1 “L’uomo dalle parole d’oro”

“I sono migliori di quasi ogni altra band nella storia che abbia avuto quell’ enorme tipo di successo, l'hanno gestito in modo davvero eloquente. Penso che ciò rappresenti un grande esempio per gli altri musicisti di come sia davvero possibile controllare l’attenzione dei media. Penso siano riusciti a restare vitali. I dischi che hanno fatto non hanno necessariamente attratto lo stesso numero di fans di Ten, ma hanno comunque attratto un sacco di persone. Hanno venduto milioni di dischi senza dover fare video e senza dover fare una campagna pubblicitaria esagerata per ogni album.” (Chris Cornell)

Stato di , primi anni Ottanta. I complessi più amati dai ragazzi americani in quegli anni sono veloci, aggressive ed arrabbiate band come i Black Flag, i Minor Threat o i . Proprio questi ultimi, capitanati dall’istrionico , giungono a nell’Ottobre 1984. Quella stessa sera, ad aprire il loro concerto c’è una band locale composta da musicisti che dopo pochi anni diventeranno personaggi chiave del sound di Seattle. Si tratta dei Green River. Fanno parte dei Green River: il cantante , il chitarrista , il batterista , il bassista e l’altro chitarrista, . Il futuro chitarrista ritmico dei Pearl Jam nasce il 20 Luglio 1966 a Seattle. Da ragazzo vive sempre a Seattle insieme ai genitori, due avvocati di successo, e alle due sorelle, Shelley e Star. I suoi genitori, democratici convinti, lo mandano ad una scuola superiore alternativa e multiculturale, la Northwest School, dove le lezioni di storia includono discussioni prolungate sul coinvolgimento degli Stati Uniti negli assassinii politici. Lì Gossard si diploma nel 1984. È proprio in quegli anni che il giovane Stone inizia ad appassionarsi ai dischi hard rock degli Aerosmith e decide di iniziare a suonare la chitarra. Stone: “ Le mie influenze sono state tanto rock e pop alla radio. Simon and Garfunkel e la disco. Non potevi fare a meno di essere influenzato dalla disco. Anche se non ti piaceva la disco, in quel periodo era dappertutto. Ho perso il punk inglese, non l’ho mai capito veramente finché non ho iniziato ad ascoltare i Sex Pistols nell’84 e allora ho detto ‘WOW, questa è una rock band’. Anche l’Heavy Metal era importante. I Motorhead erano la più grande band a Seattle, il ricordo fondamentale di quanto ti piacevano i Black Sabbath quando avevi 8 anni. ”. Insieme al suo compagno di classe Steve Turner forma i Ducky Boys, che si ispirano a gruppi come Black Flag e Misfits. È proprio Steve che introduce Stone alla musica . La band ha però vita breve, dura infatti solo un anno e nel 1983 si divide. La seconda band di Stone sono i March Of Crimes, insieme a (che ritroveremo nei ) e a Pete Droge. Il gruppo pubblica un demo in cassetta nel 1985 contenente due canzoni: Soup Kitchen e Shades Of Gray . I March Of Crimes spesso suonano insieme ad un’altra band appena nata, i . “ Fottutamente grandi ” ricorda , futuro batterista dei Soundgarden. “ Suonavano estremamente grezzi, ispirati al punk rock. Avevano veramente un suono abrasivo ”. Il più grande successo della band si concretizza nell’apertura di uno show dei G.B.H., seminale punk band inglese. Queste prime esperienze rappresentano le radici musicali del giovane Stone, che ricorda: “ Tutti erano in una band. Non c’era molto altro da fare a parte questo, nessuno aveva un contratto. Molti di noi non sapevano suonare! Cercavamo di mettere sul piatto qualsiasi cosa avessimo e questo ha creato alcune strane combinazioni di persone che suonavano insieme e tutti ci investivamo al massimo nel senso di ‘cosa hai da perdere?’ ”. Jeff Ament nasce invece il 3 Marzo 1963 ad Havre, in Montana, in un contesto totalmente diverso da quello del suo futuro amico e collega. Cresce a Big Sandy, sempre nel Montana, una piccola cittadina di sole 700 anime. Vive in condizioni modeste con il padre, autista di scuolabus e sindaco della città per quindici anni, e con il fratello Barry. Inizia a suonare il basso ispirato dal sound dei Ramones, dei Clash e dei Police. Sul finire degli anni Settanta va alle superiori a Big Sandy, si diploma nel 1981, dopodiché frequenta il college alla University of Montana a Missoula, dove si distingue per le sue doti sportive e segue un corso di graphic design. Il suo sport prediletto è il basket. Ament lascia il college all’inizio degli anni Ottanta e si trasferisce a Seattle per seguire le sue vere grandi passioni: la musica e le arti visive. Così Ament ricorda il difficile rapporto con suo padre in quegli anni: “ Lui era a favore di Nixon. Fino a 16 anni mio padre era il mio eroe... ”. L'opinione di Ament su suo padre cambia, così come cambiano le sue vedute politiche, quando inizia ad ascoltare le idee dissidenti dei gruppi hardcore punk di sinistra come i Dead Kennedys, i Millions of Dead Cops e i Crass. “ Il punk rock ”, dice Jeff “mi ha introdotto alla politica, in molti modi ”. Ament ammette di aver avuto sette o otto anni di conflitti brutali con suo padre proprio per le loro differenti opinioni politiche. Solo col passare degli anni i due si sono riconciliati e sono riusciti gradualmente a recuperare il rapporto. Nel 1982 Jeff fonda in Montana i Deranged Diction, insieme ad amici appassionati di punk, basket e skateboard (altra grande passione del bassista). Il chitarrista della band è Bruce Fairwather, che ritroveremo sia nei Green River che nei . I Deranged Diction nei loro set suonano sia materiale originale che cover di band come Circe Jerks, Dead Kennedys, Flipper e Black Flag. Nel 1983 pubblicano una cassetta autoprodotta intitolata No Art, No Cowboys, No Rules contenente nel lato A brani in studio e nel lato B canzoni tratte da vari live dell’epoca. Verso la fine del 1983, Jeff Ament lascia il college e si trasferisce a Seattle: è proprio in quella città che i gruppi hardcore che il bassista ama di più tengono i loro migliori live acts in quegli anni. Sempre a Seattle, nei primi anni Ottanta, diverse band si stanno formando motivate ed ispirate da questo movimento. Ament, ormai stanco del suo paese d’origine, troppo piccolo per le sue aspirazioni, capisce che è il momento di cambiare aria: prende basso, vinili, un po’ di vestiti, qualche libro e decide di andare a cercare fortuna nella grande città insieme ai suoi Deranged Diction. Dopo aver partecipato ad un paio di compilation, la band si divide nel 1984. Mark Arm ricorda: “ Il loro bassista era un grande fan dei SSD e saltava molto, così abbiamo pensato che parlandogli forse l'avremmo convinto a suonare con noi ”. Steve Turner: “ Così, dopo averlo conosciuto, gli ho chiesto, 'Hey Jeff, io e Mark stiamo mettendo su una band...' e lui ha detto: 'Ma per favore! Se non sapete nemmeno suonare!’ ”. Alla fine, Jeff si unisce alla band. I Green River si formano nel 1984, prendendo il nome da un serial killer della zona, l’assassino del Green River (dal nome del fiume che scorre a Puget Sound, pochi chilometri a sud di Seattle), salito alla ribalta delle cronache dell’epoca per i suoi efferati omicidi. Il sound dei Green River è un garage punk che prende tanto dagli Stooges di Iggy Pop quanto dai Sonics, una garage band di Seattle. Stone Gossard: “ Per molto tempo io e Jeff avremmo voluto essere nell’epoca degli Aerosmith, o di Iggy Pop o di David Bowie. Ma c’era qualcosa a Seattle che aggiungeva un elemento diverso, una specie di approccio garage .”. Jeff: “ Stavamo più che altro saccheggiando Black Flag, Motorhead e The Stooges. Penso che questo è ciò che ha finito per diventare , quindi probabilmente dobbiamo alcune royalties di quell’epoca a Iggy, Lemmy e Greg Ginn! ”. Il punto di riferimento principale dei Green River risultano essere gli MC5, band di Detroit che sul finire degli anni Sessanta stabilì le linee di demarcazione tra il rock ed il punk. Non è un caso che, più di vent’anni dopo, proprio Mark Arm diventerà il cantante per alcuni show dei riformati MC5. Alla fine del 1984 i Green River cominciano a lavorare ad un EP, Come On Down , formato da 6 canzoni. Poco dopo la fine delle session, Steve Turner lascia la band per divergenze artistiche e viene rimpiazzato da Bruce Fairweather, ex chitarrista dei Deranged Diction. Come On Down è un disco davvero fondamentale nella storia del sound di Seattle (o del grunge che dir si voglia). Si apre con il brano che dà il nome all’EP: da un feedback infinito di chitarre arriva un urlo di Mark Arm, prima lontano e poi sempre più vicino. Il suono è molto grezzo, pare di sentire una band come i Black Sabbath strafatta di LSD che cerca di imitare i Discharge, con un vocalist che pare giochi ad emulare Iggy Pop. I testi sono dissacranti, adolescenziali e si prendono spesso gioco della cultura americana e delle sue paure. New God , il secondo pezzo in scaletta, è molto pesante, cita i Melvins e fa uso dei power chords per rendere più robusto il suono. Si arriva poi a , l’anthem dei Green River. Da tre accordi (o poco più) prende vita una canzone che verrà ripresa negli anni a venire sia dai Sonic Youth, alternative band di New York, che dai Soundgarden, concittadini dei Green River. Ride Of Your Life è un pezzo carino che si lascia dimenticare in fretta mentre Corner of my Eye è il pezzo più prettamente punk rock presente nell’esordio dei Green River: reminescenze dei Dead Boys, soprattutto nelle chitarre, ed un impasto sonoro che rievoca i tanto amati MC5. Chiude il lavoro Tunnel Of Love , pezzo che si muove su un basso portentoso che dirige tutta la band verso interessanti stop and go. Nel 1986 i Green River prendono parte ad una compilation edita dalla C/Z Records, Deep Six , che raccoglie il meglio del suono di Seattle di quegli anni: Soundgarden, Melvins, , U-Men e offrono varie canzoni al progetto. La band inizia un tour per promuovere Come On Down e nel frattempo si ritira per registrare i pezzi che andranno a formare il secondo EP, , prodotto da e pubblicato da una nuova etichetta discografica di Seattle, la . L’EP, pubblicato nel 1987, viene lanciato dall’etichetta discografica con il seguente comunicato: “ Ultra-loose GRUNGE that destroyed the morals of a generation ”. Dry As A Bone si distingue da subito per essere un disco più definito e rifinito rispetto al precedente e lascia decisamente più il segno. È innegabile quanto questi due EP dei Green River abbiano influenzato in primis i Nirvana e più in generale tantissime band di Seattle che stavano muovendo i primi passi a metà degli anni Ottanta. Ascoltando oggi Dry As A Bone e Bleach dei Nirvana si fatica parecchio a capire quale delle due band stia suonando. L’unica differenza tra i primi Nirvana e i Green River è senz’altro una maggiore sensibilità pop presente nelle prime composizioni di Kurt e soci ( About A Girl , per esempio), mentre il suono dei Green River è più direttamente punk rock e paga debito anche al blues. Unwind , da Dry As A Bone , parte infatti come un pezzo blues (viene citato anche il classico blues in D) per sfociare in un’orgia di suoni grintosi e anfetaminici, tipici del punk più indipendente (doveroso ricitare i Dead Boys). Sempre in Dry As A Bone ci sono altri pezzi che non possono non essere menzionati: This Town, tra urla e chitarre sparate a mille, PCC, che si muove su territori cari ai Melvins e Ozzie , un blues rivestito da tonnellate di punk rock. Nell’Agosto del 1987 la band inizia a registrare, insieme a Jack Endino, il proprio album di debutto: Rehab Doll . Il gruppo però è diviso in due: Ament e Gossard vorrebbero pubblicare l’album con una label affermata (voci riportano che la Polygram sia interessata al disco), mentre Mark Arm vorrebbe rimanere indipendente e continuare a pubblicare per Sub Pop. Il 31 Ottobre 1987 i Green River suonano il loro ultimo show a Seattle. Dopo il concerto Ament, Gossard e Fairwather lasciano la band. Le session finali di registrazioni di Rehab Doll si svolgono nel Gennaio 1988, quando la band è già sciolta. Il disco, pubblicato per Sub Pop nel Giugno 1988, si distingue per un sound molto grezzo, feroce e punk. Un sound che non può non far pensare che agli Stooges. Apre il disco Forever Means ed è ironico notare come nelle prime battute si abbia l’illusione di aver messo sul lettore un disco dei Guns N’Roses! Illusione che si dissolve presto con l’entrata nel pezzo della voce, in secondo piano, di Mark Arm. Risulta subito evidente come queste nuove composizioni siano più curate e provate lungamente in studio. Sembra che tra l’ultimo EP e questo album non sia trascorso soltanto un anno e mezzo ma almeno dieci. Il terzo brano in scaletta è un rilettura di Swallow My Pride già presente nell’EP di debutto. La versione originale rimane, per la cronaca, un gradino sopra rispetto a questa take. Le altre canzoni presenti in Rehab Doll sono buone, ma pare ormai chiaro che la band ha sparato le sue cartucce migliori nei primi due EP. All’ascolto di Rehab Doll si affaccia una sensazione di già sentito e più in generale si percepisce una band che a bisogno di progredire o di cambiare totalmente percorso. Accantonata quest’esperienza, Mark Arm richiama l’amico Steve Turner ed insieme al bassista Matt Lukin (già con i Melvins) e Dan Peters da’ vita a una nuova band: i . Celebre il loro primo singolo: Touch Me I’m Sick/ Sweet Young Thing Ain't Sweet No More , da molti considerata la canzone che più di tutte riassume l’era grunge. Stone Gossard e Jeff Ament, insieme al cantante Andy Wood (ex cantante dei Malfunkshun) ed al batterista Regar Hagar formano invece i Lords Of The Wasteland, embrione dal quale nasceranno da lì a poco i Mother Love Bone. Andy Wood nasce a Columbus, Mississippi, il 6 Gennaio 1966. Vive la sua adolescenza a Bainbridge Island vicino a Seattle insieme al fratello , con il quale forma i Malfunkshun, insieme a Regar Hagar, Dave Rees e Dave Hunt. La band pubblica With Yo' Heart (Not Yo' Hands) e Stars-N-You sulla già citata compilation Deep Six del 1986, entrando quindi a far parte della grande famiglia del suono di Seattle. L’unico album della band viene pubblicato soltanto nel 1995 dall’etichetta di Stone Gossard, la Loosegroove Records Sul finire del 1988 i Lords of the Wasteland iniziano a provare alcune idee musicali e, con l’apporto del nuovo batterista (già con gli Skin Yard e con i insieme al Guns N’Roses Duff McKagan), iniziano a registrare alcune tracce e cambiano nome optando per Mother Love Bone. La nuova band unisce un suono decisamente glam rock (ispirato sia ai Queen, la band preferita di Wood, che ai Kiss) a testi molto intensi, spesso associati al malessere del loro problematico ed esuberante leader. Pubblicano il loro primo EP, Shine , nel 1989 per la Polygram, una sussidiaria della Mercury. Thru Fade Away è la prima canzone dell’EP e si muove su un robusto riff di Gossard, basso e batteria che sembrano essere un tutt’uno mentre il cantato di Wood deve tanto ad quanto a Perry Ferrell. Pezzi come Capricorn Sister e Half Ass Monkey Boy non fanno che ribadire il concetto: street rock caro ai primi Guns N’Roses, impreziosito dai riff di Gossard che valorizzano ogni pezzo. La palma d’oro di questo EP spetta però alla delicata ballata per piano intitolata Chloe Dancer che sfocia in Crown Of Thorns , epica ballad che sfora i sette minuti ottimamente sostenuta dall’enfasi del cantato. Nel 1989 la band inizia a registrare ai Plant Studios in le canzoni che verranno riunite nel disco di debutto, Apple , che esce nel Luglio del 1990. L’album si apre con This Is Shangrilla , una bella rock molto movimentata ed impreziosita da un Andy Wood alquanto ispirato. Già in questa canzone si avverte quanto le composizione dei pezzi sia sostenuta dai riff pensati da Gossard, riff che diventeranno immortali con la sua successiva band. Stardog Champion si muove sulle stesse coordinate musicali: un riff che scandisce il tempo della canzone e ne costituisce l’ossatura, intervallato dalla voce molto glam di Wood. Le cose però più interessanti partorite dalla band sono senz’altro le ballate: si va dalla dolcissima Bone China (che ricorda i Led Zeppelin) alla magnifica Stargazer , che partendo da chitarre zeppeliniane si modella in una ballad che non avrebbe sfigurato sul disco dei . In Apple c’è anche spazio per la rilettura della romantica Crown Of Thorns , priva però dell’intro pianistico presente nell’EP di debutto . Ci sono molte aspettative verso la nuova band, molti vedono nei Mother Love Bone i nuovi Guns N’Roses, al momento fermi (stanno infatti registrando Use Your Illusions ). È facilmente comprensibile come le case discografiche siano alla ricerca di gruppi in grado di rievocare sensazioni, attitudine e look di una band come i Guns, che ha venduto oltre venti milioni di copie con il disco d’esordio. Non sfuggono a questo meccanismo i Mother Love Bone, che con un look molto glam (incredibili le foto di Gossard e Ament in quegli anni), canzoni dal forte appeal radiofonico e musiche che rimandano allo street hanno tutte le credenziali per essere la ‘next big thing’. Tuttavia i Mother Love Bone presentano affinità anche con i Jane’s Addiction. Proprio nell’ultimo show dei Green River, la band aveva fatto da supporter ai Jane’s. Con molta probabilità Ament e Gossard rimasero davvero rapiti dallo show di Perry Ferrell & Co., tanto da farsi ispirare nelle loro future composizioni. Anche Andy Wood, ragazzo amante dei Queen e dei Kiss che voleva assolutamente diventare una rock star, deve aver visto nel trasformismo e nel look di Ferrell un modello al quale ispirarsi. A ventiquattro anni sembra che il sogno di Andy Wood stia per realizzarsi. Tutte le carte sono sul tavolo e i numeri migliori sembrano averli proprio loro, i Mother Love Bone. Sfortunatamente tutte queste aspettative si infrangono con l’annuncio della morte di Andy Wood per overdose di eroina, a pochi giorni dalla pubblicazione di Apple . La dipendenza dalle droghe aveva da tempo reso Andy molto vulnerabile, tanto da fargli perdere il controllo. Nella notte del 19 Marzo 1990, Wood viene ritrovato dalla sua compagna, Xana LaFuente, privo di conoscenza nella sua camera da letto. Segue una disperata corsa in ospedale, ma il cantante è ormai in coma. Quando i dottori comunicano che Andy, se fosse rinvenuto, sarebbe stato un vegetale, a causa delle prolungata mancanza di ossigeno nel cervello, i ragazzi della band e i suoi familiari decidono di staccare le macchine che lo tengono in vita. Lo fanno sulle note del disco preferito di Andy ( A Night At The Opera dei Queen) in sottofondo. Tutte le promesse di gloria e successo muoiono insieme ad un ragazzo, in un letto di ospedale. Jeff cerca di elaborare il lutto come meglio può: “A quel punto stavo attraversando un momento di crisi di identità; avevo messo tutto me stesso nei Mother Love Bone, avevo abbandonato la scuola solo per veder svanire tutto così in fretta. Per tutta l’estate io e Stone ci incontravamo, andavamo in mountain bike e parlavamo. Parlavamo delle nostre sofferenze. Mi disse che dovevo tirarmi un po’ su ed io a lui di prendere la cosa un po’ più seriamente ”. Stone: “Adoravo scrivere canzoni, era come una malattia per me quindi ho semplicemente continuato a scrivere. Avevamo vissuto in circostanze durissime ma allo stesso tempo mi piaceva svegliarmi, scrivere canzoni e suonare in una band… ”. Proprio da una frase di Man Of Golden Words (“ Sembra che io stia vivendo nel tempio del cane / Dove vivrei, se fossi un uomo dalle parole dorate? ”) dei Mother Love Bone prende nome la band messa insieme per ricordare Andrew Wood: i Temple of the Dog. Il gruppo si forma grazie a Chris Cornell dei Soundgarden che, dopo la morte di Wood, suo grande amico e compagno di stanza, scrive due canzoni : Say Hello To Heaven e Reach Down . Quindi contatta Stone Gossard e Jeff Ament. Quando la band inizia a provare in studio, viene raggiunta anche dal batterista dei Soundgarden, Matt Cameron, e dall’allora sconosciuto chitarrista di matrice blues Mike McCready. Stone ricorda: “ Ho visto Mike ad un party, era completamente ubriaco e stava suonando del blues con la chitarra, era totalmente incredibile. Conoscevo Mike da molto tempo, sin da quando ero in seconda media. Ha subito una trasformazione; ha trovato la sua voce interiore ”. Mike McCready nasce a Pensacola, Florida, il 5 Aprile 1966, figlio unico di un impiegato del Comune e di un'insegnante di educazione artistica. Da piccolo si trasferisce insieme alla sua famiglia a Seattle. I suoi amici gli fanno conoscere i Kiss e gli Aerosmith ma il piccolo Mike rimane stregato da Jimi Hendrix, il famoso chitarrista natio di Seattle. A 11 anni riceve in regalo la sua prima chitarra, due anni dopo forma la sua prima band, i Warrior, con cui si esibisce spesso a feste scolastiche suonando cover dei Kiss. “I Kiss mi hanno ispirato nell’imbracciare una chitarra e andare fino in fondo ” dichiara Mike, “ la mia vita sarebbe diversa senza Paul Stanley o Ace Frehley. Loro sono probabilmente i migliori nella mia lista delle influenze di quando avevo 11 anni ”. Nel 1983 la band, composta dai fratelli Friel, Rob Weeber e Danny Newcombe, cambia nome in Shadow. Mark Arm dei Mudhoney una volta ha paragonato il suono degli Shadow ai primi Def Leppard. La band si esibisce in vari contest della zona e fa da supporter a diverse heavy metal band come i Quiet Riot e i Metal Church. Dal 1983 al 1986 registrano alcuni demo in tre sessions distinte. Sei tracce degli Shadow sono reperibili su una doppia cassetta intitolata The Power of Things pubblicata privatamente da Alex Kostlenik, amico e grande fan della band. Mike ricorda: “ Dalla fine degli anni Ottanta ho iniziato a frequentare il music business. Con gli Shadow ci siamo trasferiti a nell’86 cercando di sfondare. Abbiamo suonato per circa un anno, abbiamo fatto baldoria, abbiamo finito i soldi e mi sono totalmente disilluso sul rock and roll. Avevo il morbo di Crohn, che mi ha messo in ginocchio e così ho cambiato tutto. Pensavo che non sarebbe mai successo niente. Sono arrivato all’illogico estremo. Così sono tornato a scuola a Seattle, mi sono tagliato i capelli e mi sono messo a leggere i libri di Barry Goldwater. Questo è durato per circa un anno, poi ho sentito suonare Muddy Waters in The Last Waltz, il film su The Band ed ho ricominciato a suonare. Per fortuna! ”. Dopo la fine dei Mother Love Bone, Mike insieme a Jeff Ament e a Richard Stuverud (che ritroveremo anni dopo nel side project di Ament) forma i Luv Company, che rimangono un progetto solamente studio. Mike, Stone e Jeff sono quindi in studio all’inizio del 1990 insieme a Chris Cornell e a Matt Cameron per onorare la memoria dell’amico Andy Wood ed esorcizzare la sua morte sotto il monicker Temple of the Dog. Cornell ha l'intenzione di registrare alcuni brani per realizzare un EP benefico. Il progetto viene accantonato a favore della realizzazione di un vero e proprio album, dal momento che la band scrive, in nemmeno una settimana, una decina di canzoni. Alle due già citate si aggiungono ben presto alcune magnifiche ballate come Call Me A Dog e All Night Thing. Il disco dei Temple Of The Dog, omonimo, esce il 16 Aprile 1991 ed è composto da dieci canzoni. L’artwork è curato da Jeff Ament. Say Hello to Heaven è un’epica ballata di oltre sei minuti, sostenuta dalla magnifica voce di Cornell che si dispiega su un testo commovente e sentito, una dolente lettera di addio in musica all’amico perduto. Reach Down è un pezzo che dura oltre 10 minuti e che non sarebbe sfigurato su un disco dei Soundgarden, nel quale la parte da leone la fa Mike McCready con un infinito solo di chitarra. Times Of Trouble e Four Walled World , entrambe scritte da Gossard, sono due ballads intime e particolarmente sentite. Pushin’ Forward Back è invece un rockaccio vigoroso che risente dei riff alla Mother Love Bone e di un assalto sonoro tipico dei Soundgarden. Wooden Jesus è una toccante ballad che si regge su un bellissimo ritmo scandito dalla batteria. Non si potrebbe dire mai abbastanza bene di questo disco, forse il punto più alto toccato dal sound di Seattle, senz’altro il disco più intenso, vero, drammatico tra quelli usciti in quegli anni. Provate ad ascoltarlo con una sola candela accesa nella vostra camera e fatevi toccare da questa musica, scritta da persone più che da musicisti, che cercano di esorcizzare il loro dolore grazie a ciò che sanno fare meglio: suonare. A parte un’esibizione tenutasi all'Off Ramp Café di Seattle il 13 novembre del 1990, i Temple of the Dog si sono esibiti dal vivo solo altre due volte. La prima nell'Ottobre del 1991, quando i Soundgarden e i Pearl Jam partecipano alla manifestazione Foundations Forum, e la seconda durante il festival Lollapalooza del 1992. Ci sarà anche un terzo show nel 2003, ma ne riparleremo più avanti. Chris Cornell: “ Quando Andrew Wood è morto ero in tour, sono tornato il giorno che è morto per la precisione, e dopo circa 5 giorni sono partito per l'Europa per un altro tour e ho pensato che sarebbe stata una bella cosa, perché se fossi stato lontano da casa non avrei potuto vedere i posti dove l'ho incontrato, o vedere cose che me lo ricordavano, quindi pensavo fosse una cosa positiva, ma invece era tremendo perché non riuscivo a parlare con nessuno. Così ho cominciato a scrivere canzoni, quella era l'unica cosa a cui potevo pensare e l'unica che potevo fare. Le canzoni che scrissi non erano stilisticamente simili a quello che la mia band, i Soundgarden, era abituata a suonare, ma era materiale che sarebbe piaciuto ad Andy, così non volevo buttarlo dalla finestra, o metterlo in una scatola, sai, buttare via il nastro e non ascoltarlo più. Così ho pensato che la cosa giusta sarebbe stata fare un singolo e che sarebbe stato bello registrarlo con questi ragazzi, Stone e Jeff, perché erano nella sua band, ho pensato sarebbe stata una cosa interessante da fare. Stavo iniziando a stringere amicizia con questi ragazzi prima della sua morte e sembrava proprio una buona idea. All'inizio quando pensavo a quello che avevo in mente, credevo che loro potessero pensare fosse orribile e che io fossi un cretino... Ho scritto Say Hello to Heaven e Reach Down e le ho registrate da solo a casa. Il mio pensiero iniziale fu di registrarle con gli ex membri dei Mother Love Bone come tributo ad Andy. Poi ho ricevuto una telefonata da Jeff in cui mi diceva che le canzoni erano fantastiche e che voleva fare un album intero. Quando abbiamo cominciato a provare le canzoni, ho tirato fuori Hunger Strike e pensavo potesse essere solo un riempitivo, non la sentivo come una vera canzone. Eddie stava seduto là ad aspettare le prove dei Mookie mentre io stavo facendo le parti vocali, e in maniera umile ma con coraggio, si è avvicinato al microfono ed ha cominciato a cantare le parti basse perché aveva visto che per me erano piuttosto dure. Abbiamo fatto un paio di cori con lui ed improvvisamente la lampadina si è accesa nella mia testa: la voce di questo tizio è incredibile per le parti basse. La storia si è scritta da sola e Hunger Strike è diventato il singolo. Penso che Temple sia stato il primo album intero che McCready abbia mai registrato. Dovevi quasi urlargli dietro per fargli capire che nell’assolo di cinque minuti e mezzo di Reach Down non avrebbe coperto nessuno, che quel tempo era tutto suo. Ha cominciato a registrare quello che sarebbe diventato l’assolo, a metà era così preso che quando gli sono cadute le cuffie non se n’è neppure accorto ed è andato avanti a suonare senza sentire la canzone ”. Cornell continua parlando della collaborazione con Vedder: “ In una particolare canzone, Hunger Strike, lui presenziò ad una delle nostre prove, era arrivato quassù in aereo, era la settimana in cui lavorava con i Mookie credo. Mi disse che gli piaceva molto quella canzone e in alcuni punti le parti vocali erano qualcosa che non avevo mai fatto prima in un disco. Siccome non era proprio il modo in cui ero abituato a cantare, ho pensato che la sua voce andasse bene per quella canzone, così abbiamo pensato ad un duetto. Quando gliel'ho proposto mi sembrava fosse lusingato, non era niente che nessuno di noi avesse programmato. Lui era là, era una grande persona e uno strabiliante cantante, e ho pensato fosse un grande progetto, quindi perché non coinvolgere anche lui?” .

Edward Louis Severson III nasce il 23 Dicembre 1964 ad Evanston, un sobborgo nella periferia a nord di , Illinois. È figlio di Karen Lee Vedder e Edward Louis Severson Jr., un musicista di piano bar. I suoi genitori divorziano nel 1965, quando Eddie ha solo un anno. La madre si risposa molto presto con Peter Mueller, un avvocato, colui che Vedder per tutta la sua adolescenza crederà essere suo padre. Da piccolo Eddie, diventato nel frattempo Edward Mueller, insieme ai suoi tre fratelli minori, vive in un appartamento con un gruppo di ragazzi orfani che i suoi genitori decidono di prendere in affidamento. in quella che lui stesso definisce “ una comune ”. “Vivevo in una casa comune, ‘Chicago Lake Bluff Home for Boys' o qualcosa del genere. Avevano un giradischi nel seminterrato. La maggior parte dei ragazzi erano più grandi e di diverse origini culturali, ragazzi neri, irlandesi, chiunque. C’erano molte cose della Motown, da Sly and the Family Stone fino a James Brown. Ero però attratto dai Jackson 5 perché mi potevo relazionare alla loro età ”. In questo periodo il ragazzo riceve la sua prima chitarra, regalatagli dai genitori per il suo compleanno. “Quando avevo 13 anni, ho avuto la mia prima chitarra e riuscivo più o meno a suonare le canzoni di Ted Nugent, anche se non riuscivo a suonare gli assoli. Ma potevo suonare accompagnando tutte le canzoni dei Ramones ” ricorda Eddie. L’episodio del regalo della chitarra viene anche ricordato da Eddie durante un’intervista con l’attore Tim Robbins nel 2007: “ Il 1978 me lo riesco a ricordare bene perché era l'anno in cui uscì The Last Waltz su The Band [Vedder si riferisce al film L'ultimo valzer , diretto da Martin Scorsese, che documenta l'ultimo concerto dello storico gruppo The Band, nda .]. Ricordo che mio zio mi portò a vedere The Last Waltz, e c'era così tanto in quelle due ore di film, gente come Dylan, , Ron Wood, Joni Mitchell, Van Morrison e Muddy Waters, quindi mi piantò dentro molti semi. C'erano tutti i tipi di piccole deviazioni nel blues ed era pieno ed emozionante. Potevi sentire l'emozione perché era il loro ultimo concerto e, sai, Scorsese lo rese in modo grandioso. Lo vidi in un teatro praticamente vuoto a Chicago. Avevo dodici o tredici anni … A quell’età ricevetti la mia prima chitarra, per Natale. Il mio compleanno è appena prima di Natale, così costrinsi i miei a riunire i miei regali nella forma di una chitarra elettrica. Loro pensavano che fosse meglio prendermi un’acustica per vedere se mi piaceva. Penso fosse l'inverno dopo aver visto il film... Era una copia di una Memphis Les Paul. Risultava abbastanza goffo per un ragazzino della mia corporatura a quel tempo. Finché l’anno successivo, all'improvviso, un giorno l'ho presa in mano e l'ho sentita come un amico. ” Un’altra grande ispirazione musicale di Eddie in quegli anni è Bruce Springsteen, del quale vede uno show durante il tour di Darkness On The Edge Of Town . Vedder ricorda: “ Il mio primo concerto, ci andai con mio zio: Springsteen all'Auditorium Theatre (Chicago '77), ultima fila. Era un sedile di plastica rivestito con la paglia. Pensai che era stata la più grande esperienza della mia vita. Fu veramente un concerto lunghissimo ma non me ne volevo andare. Quando le luci si accesero, alcune persone erano ancora lì e io pensavo ‘Potrebbe uscire di nuovo, no? Non sarebbe fantastico se suonasse solo per queste quindici persone?’ Rimasi lì ad aspettare per una mezz'ora ”. Sempre in quegli anni il ragazzo scopre la band che gli cambierà la vita, sia da un punto di vista musicale che umano: gli Who. “Avevo circa nove anni quando una baby-sitter mise sul piatto Who's Next. I miei genitori non c'erano. Le finestre tremarono, le mensole scricchiolarono. Rock & Roll! Da lì cominciai un'esplorazione all'interno di quella musica che aveva anima, trasmetteva spirito di ribellione, aggressività, dolcezza. Distruzione. E quella musica era la musica degli Who. Il periodo di metà degli anni Sessanta con il Maximum R&B, mini opere, Woodstock, album solisti. Immaginate cosa significasse per un ragazzino saltare sul quel treno in corsa che è il Live at Leeds ” ricorda Eddie. Il disco preferito del ragazzo è Quadrophenia , proprio degli Who. “Quadrophenia mi salvò praticamente la vita. Vedevo la mia vita riflessa in quella di un ragazzo che viveva dall'altra parte del mondo, ed era pazzesco. Era una cosa veramente forte ed intensa, e non ero l'unico a pensarla così ”. Pete Townshend, chitarrista della band inglese, la persona che ha scritto le migliori composizioni per gli Who, diventa ben presto il punto di riferimento musicale del giovane Eddie. “Ho preso forza dalla sua musica e ho realizzato che Pete Townshend ha rappresentato per me la figura del padre più di chiunque altro. Ma non gli ho mai mandato un biglietto d'auguri per la Festa del Papà e mi sento colpevole per questo ” dichiara ironicamente Eddie. L’impatto della musica nella vita del giovane ragazzo è come una folgorazione, un faro al quale aggrapparsi nei momenti bui, un’ancora di salvezza. “Sono cresciuto come in mezzo ad una tempesta e la musica è stata l'albero a cui mi sono aggrappato. La musica sarà sempre parte della mia vita. Anche se avessi fatto un'altra cosa, avrei comunque suonato. Solo pochi anni fa, facevo un lavoro e suonavo. Potrei fare ancora così. Magari aiutare gli studenti del college con i loro corsi di musica. Ho fatto un corso di chitarra per tre mesi, per riuscire ad imparare tutte quelle cose difficili, come gli accordi con il barrè e le scale. Poi il professore si è preso una vacanza e io ho trovato un libro che spiegava gli accordi, solo quelli più semplici, che potevo suonare molto forte. Non sono più tornato ”. Quando Eddie è adolescente, la famiglia Mueller si trasferisce in un solido quartiere della classe media a Encinitas, un sobborgo di San Diego, in California. “Era una bella casa a due piani. Avevano un pianoforte. Mi ricordo che c’era una foto molto carina di Eddie da bambino. Aveva circa tre anni, sua madre diceva che era apparso in qualche spot televisivo ” ricorda un amico dell’epoca. Questo precoce incontro con lo show biz è stato solo l’inizio della carriera di attore da parte di Eddie. Alla San Dieguito High School, Vedder diventa presto la star del teatro della scuola. Comincia come attore nel coro di Little Mary Sunshine . Passa presto a ruoli principali ed appare in Bye Bye Birdie, ButrerfIies Are Free, Ourward Bound e The World of Carl Sandburg , tutte recite scolastiche. Nel suo ultimo anno, viene votato come il ragazzo più talentuoso grazie alla sua abilità come attore. “Era un attore fantastico, davvero eccezionale ”, riporta un suo compagno dei corsi di recitazione, “ il suo idolo era Dustin Hoffman ”. Nel suo terzo anno Eddie ottiene una parte in una recita scolastica con Liz Gumble, una studentessa un anno indietro a lui. I due cominciamo ad uscire insieme nel marzo del 1981 e diventano, a detta di tutti, inseparabili. Quando la Grumble parte con la famiglia per una breve vacanza, Eddie esprime la sua tristezza nel suo tipico modo teatrale “Portò la sua sciarpa attorno al collo tutti i giorni sino a che lei non tornò a casa ” dice un compagno di classe. Eddie trova un amico nel suo insegnante di teatro, Clayton Liggett, che diventa per lui un mentore ed un surrogato del padre. “Mi ricordo che quando Eddie andava a scuola veniva spesso a casa nostra per parlare a Clayton di cose personali ” dichiara la vedova di Ligget al San Diego Union Tribune nel 1995. “ Non so se Eddie stesse cercando una figura paterna. Ma so che aveva bisogno di qualcuno con cui parlare e Clayton per lui c’era sempre ”. Eddie subisce un grosso colpo emotivo nel corso del quarto anno di superiori, quando Liz Gumble lo lascia. Gli amici ricordano che Vedder è inconsolabile dopo la rottura. “ Le cose crollarono per lui nell’ultimo anno ”, dice un amico “ lasciò le produzioni teatrali e qualcun altro dovette prendere il suo posto. Fu davvero una cosa grave, perché lui prendeva il teatro davvero seriamente ”. In questo periodo i suoi genitori divorziano e la madre ritorna a Chicago, mentre il ragazzo rimane a San Diego per non dover cambiare scuola. È un periodo difficile, Eddie non va d’accordo con il suo patrigno, con cui ha violenti conflitti. Proprio in questo momento si appassiona alla new wave e ai Talking Head. “Non ricordo su che album sia, ma c'è una canzone con le parole ‘Sii un po' più egoista’. I miei genitori si stavano separando in quei tempi, e io mi chiedevo come mai le famiglie degli altri andavano bene mentre la mia si stava dividendo. Quella frase mi colpì e mi tolse da quel tipo di pensieri ”. Eddie conosce la realtà sui suoi genitori solo dopo il divorzio: Mueller non è il suo vero padre. Eddie incontra il padre biologico qualche volta da bambino ma gli viene presentato solo come un amico di famiglia. Nel momento in cui Eddie scopre la verità, il suo vero padre è già morto di sclerosi multipla. Il pessimo rapporto che il ragazzo ha con il suo patrigno si logora ulteriormente. “Mi ricordo che mia madre è venuta per parlarmi proprio del fatto che quel tipo non era mio padre. Ricordo che ai quei tempi dicevo: ‘So che non è mio padre, è uno stronzo fottuto’. E lei disse: ‘Oh Eddie, non è veramente tuo padre’. All'inizio ero abbastanza contento. Poi lei mi disse chi era il mio vero padre. L'avevo incontrato tre o quattro volte, era un amico di famiglia. Morì qualche tempo dopo di sclerosi multipla, così quando lo incontrai era in ospedale. Aveva le stampelle, o forse era sulla sedia a rotelle … Fui felice per circa un minuto, poi crollai. Dovetti confrontarmi col fatto che mio padre era morto, che il mio vero padre non era più su questo pianeta. Dovetti confrontarmi con l’essere furioso perché non mi era stato detto prima, mentre era vivo. Ero un grande segreto. I segreti sono cattive notizie. I segreti sull’adozione, su quelle cose. Devono venire fuori, non teneteveli dentro. Diventano solo più grandi e più profondi, più oscuri, brutti e incasinati. Musicalmente, ho provato a pensare ad un obiettivo, e credo che più di tutto consista nel lasciare qualcosa per mio figlio, se mai ne avrò uno che voglia ascoltare… La cosa strana è che ci sono tanti punti in comune tra me e mio padre: non ha avuto un impatto diretto sulla mia vita, ma eccomi qui, che gli somiglio e i miei familiari non possono farci niente, ma mi guardano come se fossi un suo sostituto. Ora sono orgoglioso di lui. Apprezzo la mia eredità. Nutro profondi sentimenti per lui nel mio cuore ”. Eddie decide di lasciare la San Dieguito High poco prima del diploma e di tornare nell’area di Chicago per stare con la madre e si fa cambiare cognome: non più Mueller ma Vedder, il cognome da nubile di sua madre. “Beh, non fui in grado di arrivare al diploma, i miei genitori si separarono e io stavo lavorando. Vivevo con un paio di ragazzi, cercando di guadagnarmi da vivere in qualche modo, suonando in gruppi e cose così, e poi tornai a Chicago nell'82 o poco più tardi. Fu allora che cominciai ad andare a vedere i gruppi dal vivo, perché avevo più accesso a questi vivendo in città. Vidi gli X per la prima volta solo allora, nel periodo di More Fun in the New World. Mi procurai la carta d'identità falsa di qualcuno ed era una grande cosa perché altrimenti avrei dovuto aspettare altri tre anni prima di diventare maggiorenne e poter entrare in quei posti. Quello è stato probabilmente il mio avere più prezioso in quei tre anni ”. In questo periodo Vedder comincia anche la sua carriera di bootleger incallito: “ Mi portavo i registratori ai concerti e li registravo. Una volta fui rapinato su un treno a Chicago, mentre andavo a lavoro, facevo il cameriere. Mi colpirono in testa, facendomi sanguinare e mi rubarono il pacchetto che avevo. Avevo una registrazione perfetta del tour di The River, una di quelle poche registrazioni in cui non hai perso neanche una canzone o un’intro, e l’avevo persa. Ero distrutto. Tornai a casa, confuso e ammaccato. Vivevo con mia madre e i miei quattro fratelli in un piccolo appartamento. Mia madre e mio fratello più piccolo stavano seduti al tavolo da pic-nic che avevamo in cucina e mia madre mi fa: ‘Che è successo? Ti sei drogato?’, si mette a urlare e mi prende a schiaffi. È stata una delle peggiori giornate della mia vita. Poteva succedere altro? ”. La relazione tormentata di Vedder con il suo patrigno dura anni e fa tuttora parte della sua vita. La denuncia di Vedder del suo patrigno e la sua fascinazione per temi come gli abusi di potere, incluso l'abuso sui minori, sollevano la domanda: è stato un bambino soggetto ad abusi? “No, ” rivela lui in un'intervista del 2000 “ probabilmente ho avuto un’educazione molto normale, con un po’ di disciplina che forse non era necessariamente appropriata ”. Non è una risposta molto chiara. L’intervistatore insiste, chiedendo a Vedder se il suo patrigno lo picchiava. “Non dirò di no ” risponde “ ma per amore di mia madre che ha cresciuto quattro figli preferirei non parlarne ”. Successivamente, in un’intervista del 2007, Eddie confessa: “ L'anno scorso stavo parlando con Bono in Australia, e abbiamo accennato qualcosa a proposito di storie familiari, e lui ha detto, ‘Wow, ti hanno dato davvero roba buona di cui poter scrivere’. Era come se li volesse abbracciare e ringraziare ”. In quel periodo Vedder ha comunque un grande punto di riferimento umano: sua madre. “È una donna forte. Ha tirato su quattro figli con niente. Per un po’ ce la passammo bene. Il mio patrigno era un avvocato. Mi sentivo quasi privilegiato, poi, quando avevo 16 anni. le cose si misero male. Ero pieno di risentimento in quel periodo, ma alla fine tutto questo mi ha dato dei valori migliori ed una forte etica del lavoro ” ricorda Vedder che, proprio in quel periodo, riceve in regalo la sua prima Telecaster: “ Non ho mai fatto incontri galanti. Non ho mai avuto tempo per quella roba. Avevo una storia con la mia Telecaster nera, tutto qui. È abbastanza buffo. Per comprarmela mia madre ha venduto la sua fede nuziale. Lei è davvero forte. Ho lavorato in un drugstore e le ho restituito i soldi… Sono cresciuto con tre fratelli più piccoli e mi sentivo responsabile per loro, poi ho scoperto che non potevo sacrificare a loro tutta la mia vita, che dovevano prendere iniziative per conto proprio. Distribuire soldi è una cosa complicata e io non volevo far loro da genitore. Mia madre, finché è stata presente, ha fatto molto. Dopo aver divorziato da un bastardo - non era mio padre, ma io credevo che lo fosse - è tornata a scuola, si è diplomata e ha cominciato a gestire una casa d'accoglienza per ragazze madri”. Beth Liebling (classe ’67), una musicista e scrittrice originaria di Chicago, incontra Vedder dopo il suo ritorno in città. Entrambi fanno i camerieri in ristoranti attigui. I due si conoscono e si fidanzano e nel 1984 decidono di trasferirsi nell’idilliaca comunità della spiaggia di La Mesa, un sobborgo di San Diego. In quel periodo Eddie registra parecchi demo tape casalinghi e lavora in una pompa di benzina di notte e come guardia di sicurezza a La Valencia Hotel di La Jolla di giorno. Nel tempo libero canta con alcune oscure band come gli Indian Style (con Brad Wilk dei futuri Rage Against The Machine), i Butts e i Surf And Destroy (il nome della band fa il verso alla celebre canzone degli Stooges Search And Destory ). “Avevo un paio di piccole band, eravamo 5 ragazzi che lavoravano tutti alla drogheria. Non era un granché comunque perché ad uno piacevano i Cars, ad un altro gli Eagles e a me gli Who ”. Nel 1987 risponde ad un annuncio sul San Diego Reader: un gruppo rock influenzato dai Duran Duran denominato sta cercando un cantante che li aiuti ad andare nella direzione più alternativa dei Love e dei Rockets. Vedder spedisce un nastro fatto a mano che include una cover di Atlantic City di Springsteen. All’audizione dal vivo, Vedder canta numerose cover, tra cui Paint it Black degli Stones. Dei tre cantanti che si presentano quel giorno “ uno non era male ” dice Valery Saifudinov, che dirigeva lo studio di prova ed era presente all’audizione “ ma Eddie aveva qualcosa dentro, una certa energia. Tutti furono d’accordo che Eddie fosse la scelta giusta ”. Solo dopo la fine dell’audizione i suoi compagni scoprono che Eddie ha un gruppo di canzoni già pronte. “Eravamo increduli ” dice il bassista Dave Silva. I Bad Radio si formano nel 1986 con alla chitarra Dave Gorge, al basso Dave Silva, alla batteria Joey Panchetti e alla voce Keith Wood. Quando si unisce al gruppo per rimpiazzare Wood, il suo contributo alle composizioni della band si rivela subito particolarmente fervido: si va da Homeless , una canzone molto new wave che richiama i migliori P.I.L. e parla appunto dei senzatetto, alla bellissima Believe You Me , che potrebbe essere stato un successo dei Pearl Jam, da I’m Alive , un funk punk aggressivo che prende spunto per la struttura dalle prime composizioni dei e cita, nel testo, il grande scrittore Charles Bukowski, a Just A Book che, iniziando con una batteria elettronica con alcune frasi cantate in francese da Vedder, sfocia in un ritornello adrenalinico e contagioso. I Bad Radio, nel biennio 1988/1989, sfornano alcuni demo ed EP, pubblicati dalla catena Tower Records ma mai stampati da major (nonostante circolino da anni copie illegali di quelle canzoni). Tra questi pezzi c’è anche Stand By , che anni dopo verrà riarrangiata da Vedder con i Pearl Jam e intitolata Better Man , e che Eddie canta in un registro più alto e sottile di quello di oggi. Nella nuova band Vedder porta tutta la sua esperienza teatrale sul palco: “ Eddie è sempre stato grande sul palco ” dice il suo amico di San Diego, Mike Aitken, “ ero ai concerti e la gente diceva ‘Wow guarda quello’, la musica poteva piacere o meno, ma tutti dicevano ‘wow, quel tipo è grande ”. Se Vedder è il punto focale della band sul palco, lo è anche fuori. Anche se assunto semplicemente come cantante, diventa ben presto non soltanto il principale compositore dei Bad Radio ma anche il loro manager, organizzatore e promotore. Fotocopia elaborati volantini pubblicitari redatti a mano e crea l’artwork per i demo del gruppo, che spedisce alle radio locali. Vedder è, a detta di tutti, un promotore instancabile: “ Eddie promuoveva continuamente quel gruppo cercando di farlo diventare qualcosa ” ricorda il promoter dei club di San Diego, Tim Hall. Il futuro singer dei Pearl Jam fa occasionalmente il roadie in diversi locali di San Diego, ottima occasione per conoscere da vicino alcuni membri delle band che a lui più piacciono come e dei Red Hot Chili Peppers o Henry Rollins, storico leader dei Black Flag. Steve Saint, un veterano della scena della città, ricorda bene gli sforzi di Vedder: “ Il 90% della gente nei gruppi da garage se ne stanno lì. Aspettando di essere scoperti, aspettando che qualche agente discografico bussi alla loro porta. Eddie non aveva questo atteggiamento. Cercava costantemente di portare il suo gruppo in qualche posto dove potesse essere visto ”. La principale base delle operazioni di Vedder è il Bacchanal, un locale dove suonano gruppi alternativi. Eddie è una presenza costante con i suoi shorts verdi e gli anfibi. “Caricava l’equipaggiamento gratis solo per poter incontrare i RHCP o questo e quell’altro ” dice Saint. Billy Buhrkuhl, l’allora manager del Bacchanal, ricorda: “ Faceva il roadie. Dava una mano sul palco, attaccava i francobolli. Sapeva di volere entrare nel mondo della musica ed era concentrato su quello che voleva ottenere. Mi chiedeva informazioni sui contratti, su quale fosse il modo migliore per firmare con una casa discografica, come trovare un agente ”. L’abilità di Vedder nell’ingraziarsi i grossi nomi diventa leggendaria. Joe Strummer dei Clash è solo una delle tante rock star che Vedder riesce ad affascinare: passa una notte a bere birra e a fumare con il cantante. Anche la sua vita sentimentale combacia perfettamente con le sue ambizioni musicali: la sua ragazza, Beth Liebling, ha dei buoni agganci con l’industria musicale e, mentre frequenta i corsi della San Diego State University, organizza concerti al campus e nei weekend si reca a Los Angeles, dove fa uno stage alla Virgin Records. Vedder e la Liebling aiutano in questo periodo a promuovere Red Tape, un raduno di gothic-rock settimanale che si tiene al Winter’s, un ritrovo della San Diego State University. “Avevano una visione completa del mondo della musica” spiega Jay Thomas, un ex capo di Beth “ prendevano i gruppi, li pagavano, andavano in giro a vendere i loro sevizi… sapevano esattamente quello che succedeva ”. Vedder lavora duramente per far diventare i Bad Radio un gruppo con una coscienza sociale. Porta il gruppo ad una serie di concerti di beneficenza, tra cui alcuni per Amnesty International. E ha una canzone per tutte le occasioni. “Le sue canzoni contenevano sempre uno spaccato di vita, che fosse un senzatetto o una situazione di razzismo ” dice Saint “ così, quando si presentava l’occasione, Vedder aveva sempre una canzone adatta ”. Secondo alcuni, lo zelo attivista di Vedder scava un solco tra lui ed il resto del gruppo. “ Eddie era così incazzato ” dice Pierce Flynn, un surfer amico di Vedder, “ voleva che suonassero in alcuni concerti di beneficenza e il gruppo voleva andare da altre parti ”. “Eravamo a livelli differenti ” ammette Silva “ ci aveva già ampiamente sorpassato, lui voleva dedicare completamente la sua vita alla musica ”. L’11 Febbraio del 1990 si tiene l’ultimo concerto di Eddie coi Bad Radio. Keith Wood, il primo frontman della band, ritorna per una breve periodo ma poi la band si sfalda definitivamente. Dopo aver lasciato i Bad Radio, Eddie si trasferisce brevemente a Los Angeles, dove Beth lavora presso la Virgin Records. In questo periodo Vedder incide insieme a vari musicisti sconosciuti, riuniti sotto il moniker Musicians Who Care Present, una versione di We Shall Overcome , un traditional gospel reso noto da Pete Seeger e spesso cantato nelle manifestazioni americane a favore dei diritti civili. La canzone fa parte di un LP intitolato The Care , una compilation i cui ricavati vanno a enti no profit della zona. Nel 1990, per supportare l’uscita del suo primo album Earthquake Weather (pubblicato dalla Epic/Sony l’anno precedente), ritorna al locale Bacchanal di San Diego Joe Strummer, accompagnato dalla sua band, i Latino Rockabilly War formati da Zander Schloss (bassista dei e dei Wirdos), Lonnie Marshall (bassista, anni dopo formerà i Weapon Of Choice della scuderia Loosegroove, etichetta di Stone Gossard) e dal batterista Jack Irons, già dietro alle pelli nella prima formazione dei Red Hot Chili Peppers. È proprio Jack Irons, nel frattempo diventato ‘amico di basket’ di Vedder, a dare a Eddie una cassetta sulla quale sono incisi i celebri Gossman Demos. Ecco ciò che narra Cameron Crowe, nel corso di un’intervista con la band del 1993: “ Tutto è cominciato con un nastro etichettato Stone Gossard Demos 91. Le riviste degli dei della chitarra l’hanno scoperto solo ora, ma la maggior parte delle canzoni dei Pearl Jam presero vita da un riff di Gossard. Una delle sue preferite era una canzone chiamata Dollar Short, una traccia incompleta a cui aveva cominciato a lavorare quando lui ed il bassista Ament erano nei Mother Love Bone. Gossard chiamò McCready, lo vedeva come la nuova arma segreta del gruppo che voleva costruire ”. McCready: “ Ho saputo che Stone mi cercava, mi aveva visto suonare ad un party jamming per un disco di Stevie Ray Vaughan quando i Mother Love Bone si dovevano ancora formare, quindi per me era una grande opportunità. Nella mia mente Stone ce l’aveva fatta perché aveva un contratto per un disco, aveva già fatto dischi, conosceva il gioco e questa era una cosa impossibile per me. Stone e Jeff erano delle rock star nell’area di Seattle, ho dovuto chiedere a Stone, dopo che avevamo iniziato a suonare da circa una settimana: ‘metteremo su una band? Cosa vuoi fare?’ Perché lui si teneva tutto dentro. È stato un periodo nuovo davvero eccitante. È stato un momento fatale per me. Jeff suonava con altra gente in quel periodo. Gli ho detto ‘Dobbiamo avere Jeff, perché voi due insieme siete veramente grandi.’ Jeff disse che voleva unirsi a noi. Tutte queste canzoni vennero fuori da quel periodo: Jeff aveva Jeremy, Stone Black e Alive, io ho portato . Matt [Cameron] ci ha aiutato suonando la batteria sui demo, sapevo che queste canzoni sarebbero state buone ”. Questi demo, conosciuti anche con il nome di Gossaman Project , vengono registrati in soli tre giorni nell’Agosto del 1990, in concomitanza con l’inizio delle session di registrazione dei Temple of the Dog. Per i primi due giorni alla batteria siede Matt Cameron, drummer dei Soundgarden e dei Temple Of the Dog, mentre il terzo alla batteria c’è Chris Friel, vecchio amico di Mike McCready dai tempi degli Shadow. Il demo contiene, in forma embrionale, versioni strumentali di vari pezzi che verranno sviluppate da lì a poco ed entreranno a fare parte del disco di debutto della nuova band di Stone. Manca una pedina fondamentale: il cantante. Stone: “ Mi aspettavo che avremmo trovato un cantante a Seattle solo perché fino a quel momento era sempre andata così. Ci piaceva il disco dei Chilli Peppers, Uplift Mofo Party Plan e la batteria di quel disco. E allora visto che avevamo avuto un po’ di successo avendo avuto un contratto discografico, pensavamo ‘Ok forse potremmo essere abbastanza arditi da chiamare Jack Irons e sentire cosa sta facendo’ perché sapevamo che in quel periodo non suonava più con i Chilli Peppers. Suonava con gli Eleven ed io gli ho chiesto, mentre stava partendo, ‘se conosci qualche cantante, facci sapere’ e lui ha detto: ‘sì, conosco un ragazzo, Eddie il pazzo ”. Michael Goldstone, dirigente della Epic dal 1991 al 1996: “ Ho incontrato Jack Irons ad una festa, lo conoscevo dai tempi del gruppo What Is This? E gli ho detto che il nuovo gruppo di Jeff e Stone aveva bisogno di un batterista e di un cantante. Inizialmente si rifiutò, ma poi mandò i demo a Eddie, e penso che Eddie chiamò direttamente i ragazzi ”. I demo di Stone contengono cinque pezzi strumentali ma c’è qualcosa, in particolare in una canzone, che libera emozioni tenute dentro da Vedder per lungo tempo. Gli viene tutto in mente una mattina, nella nebbia, mentre sta facendo surf. Quella mattina Dollar Short diventa una canzone chiamata Alive . “ La gente pensa al sole, alla sabbia e alle ragazze, ma il surf è un’altra cosa. Alle otto del mattino c'è la foschia e fa freddo; ti trascini nell'Oceano e non riesci neanche a vedere le onde attraverso la foschia. È un buon momento per pensare ” riporta Eddie. Vedder corre a casa, nell’appartamento alla Mission Beach della sua ragazza. Lavora su un blocchetto di post-it gialli che ha preso al lavoro e si registra con un quattro piste mentre canta su tre dei pezzi strumentali che diventano Alive, Once e Footsteps . Queste tre canzoni insieme raccontano una storia, come ricorda ora Vedder, “ basata su cose che erano successe e su altre che mi ero inventato ”. La copertina della cassetta della ‘mini opera’ viene disegnata attentamente da Vedder, la grafica fotocopiata al lavoro, ed il tutto intitolato Momma-Son . Il demo viene impacchettato e rispedito a Gossard e Ament. Seduto nel suo appartamento a Seattle, Ament ascolta il nastro tre volte, dopodiché alza il telefono. “ Stone ” dice “faresti meglio a venire qui .” Kelly Curtis: “ Il momento chiave fu quando Jeff arrivò in ufficio dicendo ‘non ci crederai’. Tutti abbiamo detto ‘oh mio Dio, fa paura”. Stone: “ Per Jeff è stato istantaneo, gli è piaciuto moltissimo e molte persone si sono accorte di quanto fosse buono. Per me è stato un processo più lungo. Probabilmente ero lento. Era chiaramente un ottimo cantante. Non lo avevo necessariamente capito. Puoi sentire una canzone nella tua testa ma quando qualcuno ti riporta una parte vocale perfetta tu puoi pensare ‘wow, questo è un approccio diverso’ ”. Pochi giorni dopo, verso la fine dell’Ottobre del 1990, Eddie Vedder è su un aereo che lo porta da San Diego a Seattle. Appena atterrato al Sea-Tac, Vedder viene letteralmente catapultato in sala prove. Mike ricorda: “ La prima volta che Ed è venuto in studio indossava una t-shirt dei Butthole Surfers. Aveva i capelli lunghi ma era rasato ai lati, pantaloncini tagliati e scarponcini Doc Martens abbastanza usati ed era abbronzato perché viveva in California. Lo avevo già sentito cantare nel demo e sapevo che aveva una voce fantastica, meravigliosa, quindi mi chiedevo che aspetto avesse questo ragazzo. Fisicamente era come me. Non era alto, era modesto ma quando ha aperto la bocca ho sentito questa voce potente e mi ha impressionato. Non si sentiva ancora a suo agio, era piuttosto impassibile e serio, non si muoveva molto, al contrario di come fa adesso. Ha cantato con quella incredibile voce stando lì in piedi. Mi ha colpito profondamente. Sapevo che quello era uno di quei momenti che capitano una sola volta nella vita di una band. Lui era il pezzo mancante della nostra band. C’erano 5 ragazzi in una band, tutti andavamo a mille e Ed ci poteva condurre verso la terra promessa. Non avevo idea che sarebbe stata una cosa così enorme come poi è stata ma sapevo che eravamo grandi ”. Jeff: “ Nel momento in cui abbiamo cominciato a provare ed Eddie a cantare – un’ora dopo il suo arrivo a Seattle – per la prima volta ho detto ‘questo è un gruppo che ascolterei sul mio stereo a casa.’ Quello di cui Eddie scriveva era il luogo in cui ci trovavamo io e Stone. Avevamo appena perso un amico per una maledetta dipendenza e lui riusciva a mettere in versi i nostri sentimenti. L’ho visto come un fratello. È questo che mi ha fatto ricominciare a fare musica. È come quando leggi un libro e qualcosa descrive ciò che tu hai provato per tutta la vita ”. Vedder: “ Ho sempre avuto dei lavori del tipo, targhetta sulla camicia, riempi gli scaffali dei supermercati. E per la prima settimana di prove con il gruppo, non sarei dovuto andare al lavoro. Ci sarebbe stata solo la musica. Provavamo in una galleria d’arte, nel seminterrato. E stavamo in una specie di corridoio. Mi ricordo che quando andavo in bagno al piano di sopra, passavo per tutte queste stanze che odoravano di pittura e segatura. I ragazzi arrivavano, provavamo e poi magari andavamo a giocare un po’ a biliardo e quindi tornavamo e continuavamo a lavorare, circondati da bottiglie piene di pipì per tutte quelle volte che non avevamo voglia di farci le scale per andare in bagno ”. Mike: “ Non mi ero mai trovato in una situazione così. È successo tutto in sette giorni. Avevamo lavorato sulla musica un mese prima con Dave Krusen. Quando Eddie è arrivato aveva Footsteps, Alive e Black. Ed in quella settimana abbiamo fatto molte altre cose. Era molto punk. Eddie viveva nello studio, scrivendo tutta la notte. Arrivavamo e trovavamo un’altra canzone. Poi è dovuto ritornare a casa. Mi ricordo di avergli dato uno strappo, alle 5 di mattina, all’aeroporto. Mi ricordo di avergli detto ‘Non fare tardi!’. Doveva tornare a lavorare ”. Cameron Crowe: “ Eddie era terribilmente timido. Era strano perché era come se lui quasi non ci fosse. Ma non potevi togliergli gli occhi di dosso. C’era questo tipo seduto lontano da te, con le mani sulle cosce che guardava in basso, e tu volevi avvicinarti e fargli sapere che non doveva per forza essere così timido. Era, ed è tuttora, un ascoltatore fenomenale. Quando si parla di qualcosa che ha importanza per lui, il mondo intero scompare. Le ore volano. La prima volta che l’ho incontrato abbiamo parlato soprattutto di Pete Townshend. Conosceva ogni particolare. Ricordo chiaramente di aver pensato che Townshend avrebbe potuto scrivere di questo ragazzo come di un suo personaggio. Era un personaggio di Pete vivente ”. Stone: “ Non penso di aver apprezzato subito Eddie così come lo apprezzo ora – i suoi testi e le sue esperienze. Scrivendo insieme canzoni come Release o in quello scantinato, ho subito capito che come cantante andava bene, ma c’è voluto molto tempo perché io e Ed ci conoscessimo e ci capissimo. Eravamo persone diverse ”. Chris Cornell ricorda: “ Ho incontrato Eddie la prima volta in una sala d’attesa fuori dal nostro spazio prove comune, il giorno del suo arrivo a Seattle. Era molto tranquillo e molto timido, non aveva molto da dire. Era sotto pressione, una persona sola lontana da casa in una stanza piena di persone che avevano un sacco di esperienza nei gruppi. Se ne stava sulle sue, cantando e facendo le sue cose ”. Vedder: “ Eravamo entrambi dei cantanti. Quando sono arrivato, mi ha subito dato la mano, una cosa che è così importante per me che è quasi indefinibile. La prima volta che suonammo venne in questo piccolo locale e mi disse che ero davvero bravo e che era contento che fossi lì e che fossi quello che ero, o qualcosa di davvero carino, ma mentre diceva queste cose non si era accorto che era sotto una luce nera, i suoi denti e i suoi occhi brillavano. La ricordo come la mia prima conversazione con Satana ”. Michael Goldstone, della Epic: “ Quel piccolo esperimento si trasformò in Ten nel giro di sei settimane. Ed venne a Seattle, tornò a casa, si trasferì qui e non tornò più indietro ”.