A Cura Dell'osservatorio Tecnico-Scientifico Per La

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A Cura Dell'osservatorio Tecnico-Scientifico Per La A cura dell’Osservatorio Tecnico-Scientifco per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio curato in collaborazione con: Dottoressa Norma Ferrara Dottor Edoardo Levantini Progetto Grafco e Infografche a cura di: Pier Luca Mario Dussich © 2018 Osservatorio Tecnico-Scienti- fco per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio La raccolta della documentazione necessaria ai fni del Rapporto è datata, in via preli- minare, al 31 dicembre 2017, con un’unica integrazione realizzata il 25 gennaio 2018. La distribuzione è gratuita. E’ consentito l’utilizzo dei testi solo citando le fonti. Alle donne e agli uomini della Direzione Distrettuale Antimafa di Roma dell’Arma dei Carabinieri della Polizia di Stato della Guardia di Finanza della Polizia Penitenziaria della Direzione Investigativa Antimafa del Tribunale per le Misure di Prevenzione di Roma INDICE INTRODUZIONE 8 Prefazione di Nicola Zingaretti 10 Introduzione di Gianpiero Cioffredi 14 Ringraziamenti 15 Nota PARTE 1 18 Le mafie a Roma 59 Le mafie di Roma 119 Narcotraffico internazionale e “piazze di spaccio” 138 Il metodo mafioso e la “borghesia” romana 154 Un sistema multilivello PARTE 2 I boss nella provincia di Roma 170 Le mafie fra Latina e Aprilia 187 I clan a Frosinone 203 Le mafie al Nord 210 PARTE 3 Legalità, sicurezza e trasparenza 216 5 anni di lavoro della Regione Lazio APPENDICE Infografiche 230 Fonti consultate 249 0 INTRODUZIONE Prefazione di Nicola Zingaretti Presidente della Regione Lazio La pubblicazione del terzo rapporto sulle “Mafe nel Lazio” arriva a cavallo tra due legislature per la Regione. Con questa nuova edi- zione del rapporto, nato anche stavolta dalla profcua collaborazione dell’Osservatorio Tecnico-Scientifco per la Legalità con tante istitu- zioni dello Stato, vogliamo innanzitutto dare un segnale di continuità del lavoro fatto in questi cinque anni nella lotta e nel contrasto del fenomeno mafoso: dobbiamo difendere le conquiste di questi anni e rafforzare ulteriormente la nostra azione. Un obiettivo importan- tissimo che trova nel rapporto “Mafe nel Lazio” un pilastro fon- damentale. Questo documento, infatti, costituisce uno straordinario strumento di lavoro e di analisi del fenomeno mafoso nel Lazio: uno 8 studio che consente di analizzare le dinamiche, gli interessi, le diverse componenti che agiscono nella nostra regione e il grado di penetra- zione degli affari delle mafe nei vari territori. Il rapporto ha anche un eccezionale valore di testimonianza, perché racconta l’evoluzione del fenomeno mafoso nel corso degli anni e conferma ancora una volta la dimensione del problema mafoso nella nostra regione. Una verità fno a poco tempo fa spesso rimossa, o addirittura negata. Le inchieste della magistratura e delle forze di polizia hanno sempre più delineato uno scenario di gravi infltrazioni in tante diverse parti del nostro tessuto socioeconomico e nella geografa della nostra regione e delle nostre città. Un’aggressione continua alla libertà e alla vita civi- le della comunità e – come si evince anche da questo ultimo rapporto – un potere oscuro in grado di assumere tante diverse facce e con una notevole capacità mimetica. Per restringere lo spazio d’azione delle organizzazioni criminali, in questi anni abbiamo lavorato senza sosta, innanzitutto facendoci promotori di una grande mobilitazione civile e culturale contro le mafe, e quindi mettendo in campo azioni concrete per collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura nella lotta alla criminalità, partendo proprio dagli anticorpi nell’amministrazione regionale ai fenomeni corruttivi.Sul fronte fondamentale della mobi- litazione culturale abbiamo raggiunto importanti risultati. Siamo stati tra le prime regioni a istituire la giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafe. Abbiamo realizzato iniziative culturali come il concorso “Un brano contro le mafe” e il meeting “Lazio senza mafe” con una grandissima partecipazione di giovani. Abbiamo sostenuto la memoria di Falcone e Borsellino, simboli della lotta alla mafa nel nostro Paese. Uno dei grandi ambiti di intervento a cui ci siamo dedicati con più forza è stato il riutilizzo dei beni sequestrati alla criminalità, che abbiamo restituito ai cittadini a benefcio di tutta la collettività. Combattere la mafa, infatti, vuol dire non solo rafforzare le difese contro le organizzazioni mafose, ma anche portare sviluppo nei luoghi più fragili, quelli più vulnerabili e quindi aggredibili dalle bande mafose. Andremo avanti su questa li- nea nei prossimi 5 anni, potenziando ancora la nostra azione. Voglia- mo mostrare nel Lazio uno Stato presente e coeso, capace di avanzare anche nei territori più diffcili perché con l’impegno di tutti la mafa può e deve essere sconftta 9 Nicola Zingaretti Introduzione di Gianpiero Cioffredi Presidente dell’Osservatorio Tecnico-Scientifco per la Sicurezza e la Legalità Quando nell’estate del 2014, grazie alla collaborazione con l’associa- zione Libera, l’Osservatorio Tecnico-Scientifco per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio ha dato il via a questa esperienza, alle sue spalle aveva una una realtà in cui si manifestava una ritrosia a par- lare di mafe nella nostra regione con alcune pregevoli eccezioni da parte di poche associazioni e comitati. L’unico documento istituzio- nale sulle mafe era rappresentato dal lavoro curato nel 2008 dall’Os- servatorio Regionale presieduto allora dal professor Enzo Ciconte. All’epoca per molti ipotizzare che le mafe avessero messo radici nel Lazio e a Roma, la Capitale del Paese, era sembrata un’ipotesi troppo ardita se non fantasiosa. Eppure la signifcativa penetrazione delle 10 mafe nei nostri territori è un dato ormai processualmente accertato. Con l’arrivo alla Procura di Roma del procuratore capo Giuseppe Pignatone e del coordinatore della Direzione distrettuale antimafa, il procuratore aggiunto Michele Prestipino, le indagini hanno fatto uno straordinario salto di qualità, delineando un modello investigativo di eccellenza con il contributo decisivo dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza e della Direzione investi- gativa antimafa. A tutti i magistrati, alle forze di polizia giudiziaria, ai loro collaboratori e agli agenti di scorta, va il nostro grazie più auten- tico. A loro, non a caso, è dedicata questa pubblicazione, perché nel loro impegno, come cittadini e come rappresentati delle istituzioni, ci riconosciamo ogni giorno. Quando tre anni fa abbiamo intrapreso questa esperienza di monitoraggio del fenomeno mafoso nel Lazio abbiamo scelto di defnire in maniera chiara il perimetro del nostro lavoro, individuando un metodo che è diventato il tratto distintivo di questo documento. Due gli obiettivi principali: rendere maggiormen- te accessibile ai cittadini e alle istituzioni il contenuto dei documen- ti giudiziari e istituzionali prodotti sul fenomeno mafoso e provare a comprendere e descriverne caratteristiche. Perché tutti, cittadini, società civile responsabile e rappresentanti delle istituzioni, fossero messi nelle condizioni di sapere e conoscere e, dunque, prendere de- cisioni in maniera consapevole. Quello che state per leggere, dunque, non è un dossier giornalistico, né uno studio scientifco-accademico. E’ una relazione istituzionale della Regione Lazio che giunta alla terza edizione in 5 anni, da il senso della continuità nel nostro impegno antimafa. Fornire una relazione di una Istituzione come la Regione in merito alle organizzazioni criminali nel Lazio è un atto non scon- tato ma a nostro avviso doveroso e indispensabile per una messa in condivisione dei saperi sulle mafe, primo passo per un’attività di con- trasto politico-istituzionale al fenomeno criminale nei nostri territori. Il Rapporto prende in esame e rielabora solo materiali pubblici, noti alle parti in causa nei diversi procedimenti citati, fatta la doverosa premessa che apre il Rapporto: tutte le persone eventualmente cita- te sono da considerarsi innocenti sino all’ultimo grado di giudizio. I documenti consultati appartengono principalmente a due tipologie: quelli prodotti nell’ambito delle attività investigative e giudiziarie e quelli istituzionali prodotti sul fenomeno mafoso nel Lazio, nell’arco 1 di un tempo che è sempre esplicitato all’inizio di ogni Rapporto . Ab- 11 biamo, inoltre, scelto di far “dialogare” i documenti sopra citati, con le dichiarazioni pubbliche dei cosiddetti “testimoni privilegiati” della lotta alle mafe nella regione. Nei loro interventi, come si evince an- che da questa terza edizione, sono custoditi importanti elementi utili a fornire chiavi di lettura dei fenomeni mafosi e di corruzione nella regione. Ed è dunque dall’incrocio di queste tre diverse fonti che na- sce e si sviluppa il perimetro di questo lavoro annuale2. Ed è a partire da queste fonti, lo esplicitiamo ancora una volta, che viene elaborato il monitoraggio quantitativo dei clan nella regione e in provincia di Roma. I gruppi mafosi, le consorterie e i narcotraffcanti sono trac- ciati - lo precisiamo per quanti utilizzeranno questi dati - a partire dalla consultazione dei documenti giudiziari considerati dagli anni ‘70 al 2017. Per meglio comprendere l’entità delle azioni mafose mes- se in campo, in questa terza edizione, abbiamo provato a dettagliare ulteriormente i clan presenti complessivamente sul territorio, poten 1 Quest’anno il periodo preso in esame dal presente documento va dal mese di luglio 2016 al 31 dicembre 2017, fatta eccezione per una integrazione - avvenuta a pubblicazione ultimata - giorno 25 gennaio
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