento di Al­Az­ sta cultura in nome della religio­ 5

1 har, non impone uno specifico ne, noi tradiamo la grande 0

2 regime politico e non approva eredità del passato e la nostra e

r uno Stato religioso. Il sistema costante lotta per il progresso e b politico, in qualunque società, è la sicurezza. Noi siamo impe­ m e

c la creazione della gente in quella gnati a sostenere la Carta delle i

d società, musulmani e non mu­ Nazioni Unite, la Dichiarazione ­

0 sulmani. Secondo gli accordi co­ universale dei diritti dell’uomo e 5 muni come cittadini, il popolo le successive Dichiarazioni ara­ o r

e sceglie il proprio sistema di go­ be. L’ultima di queste è la di­ m

u verno, ed essi lo cambiano se­ chiarazione di al­Azhar riguardo n

­ condo la loro libera volontà le libertà fondamentali. e

t secondo i loro migliori interessi. Noi siamo parte di questo n

e Perciò, considerare uno specifico mondo, e aspiriamo a essere po­ i r

o sistema politico come sacro o sitivamente partecipi del suo i

d infallibile, o come una materia di progresso. Non siamo spaventati e

M fede religiosa, è un fraintendi­ dal resto del mondo e non vo­ l i mento della religione e una gliamo essere una fonte di paura r

e imposizione sulla gente, che sia per gli altri. Non vogliamo iso­ p

a musulmana o non musulmana. larci dal resto del mondo e non r t

s Tutte le persone sono custodite vogliamo che il mondo si isoli da e n

i dallo Stato nazionale che essi noi. Ricordiamo che i musulma­ F ni costituiscono un quinto della lealtà al Libano come Stato so­ popolazione mondiale, e un vrano e patria per tutti i cittadi­ terzo di essi vive in Paesi non ni. Noi vogliamo che il Libano musulmani. rimanga unito e democratico, protettore delle libertà e dei di­ 6. Il nostro impegno verso il Li­ ritti di tutti i cittadini e un mo­ bano perché sia una patria e dello di società plurale e libera. Il uno Stato democratico unificato Libano sarà quindi un esempio Basata sui valori di libertà, libera da seguire per tutti i regimi arabi 25 associazione e vita sociale comu­ che stanno soffrendo profonda­ ne, la formula libanese dello mente a causa dell’estremismo e Stato ha creato un sistema dell’intolleranza e dei crimini consensuale, che garantisce le li­ commessi in nome della religio­ bertà di base e ha condotto ad ne, che cacciano le persone fuori uno Stato fiorente. Certo, noi ri­ delle proprie case, ignorando i

conosciamo che il sistema liba­ principi della convivenza e della F i nese di governo soffre di grossi dignità umana. Il modello liba­ n e

problemi, ma questo sistema ri­ nese sarà [uno] di tolleranza, di s t r mane aperto a miglioramenti, non violenza e di umanesimo. a p

nella misura in cui la libertà e r

politica e religiosa sono garantite 7. Il ruolo e l’impegno della i l e la volontà del popolo è salva­ Makassed M e

guardata. I pensatori e La Makassed rimarrà fedele alla d i o

intellettuali libanesi musulmani, sua missione e ai suoi principi r i e

molti dei quali sono laureati alla come sono stati definiti 137 anni n t Makassed, hanno contribuito a fa. Esso si impegna per la libertà e ­

questa cultura di libertà e a que­ di educazione e l’insegnamento n u

sto pensiero islamico liberale. della tolleranza religiosa. La m

Essi si sono uniti ad altri Makassedha insegnato l’islam a e r intellettuali libanesi nel tracciare numerose generazioni tramite o 5 l’Alleanza nazionale, gli accordi rinomati insegnanti proveniente 0 ­

di Taef e i Dieci principi che Dar dal Libano e da altri Paesi arabi. d i c

Al Fatwa ha proclamato nel Noi faremo rivivere questa tra­ e m

1983. Quest’ultimo documento dizione e riformeremo l’insegna­ b r

afferma i principi della cittadi­ mento dell’islam in stretta e 2

nanza comune, del governo civi­ collaborazione con Dar Al 0 1

le, delle libertà civili e della Fatwa, e beneficeremo dai re­ 5 centi metodi innovativi di inse­ gresso della libertà, essa si sforza gnamento di materie civiche. La di rimanere tale, insieme coi Makassed è sempre stato un faro musulmani, i non musulmani, di tolleranza nell’educazione ci­ con la Makassed, in questi tempi vica e religiosa. Col volere di difficili per gli Arabi e per il Li­ Dio, rimarrà tale. bano. Beirut rimarrà la torcia Beirut è stata “la Madre delle dell’illuminismo musulmano, leggi” e una casa per la libertà e del progresso arabo e della pace 26 la creatività. Allo stesso modo in umanitaria. cui ha partecipato alla creazione Viva Beirut, Viva la Makassed, dello Stato moderno e al pro­ Viva il Libano!

Articolo pubblicato il 25 agosto 2015 http://www.asianews.it/notizie­it/La­Dichiarazione­di­Beirut:­i­ musulmani­in­difesa­della­libert%C3%A0­dei­cristiani­35135.html 5 1 0 2 e r b m e c i d ­ 0 5 o r e

m FINESTRA PER IL MEDIO ORIENTE u

n TRIMESTRALE N. 50 ANNO XV ­ e t

n Direttore responsabile: Andrea Fugaro e i

r Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 204 del 7.5.2004 o

i Stampa: Smail 2009 ­ Via Cupra, 25 ­ 00158 Roma d

e Sito Internet: www.finestramedioriente.it

M Referenti per le attività della Finestra per il Medioriente: l i Sede : Via Terni, 92 — 00182 Roma r

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a Piera Marras e Luciana Papi 339/1267052 r t

s Referenti per il giornalino: Fabrizio Panunzi 338/9351295

e Guido Fraietta 348/9171561 n i F “La speranza ed il dialogo interreligioso”

Lo scorso 8 novembre, presso il Battistero di san Giovanni in Laterano, abbiamo organizzato un incontro di approfondimento dal titolo“La speranza ed il dialogo interreligioso”. A parlarci del tema 27 della Speranza abbiamo chiamato la prof.ssa Mi­ rella Susini. Da alcuni anni studia ed approfondisce temi legati al dialogo interreligioso, inoltre insegna Escatologia in diverse università pontificie e ci ha potuto così tracciare alcuni aspetti della Speranza come virtù teologale con uno sguardo, appunto,

escatologico.Il testo di seguito riportato è un F i n

estratto dell’intervento e non è stato rivisto dall’au­ e s t

tore. r a p

virtù teologale della Speranza. e r i

Arriveremo poi in un secondo l incontro (ad aprile) a capire la M e

i presento breve­ relazione che c’è tra la virtù teo­ d i M logale cristiana della speranza e il o mente. Mi chiamo Mirella Susi­ r i ni, insegno in due università dialogo interreligioso, ma prima e n

pontificie a Roma, all’Antonia­ è necessario presentare dei pre­ t e

num e all’Angelicum, dove ho supposti di riferimento per poter ­ mettere dei paletti entro cui fare n tenuto anche alcuni corsi in u ambito di dialogo interreligioso. riferimento. m e

Ho pubblicato alcuni testi sul Mi incoraggia dare questo taglio r o

dialogo interreligioso… in­ al nostro incontro anche avendo 5 somma potete capire che questo visto dal vostro programma che 0 ­

tema mi piace! il testo di riferimento biblico che d i state meditando quest’anno è il c

All’Antonianum insegno anche e Escatologia ed è a partire da libro dell’Apocalisse. Per me è di m grande incoraggiamento perché b questa disciplina della teologia r sarebbe difficile fare il mio e

che vorrei partire per l’incontro 2

discorso davanti a cristiani che 0

di questa sera visto che ha più 1 direttamente a che fare con la ignorano che esista il testo 5 dell’Apocalisse o, se mai ne riore passo avanti […] hanno sentito parlare, credono Pensiamoci bene, quando pen­ che il significato ultimo di que­ siamo a queste realtà (Paradiso, sto testo sia legato alla fine del Purgatorio, Inferno) che imma­ mondo, che tutto finirà con gine ne abbiamo? terremoti, carestie, pestilenze Nell’inferno ci sono le fiamme perché noi… crediamo nella “fi­ alte, poi c’è satana ­ così ci è ne del mondo”, no? stato detto ­ che con il forchetto­ E quindi che quel Dio che ha ne cerca di martirizzarci e farci 28 creato un mondo bellissimo, che soffrire. ha creato il cielo, la terra e l’esse­ Poi nel Purgatorio ci sono le re umano è talmente stupido che fiamme più basse, le anime lo farà finire con terremoti pesti­ soffrono di meno… lenze e carestie! Noi crediamo in Nel paradiso ci sono gli uccellini, un Dio del genere, no? Ecco! i ruscelli, tutto quel mondo che Questo è un linguaggio che con era stato dato e che per la nostra il cristianesimo non ha niente a cattiva condotta abbiamo perso. che fare!! […] Ma c’è un grande assente in 5

1 Quindi, dicevo, fa piacere tro­ queste descrizioni o sbaglio? E il 0

2 varmi davanti a dei fratelli e so­ grande assente è Dio! […] e

r relle a cui è giunta la bella Voi non sarete ancora arrivati ad b notizia che il testo delle Sacre Apocalisse 22, leggiamo il m

e Scritture si conclude con un libro versetto 13 […] “Io sono l’Alfa e c i che parla della Rivelazione di l’Omega, il principio e la fine”. Ge­ d

­ Gesù Cristo. Scoprire che abbia­ sù quindi è la fine del mondo? 0

5 mo un testo così ci fa tirare un No certo. Vedete come una tra­

o bel sospiro di sollievo! duzione inesatta non ci aiuta a r

e E così, diciamo che per spiegare comprendere lo splendore e la m

u la virtù teologale della speranza bellezza del messaggio della n

­ abbiamo bisogno di capire che Scrittura. e

t cosa significa parlare di escatolo­ Chi di voi ha fatto filosofia ri­

n gia, di questa disciplina che ri­ corderà che quando si comincia e i

r guarda cosa? […] a fare filosofia si studia che i fi­ o i Prima del Concilio questa disci­ losofi cercavano quel principio d

e plina si conosceva come i “No­ primo da cui nasceva tutto: chi M

l vissimi”, che cosa erano questi diceva che era l’acqua, chi diceva i

r novissimi o le realtà ultime? il fuoco… e

p Paradiso, Purgatorio, Inferno, Gesù dice io sono quell’Archè di a

r Giudizio. Grazie a Dio però poi cui il mondo si chiede: io sono il t

s c’è stato il Concilio Vaticano II e principio di tutto. Non sono la e

n la Chiesa ha potuto fare un ulte­ fine ma io sono il fine della sto­ i F ria. […] Gesù dice: io sono colui quindi l’uomo non aveva che è il compimento della storia. peccato! Colui in cui tutto il mondo ri­ Allora questa parola teologica sorgerà. Un conto quindi è dire “storia della salvezza” che non “io sono il principio e la fine” ed riguarda il nostro linguaggio co­ un conto dire “io sono il princi­ mune, in teologia assume un pio ed il fine”. […] altro significato, un significato San Paolo nella Lettera agli Efe­ più profondo. sini cap. 1 dal versetto 4 dice: “in Storia della salvezza significa Lui ci ha scelti prima della creazione storia d’amore come ci dice la 29 del mondo… predestinandoci ad es­ Scrittura. […] sere prima che il mondo fosse se­ Dio è amore e dice che vuole condo il disegno d’amore e della sua amare anche al di fuori di Sè, volontà”. Quindi prima che il vuole vivere una storia d’amore mondo fosse siamo stati prede­ non solo in se stesso ma anche al stinati ad una storia d’amore. Lo di fuori e per questo ha pensato dice la Sacra Scrittura e allora l’umanità. L’umanità prima che

quando noi parliamo di storia il mondo fosse è il parto d’amore F i della salvezza cosa intendiamo di Dio al di fuori di sé. Dentro di n e s

dire? Cosa significa che Dio ha sé Dio è autosufficiente, ma t r messo in atto una storia di siccome Dio è un folle d’amore, a p

salvezza? vuole andare anche al di fuori di e Io non sto parlando di storia di sé e “prima che il mondo fosse” r i l

redenzione, io sto parlando di pensa già all’umanità. Dunque il M

storia di salvezza. Non è la stessa progetto è una storia d’amore e d

cosa perché quando utilizziamo che nel compimento vedrà il i o r

un linguaggio ambiguo questo banchetto escatologico. Gesù, i e

fa arrivare un messaggio ambi­ l’agnello Sposo, e la Gerusa­ n t guo, con un significato ambiguo. lemme celeste: questo è quanto e ­

Lasciamo perdere il linguaggio ci dice l’Apocalisse. n u

teologico… nel linguaggio co­ Questo testo ci dice come andrà m

mune quando noi parliamo di a finire questa storia di salvezza, e r “salvezza” pensiamo ad uno che ossia ci dice che qualsiasi cosa o 5

sta in pericolo e c’è qualcuno che l’essere umano farà di cattivo, di 0

lo salva, quindi in un linguaggio imprudente, ecc..., verrà ricapi­ ­ d i

­ non di credenti ma di italiani e tolato in Cristo. In colui che è c e

basta ­ noi pensiamo salvezza… l’escathos, è il telos della storia. m

da che cosa?... dal peccato! Ma […] b r

no, non funziona così perché la Dunque se il compimento è e 2

storia della salvezza comincia quello, ci sono varie tappe. Dio 0 1

prima che il mondo fosse e ha cominciato con la creazione, 5 poi ha creato gli esseri umani resurrezione nell’attesa della tua ecc... Poi la lettera ai Galati dice venuta”… della tua parusia. “Quando venne la pienezza dei Dobbiamo avere consapevolezza tempi Dio mandò suo figlio”. Come che ad ogni eucaristia siamo la l’avete vissuta fino adesso que­ sposa che invoca vieni Signore sta affermazione? Cosa significa? Gesù. Invece che “storia di […] salvezza” impariamo a dire allo­ Possiamo dire che l’incarnazione ra “storia d’amore” che va dalla è avvenuta a motivo dell’amore creazione alla parusia. 30 di Dio e che era già tutto previ­ All’interno di questa storia l’es­ sto… anche se non ci fosse stato sere umano che era stato elevato il peccato? Certamente! Anche se ad essere partner in questa storia siamo abituati da prima del d’amore si è perso e Dio Concilio Vaticano II che l’impo­ interviene perché lui comunque stazione ufficiale era diversa: porterà a compimento questo l’incarnazione era a motivo del progetto d’amore. Dio ci viene a peccato. Ma la scuola francesca­ cercare nelle nostre infedeltà! na già dal Medio Evo aveva sco­ […] 5

1 perto che la storia sarebbe stata Tornando al discorso di escato­ 0

2 un’altra e si è chiesta senza il logia, quindi, io non ho paura di e

r peccato Dio non si sarebbe andare all’Inferno perché ci sono b incarnato? […] le fiamme alte, o in Purgatorio m

e No, l’incarnazione era prevista a perché sono un po’ più basse e c i prescindere dai meriti o demeriti non voglio andare in Paradiso d

­ dell’uomo, proprio perché siamo perché c’è l’eden… Questo si­ 0

5 in una storia d’amore! Certo gnifica capire se Gesù è al centro

o quando lo Sposo ha preso dimo­ ed è la mia speranza. Inferno, r

e ra, lo sposo ha voluto rendere Purgatorio e Paradiso non sono m

u adorna la sua sposa, perché o un luogo ma dicono il mio n

­ facciamo un discorso sponsale o rapporto con Gesù da questo e

t la nostra riflessione perde di vi­ momento per sempre.

n sta l’essenziale, ossia che Gesù è La morte è un passaggio, non è e i

r lo sposo. Nel libro dell’Apocalis­ una fine. È un passaggio da que­ o i se Gesù è lo sposo e per questo sta vita che è ancora uno stato di d

e la sposa invoca: “Vieni Signore gestazione rispetto alla definitiva M

l Gesù”. e l’Inferno sarà… se la vita defi­ i

r La liturgia è il centro della vita nitiva io la vivrò senza Lui. e

p cristiana e nella celebrazione eu­ Pertanto al centro dobbiamo ri­ a

r caristica al centro cosa procla­ mettere Dio, ed è il rapporto con t

s miamo? “Annunciamo la tua Lui che stabilisce ciò che per me e

n morte Signore, proclamiamo la tua significa Paradiso, Purgatorio o i F Inferno, sarà quindi il suo rà. I cristiani possono affrettarlo abbraccio, il ritardo del suo questo progetto di Dio e non so­ abbraccio o l’urlo eterno di un lo i cristiani ma chiunque lavora abbraccio mancato per sempre. pacificamente e nel rispetto reci­ Diversamente come posso dire: proco affinché l’umanità diventi Gesù è la mia speranza, Gesù è Una. L’umanità è destinata a di­ la mia certezza? […] ventare Una che non significa Benedetto XVI ci dice chiara­ essere tutti uguali. Il nostro Dio mente (in Spe Salvi) che noi non è uno nella differenza, per que­ speriamo in qualcosa ma la nostra sto sant’Agostino diceva che 31 speranza ha un volto preciso, nella Trinità c’è un amante (Dio quello di Gesù. È lui la nostra Padre), un amato (Gesù), un speranza. […] Per saper essere amore (Spirito Santo). degni della speranza che è in noi Noi cristiani quindi dovremmo dobbiamo anche meditare que­ essere agevolati a comprendere sto tipo di progetto, perché sia­ come l’unità nasca proprio dalla mo chiamati a diventare una differenza. Per diventare una

umanità che sarà l’unica sposa umanità “una” sognata da Dio F i dell’Agnello sposo. La Chiesa, non dobbiamo diventare tutti n e s

nella Lumen Gentium al cap. 5, è uguali. Quella è uniformità. t r descritta come “germe e stru­ La Chiesa davvero dice “vieni a p

mento” del compimento di que­ signore Gesù”, sono una sposa e sto progetto d’amore. così saggia che “voglio lavorare r i l

La Chiesa è chiamata a collabo­ affinché il momento della tua M

rare con Dio al compimento parusia si affretti” e non essere e d

dell’unità di tutto il genere uma­ una Chiesa che dice: “abbiamo i o r

no (e di questo parleremo me­ da fare aspetta ancora un po’”! i e

glio nel secondo incontro ad Siamo una sposa innamorata? n t aprile) perché se noi vogliamo Chiediamocelo, perché se non e ­

lavorare per l’unità del genere siamo credibili forse significa n u

umano dobbiamo lavorare per che non siamo innamorati, m

l’unità della chiesa, per il dialo­ perché l’amore convince. e r go ecumenico ed il dialogo o 5

interreligioso. Queste tre cose Vi saluto invitandovi a leggere le 0

per noi cristiani non sono optio­ prime pagine (il primo capitolo) ­ d i

nal, sono un imperativo. “Beati del libro di Luis Ladaria, c e

gli operatori di pace” racchiude “Antropologia teologica” per ri­ m

tutto il nostro impegno, perché il vedere alcuni concetti di cui b r

dialogo è a servizio della pace e abbiamo parlato questa sera. e 2

dell’unità che Dio sogna da 0 1

sempre e che comunque realizze­ Grazie. 5 Pontificia Università Antonianum Facoltà di Teologia Istituto Francescano di Spiritualità Anno Accademico 2015­2016 CATTEDRA DI SPIRITUALITÀ E DIALOGO INTERRELIGIOSO

CICLO DI CONFERENZE UOMINI E CREDENTI NELLA STORIA. 32 LA TESTIMONIANZA A DIO DI CRISTIANI E MUSULMANI NELLA REALTÀ CONTEMPORANEA

novembre 2015/marzo 2016 5 1 0 2 e r b m e c i d ­ 0 5 o r Primo incontro e

m Giovedì 12 novembre 2015, ore 17.30 u

n Prof. SamirKhalil Samir SJ ­ Pontificio Istituto Orientale, Roma e t La questione del Testo Sacro e della sua esegesi nella storia n e

i dell’Islam r o i

d Secondo incontro e

M Giovedì 17 dicembre 2015, ore 17.30 l

i Prof.ssa Serenella Ensoli r

e Seconda Università degli Studi di Napoli p La collaborazione internazionale e l’impegno di intellettualità e a r

t popolazione in terra d’Islam per la tutela del patrimonio culturale s

e dell’umanità n i F Terzo incontro Giovedì 18 febbraio 2016, ore 17.30 Prof. Massimo de Leonardis Università Cattolica del S. Cuore, Milano P. Bernardo Cervellera Asia News L’Islam sulla scena del mondo: rilievo e incidenza nelle attuali relazioni internazionali Quarto incontro 33 Lunedì 7 marzo 2016, ore 17.30 Prof.ssa Mirella Susini Pontificia Università Antonianum, Roma Shaykh Yahya Pallavicini Vicepresidente e Imam della Comunità religiosa islamica italiana Prof. Alberto Ambrosio OP

ricercatore associato al CETOBAC/EHESS di Parigi F i Testimoni della presenza di Dio. Tra contemplazione e martirio n e s t r

La partecipazione agli incontri ed una ricerca da concretizzarsi in un elaborato da a

concordare con un professore dell’Istituto Francescano di Spiritualità, permettono p e

di acquisire 3 ECTS. r i l Coordinatore M e

Prof. Cesare Alzati d i dell’Accademia Romena ­ Bucarest o r i già Ordinario di Storia del Cristianesimo e n

e delle Chiese presso l’Università di Pisa e t e

presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ­ n u m e r o

Venerdì 27 maggio alle ore 17.00 5 sarà celebrata la santa messa di suffragio per 0 ­

mons. Luigi Padovese d i c

nel VI anniversario della sua morte, e presieduta da Fr. Mauro Jöhri, m b

Ministro Generale dei Frati Minori Cappuccini r e 2 0 1 5 Papa Francesco alla Sinagoga di Roma il 17 gennaio

Papa Francesco ha accettato l’invito del rabbino Di Segni di recarsi a far visita alla sinagoga di Roma il prossimo 17 gennaio, in occasione della giornata di 34 riflessione ebraico­cristiana. La visita di papa Francesco si inscrive nel recente ricordo dei 50 anni della dichiarazione conciliare “Nostra aetate”. Di seguito un breve articolo pubblicato dal sito Vatican Insider

Papa Francesco visiterà la sinagoga tà ebraica capitolina – presente pe­ di Roma nel pomeriggio di domeni­ raltro a Roma da prima ancora della ca 17 gennaio prossimo. E’ il terzo nascita di Gesù Cristo – fu Giovanni 5

1 Pontefice, dopo Giovanni Paolo II Paolo II che il 13 aprile del 1986 fu 0

2 nel 1986 e dopo Benedetto XVI nel accolto dallo storico rabbino Elio e

r 2010 a compiere la visita nel tempio Toaff. Il 17 gennaio del 2010 fu Be­ b maggiore della comunità ebraica ro­ nedetto XVI a visitare la sinagoga m

e mana sul lungotevere de’ Cenci. accolto dallo stesso rabbino c

i Riccardo Di Segni che accoglierà d

­ «A seguito dell'invito del Rabbino Papa Francesco il prossimo 17

0 Capo e della Comunità Ebraica di gennaio. 5 Roma, Papa Francesco si recherà in o r visita al Tempio Maggiore nel po­ Sono noti i cordiali rapporti di Jorge e

m meriggio di domenica 17 gennaio Mario Bergoglio con la comunità u 2016», hanno comunicato in ebraica sin da quando era arcive­ n

­ contemporanea la sala stampa della scovo di Buenos Aires. Una lunga e

t Santa Sede e la comunità ebraica di amicizia lo lega al rabbino argentino n

e Roma. «La visita sarà caratterizzata Abraham Skorka, che accompagnò i

r dall'incontro personale del Papa con Francesco anche nella sua visita a o i i rappresentanti dell'ebraismo e i Gerusalemme nel 2014 assieme ad d

e membri della Comunità. Il pro­ un altro amico argentino, il mu­

M gramma più dettagliato della visita sulmano Omar Abboud. Il rabbino l i sarà comunicato a suo tempo». Di Segni, da parte sua, in una re­ r

e cente intervista all’Espresso, ha p La nota congiunta ricorda che si avuto parole di stima per Francesco a r

t tratta della terza visita di un Papa al non prive di qualche critica: «Ri­ s

e Tempio Maggiore di Roma. Il primo propone l’idea che, con l’arrivo di n i a visitare la sinagoga della comuni­ Gesù, il Dio dell’Antico Testamento F è cambiato: prima era severo e la parola “gesuita” fa un brutto vendicativo, poi è diventato il Dio effetto». «Ho visto – ha chiosato il dell’amore. Quindi gli ebrei sono rabbino romano – che poi ci è stato giustizialisti e i cristiani buoni e mi­ più attento». Ricordando i 50 anni sericordiosi. È un’aberrazione teolo­ della dichiarazione conciliare No­ gica molto antica, che è rimasta una stra aetate, a ottobre scorso, il Papa sorta di malattia infantile del cristia­ ha sottolineato la «vera e propria nesimo». Francesco, ha detto ancora trasformazione che ha avuto in il rabbino capo della comunità ro­ questi cinquant’anni il rapporto tra mana, guidata da alcuni mesi da cristiani ed ebrei»: «Indifferenza e Ruth Dureghello, è «un Papa molto opposizione si sono mutate in colla­ 35 interessante, con il quale si riesce a borazione e benevolenza. Da nemici dialogare», ma «continuare a usare, ed estranei, siamo diventati amici e come fa il Papa, il termine “farisei” fratelli. Il Concilio, con la Dichiara­ con una connotazione negativa può zione Nostra ætate, ha tracciato la F i n e s t r a p e r i l M e d i o r i e n t e ­ n u m e r rinforzare il pregiudizio in un via: “sì” alla riscoperta delle radici o 5

pubblico non preparato». Di Segni ebraiche del cristianesimo; “no” a 0 ha detto di aver esposto questo ogni forma di antisemitismo e ­ d i

argomento al Papa, in un incontro condanna di ogni ingiuria, discri­ c

avvenuto nei mesi scorsi, riferendo minazione e persecuzione che ne e m

questa risposta del Papa: «Capisco derivano». b r

benissimo. Io sono gesuita e anche e

Articolo pubblicato il 17 novembre 2015 2 0

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio­articolo/articolo/francesco­ 1

francis­francisco­ebrei­jews­hebreos­44727/ 5 PROGRAMMA 2015­2016 Tema dell’anno: “La Speranza”

OGNI SETTIMANA: Finestra di Preghiera durante la quale si leggerà e mediterà il libro dell’Apocalisse. Gli incontri si terranno presso la parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio il lunedì dalle ore 19.30 alle 20.30 e presso la parrocchia di Gesù di Nazareth il mercoledì dalle ore 19.00 alle 20.00. INIZIO Lunedì 5 Ottobre (parrocchia ss Fabiano e Venanzio) e Mercoledì 30 36 settembre (parrocchia Gesù di Nazareth)

MENSILMENTE i seguenti incontri:

24­25 Ottobre 2015 Ritiro spirituale* presso il Cento Orebdi Ciciliano

8 Novembre 2015, ore 17, Incontro di approfondimento sul tema “La spe­ ranza ed il dialogo interreligioso”, relatrice prof.ssa Mirella Susini. L’incontro si terrà presso la sala del Battistero di san Giovanni 5 1

0 18 Gennaio 2016,ore 19, all’interno della settimana di preghiera per l’unità 2 dei Cristiani: Vespri con la comunità egiziana copta ortodossa presso la e r parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio b m

e 2 Febbraio 2016, in serata, Momento di preghiera per il X Anniversario c i

d della morte di don Andrea Santoro, presso la parrocchia dei Santi Fabiano

­ e Venanzio 0 5

o 5 Febbraio 2016, ore 19, Celebrazione eucaristica diocesana per il X r

e Anniversario della morte di don Andrea Santoro, presso la Basilica di san

m Giovanni in Laterano u n ­ 12­13 Marzo 2016 Ritiro spirituale* presso il Cento Oreb di Ciciliano e t n e

i 10 Aprile 2016, ore 17, Incontro di approfondimento sul tema “La spe­ r

o ranza ed il dialogo interreligioso”, relatrice prof.ssa Mirella Susini. i

d L’incontro si terrà presso la sala del Battistero di san Giovanni e M

l 8 Maggio 2016 Giornata conclusiva di Fraternità* presso il Battistero di i

r san Giovanni e p

a *I ritiri e la giornata di fraternità saranno guidati da frPaolo Pugliese r t

s Degli incontri non ancora definiti, sarà data tempestiva comunicazione. e

n Inoltre nelle pagine del giornalino troverete anche il programma completo i

F per il decennale della morte di don Andrea Santoro.