Lo Stato Fascista
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Lo Stato fascista 29/11/1922-25/07/1943 La fase statutaria 1922-1924 Mussolini tiene il “discorso del bivacco” Camera dei Deputati 16 novembre 1922 http://it.wikisource.org/wiki/Italia_- _16_novembre_1922,_Discorso_del_bivacco Primo governo Mussolini - Governo di coalizione sostenuto da ampia maggioranza: il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia , con 306 voti favorevoli (fra cui i liberali Bonomi, Giolitti, Orlando, Salandra; i popolari De Gasperi, Gronchi) e 116 contrari - Ministeri affidati a: liberali fascisti [Giustizia, Finanze, Interno, Esteri] nazionalisti popolari comandanti forze armata (Diaz, Thaon di Revel) 1922-1924: governo e legislatura Legislatura XXVI [eletta nel 1921; PNF rappresentato con 35 deputati; Nazionalista con 10]: - Mussolini è presidente del Consiglio dei Ministri; - il governo ottiene i pieni poteri dalla Camera; - riforma elettorale [Legge Acerbo]; - importante riforma scolastica [Gentile]; La Legislatura si chiude con lo scioglimento della Camera e le elezioni politiche regolate dalla nuova legge elettorale. Pieni poteri (3/12/22) Relazione di maggioranza: Salandra; Relazione di minoranza: Matteotti Legge 3/12/22: «il Governo del Re ha, fino al 31 dicembre 1923, facoltà di emanare disposizioni aventi vigore di legge». Durata dei pieni poteri: 1 anno Mandato: - riordino del sistema tributario; - risanamento del bilancio; - snellimento dell’amministrazione. Riorganizzazione del PNF (1923) Obiettivo: normalizzare e consolidare il PNF - istituzione del Gran Consiglio del Fascismo , organo direttivo del partito che deve svolgere anche funzioni di collegamento fra partito e governo (gennaio 23) - espansione del PNF con l’assorbimento del Partito nazionalista (marzo 23) - accorpamento delle squadre in una Milizia volontaria per la sicurezza nazionale . Riforma elettorale 1923 Legge 18/11/1923, n. 2444 [estensore Giacomo Acerbo] Approvata: - alla Camera con 223 voti favorevoli (fascisti, popolari, liberali) e 123 contrari (socialisti, comunisti); - al Senato con 165 favorevoli e 41 contrari. Istituisce un collegio unico nazionale plurinominale; I seggi sono attribuiti con sistema misto: 2/3 [356/535] vanno automaticamente al partito di maggioranza relativa che abbia ricevuto almeno il 25% dei voti; 1/3 è distribuito con criterio proporzionale alle liste di minoranza. Elezioni 6 aprile 1924 Presentato un LISTONE MUSSOLINI, cui partecipò anche la destra liberale; Giolitti e i liberali costituzionali si presentarono separatamente. Il Listone ricevetti un buon numero di suffragi (62%). Ebbe 375 seggi, 356 grazie al premio di maggioranza e i restanti 19 con una lista civetta che partecipò alla spartizione della quota riservata alle minoranze. Le opposizioni, con il 35% dei voti ebbero 160 seggi. L’assassinio di Giacomo Matteotti (1924) - La nuova Camera è chiamata a procedere alla convalida dei voti; - il deputato PSU Giacomo Matteotti, deputato socialista, denuncia la gestione delle elezioni (cfr. discorso 30 maggio 1924); - Matteotti è rapito e assassinato (10 giugno) - i deputati di opposizione rispondono con l’”Aventino” (13 giugno): abbandonano i lavori della Camera e chiedono al re di revocare l’incarico di Mussolini (un gesto già compiuto da Zanardelli e da Giolitti contro il ministro Pelloux nel 1898). - i deputati aventiniani saranno dichiarati decaduti nel 1926. Matteotti denuncia le irregolarità con cui si sono svolte le elezioni e ne chiede l’invalidazione Camera dei Deputati 30 giugno 1924 http://it.wikisource.org/wiki/Italia_- _30_maggio_1924,_Discorso_alla_Camera_dei_D eputati_di_denuncia_di_brogli_elettorali Mussolini assume la responsabilità del delitto Matteotti Camera dei Deputati 3 gennaio 1925 http://it.wikisource.org/wiki/Italia_- _3_gennaio_1925,_Discorso_sul_delitto_Matteotti La “fascistizzazione” del Regno d’Italia 1925-1936 Apertura di una effimera fase costituente (1924-1925) Stabilizzata la Camera, Mussolini si appresta a riformare gli assetti istituzionali per rafforzare il ruolo del governo. Prestando ascolto alle richieste provenienti da settori della base del partito forma 2 commissioni per le riforme costituzionali: 1) una Commissione dei 15 (5 senatori, 5 deputati, 5 studiosi), presieduta da Giovanni Gentile e interna al PNF, che lavora negli ultimi mesi del ‘24; ne diventa leader Santi Romano; esprime posizioni moderate, di sostanziale rispetto dello Statuto e del sistema rappresentativo vigente. Mussolini non è soddisfatto dei risultati; 2) dopo la vicenda Matteotti è istituita per decreto una Commissione dei 18, o dei “Soloni”, che include i membri della precedente; riconferma la forma della Monarchia costituzionale e propone di ripristinare il dettato originario dello Statuto, con qualche lieve modifica. Mussolini la giudica troppo conservatrice. Fallita l’opera delle Commissioni Mussolini decide di soprassedere alla collegialità dei lavori di revisione costituzionale. Le leggi “fascistissime” (1925-1926) Il governo prepara per proprio conto le leggi di riforma. Rilevante è il ruolo del guardasigilli Alfredo Rocco e del ministro dell’interno Luigi Federzoni . Le riforme costituzionali sono realizzate in forza di LEGGI ORDINARIE – lo Statuto del resto non prevede alcuna procedura; la responsabilità costituzionale è assunta in questo caso dal re tramite la sanzione regia. Le leggi “fascistissime” (1925-1926) Le cosiddette leggi fascistissime sono un complesso di norme (leggi e decreti) che danno forma istituzionale allo Stato autoritario sotto il profilo del rapporto fra i massimi organi dello Stato e dei rapporti fra Stato e cittadini. Le leggi “fascistissime” (1925-1926) La legge 24 dicembre 1925 n. 2263 rafforza la figura del presidente del Consiglio dei ministri trasformandolo in CAPO DEL GOVERNO [il titolo completo è “capo del Governo primo ministro segretario di Stato”]. Art. 1 – “Il potere esecutivo è esercitato dal re per mezzo del suo Governo … Il Primo Ministro è Capo del Governo”; Art. 2 – “Il Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato è nominato e revocato dal Re ed è responsabile verso il Re dell'indirizzo generale politico del Governo. “I Ministri Segretari di Stato sono nominati e revocati dal Re, su proposta del Capo del Governo Primo Ministro. Essi sono responsabili verso il Re e verso il Capo del Governo di tutti gli atti e i provvedimenti dei loro Ministeri. I Sottosegretari di Stato sono nominati e revocati dal Re, su proposta del Capo del Governo di concerto col Ministro competente”. Art. 3 – “Il Capo del Governo Primo Ministro dirige e coordina l'opera dei Ministri, decide sulle divergenze che possono sorgere tra di essi, convoca il Consiglio dei Ministri e lo presiede”. Art. 4 – “Con regio decreto può essere affidata al Capo del Governo la direzione di uno o più Ministeri. In tal caso con suo decreto egli può delegare al Sottosegretario di Stato parte delle attribuzioni del Ministro”. Art. 6 – “Nessun oggetto può essere messo all'ordine del giorno di una delle due Camere, senza l’adesione del Capo del Governo …”. … Le leggi “fascistissime” (1925-1926) Altre leggi: - L. 20 novembre 1925 n. 2029 restringe il diritto di associazione e prevede forme di controllo e di repressione più severe; - L. 24 dicembre 1925 n. 2300 dà facoltà al governo di dispensare dal servizio funzionari, impiegati e agenti pubblici; - L. 31 gennaio 1926 n. 100 attribuisce al potere esecutivo facoltà di emanare norme giuridiche; - L. 3 aprile 1926 n. 563 disciplina i rapporti di lavoro; - L. 2 luglio 1926 n. 1131 istituisce il ministero delle Corporazioni; - L. 3 settembre 1926 n. 1910 abolisce tutte le cariche elettive nelle amministrazioni locali e estende il sistema podestarile [podestà di nomina governativa o regia] a tutti i comuni; - Decreto 6 novembre 1926 n. 1848 abolisce tutti i partiti e dichiara decaduti i deputati “aventiniani” ; - Testo Unico 6 novembre 1926 riforma le norme di pubblica sicurezza in senso repressivo; introduce il confino di polizia contro i dissidenti; - L. 25 novembre 1926 n. 2008 istituisce un tribunale speciale per la difesa dello Stato e reintroduce la pena di morte, di fatto, se non di dritto, violando lo Statuto. Legge elettorale 17 maggio 1928 Epurazione delle liste elettorali : reintrodotti requisiti o di censo, o di appartenenza a categorie di cittadini integrati a vario titolo nello Stato fascista [l’elettorato diminuisce del 21%]. Non è più prevista l’elezione dei rappresentanti, ma un voto popolare plebiscitario per l’adozione o la bocciatura di una lista di 400 deputati indicati dal Gran Consiglio del Fascismo. La legge è votata alla Camera con 216 voti favorevoli e 15 contrari, al Senato con 161 voti favorevoli e 46 contrari. I plebisciti registreranno altissima frequenza alle urne [dopo la scrematura del 20% meno integrato] e incidenza del “sì” oltre il 98%. Il Gran Consiglio del Fascismo diventa organo costituzionale (1929) Legge 9 dicembre 1928 n. 2693 Regio decreto 11 aprile 1929 Legge 14 dicembre 1929 n. 2099 Il supremo organo del partito unico, ormai inteso come proiezione della Nazione tout court, diventa organo dello Stato. Esso dà pareri obbligatori ma non vincolanti su tutti gli oggetti di Stato; forma una lista di possibili successori al capo del governo in carica; redige la lista unica elettorale. Il GCF è presieduto dal capo del governo, che lo convoca e ne fissa l’odg; è composto da membri di diritto a vita o per la durata di specifiche funzioni, e da membri nominati dal capo del governo per un triennio. Il fascio è incluso nel sigillo dello Stato. Discorso di Mussolini alla Camera sull’adozione del suffragio