Sant'anna News
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SANT’ANNA NEWS Newsletter dell’Associazione Ex-Allievi Scuola Superiore S. Anna – Pisa Numero 43 • 2015 - semestrale www.sssup.it/exallievi Numero 43 Esperienze, consigli e ambizioni ome deciso nell’Assemblea dell’a- Gli allievi a colloquio con Enrico Letta Cprile 2015 e deliberato dal CD, la spedizione dell’edizione cartacea è riser- Intervista a cura di Giuseppe Balice, Giulio Emilio Brancati, vata ai Soci in regola con il pagamento Christian Esposito, Guido Panzano, Thomas Romano della quota annuale. Anche questo nu- mero è stato realizzato con la completa copertura delle spese (di redazione, al- lestimento, stampa, distribuzione: circa 7.000 Euro) da parte di Sponsor. Preghiamo gli Associati di attivarsi per trovare nuove fonti di finanziamento in modo da liberare le risorse derivanti dalla quote sociali per finanziare invece stage formativi degli Allievi all’estero, in sinergia con la Scuola, viste le limita- zioni comportate dalla revisione di spe- sa. Inoltre, sponsorizzazioni renderanno possibile la realizzazione delle iniziati- ve editoriali già deliberate nel corso del 2015, relative al Progetto Hope ed al- la Galleria del Ricordo degli Ex-Allievi scomparsi. Ricordiamoci di versare la quota del 2016 in queste settimane. Con soddisfazione segnaliamo che so- no sensibilmente incrementate le spon- tanee disponibilità agli incontri di ex Allievi, di tutte le età, con gli Allievi. Sono in incremento, come ben dimo- stra questo numero, gli spazi riservati sul Sant’Anna News a contributi autonomi degli Allievi che hanno colto l’opportu- nità nel migliore dei modi. Benvenuti! Brunello Ghelarducci, Franco Mosca Lo scorso giugno, dopo un incontro con gli Enrico Letta discute con gli allievi della sua allievi della Scuola Superiore Sant’Anna e esperienza alla Scuola e dà loro alcuni con- uesto del «Sant’Anna News» è un gli allievi della Scuola Normale Superiore, sigli per il futuro. numero particolarmente importan- Q Enrico Letta si ferma per alcune informali te. Per la prima volta, infatti, gli Allievi domande con gli allievi della Scuola. Ex- Come prima cosa, come la Scuola Supe- collaborano con gli Ex-Allievi tramite allievo di Scienze Politiche, è stato deputato riore Sant’Anna ha inciso sul suo per- un soggetto unitario, la Redazione Allie- ed europarlamentare, nel 1998 giovanissi- corso personale e professionale? vi. Ringraziamo gli Ex-Allievi per aver mo Ministro per le Politiche Comunitarie, La Scuola Sant’Anna mi ha dato una condiviso con noi l’idea di un giornale successivamente dell’Industria, del Com- strada. Mi ha fatto scoprire la mia vera più aperto, buona lettura! A presto! mercio e dell’artigianato; poi, nel 2006, passione di studi, quella per le scienze Guido Panzano, Sottosegretario alla Presidenza del Consi- politiche e le relazioni internazionali. Responsabile Redazione Allievi glio dei Ministri e infine, dal 2013 al 2014, Scoprire la propria vocazione è forse la Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo cosa più importante della vita. Avevo in- Il giornale in PDF è scaricabile essersi dimesso da parlamentare si è trasfe- cominciato gli studi su un altro percorso, a partire dalla pagina: rito a Parigi, dove dirige la scuola di Affari legato più all’idea che si diceva un tempo Internazionali (PSIA) di SciencePo. In Ita- www.sssup.it/santannanews lia ha fondato la Scuola di Politiche. continua a pag. 16 Un nouveau projet ambitieux La mia esperienza alla business school di La Rochelle di Nicola Bellini* rmai da un anno lavoro in Francia. “Sup de Co” La Rochelle è una école razioni tra Scuole, alla ricerca di dimen- OL’opportunità prevista dall’art 7 superieure de commerce, che è da poco sioni maggiori e nella speranza di mag- della legge Gelmini, ossia quella di un’a- entrata nella élite delle business school giore efficienza, ha talora funzionato, ma spettativa sino a cinque anni (a costo ze- europee, attraverso l’accreditamento in- – quando è mancato un robusto disegno ro), è stata concessa dalla Scuola anche ternazionale AACSB e l’ingresso nella strategico – ha portato ad ulteriori cla- a me, professore ordinario dell’Istituto di prestigiosa classifica del Financial Times. morosi fallimenti. Management. Come tutte le grandes écoles francesi, Fare formazione superiore di alto li- Il mio non è certo un nuovo caso di appartiene al settore pubblico (dipende vello e ricerca in questo clima è certa- “fuga di cervelli” (anche se sono persino dalla locale Camera di commercio), ma mente il più forte elemento di novità che finito in una trasmissione televisiva sul non a quello universitario: nel secolare sento rispetto alle mie esperienze prece- tema), prima di tutto per questioni ana- sistema duale francese, il suo compito denti. Provo ad esempio l’inattesa sensa- grafiche e poi perché non ho lasciato un’i- originario non è quello della ricerca ac- zione di non appartenere più a una casta stituzione eccellente come il Sant’Anna cademica, ma della formazione dei qua- (e non so se dolermene…). All’interno per una ancora migliore. Mi sento piut- dri dirigenti. Tuttavia il progressivo ve- di una scuola-azienda, infatti, gli accade- tosto come uno di quei giocatori di serie nir meno di questa rigida distinzione ha mici perdono (necessariamente?) il mo- A, che, all’approssimarsi del fine carriera, fatto sì che le università siano entrate nopolio delle posizioni di potere ed as- scelgono di giocare in una squadra neo- nell’ambito della formazione manageriale sumono un ruolo di “responsabili di pro- promossa, rinunciando ad una maglia di e le scuole di management abbiano do- duzione”, subordinati ai manager. Questi prestigio per condividere un progetto am- vuto predisporsi a competere anche su ultimi hanno una conoscenza molto sofi- bizioso. Niente fuga, quindi: piuttosto, do- quello della ricerca. Una decennale spe- sticata delle problematiche organizzative po aver fatto e diretto ricerca in contesti cializzazione nella formazione dei quadri e di mercato della formazione superiore, assai diversi, colgo l’opportunità di trasfe- del settore turistico attendeva allora di ma non hanno un profilo accademico e rire le mie esperienze in una realtà ancor valorizzare la propria capacità di elabora- scientifico, anche se quasi sempre hanno più lontana, magari soddisfacendo anche zione originale e innovativa: ecco quindi avuto esperienze universitarie all’inizio lo sfizio senile di, – perché no? – ancora la mia missione. della carriera. una volta, ricominciare. Non mancano nemmeno le sorpre- Ho potuto quindi accettare l’invito Il mondo delle business school france- se rispetto ai molti stereotipi che in un della business school di La Rochelle (www. si si distingue per uno sviluppo quantita- contesto pubblico spesso nutriamo per esc-larochelle.fr) per contribuire al rilan- tivo e qualitativo che le ha rapidamente il “privato”. Ad esempio, in negativo, cio di un istituto di ricerca su un settore collocate ai vertici delle classifiche inter- l’esigenza di controllo dei costi produ- che sta vivendo trasformazioni epocali, di nazionali. Tuttavia la competizione (sia ce molta più burocrazia e pochissimo cui si è parlato molto ma su cui poco si è tra scuole sia tra esse e le università) è decentramento nelle decisioni di spesa. studiato nell’ultimo decennio e che og- tutt’altro che una metafora. Chi fallisce In positivo, c’è invece la grandissima at- gi appare al centro di molti e divergenti paga: riduzioni di personale, chiusure, tenzione alla ricerca del consenso e alla “modelli di sviluppo”: il turismo. vendite. La via delle fusioni e delle fede- condivisione delle scelte. Ad esempio, la 2 riflessione iniziale sul nuovo piano stra- tegico, ossia quella sull’identità e sul po- sizionamento della scuola, ha coinvolto, in una serie di focus group, letteralmen- te tutti i collaboratori della istituzione. Anche l’organo di governo, il Comitato di Direzione, costituito da una decina di persone, si allarga periodicamente a tutti coloro che hanno responsabilità di strut- ture o di missione, una cinquantina di persone (tra cui chi scrive), ed una volta all’anno, a gennaio, questo gruppo si iso- la per due giorni per un brainstorming a trecentosessanta gradi. Chi viene dalla situazione privilegiata di un’università pubblica, si pone molte domande sulla sostenibilità nel medio termine di una logica di mercato. Per- sonalmente sono in una fase di sospen- sione di giudizio. Senza dubbio vi sono approcci, scelte e stili commerciali che stridono con il mio DNA di funzionario pubblico (di cui sono orgoglioso). È pure vero, tuttavia, che il riscontro di merca- to costringe ad un’analisi delle perfor- mance continua, tecnicamente rigorosa, capillare e condivisa, che genera quali- tà. Mercato significa riflettere in ogni momento su quali siano i fattori che ci rendono realmente diversi e migliori, e quindi “distintivi”, ad esempio nei mo- delli didattici proposti. Mercato significa non restare indietro sui temi dell’innova- zione pedagogica (blended learning e ol- tre), qui perseguita in modo sistematico e talora originale. Mercato significa che l’internazionalizzazione è vitale: campus delocalizzati, missioni umanitarie e una presenza massiccia di studenti stranieri (cui sono offerti corsi in inglese e ora an- che in spagnolo) servono a qualificare e distinguere l’offerta formativa sul merca- to interno e ad aprirsi a mercati più va- sti e più dinamici, come quelli dei paesi emergenti. Si può fare ricerca in queste condizio- ni, per di più restando al di fuori del si- stema di finanziamento pubblico riserva- to alle università? Anche se le condizioni per il finanziamento privato sono relati- vamente buone (grazie a importanti sgra- vi fiscali per i “mecenati”) ed anche se la Vari momenti della vita alla business school di La Rochelle dove Nicola Bellini si è trasferito ricerca di risorse ad hoc è indispensabile, nale e la ricerca applicata finanziata dal- mento degli obiettivi concordati… e mi non è certo alla mera capacità di auto- le imprese, ma anche i convegni scienti- domando se il “mercato” mi abbia levato finanziamento che puntiamo, quanto fici e le performance sugli indicatori di una necessaria garanzia d’indipendenza piuttosto alla creazione di valore per la pubblicazioni accademiche.