“Pionieri dell’automobile LANCIA, BAZZI, FERRARI”. Nunzia Manicardi tra auto e moto d’epoca. Le copertine del LIBRO

Alcune straordinarie fotografie tratte dal libro.

La squadra tecnica e sportiva dell’ nel 1923. Da sin.: , Luigi Bazzi, , Antonio Ascari, .

Coppa Vanderbilt 1936. Sul Transatlantico Rex, con New York alle spalle. Da sin.: Brivio, Canestrini, Marabutto, Nuvolari e Bazzi. La squadra saluta la città americana dopo aver corso e guadagnato il successo con Tazio Nuvola

Circuito di Modena. Chini sulla Ferrari i meccanici Marchetti, a sin., e Cappi. Dietro, da sin., Bazzi, Ferrari, l’ing. Carlo Chiti e Daini, direttore tecnico della Weber.

Nunzia Manicardi tra auto e moto d’epoca.

Omaristi d’epoca. Si diplomò perito meccanico nel 1908 Il cavalier Luigi Bazzi, che fu la fortuna di Enzo Ferrari La sua riscoperta nel libro di Nunzia Manicardi “Pionieri dell’automobile: Lancia, Bazzi, Ferrari” Tecnico‐progettista di altissimo valore, per il Drake fu il più valido dei collaboratori, poi consulente e anche amico… L’eccezionale ma quasi sconosciuta storia di un uomo di poche parole e molti fatti L’Autrice racconta gesta e storie inedite di un autentico talento dei motori È uscito nelle settimane scorse un libro in cui Nunzia Manicardi si occupa anche del novarese Luigi Bazzi, diplomatosi perito meccanico all’Istituto Omar nel lontano 1908 e già altre volte commemorato dall’Istituto stesso. Fin dal titolo del libro, “Pionieri dell’automobile: Lancia, Bazzi, Ferrari” (Edizioni Il Fiorino, Modena), si comprende come l’autrice modenese, molto nota e apprezzata nell’ambito del motorismo storico per i suoi tanti volumi, abbia voluto evidenziare l’importanza del Nostro. “È proprio così –ci conferma Nunzia Manicardi. – Bazzi, che era nato a Novara nel 1892, è un personaggio che potremmo considerare leggendario perché ha svolto un ruolo centrale nell’evoluzione dei motori italiani, e non solo automobilisti; eppure, tranne per le lodevoli iniziative dell’Istituto Omar, nessuno ormai lo ricordava più. Così ho deciso di dedicare tempo ed energie alla sua valorizzazione, inserendolo nel libro a fianco di altri pionieri‐personaggi –Vincenzo Lancia ed Enzo Ferrari –sicuramente più conosciuti di lui ma rispetto ai quali non era certo secondo dal punto di vista delle capacità tecniche e dell’estro applicativo.” Prosegue ancora la Manicardi: “Bazzi è stato il braccio destro di Enzo Ferrari a partire dal 1933, cioè dall’inizio dell’avventura della Scuderia Ferrari a Modena, dove appunto in quell’anno si era trasferito per non più allontanarsi. Ma in precedenza aveva svolto ruoli di assoluto primo piano all’Alfa Romeo e prima ancora alla Fiat; durante la Grande Guerra era stato sui motori d’aviazione e, qualche anno prima, meccanico altamente specializzato in Argentina, in Libia, a Parigi, a Torino alla Rapid, alle Officine Savigliano, alla Michelin, alla Spa, e perfino nel settore della motonautica! (Bisogna ricordare, infatti, che un titolo di perito meccanico conseguito all’Istituto Omar valeva all’inizio del ’900 molto di più che non una qualsiasi laurea in ingegneria di oggi!) Nel libro c’è scritto tutto: sono riuscita a fare una ricerca capillare e assolutamente di prima mano, che ha portato alla luce moltissimi documenti e moltissime fotografie tutti inediti, di grande valore e fascino storici”.

“Ma sicuramente – continua la scrittrice e ricercatrice geminiana – quello più importante è stato il rapporto che ha legato Bazzi a Ferrari per oltre 50 anni durante i quali egli è stato accanto al Drake e alla Ferrari come tecnico‐ progettista, collaboratore, consulente, amico. Una figura apprezzata da tutti, un punto di riferimento fisso, un filo conduttore attraverso la storia della Casa modenese e dei suoi uomini. Un uomo senza il quale la Ferrari non sarebbe stata quella che è diventata. Chi fosse Luigi Bazzi ho avuto la fortuna di saperlo dalla sua stessa, unica figlia: la signora Carla Bazzi, che ho intervistato a Modena nella casa paterna già nell’ormai lontano 1998. È un’intervista che ha assunto ulteriore valore storico poiché la signora Carla una decina d’anni fa è scomparsa e su Bazzi non è più ormai possibile sapere nient’altro, almeno da persone che l’abbiano conosciuto direttamente”. Era nato a Novara nel 1892, poi nel 1923 ci fu l’incontro fatale con Enzo Ferrari Dice Nunzia Manicardi: “Luigi Bazzi, mi aveva raccontato sua figlia Carla, faceva parte del gruppo dei ‘piemontesi’ ai quali Ferrari aveva legato la prima parte della propria vita. Si erano conosciuti nel 1923 a Torino dove mio padre lavorava alla Fiat dopo aver soggiornato due anni in Argentina. Ferrari, quando trovò lavoro all’Alfa Romeo, lo convinse a seguirlo a Milano. Lo convinse ancora nel 1933; così lui, con moglie e figlia, si trasferì a Modena fino alla morte, avvenuta nel 1986 a 93 anni”. A Modena Bazzi, attraverso il matrimonio della figlia, si imparentò poi con i Setti, che per vari aspetti sono una delle famiglie modenesi più rappresentative.

C’è sempre lui nelle più importanti vetture Ferrari e nei 165 diversi motori Ferrari in 40 anni di attività Davvero tante sono state le realizzazioni tecniche di Bazzi: adalla P2 Alf Romeo costruita con (era stato lui a proporlo a Ferrari) alla Bimotore del record mondiale di sul chilometro lanciato, dalla 158 Alfa Romeo alla 125 Ferrari in collaborazione con Gioachino Colombo, nonché, come scrisse lo stesso Enzo Ferrari, “a tutte le numerose figliazioni che hanno generato alla Ferrari 165 diversi motori in 40 anni di attività” Luigi Bazzi nella Hall of Fame dell’Istituto “Omar” Racconta ancora Nunzia Manicardi: “Una seconda occasione per occuparmi di Bazzi mi è poi capitata con l’evento ‘Hall of Fame’ organizzato dall’Associazione Omaristi, che si è svolto a Novara domenica 7 maggio 2011 in concomitanza con l’Assemblea Generale del Centenario dell’Istituto Omar (26 dicembre 1911, anno in cui è anche nato il sodalizio degli Omaristi). Io ero stata invitata in quanto considerata ‘esperta’ di Bazzi (ero stata rintracciata in internet proprio attraverso la mia intervista alla signora Carla Bazzi, che era stata pubblicata nel sito ‘Motor Valley’ della Regione Emilia‐Romagna di cui sono curatrice storica).

Dopo i saluti del Presidente e alcuni interessanti interventi (tra i quali il dottor Giampietro Morreale) che hanno sottolineato i valori dell’Istituto e le storie individuali dei premiati, erano stati ricordati i premiati ‘storici’, fra cui appunto il cav. Luigi Bazzi, attraverso testimonianze dirette e indirette come quella della sottoscritta che aveva sottolineato l’importanza di Bazzi anche per la città di Modena e per l’intera storia dell’automobilismo italiano e mondiale. Ma era stato soprattutto grazie ai materiali portati alla luce dagli organizzatori del convegno, e in particolare dal presidente dell’Associazione Omaristi dottor Stefano Bonetti, autentico cultore delle cose e della storia della città di Novara, che avevo potuto acquisire tante altre informazioni su Luigi Bazzi, quali quelle relative al periodo lavorativo 1908‐1915 che ho poi analizzato nel mio libro insieme anche con la storia dell’Istituto”. La targa commemorativa donata alla Ferrari nel 2003 “Ma quella del maggio 2011 –precisa Nunzia Manicardi –non è stata la prima e unica occasione in cui l’Associazione Omaristi ha ricordato l’illustre ex‐allievo. L’aveva fatto anche nel 2003 (quando ancora gli Omaristi erano riuniti in un Comitato e non ancora in una vera e propria Associazione) donando alla Ferrari di Maranello, il giorno 24 maggio, una targa celebrativa in suo ricordo.”

In sua memoria Enzo Ferrari destinò una borsa di studio agli alunni meritevoli dell’“Omar” Anche Ferrari, al momento della scomparsa di Bazzi nel 1986, aveva voluto ricordare l’amico e “collaboratore primo” destinando una borsa di studio “Ferrari” per alunni meritevoli dell’Istituto Omar. La cifra stanziata fu di 5 milioni di lire, da devolvere “nella misura che verrà ritenuta migliore a quegli allievi in disagiate condizioni che meritano particolari attenzioni per le loro diligenze allo studio”. A Enzo Ferrari rispose l’ingegner Antonio Del aBoca, allor presidente dell’Associazione Omaristi, scrivendo: “Siamo orgogliosi di quanto ci dichiara di questo suo collaboratore, ‘intelligente e fedele’ per ben 63 anni,. Alla prossima assemblea, il 23 marzo, l’Omarista Bazzi sarà degnamente ricordato e additato ai giovani per tanta sagacia professionale e tanta fedeltà aziendale”. Adesso, a ricordare per sempre Luigi Bazzi, c’è anche e soprattutto il libro di Nunzia Manicardi, che ha anche il merito –oltre a quello legato all’importante e inedita ricerca storica –di aver giustamente innalzato e annoverato Bazzi fra i Grandi in assoluto del nostro motorismo e non soltanto in relazione ad Enzo Ferrari.