Fernanda „Nanda“ Pivano
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TEATRO/Theateraufführung Donnerstag / Giovedì 20 GENNAIO 2011, 20:00, Westbahntheater, Feldstr. 1a/17, Innsbruck TrentoSpettacoli presenta Dormono tutti sulla collina ein Monolog rund um das Leben von Fernanda Pivano / Un monologo ispirato alla vita di Fernanda Pivano con Maura Pettorruso Regia di Daniele Filosi In Zusammenarbeit mit / In collaborazione con Westbahntheater, Kulturverein INNcontri, Italien-Zentrum, Institut für Romanistik, Institut für Translationswissenschaft Ritratto di Fernanda Pivano (1917-2009). Una vita di emozioni «Sono contento che abbia vissuto così tanto e che sia stata sempre viva. Era un mito vero. Il suo sorriso, la sua umanità e cultura, una donna eccezionale». Così il regista Giuliano Montaldo descrive Fernanda Pivano, una delle più importanti figure femminili della scena culturale italiana. Non solo la traduttrice che ha fatto scoprire agli italiani i grandi scrittori americani del „900, ma anche una pluripremiata giornalista, scrittrice e autrice di romanzi e di raccolte di saggi sulla letteratura e sulla musica, nonché un‟affermata critica musicale e “amica” dei grandi cantautori italiani. Nasce nel 1917 a Genova in un ambiente colto e agiato nel quale vive un‟infanzia felice. La figura che la influenza maggiormente nei primi anni di vita è il padre che con le sue idee liberali incide molto sulla sua educazione e le trasmette il suo orientamento antifascista. Dopo che la famiglia si è trasferita a Torino, Fernanda frequenta il liceo classico D‟Azeglio, all‟epoca una fucina di cultura e di politica antifascista. Suo compagno di classe è Primo Levi (1919-1987), mentre Cesare Pavese (1908-1950) è il loro insegnante di italiano. La prima grande delusione nei confronti delle istituzioni la subisce proprio al liceo, quando sia lei che il futuro scrittore Primo Levi non sono ammessi all‟esame di maturità, nonostante siano ottimi studenti. La ragione della bocciatura è che nel tema la Pivano aveva trattato argomenti pacifisti in aperto contrasto con l‟ideologia dell‟epoca, mentre per Levi il motivo è da rintracciarsi nella sua fede ebraica. In seguito Fernanda ottiene il diploma in pianoforte al Conservatorio e si laurea in lettere all‟Università di Torino con una tesi su Moby Dick di Herman Melville (1819-1891). Durante gli studi universitari prende lezioni private di letteratura comparata da Pavese. Fernanda, affascinata, descrive così i suoi incontri con lo scrittore: “Non erano lezioni, erano, come dire, coca-cola”. Pavese ha avuto una grande influenza sulle passioni letterarie della Pivano. È proprio a seguito di una chiacchierata casuale con lui e Norberto Bobbio che la Pivano si avvicina infatti alla letteratura americana. Legge con interesse crescente i primi libri che Pavese le presta, tra questi A Farewell to Arms (1929) di E. Hemingway (1899-1961) e la raccolta di poesie Spoon River Anthology (1915) di E.L. Masters (1869-1950). Per quest‟ultima opera è “amore a prima vista”, rimane impressionata particolarmente dalla poesia in ricordo di Francis Turner al punto che, per vedere come quei versi suonino in italiano, traduce in segreto l‟Antologia. Fortunatamente Pavese scopre il manoscritto e convince l‟editore Einaudi a pubblicarlo. Il libro non avrà vita lunga sotto il regime, infatti dopo poco viene sequestrato e confiscato in quanto libro antimilitarista, antifascista, anticonformista. Pavese inizia la giovane Pivano alla traduzione e lei rimarrà fedele ai principi che egli le insegna. Nelle sue traduzioni la Pivano cerca di rendere lo stesso effetto dello stile americano che la appassiona tanto sia per la semplicità, che per la lingua scattante e il pragmatismo. I personaggi delle opere americane non si perdono nel mondo dei pensieri come invece i protagonisti della letteratura italiana del Novecento, ma sono dei personaggi d‟azione, come sosteneva lo stesso F.S. Fitzgerald: “L‟azione è il personaggio, il personaggio è azione”. Inoltre i personaggi dei romanzi americani di quell‟epoca rappresentano degli antieroi della vita quotidiana, che parlano a mezza voce, sono immersi nella realtà di ogni giorno dell‟uomo qualunque, diversi quindi dall‟eroe fascista abituato a parlare con la grancassa. Un periodo che ha segnato a lungo l‟esperienza della Pivano è stata la seconda guerra mondiale. A quegli anni risalgono la morte della nonna inglese, che perde la vita durante un bombardamento dei suoi connazionali, e più tardi il tentato suicidio del padre. A causa delle sue idee in opposizione con il governo fascista e delle sue traduzioni, Fernanda viene interrogata e incarcerata più volte e scampa miracolosamente ad uno stupro. In seguito vive altre esperienze drammatiche, causate in primo luogo dall‟efferata guerra civile tra partigiani e fascisti. Le emozioni di quegli anni sono l‟angoscia, l‟orrore e la diffidenza, “emozioni orribili che non avrei voluto conoscere”, commenterà anni dopo. Fernanda e la letteratura Nel 1948 a Cortina d‟Ampezzo conosce Ernest Hemingway, uno scrittore che segnerà profondamente la sua vita e un anno dopo pubblica la traduzione di A Farewell to Arms con il titolo Addio alle armi. Il loro rapporto si trasformerà in un‟amicizia profonda che li legherà per tutta la vita e che non si basava solo sul comune interesse per la letteratura, ma anche su una stima reciproca - un rapporto fatto di lettere, telefonate, giornate e vacanze trascorse insieme. Un anno dopo la Pivano sposa il famoso architetto e designer Ettore Sottsass, nato a Innsbruck nel 1917 (†2007), e si trasferisce a Milano. Nel 1956 insieme al marito si reca a Porto Rico, dove incontra lo scrittore William Carlos Williams che la introduce alle opere di Allen Ginsberg (1926-1997), scrittore americano che con Jack Kerouac (1922-1969) è considerato una delle figure principali della “Beat Generation”, il movimento di protesta nato in America alla fine degli anni 50. La Pivano rimane profondamente colpita dalle opere di Ginsberg, in particolare dal poema Howl (1956) e dai romanzi di Kerouac, che le permettono di scoprire la “nuova America” e il fermento culturale di quegli anni. Da quel momento in poi la sua missione sarà quella di tradurre le opere dei suoi “miti” e amici americani e diffonderle in Italia. Il suo lavoro di traduttrice e di divulgatrice della cultura americana d‟avanguardia, spesso senza compenso, non le risparmia critiche, attacchi e offese provenienti da tutti i livelli dell‟establishment. Il suo atteggiamento verso gli artisti è del tutto originale. Ogni volta che legge un libro di un nuovo scrittore americano e ne rimane colpita, va in cerca dell‟autore. Si avvicina a questi personaggi anticonformisti, spinta del desiderio di confrontare l´immagine dei media con quella reale e di scoprire le emozioni che provano loro stessi quando scrivono quelle opere. Trascorre gran parte della sua vita accanto agli scrittori americani più famosi, alcuni la accettano come amica, altri come allieva. Tra i molti altri artisti che attirano l‟interesse e la curiosità della Pivano oltre a quelli già nominati, ricordiamo F. S. Fitzgerald, Henry Miller, William Faulkner, William Burroughs, Gertrude Stein, Gregory Corso e Charles Bukowski, ma anche in anni più recenti Erica Jong, Jay McInerney e Bret Easton Ellis. Fernanda e la musica „I cantautori sono la poesia delle strade, sono i cantori delle emozioni del quotidiano: sono gli eroi dell‟immaginario collettivo.” Fernanda Pivano si è sempre interessata di musica, soprattutto di musica cantautoriale. Ha frequentato il Conservatorio dove ha preso il diploma di decimo anno di pianoforte e si è occupata di musica rinascimentale e del melodramma. Per Nanda la musica dei cantautori è “una poesia che ha ritrovato la sua melodia”, un genere particolare che lega la letteratura alla musica e che le fa dire di preferire alla poesia di Montale i cantautori italiani: De André, Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti. “Fabrizio è stato, è, sarà sempre un incantatore, per la sua voce che è stata un dono del destino, per la sua poesia che è stata un dono degli dei.” Con De André Fernanda Pivano ha un rapporto particolare. La prima volta sente le sue canzoni in un jukebox ed è subito molto affascinata dalle parole di “La guerra di Piero” (1964), piene di pacifismo e di disperazione ma soprattutto dalla sua voce che, come ricorda Nanda, la fa entrare in uno “stato di ipnosi”, “di trance”. Vuole assolutamente incontrarlo ma purtroppo non riceve alcuna risposta ad una lettera che invia al cantautore, genovese come lei. È quindi sorpresa e onoratissima per la richiesta fattale qualche anno dopo dello stesso cantautore di poter mettere in musica le parole dell‟Antologia di Spoon River. Questo testo accompagna la Pivano per tutta la sua vita, fin dai tempi della sua prima traduzione, scoperta da Pavese e segna anche l‟inizio di una lunga amicizia con de André, che mette in musica la raccolta col titolo Non al denaro, non all'amore né al cielo (1971). Oggi esistono quindi due versioni delle poesie di Edgar Lee Masters: la traduzione della Pivano e la rielaborazione musical-letteraria di De André. “Dicono che Fabrizio è il Bob Dylan italiano […] nel dargli questo premio [premio Tenco] vorrei che fosse Bob Dylan a venir chiamato il Fabrizio americano” Secondo Fernanda Pivano i due cantautori sono molto simili, entrambi poeti, persone idealiste, pacifiste e distaccate dal successo, contraddistinti da un forte rispetto per l‟amore e per la morte e dalla ripugnanza per l‟ipocrisia e la violenza, come si ritrova spesso nei testi delle loro canzoni: la guerra in La ballata dell’eroe (1961) e Masters of War (1963); la droga in Il cantico dei drogati (1968) e Mr. Tambourine Man (1965); ed infine l‟orrore della violenza in La guerra di Piero (1964) e Blowing in the wind (1963). Ciao, Nanda! Fernanda Pivano muore nel 2009 all‟età di 92 anni. “Ciao signora America, ciao signora Libertà, ciao signorina Anarchia”1, così la saluta Don Gallo ai suoi funerali celebrati a Genova nel 2009 nella stessa chiesa dove nel 1999 si erano svolti quelli di Fabrizio De Andrè.