Sommario Editoriale

GLI SPECIALI

REGIONE PIEMONTE STORIA Pairidaeza, paradiso, in iraniano antico. Sinonimo Direzione Turismo, Sport e Parchi 2 Natura artefatta Via Magenta 12, 10128 Torino di parco e giardino, il luogo dove la natura cede il Assessorato Ambiente di Andreas Kipar posto al coltivato, alla natura curata e guidata dalla Via Principe Amedeo 17, Torino Assessore: Ugo Cavallera mano umana. Abitazione di dei e divinità, luogo in cui Assessorato Cultura sarebbe stata posta la nostra specie e da cui sarebbe Via Meucci 1, Torino VERDE PUBBLICO stata cacciata. Colpevoli della tentazione della sapienza Assessore: Giampiero Leo 6 Tra progetto e “loisir” di Francesca Bagliani infinita o inevitabilmente costretti al “peccato”: ossia PIEMONTE PARCHI toccare, alterare, contaminare la natura? Mensile Direzione e Redazione Prima di indicare il luogo destinato ai beati il paradiso Via Nizza 18 - 10125 Torino LA RETE REGIONALE fu il terreno isolato dal resto, sapientemente coltivato Tel. 011 4323566 - Fax 011 4325919 11 Nuovi paesaggi del Piemonte e-mail: di Ippolito Ostellino e curato. La nostra memoria mitica poneva i giardini [email protected] pensili di Babilonia, i “paradisi” citati da Senofonte, di Direttore responsabile: cui non si è mai trovata traccia archeologica, tra le sette Gianni Boscolo STORIA meraviglie del mondo. Luoghi dove profumi e colori 16 I grandi del giardino stordivano i visitatori. Redazione piemontese Enrico Massone (vicedirettore), “Il giardino: spazio assolutamente altro dagli spazi Toni Farina, Emanuela Celona di Paolo Cornaglia (Web e news letter) che la nostra quotidianità consuma consumandosi in Aldo Molino (itinerari e territorio), esso”, scrive Andreas Kipar, citando Rosario Assunto, Giovanni Boano (Museo di storia naturale di Carmagnola, COLLEZIONI nel primo articolo di questo numero speciale. La consulenza scientifi ca), Mauro 22 Il giardino impossibile nostra quotidianità consuma, consumandosi. Pare la Beltramone (abstract on line) Fiorella di Rosa Camoletto Pasin Sina (CSI – versione on line), Susanna maledizione della nostra specie: “costretta” a consumare Pia (archivio fotografi co) Maria Grazia la natura in una coazione a ripetere senza fine a cui Bauducco cerca di porre, da sempre, fragili barriere, edificare (segretaria di redazione) Carta dei giardini 24 e aree di interesse botanico caduche oasi. Collaborazione editoriale Fin dagli albori della civiltà l’uomo ha destinato spazi di Ippolito Ostellino, Rosa Camoletto (MRSN) territorio a fini particolari. Spazi su cui aleggiava l’aurea BOTANICA del divino. Quando vivevamo di caccia e raccolta ci Hanno collaborato: 26 Proteggiamo le nostre piante F.Bagliani, R. Camoletto, R.Caramiello, di Rosa Camoletto Pasin circondavamo di una natura magica e misteriosa. Era il P.Cornaglia, G.Forneris L.Guglielmone, tempo della simbiosi con la natura; il cielo, gli animali, le A.Kipar, I.Ostellino D.Remoti foreste erano espressione del divino e dell’inspiegabile. STORIA L’albero, dai cui frutti a lungo siamo dipesi, era il centro Fotografie: 30 Orti e orticelli R.Valterza, arch. Ass.turismo/D.Lanzardo, dell’universo. Animali, fiori, sorgenti avevano un’anima. arch. Rivista (Falco/Borra/Maffiotti/ di Rosanna Caramiello Tutti gli alberi avevano un’anima. Boschi sacri si Fontana/Pia) arch. MRSN – sez. botanica, Dipartimento trovavano ad Upsala in Svezia, a Dodona in Grecia, a biologia vegetale/P.Dell’Aquila) Nemi in Italia. Tutte le culture e religioni “navigavano” COLLEZIONISMO Cartina: 34 Il frutto di una passione in questo mare di natura. Nell’XI secolo nell’abbazia di Clicart di Aurelio Fassino di Dora Remotti San Gallo, vi sono tre spazi, tre giardini: quello della cucina con le erbe aromatiche e le verdure, il frutteto e il L’editore è a disposizione degli aventi diritto per fonti iconografiche non indi- giardino dei semplici per le erbe medicinali. Dall’estremo viduate DIDATTICA oriente si diffonde l’idea di giardino non soltanto come Registrazione del Tribunale di Torino 40 I segreti delle piante n. 3624 del 10.2.1986 di Rosa Camoletto Pasin luogo primigenio ma anche luogo di piacere estetico. Arretrati (disponibili, dal n. 90):  2 Nel tardo medioevo il giardino si carica anche di valenze Manoscritti e fotografi e non richiesti dalla redazione non si restituiscono e per gli stessi simboliche: luogo di domesticazione dei sentimenti, non è dovuto alcun compenso. Obiettivo dove si intrecciano madrigali e poesie amorose. Il 43 protezione fl ora Abbonamento 2003 (tutti i 10 numeri Rinascimento genera la scienza botanica e con essa i dell’anno, più gli speciali), primi orti botanici. Il parco di Yellowstone fu istituito con tramite versamento di  14 un atto ufficiale del congresso degli Stati Uniti nel 1872 sul conto corrente postale GIARDINI ALPINI n. 13440151 intestato a: 44 La natura nel recinto come “parco pubblico”, ma soltanto nel 1883, viene Piemonte Parchi - SS 31 km 22, Microcosmi artifi ciali 15030 Villanova Monferrato (AL). dichiarato parco nazionale. Data che per consuetudine in ambienti naturali segna l’atto di nascita del parco naturale moderno. Nei di Ippolito Ostellino Gestione editoriale e stampa: secoli della modernità la cura della natura si fa cultura ed esigenza diffusa, passione scientifica ed estetica, Diffusioni Grafi che S.p.A. Villanova Monferrato (AL) PERSONAGGI conservazione ed ecologia. Tel.0142 3381, fax 483907 48 Carlo Allioni La nostra regione è ricca di questi luoghi dove la Uffi cio abbonamenti: (1728-1804) storia si è sedimentata, dove l’uomo ha variamente tel. 0142 338241 di Giuliana Forneris interagito con la natura. Questo numero raccoglie sia Grafi ca: M. Bellotti Riservatezza -legge 675/96. L’Editore garantisce la le esperienze più significative sia gli sforzi, politici e tutela dei dati personali. Dati che potranno essere rettifi cati o cancellati su semplice richiesta scritta e che culturali, di mantenere questa ricchezza, per poter potranno essere utilizzati per proposte o iniziative legate alle fi nalità della rivista. ancora, in futuro, godere di quella natura di cui spesso 1 Stampato su carta ecologica senza cloro sentiamo una lancinante, indicibile, nostalgia. Storia

di Andreas Kipar altro dagli spazi che la nostra quotidia- nità consuma consumandosi in esso. mpensabile immaginarsi la Spazio che non è più mera esteriorità, vita senza giardini. L’Eden ci perché è invece…uno spazio in cui Iaccompagna dai primi giorni l’interiorità si fa mondo, e il mondo si di un’infanzia incontaminata ai limiti interiorizza” (Rosario Assunto, Ontolo- della vita terrestre, oppure nei sogni gia e teologia del Giardino, Ed. Guerini di eternità, sempre appaiono i giar- e Associati, Milano, 1988). Natura artefatta dini. Il giardino come simbolo, culla È questa dimensione privata/intima e dei nostri desideri e sogni più intimi nello stesso tempo pubblica/aperta del e profondi della nostra vita. giardino che coltiva il contrasto e con Il giardino come luogo dell’evento esso il fascino di un sito che è più di creativo per eccellenza viene descritto uno spazio verde utile all’igiene urba- nel primo libro della Genesi “…Poi na. Ridurre i giardini a questa funzione il Signore Dio piantò un giardino in tipologica-urbanistica sarebbe come Eden, a Oriente, e vi collocò l’uomo decretare la morte di ogni aspetto che aveva plasmato. Il Signore Dio poetico-sentimentale così utile nel fece germogliare dal suolo ogni sorta defi nire il nostro rapporto con la di alberi graditi alla vista e buoni da terra e la natura. “Il giardino, allora, mangiare, tra cui l’albero della vita come paesaggio in cui la natura stes- in mezzo al giardino e l’albero della sa è opera d’arte, e non soggetto di conoscenza del bene e del male”. interpretazione artistica o modello di [Genesi 2, 8 - 9]. artistica mimesi: mentre il paesaggio, Sembra il luogo ideale per le appa- a sua volta, in quanto lo si prenda a rizioni, per ambientare sogni visio- considerare esteticamente, e se ne nari, per conciliare pensieri profondi vagheggi una ideale perfezione, tende o sonni fi abeschi. Il palco sul quale a confi gurare in sé il giardino, come passa in continuità la nostra storia: originarietà della natura, antecedente nascere, crescere, maturare, trasfor- ogni produzione umana, e modello per marsi, e soprattutto prendersi cura tutte le attività che comunque intenda- di sé e degli altri. no portare nel nostro mondo un ordine In questo hortus conclusus dove si post-naturale: siano esse utilitarie, per sedimenta la vita pubblica e privata, la loro intenzionalità fondante, come è impossibile concepire la vita senza l’agricoltura e ‘urbanistica, oppure sia- il giardino come paradiso che accom- no disinteressate, cioè estetiche – co- pagna ogni genesi. me, appunto, il giardinaggio in quanto “Il giardino: spazio assolutamente arte situata al limite tra agricoltura e

Giardino dell’amore, miniatura del Roman de la Rose.

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urbanistica” (Rosario Assunto). Burle Marx) “Il giardino è, e fu, in saggio di Borchardt sul giardinaggio fondo sul quale far nascere l’idea di singoli motivi in relazione al “clima Nella pagina a fi anco in alto: Bernardo Questo è il ponte della nostra im- ogni tempo, l’ordinamento spaziale si sente immediatamente il legame una nuova città, meno rassegnato al estetico” dell’epoca”(Dmitrij Sergeevi• Bellotto, Schönbrunn, lato del giardino, 1758-1761. maginazione che narra una storia in cui l’uomo deposita la propria strettissimo tra la forma dei giardini e giardino perduto e più impegnato nei Licha•ev). Sotto: Versailles, reggia e giardino, continua dal giardino al paesaggio relazione con la natura, facendone il modo come l’uomo intende la pro- giardini da ritrovare. Non so quale sia il “clima estetico” del- prospettiva a volo d’uccello. Dipinto di sempre coltivando nel bel mezzo il una struttura. E che cosa è questa pria relazione con la natura. E tutto “Il giardino ‘parla’ al visitatore non la nostra epoca, ma risento l’avanzare Pierre Patel, 1668. parco come espressione suprema di relazione? Amore, odio, oppur odio- il dramma della città moderna sta in solo attraverso il signifi cati delle sue dell’effi mero e dell’apparenza anche ideali e stile di vita che la società del amore? È una fuga verso la natura, questo delicato rapporto tra l’uomo diverse componenti, ma grazie a ciò nell’arte dei giardini e nell’architettura momento impone. Colore e matericità o una fuga di fronte alla natura? È e la natura. Negando ai giardini la che ogni stile esprime nell’arte… del paesaggio. Dovremmo ricordarci sono le caratteristiche imprescindibile umanizzazione della natura, oppure capacità espressiva e liberatoria e L’arte dei giardini non possiede una di più che la natura è la vera ed unica dei parchi contemporanei “un buon un pentito ritorno alle ricchezze di ciò devastando il paesaggio nel consu- grande scelta di forma. I motivi del non variante nelle trasformazioni stori- Sopra: Bernardo Bellotto, Palais giardino dev’essere un’opera d’arte. che non è ordinato? Tutto questo il mo quotidiano per costruire nuove giardinaggio artistico si ripetono nella che delle mode, delle norme compor- Liechtenstein, a Vienna, lato del giardino, 1758-1761. È molto importante comprendere giardino ha attestato ed espresso infrastrutture, residenze ed industrie maggioranza dei casi, e se scompaio- tamentali e degli stili di vita. Proprio Sotto: Heidelberg, Hortus Palatinus, i principi basilari di contrasto, ma- attraverso secoli e millenni”.(R. Bor- e nulla cambia che siano queste per no è solo temporaneamente, per poi per questo occorre conservare l’amore dipinto 1620 ca., Heidelberg, tericità, dimensione, proporzione. chardt, Das leidenschaftliche Gärtner il tempo libero o per il tempo pro- riapparire di nuovo. Muta invece il per i giardini, massima espressione Kurpfälzisches Museum. Ma deve esserci un’idea”. (Roberto – Die Arche, Zürich, 1952) In questo duttivo, ci priviamo di un terreno di senso estetico di singole forme e di di una natura artefatta.

4 5 Collezioni

Il giardino impossibilecorrente, povera di sali o ricca di so- Tra le tante moderne funzioni degli stanze nutrienti. Le 100.000 piante orti botanici non dobbiamo trascurare a rischio di estinzione, poi, dovreb- quella più antica: l’offerta di idonei bero essere seguite con ancora mag- strumenti per muovere giore cura: gli specialisti dovrebbero infatti sperimentare nuove forme di i primi passi alla scoperta coltivazione e nuovi sofi sticati metodi della vita vegetale di laboratorio per riprodurle in grandi quantità. Il giardino dei miei sogni, ma provate a tenere sotto controllo quello con 300.000 specie diverse, tutte le piante del mondo. In un orto sarebbe dunque pieno di lavoro, ma botanico dovrebbero essere trattate avrebbero bisogno di pesticidi, altre avrei cura di avere sempre personale nieri, molto esperti, che riescono a far come pezzi da museo, catalogate, ancora di acqua e di concime. e spazio suffi cienti per accogliere le sarebbe occupato da sopravvivere le piante nelle stagioni di Rosa Camoletto Pasin etichettate, esposte, ma, come tutte Qualcuna perderebbe l’etichetta, specie nuove che i botanici dovessero coltivazioni e laboratori. diffi cili e le difendono in continuazione le piante vive, continuerebbero a esposta tutto l’anno alle intemperie, ancora scoprire nei posti più strani, In ogni caso non ci sa- dalle erbe infestanti e dai parassiti. Il l sogno di chi, da dieci anni, crescere, a riprodursi, a spostarsi e per qualcun’altra l’etichetta dovrebbe come le foreste amazzoniche e le più rebbe tempo per soddisfare le pubblico troverà nel giardino, come è responsabile di un piccolo un po’, ad ammalarsi e, prima o poi, essere rifatta perché lo specialista che remote vallate alpine. curiosità del pubblico, neanche sempre, il curatore paziente che Igiardino botanico piemontese? anche a morire. ha visitato il giardino ha trovato degli Questo giardino sarebbe molto quello organizzato, formato per riesce a registrare e documentare la Sviluppare per il pubblico una colle- Qualcuna fi orirebbe e dovrebbe essere errori di identifi cazione. Certo, negli complesso e molto delicato, perciò i lo più dalle scolaresche. Tutti i vita delle collezioni e che, assieme zione che comprenda tutte le piante fotografata, qualcun’altra maturerebbe orti botanici che coltivano campioni visitatori probabilmente non potreb- bambini infatti, quelli che devo- ai docenti specializzati, continuerà del mondo. semi che devono essere raccolti, altre di piante spontanee può succedere bero entrare, perché tutto lo spazio no toccare, annusare, assaggiare a trattare con la stessa cortesia gli Tra alberi giganteschi e minuscole anche questo, perché la natura non e strappare per conoscere il mondo, studiosi e i visitatori curiosi, i colle- piante erbacee dovrei coltivare circa lavora come una fabbrica, e le piante sarebbero tenuti lontani e addirittura zionisti più appassionati e i bambini 300.000 specie diverse. Ho calcolato: selvatiche non nascono con il codice temuti come la peste bubbonica. più piccoli, anche quelli della scuola sono necessari almeno 50 ettari di a barre incollato addosso. Un giardino così non servirebbe quindi materna. Il giardino impossibile, quello terreno. Il “mio” orto botanico per ora Le piante che provengono dai paesi per avvicinare il pubblico alla botani- con tutte le piante viventi, diventerà misura solo un ettaro, 10.000 metri tropicali dovrebbero essere mantenu- ca. Preferisco allora gestire un orto comunque una realtà possibile, anche quadrati, e contiene circa 2.500 te in serre gigantesche riscaldate in botanico normale, che cresce poco se virtuale, perché sarà realizzato con specie diverse di piante: dovrei ef- inverno, quelle delle alte montagne alla volta e che non possiede tutte le la collaborazione di tutti i giardini del fettivamente ingrandirlo un po’. Poi avrebbero bisogno di serre più pic- piante del mondo, ma soltanto quelle mondo, piccoli e grandi, che si stanno dovrei trovare i fondi per mantenere cole, raffreddate nei periodi di caldo che la curiosità, il collezionismo, le unendo in un’unica rete di comuni- almeno un centinaio di giardinieri in eccessivo e illuminate con dosi ricerche botaniche e il caso hanno cazione, che si divide il compito di più. Eh sì, perché è abbastanza facile supplementari di raggi ultravioletti. fatto arrivare fi n lì nel tempo. Conti- studiare e proteggere piccoli gruppi sviluppare colture di piante tutte ugua- Quelle acquatiche richiederebbero nuerò a lavorare con un solo ettaro di piante, e migliora ogni attività li, come fanno vivaisti e agricoltori, acqua calda o fredda, stagnante o di collezioni e con quei pochi giardi- scambiando informazioni e preziose

6 7 Verde pubblico Tra progetto e “loisir”

di Francesca Bagliani

enri Sauval scrive nel 1724 a pro- posito del passeggio: “è un nuovo Htermine, inventato da Maria de’ Medici. Fino alla sua reggenza, non si sapeva in Francia fare la passeggiata che a piedi e nei giardini, ma essa trasferì da Firenze a Parigi la moda di passeggiare in carrozza” (Sauval H., Histoire et Recherches des Antiquités de la Ville de Paris). alberato, chiuso ai lati da una recinzione Il termine passeggio indica innanzitutto e accessibile attraverso una cancellata, una modalità di fruizione dello spazio il “Cour de la Reine”. nell’ambito di un preciso contesto so- La cultura illuminista di metà Settecento ciale; ma indica anche i luoghi dove tale defi nisce in modo articolato il termine attività viene svolta: gli spazi “naturali” passeggio, cogliendone i diversi si- esterni alla città, oppure i giardini e i gnifi cati. Nell’Encyclopedie di Diderot parchi realizzati appositamente. e D’Alembert la voce Promenade è Durante il XVII secolo, parallelamente affi ancata dal termine Promenoir. Il al consolidamento dei modelli di vita primo termine si riferisce a qualcosa direttamente legati alla corte e al so- di più naturale, come pianure e praterie, vrano, che si esplicano nelle forme del la seconda, a qualcosa di più artefatto, passeggio a piedi, codifi cate da rigidi per esempio “luoghi piantati secondo cerimoniali di corte, si afferma una nuo- gli allineamenti dell’arte”. Ma al termine va forma di passeggiata effettuata con promenade corrisponde anche un altro l’uso della carrozza; essa è intesa come signifi cato: “Passeggiata a piedi, eserci- forma di “parata”, in un interminabile zio moderato, costituito dal movimento percorso di “allée-retour” fi nalizzato al- alternato di gambe e di piedi attraverso l’affermazione del proprio status. Tale il quale ci si sposta dolcemente e per fenomeno porta alla realizzazione in ricreazione da un luogo all’altro” (En- molte città francesi ed europee di spazi appositi, i corsi, realizzati con larghe strade alberate a più corsie per garan- A sinistra: tire la spartizione dei fl ussi di traffi co, Piazza Castello, Torino Sopra: Piazza Emanuele Filiberto (ora e una sicura ombra per le carrozze e i piazza della Repubblica). Litografi a di pedoni. Maria de’ Medici, sposa di Luigi Enrico Gonin. XIII, fa realizzare a Parigi nel 1616 il Sotto: primo “passeggio pubblico” per carrozze Veduta di Superga. Litografi a di Enrico in forma di corso con quadruplice fi lare Gonin, 1839. 8 9 In alto: spazi “liberi”. Nel XVIII secolo la parziale panorama di Torino. Litografi a di Enrico destrutturazione dei sistemi fortifi cati, Gonin, 1839. l’occupazione di nuovi terreni adiacenti In alto a destra: alle porte della città, la creazione di Veduta di piazza delle Erbe in Torino (attuale piazza Palazzo di Città). complessi architettonici monumentali ai Litografi a (circa 1820). limiti della struttura edilizia, sono gestiti Qui a fi anto: innanzitutto con la creazione di “spazi” la Dora e corso Regina Margherita a alberati. Viali, piazze o aree più estese Torino. adiacenti alla città, diventano, con la Nella pagina accanto in alto: veduta di piazza Castello. Litografi a di piantumazione degli alberi, i luoghi Enrico Gonin. preposti alla passeggiata. L’evoluzione Sotto: del gusto per la vita in città si concreta l’alebrata di corso Galileo Ferraris, quindi nell’interesse per gli spazi dove si Torino. svolgono le attività della vita collettiva. La struttura urbana cambia e con essa cyclopédie, 1780). i modi di progettarla: nell’evoluzione di La passeggiata in forma di parata, tipica modelli già consolidati, il semplice fi la- del Seicento, rimane come carattere re alberato, come forma elementare di fondamentale anche durante il Sette- percorso e di passeggio, viene spesso cento, ma si evolve in forme diverse. affi ancato da soluzioni più complesse L’uso della carrozza, affermatosi con di verde urbano. Attingendo dalla lunga tanto successo, continuerà ad essere tradizione del giardino formale, si adot- una delle attività più in voga anche tano elementi di arredo come fontane, successivamente, ma cambierà: alle terrazze, panchine che caricano i luoghi pesanti carrozze usate nel Seicento, di maggiori valori estetici e spaziali. Nel trainate da quattro o sei cavalli, si sosti- XIX secolo nasce il cosiddetto parco so- tuiranno vetture più leggere e più veloci. ciale: ai modelli consolidati dei passeggi La parata riservata quasi esclusivamen- alberati si affi ancano anche giardini e te all’aristocrazia diventerà accessibile parchi progettati in forme differenzia- ad altri ceti sociali, ma la frequentazione te attingendo al gusto più naturalistico dei diversi luoghi di passeggio si sta- della tradizione anglosassone. bilirà in base all’appartenenza ad un Da ostentazione sociale e a “bisogno” determinato ceto sociale. In Francia e dell’epoca rilevano, soprattutto nella Ottocento, con un certo ritardo rispetto della popolazione: ecco come cambia il in Europa il passeggio in carrozza (e capitale francese, una straordinaria agli esiti in ambito urbano, i teorici di ruolo e il signifi cato del passeggio e del quello a piedi), si effettuerà non solo evoluzione di tale attività. Il pubblico, arte dei giardini codifi cano l’identità giardino pubblico in Europa tra Sette e negli spazi appositamente strutturati, non più formato solo dai ceti aristocrati- tipologica del “passeggio” pubblico. Ottocento. Tra i molti teorici che hanno come i cors, con accesso controllato, ci, fa sfoggio di lussuose vetture lungo Nuovo tema progettuale che nasce in affrontato il tema del passeggio pubbli- ma andrà ad occupare le strade della questi viali ombreggiati. Nel Settecento Europa nel XVII secolo, esso assume co, una delle defi nizioni maggiormente città e i viali suburbani. L’esibizione dei c’è una maggiore mescolanza fra le le forme più compiute nel XIX secolo complesse è quella di Christian C.L. Hir- costumi, tipica del Seicento, sembra diverse classi sociali: al passeggio in quando le complesse trasformazioni schfeld, studioso di lingua tedesca; egli essere anche durante il Settecento carrozza si affi anca nelle corsie laterali urbane della città industriale impongono dimostra un approccio basato su una l’obiettivo principale dell’attività del quello a piedi esercitato da ceti meno la creazione di spazi ludici e ricreativi visione più complessa del passeggio passeggio, in forme più o meno diver- abbienti; ogni corsia è riservata a classi per la popolazione in un’alternanza ra- pubblico sia nella sua accezione sociale sifi cate. Viaggiatori, cronisti e scrittori sociali differenziate. Tra Settecento e zionale e pianifi cata di spazi costruiti e sia per ciò che concerne il progetto 10 11 compositivo. Nel suo trattato sull’arte e della lottizzazione fondiaria, offren- dai giardini. dei giardini Theorie der Gartenkunst, do spazi di “pubblica utilità” sistemati Le reali proprietà benefi che delle piante pubblicato tra il 1779 e il 1785, afferma a verde, quali “polmoni” della città in si possono trovare solo nel tipo di orga- che i giardini pubblici sono un bisogno alternanza al fi tto panorama cemen- nizzazione a grande scala, che offre al importante per i cittadini, che servono tifi cato. Tra Ottocento e Novecento cittadino veri e propri “brani” di natura, e per fare esercizio, respirare in piena aria vengono pubblicati i primi manuali non solamente deboli elementi vegetali e rilassarsi dagli affari. Il loro aspetto di progettazione della città e ampio sparsi nel fi tto tessuto urbano. deve essere gradevole e far nascere spazio è dedicato al tema del verde. sentimenti “buoni” nella popolazione; Hermann Joseph Stübben nel suo Der con Hirschfeld il giardino pubblico Städtebau, Handbuch der Architektur In alto da sinistra: viene inteso come uno strumento di (1890) sostiene che esistono due tipi veduta di piazza Vittorio Emanuele. riforma ed educazione sociale, il luogo di verde urbano, quello ornamentale, Litografi a (1845). Veduta del Duomo. Litografi a di Enrico dove ogni ceto sociale possa trovare formato dai fi lari alberati e dalle aiuole Gonin, 1836. svago e divertimento, un luogo dove delle strade e delle piazze, e quello Sotto: apprendere la storia e le virtù della “sanitario” rappresentato dai parchi e corso Vittorio Emanele, Torino nazione. Ai rigidi fi lari alberati devono potersi alternare spazi più informali, di gusto paesaggistico che permettano di cogliere le bellezze della natura. In questi decenni si afferma in Europa anche un altro tipo di giardino pubblico, legato a forme di divertimento e sva- go a pagamento quali tornei, giochi, gare e spettacoli: i cosiddetti “Jardins spectacles.” Questi nascono in molti paesi europei fra cui l’Inghilterra, la lungo il corso del XIX secolo di questo Danimarca e la Francia: il più famoso tema. Jean-Charles Adolphe Alphand, è quello di Tivoli a Copenaghen, e poi ingegnere “des Pontes et Chaussées” quelli inglesi e quelli parigini, organizzati a capo delle trasformazioni urbane all’interno del cortile del Palais Royale e di Parigi (1854-1870) per il settore lungo i Champs-Elysées. Accentuando “Promenades et Plantation”, scrive il carattere ormai ludico e commerciale in una celebre opera pubblicata fra dei grandi viali e giardini urbani i co- il 1867-1873 Les Promenades de siddetti “parchi di divertimento” confer- Paris: “Élegance, santé, richesse”: mano defi nitivamente l’affermazione di ecco i tre principi sui quali si è basata un nuovo modo di vivere la città, di un la costruzione del sistema dei giardini nuovo “loisir”. pubblici di Parigi, tuttora esistente, che La costruzione dei grandi parchi urbani ha cercato di unire la funzionalità di tali nella prima metà dell’Ottocento in In- spazi, omogeneamente distribuiti sul ghilterra e in Germania, i Volksgarten, territorio urbano, all’abbellimento urba- conferma la necessità sempre più ra- no e ai principi igienico-sanitari. Nella dicata di dotare le città di ampi spazi seconda metà dell’Ottocento giardini e verdi per permettere momenti di svago parchi pubblici diventano temi centrali e di ricreazione alla popolazione. Le della progettazione urbana. qualità estetiche, funzionali e igienico- Il carattere estetico-ornamentale e sanitarie del “verde urbano” vengono quello igienico-sanitario costituiscono descritte dai molti studiosi e teorici di gli obiettivi principali per riequilibrare arte dei giardini che si sono occupati i fenomeni della speculazione edilizia 12 La rete regionale

Verbania, Villa Taranto (foto arch ass. turismo/D. Lanzardo)

Nuovi paesaggi del Piemonte di Ippolito Ostellino protette, sino all’insieme delle misu- fi nalità. Le diverse forme del verde e re di salvaguardia urbanistiche e di la straordinaria ricchezza di sugge- a conservazione della natura tutela dell’uso del suolo sancite nei stioni che la cultura della botanica ci oggi ha un nuovo paradigma: Piani paesistici o dai Piani di assetto offrono, sono un patrimonio da stu- Lla protezione dell’ambiente si idrogeologico. diare ed apprezzare e dal quale trarre attua attraverso strategie integrate E’ in questa nuova politica integrata importanti insegnamenti e scoperte. I che superano la logica della difesa che la Regione ha promosso una vegetali circondano e “costruiscono” il di isolati lembi di natura, per tendere nuova “rete”, di minore estensione nostro quotidiano ed i nostri paesaggi: alla conservazione globale del terri- territoriale, ma di grande valore: è la sono la struttura portante di complessi torio, unica condizione per garantirne “Rete delle Aree di interesse botanico” storici ed architettonici (segnano i “via- lo sviluppo sostenibile. nell’ambito delle quali trovano posto li”, creano l’ombra nei “parchi gioco”, Diverse sono le reti già operanti nella i Giardini del Piemonte, nelle loro segnano in geometrie simmetriche i protezione ambientale in Piemonte: diverse categorie, da quelli storici “parterre” dei grandi monumenti sei- dalla “Rete Natura 2000”, nata dalla agli orti botanici. settecenteschi della nostra regione). “Direttiva Habitat”, alla rete delle aree Si tratta di una iniziativa con molteplici I vegetali, in ambiente naturale o nei 13 A sinistra in alto: Burcina, conca dei rododendri (arch. parco). Sotto: Stresa (Alpinia) (foto arch. ass. turismo/D. Lanzardo). A destra: Parco Burcina, azalee (foto arch. rivista/R. Borra)

d’ordine scientifi co, educativo e della divulgazione. La rete dei giardini comprende i giardi- ni botanici pubblici, le aree di elevato interesse botanico e i giardini storici, anche di proprietà privata. Lo sviluppo futuro di questa rete prevede di avviare: • l’aggiornamento dell’elenco uffi ciale con studi e borse anche in collabora- zione con gli istituti di ricerca; • l’istituzione di una commissione scientifi ca preposta alla salvaguar- dia della rete ed alla creazione di programmi di promozione e salva- guardia; • la creazione di un marchio unifi - cante le aree facenti parte della rete regionale, in particolare dedicata ai giardini, con la realizzazione di ma- teriale informativo e divulgativo; • la realizzazione di uno spazio Web giardini, sono quindi anche spunto di nel quale proporre visite guidate qualifi cazione del territorio, che spazia collocate nel contesto delle offerte dal valore delle entità botaniche (dal di turismo culturale e naturalistico loro ruolo biologico-naturalistico) al della nostra regione. contributo nel dare forma al pae- Si tratta in sintesi di una iniziativa che saggio, nel disegnare gli “iconemi affi ancandosi ed integrando quella paesaggistici”, ovvero le fi gure base della gestione delle aree protette, del mondo che ci circonda. La rete estende l’azione regionale nella sal- delle aree di interesse botanico vuole vaguardia di realtà dove, accanto alla valorizzare questo immenso patrimo- ricchezza della natura, viene soste- nio e contribuire a rafforzarlo. nuta la ricchezza dell’azione umana. Questo progetto è nato dalla propo- Secoli di cure, di studi, di coltivazioni sta di dare applicazione completa che hanno nel tempo accompagna- alla L.R. n. 22/84 (Interventi per la to anche la tradizione scientifi ca del salvaguardia e lo sviluppo di aree di Piemonte. L’ipotesi di promuovere la elevato interesse botanico) fi nalizzata conoscenza di questa nuova rete re- a sostenere interventi per la conserva- gionale ha anche l’obiettivo di legare zione della fl ora e dei giardini. Infatti, territorio, turismo e realtà naturali e raccogliendo informazioni, è emerso paesaggistiche, costruendo nuovi che questo provvedimento legislativo percorsi di conoscenza e di visita, non disponeva di un quadro aggiorna- interpretando quel ruolo nuovo e ag- to e completo delle risorse presenti giuntivo che il “verde” sembra ormai sul territorio regionale. La Regione aver acquisito nella cultura contem- ha così proceduto ad approvare un poranea. Come scrive Sergio della primo elenco uffi ciale delle “Aree Bernardina: “L’ambiente è diventato d’interesse botanico”, per avviare la uno spazio didattico. Una volta ci si costituzione di un insieme coordinato addentrava nella natura selvaggia di realtà, fi no ad oggi cresciute par- (che selvaggia spesso non era) per tendo dalle loro rispettive esperienze lavorare, per sfuggire alla giustizia, e per le quali un sistema di scambio per provare il proprio coraggio o, più può dare notevoli risultati sotto i profi li semplicemente, per divertimento. Oggi 14 15 • Stazioni Botaniche (dette anche giardini botanici “diffusi”) costituite da appezzamenti ampi di terreno dovei vengono curate popolazioni di fl ora spontanea, con fi nalità di divulgazione scientifi ca e di ricerca (GDB). L’elenco uffi ciale delle aree di elevato interesse botanico, include i territori nei quali sono compresi areali di spe- cie botaniche di particolare interesse o rarità e comprende ben 168 aree. In queste aree, fra le quali spiccano per ricchezza ambientale e, forse an- che per dettaglio delle conoscenze sedimentate nei secoli, le province di Torino e di Cuneo, dove l’attenzione ad attuare politiche di controllo e di conservazione degli habitat propri delle entità botaniche rare, emergono con maggiore evidenza rispetto agli altri distretti regionali, dove tuttavia non ci si va per imparare ed esercitare la di rappresentare un reale punto di mancano certo elementi di grande benevolenza nei confronti delle piante interesse, oltre che scientifi co anche interesse. e degli animali”. di visita. L’elenco uffi ciale dei giardini storici, Le categorie di giardini botanici pub- anche di proprietà privata, caratteriz- Le “maglie” della Rete blici sono: zati da elevato interesse fl oristico e/o L’elenco uffi ciale dei giardini botanici • Orti Botanici Universitari, con- vegetazionale, ha rappresentato una pubblici nel quale sono censiti i giardini nessi agli omonimi Istituti di ricerca novità nell’ambito dell’applicazione del- aventi fi nalità scientifi che e gestiti da (OBU); la Legge 22/84. Tuttavia è come organismi pubblici o da fondazioni e/o • Giardini Botanici Specializzati, ovvero giardini, in cui la cura di entità partico- associazioni con fi nalità aventi caratte- speciali siti prioritariamente fi nalizzati lari, come l’acclimatazione di specie re di ricerca e divulgazione, raccoglie a coltivazioni connesse con ricerche di interesse botanico, rappresentino sette realtà. Spicca l’Orto Botanico specifi che di settore (quali ad esempio nel loro insieme una esperienza ed un dell’Università di Torino che negli ultimi i Giardini Fenologici) (GBS); patrimonio che non poteva non essere anni ha conosciuto un rinato interesse • Giardini Botanici Alpini, cioè sta- incluso nell’ambito dei valori botanici e diffusione di conoscenza grazie a zioni di coltivazione di specie alpine della Regione. Una ricerca condotta da un forte impegno di pubblicizzazione. e montane collocate sui sull’arco Francesco Fontana e Renata Lodari, Certo, le sue strutture necessiteranno alpino,dovei si svolgono attività di ha censito complessivamente ben 336 di notevoli investimenti per consentirgli ricerca e di divulgazione (GBA); realtà in Piemonte. Sono compresi, oltre a quelli aperti al pubblico, i parchi e giardini interessati ad una apertura al pubblico (18), quelli sottoposti a tutela Aree senza ai sensi della Legge 1089/39 (233) e Aree di interesse strumenti quelli sottoposti a tutela ai sensi della botanico di salvaguardia Legge 1497/39 e 778/22 (40). Tra questi specifi ca sono stati individuati i primi 42 giardini della rete dei Giardini Storici. Torino 69 38 Cuneo 40 21 Nella pagina accanto: Giardino botanico alpino Valderia Alessandria 17 5 (foto arch. rivista/S. Pia). In alto: Vercelli 16 6 Isola Madre, Stresa (NO), fioritura di glicine nel lato nord dell’Isola Verbania 11 4 (foto R. Valterza). In basso: Novara 8 3 Villa Taranto (NO), prospettiva dalla Fontana dei Putti Biella 4 2 (foto R. Valterza) Asti 3 2 16 17 Storia

Torino. Il . Incisione

di Paolo Cornaglia maturo le sorti dei giardini realizzati nel stione e nelle manutenzioni, sono fi gure Piemonte sabaudo sono direttamente spesso straniere: fontanieri tedeschi e Roi aime beaucoup la dé- legate agli architetti attivi alla progetta- o ingegneri inglesi come Carlo Saren coration des jardins, il envoie zione delle grandi residenze, coadiuvati e Thomas Glover, giardinieri rigoro- “Lactuellement même le fi ls de da giardinieri e ingegneri idraulici nella samente francesi. A questo proposito son principal décorateur, M. Benard, en realizzazione concreta dei manufatti, in è signifi cativo il caso del giardino del & en Angleterre, pour se former una rete di competenze e responsabilità Palazzo Reale di Torino: Jacques Gelin le goût & prendre nouvelles idées”. E’ in cui non emerge ancora una fi gura vi opera tra il 1651 e il 1652, seguito poi una precisa nota di Joseph-Jerôme de cardine come avverrà nelle fasi suc- Alexandre Bélier e, alla morte di questi Lalande, erudito viaggiatore francese cessive. All’ingegnere militare urbinate nel 1681, da Henri Duparc, suo nipo- Il castello del Valentino impegnato in un Grand Tour italiano Francesco Paciotto (1521-1591) è attri- te, nato a Saint Germain-en-Laye. La e il Po nella seconda metà del Settecento, a buito il progetto del giardino terrazzato presenza di fi gure provenienti d’oltralpe ricordarci come la storia del giardino con ninfeo di Rivoli, al laziale Ascanio testimoniano la progressiva fortuna del in Piemonte e il ruolo dei suoi prin- Vitozzi (1539-1615) si deve l’impianto giardino alla francese e della sua tipica cipali artefi ci siano indissolubilmente semicircolare della Vigna del Cardinal trasmissione ereditaria di competenze: legati alle vicende della committenza Maurizio (attuale ), si tratta di una tipologia che in Piemonte sabauda. Le principali opere realizzate, desunto dalla Villa Aldobrandini di inizia ad esercitare la sua infl uenza at- fi no alla metà XIX secolo, sono infatti Frascati, e il garittone del Bastion traverso il disegno dei “parterres” prima rappresentate dai giardini delle residen- Verde, elemento ancor oggi esistente che nella concezione generale. Figure ze reali, seguiti a una certa distanza, e già parte del primitivo impianto dei come quelle del Duparc acquistano un per dimensione e impegno profuso, da Giardini Reali di Torino. Il padre car- rilievo maggiore: a lui si deve infatti il quelli pertinenti alle ville e ai palazzi melitano Andrea Costaguta (+ 1670) disegno dei nuovi compartimenti tra il della nobiltà, infl uenzati dai giardini di è l’ideatore del giardino della Vigna di 1685 e il 1690, e sempre a lui spetterà corte e spesso realizzati per mano Madama Reale (attuale villa Abegg), la realizzazione del più grande impianto I grandi degli stessi artefi ci nonché ornati da ancora ad impianto semicircolare, e di alla francese del Piemonte, quello di opere dismesse dal “Regio Servizio”. quello del castello di Moncalieri, legato Venaria Reale. In seguito, con la trasformazione della agli schemi cinquecenteschi basati sul società e lo spostamento della capitale, contrasto fra “selvatico” e compartimen- il giardino alla francese questo legame si attenua e muta senza ti. Carlo Morello (+ 1665), ingegnere André Le Nôtre e Michel Benard però scomparire del tutto: professionisti militare, redige un grandioso progetto La lunga stagione del giardino alla impegnati nel rilievo dei giardini della per i giardini del castello di Racconi- francese in Piemonte è segnata da del giardino corona a fi ne Ottocento si ritrovano gi, realizza inoltre quelli del castello di due importanti fi gure: il grande An- attivi nella progettazione di parchi per le Montanaro per il principe Tommaso di dré Le Nôtre (1613-1700) e Michel ville del lago Maggiore, gli stessi fratelli Carignano e interviene a Moncalieri e Benard (notizie dal 1739, +1774). Il Roda bilanceranno la loro attività fra nel Palazzo Reale di Torino. Questa primo, “jardinier” del Re Sole artefi ce parchi pubblici e proprietà sabaude. stagione caratterizzata dal predominio a distanza, il secondo invece opera in Sarà poi il Novecento a scrivere un del giardino all’italiana si chiude con il loco. Entrambe radicano il gusto oltre- capitolo nuovo in questo campo. grande episodio di Venaria Reale, frutto montano, portandolo sino alle soglie dell’invenzione dell’ingegnere ducale di una nuova epoca ormai rivolta al piemontese Gli artefi ci dei giardini all’italiana Amedeo di Castellamonte (1610-1683). paesaggio naturale. Le Nôtre, celebrato Tra la fi ne del XVI secolo e il Seicento Attivi in questi cantieri, e poi nella ge- ideatore di Vaux-le-Vicomte, Versailles 18 19 e Chantilly, è interpellato nel 1669 e realizzati, e si discutono i progetti per Inghilterra per studiare l’evolversi del scente, Xavier Kurten (notizie 1811- ta del modello sabaudo. Numerosi i In alto, da sinistra: il parco di Stupinigi, la Fontana delle Stagioni (Torino), poi nel 1697, per dare forma nuova quelli di Venaria Reale, che vanno a gusto in questo campo. Le forme del 1840), artefi ce del rinnovo del gusto suoi interventi per le residenze della il Monte dei Cappuccini. ai giardini sabaudi. Il primo progetto, soppiantare, distruggendolo, l’impianto giardino all’inglese rimangono però nell’ambito dei giardini piemontesi nella nobiltà piemontese più importante, Sotto, da sinistra: Venaria Reale. redatto sulla scorta di un rilievo del sito, seicentesco, oggi scomparso. estranee alla sua poetica: il grande prima metà dell’Ottocento. Kurten, nato eseguiti tra il 1815 e il 1837: di sua La fontana d’Ercole. Incisione, (1674). è richiesto dai Savoia Carignano per il Alla metà del Settecento il gusto progetto per il parco di Agliè (1771) a Brühl (Colonia), segue le orme del mano sono i giardini di San Martino Torino. Villa della duchessa Cristina parco del castello di Racconigi, che si francese si è ormai consolidato, e testimonia, con estrema raffi natezza, fratello maggiore, che nel 1807 ave- Alfi eri, Sambuy, Monticello, Pralormo, di Francia a San Vito. vuole alla moda, il più aggiornato. Da- Carlo Emanuele III decide di affi dare la fortuna permanente del modello for- va pubblicato a Parigi il trattato Essai Santena, Sommariva Perno, Sansalvà, Incisione, (1665-1666). rà corpo e dettaglio all’ideazione Jean le sorti dell’intero sistema dei giardini male del “Grand Siècle” nel momento sur les jardins. In epoca napoleonica Castagneto Po. Torino. Il Castello di Mirafiori (da sud). Vignon, “parisien jardinier” attivo anche della corona a persona di provata del suo trapasso. Nel 1774 è nominato risulta attivo al Palazzo Reale e alla Incisione, (1665-1666). Rivoli. Il secondo è invece destinato al competenza, Michel Benard. il suo successore, Giovanni Battista Villa della Regina in Torino, mentre la La città artefi ce dei principali giardini e parchi rinnovo e all’ampliamento del giardino Nel 1739 Benard è nominato Direttore Bernardi, già attivo a Stupinigi. Restaurazione lo vede impegnato nella Barillet-Deschamps, Balbo Bertone della Parigi ottocentesca (Bois de Bou- del Palazzo Reale: Vittorio Amedeo II dei Reali Giardini ed abbandona Parigi riconversione secondo il gusto inglese di Sambuy, i fratelli Roda logne, Bois de Vincennes, Parc des non poteva essere da meno del ramo per dedicarsi alle residenze dei Re di Il giardino all’inglese dei maggiori giardini delle residenze Alla metà dell’Ottocento il problema Buttes-Chaumont) devolve di fatto a collaterale, ed in questo caso sarà il Sardegna. Xavier Kurten sabaude e della nobiltà, sino ad allora della città, dei suoi servizi e del loisir Barillet-Deschamps la progettazione collaboratore De Marne, appositamente Da subito (1740) impegnato nella L’avvio in grande stile del periodo fortemente ancorati alla perpetuazio- destinato ai cittadini s’intreccia con il e la realizzazione del sistema verde, recatosi in Piemonte, a realizzare ma- realizzazione del giardino di Stupinigi, segnato dal gusto paesaggista è pre- ne dei canoni formali francesi. Per la destino di Torino, avviata al ruolo di peraltro ridotto rispetto al profi lo ini- terialmente il progetto inviato da Parigi. all’interno del perimetro già previsto da ceduto dall’intervento di una fi gura corona interviene nel 1819 a Govone, capitale. In questo contesto spicca la zialmente previsto. In questo contesto In questa fase il rapporto fra la corte Juvarra, si occupa in seguito (1746- complessa quale Giacomo Preglia- quindi nel 1820 a Racconigi, dove de- fi gura di Jean-Pierre Barillet-Descham- nascono gli “squares” di piazza Carlo parigina e quella torinese è strettissimo: 52) di rielaborare in parte il parco di sco (notizie 1759-1823), scenografo, struttura l’impianto di Le Nôtre, nel 1839 ps (1824-1875), giardiniere capo del Felice e di via Cernaia (Lamarmora) e lo per il rinnovo delle residenze di Rivoli Racconigi, e a partire dal 1761 dirige la urbanista, decoratore d’interni. A Rac- ad Agliè, dove cancella il precedente Service de Promenade et Plantations sviluppo del parco del Valentino (1864, e Venaria si instaura un vero e proprio costruzione del nuovo grande giardino conigi, luogo d’elezione per l’epifania impianto di Benard, e infi ne nel 1838 de la Ville de Paris, collaboratore di già iniziato su progetto di Jean Baptiste meccanismo di revisione francese dei terrazzato del castello di Moncalieri. del gusto inglese, dà corpo nel 1787 a Pollenzo. Nel 1831 aveva ricevuto la Adolphe Alphand (1817-1891), Inge- Kettman), impianti la cui realizzazione progetti. In questo contesto giungono in Nel 1767 risulta incaricato in qualità a inserti pittoreschi, ma entro il 1820 il carica di “Disegnatore dei Reali Giar- gnere Capo del medesimo servizio sin è affi data al botanico Marc-Louis Qui- Piemonte i progetti di Robert de Cotte di “décorateur” per i giardini di Venaria suo progetto complessivo per il parco, dini” dei principi di Carignano. dal 1854. Nel 1860 la Città di Torino gnon. Il trasferimento della capitale a (1656-1735), primo architetto di Luigi Reale, ed è in quel periodo che il fi glio caratterizzato anche dai classici, verrà La sua cifra diviene segno dell’aggior- affi da alla struttura parigina la proget- Firenze segnerà lo scioglimento della XIV, per i nuovi giardini di Rivoli, non viene mandato dal Re in Francia e in cassato a favore del nuovo astro na- namento di una classe, sotto la spin- tazione del verde urbano: Alphand, collaborazione, avvenuto nel 1866.

20 21 Qui a fianco: villa della Regina (Torino). (foto arch. rivista/G. Fontana). Incisioni dal Theatrum Sabaudiae. In basso: Torino. Il Monte dei Cappuccini. (Incisione, 1669). Incisioni dal Theatrum Sabaudiae. (foto arch. rivista/G. Fontana). ville barocche. Si chiude così un circolo ideale: Page interviene per la famiglia Agnelli progettando e realizzando i giar- dini della villa di Villar Perosa, antica residenza nobiliare settecentesca, quindi realizza quello di villa Silvio Pellico a Moncalieri. Se nel primo caso al giardino formale a terrazze segue una valletta di gusto paesaggista con cascatelle e specchi d’acqua, nel se- condo, realizzato per la famiglia Marsan nel 1956-59, l’impianto è fortemente legato alla formula del giardino all’ita- liana, con terrazze, scalinate, vasche e parterres di bosso di ascendenza rinascimentale. Per il conte Teofi lo Nel 1870 la carica di Soprintendente esposizioni ortofrutticole di Torino e secondario della composizione: nel pubblicano nel 1872 il Manuale del primo è collocata in una valletta al Rossi di Montelera Page si confronta ai giardini pubblici di Torino viene rico- con le assialità grandiose della villa perta dal conte Ernesto Balbo Bertone giardiniere fl oricoltore. di sotto della costruzione, raggiunta da percorsi che seguono il pendio, Carpeneto a La Loggia, eretta nel ‘700 di Sambuy (1837-1909), uomo politico su disegno dell’architetto Francesco e fi gura di rilievo nella società torine- Il Novecento nel secondo si integra maggiormente Pietro Porcinai e Russell Page alla villa nella generale ricerca di un Valeriano Dellala di Beinasco, ricreando se del periodo. In collaborazione con il giardino barocco e inserendo un siste- Marcellino Roda, nominato Direttore dei Il percorso ideale tra le fi gure più rap- rapporto più stretto fra architettura e presentative che hanno operato in giardino. Circa vent’anni dopo (1959) su ma di vasche oggi purtroppo interrato. giardini nel 1869, inaugura una nuova e Sulla collina torinese, infi ne, riproget- più attenta gestione del verde pubblico. Piemonte può essere concluso con il incarico della famiglia Zegna si occupa toscano Pietro Porcinai (1910-1986), di numerosi interventi a Trivero (Ver- ta il parterre a gazon dinanzi alla villa Insieme progettano la conversione del d’Agliè, altra dimora settecentesca, in Giardino dei Ripari nell’Aiuola Balbo, il più noto dei paesaggisti italiani, ope- celli), luogo che presenta la maggiore rante in patria e all’estero, e l’inglese concentrazione di sue opere, fra i quali forme che aderiscono pienamente allo gli “squares” di piazza Statuto e di spirito del luogo, come confermerà un piazza Cavour. Nel 1871 si dà cor- Russell Page (1906-1985), attivi per le il giardino di Cà Gianin e settori (“valle più importanti committenze in regione. dei rododendri”, ripristino delle pianta- antico rilievo della proprietà rinvenuto so all’ampliamento meridionale del successivamente all’intervento. Il giardino medioevale parco del Valentino, incrementandolo Su progetto di Porcinai, a cavallo fra gioni forestali, etc.) della “panoramica sotto il profi lo dei servizi offerti per lo gli anni ’30 e ’40, vengono realizzati Zegna”, strada statale pensata come sport, lo svago e il divertimento della a Torino i giardini di villa Bona e di opera di collegamento e al contempo Torino, quattro secoli al Borgo cittadinanza. L’esperienza raggiunta Villa Maggia, dove l’artefi ce applica di salvaguardia ambientale. di immagini dal Sambuy fece sì che gli venisse le sue teoria di “unità e complessità L’opera di Page, invece, si ricollega Le fotografi e aere sono del XXI secolo, Piante da fi ore, erbe aromatiche e medicamentose, verdure. Così si affi data nel 1874 la progettazione del giardino”. In entrambi i casi la direttamente alla grande tradizione quasi quattrocento anni le separano presenta all’occhio del visitatore l’area allestita a giardino interna al dei Giardini Margherita di Bologna, piscina, per quanto ancora lontana del giardino storico in Piemonte, ridi- dalle litografi e del “Theatrum Sabau- Borgo medievale di Torino, un piccolo villaggio sovrastato da un castel- realizzati da Marcellino Roda. forme organiche, è elemento non segnando le pertinenze di importanti diae”, gigantesca opera editoriale e lo, costruito in occasione dell’Esposizione generale del 1884. Copiato Marcellino Roda (+ 1892) e suo fratello politica iniziata da Carlo Emanuele II da vari castelli piemontesi e valdostani, è il risultato di un’ardita crea- Giuseppe (notizie 1854-1892) costitui- nel 1660, proseguita dalla reggente, zione su progetto di D’Andrade, Brayda e Giocosa che si ispirarono al- scono un riferimento importante nel Giovanna Battista di Savoia Nemours e le dimore fortifi cate del quattrocento piemontese e, in modo particolare, panorama del giardino piemontese conclusa da suo fi glio, Vittorio Amedeo al castello valdostano di Fenis, ricostruito in copia fedele. Nel Borgo si ottocentesco. I due fratelli, ricchi di II. Stampatore Joan Blaeu, olandese, trovano botteghe e attività artigianali. esperienze di viaggio, studio e con- geografo, cartografo, editore di presti- L’area-giardino tra il Castello e il Borgo è stata trasformata in Giardino fronto, dividono la loro attività fra il giosi atlanti. Quasi 150 vedute in folio delle Delizie, Giardino dei Semplici e orto. L’impostazione, che prende settore dei parchi pubblici e quello (pagine di grande formato oscillanti tra origine dal tardo-medievo, e stata studiata congiuntamente dal Museo, dei giardini privati e di corte. Nel 1854 43 e 48 cm di altezza per 64, fi no a 70, dall’Orto botanico dell’Università di Torino e la scuola Giardinieri Ratti partecipano al concorso di idee per la cm di larghezza) delle principali città e tra il 1998 e il 2000 sul modello delle aree coltivate prossime ai castel- progettazione del parco del Valentino castelli del ducato: da Torino e Nizza, li quattrocenteschi. a Torino, successivamente realizzano da Villefrance ad Aosta. Il Giardino delle delizie era dedicato al piacere dei signori e coltivato il parco pubblico di Piacenza. Ancora L’obiettivo era quello di presentare il con piante da fi ore, mentre il giardino dei semplici era il luogo dove ve- insieme progettano e realizzano il par- Piemonte sulla scena internazionale, nivano coltivate le erbe aromatiche e medicamentose. L’orto, infi ne, for- co di villa Pansa a Spinetta Cuneo e un’opera di comunicazione e promo- niva la verdure per le tavole principesche molti altri giardini privati in Piemonte. zione, detta con i termini d’oggi, voluta Entrando nel giardino si può scorgere: dapprima il Giardino delle deli- Legati alla conduzione del parco reale dai Savoia che volevano uscire dall’iso- zie con aiuole una fontana e vialetti pavimentati con tronchi di castagno di Racconigi (Giuseppe ne è direttore lamento e dall’”immagine” di modesta e spalliere di rose; a seguire il Giardino dei semplici, aiuole suddivise in e Marcellino capo giardiniere dal 1844) casa regnante. Le foto aeree sono di più settori di piantamento e infi ne l’orto, che varia di stagione in stagio- nel 1880 lo riorganizzano su loro pro- Giovanni Fontana e fanno parte di un ne per le frequenti rotazioni di colture. getto. Membri della Regia Accademia altro omaggio al capoluogo. Il libro di Agricoltura, in coppia si occupano Dedicato a Torino edito da Giugiaro di attività fl orovivaistiche, delle prime nel 2002. (g.b.) Il borgo medievale sul Po a Torino 22 23 Collezioni Il giardino impossibile corrente, povera di sali o ricca di so- Fotografie Tra le tante moderne funzioni degli arch. MRSN stanze nutrienti. Le 100.000 piante orti botanici non dobbiamo trascurare a rischio di estinzione, poi, dovreb- quella più antica: l’offerta di idonei bero essere seguite con ancora mag- strumenti per muovere giore cura: gli specialisti dovrebbero infatti sperimentare nuove forme di i primi passi alla scoperta coltivazione e nuovi sofisticati metodi della vita vegetale di laboratorio per riprodurle in grandi quantità. Il giardino dei miei sogni, Borago ma provate a tenere sotto controllo officinalis quello con 300.000 specie diverse, Fuchsia California tutte le piante del mondo. In un orto sarebbe dunque pieno di lavoro, ma Ilex aquifolium Physalis alkekengi Dreams Rocky botanico dovrebbero essere trattate avrebbero bisogno di pesticidi, altre avrei cura di avere sempre personale che riescono a far sopravvivere le come pezzi da museo, catalogate, ancora di acqua e di concime. e spazio sufficienti per accogliere le sarebbe occupato da piante nelle stagioni difficili e le di- di Rosa Camoletto Pasin etichettate, esposte, ma, come tutte Qualcuna perderebbe l’etichetta, specie nuove che i botanici dovessero coltivazioni e laboratori. fendono in continuazione dalle erbe le piante vive, continuerebbero a esposta tutto l’anno alle intemperie, ancora scoprire nei posti più strani, In ogni caso non ci sa- infestanti e dai parassiti. Il pubblico l sogno di chi, da dieci anni, crescere, a riprodursi, a spostarsi e per qualcun’altra l’etichetta dovrebbe come le foreste amazzoniche e le più rebbe tempo per soddisfare troverà nel giardino, come sempre, è responsabile di un piccolo un po’, ad ammalarsi e, prima o poi, essere rifatta perché lo specialista che remote vallate alpine. le curiosità del pubblico, nean- il curatore paziente che riesce a re- I giardino botanico piemontese? anche a morire. ha visitato il giardino ha trovato degli Questo giardino sarebbe molto che quello organizzato, formato gistrare e documentare la vita delle Sviluppare per il pubblico una colle- Qualcuna fiorirebbe e dovrebbe essere errori di identificazione. Certo, negli complesso e molto delicato, perciò i per lo più dalle scolaresche. Tutti collezioni e che, assieme ai docenti zione che comprenda tutte le piante fotografata, qualcun’altra maturerebbe orti botanici che coltivano campioni visitatori probabilmente non potreb- i bambini infatti, quelli che devo- specializzati, continuerà a trattare del mondo. semi che devono essere raccolti, altre di piante spontanee può succedere bero entrare, perché tutto lo spazio no toccare, annusare, assaggiare con la stessa cortesia gli studiosi e Tra alberi giganteschi e minuscole anche questo, perché la natura non e strappare per conoscere il mondo, i visitatori curiosi, i collezionisti più piante erbacee dovrei coltivare circa Sorbus torminalis lavora come una fabbrica, e le piante sarebbero tenuti lontani e addirittura appassionati e i bambini più piccoli, 300.000 specie diverse. Ho calcolato: selvatiche non nascono con il codice temuti come la peste bubbonica. anche quelli della scuola materna. Il sono necessari almeno 50 ettari di a barre incollato addosso. Un giardino così non servirebbe quindi giardino impossibile, quello con tutte terreno. Il “mio” orto botanico per ora Le piante che provengono dai paesi per avvicinare il pubblico alla botanica. le piante viventi, diventerà comunque misura solo un ettaro, 10.000 metri tropicali dovrebbero essere mantenu- Preferisco allora gestire un orto botani- una realtà possibile, anche se virtuale, quadrati, e contiene circa 2.500 te in serre gigantesche riscaldate in co normale, che cresce poco alla volta perché sarà realizzato con la collabo- specie diverse di piante: dovrei ef- inverno, quelle delle alte montagne e che non possiede tutte le piante razione di tutti i giardini del mondo, fettivamente ingrandirlo un po’. Poi avrebbero bisogno di serre più pic- del mondo, ma soltanto quelle che la piccoli e grandi, che si stanno unen- dovrei trovare i fondi per mantenere cole, raffreddate nei periodi di caldo curiosità, il collezionismo, le ricerche do in un’unica rete di comunicazione, almeno un centinaio di giardinieri in eccessivo e illuminate con dosi botaniche e il caso hanno fatto arrivare che si divide il compito di studiare e più. Eh sì, perché è abbastanza facile supplementari di raggi ultravioletti. fin lì nel tempo. Continuerò a lavorare proteggere piccoli gruppi di piante, sviluppare colture di piante tutte ugua- Quelle acquatiche richiederebbero con un solo ettaro di collezioni e con e migliora ogni attività scambiando li, come fanno vivaisti e agricoltori, acqua calda o fredda, stagnante o Quercus frainetto quei pochi giardinieri, molto esperti, informazioni e preziose esperienze.

Giardino Botanico Rea: Giardino Botanico Rea: Giardino Botanico Rea: l’arboreto e le serre aiuola di piante aromatiche la meridiana e il salone 22 23 Botanica Proteggiamo le nostre piante

Per tutelare il dei moderni mezzi di nostro patrimonio trasporto. L’immissione fl oristico è necessario volontaria o casuale di microbi, animali e piante in saper distinguere ambienti diversi da quello di ori- le piante comuni gine impoverisce in da quelle rare e le genere gli ecosiste- mi perché i nuovi elemen- t i , piante nostrane da privi di controllo, spesso prendono quelle estranee. Poi il posto delle specie spontanee e occorre comprendere si diffondono velocemente, rompen- do equilibri ecologici costituiti dopo i cambiamenti che centinaia di anni. avvengono nel tempo, Alcune specie spontanee, in par- per poter decidere le ticolare quelle a vita brevissima e quelle meno antiche, hanno alte opportune strategie potenzialità di diffusione. Anche di controllo alcune piante acquatiche sono in grado di colonizzare facilmente nuove aree geografi che e a volte si di Rosa Camoletto Pasin riproducono talmente da far scompa- rire le specie locali o compromettere e comunità dei viventi l’equilibrio dell’ecosistema. È però cu- si formano e si tra- rioso notare come alcune specie, ad Lsformano nel tempo in esempio Trapa natans, Myriophyllum continuazione. La fl ora selvatica spicatum e Lythrum salicaria, stan- di ogni luogo è formata da piante no scomparendo in Piemonte per in perfetto equilibrio con le condizioni la riduzione dell’habitat naturale ma ambientali del momento e da piante contemporaneamente creano problemi solo “temporaneamente presenti”, da ecologici e paesaggistici per la loro specie che risiedono in quell’area geo- eccessiva diffusione negli ambienti grafi ca da moltissimo tempo naturali americani. e da altre che, per opera Molte piante, come gli alberi da frut- di vento, acqua, animali e to e da legname, i cereali e i legumi, uomo, vi sono arrivate da poco. sono state introdotte in Europa dal- L’abbondanza delle singole entità in l’Asia e dal bacino mediterraneo. un territorio è un fenomeno naturale, Assieme alle piante coltivate che dipende dalle capacità vitali intrin- sono state diffuse le prime infe- seche di ogni specie, ma che risulta stanti. Al seguito di merci asiatiche e fortemente infl uenzato da numerosi africane sono arrivate, e arrivano fattori esterni, come la coltivazione tuttora, diverse piante selva- dei terreni agricoli, la bonifi ca delle tiche invadenti, mentre molto aree umide, l’introduzione improvvisa più rara in genere è l’introduzione di di nuovi parassiti e predatori. Anche piante infestanti australiane e neoze- la colonizzazione di nuovi territori landesi. Frutti e ortaggi come il da parte delle specie più vitali è un mais, il pomodoro, il peperone, fenomeno naturale, regolato dal cli- i fagioli, le fragole giganti, la patata e ma e dalla disponibilità di cibo e di il topinambur sono stati importati spazio vitale. dal continente americano, ma la Le vie della migrazione oggi sono loro lontananza genetica ha impedito infi nite. Ogni barriera geografi ca è ibridazioni spontanee con le piante superata infatti con la globalizza- selvatiche europee e la fragilità delle zione del commercio e con l’uso diverse cultivar ne impedisce tuttora 26 27 rischio di diffusione quasi nullo anche Specie rare e specie straniere: i due estremi perché sono state rese sterili attraver- so l’incrocio, o con l’eliminazione degli Sono più di 300 le specie oggi studiate con particolare attenzione dai organi sessuali, oppure con l’inseri- botanici piemontesi perché i dati del passato e le nuove indagini mento di geni inibitori dello sviluppo segnalano per loro problemi di rarità, vulnerabilità o addirittura nelle parti riproduttive. Sappiamo però minaccia di scomparsa. ancora troppo poco sulla capacità di Sono invece soltanto alcune decine le specie straniere, giunte in alcuni OGM, organismi geneticamente Piemonte in epoche più o meno recenti, che hanno dimostrato “alta capacità invasiva” e sono studiate per avviare effi caci strategie di modifi cati in laboratorio, di scambia- controllo. re materiale genetico mutante con le piante spontanee, perciò la loro Dieci specie Dieci specie straniere coltivazione in pieno campo è ancora sotto osservazione. da proteggere da controllare Per evitare conseguenze negative sull’ambiente in cui viviamo e per impedire che le specie straniere Ludwigia palustris Azolla fi liculoides indesiderate sostituiscano le piante Isoetes malinverniana Ambrosia artemisifolia spontanee che da alcuni secoli for- Lycopodiella inundata Lonicera japonica mano il nostro paesaggio naturale, è necessario ampliare la rete di esplo- Fritillaria tubaeformis Solidago serotina razione e monitoraggio e studiare più Allium narcissifl orum Senecio inaequidens la diffusione incontrollata. Molte altre a fondo la biologia e le potenzialità specialistico e di volontari in grado di piante americane importate volonta- colonizzatrici delle specie che ma- segnalare variazioni sospette. Durante Utricularia australis Robinia pseudoacacia riamente o casualmente hanno invece nifestano forti capacità di diffusione le indagini sul territorio il personale Corthusa matthioli Ailanthus altissima dimostrato alte potenzialità di diffusio- e di ogni nuova varietà creata con ed i collaboratori degli orti botanici ne e si riproducono abbondantemente tecniche di manipolazione genetica. raccolgono anche i semi delle piante Gentiana pneumonanthe Buddleja davidii negli ambienti coltivati e naturali. In La rapida diffusione di tutte le nuove più rare, per lo sviluppo di programmi Hottonia palustris Panicum dichotomifl orum Piemonte gli esempi sono molti e conoscenze e la pianifi cazione degli di duplicazione e per la costituzione di sotto gli occhi di tutti, dalle specie studi e delle strategie di intervento banche dei semi che garantiscono la Primula allionii Reynoutria japonica arboree come la robinia e l’ailanto alle sono strumenti fondamentali per conservazione del patrimonio genetico graminacee infestanti del mais, fi no mantenere un equilibrio soddisfa- alle numerose composite, elementi cente in ogni territorio. Parchi natu- che ben rappresentano una famiglia rali e orti botanici contribuiscono al Nel web botanica relativamente giovane e monitoraggio della situazione con i http://www.nps.gov/plants/alien/index.htm molto versatile. programmi di indagini fl oristiche loca- http://aquat1.ifas.ufl .edu/drawlist.html Oggi molte piante coltivate sono a li, con l’addestramento di personale http://pollinesottocontrollo.it/progetto/

29 Storia Orti e orticelli

di Rosanna Caramiello nella partizione delle aiole a forma di di laboratorio a cielo aperto, anche se nell’orto veniva formato un nucleo di di recente fondazione, hanno scelto specie esotiche, coltivate “ex situ”. Il foto di Renato Valterza triangolo, poligono, cerchio, ecc. La non si può dimenticare l’importanza entità particolarmente ben studiate, come principale obiettivo scientifico la documento riconosce in questo mo- proposta “nuova” consisteva non tan- di altre funzioni svolte in ambiti più importanti per il censimento delle partecipazione a programmi di man- do la fondamentale importanza delle l tempo della loro prima istituzio- to nella veste formale, che rimaneva squisitamente culturali, che hanno risorse botaniche naturali. Le specie tenimento della biodiversità, seguen- collezioni di germoplasma conservate ne, nel XVI secolo, gli orti bota- molto simile, quanto nei contenuti legati contribuito nel tempo a colmare l’arti- esotiche sono state un altro tema og- do le direttive del documento Botanic anche lontano dal luogo di origine delle Anici universitari costituirono una alla stretta e dichiarata correlazione fra ficiosa distinzione fra cultura umanistica getto di grande interesse già nei secoli Gardens Conservation Strategy (Las specie. Tale posizione, relativamente sorta di “proposta nuova” nell’ambito le specie scelte per la coltivazione in e scientifica, fra uomo di lettere e uomo scorsi e gli orti hanno contribuito alla Palmas, 1985). La convenzione sulla recente, ha valorizzato questo tipo di della complessa realtà del giardino, questi orti e la necessità, da parte di di scienza. loro acclimatazione ed ibridazione con diversità biologica sottoscritta a Rio de collezione che era precedentemente che era inteso essenzialmente come medici e speziali, di ben conoscerle, Alle collezioni di specie medicinali si è interventi sperimentali, stimolando gli Janeiro nel 1992 ed entrata in vigore considerato di minore importanza luogo di delizie e di meditazione, ric- in funzione di un loro corretto impiego presto affiancata la coltura ed osten- interessi applicativi delle scienze nel 1994 riconosce negli orti botanici scientifica rispetto alla ricerca di co anche di connotazioni simboliche e terapeutico. Sin dall’inizio quindi questi sione di specie spontanee significative botaniche. Oggi circa 800 fra 1600 centri specialistici per la conservazio- strategie idonee a privilegiare siste- magiche, che si esprimevano talvolta luoghi hanno avuto una connotazione per territorio circostante; in tal modo censiti, sia di vecchia istituzione sia ne oltre che di entità native anche di mi di mantenimento e sviluppo delle 30 31 risorse vegetali “in situ”, direttamente botaniche, così come nella redazione sul territorio interessato. Ormai in tutti di flore e in revisioni tassonomiche: i continenti le interferenze dell’uomo queste linee di ricerca permettono, con l’ambiente hanno fortemente ridotto soprattutto agli orti che lavorano in (ed in alcuni territori addirittura annul- collaborazione con Enti pubblici che lato) gli habitat naturali, anche quelli gestiscono Aree protette, di contribuire più comuni: alcuni fra i più importanti al riconoscimento, alla coltura ed alla ed apparentemente integri, ad esempio gestione delle risorse vegetali “in si- i prati, si presentano spesso artefatti tu”. Le due strategie non sono infatti dall’utilizzazione e ridotti a isole relitte in contrapposizione e spesso sono circondate da paesaggi urbanizzati o perseguite in modo sinergico. In al- soggetti ad agricoltura intensiva. In cuni orti botanici, che dispongono di questo scenario la conservazione “ex superfici particolarmente ampie, sono situ” costituisce una buona strategia per state infatti individuate zone particolari salvare le specie vegetali minacciate in cui si interpretano e conservano le sia dall’estinzione sia dall’erosione ge- conoscenze sui paesaggi naturali ed netica. I dati disponibili per l’Europa agricoli, costituendo un punto di riferi- indicano che, in questi ultimi decenni, mento anche per la promozione di studi si è registrata la perdita di ben 27 spe- etnobotanici di specie autoctone. cie di piante superiori, mentre 2200 Oggi dunque gli orti sono moderni luo- sono quelle in vario modo in pericolo a ghi di studio e di sperimentazione, che causa del dilavamento dei suoli, delle operano insieme ai laboratori intesi nel variazioni dell’uso agricolo dei terreni, senso tradizionale e nei quali vengono dell’inquinamento, dell’urbanizzazione completate le indagini sui materiali di e, non ultimo, dell’espansione indiscri- campo. Un’ultima considerazione: minata del turismo. Le flore tropicali e il lavoro svolto in ciascun orto ha la subtropicali di paesi africani o sud ame- sua importanza, sia che in una piccola ricani, che pure contano numerosi habi- Istituzione la ricerca abbia come ogget- tat a rischio, sono ancora scarsamente to un’unica specie, sia che una grande rappresentate nelle collezioni degli orti organizzazione possa occuparsi della botanici. Anche quelle della flora rara o flora di interi territori. In ogni caso la in pericolo delle zone temperate degli comunicazione è l’asso nella manica altri continenti sono soggette a coltura che gli orti stanno oggi cercando di in istituzioni specializzate solo in misura spendere nel migliore dei modi. In ridotta, valutabile intorno al 30%. Per primo luogo lo scambio di notizie fra ottimizzare la conservazione “ex situ” gli loro sta portando alla costruzione di Orto botanico, Torino. orti devono quindi non solo mantenere networks che consentono ai ricercatori Nelle pagine di apertura lato Sud ma incrementare le collezioni di piante di lavorare con metodologie unificate e parte centrale; in queste pagine, vive, cercando allo stesso tempo di per il raggiungimento dell’obiettivo da sinistra: il busto di Alioni, le serre, il boschetto e il giardino roccioso ampliare le campionature in modo da comune della conservazione e salva- disporre di collezioni che presentino la guardia delle specie . maggior ricchezza genetica possibile. In secondo luogo il dialogo con le Isti- Accanto a queste colture sono di enor- tuzioni locali, nazionali e sovranazionali me interesse le banche semi, gestite sta favorendo l’attuazione di politiche in modo da costituire vere accessioni integrate che permettono a questo tipo di germoplasma, collegate alle banche di laboratorio di fornire il proprio know- genetiche in campo. Annesse nurse- how e di ricevere dall’esterno un ampio ry specializzate, in grado di produrre spettro di sollecitazioni, stimolanti per piante per collezioni “ex situ” possono la ricerca di risposte scientificamente fornire materiale per didattica e ricerca corrette. Infine la comunicazione, e, nell’ottica del ripristino ambientale, usata come strumento di educazione anche per la reintroduzione controllata ambientale e finalizzata ad accrescere in natura. Ciascuna Istituzione potrà presso il pubblico la consapevolezza agire in questo senso compatibilmen- delle responsabilità che ciascuno deve te con le proprie risorse di spazio, di condividere nei confronti dell’ambien- finanziamenti e di personale. te, consente agli orti botanici di apri- Accanto a queste attività, che rispec- re le proprie porte a fruitori che o ne chiano le esigenze dettate dalle più ignoravano l’esistenza o ne avevano attuali preoccupazioni dei naturalisti, un’immagine distorta che li relegava, a gli orti sono pur sempre impegnati torto, fra le vecchie istituzioni obsolete nell’indagine floristica e nella docu- se non proprio inutili. mentazione dal vivo con esplorazioni 32 33 Collezionismo

Il frutto di una passione

I giardini di Villa Taranto (foto arch. ass. turismo/D. Lanzardo)

di Dora Remotti da destinare alla loro creazione. Se du- collezioni minori in quanto più recenti favorevoli. Ci limiteremo in questa sede Sevesi, in stretto contatto con la fami- botaniche tra cui la camelia gialla (Ca- rante il XVIII e XIX secolo generalmente e solitamente circoscritte a giardini di a citare le Isole Borromee sul Lago glia Anelli, spalleggiato da un gruppo mellia crysantha), le camelie profumate l collezionismo botanico ha radici le collezioni erano rivolte ad ospitare dimensioni più contenute rispetto ai par- Maggiore ed i Giardini di Villa Taranto di studiosi tra cui Paraffini e Coggiati (Camellia fraterna e C. luthuensis) la antichissime, anche se in origine specie esotiche dall’aspetto insolito e chi ottocenteschi, ma non per questo di di Verbania, esempi in cui si è riuscito a ed alcuni floricoltori locali, a fondare, camelia da olio (C. oleifera), ecc. Vi è I era generalmente motivato da risultavano appannaggio esclusivo di minor interesse. In Piemonte esistono conciliare il collezionismo botanico con nel 1965, la Società Italiana della Ca- inoltre un settore dedicato alla Camelia una funzione utilitaristica. Solamente facoltosi personaggi disposti anche a interessanti esempi di collezioni che l’arte del giardino. Un’altra collezione melia. Poco alla volta furono importate reticultata in cui sono raccolte le 15 in un secondo tempo il collezionismo ha finanziare onerose spedizioni nei paesi comprendono entrambe le tipologie, rinomata è quella presente nel giardino nuove varietà di camelia provenienti da varietà originali dello Yunan ed ancora assunto il carattere di attività fine a se lontani per la ricerca di nuove specie, le più antiche delle quali risalgono al di Villa Anelli ad Oggebbio Gonte, sulla ogni parte del mondo. Attualmente il una ricchissima collezione di varietà stessa, effettuata esclusivamente per in epoca successiva, con lo sviluppo di XVIII secolo. sponda piemontese del Lago Maggio- giardino ospita oltre 600 esemplari di ottocentesche di C. japonica, tra cui il piacere di osservare e contemplare una proficua attività di ibridazione che re, realizzata dal notaio Carlo Berzio camelie riferibili a oltre 380 cultivar. La la “Vergine del Collebeato” e la “Bella l’eterogeneo e variegato mondo delle ha dato vita a numerose cultivar di una Le collezioni dell’area nel 1872, collezionando inizialmente raccolta è molto eterogenea e rispec- Lamberti”. Infine è presente una serie di piante. Le collezioni più ricche e pre- stessa specie ed a ibridi interspecifici del Verbano specie esotiche e rarità botaniche. La chia i gusti e le mode di varie epoche cultivar recenti selezionate in America stigiose sono state realizzate in tempi (o anche, intergenerici), sono state L’area che forse più di altre si è prestata preesistenza di un gruppo di esemplari e le diverse culture nazionali. La visita ed una suggestiva collezione di camelie piuttosto recenti, in relazione al raggiun- realizzate collezioni monotematiche, ad ospitare collezioni notevoli è quella di cultivar ottocentesche di Camellia al giardino consente di ripercorrere la invernali (C. sasanqua, C. vernalis e C. gimento di un benessere economico che avevano come oggetto cultivar del Lago Maggiore, zona caratterizzata japonica messi a dimora nella parte più filogenesi del genere e di apprezzare hiemalis) che conferiscono colore an- che consentisse di generare un surplus riferibili a poche specie. Si tratta di da condizioni climatiche particolarmente antica del giardino indusse l’ingegner una straordinaria collezione di specie che alla malinconica stagione invernale. 34 35 Esclusive del giardino sono tre belle Nella pagina accanto: cultivar selezionate dallo stesso Sevesi, veduta di Isola Bella (arch. ass. turismo/D. Lanzardo) “Giovanna Barbara”, “Alessandra Anelli” e ninfea (foto arch. rivista/A. Maffiotti); e “Erminia Sevesi”. Nel caso di Villa a sinistra: Alpinia, Stresa Anelli è quanto mai vero che solo una (foto arch. ass. turismo/D. Lanzardo); passione, una costanza ed una tenacia sotto: Isola Bella (foto arch. ass. notevoli hanno consentito lo sviluppo e turismo/D. Lanzardo) la sopravvivenza della collezione. Una dura battaglia è, infatti, stata intrapresa dalla famiglia Anelli per salvaguardare un patrimonio così importante messo in pericolo dalla realizzazione di una strada il cui progetto avrebbe diviso il giardino in due parti, compromettendo ed al tempo stesso è un quadro di l’integrità dello stesso e mettendo in straordinaria bellezza. serio pericolo molti degli esemplari L’origine della collezione risale alla presenti. fine dell’Ottocento quando fu posto a Sempre di camelie si occupa Franco dimora un numero sempre maggiore di Ghirardi, di professione farmacista, ma rododendri, ricercando gli ibridi allora vero amante e cultore delle camelie in vendita presso i più prestigiosi vivai- Higo, un gruppo presumibilmente de- sti europei. Dalle annotazione ritrovate rivato dall’incrocio di C. japonica con la nell’archivio del parco è possibile riper- sottospecie C. japonica ssp. rusticana, correre la lunga e faticosa realizzazione provenienti della regione giapponese della collezione attraverso una attenta di Kumamoto, nome attuale dell’antico ricerca di rarità ed un assiduo lavoro distretto e della città di Higo, e originate di moltiplicazione e trapianto degli circa 170 anni fa. esemplari. La collezione delle camelie Higo di Franco Ghirardi nasce a Besnate (Vare- se) verso la fine degli anni Ottanta ed è frutto di una assidua ricerca e scambio di informazioni con il Giappone e con la Società delle Camelie Higo, di cui egli è unico membro italiano. E’ stato ne- cessario intraprendere il lungo viaggio fino al Giappone per realizzare il suo sogno: possedere tutte le varietà Higo esistenti, oltre 120, così da organizzar- ne la moltiplicazione promuovendone l’immagine anche in Italia.

La Burcina e i suoi rododendri Nel Biellese esiste un altro esempio di parco altrettanto ben riuscito: attualmen- te Riserva naturale speciale “Felice Piacenza”, un parco romantico sorto a metà dell’Ottocento nel Comune di Pollone, per volontà di un ricco imprenditore tessile locale, Giovanni Piacenza, che aveva edificato assieme ai suoi due fratelli, alle pendici dell’area successivamente trasformata in parco, un moderno stabilimento per la lavo- razione della lana, sfruttando la forza motrice del Torrente Oremo che qui scorre. Il parco interessa una superficie di circa 60 ettari, sviluppandosi sulla formazione collinare originariamente designata come “Bric Burcina”. All’interno del parco il “rododendreto” è forse l’unico al mondo. Una colle- zione di eccezionale pregio orticolo 36 37 Solo l’accurata ricerca delle varietà più belle selezionate in Inghilterra, Francia e Belgio ed acquistate presso i vivaisti francese Barbier & C.ie di Orléans e Croux e Fils di Chateney (Seine) e dal belga Luis Van Houtte di Gand, che proseguì fino agli anno ‘20, rese possi- bile la realizzazione di una così nutrita collezione, consentendo di raccogliere oltre 120 cultivar differenti. La collezione comprende un elevato numero di ibridi sconosciuti nelle altre parti del mondo, fatto che la rende par- ticolarmente interessante rappresen- tando una fonte di nuove indicazioni circa le vecchie varietà ormai scom- parse nonché un prezioso “serbatoio” di germoplasma. Si tratta, infatti, di un vero museo del rododendro giunto sino a noi affrontando le ingiurie climatiche e momenti drammatici come l’incendio che nel 1999 compromise seriamente rose europee con la Rosa chinensis, del giardino con oltre 250 varietà: la collezione presente nei pressi della ottenute a partire dalla seconda metà organizzata in vere e proprie stanze sommità del colle, realizzata intorno dell’ottocento. Tra queste soprattutto le verdi dove le peonie sono affiancate agli anni ‘70. rose Bourbon ed alle Ibride Perpetue. ad altre essenze vegetali ornamentali, Le loro varietà erano all’epoca alme- la collezione non ha l’aspetto austero Giardini intimi no mille: ne sopravvive poco più di un di una raccolta botanica ma l’armonia Anche a Serra Perno, nell’Astigiano, centinaio in larga misura presente nel propria di un ambiente naturale. troviamo un tesoro botanico, frutto del roseto. Sono anche rappresentate le Sappiamo che la realizzazione, la lavoro e della passione di Piero Amerio, rose Tea alcune delle quali sembrano gestione ed il mantenimento delle professore di psicologia e direttore del bene acclimatarsi in Piemonte anche collezioni richiede un onere elevato, Dipartimento di psicologia (Facoltà di all’aperto come la cv “Lady Hillingdon” non solo in termini economici, ma an- Psicologia) dell’Università di Torino, dalle splendide tonalità di giallo. che come tempo ed energie dedicate profondo conoscitore ed amante delle Non meno interessante risulta la col- ad esse dai loro creatori. Seppur rap- rose. Non si tratta di una semplice col- lezione realizzata da Mark King, un presentino un gravoso impegno molte lezione botanica, bensì di un “giardino cittadino americano che ha sposato di esse sopravvivono, consentendo la delle rose”, dove l’elemento stupore e un’italiana e vive in Piemonte da 10 sopravvivenza di specie e varietà che sorpresa, coglie immediatamente anche anni. Fondatore e presidente della altrimenti scomparirebbero. Costitui- il più distratto visitatore. Hemerocallis Europa ha ricevuto scono, pertanto, dei preziosi serbatoi Particolare attenzione è riservata alle importanti riconoscimenti dalla British di germoplasma e meritano maggiore antiche rose europee, quelle cioè Hemerocallis and Hosta Society per la attenzione e riconoscimenti anche da non ancora ibridate con la R. cinese: promozione del genere Hemerocallis in parte dell’opinione pubblica. Per qualsia- le galliche, le centifoglie, le alba e le Europa (Dick Kitchmann Award) ed il si collezionista la possibilità di mostrare damascene. A metà Ottocento i grandi John Newbold Award per l’importante il proprio lavoro è opportunità e fonte testi sulle rose, tra cui il celebre The contributo come ibridatore delle Heme- di gioia, e ciò rende, il loro lavoro utile garden roses di W. Pole (1848) ne clas- rocallis. Egli ha dato vita ad una colle- anche in termini sociali, consentendo sificavano più di 600 varietà: oggi ne zione, visitabile previo appuntamento, l’arricchimento di tutti coloro che de- residuano circa un centinaio quasi tutte contenente oltre 900 cultivar. Oltre alla siderano conoscere questi importanti presenti nel “Roseto della Sorpresa”. collezione di Hemerocallis, Mark King patrimoni. Oltre alle galliche, le più antiche rose ha realizzato una spettacolare raccolta coltivate in Europa, conosciute già nel di graminacee ornamentali: annovera mondo greco e romano, anche il gruppo oltre 120 tipi differenti tra specie ed delle Alba si connota per Amerio per un ibridi che regalano la migliore visione Nella pagina accanto: forte senso evocativo del passato e, tra tra fine maggio e novembre. Villa Taranto (Pallanza), fioritura di aza- queste, soprattutto la Rosa alba maxi- Non si può infine non citare la collezione lee e rododendri (foto R. Valterza). A sinistra dall’alto: ma, la Rosa bianca di York, risalente botanica del giardino di Villa Sella a crotonella fior Giove addirittura a prima del 400. Nel Roseto Saluzzo riconducibile alla tradizione dei (foto arch. rivista/A. Falco); della Sorpresa un posto di riguardo è cottage inglesi, la cui bellezza risiede raponzolo a testa tonda riservato, anche, alle rose himalayane, nella sapiente unione del desiderio (foto arch. rivista/A. Maffiotti) anemone come la Rosa gentiliana di eccezionale creativo e del collezionismo botani- (foto arch. rivista). In alto: Giardini Sambuy, Torino robustezza e generosità di fioritura, e co. Qui la peonia con la sua fioritura (foto arch. ass. turismo/D. Lanzardo). quelle originate dalle ibridazione delle fugace rappresenta la vera attrazione 38 39 Didattica I segreti delle piante

di Rosa Camoletto Pasin

e nostre città sono affollate di macchine e di vetrine che Lespongono, tra l’altro, verdura e frutta rigorosamente selezionate, anonime, tutte uguali. I nostri balconi sono un trionfo di gerani e petunie volutamente sterili e i nostri prati sono rasati come tappeti persiani. Così ab- biamo perso la possibilità e la capacità di conoscere veramente le piante, organismi al tempo stesso semplici e complessi, con cui condividiamo da sempre questo pianeta e che per molto tempo hanno accompagnato la specie umana nella sua lotta per la vita quotidiana. Il mondo delle piante spontanee è “È piacevole e ancora lì, pronto a suggerirci mille istruttivo aggirarsi trucchi per la sopravvivenza, e anche per placare un po’ quel male di vivere in mezzo ad una che la società tecnologica, piena di vegetazione che contraddizioni, sembra coltivare oggi non si conosce; le con feroce impegno. avere un minimo aiuto di partenza. solite piante, come Per tornare ad impadronirci dei segreti Gli orti botanici, con le loro etichet- tutti per avviare una conoscenza trucchi per sfruttare le risorse dei di- delle piante e insegnarli ai nostri figli te, i pannelli illustrati e il personale che crescerà poi con l’osservazione versi climi e per difendersi dal sole qualsiasi oggetto bisogna però ritrovare il tempo per specializzato sono lo strumento che delle piante spontanee e con la col- e dalla concorrenza. noto da tempo, non frequentarle e osservarle a lungo, e la società mette a disposizione di tivazione personale delle specie più Piante e animali hanno potenziato le ci suscitano alcun affini al nostro carattere. caratteristiche che già li distinguevano Entriamo in un orto botanico, dimen- nella vita primordiale. Per entrambi i pensiero: a cosa tichiamoci di leggere etichette e nomi gruppi la necessità più impellente è vale guardare senza latini, non facciamoci distrarre da fiori stata quella di proteggere se stessi pensare? Qui invece, vistosi e ammalianti. Concentriamoci, e i figli dai raggi ultravioletti e dalla come ha fatto Goethe oltre duecento disidratazione. Per fare questo le in questa varietà che anni fa, sull’insieme caotico eppure piante hanno acquisito rivestimenti, mi viene incontro ordinato di decine di piante diverse tra cere, cortecce, cuticole, pigmenti co- sempre nuova, loro. E torniamo indietro nel tempo. lorati che funzionano come le nostre Scopriremo che in principio il mondo migliori creme solari. Per trattenere acquista nuova era più semplice: c’era solo il mare. preziosa acqua sono stati perfezionati forza la congettura E nel mare le alghe. Acqua, anidri- gli stomi, piccole aperture regolabili che tutte le forme de carbonica, ossigeno, sali minerali, energia solare: tutto quello che serve vegetali abbiano per la vita era lì, a disposizione. Non potuto svilupparsi da servivano scheletri, la crescita poteva In queste pagine dall’alto a sinistra: un’unica pianta...” essere illimitata, la riproduzione era Adenostyles leucophilla (Willd); affidata alle onde e alle correnti. Acacia karroo Hayne; (J. W. Goethe, Viaggio in Italia, Vivere fuori dall’acqua e colonizzare Brugmansia suaveolens Orto Botanico di Padova, Bercht. & Presl.; ogni angolo della Terra ha significato Calycanthus floridus L.; 27 settembre 1786) per tutti gli organismi acquisire nuove Astragalus centralpinus strutture vitali, e inventare migliaia di (foto A. Sciandra) 40 41 distribuite sulla superficie delle foglie. Per resistere al vento e ai movimenti del terreno le radici sono diventate sempre più lunghe e forti, ma con- temporaneamente hanno assunto un’altra funzione, e hanno imparato a esplorare minuziosamente il suolo circostante alla ricerca di acqua e sali minerali. Per migliorare la distribuzio- ne di acqua e nutrimento all’interno delle piante si è formato, come negli animali, un sofisticato sistema di ca- nali di circolazione. I muschi, privi del sistema di circolazione, sono rimasti piante terrestri di piccole dimensioni, legate per tutta la vita agli ambienti umidi. Le felci, le gimnosperme e le piante a fiore, munite di sistema di circolazione, hanno invece avuto

l’opportunità di sviluppare specie di di pigna o dall’ovario di un fiore. In grandi dimensioni, con lunghe radici, 400 milioni di anni migliaia di specie tronchi elevati, numerose foglie. di piante terrestri si sono evolute ed Le felci tuttavia sono rimaste vincolate estinte, e altrettante sono ancora agli ambienti umidi per la riproduzione oggi sotto ai nostri occhi, e prose- sessuale, che si basa su di un anti- guono nell’evoluzione diffondendosi, chissimo doppio ciclo: ogni pianta può migrando, colonizzando nuove terre, produrre solo spore e dalle spore si sviluppando nuove resistenze al clima sviluppa un piccolo gametofito che che cambia, lottando nell’ambiente vive nel terreno umido. Se tutto va modificato dall’uomo. Alcune specie per il verso giusto, nei gametofiti si sanno svilupparsi in climi estremamen- formano le cellule sessuali e, a fe- te aridi, altre dormono per mesi e mesi condazione avvenuta, si sviluppa una sotto alla neve delle cime alpine poi si nuova e robusta pianta di felce. svegliano e fioriscono, altre addirittura Gimnosperme e piante a fiore sono si sono adattate nuovamente a vivere riuscite a liberarsi dalla schiavitù del nell’acqua. Alcune specie, molto poche doppio ciclo: le piante adulte di questi in verità, per integrare la loro dieta si due gruppi di vegetali producono in- sono rassegnate a diventare carnivore fatti il polline, una sorta di sofisticata e, come i più astuti predatori, hanno navicella spaziale che resiste a ogni inventato trappole che catturano tutti intemperie e porta la cellula sessua- i malcapitati animaletti delle giuste le maschile direttamente a contatto dimensioni. Alcune specie, piuttosto con la cellula sessuale femminile, arcaiche, hanno mantenuto la ca- nascosta e protetta da una squama pacità di crescere molto e di vivere centinaia di anni. Altre invece, un po’ meno antiche, crescono pochissimo, lo stretto indispensabile per compiere l’intera vita, e per riprodursi, in una sola stagione. Molto tempo fa qualcuno ha detto che il mondo è bello perché è vario: le piante lo dimostrano. Impariamo nuovamente da loro che il segreto della vita è la forza della diversità.

Nella foto in alto: Adhatoda vasica Nees; a sinistra, in alto: Andromeda polifolia; in basso: fossili di felci (foto A. Sciandra) Foto archivio MRSN 42 Obiettivo protezione flora

Legge di tutela regionale: -dal 2000 (LR 44/2000) in Piemonte sono le Province ad occuparsi direttamente della tutela della flora e della fauna spontanea nei rispettivi territori amministrativi. I danni alla flora spontanea possono derivare da: -asportazione di fiori, frutti o della pianta intera in modo volontario: per erboristeria, alimento, giardinaggio, decorazione. -modifiche all’assetto territoriale, inquinamento, immissione di piante aliene e OGM, immissione di parassiti (funghi, batteri, insetti...) e predatori.

Strategie di tutela collaudate: -educazione ambientale, protezione del sito interessato, vigilanza con multe per flagranza di danneggiamento o asportazione

Svantaggi della tutela focalizzata sulle specie rare e sugli habitat più vulnerabili: -troppe informazioni provocano l’aumento dell’interesse dei raccoglitori abusivi -multe e sequestro dei materiali vietati non riportano in vita gli esemplari raccolti

Nuove strategie: -recuperare per il turismo le aree degradate e mantenere poco agibili al turismo di massa i siti più pregiati -disincentivare la raccolta di fiori e frutti spontanei aumentando per i turisti l’offerta di piccoli frutti e di erbe officinali coltivati in loco -aumentare la conoscenza dell’uso di erbe e fiori commerciali o spontanee comuni (foglie secche, fiori di graminacee...) al posto delle specie più rare -abituare a osservare l’unicità di ogni esemplare raro e apprezzare il suo valore all’interno dell’habitat -stimolare con corsi e concorsi la voglia e la possibilità di fotografare o dipingere i fiori spon- tanei -suggerire solidarietà per le piante in pericolo (liberare i terreni da rovi e immondizia, facilitare la disseminazione...) -stimolare la curiosità di ritornare nello stesso sito per vedere se la pianta rara si è un po’ diffusa (testimonianze scientifiche, ruolo attivo di protezione) -incentivare il recupero e il trasferimento dei popolamenti di piante rare scoperti su terreni privati soggetti a lavori e modifiche -incentivare la coltivazione di piante ornamentali a basso impatto e bassa potenzialità di dif- fusione spontanea (fiori stradoppi, ibridi sterili...) -diffondere maggiori conoscenze sulle specie invasive

43 Giardini alpini

La natura nel recinto Veduta sul lago Maggiore dal giardino Microcosmi artificiali in ambienti naturali botanico Alpinia

di Ippolito Ostellino verso i climi adatti ai vegetali amanti di propagazione sul suolo, l’immagaz- a fronte del mare. Anche in questo il si può raggiungere le creste dei rilievi sopravvivenza di entità diffuse in altri fotografie di Renato Valterza delle alte quote. Il complesso insieme zinamento di liquidi nei tessuti delle “complesso alpino” è luogo di partico- più elevati dove s’accanisce il Larice e distretti ma rare in catene montuose di adattamenti che contraddistinguono foglie sono alcune delle tante astuzie lare interesse. Muovendosi in quota gli fa da corteggio il rododendro. lontane dagli originari territori di dif- ensando al giardino come luogo le specie vegetali degli ambiti alpini utilizzate per fronteggiare un insieme di si alternano in strati diversi ambienti Oltre che per queste “curiosità” il mon- fusione. nel quale collezionare specie ac- sono quanto mai di curioso ci è dato fattori climatici ed edifici (del suolo) che vegetali diversi, dando vita spesso a do verde delle alte quote è poi noto Un insieme di fatti di questa natura Pcudite con ogni mezzo, finalizzato di vedere nel mondo della botanica: non hanno eguali in altri ambienti. Alle grattacieli di varietà biologica emozio- per le sue stravaganze biologiche: le non poteva non dare vita a questa a permetterne la loro crescita (dalle ser- le limitate dimensioni, i forti colori dei nostre latitudini si tratta di condizioni nanti: basti pensare a quanto accade condizioni di separazione che i rilievi particolare categoria di giardino, dove re ad altre strutture), il giardino alpino fiori, i portamenti striscianti, le forme a ambientali che ritroviamo in alto, ma quando le alpi giungono a lambire gli generano nel territorio hanno permesso si può poi apprezzare con particolare è sicuramente il modello più distante cuscinetto, la limitatezza degli apparati che verso i poli caratterizzano territori ambienti mediterranei, come nelle lo sviluppo di specie fra di loro forte- intensità quel piacere della coltivazione da questo stereotipo: qui il giardino “va aerei, le “tomentosità” e pelurie, le cere a ben minori altezze sino ad essere i Alpi Marittime, dove dagli ambienti di mente differenziate, con la creazione esaltato dalla apparente delicatezza verso la natura”, migrando la sua sede rivestenti le parti più esposte, i sistemi caratteri delle pianure steppico-alpine bassa valle, con l’olivo e la ginestra, di specie proprie, di endemismi, o la della vita delle piante alpine: la ridotta 44 45 disponibilità stagionale ce le precipi- monio così delicato. In queste pagine, da sinistra in alto: tazioni e le temperature riservano ai Ed è anche per quanta natura di fondo Alpinia, Stresa, il giardino con in primo vegetali in alta montagna, li costrin- di “giardini al naturale” che oggi molte piano Geranium sanguineum; Valderia, Cuneo, Regina delle Alpi, gono infatti a svolgere il loro ciclo di esperienze si stanno dirigendo verso Eryngium alpinum; vita in pochissimi mesi che si fanno la creazione di veri e propri “giardini Giardino botanico, Oropa, la Faggeta, quasi coincidere ad uno solo salendo diffusi” nel territorio, sempre meno l’area dedicata alle felci; verso le quote delle nevi perenni e legati ad un confine riconoscibile sul Giardino Valderia, Cuneo, fioritura della dove alcune specie spingono le loro territorio, come le Stazione botaniche roccera silicea e veduta generale della parte superiore del giardino. radici caparbie. Danilo Re, Emile Burnat e Bicknell in Per questa sua natura di “giardino in Valle Pesio: nuovi modelli di presenta- natura”, il muretto di separazione fra zione e coltivazione della flora, dove dentro e fuori è quasi una sola nota si intreccia sempre di più l’arte della di necessaria delimitazione dell’area coltivazione con la necessità di ricer- coltivata, essendo le catene circostanti care e conoscere biologia e caratteri una “componente paesaggistica” del delle flore dei territori che abbracciano giardino come la roccera d’ingresso, questi piccoli scrigni nei quali la storia dove comunque la ricostruzione diviene delle Alpi si racconta attraverso i suoi didattica, per favorire l’attenzione del vegetali. visitatore alla protezione di un patri- 46 47 Personaggi Carlo Allioni (1728-1804)

Da sinistra: frontespizio di Rariorum Pe- demontii Stirpium (1775) e del I° volume Flora Pedemontana (1785). In alto: ritratto di Carlo Allioni

fine dell’800, furono acquisiti dall’Er- bario universitario ove sono attualmente conservati. Il profondo interesse volto al campo botanico è già testimoniato nelle sue due prime opere: Rariorum Pede- montii stirpium e Stirpium praecipua- rum litoris et agri Nicaensis. Entrambe di Allioni che a seguito di queste ricerche un consistente scambio fra studiosi ed del giardino e il successivo incremento, pubblicate nel 1755 gli valsero il plauso allestì un erbario nel quale confluirono, altre Sedi universitarie. il fervore della ricerca floristica e delle da parte di numerosi botanici stranieri, oltre alle raccolte personali, anche gli Iniziata nel primo decennio dalla descrizioni di piante nuove del periodo primo fra tutti Linneo, oltre ad aprirgli esemplari che ricevette dai corrisponden- fondazione dell’Orto botanico (1729) di Allioni, e nella prima metà dell’Otto- l’ingresso in accademie scientifiche delle ti. In questa collezione sono conservati i ed accresciuta ogni anno con circa un cento l’acclimatazione di specie esotiche quali divenne membro. numerosi Tipi che autenticano le nuove centinaio di nuovi disegni per tutto il che sempre più numerose adornavano Nel 1760 iniziò la sua direzione dell’Orto specie da lui descritte. La Flora Pede- Settecento, nel 1868, con la morte del- il giardino. botanico unitamente all’insegnamento montana, pubblicata in tre volumi nel l’ultima disegnatrice, ebbe termine non Oltre al pregio artistico di maggior parte della Botanica per gli studenti medici, 1785 dopo circa 25 anni di preparazione, solo l’esecuzione di queste splendide della tavole, l’Iconographia Taurinensis incarico che tenne fino al 1781 occu- rappresenta la sintesi degli studi floristici tavole ma anche la testimonianza stori- ha la funzione di documento scientifico pandosi inoltre del riordino del giardino di Allioni, nei quali coinvolse i suoi col- co-iconografica di gran parte dell’attività essendo possibile mettere in relazione di Giuliana Forneris utilizzando la nomenclatura binomia, ma torinese e dell’incremento delle specie in laboratori più stretti ed in particolare scientifica dell’istituzione. queste immagini ad altre testimonianze. e Laura Guglielmone. descrisse un gran numero di nuove specie coltura. L’opera che dimostrò il suo im- Ludovico Bellardi. Nei primi due volumi L’opera si compone di ben 64 volumi; le Ad esempio con gli esemplari che, rac- e compilò flore locali come ad esempio pegno riorganizzativo di questa struttura di quest’opera sono citate ben 2.814 en- tavole furono eseguite da quattro “pittori” colti in natura o coltivati nell’orto, dopo el 2004 ricorrerà l’anniversa- la Flora Lapponica (1737) e La Flora fu la pubblicazione nel 1760 di Synopsis tità vegetali, per le quali riferì molti dati che si succedettero con continuità, tra- essere stati dipinti sono stati essiccati e rio della morte di Carlo Allioni Suecica (1745). Allioni, assiduo corri- methodica stirpium Horti Taurinensis con in relazione alle località di rinvenimento, mandandosi arte e tradizione, e ciascuno conservati nelle collezioni d’erbario. N(1728-1804), da considerarsi fra spondente di Linneo, come altri illustri la quale, fra i primi in Italia, portò a alle descrizioni di altri autori, e all’utilità collaborando attivamente con i botanici. i più illustri botanici italiani del tempo. botanici europei suoi contemporanei conoscenza della comunità scientifica il di queste nella medicina pratica. Nel ter- Attraverso le immagini delle piante rap- La Società botanica a Torino La sua attività segnò una delle fasi di quali J.G. Gmelin, A. Haller, W. Hud- patrimonio di specie coltivate nell’Orto zo volume 92 tavole corredano con una presentate si colgono le fasi di impianto In occasione del secondo centenario maggior importanza per gli studi floristici son e N.J. Jacquin, accolse questi nuovi universitario designandole in nomencla- ben delineata iconografia le descrizioni della morte di Carlo Allioni e per il in Piemonte e per l’Orto universitario insegnamenti e se ne fece un entusiasta tura binomia. delle nuove specie o di quelle più rare sesto centenario della fondazione del- torinese di cui tenne la direzione nel corso propulsore, tanto che fu indicato come Gli studi della flora del territorio pie- del Piemonte. I rimandi agli acquarelli l’Università di Torino la Società botanica della seconda metà del ‘700. il “Linneo piemontese”. montese e la descrizione di nuove specie botanici contenuti nei primi 28 volumi italiana organizza, il prossimo anno a Il XVIII secolo vide una rinascita degli Medico famoso e stimato, si laureò in occuparono in modo prevalente l’attività dell’Iconographia Taurinensis, che Allioni settembre, il suo congresso annuale nel studi naturalistici e fu fortemente influen- medicina presso l’Università di Torino cita in Flora Pedemontana in relazione capoluogo piemontese. L’importante zato dall’opera e dal pensiero di Linneo. nel 1749 e nello stesso anno fu ammesso alle entità descritte, costituiscono un ul- riunione scientifica è organizzata dal Egli non soltanto propose ed adottò un al Collegio dei Medici. Pur mantenendo teriore documentazione scientifica che ha Dipartimento di biologia vegetale - Orto ordinamento sistematico basato sui ca- fra le sue attività anche quella medica, consegnato agli studiosi di ogni tempo. botanico dell’Università. Nel corso del ratteri di riproduzione delle piante ed egli affrontò le scienze della natura oc- Secondo le analisi condotte dai tassonomi, Congresso verranno dedicati due simposi un nuovo modo di designarne i nomi cupandosi con competenza Allioni propose nelle sue pubblicazioni all’opera dell’Allioni. di zoologia, di geologia e circa 600 nomi riferiti a nuove entità; di fossili. Le sue raccolte di queste circa 120 restano valide per personali comprendevano la scienza moderna. In queste pagine, da sinistra in alto, in senso orario: acquerelli di Francesco più di 6.000 campioni tra Peyrolery tratti dalla Iconographia rocce, minerali, fossili e preparati L’Iconographia Taurinensis Taurinensis, (tra parentesi il numero del zoologici, una collezione entomolo- É una raccolta di tavole originali all’ac- volume): gica costituita da circa 4.200 insetti quarello, allestite dall’Università torinese Campanula elatines (X), Solanum ed una di piante essiccate composta da per didattica e documentazione. I soggetti melongena L. (II), Saxifraga paniculata Miller (sn) (XIV), Triticum sp. (XIII), circa 11.000 esemplari. Mentre alla sua infatti erano copie dal vero delle piante Cortusa matthioli L. (XV), morte la maggior parte di questi reperti in coltura nel giardino. Più di 7.500 dise- Salvia aethiopis L. (I) pgc Dipartimento fu venduta e andò dispersa con il tempo, gni sia di specie spontanee della regione biologia vegetale-Università Torino, foto i materiali botanici, anche se solo alla piemontese, sia specie esotiche dovute a P. Dell’Aquila 48 49