INDICE

1. PREMESSA …………………………………………………………………. pag. 3

2. FINALITÀ DELLA RELAZIONE DI INCIDENZA …………………. …. pag. 4

3. ASPETTI METODOLOGICI DELLA RELAZIONE DI INCIDENZA… pag. 5

4. RIFERIMENTI NORMATIVI……………………………………………… pag. 8

5. LA PROPOSTA PROGETTUALE …………………………….……….... pag. 10 5.1. Inquadramento generale………………………………………….....pag. 10 5.2. Vincoli paesistico-ambientali ….…………………………………... pag. 16 5.3. Verifica delle possibili interferenze prodotte dal progetto …….....pag. 18 5.4. Conclusioni …………………………….…………………………… pag. 18

6. LA Z.P.S. 06 “MONTE E SASSO SIMONE E SIMONCELLO" pag. 19 6.1. Inquadramento territoriale ……………………………………...… pag. 19 6.2. Gli habitat di interesse comunitario presenti nella Z.P.S. .………. pag. 25 6.3. Gli uccelli di interesse comunitario presenti nella Z.P.S. .….……. pag. 28

7. DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE E PAESAGGISTICO DEL LUOGO DI INTERVENTO………………..… pag. 31 7.1. Lineamenti botanico-vegetazionali di area vasta ………….……… pag. 31 7.2. Luogo d’intervento ………………………...………….…..……….... pag. 34

8. ANALISI, DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI…… pag. 38 8.1. Aspetti generali …………………………………………………..…. pag. 38 8.2. Impatti sull’Avifauna ………………………………………………. pag. 38 8.2.1. Modello di idoneità avifaunistico …………………………. pag. 39 8.2.2. Analisi e Valutazione degli impatti ……………………….. pag. 43 8.2.3. Conclusioni …………………………………………………. pag. 47 8.3. Impatti su flora e vegetazione ……………………………………… pag. 50

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8.4. Impatti sugli Habitat di Interesse Comunitario …..…………….… pag. 51 8.5. Parametri valutativi degli impatti …………………………………. pag. 59 8.5.1. Dimensione ed entità, superficie occupata, distanza……… pag. 59 8.5.2. Rumori e Vibrazioni ………………………..…….……..… pag. 59 8.5.3. Produzioni di rifiuti e di inquinamento …………………... pag. 59 8.5.4. Verifica di compatibilità …………………………………… pag. 60 8.5.5. Prospetto riassuntivo degli impatti ……………………….. pag. 61

9. PROPOSTE DI MITIGAZIONE AMBIENTALE ...... ….…… pag. 63

10. ENTI CONSULTATI ...... ……… pag. 64

11. DATI RACCOLTI AI FINI DELLA VALUTAZIONE ...... …….. pag. 64

12. CONCLUSIONI ...... …….. pag. 65

13. BIBLIOGRAFIA …………………………………………………….……pag. 68

ALLEGATI:

- Report fotografico (con rappresentazione dei punti di ripresa fotografica su Ortofoto) - Ortofoto - scala 1:5.000 - Ortofoto - scala 1:10.000 - Tavola n. 1 : Habitat naturali della Direttiva 92/43/CEE ed altri habitat naturali interessati dall’intervento - Tavola n. 2 : Lista di Controllo dello Studio di Incidenza - Tavola n. 3 : Fattori di impatto e caratteristiche dei rispettivi impatti - Tavola n. 4 : Fattori di impatto e caratteristiche dei rispettivi impatti - Tavola n. 5 : Genere di impatto - Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà

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1. PREMESSA

- Il sottoscritto DOTT . ING . GIORGIO D’A NGELI , Titolare dello Studio Tecnico “Dott. Ing. Giorgio D’Angeli”, con sede in Lunano (PU), corso Roma n. 69/A, iscritto all'Albo degli Ingegneri della Provincia di e al n. 957, su incarico conferito dal di Frontino, con sede in Frontino (PU), corso Giovanni XXIII n. 3;

- VALUTATA la proposta della committenza di realizzare i lavori di consolidamento di una parte del versante Nord di Frontino interessato da dissesto idrogeologico (completamento della messa in sicurezza della zona sottostante il centro abitato), su area posta tra il centro abitato ed il sottostante torrente Mutino;

- VISTO lo stato attuale dei luoghi;

- CONSIDERATO che il suddetto appezzamento di terreno ricade all’interno della Z.P.S. 06 - IT 5310026 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ”, area facente parte di Rete Natura 2000;

- VISTE le norme comunitarie, nazionali e regionali in materia di Rete Natura 2000 ed in particolare l’art. 5 del DPR 357/1997, che prevede l’obbligo, per gli interventi ricadenti all’interno dei siti Natura 2000 (SIC e ZPS), di sottostare alla procedura della Valutazione di Incidenza al fine di verificare se, conseguentemente all’azione prevista, sia possibile mantenere le specie e gli habitat in uno stato di conservazione soddisfacente;

- ASSUNTE le informazioni necessarie all’espletamento dell’incarico,

espone il presente studio di incidenza che fornisce tutti gli elementi necessari affinché l’Ente preposto possa effettuare la prevista Valutazione di Incidenza.

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2. FINALITA’ DELLA RELAZIONE DI INCIDENZA

La Direttiva n. 92/43/CEE, nota comunemente come Direttiva “Habitat”, ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat, della flora e della fauna selvatiche. Tali finalità vengono perseguite nell’ambito di un sistema coordinato, coerente e relazionato di aree presenti in tutto il territorio dell’Unione Europea, denominato Rete Natura 2000, costituito dai Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e dalle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.). Mentre queste ultime sono state istituite ai sensi della Direttiva n. 79/409/CEE e mirano espressamente a tutelare gli uccelli di importanza conservazionistica riportati in allegato alla citata Direttiva, i S.I.C. sono stati istituiti in applicazione della Direttiva n. 92/43/CEE ed hanno lo scopo di tutelare tutti gli habitat elencati nell’allegato I della predetta Direttiva, nonché le specie animali e vegetali riportate nell’allegato II. La Direttiva “Habitat” è stata recepita in Italia dal D.P.R. 357/1997, modificato e integrato dal D.P.R. 120/2003. Uno degli aspetti più significativi di questa normativa è rappresentato dall’applicazione della procedura della valutazione di incidenza, che rappresenta il procedimento tecnico-amministrativo a carattere preventivo necessario a identificare, analizzare e quantificare i potenziali impatti di piani e progetti sugli habitat e sulle specie tutelate dalle Direttive comunitarie. La procedura della valutazione ha lo scopo di garantire il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio, compatibilmente con gli obiettivi di tutela dei siti protetti.

Lo studio di cui al presente documento si riferisce alla realizzazione di lavori di consolidamento di una parte del versante Nord di Frontino, interessato, oramai da tempo, da diffuso dissesto idrogeologico, con tecniche di rinforzo corticale, in un’area compresa tra il centro abitato ed il torrente Mutino, catastalmente individuata al Foglio n. 8, part. n. 197, n. 203 e n. 205.

Trattandosi di un intervento che, ovviamente, non è direttamente connesso o necessario per la gestione della Z.P.S. 06 - IT 5310026 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ”, la presente relazione intende verificare le possibili ed eventuali incidenze che la realizzazione del sopracitato progetto può determinare nei confronti dell’avifauna tutelata dalla Z.P.S. e dei relativi habitat di nidificazione e alimentazione.

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3. ASPETTI METODOLOGICI DELLA RELAZIONE DI INCIDENZA

Il presente documento è stato impostato nel rispetto dell’allegato G “ Contenuti della relazione per la valutazione di incidenza di piani e progetti ” al D.P.R. n. 357/1997. Tale allegato, pur sintetico nella sua impostazione, specifica gli elementi costituivi della relazione di incidenza ambientale, in riferimento: - alle tipologie delle azioni e/o opere; - alle dimensioni e/o ambito di riferimento; - alla complementarietà con altri piani e/o progetti; - all'uso delle risorse naturali; - alla produzione di rifiuti; - all'inquinamento e disturbi ambientali; - al rischio di incidenti, per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate.

Specifica inoltre che le interferenze debbono essere descritte con riferimento al sistema ambientale considerando le componenti abiotiche, biotiche e le connessioni ecologiche. Per la stesura della presente relazione viene fatto costante riferimento alla metodologia suggerita dalla Commissione Europea nel documento “Guida metodologica alle disposizioni dell’art. 6, par. 3 e 4 della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE ”. Tale documento prevede l’articolazione dello studio di incidenza ambientale in 4 step valutativi:

1) SCREENING : processo che identifica la possibile incidenza significativa di un piano o progetto su un sito della Rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti e che porta all'effettuazione di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti significativa. Se lo screening si conclude con l’incertezza sulla possibilità che si producano effetti significativi, si procede alla fase successiva.

2) VALUTAZIONE APPROPRIATA : analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione, e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie. Se, nonostante le misure di mitigazione, permangono alcuni effetti

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negativi, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato, si procede alla fase successiva.

3) VALUTAZIONE DI SOLUZIONI ALTERNATIVE : individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative sull'integrità del sito. Nel caso in cui non esistano soluzioni che ottengano i risultati desiderati, si procede alla fase successiva.

4) VALUTAZIONE DELLE MISURE DI COMPENSAZIONE : individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato.

In ultima analisi, la relazione di incidenza deve quindi dimostrare, in maniera trasparente, oggettiva e documentabile che: 1) non ci saranno effetti significativi su siti Natura 2000 (livello I – screening); 2) non ci saranno effetti in grado di pregiudicare l’integrità di un sito Natura 2000 (livello II – valutazione appropriata); 3) non esistono alternative al pp in grado di pregiudicare l’integrità di un sito Natura 2000 (livello III - valutazione alternative); 4) esistono misure compensative in grado di mantenere o incrementare la coerenza globale di Natura 2000 (livelli IV - valutazione di misure compensative).

Nella pagina seguente si riporta, alla luce del percorso valutativo sopra descritto, l’iter logico-procedurale consigliato dalla Commissione Europa nella stesura delle relazioni di incidenza.

Si fa infine presente che la presente relazione viene impostata anche nel rispetto di quanto contenuto nelle “ Linee guida regionali per la valutazione di incidenza di piani ed interventi ” di cui alla D.G.R. n. 220 del 09/02/2010.

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FONTE : Valutazione dei piani e progetti aventi un’incidenza significativa sui siti della Rete Natura 2000. Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafo 3 – 4 della direttiva Habitat 92/43/C.E.E

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4. RIFERIMENTI NORMATIVI

Si elencano i principali riferimenti normativi di Rete Natura 2000 presenti a livello europeo, nazionale e regionale e con i quali la presente relazione necessariamente si rapporta.

- Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche.

- Direttiva 79/409/CEE del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

- D.P.R. 08 settembre 1997, n° 357 - Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”.

- D.P.R. 12 marzo 2003, n° 120 : Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n° 357, concernente attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.

- Decisione della Commissione del 7 dicembre 2004 che stabilisce, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, l’elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia continentale.

- D.M. 25/03/2005 . Elenco delle zone di protezione speciale (Z.P.S.), classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE.

- D.M. 25/03/2005 . Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE.

- D.G.R. n. 1709 del 30/06/1997 e D.G.R. n. 1701 del 01/08/2000 con le quali sono state individuate 109 aree (80 SIC e 29 Z.P.S.) di cui 11 localizzate sulla costa, 17 nella fascia collinare e le rimanenti 81 nell’area montana) per una superficie complessiva, tenuto conto delle superfici condivise dai SIC e Z.P.S., di 136.888 Ha.

- L.R. n. 6 del 12/06/2007 . Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 7/2004, alla L.R. n. 43/1992, alla L.R. n. 28/1999, alla L.R. n. 16/2000 e alla L.R. n. 10/1999 - Disposizioni in materia ambientale e Rete Natura 2000.

- D.M. 17/10/2007 - Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS), pubbl. nella Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2007, n. 258.

- D.G.R. n. 1471/2008 - DPR 357/97 - Decreto ministeriale 17 ottobre 2007 - Adeguamento delle misure di conservazione generali per le zone di protezione

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speciale di cui alla direttiva 79/409/CEE e per i siti di importanza comunitaria di cui alla Direttiva 92/43/CEE.

- D.G.R. n. 1036/2009 - Modifiche ed integrazioni della D.G.R. n. 1471/2008.

- D.G.R. n. 220 del 09/02/2010 - L.R. n. 6/2007 - D.P.R. n. 357/1997 - Adozione delle linee guida regionali per la valutazione di incidenza di piani ed interventi. Pubblicata nel BURM n.20 del 26/02/2010.

- D.G.R. n. 360 del 01/03/2010 - L.R. n. 6/2007 - D.P.R. n. 357/1997 - Adozione delle linee guida regionali per l´esecuzione dei monitoraggi periodici degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Pubblicata nel BURM n. 25 del 12 marzo 2010.

- D.G.R. n. 447 del 15/03/2010 - LR n. 6/2007 - D.P.R. n. 357/1997 - Adozione delle linee guida regionali per la predisposizione delle misure di conservazione e dei piani di gestione dei siti Natura 2000.

- L.R. n. 12 del 04/08/2010 - Individuazione delle aree non idonee di cui alle linee guida dell' articolo 12 del Decreto Legislativo del 29/12/2003, n° 387.

- D.G.R. n. 1421 del 04/10/2010 - Aggiornamento della delimitazione dei siti natura 2000 ricadenti in provincia di Ancona.

- D.G.R. n. 1535 del 21/11/2011 - Intesa Stato-Regioni 7 Ottobre 2010 Strategia nazionale della Biodiversità. Approvazione dello schema di Protocollo d'Intesa tra il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e le Regioni per dare avvio alle attività degli Osservatori/Uffici regionali per la biodiversità, per l'attuazione della Strategia nazionale per la Biodiversità, e per la realizzazione della loro Rete.

- D.G.R. n. 83 del 30/01/2012 - Legge regionale 12 giugno 2007, n. 6. DPR 8 settembre 1997, n. 357. Revisione dei siti della rete Natura 2000 delle .

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5. LA PROPOSTA PROGETTUALE

Si riporta, nel seguito, la descrizione del progetto oggetto del presente studio di incidenza. Per gli opportuni o necessari approfondimenti si rimanda alla consultazione degli elaborati e delle relative tavole tecniche/progettuali .

5.1. INQUADRAMENTO GENERALE

Frontino sorge, ad una quota di circa 520 metri s.l.m., sulla parte sommitale di una dorsale notevolmente asimmetrica, con direzione dell’asse Est - Ovest. Il crinale si raccorda con il fondo valle con un andamento morfologico piuttosto dolce nel fianco Sud, mentre il versante Nord, prospiciente il Torrente Mutino, si presenta alquanto scosceso (pressoché a precipizio), con un dislivello di oltre 100 metri. La forte acclività del versante settentrionale rende intensa l’azione di ruscellamento diffuso; chiaramente visibili sono le nicchie di distacco di frane di crollo ed i segni di diversi smottamenti vecchi e recenti. Come prima detto l'area di nostro interesse risulta censita ai mapp. 197, 203 e 205 del Foglio 8 del Comune di Frontino:

Fig. 1 - Estratto di mappa catastale con evidenziata l’area di intervento

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Fig. 2 - S.I.T. Comune di Frontino.

Come già accennato in precedenza, la stabilità del versante Nord si presenta notevolmente disturbata, manifestando frequentemente fenomeni di scollamento della porzione detritica eluviale, che poggia direttamente sulla formazione geologica di base. Nonostante l’esecuzione delle opere di consolidamento realizzate negli anni ’70 e ’80, il movimento è rimasto evidentemente attivo e ha subito pericolose accelerazioni, in particolare dagli anni 1998-99. Gli interventi eseguiti fino ad oggi sono stati localizzati nelle aree già interessate da movimenti franosi. In realtà, le indagini condotte ed il continuo monitoraggio del movimento permettono di affermare che l'intero versante si trova in condizioni di instabilità e che tutte le zone non consolidate sono interessate, prima o dopo, da smottamenti. L’area interessata dall’intervento di progetto riguarda una porzione di versante molto acclive, della superficie di circa 3.300 mq.. È delimitata: a monte da un muro di sostegno in calcestruzzo rivestito con pietrame, prospiciente l’abitato di Frontino; a valle da un muro in calcestruzzo, realizzato negli anni ’80 circa a mezza costa; ad ovest da una zona, attualmente boscata, interessata da un intervento di rinforzo corticale realizzato negli anni 2001-2002; verso est da una zona interessata negli ultimi anni da un altro intervento di rinforzo corticale.

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Fig. 3 - Stralcio elaborati grafici di progetto - Inquadramento area di intervento.

Di seguito si riporta la descrizione delle operazioni necessarie alla realizzazione dell'intervento di progetto: 1) Taglio (nelle zone coperte dalla vegetazione e non ancora interessate dagli smottamenti) della vegetazione arbustiva e delle piante in soprannumero o scadenti evitando l’asportazione degli apparati radicali e delle ceppaie. 2) Preparazione della superficie mediante riprofilatura e livellamento della parete; effettuazione di piccoli eventuali disgaggi. 3) Esecuzione di ancoraggi profondi, del diametro di 80 mm, realizzati mediante perforazione a rotopercussione, posa in opera di barre d’acciaio tipo Gewi del diametro di 25 mm e iniezione di miscele cementizie per la sigillatura del foro. La profondità cui spingere il foro deve essere valutata punto per punto, sulla base dello spessore della coltre colluviale, dell’alterazione del substrato e della acclività del versante: sulla base dei sondaggi geognostici e dell'esperienza degli interventi recenti, è possibile valutare una profondità variabile tra i 4 (in caso di formazione affiorante) ed i 6 metri (dove è presente la coltre superficiale). Allo scopo di garantire una più omogenea diffusione del rinforzo, gli ancoraggi verranno disposti a quinconce con una maglia piuttosto fitta (non superiore a 3×3 metri). La posizione puntuale degli ancoraggi verrà stabilita a seguito di una accurata valutazione della morfologia puntuale, privilegiando i punti depressi, in modo da

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garantire che il sistema di rinforzo sia il più possibile aderente al terreno e si eviti la formazione di vuoti.

Fig. 4 - Stralcio elaborati grafici di progetto - Opere di rinforzo corticale.

4) Posa in opera di reti in fibre naturali, per la protezione temporanea del terreno fino al successivo rinverdimento del versante, costituite da biorete in cocco, del peso non inferiore a 700 g/mq., la quale: fornisce protezione contro l’erosione superficiale; crea un microclima favorevole per la germinazione; ha un periodo di biodegradazione di alcuni anni (nelle superfici in cui affiora il substrato di base, sono necessarie alcune stagioni germinative per ottenere un rinverdimento apprezzabile). 5) Fornitura e posa in opera di rete in acciaio a doppia torsione a maglia esagonale, con lo scopo di distribuire in maniera omogenea il sistema di consolidamento. Come previsto dalle Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Servizio Tecnico Centrale (Settembre 2013), verrà impiegata rete con maglia 8×10 cm, con

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filo del diametro di 3 mm e rivestimento con leghe Zn-Al. 6) Completamento degli ancoraggi con posa di piastra di ripartizione in acciaio zincato, delle dimensioni di cm 20×20 e spessore di mm 10, e dado in sommità. 7) Nei limiti della resistenza del terreno della coltre superficiale, si provvederà ad un adeguato serraggio del dado stesso, in modo da creare una pressione di confinamento che equivale ad aumentare le caratteristiche geotecniche del materiale sottostante. 8) Posa in opera di un reticolo di funi metalliche di diametro di 12 mm, ancorate alle teste delle barre di ancoraggio, al fine di migliorare ancora di più una omogenea distribuzione delle tensioni.

Fig. 5 - Stralcio elaborati grafici di progetto - Schema dell’intervento.

L'intervento sarà realizzato a partire dal piede dei muri di sostegno esistenti e sarà agganciato agli stessi, in modo di assicurare un solido ancoraggio al sistema di rinforzo corticale e di ridurre l'eventuale deformazione degli ancoraggi realizzati lungo il versante. Per quanto riguarda i muri suddetti, le opere, dal punto di vista strutturale, si trovano complessivamente in buone condizioni di conservazione ed idonee all’assolvimento della funzione di sostegno. Alla sommità del versante, dove i cedimenti del terreno stanno mettendo a rischio la stabilità delle opere di sostegno su micropali esistenti, verrà realizzata una sigillatura con conglomerato cementizio dei vuoti presenti tra il terreno e le strutture di fondazione.

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Fig. 6 - Stralcio elaborati grafici di progetto - Particolari costruttivi.

Al termine dei lavori, si provvederà al rinverdimento delle aree, mediante: - esecuzione di semina a spaglio, nelle zone dove è presente soprassuolo vegetale; - idonea idrosemina a spessore, nelle aree con substrato affiorante, impiegando sementi di specie erbacee ed arbustive autoctone, con materiali che garantiscano l'attecchimen- to su una superficie esposta e con elevata pendenza; - messa a dimora di piantine oltre 300 arbustive di specie autoctone.

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5.2. VINCOLI PAESISTICO- AMBIENTALI

La zona da rimettere in pristino e rinaturalizzare, individuata nella parte posta a Nord/Est sotto il borgo di Frontino rispetto al sistema dei vincoli e delle tutele paesistico- ambientali (vedi cartografie). è ricompresa in: - non ricade all’interno del perimetro di un Parco o di una Riserva Naturale istituita; - ricade in zona paesisticamente vincolata ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004; - ricade all’interno della Z.P.S. IT 5310026 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello”; - ricade in zona agricola (art. 19 N.T.A./P.R.G. – tutela integrale, in parte); - ricade in zona sottoposta a vincolo idrogeologico di cui al R.D. n. 3267/1923; - non ricade in aree di Demanio Idrico.

Fig. 7 - Stralcio di P.A.I. vigente. Area con rischio frane molto elevato (R4).

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In relazione al quadro normativo sopra esposto, ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica di cui al D.Lgs. n. 387/2003, occorre pertanto acquisire il parere sulla valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. n. 357/1997.

Luogo d’intervento

Fig. 8 - Individuazione del luogo di intervento e con campitura in verde confini del Parco Naturale del "Sasso Simone e Simoncello".

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5.3. VERIFICA DELLE INTERFERENZE PRODOTTE DAL PROGETTO La configurazione del progetto di consolidamento, è tale da fornire il massimo livello di compatibilità e di armonizzazione con il contesto circostante. Le misure di eventuale mitigazione che si adotteranno in fase realizzativa, sono volte a nascondere totalmente alla vista le minime strutture necessarie (ancoraggi, rete, funi, ecc.).

MODIFICA DESCRIZIONE COMMENTO Morfologia Sbancamento e movimentazione Non saranno necessarie movimentazioni del terra significativi, eliminazione terreno in quanto l’intervento sarà appoggiato dei tracciati caratterizzanti riconoscibili sul terreno Compagine Ceduazione e governo della zona Non sono previsti abbattimenti di vegetazione in vegetale boscata attigua alla zona di quanto l’area interessata dal progetto (zona smottata) movimento è priva di essenze arboree. Nella zona boscata attigua, verrà eseguito un taglio intercalare, preservando gli esemplari arborei migliori. Skyline Modifica del profilo Lo skyline attuale percepibile da tutte le zone di visibilità non subirà cambiamenti in quanto sostanzialmente si andrà a consolidare e rinaturalizzare mediante essenze erbacee/arbustive autoctone la zona franata. Ecologica, L’opera di progetto non andrà ad apporre idraulica, modifiche all’idrologia dell’area in quanto idrogeologica permeabile e non interferisce con corsi d’acqua. Assetto La realizzazione dell’opera non comporterà alcuna percettivo, modifica alla scenografia dell’area. L’intervento in scenico o progetto infatti non sarà percettibile a panoramico rinaturalizzazione avvenuta; solamente nel primissimo periodo (in attesa dello sviluppo delle essenze arbustive ed erbacea a rapido sviluppo), si potrà notare e lo sarà poco di più in lontananza (es. Strada Provinciale 18). Assetto L’opera di pubblica utilità verrà realizzata in un’area insediativo agricola di valenza storica, effettuandone la messa in storico pristino.

5.4. CONCLUSIONI Dalla documentazione riportata si può ragionevolmente concludere che: • L’intervento in oggetto non altera il contesto paesaggistico e l’impatto visivo è praticamente irrilevante; • gli impatti visivi sono da considerarsi minimi anche perché a consolidamento avvenuto, la situazione del progetto sarà notevolmente migliorativa per i luoghi in quanto è prevista rinaturalizzazione dei luoghi con da essenze arbustive ed erbacee autoctone a rapido sviluppo che non renderanno visibile/percettibile l’intervento.

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6. LA ZPS 06 IT 5310026 “MONTE CARPEGNA E SASSO SIMONE E SIMONCELLO”

Al fine di fornire quanti più dati utili alla caratterizzazione ambientale del luogo d’intervento, si descrivono, di seguito, le principali caratteristiche ambientali della Z.P.S. in esame.

6.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

La Z.P.S. 06 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ” è estesa 5.590,00 ettari, ed ha un’altitudine che oscilla tra i 450 e i 1450 m. s.l.m.; essa si estende nell’ambito del territorio amministrativo dei seguenti Comuni:

N. COMUNE AREA (Ha) NEL COMUNE

1 Belforte all' Isauro 1. 13.31

2 Carpegna 2101 .78.59

3 Frontino 929.92.10

4 0. 23.08

5 836.02.58

6 Pennabilli 208 4.76.88

7 620 .37.62

8 94 7.61.01

TOTALE 5590 .00.00 Ha

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Fig. 9 - Visione di insieme delle aree Z.P.S. presenti nella Regione Marche, ed evidenziazione della Z.P.S. 06 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ” - Fonte: Ministero dell'Ambiente

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Dall’elaborato grafico riportato qui di seguito, è possibile rilevare che la Z.P.S. ricomprende al suo interno anche altri Siti di Importanza Comunitaria, ovvero: - il S.I.C. “ Monti Sasso Simone e Simoncello ”, posto nel settore Nord-Orientale della Z.P.S.; - il S.I.C. “ Boschi del Carpegna ”, posto nel settore Nord della Z.P.S.; - il S.I.C. “ Settori sommitali Monte di Carpegna e Costa dei Salti ”, posto sempre nel settore Nord della Z.P.S.; E' Importante sottolineare (visibile in Fig. 3), che le 3 sopracitate aree di Interesse Comunitario si non si trovano a contatto con l' area oggetto di intervento, la quale ricade solamente all' interno della Z.P.S. 06 “ Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ”.

Luogo d’intervento

Fig. 10 - Visione di insieme delle 3 aree S.I.C. ricadenti all' interno della Z.P.S. 06 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ” . E' possibile intravedere anche l' area oggetto di intervento evidenziata sulla sinistra della figura . - Fonte: Il Portale Cartografico.

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A livello geologico il territorio della Z.P.S. è interessato dalla presenza di litologie costituite da depositi argilliti caotici per effetto del trasporto da Ovest verso Est, sui quali galleggiano placche di materiale più rigido. Esso fa parte della cosiddetta colata gravitativa della Val Marecchia. La grande placca montuosa del Carpegna, deriva dalla formazione dell'Alberese dell'Eocene. Si tratta di alternanza risedimentate di calcari marnosi grigio-biancastri, a volte rosati, calcareniti brune e marne, marne argillose grigio-nerastre ed argilliti nerastre. Di particolare interesse per il orientale, è la Formazione marnoso-arenacea del Miocene inferiore e medio, che è attualmente ben esposta in affioramenti lungo la Valle del , da Sestino a Belforte all' Isauro ed a Piandimeleto, sulla destra del torrente Mutino tra Lunano e Frontino. La zona di Frontino è costituita in prevalenza da banchi di arenaria alternati da piu' sottili strati di marne argillose. La rilevante estensione della Z.P.S. fa sì che il suo territorio sia caratterizzato da un numero assai elevato di ambienti, he determinano un mosaico ambientale complesso ed articolato. Preponderante dal punto di vista dell' uso del suolo sono i seminativi, rilevabili in una percentuale del 40% della Z.P.S.. Le colture maggiormente diffuse, nelle aree di versante, sono i cerali autunno - vernini avvicendate a colture foraggere (Erba mediaca e/o Prati polifiti). La vegetazione boschiva, si estende su circa il 28% del totale della superfice della Z.P.S., con boschi riconducibili a 4 tipologie principali: - Boschi di Cerro (Quercus cerris), associati a Carpino bianco (Carpinus betulus) sui rilievi sopra gli 800m. s.l.m.. - Boschi di Carpino nero (Ostrya carpinifolia), localizzati in prossimità di versanti dei rilievi collinari con esposizione in prevalenza a Nord, Nord/Est; in posizione Sud- Ovest su substrati di natura calcarea troviamo invece Roverella (Quercus pubescens), associata ad Orniello ( Fraxinus ornus) ed ad altre specie come il Ciavardello (Sorbus torbinalis).

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Luogo d’intervento

Fig. 11 - Z.P.S. “ Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ” con area di interesse in evidenza

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Imboschimenti di Conifere, realizzati nel corso degli anni (a partire dal 1917), ed altre piccole superfici ravvisabili anche in comuni limitrofi. (10%) - Formazioni ripariali, poste lungo i corsi d' acqua (Mutino e corsi d'acqua minori), costituite in larga maggioranza da Salice bianco (Salix alba) e da Pioppo nero (Populus nigra). Altra importante categoria, é rappresentata dalle Praterie, che ricoprono circa il 15%.

Tabella n. 1: Z.P.S. -Uso del suolo e riparto della superficie . Uso del suolo Superficie Boschi 2.173,9 ha

Rimboschimenti 776,4 ha

Praterie 1.164,6 ha

Arbusteto 388,2 ha

Aree agricole 3.105.,5 ha

Altro (aree urbane, strade ecc.) 155,9 ha

Dalla tabella e dal grafico sopra riportato, emerge inoltre la diffusione delle aree arbustate, in gran parte presenti lungo le zone abbandonate e calanchive. ( 5%) . Oltre a caratterizzare fortemente i lineamenti del paesaggio, le aree arbustate rivestono un indubbio interesse a livello faunistico, in quanto rappresentano i siti preferenziali di nidificazione, rifugio, alimentazione e riparo, per un numero assai rilevante di specie animali, soprattutto uccelli. Il rimanente 2% è rappresentato da aree urbanizzate, strade e altro.

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6.2. GLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO PRESENTI NELLA Z.P.S. Sette (7) è il numero di habitat di interesse comunitario, caratterizzanti la Z.P.S. in esame.

Il Formulario Natura 2000 segnala la presenza dei seguenti 7 habitat di interesse comunitario che, complessivamente, occupano circa il 43% dell’intera superficie della Z.P.S.: - 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (Stupenda fioritura di orchidee);

- 9150* Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion;

- 9160 Querceti di Farnia o Rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli;

- 9180 Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion;

- 9210* Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex;

- 6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea;

- 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile

CODICE % COPERTA RAPPRESENTATIVITA’ SUP. RELATIVA GRADO CONSER. VALUTAIONE GLOBALE 6210 25 B C B B 9150 10 B C B B 9160 2 C C B B 9180 2 B C A A 9210 2 C C B B 6220 1 B C B B 6430 1 B C B B

NOTE: RAPPRESENTATIVITÀ: grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito (A: rappresentatività eccellente, B: buona rappresentatività, C: rappresentatività significativa, D: presenza non significativa); SUPERFICIE RELATIVA: superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale (A: 100 ≥ p > 15%, B: 15 ≥ p > 2%, C: 2 ≥ p > 0%); GRADO DI CONSERVAZIONE: conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale

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in questione e possibilità di ripristino (A: conservazione eccellente, B: buona conservazione, C: conservazione media o ridotta); VALUTAZIONE GLOBALE: valutazione del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale in questione (A: valore eccellente, B: valore buono, C: valore significativo).

DI SEGUITO SI RIPORTA UNA BREVE DESCRIZIONE DEGLI HABITAT SOPRA MENZIONATI .

6210 - FORMAZIONI ERBOSE SECCHE SEMINATURALI E FACIES COPERTE DA CESPUGLI SU SUBSTRATO CALCAREO (F ESTUCO -BROMETALIA ) (STUPENDA FIORITURA DI ORCHIDEE ).

Habitat prioritario costituito da formazioni erbacee prative caratterizzate dalla presenza di specie diverse della famiglia delle Orchidacee e da altre specie tipiche, quali: Bromus erectus , Brachypodium rupestre , Centaurea scabiosa , Centaurea bracteata , Dorycnium pentahyllum appartenenti all’associazione Centaureo bracteatae-Brometum erecti. Sui substrati di natura argillosa si formano praterie simili con abbondante Ononis masquillieri attribuibili all’associazione Ononido masquillieri-Brometum erecti . Questa vegetazione è soggetta a processi di colonizzazione da parte di specie arbustive, che può causare nel giro di pochi anni la contrazione e la successiva scomparsa dell’habitat. Per mantenere l’habitat, è pertanto necessario prevedere periodici interventi di sfalcio e di taglio finalizzati al controllo della vegetazione invadente.

6220 - PERCORSI SUBSTEPPICI DI GRAMINACEE E PIANTE ANNUE DEI THERO - BRACHYPODIETEA.

Habitat prioritario presente sul 1% del territorio della Z.P.S., è di rilevante interesse conservazionistico in quanto inserito come prioritario nell’allegato I della Direttiva n. 92/43/CEE. E’ caratterizzato da praterie xerofile meso e termo-mediterraneee, su substrati calcarei, con cotica erbosa bassa e ricca di terofite. Tali praterie rappresentano comunità semi-naturali che si originano per involuzione della vegetazione a macchia o gariga a seguito di pascolamento eccessivo, incendio o decespugliamento e in cui si sono innescati fenomeni di erosione del substrato con riduzione dello strato di suolo. E’ tipico rinvenire questo habitat all’interno delle praterie dell’habitat 6210, dove occupa radure che nella maggior parte dei casi sono di dimensioni assai ridotte.

6430 - BORDURE PLANIZIALI , MONTANE E ALPINE DI MEGAFORBIE IDROFILE .

Habitat presente sull’1% del territorio della Z.P.S., riunisce le formazioni meso-igrofile che si sviluppano, a mosaico, al margine e nelle radure dei boschi di Salice bianco e Pioppo nero, in prossimità dell’alveo. Raggruppa dunque comunità con struttura diversa, da completamente erbacea e monostratificata, ad arbustiva, tutte disposte su un gradiente determinato dall’acqua nel suolo. Per la particolarità fisionomico- strutturale di questa vegetazione, interessata da una rilevante ricchezza floristica, è necessario verificare periodicamente lo stato di colonizzazione delle specie invadenti, in particolare Rovo ed altre specie arbustive e pre-forestali.

9150 - FAGGETI CALCICOLI DELL ' EUROPA CENTRALE DEL CEPHALANTHERO -FAGION .

L’habitat 9150, prioritario, costituisce il 10 % dell’intera superficie della Z.P.S. Faggete alpine e prealpine della fascia collinare e montana, xerotermofile, calcifile, di pendii acclivi e/o suoli superficiali, con umidità alternante e soggetti a deficit idrico, del Cephalanthero-Fagenion .

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9160 - QUERCETI DI FARNIA O ROVERE SUBATLANTICI O DELL ' EUROPA CENTRALE DEL CARPINION BETULI .

Querco-carpineti planiziali, della Padania centro-occidentale, di fondovalle o di basso versante nella fascia collinare, sviluppati su suoli idromorfi o con falda superficiale, ricchi di componenti colluviali di natura siltitico-argillosa. La specie guida principale è la farnia ( Quercus robur ), eventualmente associata a rovere (Quercus petraea ), con rilevante partecipazione di carpino bianco (Carpinus betulus ) e, nello strato erbaceo, di regola, un ricco corredo di geofite a fioritura precoce.

9180 - FORESTE DI VERSANTI , GHIAIONI E VALLONI DEL TILIO -ACERION .

Boschi misti di caducifoglie mesofile che si sviluppano lungo gli impluvi e nelle forre umide con abbondante rocciosità superficiale e talvolta con abbondanti muschi, nel piano bioclimatico supratemperato e penetrazioni in quello mesotemperato. Frequenti lungo i versanti alpini, specialmente esterni e prealpini, si rinvengono sporadicamente anche in Appennino con aspetti floristicamente impoveriti. Si distinguono tre prevalenti tipologie boschive diverse per caratteristiche ecologiche e biogeografiche:

1) aceri frassineti mesofili degli ambienti più freschi, corrispondenti ai codici corine biotopes 41.41 (per gli Appennini e per le Alpi) e 41.43 (per le Alpi) riferibili alle suballeanze Lunario-Acerenion, Lamio orvalae-Acerenion e Ostryo-Tilienion;

2) aceri-tiglieti più termofili dei precedenti, situati nei versanti protetti e quindi più caldi, corrispondenti al codice corine biotope 41.45 e alla suballeanza Tilio-Acerenion (Tilienion platyphylli ).

3) boschi meso-igrofili di forra endemici dell’Italia meridionale caratterizzati dalla presenza di specie ad areale mediterraneo ( Ostrya carpinifolia , Festuca exaltata, Cyclamen hederifolium, Asplenium onopteris ) e a specie endemiche dell’Italia meridionale ( Acer obtusatum ssp. neapolitanum ) riferibili alle alleanze: Lauro nobilis-Tilion platyphylli (Italia meridionale, rinvenuta per ora in Puglia al Gargano) e Tilio- Ostryon (Calabria e Sicilia). Possibile presenza di Robinia pseudoacacia e conifere di impianto quali specie alloctone.

9210 - FAGGETI DEGLI APPENNINI CON TAXUS E ILEX .

Habitat di estensione pari al 2%, comprendente Faggete termofile con tasso e con agrifoglio nello strato alto-arbustivo e arbustivo del piano bioclimatico supratemperato ed ingressioni nel mesotemperato superiore, sia su substrati calcarei sia silicei o marnosi distribuite lungo tutta la catena Appenninica e parte delle Alpi Marittime riferite alle alleanze Geranio nodosi-Fagion (=Aremonio-Fagion suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion) e Geranio striati-Fagion. Sono generalmente ricche floristicamente, con partecipazione di specie arboree, arbustive ed erbacee mesofile dei piani bioclimatici sottostanti, prevalentemente elementi sud-est europei (appenninico-balcanici), sud-europei e mediterranei ( Geranio striati-Fagion ). Presenza di Pinus sp. pl. e numerose conifere di impianto, anche esotiche.

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6.3. GLI UCCELLI DI INTERESSE COMUNITARIO PRESENTI NELLA Z.P.S.

Il formulario Natura 2000 segnala 40 specie, di cui 17 sono tutelate dall’allegato I della Direttiva 79/409/CEE. Il prospetto riportato nella pagina successiva evidenzia, per ciascuna specie elencata nel formulario, i principali habitat frequentati, sia di alimentazione che di riproduzione, nonché la loro fenologia (PANDOLFI & GIACCHINI , 1995). Rispetto all’elenco riportato nella pagina seguente, è possibile formulare alcune considerazioni di carattere generale. In particolare:

√ L’uso del suolo in buona percentuale agricolo della Z.P.S. condiziona fortemente la presenza delle diverse specie: gran parte di esse sono infatti tipiche degli ambienti aperti (aree coltivate, praterie, arbusteti radi).

√ In merito alla fenologia, si evidenzia che gran parte delle specie sono migratori regolari, presenti nel territorio della Z.P.S. solo durante il periodo primaverile-estivo.

√ Alcune specie sono segnalate, dai dati di letteratura, solo di passo e dunque non sono nidificanti nel pesarese.

√ I dati di letteratura riferiscono inoltre che alcune delle specie indicate per la Z.P.S., risultano estinte come nidificanti nel territorio provinciale.

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N. SPECIE FENOLOGIA PRINCIPALE AMBIENTE DI RIFERIMENTO

1 Piviere tortolino Charadrius morinellus Non nidificante, M Regioni centrali in zone montane 1500-2000 m. s.l.m.

2 Gufo reale Bubo bubo B,S Foreste alpine, zone montuose.

3 Gracchio corallino Phyrrocorax phyr. B irr, S irr, M irr Ambiente appenninico, cime montuose

4 Falco pecchiaiolo occ. Pernis apivorus M reg, B Ambienti boscosi di ogni tipo, boschi di ogni tipo ben strutturati.

5 Albanella minore Circus pygargus M reg, B Zone aperte a prato-pascolo o a monocoltura cerealicola.

6 Lanario Falco biarmicus M reg, SB Ambienti collinari stepposi con pareti rocciose calcaree, sabbiose, di tufo o gesso.

7 Falco di palude Circus aeruginosus M reg, Wpar, Ext B Predilige paludi e canneti. Nidifica nascosto nella densa vegetazione del canneto o nella vegetazione fitta.

8 Albanella reale Circus cyaneus Non nidificante Brughiere, praterie, coltivi erbacei, pascoli e zone umide.

9 Succiacapre Caprimulgus europaeus M reg, B Ambienti con copertura arborea o arbustiva molto discontinua

10 Tottavilla Lullula arborea M reg, SB Ambienti asciutti ed aperti provvisti di abbondante ma non fitta copertura erbacea ed arborea.

11 Calandro Anthus campestris M reg, B Zone sassose e pietrose, pascoli aridi e margini dei coltivi.

12 Ortolano Emberiza hortulana M reg, B Nidifica in ambienti aperti con alberi e cespugli, nei vigneti e in aree rurali con svariate colture.

13 Biancone Circaetus gallicus Non nidificante Costruisce il nido nella parte esterna della chioma degli alberi, sia di conifere sia di latifoglie.

14 Averla piccola Lanius collirio M reg, B Vive nei cespugli, dove nidifica, nelle siepi e nelle macchie boscose.

15 Balia dal collare Ficedula albicollis B irr, M Frequenta boschi vicino all' acqua.

16 Aquila reale Aquila chrysateos B, S Predilige spazi aperte con grandi pereti rocciose, si tiene lontana da zone boscose o antropizzate. assente in pianura.

17 Pellegrino Falco peregrinus M reg, W par, SB Nidifica nelle pareti rocciose e caccia in volo. SPECIE SEGNALATE NEL FORMULARIO MA NON TUTELATE DALLA DIRETTIVA N. 79/409

18 Fringuello Fringilla coelebs B, S, M Predilige I Boschi di conifere, cedui, frutteti e campi coltivati.

19 Ciuffolotto europeo Phyrrula phyrrula B, S Il suo habitat naturale è il bosco di montagna.

20 Gheppio Falco tinnunculus M reg, W, SB Ambienti aperti di ogni genere; anche paesi e città. Predilige ampi spazi erbosi, aperti

21 Poiana comune Buteo buteo M reg, W, SB Frequenta un’ampia varietà di habitat, predilige aree boscate.

22 Tordo bottaccio Turdus philomelos B, S irr, M reg Frequenta boschi ricchi di sottobosco, pianure alberate e cespugliate, parche e giardini.

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N. SPECIE FENOLOGIA PRINCIPALE AMBIENTE DI RIFERIMENTO

23 La cesena Turdus pilaris B, S Preferisce le zone rade, non ricche di alberi, ai margini dei boschi.

24 Codirosso spazz. Phoenicurus ochurus B, S reg, M irr Anticamente presente solo nelle montagne e zone roccioso, oggi si trova anche in città ed in campagna.

25 Saltimpalo Saxicola torquata B, S, W, M invern Terreni aperti, zone coltivate, boschi.

26 Sparviero euroas. Accipiter nisus B, S reg, M irr Predilige i boschi e le foreste, specialmente di conifere.

27 Codirosso Phoenicurus phoenicurus B irr, M Sverna nelle savane e nelle steppe africane. piu' frequente in pianura, aro nelle zone appenniniche.

28 Picchio rosso minore Dendrocopos m. B, S Frequente negli ambienti boschivi, nelle campagne e talvolta nei parchi.

29 Ghiandaia Garrulos glandarius B, S Boschi di querce e conifere.

30 Lodolaio Falco subbuteo M reg, B? Vegetazione boschiva con alberi ad alto fusto si alterna ad aree aperte e in aree fluviali ove predilige nidificare.

31 Tordela Turdus viscivorus B, S, W Passi alpini, talvolta fondovalle.

32 Culbianco Oenanthe oenanthe B, S Zone aperte di montagna, rocce.

33 Luì piccolo Phylloscopus collybita B, S irr,W, M Boschi cedui e macchie dell' Appennino. Campagne e Boschi ripariali.

34 Picchio verde Picus viridis B, S Frequenta Boschi cedui e campagne con terreni coltivati.

35 Picchio muratore Sitta europaea B, S, W Boscalia d' alto fusto ricche di grossi esemplari arborei.

36 Merlo dal collare Turdus torquatus M Brughiere e colline rocciose.

37 Codirossone Monticola saxatalis B irr, M Zone montane e conche rocciose nelle valli.

38 Civetta Athene noctua B reg, S reg Frequenta gli ambienti piu' disparati, campagne citta, grossi esemplari arborei. macchie scarse in aperta campagna.

39 Allocco Strix aluco M par, SB Specie tipicamente forestale ma con spiccata adattabilità. Nidifica in cavità naturali, fienili e cascinali.

40 Astore accipiter gentilis B, S, W Tipico degli ambienti forestali sia in pianura che di campagna. LEGENDA : B = Breeding (Nidificante) A = Vagrant, Accidental (Accidentale): viene indicato il numero di segnalazioni ritenute valide S = Sedentary, Resident (Sedentaria o Stazionaria) (A) = Uncertain vagrant (Accidentale da confermare): segnalazioni accettate con riserva M = Migratory, Migrant (Migratrice) reg = regular (regolare) W = Wintering, Winter visitor (Svernante, presenza invernale) irr = irregular (irregolare) par = partial, partially (parziale, parzialmente) ? = doubtful data (dato dubbioso)

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7. DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE E PAESAGGISTICO DEL LUOGO DI INTERVENTO

7.1. LINEAMENTI BOTANICO-VEGETAZIONALI DI AREA VASTA

Dall’esame della Carta della Vegetazione scala 1:5.000 1, di cui si riporta uno stralcio nella pagina successiva, è possibile caratterizzare il mosaico ecologico che si sviluppa attorno l’ambito considerato. I seminativi rappresentano l’uso prevalente del suolo, mentre le aree a maggiore naturalità (aree boscate e zone arbustate), sono relegate a quegli ambiti in cui l’attività agricola, per l’eccessiva pendenza o instabilità del terreno, non è riuscita ad insediarsi. Effettuando un’analisi botanico-vegetazionale del territorio circostante l’area di intervento, per un raggio di 500 m dalla posizione baricentrica dell’appezzamento (vedi figura pagina successiva), la Carta della Vegetazione evidenzia la presenza di una certa povertà dell’area sotto il profilo botanico-vegetazionale, conseguente all’elevata presenza di vaste aree agricole coltivate. Si rinvengono infatti le seguenti formazioni vegetali naturaliformi:

1. BOSCO DI ROVERELLA 2. BOSCO DI CARPINO NERO E ROVERELLA 3. VEGETAZIONE RIPARIALE PRESENTE LUNGO I FOSSI 4. FILARE DECIDUO 5. ARBUSTETO DI GINESTRA 6. RIMBOSCHIMENTO SEMPREVERDE A PINO NERO 7. BOSCO DECIDUO DI ROBINIA PSEUDOACACIA

BOSCO DI ROVERELLA Formazione forestale che si sviluppa sopratutto su rocce calcaree. In buona parte del bosco la Roverella (Quercus pubescens) è nettamente dominante, ma in alcuni tratti la flora si arricchisce della presenza dell' Erica, dell' Orniello (Fraxinus ornus) e del Corbezzolo (Arbutus unedo)). Nel sottobosco si notano alcune limitate dimensioni ricoperte da pungitopo, l' asparago, lo scotano e sui margini la Ginestra comune.

1 (Fonte: Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali)

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500 m

LEGENDA CARTA DELLA VEGETAZIONE

Localizzazione zona di intervento

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BOSCO DI CARPINO NERO E ROVERELLA Associazione di bosco misto di latifoglie con dominanza di Carpino nero (Ostrya carpinifolia). L'associazione é costituita prevalentemente da Roverella ,Carpino Nero ed Orniello ai quali spesso si associano altre latifoglie quali lo Scotano (Cotinus coggygria) il Corniolo (Cornus mas) e l' Acero (Acer campestre). E rilevabile ove i Pascoli non sono stati piu' usati da tempo, portando ad una dinamica espansione di questa formazione forestale.

FILARE DECIDUO Si tratta di formazioni vegetali a sviluppo lineare, presenti lungo le strade o nei limiti di proprietà a demarcarne il confine. Sono generalmente composte da Olmo minore in associazione con Tamerice (Tamarix gallica) e con svariati arbusti: Prugnolo (Prunus spinosa), Biancospino ( Crataegus monogyna ), Rosa ( Rosa canina ) e Rovo ( Rubus ulmifolius ).

VEGETAZIONE RIPARIALE Le formazioni che si trovano lungo i corsi d' acqua o su suoli umidi sono spesso costituite da associazioni a prevalenza di Salice bianco (Salix alba) associato a Pioppo ner (Populus nigra) o ed a Olmo campestre (Ulmus minor m.). Il sottobosco è costituito da Sanguinello (Cornus sanguinea), Sambuco (Sambucus nigra) e Fusaggine.

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7.2. LUOGO D’INTERVENTO

Dopo aver analizzato e descritto, sulla base dei tematismi della Carta della Vegetazione, i lineamenti botanico-vegetazionali di un’area sufficientemente vasta e rappresentativa, si espongono ora le caratteristiche del luogo puntuale destinato ad accogliere il progetto sopra descritto. L’ambito in questione è un terreno agricolo attualmente investito a bosco ceduo , sottostante il borgo di Frontino (PU), e catastalmente censito al Foglio n . 8 part. 204. e 205. Si giunge al sito tramite viabilità secondaria: in corrispondenza del Borgo di Cà Frontino, nella parte Sud orientale si uno stradello panoramico, che costeggia da un certo punto in poi, tutto il lato Nord del borgo, in pozione dominante il pendio del terreno in esame, partendo da Sud/Ovest verso Nord/Est. L’ambito di intervento si inserisce in un contesto prettamente agricolo, con presenza di ampi campi coltivati a cereali e a foraggere. Trattandosi di estesi agro-ecosistemi, il paesaggio e i conseguenti caratteri botanico-vegetazionali risultano essere piuttosto uniformi. Il versante in oggetto, nonostante l’elevata pendenza, si presenta coperto da formazioni boscate in maniera pressoché continua, salvo nei punti in cui gli smottamenti hanno portato allo scivolamento del mantello vegetale e al conseguente affioramento dei litotipi rocciosi sottostanti. La formazione forestale prevalente è riconducibile all’associazione Orno-Ostryetum , e in qualche punto sono presenti gli elementi tipici del bosco di forra. Le specie principali sono, accanto al carpino nero (Ostrya carpinifolia) e all’orniello (Fraxinus ornus), che sono gli elementi tipici dell’associazione, l’acero montano (Acer pseudoplatanus), l’acero campestre (Acer campestre), la roverella (Quercus pubescens), l’olmo campestre (Ulmus minor) e specie accessorie quali il Ciavardello (Sorbus torminalis) e il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), quest’ultimo probabilmente introdotto ma ora insediatosi in maniera massiccia. Nei punti in cui vi è assenza di copertura vegetale arborea, si insediano rapidamente le specie frugali quali il sambuco (Sambucus nigra) e la robinia (Robinia pseudoacacia). Quest’ultima risulta essere piuttosto aggressiva, in particolar modo nei punti in cui i

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recenti interventi di sistemazione del versante hanno portato all’affioramento di terreno minerale. La presenza di questa specie invadente e quasi infestante ha tuttavia il vantaggio di velocizzare i processi di radicamento e di consolidamento degli strati più superficiali del terreno, processi che in sua assenza risulterebbero senza dubbio più lenti e con aspetti difficilmente prevedibili. Per quanto attiene al sottobosco, si notano la presenza dell’Euonimus europaeus, della Lonicera, del rovo e dell'edera (quest'ultima, impiantata in passato per mascherare vecchie opere di sostegno, al momento attuale appare invadente). Per completezza del quadro analitico e al fine di caratterizzare il sito dal punto di visto botanico-vegetazionale, sul campo in oggetto è stata condotta un’indagine floristica di tipo quali-quantitativo, ovvero si è proceduto a rilevare tutte le specie presenti all’interno di aree campione di 100 mq. A ciascuna specie è stato assegnato il rispettivo valore di copertura (mediante l’indice di abbondanza-dominanza di seguito riportato), la forma biologica e il gruppo corologico di appartenenza. Nella pagina seguente si riporta l’esito del rilievo. Le specie rinvenute sono di normale interesse botanico. Nessuna specie di interesse fitogeografico, rara o interessante è stata individuata nell’area.

INDICI DI ABBONDANZA -DOMINANZA

% di copertura del suolo Parametro

< 1 % + 1 % - 5 % 1 5 % - 25 % 2 25 % - 50 % 3 50 % - 75 % 4 75 % - 100% 5

FORMA SPECIE COPERTURA BIOLOGICA COROLOGIA Artemisia vulgaris L. + H Scap Circumbor. Ballota nigra L. s.l. + H Scap Eurimedit. Cichorium intybus L. s.l. + H Scap Paleotemp. Cirsium vulgare (Savi) Ten. + H Bienne Paleotemp. Crepis sancta (L.) Babc. subsp. Sancta 1 T Scap Eurimedit.-Turan. Cruciata laevipes Opiz, + H Scap Eurasiat.

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Dactylis glomerata L. s.l. 1 H Caesp Paleotemp. Daucus carota L. s.l. + H Bienne Paleotemp. Diplotaxis erucoides (L.) DC. subsp. erucoides 1 T Scap W-Stenomedit. Dispacus fullonum L. + H Bienne Eurimedit. Dorycnium pentaphyllum Scop. + H Scap S-Europ.-Sudsib. Euphorbia helioscopia L. subsp. helioscopia + T Scap Cosmopol. Galium aparine L. + T Scap Eurasiat. Geranium rotundifolium L. + T Scap Paleotemp. Lamium purpureum L. + T Scap Eurasiat. Lotus corniculatus L. s.l. + H Scap Paleotemp. Medicago sativa L. 4 H Scap Eurasiat. Melilotus officinalis (L.) Pall. + H Bienne Eurasiat. Picris hieracioides L. s.l. 1 H Scap Eurosib. Ranunculus ficaria L. s.l. 1 G Bulb Eurasiat. Rumex crispus L. + H Scap Subcosmop. Sonchus asper (L.) Hill s.l. 1 T Scap Eurasiat. Sonchus oleraceus L. + T Scap Eurasiat. Stellaria media (L.) Vill. subsp. Media + T Rept Cosmopol. Sulla coronaria (L.) Medik. + H Scap W-Stenomedit. Symphytum tuberosum L. + G Rhiz SE-Europ. Veronica persica Poir. 1 T Scap Avv. Naturalizz.

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CONFRONTO TRA ORTOFOTO (V OLO 2012) E CARTA DELLA VEGETAZIONE

Scala 1:5.000

Luogo d’intervento

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8. ANALISI, DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

8.1. ASPETTI GENERALI

In accordo con l’impostazione della “ Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 della Direttiva n. 92/43/CEE ” e delle “Linee guida regionali per la valutazione di incidenza di piani ed interventi ” di cui alla D.G.R. n. 220 del 09/02/2010, dopo aver descritto la Z.P.S. e analizzato l’area oggetto dell’intervento, si procede ora a sviluppare la fase valutativa vera e propria, al fine di verificare e valutare i possibili e potenziali impatti conseguenti alla realizzazione dei lavori di consolidamento di una parte del versante Nord di Frontino, interessato, oramai da tempo, da diffuso dissesto idrogeologico, con tecniche di rinforzo corticale . I possibili e i potenziali impatti verranno quindi valutati sulle specie di uccelli inserite nel formulario identificativo della Z.P.S. e sui relativi habitat di specie (di alimentazione e nidificazione), nonché nei confronti della matrice botanico-vegetazionale dell’area. Saranno inoltre verificati i possibili impatti anche nei confronti degli habitat di interesse comunitario tutelati dalla Direttiva n. 92/43/CEE, in considerazione della loro rarità e importanza nel territorio regionale e nazionale. Gli impatti che saranno descritti e valutati, rappresentano tutte le possibili forme di interazione (dirette, indirette, temporanee e permanenti) che si potrebbero potenzialmente manifestare durante la fase di cantiere e la fase successiva di taglio intercalare della zona boscata limitrofa.

8.2. IMPATTI SULL’AVIFAUNA

Le valutazioni e le considerazioni di seguito esposte derivano, oltre che da osservazioni effettuate sul posto, anche dalla consultazione del seguente materiale bibliografico:

- Formulario identificativo Natura 2000 della ZPS 06 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ”; - Relazione Studi zoologici - Monitoraggio dei siti della Rete Natura 2000 delle Marche per la loro gestione e conservazione e per la realizzazione della rete ecologica Marche (REM). Completamento delle indagini di base (Università di Urbino); - Pandolfi & Giachini (a cura di), 1995. Avifauna nella Provincia di Pesaro e Urbino; - Casini L., S. Gellini (a cura di), 2008. Atlante dei vertebrati tetrapodi della Provincia di Rimini. Provincia di Rimini, pp. 512; - Giacchini P. (a cura di), 2007. Atlante degli uccelli nidificanti nella Provincia di Ancona. Provincia di Ancona, IX Settore Tutela dell’Ambiente – Area Flora e Fauna. Ancona, 352 pp.

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8.2.1. Modello di idoneità avifaunistico

Al fine di sviluppare un processo valutativo quanto più obiettivo e oggettivo possibile, si è ritenuto opportuno predisporre il seguente modello di idoneità avifaunistico, basato sulla valutazione di presenza potenziale delle varie specie riportate nel formulario Natura 2000. La presenza potenziale è stata relazionata con le caratteristiche ambientali di un’area sufficientemente vasta, ovvero pari ad un’area circolare avente 500 metri di raggio dalla posizione baricentrica dell’appezzamento (vedi figura sotto riportata). In tale area sono presenti le seguenti categorie ambientali di riferimento: - coltivi a cereali e a erba medica (forma prevalente di uso del suolo); - aree boscate: Roverella, Carpino nero e Olmo (presente soprattutto a Nord-Est e Sud-Est dell’area).

Scala 1:10.000

500 m

Bosco di misto di Carpino, Orniello, Roverella, e Acacia.

Coltivi

Strada S.P. 18

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Il modello di idoneità ambientale (vedi pagina successiva), che formula ipotesi di presenza sulla base del rapporto esistente tra categoria ambientale d’elezione di ciascuna di esse, fenologia e caratteristiche ambientali dell’area in esame. Tale rapporto è normalizzato sulla base dei dati di presenza riportati nella letteratura consultata (Pandolfi, Giacchini, 1995 Avifauna della Provincia di Pesaro e Urbino ). Il valore finale esprime pertanto, pur se in modo empirico e sintetico, la probabilità di presenza di ciascuna specie nell’ambito considerato e quindi, in ultima analisi, l’affinità o il legame di ogni singola specie con il contesto ambientale in esame. A partire da tale legame, ciascuna specie considerata è stata poi sottoposta ad una valutazione vera e propria, riportata nelle pagine che seguono. Il valore nullo (assenza nell’area) è attribuito a quelle specie che, in base ai dati di letteratura, non risultano nidificare nel territorio provinciale, o che risultano comunque estinti come nidificanti (in base ai dati di letteratura.

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MODELLO DI IDONEITÀ AMBIENTALE AVIFAUNISTICO

Probabilità di presenza Parametro Qualitativo 0 Nulla < 5% Bassa

5 % - 25 % Media 25 % - 50 % Buona 50 % - 75 % Discreta 75 % - 100% Ottima

PRESENZA N. SPECIE FENOLOGIA % Probabilità

1 Piviere tortolino M 5 Bassa 2 Gufo reale B, S 5 Bassa 3 Gracchio corallino B irr, S irr, M 25 Media

4 Falco pecchiaiolo occ. M reg, B 25 Media 5 Albanella minore M reg, B < 5 Bassa 6 Lanario M reg, SB 25 Media 7 Falco di palude M reg, Wpar, 0 Nulla 8 Albanella reale Non nidificante 0 Nulla 9 Suc ciacapre M reg, B 50 -75 Discreta 10 Tottavilla M reg, SB 5 – 25 Media 11 Calandro M reg, B 25 Media 12 Ortolano M reg, B 5 – 25 Media 13 Biancone Non nidificante 0 Nulla 14 Averla piccola M reg, B 75 -100 Ottima 15 Balia dal collare B irr, M 0 Nulla 16 Aquila reale B, S 5 Bassa 17 Pellegrino M reg, W par, 5 Bassa UCCELLI NON RICOMPRESI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA N. 79/409/CEE 18 Fringuello B, S, M 50 Discreta 19 Ciuffolotto europeo B, S 50 Buona 20 Gheppio M reg, W, SB 75 –100 Ottima 21 Poiana M reg, W, SB 50 -75 Discreta 22 Tordo bottaccio B, S irr, M reg 25 Media 23 La cesena B, S 5 Bassa 24 Codirosso spazz. B, S reg, M irr 25 Media 25 Saltimpalo B, S, W, M invern 5 Bassa 26 Sparviero euroas. B, S reg, M irr 50 Ottima 27 Codirosso B irr, M 25 Media 28 Picchio rosso minore B, S 50 Buona 29 Ghiandaia B, S 5- 25 Discreta 30 Lodolaio M reg, B? 0 Nulla 31 Tordela B, S, W 5 Bassa

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PRESENZA N. SPECIE FENOLOGIA % Probabilità

UCCELLI NON RICOMPRESI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA N. 79/409/CEE 32 Culbianco B, S 5 Bassa 33 Luì piccolo B, S irr,W, M 50 Buona 34 Picchio verde B, S 5 Bassa 35 Picchio muratore B, S, W 5 Bassa 36 Merlo dal collare M 0 Nulla 37 Codirossone B irr, M 0 Nulla 38 Civetta B reg, S reg 5 Bassa 39 Allocco M par, SB 25 Media 40 Astore B, S, W 0 Nulla

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8.2.2. Analisi e Valutazione degli impatti

Le specie che dimostrano, a livello potenziale, un legame con il contesto ambientale considerato (valore > 0) vengono sottoposte al processo valutativo vero e proprio, di seguito riportato. Si riportano le specie piu' importanti che risultano potenzialmente di maggior diffusione nell' area oggetto di esaminazione:

SPECIE INSERITE NELL ’A LLEGATO I DELLA DIRETTIVA N . 79/409/CEE SUCCIACAPRE ; AVERLA PICCOLA ; TOTTAVILLA :

SPECIE NON RICOMPRESE NELL ’A LLEGATO I DELLA DIRETTIVA N . 79/409/CEE POIANA ; GHEPPIO ;

Le suddette specie dimostrano un legame più o meno marcato, a livello ecologico, con le aree aperte. Alcune poiché frequentano tali aree per l’intera durata del ciclo biologico (riproduzione e alimentazione), altre perché gli ambienti aperti (coltivi, praterie, aree arbustate), costituiscono preferenziali territori di caccia. Di seguito si formulano considerazioni specie-specifiche in merito ai possibili impatti derivanti dalla realizzazione del progetto. Per ciascuna specie considerata, oltre alla descrizione delle caratteristiche ecologiche, biologiche e fenologiche, viene riportata anche la distribuzione nel territorio provinciale, così come definita nell’ Atlante degli uccelli nidificanti nella provincia di Pesaro e Urbino 2 e la probabilità di nidificazione (certa, probabile ed eventuale), come di seguito evidenziata:

2 Pandolfi & Giachini (a cura di), 1995. Avifauna nella Provincia di Pesaro e Urbino

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Succiacapre - Caprimulgus europaeus

Fenologia: M reg, B Affinità con il territorio in esame: 50-75% (Discreta) Ecologia: nidifica da giugno in ambienti caratterizzati da copertura arborea o arbustiva molto discontinua, come margini e radure di boschi e boschetti, macchia mediterranea, brughiere. Non costruisce un vero e proprio nido ma le uova vengono deposte in una buchetta nel terreno nudo. Predilige, come habitat di alimentazione, boschi radi, aperti, sia di latifoglie che di conifere, intervallati a prati, aree agricole con formazioni boschive alternate a colture erbacee ed arboree. Si alimenta di insetti al crepuscolo. Relazioni con l’intervento: dai dati dell’Atlante non risulta nidificare nel quadrante considerato. La presenza di questa specie è tuttavia sotto stimata nel territorio provinciale. Non vi saranno impatti diretti nei confronti di questa specie in quanto l’impianto fotovoltaico sarà realizzato in area coltivata, ove questa specie sicuramente non nidifica, anche se la può frequentare per alimentarsi. Non sono comunque da escludere lievi disturbi durante la fase di cantiere qualora i lavori venissero effettuati durante il periodo riproduttivo. Mitigazione consigliata : allestire il cantiere al di fuori del periodo riproduttivo (giugno).

Averla piccola - Lanius collurio

Fenologia: M reg, B Affinità con il territorio in esame: 75-100 % (ottima) Ecologia: nidifica in ambienti cespugliosi e margini di foreste, con radure e aree aperte vicine. Predilige cespugli spinosi e rovi ove costruire il nido. Frequenta zone aperte, coltivate e incolte, disseminate di siepi, cespugli e alberi sparsi. Localmente si osserva anche in vigneti, oliveti, parchi e giardini. Si alimenta soprattutto di grossi insetti ma anche di piccoli rettili e nidiacei. Relazioni con l’intervento: specie ampiamente diffusa in tutto il territorio, la sua presenza è molto probabile nel territorio considerato, in particolare nelle aree limitrofe al coltivo, interessate da arbusti e macchie alberate. Per nidificare predilige infatti aree cespugliate con diffusa presenza di arbusti (aree ecotonali). Il campo coltivato, come quello in esame, non risulta idoneo a questa specie per nidificare. Pertanto, è ragionevole ipotizzare che l’impianto fotovoltaico non causerà a questa specie forme significative di impatto.

Mitigazione consigliata : allestire il cantiere al di fuori del periodo riproduttivo (aprile-giugno).

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Tottavilla - Lullula arborea

Fenologia: M reg, SB Affinità con il territorio in esame: 5 - 25 % (media) Ecologia: in Italia è comune ovunque come uccello stazionario, di passo e invernale. Il passo primaverile ha luogo in aprile, quello autunnale da metà ottobre a metà novembre. Evita i campi fertili, i boschi rigogliosi e le selve di conifere d'alto fusto, preferendo le brughiere, le stoppie, i terreni incolti sparsi d'erba rada e le valli, dove giunge ad altitudini difficilmente frequentate da altri uccelli. In provincia di Pesaro e Urbino vive in pascoli e incolti erbosi con radi cespugli ed alberi ed in radure nei boschi di collina e montagna. Sedentaria, migratrice ed invernale. Nidifica da fine marzo a giugno-luglio sul terreno, tra l’erba; migra in marzo e da metà ottobre a metà novembre. Relazioni con l’intervento: la sua distribuzione nel territorio provinciale si concentra nelle aree appenniniche e nelle zone collinari pre-appenniniche, ove predilige sostare nelle aree prative. Nel quadrante di riferimento viene considerata assente. Predilige soprattutto le aree pascolive e la loro assenza nell’area d’intervento fa escludere con buona probabilità che la specie possa essere presente come nidificante. Mitigazione consigliata : allestire il cantiere al di fuori del periodo riproduttivo (maggio-giugno).

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SPECIE NON TUTELATE DALLA DIRETTIVA

Poiana - Buteo buteo

Fenologia: M reg, W, SB Affinità con il territorio in esame: 50 - 75% (discreta) Ecologia: nidifica da aprile a giugno. Frequenta un’ampia varietà di habitat e vari sono i siti in cui può nidificare: predilige aree boscate, generalmente di piccole dimensioni, che si alternano a zone aperte e praterie. Per cacciare predilige zone aperte con scarsa copertura arborea e campagne coltivate, generalmente vicino a zone boscate a latifoglie e conifere. Si alimenta di mammiferi, rettili, anfibi. Caccia soprattutto all'agguato, posata su pali, rami o rocce, catturando le prede a terra o a poca altezza dal suolo. In periodo riproduttivo frequenta le aree boscate montane e di pianura, preferendo i boschi di latifoglie, ma anche siepi alberate. Relazioni con l’intervento: i dati dell’Atlante avifaunistico della provincia di Pesaro e Urbino riferiscono di una “nidificazione probabile” nel quadrante considerato. Nidifica su alberi, in ambiente silvano, dunque è sicuramente da escludere un impatto diretto legato alla possibile perdita di siti di nidificazione. E’ una specie opportunista, ecclettica e dunque è ragionevole ipotizzare che non risentirà, né in fase di cantiere, né in fase di esercizio, degli impianti fotovoltaico che si intendono realizzare. Mitigazione consigliata : potrebbe eventualmente essere utile allestire il cantiere al di fuori del periodo riproduttivo (maggio - giugno), in considerazione del fatto che non si può escludere una sua possibile nidificazione nelle macchie boscate limitrofe (anche se abbastanza lontane) al luogo d’intervento.

Gheppio - Falco tinnunculus

Fenologia: M reg, W, SB Affinità con il territorio in esame: 75 - 100 (ottima) Ecologia: nidifica da aprile a giugno in cavità di rocce, di vecchi edifici e di tronchi, vecchi nidi di corvidi, ardeidi e altri rapaci. Predilige ampi spazi erbosi, aperti (praterie, pascoli, steppe cerealicole, incolti…) ove preda micromammiferi, uccelli, rettili, artropodi. Caccia soprattutto in volo esplorativo o da posatoio. Spesso in "spirito santo" a poche decine di metri dal suolo, le prede vengono catturate a terra. Di frequente staziona su posatoi preferenziali. Confidente se non perseguitato. Anche gregario. Relazioni con l’intervento: è il rapace più comune e diffuso, ed è legato alle aree agricole in quanto territori preferenziali di caccia. I dati dell’Atlante provinciale attribuiscono a questa specie una “nidificazione certa”. Dato che nidifica in anfratti rocciosi e in pareti con cavità, sono da escludere impatti diretti legati alla perdita di siti riproduttivi. Potrebbe, al più, risentire lievi disturbi in fase di esercizio dell’impianto a causa della perdita, seppur minima, di un territorio di caccia. Mitigazione consigliata : considerato che la specie non risentirà, in fase riproduttiva, di nessun disturbo, non si ritiene necessario proporre misure di mitigazione ambientale.

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8.2.3. Conclusioni

Si espone, di seguito, la sintesi del processo valutativo sviluppato sulla componente avifaunistica.

 Si premette che l’area d’intervento è interessata dai seguenti fattori di criticità ambientale, che fanno ridurre l’idoneità ambientale ad ospitare specie interessanti: - presenza di un fabbricati di civile abitazione (costituenti il borgo di Frontino) a confine con la superficie interessata; - viabilità presente (S.P. 18 e strade limitrofe all’area), che determina un disturbo al sistema ambientale, sia per il transito dei mezzi, che per la frammentazione delle aree. - operazioni agricole che causano un disturbo certo e continuativo.

 Per le specie la cui presenza è maggiore sul territorio oggetto di intervento, è stato predisposto il modello di idoneità ambientale, che formula ipotesi di presenza sulla base del rapporto esistente tra categoria ambientale d’elezione di ciascuna di esse, fenologia e caratteristiche ambientali dell’area in esame. Tale rapporto è normalizzato sulla base dei dati di presenza riportati nella letteratura consultata (Pandolfi, Giacchini, 1995 Avifauna della Provincia di Pesaro e Urbino ). Il valore finale esprime pertanto, pur se in modo empirico e sintetico, la probabilità di presenza di ciascuna specie nell’ambito considerato e quindi, in ultima analisi, l’affinità o il legame di ogni singola specie con il contesto ambientale in esame. A partire da tale legame, ciascuna specie considerata è stata poi sottoposta ad una valutazione vera e propria, riportata nelle pagine che seguono. Il valore nullo (assenza nell’area) è attribuito a quelle specie che, in base ai dati di letteratura, non risultano nidificare nel territorio provinciale, o che risultano comunque estinti come nidificanti (in base ai dati di letteratura).

 In base ai risultati ottenuti dal modello di idoneità ambientale, che formula ipotesi di presenza potenziale, le specie che dimostrano la maggiore affinità con i luoghi d’intervento, ovvero con una probabilità di presenza > 50%, sono le seguenti :

o Tutelate dalla Direttiva n. 79/409/CEE: AVERLA PICCOLA , SUCCIACAPRE ;

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o Non tutelate dalla Direttiva n. 79/409/CEE: GHEPPIO E POIANA ; La presenza di tali specie è legata soprattutto alla idoneità dell’area di progetto come eventuale sito di foraggiamento.

 Nessuna delle specie segnalate nel Formulario Natura 2000 è da ritenersi nidificante nel coltivo in questione. Tale affermazione è confermata dal fatto che nel corso dei sopralluoghi effettuati non sono stati rinvenuti nidi o borre. E’ dunque possibile ritenere che non si avranno impatti diretti legati alla perdita di siti di nidificazione.

 Nelle aree limitrofe, costituite da ampi terreni agricoli privi di elementi naturaliformi (siepi, boschetti, ecc.), sono da escludere possibili nidificazioni delle suddette specie le quali, potrebbero eventualmente subire lievi e temporanei disturbi (rumori e vibrazioni) solo durante la fase di cantiere, tali per cui non sono previsti impatti significativi.

√ L’area in esame è molto limitata come estensione, in quanto investe complessivamente una superficie di 1200,00 mq. circa. Tale impatto è sicuramente lieve e trascurabile in relazione alla notevole estensione di aree coltivate presenti in tutta l’area e per un intorno significativamente ampio.

Alla luce di quanto sopra esposto, si ritiene ragionevolmente che la realizzazione dei lavori di consolidamento con tecniche di rinforzo corticale, di una parte del versante Nord di Frontino, interessato, da dissesto idrogeologico proposto, non causerà apprezzabili impatti alle specie ornitiche tutelate dalla Z.P.S., né tantomeno gli effetti sugli habitat di alimentazione e nidificazione possono considerarsi significativi. Saranno al più possibili lievi e temporanei disturbi in conseguenza dei rumori e delle vibrazioni che si produrranno durante l’esecuzione dei lavori.

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PROSPETTO RIEPILOGATIVI DEGLI IMPATTI SULL’AVIFAUNA SEGNALATA DAL FORMULARIO NATURA 2000

PRESENZA N. SPECIE IMPATTI FASE IMPATTI FASE % Probabilità DI CANTIERE LAVORI FINITI 1 Piviere tortolino 5 Bassa 2 Gufo reale 5 Bassa 3 Gracchio corallino 25 Media 4 Falco pecchiaiolo occ. 25 Media 5 Albanella minore < 5 Bassa 6 Lanario 25 Media 7 Falco di palude 0 Nulla 8 Albanella reale 0 Nulla 9 Succiacapre 50 -75 Discreta 10 Tottavilla 5 – 25 Media 11 Calandro 25 Media 12 Ortolano 5 – 25 Media 13 Biancone 0 Nul la 14 Averla piccola 75 -100 Ottima 15 Balia dal collare 0 Nulla 16 Aquila reale 5 Bassa 17 Pellegrino 5 Bassa UCCELLI NON RICOMPRESI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA N. 79/409/CEE 18 Fringuello 50 Discreta 19 Ciuffolotto europeo 50 Buo na 20 Gheppio 75 –100 Ottima 21 Poiana 50 -75 Discreta 22 Tordo bottaccio 25 Media

23 La cesena 5 Bassa

24 Codirosso spazz. 25 Media

25 Saltimpalo 5 Bassa 26 Sparviero euroas. 50 Ottima 27 Codiro sso 25 Media 28 Picchio rosso minore 50 Buona 29 Ghiandaia 5- 25 Discreta 30 Lodolaio 0 Nulla

31 Tordela 5 Bassa 32 Culbianco 5 Bassa 33 Luì piccolo 50 Buona 34 Picchio verde 5 Ba ssa 35 Picchio muratore 5 Bassa 36 Merlo dal collare 0 Nulla

37 Codirossone 0 Nulla

38 Civetta 5 Bassa

39 Allocco 25 Media

40 Astore 0 Nulla

IMPATTI PERMANENTE TEMPORANEO DIRETTO Alto Basso

INDIRETTO Basso Nullo

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8.3. IMPATTI SU FLORA E VEGETAZIONE

Si premette che in base agli studi condotti dall’Università Politecnica delle Marche (Biondi et. al, 2006), all’interno della Z.P.S. non sono state rinvenute specie incluse negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat o nelle liste Rosse Regionali e nel Libro Rosso d’Italia. Il progetto, come già esposto in precedenza, sarà realizzato in un terreno che lo strumento di pianificazione vigente, classifica come zona agricola agricolo attualmente investito a bosco ceduo. A livello botanico sia l’area che i luoghi ad esso limitrofi, essendo interessati da vaste aree coltivate presenti nelle aree vicine, sono abbastanza poveri di specie vegetali, sia in termini qualitativi che quantitativi. Per completezza, si cita che numerose essenze di Acacia sono presenti (vedi carta della Vegetazione pag. 28), con elevata densità con sviluppo disetaneo sulle superfici scoperte o investite da lavori di bonifica avvenuti in epoca relativamente recente. Tali specie sono banali e ubiquitarie, di normale interesse botanico (vedi elenco riportato a pagina 31/32). In conclusione, è possibile affermare che di lavori di consolidamento di una parte del versante Nord di Frontino, interessato, oramai da tempo, da diffuso dissesto idrogeologico non causerà alcuna alterazione o perturbazione alla componente botanico-vegetazionale dell’area, altresì trattasi di intervento migliorativo di pubblica utilità che porterà i luoghi alla veloce e completa rinaturalizzazione con specie autoctone. È dunque possibile affermare che la realizzazione del progetto in questione, non determinerà alcuna forma di interferenza alla componente botanico-vegetazionale dell’area. Questo aspetto assume un certo rilievo considerato che la vegetazione rappresenta l’elemento ambientale che, più di altri, condiziona la presenza e la diffusione delle varie specie ornitiche.

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8.4. IMPATTI SUGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO

Dal punto di vista ecologico e naturalistico, l’area prescelta per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico presenta un modesto interesse essendo localizzata all’interno di una matrice agricola, in cui le aree coltivate costituiscono la forma prevalente di uso del suolo. Nell’area di impianto non sono presenti gli habitat di interesse comunitario segnalati per la ZPS in esame, che di seguito si elencano:

6220* - PERCORSI SUBSTEPPICI DI GRAMINACEE E PIANTE ANNUE DEI Thero-Brachypodietea .

6430 - BORDURE PLANIZIALI , MONTANE E ALPINE DI MEGAFORBIE IDROFILE

6210* - FORMAZIONI ERBOSE SECCHE SEMINATURALI E FACIES COPERTE DA CESPUGLI SU SUBSTRATO CALCAREO (Festuco-Brometalia ) (*stupenda fioritura di orchidee);

9150 - FAGGETI CALCICOLI DELL' EUROPA CENTRALE DEL CEPHALANTHERO -FAGION .

9160 - QUERCETI DI FARNIA O ROVERE SUBATLANTICI O DELL ' EUROPA CENTRALE DEL CARPINION BETULI .

9180 - FORESTE DI VERSANTI , GHIAIONI E VALLONI DEL TILIO -ACERION .

9210 - FAGGETI DEGLI APPENNINI CON TAXUS E ILEX .

Consultando la Carta degli habitat redatta dall’Università Politecnica delle Marche per la Z.P.S. in parola, (vedi pag. successiva), si ha conferma che l’area in esame è priva di habitat di interesse comunitario . Rispetto al punto baricentrico del campo, gli habitat più prossimi sono i seguenti: - n. 92A0 posto a circa 350 metri a Sud, Sud-Est; - n. 91AA* posizionato principalmente in direzione Nord - Nord/Est a partire da 150- 180 ml. circa - n. 6220*, ad oltre 600 metri in direzione Sud. -

La realizzazione dei lavori di consolidamento, oltre a non causare perdita di habitat di interesse comunitario, non determinerà alcuna forma di frammentazione ambientale, in quanto nessun elemento della rete ecologica locale (siepe ed alberi, fossi, ecc.) subirà impatti, alterazioni o perdite.

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HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO - AMBITO DI INTERVENTO

Ambito di intervento

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8.5. PARAMETRI VALUTATIVI DEGLI IMPATTI

8.5.1 Dimensione ed entità, superficie occupata, distanza dai siti

L’area ricade all’interno della Z.P.S. 06 - IT 5310026 “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello ”, ed è posta ad una distanza di circa 400 metri dal confine sud-orientale della stessa (vedi figure nella pagina successiva). L’ambito interessato dal progetto in esame occupa una superficie complessiva di 1.200,00 mq. che, rispetto alle dimensioni della Z.P.S. (5.590 ettari), è da considerasi del tutto trascurabile (pari allo 0,000021% della superficie del sito Natura 2000). Dunque, l’ubicazione del campo marginale rispetto al perimetro della Z.P.S., unitamente al contesto prettamente agricolo, rendono l’ambito in esame per nulla strategico per le finalità di conservazione della Z.P.S. o per il mantenimento della sua integrità ecologica.

8.5.2. Rumore e vibrazione

Durante le attività programmate di installazione dell’impianto, si produrranno inevitabili rumori e vibrazioni in considerazione dell'esecuzione di ancoraggi profondi, del diametro di 80 mm, realizzati mediante perforazione a rotopercussione e dell’utilizzo delle macchine operatrici (per maggiori delucidazioni vedere Relazione Tecnica di progetto). Il disturbo legato al rumore e al transito dei mezzi sarà temporaneo e circoscritto al tempo strettamente necessario alla esecuzione dei lavori. A titolo precauzionale, al fine di salvaguardare possibili nidificazioni nelle aree limitrofe all’impianto (Averla piccola, Ortolano, Succiacapre), si ritiene opportuno evitare di far coincidere la fase di cantiere con il periodo di probabile massima nidificazione (aprile-giugno).

8.5.3. Produzione di rifiuti ed inquinamento Trattandosi di strutture componibili sul posto, la realizzazione delle opere comporterà una minima produzione di materiali di scarto o rifiuti. Tutti i rifiuti che saranno prodotti saranno comunque raccolti, allontanati e smaltiti nelle apposite discariche e nei centri di recupero a norma di Legge.

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Si fa osservare inoltre che durante il cantiere si produrranno inevitabili emissioni in atmosfera di polveri, imputabili maggior al transito dei mezzi per il trasporto dei vari materiali da posare in cantiere. Nei giorni più secchi, durante il periodo estivo, si potrà avere un sollevamento di polveri più accentuato, che potrà essere mitigato bagnando eventualmente l’area di lavoro e le gomme dei mezzi. Oltre alle polveri, durante la fase di realizzazione della rimessa in pristino si avranno anche temporanee emissioni di altri inquinanti in atmosfera, dovute ai motori dei mezzi impegnati nel cantiere. L’entità di tali emissioni, derivanti dai prodotti di combustione dei motori (NOx, SO 2, CO, incombusti), possono essere considerati trascurabili, tenendo conto della temporaneità dei lavori.

8.5.4. Verifica di compatibilità Nel rispetto di quanto contenuto nelle Linee Guida Regionali, è possibile fornire le seguenti precisazioni: - Il sito è esterno dal perimetro di Aree Naturali Protette (Parchi, Riserve); - Il progetto è compatibile con le misure di conservazione vigenti nella Z.P.S. in esame; - Il progetto è altresì compatibile con i fattori di vulnerabilità della Z.P.S.; - Il sito in esame non è ricompreso all’interno di Aree Floristiche di cui alla L.R. 52/74.

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8.5.5. Prospetto riassuntivo degli impatti

ASPETTO IMPATTI (Diretti, Indiretti, Permanenti, Temporanei)

La zona interessata è un appezzamento agricolo attualmente investito a bosco sul quale FLORA E si sono verificatesi smottamenti. Il rilievo floristico condotto ha evidenziato la VEGETAZIONE presenza di un certo numero di specie floristiche spontanee, dal normale interesse botanico. Nessun elemento botanico-vegetazionale di interesse sarà coinvolto. I lavori di consolidamento e la conseguente remissione in prisitno della zona con essenze autoctone non causerà quindi alcuna alterazione o perturbazione alla componente botanico-vegetazionale dell’area.

La realizzazione dell’impianto fotovoltaico non interferirà con gli habitat di interesse HABITAT comunitario tutelati dalla Direttiva n. 92/43/CEE (habitat nn. 6220, 9150, 6430, 6210, 9160, 9180, 9210). Non vi saranno fenomeni di frammentazione ambientale, in quanto nessun elemento della rete ecologica locale (siepi, alberi, fossi, ecc.) subirà impatti, alterazioni o perdite. Il sito è sottoposto ad alcuni evidenti fattori di criticità, che ne fanno rid urre l’idoneità FAUNA ambientale ad ospitare specie faunistiche interessanti o rare: - viabilità presente (S.P.18, viabilità ordinaria strada di accesso all’area ecc.), che determina un disturbo al sistema ambientale, sia per il transito dei mezzi, che per la frammentazione delle aree. - operazioni agricole che, unitamente alla presenza dell’uomo, causano un disturbo certo e continuativo all’area. Il quadro valutativo sviluppato ha permesso di accertare che nessuna delle specie segnalate nel Formulario risulta nidificare nel coltivo in esame. Tale aspetto è peraltro confermato dal fatto che nel corso dei sopralluoghi effettuati nell’area d’intervento, non sono state osservate specie in fase di nidificazione “certa” o “probabile”, né sono state rinvenute borre o escrementi. E’ dunque possibile ritenere che non si avranno impatti diretti legati alla perdita di siti di nidificazione. In fase di cantiere si produrranno inevitabili perturbazioni (rumori e vibrazioni), che potrebbero causare lievi e temporanei disturbi alle specie ornitiche potenzialmente nidificanti nelle aree limitrofe, laddove la presenza di zone ecotonali e di piccole aree boscate (poste tuttavia a debita distanza), potrebbe favorire la presenza di alcune specie interessanti (Averla piccola, Succiacapre). A lavori ultimati, tenendo conto anche della rinaturalizzazione e miglior gestione delle aree, non sono previsti impatti significativi. Il sito non è collocato in un’area di passo migratorio, come ad esempio può essere il crinale dei rilievi appenninici o le aste fluviali; si ritiene pertanto improbabile che le specie tutelate dalla Direttiva n. 79/409/CEE, in fase migratoria possano subire disturbi legati al progetto. L’area occupata dai lavori di ripristino ambientale è limitata come estensione e manterrà l’uso agricolo. Alla luce di quanto sopra esposto, è possibile sostenere con ragionevole certezza, che il progetto in questione non causerà impatti apprezzabili alle specie ornitiche tutelate dalla Z.P.S., né gli effetti sugli habitat di alimentazione e nidificazione potranno considerarsi significativi.

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ASPETTO IMPATTI (Diretti, Indiretti, Permanenti, Temporanei)

L' area di interesse risulta periferica rispetto al perimetro della Z.P.S.. E’ posta infatti a UBICAZIONE E circa 400 metri dal confine Nord-orientale del sito. L’ambito interessato dall’impianto DATI occupa una superficie complessiva di 1.200,00 mq, che rispetto alle dimensioni della DIMENSIONALI Z.P.S. (5.590 ettari), è da considerasi del tutto trascurabile (pari allo 0,000021% della superficie del sito Natura 2000). L’ubicazione e l’estensione dei luoghi rispetto al perimetro della Z.P.S., unitamente al contesto prettamente agricolo, rendono l’ambito in esame per nulla strategico per le finalità di conservazione della Z.P.S. o per il mantenimento della sua integrità ecologica. Dura nte le attività programmate di installazione dell’impianto, si produrranno RUMORI E inevitabili rumori e vibrazioni in considerazione dell'esecuzione di ancoraggi profondi, VIBRAZIONI del diametro di 80 mm, realizzati mediante perforazione a rotopercussione e dell’utilizzo delle macchine operatrici; il disturbo legato al rumore e al transito dei mezzi sarà comunque temporaneo e circoscritto al tempo strettamente necessario alla esecuzione dei lavori. Trattandosi di strutture componibili sul posto, la realizzazione delle opere comporterà RIFIUTI E una minima produzione di materiali di scarto o rifiuti. INQUINAMENTO Tutti i rifiuti che saranno prodotti saranno comunque raccolti, allontanati e smaltiti nelle apposite discariche e nei centri di recupero a norma di Legge.

ASPETTO AMBIENTALE INDICATORE VALORE Flora e N. Specie importanti a livello botanico Nessuna vegetazione N. Specie arboree/arbustive Nessuna Habitat N. Habitat interesse comunitario Nessuno N. habitat naturali coinvolti Nessuno Fauna N. specie che subiranno impatti diretti Nessuna Suolo Superficie agricola persa Nessuna Rifiuti e Inquinamento Quantità di materiale di scarto che rimane sul posto Nessuno Emissioni in atmosfera in fase di cantiere Trascurabile Dati dimensionali Superficie di ripristino / Superficie Z.P.S. 0,000021% Distanza confine Z.P.S. Circa 400 metri

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9. PROPOSTE DI MITIGAZIONE AMBIENTALE

Si ritiene, come già evidenziato, che il progetto non causerà forme significative di impatto, in quanto le dimensioni e l’ubicazione del sito permettono di affermare che non vi saranno incidenze significative nei confronti delle emergenze tutelate dalla Direttiva n. 79/409/CEE. Tuttavia, a scopo precauzionale e al fine di minimizzare eventuali e possibili disturbi, si ritiene opportuno proporre le seguenti misure di mitigazione:

1) I lavori, compatibilmente con le condizioni meteoclimatiche, dovranno essere evitati nel periodo aprile-giugno, al fine di limitare quanto più possibile l’interferenza con le specie nidificanti potenzialmente presenti nelle aree limitrofe;

2) Per ridurre l’impatto dei rumori e delle vibrazioni dovranno essere usate, per quanto possibile, macchine e attrezzature opportunamente silenziate e regolarmente manutenzionate al fine di ridurre il disturbo e prevenire possibili perdite di sostanze inquinanti nel suolo durante la fase di cantiere;

3) Contestualmente alla realizzazione del progetto in esame, verrà effettuato un taglio intercalare (anticipando il consueto turno di taglio di aree boscate - 20 anni), taglio (nelle zone coperte dalla vegetazione e non ancora interessate dagli smottamenti) della vegetazione arbustiva e delle piante in soprannumero o scadenti evitando l’asportazione degli apparati radicali e delle ceppaie e salvaguardando gli esemplari più sviluppati. Questa operazione di mitigazione è necessaria al fine di completare l'intervento.

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10. ENTI CONSULTATI Come previsto dalla metodologia adottata, per verificare se vi sono situazioni di particolare rilievo sull’area in oggetto che contrastano con l’intervento proposto, sono stati consultati i seguenti Enti: - Regione Marche, P.F. Tutela degli animali e Rete Ecologica Regionale; - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; - Comune di Frontino - Sistema Informativo territoriale. L’esito di tale verifica non ha evidenziato, nell’area in esame, l'eventuale esistenza di elementi per cui sarebbe necessaria una particolare forma di tutela (vedi paragrafo 5.2, pag. 13).

11. DATI RACCOLTI AI FINI DELLA VALUTAZIONE La presente relazione di incidenza è stata redatta tenendo conto:

- della vigente normativa in materia di rete Natura 2000;

- dei risultati delle analisi e dei monitoraggi condotti nella Z.P.S. “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello " dall’Università Politecnica delle Marche e dall’Università degli studi di Urbino, nell’ambito del progetto di Rete Ecologica della Regione Marche;

- dei sopralluoghi condotti nell’area, che hanno permesso di analizzare e descrivere il sistema ambientale dell’area in questione;

- del materiale bibliografico a disposizione, con particolare riferimento agli Atlanti degli uccelli nidificanti elaborati dalla Provincie di Rimini, di Ancona e di Pesaro e Urbino.

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12. CONCLUSIONI

La presente relazione ha inteso verificare se, conseguentemente alla realizzazione dei lavori di consolidamento in questione, è possibile mantenere specie e habitat della Z.P.S “in uno stato di conservazione soddisfacente ”, assicurando pertanto l’integrità della stessa Z.P.S. . L’integrità, in base a quanto ripotato nel documento dell’Unione Europea “La gestione dei siti della Rete Natura 2000 - Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE ”, può dirsi realizzata o mantenuta quando vengono soddisfatte le seguenti tre condizioni: 1) il potenziale intrinseco di soddisfare obiettivi di conservazione del sito è realizzato; 2) la capacità di autoriparazione ed autorinnovamento in condizioni dinamiche è mantenuta; 3) il supporto di gestione esterna necessaria è minima.

La presente relazione è stata impostata nel rispetto dell’Allegato G al D.P.R. 357/97 e in coerenza a quanto previsto nel documento “ Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 della Direttiva “Habitat” n. 92/43/CEE ”. Inoltre, la relazione è stata impostata anche nel rispetto di quanto contenuto nelle “ Linee guida regionali per la valutazione di incidenza di piani ed interventi ” di cui alla D.G.R. n. 220 del 09/02/2010. Le analisi e le valutazioni esposte sono state redatte alla luce: - delle conoscenze acquisite durante i sopralluoghi, che hanno permesso di caratterizzare la flora, la vegetazione e gli habitat presenti; - dei dati di letteratura (vedi elenco riportato al termine della relazione).

La relazione è stata impostata svolgendo dapprima un’analisi del contesto ambientale e territoriale di riferimento. Sono stati poi esaminati e valutati tutti i possibili impatti (diretti, indiretti, temporanei e permanenti), conseguenti alla realizzazione del progetto sulle varie specie segnalate dal Formulario identificativo della Z.P.S e sui relativi habitat di alimentazione e nidificazione. Per completezza e per maggior dettaglio nel processo valutativo, è stato considerato il sistema ambientale nel suo complesso. Pertanto, oltre agli uccelli, è stata analizzata

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anche la componente botanico-vegetazionale del sito e delle sue aree limitrofe. Sono stati inoltre considerati anche gli habitat di interesse comunitari ubicati all’interno della Z.P.S. Alla luce di quanto emerso nel quadro analitico e valutativo esposto nella presente relazione, Premesso che ai lavori in esame, sono considerati opere di pubblica utilità, indifferibili e urgenti;

Visto che l’area in esame è un coltivo che per dimensioni e ubicazione non presenta caratteristiche rilevanti per quanto riguarda gli obiettivi di tutela dell’avifauna della Z.P.S;

Evidenziato che verrà mantenuta non solo la destinazione agricola dell’area, ma anche l’uso della stessa (mediante la il mantenimento e potenziamento della stessa qualità di coltura attuale);

Considerato che il luogo in esame è idoneo ad ospitare i lavori esplicati in questo documento essendo ubicato in posizione favorevole rispetto ai vincoli e alle tutele paesistico-ambientali in quanto, a parte la presenza rilevante di un Sito Natura 2000: a) non ricade all’interno del perimetro di un Parco o di una Riserva Naturale istituita; b) ricade in zona paesisticamente vincolata ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004; c) ricade in zona sottoposta a vincolo idrogeologico di cui al R.D. n. 3267/1923. Sono previste lievi movimentazioni del terreno, pertanto potrebbe non essere necessario acquisire il nulla-osta al vincolo idrogeologico in ottemperenza alla Delibera di Giunta Provinciale n. 147 dell’08/05/2008 “ Atto ricognitivo per semplificazione amministrativa vincolo idrogeologico ”;

Considerato peraltro che a norma della Direttiva n. 92/43/CEE, la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat, della flora e della fauna selvatica, deve essere perseguita tenendo conto delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali, al fine di favorire l''integrazione della tutela degli habitat e delle specie con le attività economiche e con le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che risiedono all''interno della rete Natura 2000;0

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È POSSIBILE CONCLUDERE affermando che si ritiene improbabile che il progetto, sia in fase di esecuzione dei lavori, che nella fase successiva, possa produrre effetti significativi sulla Zona di Protezione Speciale “Calanchi e praterie aride della media valle del Foglia ” e che vada a inficiare gli obiettivi di tutela che hanno portato alla sua istituzione.

Tanto dovevasi a evasione dell’incarico conferitomi.

Lunano, lì 22 novembre 2016.

Il Tecnico Dott. Ing. Giorgio D’Angeli

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13. BIBLIOGRAFIA

- Formulario identificativo Natura 2000 della ZPS “ Calanchi e praterie aride della media valle del Foglia” ; - Interpretation Manual of European Union habitats, aprile 2003. - Commissione Europea - La gestione dei Siti della Rete Natura 2000: Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della Direttiva “Habitat“ 92/43/C.E.E. - Commissione Europea - Divisione valutazione d’impatto, Scuola di Pianificazione Università Oxford Brookes: Valutazione dei piani e progetti aventi un’incidenza significativa sui siti della Rete Natura 2000. Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafo 3 - 4 della Direttiva Habitat 92/43/C.E.E. - MINISTERO DELL’AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE – Banche Dati Formulari Natura 2000. - Relazione Studi zoologici - Monitoraggio dei siti della Rete Natura 2000 delle Marche per la loro gestione e conservazione e per la realizzazione della rete ecologica Marche (REM). Completamento delle indagini di base (Università di Urbino); - Università Politecnica delle Marche e Università di Urbino: Progetto di Rete Ecologica della Regione Marche (R.E.M.) - Pandolfi & Giacchini (a cura di), 1995. Avifauna nella Provincia di Pesaro e Urbino; - Casini L., S. Gellini (a cura di), 2008. Atlante dei vertebrati tetrapodi della Provincia di Rimini. Provincia di Rimini, pp. 512; - AA.VV. 1986: Atlante dei suoli d’Italia. Collana di Orientamenti Geomorfologici ed Agronomici forestali. - AA.VV. 1991 Il Patrimonio Vegetale delle Marche, Regione Marche Ass. Urb. e Amb., Ancona. - BRICHETTI P 2002 : Uccelli, De Agostini, Novara. - PIGNATTI S. 1982: Flora D’Italia – Ed agricole Bologna. - GIACCHINI P. (a cura di), 2007. Atlante degli uccelli nidificanti nella provincia di Ancona. Provincia di Ancona, IX settore Tutela dell’Ambiente – Area Flora e Fauna . Ancona 353 pp.

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REPORT FOTOGRAFICO (con rappresentazione dei punti di ripresa fotografica su Ortofoto)

Si allega planimetria dell'area con punti indicanti la posizione ed il numero degli scatti fotografici. A seguire report fotografico con descrizione delle fotografie.

Punti di ripresa fotografica (da 1 a 7):

5

2 6 3 1

4 7 4

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FOTO N . 1

Visione complessiva del la zona del versante Nord di Frontino interessata dal dissesto

FOTO N . 2

Particolare del movimento franoso interessato dall’intervento di consolida- mento.

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FOTO N . 3

Terreno smottato da rimettere in pristino con tecniche di rinforzo corticale.

FOTO N . 4

Opera di sostegno esistente minacciata da cedimenti del terreno

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FOTO N . 4

Vista di un seminativo limitrofo. Presa fotografica scattata in direzione Nord, oltre la S.P. 18.

FOTO N . 5

Altra vista di area investita a medicaio nelle immediate vicinanze dell’area oggetto di intervento.

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FOTO N . 6

Seminativi in rotazione.

FOTO N . 7

Panoramica sul versante Sud del Borgo di Frontino.

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FOTO N . 8

Vista in direzione Sud del luogo di intervento.

FOTO N . 9

Vista in direzione Nord/Ovest - Sud/Est del luogo di intervento.

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I.G.M. - Foglio 108 - Quadrante II

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SCALA 1:5.000

SCALA 1:10.000

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LISTE DI CONTROLLO A SUPPORTO DELLA REDAZIONE DELLO STUDIO DI INCIDENZA

Tavola n. 1 : Habitat naturali della Direttiva 92/43/CEE ed altri habitat naturali interessati dall’intervento

* Superficie Codice (1) (2) Denominazione (3) mq % % (4) (5) (6) Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato - - - 6 2 1 0 calcareo (Festuco-Brometalia) (Stupenda fioritura di orchidee); Percorsi substeppici di graminacee e piante 6 2 2 0 annue dei Thero-Brachypodietea; - - - Bordure planiziali, montane e alpine di 6 4 3 0 megaforbie idrofile - - - Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del 9 1 5 0 * Cephalanthero-Fagion; - - - Querceti di Farnia o Rovere subatlantici e 9 1 6 0 dell’Europa centrale del Carpinion betuli; - - - Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del 9 1 8 0 - - - Tilio-Acerion ;

9 2 1 0 * Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex; - - -

LEGENDA Colonna 2: l’asterisco indica la presenza di un habitat prioritario. Colonna 3: descrive il tipo di habitat secondo la nomenclatura del Manuale di interpretazione degli habitat dell’Unione Europea. Colonna 4: riporta la superficie complessiva in mq dell’habitat interessato dall’intervento. Colonna 5: riporta la percentuale della superficie indicata in colonna 4 rispetto al totale della superficie dell’habitat interessato. Colonna 6: riporta la percentuale della superficie indicata in colonna 4 rispetto al totale della superficie dell’habitat presente nella ZPS.

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Tavola n. 2 : Lista di Controllo dello Studio di Incidenza TIPOLOGIA CARATTERISTICHE SI/NO Denominazione dell’intervento SI Generalità Normativa di riferimento SI Comune interessato SI Proponente Denominazione SI Indirizzo SI Contatto SI Timbro e firma del tecnico SI Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà SI Superficie di intervento SI Ambito di Inquadramento territoriale Sovrapposizione con altri interventi SI riferimento Vincoli presenti SI dell’intervento Aree Nat. Protette Nazionali o Regionali SI

Ubicazione e caratteristiche stazionali SI Obiettivi e finalità SI Caratteristiche Azioni ed opere previste SI dell’intervento Infrastrutture SI Previsioni di Ubicazione trasformazione Dimensioni territoriale Tempi di attuazione NO (perché) Interventi con NO movimentazione di Ubicazione terreno Dimensioni Tempi di attuazione NO (perché) Insediamenti NO abitativi, turistici e Ubicazione produttivi su aree Dimensioni naturali e/o Tempi di attuazione seminaturali NO (perché) Cambi colturali su NO vaste superfici Ubicazione Dimensioni Tempi di attuazione NO (perché) Riduzione di aree NO ecotonali Ubicazione

Dimensioni Tempi di attuazione NO (perché): Modifica di ambienti NO fluviali e perifluviali Ubicazione Dimensioni Tempi di attuazione NO (perché): Modifica di ambienti NO costieri (coste alte, Ubicazione ambienti dunali e Dimensioni retrodunali) Tempi di attuazione NO (perché): Modifica di ambienti NO collinari e montani Ubicazione Dimensioni Tempi di attuazione

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NO (perché) TIPOLOGIA CARATTERISTICHE SI/NO Siti Natura Elenco dei siti interessati SI 2000 Analisi dell’area di intervento SI Modalità della caratterizzazione Analisi dell’area vasta SI naturalistica della parte dei siti interessati Formulario SI Banche dati naturalistiche SI Rilievi di campo SI Fonti bibliografiche SI Metodiche analitiche SI Habitat naturali secondo lo schema di Tav. 2 SI Contenuti della caratterizzazione Specie animali delle Direttive 92/43/CEE e SI naturalistica della parte dei siti interessati 79/409/CEE e delle Liste Rosse nazionale e regionale: - lista………………………...... SI - fenologia…………………………... SI - dati censimenti ……………………. SI - superficie habitat di specie ………... NO Specie vegetali delle Liste Rosse nazionale NO e regionale: - lista………………………………… - fenologia ………………………….. - dati censimenti ……………………. - superficie habitat di specie ………… Comunità vegetali in senso fitosociologico: SI - lista………………………………… SI - superficie interessata………………. SI - struttura della vegetazione………… SI - rilievi fitosociologici………………. NO Elaborati Relazione tecnica SI tecnici e grafici Tavola di inquadramento rispetto alle previsioni urbanistiche SI Planimetria SI Principali tavole Sezioni SI Particolari costruttivi SI Tavole dell’ubicazione dell’intervento Sovrapposta agli habitat naturali SI (1:10.000 o <) Sovrapposta agli habitat di specie NO* Documentazione fotografica SI Verifica di Con la normativa vigente nell’Area SI compatibilità Naturale Protetta Con le misure di conservazione vigenti nei SI siti Natura 2000 Con i fattori di vulnerabilità nei siti Natura SI 2000 Con le Aree Floristiche di cui alla L.R. n. SI 52/1974 Individuazione Tipo di impatto SI degli impatti Cause e fattori di impatto Genere di impatto SI Quantità dell’impatto SI

* in luogo ad essa è stato predisposto il modello di idoneità avifaunistico (ved. pag. 37 e seguenti)

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Tav. 3 : Fattori di impatto e caratteristiche dei rispettivi impatti

IMPATTO CAUSE E FATTORI DI IMPATTO Tipo Genere Quantità

Escavazioni e movimentazioni di terreno NO NO NO

Occupazione temporanea di suolo per deposito NO NO NO materiali

Occupazione temporanea di suolo per NO NO NO movimentazione macchine operatrici

Urbanizzazioni residenziali e produttive NO NO NO

Cambio di destinazione d’uso di ampie superfici NO NO agricole NO

Realizzazione di drenaggi superficiali e/o NO NO NO profondi

Captazioni e derivazioni idriche NO NO NO

Scarico di rifiuti al suolo NO NO NO

Emissione di rifiuti in atmosfera 7 Temp- In fase di cantiere, dovuti ai Ind-Iso motori dei mezzi e strumenti di perforazione. Trascurabili

Produzione di rumori e vibrazioni 7 Temp- Avvertibile dalla fauna dai Ind-Iso luoghi limitrofi

Produzione di campi elettromagnetici NO NO NO

Realizzazione di infrastrutture lineari NO NO NO

Impianti luminosi NO NO NO

Immissioni faunistiche NO NO NO

Immissione di specie vegetali NO NO NO

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Tav. 4 : Fattori di impatto e caratteristiche dei rispettivi impatti

N. CODICE HABITAT IDENT . DENOMINAZIONE TIPO DI IMPATTO HABITAT NATURALE NON SPECIE IMPATTO NATURALE PREVISTO DALLA DIRETTIVA 1 Perdita di habitat naturale o di altro NO NO habitat 2 Perdita di habitat di specie NO (alimentazione, riproduzione, rifugio) 3 Degrado o danneggiamento di NO NO habitat naturale 4 Degrado o danneggiamento di NO habitat di specie (alimentazione, riproduzione, rifugio) 5 Frammentazione di habitat naturale NO NO 6 Frammentazione di habitat di specie NO (alimentazione, riproduzione, rifugio) 7 Disturbo di specie animali Temp-Ind-Iso 8 Perdita di specie animali NO 9 Interferenza con la circolazione idrica superficiale 10 Interferenza con la circolazione idrica profonda 11 Dissesto idrogeologico 12 Introduzione di fauna alloctona NO 13 Riduzione degli elementi naturali e seminaturali del paesaggio 14 Introduzione di flora alloctona NO

Tav. 5 : Genere di impatto

SIGLA DI IDENTIFICAZIONE GENERE DI IMPATTO DENOMINAZIONE TIPO DI IMPATTO Temp Temporaneo Perm Permanente Dir Diretto Ind Indiretto Iso Isolato Cum Cumulativo

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DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL’ATTO DI NOTORIETÀ (DPR 28 dicembre 2000, n. 445)

Il Sottoscritto DOTT . ING .. GIORGIO D’A NGELI , nato a Potenza il 26/06/1968, residente nel Comune di Lunano (PU), corso Roma n. 69/A; tel. 0722 726073 - 338 9576917; e- mail: [email protected]; PEC: [email protected]; incaricato della redazione dello Studio di Incidenza relativo al progetto “Lavori di consolidamento del versante Nord dell’abitato di Frontino - Intervento su movimento franoso a seguito del maltempo Novembre 2012”, a conoscenza di quanto disposto dall’articolo 76 del DPR n. 445/2000 che recita: Art. 76 - Norme penali. 1. Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. 2. L’esibizione di un atto contenente dati non piu’ rispondenti a verità equivale ad uso di atto falso. 3. Le dichiarazioni sostitutive rese ai sensi degli articoli 46 (certificazione) e 47 (notorietà) e le dichiarazioni rese per conto delle persone indicate nell’articolo 4, comma 2 (impedimento temporaneo) sono considerate come fatte a pubblico ufficiale. 4. Se i reati indicati nei commi 1, 2 e 3 sono commessi per ottenere la nomina ad un pubblico ufficio o l’autorizzazione all’esercizio di una professione o arte, il giudice, nei casi più gravi, può applicare l’interdizione temporanea dai pubblici uffici o dalla professione e arte. e consapevole che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici, esclusivamente nell’ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa DICHIARA di essere in possesso delle competenze in campo biologico, naturalistico, ambientale e nel settore delle valutazioni degli impatti necessarie per la corretta ed esaustiva redazione dello Studio di Incidenza, perché è in possesso del seguente titolo di studio: LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE - SEZIONE TRASPORTI ; e della seguente esperienza professionale/iscrizione all’Albo professionale: ISCRITTO ALL ’O RDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA PESARO E URBINO , DAL 18 MARZO 1996, CON IL N ° 957.

Lunano, lì 22/11/2016.

Firma______

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