Muntagne Noste 2011

Sicurezza e avventura esperienza e conoscenza Una convivenza possibile?

Ri v i s t a i n t e r s e z i o n a l e CAI VALLE DI SUSA - VAL SANGONE La Rivista dell’Intersezionale Val Susa e Val Sangone si avvale della volontaria collaborazione dei soci delle sezioni e di tutti gli appassionati. La pubblicazione viene distribuita gratuitamente a tutti i soci delle sezioni dell’Intersezionale. La redazione si riserva la proprietà assoluta di quanto pubblicato in originale e ne consente l'eventuale riproduzione con l'obbligo della citazione dell'autore e della rivista. Gli articoli firmati comportano ai rispettivi autori ogni responsabilità sul contenuto mentre quelli non firmati si intendono pubblicati a cura della redazione. Sommario Anno 2011 - Numero 26

Direttore: Mauro Carena 8 Editoriale Coordinamento: Tiziana Abrate, Claudio Blandino, Anna Gastaldo di Tiziana Abrate e Anna Gastaldo 46 Elogio alla lentezza Redazione: T. Abrate, C. Blandino, E. Boschiazzo, E. Cardonatti, A. Cucco, di Roberto Follis V. Ferrero, R. Follis, A. Gastaldo, V. Girodo, G. Guerciotti, 10 I nuovi falliti C. Iotti, G. M. Maritano, S. Oglino, G. Pronzato, di Enzo Cardonatti 50 Prevenire è meglio che curare C. Usseglio Min, V. Zinzala di Gianni Pronzato Impaginazione: Claudio Blandino 14 Punta Loson Presidente Intersezionale: Ezio Boschiazzo di Enzo Cardonatti 54 Nuove Realizzazioni Segretario: Piero Pecchio Roc du Montun e Punta Clarì Stampa: Arti Grafiche San Rocco s.n.c. - 10095 Grugliasco (TO) 16 SCI RIPIDO - Punta Loson di Enzo Cardonatti 58 Rischio calcolato? Boh! Foto di copertina: Scuola “C. Giorda” - Corso di Alpinismo 2010 di Guido Mauro Maritano Sul Trident du Tacul 17 MTB - Colle della Rho di Adriana Cucco 61 Ciarforon. Parete nord di Guido Mauro Maritano SEZIONI DELL’INTERSEZIONALE VAL SUSA - VAL SANGONE 18 Vanno, vengono, a volte tornano di Marco Pozzi e Tiziana De Martino 64 Sicurezza, etica e libertà ALMESE Via Roma 4, 10040 ALMESE - Apertura: mercoledì ore 21 www.caialmese.it di Fabio Balocco Presidente: Vincenzo Ferrero Anno di fondazione: 1977 (dal 1975 sottosezione di Alpignano) 21 CIASPOLE - San Colombano di Marco Pozzi 68 Alpinismo e società ALPIGNANO Via Matteotti 10, 10091 ALPIGNANO - Apertura: venerdì ore 21 di Enzo Cardonatti Presidente: Adriana Cucco www.caialpignano.too.it - Anno di fondazione: 1955 22 Etica ed ecologia di Roberto Follis 71 Scuola Intersezionale “C. Giorda” AVIGLIANA Piazza Conte Rosso 11, 10051 AVIGLIANA - Apertura: venerdì ore 21 PROGRAMMA CORSI 2011 Reggente: Valter Zinzala Anno di fondazione: 1972, sottosezione di Alpignano 26 ESCURSIONISMO Gli antichi itinerari 76 I viaggi dell’Intersezionale Via Pietro Micca 39, 10052 BARDONECCHIA di Rosanna Carnisio di Claudio Usseglio Min Presidente: Ezio Boschiazzo [email protected] - Anno di fondazione: 1972 32 La scuola per la montagna 78 Rocca Sella - Torrione Alotto BUSSOLENO Borgata Grange 20, 10053 BUSSOLENO - Apertura: venerdì ore 21 di Anna Gastaldo di Lorenzo Devos Presidente: Miriam Pugnant www.cai-bussoleno.it - Tel. 0122.49.461 Anno di fondazione:1924 36 Il recupero della palestra di 82 Quando la sicurezza non c’era CHIOMONTE Via V. Emanuele 38, 10050 CHIOMONTE - Apertura: sabato ore 21 roccia di Avigliana di Elisio Croce Presidente: Vilmer Jacob Anno di fondazione: 1977 (dal 1970 sottosezione di Torino) di Valter Zinzala e-mail: [email protected] 84 Alberto Re - Professione Guida 40 Questa mia generazione Vivere in montagna e di montagna GIAVENO Piazza Colombatti 14, 10094 GIAVENO - Apertura: merc. ore 21, giov. ore 21 di Claudia Iotti di Giorgio Guerciotti Presidente: Livio Lussiana (speleo) www.caigiaveno.com - Tel. 011.9378002 - Anno di fondazione: 1966 41 ESCURSIONISMO - Bric di Mezzodì 90 Rifugi e Posti Tappa PIANEZZA Via Moncenisio 1, 10044 PIANEZZA - Apertura: giovedì ore 21 di Rosanna Carnisio Presidente: Carlo Rabezzana [email protected] - Anno di fondazione: 1979 (dal 1976 sottosez. di Alpignano) 42 Rifugi, alberghetti di montagna RIVOLI Via Fratelli Bandiera 1, 10098 RIVOLI - Apertura: venerdì ore 21 o presidi del territorio? Presidente: Claudio Usseglio Min www.cairivoli.it Anno di fondazione: 1982 di Claudio Blandino (dal 1927 sottosez. di Torino - Sciolta dal '36 al '45)

SUSA Corso Unione Sovietica 8, 10059 SUSA - Apertura: venerdì ore 21 Presidente: Reynaud Emilio Tel. 0122.62.31.78 - 338.652.54.26 e-mail: www.caisusa.it Per la realizzazione di questo numero hanno collaborato con articoli, ricerche e fotografie: Anno di fondazione: 1872 (sciolta nel 1942, ricostituita nel 1977) Abrate Tiziana, Armando Pier Mario, Balocco Fabio, Blandino Claudio, Bona Pier Aldo, Boschiazzo Ezio, Cardonatti Enzo, Carnisio Rosanna, Croce Elisio, Cucco Adriana, De Martino Tiziana, Devos Lorenzo, Ferrero Vincenzo, Follis Roberto, Gastal- SAUZE D'OULX Strada Provinciale Oulx/Sauze - Viale Genevris, 10050 SAUZE D'OULX Presidente: Giorgio Guerciotti Tel. 335.694.55.48 - Anno di fondazione: 1979 (sottosez. di Bussoleno) do Anna, Girodo Vittorio, Guerciotti Giorgio, Iotti Claudia, Maritano Guido Mauro, Mattiel Piermario (Altox), Oglino Susanna, e-mail:[email protected] Pecchio Piero, Pozzi Marco, Pronzato Gianni, Re Alberto, Usseglio Min Claudio, Zinzala Valter. Editoriale 8 9 Muntagne Noste Muntagne Noste

Nel 2013 si celebreranno i 150 manca l’effettiva conoscenza L’evoluzione della società, nel favorire un approccio anni del CAI, nato nel 1863 a dell’Alpe e dei suoi pericoli, con tutti i pregi e i limiti che consapevole, sui cambia- Torino, il cui Statuto all’arti- si affrontano così con legge- caratterizzano tale processo, menti che hanno investito i colo 1 così recita “ libera asso- rezza situazioni e luoghi che ha inevitabilmente condi- rifugi, o sulle trasformazioni ciazione nazionale ha per iscopo necessitano invece di consa- zionato l’evoluzione (o l’in- dei clienti percepiti da una l’alpinismo in ogni sua manife- pevolezza delle difficoltà e di voluzione?) dell’alpinismo, guida alpina. stazione, la conoscenza e lo stu- percezione dei rischi. E dun- ponendo nuovi interrogativi Si è voluto anche dar voce dio delle montagne, specialmente que aumentano gli incidenti, di natura sociale, etica, am- ad una giovanissima appas- di quelle italiane, e la difesa del spesso mortali. bientale. Se le motivazioni sionata, che nell’analisi delle loro ambiente naturale.” Come è cambiato il modo di sono sostanzialmente le stes- sue motivazioni stenta a com- È nell’Ottocento che in segui- “fare” montagna? Che cosa se, le risposte sono diverse, prendere perché tra i suoi to alla diffusione delle teorie significa rispettare la mon- come è diverso il rapporto coetanei pochi subiscano il illuministiche e del Roman- tagna? Cosa è o non è etico tra la società stessa e l’alpi- fascino prepotente di questo ticismo la montagna diviene nell’alpinismo? Perché gioca- nismo, una società che spin- ambiente meraviglioso. un luogo di grande attrazio- re con il rischio estremo? ge alla fretta, al tornaconto, “Il cielo sarà anche più vicino, ne - meta di pochi e in gran La sicurezza o l’avventura? all’esibizione dei risultati, sulle montagne, ma la virtù del- parte privilegiati - dove amo- Il rischio o la pianificazione allo spirito competitivo. la vetta è un inganno e gli alpi- re per la natura e sfida al pe- che spegne ogni emozione? Parafrasando un famoso titolo nisti non sono uomini superiori. ricolo s’intrecciano indissolu- La libertà incondizionata o il di Gian Piero Motti, si stanno Sono altro, però: testardi, liti- bilmente. rispetto di norme stabilite dal contendendo la scena i nuovi giosi e passionali, e anche un po’ Nel Novecento in conco- legislatore? Tra questi estre- falliti? Qual è il senso dell’al- bambini.” Ci piace conclude- mitanza con le progressive mi la saggia via di mezzo, pinismo? Fiumi di inchiostro re con questa frase di Enrico trasformazioni della società che sa vedere nelle attività in sono già stati versati su questi Camanni, tratta dal suo libro cambia il rapporto con la montagna una dimensione in ineludibili interrogativi, ma La metafora dell’alpinismo, per montagna, non più destina- cui non è possibile eliminare c’è sembrato interessante ve- tornare a pensare che la mon- ta ad una ristretta élite: su totalmente il rischio, a costo dere nella nostra realtà i segni tagna su cui riversiamo tante larga scala si diffondono le di snaturarne l’essenza. del tempo, partendo dunque attese e in cui cerchiamo di attività ad essa legate - so- Il CAI da anni ha avviato la dagli itinerari sulle montagne ricaricarci dalla quotidianità, prattutto escursionismo e sci discussione sul tema della della Valle di Susa e Val San- non può essere ridotta a ter- - con la conseguente nascita sicurezza e parallelamente gone, percorsi per passione o ritorio di avventura, di sfida di problematiche connesse quello sull’etica dell’alpi- per professione, da escursio- o conquista, essa è soprat- alla sua frequentazione sem- nismo; anche noi abbiamo nisti o guide alpine. tutto scuola di vita, luogo di pre più intensiva. voluto dare un contributo Il lettore potrà pertanto se- esperienza e conoscenza di In un modello sociale sempre alla riflessione su queste te- guire la riflessione sul ruolo se stessi in rispetto e sintonia più proiettato verso la ricerca matiche, raccontando inoltre della scuola nell’educare ai con l’ambiente. di forti emozioni, oggi la mon- la trasformazione che nelle valori della montagna, sulla tagna rischia di trasformarsi nostre valli ha accompagnato funzione del Soccorso Alpino Tiziana Abrate in un gigantesco luna-park: l’approccio alla montagna. e delle Scuole di alpinismo Anna Gastaldo I nuovi falliti 10 11 Muntagne Noste Muntagne Noste

Perché arrabattarci Nel 1971 Gian Piero Motti adattare la pratica dell’alpi- rifugiarsi nell’alpinismo, tra chiave di lettura. Mentre noi scriveva Riflessioni, a cui un nismo ad una cultura dello persone con gli stessi proble- ieri dovevamo fare i con- a fare quadrare anno dopo sarebbe seguito sport, della prestazione, del mi, che parlavano la stessa ti con la nostra solitudine, famiglia, lavoro, I Falliti. Rileggendo quegli primeggiare, in un contesto lingua e avevano in comune trasformarla in una molla scritti a distanza di 40 anni simile a quello che la socie- gli stessi gesti, la stessa fati- d’azione, unirci ad altri no- problemi vari se ne riscopre l’attualità, an- tà stessa propone e impone. ca, era solo uno dei modi per stri simili non per superarla che se in un contesto e con Ci riescono bene, si posso- fuggire dalla realtà? ma per amplificarla fino a per un week end presupposti diversi. Lo svi- no osservare ed ammirare Anche oggi sono comuni i rendere accettabile anche il luppo socio-culturale dal ragazzi/e non solo a scalare rituali, i gesti, la fatica, alcu- rischio più grande, oggi si in montagna? 1972 ad oggi è stato straor- sulle falesie, ma anche sulle ne discipline come l’arram- tenta di esorcizzarla, dimi- Siamo i dinario e devastante in tut- più impegnative vie di alta picata fanno gruppo, ma nuendo i rischi, aumentan- ti i campi: dalla moda alla montagna, con un approccio non necessariamente tutto do l’aggregazione, abbas- nuovi falliti? politica, i salti generazionali motivato e smitizzante. Tut- ciò ha un significato diverso sando in qualche modo le hanno subito una netta frat- to ciò ha degli aspetti sicura- dal momento sportivo. Si sta montagne. tura, tanto distanti e diver- mente positivi, ma tende – all’aria aperta, con amici, con Un’altra chiave di lettura è si i contesti e gli stimoli in emblema di un male diffuso le contraddizioni proprie di che oggi più che mai l’alpi- cui si cresceva. Il modo di in questa società - a dimenti- ogni gruppo omologato, ma nismo è una attività di nic- andare in montagna è cam- care i presupposti storici da in sostanza il vissuto di cia- chia, per non usare la parola biato, nuove discipline si cui si parte. scuno resta fuori, all’esterno élite, ormai impropria. sono affacciate sulla scena, i Interessa a qualcuno sape- di questo ambito. Per fare un buon alpinismo materiali facilitano per certi re chi era Comici? Oppure E se questo modo di essere della domenica, bisogna versi l’approccio, l’offerta di quale ruolo hanno avuto gli vede coinvolte soprattutto avere tempo, soldi e voglia scuole di alpinismo aumen- alpinisti inglesi nella storia le nuove generazioni, è dun- di prepararsi: ma gli im- ta ed il praticare l’alpinismo dell’alpinismo moderno? que destinato a scomparire pegni familiari sempre più o qualche disciplina affine È ancora necessario attual- l’approccio romantico alla frenetici, i tempi di lavoro non è più visto con diffiden- mente ricercare le radici del montagna? Ma soprattutto giapponesi, lo stress e la za o come una disciplina per nostro andare in montagna, è ancora attuale tale approc- stanchezza allontanano dal- iniziati o invasati. oppure la prestazione spor- cio, è ancora necessario op- la montagna. Anzi, a volte è Quali sono oggi le motiva- tiva è fine a se stessa? pure è ormai un retaggio di la voglia stessa di alpinismo zioni che spingono ad af- Mi chiedo se è giusto avvici- generazioni sconfitte? che acuisce i conflitti. frontare la montagna? narsi sportivamente alla mon- A guardarsi intorno non Cassin batteva ferro tutta Per la generazione che oggi tagna tralasciando l’aspetto sembrerebbe che l’attuale la settimana, eppure parti- ha dai 40 anni in su i pre- culturale, quello motivazio- società regali serenità e be- va in bici e scalava nel poco supposti motivazionali sono nale e anche quello storico. nessere dello spirito: sicura- tempo libero, pur avendo sicuramente più comples- Tutto questo era forse un’esi- mente è prodiga di ansia, di moglie e figli. Oggi siamo si ed introspettivi, mentre genza generazionale, fatta di fretta, di competizione, ma seduti dietro una scrivania, i giovani d’oggi per certi fughe da situazioni di vita soprattutto di solitudine. davanti ad uno schermo e versi non fanno altro che difficili da accettare, dove il Forse è questa una prima magari il venerdì sera siamo 12 13 Muntagne Noste Muntagne Noste

degli stracci, senza voglia di Siamo quelli che, seppur ap- lizzarle invece di sfruttarne montagna, percepire il pro- pensare, senza voglia di liti- parentemente, sono inseriti il lato economicamente van- fumo della neve, della roc- gare a casa per partire verso e contestualizzati nel tessu- taggioso? Lo sport è salute, cia, il proprio odore, forse la montagna. to sociale, si portano dentro si fa in sicurezza e con la basta svegliarsi sotto le stel- A volte penso agli amici con quelle inquietudini che non giusta attrezzatura, leggera le, camminando alla luce di cui condivido la passione ci permettono di fermarci… e costosa, venghino signori una frontale, o attraversare per lo sci ripido, tutti con non ancora. al supermercato del rischio la linea tra sole ed ombra, famiglia, quasi tutti con figli La differenza è forse proprio controllato, della adrenalina tra freddo e caldo, tra roccia - a volte piccoli - un lavoro, questa. Se ieri il fallimento garantita. e neve. O forse per il gusto una casa accogliente e una era accompagnato dalla diffi- Per fortuna l’ambiente alpi- estetico del gesto, della trac- età non più giovanissima. coltà di inserirsi nel contesto no non si modifica in base cia, del curvare sospesi tra Tutti molto preparati, nes- sociale, dalla impossibilità di all’approccio dell’uomo ed cielo e terra. Forse è per que- suno banale. far comprendere agli altri le alla sua tecnologia, le pietre sto e per altre mille sensazio- Perché allora salire una pa- proprie esigenze e motiva- continuano a cadere e non ni ancora che continuiamo a rete o un canale e scenderlo zioni dell’andar in montagna, ci avvisano, le valanghe si muoverci, a scalare e poi a con gli sci, soli con se stessi, oggi siamo nella situazione, staccano anche se abbiamo ridiscendere i nostri dubbi e con le proprie paure, con la per certi versi paradossale, Arva, pala e sonda, il tempo le nostre paure, che ci annu- propria capacità, non me- di non riuscire ad uscire dal cambia in barba anche alle siamo e cerchiamo di scopri- diata da corde, spits ecc., in contesto sociale in cui siamo previsioni. re se le nostre tracce posso- una forma di puro alpinismo inseriti senza che questo ci Dove voglio arrivare? Non no incrociarsi, non solo per solitario? Perché arrabattar- porti in conflitto con le per- so, sarà che comincio a sen- il tempo di una discesa. ci a fare quadrare famiglia, sone con cui siamo in rela- tire il peso degli anni, sarà Enzo Cardonatti lavoro, problemi vari per zione, pur avendo la possibi- che la naturale invidia verso un week end in montagna? lità di comunicare all’esterno i giovani e la loro facilità ed Cosa cerchiamo dentro una in modo molto più diretto e efficacia di approccio spor- discesa? capillare e potendo contare tivo alla montagna comin- Non ce lo siamo mai chiesti su un ascolto più attento e cia a rodere, ma rimpiango l’un con l’altro, rispettosi meno giudicante. la marginalità sociale dei delle altrui scelte e gelosi Insomma, non siamo ai mar- tempi giovanili, la fascia co- delle nostre motivazioni, ma gini ma siamo dentro al si- lorata nei capelli, la lettura non posso fare a meno di stema, che sicuramente ha dei classici e la discussioni pensarci. catturato le nostre inquietu- con gli amici, gli spinelli alla Perché così egoisti da ac- dini trasformandole in busi- base del Caporal. cettare con piena consape- ness, attrezzatura, abbiglia- Torniamo alla domanda di volezza un rischio così alto, mento, proposte ecc.: per- prima: cosa cerchiamo? Non pur avendo responsabilità ché lasciare fuori dal gioco so, ma è poi necessario dare ed affetti che attendono a emozioni che si traducono delle risposte? Forse basta casa? Siamo i nuovi falliti? in azioni, perché margina- respirare l’aria leggera della Punta Loson: sperone ENE

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Ci sono pareti, C i sono pareti, panorami, itine- impegnativo. Davide era un bito, ma solo dopo un lungo rari che ti prendono dentro, profondo conoscitore della corteggiamento, che ha visto panorami, quando ti si presentano agli sua valle, anche dei suoi an- partecipare un nutrito grup- occhi. Se a questo aggiungo goli più nascosti, e molte vol- po di pretendenti. Alla fine, itinerari un ricordo, un volto amico te mi ha guidato attraverso dopo quattro tentativi spal- che non c’è più… ecco che itinerari incredibili, in ogni mati su due anni, il 21 apri- che ti prendono mi appare la parete Est della stagione, nelle pieghe della le 2010 la linea immaginata dentro, Punta Loson. Sì, avete letto val Sangone. da Davide viene finalmente bene, Loson, in val Sangone, Il suo entusiasmo verso scesa con gli sci da Andrea quando ti si mica sul Bianco, o sul monte quella parete mi contagiò e Bormida, Fabio Giaccone e Rosa o chissà dove! Questa cominciai a pensarci, ad os- Enzo Cardonatti. presentano punta di 2645 metri di altez- servarla: e più la osservavo Bello ed estetico nella sua za mi accompagna quando più mi entrava dentro, bella semplicità di linea, difficile agli occhi sulla tangenziale viaggio nella sua semplicità, estetica da trovare in condizioni si- verso Nord, o quando in bici nella sua probabile linea sci- cure in tutte e tre le sezioni scendo da Trana ad Aviglia- istica, sospesa, come i ricor- che compongono la discesa: pur non estremo, di grande di nel tempo. il pendio sospeso, il traverso soddisfazione. Poi Davide ruppe il filo del- ed il canale di uscita, lo spe- Davide aveva ragione, il Lo- la sua tormentata esistenza, rone ENE del Loson è sicu- son con gli sci… i lati oscuri dei suoi pensieri ramente un itinerario, sep- Enzo Cardonatti ebbero la meglio su un fisi- co da atleta, su uno spirito ribelle, incompreso e forse lasciato troppo solo. Il Loson restò in un angolo, la tristezza lo coprì di polvere. Ricomparve anni dopo, una corsa tardo autunnale alla Balma, la parete già imbian- cata, i ricordi che si affaccia- vano, la polvere che veniva soffiata via. Ne parlo con al- Alcuni scatti durante la salita na o in altri cento profili di cuni amici e scopro che non e la discesa a Punta Loson viaggio. Questa parete mi è sono il solo ad avere quelle entrata in testa quando Davi- parete dentro. Mai mi ero ri- de Versino, un giovane ami- trovato a desiderare così fre- co di Giaveno, mi raccontò di neticamente di essere della averla salita con piccozza e partita per tentarne la prima ramponi e che, a suo parere, probabile discesa. Il Loson, poteva essere scesa con gli sci come tutte le cose belle e de- lungo un itinerario estetico e siderate, non si concede su- SCI RIPIDO MTB 16 17 Muntagne Noste Muntagne Noste

Punta Loson (2645 m): Sperone ENE Colle della Rho (2552 m) – Colle della Replanette (2338 m)

Quota di partenza: 1200 m Avvicinamento Colle Valle Stretta (2434 m) Quota vetta: 2645 m Seguire il sentiero che dopo un primo Dislivello complessivo: 1445 m tratto boschivo esce all’aperto per restare Lunghezza: 35 km traverso ci porta alla Caserma della Rho Dislivello parete: 350 m sul fianco destro idrografico della valle fin Dislivello: 1550 m (fontana). Andiamo a destra seguendo il Difficoltà: 5.1/ E4 max 50° quasi sotto il rifugio della Balma, che si Difficoltà: BC/BC sentiero, dove siamo costretti a spingere Esposizione prevalente in discesa: Est lascia sulla destra per continuare verso il Ciclabilità: 80% la bici, per raggiungere il Colle della Rho. Località partenza: Pian Neiretto (Coazze) risalto che conduce al lago Rouen, da dove Periodo consigliato: luglio - settembre Dal colle scendiamo, prestando attenzio- Punti appoggio: rifugio Alpe della Balma appare tutta la parete. Località di partenza: Bardonecchia 1258 m ne all’insidioso fondo ghiaioso, fino ad un Risalire l’evidente conoide ed immettersi Accesso: A32 uscita Bardonecchia, en- bivio, dove ci dirigiamo a sinistra verso il Note nel canale E, risalirlo per circa cento me- trare in paese e parcheggiare nei pressi di Colle della Replanette. Un divertentissimo Itinerario intuibile anche dalla pianura, che tri fino a reperire sulla sinistra una rampa Borgo Vecchio. mezza costa, in mezzo ai rododendri, ci percorre il filo del naso ENE della parete molto ripida di una cinquantina di metri Cartografia: I.G.C. 1:25.000 - N. 104, porta all’ultimo tratto che ci costringe di E per un pendio sospeso e si riporta nel che sembra morire contro i salti sopra- Bardonecchia Monte Thabor Sauze d’Oulx; nuovo ad un po’ di portage fino al Colle canale principale tramite un traverso che stanti ma che immette subito sul traverso, 1:50.000 - N. 1, Valli di Susa Chisone e della Replanette. Ci indirizziamo a sinistra, taglia i salti e una ripida rampa. Il senso di facendo aumentare l’esposizione (tratto Germanasca. tralasciando il sentiero che porta alla casa esposizione è notevole e reale, il lenzuolo più ripido). Percorrere il traverso verso si- della posta, fino a incrociare il sentiero che attorniato dal vuoto sembra sospeso. nistra immettendosi sul lenzuolo sospeso, sale dal fondovalle. Proseguiamo in legge- Componendosi di tre parti (canale, rampa- guadagnare gradualmente il filo del naso Note ra salita, incontrando alcuni passaggi un traverso, lenzuolo) ed avendo una preva- piegando sempre un po’ a sinistra per non Magnifico ed impegnativo percorso ad po’ impegnativi, fino a giungere al Colle di lente esposizione ENE è difficile trovare le rimanere sul lenzuolo, seguire il filo che si anello sul confine italo-francese, che ci Valle Stretta. Proseguiamo in discesa su condizioni giuste per percorrerlo con una abbatte fino alla croce di vetta. permette di ammirare, sia la conca di Bar- un divertente sentiero, che verso il fon- certa sicurezza. donecchia che il versante francese della do però si fa impegnativo e ci costringe Discesa zona del Monte Thabor. a scendere dalla bici. Giunti al ponte del Accesso Si segue l’itinerario di salita, la prima par- Piano della Fonderia, imbocchiamo la stra- Da Giaveno seguire la strada per Coaz- te si svolge su pendio sospeso; la pen- Descrizione itinerario da che, passando per le Grange di Valle ze, poi quella per Forno di Coazze verso denza si accentua progressivamente sui Da Borgo Vecchio percorriamo alcuni Stretta (dove troviamo i Rifugi “3° Alpi- il santuario della Madonna di Lourdes; su- 35°/45° fino al traverso; qui l’esposizione tornanti su asfalto per poi imboccare la ni” e ”Re Magi”), velocemente ci riporta a perato quest’ultimo, si prosegue per Pian aumenta e le pendenze si attestano intor- sterrata che sale a Grange della Rho. Nei Bardonecchia. Neiretto. Prima di giungere alla sbarra che no ai 45°/50° per un centinaio di metri. pressi della borgata della Rho, lasciamo la Adriana Cucco chiude la strada in un tornate verso sini- Si imbocca quindi il canale (max 40°) per strada di sinistra e superiamo, a destra, stra si prosegue lungo il sentiero segnala- finire sul lungo e bel conoide (30°/35°). Di una sbarra. La sterrata prosegue, con al- to che porta al rifugio della Balma; spiazzo qui seguendo l’itinerario di salita con bella cuni tratti abbastanza impegnativi, fino a per il parcheggio. sciata su pendii aperti si ritorna all’auto. giungere ad una galleria, da qui il lungo Vanno, vengono, a volte tornano

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“Esonero mio figlio “Esonero mio figlio dalle gazzi il minimo sforzo fisi- freestyle, se bicicletta deve es- capi per i soggiorni e con una escursioni in montagna per- co richiesto dalle pur brevi sere sarà solo down hill, l’ar- maggior attenzione all’esteti- dalle escursioni chè inutilmente faticose”; escursioni da noi proposte: rampicata, sì certo, ma solo ca (bellissimi nuovi pigiami, in montagna “Guida, anche se i miei ami- spesso gli stessi insegnanti “a mani nude”, definizione splendide pantofoline), alla ci mi avevano detto che la sono quasi in ostaggio dei che nonostante trent’anni di tecnologia o meglio all’idea perchè inutilmente montagna, non quella dello ragazzi; va da sé che in que- vita passati a scalare non riu- che si ha di essa (binocoli gi- sci, è un posto da sfigati, io sta epoca di scuola=impresa sciamo ancora a capire. ganteschi, cannocchiali, oro- faticose” mi sono divertita lo stesso!”. l’indice di gradimento di- La perdita di interesse nei logi multifunzione, Queste e tante altre sono le venta il metro di scelte quasi confronti della montagna gli onnipresenti perle che abbiamo raccolto obbligatorie. fra i giovani non è rilevabile cellulari). nei 10 anni di gestione del “Lo dirò ai miei genitori che solo dalle esperienze perso- La non conoscen- rifugio Levi Molinari di pro- ho camminato per due ore!”; nali ma anche dalle statisti- za dell’ambiente, prietà del Club Alpino di “I miei cugini sono andati a che delle presenze turistiche la reale incapacità Torino, nella conca del Ga- Barcellona! Quella sì che è e dalla crisi di iscrizioni alle nell’affrontarlo, i lambra, in alta Val di Susa. una vera gita!”. associazioni più convenzio- materiali, l’imma- Un luogo quasi perfetto per La fatica deve essere forte- nali e vicine alla montagna ginario virtuale le attività di didattica am- mente finalizzata: l’allena- come il CAI. fatto di estremismi bientale, riserva di ripopola- mento di calcio, la scuola di Uno degli effetti evidenti di sportivi, il dele- mento faunistico a protezio- danza devono avere obietti- questo fenomeno è l’incapa- gare l’assunzione ne assoluta, grande varietà vi perfettamente in linea con cità più o meno conclama- del rischio (che di specie botaniche, geosito le proposte di una cultura ta di affrontare un terreno dovrebbe essere di forte interesse, ma ancor soprattutto televisiva. impervio come può essere una matura scelta più appetibile per la vici- Sempre fortemente condi- quello dei sentieri o di muo- personale) alla tec- nanza, 10-15 minuti a piedi zionati dai media, i ragazzi versi fuori dalle tracce tra nologia, tutto por- dal parcheggio dei veicoli. in questo ultimo anno para- rododendri e pascoli, pietra- ta ad aumentare il livello di Forse le citazioni sono di so- gonavano l’esperienza di un ie e tutti quei piccoli ostacoli rischio e una proporzionale lito più rappresentative di soggiorno presso il nostro che connotano il paesaggio diminuzione di sicurezza, una distorsione estremizza- rifugio alla trama del film alpino. due dati che non necessaria- ta della realtà, ma in questi Avatar, con un immede- Nella nostra personale espe- mente sono conseguenziali. ultimi anni abbiamo notato simare i paesaggi alpini a rienza ventennale di ac- Questo quadro può sembra- come realmente sia diminu- quelli di un altro pianeta. compagnatori naturalistici re eccessivamente pessimi- ito l’interesse dei ragazzi nei Questo veramente un po’ abbiamo potuto osservare stico e forse lo è, ma ci può confronti della montagna, sta avvenendo, la vita reale un’evidente evoluzione/ essere un esito a lieto fine. intesa non solo come luogo è quella virtuale e tutto ciò involuzione delle capacità La maggior parte dei ragaz- fisico ma anche come rap- che avviene al di fuori divie- psico-fisiche dei ragazzi; un zi dopo un giorno ripren- presentazione culturale. ne “altro”. altro punto dolente è la scelta de ad apprezzare la fisicità Sempre più forte è la diffi- Gli sport devono essere dei materiali di abbigliamen- di un gioco reale, il gusto coltà di far accettare ai ra- estremi, non sci di fondo ma to con evidenti acquisti di dell’avventura, la percezio- CIASPOLE

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ne quasi magica del condi- Una delle attività da noi San Colombano (1308 m) – Rifugio Levi-Molinari (1850 m) videre anche solo per un at- proposte prevede una pas- timo gli spazi degli animali seggiata a tarda sera con selvatici, il buio di notti non l’utilizzo di una termoca- Dislivello: m 547 della monticazione estiva, ora oggetto di illuminate da fari o lampio- mera per la visione notturna Tempo: 3 ore una ristrutturazione attenta alle partico- ni, l’esaltazione del mettersi degli animali. In questo caso larità del luogo. Da osservare la tipologia alla prova. E così alla fine i l’aspetto tecnologico alimen- Descrizione: delle case, tutte di piccole dimensioni, es- ta la curiosità dei ragazzi ma Itinerario che richiede un impegno medio, senziali. Da qui in avanti si apre la conca è poi sempre il buio della totalmente ripagato dall’ambiente selvag- del Galambra, dominata dalle incombenti notte e le paure, più deside- gio e solitario che si raggiunge sotto le pa- pareti del Niblè, un ambiente veramente rate che subite, a suscitare le emozioni più forti. reti dell’imponente Monte Niblè. selvaggio e solitario. Con buone condizioni Forse tutti noi, gestori di ri- Seguire la statale n. 24 del Monginevro in di innevamento in 20 minuti è possibile, fugi, istruttori CAI, accom- direzione di Oulx, subito dopo pro- prestando attenzione ai pendii della sini- pagnatori naturalistici dob- seguire fino a raggiungere Deveys dove si stra orografica che si attraversano subito biamo adeguarci ai ragazzi; imbocca la strada asfaltata a destra che dopo la colonia Viberti, raggiungere il ri- per tutti noi evidentemente porta a San Colombano (1308 m). fugio Levi-Molinari (1850 m), chiuso nella la montagna ha costituito Parcheggiata l’automobile, percorrere la stagione invernale. una scelta di vita, ne apprez- strada che porta a Grange della Valle, toc- Il rientro si effettua sullo stesso percorso ziamo i paesaggi, i tempi, la cando le borgate di Grange Catubè (1440 dell’andata riducendo decisamente l’itine- fatica, il sole come le nebbie, m) e de la Route (1484 m). È necessario rario con le scorciatoie, ben segnalate dai insomma il nostro è quasi in questo tratto fare attenzione a non de- bolli bianchi e rossi del Sentiero Balcone, Jonathan, Michael, Madon- un rapporto d’amore, tor- viare a destra, scendendo alle Case Armei- sempre facendo attenzione alle condizioni na, Jessica finiscono con mentato ma condiviso. ta. All’altezza di questo bivio è evidente del manto nevoso. l’assomigliare ai Giuseppe, Tutto questo non vale aprio- un cocuzzolo su cui sorgeva anticamente Particolarmente interessante è il percor- Maria, Carlo, Antonello di risticamente per i giovani: qualche anno fa. anche se vi sono tanti stimo- l’abitato di Puys San Colombano, comple- so che dalle Grange Catubè porta diret- Questa è una fine un po’ re- li, ognuno deve essere rie- tamente demolito durante le guerre tra i tamente a San Colombano, non solo per torica e soprattutto non ade- laborato per incuriosire, at- francesi e i Savoia. la brevità del tragitto, ma anche perché, guata a un reale problema. trarre, stupire, affascinare... Oltrepassata una lunga sequenza di tor- dopo aver attraversato i resti di un villag- È necessario un serio lavoro ancora una volta! nanti è necessario fare attenzione nel su- gio fantasma, ci permette di visitare l’in- di approfondimento su nuo- Marco Pozzi perare due attraversamenti di canali resi sediamento di San Colombano, un tempo ve strategie di didattica am- Tiziana De Martino pericolosi dai disboschi causati delle slavi- popolato da 500 persone. bientale legate all’evoluzione ne del 2008. Si raggiunge infine la splen- Marco Pozzi culturale e comportamentale dida borgata di Grange della Valle (1780 con l’apporto di nuovi pa- m) abitata fino al secolo scorso dalle fami- trimoni conoscitivi possibil- glie di San Colombano durante il periodo mente multidisciplinari. Etica ed ecologia 22 23 Muntagne Noste Muntagne Noste

Etica L a questione etica ed ecologi- che sono state riconfermate con la cementificazione, che be all’ambiente la sua incon- ca nelle Terre Alte ha assunto con forza in occasione del devono essere affrontati dai taminata bellezza. ed ecologia carattere di emergenza che 94° congresso nazionale del governi di tutte le nazioni Anche i bisogni fisiologici occorre affrontare senza in- CAI nel 1990, nel documen- del mondo. possono dare fastidio se non per un corretto dugio. Poiché sono seguace to che prende il nome di Mi limito pertanto anche vengono soddisfatti in zone dell’antica locuzione latina Charta di Verona. per ragioni di spazio, a pro- appartate; sarebbe buona approccio “gutta cavat lapidem”, ritor- Anche Papa Wojtyla in più porre alcune soluzioni ai educazione ricoprirli di ter- nell’ambiente no su questo argomento già occasioni ha posto in evi- piccoli problemi che si pos- ra come ci insegnano i felini, dottamente trattato da molti denza l’importanza della sono risolvere con un mini- unitamente alla carta che si alpino scrittori di montagna, nella salvaguardia del creato. Du- mo di educazione e sensibi- degrada dopo molto tempo. certezza che, insistendo nel rante una vacanza estiva in lità ecologica. parlarne ed aprendo un di- Cadore, così si espresse: La prima questione in ordi- battito, si riesca a sensibiliz- “Davanti alla maestosi- ne di importanza che si pone zare l’opinione di coloro che tà dei monti, siamo spinti riguarda l’esigenza di con- purtroppo non sono attenti ad instaurare un rapporto servare un ambiente pulito, a tali problematiche. più rispettoso con la na- privo di rifiuti abbandonati Si tratta di inculcare la con- tura. Allo stesso tempo, che testimoniano l’opulenza sapevolezza di dover ricer- resi coscienti dal valore del della civiltà dei consumi. care un equilibrio sostenibi- cosmo, siamo stimolati a Al fine di perseguire tale le fra l’attività dell’uomo e meditare sulla gravità delle obiettivo sarebbe sufficiente la natura circostante, attra- tante profanazioni dell’am- che ognuno riportasse a valle verso il rispetto dei valori biente perpetrate spesso con i contenitori e gli avanzi del guida per la conservazione inammissibile leggerezza. picnic, ivi comprese le bucce dell’ambiente, quale regno L’uomo contemporaneo, della frutta poiché, anche se della biodiversità. quando si lascia affascinare biodegradabili, conferiscono In altri termini, la finalità da falsi miti, perde di vista una sensazione di sporco ed consiste nell’analizzare il le ricchezze e le speranze di oltre ad essere antiestetiche, rapporto di interazione fra vita racchiuse nel creato, alterano le abitudini alimen- il frequentatore della mon- mirabile dono della Prov- tari degli animali selvatici. tagna e l’ambiente naturale, videnza Divina per l’intera Sarebbe assai educativo se, La stessa esigenza si pone indicando elementari nozio- umanità”. abbandonando il proprio anche durante le gite di sci ni di ecologia e proponendo Fatta questa premessa, af- orgoglio, ci si facesse carico alpinismo, per evitare che regole comportamentali. fronto l’argomento omet- di raccogliere anche i rifiuti macchie giallastre deturpino Argomenti ampiamente tendo ovviamente di ad- incautamente depositati da il candore immacolato della trattati dal Bidecalogo, do- dentrarmi nei grandi temi qualche sprovveduto lungo coltre nevosa. cumento programmatico che attengono all’inquina- il percorso. D’altra parte, L’inquinamento acustico è approvato dall’assemblea mento dell’acqua, del suolo, un leggero peso in più nel assai deleterio sia agli ani- straordinaria dei delegati del dell’aria, del buco dell’ozo- proprio zaino non affati- mali che alle persone che in CAI a Brescia il 4/10/1981. no, della deforestazione e del cherebbe maggiormente questi ambienti ricercano il Dichiarazioni di principio consumo eccessivo del suolo l’escursionista e restituireb- silenzio. A questo proposito, 24 25 Muntagne Noste Muntagne Noste

poiché oltre al valore esteti- con la montagna nasce quan- tanto estremamente neces- È pertanto importante evi- co e naturalistico, influisce do - passo dopo passo - si sario evitare il disturbo de- tare i luoghi dove essi ni- sulla nostra sopravvivenza, guadagna la cime con le pro- gli animali, molto esigenti di dificano, almeno durante il tenuto conto della funzione prie gambe. Seguirà poi una tranquillità soprattutto nel periodo riproduttivo, senza clorofilliana nel produrre sola discesa, a volte su neve periodo riproduttivo, tenuto escludere il caso estremo di ossigeno e sintetizzare i car- non perfetta come si trova conto che i grandi predatori istituire - qualora sia neces- boidrati che vengono utiliz- sulle piste impeccabilmente non sono assolutamente pe- sario – un divieto all’accesso zati da tutti i componenti battute nelle stazioni sciisti- ricolosi per l’uomo, anzi di- alla falesia. dell’ecosistema. che; in compenso sarà ine- rei che è vero il contrario. Concludo affermando che È assai importante anche il briante, poiché effettuata in Anche la fauna minore, costi- vette, animali, foreste, ecc. rispetto della flora, quale piena sintonia con noi stessi tuita dagli invertebrati, dai richiedono un approccio in fonte principale di alimen- e nel rispetto dell’ambiente rettili e dagli anfibi, deve es- punta di piedi, tale da non tazione degli insetti pronu- È altresì necessario avere sere assolutamente tutelata. lasciare traccia del nostro bi. Nessun mazzo di fiori ben presente che i prelibati Sostengo che non si debbano passaggio. Mi auguro per- recisi offre l’emozione di un piccoli frutti di bosco co- uccidere le bisce né le vipere tanto che queste riflessioni è assai significativo meditare prato cosparso da una flora stituiscono gli alimenti che le quali, nonostante suscitino possano stimolare un primo sui comandamenti di Sami- variopinta. permettono a molti animali una certa paura ancestrale in approfondimento sul modo vel, ideatore del Parco Na- Un altro comportamento che di sopravvivere; conseguen- quanto simbolo demoniaco, di stabilire un rapporto zionale de La Vanoise; egli occorre osservare è quello di temente non bisogna assu- non sono poi così pericolose equilibrato fra i fruitori della fra l’altro così si esprimeva: seguire i sentieri evitando le mere un atteggiamento de- come si pensa. montagna e tutti gli organi- La faiblesse a peur des scorciatoie che, oltre a ge- predatorio ma limitarsi ad Con l’avvento degli spit e smi che nell’ambiente alpi- grands espaces, nerare antiestetici canaletti, una raccolta mirata, che con- delle varie attrezzature d’ar- no vivono e vegetano. la sottise a peur de silence. favoriscono il ruscellamento senta di conservare ancora rampicata su roccia, anche Roberto Follis Ouvrez vos yeux et vos e l’erosione del suolo che ha dei frutti sui rami. Lo stesso i rapaci potrebbero essere a oreilles. Fermez vos tran- impiegato secoli per rivestir- comportamento vale per la rischio di estinzione, essen- sistors. si di cotica erbosa. raccolta dei funghi, tenuto do disturbati nei loro nidi. Pas de bruit. Pas de cris. Buona cosa è anche di evita- conto dell’importantissima Pas de moteurs. Pas de kla- re il più possibile l’impiego funzione che essi svolgono xons. di attrezzature meccaniche nell’ecosistema. Ecoutez le musiques de la di risalita, poiché si dareb- Occorre prestare molta at- montagne… be un tangibile segnale di tenzione anche alla fauna Nella stagione estiva occorre dissenso al proliferare degli selvatica ed impegnarsi per fare molta attenzione a non impianti a fune che in molti la sua tutela, in quanto la provocare focolai; un incen- casi hanno irrimediabilmen- gestione irrazionale del ter- dio in poco tempo distrugge te deturpato l’ambiente. ritorio ed il bracconaggio un patrimonio arboreo che Occorre pure mettere al ban- eliminano più animali dei la natura ha impiegato seco- do l’eliski, che riduce la gita veri cacciatori, che svolgo- li a creare. Occorre avere la in montagna ad una sterile no un ruolo selettivo per la consapevolezza che la tutela discesa. La vera esperienza conservazione della specie. del bosco è assai importante, che si assapora nel contatto Durante l’escursione è per- Gli antichi itinerari 26 27 Muntagne Noste Muntagne Noste

Quanta Ho ripreso questi itinerari le 25 giugno 1860 moriva in un rand, la Rocca d’Ambin e il incustodito ed è affiancato cui notizie storiche risulta- crepaccio l’ingegnere Tonini, Gran Muttet - è regredito di dalla capanna Cav. Sibille importanza no dalla Guida delle Alpi Oc- direttore catastale. Sdegnando 52 metri e risulta ora diviso Sandrin, con 12 posti letto. cidentali di A. E. Martelli e i consigli della guida Aschie- in due ghiacciai, settentrio- Ci auguriamo però che, a avevano Luigi Vaccarone del 1889 e ris di di legarsi alla nale e meridionale. seguito degli interventi ne- i valichi della da Giulio Genin, L’Alta val- fune, una fenditura mascherata L’itinerario è ai limiti del- cessari, venga riaperto agli le di Susa, guida illustrata, dalla neve si aperse sotto i suoi l’escursionismo poiché, pur escursionisti per continuare valle di Susa Torino 1910, oltre che dagli passi ed egli precipitando per non presentando particolari a celebrare un nome tanto archivi parrocchiali di Exil- parecchi metri si trovò immerso difficoltà, si svolge su dolci illustre nella storia dell’alpi- nell’antichità les, Registro delle Sepolture nell’acqua ghiacciata che scor- nevai un tempo non privi di nismo. e quanto fascino del XVII secolo nel saggio di reva in fondo al crepaccio; non crepacci. Molta attenzione E. Patria, Notizie su un antico si perdette d’animo, ed aggrap- va invece data alle previsio- NOTIZIE STORICHE SUL possono ancora borgo romano-medievale: Exil- pandosi alle pareti di ghiaccio ni meteorologiche, poiché in COL D’AMBIN les, in “Segusium”, VIII, giu- con tutti i mezzi che gli consi- condizioni di nebbia il per- Il colle d’Ambin appartiene trasmettere a noi gno 1971. Lo scopo è quel- gliava il suo caso disperato, ri- corso, privo di significativi a quella categoria di valichi lo di cercare di incuriosire uscì a tenersi sollevato sull’ac- punti di riferimento, può es- serviti da sentieri seconda- che cerchiamo i frequentatori della valle qua. Aschieris non avendo sere perso facilmente. ri abbreviati (detti semita, da mete lontane (ed anche quelli che non la modo alcuno di porgergli aiuto Il tour è una classica valsusi- semi-iter) che avevano un piede conoscono) per dimostrare lo lasciò ai conforti di un amico na e riserva panorami diver- e mezzo di larghezza. Esso ser- quanta importanza aves- che li seguiva, per correre al col- sificati e estesi in ambien- viva per il collegamento rapido sero i valichi della valle di le Clapier, dove trovavasi corde te tipicamente glaciale. È tra Exilles e Bramans, centri di Susa nell’antichità e quanto e uomini. Quando ritornò era un’escursione ricchissima di importanza militare. Sebbene il fascino possano ancora tra- troppo tardi, le membra inti- contrasti, dalle pinete e pa- passo d’Ambin non si prestas- Colle d’Ambin e bivacco Blais smettere a noi che cerchia- rizzite dal freddo non avevano scoli del vallone del Galam- mo mete lontane. Questi potuto sostenere il corpo al di bra, al laghetto dell’Agnel- itinerari trasudano sorpresa sopra dell’acqua micidiale!». lo incastonato ai piedi del e voglia di esplorazione e ci ghiacciaio e ai dolci nevai trasmettono ancora tanta cu- Questo drammatico reso- che si attraversano alla base riosità e passione. conto di un grave inciden- delle grandiose cime sopra- te di montagna non deve stanti. Va tenuto presente NOTIZIE STORICHE SUL scoraggiare l’escursionista tuttavia che il rifugio Vacca- COLLE DELL’AGNELLO prudente, perché oggi la si- rone è chiuso dal 1999, anno Fu sotto il colle dell’Agnello tuazione dei ghiacciai che in cui cadeva il centenario che nel 1860 morì l’ingegnere si attraversano è profonda- della sua costruzione come Tonini. Della vicenda, Luigi mente mutata. Basti pen- casermetta militare. Il rifu- Vaccarone dà una descrizio- sare che dal 1928 al 1938 il gio, dotato di 24 letti, è affi- ne dettagliata: «È alla base ghiacciaio dell’Agnello - che dato alla gestione del CAI di di questo picco, che il giorno si adagiava tra la Punta Fer- Chiomonte, ma risulta oggi ESCURSIONISMO

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se al passaggio di truppe, in tradizione che però desta più Il Séguret è un immenso monte che si innalza proprio so- Monte Séguret (2910 m) quanto impervio e impratica- stupore è quello del pellegrinag- pra Oulx e poggia sulla gran massa rocciosa che da Sal- bile per diversi mesi dell’anno, gio dei parrocchiani di Exilles bertrand va verso Bardonecchia. La sua base è soprattutto esso veniva normalmente usato alla Madonna del Charmaix, costituita da quarziti, sulle quali nella parte bassa sono al- dai portaordini romani che con presso Modane. Essa è durata ternati alcuni strati di schisti e di calcari. La serie alternata rapidità si dovevano collegare fino alla fine del XVIII secolo, e di calcari e di schisti è caratterizzata dalla presenza della con la mutationem della Valle fino al 1600 era frequente che il glaucofane, minerale assai raro. dell’, vale a dire Modane. padre di un bambino nato mor- Attraversa tutto il gran monte Séguret una buona strada, I valligiani di Exilles stipula- to ne portasse le spoglie fino a che da Fenils, borgata di Exilles, sale alla Colletta del Pra- Lago d’Ambin vano contratti con i valligiani quel santuario mariano. mand (m 2083); passa sotto le grotte dei Saraceni, che Qui, ai piedi della statua, il sono due grandi caverne, che molto bene si vedono da corpicino «semblait donner Oulx. Vuole la tradizione che siano state scavate dai Sara- des signes de vie» (1), per cui ceni per estrarvi i metalli, ed infatti si internano nel monte. il sacerdote del santuario lo Nei mesi estivi in esse si conserva naturalmente il ghiaccio. battezzava; con la dichiarazio- La strada in seguito gira lo sprone del Vin Vert e quindi si ne dell’avvenuto battesimo il biforca. Col ramo più basso va in piano al Foens (m 2231); parroco d’Exilles, anziché nel e con l’altro sale in cresta al colle Basset (m 2625); e quin- cimitero esterno, permetteva di prosegue per cresta al monte Jafferau (m 2785). la sepoltura della salma all’in- Da Giulio Genin, L’alta valle di Susa, guida illustrata, Torino 1910

terno della chiesa parrocchiale. Questo itinerario oggi compie 100 anni. Si noti infatti che Naturalmente poi si rientrava nella descrizione manca la galleria del Seguret fatta costru- per il colle della Rhô, più facil- ire da Mussolini e che l’itinerario è descritto per la percor- Monte Séguret e Grotte dei Saraceni mente transitabile. Si ha notizia renza a piedi, come meta di simili processioni che percor- fine a sé stessa. Che farem- revano lunghi itinerari anche mo oggi con questo approc- transalpini (ancora oggi il loro nel Brianzonese e a Monêtier cio se ci chiudessero le belle dialetto è molto simile), molti les Bains. strade militari costruite per Rosanna Carnisio scambi di bestiame avveniva- raggiungere le numerose no attraverso questo passo e fortificazioni di confine del- nell’immediato dopoguerra i la Triplice Alleanza e della muratori di San Colombano II guerra mondiale? Rico- emigravano clandestinamente minceremmo ad andar in ogni settimana in Francia. Per montagna da Salbertrand il contrabbando di sale e di tele, 1) Dagli archivi parrocchiali di Exilles, “Registro delle Sepol- e Exilles o smetteremmo di alla fine dell’Ottocento si tran- ture del XVII secolo”, nel sag- praticare l’escursionismo? sitava di qui e un intero gregge gio di E. Patria, Notizie su un antico borgo romano-medie- di pecore fu trafugato attraver- vale: Exilles, “Segusium”, VIII, Rosanna Carnisio so questo valico malagevole. La giugno 1971. ESCURSIONISMO 30 31 Muntagne Noste Muntagne Noste

Rifugio Viberti (1824 m) Dislivello: 1265 m sul versante orientale del Difficoltà: EE Niblè e si discende in un av- Passo Clopacà (2800 m) Tempo: 7 ore vallamento di pascoli e rocce montonate seguendo le se- Attrezzatura: piccozza, ramponi utili ad inizio stagione Rifugio Vaccarone (2743 m) gnalazioni che portano al ri- Periodo consigliato: metà luglio- metà settembre fugio Vaccarone per cime er- Colle dell’Agnello (3090 m) Cartografia: IGC N. 1, Valli di Susa, Chisone e Ger- bose e detriti morenici. Dopo manasca aver attraversato il versante Col d’Ambin (2921 m) Accesso: Torino - Exilles. meridionale della Punta Fer- Rifugio Viberti Si segue la statale fino al rand si incrocia il sentiero n. bivio con Eclause e il rifugio 548 che proviene dai Quattro M. Levi e si seguono le indi- Denti di Chiomonte. Si segue cazioni per il rifugio M. Levi. il ramo di sinistra in salita in Giunti al rifugio Viberti, si direzione Nord-Ovest e si prosegue fino alla prima giunge al rifugio Vaccarone mulattiera a destra dove si (2743 m), posto su una selletta sotto la morena frontale Colle d’Ambin e bivacco Blais lascia l’auto. del ghiacciaio dell’Agnello. Dal rifugio si contornano le pen- Sfasciumi sopra il Colle d’Ambin Descrizione: dall’alpeg- dici della morena del ghiacciaio e ci si inoltra in un ripido Sul Glacier du Ferrand gio si segue il sentiero n. canalino nevoso a seconda delle stagioni. Prendendo come 546 (Via alpina sulla car- riferimento il Gros-Muttet, si tiene la sinistra dell’enorme ta I.G.C.) che si inerpica promontorio di roccia che spicca alto a destra e si perviene tra radi larici e pascoli sino al colle che apre tra la Rocca d’Ambin a Nord e la Punta alla fontana di San Giovan- Ferrand a Sud. In leggera discesa si attraversa a mezza- ni a quota 2055 m. Subito costa il Glacier du Ferrand, tenendo la sinistra ed evitando dopo il sentiero si trasforma di abbassarsi al lago del Fond d’Ambin, fino a ritrovare sul in una magnifica mulattiera ghiaione la traccia di sentiero che porta al col d’Ambin e al militare che, con rapidi e re- bivacco Blais (2921 m). golari tornanti in un ambien- Di qui si torna nel vallone del te selvaggio e desolato, por- Galambra, dapprima scen- ta al passo Clopaca (2721 dendo in un ripido canalino m), posto su una spalla del- di detriti e poi seguendo il la cima omonima, dove si sentiero n. 543, che via via trova un avvallamento con diventa più evidente. Si ol- una casermetta (sulla car- trepassano le “Rocce Nere” ta il vero Passo Clopaca è e con tornanti regolari si più a monte, a quota 2800, giunge alla fontanella del sulla spalla della cresta pro- Roc del Col, a quota 2371. veniente dal monte Niblè). Da qui in 45-50 minuti si Dopo aver lasciato il vallone raggiunge infine l’auto. del Galambra, ci si affaccia Rosanna Carnisio La scuola per la montagna 32 33 Muntagne Noste Muntagne Noste

Anche la La passione per la montagna della montagna. per individuare le prospetti- Val Chiusella. è innata o si eredita come Come tale mi riconosco e ve comuni tra FIS (Federa- Informare sulle vicende montagna è luogo caratteristica genetica o an- ritengo di dover portare an- zione Italiana Scoutismo) e del passato, rendere nota la cora è frutto di un’educazio- che nel mio mestiere di in- CAI (Club Alpino Italiano) storia - e la dura fatica - di di esperienza e ne? Nel mio caso forse sono segnante il piccolo bagaglio con il patrocinio del Gruppo coloro che hanno vissuto e di conoscenza, presenti tutte e tre le com- d’esperienza e di nozioni Amici della Montagna del combattuto in luoghi ora di- ponenti, perché ricordo con che posseggo. Parlamento Italiano. sabitati e sperduti dell’Alpe, è rapporto con piacere la vista del massic- Oggi, e soprattutto nell’at- E’ in quest’ottica che penso e, nel frattempo, insegnare cio dell’Orsiera quando fin tuale mondo condizionato di muovermi coinvolgendo alle generazioni future il ri- l’ambiente, da piccola compivo il tragit- dal consumismo, sempre ogni triennio i miei alunni spetto dell’ambiente che è to Torino-Rivoli attraverso più problematico, convulso, in escursioni a medie quote, avventura, corso Francia; più tardi mi mercificato, inquinato, assu- magari unendo l’utile al di- fascino e scoperta avventuravo in passeggia- me valenza la figura del do- lettevole (visita ad un’abba- te con gli amici sui sentieri cente, anche e specialmente zia, ad un ecomuseo, ad una del meraviglioso, dell’Alpe, da grande trasci- per i ragazzi nell’età critica ghiacciaia o ad una centrale navo marito e figli, ancor dell’adolescenza, pronti a elettrica) o proponendo loro è educazione ai bambini, in brevi ma appa- subire il fascino dei modelli soggiorni autogestiti nella ganti escursioni domenicali imperanti nella nostra socie- nostra baita sezionale Can- valori della in Val di Susa. tà. Fondamentale dunque dido Viberti. convivenza e della Certamente la mia passione è è il ruolo dell’insegnante, Ricordo ancora con piace- maturata con gli anni d’inse- che deve educare, forma- re l’escursione da Villar- solidarietà gnamento a scuola, durante re, trasmettere quei valori focchiardo all’abbazia di i quali ho iniziato a compie- che sono fondamentali per Montebenedetto attraverso re tragitti più lunghi ed im- la maturazione e la crescita sentieri impervi e scoscesi nostro patrimonio comune, pegnativi insieme con i miei dell’individuo. o la visita al mulino e alla trascorrere una giornata a allievi e i colleghi esperti di «Anche la montagna è luogo ghiacciaia di Salbertrand o raccogliere la legna per ac- montagna. Ho così consta- di esperienza e di conoscen- ancora la lunga passeggiata cendere un falò, a cuocere tato che il mal di montagna za, è rapporto con l’ambiente, da Margone fino al lago di cibi sulla brace ed anche è una benefica e contagiosa avventura, fascino e scoperta Malciaussia, dopo la visita – perché no? - a spalare le malattia che si trasmette per del meraviglioso, è educazio- della centrale idroelettri- buse: sono tutte attività che conoscenza e passione solo a ne ai valori della convivenza e ca del Crot. Per non citare i hanno, a parer mio, una va- chi si trova nelle condizioni della solidarietà» (Francesco brevi ma intensi soggiorni lenza di gran lunga superio- ideali per farsi contagiare. Carter – Comitato Direttivo autogestiti presso la baita re ad altre gite o proposte È quindi da pochi anni che Centrale del CAI). Non è un sezionale o guidati con la su- pseudodidattiche. posso dire – con un certo caso che il 15 maggio 2009 pervisione dei gestori presso Quale occasione migliore orgoglio - di appartenere al sia stato sottoscritto un do- il rifugio Mariannina Levi e, per noi che abitiamo in val- CAI di Rivoli e di fare par- cumento “Insieme ai giova- dulcis in fundo, il mini corso le con le montagne a portata te di quella schiera di patiti ni per crescere in montagna” di arrampicata su roccia in di mano? E poi perché non 34 35 Muntagne Noste Muntagne Noste

coinvolgere in modo propo- grado di conoscere le proprie «Il Club Alpino Italiano […] ridotto ad immondezzaio; i te- sitivo (e proficuo) gli amici potenzialità ma anche i pro- ha per scopo di far conoscere le sori dell’aria pura, dell’acqua del CAI, pronti ad accom- pri limiti, perciò la montagna montagne, di promuoverne lo limpida, dei boschi e della fauna pagnare, a fare da guide e può diventare scuola di vita. studio e la tutela dell’ambiente selvatica; i valori di una comu- contemporaneamente a tra- Percorrere sentieri segnati, naturale e sociale, agevolan- nità non condizionata dal con- smettere il loro bagaglio di evitando la tentazione di al- dovi le escursioni, le salite e sumismo, dove tutto, a partire esperienza? lettanti scorciatoie da scen- le esplorazioni scientifiche per dall’uomo, è ridotto a merce». È qui infatti che entrano in dere a rotta di collo, eludere una consapevole e responsabile Allora io mi sento veramen- ballo le capacità e le compe- pendii pericolosi, indossare pratica dell’alpinismo in ogni te appagata per il lavoro che tenze degli accompagnatori, un abbigliamento adeguato, sua manifestazione». svolgo e felice, quando sen- che possono insegnare non consultare le carte e le previ- Vorrei concludere la mia ri- to i miei ragazzi esclamare solo la tutela e la salvaguar- sioni del tempo, nello stesso flessione di insegnante su “Che cielo blu! Guarda quel dia della ambiente, ma an- tempo rispettare la natura un altro aspetto della mon- gruppo di baite! Che bella, non cogliendo fiori protetti, tagna come ambiente edu- prof., quella montagna las- camminare in silenzio ascol- cativo, poiché essa è anche sù! Possiamo tornare di nuo- tando le voci della natura, un luogo di avventura, di vo qui?”. mettere a prova le proprie fascinazione, di scoperta del In quei momenti sento di capacità, saper aiutare chi meraviglioso, nei cui luoghi condividere con loro la mia è in difficoltà sono tutti ele- più impervi ed ombrosi vive passione e, forse, mi sento menti che contribuiscono l’Homo Selvaticus. anche più utile. a formare la cultura di un Gustavo Buratti, autore di Anna Gastaldo turismo responsabile per le articoli sulle tradizioni popo- generazioni future. lari alpine e di saggi e poesie Il tema della sicurezza in in piemontese, ha scritto un montagna è giustamente suggestivo articolo sul leg- molto dibattuto in questi gendario abitante selvaggio tempi, in cui la crescente fre- dei monti, “diverso”, peloso, quentazione della montagna barbuto, ma dal cuore dolce che a praticare sentieri e vie – che avviene in condizioni e del tutto estraneo ad ogni ferrate in sicurezza, contri- non sempre sicure - talvolta concezione mercantilistica: buendo così ad interventi di causa incidenti. Necessaria «La leggenda dell’uomo selva- educazione e formazione che appare quindi una politica tico ha un messaggio tuttora approccino i ragazzi ad una di prevenzione, e per tale valido: l’uomo della civiltà al- conoscenza graduale della ragione mi sento di condivi- pina che sente nelle sue vene montagna e dei suoi pericoli. dere pienamente la riformu- scorrere l’antica linfa magica Accrescere il senso di ma- lazione dell’art. 1 del nostro può insegnare al “civile”, al turità e di responsabilità si- statuto proposta dal past- “cittadino”, i segreti per salva- gnifica formare individui in president Annibale Salsa: re la bioregione da un mondo Arrampicata

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Il recupero Un po’ di storia guide Roberto Bonis, Fran- La cava è stata attiva dal co Girodo, Renzo Luzi ed il della palestra 1870 al 1950 e vi si estrae- CAI di Avigliana) che porte- vano lastre di serpentino ranno all’apertura di 33 vie di roccia e pietrisco; dal 1950, anno con percorsi di lughezza va- “ex cava Bertonasso” della chiusura, viene utiliz- riabile dai 18 ai 28 m e con zata dagli Alpini del 4° bat- difficoltà che, partendo dal ad Avigliana taglione e dagli alpinisti per III arrivano al 7a+. Il sindaco esercitazioni di arrampicata: Carla Mattioli, che ha forte- nascono - e si chiodano -così mente creduto nella validità le prime vie, su cui probabil- di quest’opera, ed il Comu- mente ha arrampicato anche ne di Avigliana assicurano Primo Levi. Nel corso degli la copertura delle spese di anni ’60 e fino alla metà de- sistemazione e la messa in gli anni ’80 vengono aperte sicurezza della palestra, 56 vie, che vedono impe- mentre il CAI di Avigliana Cava di Avigliana: gnati, tra gli altri, Danilo per parte sua si impegna - Anni ‘50 foto G. Ribetti Galante, Giancarlo Grassi, nella sua gestione. Il 7 no- - Anni ‘50 foto G. Ribetti Guido Morello, Gianpiero vembre 2009, finalmente, - Anni ‘70 foto V. Zinzala Motti, Mike Kosterlitz. La s’inaugura il sito: è una fe- - Renzo Luzi richioda le vie cava, facilmente raggiungi- sta coronata da un grande (foto V. Zinzala) bile da Torino, diventa un afflusso di amanti - vecchi e - R. Bonis apre Grundal (foto V. Zinzala) luogo d’aggregazione, dove nuovi - dell’arrampicata ed gli arrampicatori possono è un’occasione per ripren- confrontarsi e scambiarsi dere le fila della memoria… informazioni… A metà de- Proprio per sottolineare la gli anni ’80, tuttavia, con la continuità con un passa- chiusura definitiva del sito, to che si vuole riaffermare tutto questo finisce. Nel viene proiettato un filmato, 2007 il Comune di Aviglia- girato dalla RAI, che ripro- na (che ne è proprietario), la pone un evento ancor vivo guida alpina Franco Girodo nei ricordi di tanti arrampi- ed il CAI locale s’incontrano catori e di molti Aviglianesi: per concordarne ed organiz- l’apertura, nel lontano 1952, zarne la riapertura; iniziano di una via da parte di Walter quindi i lavori di pulizia e Bonatti: via che ancor oggi disgaggio (in cui operano le porta il suo nome. Nro Nome Aperta da Grado Grado obbl. originale 1 "Variante" 4 IV 2 "Zero" 5 V 38 3 Nuova 3 39 Muntagne Noste Muntagne Noste 4 "A" Alpini 4° Btg. Susa 3 III 5 "Zero" A. Tardito 4 IV 6 "1" 5b V+ Accesso: La palestra oggi li da mina, delle placche e 7 Nuova 4b giunti ad Avigliana ci Dopo l’opera di disgaggio qualche lama; ma per i piedi 8 "TIL" G.C. Grassi 6a IV 9 "Diretta Grassi" G.C. Grassi 6a+ V / A0 dirigiamo verso via IV si è dovuto scegliere un cri- bisogna fidarsi dell’aderen- 10 "Bonatti" W. Bonatti 6a V / A0 Novembre, dov’è situa- terio da seguire per mante- za delle scarpette! 11 "Tetto MGP" G.P. Motti 6c V+ / A0 to il Centro polifun- nere od eliminare le 56 vie È un sito ben esposto, facil- 12 "3" 5c V / A0 zionale ”La Fabrica”; 13 "F" 4b IV / A0 che la storia della cava ci mente raggiungibile e, se si posteggiamo nella 14 "4" 4b III+ / A0 aveva lasciato: si è stabilito ha cura di evitare d’avvici- 15 "46" G.C. Grassi 6c IV+ / A0 piazzetta di fronte al di recuperare tutte le vie che narsi troppo alla base del- 16 "5" G.C. Grassi, G.P. Motti, 7a+ V+ / A0 Centro, imbocchiamo S. Sacco una piccola via, posta potessero essere, per così la parete, privo di pericoli: 17 "6" Alpini 4° Btg. Susa 6b V / A0 18 "7" 6a III alla sua destra, grazie dire, raddrizzate (e che ga- tutti elementi che ne fanno 19 Nuova 6a rantissero in tal modo una un luogo adatto anche a chi alla quale arriviamo ad 20 "8" 6a V / A0 un cancello (da richiu- possibilità di arrampicata a porta bimbi con sé (in futu- 21 "E" G.C. Grassi 5b IV dere dopo il passaggio) tutti i livelli) e di mantene- ro, poi, sarà attrezzato, oltre 22 "G" C. Fasano 4 III+ 23 "G1" G.C. Grassi, G.P. Motti 6a (un IV+ / A0 che dà l’accesso alla re tutte quelle che avevano che con servizi igienici, an- passo) palestra. una valenza storica (alcune che con qualche gioco). 24 "Mike" M. Kosterlitz 4c IV- portano i nomi dei grandi La sezione del CAI di Avi- 25 "10" 4c IV- 26 "Felce" G.C. Grassi, S. Vittone 5c V+ / A0 che le hanno aperte). Come gliana, che ne cura la ma- 27 "11" 5b IV+ già precisato, l’arrampicata nutenzione per conto del 28 "K" G.P. Motti 6a V+ / A0 29 "22" G.C. Grassi 5c V- si svolge su serpentino e, Comune, chiede la vostra 30 "12" A. Gaido, F. Marengo 5b V / A0 trattandosi di una cava da collaborazione, sia per con- 31 "Pettigiani" M. Pettigiani 6a VI- / A0 estrazione in cui veniva usa- servarla pulita, sia per le 32 "32" Alpini 4° Btg. Susa 4 IV 33 "14" 4 IV to l’esplosivo, vi si trovano indicazioni relative ad even- dei provvidenziali fornel- tuali problematiche riguar- danti la sicurezza degli arrampicatori: per tutte le vostre informazioni e/o ri- chieste potrete, per il momento, usare l’ap- posita buca da lettere posta sul retro della bacheca; poi avrete anche a disposizione un sito, della cui ope- ratività sarà data noti- zia in bacheca stessa. Valter Zinzala Questa mia generazione ESCURSIONISMO 40 41 Muntagne Noste Muntagne Noste

La montagna è Fatica. La fatica esiliata dai re di osservare quei luoghi pensieri, ricordi, riflessioni, Il Bric del Mezzodì è un Rifugio Scarfiotti (2156 m) giovani di oggi, la fatica che idilliaci solo su una foto, su suoni che cullano ma posso- caratteristico ed ardi- rilassante fatica, fra- non trova spazio in questa uno schermo o da una fine- no diventare anche inquie- to picco che domina la Grange Chatelan (2200 m) società votata alla comodità stra chiusa? Come può non tanti, aggressivi se portati conca del rifugio Scar- gore e silenzio; ostilità estrema, all’uso esasperato accendersi la voglia di esse- all’eccesso. Il venticello tra le fiotti con i suoi graziosi Bric Mezzodì (2904 m) dell’automobile, della tecno- re immersi entro quelle mil- fronde degli alberi crea una laghetti. È contornato e accoglienza. logia. Come posso io spiega- le forme, colori, profumi e melodia, il vento che sbatte da montagne severe e rocciose, tra cui la conosciuta Ro- La montagna è re, come possono altri com- suoni? Nelle giornate di sole contro gli ostacoli che incon- gnosa d’Etiache (3382 m) e i Rochers Cornus (3160 m). prendere questa rilassante questi luoghi rivelano la loro tra incute paura. Quando la Pur non essendo una scalata di particolari pretese riser- appagante rinuncia. fatica? Bisogna misurare se calda accoglienza, ma è riser- montagna inizia a fare pau- va all’arrampicatore medio sensazioni antiche, per chi sa stessi, sfidare i propri limiti, vata a pochi la loro preziosa ra, diventa ostile, devi saper di essere in una delle vallate che hanno visto la nascita La montagna accettare la sfida per conqui- bellezza: essa è riservata a accogliere il messaggio, devi dell’alpinismo valsusino. Nei tratti più impegnativi la roc- stare quell’equilibrio, quel coloro che sanno meritarla saper abbandonare l’obiet- cia è generalmente sicura. Dal tornante sopra il rifugio, dona la vita benessere interiore che per- sudando, faticando, cercan- tivo che ti eri prefisso. Devi più adatto all’avvicinamento, si segue la direzione nord- mette di affrontare gli ostaco- do quell’antica sfida con i essere in grado di rinunciare, est fino nei pressi di un laghetto, non segnato sulla carta e la sottrae. li più serenamente. Affronta- propri limiti. Sono questi di accogliere il senso di falli- IGC, alla base del versante sud del Bric del Mezzodì. Dal re la fatica è scoprire i propri luoghi a decidere quando ac- mento che sempre ci accom- lago ci si porta sul versante sud/sud-est della parete se- limiti. Questa mia generazio- coglierti o respingerti, quan- pagna, perchè la vetta non gnata nella parte iniziale da tre brevi e facili cengie che, ne che i limiti li supera prima do diventare ostili, temibili; diventi una droga, perché la volgendo a sinistra, portano alla cresta sud-ovest. Si se- di conoscerli, li supera con la allora quei mille colori si tra- montagna non diventi la tua gue la seconda cengia più evidente sulla sinistra sino a facile assunzione di sostanze mutano in grigio, vengono vita, perchè la tua vita non fi- raggiungere il filo di cresta. Qui ci si lega e si inizia l’ar- che sfumano il confine tra il assorbiti dalla nebbia. Allo- nisca sulla montagna. rampicata tenendosi sul versante ovest (lato Scarfiotti) possibile e l’impossibile, il ra il cielo viene occupato da Claudia Iotti per due tiri di corda circa. Al terzo tiro ci si dirige per una reale e la fantasia, precluden- nubi minacciose e le grida parete verticale fino ad una piccola brêche sulla cresta con dosi la possibilità di misura- del cielo rompono il silenzio. qualche passaggio di III grado. Di qui si prosegue sul filo re, assaporare il limite. Silenzio, quell’assenza di ru- di cresta per passaggi non obbligati e divertenti (II-III) Come ci si può accontenta- mori futili, meccanici, con- e si raggiunge la vetta occidentale. Da questa, in 20 mi- tinui, assordanti, chiassosi nuti circa, su percorso facile, si raggiunge la vetta (2904 che quotidianamente perse- m), tenendosi poco al di sotto della cresta. La discesa si guitano tutti noi. Silenzio, effettua continuando sulla cresta in direzione nord-est, quell’assenza di onde sonore in saliscendi e, per mezzo di una corda doppia da 20 m, che molti giovani rifuggo- Dislivello: 750 m ci si cala a destra, in un canalino che facilmente immet- no ricercando il conosciuto Difficoltà: PD+AD te al ghiaione che lambisce il lato Sud-Est della parete. rumore. Basta schiacciare il Tempo di salita: 3,30 ore Continuando in rapida discesa sul ghiaione si raggiunge il tasto play perchè le cuffie ci Periodo consigliato: laghetto e di qui il punto di partenza. circondino di suoni, ruban- luglio – settembre Rosanna Carnisio do il posto al silenzio della Cartografia: IGC 1: 50.000 mente. Silenzio della mon- N. 1 - Valli di Susa, Chisone e Germanasca Attrezzatura: corda, fettuccia, moschettoni tagna, silenzio spezzato solo Accesso: Susa - Torino – Bardonecchia. Si imbocca la seconda entrata della città e si pren- dai suoni della natura, suoni de a destra la strada del vallone Rochemolles-Sommeiller. La si segue fino al tornante sopra che permettono lo scorrere di il rifugio Scarfiotti, a quota 2350 circa, quando ormai la strada sterrata è molto sconnessa. Rifugi, alberghetti di montagna o presidio del territorio? 42 43 Muntagne Noste Muntagne Noste

“Un rifugio nel Parco... in In realtà, il rifugio Onelio oppure la tappa intermedia Negli anni ’70-‘80 cambiò una zona bella, tranquilla e Amprimo era stato concepi- indispensabile per raggiun- anche il modo di concepire la soprattutto protetta, dove non to e costruito nel 1939 - e poi gere la cima dei monti. montagna. Alla cultura della ci sono automobili e gli ani- ricostruito e ampliato nel Non c’erano elicotteri, il vetta pian piano si sostituì la mali selvatici vivono in liber- 1948 - perché ritenuto utile necessario per la vita del cultura del camminare, del tà e non temono l’uomo; dove base di partenza per le salite rifugio si portava a spalle viaggio, del soggiorno, del l’unico rumore è quello del sulle cime dei monti circo- oppure a dorso del mulo e contemplare cui fece segui- vento e dell’acqua; dove si può stanti, dal Villano all’Orsie- di conseguenza la struttura to una sempre più marcata ancora vivere quel rapporto ra, oppure piacevole punto era spartana, il servizio of- visione ambientalista della con la natura impossibile nelle di arrivo per chi, a piedi, sa- ferto era approssimato e le montagna, anche se spesso liva da Bussoleno. aspettative dei frequentatori reinterpretata e distorta dai Le auto e le strade di mon- erano poche. Il piatto di mi- soliti luoghi comuni propo- tagna hanno completamente nestra, il posto letto nel ca- sti da pubblicità e media. stravolto l’uso, l’utilità e le merone con materasso e co- La montagna pian piano di- finalità per cui erano stati co- perte ormai logori era bene venta un business, e viene or- struiti moltissimi rifugi; nati accetto e, nell’immaginario mai venduta come un qual- come spartano punto di ap- collettivo, quello doveva es- siasi oggetto di consumo. poggio per compiere ascen- sere un rifugio. Nell’immaginario collettivo sioni in montagna, essi sono I gestori, in genere, erano essa diventa un luogo salu- diventati accoglienti edifici persone del posto, spesso bre, puro, incontaminato, dove pranzare o soggiorna- soci della sezione proprie- accogliente; un luogo dove re. Tutti i rifugi delle nostre taria, che svolgevano quel riposarsi e ritemprare le for- valli - ma si può estendere compito per spirito di ser- ze, ma anche un luogo dove questa caratteristica all’80% vizio o per arrotondare altre vivere nuove avventure fuo- dei rifugi alpini - hanno per- entrate. Da loro ci si aspetta- ri dai vecchi schemi. Così as- so la caratteristica per cui va un briciolo di simpatia ed sistiamo ad una lenta ma co- Il rifugio Onelio Amprimo città”: così recita il depliant sono nati. eventualmente qualche in- stante crescita numerica di illustrativo che presenta il Dagli anni ’50 e fino agli anni formazione sul meteo o sul praticanti di discipline quali rifugio Onelio Amprimo. ’70 i Comuni e altri Enti ave- percorso: tutto il resto era un scialpinismo, alpinismo, ar- Così lo vedono i numero- vano favorito la costruzione servizio in più, sempre ben rampicata, MTB, mentre na- sissimi frequentatori che, di strade con il fine di colle- accetto ma mai preteso. sce e si sviluppa il concetto specie nei fine settimana, gare le sperdute frazioni di Con la costruzione delle stra- del trekking e dell’escursione affollano la struttura e i pra- montagna al fondo valle. Il de di montagna non è stato di più giorni. ti circostanti in cerca di fre- risultato, per quanto riguar- più necessario andare al ri- Il rifugio ritorna ad essere scura, di una polenta o di da i rifugi, era stato quello fugio: non aveva più senso frequentato, necessario ed una semplice passeggiata. di annullarne l’utilità. In partire a piedi dal fondo val- in alcuni casi indispensabi- Chi cerca la tranquillità (in quei periodi, nella comune le, non serviva più dormire le. Il trekking o il soggiorno verità, pochi) si allontana in concezione dell’andare per al rifugio perché in giornata di più giorni richiedono la cerca di prati meno affollati monti, il rifugio era visto si raggiungevano le cime. presenza di docce, di servi- oppure sale al rifugio in set- come punto di arrivo per le Così moltissimi rifugi hanno zi, di mezze pensioni, di pa- timana o fuori stagione. camminate dal fondo valle perso i loro frequentatori. sti più abbondanti e diversi- 44 45 Muntagne Noste Muntagne Noste

ficati, di un posto letto più uscirà una terza, i cui obiet- tagna per capire che la gran sia per indicare un livello comodo e pulito. tivi sono quelli di tutelare in maggioranza degli interven- medio di riferimento sui ser- Il numero sempre maggiore modo sempre più marcato il ti riguarda escursionisti im- vizi forniti, sia per indicare di frequentazioni pone pro- frequentatore del rifugio. preparati, che si perdono nei un adeguato modello com- blemi igienico-sanitari, di Spesso nel legiferare non si boschi, che scivolano a cau- portamentale. sicurezza, di antincendio, di tiene conto delle peculiarità sa di calzature inadeguate o Nei suoi 6 anni di mandato, infortunistica; argomenti e specifiche dei rifugi e, a giu- che si avventurano in luoghi l’ex presidente Annibale Sal- temi ai quali amministrato- ste norme che garantiscano non adatti alla loro scarsa sa ha efficacemente operato ri e politici rispondono con adeguati livelli di igiene e preparazione. affinché i nostri rifugi svol- leggi specifiche, che a loro sicurezza, si aggiungono Tornando ai rifugi, assistia- gano sempre di più il ruolo volta pongono notevoli pro- vincoli igienico-sanitari o mo ad una generale involu- di “presidio culturale” e di blemi di adeguamento alle edilizi in molti casi eccessi- zione dei loro frequentatori; “presidio del territorio”. In norme e di ristrutturazione vi, onerosi e alcune volte sempre più spesso abituati ai una montagna frequentata ai proprietari e l’insorgere di anche inutili o irrealizzabili. servizi “tutto incluso” delle sempre più da cittadini, il ri- nuovi obblighi per i gestori. La mancanza di una gene- settimane di vacanza, queste fugio diventa l’unico luogo Si innesca un problema rale consapevolezza di cosa persone trovano difficoltà dove incontrare una cultura economico e commerciale sia la montagna apre la stra- ad adattarsi alla qualità dei montana. In una montagna che coinvolge i gestori e le da alla cultura dominante, servizi offerti. La doccia con sempre più spopolata dai sezioni proprietarie. Que- dove i termini di rischio, l’acqua calda, presente in montanari, spesso il rifu- Il rifugio Mellano alla Sbarua. ste ultime, per far fronte a pericolo, sicurezza, fatica, quasi tutti i rifugi, è una real- gio diventa l’unico presidio Il nuovo edifico, in sostituzione del costi di ristrutturazione e limite, rinuncia acquistano tà consolidata: ma c’è ormai umano in un territorio or- vecchio prefabbricato militare in agli adeguamenti normativi una valenza cittadina anche la sempre più gradita aspet- mai abbandonato. lamiera, è la Casa Canada estremamente costosi, fissa- sui monti. tativa dell’acqua calda per Claudio Blandino montata a Torino in occasione no canoni di affitto sempre La montagna viene frequen- lavarsi, dei servizi in came- delle Olimpiadi Invernali e ceduta più alti. I gestori, per parte tata da un numero sempre ra, della cameretta con pochi dal Governo Canadese loro, tendono a fornire servi- maggiore di persone, per le letti, per non condividere il zi sempre più affini a quelli quali raggiungere il rifugio camerone con estranei, del di alberghi e ristoranti, per in molti casi diventa la meta menu a scelta, ecc… giustificare le tariffe e richia- di un’allegra scampagna- Sono problematiche che van- mare più utenti. ta. Persone che si accingo- no affrontate da un punto di E’ un cane che si morde la no a facili escursioni senza vista culturale, e che cercare coda: più confort e sicurez- un’adeguata attrezzatura, di risolvere con interventi za richiamano in montagna senza alcuna conoscenza del commerciali/legislativi ser- folle culturalmente e tecni- territorio e soprattutto senza virà solo ad esasperare la camente inadeguate, che a quell’umiltà di pensiero e di situazione. In questo senso loro volta sollevano nuovi approccio verso un mondo a il CAI (proprietario tramite problemi sulla recettività e molti sconosciuto che sareb- le sue sezioni di strutture sicurezza. In questi ultimi be indispensabile. in montagna, di cui n. rifugi 20 anni la Regione Piemonte Basta dare un’occhiata alle per un totale di n. posti let- ha emanato 2 leggi in mate- statistiche del Soccorso Al- to) ha un ruolo determinan- ria di rifugi e tra breve ne pino sugli incidenti in mon- te sia per calmierare i prezzi, Elogio alla lentezza

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Escursionismo: Nell’editoriale della rivista un’alpinista ma una profon- Credo che sia questa la sfida montagna richiede sequen- Muntagne Noste, dell’anno da conoscitrice dei mistici che l’alpinista contempo- za nel rispetto delle stagioni elogio alla lentezza 2007, curato dalla redattri- e dei contemplativi soprat- raneo deve raccogliere per scandite dalla natura, termi- ci Anna Gastaldo e Tiziana tutto orientali - dal titolo La dare un senso alla propria ne che richiede lentezza an- o frenesia Abrate, tra l’altro si afferma- Montagna ed il suo simbolismo passione, per non vederla che nell’avvicinamento fisi- va che si possono individuare mol- degenerare in semplice eser- co, che possa lasciare spazio per la velocità? Vivere la montagna vuol te osservazioni che aiutano a cizio muscolare o in sport al pensiero, alla riflessione, dire percorrerla, raccontar- comprendere questo tipo di estremo o addirittura in alla percezione lenta e dure- la, fermarsi ad ammirare approccio. puro spettacolo. vole. gli stessi scorci contemplati Una di queste così recita: Questo è l’auspicio che mi Nel seguire le relazioni e fre- dalle generazioni passate, La montagna dissimula la auguro possa realizzarsi - quentando le escursioni ese- uscire dai limitati schemi sua bellezza e i suoi tesori anche se sono consapevole guite dalle Sezioni del CAI del - siamo andati da lì a là segreti a coloro che la con- che non sia cosa facile - in un verifico spesso che i ritmi in tot minuti con un disli- siderano come una massa periodo storico caratterizza- vello di x metri. di rocce da percorrere e do- to dalla fretta e dalla sindro- Si tratta di saggi concetti che minare. me ossessivo-compulsiva del Quintino Sella, fondatore del La scrittrice ci ammonisce voler essere contemporane- CAI, quasi 150 anni fa già a non considerare la mon- amente in più luoghi e di esprimeva. Nei suoi scritti, tagna come appannaggio vivere nello stesso istante lo statista biellese intravede- esclusivo degli alpinisti, sensazioni diverse. va con notevole perspicacia anche se alle più alte quote Oggi purtroppo la ricerca come l’andar per monti po- essi hanno il monopolio. La della performance atletica, tesse costituire una scuola di montagna quanto più viene dell’esibizionismo agonisti- vita e di crescita culturale di ascesa, tanto più va visitata co, dell’ottenere tutto e subi- elevato valore etico-pedago- con umiltà, quasi con trepi- to, sono valori della cultura gico e così scriveva: dazione. dominante. Invece è neces- Il semplice guardare su- Ai tempi nostri, in cui sem- saria una deviazione, un po- perficialmente, si consuma bra di aver esaurito ogni for- sizionarsi nell’orizzonte del nel disinteresse per le cose, ma di esplorazione, è venu- viator, vale a dire del viag- sono frenetici, si è catturati nella libidine della quanti- to finalmente il momento di giare secondo la derivazione dall’ossessione del fare tutto ficazione, a scapito di quel ripensare il modo compor- etimologica del termine, che e di più nel minore tempo saper osservare che educa tamentale dell’alpinismo, rappresenta la dimensione possibile e vi è qualcuno che l’uomo a fermarsi rispet- osservando la montagna con dell’esploratore sia della vuole arrivare per primo per tosamente sulle cose senza gli occhi del cuore/quelli montagna che di se stessi. poi scalare un’altra vetta ol- violentarle. dello spirito. Alimentando Anche l’ex presidente del tre a quella prevista dal pro- Avvicinarsi alla montagna l’innata tendenza allo stu- CAI Annibale Salsa ha so- gramma. A volte si vedono con umiltà vuol dire assu- pore e dedicando tempo ed stenuto che è difficile, per la persone che corrono a testa mere un atteggiamento di energie per ampliare il pro- nostra cultura contempora- bassa sui sentieri o pedalano ascolto, con la consapevo- prio bagaglio culturale, colui nea della fretta, apprezzare affannosamente con l’occhio lezza che ci si sta addentran- che frequenta la montagna il valore della lentezza nel rivolto al contachilometri... do in un mondo che ha del scopre di essere in fondo un suo profondo significato pe- Ognuno è libero di compor- magico o meglio del sacro. privilegiato, poiché è in gra- dagogico e morale. tarsi come meglio ritiene con In un libro di Marie-Ma- do di bearsi delle sue mera- In effetti, un attento osser- la massima libertà; su tali deleine Davy - che non era viglie a tutto campo. vatore si rende conto che la atteggiamenti vorrei però 48 49 Muntagne Noste Muntagne Noste

concludere con alcune rifles- ed in ultimo l’analisi del- disfazione di aver acquisito sioni sulla contrapposizione la sicurezza. Può costituire una ricchezza interiore che fra l’escursionismo lento e un’imprudenza assumere un non si può esprimere a paro- Gruppo compatto in partenza ... quello veloce. passo lento e dilatare i tempi le, e che va certamente al di delle soste quando il percor- là della performance sporti- so è lungo ed impegnativo ed va. Oltre a tutto ciò, il cam- il tempo è incerto. Tale com- minare in gruppo con calma portamento espone a rischi consente di socializzare, di legati alla sicurezza, poiché il rapportarsi con gli altri, di cambiamento delle condizio- scambiare impressioni, di ni meteorologiche, un inci- cementare vecchie amicizie dente anche lieve, la perdita e crearne di nuove, ovvia- di orientamento con il calare mente se il gruppo rimane della nebbia determinano dei compatto senza sfilacciarsi e forti ritardi nel raggiungere se c’è una comunanza di in- la meta, con la conseguenza tenti e di modi di sentire. di dover trascorrere la notte Per i cultori della velocità, all’addiaccio. molte volte viene imposto È buona regola quindi pia- all’escursione un ritmo di nificare preventivamente marcia sostenuto sin dalla l’escursione, il tipo di per- partenza, nel qual caso la corso, gli orari ed i tempi di mancanza di un adeguato ri- percorrenza; in questo caso scaldamento può determinare è possibile adottare un ritmo un momento di crisi. Al con- rilassato che consente soste trario, una partenza morbida, per ammirare il panorama e con passo ritmato e costante, le sue bellezze, dai fiori va- favorisce la sincronizzazione riopinti ad un branco di ca- del respiro e dei battiti del mosci al volo di un rapace. cuore nonché l’acclimatamen- Si possono visitare le piccole to alla quota, determinando borgate, scambiare alcune una progressione piacevole e parole con i montanari che più appagante. ancora vi abitano, cercando Sono fermamente convinto di capire la loro storia, il sen- che alla luce di queste consi- so della loro memoria e for- derazioni il CAI, che costitu- se anche di immedesimarsi isce una grande associazione I soliti fuggitivi ... Innanzitutto ritengo che nelle loro difficoltà. Questo che ha attraversato i tempi non esista una regola fissa; atteggiamento comporta lasciando tracce feconde camminare velocemente o senza dubbio il dilatarsi del- nell’arco ormai di tre secoli, lentamente può dipendere la durata dell’escursione, non possa sottrarsi al dovere da molti fattori quali le ca- ma costituisce un valore ag- di divulgare tali principi. ratteristiche del percorso, le giunto da tesaurizzare dopo Roberto Follis difficoltà che si incontrano, ogni uscita sulle terre alte, le condizioni meteorologiche che si concretizza nella sod- Prevenire è meglio che curare 50 51 Muntagne Noste Muntagne Noste

Il ruolo delle “Non c’è futuro senza uno re nelle varie attività svolte via, quando cioè i gruppi di persino di un “figurante”, squardo al passato”. nelle sezioni, più che il solo allievi si riuniscono con gli che sconvolto dall’ipotetica Sezioni CAI, Con questa riflessione ini- quanto giusto approccio da istruttori per affrontare un tragedia, tentava di dare le ziava l’articolo di Italo Zan- parte degli appassionati. Va concetto inerente la sicu- prime indicazioni ai soccor- della Scuola donella Callegher, su Lo da sé che in un contesto di rezza, è sempre (necessaria ritori. Una dimostrazione Intersezionale Scarpone di qualche anno sicurezza in montagna le e) gradita la testimonianza corale molto ben riuscita che fa dove, affrontando in pro- sinergie tra Scuole del CAI personale di coloro che han- fu apprezzata proprio per di Scialpinismo spettiva il tema del turismo e Soccorso Alpino non pos- no preso parte ad interventi la sua veridicità. In un altro in sicurezza, proponeva una sono che essere univoche e organizzati. caso, nel corso di una classi- e alpinismo specie di decalogo volto ad stringenti. Approfittando Nonostante vi siano stati al- ca invernale in Val Chisone, implementare il ruolo fon- dello spunto, non penso di cuni avvicendamenti nella giungemmo alla base di un “Carlo Giorda” damentale delle scuole e risultare di parte nell’affer- direzione della Scuola, nel delle sezioni del CAI, al fine mare che la nostra Scuola corso degli anni si è cercato e del di consentire al frequenta- Carlo Giorda, in oltre 15 anni di sensibilizzare in primis gli Soccorso Alpino tore degli ambienti alpini di attività sul territorio, non istruttori e di conseguenza di godere di una qualsiasi è mai venuta meno nell’in- tutti i partecipanti, allo sco- nel difficile compito gita, con l’animo sereno di dividuare e trattare con po di fare tutte quelle con- chi è cosciente dei rischi cui competenza, al passo con le siderazioni preliminari che di prevenzione si espone ma è preparato a innovazioni tecnologiche, sono necessarie ad una qual- gestirli. Dopo un breve ex- l’argomento sicurezza, po- siasi escursione, proprio per degli incidenti cursus, partito dagli albori nendolo al primo posto tra indurre il singolo alla rifles- dell’andar per monti da par- le materie che sono oggetto sione e ridurre in tal modo la in montagna te di cacciatori, pastori e reli- di insegnamento agli allievi percentuale di rischio. giosi, intimamente convinti che la frequentano. È proprio per questo moti- che il salire le montagne fos- Il fatto poi che all’interno vo che durante tutte le usci- se il modo per avvicinarsi al dell’organico siano presenti te pratiche gli istruttori si creatore, l’autore accennava figure che - oltre a dedicare sforzano di trasmettere agli ampio anfiteatro, poco sotto Scuola Intersezionale C. Giorda al problema della manuten- una parte del proprio tempo allievi le loro conoscenze la cima. Nelle giornate pre- Corso di Alpinismo 2010 zione dei sentieri ed al vo- alle suddette attività - ap- e le loro esperienze. Per lo cedenti aveva soffiato un Esercitazione su neve al Rif. Bozano lontariato, soffermandosi in partengano al CNSAS, non scialpinismo, ad esempio, forte vento in quota, tale da particolare sull’importanza può che contribuire a dare mi torna alla mente una gita ritenere possibili accumuli. del Soccorso Alpino. risalto alla cosa. Succede di due giorni in Valle Stret- Arrivati ai piedi del plate- A questo punto all’interno infatti che durante le usci- ta, nel corso della quale ven- au ci fermammo per indivi- dello scritto prendevano for- te dei corsi di scialpinismo, ne simulata una ricerca di duare la macrotraccia, che ci ma quelle proposte che Zan- quando ci si ferma ad esem- travolti da valanga. Alcuni avrebbe condotti in vetta in donella Callegher riteneva pio per verificare un punto istruttori avevano allestito condizioni di sicurezza. Da- fondamentali, per cercare sulla carta, oppure in quelli una situazione oltremodo vanti a noi due semicerchi di uniformare le linee guida di roccia, dopo aver comple- realistica, fatta di ogget- determinati dalle due dor- sulle precauzioni da adotta- tato i tiri di una determinata ti sparsi su di un pendio e sali che, chiudendosi verso 52 53 Muntagne Noste Muntagne Noste

l’alto, individuavano l’anfi- basso, praticamente dalla coinvolti in una brutta situa- di neve è fondamentale che, teatro immacolato di neve parte opposta di quello che zione. Non solo, ma se fosse compatibilmente al numero fresca. era stato al mattino il punto stato necessario l’intervento dei partecipanti, qualcuno La scelta, dettata dall’inter- di “riflessione”, accadde il delle squadre di soccorso dal resti di vedetta, per informa- pretazione del manto ne- fattaccio. Dopo un piccolo basso, oltre ai tempi necessa- re tempestivamente gli altri voso meglio che da alcune sbuffo di neve notato a qual- ri a raggiungere il target fon- su eventuali ulteriori distac- verifiche effettuate durante che metro dalle punte degli damentale per ritrovare in chi di masse nevose. il cammino, fu quella di per- sci, partì una linea di frattura vita le persone travolte, sa- Durante un qualsiasi in- correre la dorsale di destra, verso monte che in un lampo rebbe potuto succedere che tervento organizzato, è di passando vicino a qualche percorse tutta la prima parte altri blocchi precipitassero primaria importanza salva- larice e a numerose roccette, dell’anfiteatro con andamen- verso valle. guardare l’incolumità dei per proseguire verso l’anti- to circolare, per poi prose- Mai come in quella occasio- soccorritori. Supponendo guire dal versante opposto, ne la lezione teorica e l’ina- infatti di ritrovarsi su di una dando origine ad una valan- spettato epilogo furono tan- valanga, prima di entrare ga a lastroni con dei blocchi to reali da essere compresi nel teatro delle operazioni enormemente grandi… Tra immediatamente da tutti. vero e proprio i gruppi di le esclamazioni di stupore Quando ci si trova coinvolti intervento vengono fermati del gruppo, cercai lo sguar- in incidenti in cui qualcuno ai margini, e se è il caso ven- do di quei due o tre allievi sia comunque in condizioni gono fatte brillare delle cari- che, alla domanda su quale di poter prestare soccorso che esplosive per far sì che fosse l’itinerario più idoneo agli altri, è fondamentale - ol- il manto nevoso instabile, si da scegliere, avevano indica- tre a cercare di mantenere la stabilizzi. to il centro del plateau, che calma - evitare nel modo più L’imprevisto in quanto tale nel frattempo non esisteva assoluto di esporsi ai pericoli non si può prevedere, ovvia- più: erano sbigottiti. oggettivi che l’evento stesso mente: non voglio esimermi Soccorso Alpino cima e la vetta. Due episodi questi, non tan- può aver generato, perché in comunque dal gettare un Intervento con cane su valanga Terminata la salita e giunto to il primo quanto il secondo, quel caso tutti gli sforzi per sasso nello stagno, al fine di il momento della discesa, che al di fuori degli aspetti allertare i soccorsi sarebbero realizzare un progetto itine- qualcuno propose di scen- emozionali, devono portare vanificati in un attimo. Se rante che veda coinvolte le dere il plateau. Era davvero ad analizzare quanto acca- ad esempio ci si trova lungo Sezioni del CAI, le Scuole di molto invitante, ma la scel- duto sotto più aspetti. Se ad un canale ghiacciato e qual- Alpinismo e Scialpinismo e ta fu ovviamente scartata, esempio in salita non ci fosse cuno è stato colpito da una le Stazioni del Soccorso Al- perché il pendio era ritenu- stata l’attenta osservazione scarica di pietre o ghiaccio, pino sparse sul territorio. Un to assolutamente instabile e della neve e l’indicazione si deve prestare la massima progetto di informazione, di quindi pericoloso. Iniziò la data agli allievi dei punti im- attenzione al fine di evitare didattica e di incontri for- discesa sulla dorsale oppo- portanti da interpretare per di essere colpiti a nostra vol- mativi che conducano alla sta, che per l’azione del ven- la scelta dell’itinerario sicuro ta: può sembrare un’ovvietà salvaguardia del bene più to risultava esser dura come per se stessi e per gli altri, ma non lo è. Al tempo stes- caro che è la vita di ognuno. il marmo. Arrivati infine in avremmo finito col ritrovarci so, a seguito di un distacco Gianni Pronzato Nuove Realizzazioni Alpinismo 54 55 Muntagne Noste Muntagne Noste

Roc du Montun ACCESSO IN AUTO - Da Giaveno percorrere via Coazze, fino a lasciarsi sulla sinistra Ponte Pietra, svoltare all’incrocio in direzione Salto roccioso di Gneiss, della frazione Sangonetto, e proseguire fino al ponte sul alto circa 150 metri situato torrente Sangonetto. Da qui deviare sulla destra per la negli alti pascoli della valle bogata Indiritto. Continuare sulla strada principale fino alla borgata Tonda. del Sangonetto all’ interno - Da Villarfocchiardo prendere la strada per la Certosa di del parco Orsiera Rocciavrè, Monte Benedetto, arrivare all’incrocio per quest’ultima la sua forma ricorda la girare a sinistra, percorrere ancora qualche km e la strada testa di un montone ed è diventa sterrata (consigliato fuoristrada), proseguire fino caratterizzato da una striscia alla fine della strada al casotto Fumavecchia. nera che lo divide in due. Sulla struttura esistono vecchi itinerari di cui non si hanno molte informazioni; ultimamente sono stati tracciati itinerari moderni chiodati a spit. La rocca del Montone è caratterizzata da roccia di eccellente qualità, particolarmente compatta e lavorata con arrampicata varia. Gli itinerari moderni LE VIE: sono stati aperti dal basso 1 - Per Silvano: M. Compagin, G. Ostorero e attrezzati a fix inox per L1 5+ L2 5 L3 4 via della compattezza 2 - Barba CAI e munta pa: F. Carbonero, G. Portigliatti L1 6b L2 6a L3 4 della roccia, comunque si ACCESSO A PIEDI 3 - Halloween Party: F. Carbonero, ricorda che sono itinerari di - Da Tonda: seguire il sentiero per Pian Gorai, dirigersi verso G. Portigliatti, R. Luzzara...L1 6a+ L2 5+ L3 4+ montagna, quindi alcune l’Alpe di Giaveno (E 420), svoltare a sinistra prendendo il 4 - Osa osa sempre e sarai simile ad un protezioni risulteranno sentiero per il colle Salancetta (E 445), fino ad incontrare Montone: G. Portigliatti, A. Ostorero la struttura rocciosa della Rocca del Montone (ore 2). L1 5c L2 5+ L3 4+ distanziate tra di loro. 5 - Black Line: F. Carbonero, L. Giai Merlera - Dal Casotto Fumavecchia: prendere il sentiero (E 524A) Da tutti gli itinerari si ha L1 5+ L2 6 per il Pian dell’Orso, da qui prosegure sulla cresta (E la possibilità di scendere in 6 - AL.SI.LA: F. Carbonero, G. Portigliatti 435) in direzione colle del Vento fino a fontana di Nuna, L1 6b L2 6a corda doppia (30 m.!!!), in più da qui svoltare a sinistra per il sentiero E 445 e in breve 7 - Tracciolino Blu: F. Carbonero, G. Portigliatti sono state atrezzate su tutti i raggiungere la base della parete. L1 6b L2 6a 8 - Pussy Pussy: E. Griotto, T. Dovis, R. Luzzara settori calate con catena ATTENZIONE: Il sito d’arrampicata è situato all’interno del L1 6a+ L2 5+ L3 5+ per la corda doppia (Via Per parco Orsiera Rocciavrè, ricordiamo ai Climber di non lasciare 9 - Vado in cima con il veterinario: A. Ostorero, Silvano - Tracciolino Blu). rifiuti e mantenere un comportamento appropriato al luogo. A. Daddio, T. Dovis L1 5+ L2 5+ L3 5+ Nuove Realizzazioni Alpinismo 56 57 Muntagne Noste Muntagne Noste

La Rocca Clarì, pur non essendo una delle montagne ACCESSO: da Cesana Torinese Rocca Clarì (2051 m) conosciute ed importanti della valle, è sicuramente una di dirigersi verso Claviere fino al ponte Un pas vers le ciel quelle più sovente ammirate, in quanto il suo versante NO sulla Piccola Dora, lasciare l’auto precipita imponente e selvaggio nella valletta della Piccola nell’enorme spiazzo a sinistra. P. Mattiel, L. Bertoluzzo Dora, pertanto ben visibile percorrendo la strada statale del Incamminarsi lungo il fiume per 300 m - 9 lunghezze Monginevro, poco avanti l’abitato di Claviere. una sterrata che quasi subito diventa Estate 2009 Il versante si presenta molto articolato e cosparso di rocce sentiero, oltrepassare la falesia TD+ a picco; su di esso si distinguono chiaramente due grandi di Rocca Clarì, su due tronconi 6b+/A0 max pilastri di roccia calcarea dai colori contrastanti, l’altezza dei di passerella in legno, proseguire 6a+ obbl. medesimi sfiora i 300 m e le pareti sono parecchio ripide. superando un canalone ghiaioso, Il primo si trova leggermente più a valle (est) ed è percorso continuare brevemente nel bosco dalla Via delle Placche Nere. Il secondo e più imponente pianeggiante, per imboccare un pilastro qui presentato, pur essendo stato scalato già in tempi sentiero che si stacca a sinistra e che precedenti, non ha mai attirato con ampi e docili tornanti si innalza gran che l’attenzione degli ar- nello splendido bosco di larici, fino rampicatori; subito dopo la metà ad incrociare il primo troncone di degli anni ‘90, F. Michelin e soci via ferrata. Continuare in comune aprono la prima via moderna con la medesima, superando anche che, senza mai diventare famo- un salto roccioso, fin sotto la parete. sa, vede comunque una certa A questo punto abbandonare frequentazione. Cambia il l’itineraio ferrato per risalire discorso nel 2008, quando nel direttamente un breve canalone grande progetto condiviso tra roccioso che porta all’attacco delle i comuni di Cesana e Claviere, vie. 40 minuti circa. atto alla valorizzazione del sito delle Gorge di San Gervasio, DISCESA: dal termine delle difficoltà si costruisce la Via Ferrata che possibilità di calate in corda doppia, supera per intero il dislivello che risultano comunque delicate per della parete lungo lo spigolo il rischio di far cadere pietre. posto ad est, realizzando così Discesa consigliata: anche un comodo sentiero di dal termine delle difficoltà, raggiungere la cresta boscosa che costituisce la sommità accesso alla base stessa della della Punta Clarì. Dalla cima seguendo il sentiero di discesa della via ferrata, inoltrarsi parete. Un secondo itinerario nel bosco sul versante opposto, fino a una prima breve discesa, da cui 2 possibilità: d’arrampicata, poco più difficile continuare lungo il sentiero di discesa della via ferrata descritto nell’omonima scheda; oppure, del primo, aperto anch’esso imboccando (sx) un poco evidente bivio, divallare nell’evidente grande conca erbosa sostante, in stile moderno, vede la luce poi traversare a sinistra (est) verso un colletto, scendere lungo una pista da sci e, quando questa nell’estate 2009. Nel complesso volta decisamente a destra, proseguire diritti nel bosco fino a incrociare un vecchio sentiero, l’ambiente è veramente bello e che si segue fino a raggiungere la strada statale poco a valle del ponte sulla Piccola Dora. la roccia discretamente buona, Su gentile concessione del sito: www.altox.it pur richiedendo attenzione so- pratutto nei tratti più facili. Rischio calcolato? Boh! 58 59 Muntagne Noste Muntagne Noste

8 aprile 1979: oggi abbiamo lago ghiacciato con gli sci. metà lago sono attanagliato me. Voltandomi vedo che le effettuato una gita escursio- Siamo tutti pronti alla par- da una stringente angoscia: due ultime ragazze si stanno nistica con gli sci da fondo tenza, ma Luciano armeggia vedo lontanissima la spon- avvicinando un po’ troppo al Colle del Piccolo Monce- ancora con i suoi scarponci- da di partenza ed altrettanto a Luciano. Vorrei gridare nisio, m 2183, partendo dal ni. Lo osservo e non capisco distante quella di arrivo. Mi loro di stare più distanziate, pianoro di Saint-Nicolas, sa- bene cosa stia facendo; allo- sembra di essere in mezzo ma mi prende un inconsul- lendo verso il Forte Varisel- ra decido di partire io per all’oceano, anche se misu- to timore che anche gli echi lo e poi costeggiando il lago primo, perché se sto ancora rando in scala il tratto sulla possano procurare onde so- del Moncenisio sul versante un po’ fermo rischio di in- cartina avevo calcolato il nore pericolose. Mi viene da Ovest. nervosirmi e di non control- percorso in due chilometri sorridere per questi sciocchi Ora, in discesa, ci siamo fer- lare l’ansia. Dico ai compa- e mezzo… in effetti, anche pensieri, ma in effetti la mia mati a mangiare un boccone gni di stare ad una distanza soltanto due chilometri sen- apprensione è un po’ au- presso la Chapelle Saint- di non meno di trenta metri za sapere bene cosa c’è sot- mentata. Barthélemy, poco al di sotto uno dall’altro… non si sa to di noi possono apparire Quando arrivo finalmente delle baite Savalin. Squadro mai! Procedo abbastanza molto lunghi! Sento Lena sulla sponda, che si può ri- un po’ stupito Luciano che tranquillo in direzione del che grida: ”Guido Mauro salire senza alcuna difficoltà con un’aria spregiudicata- declivio a sinistra (guar- vai più veloce!”, più lontano perché non ci sono barriere mente sorniona dice: “Si dando) del Plan des Fontai- odo anche la voce di Adele: rocciose, provo una sensa- potrebbe attraversare il lago nettes, verso le ex-grange “Ma lascialo stare! Sa quello zione che non so come de- con gli sci”. Esprimo i miei Moulin. Mi seguono Lena, che fa!”. Anche Luciano bo- finire: di soddisfazione, di dubbi: “Sei sicuro che il Adele, Luciano e per ulti- fonchia qualcosa, mi par di felicità, di serenità, di essere ghiaccio tenga?”. “Non hai me le sue due amiche. Non comprendere: “Va bene, va semplicemente fuori dai pe- fatto a metà marzo la Enga- vado molto veloce, cerco di bene…”. Speriamo! Per rin- ricoli. In effetti, mi accorgo din Ski Marathon?”. “Sì!”. captare eventuali sgradevoli cuorarmi cerco di pensare di essere svuotato di ogni “E allora che problema c’è? scricchiolii sotto di me, ma ancora al lago di St. Moritz energia, mi siedo e guardo Eravate in diecimila sul lago odo soltanto il fruscio dello ed anche al lago Grande di i miei compagni che stanno vicino a St-Moritz, qui siamo scivolare degli sci e sono rin- Avigliana, che in certi inver- arrivando, alcuni sembrano solo in sei!”. “Ma quel lago è francato dal fatto che i pun- ni del passato venne addirit- sorridere, altri sono ancora più piccolo e la gara era un tali dei bastoncini scalfiscono tura attraversato da un carro seriosamente concentrati. La mese fa!” Si continua un po’ una durissima crosta sotto trainato dai buoi. Aumento lunga striscia dietro i miei a discutere, ognuno con le il leggero velo superficiale un po’ l’andatura ma non compagni è dirittissima, che proprie perplessità, finché di ghiaccio appena appena troppo, perché penso che lo bravo sono stato! Adesso lo si arriva alla decisione, in frisé. Ogni tanto mi volto a sforzo della velocità mi im- dico a Luciano, che è stato verità un po’ sofferta, di in- controllare la posizione dei pedirebbe di percepire even- il mio primo istruttore dello traprendere la traversata del miei compagni. All’incirca a tuali rumori sospetti sotto di sci di fondo e che qualche Ciarforon, parete nord

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volta mi sgridava per gli P.S. Quindici anni dopo, in 5 giugno 1971. Dopo aver capisco. La neve sembra ora Cosa fare? sfarfallii della traccia, quan- marzo, andando a sciare a pernottato al Rifugio Vitto- un po’ più compatta, ma non do la facevo io (manualmen- Lanslebourg- rio Emanuele, Angelo, tori- lo è a sufficienza, perché riu- A volte bisognerebbe te, anzi pedestremente), in in Val Cenis, salendo con lo nese, ed io, valsusino, stiamo sciamo ancora a produrre le (bisogna) rinunciare qualche valle alpina. Man ski-lift fin sulla dorsale che salendo sulla parete Nord tacche di salita - gli scalini mano che arrivano i compa- separa la Haute-Maurienne del Ciarforon, nel massiccio - solo con gli scarponi, men- gni mi stringono la mano e dal vallone del Moncenisio, del Gran Paradiso. Angelo tre la piccozza, purtroppo, mi accarezzano anche. Non ho osservato dall’alto il manto avrebbe voluto fare la via penetra nel pendio di neve è stata difficile la traversata, leopardato della superficie del Chiara, ma le condizioni lo con troppa facilità, come nel ma non posso dimenticare la lago, con ampie chiazze chiare sconsigliavano; allora abbia- burro. tensione che ho provato, so- e scure. Ricordando la traver- mo optato per la Nord clas- Ora siamo quasi in vetta, prattutto al centro del lago. sata ho cercato di convincermi sica. C’è ancora molta neve i lampi sono vicinissimi: a Lungo il percorso ho anche che quell’inverno del 1979 era inconsistente sulla parete volte le folgori sono come pensato di rimproverare molto più freddo! Freddo che ghiacciata, saliamo con ec- globi luminosi che scoppia- Luciano che ha proposto ad inizio aprile non era ancora cessiva scioltezza, gli scarpo- no a pochissima distanza da la traversata ma che poi, in diminuito! (Una iper-mini gla- ni penetrano facilmente nella noi come terrificanti bombe modo elegantemente subdo- ciazione!). neve, fin troppo! Se non c’è ed altre volte le saette scen- lo, ha lasciato partire me per Chissà se quella volta abbiamo ghiaccio la coltre nevosa può dono come dardi impazzi- primo; ma ora solo felice di fatto una impresuccia o sol- essere instabile, insicura. ti zigzagando sul pendio, averlo fatto, e dovrei anche tanto una banale imprudenza? Speriamo bene! Il tempo nu- guizzando pericolosamente ringraziarlo… Probabilmente né l’una né l’al- voloso in partenza ora è di- accanto a noi. Anche Ange- non esageriamo! tra. Ma prima di intraprende- ventato tempestoso, una bu- lo sembra impaurito, quasi Guido Mauro Maritano re quella traversata sul lago fera vera e propria, i fulmini come me, che sono in veri- ghiacciato avremmo dovuto ed i tuoni si intensificano tà terrorizzato. Decidiamo informarci sulle condizioni og- sempre più. Quando arrivia- di andare a ripararci tra gli gettive di fattibilità, come d’al- mo a metà parete, all’intaglio anfratti delle rocce sulla tronde sarebbe necessario fare con le roccette, i lampi sono destra. Ci incastriamo alla per qualsiasi avventura nuova. sempre più vicini. bell’e meglio e ci togliamo Ma io avevo letto Jack London! Intraprendendo l’ultimo con frenesia tutto ciò che ab- pendio, io sono abbastanza biamo indosso di metallico: indeciso, con una sofferta chiodi, moschettoni, rampo- paura interna. Angelo, di ni, piccozze. Angelo si toglie fronte alla mia espressione perfino la fede matrimoniale titubante, risponde bofon- (meno male che i miei oc- chiando qualcosa che non chiali hanno le stanghette in 62 63 Muntagne Noste Muntagne Noste

corno osseo!) e mettiamo il sicuro che non sarebbero sa- to e vedo con orrore che una aspettato un’altra volta. In- tutto in uno zaino che Ange- liti, per le condizioni della grande slavina si è staccata a coscienza giovanile? No, solo lo porta ad alcuni metri da neve e per il tempo. Uno dei metà parete, sotto le roccette incoscienza: anzi, incoscienza noi, ritornando nel nostro due è suo marito?”. “Sì” am- dell’intaglio. È un istante, e mi stupida! In ogni caso, anche anfratto con balzi degni di mette Franca abbassando il trovo immerso fino alla vita se l’ascensione è terminata una scimmia. viso. “Certo che lei ha un bel nella massa nevosa che scen- senza serie conseguenze, i In meno di un’ora la bufera marito, un bel coglione… ed de in effetti non troppo veloce gravi errori sono stati essen- si calma, i fulmini scompaio- anche l’altro, d’altronde van- ma inesorabilmente. Mi han- zialmente due: uno, tecnico, no ed i tuoni sembrano sva- no sempre in coppia!”. Fran- no detto che nelle valanghe o di non aver compreso - o nire lontano. ca, già preoccupata, è ora cose del genere bisogna cerca- perlomeno sottovalutato - le A quel punto decidiamo di attanagliata dallo sgomento re di nuotare verso l’esterno: condizioni della neve; l’altro, recuperare il materiale e di e non riesce più a dire alcun- ma come faccio a nuotare o a ambientale, di non aver valu- salire fino alla vetta. Sul cul- ché. Continua il gestore: “Ed camminare se ho soltanto il tato correttamente lo svilup- mine vedo Angelo perplesso ora devo andare a chiamare busto al di fuori della massa po della perturbazione mete- e subito lui mi spiega i suoi il soccorso alpino: ma guar- nevosa? Sono completamen- orologica. Ci sarebbe anche timori: “Se ritornasse il tem- da un po’ se devo incontrarli te imprigionato dalla neve, un terzo errore: che avremmo porale durante la discesa tutti io, questi incoscienti!”. che è diventata una slitta che potuto mettere in pericolo le sulla via normale saremmo Nel frattempo, noi siamo scesi mi trascina a valle. E in quel squadre di soccorso, qualora facile bersaglio dei fulmini abbastanza al di sotto dell’in- modo arrivo come per mi- fosse stato necessario il loro in mezzo alle troppe rocce”. taglio roccioso. Il pendio è racolo - sempre in posizione intervento: e questo possia- Per questo decide che dob- più inclinato e scendiamo con verticale - fino ad Angelo. mo considerarlo come un se- biamo ritornare dalla Nord, facilità in conserva, quasi rin- Questa volta siamo arrivati gno di scarsa attenzione alla e così facciamo! francati dalla nostra velocità. in fondo, interi ed in piedi, convivenza sociale. A parte i Franca, la moglie di Ange- Angelo è a una trentina di anche se io in verità un po’ pericoli oggettivi, infatti, in lo, che alla nostra partenza metri sotto di me, ed è qua- immobilizzato. Questa volta! ogni intervento di soccorso si si è fermata ancora un po’ a si nel piano. Si volta, forse a Ora il pericolo maggiore che deve valutare anche il disa- dormire nella cuccetta del ri- controllare la mia posizione, ci aspetta è l’incontro con il gio che comporta l’impegno fugio, è ora seduta sulla pan- o forse solo per dirmi che la gestore; ma dopo i fulmini forzato di persone che, al di ca esterna e ci osserva sulla discesa è finita bene. Ma di sulla parete e la slavina, cosa là del loro ammirevole spi- parete con apprensione. Esce colpo alza entrambe le brac- c’è ormai di pericoloso? rito di volontariato, devono anche il gestore, osserva di- cia al cielo, portandole subi- Oggi bisognava saper rinun- sottrarre del tempo ad altre strattamente la donna e con to verso destra, e comincia a ciare in tempo, senza comin- attività personali e/o sociali il cannocchiale ci inquadra spostarsi in quella direzione, ciare una salita imprudente non imposte e senz’altro più sul pendio. Si volta e dice quasi di corsa. Per un attimo sulla Nord del Ciarforon, gratificanti. con indignata rabbia: “ Ero resto perplesso, poi mi vol- una parete che ci avrebbe Guido Mauro Maritano Sicurezza, etica e libertà

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Diversi anni Ero un ragazzo con non molte dedicate all’alpinismo. Ne L’uomo moderno purtrop- con la violenza, ma rispet- speranze, quando una sera venne fuori un testo che so- po non si ricorda più che tato. Ogni uomo ha le sue addietro, alla mia sezione del CAI stanzialmente escludeva la DEVONO esserci dei limiti. responsabilità nei confronti mi tolsi la soddisfazione di manomissione della parete Grazie anche alla tecnologia della natura, dal piccolo al- vedendo le ruspe porre ad un accademico, per realizzare una nuova crede che tutto sia possibile pinista al grande uomo di che facevano l’unico che avevamo, la do- via. Una di quelle sere Silvia (tanto gli dei non esistono, Stato. Ed ognuno deve con- manda: “Ma tu se inizi una Metzeltin bollava la nostra e forse manco esiste un aldi- tribuire all’armonia, non già scempio di un via e poi ti trovi di fronte ad posizione in nome della li- là con premi e castighi). Ma alla distruzione. una placca inscalabile, cosa bertà che deve regnare so- guardiamoci intorno: a cosa Non c’è sicurezza e libertà bellissimo parco fai, lo pianti un chiodo a vrana in montagna. ha condotto questa certezza che tenga. Sicurezza è ave- pressione?” E l’accademico Ho scritto tutte queste cose che si può fare tutto impu- re un tetto sopra la testa che per realizzare mi rispose che sì, l’avrebbe alla rinfusa per gettare vo- nemente? Certo, non ci sono ci ripari dalle intemperie, il condominio piantato. Ci rimasi molto lutamente sul tavolo le carte tuoni che inceneriscono, ma non forare la montagna. Per male, anche se mi aspetta- con cui giocare. L’accade- il Dodo scomparso, gli orsi diventare non tanto “con- nel quale io avrei vo in fondo quella risposta: mico della mia sezione non polari alla deriva, le foreste quistatori dell’inutile” (3), già allora quello del chiodo me l’aveva detto in modo che gridano, qualcosa vor- quanto violatori del limite. acquistato l’alloggio, a pressione era un mio chio- esplicito, ma quel chiodo a ranno pur dire: non sono for- mi dissi che mai più, do fisso, e quasi certamente pressione lui l’avrebbe piaz- se segnali che la terra viva ci tutto era nato dalla profana- zato per terminare la via, ma invia? O meglio ancora, non mai più mi sarei zione della Cima Grande di anche perché non metterlo sono forse punizioni che noi Lavaredo. (1) ovviamente significava ri- subiamo? Il limite, il limite reso corresponsabile Nello stesso periodo in cui schiare troppo. esiste, accidenti, ed occorre l’accademico mi risponde- Ma perché DEVO passare se svegliarsi dal sonno, ma non di uno scempio va che si poteva forare la la natura non me lo consen- da quello della ragione, bensì simile: montagna, in camera mia te? Cominciai a ragionare da quello dell’istinto. Se l’uo- campeggiava un bellissimo sull’argomento, e mi colpì mo non avesse la ragione, ma avrei abitato manifesto del CAI (ce l’ho un’illuminazione: mi venne fosse guidato solo dall’istinto ancora), che raffigurava un in mente quello che il mio come gli animali, il limite lo solo case vecchie. vecchio bivacco in mezzo ad vecchio ed amato professo- sentirebbe in sé e non si sta- una candida coltre nevosa re di latino e greco ci diceva rebbe velocemente avviando con la scritta: “Non lasciare circa il concetto ellenista del verso l’autodistruzione. traccia del tuo passaggio”. limite, l’ubris. I greci erano E allora cos’è quella placca Libertà è fare quello che è Arrivarono gli anni novanta convinti che tutto ha un li- che non consente di termi- utile al nostro benessere nel e con tutt’altro accademico, mite e quel limite non deve nare la via? È un limite, un rispetto di ciò che ci circon- Giovanni Rossi, fui chiama- essere superato, pena lo sca- limite invalicabile che la na- da, delle SUE libertà e dei to a stilare la sezione delle tenare le ire degli dei. A Ica- tura indica all’uomo e che SUOI diritti. Aldo Leopold Tavole di Courmayeur (2) ro si bruciavano le ali… non deve essere eliminato parlava splendidamente di 66 67 Muntagne Noste Muntagne Noste

La montagna diritti delle rocce (4), che è mite, o proprio non gliene fa si capisce per quale motivo (3) Lionel Terray, I conquista- davvero una consapevolez- prendere coscienza. Libertà non si regolamentino atti- tori dell’inutile, Vivalda Ed. 2002. come regno za estrema del concetto di così è non solo trapanare, vità altamente dannose per (4) Aldo Leopold fu un insigne ubris. E i diritti delle rocce realizzare vie ferrate, ma an- l’ambiente oltre che rischio- studioso, sostenitore della wil- della libertà derness. Di lui l’opera A sand debbono essere rispettati. E che scorazzare per terra e per se – senza la coscienza del county almanac, Oxford Uni- non esiste. poi, permettetemi, per quale aria con motoslitte, quad ed rischio, si badi bene – per sé versity Press, 1949, purtroppo oscura ragione la montagna elicotteri con profumate e co- e per altri. non tradotta in italiano. (5) In Italia manca una regola- Se deve proprio - e solo la montagna - do- lorate truppe in cerca dell’ul- In compenso però si preve- mentazione dei mezzi fuoristra- vrebbe essere questo regno timo pendio vergine (5). de che lo scialpinista debba da e dell’eliski. Nella Regione essere identificata Piemonte vi è una blanda rego- di questa malintesa libertà? Perché i diritti delle piante, munirsi di pala, sonda, arva lamentazione dei mezzi fuori- con il regno Una libertà che più che altro degli animali, dei monti non (6), pena sanzioni mone- strada, mentre manca tutt’ora ricorda un famoso comico esistono, non esiste né il ri- tarie. Non si vuole che lui, invece quella dell’eliski. (6) Vedasi la legge della Regio- di qualcosa, quando fa la divertente pa- spetto dell’impagabile silen- che sa di correre il rischio e ne Piemonte 26 gennaio 2009, rodia dell’altrettanto famosa zio né degli animali spossati lo sceglie, possa viverselo in n. 2. allora essa coalizione politica… dalla neve. piena libertà. Neve autunnale sul Glacier du Ferrand è il regno La montagna come regno Una libertà che registra però Si arriverà a multare chi fa della libertà non esiste. Se una scissione con la sicurez- free da solo? Lo spit diven- del rischio. deve proprio essere identifi- za: non è poi tanto sicuro terà obbligatorio per legge? cata con il regno di qualco- correre a svariati chilometri Chi stacca una valanga fini- sa, allora essa è il regno del orari su pendii sconosciuti rà in gattabuia? rischio. L’uomo è fatto per ma di cui soprattutto non si Come si dice, ai posteri l’ar- camminare. Le cime lo han- conosce la tenuta del manto dua sentenza. no sempre attirato, ma l’at- nevoso. Non lo è nemmeno Fabio Balocco trazione si è sempre accom- scendere un pendio vergine pagnata alla coscienza del proprio perché non lo si è pericolo insito in essa. Basta salito. (1) In particolare la realizza- zione della via a goccia d’acqua a tale proposito guardare Allora, non si parla più di si- nell’anno 1963, con 17 giorni le vecchie rappresentazioni curezza perché prevalgono di arrampicata da parte di una di scalate che bene sapeva- gli interessi economici di chi cordata tedesca. (2) Le Tavole di Cormayeur, no descrivere “l’ardimento- affitta mezzi, o di chi accom- ossia il “Codice di autorego- so agire”. È di acquisizione pagna sprovveduti. lamentazione delle attività sportive in montagna”, furono recente la convinzione che È solamente più libertà… redatte nell’anno 1995. Il CAI essa sarebbe invece il regno Favorita dall’assenza as- Centrale diede molta rilevanza della libertà, anche - e forse soluta di regole scritte, di ad esse, salvo comportarsi in modo difforme da quanto que- proprio - grazie a quello svi- norme, e perché no, di divie- ste prevedevano. Così la stam- luppo della tecnologia che ti. Perché se si capisce per pa sociale ha continuato a ri- portare acriticamente le notizie sempre più allontana l’uomo quale ragione non si vieta di delle vie aperte a spit o delle dalla consapevolezza del li- spittare in montagna, meno nuove vie ferrate. Alpinismo e società

68 69 Muntagne Noste Muntagne Noste “Tutto questo, Abbiamo bisogno di solidarie- non si è mai saldata, è sem- ne i messaggi che ci passano nulla da dire, solo il dolore. tà, di giustificazione,di con- pre aperto il divario tra una i mass-media, notiamo che Fuori dal cancello del ci- voi lo avete capito, forto per praticare il nostro società che non concepisce l’incidente stradale mortale mitero stazionava un noto alpinismo? come eticamente corretto il “del sabato sera” è sempre giornalista della Rai regio- non è che un gioco. Questa domanda mi frul- comportamento di un essere trattato in modo standard. nale, che non gradì questo la in testa da qualche tem- umano che rischia la propria Abbiamo un rapporto cau- atteggiamento e, quando alla Una delle realtà po, l’evoluzione storica dei vita per inseguire una pro- sa-effetto in un certo senso sera tornammo a casa, corse modelli sociali che hanno pria soddisfazione trovando fatalista e logico nella sua dietro a un paio di amici e essenziali nel tempo segnato la strada in questo una parte impor- drammaticità. Nella mag- sbottò che lui era lì per la- dell’alpinismo dell’alpinismo è per certi tante del proprio essere. gior parte degli incidenti di vorare e che doveva sapere versi contrastante. Se agli Paradossalmente la stessa montagna il messaggio che quale era la motivazione per è che non ha inizi erano essenzialmente società è disposta a tollerare passa è per prima cosa am- cui quattro esperti alpinisti nobili, aristocratici e milita- molto di più tutte le storture plificato, poi normalmente si in sè nessun ri ad avere la possibilità di e le contraddizioni che con- scava, il più delle volte senza salire le montagne, accom- traddistinguono la propria ragione di causa ed in modo scopo utilitaristico: pagnati dalle prime guide storia, pensiamo alle guer- parziale, per scoprire se l’er- valligiane, con il tempo l’af- re, agli incidenti stradali, ai rore è umano o la montagna è come l’acqua fermazione dell’alpinismo morti per droga, agli inciden- è assassina. Si intervistano come attività ludica e non ti sul lavoro, quasi che questi amici, parenti, esperti, ecc… di fonte che legata essenzialmente alla siano ineluttabili, il prezzo si riempiono pagine di gior- sgorga dai monti. scoperta geografica o allo da pagare allo sviluppo ed nali. Paradossalmente se ci sfruttamento militare, vede alla evoluzione, insomma schianta con l’auto di ritor- Dentro non attiva una classe sociale es- socialmente inevitabili. no dalla discoteca, la morte senzialmente operaia e me- L’alpinismo invece è, da è socialmente giustificata, vi è nulla. dio borghese. sempre, trattato in modo mentre se finiamo sotto una Questo fatto, se da una parte sensazionalistico, nel bene valanga siamo idioti, più o Non ha calore. rende l’alpinismo popolare, e nel male, soprattutto negli meno esperti, ma sempre dall’altra lo espone ai giu- incidenti, visti come un inu- inutilmente morti. Ma è questa dizi della gente, quasi mai tile sacrificio umano a cui Un esempio di questo para- avevano deciso di prendersi Parete dei Militi: via”la mia fantasia” benevoli. si può anche porre rimedio dosso l’ho vissuto sulla mia un così grande rischio. la sua bellezza Infatti mal si comprende magari limitando l’accesso pelle quando nel dicembre Se volete la giustificazione come per divertimento si alle montagne o con altri di- di due anni fa quattro amici datemi la motivazione. e la sua forza, possa accettare la sfida con vieti. Questo atteggiamento perirono sotto una valanga La realtà è che non c’è moti- irresistibile.” un elemento così ostile, ma si accentua sempre di più in val Pellice. vazione, quello che attiene al soprattutto come si possa ri- con il passare del tempo. Ci trovammo in molti al nostro modo di fare alpini- (G.C.Grassi) schiare così coscientemente Una società sempre più tesa cimitero di Luserna S. Gio- smo appartiene alla sfera più la vita, per una cosa inutile ad una ricerca di “rassicu- vanni, in attesa del recupero intima di ciascuno di noi, a come salire in cima ad una rante sicurezza”, mal com- delle salme, in totale sinto- quella parte creativa, irra- montagna. prende chi questa sicurezza nia nessuno volle rilasciare zionale ed intensa del nostro Questa frattura tra la so- la sfida in inutili attività. dichiarazioni alla stampa “IO” quella che sfugge alle cietà e gli alpinisti in realtà Se ascoltiamo con attenzio- ed alla televisione, non c’era regole sociali, quella che non 70 Muntagne Noste Muntagne Noste

“Chi è disposto deve trovare per forza una La pratica dell’alpinismo, in logica in quel che si fa. senso ampio, ha forse il suo a sacrificare Questo spaventa la società principale valore proprio della sicurezza, dove tut- nella sua inutilità sociale, la propria libertà to è legato ad un profitto, baluardo di un individuali- dove tutto deve avere un smo reale, ma sano, onesto e in cambio perché, una logica, anche disposto a pagare in prima della sicurezza, l’irrazionale. persona. La statistica del CNSA in- Non credo che sia giusto ac- non merita dica che gli interventi effet- cettare lezioni, regole ed im- tuati per i “fungaioli” dal 5 posizioni da chi non si mette la libertà luglio 2010 al 10 settembre mai in gioco e che maschera Programma 2010 sono stati 130 con 44 il proprio egoistico indivi- e nemmeno decessi. dualismo con finte nobiltà Questo senza clamori, pro- sociali. Corsi 2011 la sicurezza.” poste di leggi ad hoc, pagine Enzo Cardonatti e pagine sui giornali, come (B. Franklin) avviene per gli incidenti in montagna. La morte nell’alpinismo non è rassicurante, è inutile ed il- logica perché avviene senza perseguire un fine evidente e socialmente o individual- mente utile.

Scuola Intersezionale “C. Giorda” Salendo alla Testa di Cervetto Corso di Cascate (AG2) Corso di Scialpinismo (SA1) Direttore: Direttore: Pier Carlo Martoia, 333.6725307 Enrico Usseglio, 338.7960058

Vice Direttore: Vice Direttore: Giacomo Portigliatti ,339.1262770 Andrea Michetti, 333.2304437

Segretario: Segretario: Sergio Turbil, 349.5169286 Francesca Gallerini, 338.1225035

Uscite pratiche: Uscite pratiche: 22-23, 30 gennaio, 13, 19-20 febbraio 6 febbraio (uscita in pista), 20, 27 febbraio, 13, 26-27 marzo, Costo: € 120 - Under 25, € 100 10, 17 aprile, 30 aprile/1 maggio

Noleggio ARVA, € 30 Costo: € 130 - Under 25, € 110

Presentazione del corso e termine Noleggio ARVA, € 30 iscrizioni: venerdì 14 gennaio Prima lezione teorica e termine Le restanti lezioni si terranno iscrizioni: giovedì 3 febbraio il venerdì precedente l’uscita presso la sede CAI di Rivoli Le restanti lezioni si terranno il giovedì precedente l’uscita presso la sede CAI di Alpignano Corso di Roccia (AR1) Corso di Alpinismo (ARG1) Direttore: Direttore: Alex Ostorero, 339.7949603 Stefano Cordola, 347.0412145

Vice Direttore: Vice Direttore: Giacomo Portigliatti, 339.1262770 Mauro Iotti, 011-9321248

Segretario: Segretario: Tommaso Dovis, 338.3901961 Alessio Moretta, 335.5687626

Uscite pratiche: Uscite pratiche: 11, 18 settembre, 2, 9, 22 ottobre, 8, 28-29 maggio, 19 giugno, 5-6 novembre 9-10 luglio, 3-4 settembre

Costo: € 120 - Under 25, € 100 Costo: € 150 - Under 25, € 130

Prima lezione teorica e termine Prima lezione teorica e termine iscrizioni venerdì 9 settembre iscrizioni: giovedì 24 aprile

Le restanti lezioni si terranno Le restanti lezioni si terranno il venerdì precedente l’uscita il giovedì precedente l’uscita presso la sede CAI di Giaveno presso la sede CAI di Almese I viaggi dell’Intersezionale 76 77 Muntagne Noste Muntagne Noste

13 giugno 2010 delle MTB che si sono co- zionale lungo la Val di Susa “La goccia d’acqua del fiume L’Intersezionale ritorna in munque sbizzarriti con de- verso quel confine che, ol- non si chiede quanto sia utile Val Sangone. strezza sugli innumerevoli trepassato, regalerà una ina- la sua esistenza. Essa è fiume”. L’ultima volta, dal Colletto percorsi che offre la vallata. spettata giornata di sole. Meditate, caini, meditate! del Forno, eravamo scappati Tutti puntuali al tradizionale I due forti, l’imponente Arrivederci al prossimo anno. sotto un diluvio arraffando appuntamento con la bracio- Croix de Bretagne e Gran- Claudio Usseglio Min bistecche e salsicce mez- lata della “BANDA GUER- de Maye solitaria sentinella ze crude, consumate poi in CIOTTI” che quest’anno, sulla Durance, subiscono la Gita Intersezionale al modo primordiale in fati- con una piccola variante sul pacifica invasione a piedi e Fort de la Grand Maye scenti ripari occasionali. menù - pollo al posto delle a cavallo (MTB) dell’allegra Quest’anno, sfumata la pos- braciole - ha deliziosamente armata Intersezionale. sibilità di salire al Colle del sfamato circa 250 caini, ri- Il panorama stupendo è la proponendosi in modo au- giusta ricompensa per que- torevole per il 2011. sto nugolo di caini che forse Sempre azzeccato l’abbina- ha toccato il minimo storico mento con il fresco e frut- per un gita Intersezionale. tato Avanà, vino prodotto a Seduto sulle mura del forte, Chiomonte. mentre contavo e riconta- Un capolavoro logistico il la- vo i 60 partecipanti, il mio voro della sezione di Giave- proverbiale ottimismo con- no che ha permesso a tutti di fermava l’esattezza e la sag- stare al riparo e di mangiare gezza di alcuni proverbi che seduti a tavola. mi frullavano in mente: chi si La lotteria, distribuiti i suoi contenta gode, pochi ma buoni, Besso e al Monte Cristetto premi ad una platea distrat- meglio un uovo oggi che una causa nebbia in quota, l’alle- ta e chiassosa, lascia al coro gallina domani. gra combriccola degli escur- degli alpini il compito di fi- Al ritorno raccogliamo a sionisti ha invaso il sentiero nire la giornata in musica, Briancon un istruttore della Augusto Monti che con i così mentre gli amici se ne Giorda in crisi di astinenza suoi due anelli li ha inoltrati vanno... scendono le prime dalla moglie e ci prepariamo nella valle del Romarolo, fa- gocce di pioggia su di noi... a ripiombare nelle nuvole cendo scoprire la suggestiva nere che ci attendono minac- bellezza del suo percorso e 3 ottobre 2010 ciose al Monginevro. delle sue borgate. Le gocce che cadevano a Durante il viaggio, appiso- Il cambiamento dell’ultimo giugno sono diventate piog- lato sul sedile, mi appare in minuto ha creato un po’ di gia vera che accompagna sogno Confucio con un pro- confusione anche nei ciclisti l’unico pullman dell’Interse- verbio cinese che recita così Rocca Sella - Torrione Alotto

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Nel 1987 alcuni soci del CAI rivolgersi a chi cura la ma- Salita LUNGHEZZA DI DESTRA Almese tracciarono a ri- nutenzione dell’itinerario La prima sezione del torrione Sopra la sosta in cengia sali- cordo di Roberto Alotto, presso il CAI Almese o al è costituita da una sequenza re diretti per lame, 1 ch IV+, caduto 3 anni prima sul numero 333.34.39.700. di brevi salti appoggiati che accedendo ad un piccolo ri- Gran Carro, alcune lun- dopo una decina di metri. piano. Traversare poco a si- ghezze sul settore posto a Descrizione adducono, traversando bre- nistra e salire una paretina sinistra della celebre cresta Località di partenza: Case vemente a sinistra, agli at- all’inizio incava sfruttando accademica di Rocca Sella. Trucetto di Celle, m 1050 tacchi del torrione propria- buoni appigli prima, poi fes- Il torrione, individuabile Disl. avvicinamento: m 250 mente detto. Proseguendo sure, 1 ch, 1 cordone, sosta sin dall’uscita sui roccai Disl. arrampicata: m 150 sino diritto si trova invece una su terrazzino. del sentiero “canalone”, si in vetta sosta su pianta che anticipa erge alla propria sinistra ed Esposizione: sud un passaggio esposto (IV°) è evidentemente separato Chiodatura: chiodi, dadi, anel- e una sosta con cordone; da dalla cresta accademica da li di cordino-soste collegate. qui è possibile proseguire una depressione disturbata Materiale: corda 50 m, al- a destra sino al termine del da vegetazione, dove cor- cuni nuts e friends piccoli torrione secondario sul sen- re il sentiero Aldo Mari. e medi, anelli di cordino, tiero Aldo Mari (sprotetto). Nell’autunno 2009 alcune casco. lunghezze sono state riat- Difficoltà: dal II° al VI°. TORRIONE CENTRALE trezzate in modo da ren- E SPIGOLO dere la salita piacevole e si- Avvicinamento Traversando a sinistra dopo i cura, con brevi tiri di corda Da Celle proseguire su primi 10 metri dello zoccolo adatti ad un avvicinamen- strada asfaltata sino a case si accede alla base di un tor- to alle salite in montagna Trucetto, parcheggiare nel rione, lo si risale sul fianco si- su terreno con protezioni vasto piazzale a destra so- nistro (2 ch, IV) e si prosegue tradizionali, eventualmen- pra la borgata e prendere per lo spigolo (1 ch, 1 dado te da integrare nei punti il sentiero che sale diretta- IV). Un breve muretto addu- più facili. Chiodi, anelli di mente in direzione Nord. ce alla cengia che divide in cordino e alcuni dadi sono Dopo una sezione rettilinea due il torrione, sosta sotto un stati piazzati nel modo più ed alcune ampie svolte si piccolo strapiombo a destra. permanente possibile tale esce dalla linea della vege- da offrire buoni parametri tazione alta per accedere PARETINA DI SINISTRA di sicurezza, malgrado ciò ai roccai sotto agli attacchi A sinistra del torrione sopra sarà buona norma per i fru- dell’accademica e della Ger- descritto si trova una paretina itori sincerarsi dell’effetti- vasutti. Piegare subito a si- di roccia compatta che offre va tenuta degli ancoraggi, nistra (indicazione, ometto) una divertente arrampicata vuoi per la natura della e seguire un’esile traccia che dal III° al IV°+, 3 ch, 1 dado, roccia vuoi per l’azione risale i roccai e si riaddentra sosta su cengia a destra. Arri- degli elementi. Per qualsi- nel bosco; da qui, per brevi vati alla cengia altre due pos- voglia altra informazione zolle erbose, all’attacco. sibilità: 80 81 Muntagne Noste Muntagne Noste

LUNGHEZZA to. Sopra alla crestina si sale CENNI BIOGRAFICI ed alla quale si avvicina sin quando la salute non lo ob- DI SINISTRA facilmente verso Nord su- Vogliamo qui ricordare le da bambino con escursioni bliga ad una vita meno atti- Si tratta del tiro chiave della perando alcuni massi sino persone in memoria delle via via più difficili. Durante va nello sport ma non certo via. Lasciare la sosta e per- ad una formazione più alta, quali è stato tracciato que- un’ascensione al Gran Car- nella dedizione al prossimo correndo l’ampia cengia 12 metri, che si attacca su sto itinerario; ci piace cita- ro perde la vita il 29 Luglio che lo ha sempre contraddi- verso sinistra trovare l’evi- spigolo per poi portarsi a re a questo proposito una 1984, la sua morte - seguita stinto. Amico e confidente di dente linea di salita (freccia sinistra, 1 ch. Subito dopo riflessione di Ivan Guerini pochi giorni dopo da quella Roberto Alotto ne tratteggerà e 3 ch visibili). Salire per questo salto portarsi a de- apparsa sull’annuario del del padre - desta unanime la straordinaria personalità una serie di lame sin sotto stra (bolli rossi) per scen- CAAI 2009: cordoglio in tutta la comuni- in occasione delle esequie. Si allo strapiombo, traversare dere brevemente alla base “In realtà i morti sono coloro tà, che ricorda la sua indole spegne il 9 Aprile 1995 dopo prima poco a destra poi a del torrione mediano della che sono rimasti sconosciuti a solare sempre pronta alla 18 anni continuativi di dialisi cresta accademica (bolli, in- chi non sa chi sono e che tor- condivisione ed all’aiuto dei affrontati con forza d’animo dicazione su masso) presso nano in vita nella psiche di meno fortunati. non comune e attorniato dai un pino abbattuto dalle ne- chi si ricorda di loro: Ciò che Ancora oggi la madre Ro- suoi famigliari. vicate attaccare una placca sarete voi, noi siamo adesso... berta lo ricorda con l’amore Alla sua memoria è dedica- a reglette, 2 ch III poi IV 1 chi si scorda di noi scorda se di una donna che si è sem- ta la lunghezza di corda che passo, accedere ad un breve stesso…” pre detta meravigliata di unisce l’itinerario del torrio- camino con elegante usci- avere da imparare dal pro- ne Alotto alla cresta accade- ta sulla lama staccata che ROBERTO ALOTTO prio figlio. mica di Rocca Sella. lo origina. Un breve muro Nato il 15 Marzo 1956 ad Lorenzo Devos porta in sommità (sosta con Avigliana, ha vissuto a Villar RENZO RICHETTO fettuccia su masso). Dora con la famiglia d’origi- Nato il 14 Marzo 1934, entra Questa lunghezza è stata de- ne. Già in giovane età entra a in giovane età a lavorare alla dicata a Renzo Richetto, ami- lavorare in Fiat e nel mede- Fiat come operaio specializ- co di Roberto Alotto e socio simo tempo si dedica come zato, posto che lascerà nel Sul Torrione Alotto sinistra doppiando lo stra- fondatore del CAI Almese. privatista nelle ore serali allo 1964 per seguire la profes- piombo su spigolo, V+, VI (1 Dal torrione mediano è visi- studio dell’informatica e del- sione di infermiere che ama passo). Affrontare una corta bile il sentiero che sbuca dal le lingue straniere. Obbietto- e svolge con cura e passio- rampa al di sopra della qua- canalone in direzione Ovest, re di coscienza ante-litteram, ne. Sposa Teresina da cui le un diedro porta alla sosta, dando la possibilità di se- anticipa non senza problemi avrà il figlio Gianpaolo, si 2 ch, IV-. guire quest’ultimo o la cre- la legge che entrerà in vigore occupa di politica e sarà tra Dalla sosta superiore si su- sta accademica sino in vetta, due anni dopo l’arruolamen- i soci fondatori della sezio- perano con facilità alcuni 15-30 min. circa. to della sua leva. Attivista ne CAI di Almese, nonché massi intervallati da trac- ambientalista, serba un pro- collaboratore di molte altre ce di sentiero giungendo DISCESA fondo rispetto per l’ambiente associazioni sul territorio di all’ultimo esile ed affilata Seguendo il sentiero del cana- in tutti i suoi risvolti, in parti- Almese e Villar Dora. Gran- crestina che porta alla targa lone, facilmente al parcheggio colar modo per la montagna de frequentatore delle mon- in ricordo di Roberto Alot- in 30 minuti. che lo appassiona da sempre tagne, pratica l’alpinismo sin Quando la sicurezza non c’era 82 83 Muntagne Noste Muntagne Noste

Quando ho saputo degli inten- tragedie alpine peraltro stig- in tasca) senza un minimo piccozza, quando quest’ulti- di qualche centinaio di metri ti della redazione di orienta- matizzate come “assurde ed di preparazione prelimina- ma non penetrava nella neve delle pericolose nubi tempo- re il numero dell’Annuario inutili” dalla gente. re. Sembrava più epica la per la solidità della coltre ge- ralesche. Faceva un freddo sul tema della sicurezza, Nulla si evolve casualmente salita” a sorpresa”, per cui lata, se ti scappava la punta boia però e, mentre le rispet- contestualmente al plauso però: quello non era il tem- cartografie, guide o relazio- del rampone scivolavi senza tive mamme ci considerava- per tale scelta, ho credu- po dei pazzi ma piuttosto di ni di precedenti scalate non scampo, portandoti appres- no al sicuro ed al calduccio to opportuno rimembrare un alpinismo dove l’aspetto venivano neppure prese in so coloro che stavano inco- dentro un rifugio alpino noi, i tempi in cui l’andare in sentimentale e goliardico considerazione e quindi non scientemente legati alla tua appesi lassù fra i dirupi, per montagna sicuri era poco di sembrava sottovalutare le supportavano la pur minima stessa corda... Il bollettino esorcizzare i brutti presagi moda, sottolineando così la peculiarità tecniche e la co- valutazione dell’imponde- valanghe lo si formulava sul cantammo a squarciagola grande evoluzione dell’alpi- dificazione di metodi di ap- rabile, mentre i cellulari non posto mediante la sinergia per tutta la notte: eravamo nismo in quest’ultimo mez- proccio alle vette. Proprio in erano ancora stati inventati. fra gli occhi, il buon senso incoscientemente felici! zo secolo. nome di una maggiore sicu- Quando penso alle famose e la voglia di salire ad ogni Anche allora, tuttavia, poi- La premessa del valore della rezza e razionalità sono nate assicurazioni effettuate con costo, così come delle previ- ché non eravamo proprio to- salute e della vita dell’uomo le scuole di alpinismo, dove la corda a spalla, ovviamen- sioni del tempo si diventava talmente fuori di testa, non quali priorità etiche rispetto ci si appropria dei rudimenti te senza chiodi di ancorag- esperti quando spuntava il mancavano di tanto in tanto ad un nutrito mix di sport, fondamentali per ascendere, gio, mentre il primo in cor- sole oppure cominciava a reminiscenze di sicurezza, avventura e sentimento, il più possibile sicuri, lungo data era già magari salito di piovere o a nevicare. visto che certe notti, quando deve essere chiara e senza le asperità dei monti. Riflet- parecchi metri e continuava La corda, in un primo tempo il sogno (anziché stimolare alcuna eccezione. Per quan- tendo a consuntivo e a voce a farlo per tutti i quaranta ancora di canapa, scorticava passioni sportive più sane e to possa essere bella e spiri- alta, sul merito di vissute metri della corda stessa, mi la pelle delle mani ed il sede- sicure, quali le bocce o il bal- tualmente arricchente l’av- spericolatezze (nonostante viene da pensare - anche se re quando scendevi in corda lo) finiva in incubi al ricordo ventura alpina, nessuna dea le stesse si siano sempre con- a scoppio parecchio ritarda- doppia e diventava poi rigi- di quella epica giornata (e può perorarne in assoluto la cluse con fortunosi epiloghi) to - che tanto valeva prose- da come una pertica quando nottata), si formulavano in- priorità a costo di potenziali e grazie anche alla saggezza guire slegati: in quel modo, scorreva sulla neve, mentre tenti di rinnovata saggezza, sacrifici umani, consideran- dell’età, mi sento in dove- se il primo cadeva la pelle ce la protezione per la testa era destinati inesorabilmente do che la vita è sacra e non re di fare prediche e racco- la lasciava solo lui... circoscritta ai capelli. a naufragare nel prossimo la si può spendere per di- mandazioni, ben sapendo In effetti, a prescindere Un giorno si decise fra tre fine settimana. vertimento. Eh sì, muniti di come le stesse infastidiscono dall’accelerazione di gravità amici, poco più che adole- Elisio Croce solide gambe ma, com’era il giovane che solitamente propria di un corpo in cadu- scenti, di intraprendere co- consuetudine, di poca pre- preferisce sbagliare da sé. ta, sarebbe stato sufficiente munque una traversata su venzione contro gli intrin- Con qualche chiodo arrug- lo strappo di un topolino creste rocciose, nonostante seci rischi, parecchi lustri or ginito, possibilmente da non per rovesciare nel vuoto lo già fosse pomeriggio avan- sono aggredivamo i monti usare in quanto gli stessi sfortunato secondo di cor- zato, con il conseguente e con l’impeto dei cavalieri costavano cari mentre noi data. Altrettanto sgomento scontato risultato di trovar- di ventura, quasi si trattasse quattrini non ne avevamo, a posteriori suscita in me il ci a notte fonda costretti a di missioni in nome di cau- si affrontavano salite im- ricordo delle nostre salite su bivaccare su quelle creste se etiche e trascendenti, la- pegnative (con il senno di ghiaccio o neve dura dove, senza alcuna attrezzatura. Il sciando in pena i nostri cari allora, mentre oggi si per- proseguendo senza chiodi cielo ebbe commiserazione e riempiendo le cronache di corrono forse con le mani ma solamente con ramponi e di noi, tenendo lontane solo Professione Guida Vivere in montagna e di montagna 84 85 Muntagne Noste Muntagne Noste

Alberto Re Incontro Alberto Re di ri- di Bardonecchia e dal CAI di con la realizzazione di salite pre accompagnando clienti Al rifugio Torino dopo una salita torno da un giro escursio- Sauze d’Oulx, nei suoi primi sui grandi itinerari alpini in - si moltiplicarono i paesi e al Dente del Gigante è stato una delle nistico sulle montagne del anni di attività, lo vedono alta montagna e sulle Dolo- Madagascar e colgo l’occa- impegnato attivamente a tra- miti. Partecipando anche ad prime guide a sione per rivolgergli alcune smettere la sua passione per alcune spedizioni in Hima- domande sulla professione la montagna, accompagnan- laya dove raggiunsi delle pensare che si e sulla sua attività alpinisti- do centinaia di ragazzi e tu- cime di oltre seimila metri poteva sviluppare ca e sci alpinistica svolta nei risti a scoprire i laghi, le tra- senza particolari fatiche o vari continenti. È stato una versate dei diversi valloni e difficoltà, capii che il mio l’attività professio- delle prime guide a pensa- sulle tante cime della nostra fisico rispondeva bene all’al- re che si poteva sviluppare valle, i ghiacciai della Vanoi- ta quota. Questa esperienza nale sulle montagne l’attività professionale sulle se e degli Ecrins. Ma tutto mi permise di immaginare montagne del mondo e fino ciò non era sufficiente per qualcosa che allora non era del mondo e fino ad ad oggi, conta oltre 250 spe- poter vivere in montagna ancora preso in considera- dizioni e viaggi realizzati e di montagna dopo aver zione nell’ambito delle gui- oggi conta oltre 250 sulle cime più alte, nei de- lasciato il lavoro e la città; de, cioè di organizzare una serti con carovane di cam- perciò ha dovuto ampliare spedizione sci alpinistica spedizioni e viaggi melli e con le slitte al traino i suoi orizzonti e proporre ad un “7000”. Avevo qual- realizzati sulle al Polo Nord. iniziative sulle montagne di che timore, certo perchè le le cime più alte che raggiun- Nel 1974 Alberto Re ottiene tutti i continenti. spedizioni in alta quota ri- gemmo nei vari continenti cime più alte, il diploma di guida alpina ed chiedono oltre alla prepara- scalando o con gli sci.” inizia la sua attività di pro- Quale è stata la mol- zione fisica e tanta determi- nei deserti con fessionista della montagna la che ti ha spinto a nazione, anche una perfetta Quale è stata la cima in Valle di Susa, a Bardo- organizzare spedizio- organizzazione. più importante che hai carovane di necchia. Cresciuto in campa- ni e viaggi lontano Spinto dalla passione e dal salito? gna sulle colline ai piedi del dalle Alpi? desiderio di confrontarmi “Alcune cime per me sono cammelli e con le Monviso sin da piccolo ha “Sin dall’inizio mi resi conto con queste difficoltà, nel 1978 più significative e ognuna subito il fascino della monta- dell’impossibilità di soprav- con sette compagni raggiun- per delle sue peculiarità par- slitte al traino al gna. Ora vive a Salbertrand vivenza economica legata a si - sci ai piedi - nell’Himala- ticolari. Sicuramente il rag- e ricorda con particolare ap- questa professione eserci- ya Indiano, la vetta del Trisul giungimento della cima del Polo Nord prezzamento le attività lega- tando nei pochi mesi estivi: 7120 m. Questo risultato mi Gasherbrum II 8035 m, lega- te alla sua terra d’origine, la dovevo trovare altri spa- portò al successo professio- to in cordata con due clienti, vita semplice e dura nel mon- zi per poter lavorare tutto nale, tanto che per altri quat- è stato uno dei momenti più do contadino, una crescita l’anno. Nel 1971 entrai a far tro anni riproposi questa emozionanti e sublimi della che è stata di fondamentale parte del Club Alpino Ac- meta che sempre raggiunsi mia attività alpinistica e pro- importanza nell’evolversi cademico, avendo acquisito e alla quale parteciparono fessionale. Nel 1985 questo della sua professione, del le- nelle attività di istruttore decine di clienti italiani, ma risultato è stato molto im- game profondo con la natura nella Scuola Gervasutti di sempre più numerosi anche portante sul piano professio- e l’ambiente. Torino e nel Gruppo Alta francesi, svizzeri e tedeschi. nale: un ottomila raggiunto Le gite estive organizzate Montagna del CAI UGET, I programmi si ampliarono e senza l’ausilio dell’ossigeno, dall’Azienda di Soggiorno un curriculum importante negli anni successivi - sem- una cima alquanto difficile, 86 87 Muntagne Noste Muntagne Noste

la prima guida italiana che viveri e attrezzature dall’ini- fronte di un compenso. all’accompagnamento del- accompagnava dei clienti su zio del ghiacciaio a quota Durante la salita inizia uno la guida appartengono alle una delle quattordici cime 2000 m lungo ripidi pendii, scambio d’impressioni, un più disparate categorie so- più alte del mondo. crepacci e seraccate, fino al rapporto che normalmente ciali; prevalentemente sono L’Alpamayo, una splendida campo alto a 4500 m. Poi approfondisce la reciproca persone di mezza età in poi, cima nella Cordillera Blan- la parte alta, più difficile e conoscenza, la passione per ma sono sempre più presen- ca in Perù che sfiora i 6000 complessa, dove il freddo e le cime e l’ambiente che lo ti scolaresche e giovani, par- metri, difficile da tutti i ver- il vento accompagnano ver- circonda. Ed ecco che incon- ticolarmente nelle attività santi, salita lungo un presti- so la cima. sciamente scatta qualcosa dell’arrampicata, canyoning, gioso itinerario aperto qual- Il Monte Karstens in Nuova che lega queste due realtà escursionismo, ferrate. che anno prima dai Ragni Guinea, una montagna di oltre alla corda, direi quasi Con i clienti si concretizza quasi 5000 metri ai confini un’amicizia, il desiderio di un rapporto duraturo nel della nostra civiltà. Una cima continuare insieme lungo tempo, insieme si definisco- sulla linea dell’equatore che altri percorsi. Personalmen- no gli obbiettivi successivi. s’innalza circondata da fo- te ho fatto una scelta totale Nel corso degli anni si con- reste impenetrabili e domi- nei confronti della mia at- solida un rapporto che trovo na l’oceano che la circonda, tività alpinistica quando molto bello, con molti miei una lama di calcare verticale ho iniziato ad esercitare la amici clienti che mi seguo- e difficile. L’incontro con i professione di guida; allora no da tanti anni, alcuni da Dani, una popolazione pri- decisi che mi sarei dedicato più di trent’anni, stiamo in- mitiva, ancora fuori da ogni completamente all’accom- vecchiando insieme, gli ob- contesto di società evoluta. pagnamento professionale biettivi calano di difficoltà Un’esperienza straordinaria tralasciando la mia attività ma la passione e l’amicizia vissuta con un gruppo di personale. Volevo cercare rimangono intatti. Mentre otto persone che hanno vo- di trasmettere la mia passio- agli inizi è quasi sempre la In vetta al Niblè di Lecco diretti da Casimiro luto condividere quest’av- ne per le montagne e l’am- guida che propone la meta, Ferrari. In anni diversi ho ventura e raggiungere la biente che le circonda alle successivamente è il cliente In vetta al Niblè accompagnato per tre volte vetta fino ad allora salita da persone che mi seguivano, degli alpinisti lungo que- pochissimi alpinisti e, per aiutarli a crescere tecnica- sto stupendo itinerario e la l’Italia, solo da Messner.” mente, affrontare insieme montagna mi ha concesso di fatiche e difficoltà, condivi- raggiungerne la vetta in tut- Come sono i rapporti dere con loro la gioia della te tre le occasioni. con i clienti oggi ? meta raggiunta. La salita al Il Monte Mc Kinley in Ala- A quali categorie ap- Gasherbrum II, all’Alpama- ska, una cima alta 6200 metri partengono? yo, al Mc Kinley, al Karstens ricoperta da immensi ghiac- Sono più preparati sul e tante altre cime, dimostra- ciai e assai insidiosa per le piano tecnico? no che certe mete non sono bufere e il vento polare che “Il rapporto con il cliente si riservate a pochi eletti ma investono e spazzano i suoi evolve nel corso del primo possono divenire accessibili fianchi. L’enorme fatica per incontro, ci si lega e si rag- anche ad altri appassionati. trascinare le slitte cariche di giunge la meta concordata a Le persone che si affidano 88 89 Muntagne Noste Muntagne Noste

a indicarla secondo le sue scavalcare cime e colli e pro- dro Giallo, la Via del Ricor- dignitosa, accogliente, con preferenze. seguire per più giorni, an- do, la Gervasutti di Destra e la quale spesso è difficile co- Oggi la preparazione tecni- dare a vedere cosa c’é oltre. la Gervasutti di Sinistra, vie municare ma sempre dispo- ca in generale è cresciuta, si In questo modo ho percorso di grande impegno che au- nibile ad aiutare, e con il loro può disporre di attrezzature più volte l’intero arco alpino spico in prospettiva siano indispensabile supporto riu- ed equipaggiamento evoluti e tutti i massicci più impor- messe in sicurezza e possa- sciamo a realizzare i nostri e di grande qualità, si ha la tanti dei vari paesi europei: no essere riscoperte.” progetti. Rimarranno inde- possibilità di affrontare la dalla Russia alla Spagna, lebilmente nei miei ricordi il montagna con più sicurezza dall’isola di Creta alle isole Certamente hai vissu- silenzio e gli orizzonti senza ma resta sempre l’incognita Svalbard. Personalmente ri- to intensamente la tua confini dei deserti disegnati delle mutevoli condizioni tengo che l’Haute Route sia professione, viaggiato dalle sinuose creste delle del terreno e delle condi- il modo più completo per vi- in tanti paesi, incon- dune, gli spazi immensi ri- zioni atmosferiche che negli vere lo sci alpinismo.” trato molte persone. vestiti di ghiaccio percorsi anni recenti sono diventate “Sono stato fortunato poi- trainando le slitte verso un particolarmente insidiose e Qual è il tuo pensiero ché attraverso il mio lavoro punto magico: il Polo Nord. giocano una parte determi- sull’etica nell’attrez- ho potuto visitare più di cin- Emozioni vissute in cima a nante sulla sicurezza. E’ indi- zare le vie con chioda- quanta paesi, incontrare mi- montagne di tutto il mon- spensabile perciò una buona tura a spit? gliaia di persone, soddisfare do, vulcani fumanti, cime conoscenza dell’ambiente e “Ritengo che in montagna le mie esigenze di percorre- altissime raggiunte con tan- una adeguata preparazione debba esserci la massima re e conoscere i grandi spazi ta fatica, luoghi in capo al fisica e mentale, per saper libertà di esprimersi secon- senza confini dei deserti, le mondo. Momenti in cui leggi rinunciare in determinate do la propria filosofia. Co- immense foreste amazzo- negli occhi dei tuoi compa- situazioni, per accettare che munque per una maggior niche, le cime e i ghiacciai gni la gratitudine per il tuo tornare indietro in monta- sicurezza, ogni miglioria Himalayani. L’incontro con impegno e un abbraccio che gna non è una sconfitta.” per evitare incidenti gravi e le genti di questi paesi mi suggella l’amicizia: la più croci, è apprezzabile e con- ha arricchito moltissimo, in preziosa ricompensa per una Sulle nostre montagne divisibile. È un vero peccato particolare i portatori e gli guida. Sono trascorsi molti quando ci sei? che grandi itinerari classici scherpa nepalesi e baltì, gli anni, oggi sento tanta nostal- “Nel periodo estivo riman- finiscano nell’oblio perché indios Arhuacos nella Sierra gia per le cime della nostra go sempre sulle Alpi e in non protetti o chiodati male. Nevada in Colombia, i Tua- valle e l’occasione offertami primavera mi dedico alle Per esempio, sulla Parete dei regh del Sahara che ci hanno l’estate appena trascorsa dai traversate sci alpinistiche, le Militi in Valle Stretta, dove accompagnato nelle grandi comuni di Sauze e di Oulx di Hautes Routes come le defi- alcuni itinerari impegnati- traversate con le carovane accompagnare le escursioni niscono i francesi. In questo vi e lunghi, aperti da noti di cammelli (dromedari), i estive mi ha fatto riscopri- settore ho preferito promuo- alpinisti che applicavano berberi dell’Alto Atlante, i re molti percorsi e angoli di vere le grandi traversate di già nell’arrampicata tecni- beduini della Giordania, i suggestiva bellezza che tanto più giorni piuttosto che sin- che moderne, come Guido Dani della Nuova Guinea, amavo e di cui oggi sento ir- gole escursioni di uno o due Rossa, meriterebbero di es- i campesinos Aymara del resistibile il richiamo.” giorni. Mi appaga moltissi- sere richiodati e ripercorsi. Perù e della Bolivia. Gen- Giorgio Guerciotti mo attraversare ghiacciai, Il Diedro del Terrore, il Die- te di montagna, povera ma Rifugi e posti tappa 90 91 Muntagne Noste Muntagne Noste

Rifugio BALMA, m 1986 Gestore: A. BROGIATO; tel. 349.397.30.67 Rifugio SCARFIOTTI, m 2160 Rif. LEVI-MOLINARI, m 1849 Vallone della Balma, COAZZE No invernale. Grange du Fond, BARDONECCHIA Grange della Valle, EXILLES, tel. 0122-58.241 tel. 011-93.49.336 Buoni ISZ tel. 0122-90.18.92 Proprietà: CAI TO, tel. 011-53.92.60 Proprietà: CAI Coazze, tel. 011-93.40.367 Proprietà: CAI Torino, tel. 011-54.60.31 Apertura: 15/6-15/9; da 15/5 al 15/10 solo Apertura: 1-31/8; fest. 1/6-30/9 Bivacco ORSIERA Apertura: 15/6-15/9 week end; altri periodi a richiesta Gestore: Don G. MASERA; tel. 011-93.49.101 Apertura: 1/6-30/9: Altro periodo Gestore: Jonny ODIN, tel. 333.67.15.086 Gestore: M. POZZI, tel. 339-50.04.191; ritirare le chiavi presso 011.96.32.151 Bivacco ROBINET, m 2679 Ristorante “Alpi”, fraz. Giordani (Mattie) Posto tappa VAL FREDDA, m 2100 Monte Robinet. COAZZE Presso Grange Val Fredda, BARDONECCHIA Capanna SIBILLE, cav. Sandrin Proprietà: CAI Coazze, tel. 011-93.40.367 Posto Tappa TOGLIE, m 1534 Proprietà: Comune Bardonecchia Nei pressi del Rif. Vaccarone (inagibile) Apertura: sempre Alpe Toglie. MATTIE Apertura: 15/6-30/9 Proprietà: CAI Chiomonte. Apertura: sempre Gestore: Don G. MASERA; tel. 011-93.49.101 Lussiana Maria, tel. 338.80.15.225 Gestore: chiavi presso il CAI Bardonecchia, Proprietà: Consorzio Alpeggio Toglie tel. 335.59.07.838 e l’ufficio turistico Rifugio AVANZÀ, m 2538 Rifugio COAZZE, m 1338 Apertura: 1/6-30/9 Muntagne Doc Passo Avanza, , tel. 0122-50.330; Ciargiur di mezzo Gestore: Consorzio AlpeggioToglie, 349.05.23.250 Proprietà: CAI Coazze, tel. 011-93.40.367 G. GULLI tel. 0122-38.317 Posto tappa PIAN DELLE STELLE, m 2200 Proprietà: Comune di Venaus Apertura: a richiesta Presso Grange Pian delle Stelle, Val Frejus Gestione: Pro Loco Venaus Gestore: Don G. MASERA; tel. 011-93.49.101 Rifugio SELLERIES, m 1980 BARDONECCHIA. Apertura: agosto, festivi luglio-settembre ROURE. Val Chisone, tel. 0121-84.26.64 Proprietà: Comune Bardonecchia Gestore: D. CHIABAUDO, tel. 0122-50.128; Rifugio GEAT, m 1390 Gestore: M. MANAVELLA; tel. 0121-90.13.49; Apertura: 15/6-30/9 329.75.07.318 Vallone del Gravio, S. GIORIO 347.31.82.113 Gestore: chiavi presso il CAI Bardonecchia, tel. 011-96.46.364 tel. 335.59.07.838 e l’ufficio turistico Rifugio STELLINA, m 2610 Proprietà: CAI Geat TO, tel. 011-54.60.31 Rifugio GUIDO REY, m 1761 Muntagne Doc Punta Carolei, NOVALESA, tel. 0122-653333 Apertura: 1/7-31/8; fest. 31/3-31/12 Pré Meunier, OULX, tel. 0122-83.13.90 Proprietà: Comune di Novalesa. Gestore: M. e A. SORBINO; tel. 333.84.54.390 Proprietà: CAI Uget TO, tel. 011-53.79.83 Bivacco SIGOT, m 3090 Apertura: tutto l’anno, custodito da metà luglio www.rifugiovalgravio.it Apertura: 15/6-15/9; tutti i week-end e su Passo Galambra, EXILLES a metà settembre più alcuni week-end [email protected] prenotazione Proprietà: CAI Susa - Apertura: sempre Buoni ISZ Gestori: MAURO; tel. 349.30.78.110 Gestore: tel. 0122-62.23.47; 0122-31.592 Rifugio ARLAUD, m 1770 CLAUDIO; tel. 011.02.02.256 Montagne Seu, SALBERTRAND Rifugio AMPRIMO. m 1385 www.rifugioguidorey.it Bivacco BLAIS, m 2856 Proprietà: Elisa PECAR, tel. 335.40.16.24 Pian Cervetto, BUSSOLENO, tel. 0122-49.353 Colle d’Ambin, EXILLES www.rifugioarlaud.it Proprietà: CAI Bussoleno, tel. 0122-49.461 Rifugio III ALPINI, m 1772 Proprietà: CAI Susa - Apertura: sempre e-mail: [email protected] venerdì sera Valle Stretta, tel. 0122-90.20.71 Gestore: tel. 0122-62.23.47; 0122-31.592 Posto tappa GTA, Via Alpina Apertura: 20/6-5/9; fine settimana e su Apertura: primavera su prenot.. 15/6-15/9, prenotazione week end sempre Baita sezionale C. VIBERTI, m 1830 Gestore: R. PLANO; tel. 0122-49.260; Proprietario: R. NOVO. tel. 0122-90.76.45 Grange della Valle, EXILLES 338.61.18.021 Proprietà: CAI Rivoli Buoni ISZ Rifugio RE MAGI, m 1769 Apertura: solo su prenotazione in sede Valle Stretta, tel. 349-61.12.920 il venerdì Rifugio TOESCA, m 1710 Proprietà: privata Gestore: 011-95.331.207; 95.72.133; Pian del Roc. BUSSOLENO, tel. 0122-49.526 Apertura: 15/6-15/9, festivi tutti, 95.30.293; 90.90.442 Proprietà: CAI Uet TO, tel. 011-65.05.081 su prenotazione in settimana Apertura: 1/7-31/8; Fest. da Pasqua ai Santi Proprietario: R. NERVO, tel. 0122-96.451