Alle Origini Di Demokratie Und Klassenkampf Im Altertum. Il
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ISSN: 2632-4091 History of Classical Scholarship 3 July 2020 Issue 2 (2020): 69–104 ALLE ORIGINI DI DEMOKRATIE UND KLASSENKAMPF IM ALTERTUM IL DIBATTITO TRA ARTHUR ROSENBERG, OTTO JENSSEN ED ETTORE CICCOTTI SULLA DEMOCRAZIA ATENIESE — VITTORIO SALDUTTI — ABSTRACT Negli anni che seguirono la presa del potere dei bolscevichi in Russia il mo- vimento socialista internazionale fu agitato da un duro scontro sulla natura della democrazia sovietica che influenzò la riflessione di Arthur Rosenberg. Nell’ottobre del 1919 lo studioso tedesco pubblicò un lavoro su una rivista dei socialdemocratici indipendenti, in cui la democrazia ateniese veniva para- gonata al moderno regime dei Consigli. L’articolo scatenò la reazione di Otto Jenssen, che aprì un dibattito, nel quale venne in un secondo momento coinvolto Ettore Ciccotti, sulla natura economica, sociale e politica dell’antico regime ateniese. La querelle ebbe un notevole impatto sulla successiva produzione di Ciccotti e sull’elaborazione di Demokratie und Klassenkampf im Altertum, il lavoro più importante di Rosenberg come antichista. In the years following the Bolsheviks’ seizure of power in Russia the inter- national Socialist movement was divided by a harsh debate on the nature of Soviet democracy, which had a major influence on Arthur Rosenberg’s thought. In October 1919, he published an article in the journal of the Independent Social Democratic Party in which he compared Athenian democracy with contem- porary workers’ councils. The piece prompted the reaction of Otto Jenssen, who opened a controversy on the economic, social and political character of the ancient Athenian polity that came to involve also Ettore Ciccotti. The exchange had a considerable impact on the later works of Ciccotti and on the writing of Demokratie und Klassenkampf im Altertum, Rosenberg’s most important con- tribution to classical scholarship. KEYWORDS Arthur Rosenberg, Ettore Ciccotti, Athenian democracy, Demokratie und Klassenkampf im Altertum, historical comparativism e opposte traiettorie scientifiche e politiche di Arthur Rosenberg (1889–1943) ed Ettore Ciccotti (1863–1939) si incrociarono nella L primavera del 1920, quando lo studioso italiano fu chiamato a dirimere una controversia sulla democrazia antica che aveva visto con- trapposti nei mesi precedenti Rosenberg e il meno noto Otto Jenssen. La https://doi.org/ [tbc] 70 Vittorio Saldutti disputa è stata successivamente dimenticata1, nonostante abbia avuto un notevole impatto sulla riflessione dei due principali protagonisti, con- sentendo allo studioso tedesco di precisare alcuni elementi del suo pensiero sulla democrazia antica che sarebbero stati alla base di Demo- kratie und Klassenkampf im Altertum (1921), uno dei suoi lavori più importanti; e a Ciccotti di mettere a fuoco alcuni problemi metodologici sollevati dall’impiego del metodo comparativo nell’indagine storica. 1. Il confronto tra Kautsky e Lenin su democrazia e dittatura del proletariato Dall’estate del 1918 il movimento socialdemocratico e comunista fu agitato da un duro confronto sui concetti di democrazia e dittatura. Karl Kautsky, principale teorico e dirigente di punta del Partito Socialdemo- cratico Indipendente di Germania (Unabhängige Sozialdemokratische Partei Deutschlands — USPD), sollecitato dall’amico menscevico Pavel Aksel’ród e deluso dalla scelta dei bolscevichi di sciogliere in maniera coatta l’Assemblea costituente appena eletta, diede vita a un’aspra pole- mica contro Lenin e il suo partito, ormai saldamente al potere in Russia2. In Die Diktatur des Proletariats, il primo di una lunga serie di pamphlet su questo tema3, Kautsky evidenzia che gli avvenimenti russi e l’instau- razione della repubblica sovietica avevano imposto al movimento sociali- sta internazionale una riflessione sulla democrazia, una forma di governo 1 I due articoli di Rosenberg sono assenti nelle bibliografie dei suoi scritti che completano i recenti lavori a lui dedicati di Lorenzo Riberi (Arthur Rosenberg. De- mocrazia e socialismo tra storia e politica, Milano 2001) e Mario Keßler (Arthur Rosenberg. Ein Historiker im Zeitalter der Katastrophen, 1889–1943, Köln 2003). Solo parzialmente diverso il destino dell’intervento di Ciccotti, la cui successiva pub- blicazione in italiano, con alcune lievi modifiche, nella Nuova Rivista Storica (n. 5, 1920, pp. 514–519), è menzionata nell’elenco dei suoi lavori presente nella biografia curata da Giuseppe Pascarella e Giuseppe Campanelli (Ettore Ciccotti. Sud e politica tra realismo e utopia, Potenza 2016), dove, tuttavia, non è ricordata la precedente edizione in tedesco. Il testo italiano fu poi incluso nella raccolta Confronti Storici (Milano–Genova–Roma–Napoli 1929, pp. 181–188). Tutti gli interventi sono ripro- posti nell’appendice del presente lavoro. 2 La genesi del dibattito e i suoi aspetti salienti sono ricostruiti da I. Getzler, Ottobre 1917: il dibattito marxista sulla rivoluzione in Russia, in Storia del marxismo, III. Il marxismo nell’età della Terza Internazionale 1. Dalla rivoluzione d’Ottobre alla crisi del ’29, Torino 1980, pp. 21–47. 3 Dopo questo saggio, pubblicato a Vienna, seguirono Demokratie oder Diktatur, Berlin 1918; Terrorismus und Kommunismus, Berlin 1920; e Von der Demokratie zur Staatssklaverei: Eine Auseinandersetzung mit Trotski, Berlin 1921. Alle origini di Demokratie und Klassenkampf im Altertum 71 antitetica alla dittatura del proletariato per come la intendevano i bol- scevichi (pp. 3–4). L’esistenza di un sistema parlamentare (in questo si risolve ai suoi occhi la democrazia) costituisce un prerequisito indispen- sabile per la costruzione del socialismo, che passa attraverso la conquista della maggioranza da parte dei partiti operai in libere elezioni (pp. 13– 19). Ogni altro tentativo di imporre un regime socialista attraverso organi differenti, come stava avvenendo con i Soviet in Russia, è destinato al fallimento (pp. 26–39). L’attacco scatenò la violenta reazione di Lenin che, in Die Diktatur des Proletariats und der Renegat K. Kautsky4, osservò come secondo una prospettiva marxista non possa esistere una vera democrazia senza l’uguaglianza di tutti i cittadini, irrealizzabile in una società divisa in classi (pp. 17–24). Disquisire su una astratta democrazia è del tutto inutile e occorre, dunque, indicare la natura di classe dei vari regimi che si intendono analizzare e verificare se siano governi della borghesia o del proletariato. Compito dei rivoluzionari è sostituire gli strumenti della dittatura della borghesia, parlamento e Assemblea costituente, con quelli propri della dittatura del proletariato, i consigli operai, organi in cui si rispecchiano ed esprimono gli stati d’animo e i mutamenti di idee dei lavoratori (pp. 31–38). Il regime sovietico era, in altre parole, un tipo superiore di democrazia, non la sua antitesi. L’ala sinistra dell’USPD, che si organizzava nella Lega di Spartaco, assunse inizialmente una posizione di compromesso. Rosa Luxemburg, per sfuggire alla contrapposizione democrazia-dittatura, affermò in un primo momento che i Soviet e l’Assemblea costituente dovessero convi- vere, non elidersi5. Un’idea che, però, abbandonò quando la Germania si trovò in un fermento rivoluzionario che ripropose la dicotomia in termini molto simili alla Russia del ’17. Dopo l’abbattimento del regime gugliel- mino nel novembre del ’18, il Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands — SPD) attivò una poderosa campagna per l’elezione di un’Assemblea costituente che sostituisse il potere dei Consigli, nel frattempo sorti numerosi in tutto il paese6. Nei 4 Il testo venne pubblicato a Lipsia nel 1919, ma fu preceduto da una sintesi con il medesimo titolo apparsa sulla Pravda nr. 219 dell’11 ottobre 1918. 5 Queste considerazioni vennero sviluppate nel testo Die russische Revolution, scritto in prigione nel 1918 ma pubblicato da Paul Levi, in forma incompleta, solo alla fine del 1921 come ritorsione contro i bolscevichi che lo avevano da poco espulso dal Partito Comunista. Sulla storia e i contenuti dell’articolo vd. L. Basso (a cura di), Rosa Luxemburg, Scritti politici, Roma 1967, pp. 555–562. 6 Gli avvenimenti di quel convulso periodo sono ricostruiti in dettaglio da P. Broué, Rivoluzione in Germania 1917–1923, Torino 19772, pp. 128–247. 72 Vittorio Saldutti loro ultimi giorni di vita, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht ingag- giarono una dura battaglia contro la parola d’ordine dell’Assemblea nazionale, organo della falsa e formale democrazia borghese, a favore dei Consigli, strumenti della vera democrazia7. È alla luce di questo dibattito che occorre leggere i lavori sulla de- mocrazia antica di Arthur Rosenberg, che li elaborò e pubblicò per gli stessi giornali e lettori ai quali si erano rivolti i più autorevoli capi del movimento operaio internazionale nei mesi precedenti. 2. La formazione politica e intellettuale di Arthur Rosenberg Berlinese di nascita e di formazione, Rosenberg frequentò con particolare interesse i corsi di Eduard Meyer, che lo avviarono agli studi sullo stato e sulle forme organizzative che esso può assumere8. Mosse i suoi primi passi nella ricerca antichistica con il sostegno di Otto Hirschfeld, relatore della dissertazione di laurea Untersuchungen zur römischen Zentu- rienverfassung del 1911. Due anni dopo discusse la tesi di abilitazione su Der Staat der alten Italiker, in cui confermò il suo interesse per la storia costituzionale antica che gli valse, oltre alla libera docenza, la possibilità di redigere alcune voci per la Pauly-Wissowa9. In particolare nel lemma