piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA SUB ALLEGATO A1 livello d’ambito scheda d’ambito

ambito 03 e val di lima Comuni di: Sillano (LU), Giuncugnano (LU), Piazza al (LU), (LU), Castiglione di Garfagnana (LU), Castiglione di Garfagnana (LU), (LU), (LU), (LU), (LU), Barga (LU), (LU), (LU), Castelnuovo di Garfagnana (LU), (LU), Bagni di (LU), (LU), (LU), Vergemoli (LU), Fabbriche di Vallico (LU)

profilo dell’ambito 1. descrizione interpretativa 2.

invarianti strutturali 3. interpretazione di sintesi 4. disciplina d’uso 5. informazioni relative al piano piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima

Castelnuovo di Garfagnana

Barga

Fornoli

Bagni di Lucca

Piazza al Serchio Profilo dell’ambito

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p. 3 garfagnana e val di lima Profilo dell’ambito

p. 4 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima

Il profilo della Garfagnana e Val di Lima presenta alcuni tratti tipici dei paesaggi montani, altri determinati da caratteri geomorfologici unici (le Alpi Apuane, condivise con il versante versiliese), altri peculiari, legati a una storia in cui l’imprinting fondamentale è dato dall’incastellamento longobardo insieme a una lunga tradizione di villaggi rurali, di difficile accessibilità. L’ambito si distingue per una considerevole ricchezza d’acqua (per conformazione del bacino, per permeabilità di gran parte della matrice geologica), con abbondanti sorgenti di origine carsica, anche termali e minerali. D’altra parte, l’elevata piovosità e i ridotti tempi di corrivazione fanno sì che il fondovalle sia tra le aree a maggior rischio idraulico della Toscana. La crisi del sistema economico agro-silvo-pastorale ha comportato il trasferimento della popolazione nelle aree pianeggianti, l’abbandono delle aree agricole (con invasione del bosco), dei pascoli di montagna e dei castagneti da frutto. Speculare a questi processi, l’urbanizzazione del fondovalle del Serchio, soprattutto nel tratto basso - fino a Gallicano - dove in alcuni “nodi” il fiume ha formato piane alluvionali di buona suscettibilità agricola. Su queste piane e sui tratti più ampi del fondovalle si sono sviluppati gli insediamenti recenti, a volte saldando borghi preesistenti, e localizzate le nuove piattaforme industriali. L’urbanizzazione, date la caratte- ristiche dell’alveo del fiume, non è continua ma a “isole”, con un alta densità di residenze e di attività produttive imperniate su una doppia viabilità - una recente e una “storica” modernizzata - che corre lungo i due lati del Serchio, cui si aggiunge la linea ferroviaria. Dove, nell’area di pertinenza fluviale, convivono zone con elevati livelli di naturalità e aree agricole (talvolta di tipo tradizionale) la forte espansione degli insediamenti ne aggrava inevitabilmente la criticità idraulica, rispetto a eventi di particolare intensità. La relativa industrializzazione del fondovalle, sovrapposta alla preesistente economia agricola, ha provocato il proliferare di molte attività (spesso piccole o piccolissime) nei centri minori, nelle corti e all’interno delle abitazioni, creando una contiguità indissolubile tra luogo di residenza e luogo di lavoro. Un vero e proprio fenomeno economico e sociale che ha portato a un’accentuata dispersione produttiva, con problemi di relazione tra diverse parti degli insediamenti, la concentrazione del trasporto merci su gomma e una progressiva congestione del traffico. Profilo dell’ambito

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p. 5 garfagnana e val di lima Profilo dell’ambito

p. 6 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 03 livello d’ambito garfagnana e val di lima

Descrizione interpretativa 2 garfagnana e val di lima orientale, quello sud-occidentale e la parte mediana della dei giganti” lungo alcuni torrenti. Le Alpi Apuane e i nuclei stasi successive (Pleistocene medio - inferiore) hanno fa- 2.1 Strutturazione geologica e vallata. Ad sud-ovest, in corrispondenza del nucleo delle mesozoici del settore nord – orientale dell’area presentano vorito una progressiva estensione del carsismo profondo e geomorfologica Alpi Apuane e delle vallate limitrofe, prevalgono gli affiora- anche importanti fenomeni carsici ipogei ed epigei, concen- una riorganizzazione dei reticoli carsici preesistenti, soprat- menti di rocce carbonatiche appartenenti al Dominio Tosca- trati in alcune aree, tra le quali le Alpi Apuane, una delle tutto nel versante sud-occidentale del massiccio montuoso. no metamorfico e non (Autoctono apuano e Falda Toscana). aree carsiche più importanti d’Italia. La storia delle grotte in Gli ingressi di tali cavità sono concentrati soprattutto in zone La presenza di queste litologie favorisce lo sviluppo di ver- Apuane, la maggior parte delle quali si sviluppa all’interno coperte da ghiacciai durante l’ultima glaciazione. Le grotte santi aspri e acclivi con ampie porzioni di roccia affiorante e dei termini carbonatici della successione mesozoico - ter- apuane e in particolare la Tana che Urla, nei pressi di For- pareti subverticali, mentre lungo il confine nord-orientale le ziaria dell’Autoctono Apuano, risale a più di due milioni di novolasco, hanno anche un interesse geostorico, oltre che formazioni affioranti sono costituite da Flysch arenacei, che anni fa: la presenza di cavità relitte a quote generalmente paesaggistico e naturalistico: sono state oggetto di alcune vanno a formare la dorsale appenninica creando, solitamen- superiori ai 1500 m s.l.m. e la datazione di speleotemi da delle prime osservazioni naturalistiche nel XVIII secolo e te, forme più arrotondate con vallate più aperte e coperte diverse grotte apuane fanno risalire l’origine del carsismo ispirarono naturalisti quali Antonio Vallisnieri e Lazzaro Spal- da vegetazione culminanti nelle morfologie di crinale che ipogeo al Pliocene, in una fase precedente al sollevamento lanzani per la formulazione delle loro teorie sul ciclo delle criteri metodologici (LINK) delimitano questo settore della Toscana. Lungo il settore delle Alpi Apuane. Alternanze di fasi di sollevamento e di acque ponendo le basi alle moderne teorie di idrogeologia. appenninico sono presenti anche alcune finestre tettoniche L’ambito della Garfagnana e Val di Lima corrisponde in pre- (Ripa di Soraggio, Corfino, Val di Lima) che permettono l’af- valenza ad una depressione strutturale maggiore (graben) fioramento dei nuclei mesozoici carbonatici della Falda To- ad andamento appenninico, sinforme, delimitata da alti scana, in cui si ripresentano forme simili al settore apuano. strutturali (antiformi) corrispondenti alle catene montuose Tra questi il più esteso è il nucleo mesozoico della Val di delle Alpi Apuane, ad ovest-sud ovest e della dorsale appen- Lima dove le incisioni vallive del Torrente Lima, del Torrente ninica, a est-nord-est. Il Fiume Serchio ne percorre la parte Fegana e dei loro affluenti permettono di leggere la storia mediana, incidendo i depositi alluvionali che ne riempiono il geologica di questo settore dell’Appennino lungo profondi settore centrale. La porzione della Val di Lima corrisponde canyon, il più spettacolare dei quali è l’Orrido di Botri. all’omonimo nucleo mesozoico che è costituito da una gran- Al nucleo del graben affiorano litologie che variano dai de- de struttura plicativa a vergenza da orientale a nord orienta- positi alluvionali recenti, ai depositi fluvio - lacustri post- le. La genesi e l’evoluzione dell’ambito è legata alle vicende orogenetici, in contatto con depositi litoidi appartenenti al geologiche che hanno coinvolto questo settore dell’Appen- dominio Ligure (prevalentemente arenaceo – marnosi e ar- nino settentrionale, una catena a falde di ricoprimento la gillitici) e alla parte sommitale della Falda Toscana (Flysch cui complessa storia evolutiva è legata principalmente a due prevalentemente arenacei). In questo settore le forme sono fasi tettoniche principali: una fase compressiva che, dal Cre- più arrotondate, con versanti più dolci e presenza di su- taceo superiore al Miocene superiore, con la chiusura del perfici pianeggianti o sub – pianeggianti in corrisponden- paleo-oceano ligure - piemontese, ha determinato la messa za dei depositi alluvionali pleistocenici (conoidi di Pieve in posto delle unità che costituiscono la catena (Dominio Fosciana, Barga, Filecchio, Pian di Coreglia - Ghivizzano) Ligure, Dominio Subligure e Dominio Toscano), ed una fase o dei depositi fluvio lacustri che testimoniano la presenza estensionale che, tra il Miocene superiore e il Pliocene in- in passato dei bacini lacustri villafranchiani di Castelnuovo feriore, ha determinato la formazione di fosse tettoniche Garfagnana - Castiglione e di Barga – Ghivizzano, le cui (graben), tra cui la Val di Serchio. Questa valle, conosciuta soglie corrispondono a faglie trasversali al sistema di faglie anche con il nome di Graben della Garfagnana, è delimitata principale che delimita la fossa tettonica. Nell’evoluzione dei da sistemi di faglie normali, generalmente con direzione ap- versanti hanno giocato un ruolo molto importante anche i penninica, che conferiscono ai fianchi della depressione un movimenti franosi superficiali e le deformazioni gravitative caratteristico profilo a gradinata. Successivamente a queste Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione profonde di versante (DGPV), presenti, in particolare, lun- fasi si sono verificati eventi tettonici (neotettonica) che han- go il settore nord – orientale e nella Val di Lima. Agenti di no condizionato lo sviluppo e l’approfondimento del reticolo modellamento esogeni modificarono nel tempo la forma dei idrografico, profondamente condizionato dal’assetto tetto- rilievi e delle vallate: tra questi in particolare le glaciazioni nico e strutturale dell’area, e hanno favorito l’evoluzione giocarono un ruolo molto importante condizionando la ge- geomorfologica della valle che si presenta, generalmente, nesi di forme particolari. Nel Pleistocene (circa 1,8 milioni di profondamente incassata con versanti ripidi. Vari indizi, tra anni fa) la catena apuana e l’Appennino vennero interessati cui l’attività sismica, la presenza di più ordini di terrazzi e dall’azione dei ghiacciai, in particolare nell’ultimo periodo la riattivazione dell’erosione fluviale e torrentizia indicano glaciale, il Wurm. L’azione glaciale modellò le cime e i ver- che questi movimenti sono tutt’ora in atto. Dal punto di santi lasciando parecchi segni ancor’oggi visibili come circhi vista morfologico, la valle presenta profonde differenze tra e valli glaciali, rocce montonate e morene. Lo scioglimento i due versanti e il fondovalle. Tale variabilità è legata, oltre dei ghiacciai ha, inoltre, favorito l’approfondimento dei corsi all’assetto strutturale anche alla differenza di litologie che d’acqua e la genesi di forme spettacolari come le “marmitte Schema strutturale d’ambito p. 8 crea profonde differenze di paesaggio tra il settore nord- piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima grazie al rinvenimento di alcuni manufatti nelle località di (casi di Riparo del Fredian, Riparo Piastricoli e Isola Santa), epigravettiano finale, prima testimonianza di quest’epoca 2.2 Processi storici di Verrucole, Forcola, Sillicagnana e Calbricchia. In questo pe- occupati da popolazioni di cacciatori, dediti principalmente nella Toscana settentrionale), sorto su una serie di terrazzi territorializzazione riodo, gruppi di cacciatori stanziati in Versilia gravitavano alla caccia allo stambecco (cui si riferiscono nella valle del oltre quota 1.000 m, le cui industrie litiche rinvenute (suc- occasionalmente anche nelle aree interne della Garfagnana, Serchio l’80% dei resti faunistici individuati), che facevano cessive a quelle limitrofe de La Greppa e Casini di Corte) dove abbondano cervi, cinghiali e orsi. Si tratta di un noma- periodicamente ritorno ai medesimi siti. I soli insediamen- testimoniano di insediamenti a presenza stagionale (non dismo di piccoli gruppi familiari che alla caccia abbinano la ti attestati in quota (laddove erano prevalenti le praterie) occasionale) funzionali alla caccia. La frequentazione sta- raccolta dei frutti selvatici. Manufatti musteriani sono stati sono le officine litiche di Casini di Corte e de La Greppia. gionale di aree fra loro differenti consente quindi un miglior ritrovati anche lungo i crinali appenninici, come presso il In epoca mesolitica continua l’occupazione dei fondovalle sfruttamento delle risorse ambientali, grazie all’occupazio- Passo del Giovarello (quota 1.660 m). Nel corso del Paleo- con alcune stazioni “estive” anche a quote molto alte (oltre ne alternata dei fondovalle in inverno (ad esempio i siti di litico superiore abbiamo dapprima attestazioni lungo il Ser- i 1.500 m, in alcuni casi anche oltre i 2.000 metri) come at- Isola Santa e Piazzana) e delle alture montane in estate. chio, con gli insediamenti di Pontecosi (stazione officina per testato in alcuni siti lungo il confine emiliano, come nel caso Tali dinamiche di seminomadismo sono rese possibili anche del Passo della Comunella e Lama Lite (in territorio emiliano e soprattutto dall’innalzamento della temperatura media criteri metodologici (LINK) la lavorazione della selce) e Pieve Fosciana, successivamen- te un periodo, corrispondente all’ultima glaciazione (24.000 Monte Cusna, Bagioletto e Le Coste): nei boschi d’altura che per altro porta alla rarefazione dei grandi mammiferi, – 18.000 anni fa), per il quale non si riscontrano presenze. (con prevalenza di aceri e frassini, mentre abeti e querce controbilanciata però dall’aumento della piccola selvaggina. Periodo preistorico-protostorico Gli insediamenti umani ricompaiono al termine della glacia- crescono più a valle) gli animali maggiormente cacciati sono Questa fase rappresenta quindi una graduale transizione dal Le prime tracce della presenza umana possono essere fat- zione (12.000-10.000 anni fa) in forma di ripari sotto roccia cervi e cinghiali. Particolarmente rilevante sembra essere, nomadismo continuo all’occupazione sedentaria dei piccoli te risalire al Paleolitico Medio (circa 40.000 anni da oggi), e nuclei all’aperto, siti in prossimità dei fondovalle boscosi in questa fase, l’insediamento de La Greppia II (giacimento gruppi di agricoltori neolitici. Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle principali direttrici di transito del periodo. Scala 1: 240.000 con ipotesi delle principali direttrici di transito del periodo. Scala 1: 240.000 p. 9 garfagnana e val di lima Con il Neolitico si affermano i primi insediamenti stabili le- una sostanziale trasformazione: l’area viene infatti sotto- mento del comprensorio. mente in conflitto contro Roma e i suoi alleati, appoggiando gati allo sfruttamento agricolo dei campi, come nel caso messa, entrando nel territorio di pertinenza (chora) di , A cavallo fra IV e III secolo a.C. si insediano in Garfagna- i Cartaginesi nel corso della seconda guerra punica. di Pian di Cerreto e Muraccio di Pieve Fosciana. Continua già delineatasi come entità cittadina. In questa prospettiva, na le popolazioni liguri apuane che si stabiliscono principal- anche l’occupazione dei siti di altura, sebbene a quote più la capillare occupazione delle pianure, soprattutto lungo i mente in piccoli villaggi (che sembrano rispecchiare un’or- Periodo romano basse rispetto alle stazione stagionali precedenti. Oltre all’a- dossi fluviali, traccia un reticolo di insediamenti agricoli in- ganizzazione per clan) disposti attorno ad un castellum I contrasti fra Liguri e Romani si fanno progressivamente gricoltura, si afferma in questo periodo la pastorizia (cui dispensabile alla crescita demografica della città. Su questi (sito di sommità, spesso fortificato più per conformazione più forti e sfociano in un aperto conflitto, particolarmente è legata la produzione di latte, formaggi e lana), mentre vigilano gli abitati d’altura che, posti a controllo delle vie di naturale che per l’intervento antropico), come evidenziato intenso in Garfagnana e Versilia, all’inizio del II secolo a.C.: quella venatoria diventa un’attività complementare. Il pro- comunicazione, dei fiumi e delle valli, formano anche una nel contesto del Monte Pisone. I nuovi arrivati strutturano gli Apuani arrivano addirittura ad attaccare Pisa. La dura gressivo riscaldamento climatico favorisce la diffusione, cerniera difensiva del centro urbano, integrando talora la un’economia basata sullo sfruttamento delle risorse silvo- reazione romana si concretizza con un’offensiva che porta nelle aree montane, dei boschi di cerro, roverella, acero, protezione naturale offerta dalla morfologia con cinte mura- pastorali della montagna (lana e legname), sull’agricoltura alla sconfitta ligure e che sancisce, fra 180 e 179 a.C., il loro castagno, nocciolo e faggio. È tuttavia probabile che vi sia- rie, come per i castellieri di Renzano, Albiano e Gromignana. praticata grazie a terrazzamenti artificiali di fondovalle (in- assoggettamento, cui seguirà una massiccia deportazione Durante il V secolo a.C. gli insediamenti sparsi lungo il fiume dividuati nella conca di Vagli presso l’insediamento di Piari) no stati massicci disboscamenti per conquistare nuovi spazi dei vinti nel Sannio e la fondazione delle colonie romane sembrano conservare i tratti assunti nel corso del secolo e sui rapporti commerciali con le popolazioni etrusche (in coltivabili. di Lucca (180 a.C.) e Luni (177 a.C.) a segnare la conqui- precedente, continuando a essere occupati da un’unica uni- particolare verso la piana lucchese, il Valdarno e Pisa). La Non sono molte le attestazioni di epoca eneolitica: fra que- sta del pieno controllo del territorio in questione. Le terre tà insediativa, come riscontrabile dai corredi funerari delle predisposizione agli scambi favorisce l’insediamento lungo ste, quelle più significative sono legate ai siti Buca di Ca- precedentemente occupate dai Liguri vengono ridistribuite, necropoli “familiari”. la fitta rete di comunicazione esistente nelle aree di crinale stelvenere e Grotta delle Fate di Calomini, grotte/ripari che anche se sono comunque attestate piccole e isolate comu- Alla fine del V secolo a.C. la Valle del Serchio entra in un e di fondovalle. I rapporti con gli Etruschi si incrinano verso sembra abbiano assolto anche a funzioni sepolcrali. L’as- nità apuane (le cui resistenze sono definitivamente sedate periodo di profonda crisi che porta al sostanziale spopola- la fine del III secolo a.C., quando i Liguri entrano aperta- senza d’informazione archeologica riguarda comunque un a metà del II secolo a.C.) che sopravvivono ritirandosi sulle lungo periodo, in particolare dopo la fine del Bronzo Finale. alture ma che subiranno un progressivo e inevitabile pro- Nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. sulle sponde del cesso di romanizzazione. basso corso del Serchio nascono piccoli gruppi abitativi ca- La geografia degli abitati del primo periodo romano ricalca ratterizzati da un’economia prettamente agricolo-pastorale, sostanzialmente l’assetto precedente. Il reticolo idrografico, mentre l’alta valle pare ancora spopolata. e in particolare il Serchio, continua infatti ad attrarre i poli insediativi in forma pressoché esclusiva, anche se possiamo Periodo etrusco annoverare alcuni (pochi) siti che sorgono sulle alture, a Con la fine del VII secolo a.C. si avviano lenti e graduali controllo delle vie di comunicazione fluviali e terrestri: è il processi di rioccupazione del territorio, in particolare lungo caso delle fortificazioni sorte sul Monte Castellaraccio e a il Serchio, dove i resti delle necropoli e degli abitati, che Castiglione (Castrum Leonis). Il fulcro dell’economia è an- vivono anche dello sfruttamento delle risorse disponibili sul- cora costituito dall’attività mercantile, alimentata da Pisa e le alture, rivelano un’assoluta omogeneità culturale con la dai centri del litorale tirrenico, che viene integrata con agri- Lucchesia, Pisa e la Versilia. Si infittiscono gli abitati lungo coltura, tessitura e allevamento. l’Auser e i suoi affluenti e le condizioni di vita paiono simili In questo periodo la Garfagnana e tutta la valle del Serchio a quelle del periodo precedente, anche nel costume funera- assumono la denominazione di Forum Clodii: rappresentano rio, dove permane l’incinerazione. comunque un territorio sostanzialmente marginale rispetto La crescita demografica si fa più intensa negli anni di pas- alle ben più vitali aree della Lucchesia e della costa tirrenica. saggio fra VI e V secolo a.C., in conseguenza della generale Poche sono, infatti, le testimonianze che abbiamo per l’epo- rivitalizzazione dell’Etruria nord-occidentale, probabilmente ca romana nel comprensorio. dovuta a un nuovo vigore dei traffici sulle rotte tirreniche La Garfagnana segue le vicende insediative di Lucca e per da Populonia a Marsiglia e, lungo gli itinerari appenninici, questo, dopo la riorganizzazione del sistema di insediamen- da Pisa/Volterra a Marzabotto/Bologna, con ovvie e imme- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione ti montani di età augustea, conosce un periodo di crisi in diate ripercussioni positive anche lungo il corso del Serchio, età medio-imperiale (II-III secolo d.C.), quando la lonta- dove si sviluppa l’insediamento della Murella, autentico cro- nanza dai traffici mercantili marittimi della città del Serchio cevia degli itinerari transappenninici. Il momento di floridez- provoca la decadenza dell’apparato commerciale urbano e za economica e insediativa è strettamente legato anche al commercio del ferro dell’Isola d’Elba, con i villaggi etruschi il conseguente abbandono di molti siti rurali nel territorio della piana e della valle chiamati a fungere da centri di smi- di pertinenza. Tuttavia, non smette di svilupparsi l’insedia- stamento verso la valle Padana. mento montano della Garfagnana, che conosce una fase di Risale a questo periodo il cambiamento dell’organizzazione nuova vitalità a partire dal III secolo, anche favorita dalla dei culti “terreni”: da ambienti di culto privati e domestici si crescente importanza degli itinerari che collegano Lucca (in passa all’edificazione di luoghi di culto collettivi, veri e propri ripresa dalla parte finale del secolo) all’area padana eal santuari, con ubicazioni di per sé suggestive o comunque parmense, come testimoniato dall’abitato di Volcascio, che legate al culto delle acque. sorge proprio lungo tale direttrice. Un fenomeno di grossa Durante l’età tardo arcaica il sistema insediativo subisce Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, rilevanza per l’ambito, a partire da questo secolo, è costi- p. 10 con ipotesi delle principali direttrici di transito del periodo. Scala 1: 240.000 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima tuito dalla sistematica frequentazione delle grotte, sfruttate tre distretti territoriali, denominati fines, che prendono il insediamenti, chiamati loci e villae, dei quali è difficile de- rio, con la primaria finalità di controllare le direttrici di traf- talvolta come ripari, ma soprattutto come luoghi cultuali. È il nome dal centro amministrativo di riferimento, solitamente terminarne la consistenza demografica e topografica, che fico e formare una cerniera difensiva a protezione di Lucca. caso della Buca della Piella e della Buca delle Fate, o ancora associato a una pieve: fines contronienses (dal castrum e si strutturano attorno alla rete plebana, sviluppata con la Si tratta di piccoli nuclei fortificati, di modesta entità demo- della Grotta delle Cento Camere e della Grotta dei Cinghiali pieve di Controne in Val di Lima), fines carfanienses (dal duplice funzione di fare delle pievi i principali poli di diffu- grafica, ma in grado di diventare capoluoghi amministrativi (intensamente occupata in età tardoantica, ma forse già nei castrum di Carfaniana, attuale , in alta Val sione del cristianesimo e i centri dell’organizzazione politico- dei rispettivi distretti rurali. secoli precedenti). La frequentazione delle grotte va conte- di Serchio) e fines Castrinovi (Castronovo vico Campulo, at- amministrativa e insediativa. Questi nuclei (in gran parte Il sistema curtense in Garfagnana si sviluppa in forma piut- stualizzata in un più generale quadro di rinnovato interesse tuale Castelnuovo, in Garfagnana centrale). evolutisi fino ai giorni nostri) si dispongono sui versanti me- tosto modesta, con curtes generalmente di piccole dimen- per le risorse montane e le attività silvopastorali. Già dal IV-VI secolo si verifica un’occupazione delle aree di glio esposti delle valli, su una fascia altimetrica di mezza sioni, e con una strutturazione molto frammentaria che la- L’uso rituale di questi antri prosegue in epoca tardoantica, a montagna da parte di piccole comunità contadine sparse, di costa: quasi mai sembrano occupare le alture né il fondo- scia ampio spazio e un ruolo ancora centrale alle comunità testimonianza del fatto che, quando ormai il Cristianesimo piccola entità e spesso di breve durata, che si strutturano in valle, spesso soggetto a piene ed eventualmente sfruttato a locali, come nei casi di Sillano e Soraggio. L’economia si è assunto a religione ufficiale dell’Impero, in queste aree maniera più definita e consistente nei due secoli successivi. scopi agricoli (talvolta dopo le necessarie opere di bonifica). fonda principalmente sulla pastorizia stanziale, sulla coltiva- appenniniche, la popolazione continua a praticare riti e culti È però solo a partire dal VII-VIII secolo che si assiste alla Sorgono sovente in posti naturalmente difesi dalla presenza zione della vite e su quella dei cereali adatti alle alte quote, pagani. nascita di vere e proprie forme di insediamento accentrato, di corsi d’acqua e in posizione funzionale a un intenso e oltre che sul castagneto, che è però prerogativa dei piccoli che rispondono a nuove forme di gestione delle risorse fore- razionale sfruttamento delle risorse agricole del circondario. proprietari locali, non sembrando avere un ruolo rilevante stali, in particolare con la diffusione del castagneto a scapito Accanto alla rete di villaggi iniziano a svilupparsi, sempre nell’ambito del’economia curtense. Periodo Medievale della preesistente macchia (cerreti e querceti). dall’VIII secolo, i cosiddetti “castelli di prima generazione”, Nel corso del IX - X secolo, pur in presenza dei piccoli pro- In periodo altomedievale la montagna lucchese è divisa in Nei documenti di VIII secolo sono attestati infatti numerosi che rientrano in un processo di militarizzazione del territo- prietari locali acquisiscono sempre maggiore iniziativa e spa- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, Il territorio della Garfagnana nella prima metà del XVII secolo (Marcantonio Botti, Archivio di Stato di Lucca) con ipotesi delle principali direttrici di transito del periodo. Scala 1: 240.000 p. 11 garfagnana e val di lima zio alcuni gruppi familiari che tuttavia non riescono, almeno plementarietà delle attività e degli spazi produttivi garantite Periodo moderno valico di San Pellegrino. in una prima fase, a dominare in modo esclusivo l’intera dallo spostamento stagionale. Dal tardo Medioevo fino ai tempi unitari e oltre, la Garfagna- Nel 1847, con l'unione del Ducato di Lucca al Granducato, comunità. In questi secoli, infatti, alcuni esponenti dell’ari- Il secondo incastellamento si sviluppa piuttosto tardivamen- na ha avuto una storia politico-amministrativa complessa, scomparve l'antica Garfagnana fiorentina con l'annessione stocrazia lucchese vengono beneficiati da parte del vescovo te, a partire dal XII secolo e solo dopo la fine della dinastia essendo frazionata fra tre diversi Stati – Modena, Lucca e di Barga al Compartimento lucchese. Gli Asburgo Este go- di proprietà ecclesiastiche a partire dalle quali costruiranno marchionale dei Canossa, in stretta relazione al processo di Firenze – con tutte le tensioni ed i conflitti del caso. vernarono l’alta Garfagnana fino al 1859 e all’annessione al i loro domini territoriali, sfruttando rendite ed esazioni de- formazione delle signorie territoriali. Le trasformazioni dei Dopo la conquista di Lucca nel XIII secolo, prima (intorno Regno di Sardegna e poi d’Italia. rivate dalle terre e smarcandosi progressivamente dal con- centri abitati sono evidenti sia a livello dimensionale che a alla metà del XIV secolo) Firenze si impadronì definitiva- Nel 1865 alle sette province ex granducali venne aggiunta trollo vescovile. livello urbanistico, con la frequente ricostruzione di chiese, mente di Barga e del suo territorio, poi buona parte dei l’ottava di Carrara (inizialmente compresa nel Com- La trasformazione dei possessi economico-patrimoniali in cinte e delle stesse case contadine. comuni della valle si ribellò a Lucca e tra il 1429 e il 1451 partimento Emilia, in virtù dell’antica dominazione estense poteri giurisdizionali è esercitata, a partire dal X-XI secolo, Il sistema della signoria territoriale ha tuttavia durata relati- fece atto di vassallaggio nei confronti dello Stato degli Este e a quella più recente borbonica, ampliata con gran parte tramite l’edificazione di castelli che, tranne pochi casi (Ca- vamente breve, dal momento che nel corso del XIII secolo, di Ferrara, divenendo successivamente una provincia del della Garfagnana). Nel 1923 il governo fascista, per motivi stelnuovo, Gorfigliano e Verrucole sono un’evoluzione dei e nei due successivi, la Garfagnana viene inglobata nella Ducato di Modena; ai lucchesi rimase soltanto la Val di Lima geografici e di facilità delle comunicazioni riunì a Lucca il precedenti abitati), sorgono ex-novo, affiancando (e non sfera d’infliuenza della città di Lucca e si caratterizza inoltre con e la bassa valle del Serchio con le vicarie circondario di Castelnuovo Garfagnana con i 16 comuni che sostituendo) la rete di villaggi ormai consolidata, rispetto per la crescente autonomia delle realtà comunali, che già di Gallicano, Castiglione Garfagnana e Minucciano. Il pas- con l’Unità erano stati aggregati a Massa Carrara. Tutta la alla quale i centri castrensi non sembrano comunque avere dal secolo precedente avevano sviluppato forme di contrat- saggio nel Ducato di Modena ebbe come prodotto la prima Garfagnana, infatti, nei tempi unitari gravitava ormai sem- un ruolo preponderante. In effetti, nei secoli centrali del Me- tazione per la gestione dei beni forestali e dei pascoli. strada rotabile transappenninica della Toscana occidentale, pre di più – in termini economici e culturali – verso Lucca. dioevo la Toscana nord-occidentale (in particolare Lucchesia L’economia bassomedievale si fonda sulla stretta integra- la via Vandelli fra Massa e Modena per l'alta Garfagnana e il Alla scala comunale, modifiche riguardarono ripetutamente e Garfagnana) viene definita area di “signoria debole”. Il zione economica fra la città e la montagna. Dapprima l’ini- ruolo preponderante di Lucca e dei relativi rappresentanti ziativa delle signorie, poi le politiche delle comunità locali, del potere pubblico su tutto il territorio circostante inibisce ma soprattutto l’adesione della Garfagnana al sistema eco- infatti il possibile emergere di poteri signorili forti e le stes- nomico lucchese, spingono a una maggior specializzazione se dinamiche dell’incastellamento si sviluppano attraverso produttiva della montagna, orientata commercialmente ai modalità disomogenee. In questo comprensorio, il potere mercati urbani. I rilievi vengono sfruttati sistematicamente signorile non riesce quasi mai a creare e organizzare am- con la coltura di vite e ulivo alle quote più basse, quella pie circoscrizioni territoriali, non avendo voluto rinunciare a del castagneto da frutto (non più selvatico, ma innestato uno stretto legame con la città, le sue dinamiche politiche e coltivato in piani terrazzati) a quelle intermedie e, sopra ed economiche e i derivanti interessi. Sebbene solo in for- i mille metri, quelle di faggi e abeti, destinati al taglio di ma parziale, la fondazione dei castelli ridisegna comunque legname da ardere, da utilizzare in edilizia e soprattutto il paesaggio attraverso l’occupazione delle alture: si deter- da inviare verso Pisa, lungo il Serchio, per la cantieristica mina un sistema di popolamento basato sulla presenza dei navale. L’espansione del castagneto (che funge anche da villaggi prevalentemente sui versanti e dei centri castrensi aerea di pascolo alberato) porta ad una forte contrazione sulle sommità. La rete difensivo-militare si articola, oltre che della macchia, colpita anche dai pesanti tagli per la mes- nei castelli, anche in torri di avvistamento, lungo le aree di sa a coltura di nuove aree agricole e per il rifornimento di confine, e rocche destinate a ospitare piccoli presidi militari legname: questa rapida erosione delle aree boschive porta e modeste residenze signorili, spesso vere e proprie fattorie nel tempo (in particolare dal XIV secolo) a decreti di divieto fortificate. La produzione agricola, prima sostanzialmente di taglio, se non per le strette necessità. Un fenomeno inse- affidata alle comunità rurali (le signorie locali si limitavano diativo molto particolare in periodo basso-tardo medievale alla riscossione delle imposte derivanti) risente progressiva- (in corrispondenza alla decadenza della gestione signorile mente degli effetti di una più diretta gestione da parte delle dei territori di alta montagna) è quello degli alpeggi, nati Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione famiglie feudali, che organizzano la produzione mediante il dallo sdoppiamento dei villaggi di fondovalle. La creazione sistema dei livelli, favorendo così una diversa ripartizione, di questi piccoli nuclei stagionali (occupati da primavera ad estremamente frammentata, della proprietà dei terreni agri- autunno) si lega alla tendenza alla gestione collettiva delle coli. L’allevamento, precedentemente equilibrato fra ovica- risorse offerte dalle aree montane, dove si pratica la pasto- prini e suini, si sbilancia ora a favore dei secondi, che ben rizia e forme particolari di agricoltura (fieno, cereali robusti, si integrano con la diffusione del castagneto, in un quadro ecc), per le quali si procede al terrazzamento dei pendii. di ampio sfruttamento delle risorse forestali. Gli ovicaprini L’allevamento segna in questa fase il ritorno ad una preva- continuano comunque ad essere allevati, ma attraverso la lenza di ovicaprini e alla transumanza orizzontale, spesso pratica della transumanza verticale, che evita lunghi spo- verso i territori della Maremma. stamenti e si realizza nei brevi spazi delle comunità locali Nel XV secolo il comprensorio passa per circa un decennio (presso gli abitati di fondovalle in inverno e nei vicini pascoli sotto il controllo fiorentino, salvo rientrare subito dopo nella d’altura in estate) favorendo così ‘integrazione con l’attività sfera d’influenza lucchese, a sua volta minacciata dalla po- agricola, l’adozione di nuove forme di coltivazione e la com- litica espansionistica degli Estensi: a metà secolo ben due Il territorio dell’ambito nella carta della Toscana di Giovanni Inghirami del 1825-30 in scala 1:100.000 (Archivio Nazionale di Praga) p. 12 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima nel 1884, nel 1893 e nel 1897 (prima con Nelle alterne fasi di incremento della popolazione (XVI-XVIII del XVIII secolo – delle prime vere strade rotabili moderne nati dal governo di Pietro Leopoldo (1765-90), con ridistri- un’area montana aggregata al di Lucca, poi con secolo), si registrarono ampliamenti degli insediamenti pae- che scavalcavano l'Appennino tosco-emiliano sulle direttrici buzione di parcelle di pascoli e boschi alle famiglie residenti. le frazioni di Lugnano, Bugnano, Pieve dei Monti di Villa e sani e diboscamenti e dissodamenti a fine di messa a coltura Modena-Pistoia e Bologna-Firenze. Negli anni '60-'70 del XIX secolo però i residui beni comuni Granaiola assegnate a Bagni di Lucca e infine con la frazione – con gradonamento dei versanti – anche nelle aree monta- Ancora fino al primo trentennio del XIX secolo tutta la valle furono in buona parte venduti o allivellati ad agricoltori ab- Fornoli assegnata ancora a Bagni di Lucca) e Fabbriche di ne, ove si arrivò ad occupare stabilmente sedi temporanee era percorsa da semplici mulattiere. Le nuove strade mo- bienti dai governi unitari (specialmente in base alla legge n. Vallico nel 1948 (con il passaggio della frazione di Trassilico di pascolo come Capricchia, Capanne di Sillano, San Pelle- derne furono la via del Cerreto da Caniparola a Reggio Emi- 2011 del 4 agosto 1874 nell’intera Provincia di Massa furono a Gallicano). grinetto; nelle campagne vallive-collinari più fertili (Barga, lia (per Fosdinovo e , anni '20-'30); qualche anno 14.679 ha); ciò determinò il peggioramento delle condizioni Anche nell’età moderna e contemporanea la Garfagnana Camporgiano, Castelnuovo, Pieve Fosciana, Coreglia e San dopo fu la volta della via da Tereglio al passo del Giovo, del- di vita dei contadini più poveri che si videro sottrarre queste ebbe sempre un'economia agricola e agro-silvo-pastorale, Romano) si diffuse anche l'appoderamento mezzadrile con la importante via della Garfagnana da Lucca (in sinistra del tradizionali possibilità integrative di lavoro e reddito. per il suo carattere chiuso e soprattutto per l’assenza delle case coloniche sparse e seminativi arborati. Serchio) a Barga e fino all’attuale statale 63 in Lunigiana, Oltre a ciò, la stazione termale di Bagni di Lucca nei tempi vie di comunicazione di grande percorribilità che si distri- Nonostante la persistenza dell’omogeneità sociale ed eco- della via Ponte della Turrite Cava-Castelnuovo per Perpo- unitari perse l’importanza che aveva raggiunto qualche de- buivano sulle direttrici Parma-Sarzana, Modena-Pistoia e nomica del mondo della montagna, tra la seconda metà del li, della Castelnuovo-Pieve a Fosciana, della Castelnuovo- cennio prima come luogo di ricercato soggiorno e cura. Bologna-Pistoia e soprattutto Bologna-Firenze. Nonostante XVIII secolo e il periodo napoleonico la società garfagni- Camporgiano; nel 1859 venne ultimata la strada rotabile da L’assenza di ferrovie non permise l’insorgere di processi di la presenza di piccoli opifici andanti ad acqua lungo i fiumi na cominciò a differenziarsi dando vita ad una piccola “ari- Castelnuovo Garfagnana a Pieve Pelago sulla statale Mode- industrializzazione. Nella seconda metà del XIX secolo, le Serchio e Lima (mulini, ferriere e cartiere), l’agricoltura as- stocrazia” comunale di imprenditori che acquistarono beni nese dell’Abetone tramite la Foce delle Radici (che sostituiva poche attività industriali – oltre i tanti mulini e frantoi – era- sorbiva la grande maggioranza delle popolazioni. privatizzati dai francesi e divennero ceti di governo locale, l’inadeguata via Vandelli), mentre nei primi anni unitari fu no localizzate soprattutto nel fondovalle e in prossimità dei Già nei secoli del basso medioevo con continuità in quelli assumendo le redini delle amministrazioni comunali. costruita la Fivizzano-Piazza al Serchio. piccoli centri urbani (ferriere, conce di pelli, setifici, pastifici, dell’età moderna le sezioni alto-collinari e basso-montane Con l’annessione al Regno di Sardegna (1859) e poi d’I- fabbriche di panni e cappelli, poche fornaci, cementifici e svilupparono, insieme con i coltivi cerealicoli e la vite dispo- Periodo contemporaneo talia (ma con dipendenza amministrativa dalla provincia di una cartiera), meglio dotati di servizi commerciali e culturali sti su versanti di monti e colli accuratamente gradinati, spe- Nonostante il continuo allargamento degli spazi coltivati (in Massa Carrara del circondario di Castelnuovo, nonostante e di professioni liberali. A Vagli erano state aperte cave di cialmente e ovunque la coltivazione del castagno: le selve di terreni montani poco fertili), la crescita demografica sette- l’assenza di collegamenti stradali rotabili con Massa), ne de- marmo che occupavano 80 operai. castagni da frutto divennero il fondamento dell'alimentazio- ottocentesca (con la popolazione assommante a 52.600 rivò una provincia apuana nata dall'assemblaggio di vecchie La stasi produttiva dei tempi unitari spiega l'avvio, dagli ne della società socialmente assai omogenea dei piccoli pro- unità al 1833) non venne accompagnata dalla crescita pro- suddivisioni territoriali prive di complementarietà economi- anni '80 del XIX secolo, dell'emigrazione definitiva – diretta prietari allevatori e coltivatori particellari, tradizionalmente duttiva. ca e distanti per carenza di comunicazioni. soprattutto Oltreoceano ma anche in Europa – dai paesi residenti nei paesi incastellati o aperti e nei minuscoli casali L'attività economica fondamentale in età francese e nei Infatti, la realizzazione della ferrovia Aulla-Lucca ad unico montani, che prima dell'Unità erano soliti alimentare invece dalla conformazione compatta o polinucleare o con disper- tempi della Restaurazione era ancora l'agricoltura con l’alle- binario che univa la Pontremolese alla Garfagnana – voluta quella temporanea e stagionale (pastori, lavoratori forestali, sione delle sedi riguardo al nucleo principale. Questi agri- vamento e la castanicoltura. per dare dato impulso all'industria dell'estrazione del mar- figurinai ed operai generici) che comunque rimase forte ed coltori convivevano con i prati pascoli e i boschi a fustaia Terra di piccoli e piccolissimi proprietari agricoltori e alleva- mo – richiese tempi assai lunghi: nel 1912 da Aulla raggiun- assunse caratteri differenti, come dimostra l'alto numero di d’altura che consentivano di sviluppare un ragguardevole tori, con poche zone pianeggianti, la Garfagnana non era in se Monzone, nel 1930 Equi, nel 1939 Pieve San Lorenzo; ambulanti con professioni specifiche (artigiani e mercanti di allevamento di ogni genere di bestiame – che d’inverno in grado di produrre cereali (grano, cereali minori e mais nella nella Garfagnana, già nel 1899 era stato costruito il tratto figurine in gesso). larga misura transumava nelle costiere tirreniche – appog- breve pianura irrigua) in quantità sufficiente per il proprio Lucca-Bagni di Lucca, ma per il secondo tratto occorse at- L’inchiesta agraria Jacini (anni ’80) dimostra che l’agricoltu- giandosi a modeste stalle-fienili o dimore temporanee che, consumo: a questo deficit si sopperiva con le castagne e tendere il 1911 (proseguimento per Castelnuovo) e il 1938 ra del circondario di Castelnuovo era basata sul castagne- in alcuni casi (come a Montefegatesi), costituivano veri e con l'emigrazione stagionale in Maremma, Corsica e valle (fino a Piazza al Serchio), con il congiungimento con il tratto to (38,5%), sui coltivi prevalentemente a seminativi e viti propri villaggi. padana, spostamenti che consentivano (con l’allevamento lunense di Aulla inaugurato solo nel 1958-59. (11,7%), sul bosco essenzialmente di faggio (45%) e sugli Tale sistema agro-silvo-pastorale era integrato da beni co- stanziale-transumante essenzialmente ovino) di disporre Anche nei tempi unitari l'agricoltura rimase la base dell'e- incolti (4,74%) saltuariamente utilizzati come pastura per munali (boschi, pascoli, terreni agrari) utilizzati da tutte le del denaro necessario a saldare il deficit alimentare; le pro- conomia. La mezzadria era diffusa nelle fasce più basse i circa 50.000 ovini che costituivano la principale fonte di famiglie che, in parte, nel 1935 saranno ceduti allo Stato duzioni di vino ed olio erano – con le castagne – apprezza- della valle ma i poderi – estesi mediamente poco più di 5 guadagno. Le proprietà maggiori non raggiungevano i 100 (circa 9000 ha), mentre quelli del versante apuano rimar- bili, ed il secondo prodotto addirittura avanzava ai bisogni ha – non furono mai organizzati nel sistema di fattoria, in ha, con estensione media di 14 ha. Gli agricoltori e pastori ranno sempre di pertinenza dei comuni (Minucciano, Vagli interni con esportazione nell'area padana. quanto la borghesia locale (residente specialmente a Barga) possidenti erano il 69,3%, i mezzadri il 30,2%, gli affittuari di Sotto, Vergemoli, Molazzana, Careggine e Castelnuovo Neppure il notevole sviluppo di Bagni di Lucca come sta- possedeva corpi di terra di pochi decine di ettari, sufficienti lo 0,5%. Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione Garfagnana con oltre 6700 ha); altri beni collettivi per quasi zione di soggiorno termale nella prima età del XIX secolo ad organizzare solo un ristretto numero di aziende a base Tale quadro produttivo rimase sostanzialmente statico fino 1000 ha appartengono ai comuni di Barga e Fabbriche di riuscì ad attivare processi di modernizzazione nell'assetto famigliare. al secolo XX e negli anni giolittiani, anche se tra Otto e No- Vallico. territoriale. In questo periodo, con le realizzazioni di Elisa Nelle zone di collina e di montagna meglio esposte (gene- vecento si aggiunse la crescita dell'industria marmifera nella Sono proprio gli usi collettivi e le proprietà comunali, insie- Bonaparte e dei Borbone, Bagni di Lucca divenne una vera e ralmente a sud) il terreno era capillarmente gradonato con sezione apuana (Minacciano e Vagli di Sotto). me con l’insediamento accentrato, a spiegare la persistenza propria elegante e cosmopolita città termale (ampliamento terrazzi sostenuti da muretti di pietra o con ciglioni di ter- Allo scoppio della Grande Guerra poche erano le fabbriche: 2.2 fino all’età industriale di istituzioni e consuetudini arcaiche dei centro abitato e miglioramento delle vie di comunicazio- ra battuta, ed era utilizzato per un'agricoltura povera nella l'unica vera innovazione fu la manifattura LMI poi SMI (pro- ma altamente socializzanti. ne), con dimore signorili, locali di ritrovo, giardini e viali al- quale, un po’ ovunque, i seminativi cedevano il posto alla duzione di materiali bellici) edificata dagli Orlando a Fornaci Nei principali centri di mercato e di amministrazione della berati e con valorizzazione delle antiche terme, assumendo coltura del castagno. Qui continuava a prevalere la piccola e di Barga nel 1915, con i laghi artificiali realizzati nella pri- valle (Castiglione e Castelnuovo, Barga, Gallicano e Bagni a grandi linee l'aspetto attuale. piccolissima proprietà diretto-coltivatrice che si appoggiava ma metà del secolo per ricavare energia idroelettrica con di Lucca che fin dal tardo Medioevo svolse una funzione di In generale però la stagnazione economica continuava a per l'allevamento del bestiame sui beni comuni oggetto di sbarramento del fiume Serchio e dei suoi affluenti (a Ca- stazione termale) vennero costruiti anche nuovi palazzotti dipendere anche dalla emarginazione infrastrutturale della liti fra paesi confinanti; soltanto nell’ex territorio granducale stiglione Garfagnana, Minacciano, Pieve Fosciana, Vagli di con caratteri signorili dalle più facoltose famiglie locali. valle, aumentata dopo la costruzione – a partire dalla metà di Barga i demani collettivi erano stati in larga parte elimi- Sotto, Vergemoli, Sillano, Gallicano-Borgo a Mozzano), oltre p. 13 garfagnana e val di lima che del fiume Lima (Lima e Pian della Rocca). In genera- le l'economia poggiava quasi interamente su un'agricoltura poco produttiva per la povertà dei capitali disponibili e la crescente frammentazione fondiaria in mano ad un numero rilevante di proprietari. Nonostante una moderata ripresa industriale della seconda metà degli anni '30 dovuta alla politica autarchica fascista, nell'ultimo dopoguerra la crisi doveva riproporsi in termini ancora più gravi. La crisi dell’agricoltura di sussistenza e della coltivazione del castagno che si manifestò in modo irreparabile nell’imme- diato ultimo dopoguerra determinò la fuga quasi generaliz- zata dai paesi montani e collinari e dagli oltre 1700 poderi mezzadrili esistenti (censimento 1951), con abbandono col- turale delle sistemazioni orizzontali e di molte dimore rurali. Lo spopolamento fu generale specialmente negli anni ’50- ‘60: dal 1951 quando la valle aveva 74.011 abitanti, si scese a 65.355 nel 1961 e a 59.302 nel 1971. Successivamente il decremento continua ma alquanto rallentato, con la popo- lazione che tocca 57.215 nel 1981, 54.131 nel 1991, 51.671 nel 2001 e 51.972 nel 2010. Anche i comuni meglio ubicati e dotati di centri quasi-citta- dini contribuiscono a tale impoverimento demografico, con l’eccezione di Barga, Castelnuovo Garfagnana e Piazza al Serchio che nel lungo periodo mantengono sostanzialmente i loro residenti, grazie al ruolo attrattivo esercitato dai ca- poluoghi che sviluppano apparati e funzioni quasi cittadini. Molti sono comunque i pendolari giornalieri verso Lucca e la sua piana e verso la Versilia. Dai censimenti demografici si conoscono i dati del tracollo occupazionale: il settore primario tra 1951 e 1971 è sceso da 12.357 a 3509 attivi; il settore secondario da 14.071 a 12.947 attivi; solo il settore terziario cresceva da 4897 a 6279 attivi; la popolazione attiva scendeva da 31.325 a 22.735 unità. Negli ultimi decenni, il sistema agricolo residuo si è ricon- vertito con la razionalizzazione e la specializzazione degli ordinamenti produttivi: soprattutto lo zootecnico-foraggero (produzione di bovini e ovini da latte e da carne nelle aree Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione montane) e secondariamente la viticoltura; a grande distan- za l’olivicoltura e la frutticoltura (parte bassa della valle) nelle aree piano-collinari. Modesto è il peso dell’industria dopo la crisi che recente- mente ha colpito manifatture tradizionali come la metallur- gica SMI (oggi KME) di Fornaci di Barga che dà lavoro a cir- ca 700 dipendenti per la produzione di laminati in rame, con piccole manifatture ubicate nelle poche aree pianeggianti del fondovalle (Piazza al Serchio-Minucciano, Castelnuovo Garfagnana, Pieve a Fosciana, Gallicano, Fornaci di Barga e Bagni di Lucca) con impianti nel settore tessile-abbigliamen- to, cartario, chimico e delle figurine.

p. 14 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

p. 15 garfagnana e val di lima

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 16 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima legenda Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

2.3

criteri metodologici (LINK)

p. 17 garfagnana e val di lima Dal febbraio del 1522 al giugno del 1525, per conto del- esaggio, la sua mancanza di ampiezza o di umanità, la sua 2.4 Iconografia del paesaggio la corte ferrarese che non poteva più permetterselo come verticalità, così contraria alla felicità del viaggio, sono mo- semplice cortigiano, Ludovico Ariosto finisce commissario tivo del suo interesse”. Per le Apuane una data di qualche ducale a Castelnuovo di Garfagnana, per portare ordine peso è il 1865, quando la capitale del Regno d’Italia si tra- nella selvatica provincia stremata dalle continue lotte tra sferisce a Firenze trascinandosi dietro buona parte dell’ap- lucchesi e fiorentini. Dalla Fortezza che oggi si chiama Roc- parato statale sardo-piemontese, la correlata borghesia ca Ariostea, osserva a lungo il territorio da presidiare e il erudita e accademica e anche i soci del Club Alpino Italiano paesaggio circostante, dominato dalla “nuda Pania” che lo da poco fondato. Ha così inizio una più strutturata atten- serra come un giogo, lo atterrisce per i ladroni e gli as- zione, condivisa anche con scienziati e alpinisti europei, a sassini, e lo sfianca di scalate: “Questa è una fossa, ove quelle montagne superbe che già godevano del rapporto abito, profonda,/donde non muovo piè senza salire/del sil- con Ariosto e Michelangelo, e della curiosità di Spallanzani voso Apennin la fiera sponda”. Una terra di lupi e briganti, e Targioni Tozzetti. criteri metodologici (LINK) di castelli e romitori, di valli chiuse e di valichi, di streghi e Nell’album fotografico Alpi Apuane Versilia e Lunigiana di di raffinatezze. A scavalco con i possedimenti del ducato Ranieri Agostini esploratore fiorentino, le immagini con- estense oltre Appennino, vi era giunto da Talata nell’Emilia densano il ricco sguardo dell’autore: la memoria dei luoghi il pittore che a Pieve Fosciana, tra il 1460 e il 1470, mostra di Ariosto e Michelangelo, la forma dei dipinti macchiaioli un bambinello tutto serio, impegnato a unire vocali e con- o romantici e quella della fotografia ufficiale, la competen- sonanti nell’abbecedario che regge sotto lo sguardo vigile za alpinistica, l’attenzione moderna alle nuove vie aperte della madre regina. dall’industria marmifera. Non manca la foto a Il Procinto, il Come tutte le alte cime, anche le Apuane sono divenute gigantesco torrione staccatosi dalla Nona (alla parete ver- solo di recente meta di passeggiate, esplorazioni e imprese: ticale Agostini dedica una foto da manuale alpinistico) che l’alpinismo è una creatura ottocentesca, e la promozione era per Ariosto la dimora del Sospetto. Né al Monte Altissi- borghese della montagna che ne deriva nasce -annota Ro- mo dalla Foce di Sella, che a dispetto del nome è tra le cime land Barthes in Miti d’oggi- da un “bastardo miscuglio di più basse (m 1589) della catena ma divenuto celebre per- naturismo e di puritanesimo”, in cui “l’ingratitudine del pa- ché Michelangelo ne scelse il marmo statuario, ed è tutt’og- Ranieri Agostini, Cresta del Garnerone dalla Foce di Giovo, da “Alpi Apua- Ranieri Agostini, La parete della Nona, da “Alpi Apuane Versilia e Lunigia- ne Versilia e Lunigiana”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino na”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino

Ranieri Agostini, Arni e l’Alto di Sella, da “Alpi Apuane Versilia e Lunigia- na”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

Ranieri Agostini, La Tambura dalla strada di Gorfigliano, da “Alpi Apuane Raffaello Sernesi, Alti pascoli, Milano, collezione privata p. 18 Versilia e Lunigiana”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima gi tra le maggiori cave aperte. Né alla vetta (m 1858) che ai tempi di Agostini dava ancora il nome all’intera catena (Pa- nia della Croce e Pania secca dalla sommità del Procinto). E non poteva essere altrimenti, così impressa per la mole nella memoria visiva di Dante: il lago ghiacciato della Caina dove sono conficcati i traditori gli sembrava di vetro più che d’acqua, e così duro che nemmeno il Tambura e la Pania, se vi fossero caduti sopra, ne avrebbero scalfito il bordo. La fo- tografia con La Tambura dalla strada di Gorfigliano è impo- stata come i dipinti di Sernesi a San Marcello Pistoiese, con la pastorella sull’alpe e il terso disegno delle cime; quella di Ranieri Agostini, Pania della Croce e Pania secca dalla sommità del Pizz’Acuto nella Valle di Forno funge da ritratto ufficiale, del- Procinto, da “Alpi Apuane Versilia e Lunigiana”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino le imprese compiute o da compiere: tutti in borghese, e non manca il cappello al nostro romantico eroe in posa che si staglia a guardare l’infinito nella Cresta del Garnerone dalla Foce di Giovo. Protese all’immediata attualità le foto con la Penna di Sumbra veduta dalla strada del Cipollajo e Arni e l’Alto di Sella: la strada del Cipollajo fu costruita nel 1880 in sostituzione dell’ormai rovinata Via Vandelli per collegare il versante marittimo delle Apuane con la Garfagnana, in particolare con la Valle di Arni che vide così l’avvio dello sfruttamento delle cave Henraux, quelle del versante Nord del monte Altissimo e quelle del grandioso monte Pelato, che oggi si vede divorato dalle cave. Nel film Al lupo, al lupo (1992), lo scultore in fuga dai figli ragiona della morte

San Pellegrino e le Alpi Apuane, cartolina inizio sec. XX proprio in fronte a una montagna sventrata, alle pendici di Ranier Agostini, Il Procinto, da “Alpi Apuane Versilia e Lunigiana”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino un’immensa valanga bianca. Inutile dire che invece per 007 gli americani si serviranno delle Apuane come di un qualsi- asi set buono a far curve. Qualche anno prima dell’album di Ranieri Agostini, ovvero nel febbraio del 1876, Douglas William Freshfield, alpinista celebre per la prima assoluta della Presanella (nel 1864, a soli 19 anni), presentò oltremanica le Apuane in un lungo articolo, pubblicato sul numero 51 dell’Alpine Journal, la più prestigiosa rivista del settore. Freshfield narrava la salita alla Pania della Croce (“come il magnifico campanile di Giot- to serve di segnale alla città di Firenze, così questa monta- gna di marmo si distingue da tutta la val d’Arno”), compiuta

Giovanni Lomi, Le Apuane nel maggio del 1875 in compagnia del fidato Devouassoud di Chamonix. Prima di affrontare la parete, carico dei versi Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia di poeti e di memorie, Freshfield si guarda attorno: “si vede- vano i fianchi del monte Forato, un massiccio di roccia che prende il suo nome da un’apertura in forma di finestrone arcato, che si scorge perfettamente dalla costa. […] In siti quasi inaccessibili, sulle creste dei più alti speroni si scor- 2.4 gevano villaggi posti come tanti segnali bianchi in faccia al mare”. Poi, dalla cima, lo sguardo riconosce Firenze, Pistoia, Livorno, “Volterra colle sue mura etrusche”, Lucca, “un pun- to rossastro in mezzo ai suoi giardini di olivi”, “i monumenti di marmo di Pisa, brillanti come bianchi cristalli al fulgo- re del sole”, fino a Capraia e La Spezia. Infine, l’alpinista anglosassone rivela la sua origine: “Un vero cielo d’Italia Alfredo Meschi, Primo sole sulle Apuane. Orto di donna, 1927 Ranieri Agostini, Monte Altissimo dalla Foce di Sella, da “Alpi Apuane Versilia e Lunigiana”, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino p. 19 garfagnana e val di lima limpido ed azzurro sovrastava questa scena, ed i raggi di uno splendido sole penetravano in tutti gli angoli remoti delle montagne, con giuochi di luce e di ombre impossibili a descriversi. Il panorama non aveva nessuna rassomiglianza con quello delle Alpi coperte di neve, ma a parere nostro si ravvicinava piuttosto alla veduta del mare e della terra, che si gode dalla sommità dello Snowdon, colla differenza delle forme, dei colori e delle storiche associazioni che si trovano in Italia a paragone del clima nordico del nostro paese, il Galles”. La moda della villeggiatura e delle terme, a inizio Ottocento, e la pratica dell’alpinismo, a fine secolo, smantellano a poco a poco la percezione terribile che delle Panie avevano Ario- sto e i suoi contemporanei, ricetto degli streghi, che di notte riempivano orridi e dirupi, e dei selvatici uomini di neve, che salivano a rifornirsi di ghiaccio. Le vede infiammate di sole , che tra Barga e Castelvecchio fece il nido. Tra un concerto polifonico di cinciallegre allodole e petti- rossi, ne fissa in un’alba qualunque la cromatica repentina visione prima che “scorso il suo minuto, ridiventa azzurro e grave”: “Su la nebbia che fuma dal sonoro/ Serchio, leva la Pania alto la fronte/ nel sereno: un aguzzo blocco d’oro,/ su cui piovano petali di rose/ appassite”. Se infiammate come le Dolomiti sono anche le Panie di Giovanni Lomi, e livi- de quelle di Alfredo Meschi, con cui Ragghianti ‘sentiva’ la natura, serrate ai versi dei poeti sono le Panie da turismo: il depliant della Pro Loco di Castelnuovo di Garfagnana, in particolare, oltre ai versi di Olinto Dini le serra, bianchissi- me, al grafico turchese. Nella Toscana cui Vasari assegnava il primato del disegno, le Apuane restano innanzitutto una linea pulita e severa contro il cielo. Una marca riconoscibile da ogni dove.

p. 20 Pro Loco di Castelnuovo di Garfagnana, depliant, 1958 Pro Loco di Castelnuovo di Garfagnana, depliant, 1958 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 03 livello d’ambito garfagnana e val di lima

Invarianti strutturali 3 garfagnana e val di lima Descrizione strutturale erosione fluviale che esumano le formazioni rocciose sotto- vamento relativo determina le forme “morbide” dei sistemi 3.1 I caratteri L’ambito della Garfagnana e Val di Lima si struttura su una stanti, a indicazione della rapidità dei sollevamenti recenti e della Collina a versanti dolci, sia sulle Unità Liguri che sulle idro-geo-morfologici depressione tettonica maggiore (Graben) ad andamento ap- dell’alto tasso di incisione. Unità Toscane, salvo nel caso in cui si abbiano estesi af- penninico, sinforme, e sulle catene che la delimitano, le Alpi Il Margine comprende 4 grandi conoidi terrazzate, indivi- fioramenti omogenei di Macigno o frequente presenza di dei bacini idrografici e dei Apuane ad ovest-sud ovest (OSO) e la dorsale appenninica duate nelle località di Castiglione di Garfagnana, Barga, Ofioliti (Collina sulle Ofioliti), che danno forma alla Collina sistemi morfogenetici a est-nord-est (ENE). L’intensità del sollevamento recente Filecchio e Ghivizzano; le ultime tre includono anche sedi- a versanti ripidi, rispettivamente sulle Unità Toscane e sulle di entrambe le catene ha prodotto una valle profondamente menti lacustri del bacino di Barga – Ghivizzano, di età plio- Unità Liguri. Forme dolci sulle Unità Liguri sono presenti incassata, dai versanti ripidi e di difficile accesso, come la- pleistocenica. Il Margine è, nell’ambito, il principale suppor- sullo spartiacque con il bacino del Magra, coronato dalla mentato nel cinquecento dall’Ariosto. I sistemi insediativi e to degli insediamenti storici maggiori. La sua conformazione Montagna sulle Unità Liguri e dalla Montagna silicoclastica. di comunicazione si sviluppano quindi in modo fortemente specifica, caratterizzata dalla grandissima profondità di I forti movimenti tettonici recenti portano la montagna ad prevalente lungo l’asse della valle. incassamento dei corsi d’acqua, lo rende particolarmente affacciarsi in modo prominente sul fondovalle. La montagna A parte i bacini artificiali, l’idrografia dell’ambito presenta un adatto a questo ruolo. dell’ambito è stata suddivisa in 4 sistemi morfogenetici: criteri metodologici (LINK) forte condizionamento strutturale. Il reticolo ha un anda- Aree di Margine inferiore si sviluppano su terrazzi di secon- • Montagna calcarea mento generale a pettine, con classiche deviazioni angolari do ordine costituiti da depositi fini, come a Pieve Fosciana • Montagna silicoclastica e tendenze dendritiche solo verso la testata della valle prin- e , e ospitano significativi sistemi di • Montagna sulle Unità da argillitiche a calcareo-marnose cipale, dove affiorano terreni meno permeabili e più erodi- centri minori e strutture territoriali rurali. Margine e Margine • Montagna ringiovanita sui terreni silicei del Basamento bili. La valle della Lima, parzialmente compresa nell’ambito, inferiore sono le uniche aree che sostengano sistemi agricoli La Montagna calcarea, modellata sui calcari metamorfici del rappresenta una sorta di appendice, con andamenti forte- specializzati. basamento e su calcari e calcareniti delle Unità Toscane, oc- mente angolari che testimoniano l’età recente delle con- Aree in cui le forme del Margine sono state fortemente cupa gran parte del versante apuano; i ripidi versanti sono fluenza della Lima nel Serchio. smantellate vanno a formare il sistema della Collina sui de- interrotti e arricchiti da evidenti forme carsiche e da aree La valle del Serchio si sviluppa in direzione NW-SE seguen- positi neo-quaternari con livelli resistenti, per la frequente di Alta Pianura, costituite da grandi forme di aggradazione do l’asse della depressione; i versanti sono disegnati da una presenza di conglomerati plio-quaternari. periglaciale, in particolare il Piano di Gorfigliano. Un’altra serie di faglie dirette parallele. Ne risulta un paesaggio a La stretta fascia collinare, disegnata dai gradini più bas- emergenza, di grande importanza geologica e paesaggisti- gradinate naturali, dove le faglie a maggiore espressione si del sistema di faglie, vede affiorare prevalentemente le ca, si trova sulla destra dell’alta Val di Lima. morfologica segnano per lo più il limite tra paesaggi col- Unità Liguri del Flysch ad Elmintoidi, nonché il Macigno e La Montagna silicoclastica è presente su entrambi i lati della Pania di Corfino (Foto B.Baldi) linari e montuosi. Nell’ambito affiorano terreni che vanno le argilliti della Scaglia, della Falda Toscana. Il basso solle- vallata, ma è più importante sul lato appenninico, in parti- dalle unità strutturali più antiche (Basamento ercinico) a quelle più recenti, costituite da depositi post-orogenetici e plio-quaternari. La diversità litologica complica il modello generale a gradinate attraverso la risposta morfoselettiva ai processi erosivi, che produce diversità di forme, come ad esempio la marcata asimmetria tra versante apuano e appenninico; sul primo, la frequenza di rocce carbonati- che dure crea versanti ripidi e aspri, con locali pareti sub verticali; sul versante appenninico, la dominanza dei flysch arenacei risulta in vallate più aperte, con pendii coperti da vegetazione. La diversità litologica condiziona anche l’andamento del Panorama della Dorsale silicoclastica (Foto B.Baldi) fondovalle, che risulta interrotto da “chiuse”, formate da Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri corpi di rocce più resistenti, che tendono a dividere la valle in segmenti, ognuno marcato da un insediamento maggio- re (da monte a valle: Piazza al Serchio, Camporgiano, Ca- stelnuovo, Barga). Il fondovalle del medio e alto Serchio si ripartisce tra Fondo- valle e Alta Pianura. Il Fondovalle si distingue per la natura molto grossolana delle alluvioni; si tratta, in effetti, di un alveo fluviale a canali anastomizzati, a forte dinamica natu- rale, costretto in forma monocursale dagli arginamenti. Da Castelnuovo Garfagnana, verso valle, si riscontrano terrazzi bassi conservati e conoidi attive (Alta Pianura), nelle località di Gallicano, Fornaci di Barga, Pian de Berci e La Villa. I Paesaggio collinare e del Margine ai piedi della Dorsale appenninica terrazzi sono spesso separati dal Fondovalle da scarpate di p. 22 (Foto B.Baldi) Il Serchio e il T. Pedogna (photo © Andrea Barghi/VARDA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima

La Garfagnana vista dal Monte Matanna (Foto S.Coluccini) Orrido di Botri (photo © Andrea Barghi/VARDA) colare con le propaggini dell’altopiano delle Pizzorne, che Le aree collinari e della Montagna su unità da argillitiche a che Urla”, una delle prime grotte scoperte in Italia (1704) da guente alla posizione orografica, l’abbondanza di formazioni vanno a costituire il basso bacino del torrente Lima. calcareo-marnose sono interessate da estesi abbandoni dei A. Vallisnieri, le cui osservazioni fornirono un grande contri- geologiche e coperture permeabili e le strutture geologiche, La Montagna sulle Unità da argillitiche a calcareo-marno- sistemi rurali. buto agli studi sulla idrogeologia sotterranea. Alcune cavità che facilitano il trasporto delle acque in profondità, fan- se è particolarmente presente alla testata della valle del hanno restituito importanti reperti archeologici preistorici, no del territorio dell’ambito una risorsa primaria in termi- Serchio, spartiacque con il bacino del Magra. Questa zona Valori paletnologici e paleontologici. ni di disponibilità idriche. Gli acquiferi profondi alimentati meno sollevata si distingue appunto per le forme più dolci, L’ambito contiene valori paesaggistici e geomorfologici di Sono anche presenti esempi classici di carsismo superficia- dall’ambito si estendono, fisicamente e come risorse, oltre i che hanno storicamente permesso le comunicazioni e gli primaria importanza, riconosciuti dalla creazione di parchi le, quali doline, uvala, carso a blocchi e campi carreggia- confini dell’ambito stesso. insediamenti; in continuità con gli adiacenti sistemi collinari naturali che coprono gran parte dei sistemi di Montagna e ti, spesso concentrate in altipiani dislocati lungo la dorsale Abbondanti le sorgenti: si contano risorgenze di origine a versanti dolci, si ha quindi un’estesa rete di insediamenti di Dorsale. (Carcaraia, Pianiza e Vetricia). Le forme carsiche possono carsica con portate di centinaia di l/s, tra cui la Polla dei minori e strutture rurali. Il parco dell’Orecchiella, comprendente le riserve natura- essere a nudo, come ad esempio in Carcaraia, oppure co- Gangheri, la Sorgente del Pollatoio, la Polla di Dordoio e la Lo spartiacque con i bacini costieri della Versilia è dominato li di Lamarossa, Orecchiella, Pania di Corfino e la Foresta perte da boschi di faggio. In alcune zone sono presenti, S. Battiferro. In passato questa ricchezza di acque veniva dalla Dorsale carbonatica del crinale apuano, nella quale Demaniale Regionale dell’Alto Serchio, è caratterizzato da inoltre, profondi canyon scavati dalle acque dei torrenti (T. utilizzata come forza motrice per mulini e “ferriere” (ancora le strutture, spesso a strati verticali, creano forme aspre imponenti foreste di faggio, castagno e abete che ospita- “Il Fiume”, Rio Soraggio e suoi affluenti, Orrido di Botri). oggi fra il paese di e Fabbriche di Vallico emergo- e ardite di grande valore geomorfologico e paesaggistico; no innumerevoli specie di animali selvatici. I rilievi apuani Al di sotto delle vette e lungo le valli si rinvengono le tracce no le ferriere di Galgani, Aiola e Gragliana). imponenti anche le forme carsiche, sia epigee, con campi dell’ambito sono inclusi nel Parco delle Alpi Apuane. Altra dell’ultima glaciazione: circhi glaciali, morene, valli ad U, La Garfagnana conta anche sorgenti termali, in cui si inclu- di depressioni carsiche di grande estensione, che ipogee, area di notevole interesse geomorfologico è la riserva natu- selle glaciali, conche di sovraescavazione, rocce montonate dono anche numerose sorgenti minerali. con la presenza della grotta più profonda d’Italia, l’Abisso rale dell’Orrido di Botri, profonda gola calcarea incisa dalle e massi erratici (Orto di Donna, Campocatino, etc.). Lungo La maggior parte degli invasi idrici presenti sono di origine Roversi. acque del torrente Rio Pelago che offre paesaggi unici nel i torrenti si ritrovano forme di probabile origine fluvio–gla- artificiale, utilizzati come riserve idriche o per la produzio- La Dorsale nord-orientale coincide con l’Appennino Tosco- suo genere. ciale come le marmitte dei giganti (Fosso dell’Anguillaja). ne di energia idroelettrica; i principali sono quello di Vagli, Emiliano, spartiacque fra bacino del Serchio e quello del Po. Le aree carsiche principali comprendono l’Orrido di Botri, il Ambienti montani particolari come le torbiere si trovano Pontecosi, Gramolazzo, Villa Collemandina e Vicaglia. Que- Il sistema dominante è la Dorsale silicoclastica, dominata nucleo mesozoico della Val di Lima, la Pania di Corfino, la in alcuni settori delle Apuane, tra cui il Monte di Roggio, ste strutture aumentano la disponibilità di risorse idriche dal Macigno della Falda Toscana e caratterizzata da versanti Ripa di Soraggio e le Alpi Apuane. In queste zone, soprat- presso Vagli di Sotto. Altre aree umide sono presenti lungo ed energetiche, a discapito dei valori estetico percettivi e asimmetrici, ripidi, rettilinei e aggradati; limitati affioramenti tutto sui versanti della dorsale carbonatica apuana, sono il versante dell’Alpe delle Tre Potenze, Gorfigliano, Alpe di paesaggistici. calcarei determinano presenze di Dorsale Carbonatica. state rinvenute oltre 700 cavità di massimo interesse natu- Sant’Antonio, Campaiana, Laghi di Cella e Lame di Capraia. In passato, le mineralizzazioni presenti lungo la catena ralistico e speleologico. Di particolare importanza è la “Tana L’ambito ha ingenti risorse idriche; il clima locale, conse- apuana erano oggetto di attività estrattiva: la miniera più

Dinamiche di trasformazione conosciuta in Garfagnana è la Buge del Trimpello (Fornovo- Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri Le caratteristiche del Fondovalle determinano una dinami- lasco) dalla quale a partire dal medioevo venivano estratti ca, strutturale, di esondazione di acque fortemente cariche minerali come magnetite, pirite e vetriolo, un solfato di ferro di sedimento, contenuta soltanto da arginature che, in con- allora usato nell’industria tessile come colorante. seguenza della natura strutturale del rischio, sono in conti- nua evoluzione. Criticità Le attività estrattive, risorsa storica dell’ambito, permango- Le forti dinamiche geomorfologiche dell’ambito sono natu- no intense e incidono sempre più profondamente sul terri- ralmente all’origine di una serie di criticità, spesso collegate torio. e interagenti, che rendono la Garfagnana una delle aree più 3.1 I versanti collinari e montani sono in piena evoluzione, e critiche delle Regione in termini idrogeologici. La pressione sono interessati in modo strutturale da fenomeni franosi, costante di queste criticità è peraltro ben registrata nella anche di grande estensione, sui quali l’influenza delle attivi- strutturazione del sistema insediativo, che storicamente si tà antropiche è, eventualmente, secondaria. è, con qualche eccezione, ben adattato, assumendo forme Marmitte dei giganti nel Fosso dell’Anguillaia (Foto P.Dori) Abisso Saragato (Foto L.Piccini). p. 23 garfagnana e val di lima

PIANURE e MARGINE Sistemi morfogenetici FONDOVALLE

Fondovalle (FON) Margine Inferiore (MARi)

Forme: Piane di fondovalle Forme: Conoidi e terrazzi flu- Litologia: Depositi alluvionali viali intermedi, dune antiche vari Litologia: Depositi tardo- Suoli: Suoli poco evoluti, ge- pleistocenici terrazzati neralmente calcarei, profondi, Suoli: Suoli evoluti, tessiture spesso con limitato drenaggio varie

Alta pianura (ALP) Margine (MAR) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Conoidi attive, terrazzi Forme: Conoidi e terrazzi fluviali bassi fluviali alti, con scarpate Litologia: Alluvioni recenti; rilevanti travertini olocenici Litologia: Depositi Suoli: Suoli a tessiture pleistocenici terrazzati, da sabbiose, o ricchi di scheletro, medi a grossolani calcarei Suoli: Suoli molto evoluti, granulometria da media a grossolana, acidi

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 24 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima

COLLINA DORSALE Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) Montagna calcarea (MOC)

Collina sui depositi neo- quaternari con livelli resistenti (CBLr) Dorsale silicoclastica (DOS)

Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti ripidi; forme intenso, rari ripiani sommitali versanti ripidi, lineari e carsiche, anche ipogee residuali, versanti ripidi con aggradati Litologia: Calcari metamorfici movimenti di massa (balze e Litologia: Formazioni del basamento paleozoico; Forme: Ripiani sommitali, calanchi) arenacee della Falda Toscana, calcari e calcareniti delle Unità versanti con tratti ripidi Litologia: Alternanze di depo- dominanti Toscane; calcari delle Unità Forme: Versanti rettilinei, e andamenti complessi siti neo-quaternari diversi Suoli: Presenza di regolite Liguri, quando dominanti ripidi, aggradati; forme glaciali controllati dalla litologia Suoli: Suoli dei sistemi a sab- profondo e grossolano, Suoli: Copertura pedologica e crionivali Litologia: Depositi neo- bie e argille dominanti anche su versanti ripidi; suoli discontinua, in genere sottile Litologia: Flysch arenacei quaternari con presenza di profondi, sabbiosi, acidi delle Unità Toscane e, litologie resistenti (calcareniti, subordinatamente, delle Unità conglomerati, calcari Liguri; Pseudomacigno del continentali, piroclastiti) basamento paleozoico Suoli: Suoli profondi, ben Affioramenti Suoli: Suoli sabbiosi, acidi, drenati, con tessiture e di rocce talvolta profondi; roccia composizione controllati dalla Ofiolitiche affiorante litologia, spesso molto evoluti sui ripiani sommitali

MONTAGNA Montagna ringiovanita Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci su terreni silicei del sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd) basamento (MRSb) Dorsale carbonatica (DOC)

Montagna silicoclastica (MOS) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Forme da Forme: Versanti rettilinei, intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente sollevamento recente; versanti ripidi, e falesie; forme glaciali; residuali, versanti ripidi con antropizzati ripidi, valli incise; occasionali forme carsiche, anche ipogee movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda ripiani sommitali Litologia: Calcari calanchi) Toscana, miste o a dominante Litologia: Basamento metamorfosati del basamento Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica Forme: Versanti rettilinei, metamorfico toscano paleozoico; secondariamente, siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a ripidi, aggradati; aree in DGPV Suoli: Regolite profondo, suoli calcari delle Unità Toscane Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, con versanti meno ripidi, sottili, acidi, ricchi di scheletro; Suoli: Sistemi carsici, roccia bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a complessi suoli acidi e spesso ricchi di affiorante tessiture sabbioso-fini Litologia: Flysch arenacei scheletro sui ripiani delle Unità Toscane e, .1 subordinatamente, delle Unità 3 Liguri; Pseudo-macigno del basamento paleozoico Suoli: Presenza di regolite profondo e grossolano, anche su versanti ripidi; suoli link: abaco regionale dei sistemi morfogenetici profondi, sabbiosi, acidi p. 25 garfagnana e val di lima Sintesi dei valori idro-geo-morfologici Sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche

Supporto di paesaggi naturali di valore; ricarica di Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di Alta produttività agricola Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti acquiferi critici esondazione da eventi rari Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Supporto di ecosistemi e paesaggi di grande valore; Supporto di paesaggi naturali di valore e Alta produzione di deflussi e instabilità dei versanti, Rischio di impoverimento e contaminazione di ricarica di acquiferi critici assorbimento di deflussi superficiali aggravate dagli abbandoni dei sistemi rurali (DIA) acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Supporto di paesaggi naturali di valore; Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Elevato consumo di suolo Versanti instabili assorbimento dei deflussi superficiali assorbimento di deflussi superficiali

Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di Supporto di paesaggi naturali di valore esondazione

p. 26 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima tali da minimizzare i rischi. Questo adattamento si è in parte aree a maggior rischio idraulico della Toscana, nonostante guito attraverso l’osservazione delle seguenti misure: • Normalizzare i deflussi liquidi e solidi dei corsi d’acqua deteriorato in epoca recente la generale permeabilità del bacino. Anche le aree di Alta • l’attività estrattiva dovrà essere soggetta a precisi criteri drenanti i bacini estrattivi, eliminando o prevenendo gli Il primo elemento di criticità derivante dallo spostamento Pianura debbono essere considerate a rischio rispetto ad di compatibilità ambientale, idrogeologica e paesistica ed eccessi di detrito legati all’attività estrattiva. degli equilibri tra attività antropiche e territorio è legato eventi di particolare intensità; la forte espansione degli in- a rigorosi piani di ripristino; all’attività estrattiva. sediamenti in queste aree, contrariamente alla consolidata • deve essere prevenuta l’interferenza tra attività estratti- La natura strutturale del rischio idraulico in questo ambito, La Dorsale carbonatica e la Montagna calcarea sono inte- regola storica, aggrava inevitabilmente la criticità. va, le aree di ricarica degli acquiferi strategici e i grandi del resto ben documentata dall’Autorità di Bacino compe- ressate da siti estrattivi, soprattutto marmorei, che risultano Le funzionalità idrogeologiche dei vari sistemi morfogenetici sistemi carsici ipogei ed epigei, prevedendo, dove neces- tente, rende necessario rivedere le politiche insediative. ben visibili anche da grande distanza e modificano profon- trovano, in questo ambito, un equilibrio diverso rispetto ad sario, l’integrazione delle attuali conoscenze idrogeologi- ◦◦ è quindi necessario disincentivare ulteriori insediamen- damente anche le forme di crinali e dei versanti, anche in- altri ambiti, ivi compresa la vicina Lunigiana. I versanti mon- che. Nei limiti della scala di lavoro di questo documento, ti in aree a rischio. tercettando e distruggendo cavità carsiche. La cava più alta tani e collinari sono dominati da sistemi morfogenetici con l’area primaria di protezione generale può essere indivi- in assoluto della dorsale apuana si trova in questo ambito, elevata capacità di assorbimento dei deflussi superficiali, la duata nel sistema morfogenetico della Dorsale carbonati- Rispetto alla sicurezza geomorfologica, i sistemi collinari e presso il passo della Focolaccia. Parte delle cave di marmo cui condizione attuale si può considerare stabile a meno ca, come rappresentata nella relativa cartografia. È forte- montani prevalenti non richiedono interventi di protezione presenti risultano abbandonate da tempo e difficilmente re- delle dinamiche naturali e strutturali. In conseguenza, la po- mente auspicabile che si predisponga una cartografia di urgenti, e sono suscettibili di raggiungere, con gestioni ocu- cuperabili da un punto di vista paesaggistico. Cave inattive litica di contenimento dei deflussi, fondamentale in altri ba- maggiore dettaglio. late, equilibri stabili. Condizione limitante, la necessità di sono localizzate anche nei dintorni di Piazza al Serchio e cini, presenta in questo ambito minori margini di intervento Nei sistemi morfogenetici della Montagna calcarea e del- non danneggiare la stabilità dei versanti, soprattutto attra- tra Canigiano e Sassorosso. Sul fondovalle del Serchio sono rispetto al rischio idraulico. La sicurezza idraulica richiede la Collina calcarea, è necessaria la predisposizione di piani verso non necessarie moltiplicazioni della viabilità: evidenti le tracce di passate attività di estrazione in alveo quindi che si comprenda la natura strutturale del rischio, del dettagliati di gestione idrogeologica, aventi gli scopi di: • È necessario prevedere, nella progettazione di interventi di sabbie e ghiaie, e si contano diversi specchi d’acqua che resto ben documentata dall’Autorità di Bacino competente. • proteggere gli acquiferi profondi strategici; di viabilità nei sistemi collinari e montani, una adeguata occupano depressioni lasciate dalle cave. I fenomeni franosi si concentrano sui sistemi collinari e • garantire la conservazione del patrimonio carsico ipogeo, valutazione della stabilità delle coltri mobili superficiali e Il secondo punto critico è legato al rischio idraulico. L’ele- montani modellati sulle formazioni del Dominio Ligure; in recensito e non; i piani dovranno quindi includere proce- adottare le necessarie misure per prevenire la perdita di vata piovosità e la conformazione del bacino, che riduce i questi sistemi, i versanti sono afflitti da generale instabilità, dure di accertamento di nuove strutture carsiche, even- stabilità delle coltri medesime. tempi di corrivazione, fanno si che i Fondovalle siano tra le che possono coinvolgere anche insediamenti minori e sono tualmente messe in luce dalle attività estrattive; aggravate dall’abbandono delle sistemazioni idrauliche, par- I sistemi con versanti ad alta produzione di deflusso, in par- te dei sistemi rurali tradizionali. ticolare la Montagna su Unità da argillitiche a calcareo-mar- La Garfagnana rientra nella zona 2 delle fasce a rischio si- nose e i sistemi collinari sulle Unità Liguri, indicati con appo- smico, Barga, Castelnuovo Garfagnana, e Borgo a Mozzano sita voce nella carta delle criticità, sono invece più sensibili sono inserite fra le località ad alto rischio sismico. della media, e richiedono speciale attenzione nella gestione La combinazione di sismicità, instabilità dei versanti collinari dei sistemi rurali e insediativi che ospitano: e montani, presenza di dighe artificiali imponenti e aggres- • è altamente prioritaria la gestione attiva degli abbandoni siva estrazione di pietra marmorea, definisce un territorio rurali, con interventi di recupero delle strutture paesag- critico da tenere sotto controllo. gistiche o piani di rinaturalizzazione controllata. Gli inter- Le zone umide sono a rischio degrado a causa di carenze di venti devono tenere in forte conto la necessità di tutelare apporto idrico e fenomeni di inquinamento, legati ai cam- la stabilità dei versanti; biamenti di uso del suolo. • la viabilità agricola e forestale deve essere limitata all’in- dispensabile, privilegiando il recupero di strutture di lun- Indirizzi per le politiche ga durata e nota stabilità e curando la minima possibile

Cave nella Valle di Arnetola (Foto B.Baldi) La combinazione di condizioni “strutturali” di criticità e di interferenza con i corpi di frana e le coltri spesse dei si- altissimi valori idro-geomorfologici dell’ambito è nota, e stemi agricoli terrazzati o simili; riconosciuta dalle estese salvaguardie e dalla presenza di • la progettazione degli interventi deve considerare la ne- sistemi di monitoraggio. Un coordinamento generale delle cessità di progettare la viabilità minore in modo da non Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri prime e dei secondi, quanto meno a scopo di sicurezza idro- destabilizzare i versanti. È necessario minimizzare la lun- geologica, sarebbe auspicabile. ghezza complessiva dei percorsi e l’attraversamento di coltri mobili spesse; In questo ambito, trovano piena e forte validità tutte le in- • è necessario un monitoraggio delle relazioni tra frane, dicazioni relative ai diversi sistemi morfogenetici, così come acquedotti e insediamenti abitativi, in particolare se ab- esplicitate nella legenda regionale. Sono prioritari: bandonati, per evitare che sistemi idrici non mantenuti a) la salvaguardia e la protezione dei grandi sistemi inneschino dissesti. .1 acquiferi, per la dimensione della risorsa da questi rappre- 3 sentata; b) la necessità di garantire la sicurezza idraulica nei sistemi di Fondovalle e Alta Pianura. Effetti dell’attività estrattiva in Val Serenaia lungo il versante del Pizzo Per quanto riguarda l’obiettivo al punto a), esso sarà conse- d’uccello (Foto S.Panichi) Forra nell’Orrido di Botri (Foto Archivio Apians.com) p. 27 garfagnana e val di lima Descrizione strutturale 3.2 I caratteri ecosistemici Dominato dal paesaggio montano, il territorio dell’ambito del paesaggio si sviluppa nel medio e alto bacino del Fiume Serchio e su parte del bacino idrografico del Torrente Lima. Il paesaggio fluviale del Fiume Serchio modella il fondovalle della Garfa- gnana, circondato dai versanti spesso acclivi e prevalente- mente boscati o caratterizzati da mosaici di aree boscate e agroecosistemi. Dalla matrice forestale emergono le linee di crinale e i rilievi delle Alpi Apuane e dell’Appennino, ove pra- terie sommitali primarie e secondarie, brughiere e torbiere si alternano ai vasti affioramenti rocciosi silicei (Appennino) e carbonatici (Alpi Apuane ed isole calcaree dell’Appennino). criteri metodologici (LINK) La pianura alluvionale della Garfagnana è dominata dal cor- so del Fiume Serchio, con larghi terrazzi alluvionali, con tipi- che formazioni vegetali ripariali arboree e arbustive e specie vegetali e animali di medio e basso corso. In questo sistema di fondovalle convivono aree con elevati livelli di naturalità, relegati nell’area di pertinenza fluviale, aree agricole, talora di tipo tradizionale, e aree ad elevata antropizzazione e ur- banizzazione, comprese grandi aree industriali e importanti assi infrastrutturali di trasporto. La fascia medio montana ospita una caratteristica ed estesa matrice forestale di latifoglie (castagneti cedui e da frutto, Versanti garfagnini delle Alpi Apuane, con vasta matrice forestale a dominanza di boschi di latifoglie (nodo forestale primario) con emergen- cerro-carpineti, stadi di degradazione a robinia), talora in- te presenza dei rilievi Apuani con mosaici di ambienti rupestri e prativi. terrotta, soprattutto nel medio-alto bacino del Serchio, da In primo piano: agroecosistemi tradizionali e boschi di latifoglie in alta Crinale del M.te Tondo, ai limiti settentrionali della Garfagnana: praterie primarie e secondarie di crinale, in mosaico con brughiere montane. (Foto: L. Garfagnana (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) aree agricole montane terrazzate o ciglionate, spesso situa- Lombardi, archivio NEMO) te a diretto contatto con i numerosi borghi montani. In tale sistema ambientale i diversi usi del suolo evidenzia- Dinamiche di trasformazione di recupero dei detriti di cava dalle discariche (ravaneti), no lo stretto e secolare rapporto tra le comunità dei borghi Le dinamiche più significative sono relative ai rapidi pro- come fonte di carbonato di calcio, con annessa realizzazione montani, le aree agricole circostanti, i boschi per la legna o cessi di abbandono degli ambienti agro-pastorali in ambito di frantoi di lavorazione. Allo sviluppo del settore estrattivo per le castagne, per giungere, attraverso una rete di mulat- montano, con aumento dei livelli di naturalità ma perdita sono anche associati fenomeni di inquinamento fisico da tiere, ai pascoli di crinale. Questo caratteristico paesaggio di valore naturalistico (perdita di habitat prativi e pascolivi, marmettola dei torrenti montani per il dilavamento di piaz- presenta elementi di interesse naturalistico nella sua natura riduzione dei castagneti da frutto e delle comunità animali zali di cava e aree di discarica o quale prodotto di segherie di mosaico ambientale e per la presenza di aree agrico- e vegetali ad essi legate) con un complementare aumento e industrie di lavorazione del marmo. In Val di Lima, ai piedi le classificabili come “di elevato valore naturalistico” (High dei livelli di urbanizzazione (centri abitati, zone artigiana- del Balzo Nero e della Penna di Lucchio, significativa risulta Nature Value Farmland HNVF). La continuità della matrice li, assi stradali, estrazione di materiale alluvionale, opere la presenza di attività estrattive confinanti con importanti Limite superiore delle faggete appenniniche nell’alta Valle di Sillano, nei forestale costituisce un altro elemento di pregio naturalisti- idrauliche) e antropizzazione del fondovalle (soprattutto Siti Natura 2000. versanti meridionali del M.te Prado e M.te Castellina, in contatto con le co, grazie anche alla diffusione dei castagneti da frutto, di nella mediavalle), con perdita di ambienti agricoli di pianura Oltre all’inquinamento locale da marmettola, e all’inquina- praterie pascolate, le brughiere e le piccole aree umide montane (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) elevato valore faunistico per la presenza di specie legate ai e alterazione della qualità degli ecosistemi fluviali. mento da deficit depurativo degli scarichi nel fondovalle Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri boschi maturi. Alcuni interventi realizzati nell’ambito di Progetti comunitari del Serchio, il reticolo idrografico principale e secondario La matrice forestale si estende anche nella fascia alto mon- (LIFE Natura), o nel contesto delle attività delle Aree Pro- è negativamente condizionato dalla presenza di numerosi tana dell’Appennino e delle Alpi Apuane, con ampie fagge- tette e degli Enti locali, hanno cercato di ostacolare tali ne- sbarramenti a fini idroelettrici e captazioni idriche e dagli te e rimboschimenti di conifere. Da tale matrice forestale gativi processi mediante interventi di decespugliamento, di elevati livelli di artificializzazione e urbanizzazione delle aree emergono i caratteristici rilievi rocciosi calcarei delle Alpi recupero di attività agricole e di pascolo e di riqualificazione di pertinenza fluviale tra Gallicano e Borgo a Mozzano. Apuane, dalla tipica morfologia alpina e glaciale, e i crinali dei castagneti da frutto. In aggiunta all’aumento della superficie forestale, come appenninici, dominati dalla presenza delle praterie seconda- Una intensa dinamica di artificializzazione delle aree mon- conseguenza dell’abbandono degli ambienti agropastorali rie e primarie in mosaico con brughiere e piccole torbiere. tane e legata allo sviluppo del settore estrattivo marmifero, montani, la riduzione delle utilizzazioni forestali ha compor- Il paesaggio della dorsale appenninica si arricchisce anche che oggi caratterizza e condiziona fortemente il territorio tato un generale aumento dei livelli di maturità e di valore di alcuni importanti rilievi rocciosi calcarei, quali la Pania di montano apuano, anche in aree di elevato valore naturali- ecologico, con particolare riferimento alle faggete montane Corfino, il M.te Prato fiorito e il Balzo Nero. stico e paesaggistico, quali la Valle di Orto di Donna, l’alta e alle cerrete. La riduzione della frequenza delle utilizzazioni Castagneti da frutto in alta Garfagnana; boschi di elevato interesse con- Valle di Gorfigliano, la Valle dell’Arnetola o l’alta Valle di Arni. selvicolturali e delle attività di gestione del bosco ha avuto servazionistico quali habitat ottimali per numerose specie di fauna legate p. 28 ai boschi maturi (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) A tale settore oggi si associa anche lo sviluppo di attività anche conseguenze negative, con particolare riferimento piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima alla perdita dei castagneti da frutto, aggravata dalla diffu- Serchio, lungo i suoi principali affluenti (in particolare tor- sione di fitopatologie. In ambito forestale altre dinamiche renti Turrite Cava, Corsonna, Ania, Fegana, Ceserano, Silico, sono legate alla progressiva e intensa diffusione dei robinie- Il Fiume) o sulle sponde del Torrente Lima. Gli importanti ti nei bassi versanti montani e negli impluvi, e alla alterazio- habitat ripariali, con boschi a salici e pioppi su ampi terrazzi ne del sottobosco per l’elevato carico di ungulati. alluvionali o boschi a galleria di ontano, risultano individuati Lo sviluppo di un articolato sistema di Aree protette (Parco quali target regionale degli Ambienti fluviali e torrentizi, di Regionale, Parco Nazionale), Siti Natura 2000 e di patrimoni alto, medio e basso corso. agricolo forestali regionali ha rappresentato un positivo ele- L’area settentrionale dell’ambito, al confine tra la Garfagna- mento per la conservazione dei valori naturalistici e paesag- na e la Lunigiana (zona dell’Argegna), costituisce una im- gistici dell’ambito, con particolare riferimento agli ambienti portante direttrice di connettività tra i nodi forestali delle prativi e rupestri sommitali; un sistema integrato anche dal Alpi Apuane e quelli dei versanti garfagnini. recente riconoscimento delle Alpi Apuane come Geoparco L’ambito presenta inoltre importanti direttrici di continuità dell’Unesco. forestale extraregionale, con particolare riferimento alla zona tra il Passo delle Forbici e il M.te Romecchio. Valori Alpi Apuane: praterie secondarie (nardeti, brachipodieti) del Passo Sella Ecosistemi forestali Ecosistemi agropastorali con vista sui vasti complessi montani rocciosi del M.te Tambuta e M.te Gli ecosistemi forestali costituiscono l’elemento dominante Nell’ambito della rete ecologica le aree agricole tradizionali Alto di Sella, di elevato interesse naturalistico (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) del paesaggio vegetale della Garfagnana e della Val di Lima, e i mosaici di ecosistemi pastorali e prativi primari costi- interessando i versanti montani, con prevalenza di boschi di tuiscono elementi della complessiva rete degli ecosistemi latifoglie. agropastorali, ove risultano dominanti gli agroecosistemi I boschi della Garfagnana rappresentano in gran parte un frammentati attivi o in abbandono nella bassa valle e nei unico ed esteso nodo forestale primario della rete ecologica versanti montani e i nodi degli ecosistemi agropastorali lun- regionale, con buoni livelli di maturità riferibili soprattutto go il crinale appenninico e negli alti versanti montani delle

Faggeta del Fatonero (nucleo forestale isolato della rete ecologica), ai castagneti (sia quelli da frutto, coltivati o in fase di pro- Alpi Apuane. immerso nei versanti prativi del M.te Fiocca. In secondo piano Penna del gressivo abbandono, che le fustaie), alle abetine montane I nodi degli ecosistemi agro pastorali interessano quin- M.te Sumbra, con importanti habitat rupestri e prativi. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) e alle faggete. di prevalentemente i crinali montani principali e i versanti Gran parte dei boschi mesofili dei nodi forestali sono attri- alto montani, ove si localizzano importanti ecosistemi pra- buibili al target regionale delle Foreste di latifoglie meso- tivi secondari pascolati, o in parte abbandonati, a costituire file e abetine, in parte interno ai vasti complessi forestali elementi di elevato valore naturalistico e paesaggistico. Si demaniali (patrimonio agricolo forestale regionale). Si trat- tratta di praterie secondarie pascolate, spesso mosaicate ta di cerrete mesofile, castagneti da frutto (molti dei quali con praterie montane e alpine, relittuali torbiere montane oggi in abbandono), cedui e fustaie, faggete nella parte alto (Lamarossa in Garfagnana, torbiere del Monte Roggio, Pian montana. Vasti complessi demaniali sono inoltre interessati del Lago, Gorfigliano nelle Apuane) e brughiere, ricche di

da rimboschimenti di conifere, e in particolare da abetine specie vegetali e animali di interesse comunitario e/o regio- Greggi di pecore massesi nei versanti montani prativi della Garfagnana montane abbondantemente presenti nel territorio dell’Orec- nale, specie rare e/o endemiche. (Passo delle Radici). (Foto: A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) chiella. Tali ecosistemi trovano la massima espressione nei vasti Il target presenta numerosi habitat forestali di interesse co- crinali appenninici dell’alta Garfagnana, dall’Alpe delle Tre munitario e/o regionale e alcune fitocenosi del Repertorio Potenze, alla Pania di Corfino alle zone montane del M.te naturalistico toscano, quali il “Bosco di betulla del M.te Pa- Prado e M.te Sillano, e nei versanti delle Alpi Apuane, dal lodina (Alpi Apuane)” e le “Popolazioni naturali di Abies alba complesso delle Panie al M.te Sumbra, fino ai prati della Val- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri delle Alpi Apuane”, quest’ultima a costituire una importante le di Orto di Donna, ma anche ai confini orientali dell’ambito stazione relitta autoctona di abete bianco delle Alpi Apuane. ove dalla matrice forestale emergono i rilievi del Prato Fiori- Bassi livelli di maturità e qualità ecologica sono attribuibi- to o di altre “isole” calcaree (Balzo Nero, Penna di Lucchio, li agli estesi robinieti, che caratterizzano fortemente il pa- M.te Memoriante). esaggio forestale di fondovalle e dei versanti della media L’elevato valore naturalistico dei nodi associati agli ambien- Gargagnana (in particolare tra Barga e Bagni di Lucca), con ti prativi e pastorali è evidenziato dal loro riconoscimen- funzioni di matrice, assieme ad altri tipologie forestali di to come target regionale degli Ambienti aperti montani e .2 media maturità ed idoneità (cerro-carpinete, ostrieti). alto-collinari, con praterie primarie e secondarie, anche in 3 Altri elementi significativi per la rete ecologica forestale mosaici con brughiere e torbiere a costituire una delle prin- sono i corridoi ripariali, costituiti da vegetazione ripariale cipali emergenze naturalistiche della Garfagnana e delle Alpi Globularia incanescens, una delle tante specie vegetali endemiche delle arborea ed alto arbustiva, presente, con ottimi valori di ido- Apuane, in alternanza con le formazioni rupestri e le aree Alpi Apuane ed isole calcaree appenniniche. (Foto: L. Lombardi, archivio neità, lungo le sponde e nei terrazzi alluvionali del Fiume detritiche montane. Praterie pascolate, alpeggi e ricoveri per il bestiame ovino, nei versanti NEMO) meridionali del M.te Vecchio. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) p. 29 garfagnana e val di lima Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Fioritura di Rhododendron ferrugineum nei versanti meridionali del M.te Vecchio (fitocenosi del progetto RENATO). (Foto: A. Chiti-Batelli, archivio NEMO)

Le aree aperte alto montane ospitano alcuni endemismi e to con gli agroecosistemi frammentati in abbandono con elevato valore naturalistico e funzionale. taforme rocciose. numerose specie al limite meridionale del loro areale, oltre ricolonizzazione arborea/ arbustiva. Gli ecosistemi fluviali e torrentizi costituiscono un elemento Si tratta di ambienti montani e alto montani, caratterizzati ad importanti popolamenti di uccelli (ad esempio aquila re- I nodi degli ecosistemi agropastorali e gli elementi fram- fortemente caratterizzante il territorio della Garfagnana e dal forte determinismo edafico, con pareti rocciose verticali, ale, gracchio alpino e corallino). mentati attivi, complessivamente costituiscono gran parte attribuibile al target degli Ambienti fluviali e torrentizi, di piattaforme rocciose e detriti di falda a costituire ecosiste- Agroecosistemi montani terrazzati o di fondovalle, spesso del target regionale delle Aree agricole di alto valore natu- alto, medio e basso corso. Fino a Gallicano il corso del Fiu- mi particolarmente selettivi, caratterizzati dalla presenza di situati nelle aree circostanti i piccoli borghi montani, co- rale (High Nature Value Farmland HNVF). me Serchio si sviluppa con percorso meandriforme su larghi habitat e specie vegetali e animali di interesse regionale e stituiscono una componente dei nodi ma soprattutto degli Si tratta in particolare di agroecosistemi tradizionali mon- alvei ghiaiosi, presentando una buona continuità degli ha- comunitario, specie endemiche (ad es. Primula apennina, agroecosistemi frammentati attivi, spesso in stretto rappor- tani, terrazzati o ciglionati, situati soprattutto nell’alta Valle bitat ripariali, pur in un contesto di fondovalle anche molto specie vegetale endemica dell’Appennino Tosco-Emiliano, o del Serchio (ad es. tra Castelnuovo Garfagnana e Corfino o antropizzato e urbanizzato. Nell’alto bacino, il Fiume Serchio tra Piazza al Serchio e Sillano), ancora attivi o in parte ab- presenta una maggiore naturalità e continuità degli habitat bandonati (soprattutto nei versanti apuani), agroecosistemi ripariali anche nei numerosi affluenti. Particolare interesse di fondovalle o di basso versante (ad es. le caratteristiche naturalistico rivestono gli ecosistemi torrentizi che scendono aree agricole del conoide di Barga), ma anche mosaici di dai rilievi del versante garfagnino, quali ad es. il Serchio di praterie pascolate e praterie primarie, a costituire un com- Sillano, i torrenti Il Fiume, Corsonna, Ania, Fegana (Orrido plessivo sistema ambientale di alto valore naturalistico. di Botri), Coccia e Scesta (affluente della Lima). Di estremo interesse naturalistico risultano anche i corsi d’acqua che L’importanza degli ecosistemi pascolivi e dei mosaici di ha- scendono dai rilievi apuani, anche se maggiormente alterati bitat sommitali è testimoniata dalla presenza di numerose dalla presenza di sbarramenti e dighe. Fitocenosi del Repertorio naturalistico toscano con partico- Il target delle aree umide è presente con piccoli ambienti lare riferimento a: palustri e lacustri situati nella pianura alluvionale del Fiu- 1.Arbusteti delle vallette nivali con Salix herbacea del M.te me Serchio, nell’ambito delle aree di pertinenza fluviale (ex Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Prado. cave abbandonate o laghi derivanti da sbarramenti, quali il 2.Brughiere subalpine con Rhododendron ferrugineum e Lago di Pontecosi), in prossimità dei corsi d’acqua seconda- Vaccinium vitis-idaea (Garfagnana). ri (basso corso) o nell’ambito di matrici forestali montane 3.Praterie cacuminali dell’Appennino settentrionale fra il M. (ad es. Laghi di Cella). Le piccole aree umide e torbiere Prado e il M. Vecchio. montane, quali l’importante torbiera di Lamarossa, risultano 4.Prati delle vallette nivali con Gnaphalium supinum e Silene mosaicate nelle praterie primarie e secondarie e sono quindi suecica del M.Vecchio. descritte nell’ambito degli ambienti agropastorali. 5.Torbiera delle Sorgenti di Lamarossa. Ecosistemi rupestri Ecosistemi palustri e fluviali Elemento della rete ecologica fortemente caratterizzante il La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, territorio delle Alpi Apuane e di alcuni settori appenninici, Vasto complesso carsico epigeo ed ipogeo della Vetricia, nei versanti la vegetazione ripariale, le aree umide e gli ecosistemi pa- corrisponde integralmente al target degli Ambienti rocciosi settentrionali del complesso delle Panie (Alpi Apuane), area di elevato Greggi di pecore massesi nei versanti montani prativi della Garfagnana interesse naturalistico situata all’interno del Parco Regionale delle Alpi p. 30 (Passo delle Radici). (Foto: A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) lustri come elementi di una complessiva rete ecologica di montani e collinari con pareti verticali, detriti di falda e piat- Apuane. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima le numerose specie vegetali endemiche dei rilievi calcarei SIR, SIC, ZPS situati lungo il crinale appenninico e nelle Alpi apuano-appenninici) e relitti glaciali. Tali ambienti rappre- Apuane). Elementi peculiari di valore naturalistico aggiuntivi sentano luoghi di alto valore naturalistico anche per la nidi- rispetto al sistema alto montano apuano e dei principali cri- ficazione di importanti specie di uccelli (ad es. aquila reale, nali appenninici sono rappresentati dal SIR “Rupi basaltiche gracchio alpino e corallino). di Piazza al Serchio e Poggio”, e dai SIR/SIC “M.te Prato I rilievi apuani, ed alcune isole montuose della Garfagnana Fiorito - M.te Coronato - Valle dello Scesta” e “Zone calcaree (Pania di Corfino) e Val di Lima (Balzo Nero, Penna di Luc- della Val di Lima e del Balzo Nero”. chio, M.te Memoriante), presentano ambienti rupestri calca- rei inseriti in vasti complessi carsici epigei e ipogei di elevato La complessiva copertura forestale della Garfagnana rap- valore naturalistico e paesaggistico (in particolare gruppo presenta inoltre una vasta area di interesse naturalistico delle Panie, M.te Sumbra, M.te Tambura e Carcaraia), men- svolgendo una funzione di vasto nodo della rete ecologica tre negli alti versanti garfagnini dominano gli habitat rupe- forestale alla scala regionale e parte del vasto corridoio eco- stri silicicoli meno estesi e con sviluppo più lineare (ad es. logico appenninico a livello nazionale. M.te Rondinaio, M.te Vecchio e M.te Prado). Nell’ambito degli ecosistemi rupestri numerose risultano le Criticità Alto corso del Torrente Serchio di Gramolazzo (Alpi Apuane), con impor- emergenze geomorfologiche a cui corrispondono importanti Le principali criticità sono legate alle intense dinamiche tanti ecosistemi torrentizi e fauna ittica. geositi con habitat e specie vegetali ed animali di grande in atto di abbandono delle attività agropastorali in ambito (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) importanza, quali i piccoli rilievi rocciosi basaltici di Piazza montano, all’aumento dei livelli di antropizzazione nel fon- al Serchio, la profonda gola dell’Orrido di Botri (storico sito dovalle e nelle aree di pertinenza fluviale e alla presenza di di nidificazione dell‘Aquila reale) o i numerosi geositi delle uno sviluppato settore estrattivo marmifero nelle Alpi Apua- Alpi Apuane. ne. Il territorio apuano si caratterizza anche per la presenza di I rapidi processi di abbandono degli ambienti agro-pastorali vasti complessi carsici ipogei, tra i più estesi a livello nazio- hanno prodotto la perdita di importanti habitat agricoli, pra- nale (ad es. complessi carsici ipogei della Carcaraia, della tivi e pascolivi, con la riduzione delle comunità animali e Vetricia e Grotta del Vento), ed importante fauna troglobia, Vasti bacini estrattivi marmiferi nella Valle di Orto di Donna (Alpi Apuane), vegetali ad essi legate. con fronti di cava e discariche (ravaneti). associabili al target regionale degli Ambienti ipogei, grotte Tali negativi processi sono particolarmente evidenti nei ver- (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) e cavità artificiali. Numerose le fitocenosi del Repertorio naturalistico toscano Tra le aree di maggiore valore conservazionistico emerge il relative agli habitat rupestri dell’ambito, ed in particolare: complessivo sistema montuoso delle Alpi Apuane, soprat- 1.Fitocenosi casmofile di Cresta Garnerone (Alpi Apuane). tutto relativamente agli ambienti sommitali prativi e roccio- 2.Fitocenosi casmofile e calcicole del Monte Tambura (Alpi si, ai complessi carsici epigei ed ipogei, ed alle relittuali aree Apuane). umide montane. In particolare sono da segnalare le zone 3.Fitocenosi casmofile e calcicole della Pania della Croce del Pizzo d’Uccello, Valle di Orto di Donna, M.te Pisanino, Ambienti rupestri della Penna di Lucchio, nella Valle del Torrente Lima. Isola calcarea appenninica con presenza di numerose specie vegetali (Alpi Apuane). M.te Tambura, Carcaraia, M.te Sumbra e complesso delle endemiche delle vicine Alpi Apuane. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) 4.Fitocenosi glareicole e calcicole della Borra Canala (Alpi Panie, e il vasto sistema alto montano appenninico, con par- Apuane). ticolare riferimento alle aree del M.te Sillano-Le Porraie-M. 5.Fitocenosi litofile dei tavolati calcarei della Vetricia (Alpi te Prado, complesso dell’Orecchiella, Pania di Corfino (con Apuane). importante torbiera di Lamarossa), M.te Giovo-Alpe Tre Po- 6.Ginepreti casmofili di uniperusJ phoenicea della Valle della tenze, rilievi calcarei della Val di Lima (Prato Fiorito, Balzo Turrite Secca (Alpi Apuane). Nero, Penna di Lucchio e Memoriante), Orrido di Botri, Valli Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri 7.Tavolati calcarei del Passo Fiocca (Alpi Apuane). di Soraggio e dello Scesta. Tali aree presentano la maggiore concentrazione di habitat e specie di interesse comunitario Aree di valore conservazionistico e/o regionale, di specie rare e/o endemiche, soprattutto con Gli ambienti alto montani ed alpini, con i mosaici di praterie riferimento agli ecosistemi rupestri e di prateria su rocce pascolate, praterie primarie, brughiere e torbiere e i vasti calcaree. complessi rocciosi costituiscono le principali emergenze na- turalistiche dell’ambito. Il valore naturalistico dell’ambito è Gran parte delle principali aree di valore naturalistico delle .2 inoltre associabile agli agroecosistemi montani tradizionali, aree montane appenniniche e delle Alpi Apuane risultano 3 agli ecosistemi fluviali e torrentizi e ai boschi di maggiore interne a strumenti di area protetta (Parco Nazionale Ap-

maturità (faggete, fustaie di castagno e castagneti da frut- pennino Tosco Emiliano; Riserve Statali Orecchiella, Lama- Alta Valle di Gorfigliano (Carcaraia, Alpi Apuane), con faggete montane, to). rossa, Pania di Corfino e Orrido di Botri e Parco Regiona- versanti orientali del M.te Cavallo, e siti estrattivi marmiferi di fondo valle Ambienti palustri e ripariali al limite occidentale del Lago di Gorfigliano le delle Alpi Apuane) o al Sistema Natura 2000 (numerosi (Campaccio) e di alta quota (Passo della Focolaccia). (Alpi Apuane). (Foto: A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31 garfagnana e val di lima legenda Rete ecologica Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 32 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima santi montani a est del Monte Sumbra (Loc. Porreta-Capric- alluvionale. Una rilevante criticità per gli aspetti forestali è care”) e migliorando i livelli di compatibilità degli impianti chia), a Campaiana (Pania di Corfino), a Capanne di Sillano, presente nei versanti in sinistra idrografica della bassa Gar- di sfruttamento idroelettrico (da non realizzare nel caso di e in Val di Lima (versanti del M.te Prato Fiorito). fagnana (tra Bagni di Lucca e Barga) e in Val di Lima per la ecosistemi fluviali di alto valore naturalistico). Il fondovalle della Garfagnana, soprattutto nella mediavalle, continua presenza di una matrice forestale di sostituzione a In ambito forestale gli indirizzi sono finalizzati al recupero risulta invece caratterizzato da opposti fenomeni di aumen- dominanza dell’esotica Robinia pseudacacia. dei castagneti da frutto, alla riduzione degli effetti negativi to dei livelli di artificializzazione ed urbanizzazione (centri del governo a ceduo, con incremento delle specie accesso- abitati, zone artigianali, assi stradali, estrazione di materiale Indirizzi per le politiche rie di pregio e degli alberi habitat, al controllo delle fitopa- alluvionale, opere idrauliche), con perdita di ambienti agri- Gli indirizzi a livello di ambito per l’invariante ecosistemi tologie e della diffusione dei robinieti. coli di pianura e alterazione della qualità complessiva degli sono finalizzati principalmente a mitigare e limitare gli effet- Tra gli obiettivi principali dell’ambito sono prioritari quelli ecosistemi fluviali e della vegetazione ripariale (anche per ti dei processi di abbandono degli ambienti agro-pastorali relativi alla conservazione delle aree agricole ad alto valo- gli interventi di taglio periodico della vegetazione spondale). montani che costituiscono la principale criticità rispetto ai re naturale, degli importanti mosaici di praterie sommitali, Nel territorio apuano le attività estrattive marmifere o di valori paesaggistici e naturalistici non solo dell’ambito in og- torbiere ed habitat rupestri, degli ecosistemi fluviali e delle inerti (con annesse strade di arroccamento e discariche di getto ma dell’intero sistema appenninico toscano. aree di alto valore naturalistico. cava) costituiscono elementi di forte criticità rispetto alle Tale indirizzo è valido per tutto il territorio montano del- valenze naturalistiche. Ciò con particolare riferimento agli la Garfagnana ma trova elementi di priorità in alcune aree habitat e alle specie vegetali e animali legate agli affiora- di elevato valore naturalistico quali i versanti montani delle menti rocciosi calcarei (in particolare nella Valle di Orto di Alpi Apuane, la zona circostante la Pania di Corfino (in parti- Donna, alta Valle di Gorfigliano, Valle dell’Arnetola, alta Valle colare le ex aree agricole di Campaiana), la Valle del Torren- di Arni) o agli ecosistemi fluviali, talora interessati da feno- te Sillico, del Serchio di Soraggio e la zona del Prato Fiorito meni di inquinamento fisico da marmettola derivante dal e la Valle dello Scesta. L’indirizzo trova importanti elementi dilavamento di piazzali di cava e aree di discarica (ravaneti) di supporto nel sistema delle Aree ptotette. o quale prodotto di segherie e industrie di lavorazione del Il miglioramento dei livelli di compatibilità delle attività marmo. In Val di Lima, ai piedi del Balzo Nero e della Penna estrattive sulle Alpi Apuane costituisce un obiettivo e un di Lucchio, significativa risulta la presenza di attività estrat- indirizzo strategico per l’ambito, in quanto forte elemento tive confinanti con importanti Siti Natura 2000. di pressione sulle emergenze naturalistiche locali; ciò con Oltre all’inquinamento locale da marmettola, e all’inquina- particolare riferimento alla razionalizzazione e riqualificazio- mento da deficit depurativo degli scarichi nel fondovalle ne dei bacini estrattivi marmiferi della Valle di Orto di Don- del Serchio, il reticolo idrografico principale e secondario na, della alta Valle di Gorfigliano, dell’Arnetola e di Arni, e è negativamente condizionato dalla presenza di numerosi dei siti estrattivi situati lungo la principali linea di crinale in sbarramenti a fini idroelettrici e captazioni idriche e dagli ambito alto montano, ed oltre i 1600 m di quota (in partico- elevati livelli di artificializzazione e urbanizzazione delle aree lare le cave del Passo della Focolaccia). Al fine di ridurre gli di pertinenza fluviale tra Gallicano e Borgo a Mozzano. impatti sulle componenti naturalistiche, ma anche paesag- Altre criticità sono legate agli ecosistemi forestali, di elevata gistiche e idrogeologiche, è auspicabile la graduale chiusura estensione ma talora di scarsa qualità ecologica, con nega- e successivo recupero morfologico e naturalistico delle cave tiva perdita di castagneti da frutto (per abbandono e diffu- di crinale e di alta quota e la prosecuzione delle attività solo sione di fitopatologie), diffusione di cenosi forestali esotiche per l’estrazione di materiale marmifero di pregio. Una atten- a dominanza di robinia, frammentazione causata da locali zione da indirizzare anche verso le cave di inerti delle basse impianti sciistici in ambito forestale (Casone di Profecchia, valli apuane e per quelle della Val di Lima. Careggine) ed elevato carico di ungulati che incide anche Per tutto il sistema carsico apuano risulta inoltre strategico sul cotico erboso delle praterie montane e sugli agroecosi- l’obiettivo di tutelare il reticolo idrografico, le risorse - car Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri stemi. siche epigee ed ipogee (con importanti sistemi di grotte, inghiottitoi, ecc. di elevato valore naturalistico) e in partico- Tra le aree critiche per la funzionalità della rete ecologica lare le risorse idriche superficiali e sotterranee. sono state individuati i bacini estrattivi apuani (in particolare Da ostacolare risultano i processi di artificializzazione e ur- Valle di Orto di Donna, alta Valle di Gorfigliano, dell’Arnetola banizzazione della pianura alluvionale del Serchio (tra Gal- e di Arni, Passo della Focolaccia) e della Valle della Lima; licano e Borgo a Mozzano) e dei bassi versanti circostanti, i versanti apuani (in particolare prati del M.te Pruneta), le evitando la saldatura degli elementi artificiali e mantenen- aree circostanti la Pania di Corfino e la zona tra Montefega- do i varchi e le direttrici di connettività esistenti, e quelli 3.2 tesi e la Valle dello Scesta per l’abbandono dei sistemi agro- di alterazione della vegetazione ripariale e degli ecosistemi pastorali tradizionali, il fondovalle del Serchio tra Gallicano e fluviali, attuando anche interventi di riqualificazione e di ri- Borgo a Mozzano, per i processi di urbanizzazione e consu- costituzione del continuum fluviale (con priorità per le aree mo di suolo delle aree di pertinenza fluviale e della pianura classificate come “corridoio ecologico fluviale da riqualifi- p. 33 garfagnana e val di lima Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali

criteri metodologici (LINK)

Garfagnana (photo © Andrea Barghi/VARDA)

Ponte del Diavolo (photo © Andrea Barghi/VARDA)

Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani Descrizione strutturale i suoi centri allineati sui terrazzi alluvionali e lungo le strade si uniscono in corrispondenza di Piazza del Serchio. Questa La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata dal mor- che risalgono i crinali e le vallecole secondarie, sul versante doppia ramificazione con i suoi affluenti minori definisce il fotipo insediativo n. 6 “Morfotipo insediativo a spina delle apuano, invece, caratterizzato da cime e vette dai profili più “Sistema a ventaglio della testata di valle di Sillano.” valli appenniniche” (Articolazione territoriale 6.2). aspri e da valli profonde, strette e incassate, si sviluppa il Lo sviluppo degli abitati del fondovalle è relativamente re- Si tratta di un tipico sistema vallivo montano generato dal “Sistema a pettine del versante apuano”, contraddistinto da cente ed è connesso prevalentemente alla viabilità storica fiume Serchio e dai due versanti montuosi che in esso con- una viabilità di fondovalle che si insinua lungo le profonde pedecollinare che costeggia il fiume e alla ferrovia , nonché fluiscono, in riva destra quello apuano e in riva sinistra quel- vallate interne, intercettando i centri posti sugli altopiani alle favorevoli condizioni dei fondi irrigui (Sistema lineare di lo appenninico. La diversa conformazione idrografica degli apuani. I due sistemi montuosi si saldano alla sommità della fondovalle del Serchio e della val di Lima). affluenti laterali definisce, sui versanti opposti, unità terri- valle nell’area del Monte Argegna e del Passo dei Carpinel- I caratteri fondativi dell‘ insediamento della Garfagnana toriali distinte che danno luogo a specifiche configurazioni li, la cosiddetta “sella-spartiacque” che separa il territorio possono considerarsi definiti nell‘epoca longobarda. Si trat- dell’assetto insediativo: sul versante Appenninico, ad esem- ligure da quello toscano; da qui discendono i due rami che ta di centri e nuclei di modesta entità, spesso fortificati, pio, caratterizzato da cime dai profili dolci e arrotondati e da generano il Serchio: Serchio di Gramolazzo (dal versante che si collocano sulle prime pendici collinari: nel versante una rete idrografica molto fitta e irregolare, è possibile rico- apuano) e Serchio di Sillano (dal versante appenninico) che appenninico, segnato dal cambiamento colturale del suolo p. 34 Serchio a Ponte a Moriano (photo © Andrea Barghi/VARDA) noscere il “Sistema a pettine del versante appenninico”, con piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima (dal seminativo di montagna al prevalere del castagno e del 6. MORFOTIPO INSEDIATIVO A SPINA DELLE faggio), prevalentemente all‘interno della fascia intermedia VALLI APPENNINICHE compresa tra il fondovalle e l‘inizio dei rilievi montuosi; nel versante apuano, invece, meno assolato e con condizioni Il sistema insediativo del morfo- ambientali più difficili, sono concentrati alle testate delle tipo si struttura attorno alla valle fluviale e ai suoi affluenti. Lungo alte valli o sugli altopiani con insediamenti più rarefatti e il corso del fiume si sviluppano sempre minuti. la viabilita’ principale di impianto storico e la ferrovia, che collega- La prevalente localizzazione dell‘insediamento nella fascia no tra loro i principali centri di intermedia (500-800 m.) evidenzia i caratteri dell‘organiz- fondovalle. Questo attraversa- zazione agraria e il rapporto di integrazione tra le attività mento rappresenta la spina dor- sale sulla quale si innesta la via- # Sistema a pettine del agricole e la pastorizia, intesa come attività complementare bilita’ trasversale a pettine che versante apuano e integrativa dei redditi derivanti dall‘agricoltura. risale i versanti lungo i crinali o si insinua nelle valli secondarie Questo rapporto tra insediamento e risorse è reso eviden- collegando il fondovalle ai centri te dallo sdoppiamento degli abitati di mezza costa verso il collinari e montani. fondovalle, per rispondere alle esigenze di commercializza- ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 6.2 zione dei prodotti agricoli e forestali (Careggine e Fabbrica di Careggine, Vagli di Sotto e Vagli di Sopra, Vallico di Sotto 1830 e Vallico di Sopra), e verso i crinali, per consentire il pascolo nei periodi estivi (Capanne di Careggine, Campo Cecina e Campo Catino), ed è ancora leggibile nella distribuzione ter- # Sistema lineare di ritoriale monte-valle di molti comuni appenninici. fondovalle del Serchio e della val di Lima La rete viaria e ferroviaria principale della Garfagnana è co- stituita dalle seguenti infrastrutture: • la linea ferroviaria Lucca-Aulla, prevista dal piano Bacca- rini del 1880, e realizzata per ratti in periodi successivi fino al suo copletamento nel 1955, • la strada statale 445 che percorre l’intero fondovalle a partire dalla SS 12, fino alla statale 63, da Aulla (Lunigia- na) verso il passo del Cerreto e Reggio Emilia; • la strada statale 12 dell’Abetone, da Lucca al Brennero; 6.2 – Garfagnana | figure componenti • la strada provinciale che percorre la valle in riva destra del Serchio; • il complesso delle strade traversali che risalgono le valli tributarie del Magra di cui due valicano l’Appennino in direzione di Reggio e di Modena, una le Apuane da Ca- 1954 stelnuovo alla Versilia.

Dinamiche di trasformazione Le consistenti trasformazioni economiche e sociali che han- # Sistema a ventaglio della no investito la Garfagnana a partire dall’inizio del XX secolo, Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani testata di valle di Sillano e intensificatesi soprattutto nel periodo post bellico (1954- 1978), hanno contribuito a spostare progressivamente i pesi del sistema insediativo a valle, indebolendo i legami con i sistemi collinari e montani circostanti. In particolare: • sui versanti apuani vengono aperte le cave di marmo (le prime già dal 1859) a Vagli e Minucciano, che sono intensivamente coltivate soltanto dopo il 1901, quando .3 viene completato il collegamento rotabile tra Versilia e 3 Garfagnana (l’attuale provinciale di Arni) e soprattutto dopo l’apertura dell’ultimo tratto ferroviario Castelnuovo- # Sistema a pettine del Minucciano-Aulla; 2011 versante appenninico • nelle valli secondarie, la disponibilità della risorsa idrica Evoluzione dell’edificato p. 35 garfagnana e val di lima ed il particolare regime dei corsi d’acqua ha indotto la re- ◦◦ Sistema a ventaglio della testata di valle di Sillano; le elemento di valore storico architettonico” (ponte della alizzazione di impianti per la produzione di energia idroe- ◦◦ Sistema a pettine del versante appenninico; Maddalena o del Diavolo, ponte delle Catene). lettrica attraverso opere di sbarramento dei corsi d’acqua ◦◦ Sistema a pettine del versante apuano; • “La rete dei percorsi e degli antichi assi viari di attraver- e centrali. La prima diga è presente sul Serchio di Gra- ◦◦ Sistema lineare di fondovalle del Serchio e della val di samento della catena appenninica” (Carpinelli, Pradare- molazzo dove si è formato un invaso artificiale(Lago di Lima; na, Radici); Gramolazzo); altro lago artificiale è il Lago di Vagli, (dove • “I borghi rurali murati di origine medievale e i “vichi” • “Gli antichi percorsi legati alla produzione e al trasporto giace sommerso il piccolo borgo antico che riemerge pe- collocati in posizione strategica lungo la viabilità storica di beni locali e quelli a carattere religioso, nonché i manu- riodicamente, in occasione delle operazioni di svaso, per principale o in corrispondenza della viabilità trasversale fatti ad essi correlati” (Via dei remi, via del ferro, via del la manutenzione della diga). Altri bacini artificiali sono di valico”. Il sistema degli insediamenti rurali di matrice sale, via delle cave, via Francigena di crinale); quelli di Pontecosi, Isola Santa e di Vicaglia; storica, costituito da una rete di piccoli nuclei posti sia • “Le cave storiche con fronti di notevole spettacolarità • nel fondovalle si sviluppa l’industria manifatturiera a sca- sul versante appenninico che su quello apuano della valle ed i manufatti legati all’escavazione marmifera ancora pito delle attività agricole, soprattutto nella Media Valle del Serchio, ha conservato nel tempo la leggibilità delle conservati” (cava Borella di Arnetola - Vagli Sotto), che dove, nei comuni di Bagni di Lucca e Coreglia, sono già Barga (www.wikipedia.it - licenza CC BY-SA) relazioni con gli assetti morfologici, mantenendo in equi- rappresentano una testimonianza delle attività produttive localizzate numerose industrie cartarie, legate alla dispo- librio il rapporto tra insediamenti, bosco e assetti agrari. tradizionali presenti in Grarfagnana. nibilità di energia idraulica. La sovrapposizione iniziale I borghi collinari e montani principali sono: Castiglione, • “I manufatti legati alla “civiltà della castagna” quali vecchi delle nuove aree produttive con la preesistente economia Ghivizzano, Montalfonso, le Verrucole, Camporgiano, mulini situati in prossimità dei torrenti principali e metati agricola ha provocato nel territorio il fenomeno caratte- Fabbriche di Vallico, Vagli, ecc…; utilizzati per l’essiccazione delle castagne, che rappresen- rizzato dal proliferare di molte attività, spesso piccole o • “Gli alpeggi e i villaggi d’alpeggio storicamente legati alle tano un importante testimonianza storico-culturale dell’e- piccolissime nei centri agricoli minori, nelle corti, e all’in- pratiche della transumanza” (Casini di Corte, Sargiana, conomia agro-forestale della Garfagnana”. terno delle abitazioni, creando una contiguità indissolu- Spatola, Alpe di Dalli e Alpe di Camporanda nel comune • Il complesso delle opere di ingegneria idraulica (dighe di bile tra luogo di residenza e luogo di lavoro. Un vero e di Sillano; Campaiana, Salera e Pruno nel comune di Villa sbarramento) e dei relativi manufatti edilizi funzionali alla proprio fenomeno economico e sociale che ha portato ad Collemandina; le Capanne S.Romano e Capanne di Vib- produzione di energia idro-elettrica, che rappresenta un un’accentuata dispersione degli insediamenti produttivi biana nel comune di San Romano e le Prade nel comune valore storico-identitario in quanto esprime la relazione con conseguenti problemi di relazione tra le diverse parti di Fosciandora. Da segnalare anche gli insediamenti di al- tra sviluppo antropico della valle e disponibilità di risorse degli insediamenti, concentrazione del trasporto merci su tura del versante ligure: Capriola di Camporgiano, Monte idriche (con specifico riferimento ai laghi artificiali di Va- gomma e progressiva congestione del traffico, con una Treno a Vapore sul viadotto Villetta a Camporgiano (Foto di Pietro Guidugli – Archivio fotografico Regione Toscana) Pisone di San Romano di Garfagnana, Colle Carbonaie di gli, Pentecosti, Vicaglia, Gramolazzo). costante intensificazione della pressione sull’ambiente; Castiglione di Garfagnana); • Il complesso delle opere e dei manufatti di archeologia • di contro, nelle aree montane si assiste al declino del • “I castelli, le fortificazioni e i borghi fortificati”, general- industriale legati alla produzione della carta. sistema economico silvo-pastorale con conseguente ab- mente ubicati lungo la viabilità storica di crinale su poggi bandono e trasferimento della popolazione nelle aree di e rilievi emergenti e particolarmente visibili – panoramici Criticità fondovalle, (a partire dagli anni 70 si rilevano cambia- rispetto alla valle circostante, che costituiscono un conno- • Occlusione e impermeabilizzazione dei fronti fluviali con menti nelle composizioni del bosco, progressivo abban- tato essenziale del paesaggio locale oltre che una risorsa la localizzazione di urbanizzazioni continue, infrastrutture dono e rimboschimento di aree agricole). Contribuisce di particolare interesse storico-culturale e documentale” e aree produttive che hanno compromesso le relazioni di all’esodo anche la costruzione dei primi invasi artificiali (Tra cui i principali: Borgo fortificato di Perpoli, di Cascio, lunga durata tra l’insediamento di fondovalle e il fiume per la produzione idroelettrica, che comporta l’allaga- Rocca di Sassi, Fortezza di Monte Alfonso, Rocca di Ca- (Castelnuovo di Garfagnana, Gallicano); mento di aree di fondovalle e la perdita di centri che ri- stenuovo Garfagnana, Roccalberti, Rocca di Camporgia- • Separazione fisica, ecologica, fruitiva e paesaggistica fra mangono sommersi. no, Rocca di Castelvecchio situate nella parte apuana; la valle del Serchio e i sistemi vallivi secondari del ver- A seguito di queste trasformazioni economiche, nel fon- mentre nella parte appenninica alcuni esempi interes- sante apuano e appenninico (Torrente Turrita Secca e di dovalle si è verificata la crescita e il rafforzamento del si- santi sono: Cinta muraria di Lupinaia, Rocca di Ceserana, Gallicano, Lima, Pedogna). In particolare, sul versante Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani stema insediativo e, al suo interno, la formazione di poli Borgo fortificato di Castiglione, Castellaccio di Bacciano, apuano, le espansioni degli insediamenti di impianto sto- urbani principali. In particolare: nella parte alta della val- Fortezza delle Verrucole, Rocca di Castelvecchio, Rocca di rico, collocati in forma compatta, in posizione leggermen- le, Castelnuovo Garfagnana si espande verso Piano della Soraggio -che conserva l’impianto originario); te sopraelevata, alla confluenza degli affluenti trasversali Pieve, formando un sistema insediativo continuo bipolare • “Gli edifici religiosi come i complessi monastici , le pievi (Castelnuovo di Garfagnana e Gallicano), hanno saturato Castelnuovo-Pieve Fosciana; nella Media Valle, i centri di romaniche e gli edifici isolati a carattere eremitico, non- le aree depresse circostanti di pertinenza fluviale compro- Fornaci di Barga, Piano di Coreglia e Gallicano sono oggetto ché gli ospedali sorti in corrispondenza della via Franci- mettendo le relazioni ecologiche e territoriali tra il Serchio di espansione significativa e si fondono in una serie di inse- gena” (Pieve di S.Jacopo – Gallicano; Pieve di S.Maria e i suoi affluenti (Torrente Turrita Secca e di Gallicano). diamenti doppi (Barga e Fornaci di Barga, Coreglia e Piano Loppia – Barga; Pieve S.Giovanni - Pieve Fosciana; Pieve Sul versante appenninico, invece, si assiste alla saldatura di Coreglia). di S.Paolo Vico Pancellorum -Bagni di Lucca); delle espansioni degli insediamenti lineari collocati lungo • “Le linee ferroviarie minori, sottoutilizzate o dimesse che la viabilità storica pedecollinare. Il continuum urbano, co- Valori attraversano contesti di alto valore paesaggistico” e il stituito prevalentemente da edilizia residenziale di scarsa • “Le reti di città storiche identificate nella carta delle Figu- connesso sistema di stazioni e scali” (Linea Lucca-Aulla); qualità, aree produttive e fasci infrastrutturali, occlude Fabbriche di Vallico re componenti i morfotipi insediativi”: • “I ponti storici e i viadotti ferroviari ottocenteschi qua- p. 36 (foto di Giuseppe Zingarelli – Archivio fotografico Regione Toscana) i varchi ambientali e compromette le relazioni ecologi- piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima che, territoriali e paesaggistiche tra la valle del Serchio e un lato, ad arginare i processi di abbandono del patrimonio Valdottavo. Complementarmente è necessario necessario i sistemi collinari e montani circostanti; (soprattutto nel insediativo e delle attività agro-silvo-pastorali dei contesti salvaguardare, riqualificare e valorizzare le riviere fluviali del tratto tra Fornaci di Barga-Gallicano fino alla confluenza collinari e montani, dall’altro, ad evitare ulteriori processi di fiume Serchio e dei suoi affluenti in chiave multifunzionale, con il Torrente Lima a Fornoli e nel tratto tra Decimo e urbanizzazione, infrastrutturazione e consumo di suolo nella dare continuità alle aree agricole e naturali perifluviali anco- Valdottavo); piana alluvionale del Serchio e sulle conoidi; anche svilup- ra presenti, e ricostituire i rapporti storici tra fiume e tes- • Congestione del sistema infrastrutturale di fondovalle e pando sinergie tra i centri di valle e quelli collinari e montani suto urbano, ove compromessi; anche salvaguardando o ri- decadimento del sistema infrastrutturale e dei trasporti e recuperandone e valorizzandone le reciproche relazioni qualificando i waterfront urbani (in particolare nei principali trasversali storici di collegamento con il sistema collinare territoriali. centri di fondovalle - Castelnuovo Garfagnana, Gallicano), e montano, causato potenziamento della viabilità prin- Per contrastare i fenomeni di abbandono è necessario rivi- la viabilità e gli spazi pubblici rivieraschi, l’accessibilità al cipale storica. In particolare, il potenziamento della Via talizzare e riqualificare gli insediamenti collinari e montani in fiume e la sua riconoscibilità nel contesto urbano. È neces- Ludovica, del Brennero, della statale della Garfagnana chiave multi-funzionale (abitativa, produttiva, di servizio e sario, altresì, riqualificare le aree produttive presenti lungo che risalgono la valle, ha incentivato i traffici su gomma ospitalità) e ricostituire le loro funzioni storiche di salvaguar- il fiume come “aree produttive ecologicamente attrezzate” e contribuito ad isolare e rendere inaccessibile il fiume. dia idrogeologica, di valorizzazione ecologica, produttiva e e, promuovere, anche attraverso sistemi perequativi, la de- • Presenza di aree produttive in ambiti fluviali sensibili o paesaggistica della valle; anche promuovendo forme inno- localizzazione, all’esterno delle fasce di pertinenza fluviale, ad alto rischio idraulico e idrogeologico e in posizione vative per “riabitare la montagna” o per la conservazione e degli insediamenti produttivi non compatibili con la tutela tale da occludere gli alvei degli affluenti e non garantire la promozione della cultura locale (civiltà della castagna). paesaggistica, idraulica ed ecosistemica dei contesti fluviali. la continuità ambientale tra la valle del Serchio e la valli Ai fini della rivitalizzazione di questi contesti è importante, Obiettivo strategico per la valle è, inoltre, la riqualificazione Barga, espansione e diffusione urbana delle conoidi (fonte Agea-RT 2010) secondarie. Sia in Garfagnana che nella Media Valle si tra l’altro, differenziare la ricettività turistica e recuperare e del sistema infrastrutturale di fondovalle e la salvaguardia e trovano due grossi complessi industriali, la Europa Metalli valorizzare il patrimonio abitativo esistente, rispettandone i valorizzazione dei collegamenti trasversali con i contesti col- - S.M.I. di Fornaci di Barga (industria metallurgica) e la caratteri morfotipologici tradizionali e sviluppandone le po- linari e montani anche promuovendo forme di mobilità mul- I.C.L. di Fornoli (Bagni di Lucca) (industria per l’estrazio- tenziali integrazioni con le attività agro-silvo-pastorali tradi- timodali integrate e sostenibili; con particolare riferimento ne del tannino), oltre a una decina di cartiere di notevoli zionali (rete di ospitalità diffusa, agriturismi, ecc..). ai collegamenti di valore storico e/o paesaggistico (ferrovie, dimensione e ad altri insediamenti di dimensioni artigia- Indirizzo prioritario per l’ambito è anche la tutela e valo- lungo fiume, viabilità storica). A tal fine è opportuno salva- nali e medie, di tipologie eterogenee, quali: lavorazione rizzazione del vasto patrimonio storico-testimoniale che guardare e valorizzare la rete ferroviaria storica Lucca-Aulla di inerti e marmo, lavorazione artistica di metalli, tes- caratterizza il paesaggio della Garfagnana, costituito dalle e le connesse stazioni, anche integrandola con il sistema sile, oggettistica, officine meccaniche, aziende agricole, testimonianze del sistema difensivo del periodo medievale, di mobilità dolce lungo fiume e con i percorsi e gli itinerari fonderie. Oltre che nella bassa Val di Lima, a valle della da complessi monastici, pievi ed edifici isolati a carattere storici di fruizione e attraversamento della valle. sua confluenza con il Serchio l’industrializzazione è con- eremitico, mulini e “ferriere” (fra Pescaglia e Fabbriche di Valorizzare, inoltre, il ruolo connettivo del fiume Serchio centrata e in sviluppo a Borgo a Mozzano (Socciglia), a Vallico emergono le ferriere di Galgani, Aiola e Gragliana), e dei suoi affluenti, promuovendo forme di fruizione so- Diecimo Pescaglia, a valle di Valdottavo; linee ferroviarie e viabilità storiche (linea ferroviaria Lucca- stenibile della via d’acqua e delle sue riviere (attraverso la • Processi di dispersione dell’edificato nelle aree agricole Aulla), ponti e viadotti ferroviari (ponte della Maddalena o realizzazione di itinerari di mobilità dolce, punti di sosta, ac- collinari che circondano i centri storici rurali di mezzaco- del Diavolo, ponte delle Catene) e dal patrimonio archeolo- cessi), anche incentivando progetti di recupero di manufatti sta; gico (con particolare riferimento alle testimonianze ricon- di valore storico-culturale legati alla risorsa idrica – mulini,

Serchio, Castelnuovo di Garfagnana, piattaforme industriali in ambito • Processi di espansione e diffusione urbana delle conoidi ducibili agli insediamenti liguri del III-II secolo a.C. presen- ex- cartiere e quant’altro. fluviale (fonte Agea-RT 2010) alluvionali a partire dai centri compatti di matrice storica ti nel territorio compreso fra Camporgiano, Castiglione di posti sulla loro sommità; Garfagnana, San Romano di Garfagnana). In particolare, è • Impatto paesaggistico degli impianti di lavorazione e necessario tutelare l’integrità morfologica dei centri storici stoccaggio del marmo impropriamente collocati nell’am- collinari e di medio versante, collocati in posizione domi- bito di spazi di pertinenza del fiume. (Cave di versante nante sulla valle, che rappresentano luoghi di cerniera fun- per l’estrazione di inerti che, per dimensioni e frequenza zionale e visuale tra la montagna e il fondovalle: evitando Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani dominano il paesaggio fra Ponte a Moriano e Decimo); ulteriori processi di urbanizzazione diffusa lungo i crinali, • Degrado delle aree di pertinenza fluviale causato dalle salvaguardando le loro relazioni con gli intorni agricoli e le opere per la realizzazione di nuovi viadotti per l’adegua- visuali panoramiche da e verso tali insediamenti. mento della viabilità esistente (vedi il nuovo viadotto del Nelle aree di fondovalle, l’indirizzo principale è l’arresto di Brennero nelle strette del Piaggione); ulteriori processi di dispersione insediativa sui piani alluvio- • Interclusione, attraverso urbanizzazioni continue e fasci nali e di saldatura lineare lungo le riviere fluviali del Serchio infrastrutturali, di molti sistemi di spazi aperti agricoli e dei suoi affluenti, contenendo i carichi insediativi entro i .3 perifluviali (abbandono delle coltivazioni) e aree di alto confini del territorio urbanizzato e mantenendo i varchi ine- 3 valore naturalistico; dificati e gli spazi agricoli residui; con particolare attenzione alle espansioni sui conoidi di Barga e del Piano di Coreglia, Indirizzi per le politiche e alle conurbazioni da Fornaci di Barga-Gallicano fino alla Serchio, Gallicano, localizzazione di urbanizzazioni, infrastrutture e aree Gli indirizzi per le politiche dell’ambito sono finalizzati, da confluenza con il Torrente Lima a Fornoli e da Diecimo a produttive (fonte Agea-RT 2010) p. 37 garfagnana e val di lima

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 38 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima legenda estratto della carta dei Sistemi insediativi in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

link: criteri metodologici

p. 39 garfagnana e val di lima Descrizione strutturale Corfino, Vibbiana, Sillano, come rivela chiaramente la to- gistico ed ecologico e accoglie seminativi a maglia medio- 3.4 I caratteri morfotipologici Il paesaggio rurale della Garfagnana presenta i caratte- ponomastica. La porzione medio-montana compresa tra i ampia sottoposti alla pressione urbana di Fornaci di Barga, dei sistemi agro ambientali ri tipici di una conca intermontana, strutturata attorno al 500 e gli 800 metri storicamente ospita anche un articolato Gallicano, Piano di Coreglia. fondovalle del Serchio che costituisce asse di simmetria sistema di edilizia sparsa, collegata alla massiccia diffusione dei paesaggi rurali del sistema vallivo e separa i versanti appenninici da quelli della piccola proprietà contadina e dunque alla presenza di Dinamiche di trasformazione apuani. Molto estesa la porzione montana, che comprende unità poderali anche molto minute. Le principali dinamiche di trasformazione che interessano la le aree di dorsale dell’Appennino tosco-emiliano e delle Alpi All’interno della fascia collinare si osserva una certa diversi- Garfagnana sono quelle tipiche delle conche intermontane Apuane e i versanti sottostanti; assai più ridotta la parte ficazione dei paesaggi agrari, in parte riferibile alla varietà appenniniche che vedono una forte pressione antropica nel collinare ed esilissima la fascia di pianura e fondovalle. Il ca- geomorfologica del rilievo. Si alternano infatti campi chiusi solco vallivo principale e l’abbandono di valli minori, am- rattere paesaggistico prevalente è quello montano, ricono- a seminativo e a prato (morfotipo 9) presenti sui versanti bienti sommitali e montani. scibile nella predominanza della matrice forestale interrotta a morfologia addolcita della testata di valle del Serchio (tra Lo spopolamento dei territori montani e l’abbandono del- da pascoli e prati permanenti alle quote più alte (morfotipi Giuncugnano e Piazza al Serchio), e in quelli che vanno da le pratiche colturali e di manutenzione di boschi e pascoli criteri metodologici (LINK) 1 e 2) e da mosaici agricoli di tipo tradizionale (morfotipo Camporgiano a Poggio; seminativi tendenti alla semplifica- sono più intensi nelle aree poste alle quote più elevate o 21) a quelle inferiori. zione (morfotipo 4), mosaici agricoli d’impronta tradizionale caratterizzate da condizioni di accessibilità più difficili. Qui Il versante apuano e quello appenninico presentano signi- (morfotipo 21) e associazioni tra oliveti e seminativi (mor- le corone coltivate dei centri montani vengono progressiva- ficative differenze nell’organizzazione paesistica dovute in fotipo 16) nella porzione collinare posta in corrispondenza mente invase dal bosco e le sistemazioni idraulico-agrarie primo luogo ai caratteri geomorfologici. Più ripidi e acciden- della media valle del Serchio; mosaici agricoli complessi di tradizionali (muri a secco, terrazzi, lunette, ciglioni) vanno tati, i rilievi apuani nelle parti non boscate sono occupati per pianura (morfotipo 20), a maglia fitta e ben equipaggiati incontro a processi di degrado con conseguenze molto gravi lo più da praterie pascolate talvolta collegate a piccolissimi dal punto di vista dell’infrastrutturazione rurale, sulle conoi- sulla stabilità dei suoli e sull’equilibrio idrogeologico dell’in- insediamenti (come Metello, Mezzana, Coste), altre volte di alluvionali di Castiglione di Garfagnana, Barga, Filecchio, tero ambito. Le aree collinari sono parzialmente interessate ad alpeggi, alcuni dei quali particolarmente significativi per Ghivizzano e su tutta l’area densamente insediata dei depo- da questa dinamica: si osserva, per esempio, in corrispon- estensione e complessità dell’impianto (come Campocati- siti di Margine. denza di Ghivizzano Castello dove colture tradizionali (semi- no nel territorio di Vagli). Praterie primarie e secondarie si Poco più a nord della conoide di Barga, dove il fondovalle nativi arborati da filari di vite o olivo) e sistemazioni di ver- estendono sulle aree di crinale e hanno un carattere meno del Serchio si apre in una fascia pianeggiante più ampia sante (prevalentemente ciglioni) sono soggette a processi antropizzato rispetto a quelle delle quote inferiori. I mosaici rispetto alle strette incisioni del tratto montano e collinare, di massiccio abbandono. Coltivi d’impronta tradizionale nella Valle del Serchio (photo © Andrea Barghi/VARDA) agricoli tradizionali, tipicamente disposti a corona di piccoli il tessuto agricolo si semplifica dal punto di vista paesag- L’altra dinamica caratterizzante l’ambito è l’artificializzazio- centri montani immersi nel bosco, sono presenti per lo più nella parte meridionale del versante apuano (Vergemoli, Sassi, Brucciano, Verni, Trassilico), mentre caratterizzano in modo più netto i rilievi appenninici. Qui, nella fascia com- presa tra i 500 e gli 800 metri, numerosi piccoli borghi rurali circondati da isole di coltivi terrazzati d’impronta tradiziona- le (morfotipo 21) punteggiano dorsali e vallecole seconda- rie del crinale appenninico e interrompono la continuità del bosco, costituito da latifoglie a prevalenza di castagno nella fascia medio-montana e da conifere e faggete in quella alto- montana. La localizzazione degli insediamenti in questa fascia altime- Rilievi collinari insediati e, sullo sfondo, le Apuane (photo © Andrea Barghi/VARDA) trica rispondeva a esigenze di ottimizzazione nello sfrutta- Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri mento e integrazione delle risorse provenienti dall’attività agricola (praticata nella porzione coltivata circostante i cen- tri abitati), dal bosco (in particolare dai castagneti cedui e da frutto che di norma si spingono fino agli 800 metri), e dai pascoli, situati nella porzione di territorio posta a mon- te degli insediamenti, accessibile tramite una fitta rete di mulattiere e sentieri. Non di rado questa modalità di sfrut- tamento delle risorse territoriali ha dato origine a un “rad- doppio” dei centri abitati della fascia medio-montana in un secondo più piccolo nucleo posto alle quote superiori, con funzioni di presidio di pascoli e boschi. Ne sono un esempio insediamenti stagionali come Capanne di Corfino, Capanne di Vibbiana, Capanne di Sillano, nati dallo sdoppiamento di p. 40 Paesaggio dei crinali (photo © Andrea Barghi/VARDA) Copertura forestale sui rilievi della Garfagnana (photo © Andrea Barghi/VARDA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima ne degli ambienti planiziali o di conoide. Il fondovalle del pascoli collocati alle quote più alte. Serchio (nel tratto compreso tra Fornaci di Barga-Gallicano Un paesaggio di grande valore posto a metà tra formazio- e la confluenza con il torrente Lima) e le conoidi alluvionali ni di montagna e di collina è quello della testata di valle di Castiglione di Garfagnana, Barga, Filecchio, Ghivizzano del Serchio, compresa tra Giuncugnano e Piazza al Serchio: sono le aree maggiormente soggette a pressione urbana un’estesa area coltivata a seminativi e prati a “campi chiusi” e dispersione insediativa. Il territorio rurale si contrae pro- (morfotipo 9) occupa queste morfologie addolcite - caratte- gressivamente per la realizzazione di nuove infrastrutture, rizzate da una rete piuttosto articolata di insediamenti stori- insediamenti produttivi e residenziali. In questi contesti le ci scarsamente alterati nell’impianto originario specialmente pratiche colturali tendono inoltre a una crescente margina- nella parte più settentrionale dell’area – e rappresenta ele- lizzazione che contribuisce alla svalutazione dell’uso agrico- mento di valore storico-testimoniale, paesaggistico, ecolo- lo dei terreni e alla loro potenziale urbanizzazione. gico (parte di questi coltivi e pascoli coincidono, infatti, con Nelle aree di fondovalle e di Margine i tessuti colturali si nodi della rete degli ecosistemi agropastorali). Una confi- semplificano in termini di infrastrutturazione ecologica e gurazione per certi versi analoga si osserva poco più a sud articolazione paesaggistica, con allargamento della maglia lungo il corso del Serchio, attorno a Camporgiano. agraria e rimozione di forme di coltura promiscua, elementi Ulteriori aspetti di valore nella fascia collinare sono riferibili della rete scolante e - in parte - del corredo vegetale non ancora a mosaici colturali di assetto tradizionale (morfotipo colturale. Nelle conoidi alluvionali di Barga e Filecchio que- 21) e ai mosaici complessi a maglia fitta tipici delle zone sto fenomeno è meno marcato e la maglia agraria, pure di conoide (morfotipo 20). Qui, e in special modo in corri- semplificata, mantiene un buon grado di articolazione e di- spondenza di Barga e Filecchio, la maglia agraria occupata versificazione interne. prevalentemente da seminativi ha mantenuto un buon gra- do di articolazione e infrastrutturazione, dato dalla presenza Valori di una rete viaria minuta di servizio alle attività agricole e I principali aspetti di valore del paesaggio rurale della Gar- del relativo equipaggiamento vegetale. fagnana sono compresi nell’ambiente montano e collinare. Matrice forestale di alta montagna interrotta da prati-pascolo a campi chiusi (photo © Andrea Barghi/VARDA) Sul versante appenninico e su quello apuano la fascia di Criticità dorsale e di alta montagna è caratterizzata dalla prevalenza Le criticità che interessano il territorio rurale della Garfagna- da queste dinamiche sono i seminativi semplificati del fon- centrati in posizione dominante circondati da isole di coltivi. di praterie primarie e secondarie che diversificano il paesag- na sono riconducibili alle due principali dinamiche di tra- dovalle del Serchio (morfotipo 6) nel tratto compreso tra Strategico è, inoltre, il mantenimento della funzionalità e gio sul piano morfologico, percettivo ed ecologico (morfotipi sformazione descritte. I processi di abbandono delle attività Fornaci di Barga-Gallicano e la confluenza con il torrente dell’efficienza del sistema di regimazione idraulico-agraria e 1 e 2). In certe situazioni, spesso in prossimità dei crinali, agrosilvopastorali riguardano i paesaggi di montagna e, in Lima, e i mosaici colturali complessi di pianura e delle prime di contenimento dei versanti, mediante la conservazione e queste aree coincidono con i nodi della rete degli ecosistemi parte quelli collinari, con un’intensità direttamente propor- pendici collinari (morfotipo 20) che insistono sulle conoidi di manutenzione delle opere esistenti o la realizzazione di nuo- agropastorali. Acquisiscono un notevole valore storico-testi- zionale alla marginalità e difficile accessibilità dei terreni, Castiglione di Garfagnana e Ghivizzano. Meno critica la si- vi manufatti coerenti con il contesto paesaggistico. I rilievi moniale quando sono collegate a insediamenti stagionali e alla limitata possibilità di meccanizzazione dell’agricoltura, tuazione dal punto di vista della semplificazione della maglia collinari dalle morfologie più addolcite (in particolare le aree alpeggi, come Campocatino nel territorio di Vagli, Capanne allo spopolamento dei relativi centri abitati. Pascoli e prati agraria sulle conoidi di Barga e Filecchio. di conoide di Castiglione di Garfagnana, Barga, Filecchio, di Sillano, Capanne di Vibbiana, Capanne di Corfino, “rad- permanenti (morfotipi 1 e 2) e mosaici colturali di assetto Ulteriore criticità per il paesaggio rurale è la presenza di Ghivizzano) vedono una maggiore incidenza dei processi doppi” degli omonimi paesi posti alle quote inferiori. tradizionale (morfotipo 21) vanno incontro a rapidi processi attività estrattive come le cave di inerti che occupano il fon- di consumo di suolo agricolo che vanno contrastati anche Nella fascia sottostante la dorsale – in prevalenza sul ver- di rinaturalizzazione da parte del bosco con perdita di di- dovalle del Serchio nel tratto compreso tra Ponte a Moriano valorizzando la vitalità e la produttività dei terreni coltivati. sante appenninico, sulla porzione meridionale di quello versificazione paesaggistica ed ecologica. Il degrado ola e Diecimo, e quelle presenti sui rilievi apuani (Valle di Orto Dove sono presenti mosaici colturali complessi è importante apuano e sul massiccio delle Pizzorne – l’aspetto maggior- manutenzione insufficiente delle sistemazioni di versante di Donna, alta Valle di Gorfigliano, Valle dell’Arnetola, alta salvaguardare l’articolazione e la complessità della maglia mente qualificante il paesaggio è la presenza, all’interno del spesso presenti nelle aree agricole tradizionali comportano, Valle di Arni). agraria mantenendo una dimensione medio-fitta della tra-

ma dei coltivi, tutelando la rete di infrastrutturazione rurale Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri manto forestale, di isole coltivate d’impronta tradizionale com’è noto, rischi consistenti per l’equilibrio idrogeologico Indirizzi per le politiche disposte attorno a piccoli nuclei storici (morfotipo 21). In dell’intero ambito. esistente (viabilità poderale, rete scolante, vegetazione di I principali indirizzi per il paesaggio montano della Garfa- particolare sul versante appenninico, coltivi e piccoli paesi si I fenomeni di ricolonizzazione arbustiva e arborea a seguito corredo) e ricostituendola nei tratti che presentano cesu- gnana sono fondamentalmente finalizzati ad arginare i pro- alternano al bosco secondo una scansione pressoché rego- dell’abbandono colturale riguardano anche parte della fa- re. Per i tessuti a campi chiusi (presenti soprattutto nel- cessi di abbandono delle attività agropastorali e zootecni- lare data dalla configurazione a pettine di dorsali e vallecole scia collinare e dipendono principalmente dall’efficacia delle la testata di valle del Serchio tra Giuncugnano e Piazza al che, sviluppando politiche che favoriscano il riutilizzo del secondarie e definiscono un quadro paesistico di notevole modalità di gestione agricola. Un esempio di questa situa- Serchio), è essenziale preservare la continuità della rete di patrimonio abitativo, l’offerta di servizi alle persone e alle valore estetico-percettivo. Non di rado terrazzate, queste zione si osserva in corrispondenza di Ghivizzano Castello infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica costituita da aziende agricole, l’accessibilità delle zone rurali in termini aree agricole assolvono a un’importante funzione di pre- (morfotipo 20) dove colture tradizionali (seminativi arborati siepi, filari e macchie boscate ed equipaggiare nuovamente di miglioramento della viabilità esistente e dei servizi di tra- .4 sidio idrogeologico, di diversificazione paesistica ed ecolo- da filari di vite o olivo) e sistemazioni di versante (prevalen- di corredo vegetale i punti della maglia agraria che ne sono 3 sporto. Finalità di questi interventi è favorire la riattivazio- gica. Testimoniano inoltre di un’organizzazione territoriale temente ciglioni) versano in stato di abbandono. sprovvisti. Nelle esili aree di fondovalle che attraversano ne di economie agrosilvopastorali che sottraggano i terreni storicamente finalizzata all’integrazione delle risorse prove- In pianura e sulle conoidi alluvionali i rischi maggiori sono l’ambito, e principalmente in quello del Serchio, è auspica- coltivati e pascolivi all’espansione del bosco, con particolare nienti dai coltivi posti immediatamente attorno ai centri, dai rappresentati dai processi di urbanizzazione e di semplifi- bile preservare gli spazi aperti e limitare nuove edificazioni riferimento a quelli posti nella fascia compresa tra i 500 e boschi di castagno che coprono il contesto circostante e dai cazione della maglia agraria. I tessuti agricoli interessati e infrastrutture. gli 800 metri, maggiormente insediata da piccoli nuclei ac- p. 41 garfagnana e val di lima

03. morfotipo dei morfotipi delle colture seminativi tendenti alla Morfotipi rurali erbacee rinaturalizzazione in contesti marginali

01. morfotipo delle praterie e dei pascoli di alta montagna e di crinale

Il morfotipo è contraddistinto dalla prevalenza di seminativi interessati da processi di rina- turalizzazione e posti in contesti marginali, per lo più montani e Il morfotipo comprende sia pra- collinari. Il paesaggio mostra i terie primarie di origine natura- segni sia dell’allargamento o le, sia praterie secondarie, che della cancellazione della maglia occupano gli spazi lasciati liberi agraria preesistente sia quel- dal taglio dei boschi. Si tratta di li di un abbandono colturale ambienti anticamente sfruttati avanzato, riconoscibile nella per il pascolo, ma oggi abban- presenza di alberi sparsi, ve- donati dall’utilizzo antropico, getazione arbustiva e boscaglia le cui tracce sono pressoché che ricolonizzano i terreni. scomparse. Spesso appaiono come estese superfici nude, quasi del tutto prive di vegeta- zione forestale. Assai rapido il processo di rinaturalizzazione cui vanno incontro.

04. morfotipo dei 02. morfotipo delle praterie seminativi semplificati in e dei pascoli di media aree a bassa pressione montagna insediativa

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Si tratta di ambienti di Il morfotipo è contraddistinto montagna coperti da praterie dalla prevalenza di seminativi storicamente adibite al pascolo, a maglia semplificata in uso talvolta ancora oggi contesti montani e collinari praticato, e in genere posti a periferici rispetto alle grandi contatto con piccoli insediamenti trasformazioni insediative accentrati. Contribuiscono e paesaggistiche. Nella in modo determinante alla maggioranza dei casi, siamo diversificazione paesaggistica in presenza di un’agricoltura ed ecologica dell’ambiente ancora vitale tipica di certi montano costituendo superfici contesti collinari in cui la di rilevante discontinuità rispetto relativamente contenuta alla copertura boschiva. semplificazione paesaggistica non si è associata, se non occasionalmente, a ingenti fenomeni di diffusione insediativa ed erosione dello spazio rurale. approfondimento: livello regionale scala originale 1:250.000

p. 42 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima

10. morfotipo dei campi 21. morfotipo del mosaico 06. morfotipo dei chiusi a seminativo e a 16. Morfotipo del colturale e particellare seminativi semplificati di prato di pianura e delle seminativo e oliveto complesso di assetto pianura o fondovalle prime pendici collinari prevalenti di collina tradizionale di collina e di montagna

Il morfotipo è caratterizzato Il morfotipo è caratterizzato da Il morfotipo è tipico delle aree da una maglia agraria di una maglia agraria ben leggibile, collinari ed è caratterizzato Il morfotipo è costituito da iso- dimensione medio-ampia scandita dalla presenza di siepi dall’alternanza di oliveti e le di coltivi tradizionali dispo- o ampia esito di operazioni che si dispongono, nell’assetto seminativi. Talvolta vigneti ste attorno ai nuclei abitati e di ristrutturazione agricola. originario, lungo i confini dei di dimensione variabile si immerse nel bosco in contesti Rispetto alla maglia campi. Questa particolare inframmettono tra le colture montani o alto-collinari. L’a- tradizionale, presenta caratteri configurazione può essere sia prevalenti. La maglia agraria spetto caratterizzante è la stret- di semplificazione sia ecologica espressione di una modalità è medio-fitta e articolata, con ta connessione tra nucleo stori- che paesaggistica. Il livello di di sfruttamento agricolo campi di dimensione contenuta co insediato e intorno coltivato infrastrutturazione ecologica è del territorio storicamente e confini tra gli appezzamenti che appaiono reciprocamente generalmente basso. È spesso consolidata, sia esito di piuttosto morbidi. Il bosco, dimensionati e interrompono la associato a insediamenti fenomeni di rinaturalizzazione sia in forma di macchie che di continuità del manto boschivo. di recente realizzazione, derivanti dall’espansione di siepi formazioni lineari, diversifica La maglia agraria è fitta e arti- localizzati in maniera incongrua ed elementi vegetazionali su significativamente il tessuto dei colata e spesso equipaggiata di rispetto alle regole storiche del terreni in stato di abbandono. coltivi. sistemazioni idraulico-agrarie. paesaggio.

09. morfotipo dei campi 20. morfotipo del mosaico chiusi a seminativo e morfotipi specializzati colturale complesso a a prato di collina e di delle colture arboree maglia fitta di pianura e montagna delle prime pendici collinari

12 morfotipo dell’olivicoltura

Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo è caratterizzato Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri nazione tra aree a seminativo e dall’associazione di colture a prato-pascolo in cui è leggibi- legnose ed erbacee in le l’organizzazione della maglia appezzamenti di piccola a “campi chiusi” con filari, siepi, o media dimensione che boschi poderali e alberi isolati. Il morfotipo copre generalmente configurano situazioni di Può essere sia espressione di versanti e sommità delle colline mosaico agricolo. Conservano una modalità di utilizzazione mentre, nei contesti montani, è un’impronta tradizionale nella agricola del territorio consolida- presente solo sulle pendici delle densità della maglia che è fitta ta, sia esito di fenomeni di rina- dorsali secondarie. A seconda o medio-fitta, mentre i coltivi turalizzazione derivanti dall’e- del tipo di impianto, i paesaggi storici possono essere stati spansione di siepi ed elementi dell’olivicoltura si distinguono sostituiti da colture moderne vegetazionali su terreni in stato in olivicoltura tradizionale (piccoli vigneti, frutteti, colture 3.4 di abbandono. terrazzata, olivicoltura orticole). I tessuti interessati da tradizionale non terrazzata questo morfotipo sono tra le in genere caratterizzata tipologie di paesaggio agrario da condizioni che rendono che caratterizzano gli ambiti possibile la meccanizzazione, e periurbani. olivicoltura moderna intensiva. link: abaco regionale dei morfotipi rurali p. 43 garfagnana e val di lima Variazioni dell’uso del suolo fra 1830 e 1960 Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006 Colture permanenti Seminativo nudo

1960 2006

Pascolo e incolto Bosco

Variazioni dell'uso del suolo fra 1960 e 2006

Uso del suolo < -75% 5% - 15% Colture permanenti (vigneto, oliveto, frutteto, seminativo arborato, orto, castagneto da frutto) -75% - -60% 15% - 30% Seminativo nudo -60% - -45% 30% - 45%

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Incolto produttivo e prato -45% - -30% 45% - 60% Bosco -30% - -15% 60% - 75%

-15% - -5% >75% Altri usi

-5% - 5% Confine di ambito Variazioni dell'uso del suolo Territori extra Dati mancanti Uso del suolo al 2006 (puntinato) regione o mare Uso del suolo al 1960 (sfondo) differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- Nell'ambito delle macroclassi adottate, le aree a campitura ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso piena indicano continuità negli usi del suolo mentre il del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e puntinato indica trasformazione. quelli della carta CNR/TCI

1960-2006 p. 44 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 03 livello d’ambito garfagnana e val di lima

Interpretazioni di sintesi 4 garfagnana e val di lima niate su una doppia viabilità - una recente e quella ‘storica’ del centro abitato di media montagna (Capanne di Corfino, contesto assumono valore patrimoniale tutti gli spazi aperti, 4.1 Patrimonio territoriale modernizzata - che corrono lungo i due lati del Serchio, cui Capanne di Vibbiana, Capanne di Sillano). Un “raddoppio” che rivestono un fondamentale ruolo morfologico e paesag- e paesaggistico si aggiunge la linea ferroviaria. Tutto ciò si interseca e va a analogo dell’insediamento veniva realizzato anche verso il gistico - come varchi inedificati nel tessuto urbanizzato -, interrompere un sistema ambientale di fondovalle - fatto di fondovalle, per rispondere alle esigenze di commercializza- ecologico e naturale. larghi terrazzi alluvionali, di tipiche formazioni ripariali arbo- zione dei prodotti agricoli e forestali (Careggine e Fabbrica ree e arbustive e con specie vegetali e animali di medio e di Careggine, Vagli di Sotto e Vagli di Sopra, Vallico di Sot- Completano i valori patrimoniali dell’ambito alcuni elemen- basso corso – dove convivono aree a elevati livelli di natu- to e Vallico di Sopra). L’assetto paesaggistico dell’ambiente ti di particolare pregio, che si inseriscono all’interno delle ralità e aree agricole, talvolta di tipo tradizionale. La forte montano presenta elementi di interesse nella sua natura di diverse strutture territoriali presenti nelle descrizioni delle espansione degli insediamenti ne aggrava inevitabilmente mosaico ambientale e per la presenza di aree agricole “di singole invarianti, e nei documenti a livello regionale. Tra la criticità idraulica rispetto a eventi di particolare intensità elevato valore naturalistico”, oltre che per la continuità della questi: (tratto da testo Baldeschi obiettivi). Sebbene sottoposte a matrice forestale. La testata di Valle del Serchio si distingue • l’eccezionale ricchezza delle risorse idriche: gli acquiferi intense dinamiche di trasformazione, le strutture paesisti- per le forme più dolci, che hanno storicamente permesso le profondi alimentati dall’ambito si estendono, fisicamen- criteri metodologici (LINK) che hanno mantenuto in misura variabile caratteri di inte- comunicazioni e gli insediamenti. In continuità con gli adia- te e come risorse, oltre i confini dell’ambito stesso; le grità dei propri valori patrimoniali. centi sistemi collinari a versanti dolci, si ha quindi un’estesa sorgenti di origine carsica, come la Polla dei Gangheri, Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme rete di insediamenti minori e strutture rurali. la Sorgente del Pollatoio, la Polla di Dordoio e la S. Batti- delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione I due versanti montani della valle presentano significati- ferro, in passato utilizzate come forza motrice per mulini fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- ve differenze geomorfologiche e una marcata asimmetria La fascia collinare - nella quale si riconoscono le quattro e “ferriere” (ancora oggi fra il paese di Pescaglia e Fab- ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- che hanno storicamente condizionato la disposizione degli grandi conoidi terrazzate di Castiglione di Garfagnana, Bar- briche di Vallico emergono le ferriere di Galgani, Aiola e sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- insediamenti, del bosco, di pascoli e colture. Sul versante ga, Filecchio e Ghivizzano- presenta un grado di antropizza- Gragliana); renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il apuano, la frequenza di rocce carbonatiche dure crea pen- zione evidentemente maggiore rispetto all’ambiente mon- • la struttura complessa e articolata degli antichi assi viari supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio dii ripidi e aspri, in certe parti caratterizzati da imponenti tano, ben visibile nella accresciuta densità insediativa (sulle di attraversamento della catena appenninica (Carpinelli, agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- forme carsiche epigee e ipogee, quali l’Orrido di Botri, il formazioni di Margine che compongono le conoidi sorgono Pradarena, Radici), i percorsi storici legati alla produzione ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- nucleo mesozoico della Val di Lima, la Pania di Corfino, la i principali insediamenti storici) e degli usi agricoli del suolo e al trasporto di beni locali (Via dei remi, Via del ferro, ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo Ripa di Soraggio, la “Tana che urla” e altre aree situate rispetto a quelli pascolivi e forestali: mosaici agricoli d’im- Via del sale, Via delle cave), le strade a carattere religioso determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- sulle Alpi Apuane (talvolta interessate dalla presenza di im- pronta tradizionale si alternano ad associazioni tra oliveti e (come, ad esempio, la Via Francigena), le linee ferrovia- ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio portanti fitocenosi del Repertorio Naturalistico Toscano). Il seminativi e a estese superfici a campi chiusi a seminativi rie minori (ad oggi sottoutilizzate o dimesse), le opere di territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli bosco rappresenta la forma di uso del suolo dominante sui e a prato, come quelle che occupano la testata di valle del particolare pregio architettonico come i ponti e i viadotti elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. rilievi montani (come pure su quelli collinari) e costituisce Serchio, i cui principali centri sono Giuncugnano, Sillano, ferroviari ottocenteschi, i manufatti legati all’escavazione un unico ed esteso nodo forestale primario della rete eco- Piazza al Serchio. Si tratta di un paesaggio di grande va- marmifera e alla produzione della carta; gli antichi mulini L’ambito, entro cui prevalgono i caratteri tipici di una conca logica regionale, con particolare riferimento ai castagneti, lore storico-testimoniale ed estetico-percettivo - per il ca- testimoni della “civiltà della castagna”; intermontana, si struttura lungo il medio e alto bacino del alle abetine montane e alle faggete. Vasti complessi de- rattere tradizionale delle colture, la presenza di una rete • il sistema degli edifici religiosi come i complessi monastici fiume Serchio e su parte del bacino idrografico del torrente maniali sono interessati da rimboschimenti di conifere, e in piuttosto articolata di insediamenti storici scarsamente al- , le pievi romaniche e gli edifici isolati a carattere ere- Lima. Il Serchio, asse portante della Garfagnana, modella particolare da abetine montane, con particolare riferimento terati (sistema insediativo a ventaglio della testata di valle mitico, nonché gli ospedali sorti in corrispondenza della il paesaggio del fondovalle separando i versanti appenni- al territorio dell’Orecchiella. Nelle parti non boscate i rilievi di Sillano) -, oltre che ecologico (parte di questi coltivi e via Francigena” (Pieve di S.Jacopo – Gallicano; Pieve di nici, più acclivi, da quelli apuani. Molto estesa la porzione apuani sono occupati da affioramenti rocciosi, da praterie pascoli coincidono infatti con nodi della rete degli ecosiste- S.Maria Loppia – Barga; Pieve S.Giovanni - Pieve Foscia- montana, che comprende le aree di dorsale dell’Appennino pascolate talvolta collegate a piccoli insediamenti e ad al- mi agropastorali). Sulle conoidi alluvionali - che sono le aree na; Pieve di S.Paolo Vico Pancellorum -Bagni di Lucca). tosco-emiliano e delle Alpi Apuane e i versanti sottostanti; peggi (Metello, Mezzana, Coste, Campocatino), da praterie più intensamente coltivate - la maglia agraria ha in genere assai più ridotta quella collinare ed esilissima la fascia di sommitali primarie e secondarie, da brughiere e torbiere, mantenuto un buon grado di articolazione e infrastruttu- pianura e fondovalle. La crisi del sistema economico agro- e, in certi casi da isole di mosaici agricoli tradizionali. Sul razione paesaggistica ed ecologica, grazie alla presenza di Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio silvo-pastorale ha comportato il trasferimento della popola- versante appenninico la dominanza dei flysch arenacei ha una rete viaria minuta di servizio alle attività agricole e del zione nelle aree pianeggianti, l’abbandono delle aree agri- dato luogo a vallate più aperte e a pendii meno aspri, pun- relativo equipaggiamento vegetale, e il paesaggio agrario è cole (con conseguenti fenomeni di invasione del bosco), dei teggiati - nella fascia compresa tra i 500 e gli 800 metri - da dominato da castelli e villaggi fortificati che sorgono sulla pascoli di montagna e dei castagneti da frutto. Speculare a numerosi piccoli borghi rurali spesso murati e di origine me- fascia pedecollinare. questi processi è stata l’urbanizzazione del fondovalle del dievale (o da “vichi” collocati in posizione strategica lungo Serchio, soprattutto nel tratto basso - fino a Gallicano - dove la viabilità storica principale o di valico), circondati da isole La pianura e il fondovalle sono territori di estensione molto in alcuni ‘nodi’ il fiume ha formato piane alluvionali di buona di coltivi terrazzati tradizionali che diversificano il paesaggio contenuta in cui si alternano aree con elevati livelli di natu- suscettibilità agricola. Su queste piane e sui tratti più larghi sul piano ecologico e morfologico e svolgono un’importante ralità - relegate nell’area di pertinenza fluviale con formazio- del fondovalle si sono sviluppati gli insediamenti recenti, a funzione di presidio idrogeologico. Gli insediamenti storici ni vegetali ripariali arboree e arbustive popolate da specie volte saldando borghi preesistenti, e si sono localizzate le hanno integrato in tal modo le risorse del bosco (in parti- vegetali e animali di medio e basso corso -, aree agricole nuove aree industriali. L’urbanizzazione, date la caratteri- colare castagneti), dell’agricoltura e dei pascoli, questi ul- talora di tipo tradizionale, e aree a elevata antropizzazione stiche dell’alveo del fiume, non è continua ma a ‘isole’, con timi resi accessibili da una fitta rete di mulattiere e sentie- ed urbanizzazione, comprese grandi insediamenti industria- un’alta densità di residenze e di attività produttive imper- ri che raggiungevano alpeggi con funzione di “raddoppio” li e importanti assi infrastrutturali di trasporto. In questo p. 46 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

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Patrimonio territoriale e paesaggistico Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

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p. 49 garfagnana e val di lima Dorsale carbonatica e la Montagna calcarea, conseguenti le, aree produttive e fasci infrastrutturali), andando a com- 4.2 Criticità alle attività estrattive (in particolare, marmoree), che hanno promettere seriamente (soprattutto nel tratto tra Fornaci di segnato profondamente il paesaggio dei crinali e dei ver- Barga-Gallicano fino alla confluenza con il Torrente Lima a santi (spesso intercettando e distruggendo cavità carsiche), Fornoli e nel tratto tra Decimo e Valdottavo) le relazioni eco- contribuendo nel tempo sia all’alterazione degli equilibri tra logiche, territoriali e paesaggistiche tra la Valle del Serchio e attività antropiche e territorio che a pesanti fenomeni di i sistemi collinari e montani circostanti. inquinamento fisico da “marmettola” dei torrenti montani. Come già rilevato negli ambiti confinanti (Lunigiana e Ver- In direzione opposta, si possono rilevare crescenti fenome- silia), anche in Garfagnana e Val di Lima all’abbandono del- ni di abbandono delle cave stesse: in primis, delle cave di le sistemazioni idraulico-agrarie tradizionali (muri a secco, marmo (esempio: Piazza al Serchio, in località tra Canigiano terrazzi, lunette, ciglioni, eccetera), caratterizzanti i sistemi e Sassorosso), difficilmente recuperabili anche da un punto collinari e montani, fa seguito una generale instabilità con di vista paesaggistico. fenomeni franosi, anche di grande estensione, e pesanti ri- criteri metodologici (LINK) Il fenomeno dell’abbandono interessa anche i paesaggi di percussioni sull’equilibrio idrogeologico. Instabilità diretta fondovalle con la dismissione, lungo il Serchio, degli impian- conseguenza sia del significativo quanto crescente spopola- Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che ti e delle attività di estrazione di sabbie e ghiaie in alveo. A mento dei territori posti alle quote più elevate e/o caratte- alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoria- tale criticità si sommano altri fenomeni, quali ad esempio: rizzati da difficili condizioni di accessibilità, sia della sempre le pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante l’interclusione del sistema di spazi aperti agricoli perifluvia- più scarsa manutenzione dei boschi e dei pascoli. Se da una l’esame dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro in- li; l’intensa artificializzazione degli ambienti planiziali o di parte tale riduzione nella frequenza delle utilizzazioni selvi- varianti in linea con la definizione di patrimonio territoriale, conoide (tra questi: le conoidi alluvionali di Castiglione di colturali e delle attività di gestione del bosco ha avuto come sono formulate, generalmente, come relazioni tra il sistema Garfagnana, Barga, Filecchio, Ghivizzano, eccetera); la pre- prima inevitabile conseguenza l’incremento della superficie insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello senza di numerosi sbarramenti a fini idroelettrici e captazio- boschiva e dei livelli di maturità e di valore ecologico (con ecologico e il territorio agroforestale. Le criticità dell’ambito ni idriche (in particolare, tra Gallicano e Borgo a Mozzano); particolare riferimento alle faggete montane e alle cerre- completano quelle contenute negli abachi, validi per tutto il processi di semplificazione, in termini di infrastrutturazione te), dall’altra ha generato un significativo calo del livello di territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella ecologica e articolazione paesaggistica, dovuti all’amplia- diversificazione paesaggistica e contribuito pesantemente scheda d’ambito, relativi a ciascuna invariante. mento della maglia agraria, alla perdita delle forme di col- alla perdita dei castagneti da frutto (e delle comunità ani- tura promiscua, alla scomparsa del reticolo idraulico minore mali e vegetali ad essi connesse). Tra le criticità legate agli Instabilità dei versanti collinari e montani, intense attività e - in parte - del corredo vegetale non colturale (i seminativi ecosistemi forestali, meritano infine di essere segnalate: la estrattive e, di contro, cave inattive, rischio idraulico elevato, semplificati del fondovalle del Serchio, nel tratto compreso diffusione di cenosi forestali esotiche a dominanza di robinia presenza di macro infrastrutture, progressivo abbandono e tra Fornaci di Barga-Gallicano e la confluenza con il torrente (soprattutto lungo i versanti in sinistra idrografica della bas- degrado dei sistemi rurali, scomparsa di habitat prativi e pa- Lima; i mosaici colturali complessi di pianura e delle prime sa Garfagnana, tra Bagni di Lucca e Barga e in Val di Lima) scolivi, riduzione dei castagneti da frutto (e delle comunità pendici collinari; eccetera). e la frammentazione causata dalla realizzazione di impianti animali e vegetali ad essi connesse), graduale spostamento Sempre con riferimento al sistema di criticità dei territori sciistici (Casone di Profecchia, Careggine). a valle dei pesi del sistema insediativo (con indebolimento di fondovalle emergono alcuni importanti fenomeni legati, delle relazioni tra sistemi collinari e montani circostanti), principalmente, alla congestione del sistema insediativo ed alto livello di sismicità, sono all’origine di un sistema com- infrastrutturale: la compromissione delle relazioni di lunga plesso di criticità, spesso collegate ed interagenti, che ren- durata tra insediamenti di fondovalle e corsi d’acqua (Ca- dono l’ambito “Garfagnana e Val di Lima” una delle aree più stelnuovo di Garfagnana, Gallicano, eccetera); la separa- a rischio della Regione. In particolare, l’elevata piovosità e zione netta, di natura fisica, ecologica, fruitiva e paesaggi- la conformazione del bacino, che riduce i tempi di corriva- stica, tra la Valle del Serchio e i sistemi vallivi secondari del Interpretazione di sintesi Criticità zione, rendono l’ambito a elevato rischio idraulico criticità versante apuano e appenninico (Torrente Turrita Secca e di ulteriormente aggravata a causa della crescente urbanizza- Gallicano, Lima, Pedogna); l’alterazione del sistema infra- zione degli spazi di pertinenza fluviale. strutturale di fondovalle dovuta (anche) al potenziamento Sulle Alpi Apuane, l’attività estrattiva (che, da secoli, ca- della viabilità esistente (il nuovo viadotto del Brennero nelle ratterizza e condiziona l’intero territorio apuano), principale strette del Piaggione, il potenziamento della Via Ludovica, risorsa dell’ambito e - allo stesso tempo - prima causa di della statale della Garfagnana, eccetera); la perdita del si- un’intensa ed incessante dinamica di artificializzazione dei stema infrastrutturale e dei trasporti trasversali storici di contesti montani, anche in aree di elevato valore naturali- collegamento con il sistema collinare e montano. stico e paesaggistico (vedi, ad esempio, i casi della Valle Spostandoci dal fondovalle al versante appenninico, se- di Orto di Donna, dell’alta Valle di Gorfigliano, della Valle guendo la viabilità storica pedecollinare, si possono notare dell’Arnetola o dell’alta Valle di Arni), ci pone di fronte a due frequenti saldature tra le espansioni degli insediamenti li- fenomeni diametralmente opposti. neari. I principali varchi ambientali spesso risultano occlusi Da una parte, criticità dovute a pressioni, soprattutto sulla dal continuum urbano (prevalentemente edilizia residenzia- p. 50 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima Interpretazione di sintesi Criticità

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Criticità Interpretazione di sintesi Criticità

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Disciplina d’uso 5 garfagnana e val di lima dei siti estrattivi abbandonati e recuperare il valore di arche- tradizionali come l’olivicoltura e la viticoltura terrazzata; Obiettivo 3 5.1 Obiettivi di qualità ologia mineraria delle cave storiche e delle antiche miniere; • favorendo il recupero della coltura tradizionale del ca- Contenere il consumo di suolo nelle pianu- e direttive stagneto da frutto, compresa la viabilità di servizio e i re alluvionali, nelle conoidi e nei sistemi di manufatti legati alla “civiltà della castagna” (mulini e me- fondivalle tributari Obiettivo 2 tati), quale testimonianza storico-culturale dell’economia Tutelare e salvaguardare i rilievi montani agro-forestale della Garfagnana, anche ai fini della tutela Direttive correlate delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco- idrogeologica, definendo usi compatibili e/o legati ad at- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della Emiliano a corona del bacino idrografico tività forestali/alpinistiche; pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani del fiume Serchio per i valori idrogeologici, di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: criteri metodologici (LINK) naturalistici, storico-culturali e scenici che 2.3 - tutelare la stabilità dei versanti e ridurre il rischio rappresentano e contenere i processi di ab- idraulico e geomorfologico: 3.1 - contrastare le dinamiche di dispersione insediativa nel- bandono delle zone montane e collinari • attraverso corretti interventi sul sistema infrastrutturale le aree di conoide di Barga e del Piano di Coreglia, fino alla Direttive correlate che sostiene la rete degli insediamenti minori, privile- confluenza con il Torrente Lima a Fornoli e da Diecimo a giando il recupero delle infrastrutture storiche e disincen- Valdottavo, nei centri di Alta Pianura e di Margine e evitare Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tu- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della tivando ulteriori insediamenti in aree a rischio; nuove espansioni e diffusioni edilizie: tela e la riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani • pianificando una gestione multifunzionale e ambiental- • contenendo l’espansione lineare degli insediamenti lungo Gli obiettivi di ambito sono individuati mediante l’esame dei di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: mente sostenibile del patrimonio forestale; il fiume Serchio e Lima, mantenendo i varchi e le direttrici rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, in • assicurando la funzionalità e l’efficienza del sistema di di connettività esistenti e sostenendo la conservazione e linea con la definizione di patrimonio territoriale: sono, per- 2.1 - conservare e tutelare gli elevati valori naturalistici regimazione idraulico-agraria e l’equilibrio idrogeologico la vitalità degli spazi agricoli residui; ciò, formulati, generalmente, come relazioni tra il sistema espressi dagli habitat prativi, dalle torbiere e dagli ambienti della rete scolante mediante la conservazione e la manu- • privilegiando il consolidamento, la riqualificazione e il insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello rupestri dei versanti e crinali montani, dalle emergenze ge- tenzione delle opere esistenti o la realizzazione di nuovi completamento dei tessuti insediativi esistenti; ecologico e il territorio agroforestale; completano gli obiet- ologiche e geomorfologiche, in particolare l’orrido di Botri, manufatti coerenti con il contesto paesaggistico; tivi contenuti negli abachi, validi per tutto il territorio regio- la Tana che Urla, l’Orto di Donna, Campocatino, il Fosso 3.2 - riequilibrare il sistema insediativo e infrastrutturale po- nale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda, relativi dell’Anguillaja, dalle numerose sorgenti di origine carsica tra 2.4 - tutelare e valorizzare il patrimonio storico-paesaggi- larizzato di fondovalle: a ciascuna invariante. cui la Polla dei Gangheri, la Sorgente del Pollatoio, la Polla stico costituito dalle testimonianze del sistema difensivo del • favorendo il recupero del sistema storico trasversale di di Dordoio e la S. Battiferrodagli, dagli ecosistemi torrentizi periodo medievale, da complessi monastici, pievi ed edifici collegamento con la montagna; Obiettivo 1 e forestali, dalle aree agricole di elevato valore naturalistico isolati a carattere eremitico, mulini e “ferriere” (fra Pescaglia • contrastando la marginalizzazione delle pratiche colturali, Salvaguardare le Alpi Apuane in quanto pa- (HNVF); e Fabbriche di Vallico emergono le ferriere di Galgani, Aiola la perdita di diversificazione ecologica e paesaggistica, esaggio assolutamente unico e non ripro- e Gragliana), linee ferroviarie storiche, ponti storici e viadot- l’eliminazione della vegetazione di corredo e di parti del- ducibile 2.2 - rivitalizzare e riqualificare in chiave multifunzionale ti ferroviari e dal patrimonio archeologico, con particolare la rete scolante storica e la semplificazione della maglia (abitativa, produttiva, di servizio e ospitalità), gli insedia- riferimento alle testimonianze riconducibili agli insediamenti agraria nelle aree di fondovalle e di Margine; Direttive correlate menti di mezzacosta e montani investiti da fenomeni di ab- liguri del III-II secolo a.C. presenti nel territorio compreso • ricostituendo le relazioni ambientali e territoriali tra il fon- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della bandono e i paesaggi della transumanza (alpeggi): fra Camporgiano, Castiglione di Garfagnana, San Romano dovalle e i sistemi collinari e montani circostanti; pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani • riattivando il loro ruolo storico di salvaguardia idrogeo- di Garfagnana; • salvaguardando valorizzando la rete ferroviaria storica di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: logica, di valorizzazione ecologica e paesaggistica, svi- Lucca-Aulla e le connesse stazioni anche integrandola luppando politiche di sostegno e recupero del patrimo- 2.5 - tutelare l’integrità percettiva delle linee di crinale, la con i percorsi e gli itinerari storici di fruizione dei paesag- 1.1 - non alterare ulteriormente la morfologia e il profilo nio abitativo, anche in considerazione della presenza del qualità visiva e naturalistica delle aree di Dorsale, percepibi- gi montani e di attraversamento della valle; delle vette, le linee di crinale e le visuali del paesaggio sto- Parco delle Alpi Apuane e del Parco Nazionale dell’Ap- le come una imponente quinta paesistica che si stacca net- • prevedendo interventi atti a superare la separazione fi- rico apuano; pennino Tosco-Emiliano valorizzando i caratteri storici del tamente dai contesti territoriali vallivi e collinari del bacino sica, ecologica, fruitiva e paesaggistica tra la valle del disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive sistema insediativo di medio versante che conserva uno del Serchio, degli scenari paesaggistici percepiti dai valichi Serchio e i sistemi vallivi secondari; 1.2 - limitare l’attività estrattiva alla sola coltivazione di cave stretto rapporto con i tradizionali sistemi rurali e pastorali appenninici e dai tracciati viari riconosciti come panoramici per l’estrazione di materiale lapideo ornamentale, privile- montani e con le aree agricole di margine e migliorando che attraversano il territorio offrendo scorci e visuali pa- 3.3 - preservare gli spazi agricoli ancora presenti all’interno giando la filiera produttiva locale e migliorandone la compa- l’accessibilità; noramiche eterogenee sui valori paesaggistici riconosciuti, del tessuto urbanizzato o interclusi nei fasci infrastruttura- tibilità ambientale, idrogeologica e paesaggistica; • contenendo le espansioni degli insediamenti storici col- ponendo particolare attenzione all’impatto paesaggistico di li, attraverso politiche di pianificazione orientate al riordino linari e di medio versante, tutelandone l’integrità mor- impianti e/o infrastrutture di grande rilievo. degli insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità 1.3 - tutelare, anche attraverso il monitoraggio delle attività fologica e le relazioni visive con i contesti paesaggistici e degli annessi; estrattive, il reticolo idrografico, gli acquiferi strategici e il contigui, mantenendo le corone o le fasce di territorio patrimonio carsico ipogeo ed epigeo al fine di salvaguardare agricolo poste attorno ai nuclei storici; gli importanti sistemi di grotte, inghiottitoi di elevato valore • arginando i processi di abbandono delle attività agropa- Obiettivo 4 naturalistico e le risorse idriche superficiali e sotterranee; storali e zootecniche tradizionali montane, recuperando Salvaguardare e riqualificare i valori ecosi- le aree degradate anche attraverso interventi di ripristino stemici, idrogeomorfologici e paesaggisti- 1.4 - favorire la riqualificazione ambientale e paesaggistica ambientale e promuovendo la manutenzione dei coltivi p. 56 ci del bacino del fiume Serchio e del fiume piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima Lima e della loro rete fluviale tributaria, an- piattaforme produttive e degli impianti collocati lungo il che al fine di ridurre i processi di degrado fiume, anche attraverso interventi di bonifica ambientale in atto e recupero/riuso a fini di rigenerazione urbana o rinatu- ralizzazione dei paesaggi fluviali degradati; Direttive correlate • assicurando il mantenimento della percettività residua Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della del paesaggio fluviale del fiume Serchio e dei - suoiaf pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani fluenti dai principali tratti di viabilità e dai siti in posizione di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: dominante;

4.1 - attuare interventi di riqualificazione e di ricostituzione del continuum fluviale, con priorità per le aree classificate come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”: • migliorando la qualità ecosistemica complessiva degli ambienti fluviali e il loro grado di continuità ecologica trasversale e longitudinale, riducendo i processi di ar- tificializzazione degli alvei, delle sponde e delle aree di pertinenza fluviale, tutelando le funzioni idrologiche dei fondovalle tributari e delle conoidi attive di Alta Pianura; • migliorando i livelli di compatibilità degli impianti di sfrut- tamento idroelettrico e recuperando le aree di pertinenza fluviale degradate a seguito di interventi infrastrutturali; • mitigando gli impatti paesaggistici degli impianti di lavo- razione e stoccaggio del marmo fra Ponte a Moriano e Decimo e recuperando gli alvei degradati dalla presenza di materiali inerti derivanti da adiacenti attività di cave, miniere e relative discariche;

4.2. - riqualificare e valorizzare le riviere fluviali del Serchio e dei suoi affluenti e ricostituire i rapporti insediamento- fiume: • riqualificando e valorizzando il patrimonio abbandonato legato alla risorsa idrica (mulini, ex-cartiere) in particola- re a Fornaci di Barga e valorizzando il sistema dei ponti storici; • preservando gli accessi residui al fiume e salvaguardan- do e mantenendo le aree agricole perifluviali residue nei tratti da Fornaci di Barga-Gallicano fino alla confluenza con il Torrente Lima a Fornoli e da Diecimo a Valdottavo; • riqualificando, dal punto di vista urbanistico e paesaggi- stico, i principali affacci urbani sul Serchio (Castelnuovo disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive Garfagnana, Gallicano) e i varchi nella cortina insediati- va del medio corso del fiume (Castelnuovo Garfagnana, Chifenti-Piano della Rocca, Borgo a Mozzano-Socciglia) e valorizzando il ruolo connettivo del fiume Serchio con forme di fruizione sostenibile della via d’acqua e delle sue riviere; • salvaguardando e tutelando il complesso degli edifici e delle opere di ingegneria idraulica funzionali alla produ- zione di energia idroelettrica, per finalità didattiche e cul- turali; 5.1 • assicurando la riqualificazione ambientale e urbanistica

come “aree produttive ecologicamente attrezzate” delle p. 57 garfagnana e val di lima disciplina d’uso (esemplificazioni con valore indicativo) Norme figurate

p. 58 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito garfagnana e val di lima legenda Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

5.3 approfondimento: schede di vincolo regionale

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