RAARTE CONTEMPORANEA Xx Edizione

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RAARTE CONTEMPORANEA Xx Edizione RA ■ I RAPPORTI ANNUALI DELL’ARTE IL GIORNALE DELL’ARTE ■ Karsten Greve «I rischi del nuovo mercato» ■ La cronaca dell’intero anno ■ 1.008 artisti: le gallerie e i prezzi ■ I record e le principali aggiudicazioni delle aste in Italia e nel mondo RAARTE CONTEMPORANEA xx edizione FORLÌ Musei San Domenico 11 febbraio 18 giugno 2017 www.mostradecoforli.it SUPPLEMENTO DI «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 374 APRILE 2017 - SOCIETÀ EDITRICE ALLEMANDI N. 374 APRILE 2017 - SOCIETÀ SUPPLEMENTO DI «IL GIORNALE DELL’ARTE» IL RAPPORTO ANNUALE 2017 DELL’ARTE CONTEMPORANEA / XX EDIZIONE Le gallerie italiane pagano i cambiamenti del mercato. E le fiere sono un’arma a doppio taglio Secondo Karsten Greve, uno dei decani dei galleristi internazionali, la «normalizzazione» fiscale e l’aggressività delle case d’asta hanno messo in difficoltà i nostri mercanti: «Ma sottrarre risorse all’attività in sede per buttarsi su Basilea o Hong Kong è soprattutto un danno alla cultura. Il populismo? Per il futuro dell’euro mi fa più paura la Francia» ome Cy Twombly, il primo artista di erano favolose, e poi c’era l’Attico. Si vedevano cui, giovanissimo, acquistò un’opera mostre straordinarie di artisti come Fontana, Ce al quale la sua galleria riserva da Twombly, il giovane Schifano. E poi c’era la vi- sempre un ruolo privilegiato, anche Kar- talità di una città come Milano; la Biennale di sten Greve (Dahme/Mark, Germania, 1946) Venezia era spesso interessante. Ma attenzione: è uno straniero con il cuore in Italia. Que- le gallerie erano molto forti perché allora, soprat- sto per molte ragioni. Ha avuto una galleria tutto nei Paesi d’area mediterranea, Francia e anche a Milano; tratta, tra le molte grandi Spagna comprese, i collezionisti pagavano tutto firme di cui propone, dal 1970, pezzi straor- in contanti. dinari, l’opera di artisti come Melotti, Man- Sta parlando di pagamenti in nero? zoni, Fontana, Kounellis o Mimmo Jodice; Diciamo di un mercato un po’ fuori norma e que- e poi si divide tra la Svizzera e Bolsena. Il sto è durato sino agli anni Novanta. Una volta, lavoro e l’amore per la cultura italiana lo proprio in quel periodo, feci un calcolo e scoprii portano spesso nel nostro Paese. A 70 anni, che in un anno, da solo, avevo pagato in tasse titolare di tre sedi (a Colonia, a Parigi e a quanto tutte le gallerie milanesi di allora. Quindi St. Moritz) è uno galleristi più autorevoli al per molto tempo tra le gallerie italiane e le con- mondo; l’uomo adatto, insomma per offri- correnti europee la competizione è stata falsata re un ritratto (defilato ma non troppo) della in partenza. Poi le cose sono cambiate, come sap- situazione dell’arte moderna e contempo- piamo. E il fisco italiano, dal canto suo, ha agito ranea in Italia. male nei confronti della cultura: basti pensare a Karsten Greve, il mercato italiano che cos’era l’Iva sui libri e a che cosa sono oggi, in dell’arte contemporanea è cronicamen- Italia, le aliquote sul commercio di opere d’arte. te in difficoltà; quali sono le cause? Dunque l’ascesa e il declino delle galle- Quand’ero ragazzo, e parlo di cinquant’anni fa, e rie italiane si devono soltanto a ragioni come studente venivo in Italia, le mostre migliori fiscali? non le trovavo nei musei, che non esistevano, se No, c’è una seconda causa. Si tratta del cambia- si eccettua la Galleria civica d’arte moderna di mento subìto in generale dal mercato. Prima il Torino che poi venne chiusa per molti anni. Le mercato se non proprio controllato era quanto mostre interessanti le vedevo nelle gallerie, che meno «inquadrato» dai galleristi; ora è diventato negli anni Sessanta erano le migliori d’Europa. un tavolo da gioco per i collezionisti a caccia di A Torino c’erano la Galatea, Sperone, Notizie di investimenti e di altri che utilizzano il mercato Foto Wilfried Wulff. Courtesy Galerie Karsten Greve Colonia, Parigi, St Moritz Parigi, Colonia, Courtesy Galerie Karsten Greve Wulff. Wilfried Foto Luciano Pistoi; a Roma La Tartaruga e La Salita dell’arte per strani giri di denaro. Sino › 4 ARTE CONTEMPORANEA XX EDIZIONE - APRILE 2017 RA«rapporto annuale arte contemporanea 2017» è un supplemento di «il giornale dell’arte» edito da allemandi srl., piazza emanuele filiberto 13 | 15, 10122 torino,www.allemandi.com IL GIORNALE DELL’ARTE Umberto Allemandi, direttore responsabile Curatori: Franco Fanelli, Cristina Valota I «Rapporti Annuali» costituiscono la sezione opinioni degli specialisti, indirizzari, attività e pro- speciale monografica di «Il Giornale dell’Arte» de- grammi degli operatori, anticipazioni. Franco Fanelli, vicedirettore Ha collaborato: Arianna Antoniutti (Trovartisti), dicata ogni volta a un settore specialistico. Ogni Barbara Antonetto, caporedattore Jenny Dogliani (Aste e Cronologia) «Rapporto Annuale» raccoglie e seleziona con ca- Il giornale non risponde dell’autenticità delle attri- Alessandro Allemandi, web publisher denza annuale le informazioni sui temi specifici buzioni delle opere riprodotte, in particolare del Beatrice Allemandi, product manager trattati: principali eventi, esposizioni e fiere, con- contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Le opinioni Claudia Carello, art director Stampa: Roto3 Industria Grafica, Castano Primo (Mi) vegni, pubblicazioni, legislazione, analisi di mer- espresse negli articoli firmati e le dichiarazioni rife- cato, risultati economici nazionali e internazionali rite dal giornale impegnano esclusivamente i rispet- Cinzia Fattori, advertising manager Registrazione del Tribunale di Torino (per esempio le principali vendite e le quotazioni tivi autori. Si consiglia di verificare telefonicamente (011.8199118 - [email protected]) n. 3227 del 7/12/82 aggiornate), orientamenti del gusto, tendenze, oppure on line date e orari delle manifestazioni. www.ilgiornaledellarte.com RAPPORTO ANNUALE ARTE CONTEMPORANEA 2017 | 3 › 3 agli anni Novanta era sempre organizzarla, trovo necessario farlo. chiaro chi avesse comprato in asta un Ma devo constatare che non c’è il mi- quadro importante; oggi invece i pezzi nimo supporto, in iniziative di questo più quotati sono battuti al telefono e tipo, da parte della politica italiana, nessuno sa chi ci sia dietro questi ac- al contrario di quanto, ad esempio, fa quisti. Inoltre la concorrenza delle case il Governo inglese con il British Coun- d’asta è diventata spietata, soprattut- cil, supportando anche le gallerie e gli to perché anch’esse ora organizzano artisti. mostre nelle gallerie di loro proprietà, Il sistema museale italiano è acquistando direttamente dagli artisti migliorato per quanto riguar- opere, tra gli altri, di Castellani o Pe- da il moderno e il contempo- none. La pratica corrente dei contratti raneo o siamo punto e a capo? di garanzia da parte delle case d’asta Mi fa male al cuore se penso alle gran- fa il resto. Così ora se uno vuole vede- di possibilità di città come Roma o di re un Burri o un Fontana importanti Milano. Pensiamo alle potenzialità deve andare a Londra o a New York. di Brera, che ha capolavori assoluti e Qual è stata la parte delle fiere? che ha beneficiato anche di donazio- Per reagire alla concorrenza con le ni fantastiche, o al piccolo Museo del case d’asta le gallerie, anche quelle ’900, che non è male, però non è una italiane, si sono rivolte alle fiere. Sono St Moritz Parigi, Colonia, Courtesy Galerie Karsten Greve struttura adatta a una funzione isti- passate da quelle minori e regionali a Un giovane Karsten Greve davanti a un grande dipinto di Cy Twombly tuzionale. E poi io non ho mai capito Basilea o Hong Kong. Partecipare a per quale motivo i musei italiani non sei-sette fiere all’anno comporta per una galleria riera sostenuti da certe gallerie. Se parliamo di abbiano il coraggio di fare ogni due anni a Ve- costi di milioni di euro: per farle un esempio, per Morandi pensiamo al grande lavoro fatto dalla nezia, occupando una sede importante in centro, la partecipazione a una fiera importante si spen- Galleria del Milione per trenta-quarant’anni. una mostra collettiva con le loro opere per farle dono dai 250mila ai 400mila euro. Sono tutte ri- Ma quando queste gallerie chiudono non c’è vedere a tutto il mondo. Sarebbe un’iniziativa sorse sottratte all’attività tradizionale di galleria chi le sostituisca. Fino agli anni Novanta c’era culturale straordinaria. e questo è grave, è un vero peccato per l’Italia, molta richiesta per Morandi e molti quadri ve- Lei lavora ancora con collezionisti ita- per le sue città, per la cultura e la qualità della nivano venduti all’estero. Ma a un certo punto, liani? vita in generale. Non è bene che, considerato che quando alle aste londinesi apparivano dipinti Sì, ho anche giovani collezionisti italiani. nelle gallerie italiane raramente si vedono delle belli e «sicuri» chi comprava? I mercanti e i col- Com’è cambiato il collezionismo ita- belle mostre, diventi obbligatorio, per il visitato- lezionisti italiani, che hanno sottratto Morandi liano? I giovani hanno portato delle re o il collezionista, andare ad Art Basel. dalla richiesta internazionale e lo hanno fatto novità? Non le pare che in Italia ci siano trop- ritornare un pittore non dico locale, ma sicura- I giovani collezionisti si distinguono anche per pe fiere? Artissima, Bologna, Miart… mente meno internazionale. Nel 2008 vidi una come vivono e vedono il design, per come ne in- È assurda questa concorrenza tra le città. E in- mostra di Morandi al Metropolitan Museum di terpretano la struttura pittorica. Ma anche in tanto Bologna ha perso molto prestigio, ma si sa- New York; una mostra bella ma piccola. La cosa questo caso l’Italia sconta un paradosso: per de- peva. Gli organizzatori non avevano capito nulla impressionante è che i dipinti esposti appartene- cenni nel vostro Paese pochissimi si sono occupati e poi hanno trattato malissimo gli stranieri.
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