Tafi, Il Gregario Che Diventò Leader
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03SPC03A0312 03SPC02A0312 FLOWPAGE ZALLCALL 14 15:40:45 12/03/96 K IIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII pagina l’Unità Martedì 3 dicembre 1996 14 2 IIIIIIISpeciale IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII CiclismoIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII «Il terzo posto nella Parigi-Rubaix mi ha fatto capire quanto valevo» Poi la vittoria nel Giro di Lombardia Tafi, il gregario che diventò leader vincere già da prima, magari dall’ul- DARIO CECCARELLI tima Parigi-Roubaix che tanto ha fat- MILANO. Bisogna cominciare nitico Indurain, si è arreso conse- to discutere per quell’arrivo preordi- —da lui, da Andrea Tafi, per riassume- gnando a Riis quella che sarebbe nato gerarchicamente dal diesse re un anno di ciclismo. Bisogna co- potuta diventare la sua sesta maglia belga della Mapei: primo Museeuw, minciare da lui, dall’ex gregarione gialla consecutiva. secondo Bortolami, terzo Tafi che diventato campione, per fotografare «Il ciclismo moderno è così» spie- aveva chiesto, per festeggiare la na- un mondo che sta cambiando più ga Tafi. «È inutile continuare a la- scita della secondogenita, almeno il velocemente delle sue medie chilo- mentarsi pensando al passato. Una posto d’onore. Quella corsa, però, metriche, che oramai sono così stra- volta era tutto diverso. Gli allena- ha fatto scattare qualcosa nella sua tosferiche da far impallidire perfino menti, la tecnologia, l’organizzazio- testa. «Sì, dopo la Roubaix mi sono quelle di Eddy Merckx, il campione ne, il calendario. Adesso c’è la clas- accorto di non essere più un sempli- dei campioni del ciclismo moderno, sifica a punti, la Coppa del Mondo, ce gregario. Lo sapevo anche prima, quel ciclismo che aveva già coperto gli sponsor, la televisione. E‘ un altro ma non riuscivo a crederci fino in con l’asfalto le buche polverose de- mondo. E io guardo avanti, penso al fondo. Quel terzo posto invece mi ha gli anni della leggenda. futuro. Prima vincevano sempre gli portato fortuna, soprattutto mi ha AndreaTafi,alcentro,vincitoredelGirodiLombardia StefanoRellandini/Ap Bisogna cominciare da Tafo Tafo- stessi. Ora possono farcela tutti. Un dato la consapevolezza di essere ne, il vincitore dell’ultimo Giro di momento, tutti fino a un certo punto. cresciuto, di poter ambire a quelco- Lombardia, perché altrimenti non si Io ho cominciato a vincere a tren- sa di più». Difficile parlare con Tafi di doping condizionata dalla sinistra logica del tiene cucita la famiglia quando io va- vive in una bella villetta a Lamporec- capisce più nulla di questo sport t’anni, dopo una carriera di totale Andrea Tafi da Fucecchio (il pae- o di aiuti illeciti. Dopo il bombarda- sospetto, è proprio l’impossibilità di do in giro per il mondo». chio in provincia di Pistoia. Toscano massacrante che sta prendendo alla dedizione ai miei capitani. Io sono se di Indro Montanelli) il suo succes- mento di accuse e contr’accuse de- poter parlare serenamente. E di po- È una vita semplice quella di An- verace, dunque. Il suo inverno, dopo lettera una massima evangelica (gli sempre stato al mio posto, dando so se l’è guadagnato fino all’ultima gli ultimi mesi, come molti corridori ter raccontare, senza timore di pas- drea, condita dalle piccole cose che il trionfo del Lombardia, non sarà ultimi saranno i primi) che nel cicli- tutto e anche qualcosa in più. Credo goccia di sudore. Peccato che lui, si sente ingiustamente sotto tiro. sar per fessi, delle belle storie come è rendono serena l’esistenza di un uo- particolarmente diverso dai prece- smo non aveva mai avuto fortuna se che se uno affronta la vita così, in come tanti altri che sgobbano come «Perché si spara sempre sul cicli- ad esempio questa di Tafi. È bello ar- mo. Un po‘ di giardinaggio, la pas- denti. «Le serate e i festeggiamenti non come paradossale contrappun- umiltà, alla fine si trovi ripagato. È dei matti, sia diventato il simbolo di smo? Noi corridori ci siamo messi in rivare a trent’anni riscattando una sione per il calcio (tifa Juventus), i fanno piacere, ma alla lunga diven- to (la maglia nera) alla vera corsa quello che è successo a me que- un ciclismo da catena di montaggio, discussione, abbiamo anche accon- carriera di fatiche. Come è giusto tanti vecchi amici, il club intitolato a tano come gli ospiti: stancano. Io mi dei capitani. No, nel ciclismo del st’anno. Ma prima lo so io quanto ho tutto muscoli e frequenzimetro, che sentito di sottoporci all’esame del che, dopo aver tanto sgobbato, si ar- suo nome che registra Indro Monta- stanco meno ad allenarmi perché, 1996, i leader sono rimasti nella pan- dovuto lavorare». ha imbrigliato il talento e la fantasia sangue. E allora? Che cosa si preten- rotondi il conto in banca. Poi Tafi nelli come primo iscritto («Non lo per me, correre resta sempre un di- cia del gruppo, schiacciati dall’onda Che Tafi abbia lavorato, pedalan- in un’arida serie di numeri e tabelle. de da noi? Io sono stanco di rispon- non è tipo da montarsi la testa. «Il conosco personalmente, però mi vertimento». Un divertimento, già. emergente della fanteria d’assalto do migliaia e migliaia di chilometri Un ciclismo, tra l’altro, sempre peda- dere alle stesse domande. Si stabili- mio unico passatempo è quello di sembrava giusto dargli la preceden- Sapete quanti chilometri ha percor- che, tappa dopo tappa, corsa dopo ogni anno, nessuno lo discute. Ci lante sull’ambiguo filo del sospetto e scano delle regole, e noi le seguire- stare con i miei figli, Tommaso e za»). so nel ‘96 Tafi? Ve lo diciamo noi: corsa, ha dilagato facendo man bas- mancherebbe. Anzi uno come Tafi, che, dopo ogni corsa, lascia cadere mo. Punto e basta». Greta, a giocare per ore e ore. Sono Professionista dal 1989, 11 vittorie 38mila. Una macchina, in media, in sa di punti, di trofei, di maglie rose e che andrebbe in bicicletta anche il l’inesorabile punto di domanda: sa- Una delle conseguenze spiacevoli in credito, con loro. Come sono in di cui 5 quest’anno, gran forchetta un anno ne fa a poco più della metà. maglie gialle. Anche Indurain, il gra- giorno di Natale, avrebbe dovuto rà una vittoria vera? di questa situazione, sempre più credito con mia moglie Gloria, che (soprattutto di ravioli al pesto), Tafi Con tutti i tagliandi, naturalmente. IL PASSISTA Martini & Fusi la coppia del futuro GINO SALA N QUESTI giorni di amare ri- invece da lì si parte per ben prose- flessioni sui mali del ciclismo, guire. Esempio: nel suo girovagare I il vecchio cronista va col pen- per apprendere e per illustrare, siero a tutte le persone che opera- due settimane fa Alfredo è stato a no con una passione esemplare, Faenza dove il comitato provin- gente semplice e pulita, veri co- ciale ha premiato quei motocicli struttori del movimento, la base che proteggono il cammino dei che produce nella speranza di corridori, staffette preziose nel non vedersi più attorno gli avvol- contesto di un’organizzazione toi, i distruttori di una disciplina che deve offrire la massima sicu- tanto amata nella sua essenza, nei rezza, quella cintura di protezione suoi colpi di pedali in cui la fatica di cui parla soltanto quando la ca- deve rimanere sorella del corag- renza organizzativa è fonte di gra- gio e della fantasia e non più di vi incidenti. brutti giochi e di sporche avventu- C’è in Martini una sensibilità e re. una competenza che abbraccia- Esistono centinaia di piccole no tutte le componenti della caro- società dove l’amore per lo sport vana. Quest’uomo che è stato della bicicletta è immenso, grande operaio alla Pignone di Firenze e e puro, dove i bilanci sono frutto di buon pedalatore nel plotone dei un volontariato encomiabile, sedi Coppi, dei Bartali e dei Magni, sociali modeste, ma piene di entu- questo toscano di Sesto Fiorentino siasmo e di iniziative, uomini e interessato, direi impegnato nelle donne che trasmettono il seme vicende del nostro Paese, ha rag- delle belle famiglie, che insegna- giunto il settantacinquesimo anno no ogni giorno come si deve vivere di età mantenendosi giovane, luci- per progredire onestamente nella do e moderno, modesto e ammi- propria attività. revole per saggezza e umanità, Ho conosciuto tanti di questi per le doti naturali che uno si por- ambienti e ancora oggi mi sento ta dietro dalla nascita. onorato da alcuni inviti che ricevo Come tanti, mi sono chiesto più con una certa frequenza per inter- volte perché un tipo come Alfredo venire agli incontri di fine stagio- non si è mai proposto per la presi- ne. Si tratta di incontri che sottoli- denza della Federciclo italiana. neano il lavoro fatto nei mesi pre- Forse perché è troppo limpido, cedenti e quello da fare, che met- troppo lontano dalle manovre del tono in evidenza le difficoltà da potere. Intanto prendo nota del superare, che sollecitano sia i con- suo desiderio che è quello di esse- sigli che le critiche, con l’unico re affiancato da un comasco qua- obiettivo di migliorare. rantenne che ha i connotati di An- E quando si alzano i calici per il tonio Fusi, c.t. del settore dilettan- saluto finale, io provo affetto, pro- tistico. vo stima per l’ingegnere presiden- Desiderio che mi auguro venga te, per l’impiegato che tiene i con- accolto in sede deliberativa per- ti, per l’operaio che guida l’ammi- ché Fusi ha già dato ampie prove raglia, per tutti coloro che in un del suo talento. In silenzio, sgob- modo o nell’altro sostengono la bando da mattina a sera, come buona crescita dei ragazzi. nella vigilia dei mondiali di Luga- Incontri, feste e proponimenti no, quando ebbe a dirmi: «Scusa- che sono un monito e un insegna- mi, devo recarmi a Milano per mento per chi occupa la stanza completare il ritiro del materiale.