Nel ’56, il Premio Veillon a Giorgio Bassani te e l’inesausta attività culturale di Giorgio Bassani1). Una difficile partita a carte In gioventù avevo conosciu- to Giorgio Bassani nella sua cit- tà. Quella delle Storie. Quella che Avvicinandosi il centenario del- che resi nella forma più confacen- nel 1991, nel corso di un’intervista la nascita di Giorgio Bassani (Bo- te al mio sentire: L’Amministrazio- con la studiosa tedesca Heidema- logna, 4 marzo 1916), nonché il ne Comunale di partecipa rie Stücher, volle definire la mia sessantesimo dell’assegnazione del commossa al lutto della Famiglia città, aggiungendo: Ferrara non è Premio Charles Veillon a Gli ulti- per la scomparsa di Giorgio Bas- una città qualunque, è la mia vera- mi anni di Clelia Trotti (Lugano, sani. Il celebrato autore de Il giar- mente; allora ho messo anche le da- 13 maggio 1956), consegno a “Il dino dei Finzi-Contini, de L’airone te, che sono la prova dell’impegno Cantonetto” il ricordo personale di e di altri noti capolavori, legando morale e anche politico, serio, se una conoscenza “trasversale” del- il suo nome a Ferrara per le den- vuole, di dare credibilità alle storie lo scrittore. Come sempre avviene se evocazioni letterarie che ha sa- che io racconto. Era il lontano 1974 quando ci misuriamo con la quo- puto generosamente dispensare, la- e avevo letto da tempo i suoi rac- tidianità dei grandi, la lettura e scia nelle ultime e nelle future gene- conti e romanzi. Ne avevo apprez- rilettura delle sue opere ha forte- razioni un grande vuoto. Conforta zato l’eloquio durante un Incontro mente influenzato queste pagine in queste ore solo la certezza che la con lo scrittore nell’aula magna del- modeste. raffinata pagina dello scrittore por- la locale Università, dove con vo- terà nel mondo il persuasivo affet- ce fascinosa aveva declamato i ver- Ho ancora nella mente l’incipit to per la città di un intellettuale del si delle sue ultime liriche, raccolte del laconico necrologio apparso il nostro secolo a cui si ascrivono alti in Epitaffio2). Ora mi si presentava 15 aprile del 2000 nella cronaca lo- meriti. Per l’impegno profuso nella l’occasione di conoscerlo perso- cale. L’Ufficio Stampa dell’Ammi- letteratura, nella poesia, in ambito nalmente grazie ad un amico co- nistrazione Comunale di Ferra- civile e nella salvaguardia del pa- mune, l’ingegner Filiberto Lodi di ra il giorno prima mi aveva com- trimonio nazionale, Ferrara si rac- San Remo, con cui lo scrittore ave- missionato con urgenza il testo, coglie oggi per onorare l’uomo, l’ar- va appuntamento. Il luogo dell’in-

34 contro era la hall dell’hotel Astra, comodo salotto della città dove si davano convegno uomini e donne dello spettacolo, giornalisti, atto- ri più o meno famosi, politici e in- calliti flâneurs. Bassani arrivò pun- tuale. Per discrezione mi allontanai di qualche metro lasciando all’ami- co comune il piacere di andargli incontro e di stringergli con calo- re la mano. Pochi minuti dopo fui presentato allo scrittore, cordiale e sorridente ma con un’evidente pre- occupazione stampata in volto. “E Mario?”, domandò guardandosi in- torno. Il Mario che Bassani cerca- va era , di passaggio a Ferrara per una manifestazione ga- stronomica. Lo attendeva con im- pazienza, come se mancasse qual- cuno di cui non si poteva assolu- tamente fare a meno. Presto mi fu chiara la ragione di tanta appren- sione. Si sarebbe disputata in un salotto dell’hotel una partita a car- te, di cui i tre erano appassionati. Io sarei stato il quarto. L’imbaraz- zo si fece subito strada perché ciò che mi si chiedeva era superiore al- le mie forze. Si trattava di un gioco molto simile al Tressette, ma diffe- riva per alcune varianti che logica- mente mettevano in ansia chi, co- me me, non le conosceva affatto. Aveva un nome mutuato dal dialet- to locale, qualcosa come Litighino o Litighina, e preludeva a una ser- rata sfida fra due coppie in aper- ta competizione. Nella hall echeg- giò la voce stridula di Mario Solda- Giorgio Bassani colto dall’obiettivo del fotografo Vicenzo Vicari il 13 maggio 1956, in ti, che entrò con un largo sorriso occasione del conferimento del Premio Veillon 1955 nel salone del Kursaal a Lugano (la foto, come le altre qui pubblicate, si conserva nel fondo Vicari presso l’Archivio Sto- sulle labbra e abbracciò i due ami- rico della Città di Lugano, che si ringrazia per la gentile concessione). Bassani era nato a 3) ci con entusiasmo . Io, il più gio- il 4 marzo 1916 da una famiglia israelita, ma trascorse la giovinezza a Ferrara. vane del gruppo, studente univer- Con la città felsinea mantenne i contatti nel periodo universitario, iscrivendosi nel 1934 sitario e autentica nullità di fronte alla Facoltà di Lettere dell’Ateneo bolognese, per poi laurearsi nel 1939. Furono anni contrassegnati da significative influenze culturali, esercitate in primis da Roberto Lon- al sapere dei due scrittori e dell’a- ghi, di cui diviene allievo e amico, da Giorgio Morandi, da Francesco Arcangeli e dal con- mico comune (già all’epoca uo- cittadino Lanfranco Caretti, che più tardi farà parte della Giuria del Premio Veillon, sosti- mo di mezza età), fui subito mes- tuendo Egidio Reale. Nel 1956, quando a Lugano si affermò con Gli ultimi anni di Cle- so in coppia con Mario Soldati. Di lia Trotti, Bassani aveva al suo attivo esperienze letterarie iniziate dalle colonne del “Cor- fianco a me, avversario dichiara- riere Padano”, fondato nel 1925 da Italo Balbo, oltre a una raccolta di racconti intitolata Una città di pianura, uscita dai torchi della Ceschina di Milano e pubblicata nel 1940 con to, c’era l’autore de Gli ultimi an- lo pseudonimo di Cesare Marchi, per non incorrere nelle sanzioni previste dalle inique ni di Clelia Trotti in veste di gioca- Leggi razziali del 1938; immediatamente dopo la guerra aveva inoltre pubblicato Sto- tore accanito, concentrato in azio- rie di poveri amanti, Roma, Astrolabio, 1945, le raccolte poetiche Te lucis ante, Roma, ni che esulavano dal ruolo di intel- Ubaldini, 1947, e Un’altra libertà, Milano, Mondadori, 1951. Due anni prima del riscon- tro luganese, aveva dato alle stampe La passeggiata prima di cena, Firenze, Sansoni, lettuale e scrittore militante. Con 1953, poi confluita con Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Una notte del ’43, Lida Mantovani improvvisa fulminazione associai e Una lapide in Via Mazzini nella raccolta delle Cinque storie ferraresi, con cui vinse il quella sua inusuale tensione nel Premio Strega nello stesso 1956. Dopo Gli ultimi anni di Clelia Trotti, lo scrittore pub- gioco all’immagine in bianco e ne- blicò per Einaudi Il giardino dei Finzi-Contini nel 1962 e Dietro la porta nel 1964, a cui seguì L’airone nel 1968 in edizione mondadoriana. Il costante lavoro di “riscrittura” con- ro che lo ritraeva durante la ce- dotto a partire dal 1974 sui racconti delle Storie, sui romanzi e su altri felici testi letterari, rimonia del Premio Veillon 1955, approdò nel 1980 all’edizione definitiva dell’opera Il romanzo di Ferrara. Giorgio Bassani assegnato a Lugano il 13 maggio si spense a Roma il 13 aprile 2000.

35 1956, quando si aggiudicò il primo posto con Gli ultimi anni di Clelia Trotti4). L’immagine era nota: figu- rava in qualche risvolto di coper- tina dei suoi romanzi, o nelle rivi- ste specializzate che circolavano nelle biblioteche di Ferrara, a te- stimonianza del meritato succes- so letterario conseguito all’estero da un concittadino diventato illu- stre. Sorridente, fiero e soddisfat- to, in abito chiaro elegantemente portato, nell’istantanea Bassani è colto dal fotografo nel momento in cui riceve nel Salone d’onore del Kursaal le congratulazioni di Reto Roedel, Presidente della Commis- sione giudicatrice del Premio. Con quell’immagine in testa, mentre Mario Soldati mischiava le carte, alla prima mano mi giustifi- cai dicendo che la mia conoscen- za delle regole era scarsa, che co- noscevo il Tressette ma che avevo bisogno di un po’ di tempo per… “Fa niente”, m’interruppe Solda- ti d’imperio, spegnendo il mozzi- cone del suo toscano sulla scritta Campari al centro di un posacene- re di vetro. Perdemmo rovinosa- mente tre partite, e mancò il tem- po per la rivincita. Una qualche re- sponsabilità sull’infausto esito era da imputare al sottoscritto, prin- cipiante e inesperto. Ma a dispet- to del nome di quel gioco, non liti- gammo. Parlammo invece di preli- batezze culinarie, del modo diver- so con cui, a seconda delle zone, si cucinavano i tortelli di zucca e dei miasmi che i vicini zuccheri- fici e le fabbriche del Polo chimi- co riversavano sulla città estense. Emerse qualche lecita nostalgia quando, salutandoci, io mi misi in sella ad un vecchio Mosquito a rul- La copertina illustrata da Mino Maccari del romanzo Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Pisa, Lischi-Nistri, 1955, con cui Giorgio Bassani si aggiudicò il Premio Charles Veillon 1955, lo di marca Legnano, già allora un conferito a Lugano nel maggio 1956. L’esemplare qui riprodotto, dotato di fascetta vero cimelio. editoriale con indicazione Premio Internazionale Veillon (Lugano 1956), è conservato Negli anni a seguire rividi Gior- presso la Biblioteca Ariostea di Ferrara (segnatura W.19.7.14). Un altro esemplare dell’o- gio Bassani in altre circostanze. pera, ancora in quella biblioteca, si conserva nel fondo del filologo e italianista Lanfranco Caretti (segnatura Caretti Rari B 0208), con dedica manoscritta dell’Autore. Lo stesso Almeno due volte nel corso del Caretti, sarebbe stato chiamato qualche anno più tardi, nel 1960, quale membro della 1993. La prima fu in occasione di giuria del Premio Veillon, in sostituzione di Egidio Reale, scomparso a Locarno nel 1958. una giornata di studio organizza- Questo racconto, unito ad altri, confluì di lì a poco nel volume Cinque storie ferraresi, ta in suo onore presso la Biblio- tutte ambientate nella città dove Bassani trascorse la sua giovinezza. Uscite presso Einaudi nel 1956, le storie (Lida Mantovani, La passeggiata prima di cena, Una lapide teca Ariostea, la stessa istituzio- in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Una notte del ’43) valsero in quell’anno al ne culturale dalla quale era stato giovane autore il prestigioso Premio Strega. A fare da sfondo al racconto premiato a espulso nel 1938 per via delle Leg- Lugano sono le vicende storiche della Seconda guerra mondiale: il protagonista è Bruno gi razziali, episodio fedelmente ri- Lattes, un giovane letterato ebreo ferrarese trasferito negli Stati Uniti nel 1943, che tor- nato a distanza di alcuni anni nella sua città rivive gli incontri pericolosi e furtivi avuti con portato nelle pagine del V capito- l’anziana maestra Clelia Trotti, un’esponente socialista sorvegliata dalla polizia fascista, lo de Il giardino dei Finzi-Conti- poi lasciata morire in carcere. ni5). Era un dovuto risarcimento

36 La Giuria del Premio Veillon, qui riunita nel salone del Kursaal di Lugano il giorno del conferimento del premio a Giorgio Bassani, il 13 maggio 1956. Si riconoscono, da sinistra: in piedi il segretario della giuria Guido Calgari, all’epoca professore di letteratura italiana al Politecnico federale di Zurigo, dopo aver diretto a lungo la Scuola magistrale di Locarno; dietro di lui, seminascosto, Diego Valeri, poeta e critico letterario padovano, che da lungo tempo praticava amici letterati ticinesi, dopo essere stato rifugiato antifascista in Sviz- zera negli anni precedenti la guerra; Egidio Reale, anch’egli rifugiato italiano in Svizzera, antifascista e federalista, ricoprì l’incarico di ambasciatore italiano a Berna dal 1947 al 1955; il mecenate Charles Veillon, industriale romando fondatore di una florida azienda di confezioni smerciate per corrispondenza; Francesco Flora, critico letterario, a quel tempo professore di letteratura italiana nell’Univer- sità di Bologna; Reto Roedel, presidente della giuria, professore di letteratura italiana all’Università di San Gallo; Aldo Patocchi, artista xilografo, uomo di cultura e giornalista, redattore del periodico “Illustrazione Ticinese”, oltre che sovrintendente dell’attività museale della città di Lugano; infine l’avvocato Plinio Bolla, già giudice del Tribunale federale. morale negli spazi dove nell’in- gner Filiberto Lodi, ne evocò la fi- mi il necrologio all’indomani della verno del 1938 gli venne notifica- gura con un sorriso e con gli occhi sua morte. Non avevo fatto parola ta l’espulsione in ottemperanza al della mente. La seconda volta fu a con nessuno, ad eccezione di po- Regio Decreto Legge 1779 del 15 Roma, durante la manifestazione chi intimi, di quella partita a car- novembre 1938, Integrazione e co- conclusiva del Premio Strega, alla te. Sotto l’aspetto istituzionale c’e- ordinamento in un unico testo del- quale ero stato invitato da un’ami- ra di mezzo l’ALFe, di cui mi ero le norme già emanate per la dife- ca in giuria. Lo avvicinai e lo salu- occupato nell’ambito del mio lavo- sa della razza nella Scuola Ita- tai stringendogli la mano. Con gli ro presso la Biblioteca Ariostea; o liana. Tenuto a battesimo dallo stessi occhi persi di qualche mese forse c’era qualche altra recondita scrittore, fu ufficialmente inaugu- prima, mi fissò, rispose alla stretta ragione di cui non ero a conoscen- rato quel giorno l’Archivio Lettera- e fece un semplice cenno con il ca- za, come ad esempio l’avere fatto rio Ferrarese del Novecento deno- po. È l’ultima scansione d’immagi- da tramite nelle fasi preparatorie minato ALFe, di cui chi scrive ha ne, privata più che letteraria, di un dell’intervista della citata studiosa dato conto all’epoca in un artico- grande scrittore a cui la mia gene- tedesca Heidemarie Stücher7), te- lo apparso su “Cartevive”6). All’in- razione deve molto. lefonando a Giorgio Bassani nella gresso della sala conferenze ebbi sede romana di “Italia nostra” per l’ardire di ricordargli quella parti- concordare l’incontro fra i due. Al- ta a carte di vent’anni prima, ma la tre ragioni non potevano esserci. sua condizione di salute e il male Mi chiedo ancora oggi co- Ma è a quella difficile partita a che da tempo lo affliggeva non gli sa avesse indotto l’Ufficio Stam- quattro che pensai quando assun- consentirono di mettere a fuoco il pa dell’Amministrazione Comu- si l’incarico, riconvocando istinti- ricordo. Quando nominai l’inge- nale di Ferrara a commissionar- vamente il personaggio di Clelia

37 Il premiato Giorgio Bassani, qui in piedi tra i giurati, prende la parola davanti al pubblico adunato nel salone del Kursaal. Così viene segnalato il suo intervento in una cronaca giornalistica dell’epoca: “Mentre il presidente Reto Roedel stava leggendo alcuni brani del romanzo premiato, il giovane autore, giunto allora dall’Italia, ha fatto la sua comparsa in sala, accompagnato dalla moglie e dal dott. Calgari, segretario della giuria, e salutato da un caloroso applauso del pubblico. È stata un’entrata tempestiva ma non teatrale, anche perché era stata preannunciata. Del resto Giorgio Bassani non ha nulla di teatrale: si presenta con una misurata semplicità che con- quista subito la simpatia. E questa simpatia si è accentuata quando egli, con la stessa semplicità e senza posa alcuna, ha detto la sua soddisfazione per questo premio che gli era stato conferito in un Paese dove la libertà non è mai venuta meno e che egli ha voluto dedicare a un suo giovane e caro allievo defunto, Gianluigi Devoto”. (Dal “Giornale del Popolo”, 14 maggio 1956).

Trotti e ripescando dalla memo- glia per vendicare la morte del lo- fin dal giorno successivo, Ghisel- ria la descrizione che Bassani ne cale Segretario Federale, assassi- lini fu rimpiazzato alla Direzione fece di vecchia rivoluzionaria che nato per motivi ancora oscuri. Il del giornale da Giovanni Muscar- aveva visto con i suoi occhi Anna fatto, realmente accaduto nel no- dini, a cui chi scrive lega il proprio Kuliscioff e Andrea Costa, che ave- vembre 1943, destò raccapriccio cognome per ragioni di lontana e va discusso di socialismo con Filip- nella popolazione per l’ordinan- trasversale parentela, essendo i ri- po Turati, con Giacomo Matteotti za emessa dalle autorità nazifasci- spettivi bisavoli due fratelli. Gio- e con Massarenti… Tratteggian- ste che vietava di rimuovere i ca- vanni Muscardini stese di suo pu- do il suo personaggio, lo scritto- daveri, a titolo di esempio per tutti gno il necrologio e commemorò il re riferiva di analoghe conoscen- coloro che si opponevano al Regi- gerarca che lo aveva preceduto al- ze “trasversali”, di contatti neppu- me8). Il Segretario del Partito Fa- la Direzione del giornale con un re tanto indiretti con chi ha fatto la scista Repubblicano Alessandro articolo di testa dal titolo Camera- storia delle idee. Ero poi del tutto Pavolini per l’occasione coniò il ta Ghisellini: presente!10) cosciente di altre curiose coinci- neologismo ferrarizzare l’Italia9), Ma c’è dell’altro. Per sedici an- denze che mi univano ancora una a significare che nessuna tolleran- ni, la mia giornata si è svolta in volta a Bassani in modo “trasver- za sarebbe stata ammessa nei con- trasversali spazi bassaniani: l’edifi- sale”. Ne Una notte del ’43, inse- fronti di chi avversava il Fascismo. cio storico all’interno del quale ho rito nelle Storie ferraresi, Bassani Nella finzione letteraria il gerarca condotto il mio lavoro di Respon- racconta di un amore frustrato dai assassinato portava il nome di Bo- sabile della Biblioteca dei Mu- tragici eventi che precedono l’uc- lognesi, ma nella realtà si chiama- sei Civici d’Arte Antica, confina cisione di undici civili, dapprima va Igino Ghisellini, veterinario, Di- con l’abitazione di Giorgio Bassa- ammassati davanti al muretto del rettore della “Ferrara repubblica- ni, separata da Palazzo Bonacos- Castello Estense e poi falcidiati a na” ed esponente di spicco del Fa- si da un alto muro di cinta, men- colpi mitra come feroce rappresa- scismo locale. Alla sua morte, e tre un secondo muro la divide da-

38 Il pubblico intervenuto alla cerimonia del Premio Veillon. Al centro, in primo piano di profilo, è ben riconoscibile lo scrittore di Minu- sio Piero Bianconi; alla sua destra, con lo sguardo rivolto all’obiettivo del fotografo Vicari, autore della fotografia, è il fratello maggiore Giovanni Bianconi, poeta dialettale e xilografo. Di spalle, verso sinistra, il rettore del Liceo cantonale Silvio Sganzini. Dietro a Bianconi, presso un altro tavolino, il redattore del “Cantonetto” Mario Agliati in una sua tipica posa. Le cronache giornalistiche, riportando la noti- zia della cerimonia, registrano tra gli altri invitati lo scrittore Francesco Chiesa, suo fratello pittore Pietro Chiesa, lo scrittore e pittore Felice Filippini, la direttrice della Biblioteca cantonale Adriana Ramelli, il direttore di Radio Monteceneri Stelio Molo, il critico e scrittore romando Charly Clerc, il presidente della Società degli scrittori svizzeri Hans Zbinden di Berna. Tra i politici sono segnalati il consigliere federale emerito Enrico Celio, il consigliere di Stato Brenno Galli, i municipali luganesi Ferruccio Pelli e Giovanni Regazzoni. gli spazi dello storico Circolo del fanno pensare a come talune coin- lustrata da Mino Maccari è di fat- Tennis Marfisa d’Este, dal quale cidenze della Storia producano l’i- to allegorica. La cancellata di ferro lo scrittore ventiduenne fu espul- dea di un’insistita “trasversalità” con le punte orientate verso l’alto so nel 1938 e dove Michelangelo dei fatti, esattamente come acca- per impedire ogni accesso, allude Antonioni vinse i cosiddetti “Cam- de a Bruno Lattes, protagonista sul piano figurativo all’emargina- pionati sociali” nel biennio 1933- de Gli ultimi anni di Clelia Trot- zione dei due protagonisti, acco- 34. Affacciandomi ogni giorno da ti, quando prende coscienza del- munati già in precedenza da un vi- una finestra sul retro della Biblio- la necessità di recuperare valori scerale afflato. Ripensando ai ter- teca, il mio sguardo valicava quei morali che, nel bene e nel male, mini della motivazione espressa due muri, estendendosi a sinistra contrassegnano la sua storia indi- dalla Giuria del Premio Veillon, in direzione dell’alta e simbolica viduale. È la tematica bassaniana non è stata forse questa avvincen- magnolia del giardino che fu di dell’individuo escluso, afflitto dal- te tematica del dramma “trasver- Giorgio Bassani, e a destra verso la sua stessa solitudine, magistral- sale” che travalica tempi ed epo- i campi di terra rossa tanto cari al- mente resa nella convincente ana- che, a decretare il successo luga- lo scrittore – così come a Micòl e logia tra i due protagonisti del rac- nese conseguito da Giorgio Bas- Alberto Finzi-Contini – da citarli conto: se Clelia Trotti, insegnante sani nel 1956? Le storie seducenti di frequente nel corso delle inter- socialista militante e politicamen- sulle speranze degli esuli italiani viste concesse a giornalisti e stu- te impegnata, viene isolata da tutti in Svizzera nel periodo delle leggi diosi11). in quanto sorvegliata dalla Polizia, razziali del 1938, all’epoca davano Questi tasselli, piccoli e insigni- nello stesso modo Bruno Lattes al lettore la misura di quanto certe ficanti, inclinano ma non deter- vive una condizione di isolamen- pagine de Gli ultimi anni di Clelia minano. Acquisiscono tuttavia un to impostagli dall’appartenenza al Trotti o di Una notte del ’43, fosse- certo rilievo quando ci si dispone mondo ebraico12). ro il sedimento della speranza col- a ragionare sul proverbiale Caso e La sovraccoperta del volume il- lettiva del diverso vivere civile che

39 Il presidente del Premio Veillon professor Reto Roedel, con accanto, seduto, il giudice Plinio Bolla, membro della giuria, mentre tiene il suo intervento critico dedicato all’evoluzione del romanzo italiano dopo Verga. A questa disamina seguì la lettura del referto ufficiale: “La giuria del Premio internazionale Ch. Veillon per il romanzo italiano, riunita a Lugano nei giorni 10, 11, 12 maggio, rilevato il costante successo del concorso al quale vennero presentate o segnalate quest’anno quaranta opere, tra cui parecchie di alto valore, e dopo aver eliminato i lavori che hanno già ottenuto un premio in altri concorsi (art. 5 del Regolamento), assegna all’unanimità il Premio per il 1955, dell’importo di Fr. 5.000.—, al romanzo Gli ultimi anni di Clelia Trotti, dello scrittore Giorgio Bassani, da Bologna, residente a Roma (edizioni Nistri-Lischi, Pisa, 1955). In questo breve, apparentemente gracile romanzo, la Giuria riconosce un notevole impegno d’arte, la capacità di ricreare figure e fatti di un’epoca e d’una provincia lontana con sottile scaltrezza di evocazione e con misurata partecipazione di sentimento, in una scrittura estremamente nitida ed efficace. Limitandosi poi ai soli manoscritti, la Giuria segnala un nuovo lavoro di Alfio B. Valdarnini, da Montevarchi d’Arezzo, intitolato Il tempo in tasca, opera che conferma l’abilità di narratore del giovane scrittore toscano”. qualificava il Ticino in quel marto- Calgari nel 194015). Fino al 1956 gli linizzazione in Unione Sovietica riato periodo. autori italiani o italofoni premiati iniziata nel febbraio-marzo da Ni- D’altra parte lo spirito del Pre- a partire dal 1948 con la cadenza kita Krušˇcëv e dell’imminente ri- mio, voluto dal mecenate Char- annuale del Premio, risultano es- volta anticomunista in Ungheria, e les Veillon nel 1947, poneva le ba- sere in ordine sequenziale Adolfo nel contempo l’anno in cui lo scrit- si per una riconciliazione europea Jenni in ex aequo con Remo Ros- tore vinse il Premio Strega con le all’insegna della cultura, emer- si, Giovanni Bianconi, Carlo Còc- Cinque storie ferraresi16) –, l’occa- genza avvertita già nel 1944 con la cioli, Felice Filippini in ex aequo sione per una riflessione sulla ne- fondazione del “Journal de la mai- con Emilio Maria Beretta, Natalia fasta eredità della guerra e della son de confections Charles Veil- Ginzburg, Giovanni Bonalumi in discriminazione politica e razzia- lon s.a.”13). Il Regolamento preve- ex aequo con , Giu- le, che inevitabilmente ricadeva deva la partecipazione di autori af- seppe Cassieri e Giorgio Bassani. sull’intero consesso sociale, sper- ferenti alle tre entità linguistiche, Dopo l’edizione del 1955 furono sonalizzando l’individuo e portan- la francese, la tedesca e l’italiana, premiati , Anna Ban- dolo a profonde lacerazioni inte- con premiazioni distinte a Losan- ti, Nino Palumbo, Saverio Strati, riori. Questa tematica avrà pre- na, a Zurigo e a Lugano. Per in- , Enrico Emanuel- dominanza anche nell’edizione teressamento di Guido Calgari14), li, , Giovanni Orelli, successiva, quando nel 1957 ver- le attività organizzative della Se- , Carlo Vasio, Alberto rà premiato Mario Tobino con La zione del romanzo di lingua italia- Vigevano, Pierre Scanziani, Mario brace dei Biassoli. A testimonian- na, godettero di un’efficace visibi- Monti e Sergio Antoniello. za dell’orientamento etico-lettera- lità grazie alle colonne del periodi- Il libro di Giorgio Bassani costi- rio della Giuria della sezione italia- co “Svizzera Italiana”, fondato da tuiva nel 1956 – l’anno della desta- na del Veillon, valga lo stralcio di

40 un’intervista allo stesso Mario To- ti i giovani19). Ex aequo nella stessa sentimento, in una scrittura estre- bino. L’intervistatore chiede: Dal- edizione del premio per Lalla Ro- mamente nitida ed efficace. Una la guerra in Africa nasce il Deser- mano, con il romanzo – pure d’e- partecipazione, quella del quaran- to della Libia, nel 1952. Però è vero sordio – dal titolo Maria20), salu- tenne Giorgio Bassani – che sei che i libri che ti hanno valso il mag- tato da con una anni dopo avrebbe dato alle stam- gior riconoscimento della critica benevola recensione nel “Corriere pe Il giardino dei Finzi-Contini, ri- italiana e straniera, oltre che natu- della Sera”21). È la frammentazione tenuta la sua opera maggiore24) – ralmente del pubblico, sono state Le dell’io a interessare in quegli an- certificata altresì dal tenore del libere donne di Magliano e La bra- ni i componenti della Giuria luga- suo intervento nel corso della pre- ce dei Biassoli? Con franchezza lo nese del Veillon, consapevoli dei miazione. Riferiscono le cronache scrittore risponde: È anche vero, cambiamenti epocali in un mondo che per l’occasione il Bassani si è ma però, non so, il Premio Strega e in una società dove la letteratu- presentato con notevole modestia di lo presi col Clandestino e il Premio ra, facendosi vita, ha facoltà di re- atteggiamenti, ma non per questo Campiello lo presi con Per le anti- gistrare gli effetti di un quotidia- esitò ad esprimere alcuni concetti che scale, e poi il Premio Veillon, no carico di asperità e insidie im- basilari della sua visione della re- ecco, lo presi con La brace dei Bias- prevedibili, fuori da ogni control- altà e della poetica, muovendo dal- soli, ma mi dissero: “Volevamo pre- lo. Persuasione attestata anche dal le illusorie idee di un cambiamen- miare Le libere donne di Maglia- Presidente della Giuria Reto Roe- to radicale nel Quarantasei e dalla no, ma ormai è passato un anno e del nella relazione introduttiva perdita del sogno di un mutamen- dobbiamo premiare questo”. che precedette la lettura del ver- to sociale, trasformatosi con l’espe- Mi piace pensare che agissero bale di premiazione dell’opera di rienza. L’altra riflessione che Bas- sulla Commissione gli echi dell’e- Bassani, dove fu rimarcata la ten- sani esternò al pubblico convenu- sperienza condotta cinquant’an- denza dei giovani romanzieri a ri- to al Kursaal in quella domenica ni prima da Paolo Amaldi pres- nunciare a protagonisti tradiziona- mattina del 13 maggio 1956, era ri- so il Manicomio di Casvegno, ri- li per privilegiare i tormentati sta- ferita al suo intendimento di ono- assunte nel volume Il Manicomio ti d’animo di personaggi inquieti rare con il romanzo il valore civile Cantonale ticinese di Mendrisio in e passionali. Chi può prevedere il di quanti erano caduti in nome del- Casvegno. Cenni storici, cenni de- cedimento di Bruno Lattes che, fi- la libertà. E aggiunse che ricevere scrittivi, dati finanziari, organizza- nita la guerra, confida nella rico- un premio in Svizzera, terra di li- zione, note statistiche17). Quel volu- struzione morale del Paese, per bertà per eccellenza, costituiva un me era il risultato di un’esperienza poi restarne deluso? grande privilegio. Fu onesta e non umana e scientifica caratterizzata È con i cedimenti che un’in- di circostanza, la dichiarazione di da un grande amore per la profes- tera generazione, quella di Gior- Bassani, ove si consideri che uno sione, fin da quando, trentaquat- gio Bassani e dei protagonisti dei dei suoi personaggi, l’Edgardo Li- trenne, Paolo Amaldi si aggiudicò suoi lavori letterari, ha dovuto fa- mentani de L’airone25), è reduce da il primo posto al concorso interna- re i conti. La difficile partita non un esilio in Svizzera per evitare la zionale bandito dal Canton Tici- è quella dove i contendenti temo- deportazione nel periodo della Re- no per l’istituzione e la realizzazio- no di sbagliare, o di essere sur- pubblica di Salò. Insieme al ricor- ne del primo ospedale psichiatrico classati da un manciata di voti che do della fuga affidata a guide più cantonale. In presenza degli stes- decretano il successo di un libro o meno sicure che lo aiutarono ad si fatti, Tobino era entrato poetica- a un Premio letterario. La difficile attraversare nottetempo il valico mente nel religioso mistero della partita è quella dell’io che avver- di frontiera con il Ticino, Limenta- vita: all’inizio della carriera, quan- te il peso dell’isolamento assoluto, ni si porta dietro il convincimento do varcò la soglia del manicomio un isolamento determinato dai fat- di essersi salvato grazie alla gene- di Lucca, era alla ricerca di quella ti della Storia, dal riaffiorare conti- rosa ospitalità del Paese confinan- poesia che solo negli inferi, nella nuo delle scorie di un passato atro- te. E qui, essendone buon testimo- pazzia e nella diversità si manife- ce e incancellabile. Questo pare di ne, avrebbe potuto documentare sta così prodigiosamente18). leggere tra le righe nella motiva- sul piano storico gli esiti di quel- Si comprende allora anche la zione della Giuria del Premio Veil- la generosità lo stesso Egidio Re- volontà della Giuria del Veillon di lon che conferì il primo posto a Gli ale, membro della Commissione premiare nell’edizione del 1954, ultimi anni di Clelia Trotti22). Lo del Veillon, esiliato in Svizzera dal ancor prima dei riscontri di Gior- confermano certi passaggi del te- 1927 al 1945 e protettore dopo l’8 gio Bassani e di Mario Tobino, il sto stilato e firmato da tutti i mem- settembre 1943 di ebrei e antifa- romanzo d’esordio di Giovanni Bo- bri della Commissione23): In questo scisti rifugiati in Svizzera. Così co- nalumi Gli ostaggi, dove si narrano breve, apparentemente gracile ro- me avrebbe potuto lanciare un suo i franamenti interiori di un grup- manzo, la Giuria riconosce un no- messaggio di vicinanza France- po di seminaristi la cui esistenza tevole impegno d’arte, la capacità sco Flora, che durante il Regime si consuma tra i fervori della fede di ricreare figure e fatti d’un’epoca di Mussolini rifiutò con convinta religiosa e l’alterna propensione e d’una provincia italiana lontana ostinazione la tessera del Partito a dedicarsi a più ordinarie ameni- con sottile scaltrezza di evocazione Nazionale Fascista, precludendo- tà, da cui peraltro sono attratti tut- e con misurata partecipazione di si l’accesso alla cattedra universi-

41 taria e la nomina ad Accademico cile partita a carte, risoltasi con la Il Premio Internazionale ‘Charles d’Italia. Non ultimo, anche Diego sonora sconfitta che si è racconta- Veillon’ 1956, “Libera Stampa”, 14 Valeri avrebbe potuto a pieno ti- ta. A consolarmi il fatto che qual- maggio 1956, p. 3; L.M., A G. Bas- tolo pronunciarsi sull’accoglienza cosa di simile, ma in modo ben più sani di Bologna il Premio Veillon degli esuli italiani in Svizzera nel drammatico, capitò anche a Bru- 1955, “Gazzetta Ticinese”, 14 mag- gio 1956, p. 4. periodo delle persecuzioni nazifa- no Lattes, protagonista del roman- 5) Edizione di riferimento: Giorgio sciste: varcato il confine dopo l’8 zo premiato a Lugano. Bassani, Il giardino dei Finzi-Con- settembre 1943, Valeri fu inviato tini, in Opere, a cura e con un sag- dalle autorità elvetiche al Campo Giuseppe Muscardini gio di Roberto Cotroneo, Milano, di Mürren, dove erano peraltro in- Mondadori, 1998, pp. 460-467. ternati Giorgio Strehler, Aminto- 6) Giuseppe Muscardini, L’Archivio re Fanfani e Nelo Risi, e dove si 1) Cfr. “Il Resto del Carlino”, Edizio- Letterario Ferrarese del Novecento, impegnò per dar vita ad una Uni- ne Ferrara, sabato, 15 aprile 2000. “Cartevive”, 1, 1996, pp. 29-30; cfr. versità popolare con l’aiuto di altri 2) Giorgio Bassani, Epitaffio, Milano, inoltre L’Archivio Letterario Ferra- docenti, esperienza poi raccontata Mondadori, 1974. rese del Novecento presso la Biblio- 26) 3) Sulla figura di Filiberto Lodi e la teca Ariostea, in Bassani e Ferrara. nel Taccuino svizzero . personificazione che Mario Soldati Le intermittenze del cuore, a cura La ricostruzione del clima mo- ne fece inserendolo fra i protagoni- di Alessandra Chiappini e Gianni rale che pervase quella giornata sti del romanzo L’incendio, Milano, Venturi, Ferrara, Gabriele Corbo di maggio in cui Bassani ricevet- Mondadori, 1981, si rimanda all’in- Editore, 1995, pp. 109-111. te a Lugano il Premio Veillon, oltre tervista di Mario Mascardi dal ti- 7) Heidemarie Stücher impiegò util- che dallo spessore culturale de- tolo Mario Soldati ha preso fuoco, mente quanto emerse dal collo- gli interventi del Presidente Reto “Grazia”, 3 maggio 1981, pp. 70-74, quio con Bassani per la compila- Roedel, del Segretario Guido Cal- e all’intervista di Nico Orengo allo zione della propria Tesi di laurea gari e dello stesso premiato, è resa stesso Soldati pubblicata con il tito- e per la pubblicazione di una gui- dall’immagine fotografica in bian- lo Soldati: il mondo si incendia ma da letteraria a Un romanzo per Fer- rara, recante come sottotitolo Una co e nero citata in esordio. Un oc- io racconto, “Tuttolibri”, 16 maggio 1981, p. 1, dove l’industriale san- passeggiata letteraria nel mondo di chio attento riconoscerà fra il pub- remese, ma di origini ferraresi, è Giorgio Bassani, Ferrara, Spazio li- blico diverse personalità del mon- presentato come un uomo innamo- bri, 1992. do culturale ticinese. Presenti era- rato della vita, grande giocatore di 8) Nel 1960 il mondo del Cinema rico- no quel giorno Francesco Chiesa scopone e conoscitore di vini. L’in- nobbe al regista Florestano Vanci- e il fratello Pietro, Piero Bianco- cendio è dedicato all’amico scom- ni l’indiscussa capacità di unire tra- ni, Felice Filippini e Silvio Sganzi- parso nel 1977; si legge in epigra- ma letteraria e resoconto storico ni, rettore del locale Liceo Canto- fe: A Filiberto Lodi, / nella memo- quando La lunga notte del ’43, trat- nale. Presenti erano il Consigliere ria di tante ore / meravigliose vissu- ta dal racconto di Bassani, otten- di Stato Brenno Galli, l’Ambascia- te insieme. Cfr. inoltre nelle pagine ne l’Orso d’oro al Festival di Ber- tore d’Italia a Berna Cottini, i mu- introduttive dell’edizione Monda- lino. Oltre a Una notte del ’43, so- dori 2007 de L’incendio, la Nota al no state trasposte in pellicole cine- nicipali Ferruccio Pelli e Giovan- testo di Stefano Ghidinelli, segnata- matografiche le opere bassaniane ni Regazzoni. Presente lo stesso mente alle pp. XLIII-XLIV. Alla me- Il giardino dei Finzi-Contini e Gli Charles Veillon, fondatore e ispi- moria di Filiberto Lodi è pure dedi- occhiali d’oro, rispettivamente per ratore del Premio, che prendendo cata La capanna del bosco, compre- la regia di Vittorio De Sica (1970) la parola annunciò cambiamenti a sa nella raccolta 44 novelle per l’e- e di Giuliano Montaldo (1987). partire dall’anno successivo, tesi a state, Milano, Mondadori, 1979, pp. 9) Si veda a questo proposito Giam- sottolineare con maggior forza le 247-251, edizione contraddistinta paolo Pansa, I gendarmi della me- finalità del premio internazionale dalla presentazione di Giorgio Bas- moria, Milano, Sperling & Kupfer, a lui intitolato: promuovere lette- sani ai risvolti di copertina. 2007, p. 412, e Aldo Cazzullo, Viva ralmente un nuovo umanesimo av- 4) Giorgio Bassani, Gli ultimi an- l’Italia, Milano, Mondadori, 2010, ni di Clelia Trotti, Pisa, Nistri-Li- p. 90. valendosi della possibilità di unifi- schi, 1955. La prima edizione, im- 10) Cfr. Camerata Ghisellini: Presen- care in una sola cerimonia la pro- preziosita dalla sovraccoperta di te!, “Ferrara Repubblicana”, 14 no- clamazione dei tre vincitori, riu- Mino Maccari, uscì nella collana Il vembre 1943, p. 1. nendo la Giuria francese, tedesca Castelletto della casa editrice pisa- 11) Cfr. Un giorno sì e uno no gioco a e italiana. na, ma il testo letterario integrale tennis. Intervista a Bassani, testo Una splendida giornata, quella era già apparso l’anno precedente di Nello Ajello, “Millelibri. Il piace- che si svolse al Kursaal di Luga- sulla rivista “Paragone”; cfr. Gior- re di leggere”, n. 5, aprile 1988, pp. no il 13 maggio 1956. Avrei voluto gio Bassani, Gli ultimi anni di Cle- 64-72. umilmente parteciparvi dalle ul- lia Trotti. I-IV, “Paragone-Lettera- 12) Cfr. in proposito Anna Maria Tumi- time sedie del Salone. A impedir- tura”, V, 1954, 52, aprile 1954, pp. no, La funzione simbolica dello spa- 43-79. La notizia del riscontro otte- zio nella trilogia di Giorgio Bassa- melo sono state ovvie ragioni ana- nuto da Giorgio Bassani al Premio ni, Dissertazione di Laurea, De- grafiche. Ebbi però l’onore d’in- Veillon, fu diffusa da diverse testa- partment of Italian Studies McGill contrare personalmente Bassani te ticinesi: Premio letterario Char- University, Montreal, January vent’anni dopo, disputando con lo les Veillon, “Corriere del Ticino”, 2000, p. 5. scrittore che più amavo una diffi- 14 maggio 1956, p. 2; Ugo Fasolis, 13) Sulle ragioni che indussero Char-

42 les Veillon a farsi promotore di ca”, a Roma, in luglio. Un roman- do Calgari (Segretario), saggista, cultura, cfr. François Jequier, Les zo breve, smilzo come mole; ma il conferenziere e appassionato di- fondements éthiques et culturels Premio Veillon vi ha scoperto qua- vulgatore della storia letteraria ti- du mécénat de Charles Veillon, in lità alte di materia e di narrazione. cinese, prima direttore della Scuo- Pensée et science au XXe siècle, E ha avuto mano felice nella scel- la Magistrale cantonale di Locarno actes du Colloque, sous la direc- ta, come conferma il premio succes- e dal 1952 docente di italiano al Po- tion d’Eric Emery, Lausanne, Edi- sivo dei 120 romani che votarono litecnico federale di Zurigo; Aldo tions L’Âge d’homme, 2006, pp. per Bassani. Cfr. Les dix ans du Prix Patocchi, xilografo, caporedattore 234–243. Il “Journal de la mai- Charles Veillon, cit., pp. 115-116. dal 1934 dell’“Illustrazione ticine- son de confections Charles Veil- 17) Paolo Amaldi, Il Manicomio Canto- se”, sovrintendente dei musei della lon s.a.”, fondato nel 1944 a Losan- nale ticinese di Mendrisio in Casve- città di Lugano a partire dal 1938 e na, oltre a pubblicizzare i prodotti gno. Cenni storici, cenni descrittivi, componente della Fondazione Pro in vendita per corrispondenza del- dati finanziari, organizzazione, no- Helvetia; Reto Roedel (Presiden- la Ditta Veillon, presentava artico- te statistiche, Milano, Stabilimento te), apprezzato storico della lette- li di carattere artistico-letterario; tipografico Abbiati, 1906. ratura, conferenziere nell’ambito vi contribuì lo stesso Mario Aglia- 18) In occasione del centenario della di seguitissime Lecturae Dantis in ti ancor prima di dar vita a “Il Can- nascita di Mario Tobino, il 18 gen- Svizzera e Italia, autore di diverse tonetto”; cfr. Mario Agliati, I rime- naio 2010 la RSI mandò in onda per opere di critica dantesca, docente di dell’ipocondriaco, “Journal de la La2 doc un documentario realizza- prima nelle Università di Zurigo e Maison Charles Veillon”, gennaio- to nel 1990 da Gianni delli Ponti, Berna, poi all’Università Commer- febbraio 1949, n. 1, pp. 3-4; Id., Io Enrico Lombardi e Fabio Calvi dal ciale di San Gallo; per l’Italia furo- venditore ambulante, ivi, gennaio- titolo Mario Tobino. La dolorosa no nominati Francesco Flora, emi- febbraio 1951, n. 1, pp. 2-4. umanità della follia. Nel cortome- nente italianista legato da amicizia 14) Sul varo del Premio Veillon per i traggio la figura del celebre scrit- a , con cui colla- romanzi italiani, si rimanda a Gui- tore e psichiatra toscano, fu degna- borò a lungo alla Redazione de “La do Calgari, Il Premio Veillon è nato mente evocata sullo sfondo del ma- Critica”, docente di Letteratura ita- in Valle Maggia, “Illustrazione tici- nicomio di Maggiano, dove operò liana presso l’Università di Bolo- nese”, 2 settembre 1964, poi rifuso a lungo e dove vergò pagine cari- gna, di Milano e Accademico dei nel volume a cura di Fiorenza Cal- che di umanità. Lincei; Egidio Reale, giurista e am- gari Intra e con postfazione di Ma- 19) Giovanni Bonalumi, Gli ostaggi, Fi- basciatore a Berna, autore di nu- rio Agliati, Guido Calgari. Un uo- renze, Vallecchi, 1954. Cfr. Renato merose opere sulla storia politica mo e il suo paese, Locarno, Dadò, Martinoni, Ricordo di Giovanni Bo- e diplomatica dei rapporti fra Ita- 1990, pp. 198-200. nalumi. Uno scrittore fra Svizzera lia e Svizzera; Diego Valeri, docen- 15) In merito all’impegno profuso da e Toscana, “Scuola ticinese”, a. III, te di Storia della letteratura italia- Guido Calgari nell’ambito del Pre- serie III, n. 263, luglio-agosto 2004, na presso l’Università di Padova, mio Veillon, cfr. Paola Costanti- pp. 28-29. saggista e poeta, autore di prege- ni, “Svizzera Italiana” e Premio 20) Lalla Romano, Maria, Torino, Ei- voli raccolte di versi di cui l’ultima, Veillon. Omaggio a Guido Calgari naudi, 1953. relativamente al 1956, era intitola- (1905-1969), “Cartevive”, 1, 2006, 21) Eugenio Montale, Maria, “Corrie- ta Metamorfosi dell’angelo, uscita pp. 31-41, dove peraltro sono pun- re della Sera”, 28 agosto 1953. a Milano nelle edizioni All’insegna tualmente elencati i vincitori (con 22) Il verbale con la motivazione della del Pesce d’oro di Vanni Scheiwil- le loro opere) di tutte le edizioni Giuria si apre nel modo seguente: ler. del premio, desunte da un accu- La Giuria del Premio Internazio- 24) Cfr. il recentissimo contributo di rato spoglio degli articoli apparsi nale Charles Veillon per il romanzo Philippe Ridet, Le jardin hanté su “Svizzera Italiana”, vetrina del- italiano, riunita a Lugano nei gior- des Finzi-Contini, “Le Magazine la manifestazione culturale lugane- ni 10, 11, 12 maggio, rilevato il co- du Monde”, n. 148, Supplement se; Paola Costantini fornisce così stante successo del concorso al qua- au “Monde” du samedi 19 Juillet un utile aggiornamento rispetto ad le vennero presentate o segnalate 2014, pp. 30-35. un precedente volumetto celebra- quest’anno quaranta opere, tra cui 25) Giorgio Bassani, L’airone, Milano, tivo edito nel 1957 con il titolo di parecchie di alto valore, e dopo aver Mondadori, 1968. Sul tema della Les dix ans du Prix Charles Veillon, eliminato i lavori che hanno già ot- distorsione identitaria degli ebrei Zürich, Imprimerie Conzett & Hu- tenuto un premio in altri concorsi migrati all’estero in periodo bel- ber, 1957. (art. 5 del Regolamento), assegna lico per sfuggire alle conseguen- 16) Giorgio Bassani, Cinque storie fer- all’unanimità il Premio per il 1955, ze della discriminazione razziale, raresi, Torino, Einaudi, 1956. La dell’importo di franchi svizzeri cin- si rimanda al contributo di Lucien- raccolta delle Storie includeva Gli quemila, al romanzo “Gli ultimi ne Kroha, Cultura cattolica e cul- ultimi anni di Clelia Trotti, pre- anni di Clelia Trotti”, dello scrittore tura ebraica nell’opera di Giorgio miato pochi mesi prima al Veillon. Giorgio Bassani, da Bologna (edi- Bassani, in Ebrei migranti: le voci In merito al doppio riscontro let- zione Nistri-Lischi, Pisa, 1955). della diaspora, Atti del convegno di terario ottenuto da Bassani, scris- 23) La Giuria si avvaleva delle compe- Istanbul, 23-27 giugno 2010, a cura se Guido Calgari: A distanza di un tenze di qualificate personalità del- di Raniero Speelman, Monica Jan- mese, Giorgio Bassani s’è visto at- la cultura, “ripartite” formalmen- sen e Silvia Gaiga, Utrecht, Igitur tribuire due premi per lo stesso ro- te in componenti per la Svizzera, publishing, 2012, pp. 218-223. manzo breve (o racconto lungo) Gli di cui facevano parte l’ex Giudice 26) Diego Valeri, Taccuino svizzero, ultimi anni di Clelia Trotti: il Pre- Federale Plinio Bolla, fine giurista Milano, Hoepli, 1945. mio Veillon in maggio e il Premio con aperture di grande sensibilità Strega o degli “Amici della domeni- verso il mondo della cultura; Gui-

43