Archivio Approfondimenti Novembre 2011, Insight Archive November 2011

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Archivio Approfondimenti Novembre 2011, Insight Archive November 2011 art a part of cult(ure) » La poesia? Non serve, non fa male: fa bene! » Print 29/08/14 13:45 La poesia? Non serve, non fa male: fa bene! di Betty Fulgeri | 1 novembre 2011 | 570 lettori | 1 Comment “La poesia - disse Montale - non serve a niente ma non fa male a nessuno.” Forse parlarne in maniera condivisa, una sera, e leggere insieme qualche verso, fa addirittura bene. In tempi di crisi, non solo economica ma dei valori condivisi, della cultura e della capacità di relazione profonda tra persone, ebbene, tali iniziative sembrano piccoli miracoli del quotidiano. Per ritrovare, proprio nel quotidiano, una sfumatura lirica, quel lato poetico che troppo spesso sfugge. Cosa fanno, i poeti, se non “raccogliere quella polvere d’oro che è racchiusa nelle vite reali e nelle relazioni tra gli individui”? Ce lo dice John Berger, che prosegue: “I grandi discorsi, le teorie globali, incapaci di trattenere questa sabbia preziosa, rischiano di cadere nel vuoto di una macrostoria senz’anima. I poeti, invece, non generalizzano mai”. Forse, dalla banalizzazione e la generalizzazione la poesia potrà salvarci, o, almeno, potrà indicare una via d’uscita. Mario Lunetta, Baldassarre Dionisi, Mario Quattrucci proveranno a farlo giovedì 3 novembre alle ore 18, alla libreria Nero su bianco, in Via Roma Libera 11 (dove finisce Piazza San Cosimato a Roma, Trastevere) a Roma, con Libri di Poesia che sembra voler riattivare un angolo per la nobile arte ed il pensiero, presentando la collana omonima – appunto: Libri di Poesia http://www.artapartofculture.net/2011/11/01/la-poesia-non-serve-non-fa-male-fa-bene-di-betty-fulgeri/print Pagina 1 di 2 art a part of cult(ure) » La poesia? Non serve, non fa male: fa bene! » Print 29/08/14 13:45 - diretta da Mario Quattrucci. Affiancano l’iniziativa Aldo Mastropasqua e l’editore Claudio Maria Messina che si alterneranno ai relatori-lettori e introdurranno PER L’AMOR DI DIO di BALDASSARRE DIONISI, IDENTIFICAZIONE BIOMETRICA di MARIO LUNETTA e DA UNA LINGUA MARGINALE dello stesso Quattrucci. 1 Comment To "La poesia? Non serve, non fa male: fa bene!" #1 Comment By hanna On 3 novembre 2011 @ 18:56 fa benissimo, fa benissimo!!! Come fa benissimo la Cultura, e fa male solo a chi ne ha paura percheé rende le persone libere di pensare con la propria testa!!!!!!!!!!! pubblicato su art a part of cult(ure): http://www.artapartofculture.net URL articolo: http://www.artapartofculture.net/2011/11/01/la-poesia-non-serve-non-fa-male-fa- bene-di-betty-fulgeri/ Copyright © 2014 art a part of cult(ure). http://www.artapartofculture.net/2011/11/01/la-poesia-non-serve-non-fa-male-fa-bene-di-betty-fulgeri/print Pagina 2 di 2 art a part of cult(ure) » Cineama: un nuovo modo di amare, i film e l’orso d’oro nelle sale italiane » Print 29/08/14 13:46 Cineama: un nuovo modo di amare, i film e l’orso d’oro nelle sale italiane di Fernanda Moneta | 1 novembre 2011 | 534 lettori | No Comments I più attenti sanno già che il film Una separazione di Asghar Farhadi è nelle sale italiane. Trionfatore del Festival di Berlino 2011 – dove ha vinto l’Orso d’Oro e ben due Orsi d’Argento, per la Miglior Interpretazione Femminile e per la Migliore Interpretazione Maschile – il film viene distribuito nelle principali città italiane in 30 copie, che non sono poche, ma neppure tante. Ogni copia in pellicola costa tanti, tanti euro. Ci sono stati casi, nella storia recente del cinema, in cui i soldi anche per fare una sola copia di un titolo non c’erano. Ad esempio, quando uscì “Il ladro di bambini” attraverso le pagine di Paese Sera (all’epoca scrivevo lì) abbiamo fatto una specie di petizione perché almeno venisse fatta una seconda (!) copia del film. Così, per sicurezza. Chi ha visto “Cinema Paradiso” e la scena delle pizze di film mandate avanti e indietro tra due diverse località su una bicicletta, può capire cosa potrebbe succedere ad un film distribuito con un’unica copia. Il cinema è anche un’impresa. La Sacher Distribuzione, in collaborazione con la piattaforma Cineama.it, ha deciso di promuovere una distribuzione integrata dedicata agli spettatori che non vogliono correre il rischio di http://www.artapartofculture.net/2011/11/01/cineama-un-nuovo-modo…-i-film-e-lorso-doro-nelle-sale-italiane-di-fernanda-moneta/print Pagina 1 di 2 art a part of cult(ure) » Cineama: un nuovo modo di amare, i film e l’orso d’oro nelle sale italiane » Print 29/08/14 13:46 perdere questo film: potranno chiedere una o più proiezioni su richiesta nella città in cui risiedono. Per fare tutto ciò basterà registrarsi sul sito www.cineama.it, indicare la propria posizione geografica (dove si è) e diventare “amico” del film, proprio come accade su qualsiasi social network. Una volta raccolte le iscrizioni e le richieste, Cineama.it contatterà gli esercenti organizzando con loro proiezioni città per città. L’utente sarà poi avvisato per mail su dove e quando potrà andare a vedere il film. Bello, no? pubblicato su art a part of cult(ure): http://www.artapartofculture.net URL articolo: http://www.artapartofculture.net/2011/11/01/cineama-un-nuovo-modo-di-amare-i- film-e-lorso-doro-nelle-sale-italiane-di-fernanda-moneta/ Copyright © 2014 art a part of cult(ure). http://www.artapartofculture.net/2011/11/01/cineama-un-nuovo-modo…-i-film-e-lorso-doro-nelle-sale-italiane-di-fernanda-moneta/print Pagina 2 di 2 art a part of cult(ure) » 1972 – Cosa si è imparato da Las Vegas? » Print 29/08/14 13:46 1972 – Cosa si è imparato da Las Vegas? di Emmanuele Pilia | 2 novembre 2011 | 1.774 lettori | 3 Comments Una lettura piuttosto diffusa della storia dell’architettura contemporanea vede nel periodo tra il 1968 ed il 1972 un momento di svolta radicale: prendevano per la prima volta forza i movimenti reazionari al funzionalismo, divenuto ormai un’attitudine esclusivamente formale, il boom economico induceva le famiglie ad approfittare a poco prezzo dei nuovi modi di abitare, mentre sullo sfondo delle città, l’existenz minimum proseguiva la sua campagna per erigere i suoi baluardi in enclave ben fortificate. Il cursore diretto sulle immagini visualizzerà le didascalie; cliccare sulle stesse per ingrandire. David Harvey, più precisamente, parlò proprio del 1972 come anno chiave di questo cambiamento: http://www.artapartofculture.net/2011/11/02/1972-cosa-si-e-imparato-da-las-vegas-di-emmanuele-pilia/print Pagina 1 di 6 art a part of cult(ure) » 1972 – Cosa si è imparato da Las Vegas? » Print 29/08/14 13:46 «Il Modernismo aveva perso qualsiasi aspetto di critica sociale. Il suo programma prepolitico e utopico, imperniato sulla trasformazione dell’intera vita sociale per mezzo di quella dello spazio, era fallito, e lo stile moderno era finito per trovarsi strettamente collegato con l’accumulazione del capitale, in un progetto di modernizzazione fordista connotato da razionalità, funzionalità ed efficienza. La stagflazione in architettura procedeva parallelamente a quella del capitalismo: non è stato un caso che Venturi, Scott-Brown e Izenour appiano pubblicato Learning from Las Vegas proprio nel 1972». Harvey D., L’esperienza urbana. Metropoli e trasformazioni sociali, Il Saggiatore, Milano 1988, p. 296. Per Harvey, insomma, il dissolversi del Movimento Moderno coincide con l’esaurirsi di quell’impegno sociale che tanto ha contribuito alla sua diffusione. Non è un caso che lo stesso Harvey dia estrema importanza alla sovrapposizione di quell’anno con la pubblicazione di Learning Las Vegas: già nell’introduzione infatti, Venturi stesso sembra voler difendersi preventivamente da un’eventuale attacco riguardo gli aspetti controversi del suo metodo Non a caso la citazione che segue è all’interno del capitolo intitolato Valori commerciali e metodi commerciali, volendo così allontanare le accuse di essere un’apologeta del turbo capitalismo. : «proprio come l’analisi della struttura di una cattedrale gotica non include un dibattito sull’etica della religione medievale, così i valori di Las Vegas non sono oggetto di indagine in questa sede». Izenour S., Scott-Brown D., Venturi R., Imparare da Las Vegas. Il simbolismo dimenticato della forma architettonica, Quodlibet, Macerata 2010, p. 26. A circa quarant’anni dalla sua prima edizione, questo testo torna a far http://www.artapartofculture.net/2011/11/02/1972-cosa-si-e-imparato-da-las-vegas-di-emmanuele-pilia/print Pagina 2 di 6 art a part of cult(ure) » 1972 – Cosa si è imparato da Las Vegas? » Print 29/08/14 13:46 discutere grazie alla riedizione italiana curata da Manuel Orazi per Quodlibet. Una riedizione che si innesta perfettamente in un decennio che si scopre particolarmente attento all’analisi degli anni a cavallo tra il maggio francese e la caduta del muro di Berlino, come dimostra la curiosa coincidenza anche l’inaugurazione della mostra Dreamlands presso il Centre Pompidou, che praticamente si chiudeva contemporaneamente all’uscita del libro. Una mostra il cui obiettivo è quella di illustrare la potenza della portata dell’immaginario postmoderno nella costruzione delle nostre città:«C’è poco da fare, il postmodernismo ha vinto. Non in tutti i templi dell’arte e dell’architettura contemporanea, forse. Ma ha vinto per la strada, nel kitsch degli oggetti ammassati negli empori di un Occidente quanto più in crisi, tanto più consumista» . Verde S., Dreamlands al Centre Pompidou: il postmodernismo dai lunapark alle città del futuro, in art a part of cult(ure), URL: http://www.artapartofculture.net/2010/08/04/dreamlands-al-centre- pompidou-il-postmoderno-dai-lunapark-alle-citta-del-futuro-di-simone- verde/ Un consumismo che difficilmente uscirà indenne dalla sua crisi, proprio perché la sua sopravvivenza deriva dall’impossibilità di approfondire la propria natura, la propria essenza.
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