TEATRO/Theateraufführung

Donnerstag / Giovedì 20 GENNAIO 2011, 20:00, Westbahntheater, Feldstr. 1a/17, Innsbruck

TrentoSpettacoli presenta Dormono tutti sulla collina ein Monolog rund um das Leben von Fernanda Pivano / Un monologo ispirato alla vita di Fernanda Pivano con Maura Pettorruso Regia di Daniele Filosi

In Zusammenarbeit mit / In collaborazione con Westbahntheater, Kulturverein INNcontri, Italien-Zentrum, Institut für Romanistik, Institut für Translationswissenschaft

Ritratto di Fernanda Pivano (1917-2009). Una vita di emozioni

«Sono contento che abbia vissuto così tanto e che sia stata sempre viva. Era un mito vero. Il suo sorriso, la sua umanità e cultura, una donna eccezionale». Così il regista Giuliano Montaldo descrive Fernanda Pivano, una delle più importanti figure femminili della scena culturale italiana. Non solo la traduttrice che ha fatto scoprire agli italiani i grandi scrittori americani del „900, ma anche una pluripremiata giornalista, scrittrice e autrice di romanzi e di raccolte di saggi sulla letteratura e sulla musica, nonché un‟affermata critica musicale e “amica” dei grandi cantautori italiani.

Nasce nel 1917 a Genova in un ambiente colto e agiato nel quale vive un‟infanzia felice. La figura che la influenza maggiormente nei primi anni di vita è il padre che con le sue idee liberali incide molto sulla sua educazione e le trasmette il suo orientamento antifascista. Dopo che la famiglia si è trasferita a Torino, Fernanda frequenta il liceo classico D‟Azeglio, all‟epoca una fucina di cultura e di politica antifascista. Suo compagno di classe è (1919-1987), mentre (1908-1950) è il loro insegnante di italiano. La prima grande delusione nei confronti delle istituzioni la subisce proprio al liceo, quando sia lei che il futuro scrittore Primo Levi non sono ammessi all‟esame di maturità, nonostante siano ottimi studenti. La ragione della bocciatura è che nel tema la Pivano aveva trattato argomenti pacifisti in aperto contrasto con l‟ideologia dell‟epoca, mentre per Levi il motivo è da rintracciarsi nella sua fede ebraica.

In seguito Fernanda ottiene il diploma in pianoforte al Conservatorio e si laurea in lettere all‟Università di Torino con una tesi su Moby Dick di Herman Melville (1819-1891). Durante gli studi universitari prende lezioni private di letteratura comparata da Pavese. Fernanda, affascinata, descrive così i suoi incontri con lo scrittore: “Non erano lezioni, erano, come dire, coca-cola”. Pavese ha avuto una grande influenza sulle passioni letterarie della Pivano. È proprio a seguito di una chiacchierata casuale con lui e Norberto Bobbio che la Pivano si avvicina infatti alla letteratura americana. Legge con interesse crescente i primi libri che Pavese le presta, tra questi A Farewell to Arms (1929) di E. Hemingway (1899-1961) e la raccolta di poesie Spoon River Anthology (1915) di E.L. Masters (1869-1950). Per quest‟ultima opera è “amore a prima vista”, rimane impressionata particolarmente dalla poesia in ricordo di Francis Turner al punto che, per vedere come quei versi suonino in italiano, traduce in segreto l‟Antologia. Fortunatamente Pavese scopre il manoscritto e convince l‟editore Einaudi a pubblicarlo. Il libro non avrà vita lunga sotto il regime, infatti dopo poco viene sequestrato e confiscato in quanto libro antimilitarista, antifascista, anticonformista.

Pavese inizia la giovane Pivano alla traduzione e lei rimarrà fedele ai principi che egli le insegna. Nelle sue traduzioni la Pivano cerca di rendere lo stesso effetto dello stile americano che la appassiona tanto sia per la semplicità, che per la lingua scattante e il pragmatismo. I personaggi delle opere americane non si perdono nel mondo dei pensieri come invece i protagonisti della letteratura italiana del Novecento, ma sono dei personaggi d‟azione, come sosteneva lo stesso F.S. Fitzgerald: “L‟azione è il personaggio, il personaggio è azione”. Inoltre i personaggi dei romanzi americani di quell‟epoca rappresentano degli antieroi della vita quotidiana, che parlano a mezza voce, sono immersi nella realtà di ogni giorno dell‟uomo qualunque, diversi quindi dall‟eroe fascista abituato a parlare con la grancassa.

Un periodo che ha segnato a lungo l‟esperienza della Pivano è stata la seconda guerra mondiale. A quegli anni risalgono la morte della nonna inglese, che perde la vita durante un bombardamento dei suoi connazionali, e più tardi il tentato suicidio del padre. A causa delle sue idee in opposizione con il governo fascista e delle sue traduzioni, Fernanda viene interrogata e incarcerata più volte e scampa miracolosamente ad uno stupro. In seguito vive altre esperienze drammatiche, causate in primo luogo dall‟efferata guerra civile tra partigiani e fascisti. Le emozioni di quegli anni sono l‟angoscia, l‟orrore e la diffidenza, “emozioni orribili che non avrei voluto conoscere”, commenterà anni dopo.

Fernanda e la letteratura

Nel 1948 a Cortina d‟Ampezzo conosce , uno scrittore che segnerà profondamente la sua vita e un anno dopo pubblica la traduzione di A Farewell to Arms con il titolo Addio alle armi. Il loro rapporto si trasformerà in un‟amicizia profonda che li legherà per tutta la vita e che non si basava solo sul comune interesse per la letteratura, ma anche su una stima reciproca - un rapporto fatto di lettere, telefonate, giornate e vacanze trascorse insieme. Un anno dopo la Pivano sposa il famoso architetto e designer Ettore Sottsass, nato a Innsbruck nel 1917 (†2007), e si trasferisce a Milano. Nel 1956 insieme al marito si reca a Porto Rico, dove incontra lo scrittore William Carlos Williams che la introduce alle opere di (1926-1997), scrittore americano che con (1922-1969) è considerato una delle figure principali della “”, il movimento di protesta nato in America alla fine degli anni 50.

La Pivano rimane profondamente colpita dalle opere di Ginsberg, in particolare dal poema Howl (1956) e dai romanzi di Kerouac, che le permettono di scoprire la “nuova America” e il fermento culturale di quegli anni. Da quel momento in poi la sua missione sarà quella di tradurre le opere dei suoi “miti” e amici americani e diffonderle in Italia. Il suo lavoro di traduttrice e di divulgatrice della cultura americana d‟avanguardia, spesso senza compenso, non le risparmia critiche, attacchi e offese provenienti da tutti i livelli dell‟establishment.

Il suo atteggiamento verso gli artisti è del tutto originale. Ogni volta che legge un libro di un nuovo scrittore americano e ne rimane colpita, va in cerca dell‟autore. Si avvicina a questi personaggi anticonformisti, spinta del desiderio di confrontare l´immagine dei media con quella reale e di scoprire le emozioni che provano loro stessi quando scrivono quelle opere. Trascorre gran parte della sua vita accanto agli scrittori americani più famosi, alcuni la accettano come amica, altri come allieva. Tra i molti altri artisti che attirano l‟interesse e la curiosità della Pivano oltre a quelli già nominati, ricordiamo F. S. Fitzgerald, Henry Miller, , William Burroughs, Gertrude Stein, e Charles Bukowski, ma anche in anni più recenti Erica Jong, Jay McInerney e Bret Easton Ellis.

Fernanda e la musica

„I cantautori sono la poesia delle strade, sono i cantori delle emozioni del quotidiano: sono gli eroi dell‟immaginario collettivo.”

Fernanda Pivano si è sempre interessata di musica, soprattutto di musica cantautoriale. Ha frequentato il Conservatorio dove ha preso il diploma di decimo anno di pianoforte e si è occupata di musica rinascimentale e del melodramma. Per Nanda la musica dei cantautori è “una poesia che ha ritrovato la sua melodia”, un genere particolare che lega la letteratura alla musica e che le fa dire di preferire alla poesia di Montale i cantautori italiani: De André, Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti.

“Fabrizio è stato, è, sarà sempre un incantatore, per la sua voce che è stata un dono del destino, per la sua poesia che è stata un dono degli dei.”

Con De André Fernanda Pivano ha un rapporto particolare. La prima volta sente le sue canzoni in un jukebox ed è subito molto affascinata dalle parole di “La guerra di Piero” (1964), piene di pacifismo e di disperazione ma soprattutto dalla sua voce che, come ricorda Nanda, la fa entrare in uno “stato di ipnosi”, “di trance”. Vuole assolutamente incontrarlo ma purtroppo non riceve alcuna risposta ad una lettera che invia al cantautore, genovese come lei. È quindi sorpresa e onoratissima per la richiesta fattale qualche anno dopo dello stesso cantautore di poter mettere in musica le parole dell‟Antologia di Spoon River. Questo testo accompagna la Pivano per tutta la sua vita, fin dai tempi della sua prima traduzione, scoperta da Pavese e segna anche l‟inizio di una lunga amicizia con de André, che mette in musica la raccolta col titolo Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971). Oggi esistono quindi due versioni delle poesie di Edgar Lee Masters: la traduzione della Pivano e la rielaborazione musical-letteraria di De André.

“Dicono che Fabrizio è il italiano […] nel dargli questo premio [premio Tenco] vorrei che fosse Bob Dylan a venir chiamato il Fabrizio americano”

Secondo Fernanda Pivano i due cantautori sono molto simili, entrambi poeti, persone idealiste, pacifiste e distaccate dal successo, contraddistinti da un forte rispetto per l‟amore e per la morte e dalla ripugnanza per l‟ipocrisia e la violenza, come si ritrova spesso nei testi delle loro canzoni: la guerra in La ballata dell’eroe (1961) e Masters of War (1963); la droga in Il cantico dei drogati (1968) e Mr. Tambourine Man (1965); ed infine l‟orrore della violenza in La guerra di Piero (1964) e Blowing in the wind (1963).

Ciao, Nanda!

Fernanda Pivano muore nel 2009 all‟età di 92 anni. “Ciao signora America, ciao signora Libertà, ciao signorina Anarchia”1, così la saluta Don Gallo ai suoi funerali celebrati a Genova nel 2009 nella stessa chiesa dove nel 1999 si erano svolti quelli di Fabrizio De Andrè. Personaggi politici e dello spettacolo, cantautori, artisti, scrittori, ma soprattutto molti amici e tanta gente comune sono tutti riuniti lì per darle l‟ultimo saluto. E per ricordarla, non solo per le opere che ha scritto, ma per quello che era: una donna pragmatica che ha cercato di cambiare le cose con i mezzi che aveva, una cultura che nasce in modo spontaneo, lontana dalle imposizioni degli accademici; una donna che ha sempre affermato la supremazia della libertà e della pace contro le ideologie ipocrite e dogmatiche; una donna sempre fedele a se stessa e rimasta giovane, che amava i giovani, che insegnava ad essere giovani.

Lo spettacolo

Lo spettacolo si costruisce attorno al personaggio di Fernanda Pivano che in un emozionante monologo parla del suo incontro con quattro uomini e artisti fondamentali della sua vita: Pavese, Hemingway, Ginsberg e Edgar Lee Masters. Quest‟ultimo ritorna sia nelle poesie che nei pezzi musicali che fanno da sfondo al monologo e che sono stati trasposti in musica da Fabrizio De André.

Fotos: http://www.anconainforma.it/Cultura+e+Spettacolo/art19829/6_marzo_10/jesi_tributo_a_valeria_moriconi_e_a_fernanda_pivano .html

Opere di Fernanda Pivano (selezione/Auswahl)

Album americano, Frassinelli,1997 Prefazione a 'Antologia di Spoon River', di Edgar Lee Masters, Edizioni Einaudi, 1941,1971 Prefazione a 'Addio alle armi', E.Hemingway, Edizioni Mondadori 2000 Dopo Hemingway. Libri, arte ed emozioni d'America, Edizioni Pironti, 2000 La ragazza che ama l'America, a cura di L.Guida; Edizioni Rai-Eri 2001 Viaggio americano, Edizioni Bompiani, 2001 I miei amici cantautori , a cura di Sacchi S.; Senardi S., Editore Mondadori 2001 Beat hippie yuppie, Editore Bompiani 2004 I miei amici cantautori, Edizioni Mondadori, 2006 Un po‟ di emozioni, Fandango editore, 2008 Diari (1917-1973), Editore Bompiani 2008

Porträt von Fernanda Pivano (1917-2009). Ein Leben voller Emotionen

„Ich bin froh, dass sie so lange gelebt hat und immer so vital war. Sie war ein wahrer Mythos. Ihr Lächeln, ihre Menschlichkeit und ihre Bildung, eine außergewöhnliche Frau.“ So beschreibt der Regisseur Giuliano Montaldo Fernanda Pivano, eine der wichtigsten Frauenpersönlichkeiten der italienischen Kulturszene der jüngeren Zeit.

Sie war nicht nur die Übersetzerin, die die großen amerikanischen Schriftsteller des 20. Jahrhunderts in Italien bekannt gemacht hat, sondern auch eine mehrfach ausgezeichnete Journalistin und Schriftstellerin; zudem hat sie Aufsatzsammlungen zu Literatur und Musik verfasst und war eine anerkannte Musikkritikerin und „Freundin“ der großen italienischen Liedermacher.

1917 in Genua geboren entstammt sie einer gebildeten und wohlsituierten Familie und verbringt eine glückliche Kindheit. Entscheidend geprägt werden ihre ersten Lebensjahre von ihrem Vater, einem Mann mit liberalen Ideen, der ihre Erziehung maßgeblich beeinflusst und seine antifaschistische Haltung an sie weitergibt.

Nach dem Umzug der Familie nach besucht Fernanda das humanistische Gymnasium Massimo D‟Azeglio, zu jener Zeit eine Schmiede der Kultur und antifaschistischer Politik. Primo Levi (ital. Schriftsteller, 1919-1987) ist ihr Klassenkamerad und Cesare Pavese (ital. Schriftsteller, 1908-1950) ihr Italienischlehrer. Ihre erste große Enttäuschung im Zusammenhang mit Institutionen des öffentlichen Lebens erlebt Pivano an eben diesem Gymnasium, als sie und Primo Levi nicht zur Matura zugelassen werden, obwohl sie ausgezeichnete Schüler sind. Den Grund dafür liefert Pivano mit ihrer Zulassungsarbeit, in der sie pazifistische Themen behandelt, was einen offenen Gegensatz zur Ideologie der Epoche darstellt, während bei Levi die Ursache in seinem jüdischen Glauben zu suchen ist.

Anschließend besucht Fernanda das Konservatorium und erwirbt das Diplom im Fach Klavier, während sie an der Universität von Turin das Studium der Literaturwissenschaften mit einer Dissertation über Moby Dick von H. Melville (1819-1891) abschließt. Noch im Laufe ihres Universitätsstudiums nimmt sie Privatunterricht in Vergleichender Literaturwissenschaft bei Pavese. Begeistert beschreibt sie ihre Begegnungen mit dem Schriftsteller: „Das war kein Unterricht, wie soll ich sagen, es war wie Coca-Cola.“ Pavese nimmt großen Einfluss auf den Literaturgeschmack von Fernanda Pivano. Tatsächlich weckt ein zufälliges Gespräch mit Pavese und Norberto Bobbio ihre Neugier auf die amerikanische Literatur. Mit wachsendem Interesse liest sie die ersten Bücher, die ihr Pavese leiht, u.a. A Farewell to Arms (1929) von E. Hemingway (1899-1961) und den Gedichtband Spoon River Anthology (1915) von E.L. Masters (1869-1950). Letzteres Werk ist bei ihr „Liebe auf den ersten Blick“; besonders das Gedicht in Erinnerung an Francis Turner beeindruckt sie so sehr, dass sie heimlich die Anthology übersetzt, um zu sehen, wie diese Verse auf Italienisch klängen. Glücklicherweise entdeckt Pavese das Manuskript und überzeugt den Verleger Einaudi, es zu veröffentlichen. Dem Buch ist unter dem herrschenden Regime kein langes Leben beschieden, bald wird es beschlagnahmt und als antimilitaristisches, antifaschistisches und antikonformistisches Buch konfisziert.

Pavese motiviert die junge Pivano, sich weiterhin der Übersetzung zu widmen und sie bleibt den Prinzipien, die er sie lehrt, treu. Pivano versucht den Effekt des amerikanischen Schreibstils, dessen einfache, knappe Sprache und dessen Pragmatismus sie so begeistern, in der italienischen Übersetzung wiederzugeben. Die Figuren der amerikanischen Werke verlieren sich nicht in einer Gedankenwelt, wie etwa die Helden der italienischen Literatur des 20. Jahrhunderts, sondern sie sind Menschen der Tat, wie F. S. Fitzgerald selbst bekräftigte: „Action is character and character is action“. Überhaupt stellen die handelnden Personen im amerikanischen Roman jener Zeit eher Antihelden in der ganzen Alltäglichkeit ihres Lebens dar, den gewöhnlichen Jedermann, der keine großen Sprüche klopft, im Gegensatz zu den faschistischen Helden mit ihrer tönenden Rhetorik.

Nachhaltig geprägt wird die Erfahrungswelt von Fernanda Pivano schließlich vom Zweiten Weltkrieg. In diesen Jahren stirbt die englische Großmutter bei einem Bombenangriff der eigenen Landsleute, bald darauf unternimmt ihr Vater einen Selbstmordversuch. Aufgrund ihrer antifaschistischen Einstellung und ihrer Übersetzungen wird Pivano mehrmals befragt und inhaftiert und entgeht wie durch ein Wunder einer Vergewaltigung. Weitere dramatische Erlebnisse folgen, in erster Linie verursacht durch den grausamen Bürgerkrieg zwischen Partisanen und Faschisten. Angst, Schrecken und Misstrauen bestimmen ihre Emotionen in diesen Jahren, „schreckliche Gefühle, die ich lieber nie kennengelernt hätte“, wie sich Fernanda später erinnert. Fernanda und die Literatur

Im Jahr 1948 lernt Fernanda Pivano in Cortina d'Ampezzo den Schriftsteller Ernest Hemingway kennen, der ihr Leben entscheidend prägen sollte. Ein Jahr später veröffentlicht sie die Übersetzung von A Farewell to Arms unter dem Titel Addio alle armi. Die Beziehung der beiden entwickelte sich zu einer tiefen Freundschaft, die sie ein Leben lang verbindet und nicht nur auf das gemeinsame Interesse für Literatur gründet, sondern auch auf gegenseitige Wertschätzung, man schreibt sich Briefe, telefoniert, verbringt gemeinsame Tage und Urlaube.

Ein Jahr nach der Begegnung mit Hemingway heiratet Pivano den berühmten Architekten und Designer Ettore Sottsass (geb. 1917 in Innsbruck, † 2007) und zieht nach Mailand.

Gemeinsam mit ihrem Mann reist sie 1956 nach Puerto Rico, wo sie den Schriftsteller William Carlos Williams trifft. Dieser macht sie mit dem Werk von Allen Ginsberg (1926-1997) bekannt, einem amerikanischen Autor, der zusammen mit Jack Kerouac (1922-1969) als einer der Hauptvertreter der „Beat Generation“ gilt, jener Protestbewegung, die Ende der 1950er Jahre in den USA entsteht.

Pivano ist tief beeindruckt von Ginsbergs Werken, insbesondere von dem Gedicht Howl (1956), und von Kerouacs Romanen, die ihr das „neue Amerika“ und seine spannende Kulturentwicklung eröffnen. Ab diesem Zeitpunkt macht sie es sich zur Lebensaufgabe, die Werke ihrer „Idole“ und amerikanischen Freunde zu übersetzen, oftmals unentgeltlich, und diese in Italien bekanntzumachen. Ihre Arbeit als Übersetzerin und Verbreiterin der amerikanischen Avantgarde bringt ihr Kritik, Angriffe und Beleidigungen von allen Seiten des Establishments ein.

Ihr Verhalten gegenüber den Künstlern ist äußerst unkonventionell. Jedes Mal, wenn sie das Buch eines neuen amerikanischen Schriftstellers liest, das sie beeindruckt, macht sie sich auf die Suche nach dem Autor. Sie versucht, mit diesen antikonformistischen Persönlichkeiten in Kontakt zu treten, beseelt von dem Wunsch, das Bild aus den Medien mit der Realität zu vergleichen und die Emotionen der Verfasser beim Schreiben ihrer Werke auszuforschen.

Sie verbringt einen Großteil ihres Lebens an der Seite der berühmten amerikanischen Schriftsteller, einige sehen sie als Freundin, andere als Schülerin. Zu den vielen Künstlern, die Pivanos Interesse und Neugier wecken, zählen, neben den bereits erwähnten, F. S. Fitzgerald, Henry Miller, William Faulkner, William Burroughs, Gertrude Stein, Gregory Corso und Charles Bukowsky oder in jüngerer Zeit Erica Jong, Jay McInerney und Bret Easton Ellis.

Fernanda und die Musik

„Die Liedermacher sind die Poeten der Straße, sie besingen die Emotionen des Alltags: Sie sind die Helden der kollektiven Vorstellungswelt.“

Fernanda Pivano hat sich schon immer für Musik interessiert. Als Absolventin des Konservatoriums hat sie sich u.a. mit der Renaissancemusik und dem Melodram beschäftigt, ihr Hauptinteresse aber gilt der Liedermacherkunst.

Für Nanda ist die Musik der Liedermacher „Poesie, die ihre Melodie gefunden hat“, ein besonderes Genre, das Literatur und Musik verbindet und sie so fasziniert, dass sie, wie sie zugibt, der Dichtung von Montale die italienischen Liedermacher wie Fabrizio De André, Vasco Rossi, Luciano Ligabue oder Jovanotti vorzieht.

„Fabrizio war, ist und bleibt ein Verführer; wegen seiner Stimme, die eine Gabe des Schicksals ist und wegen seiner Dichtkunst, die eine Gabe der Götter ist.“

Zu De André hat Fernanda Pivano eine ganz besondere Beziehung. Sie hört den Liedermacher zum ersten Mal aus einer Jukebox und ist sofort verzaubert vom Text des Liedes La guerra di Piero (1964), das voller Pazifismus und Verzweiflung ist, noch mehr jedoch von seiner Stimme, die sie in eine Art „Hypnose“ oder „Trance“ versetzt, wie sie sagt. Sie will ihn unbedingt kennenlernen, bekommt aber keine Antwort auf einen Brief, den sie dem Sänger schreibt, ihm, der aus Genua stammt, genau wie sie. Sie ist daher sehr überrascht und außerordentlich geehrt, als sie von eben diesem Liedermacher einige Jahre später die Anfrage erhält, ob er die italienische Version der Spoon River Anthology vertonen dürfe.

Dieses Werk begleitet Pivano ihr Leben lang: Neben der Entdeckung des Übersetzerberufes verdankt sie dem Gedichtband auch den Anfang einer langjährigen Freundschaft mit De André, der ihn unter dem Titel Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971) vertont. Heute existieren daher zwei italienische Versionen der Gedichte von Edgar Lee Masters: die Übersetzung von Pivano und die vertonte und literarisch neubearbeitete von De André.

„Man sagt, dass Fabrizio der italienische Bob Dylan sei [...] Anlässlich der Überreichung dieses Preises (Tenco-Preis, eine jährlich verliehene italienische Musikauszeichnung) wünschte ich, man würde von Bob Dylan sagen, er sei der amerikanische Fabrizio.“

Laut Fernanda Pivano sind sich die beiden Liedermacher sehr ähnlich: Beide sind Dichter, Idealisten, Pazifisten und zeigen sich unbeeindruckt von ihrem Erfolg, beide zeichnet großer Respekt für die Liebe und vor dem Tod sowie Abscheu vor Heuchelei und Gewalt aus. Das findet sich häufig in den Texten ihrer Lieder wieder: der Krieg in La ballata dell'eroe (1961) und Masters of War (1963); die Drogen in Il cantico dei drogati (1968) und Mr. Tambourine Man (1965); und schließlich das Grauen der Gewalt in La guerra di Piero (1946) und Blowing in the wind (1963).

Auf Wiedersehen, Nanda!

Fernanda Pivano stirbt 2009 im Alter von 92 Jahren.

„Auf Wiedersehen, Frau Amerika, auf Wiedersehen, Frau Freiheit, auf Wiedersehen, kleine Anarchistin“. Mit diesen Worten verabschiedet sie Don Gallo bei den Begräbnisfeierlichkeiten 2009 in Genua, in derselben Kirche, in der 1999 auch die Beerdigungsfeier von Fabrizio De André stattgefunden hat. Politiker, Schauspieler, Liedermacher, Künstler, Schriftsteller, vor allem aber viele Freunde und einfache Menschen haben sich versammelt, um ihr die letzte Ehre zu erweisen und ihrer zu gedenken, nicht nur für die Werke, die sie geschrieben hat, sondern für das, was sie war: Eine pragmatische Frau, die mit den ihr zur Verfügung stehenden Mitteln versucht hat, Dinge zu verändern, die ihren eigenen Bildungsweg verfolgt hat, abseits akademischer Zwänge; eine Frau, die stets die Freiheit und den Frieden über die scheinheiligen und dogmatischen Ideologien gestellt hat; eine Frau, die sich immer treu geblieben ist. Eine Frau, die jung geblieben ist, die die jungen Leute geliebt hat, die den Menschen gezeigt hat, wie man jung bleibt.

Die Veranstaltung

Die Veranstaltung rankt sich um die Persönlichkeit von Fernanda Pivano, die in einem bewegenden Monolog über ihre Begegnung mit vier Männern und Künstlern spricht, die ihr Leben wesentlich bestimmt haben: Pavese, Hemingway, Ginsberg und Edgar Lee Masters. Letzterer kehrt immer wieder, in den Gedichten wie in den Liedern, die als Untermalung des Monologs dienen und von Fabrizio de André vertont wurden.

Dieser Text wurde im Rahmen des Seminars „Sprachproduktion Italienisch schriftlich“ am Institut für Romanistik im WS 2010/2011 von Helga Frischmann, Sabina Langer, Nicoletta Lucchini, Sara Ritrovati und Elisabeth Waldner unter der Leitung von Mag. Carla Festi Leidlmair verfasst.

[Übersetzung von Verena Bernhard, Nicole Heinzle und Monika Reiterer unter der Leitung von Dr. Christiane Böhler, Institut für Translationswissenschaft]