HP Lovecraft
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H.P. LOVECRAFT TUTTI I RACCONTI 1931-1936 (1992) a cura di Giuseppe Lippi Indice Nota alla presente edizione Introduzione Cronologia di Howard Phillips Lovecraft Fortuna di Lovecraft Lovecraft in Italia RACCONTI (1931-1936) Le montagne della follia (1931) La maschera di Innsmouth (1931) La casa delle streghe (1932) La cosa sulla soglia (1933) Il prete malvagio (1933) Il libro (1933) L'ombra calata dal tempo (1935) L'abitatore del buio (1935) RACCONTI SCRITTI IN COLLABORAZIONE REVISIONI (1931-1936) La trappola (con Henry S. Whitehead, 1931) L'uomo di pietra (con Hazel Heald, 1932) L'orrore nel museo (con Hazel Heald, 1932) Attraverso le porte della Chiave d'Argento (con E. Hoffmann Price, 1932/1933) La morte alata (con Hazel Heald, 1933) Dall'abisso del tempo (con Hazel Heald, 1933) L'orrore nel camposanto (con Hazel Heald, 1933/1935) L'albero sulla collina (con Duane W. Rimel, 1934) Il "match" di fine secolo (con R.H. Barlow, 1934) "Finché tutti i mari..." (con R.H. Barlow, 1935) L'esumazione (con Duane W. Rimel, 1935) Universi che si scontrano (con R. H. Barlow, 1935) Il diario di Alonzo Typer (con William Lumley, 1935) Nel labirinto di Eryx (con Kenneth Sterling, 1936) L'oceano di notte (con R.H. Barlow, 1936) APPENDICE Due racconti giovanili: Rimembranze del Dr. Samuel Johnson (1917) La dolce Ermengarda, ovvero: Il cuore di una ragazza di campagna Una round-robin-story: Sfida dall'ignoto, di Catherine L. Moore, Abraham Merritt, H.P. Love- craft, Robert E. Howard, Frank Belknap Long (1935) APPENDICI BIBLIOGRAFICHE Riferimenti bibliografici dei racconti contenuti nel presente volume Bibliografia generale Nota alla presente edizione Questo libro è per Fabio Calabrese, Claudio De Nardi, Francesco Fac- canoni, Giancarlo Pellegrin, Gianni Ursini e tutta la redazione triestina del "Re in Giallo". È anche per gli amici della "Cappella Underground", nel cui antro di via Franca 17 nacque il secondo numero, dedicato a Lo- vecraft, della famigerata fanzine (1976-1977). Si conclude con questo volume la pubblicazione di Tutti i racconti di H.P. Lovecraft, dati in ordine cronologico e basati sulla nuova edizione della Arkham House con i testi stabiliti da S.T. Joshi. Come per i prece- denti volumi, nella prima parte sono raggruppati i racconti scritti da Love- craft in proprio e nella seconda quelli scritti in collaborazione con altri au- tori o per conto di clienti. La provenienza fisica dei testi è la citata edizione corretta dell'Arkham House (v. Bibliografia), con alcune eccezioni: i racconti Sweet Ermengar- de e A Reminiscence of dr. Samuel Johnson ci sono stati forniti in dattilo- scritto dal dr. Joshi; The Battle that Ended the Century è tratto dal volume Something About Cats (Arkham House, 1949). Il testo di Collapsing Co- smoses e quello di The Challenge From Beyond provengono, infine, dall'e- dizione Necronomicon Press. Come sempre, alcuni aggiornamenti sono stati dati al materiale bi- bliografico nella speranza di riuscire più utili al lettore. A conclusione dell'opera desideriamo ringraziare: S.T. Joshi per la sua amicizia e l'assistenza fornita durante il lavoro; Marc Michaud, Marie Mi- chaud e tutto il gruppo della Necronomicon Press per i permessi accordati nel riprodurre materiale di loro proprietà; gli autori dei saggi tradotti, Peter Cannon, Eileen McNamara e S.T. Joshi; l'autore della minuziosa cronolo- gia lovecraftiana Kenneth Faig jr.; i signori John Stanley e Jennifer B. Lee della John Hay Library, Providence, R.I.; il professor Barton Levi St. Ar- mand del Dipartimento d'Inglese, Brown University, Providence, R.I.; il signor Stefan Dziemianowicz, curatore delle antologie Rivals of Weird Ta- les e Famous Fantastic Mysteries; tutti gli amici italiani che ci hanno scrit- to, fatto osservazioni e segnalazioni; in particolare l'amico Claudio De Nardi, cui quest'opera è dedicata e senza il quale (anche in veste di tradut- tore) questo libro non avrebbe potuto giungere alla sua forma definitiva. Un ringraziamento va anche agli altri traduttori, Gianna Lonza e Stefano Galli. Un ultimo, cordiale saluto al dr. Mario Picchi per la sua gentile cor- rispondenza e le informazioni fornite sui primi articoli dedicati a Lovecraft in Italia. G.L. Milano, marzo 1992 Introduzione H.P. Lovecraft nasce il 20 agosto 1890 nel più piccolo degli Stati Uniti, il Rhode Island: la famiglia materna appartiene all'agiata borghesia della capitale, Providence, mentre il padre è un viaggiatore di commercio noto per una certa ostentazione di anglicità sia nei modi che nell'accento. La malattia che lo condurrà alla morte, quando Lovecraft è ancora bambino, sarà una conseguenza della sifilide. Che Winfield Scott Lovecraft non ab- bia avuto una grande influenza sul piccino è evidente, ma lo scrittore in- dosserà da adulto alcuni suoi abiti e una cravatta, ricordandolo affettuosa- mente come "l'inglese" che gli ha dato la luce. Anche la madre, Sarah Su- san Phillips, discende da una famiglia inglese che tuttavia si è stabilita nel paese fin dall'età coloniale. Donna nervosa, attaccatissima al bambino e probabilmente ostile al marito a causa della sua malattia, tende ad essere iperprotettiva nei confronti di Howard e sembra che per tenerlo più at- taccato a sé l'abbia convinto di essere così brutto che gli altri bambini ne avrebbero paura. Probabilmente l'infanzia di Lovecraft, come quella di tut- ti i ragazzi fortemente dipendenti dai genitori, è stata oppressa da un senso di limitazione e di precarietà, ma la leggenda che lo vuole schivo e com- pletamente solo ("il solitario di Providence") va in parte ridimensionata. I suoi migliori amici d'infanzia sono Harold e Chester Munroe, con i quali gioca e si diverte all'aria aperta (lui stesso ne ha lasciato te- stimonianza nel vasto epistolario). Anche da adulto il contatto umano non gli mancherà, sebbene sottoposto alle particolari regole ed esigenze della sua persona. Nell'infanzia di Lovecraft l'ombra della morte si insinua pre- sto e ne segnerà in qualche modo l'esistenza: la nonna materna, nella casa della quale il bambino vive con la madre, muore nel 1896 e in seguito egli ricorderà l'incubo ossessivo di quel lutto; il padre muore in una casa di cu- ra due anni dopo. Nel 1904, ultimo fatale colpo, viene a mancare il nonno Whipple Phillips, che con la sua cultura e la sua esperienza aveva fatto le veci di figura paterna. Lovecraft, pur turbato da questi avvenimenti (e dalla perdita, una volta per tutte, dell'agiatezza conosciuta in casa dei nonni), ha già cominciato a sviluppare una vita interiore che lo aiuterà a sopportare le burrasche dell'e- sistenza. La ricca e antiquata biblioteca del nonno Phillips gli ha spalanca- to orizzonti di piacere; si appassiona alla mitologia, alle scienze, all'astro- nomia. A sette anni è già autore di raccontini propri, di versi e più tardi di articoli giornalistici d'argomento scientifico. La sua grande scoperta è il piacere che viene dall'inanimato, da ciò che è maestoso e remoto, ed è rias- sunta nel grande fervore per la chimica e l'astronomia da cui è caratteriz- zata la sua adolescenza. Frequentatore intermittente delle scuole pubbliche, è costretto più volte a ritirarsi per esaurimento nervoso e a proseguire gli studi con tutori privati. Non otterrà mai il diploma di scuola media superiore. La sua vita si svolge apparentemente all'ombra della madre e delle due zie materne Lillian e Annie. Dal 1904 al 1924 Lovecraft vive al 598 di Angell Street, la stessa strada dove sorgeva la casa dei Phillips (venduta dopo la morte del nonno). Dal 1924 al 1926, nei due anni di matrimonio, abita a New York. Nel '26 torna a Providence e si stabilisce al 10 di Barnes Street con la zia Lillian, e finalmente, nel 1933, si trasferisce in quello che sarà il suo ultimo domici- lio, il n. 66 di College Street. In queste case prende vita il suo torrenziale, ossessivo universo fantastico: ma per trovare la strada giusta e imboccarla Lovecraft impiega del tempo. A diciotto anni, disgustato dalla sua produzione narrativa, decide di di- struggerla salvando soltanto pochissime cose; per quasi dieci anni si dedica esclusivamente al giornalismo scientifico e alla poesia, imitando gli amati rimatori del sec. XVIII. La vastità dei cieli e la loro indifferenza, Poe e il tema della morte, il mondo greco-romano e quello del Settecento inglese e coloniale, le letture fantastiche in cui si butta a capofitto: sono alcuni inte- ressi dell'eclettico e onnivoro Lovecraft. Una serie di lettere da lui inviate a una rivista nel 1913, il settimanale "Argosy", viene notata dai responsabili della United Amateur Press Association e li induce a mettersi in contatto con lui, reclutandolo nelle schiere di "giornalisti dilettanti" raggruppati da quell'antica organizzazione. Il giornalismo dilettante o amatoriale è l'equi- valente di quello che oggi, nel mondo della cultura popolare americana, è noto come fandom: appassionati di questo o quel genere letterario si dedi- cano alla produzione di riviste dilettantesche, spesso soltanto ciclostilate, i cui collaboratori sono gli altri membri del gruppo e per i quali di solito non è previsto pagamento. La differenza con il giornalismo amatoriale dell'e- poca di Lovecraft sta in questo: che gli interessi dei membri non erano cir- coscritti ad un solo argomento ma spaziavano virtualmente in tutti i campi dello scibile, e che gli autori si consideravano future promesse della lette- ratura o della poesia. È su riviste di questo tipo, spesso note soltanto ai loro collaboratori, che hanno visto la luce i primi racconti di Lovecraft, una parte della sua poesia e i saggi; le pubblicazioni professionali sono poste- riori o addirittura postume. Lui stesso redigeva un proprio foglio, intitolato "The Conservative". Per Lovecraft, come per ogni spirito creativo, avere a disposizione uno sbocco sia pur limitato è fondamentale: l'affiliazione alla stampa amatoria- le e un paio di altri avvenimenti quasi contemporanei costituiscono la spin- ta che gli ridarà voglia di scrivere e che gli permetterà di iniziare quella vasta, "mostruosa" corrispondenza che a buon diritto può considerarsi il terzo lato della sua opera.