ACTA Nr 64.Pmd
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
ANNO XXI - N. 3 (64) SETTEMBRE - NOVEMBRE 2007 DELLA FONDAZIONE DELLA R.S.I. - ISTITUTO STORICO Reg. Trib. Arezzo 5/87 - 21 Aprile 1987 Sped. A.P. Legge 46/2004 art. 1, comma 1 e 2 - Filiale Bologna Direttore responsabile Arturo Conti settembre 1987 - settembre-novembre 2007 UNA SFIDA DOVEROSA E compie 20 ANNI Lamberto Cosimi, Enrico Persiani, Pellegrino Santucci e Michele Tossani meritano B - ACTA 1987-1996 ogni lode e un grande grazie. La loro valida presenza fino all’ultima Direzione di ACTA, nel momento delle scelte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione della RSI- Istituto Storico, sarà il miglior riferimento per la nomina dei nuovi Direttori del Periodico. Celebriamo questa ventennale ricorrenza riproducendo il Messaggio ai Soci del 1986 dei due fondatori di ACTA nel 1987 (doc. A) e le immagini di due importanti eventi: quella del Volume per le Biblioteche che raccoglie i 34 numeri dei primi dieci anni di ACTA (doc. B) e quella del Calendarietto del ventesimo anno di ACTA (doc. C). Ma anche onorando i preziosi collaboratori interni ed esterni, in particolare gli Scomparsi, che hanno contribui- to a comporre il Periodico dell’Istituto Storico della RSI, pubblicato in edizione doppia, ossia quadrimestrale e in continuità, dal gennaio-marzo 1989. A lo scritto di Edoardo Sala e Arturo Conti nel n. 1 Anno I Il sito http://www.fondazionersi.org contiene i 63 numeri di ACTA finora stampati. Da inizio 2007 è possibile consultare tutte le pubblicazioni di ACTA, separate per anno ed edizione. La ricerca degli argomenti di un singolo numero avviene scor- rendo l’indice cronologico dei 63 sommari. C il dritto del Calendarietto commemorativo SETTEMBRE - NOVEMBRE 2007 — 2 — ADEMPIMENTI E CONSEGUENZE DELLA ACTA n. 57, n. 59, n. 60 e n. 61 trattano del dispositivo German C Local Surrender (Resa di Caserta) con note sul come si ottiene in Italia e zone alpine orientali il cessate il fuoco. ACTA n. 62 spiega come è stato possibile pervenire a detta importante inte- sa che formalizza, con la conclusione per i vincitori della Cam- pagna d’Italia, la resa del Comando tedesco del Sud Ovest e delle Forze Armate e delle Organizzazioni della RSI. La Resa di Caserta per tutti gli italiani è l’evento più rilevante del secondo conflitto mondiale perché segna, con una gravosa sconfitta, la fine dello stato di guerra dichiarato dall’Italia nel 1940 contro Francia e Gran Bretagna e nel 1941 contro URSS e USA. E’ un evento che comporta per irriducibili combattenti e prigionieri sul campo, quelli della RSI, l’applicazione della Con- venzione di Ginevra alla pari dei tedeschi arresisi in Italia. Le relative modalità di prigionia sono contenute nei documenti che seguono, reperiti nel britannico TNA di Kew, nel Surrey, sempre con la collaborazione di Paolo Minucci Teoni. A D B — 3 — ACTA RESA IN ITALIA DEL 28 APRILE 1945 E Il cessate il fuoco in Italia, ritenuto valido dai Comandanti in campo dalle ore 4,30 del 3 maggio 1945, diviene operativo nelle due aree subalpine a più rilevante assembramento dallo stesso 3 maggio, lungo la “Linea di Armistizio di Rovereto” da Riva del Garda ai Monti del Pasubio e, dal 4 maggio, in Piemonte nella “zona franca di Strambino”. Gli adempimenti della Resa di Caserta esigono sempre più precise comunicazioni sulla dislocazione e sulla consistenza dei Reparti tedeschi (doc. A) e italiani (doc. B) e contengono una serie di disposizioni dei vincitori per il ri- spetto, nei confronti degli sconfitti, dello status previsto dalla Conven- zione di Ginevra del 1929 ai prigionieri di guerra. Il XV Gruppo di Armata il 12 maggio in una riunione a Bologna (doc. C), a seguito di decisioni intercorse a Firenze tra il Comandante Mark Clark e una rappresentanza degli sconfitti guidata da Frido Senger, ri- nuncia ad un unico disarmo, previo raduno tra Bologna e il Po di tutti gli sconfitti, motivato da un più facile vettovagliamento. Decide quindi che la deposizione delle armi avvenga con le Truppe ferme sul posto al 3 maggio, salvo movimenti per la sussistenza, e una conseguente cattura spartita tra britannici e americani. Nel settore dell’Ottava Armata, il nu- mero dei prigionieri è valutato in 133.380 e in quello della Quinta Arma- ta in 216.699. Questa Armata americana il 14 maggio (doc. D) indica in 24.833, oltre i 250 pazienti in Ospedali US, i militari negli ospedali del Nord Italia. Il 31 maggio (doc. E) AFHQ di Caserta segnala le categorie di prigionieri pericolose, tra esse alcune delle RSI: SS Italiane, Btg Vega, Btg N.P., Brigate Nere, Legione Muti e Rgt Folgore. I Paracadutisti del I FjKorps condividono la resa in Italia solo quando apprendono di essere già separati dalla Germania per la celere avanzata, dalla Francia all’Austria, del VI Gruppo di Armate che dal 4 maggio è al Brennero, giorno di resa anche della “Fortezza Alpina” bavarese ad Haar presso l’Aeroporto di Monaco. Il Comandante del VI Gruppo di Armate vittorioso in tutto il Sud della Germania, Jacob Devers, il 18 maggio autorizza la pubblicazione del primo importante giornale tedesco del dopoguerra (doc. F). Ed è proprio questo giornale, il settimanale BAYERISCHE LANDESZEITUNG, ad annunciare la capitolazione dei tedeschi. Il Terzo Reich scompare il 23 maggio 1945 (nessuno firmerà la pace) con la cattura presso il Confine danese, a Flensburg-Mürwik, del nuovo Führer Karl Dönitz assieme al Cancelliere Lutz Krosigh e a cinque Mi- nistri dell’ultimo Governo, in carica dal 5 maggio. Nel frattempo, il 15 maggio, il Giappone dichiara sciolto il “Patto Tripartito”. La data della resa globale tedesca è il 7 maggio a Reims, in Francia, alle ore 2,41 ma annunciata da Krosigh alle 14, con ratifica il 9 maggio 1945 a Berlino alle ore 0,28 e il cessate il fuoco alle 23 dell’8 maggio. F Pubblichiamo la testata e una fotografia dell’Edizione Stra- ordinaria del giornale regionale di Monaco, edita dal VI Gruppo di Armate Alleato per la popolazione civile, il 18 maggio 1945. Esce anche il 31 maggio, quale Edizione Cittadina e l’1 giugno, diviene MUENCHNERZEITUNG del Governo Militare Alleato, periodico del Sabato. La fotografia del BAYERISCHE, prima pagina in basso, ritrae il tavolo della firma a Reims, assente Dwight Eisenhower. Di spalle i tedeschi Hans Georg Friedeburg, Albert Jodl, che firmerà (*), e Wilhelm Oxenius. Di fronte: Friedrich Morgan, Francois Sevez, Harold Burrough, Bedell Smith, la sedia di Eisenhower, l’interprete Ivan Tschernjajev, Ivan Susloparov, Carl Spaatz, James Robb, e a capotavola Ivan Senkowisch, aiutante di Susloparov. In piedi è il Capitano di Vascello Harry Butcher, Aiutante Navale di Eisenhower, e autore, a proposito della firma di Cassibile del 3 settembre 1943, delle parole “a crooked deal” nel libro MY TRHEE YEARS WITH EISENHOWER, di Simon & Schuster, N.Y., 1946. Parole tradotte da Mondadori nel 1948 “sporco affare” (il relativo paragrafo è mancante nell’edizione britannica di Hinemann, 1946). (*) Jodl, controparte garante a Reims, viene impiccato a Norimberga. SETTEMBRE - NOVEMBRE 2007 — 4 — OSTILE VERSO I SOLDATI RSI Uno scritto del 19 agosto 1944 (sui Militari RSI catturati) del brindisino Messe, nominato Maresciallo d’Italia in Tunisia alla resa del 13 maggio 1943 della 1ª Armata, rileva un rancoroso antifascismo. Il neo Maresciallo appena prigioniero dei britannici trascorre una confortevole prigionia a Wilton Park nel Buckinghamshire fino al rimpatrio da Londra del 19 novembre 1943 quale cooperatore regio: il combattente italiano in Africa Settentrionale come giudica i tanti riguardi al Comandante? A relazione di Giovanni Messe, Capo di Stato Maggiore Generale regio fino all’1 maggio 1945 — 5 — ACTA UN GENERALE MAI VINCITORE In Africa Orientale non c’erano stati favori per Amedeo Savoia Aosta, esperto pilota da Caccia e Vicerè d’Etiopia, dal momento della fine dei combattimenti il 19 maggio 1941 all’Amba Alagi (le operazioni terminano il 27 novembre) a quello della morte all’Ospedale di Nairobi il 3 marzo 1943 dopo isolata prigionia, via Sudan ed Uganda, in zona malarica presso il 357 Camp Mituribi, in Kenia, per prigionieri AOI (giace nel Sacrario di Nyery ed è un Caduto onorario della RSI, non cooperatore). (sostituito da Claudio Trezzani) B La Relazione Messe istilla nei politici quello che poi avverrà, ossia la punizione retroattiva an- che con fucilazioni dei Soldati dell’Onore in quanto “cittadini… soggetti alle leggi penali interne per atti di ribellione e tradimento”, sebbene avesse- ro “quando compivano tali atti la qualifica di legittimi belligeranti”. Va premesso l’impotente astio vendicativo dei regi, all’ultimo gradino tra i mercenari degli angloamericani. Tuttavia per i militari italiani repubblicani prigionieri di guerra, oggetto del- la “riservata personale” (manca la parte che inneggia ai partigiani) al Capo del primo Go- verno ciellenista, Ivanoe Bonomi (doc. A) da parte dello Stato Maggiore Generale di Forze Amate prive di potere internazionale, mai vi sono state obiezioni al loro status di combattenti e di prigionieri secondo la Convenzione di Gine- vra. Dopo le conferme sull’unicità di trattamento verso “reparti repubblicani e CC.NN. che han- no combattuto contro gli alleati” da parte del Supremo Comandante Harold Alexander e del Capo della Commissione Alleata di Controllo Mason MacFarlane (questi impedì dal 21 set- tembre 1943 ai regi azioni di prima linea), lo stesso 3 giugno 1944 il Ministro della Guerra Taddeo Orlando emana una circolare con og- getto “personale militare italiano proveniente dalle zone occupate” che, sul comportamento da te- nere dopo la cattura, al primo paragrafo precisa uomini in uniforme, trattati all’inizio alla stes- sa tregua dei prigionieri di guerra nemici. L’impudenza dei ciellenisti è tale, pur avendo deliberato nel luglio 1944 sanzioni contro il fa- scismo e nell’aprile 1945 istituzione delle Corti straordinarie d’Assise, da proclamare il 4 giu- gno 1945 via telescritto “coloro che apparten- nero at formazioni militari pseudo repubblica fascista sono da considerare prigionieri di guerra delle forze armate alleate” (doc.