CCOOMMUUNNEE DDII VVOOBBAARRNNOO

Assessorato alle Politiche Sociali

MODIFICATO CON DELIBERAZIONE CONSILIARE N. 48 DEL 25.11.2011

REGOLAMENTO DEI SERVIZI SOCIALI

Indice pag. 1 Premessa pag. 2 Obiettivi delle politiche sociali pag. 4 Destinatari degli interventi pag. 5 L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.S.E.E.) pag. 5 Aree di intervento dei servizi sociali pag. 12 Interventi rivolti alla generalità dei cittadini pag. 13 Segretariato Sociale pag. 13 Servizio Sociale Professionale e Pronto Intervento Sociale per situazioni di emergenza personali e familiari pag. 14 Attività di analisi dei bisogni, progettazione, programmazione, coordinamento e attivazione di percorsi amministrativi pag. 14 Collaborazione con il volontariato pag. 15 ALER pag. 15 Anziani e disagio adulto: pag. 16 Servizio di Assistenza Domiciliare pag. 16 Pasti a domicilio pag. 17 Servizio trasporto pag. 17 Telesoccorso pag. 18 Bagno assistito e pulizia degli indumenti pag. 18 Ricovero in strutture protette pag. 18 Soggiorni climatici e gite giornaliere pag. 19 Carta d’argento pag. 20 Progetto “Metti in moto il movimento” pag. 20 Progetto Socializzazione per persone anziane pag. 20 Area famiglia, minori e giovani: pag. 21 Contributi per il mantenimento presso strutture residenziali o per progetti di affido familiare di minori pag. 21 Servizio di Assistenza Domiciliare Minori (A.D.M.) pag. 22 Interventi di tutela dei minori e rapporti con l’autorità giudiziaria pag. 22 Progetti a sostegno della famiglia e dei minori pag. 23 E…state a scuola pag. 23 Area Disabilità: pag. 24 Servizio Educativo Scolastico (Assistenza ad personam) pag. 24 Servizio Educativo Domiciliare Disabili pag. 25 Contributo per la frequenza di servizi semi-residenziali pag. 26 Centro Diurno Disabili pag. 26 Centro Socio Educativo (C.S.E.) pag. 26 Frequenza a servizi residenziali (C.R.H. e comunità alloggio) pag. 27 Interventi a sostegno di persone con handicap di particolare gravità pag. 28 Social Work pag. 28 Coordinamento Servizi Handicap pag. 29 Voucher socio assistenziale pag. 29 Progetto “Il maglio sul ” pag. 30 Area Immigrazione: pag. 31 Sportello Immigrati pag. 31 Progetti finalizzati all’integrazione del cittadino straniero pag. 31 Contributi economici a sostegno delle fasce deboli della popolazione : pag. 32 Assegno di maternità – Assegno per i nuclei familiari numerosi pag. 32 Contributo per il sostegno all’accesso alla locazione (F.S.A.) pag. 33 Contributi straordinari e prestiti d’onore pag. 33 Contributo spese di riscaldamento pag. 33 Contributo spese farmaceutiche e ticket sanitari pag. 34 Buono sociale pag. 34

PREMESSA

La Legge Quadro n. 328 dell’08/11/2000 “ Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” segna un momento di svolta e di cambiamento nel settore dei servizi sociali, visti non più come sistema settoriale e frammentario, ma come un sistema articolato di opportunità, interventi e servizi che attengono non solo al comparto sociale, ma più precisamente alle politiche sociali, come sistema integrato in cui ogni attore istituzionale e non, pubblico e privato, ha propri ruoli e responsabilità in uno spirito di “sussidiarietà”. In quest’ottica il Piano Politiche Sociali diventa lo strumento programmatico in cui vengono definiti finalità e obiettivi che si intendono perseguire, metodologie e strategie di intervento, rimandando a successivi atti della Giunta Comunale la definizione delle tariffe dei diversi servizi, delle quote di compartecipazione al costo dei servizi stessi da parte dei tenuti agli alimenti (art. 433 C.C.), della tempistica nella presentazione della domande per accedere ai diversi benefici illustrati nel presente documento. Il tutto facendo riferimento a principi di equità, imparzialità, pari opportunità, trasparenza ed omogeneità di trattamento, cioè a quei principi costituzionali che garantiscono a tutti i cittadini, che ne facciano richiesta, il diritto a servizi e prestazioni di carattere individuale, a fronte di una partecipazione alla spesa commisurata alla capacità reddituale del singolo. Il Piano Politiche Sociali fa riferimento al Piano di Zona (Legge n° 328/2000 art. 19) per il sistema integrato di interventi e servizi sociali del Distretto n. 12 di Valle Sabbia e al conseguente Accordo di Programma tra Comuni e Comunità Montana di Valle Sabbia. La Legge (art. 6) ribadisce che “i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative concernenti le politiche sociali svolte a livello locale (…)”. Tale funzione non è infatti delegabile ad altri soggetti concorrenti alla realizzazione del sistema integrato delle prestazioni e dei servizi sociali. Sono delegabili invece gli interventi, la loro progettazione e realizzazione. Attraverso il Tavolo Zonale di Coordinamento e di Programmazione, strumento di analisi dei bisogni e di verifica della situazione della rete dei servizi ed interventi sociali, Tavolo che vede – al suo interno - la presenza dei vari interlocutori privilegiati del territorio ( Assessore della Comunità Montana di Valle Sabbia, Amministratori dei Comuni, Tecnici dei servizi, ASL, Terzo Settore, Parrocchie, Sindacati e Associazioni, ecc.), le Amministrazioni Comunali coordinano i vari interventi per il raggiungimento degli obiettivi comuni, determinando il ruolo e gli impegni di ogni soggetto, i tempi, il funzionamento e gli adempimenti necessari alla realizzazione degli obiettivi. Il processo avviato dalla Legge n° 328/2000 mette sul tavolo anche il concetto di Responsabilità Sociale, concetto che non investe solo il mondo degli affari e dell’impresa, ma che si ritiene debba essere applicabile ed utilizzabile da parte di ogni tipo di organizzazione, a maggior ragione da quella pubblica. Il tentativo messo in atto è quello di avvicinarsi il più possibile ad un’ amministrazione condivisa nella quale gli amministratori si “alleano” con i cittadini attivi, al fine di trovare soluzioni a problemi di interesse generale. La Responsabilità Sociale nel settore Socio Sanitario ed Educativo richiede un approccio che includa l’intera persona nella sua complessità, basato su un processo che metta in risalto la responsabilità individuale delle persone coinvolte nei servizi verso gli utenti ed i cittadini. Tale approccio considera essenziali valori la trasparenza, la partecipazione ed il partnerariato, attraverso partnership strategiche ed il coinvolgimento di tutti gli interlocutori privilegiati (stakeholder), e individua come valore aggiunto la promozione della professionalità ed il sostegno a processi di cambiamento sociale. Oltre alla Legge Quadro n. 328/2000, la normativa cui si fa riferimento per la stesura del presente Piano è la seguente: Legge Regionale n. 1 del 07/01/1986 “Riorganizzazione e programmazione dei servizi socio-assistenziali della Regione Lombardia”, che unifica tutte le disposizioni in materia di assistenza e definisce obiettivi, criteri e modalità per la programmazione, l’organizzazione e l’erogazione dei servizi socio assistenziali nel territorio della Regione Lombardia e l’esercizio delle funzioni spettanti agli enti locali; Legge Regionale n. 1 del 05/01/2000 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia”, con riferimento specifico all’art.4 – servizi alla persona e alla comunità; Piano Socio-Sanitario Regionale 2002/2004, strumento di programmazione unico e integrato che contiene le linee di sviluppo del sistema socio-sanitario; D.P.R. del 03/05/2001 “Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001/2003; D.Lgs. n. 109 del 31/03/1998 riguardante la valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate e successivi decreti attuativi; Legge 285 del 28/08/1997 “Disposizioni per la promozione dei diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”; Legge Regionale n. 23 del 06/12/1999 “Politiche regionali per la famiglia”; Legge Regionale n. 45 del 18/02/1999 “ Disposizioni per il fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga e in materia di personale dei servizi per le tossicodipendenze”; Legge n. 40 del 06/03/1998 “Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione degli stranieri”; Decreto Legislativo 31.03.1998 n. 109, e successive modifiche e integrazioni, relativo alla valutazione dell’ISEE (indicatore della situazione economica equivalente); Legge Regionale 12.03.2008 n° 3 Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario.

OBIETTIVI DELLE POLITICHE SOCIALI

L’obiettivo principale delle politiche sociali del è favorire il raggiungimento, da parte di ogni persona, dello stato di benessere inteso come stato di salute fisica, psichica e sociale; rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona incontra nel corso della sua vita. L’Amministrazione comunale riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale; sostiene e valorizza altresì i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana. Tutto ciò anche attraverso la valorizzazione delle risorse presenti nella comunità locale e la condivisione del modello di rete del lavoro sociale che privilegi l’integrazione e la collaborazione con diverse istituzioni sia pubbliche (ASL, scuole, ecc.) che private (volontariato, privato sociale, ecc.). Con le politiche sociali del Comune si perseguono le finalità presenti nella Legge Quadro n° 328/2000 ed, in particolare: - assicurare alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali; - promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza; - prevenire, o ridurre, le condizioni di bisogno e di disagio individuale e familiare derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli artt. 2, 3 e 38 della Costituzione della Repubblica. Sono obiettivi dell’Ente locale anche: - garantire un facile accesso alle strutture e ai servizi rivolgendo a tutti i cittadini un’eguaglianza di trattamento pur nella specifica delle esigenze; - favorire la permanenza dell’individuo all’interno della propria famiglia fornendo adeguati supporti; - tutelare e sostenere i soggetti non autosufficienti privi di una rete familiare idonea, provvedendo alle loro reali necessità.

DESTINATARI DEGLI INTERVENTI

In riferimento alla normativa regionale e nazionale (L.R. n° 1/86; L.R. n° 1/2000; L. n° 328/2000; L.R. n° 3/2008) sono destinatari dei servizi socio assistenziali del Comune i cittadini singoli e le famiglie residenti, ancorché non cittadini italiani, che si trovano in situazione di disagio economico e psico-fisico o le cui condizioni sociali, sanitarie o assistenziali evidenziano rischi di emarginazione sociale. Nei confronti dei cittadini non residenti sono garantite le prestazioni non differibili, una volta valutata l’impossibilità di orientarli tempestivamente verso i servizi di riferimento.

L’INDICATORE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA EQUIVALENTE

Criteri per la valutazione dell’indicatore della situazione economica (ISE ed ISEE)

Lo strumento di selezione dei beneficiari delle diverse politiche socio-assistenziali ed educative, oltre che di definizione della loro partecipazione al costo/tariffa, è l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), introdotto dal D. Lgs. 109/1998 e successive modifiche e integrazioni. Dichiarazione sostitutiva unica relativa all’ISEE Il cittadino che intende accedere ai vari servizi erogati dall’Amministrazione Comunale fruendo di un costo agevolato, deve presentare - ai sensi dell’art. 4 del D. Lgs. 109/98, come modificato dal D. Lgs. 130/2000 - la dichiarazione sostitutiva unica attestante la propria situazione economica utilizzando il modello-tipo, approvato con DPCM 18 maggio 2001. Per la presentazione della dichiarazione ci si può rivolgere al Comune, ai CAAF, all’INPS. La citata dichiarazione ha validità annuale dalla data di presentazione ed è valida per ciascun componente il nucleo familiare. Il richiedente la prestazione o il servizio agevolati, qualora sia già in possesso della certificazione attestante la sua situazione economica, prodotta per ottenere un servizio da un ente autorizzato diverso dal Comune di Vobarno, può presentarla in luogo della dichiarazione di cui al comma 1. Il Comune, da parte sua, raccoglie il dato relativo all’ISEE del cittadino in questione mediante accesso al sistema informativo ISEE, presso la banca dati dell’INPS. In applicazione dell’art. 4.1 del D. Lgs. 109/1998, come modificato dal D. Lgs. 130/2000 l’utente, qualora intenda far valere mutamenti delle condizioni familiari ed economiche tali da rendere il suo indicatore ISEE più favorevole al riconoscimento di servizi agevolati, può presentare una nuova dichiarazione unica, entro l’anno di validità della precedente. Il Comune considera le modifiche dell’ISEE di cui al comma precedente adeguando l’agevolazione a favore dell’utente, con decorrenza successiva al momento dell’accertamento del nuovo valore ISEE; sono, di norma, esclusi adeguamenti retroattivi. Qualora la dichiarazione ai fini ISEE, ancorché nel periodo di validità, faccia riferimento all’anno fiscale non immediatamente precedente a quello nel quale l’utente chiede l’agevolazione, il Comune chiede l’aggiornamento dei dati dichiarati. In caso di mancata presentazione da parte dell’utente di tale aggiornamento, il Comune si riserva la facoltà di non riconoscere l’agevolazione richiesta, applicando dunque il massimo del costo/tariffa. Per determinare l’ISEE si considerano tre fattori del nucleo familiare: a. il reddito b. il patrimonio mobiliare e immobiliare c. la composizione

REDDITO (Isr) + PATRIMONIO (Isp) = (ISE) ISEE = ------NUCLEO FAMILIARE (COEFFICIENTE SCALA DI EQUIVALENZA)

ISE (Isr + Isp) ISEE = ------COEFFICIENTE SCALA DI EQUIVALENZA

Ai fini del presente regolamento, la valutazione della situazione economica (ivi comprese la definizione e la considerazione di reddito, patrimonio mobiliare e immobiliare, con le relative franchigie) di chi richiede l'intervento o la prestazione assistenziale e/o educativa a costo agevolato è, di norma, determinata con riferimento al nucleo familiare così come definito dal D. Lgs. 109/1998, come modificato dal D. Lgs. 130/2000, nonché come meglio specificato dal DPCM n. 242 del 4 aprile 2001. Qualora l'individuo appartenga ad un nucleo familiare di più persone, la situazione economica relativa all'intero nucleo viene rapportata a quella del singolo, mediante l’applicazione della scala di equivalenza di cui alla tabella n. 2 del D. Lgs. 109/98, come modificato dal D. Lgs. 130/2000 e, precisamente: Tabella n. 1 - Scala parametrale di equivalenza

Numero dei componenti Parametro 1 1,00 2 1,57 3 2,04 4 2,46 5 2,85 per ogni ulteriore componente + 0,35 in caso di presenza nel nucleo di figli minori e di un solo genitore + 0,20 per ogni componente con handicap psicofisico permanente di cui all'art. 3, comma 3, della legge 5 + 0,50 febbraio 1992 n. 104, o di invalidità superiore al 66% per nuclei familiari con figli minori, in cui entrambi i genitori + 0,20 svolgono attività di lavoro e di impresa

Il rapporto tra la situazione economica del nucleo familiare e la scala di equivalenza determina l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) del richiedente o, comunque, del singolo appartenente allo stesso nucleo (1). Criteri per la valutazione della situazione economica: ambiti di autonomia ed eccezioni

In applicazione degli ambiti di autonomia consentiti dall’art. 3, commi 1, 2 e 2-ter del D. Lgs. 109/1998, come modificato dal D. Lgs. 130/2000 e dalla Legge 04.11.2010 n° 183, i singoli Comuni, fermi restando i vincoli stabiliti nel precedente punto possono definire criteri integrativi e mirati, in ordine alla considerazione del nucleo familiare, alla considerazione della variazione della situazione economica in corso di validità della dichiarazione sostitutiva rilasciata ai fini ISEE, nonché in ordine alla tipologia della prestazione e/o a particolari condizioni di bisogno e, quindi, in sede di determinazione del concorso dell’utenza al costo/tariffa del servizio. Controlli sulle dichiarazioni sostitutive

Il Comune effettua, con le modalità e gli strumenti di cui all’art. 71 del DPR 445/2000 e all’art. 4.7 del D. Lgs. 109/98, come modificato dal D. Lgs. 130/2000 e dalla Legge 04.11.2010 n° 183, appositi controlli sulla situazione economica e patrimoniale dichiarata dal richiedente. In relazione ai dati autocertificati dal soggetto richiedente, l'Agenzia delle entrate, sulla base di appositi controlli automatici, individua l'esistenza di omissioni, ovvero difformità degli stessi rispetto agli elementi conoscitivi in possesso del Sistema informativo dell'anagrafe tributaria.

(1) L’indicatore, infatti, è costruito a partire dalla situazione economica di tutti i componenti il nucleo familiare e tiene conto delle economie di scala derivanti dalla convivenza, così come di situazioni di particolare disagio presenti nella famiglia. Si distingue, pertanto, tra ISE (indicatore situazione economica) e ISEE (valore equivalente). Mentre il primo fa riferimento alla situazione economica dell’intero nucleo familiare di appartenenza, l’ISEE (ottenuto dividendo l’ISE per il coefficiente della scala di equivalenza corrispondente alla composizione del nucleo) riporta la situazione familiare a quella dei singoli componenti. E poiché il nucleo familiare è definito secondo criteri uniformi e generali di appartenenza (non fa differenza rispetto a chi tra i suoi membri richiede la prestazione), l’ISEE è identico per tutti i componenti del nucleo. In caso di non veridicità della dichiarazione sostitutiva presentata, il cittadino, ai sensi dell’art. 75 del DPR 445/2000, decade dal beneficio relativo all’agevolazione economica, ferma restando l’attivazione dei provvedimenti previsti per la violazioni delle norme di diritto penale e delle leggi speciali, di cui all’art. 76 del citato DPR.

Criteri per la quantificazione della compartecipazione degli utenti alla spesa

Il reddito considerato per determinare il concorso dell'utente e/o dei tenuti agli alimenti al costo dei servizi è quello individuato dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), nel suo valore annuale, secondo le modalità descritte nei precedenti articoli. La quantificazione della percentuale di corresponsione a carico dell’utente fa riferimento ai seguenti criteri: a) è basata sul principio generale che tutti gli utenti concorrono al costo del servizio in rapporto alle proprie condizioni economiche; b) essendo il meccanismo del concorso dell’utenza costruito sul costo/tariffa del servizio, la quota su cui si applica la percentuale a carico dell’utente è soggetta a variazioni in caso di incremento o decremento significativo del costo/tariffa; c) infine, in presenza di utenti beneficiari di agevolazioni connesse con servizi/prestazioni erogati da Stato e/o Regione (p.es., assegno ai nuclei familiari numerosi, assegno di maternità, buoni libro), nella concessione delle prestazioni agevolate di sua competenza, tali benefici sono considerati risorse aggiuntive del nucleo familiare richiedente.

Determinazione minimo vitale (MV) Il MV è il reddito minimo che si considera indispensabile per la sopravvivenza. Il MV per una persona corrisponde alla pensione minima INPS lavoratori dipendenti ed autonomi, calcolata al 1° gennaio dell'anno precedente a quello per il quale si determina il minimo vitale e aumentata del tasso d'inflazione annuo programmato previsto per l'anno precedente a quello cui il minimo vitale si riferisce. Il minimo vitale viene aggiornato annualmente con provvedimento della Giunta Comunale. La definizione dei redditi relativi a nuclei familiari composti da più persone avviene mediante l'applicazione della scala parametrale di equivalenza, di cui alla precedente Tabella n. 1, che individua il rapporto tra i redditi ritenuti necessari per assicurare alle famiglie aventi diversa composizione la possibilità di procurare a ciascun membro la stessa quantità e qualità di beni e servizi. In caso di nuclei familiari più numerosi e/o in presenza delle situazioni particolari contemplate nella tabella n. 2 del D. Lgs. 109/98, come modificato dal D. Lgs. 130/2000, si applicano le maggiorazioni ivi previste. I suddetti limiti di reddito definiscono:

a. la soglia al di sotto della quale possono essere attuati gli interventi di sostegno economico; b. l’ammontare massimo degli interventi di sostegno economico.

Metodologia per la quantificazione della compartecipazione degli utenti alla spesa

La quantificazione della quota a carico dell’utente è ricavata applicando una specifica percentuale al costo/tariffa del servizio. Per determinare la citata percentuale si individuano due metodologie, la cui applicazione tiene conto della rilevanza dei servizi e delle prestazioni. a. %/Fasce di reddito: si basa sull’applicazione di percentuali predefinite per i servizi interessati in corrispondenza delle fasce di reddito entro le quali si colloca l’ISEE dell’utente; la progressione nella contribuzione a carico dell’utente avviene a scaglioni, di fascia in fascia, in modo non lineare. Sul piano operativo, il metodo consiste nell’applicare la percentuale corrispondente alla fascia di riferimento, nella quale ricade l’ISEE dell’utente, al costo/tariffa del servizio; di qui la quota a carico dell’utente; b. %/Progressione lineare: si basa sull’applicazione all’ISEE dell’utente di un’apposita formula matematica, costruita per ciascun servizio. Oltre alla linearità nell’incremento delle percentuali di recupero, tale meccanismo garantisce che, ad ogni ammontare di ISEE, corrisponda uno specifico e singolo costo a carico dell’utente e/o dei tenuti. Sul piano operativo, il metodo consiste nell’applicare al singolo ISEE la formula relativa al singolo servizio, da cui deriva la percentuale da applicare al costo dello stesso e, quindi, la quota a carico dell’utente. La tariffa a carico dell’utente, determinata con entrambe le metodologie, viene arrotondata, per eccesso o per difetto, ad un euro. La Giunta Comunale deciderà a quali servizi applicare il criterio della progressione lineare.

Formula per l’applicazione della metodologia della progressione lineare

Per determinare la percentuale (%) di contribuzione al costo dei servizi con la metodologia della progressione lineare si utilizza la seguente formula matematica:

% a carico % minima di ISEE utente – ISEE iniziale x (% max - % min) contribuzione ------dell’utente = +

ISEE finale – ISEE iniziale

La % minima (% i) è la compartecipazione minima prevista per il servizio erogato. La % massima (% f) è la quota (in percentuale) massima prevista di compartecipazione. L’ ISEE iniziale è il Minimo Vitale individuato annualmente dall’Amministrazione Comunale L’ISEE finale è il reddito ISEE massimo previsto dall’Amministrazione Comunale per poter accedere ai servizi a tariffa differenziata. Esempio applicazione formula:

a. servizio in cui la % i = 70 e la %f = 100 b. l’ISEE dell’utente sia pari a 7.644,00

7.644,00 – 5.653,00 x (100 – 70) % = 70 + ------15.263,10 - 5.653,00

1.991,00 x 30 59.730,00

% = 70 + ------= ------= 70 + 6,22 = 76,22% 9.610,10 9.610,10

%f 100% ------%i

70%

ISEE f = 15.263,10 ------ISEE i = 5.653,00 Si tratta di determinare la % di contribuzione di coloro che hanno un reddito compreso tra 5.653,00 euro e 15.263,10. Si tratta cioè di attribuire la gradualità della quota variabile, pari in questo caso al 30%, per cui al rapporto tra il prodotto della differenza di un reddito reale e quello predefinito come iniziale con la differenza

tra le % e la differenza tra gli ISEE predefiniti come finale ed iniziale, si aggiunge la

% iniziale (che rappresenta la quota fissa di partenza). Il che significa in sostanza che gli utenti, che abbiano un ISEE compreso tra 5.654,00 euro e 15.263,10, si troveranno a corrispondere quote corrispondenti a % comprese tra qualcosa più del 70% e qualcosa meno del 100%.

La determinazione della gradualità della contribuzione dell’utente al costo del servizio con questa metodologia muove dai seguenti presupposti: a. individuazione di un valore relativo al livello minimo della situazione economica equivalente, che si definisce ISEE iniziale, corrispondente alla soglia in corrispondenza o al di sotto della quale è possibile l’erogazione mediante compartecipazione con % minima; b. individuazione di un valore relativo al livello massimo della situazione economica equivalente, che si definisce ISEE finale, corrispondente alla soglia in corrispondenza o al di sopra della quale la contribuzione da parte dell’utente corrisponde alla % massima e, talora, al 100% del costo/tariffa del servizio; c. l’individuazione dei valori relativi alle situazioni economiche intermedie avviene mediante l’applicazione della citata formula matematica, che garantisce una progressione lineare, grazie alla quale ad ogni specifico ISEE corrisponde una specifica percentuale.

AREE DI INTERVENTO DEI SERVIZI SOCIALI

Questi i settori di intervento a cui nel corrente esercizio, si ritiene necessario dare priorità:

. INTERVENTI RIVOLTI ALLA GENERALITA’ DEI CITTADINI

. AREA ANZIANI E DISAGIO ADULTO

. AREA FAMIGLIA, MINORI E GIOVANI

. AREA DISABILITA’

. AREA IMMIGRAZIONE

. CONTRIBUTI ECONOMICI A SOSTEGNO DELLE FASCE DEBOLI

INTERVENTI RIVOLTI ALLA GENERALITA’ DEI CITTADINI

SEGRETARIATO SOCIALE

Il segretariato sociale (Art.22, comma 4, lett.a) Legge 328/2000) risponde all’esigenza primaria dei cittadini di avere informazioni complete in merito ai diritti, alle prestazioni ed alle modalità di accesso ai servizi e all’esigenza di conoscere le risorse sociali disponibili sul territorio in cui vivono, che possono rivelarsi utili per affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita. La sua attività è finalizzata a garantire: unitarietà d’accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, di filtro, di osservazione e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadini e servizi. Questo servizio fornisce ogni informazione utile per l’accesso alle varie opportunità, un ascolto qualificato, un supporto per l’orientamento e l’elaborazione di una domanda di aiuto e l’individuazione di risposte adeguate ai bisogni, evitando che si disperdano energie nel procedere inutilmente per tentativi ed errori. Inoltre svolge attività di costruzione di percorsi di collaborazione con le realtà sociosanitarie ed i servizi presenti sul territorio; coordina le risorse presenti; collabora con i Patronati Sindacali e gli Uffici Territoriali di base. Fornisce altresì assistenza, insieme ai CAAF, nella compilazione della documentazione necessaria per il rilascio della certificazione ISEE, che viene successivamente elaborata dall’Ufficio attraverso il collegamento all’apposito sito informatico dell’INPS. Tale servizio viene svolto presso l’ufficio Servizi Sociali, negli orari di apertura al pubblico.

SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALI E FAMILIARI

Le attività del servizio sociale professionale sono finalizzate alla comprensione ed all’interpretazione delle domande di intervento, alla presa in carico della persona e della famiglia e/o del gruppo sociale di appartenenza, all’attivazione ed integrazione dei servizi e delle risorse di rete, all’accompagnamento ed all’aiuto nel processo di promozione ed emancipazione in riferimento all’articolo 22 della Legge 328/2000. Le azioni principali prevedono interventi di ascolto, rielaborazione dei problemi evidenziati, individuazione di un progetto condiviso, accompagnamento al servizio più idoneo e attivazione dello stesso, sia all’interno dell’Ente che nel territorio, collaborazione con altri operatori qualificati nella conduzione dell’intervento e nel monitoraggio e verifica dello stesso. Questa attività viene svolta dall’Assistente Sociale, che accoglie la richiesta, organizzando momenti operativi di volta in volta definiti e programmati sia all’interno della sede di servizio, che a domicilio o presso la sede di altri Enti. €______ATTIVITA’ DI ANALISI DEI BISOGNI, PROGETTAZIONE, PROGRAMMAZIONE, COORDINAMENTO E ATTIVAZIONE DEI PERCORSI AMMINISTRATIVI

Questo aspetto del servizio comprende tutte quelle attività, svolte dal personale dell’Ufficio Servizi Sociali, che sono indirizzate all’esame dei bisogni della popolazione. La conoscenza dei bisogni è momento fondamentale sia per una adeguata programmazione degli interventi sia per il monitoraggio e la valutazione delle politiche sociali attuate. Le attività previste si concretizzano in: a) azioni di analisi, riflessione, rielaborazione e confronto con la realtà sociale del territorio e con le risorse presenti; b) produzione di documentazione sulle tematiche emergenti e per l’attivazione dei percorsi amministrativi previsti; c) strutturazione e partecipazione ad incontri con diverse realtà amministrative e sociali per la definizione di progetti di intervento, di proposta nuovi servizi, ecc.; d) reperimento di eventuali risorse economiche e non; e) registrazione delle attività svolte e tenuta dell’anagrafe dell’utenza e delle cartelle individuali;

f) coordinamento del personale incaricato di svolgere i vari servizi erogati dal Comune di Vobarno, g) conduzione di incontri di verifica sull’attività svolta dai servizi a gestione diretta e monitoraggio dei livelli di ricaduta sugli utenti, in termini di miglioramento della qualità della vita.

COLLABORAZIONE CON IL VOLONTARIATO

La collaborazione con le associazioni di volontariato ed il terzo settore che operano sul territorio è da considerarsi risorsa essenziale e valore aggiunto per la buona realizzazione di alcuni servizi e progetti: numerose sono le associazioni che sul territorio del Comune di Vobarno operano a beneficio della collettività, a fronte delle numerose e differenti richieste espresse dai cittadini. Al fine di perseguire ed ottimizzare la collaborazione tra Comune e associazioni di volontariato è possibile ricorrere alla formula del convenzionamento. ALER

Con l’approvazione del nuovo Regolamento Regionale (03.02.2004) sono stati definiti i criteri per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai sensi dell’art. 3 comma 41 lettera m) della legge regionale 05.01.2000 n° 1. Periodicamente vengono aperti i bandi per la formazione della graduatoria utile per l’assegnazione degli alloggi di proprietà dell’ALER di presenti sul territorio del Comune di Vobarno, delegando ad ALER la raccolta delle domande, l’inserimento delle stesse nel sito informatico appositamente predisposto dalla Regione e la formazione delle graduatorie.

AREA ANZIANI E DISAGIO ADULTO

Come stabilisce il vigente Piano Socio-Sanitario regionale, la finalità primaria che l’Ente deve porsi nell’organizzazione di servizi è la rimozione ed il controllo di tutti quegli “ostacoli” che limitano il diritto fondamentale alla salute, intesa come stato di benessere fisico, psichico e sociale. Obiettivi sostanziali degli interventi programmati sono pertanto: la prevenzione intesa come mantenimento, sviluppo e promozione dell’autonomia; l’integrazione, la socializzazione, l’animazione; il sostegno. Gli obiettivi generali che l’Amministrazione Comunale, attraverso il Servizio Sociale, si propone di perseguire sono principalmente nell’area anziani quelli di evitare e/o rimandare, l’allontanamento della persona dal suo abituale ambiente di vita, anche attraverso la sensibilizzazione della rete parentale; prevenire processi di autoemarginazione; realizzare una migliore integrazione sociale attraverso iniziative che incentivino un ruolo più adeguato ed attivo dell’anziano. Tutto ciò mediante i servizi sotto illustrati. SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Il servizio di assistenza domiciliare è attivo sul territorio da molti anni e si rivolge a tutti i cittadini in stato di bisogno, con particolare attenzione alla rete familiare per garantirne l’unità e la possibilità di mantenere al proprio interno gli individui più deboli ed in difficoltà. Il servizio di assistenza domiciliare è costituito dal complesso di prestazioni di natura socio-assistenziale operate al fine di consentire la permanenza del soggetto nel normale ambiente di vita e di ridurre le esigenze di ricorso a strutture residenziali. L’obiettivo principale di questo servizio è contrastare il ricovero e l’emarginazione delle persone in difficoltà, di rispondere in modo rapido a situazioni carenti in ambito socio-economico, abitativo e sanitario, contribuendo al superamento del rischio di isolamento sociale. L’intervento mira a fornire un supporto che, integrato a quello dei familiari, consenta di avere un adeguato livello di assistenza, di conservare una normale routine quotidiana, mantenendo soddisfacenti relazioni affettive e sociali indispensabili per l’autonomia. Il Servizio è coordinato dall’Assistente Sociale e si attua nel seguente modo: 1. Accoglimento della domanda; 2. Primo colloquio e visita domiciliare per raccogliere gli elementi valutativi; 3. Analisi del bisogno; 4. Definizione del progetto iniziale; 5. Attivazione del Servizio 6. Verifiche periodiche. Il servizio si articola attraverso l’intervento a domicilio di personale qualificato cui compete l’erogazione diretta delle prestazioni sopra descritte. L’assistente domiciliare svolge un’ ampia gamma di mansioni tra cui si evidenziano: a) Cura della persona, che comprende tutti quegli interventi atti a garantire il mantenimento di accettabili livelli di igiene e di cura di sé; b) Interventi di igiene personale in favore di persone allettate o con gravi difficoltà psichiche e/o fisiche, con lo scopo di alleggerire il carico assistenziale dei familiari, monitorare il livello di assistenza erogato, prevenire complicazioni legate alla prolungata immobilità, ecc… c) Cura della casa ed aiuto domestico, che si concretizza in azioni volte a mantenere un ambiente domestico decoroso ed igienicamente accettabile. La richiesta di attivazione del servizio, viene presentata all’Ufficio Servizi Sociali; tale domanda viene poi visionata dall’Assistente Sociale, che procede all’analisi della situazione e, valutata la sussistenza dei requisiti, attiva il Servizio. L’utente partecipa alla spesa sostenuta per il servizio nella misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale. PASTI A DOMICILIO

Il Servizio prevede la consegna giornaliera (dal lunedì al sabato) di un pasto al domicilio della persona che viene riconosciuta bisognosa di tale intervento. La richiesta di attivazione del servizio, viene presentata all’Ufficio Servizi Sociali nella ore di apertura al pubblico. L’utente partecipa alla spesa sostenuta per il servizio nella misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale.

SERVIZIO TRASPORTO

Il Servizio è rivolto ad anziani, disabili o coloro che (previa valutazione dell’Assistente Sociale) sono momentaneamente impossibilitati a spostarsi autonomamente per raggiungere ambulatori, ospedali e/o luoghi di cura e riabilitazione e in assenza di familiari in grado di provvedervi.

La richiesta di attivazione del servizio, viene presentata all’Ufficio Servizi Sociali negli orari di apertura al pubblico. L’utenza compartecipa al costo del servizio misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale. € ______TELESOCCORSO

Il Servizio di “Telesoccorso” risponde all’esigenza di poter attivare immediatamente, qualora se ne presentasse la necessità, un intervento di soccorso a favore di soggetti scarsamente autosufficienti e/o soli. Il servizio funziona tramite un’apparecchiatura collegata al telefono fisso e attraverso un piccolo telecomando che, se utilizzato, attiva la chiamata di emergenza alla centrale la quale attiverà tutti gli interventi necessari al caso. La Centrale Operativa è funzionante 24 ore su 24 e per tutti i giorni dell’anno. La richiesta di attivazione del servizio, viene presentata all’Ufficio Servizi Sociali negli orari di apertura al pubblico. L’utenza compartecipa al costo del servizio misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale.

BAGNO ASSISTITO E PULIZIA DEGLI INDUMENTI

Grazie ad una specifica convenzione in atto con la Fondazione “I.R.Falck” di Vobarno è attivo il servizio di Bagno assistito e di pulizia degli indumenti. Su richiesta dell’Assistente Sociale e previo accordo con la Fondazione “I.R.Falck”, la persona individuata dal Servizio Sociale potrà rivolgersi alla R.S.A. dove potrà essere aiutata per l’igiene personale (bagno assistito) e dove potrà lasciare i propri indumenti affinché vengano lavati e stirati. La richiesta di attivazione del servizio, viene presentata all’Ufficio Servizi Sociali negli orari di apertura al pubblico. L’utenza compartecipa al costo del servizio misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale.

RICOVERO IN STRUTTURE PROTETTE

Con il potenziamento degli interventi sociali e sanitari di tipo domiciliare si tende a favorire la permanenza dell’anziano al proprio domicilio, limitando il ricovero in strutture protette alle situazioni di totale non autosufficienza. Ciò nonostante a volte è comunque necessario ricorrere a tali strutture, per la permanenza presso le quali è richiesto il pagamento di una retta mensile. L’Amministrazione Comunale interviene a sostegno di coloro che non possiedono sufficienti mezzi economici e/o che sono privi di familiari tenuti per legge alla corresponsione degli alimenti (art. 433 del Codice Civile), integrando la pensione percepita. La richiesta di intervento del Comune segue la seguente prassi: - l’interessato o un suo familiare deve presentare formale domanda presso il Servizio Sociale, dichiarando l’esistenza di parenti tenuti agli alimenti; il Servizio Sociale provvederà successivamente alle opportune verifiche e valutazioni; - qualora l’interessato sia proprietario di beni immobili, l’Amministrazione Comunale richiederà allo stesso di sottoscrivere l’impegno di garanzia a favore del Comune; non viene riconosciuto alcun contributo a coloro che hanno fatto una donazione o una cessione di proprietà a vantaggio dei familiari nei due anni precedenti il ricovero. Casi eccezionali saranno oggetto di un’attenta valutazione; - l’interessato dovrà comunicare all’Ufficio la propria situazione economica, in modo completo, comprendendo eventuali indennità per invalidità o altro, o eventuali depositi e/o titoli posseduti. In caso di incasso di emolumenti arretrati o somme a qualsiasi titolo non considerate al momento della quantificazione del contributo integrativo, tali emolumenti dovranno essere versati al Comune fino alla copertura dei costi rimasti a carico dell’Ente (art. 2740 del Cod.Civ.); - i parenti tenuti agli alimenti dovranno presentare la necessaria documentazione ai fini del calcolo ISEE del nucleo familiare di ciascuno; - all’ospite della struttura protetta viene garantita una somma (l’ammontare della quale viene deliberata dalla Giunta Comunale) per le spese personali. CONTRIBUZIONE ALLA SPESA DA PARTE DELL’UTENTE E DEI FAMILIARI: Di norma l’utente, o il familiare delegato, versa quanto incassato dall’ospite (ad eccezione della quota mensile che si lascia all’ospite per le piccole spese) direttamente alla struttura residenziale ospitante o, nel caso in cui sia il Comune ad anticipare la retta, al Comune stesso a titolo di rimborso. I familiari tenuti per legge alla corresponsione degli alimenti (art. 433 Cod. Civ.) sono chiamati a contribuire economicamente, in relazione alla reali ed accertate possibilità economiche di ciascuno di essi. Al fine di determinare la partecipazione dei familiari al pagamento della retta o l’eventuale integrazione della pensione percepita dall’ospite c/o le varie strutture assistenziali per anziani, la Giunta Comunale stabilirà le diverse percentuali di partecipazione alla spese. Ai fini delle modalità di contribuzione, i ricoveri di durata temporanea sono equiparati ai ricoveri definitivi. € ______SOGGIORNI CLIMATICI E GITE GIORNALIERE

I soggiorni climatici, oltre a rappresentare un’opportunità per arrecare giovamento alla salute di coloro che vi partecipano, rappresentano anche un’utile esperienza di socializzazione che si ripercuote positivamente sulla vita quotidiana della persona anziana autosufficiente. Al fine di favorire la socializzazione e di contrastare il fenomeno della solitudine e dell’emarginazione delle persone anziane, periodicamente l’ufficio Servizi Sociali organizza gite della durata di un’intera giornata o anche di poche ore. La breve durata della gita consente la partecipazione ad essa anche delle persone più anziane che avrebbero difficoltà ad allontanarsi dal proprio domicilio per un’intera giornata. Si ritiene che queste iniziative creino occasioni per realizzare opportunità di socializzazione, per costruire legami affettivi e amicali nuovi, per inserire la persona in contesti relazionali e culturali ricchi di stimoli e di aspetti positivi, per ricreare uno spirito di iniziativa aperto alle novità. Il servizio è totalmente a carico dell’utente. Le modalità ed i tempi di iscrizione vengono pubblicizzati attraverso pubblico avviso. CARTA D’ARGENTO

Grazie ad un accordo con alcuni esercizi commerciali di Vobarno, a tutte le persone con un età superiore ai 60 anni viene rilasciata la “Carta d’argento” che permette di ottenere alcuni sconti presso gli esercizi convenzionati. PROGETTO “METTI IN MOTO IL MOVIMENTO”

In collaborazione con l’ASL, i Medici di Medicina generale, la Polisportiva, il Gruppo Sportivo di ed il Gruppo Sportivo Via Prandini, prosegue l’esperienza promossa lo scorso novembre, denominata “Metti in moto il movimento” gruppi di cammino con l’obiettivo di migliorare la salute e la qualità della vita. Nata inizialmente per far svolgere attività fisica ai pazienti diabetici, allargata poi agli obesi, accoglie ora tutte le persone adulte che lo desiderano ed il gruppo che si è costituito partecipa assiduamente agli incontri bisettimanali presso il Centro Sportivi comunale e presso il campetto di Collio.

PROGETTO SOCIALIZZAZIONE PER PERSONE ANZIANE

L’azione coordinata messa in campo da Comune, Fondazione “I.R.Falck”, varie Associazioni del territorio e cittadini volontari, ha permesso l’avvio di un progetto denominato “socializzazione e partecipazione anziani”. Vengono così offerte alle persone anziane opportunità di incontro, momenti di informazione, segretariato sociale con lo scopo di stimolare l’aggregazione e la partecipazione.

AREA FAMIGLIA, MINORI E GIOVANI

Negli ultimi anni l’attenzione dell’ Amministrazione comunale per questa fascia di utenza si è intensificata e ciò è avvenuto, oltre che per effetto di recenti disposizioni statali e regionali in materia, anche e soprattutto perché si è maturata la consapevolezza che l’ente pubblico può contribuire, attraverso una buona programmazione a livello locale, alla crescita dell’individuo e alla prevenzione di situazioni di disagio in età adulta. L’attività, in questo settore, non può prescindere da un giusto sostegno alla famiglia: infatti le iniziative messe in campo negli anni precedenti proseguono e continuano a dare i loro frutti.

CONTRIBUTO PER IL MANTENIMENTO PRESSO STRUTTURE RESIDENZIALI O PER PROGETTI DI AFFIDO FAMILIARE DI MINORI

Spesso gravi situazioni di difficoltà, incapacità degli adulti a rivestire correttamente il proprio ruolo genitoriale, abbandono di minori, ecc. inducono il Tribunale per i Minorenni a decretare l’allontanamento del minore dalla famiglia e la sua temporanea collocazione presso una struttura residenziale. In altre occasioni è invece possibile intervenire mediante l’inserimento del minore presso famiglie accuratamente selezionate, che sono disponibili ad affidi di breve, medio o lungo termine. E’ questo un settore molto delicato per il quale, l’ufficio Servizi Sociali del Comune, opera in collaborazione con l’équipe Tutela Minori della Comunità Montana di Valle Sabbia che, in virtù dell’accordo di programma sottoscritto ai sensi della Legge n° 328/2000, si occupa di tutte le problematiche riferite ai minori. In molti casi l’intervento è direttamente richiesto dal Tribunale per i Minorenni, in altri si cerca di prevenire l’intervento della magistratura, mettendo in atto ogni strategia utile e percorribile che coinvolga e renda attore principale la famiglia, affinché possa esercitare con maggiore competenza il proprio ruolo educativo. Il Comune interviene per il pagamento della retta presso centri di prima accoglienza e/o comunità alloggio e a sostegno di progetti di affido familiare.

SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE MINORI (A.D.M.) Il servizio si propone, attraverso l’opera congiunta dell’équipe Tutela minori della Comunità Montana e di un educatore professionale che opera al domicilio del minore, di sostenere ed aiutare il minore nel rapporto con le figure genitoriali e parentali, oltre che nel rapporto con le altre realtà con le quali il minore si relaziona quali ad esempio la scuola, l’oratorio, gli amici, ecc. Si rivolge anche ai genitori affinché possano sperimentare modalità educative idonee a garantire una corretta crescita dei minori, con lo scopo di renderli pienamente autonomi nel proprio compito educativo verso i figli. Il servizio è finanziato in parte dalle risorse del Piano di zona di cui alla Legge n° 328/2000 ed in parte dal Comune; alla famiglia è chiesta una compartecipazione economica, se l’intervento educativo non è stato decretato dal Tribunale per i Minorenni. E’ l’Assistente Sociale del Comune che chiede alla Comunità Montana di incaricare l’équipe del servizio ADM di procedere ad una prima valutazione del caso e ad un’ipotesi di progetto, che viene poi condiviso con la famiglia e con i referenti della Cooperativa incaricata di fornire il servizio educativo. La Giunta comunale stabilisce annualmente la quota di compartecipazione delle famiglie al costo del servizio. INTERVENTI DI TUTELA DEI MINORI E RAPPORTI CON L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA

Gli interventi di questo punto si riferiscono a situazioni per le quali è necessario un approccio multidisciplinare e che vengono attuati su richiesta e in collaborazione con la Magistratura. La gestione di tali interventi, come già precedentemente precisato, è affidata alla Comunità Montana di Valle Sabbia che si avvale, per la parte specialistica psicologica, degli operatori del Consultorio Familiare. L’équipe Tutela minori si propone di salvaguardare i minori che sono oggetto di abuso, maltrattamento fisico e psichico, trascuratezza, abbandono o in situazioni a rischio. Gli psicologi del Consultorio si occupano della parte diagnostica e di percorsi di sostegno individuale e/o familiare, mentre gli/le assistenti sociali dei Comuni e quelle dell’Ente titolare attivano tutti gli interventi di tipo socio, assistenziale ed educativo a favore dei minori e delle loro famiglie, concordando insieme ad esse il progetto dell’intervento. Le segnalazioni di situazioni ritenute a rischio, possono essere inviate da ogni cittadino od istituzione al Servizio Tutela Minori della Comunità Montana. € ______€ ______PROGETTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA E DEI MINORI

Da alcuni anni sul territorio della Comunità Montana di Valle Sabbia sono stati attivati alcuni servizi a favore delle famiglie, dell’infanzia e degli adolescenti. Elemento propulsore per tali servizi è stata la Legge n° 285/97 che, attraverso consistenti finanziamenti, ha creato le condizioni affinché le singole Amministrazione Comunali iniziassero a lavorare in sinergia, accomunate da obiettivi comuni e tese a dare risposte concrete ai bisogni del territorio nel settore specifico. Questa metodologia di lavoro, accolta ed introdotta nella prassi dei Servizi Sociali dei Comuni del Distretto n° 12, è stata di fondamentale importanza per l’applicazione della successiva Legge n° 328/2000 che, rivolta a tutta la gamma dei servizi socio-sanitari, ha confermato - quale metodologia di lavoro e condizione essenziale -, la condivisione di progetti e programmi tra le diverse Amministrazione Comunali.

I progetti attivati grazie ai finanziamenti della Legge n° 285/97 si rivolgono ad alcuni ambiti principali, in particolare la scuola, il territorio, il mondo giovanile.

La Comunità Montana, quale ente capofila, coordina tutti gli interventi che a Vobarno attualmente si sviluppano in ambito scolastico, nei luoghi formali ed informali di incontro degli adolescenti. I progetti sono flessibili e modificabili, di anno in anno, a seconda dei risultati ottenuti e del modificarsi dei bisogni rilevati sul territorio comunale.

Le Amministrazioni Comunali contribuiscono economicamente al costo dei progetti sulla base dell’effettiva richiesta di interventi da realizzare.

Nello spirito del principio di sussidiarietà, il Comune di Vobarno riconosce l’impegno profuso da diverse agenzie del territorio nel promuovere interventi di tipo ludico/educativo a favore dei minori. In tale senso va il sostegno economico (erogato in misura compatibile con le risorse a bilancio) che l’Amministrazione Comunale garantisce alle varie iniziative organizzate. E…STATE A SCUOLA

Il servizio si realizza prima dell’inizio dell’anno scolastico e per una durata di due settimane. Obiettivo è facilitare il ritorno a scuola, dopo la pausa estiva, di alcuni alunni individuati dall’Istituto Comprensivo. Tutto ciò grazie alla collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Scolastiche, l’Istituto Comprensivo ed un gruppo di volontari.

AREA DISABILITA’

La realtà dell’handicap e della disabilità è complessa e coinvolge individui di diversa età e con problematiche disomogenee. L’Amministrazione Comunale si propone di offrire ai propri cittadini iniziative varie ed articolate che possano rispondere alle diverse esigenze, impegnandosi principalmente a garantire il rispetto completo, senza limitazioni, della dignità umana e dell’autonomia della persona ed a tutelarne i diritti di libertà ed integrazione nella sfera familiare e sociale. Il Comune, nell’ambito delle proprie competenze, promuove quindi interventi di diritto allo studio, di formazione e orientamento professionale, di collocamento al lavoro, di supporto alla famiglia al fine di favorire la permanenza o l’inserimento nel proprio ambiente sociale e lavorativo di soggetti disabili e a rischio di emarginazione.

SERVIZIO EDUCATIVO SCOLASTICO (Assistenza ad personam)

Il servizio viene svolto presso la scuola in favore di minori che presentano un handicap fisico o psico- fisico e che necessitano di un supporto individualizzato da parte di personale qualificato: il servizio si occupa di fornire assistenza personalizzata sia in ambito assistenziale che educativo. L’inserimento nella scuola del disabile implica un’azione congiunta tra Comune, Scuola, Famiglia e Servizi socio-sanitari territoriali che seguono il soggetto; ciò mette in evidenza la necessità di attuare una fattiva collaborazione per approfondire le problematiche legate a ciascun tipo di handicap per una corretta programmazione degli interventi. L’attività comprende tutte le prestazioni necessarie alla permanenza del ragazzo presso la struttura scolastica, alla sua più completa socializzazione ed alla realizzazione di progetti educativi individualizzati. Il servizio viene attivato su richiesta di specialisti (neuropsichiatra infantile, psicologo) operatori del Distretto socio-sanitario e della scuola, viene svolto da personale educativo ed è gratuito.

SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE DISABILI

Il Servizio Educativo Domiciliare Disabili è rivolto a minori e si colloca nella rete dei Servizi Socio Assistenziali con la finalità di attivare interventi di tipo preventivo, di sostegno scolastico e d’aiuto alla famiglia del disabile. Obiettivo principale del Servizio è supportare il nucleo familiare affinché il minore, anche in ambito domestico, possa continuare ad essere stimolato ad apprendere, secondo modalità educative adeguate. Quanto acquisito a scuola attraverso l’intervento dell’insegnante di sostegno e/o dell’educatrice ad personam è consolidato a casa, attraverso l’intervento educativo, condividendo con la famiglia le più opportune e proficue strategie operative mirate a far sperimentare al minore disabile, esperienze di successo, arricchenti anche per i genitori che spesso vivono con disagio la patologia dei figli. Il Servizio quindi si struttura attraverso il mantenimento o potenziamento, nelle aree in cui è possibile investire, delle abilità del disabile nell’ottica di un reale miglioramento della sua qualità di vita. Destinatari del Servizio sono i bambini/e, ragazzi/e in possesso di una certificazione di handicap, conosciuti o non dal Servizio Sociale del Comune, che versano in una situazione di particolare difficoltà personale o familiare. Viene data priorità a quelle situazioni per le quali il Servizio Disabilità e Handicap dell’ASL o di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda Ospedaliera – oltre che il Servizio Sociale comunale -, ritengono necessaria l’attivazione di un Servizio educativo domiciliare. L’intervento è condizionato dall’adesione della famiglia, che è chiamata a condividere le finalità educative e le modalità organizzative del progetto sottoscrivendo il contratto d’ingresso proposto.

Il progetto S.E.D.D prevede l’erogazione di prestazioni educative con particolare attenzione:  all’ intervento educativo finalizzato ad un miglioramento della qualità vita del disabile, attraverso il raggiungimento di piccoli obiettivi;  al progetto educativo che si propone di supportare i genitori nel proprio ruolo educativo. Il Servizio si svolge nei giorni feriali al domicilio dello studente o, in casi eccezionali, presso altre strutture sul territorio. La Giunta comunale stabilisce annualmente la quota di compartecipazione delle famiglie al costo del servizio.

CONTRIBUTO PER LA FREQUENZA A SERVIZI SEMI RESIDENZIALI

CENTRI DIURNI DISABILI I C.D.D. (Centro Diurno Disabili) sono strutture integrate non residenziali che accolgono giornalmente soggetti con notevole compromissione dell’autonomia nelle funzioni elementari. I Centri mirano alla crescita evolutiva dei soggetti nella prospettiva di una progressiva e costante socializzazione con l’obiettivo da un lato di sviluppare, pur nella consapevolezza dei limiti oggettivi del portatore di handicap, le sue capacità residue, dall’altro di operare per il massimo mantenimento dei livelli acquisiti. Sono ammessi al C.D.D. esclusivamente i soggetti con disabilità tali da comportare una notevole compromissione dell’autonomia nelle funzioni elementari e per i quali siano stati svolti tutti gli interventi di tipo riabilitativo-sanitario e psico- sociale atti a garantire un reale inserimento in strutture rivolte alla generalità delle persone. L’inserimento al servizio è attivato in seguito a valutazione dell’équipe del Servizio Disabilità dell’ASL ed a successiva autorizzazione da parte del Comune; tali servizi, in concerto con la famiglia del disabile, elaborano un progetto di inserimento e ne curano l’avvio ed il monitoraggio costante della situazione. L’utenza compartecipa al costo del servizio misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale.

CENTRO SOCIO EDUCATIVO (C.S.E.) Il Centro Socio Educativo “Arcobaleno” è sito in Roè Volciano via Rossini, 24. Nato in seguito ad una trasformazione – richiesta dall’attuale normativa - del precedente Servizio Formazione Autonomia, il servizio è dedicato a soggetti disabili, segnalati dall’ASL territorialmente competente, la cui fragilità non sia compresa tra quelle riconducibili al sistema socio-sanitario, con handicap medio – grave che abbiano assolto l’obbligo scolastico, per un periodo di tempo non definito. I servizi erogati presso il Centro hanno la finalità di garantire la promozione delle autonomie di base, il mantenimento del livello cognitivo/culturale e l’integrazione sul territorio dei soggetti frequentanti, attraverso la creazione di un clima di benessere psico-fisico-relazionale e l’attenzione continua e costante ai loro bisogni socio – educativi – assistenziali. Il servizio presuppone: l’elaborazione del progetto educativo individualizzato da condividere annualmente con l’ASL competente (EOH), la famiglia e l’assistente sociale del comune di residenza dell’utente l’elaborazione di un piano di attività giornaliere che colga i ritmi ed i bisogni dei soggetti frequentanti il Centro; l’organizzazione e la gestione di attività e laboratori educativi nonché delle collaborazioni con enti od associazioni presenti sul territorio; la redazione annuale del Regolamento, della Carta dei servizi, della relazione descrittiva del CSE, che verranno consegnati dalla Coordinatrice del servizio annualmente, all’ASL competente territorialmente (CSH, EOH) ed all’assistente sociale del comune di riferimento per l’utente. Il servizio consiste nella programmazione e nella gestione delle seguenti attività: Accoglienza dei ragazzi frequentanti il Centro; Assistenza durante i pasti (pranzo e merenda); Organizzazione di attività di tipo socio – assistenziale (bagno, igiene personale, igiene ambientale); Attività inerenti l’area delle abilità delle autonomie di base Attività inerenti l’area delle abilità cognitive Attività inerenti l’area di integrazione sociale Attività inerenti l’area delle abilità grosso-fino motorie Organizzazione delle esercitazioni all’autonomia Servizio trasporti da casa al Centro e viceversa. Il servizio è garantito per 47 settimane all’anno, dal lunedì al venerdì per almeno 7 ore continuative in base alla DELIBERA REGIONALE del 16 febbraio 2005 n° 7/ 20763. L’utenza compartecipa al costo del servizio misura determinata annualmente dalla Giunta Comunale.

FREQUENZA A SERVIZI RESIDENZIALI (C.R.H e COMUNITA’ ALLOGGIO)

Specifici servizi sono previsti per portatori di grave handicap. I Centri Residenziali e le Comunità Alloggio sono strutture protette che accolgono soggetti con gravi o gravissime limitazioni della autonomia funzionale che necessitano di un supporto socio sanitario specifico, e/o privi di familiari in grado di sopperirvi. L’utente viene inserito nelle strutture idonee in seguito a valutazione dell’èquipe disabilità dell’ASL che elabora, in concerto con il Servizio Sociale comunale e la famiglia, un progetto di inserimento e ne cura l’avvio ed il monitoraggio costante. Per il pagamento della retta è richiesto il versamento di tutti i redditi percepiti dall’utente disabile (ad eccezione di una quota mensile per le proprie piccole spese, l’ammontare della quale viene annualmente deliberato dalla Giunta Comunale). Per la restante parte intervengono il Comune ed i familiari tenuti per legge alla corresponsione degli alimenti - sulla base di quanto disposto dall’art. 433 del Codice Civile - mediante modalità e criteri proporzionali alle condizioni economiche dei familiari, modalità che vengono deliberati annualmente dalla Giunta Comunale. INTERVENTI A SOSTEGNO DI PERSONE CON HANDICAP DI PARTICOLARE GRAVITA’

La Legge n°162/98 prevede il finanziamento di attività di sostegno alle persone in situazione di handicap grave - di età compresa tra 15 e 64 anni - per la realizzazione a livello territoriale di progetti di aiuto e di accompagnamento finalizzati soprattutto al: - raggiungimento di una vita indipendente (es. accompagnamento sul luogo di lavoro o di studio, integrazione interventi di assistenza domiciliare); - avvicinamento alla residenzialità (mediante l’utilizzo di alloggi adeguatamente predisposti); - sollievo alle famiglie (accoglienza delle persone disabili presso strutture residenziali, per brevi periodi); I progetti devono essere presentati dal Comune di residenza dell’interessato, all’Ufficio di Piano (Legge n° 328/2000) presso la Comunità Montana di Valle Sabbia che provvederà poi ad inviarli al Servizio Disabilità dell’ASL di Brescia per la loro valutazione. La domanda a cura dell’interessato, deve essere presentata, tramite l’apposito modulo, al proprio Comune di Residenza corredata da:  certificazione di handicap grave ai sensi dell’Art. 3 della L. 104/92;  progetto di Servizio o intervento di sostegno a favore di persona in condizione di gravità. L’Ente locale deve stipulare con la persona beneficiaria o con la sua famiglia un protocollo d’intesa, la cui funzione è garantire la condivisione degli obiettivi dell’intervento, oltre che una puntualizzazione dei tempi e delle modalità di realizzazione dello stesso. In tale contesto, l’Ente può decidere di contribuire a finanziare la parte di progetto non coperta dai fondi regionali e assume il ruolo di garante per la buona riuscita dello stesso. I progetti ammessi, saranno successivamente finanziati dall’ASL in misura non superiore al 70% del costo complessivo del progetto. SERVIZIO SOCIAL WORK

Nel mese di ottobre 2007 l’Assemblea dei Sindaci del Distretto n° 12 di Valle Sabbia ha deciso di sospendere l’affidamento all’ASL di Brescia del servizio NIL e di proseguire l’attività mediante la gestione diretta da parte dei Comuni, delegando alla Comunità Montana di Valle Sabbia. Nasce così il Servizio Social Work gestito operativamente dalla Società Valle Sabbia Solidale e accreditato dalla Provincia di Brescia.

Il servizio è stato creato per supportare le aziende convenzionate nell’accesso a progetti provinciali e regionali per l’ottenimento di incentivi o sgravi fiscali e nell’evasione delle pratiche di selezione e gestione delle risorse umane.

Inoltre fornisce un servizio di consulenza e supporto per la gestione delle pratiche amministrative e burocratiche necessarie per adempiere alla legge 68/99 in favore delle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai disabili intellettivi con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, le persone invalide del lavoro con una grado di invalidità superiore al 33%, le persone non vedenti o sorde, gli invalidi di guerra e per servizio. Analoga attenzione viene dedicata ai lavoratori in condizione di svantaggio. Prima dell’inserimento vero e proprio presso le ditte locali si attivano periodi di tirocinio formativo prima e collocativo poi, di durata variabile a seconda delle diverse situazioni ed in base a progetti individuali elaborati dal personale specializzato del Social Work, in collaborazione con il Servizio Sociale comunale. In sintesi il Social Work offre i seguenti servizi: - individuazione e selezione dei candidati; - definizione di un progetto di inserimento; - realizzazione del progetto (tirocinio di formazione e orientamento con affiancamento in azienda); - monitoraggio post assunzione (durata ordinaria di un anno); - mappatura delle realtà produttive che intendono effettuare un tirocinio di formazione. Il Servizio Sociale valuta le richieste di intervento pervenute e invia la scheda di presentazione dell’utente al Social Work che, dopo specifici colloqui conoscitivi con la persona interessata, propone all’Amministrazione Comunale un progetto di tirocinio formativo e/o lavorativo. Compete al Social Work il reperimento della ditta più idonea, l’inserimento del soggetto ed il monitoraggio della situazione. Obiettivo finale, ma non necessario, è l’assunzione in azienda.

COORDINAMENTO SERVIZI HANDICAP (CSH)

Fino la 31 Dicembre 2008 il Servizio CSH era gestito, attraverso Delega dei Comuni del Distretto n° 12, dall’ASL di Brescia. Durante la seduta dell’Assemblea dei Sindaci del 19 Dicembre 2008 è stata posta all’ordine del giorno la decisione rispetto al prosieguo o al ritiro della delega del servizio e l’Assemblea ha stabilito, all’unanimità, di ritirare tale delega a partire dal 01 Gennaio 2009 e ha stabilito di procedere nella gestione diretta del servizio. Nella medesima seduta è stato presentato un progetto di gestione del servizio formulato dalla Società Valle Sabbia Solidale e da quella data il servizio è gestito direttamente dalla Società per conto dei Comuni del Distretto n° 12 di Valle Sabbia.

VOUCHER SOCIO ASSISTENZIALI

Il voucher socio assistenziale, introdotto dal 2009 dal Piano di zona del distretto n° 12, è uno strumento che permette di erogare a soggetti adulti in situazione di particolare fragilità (portatori di handicap e/o

con patologia psichiatrica), prestazioni finalizzate a favorire la loro permanenza nell’ambiente di vita e nel tessuto sociale di appartenenza. Si caratterizza in prestazioni di carattere educativo domiciliare. Per ogni soggetto viene predisposto dall’Assistente Sociale un progetto individualizzato; il progetto e la scelta dell’agenzia del territorio accreditata per la realizzazione dello stesso sono condivisi con l’interessato e gli eventuali familiari.

PROGETTO “IL MAGLIO SUL CHIESE”

Proposto dal C.P.S. di Salò dell’Azienda Ospedaliera di , il progetto ha come scopo la costituzione di équipe funzionali per la gestione di utenti in carico al servizio psichiatrico affetti da gravi patologie. Vi aderiscono, oltre il citato servizio sanitario, la Comunità Montana di Valle Sabbia e i Comuni di , Roè Volciano, Vobarno e . Le équipe territoriali funzionali sono composte da operatori sanitari e sociali e hanno il compito di predisporre programmi e interventi integrati a favore di pazienti psichiatrici “gravi” residenti nel Comune.

AREA IMMIGRAZIONE

SPORTELLO IMMIGRATI

L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto “Sportello Unico per Immigrati - Distretto Socio Sanitario n° 12”, elaborato dalla Comunità Montana di Valle Sabbia sulla base dell’accordo di programma di cui alla Legge n° 328/2000, e sulla base alle direttive contenute nella Legge n° 40/98 che cofinanzia l’iniziativa stessa. Il Comune intende offrire così ai cittadini stranieri azioni volte al sostegno nell’orientamento all’accesso ai vari servizi ed al disbrigo di fondamentali pratiche burocratiche. Grazie alla presenza di un mediatore linguistico culturale vengono fornite agli interessati tutte le informazioni utili per la loro integrazione sociale e lavorativa. Il Servizio, che per lungo tempo è stato Punto decentrato della Questura di Brescia, offre la possibilità di consegnare la documentazione necessaria per ottenere il ricongiungimento familiare e aiuta l’immigrato nella compilazione on line della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno e/o di carta di soggiorno. Il Servizio è gratuito, ma solo alle persone che risiedono o lavorano in uno dei Comuni del Distretto n°12 di Valle Sabbia. Gli sportelli sono attivi nei Comuni di Vobarno, Vestone e in giorni e orari diversi.

PROGETTI FINALIZZATI ALL’INTEGRAZIONE DEL CITTADINI STRANIERO

L’integrazione/interazione del cittadino straniero nel tessuto sociale del paese si realizza principalmente attraverso il dialogo con le comunità di stranieri presenti sul territorio, la conoscenza e la condivisione delle norme che regolano la società. Importante però è anche la conoscenza di tutte le istituzioni e del loro funzionamento; prima fra tutti l’istituzione scuola nella quale i bambini ed i giovani trovano, oltre alle nozioni necessarie per una formazione culturale e personale, anche spazi di socializzazione, di scambio, di confronto necessari per porre le basi di una futura società basata sul rispetto e la tolleranza. In quest’ottica si inseriscono i vari progetti che annualmente vengono elaborati, in collaborazione con la Comunità Montana di Valle Sabbia, e rivolti a famiglie, alunni, giovani, insegnanti, ecc.

CONTRIBUTI ECONOMICI A SOSTEGNO DELLE FASCE DEBOLI DELLA POPOLAZIONE

ASSEGNO DI MATERNITA’ L’assegno di maternità è stato istituito dalla legge n° 448/1998, successivamente modificata nel corso degli anni. L’assegno è previsto a favore di quelle donne che non beneficiano di alcuna indennità economica di maternità (casalinghe, disoccupate, artigiane,…) e che abbiano una situazione economica tale da non superare un determinato valore, stabilito annualmente dal Governo. Qualora l’indennità di maternità erogata da parte degli enti previdenziali alle madri lavoratrici sia inferiore all’assegno di cui sopra, potrà essere avanzata all’INPS, attraverso il Comune di residenza, la richiesta per la concessione della differenza. I requisiti per poter ottenere l’assegno di maternità sono fissati annualmente e, in linea di massima, possono essere sintetizzati come segue: - essere madri, cittadine italiane, comunitarie residenti o extracomunitarie in possesso della carta di soggiorno (da non confondere con il permesso di soggiorno), che non beneficiano di alcuna indennità di maternità o che ne beneficiano in misura inferiore all’assegno in parola; - avere un ISE non superiore ad un valore stabilito annualmente; - fare domanda ai Servizi Sociali del Comune di Vobarno entro 6 mesi dalla data del parto o dall’ingresso nella famiglia anagrafica di un minore con età non superiore a 6 anni in affidamento preadottivo o in adozione senza affidamento. Dopo la valutazione della situazione economica e dei requisiti, si trasmettono informaticamente all’INPS i dati per la relativa liquidazione. ASSEGNO PER I NUCLEI FAMILIARI NUMEROSI Introdotto anch’esso dalla legge n° 448/1998, questo assegno è stato concepito come sostegno economico alla famiglia ed in particolare è rivolto a quei nuclei familiari numerosi con reddito limitato. Anche in questo caso il limite economico d’accesso è stabilito di anno in anno dal Governo. I requisiti per ottenere l’assegno per nuclei famigliari numerosi sono fissati annualmente e, in linea di massima, possono essere sintetizzati come segue: - essere cittadini italiani o comunitari residenti aventi un nucleo familiare composto da almeno 3 figli minorenni. Ai figli minori del richiedente sono equiparati i figli ricevuti in affidamento preadottivo; - avere un ISE non superiore ad un livello stabilito annualmente; - presentare domanda ai Servizi Sociali del Comune di Vobarno entro il 31 gennaio dell’anno successivo in cui si vengono a formare i presupposti per la concessione dell’assegno. Dopo la valutazione della situazione economica e della presenza dei requisiti, vengono trasmessi telematicamente all’INPS i dati per la liquidazione.

CONTRIBUTO PER IL SOSTEGNO ALL’ACCESSO ALLA LOCAZIONE (FSA):

Istituito per dare un aiuto economico alle famiglie con reddito limitato per il pagamento dei canoni di locazione, il contributo nel corso degli anni ha subito una evoluzione. Inizialmente finanziato da Stato e Regione Lombardia, negli ultimi anni ha coinvolto anche le Amministrazioni Comunali che devono necessariamente contribuire alla costituzione del Fondo con percentuali che variano dal 10% per tutte le situazioni regolarmente accolte, al 20% per le situazioni in gravi difficoltà economiche. Diversamente i contributi non vengono erogati. Presso l’ufficio servizi sociali, nonché presso i Centri di Assistenza Fiscale, è possibile la presentazione delle istanze nei termini stabiliti annualmente dalla Regione Lombardia. I requisiti generali per ottenere il contributo sono fissati annualmente dalla Regione Lombardia.

CONTRIBUTI STRAORDINARI E PRESTITI D’ONORE Tali contributi consistono in aiuti economici straordinari e legati a situazioni di bisogno improvviso e non prevedibile. La valutazione circa l’effettiva necessità di tali interventi è di competenza dell’Amministrazione Comunale, che valuta la situazione e definisce il tipo di intervento più opportuno. In taluni casi è possibile prevedere una restituzione rateale delle somme ricevute in prestito, secondo modalità stabilite dalla Giunta comunale.

CONTRIBUTO SPESE DI RISCALDAMENTO

Consiste nell’erogazione di un contributo economico a parziale copertura delle spese documentate sostenute per il riscaldamento di persone ultrasessantacinquenni con un reddito limitato. I limiti di reddito entro i quali è possibile presentare la domanda di contributo sono annualmente deliberati dalla Giunta Comunale. Le domande di contributo vengono raccolte durante il mese di Gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento ed i contributi vengono erogati in base alle effettive disponibilità di bilancio.

CONTRIBUTO SPESE FARMACEUTICHE E TICKET SANITARI Il contributo è erogato a persone ultrasessantacinquenni con un reddito limitato, a parziale rimborso della spesa sostenuta per l’acquisto di farmaci non mutuabili, per il pagamento di ticket vari presso le strutture sanitarie pubbliche. I limiti di reddito entro i quali è possibile presentare l’istanza di contributo sono annualmente deliberati dalla Giunta Comunale. Le domande di contributo vengono raccolte durante il mese di Gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento ed i contributi vengono erogati in base alle effettive disponibilità di bilancio. Le istanze devono essere corredate dagli originali delle fatture, che non saranno restituite in caso di erogazione di un contributo superiore al 30% del loro importo, e degli scontrini della farmacia (purché sia specificata l’effettiva natura del prodotto venduto – farmaco). L’entità del contributo verrà definita sulla base delle effettive disponibilità di bilancio.

BUONO SOCIALE

Il Buono Sociale, erogato dalla Comunità Montana di Valle Sabbia in qualità di ente capofila per la realizzazione del Piano di Zona di cui alla Legge n° 328/2000, si pone le seguenti finalità:  valorizzazione della cura dell’anziano a domicilio;  limitazione dei ricoveri in strutture residenziali;  offerta alle famiglie degli anziani scarsamente e/o non autosufficienti, di un’ulteriore opportunità di risposta ai bisogni dalle stesse espressi. Le domande sono raccolte dal Comune di residenza che verifica il possesso dei requisiti sociali ed economici richiesti e sono poi trasmesse alla Comunità Montana stessa che provvederà alla formazione di un’unica graduatoria a livello distrettuale. I requisiti per l’accesso al buono sono fissati da un bando il cui testo viene approntato dall’Ufficio di Piano della Comunità Montana di Valle Sabbia secondo i principi dettati dal Tavolo di Zona (composto da tutti i Sindaci dei Comuni appartenenti al Distretto n° 12).