Santa Gemma Galgani
Suor Gesualda Saldi SANTA GEMMA GALGANI CAPITOLO I UNA CONFESSIONE Io conobbi di vista Gemma Galgani; più volte mi trovai accanto a lei nelle lunghe attese al confessionale di monsignor Volpi, ma non m'ispirò simpatia. Non la conobbi mai personalmente, né le parlai, perché le nostre famiglie non erano in relazione. Sapevo che era una povera figlia accolta per carità dalla famiglia Giannini, che aveva ricevuto una grazia dalla beata Margherita Maria. Un' amica mi disse un giorno di lei: «E’un pollino freddo. Se si mette qui, sta qui; se si mette là, sta là», e ciò non accrebbe le mie simpatie. Un giorno, per caso, la vidi sorridere: l'incanto di quel sorriso mi colpì; l'ho sempre nella mente e nel cuore. Ecco tutto ciò che di lei mi rimase, tutto ciò che allora seppi di lei. Chi invece m'ispirava vivissima simpatia erano le due sorelle: Annetta ed Eufemia Giannini. Incontrandoci, pur senza conoscerci, ci facevamo dei saluti amichevoli. Per me, era una gioia quando vedevo spuntar da lontano quel gruppetto, e qualsiasi irritazione, o turbamento interno che provassi, si calmava come per incanto a quell'incontro. Lo attribuivo alla vista di quelle due dolci creature, non alla santa che era con loro. Capisco ora che quella pace era lei, invece, a infonderla in me. Dopo la morte di Gemma, mi parlarono di lei come di una santa, e la notizia mi commosse. Poi le opinioni più varie vennero a frastornarmi; ma il tracollo lo dette una persona che avrebbe voluto e dovuto farmela amare.
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