L'iconografia Dell'immacolata Concezione a Savona E Nel
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVA Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea Magistrale in Storia dell’Arte e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Tesi di Laurea in Iconografia e Iconologia L’iconografia dell’Immacolata Concezione a Savona e nel territorio della sua Diocesi Relatore: Prof. ssa Laura Stagno Correlatore: Prof. Lauro Magnani Candidata: Francesca Lanza 1 INDICE INTRODUZIONE……………………………………………………………4 1. ORIGINI E STORIA DEL DOGMA…...………………...…………6 1.1. I primi secoli della cristianità: il sensus fidei del popolo cristiano e le origini della festa dell’Immacolata……………….6 1.2. Il dibattito teologico……………………………………………….9 1.3. La contrapposizione tra francescani e domenicani……...……14 1.4. Il magistero della Chiesa………………………………………...16 1.5. La proclamazione del Dogma…………………………………..19 2. I PRINCIPALI MODELLI ICONOGRAFICI PER LA RAFFIGURAZIONE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE...23 2.1. Alla ricerca di un modello iconografico……………………...23 2.1.2. I principali criteri iconografici per la rappresentazione dell’Immacolata Concezione…………………………….……27 2.2. I primi tentativi di rappresentazione dell’Immacolata……..30 2.3. I principali modelli iconografici………………………………30 2.3.1. L’Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro………….30 2.3.2. Maria nel grembo della madre………………………………..32 2.3.3. L’albero di Jesse………………………………………………...32 2.4. I principali schemi compositivi……………………………….34 2 2.4.1. Il riferimento ad Ester………………………………………….34 2.4.2. La disputa dell’Immacolata…………………………………...36 2.4.3. Lo schema simbolico…………………………………………...40 2.4.4. Schema salvifico: Maria nuova Eva e la Donna dell’Apocalisse come prefigurazione dell’Immacolata Concezione………………………………………………………41 2.4.5. La Tota pulchra…………………………………………………..45 2.5. Il modello che prevarrà: l’Immacolata barocca……………...47 2.6. La rappresentazione dopo la proclamazione del dogma…..50 3. L’IMMACOLATA NELLA DIOCESI DI SAVONA-NOLI………...69 3.1. Origini e storia del culto e della devozione mariana nella Diocesi……………………………………………………………..69 3.2. Prime testimonianze……………………………………………..71 4. L’ICONOGRAFIA DELL’IMMACOLATA NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI DI SAVONA-NOLI…………………………….78 4.1. Dipinti e affreschi…………...……………………………………79 4.2. Sculture…………………………………………………………..112 3 5. L’IMMACOLTA A FINALE: ICONOGRAFIA, CULTO E DEVOZIONE……………………………………………………………164 5.1. Storia del culto e devozione a Finale…………………………164 5.2. La cappella della Concezione nella chiesa di S. Giovanni Battista…………………………………………………………..167 5.3. L’”Immacolata India” a Finale e confronto con gli altri casi Liguri……………………………………………………………176 CONCLUSIONI…………………………………………………………...189 APPENDICE………………………………………………………………..191 BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………...223 RINGRAZIAMENTI…………………………………………..………….236 4 INTRODUZIONE Pochi grandi temi dell’arte cristiana hanno conosciuto un iter visivo così accidentato come quello dell’iconografia dell’Immacolata Concezione, ed è interessante osservare come gli artisti indirizzati dai committenti e ispirati dalla propria creatività cercarono in modi differenti di rendere intelligibile questo singolare privilegio della Beata Vergine. L’eccezionalità dell’iter iconografico riflette quella del percorso teologico, perché a differenza di altri dogmi di fede, l’Immacolata Concezione non è stata definita per la via storica delle Scritture e della primitiva tradizione ecclesiale. Infatti nella storia del dogma è certo che vi è una precedenza assoluta del sensus fidei sulla Teologia che ha, invece, indugiato sui pro e i contro del privilegio mariano1. Questa tesi analizza le principali opere di soggetto immacolista presenti nel territorio della diocesi di Savona –Noli. Dopo aver ripercorso i tratti salienti che portarono alla definizione del dogma, essa giunge ad esaminare come i principali modelli iconografici nel corso dei secoli si siano evoluti in parallelo alle dispute teologiche. Alcuni modelli come l’Incontro alla Porta d’Oro, l’Albero di Jesse, Ester, Disputa, e lo schema salvifico verranno definitivamente abbandonati perché considerati troppo complicati e problematici per lasciare il posto al modello che prevarrà ossia quello dell’Immacolata barocca. Le opere della diocesi di Savona-Noli riflettono queste tendenze iconografiche. La tesi parte dall’esame delle prime opere di soggetto immacolista risalenti alla fine del XVI secolo per giungere alla contemporanea Immacolata e S. Michele Arcangelo di Lucio Fontana per la chiesa di S. M. Assunta di Celle. 1 S. De Fiores, Il dogma dell’Immacolata Concezione. Approccio storico-teologico dal Quattrocento al Settecento, in Una Donna vestita di sole l’Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri, catalogo della mostra, Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno, 11 febbraio-13 maggio 2005, a cura di G. Morello - V. Francia - R. Fusco, Milano, 2005, p. 21 5 Infine analizza la piccola realtà finalese dove la dominazione spagnola ha lasciato interessanti testimonianze del culto dell’Immacolata come ad esempio il manichino realizzato da Sebastiano Bocciardo nel XVII secolo per la cappella della Concezione della chiesa di S. Giovanni Battista. 6 1. Origini e storia del dogma Il dogma dell’Immacolata Concezione venne proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus2 ponendo fine a secoli di accesi dibattiti e controversie teologiche. Come afferma Stefano De Fiores, non si sarebbe mai arrivati alla definizione del dogma senza tre forze trainanti: il forte sensus fidei del popolo cristiano, i teologi che trovarono la soluzione di alcuni nodi dottrinali e il magistero ecclesiale con il suo ruolo moderatore e risolutivo3. 1.1. I primi secoli della Cristianità: il sensus fidei del popolo cristiano e le origini della festa dell’Immacolata Se si è giunti alla proclamazione del Dogma è anche grazie al ruolo che la fede popolare ha giocato a favore del privilegio mariano e ciò è provato dalla celebrazione della Festa dell’Immacolata. A tale proposito si pronuncia René Laurentin scrivendo: è la festa che ha posto tutte le questioni terminologiche e dottrinali4. La prima testimonianza di questa festa, nata nell’oriente bizantino5, che in origine celebrava la fine della sterilità di Gioacchino ed Anna e la Concezione di Maria, si trova nel Canone di Andrea di Creta (†740), intitolato: Concezione della Santa e nonna di Dio Anna6. Nel suo testo Andrea riporta sinteticamente la tradizione che ricostruisce il concepimento di Maria rifacendosi al Protovangelo di Giacomo (II secolo), evidenziando l’analogia tra il concepimento di Anna e quello di Maria, creando un asse Anna–Maria-Cristo. Il Protovangelo di Giacomo è un testo apocrifo risalente al II secolo. Nei primi dieci capitoli sono narrati gli episodi della vita dei 2 Bolla Ineffabilis Deus, in Pii IX Pontificis Maximi Acta. Pars prima, Romae 1854, pp. 597-619. Cfr. Appendice. 3 S. De Fiores, in Morello - V. Francia - R. Fusco, Milano, 2005, p. 21. 4 R. Laurentin, L’action du Saint Siège par rapport au probleme de l’Immaculée Conception, in ˝Virgo Immaculata˝, n. II, Roma, 1956, p. 14. 5 E. S. Varanelli, Maria l’Immacolata – La rappresentazione nel Medioevo, Roma, 2008, p. 23. 6 Andrea di Creta, Conceptio Sanctae ac Dei Aviae Annae (PG 97, 1305-1315). 7 genitori di Maria: la parte riguardante la concezione della Vergine si trova dal primo al quarto7. In base a questo testo, Gioacchino soffrendo per non avere figli, viene allontanato dalla società e si rifugia nel deserto in digiuno e penitenza. Nel mentre ad Anna appare un angelo per annunziarle che presto sarà madre e Gioacchino tornerà da lei. L’incontro tra i due avverrà sotto forma di abbraccio sulla soglia della porta di casa dando luogo al concepimento di Maria8. Andrea esprime inoltre nel suo Canone9 due concetti importanti per lo svolgimento del futuro dibattito sull’Immacolata: il primo che Maria fin dai primi attimi della sua esistenza vive nella totale assenza di peccato e il secondo che questa condizione è esclusiva di Maria. Infine Andrea, da poeta qual è, nel suo Canone inserisce un ricco repertorio di immagini, simboli, metafore, quasi tutte di derivazione biblica, per celebrare la Vergine. La Madre di Dio viene esaltata come: “il monte santo vaticinato dal profeta (Dn 2, 35), la pianta che sorge dalla radice di Davide e Jesse (Is 11, 1), la porta chiusa (Ez 46, 2), la nube leggera (Is 19, 1), il giardino chiuso e la fontana sigillata (Ct 4, 12), la mensa della Sapienza (Pr 9, 2), il vello sull’aia (Gdc 6, 37), l’urna contenente la manna (Ebr 9, 4), la regina davidica (Sl 45, 10), la terra di Dio (Gl 2, 18), il roveto che non si consuma (Es 3, 2), lo scettro santo (Gen 49, 10), la nuova arca (passim), il candelabro d’oro puro (Es 25, 31), la verga preziosa (Nm 17, 23)”10. Non si tratta di un materiale originale poiché nella letteratura patristica si trovano frequentemente queste espressioni, soprattutto nei testi liturgici e poetici; Andrea però le propone arricchendole di nuovi spunti, offrendo agli artisti un materiale biblico e teologico cui attingere per le opere figurative11. 7 L. Stagno, Sant’Anna “Mater Deiparae”. Immagini e fonti apocrife nella pittura genovese tra XV e XVIII secolo, numero monografico dei “Quaderni franzoniani”, XV, 2 (luglio-dicembre 2002), Genova, 2004, p. 15. 8 Un altro testo apocrifo, il Vangelo sulla nascita di Maria, aggiunge il particolare che l’incontro si svolge, presso la Porta aurea, tuttavia questo testo sembra di epoca più recente, forse carolingia. Cfr V. Francia, Splendore di bellezza. L’iconografia dell’Immacolata Concezione nella pittura rinascimentale italiana, Roma, 2004, p. 24. 9Andrea di Creta,