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Relazione finale

Valutazione comparativa per la copertura di N. 1 posto di professore universitario di ruolo di seconda fascia per il settore scientifico disciplinare “L-LIN/18” Denominazione settore:- Lingua e letteratura albanese” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi della . Avviso pubblicato nella G.U. – IV Serie Speciale - n. 54 dell’11.7.2003 (3° Sessione 2003)

RELAZIONE FINALE

La Commissione giudicatrice per la valutazione comparativa riportata in epigrafe, nominata con decreto rettorale n. 1394 del 3.5.2004, pubblicato nella G.U. della Repubblica Italiana (4^ serie speciale – Concorsi ed esami) n.41 del 25/05/2004 composta da: prof. Romano Lazzeroni Presidente prof. Leonardo M.Savoia Componente prof.ssa Lunella Mereu Componente prof. Ignazio Parrino Componente prof. Segretario si insedia per via telematica il giorno 06.07.2004 alle ore 11.00 e procede alla nomina del Presidente nella persona del prof. Romano Lazzeroni e del Segretario nella persona del prof. Francesco Altimari. La Commissione prende atto che risultano n. 3 candidati partecipanti alla procedura:

Candidato Luogo di Nascita Data di Nascita Anton BERISHA Doberdol-Klina () 7.8.1946 Edmond ÇALI 9.7.1967 Maria Francesca DI MICELI 12.12.1948

La Commissione, presa visione del Decreto Rettorale n.1697 del 1.7.2003, avviso pubblicato nella G.U. – IV Serie Speciale - n.54 dell’11.7.2003, con il quale la presente Valutazione Comparativa è stata indetta e degli atti normativi e regolamentari che disciplinano la Valutazione Comparativa stessa, stabilisce che le prove si svilupperanno in due momenti: il primo relativo alla discussione sulle pubblicazioni scientifiche presentate e il secondo relativo ad una prova didattica. Tale prova didattica verterà su tema da assegnarsi con 24 ore di anticipo. A tal fine, ciascun candidato estrarrà a sorte tre fra i cinque temi proposti dalla Commissione ed attinenti alle aree tematiche comprese nella declaratoria del settore scientifico-disciplinare oggetto del bando “L- LIN/18” Denominazione settore:-Lingua e letteratura albanese”, scegliendo immediatamente quello che formerà oggetto della lezione. Le prove di esame si svolgeranno in seduta pubblica. La valutazione dei titoli e delle pubblicazioni, per ciascun candidato, avverrà mediante l’espressione di un giudizio individuale da parte dei singoli commissari e di uno collegiale espresso dall’intera Commissione. Analoga procedura verrà seguita per la discussione sulle pubblicazioni e per la prova didattica, dopo di che la Commissione provvederà alla formulazione, per ciascun candidato, dei giudizi complessivi individuali e collegiale. Sulla base dei giudizi complessivi, con deliberazione assunta a maggioranza dei componenti previa valutazione comparativa, la Commissione dichiarerà inequivocabilmente i nominativi di non più di due idonei. Relazione finale

La Commissione provvede quindi a individuare i seguenti criteri di massima in base ai quali procedere alla valutazione comparativa, di seguito riportati, dando disposizioni al Responsabile del procedimento per l’immediata pubblicazione.

Criteri con i quali la Commissione giudicatrice procederà alla valutazione

Valutazione dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche:

Per quanto riguarda la valutazione del curriculum complessivo e delle pubblicazioni scientifiche presentati da ciascun candidato, la Commissione, come indicato nell’Art. 4 del D.P.R. 117/2000, della presente valutazione comparativa considererà:

a) originalità e innovatività della produzione scientifica e rigore metodologico;

b) apporto individuale del candidato, analiticamente determinato nei lavori in collaborazione; c) congruenza dell'attività del candidato con le discipline ricomprese nel settore scientifico-disciplinare per il quale è bandita la procedura ovvero con tematiche interdisciplinari che le comprendano; d) rilevanza scientifica delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica; e) continuità temporale della produzione scientifica, anche in relazione alla evoluzione delle conoscenze nello specifico settore scientifico - disciplinare.

Al tal fine si farà ricorso, ove possibile, a parametri riconosciuti in ambito scientifico internazionale.

Costituiscono, in ogni caso, titoli da valutare specificamente:

1. l'attività didattica svolta; 2. i servizi prestati negli Atenei e negli enti di ricerca , italiani e stranieri; 3. l'attività di ricerca, comunque svolta, presso soggetti pubblici e privati, italiani e stranieri; 4. i titoli di dottore di ricerca e la fruizione di borse di studio finalizzate ad attività di ricerca; 5. l’attività in campo clinico relativamente ai settori scientifico-disciplinari in cui sia richiesta tale specifica competenza; 6. l’organizzazione , direzione e coordinamento di gruppi di ricerca; 7. il coordinamento di iniziative in campo didattico e scientifico svolte in ambito nazionale e internazionale.

In merito ai criteri di valutazione surriportati, il prof. Parrino ha chiesto che venga messa a verbale la seguente dichiarazione: “Il sottoscritto avanza tuttavia riserve sul punto a, più sotto esposto, in quanto non crede facilmente possibile e necessaria l’originalità e l’innovatività della produzione scientifica; né approva il cosiddetto ‘rigore metodologico’ se, come sembra, si intende solo in modo formalistico, non essendo ricordata nessuna necessità di coerenza di pensiero”.

La Commissione stabilisce il calendario delle prove, per i giorni 09.09.2004, ore 9.30 e 10.09.2004, ore 9.30 e ne dà comunicazione al Responsabile del procedimento per provvedere alla convocazione dei candidati. Relazione finale

La Commissione scioglie la seduta alle ore 13.00, e si riconvoca per il giorno 8.9.2004, alle ore 16.00 presso il Dipartimento di Linguistica dell'Università della Calabria, per procedere alla valutazione dei titoli e delle pubblicazioni. Tutte le operazioni descritte sono riportate in dettaglio nel verbale n. 1 e nel relativo allegato.

La Commissione giudicatrice si riunisce, al completo, il giorno 08.09.2004, alle ore 16.00, nella sede fissata nella precedente seduta, procedendo alla valutazione dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche. La Commissione prende atto dell’avvenuta pubblicizzazione dei criteri di massima. L’elenco dei candidati da sottoporre a valutazione comparativa risulta:

Candidato Luogo di Nascita Data di Nascita Anton BERISHA Doberdol-Klina (Kosovo) 7.8.1946 Edmond ÇALI Tirana 9.7.1967 Maria Francesca DI MICELI Palermo 12.12.1948

Viene esaminata la documentazione prodotta. Per ciascun candidato, ogni commissario esprime il proprio giudizio individuale e la commissione il giudizio collegiale; tutti i giudizi sono riportati nell’allegato 1 del verbale 2. Completata la valutazione dei titoli e delle pubblicazioni, la Commissione scioglie la seduta alle ore 20.00, riconvocandosi per il giorno 09.09.2004, alle ore 9.00 presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università della Calabria. Tutte le operazioni descritte sono riportate in dettaglio nel verbale n.2.

La Commissione giudicatrice si riunisce nuovamente al completo, alle ore 9.00, del giorno 9.9.2004, per predisporre i temi da assegnare per la prova didattica.

Come indicato nel verbale n.3, i candidati scelgono, per lo svolgimento della prova didattica, i seguenti argomenti:

Candidato Tema prescelto ANTON BERISHA Rapporto tra letteratura orale e letteratura riflessa EDMOND ÇALI e la moderna cultura albanese MARIA DI MICELI I canti narrativi in ambito balcanico FRANCESCA

Si procede quindi alla discussione sulle pubblicazioni scientifiche presentate dai seguenti candidati: Relazione finale

Candidato Luogo di Nascita Data di Nascita Anton BERISHA Doberdol-Klina (Kosovo) 7.8.1946 Edmond ÇALI Tirana 9.7.1967 Maria Francesca DI MICELI Palermo 12.12.1948 Al termine della discussione sulle pubblicazioni ciascun Commissario esprime un giudizio individuale per ogni candidato, e, successivamente, la Commissione, previa comparazione dei giudizi individuali, esprime un giudizio collegiale. Tutti i giudizi sono riportati nell’allegato 2.

La Commissione termina la seduta alle ore 14.00, riconvocandosi per il giorno 10.9.2004, alle ore 9.00 presso gli stessi locali per procedere alle prove didattiche. Tutte le operazioni descritte sono riportate in dettaglio nel verbale n. 3 e nei relativi allegati.

La Commissione giudicatrice si riunisce nuovamente al completo, nel giorno, nell’ora e nella sede fissata nella precedente seduta, per procedere alla prova didattica dei candidati. I candidati svolgono la prova didattica, il cui argomento è stato scelto almeno 24 ore prima. Al termine delle lezioni, a porte chiuse, i Commissari formulano i giudizi individuali su ogni candidato ed il giudizio collegiale sulle prove didattiche. Tutti i giudizi sono riportati nell’allegato 2 del verbale 4. La Commissione termina la seduta alle ore 12.30 riconvocandosi per il giorno stesso alle ore 13.30 presso gli stessi locali per procedere alla valutazione comparativa e all’individuazione degli idonei. Tutte le operazioni descritte sono riportate in dettaglio nel verbale n. 4 e nei relativi allegati.

La Commissione giudicatrice si riunisce nuovamente al completo, nel giorno, nell’ora e nella sede fissata nella precedente seduta, per procedere alla valutazione comparativa e all’individuazione degli idonei. Il Presidente dà lettura dei giudizi individuali e collegiali espressi in sede di valutazione: a) dei titoli e delle pubblicazioni, b) della discussione sulle pubblicazioni, c) della prova didattica, ed invita la Commissione ad una discussione collegiale attraverso la comparazione dei giudizi espressi su ciascun Candidato. Dopo ampia ed approfondita discussione la Commissione formula i giudizi complessivi individuali e collegiali su ciascun Candidato che sono riportati nell’allegato 1 del verbale 5.

La Commissione, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 4 comma 13 del D.P.R. n. 117/2000, individua inequivocabilmente i nominativi di non più di due idonei nella valutazione comparativa a n. 1 posto di professore associato per il settore scientifico disciplinare“L-LIN/18” Denominazione settore:-Lingua e letteratura albanese” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Università della Calabria nelle persone dei dottori (in ordine alfabetico): 1) Anton BERISHA 2) Maria Francesca DI MICELI I lavori della commissione terminano alle ore 16.45

Relazione finale

Tutte le operazioni descritte sono riportate in dettaglio nel verbale n. 5 e nei relativi allegati.

Il Presidente, sulla base di tutto quanto sopra esposto, invita la Commissione a redigere collegialmente questa relazione finale e a controllare i verbali e gli allegati cui si fa riferimento. Infine questa relazione finale viene riletta dal Presidente ed approvata senza riserva alcuna dai Commissari che la sottoscrivono, alle ore 17.00 del giorno 10.09.2004.

Allegati: A. Giudizi individuali e collegiali sul curriculum complessivo, sui titoli e sulle pubblicazioni. B. Giudizi individuali e collegiali sulla discussione sulle pubblicazioni. C. Giudizi individuali e collegiali sulla prova didattica. D. Giudizi individuali e collegiali complessivi.

La Commissione: prof. Romano Lazzeroni Presidente prof. Leonardo M.Savoia Componente prof.ssa Lunella Mereu Componente prof. Ignazio Parrino Componente prof. Francesco Altimari Segretario Relazione finale

ALLEGATO A (Relazione finale)

GIUDIZI SUI CURRICULA, SUI TITOLI E SULLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE PRESENTATE

CANDIDATO: ANTON BERISHA

Giudizi individuali: Commissario : Prof. Leonardo M.SAVOIA

Anton Berisha è Lettore a tempo indeterminato presso la cattedra di Lingua e letteratura albanese dell’Università della Calabria dal 1993, nell’anno accademico 1991-92 è stato professore a contratto di Letteratura albanese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto Albanologico di Prishtina e presso le Università di Zagabria, di Monaco e di Göttingen, e ha partecipato con relazioni e comunicazioni a diversi convegni e seminari di argomento albanologico in diverse e importanti Università europee. Il campo di studio di Berisha è quello propriamente letterario; come mostra il suo curriculum, comprendente numerosi lavori di critica letteraria, a partire almeno dal 1978. In particolare a Prishtina, e Tirana, Berisha ha pubblicato una serie di studi di grande interesse sulla letteratura riflessa e sulla letteratura orale albanese. Alcuni articoli sono stati anche tradotti in serbo, croato, macedone, tedesco, inglese e italiano. Berisha ha applicato approcci moderni nello studio della letteratura, ispirati soprattutto alla scuola tedesca, alla scuola di Praga, al formalismo russo, allo strutturalismo francese e russo nell’interpretazione e nell’analisi delle opere della letteratura albanese prese in esame. Nei suoi lavori punta a mettere in luce i rapporti all’interno della struttura testuale, le relazioni e la dipendenza tra micro e macrostruttura, e l’importanza dell’influenza che il testo esercita sul fruitore. Si concentra soprattutto su questioni relative alla natura della lingua poetica e del messaggio poetico. Il candidato ha affrontato lo studio di opere letterarie albanesi di tradizione culta e di struttura testuale ricca e complessa (, Giuseppe Schirò, , , , Anton Pashku, Azem , , Kasëm Trebeshina, , etc.), si è occupato anche di letterature diverse come l’Epopea di Gilgamesh, i Canti dei Nibelunghi, le Georgiche, ecc., e infine ha studiato la letteratura tradizionale di trasmissione orale. Per quanto riguarda quest’ultima il candidato ha pubblicato lavori di indagine, in cui sono selezionati, raccolti, sistemati testi e materiali orali, come nel caso dell’antologia Antologji del 1998, sia lavori di interpretazione teorico-letteraria delle opere e dei loro contenuti. Un importante contributo in questo campo sono i volumi editi dall’Istituto albanologico di Prishtina (in collaborazione con altri autori), accompagnati da presentazioni. I lavori dedicati all’epica orale, alla favola e alla poesia orale degli Arbëreshë d’Italia hanno notevole rilievo e si caratterizzano per una metodologia attenta e corretta. Lo studio della letteratura orale è sviluppato anche nei lavori Përkime poetike 1978, Çështje të letërsisë gojore 1982, Mbi letërsinë gojore shqip , Mbi letërsinë gojore shqipe 1987. Un punto cruciale riguarda le concordanze poetiche della letteratura orale e della letteratura riflessa, dove Berisha approfondisce i legami strutturali e funzionali ma anche le differenze fra tradizione orale e testi letterari scritti. Per quanto riguarda i suoi studi sulla letteratura riflessa Berisha ha trattato sia gli aspetti teorici, sia quelli interpretativi. In particolare ha esaminato questioni concernenti la natura del testo letterario, della struttura testuale linguistica, del contesto poetologico, del personaggio letterario (Mundësi interpretimi” 1979, Teksti poetik 1985, Shumësia kuptimore 1990, Veçanti ligjërimesh poetike 1996, gli studi monografici su Giuseppe Schirò, Gjergj Fishta, Ernest Relazione finale

Koliqi, Martin Camaj, Mark Krasniqi). Anche la prospettiva storica è stata indagata con interessanti risultati; il candidato ha analizzato opere della letteratura albanese in diversi periodi, come Pjetër Budi fino agli autori contemporanei. Berisha mostra una approfondita conoscenza dell’analisi dei testi letterari, con una particolare capacità di cogliere le strutture espressive e i significati che il linguaggio letterario crea. Un sottocampo che ha interessato in particolare Berisha è quello della letteratura degli italo-albanesi; ha studiato infatti Këngët e Milosaos e Skanderbeku i pafanë di De Rada , le opere di Giuseppe Schirò, di Francesco Antonio Santori, e di autori arbëreshë contemporanei (Dushko Vetmo, Vorea Ujko, Luca Perrone, Enza Scutari; cf. Mbi letërsinë e arbëreshëve të Italisë Tiranë, 2000, Gjymtime dhe shëmtime të letërsisë së arbëreshëve të Italisë 2001, Antologjia e poezisë gojore arbëreshe 1998, Antologjia e poezisë bashkëkohore të arbëreshëve të Italisë 1999. Berisha ha anche tradotto dal tedesco in albanese L’epopea di Gilgamesh, uscita nel 1984 e riedita a Tirana nel 1990, cinque canti del Canto dei Nibelunghi. In conclusione il candidato mostra una matura esperienza didattica, come docente di Lingua e letteratura albanese, consolidata da esperienze di ricerca e di collaborazione in diverse università; dal punto di vista scientifico Berisha si presenta come uno studioso pienamente maturo e capace di ricerche di taglio originale, che spaziano con padronanza dei metodi di analisi e con ampia conoscenza storico-culturale sui diversi campi e aspetti della letteratura albanese. Del resto, l’importanza e la qualità del suo contributo allo studio della letteratura albanese orale e culta è testimoniata dai riconoscimenti espressi sulle sue opere da parte di critici e studiosi, albanesi e stranieri, su giornali e riviste albanesi, serbe, croate, tedesche e italiane. Quindi Anton Berisha è uno studioso pienamente degno di ricoprire il posto di associato di Lingua e letteratura albanese ed è altamente idoneo ai fini della presente valutazione comparativa.

Commissario prof. ssa Lunella Mereu Il candidato Berisha svolge attività di ricerca soprattutto nel campo della critica letteraria, ma ha anche prodotto traduzioni di testi di letteratura albanese. In questi ambiti presenta un’ampia e interessante produzione.

Commissario: prof. Ignazio Parrino Avendo attentamente esaminato il curriculum, i titoli e l’ampia produzione scientifica del candidato Anton Berisha, li considero sufficienti ai fini della presenta valutazione comparativa.

Commissario: prof. Francesco Altimari Attività didattica. Dal 1993 ad oggi Lettore a tempo indeterminato di Lingua albanese presso l’Università della Calabria, dove tiene i corsi avanzati di lingua per gli studenti del Corso di laurea in lingue e culture moderne. Nello stesso Ateneo è stato anche professore a contratto nell’anno accademico 1991-92 di Letteratura albanese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Ha preso parte con continuità in questi anni alle commissioni di esame e di laurea, risultando correlatore di numerose tesi di albanistica. La sua attività didattica, di ottimo livello, è stata molto apprezzata. La sua presenza, inoltre, ha contribuito a rafforzare i rapporti di collaborazione didattica e scientifica in campo albanologico tra la stessa Università della Calabria e le istituzioni accademiche del Kosovo e, più in generale, dell’ex-Jugoslavia. Attività scientifica: Il candidato ha proseguito presso l’Università della Calabria la sua intensa attività di ricerca nel campo della letteratura orale e riflessa albanese e arbëreshe, già avviata prima presso l’Istituto Albanologico di Prishtina (oggi Kosovo-Unmik) e poi presso le Università di Zagabria (Croazia), Monaco di Baviera. e Göttingen (Germania). Ha collaborato all’organizzazione dei cinque Seminari internazionali di studi albanesi, tenutisi in questi anni (1993-2003) presso l’Ateneo calabrese e ha partecipato, con specifiche relazioni e comunicazioni, a diversi convegni e Relazione finale seminari di argomento albanologico svoltisi in numerose e importanti Università, in particolare in Italia, , Macedonia, Germania, Slovenia, Croazia e USA. Le ricerche e l'attività didattica del candidato sono state svolte con continuità, e risultano congrue al settore L-LIN 18. Distinguiamo all’interno della sua copiosa e continua produzione scientifica quella più accademicamente strutturata– il candidato è autore di ben trenta volumi con suoi apporti critici e curatore di cinque monografie tematiche (Gjergj Fishta, Faik Konica, Martin Camaj, Anton Pashku dhe Anton Harapi) apparse sulla rivista letteraria JETA E RE - anche una decina di antologie poetiche riguardanti autori vari della letteratura albanese, classica e contemporanea. Egli spazia sull’intero arco della modernità letteraria albanese, occupandosi di figure centrali della letteratura albanese dell’Ottocento e del Novecento, oltre che della letteratura orale, di cui è uno dei massimi studiosi, non solo in area albanese, e della letteratura arbëreshe. Il candidato presenta, tra i titoli inviati ai componenti della presente Commissione, dodici volumi, individuati tra quelli di più recente pubblicazione. Dalla sua vastissima e qualificata produzione scientifica si coglie immediatamente la sua solida formazione scientifica nella disciplina concorsuale, maturata anche attraverso proficui soggiorni di ricerca presso prestigiosi centri accademici europei, e la sua buona capacità di analizzare con le più idoneee e aggiornate metodologie interpretative, le varie questioni affrontate, che toccano argomenti centrali della storia letteraria e culturale albanese, incentrandosi soprattutto sulla letteratura orale, albanese e balcanica, sui suoi rapporti con la letteratura riflessa – nella madrepatria e nella diaspora arbereshe e sulla letteratura contemporanea. Il candidato Anton Berisha ha cominciato ad occuparsi dello studio della letteratura sin dagli anni ’70. Negli anni successivi il candidato ha pubblicato a Prishtina, a Skopje e a Tirana una serie di opere e di lavori di grande interesse dedicati alla letteratura riflessa e alla letteratura orale albanese. Alcuni articoli sono stati pubblicati anche in serbo, croato, macedone, tedesco, inglese e italiano. Berisha appartiene alla generazione di quegli studiosi albanesi di letteratura che si sono staccati da un approccio tradizionale e positivista, dando un apporto importante allo studio di questa letteratura più in linea con gli orientamenti della critica letteraria moderna, fuori anche dagli schemi teorico-metodologici che ispiravano all’epoca gli studiosi e i critici letterari albanesi dell’Albania e, anche se in maniera meno dogmatica, quelli del Kosovo, che si ispiravano al realismo socialista. Nei propri lavori e studi Anton Berisha ha applicato più approcci e metodi moderni nello studio della letteratura, soprattutto nell’interpretazione e nell’analisi delle opere della letteratura albanese prese in esame, partendo dalla sua formazione acquisita nella scuola di Zagabria, arricchendola con un approccio più allargato che gli deriva dall’interpretazione della scuola tedesca, dalla scuola di Praga, dal formalismo russo, dallo strutturalismo francese e russo e dal “New Criticism”. Si distinguono soprattutto alcune questioni legate allo studio dell’essenzialità della lingua poetica e del messaggio poetico, quindi della estetica recettiva, dello studio strutturale, ecc. Nei suoi lavori si mira a illustrare i rapporti particolari all’interno della struttura espressivo- artistica testuale, le relazioni e la dipendenza tra micro e macrostruttura, la forza e l’essenza del messaggio artistico e l’importanza dell’influenza estetica nel recettore dello stesso messaggio. Il candidato nella sua ricchissima produzione scientifica ha fatto oggetto di trattazione opere letterarie di grande e particolare valenza artistica, caratterizzati da una complessa struttura testuale e da ricchi messaggi poetici , come, ad esempio, quelle di Girolamo De Rada, Giuseppe Schirò, Gjergj Fishta, Ernest Koliqi, Martin Camaj, Anton Pashku, , Ismail Kadare, Kasëm Trebeshina, Mirko Gashi ecc. Si è inoltre occupato anche di opere classiche di altre letterature come l’Epopea di Gilgamesh, i Canti dei Nibelunghi, le Georgiche, ecc. Il suo apporto nel campo dello studio della letteratura si articola in due ambiti: lo studio della letteratura orale e lo studio della letteratura riflessa. Relazione finale

Lo studio della letteratura orale Nel campo della letteratura orale il lavoro del candidato si sviluppa in due direzioni: a) il lavoro di ricerca scientifica e b) lo studio e l’interpretazione dei fenomeni teorici letterari o delle opere e dei fenomeni particolari. Rientrano nel primo ambito la raccolta, la sistemazione, la selezione e la pubblicazione di materiali di questa letteratura. Testimonianza di essa sono i sei volumi editi dall’Istituto albanologico di Prishtina (in collaborazione con altri autori), accompagnati anche da presentazioni.Un contributo apprezzabile è stato dato dal candidato allo studio della letteratura orale albanese, dove ha trattato e illustrato alcuni suoi fenomeni particolari. Si distinguono in questo campo soprattutto i lavori dedicati all’epica orale, alla favola e alla poesia orale degli Arbëreshë d’Italia. Questi contributi si qualificano per la metodologia e l’approccio moderni seguiti e per la consistenza dei risultati ottenuti. Questioni di studio della letteratura orale sono stati affrontati dal candidato nelle opere “Përkime poetike” (1978), “Çështje të letërsisë gojore” (1982), “Mbi letërsinë gojore shqipe” , “Mbi letërsinë gojore shqipe” (1987), e soprattutto in “Qasje të poetikës së letërsisë gojore shqipe” (1998), dove ha sublimato il suo sapere in questo ambito e in una serie di lavori e trattazioni da lui tenuti in numerosi e qualificati colloqui e congressi scientifici di carattere nazionale e internazionale. Un aspetto importante del lavoro svolto dal candidato riguarda le concordanze poetiche della letteratura orale e della letteratura riflessa, dove questi due strati dell’arte della parola vengono esaminati e interpretati come sistemi che hanno molto in comune, ma anche distinzioni nel modo come essi si generano, funzionano, esistono, si sviluppano e si influenzano. Definendo le caratteristiche di questi due strati dell’arte letteraria, il candidato è riuscito a far luce sulle principali specificità della letteratura in generale. Il fenomeno delle concordanze poetiche è stato oggetto di trattazione sia della sua tesi di magistratura (1976) che della sua tesi di dottorato (1981), entrambe difese presso l’Università di Zagabria. Lo studio della letteratura riflessa Le opere e i contributi di Anton Berisha nel campo della letteratura riflessa si snodano su due versanti: quello teorico e quello interpretativo. Nel primo – quello teorico - l’autore ha esaminato questioni concernenti la natura dell’arte della parola, del testo - letterario e non -, della struttura linguistico-testuale e della struttura artistico-testuale, del contesto poetologico, del personaggio letterario, ecc. Nel secondo – quello interpretativo - il candidato ha analizzato le diverse opere della letteratura albanese dei diversi periodi, a partire dalla poesia di Pjetër Budi (inizi del XVII secolo) sino agli autori contemporanei. Frutto del suo lavoro in questo campo sono i volumi “Mundësi interpretimi” (1979), “Teksti poetik” (1985), “Shumësia kuptimore” (1990), “Veçanti ligjërimesh poetike” (1996), quindi gli studi monografici su Giuseppe Schirò, Gjergj Fishta, Ernest Koliqi, Martin Camaj, Mark Krasniqi. In queste opere il candidato Berisha mostra una vasta e approfondida conoscenza dell’arte della parola, dell’interpretazione e dell’analisi delle profonde strutture semantiche delle opere concrete. Essenzialmente egli crea un dialogo con le strutture linguistiche espressive e con le potenzialità significative che vengono dall’opera letteraria, soprattutto affronta la questione di come vengono esse definite in quella struttura e che importanza ha il messaggio che essa trasmette e la possibilità dell’influenza estetica di questo messaggio nel recettore. Un significativo apporto è quello dato dal candidato allo studio della letteratura degli arbëreshë d’Italia, occupandosi di opere e fenomeni letterari complessi, come le opere di De Rada “Këngët e Milosaos” e “Skanderbeku i pafanë”, le opere “Rapsodie Albanesi”, “Milo e Hajdhé” e “Te Dheu i huaj” di Giuseppe Schirò, “La Neomenia” e l’”Emira” di Francesco Antonio Santori, come pure delle interpretazioni fatte alle opere di autori arbëreshë contemporanei quali Dushko Vetmo, Vorea Ujko, Luca Perrone, Enza Scutari, ecc. Di tale particolare attenzione sono testimonianza le opere Relazione finale monografiche “Mbi letërsinë e arbëreshëve të Italisë” (parte prima) (Tiranë, 2000), “Gjymtime dhe shëmtime të letërsisë së arbëreshëve të Italisë” (Prishtinë, 2001), “Antologjia e poezisë gojore arbëreshe” (Soveria Mannelli, Catanzaro 1998), “Antologjia e poezisë bashkëkohore të arbëreshëve të Italisë” (, 1999). L’importante contributo dato da questo autore nel campo dello studio della letteratura orale e della letteratura albanese riflessa trova una significativa corrispondenza e testimonianza nei giudizi espressi sulle sue opere da parte di insigni critici e studiosi, albanesi e stranieri, pubblicati in giornali e riviste in lingua albanese, serbo-croata, tedesca e italiana.Anche nel campo delle traduzioni si ricorda l’apporto dato dal candidato come traduttore dal tedesco in albanese dell’opera “L’epopea di Gilgamesh”, edita e Prishtina nel 1984 e riedita a Tirana nel 1990, e, sempre dal tedesco in albanese, di cinque canti del “Canto dei Nibelunghi” (Das Nibelungen Lied). Oltre che allo studio della letteratura, negli ultimi anni il suo impegno di ricerca si è indirizzato, con buoni risultati, anche in campo filologico, curando l’edizione (Prishtina, 2002) con la trascrizione nell’alfabeto albanese moderno della raccolta poetica L’Arpa di un italo-albanese di Leonardo Di Martino (Venezia, 1881), in cui ha dovuto affrontare non poche difficoltà, dovute al particolare registro linguistico adoperato dal Di Martino (il ghego scutarino), con la necessità di conservare alcuni tratti tipici di questa variante linguistica dialettale albanese– quali la nasalità e la lunghezza vocalica – nel rispetto della struttura metrica di cui si serve l’Autore nei diversi tipi di poesia che utilizza. Altro riuscito contributo di recupero di testi antichi albanesi è la recente pubblicazione Kuvendi i Arbënit 1703, edita a Prishtina nel 2003, che rappresenta l ’adattamento nell’albanese contemporaneo del testo di Engjell Radoja (1864) riferito al Concilio dell’Albania del 1703, Kuvendi i Arbënit 1703. Konferenca Ipeshkvore shqiptare. Prishtinë 2003. Botimi i dytë “Shpresa”, Prishtinë 2003. Dalla sua vasta, continua e qualificata produzione scientifica nel campo della letteratura albanese, emerge la figura di un notevole studioso, rigoroso nella metodologia e originale nei risultati, in possesso di saldi strumenti teorici e di ottime capacità critiche, indicativi di una piena maturità scientifica, che rendono il candidato degno della massima considerazione in questa valutazione comparativa.

Commissario: prof. Romano Lazzeroni

Autore di numerose pubblicazioni, fra cui diversi volumi, per lo più in albanese, ha studiato svariati argomenti che vanno dalla poesia orale, a cui ha dedicato particolare attenzione, considerandola anche dal punto di vista degli studiosi di lingua tedesca, ai contributi letterari di Schirò, De Rada, Koliqi, Camaj e altri; di particolare interesse gli studi sulla letteratura riflessa, in cui l’autore considera nelle loro varie manifestazioni le relazioni tra tradizione orale e testi scritti, non senza esplorazioni teoriche ispirate soprattutto alle correnti formalistiche. Ampia ed apprezzata l’attività di traduttore; sarebbe peraltro auspicabile che l’epos di Gilgamesh circolasse in albanese, tradotto direttamente dal sumerico invece che dal tedesco. In complesso il candidato, per l’ampiezza dei suoi interessi, per la vastità della sua produzione ed anche per le sue esperienze pregresse nell’Università della madrepatria e in organi scientifici tedeschi, merita considerazione ai fini del presente giudizio comparativo.

Giudizio collegiale: Relazione finale

Anton Berisha è Lettore a tempo indeterminato presso la cattedra di Lingua e letteratura albanese dell’Università della Calabria dal 1993, nell’anno accademico 1991-92 è stato professore a contratto di Letteratura albanese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto Albanologico di Prishtina e presso le Università di Zagabria, di Monaco e di Göttingen, e ha partecipato con relazioni e comunicazioni a diversi convegni e seminari di argomento albanologico in diverse e importanti Università europee. Il campo di studio di Berisha è quello propriamente letterario; come mostra il suo curriculum, comprendente numerosi lavori di critica letteraria, a partire almeno dal 1978. In particolare a Prishtina, Skopje e Tirana, Berisha ha pubblicato una serie di studi di grande interesse sulla letteratura riflessa e sulla letteratura orale albanese. Alcuni articoli sono stati anche tradotti in serbo, croato, macedone, tedesco, inglese e italiano. Berisha ha applicato approcci moderni nello studio della letteratura, ispirati soprattutto alla scuola tedesca, alla scuola di Praga, al formalismo russo, allo strutturalismo francese e russo nell’interpretazione e nell’analisi delle opere della letteratura albanese prese in esame. Nei suoi lavori punta a mettere in luce i rapporti all’interno della struttura testuale, le relazioni e la dipendenza tra micro e macrostruttura, e l’importanza dell’influenza che il testo esercita sul fruitore. Si concentra soprattutto su questioni relative alla natura della lingua poetica e del messaggio poetico. Il candidato ha affrontato lo studio di opere letterarie albanesi di tradizione culta e di struttura testuale ricca e complessa (Girolamo De Rada, Giuseppe Schirò, Gjergj Fishta, Ernest Koliqi, Martin Camaj, Anton Pashku, Azem Shkreli, Ismail Kadare, Kasëm Trebeshina, Mirko Gashi, etc.), si è occupato anche di letterature diverse come l’Epopea di Gilgamesh, i Canti dei Nibelunghi, le Georgiche, ecc., e infine ha studiato la letteratura tradizionale di trasmissione orale. Per quanto riguarda quest’ultima il candidato ha pubblicato lavori di indagine, in cui sono selezionati, raccolti, sistemati testi e materiali orali, come nel caso dell’antologia Antologji del 1998, sia lavori di interpretazione teorico-letteraria delle opere e dei loro contenuti. Un importante contributo in questo campo sono i volumi editi dall’Istituto albanologico di Prishtina (in collaborazione con altri autori), accompagnati da presentazioni. I lavori dedicati all’epica orale, alla favola e alla poesia orale degli Arbëreshë d’Italia hanno notevole rilievo e si caratterizzano per una metodologia attenta e corretta. Lo studio della letteratura orale è sviluppato anche nei lavori Përkime poetike 1978, Çështje të letërsisë gojore 1982, Mbi letërsinë gojore shqip , Mbi letërsinë gojore shqipe 1987. Un punto cruciale riguarda le concordanze poetiche della letteratura orale e della letteratura riflessa, dove Berisha approfondisce i legami strutturali e funzionali ma anche le differenze fra tradizione orale e testi letterari scritti. Per quanto riguarda i suoi studi sulla letteratura riflessa Berisha ha trattato sia gli aspetti teorici, sia quelli interpretativi. In particolare ha esaminato questioni concernenti la natura del testo letterario, della struttura testuale linguistica, del contesto poetologico, del personaggio letterario (Mundësi interpretimi” 1979, Teksti poetik 1985, Shumësia kuptimore 1990, Veçanti ligjërimesh poetike 1996, gli studi monografici su Giuseppe Schirò, Gjergj Fishta, Ernest Koliqi, Martin Camaj, Mark Krasniqi). Anche la prospettiva storica è stata indagata con interessanti risultati; il candidato ha analizzato opere della letteratura albanese in diversi periodi, come Pjetër Budi fino agli autori contemporanei. Berisha mostra una approfondita conoscenza dell’analisi dei testi letterari, con una particolare capacità di cogliere le strutture espressive e i significati che il linguaggio letterario crea. Un sottocampo che ha interessato in particolare Berisha è quello della letteratura degli italo-albanesi; ha studiato infatti Këngët e Milosaos e Skanderbeku i pafanë di De Rada , le opere di Giuseppe Schirò, di Francesco Antonio Santori, e di autori arbëreshë contemporanei (Dushko Vetmo, Vorea Ujko, Luca Perrone, Enza Scutari; cf. Mbi letërsinë e arbëreshëve të Italisë Tiranë, 2000, Gjymtime dhe shëmtime të letërsisë së arbëreshëve të Italisë 2001, Antologjia e poezisë gojore arbëreshe 1998, Antologjia e poezisë bashkëkohore të arbëreshëve të Italisë 1999. Berisha ha anche tradotto dal tedesco in albanese L’epopea di Gilgamesh, uscita nel 1984 e riedita a Tirana nel 1990, Relazione finale cinque canti del Canto dei Nibelunghi. In conclusione il candidato mostra una matura esperienza didattica, come docente di Lingua e letteratura albanese, consolidata da esperienze di ricerca e di collaborazione in diverse università; dal punto di vista scientifico Berisha si presenta come uno studioso pienamente maturo e capace di ricerche di taglio originale, che spaziano con padronanza dei metodi di analisi e con ampia conoscenza storico-culturale sui diversi campi e aspetti della letteratura albanese. Del resto, l’importanza e la qualità del suo contributo allo studio della letteratura albanese orale e culta è testimoniata dai riconoscimenti espressi sulle sue opere da parte di critici e studiosi, albanesi e stranieri, su giornali e riviste albanesi, serbe, croate, tedesche e italiane. Quindi Anton Berisha è uno studioso pienamente degno di ricoprire il posto di associato di Lingua e letteratura albanese ed è altamente idoneo ai fini della presente valutazione comparativa.

Relazione finale

CANDIDATO: EDMOND ÇALI

Giudizi individuali:

Commissario prof. Leonardo Savoia

Il candidato Edmond Çali è Lettore di lingua albanese presso L’Orientale di Napoli dal 1999; ha svolto dal 1998attività di traduttore-annunciatore presso la RAI e di mediatore culturale e dal 1999linguistico presso amministrazioni civili e militari dello Stato italiano. Ha pubblicato diverse traduzioni letterarie, in particolare, dall’italiano all’albanese, le Lezioni americane di Italo Calvino, a puntate sul giornale Bashkimi, e la traduzione dall’albanese in italiano di parte del romanzo di Albatros Rexhaj, Lettera a un amico italiano dal Kosovo (Milano, 1999); di diversa natrua è il testo di Beci, ‘Processo di unificazione linguistica nella prima metà del XX secolo’, tradotto dall’albanese per Albanistica duemiladue (a cura di Italo Costante Fortino), Napoli 2002. Più rilevanti ai fini della valutazione in oggetto sono i due lavori “Il comico in Faik Konica” (pp.185- 223) in Albanistica duemiladue e la monografia Romanet e Jakov Xoxës, Redona, Tiranë 2003, pp.111. Altri interventi sul giornale Bashkimi riguardano questioni di attualità politica e letteraria, di nessuna attinenza alle discipline del settore, come nel caso di articoli di attualità, o di scarso valore, perché privi della necessaria base bibliografica e argomentativa originale per accreditarsi come lavori di rilievo scientifico, come nel caso di ‘Rreth botimeve kritike të autorëve të vjetër’ (Bashkimi, 1996). In ‘Il comico in Faik Konica’ (o ‘la comicità…’ ?) (pp.185-223) in Albanistica duemiladue, il candidato analizza le modalità dell’ironia e del sarcasmo nell’opera dello scrittore e intellettuale albanese, in particolare nei lavori pubblicati nella rivista Albania da lui fondata all’inizio del 1900 – la novella “Doktor Gjëlpëra” e il racconto satirico“ Një ambasadë e Zulluve në Paris”. Il modo di procedere di Çali non è compiutamente soddisfacente dal punto di vista di una matura padronanza degli strumenti della critica letteraria e dell’analisi del testo, tanto meno della sua analisi linguistica. Infatti il candidato, pur mostrando di conoscere approfonditamente l’opera di Konica, come del resto ci possiamo aspettare, si limita ad accumulare i giudizi e le considerazioni di critici e autori senza sviluppare una sua linea interpretativa, mentre le osservazioni sulle tecniche di realizzazione del sarcasmo e del grottesco (come l’impiego dell’errore linguistico, certe immagini e certi episodi considerati come elementi comici) rimangono nell’insieme sul piano di un impressionismo tradizionale, piuttosto generico e non sufficientemente strutturato. Non diverso è il discorso sull’altra pubblicazione del candidato, ‘Romanet e Jakov Xoxës’ del 2003, in cui viene presentata l’opera di uno scrittore legato al periodo del regime di Hoxha e al realismo socialista, di cui presenta alcuni temi tipici, come la vita dei contadini nelle cooperative, il trasferimento dalla campagna alla città, la 2° guerra mondiale , la situazione della classe operaia, etc. Nuovamente il testo mette insieme il pensiero critico di alcuni studiosi, della scuola realistico-socialista, sia albanese che kosovara. Alcune osservazioni, sono interessanti, come quella relativa alla corrispondenza fra l’io narrante bambino del romanzo “Kronikë në gur” di Kadare, quello di “Fëmijëria” di Kasëm Trebeshina e il piccolo Paci di “Juga e bardhë” di , anche se già avanzata dal critico kosovaro Rifat Ismaili sulla rivista letteraria “Fjala” di , e comunque citata dal candidato. Insomma, tutto conferma il fatto che in Çali manca una fase di riflessione critica, sia letteraria sia storico-culturale, autonoma almeno sufficiente. L’analisi delle edizioni di ‘Lumi i vdekur’, non migliora particolarmente la valutazione, nel senso che l’approccio filologico di Çali è veramente di scarsa efficacia, nel senso che non basta elencare le varianti grafiche (non fonetiche) o le varianti redazionali se non in un quadro di consapevole inquadramento storico- letterario e linguistico. In conclusione Çali appare un candidato ancora lontano da una formazione Relazione finale idonea all’attività universitaria. E’ privo di qualsiasi esperienza didattica (salvo quella di lettore) nei corsi universitari, tanto più rilevante in una situazione di complessa riorganizzazione didattica come quella attuale. Inoltre, la sua formazione scientifica risulta particolarmente carente, nel senso che i pur encomiabili sforzi nel campo degli studi letterari mancano di una sufficiente padronanza degli strumenti critici adeguati e di una capacità di elaborazione originale e coerente dei problemi trattati; la sua preparazione linguistico-letteraria non risulta adeguatamente aggiornata. Il candidato non è pertanto idoneo ai fini della presente valutazione comparativa.

Commissario: Ignazio Parrino

Avendo attentamente valutato il curriculum, i titoli e le pubblicazioni scientifiche del candidato Edmond Çali, li ritengo alquanto limitati al fine della presente valutazione comparativa.

Commissario: prof.ssa Lunella Mereu

Il candidato Cali presenta un curriculum orientato soprattutto nel campo della traduzione, ma si è anche impegnato nella direzione della mediazione linguistica culturale. Ha inoltre lavorato in campo letterario, curando studi critici su autori albanesi.

Commissario prof. Francesco Altimari

Dal 1999 Lettore di lingua albanese presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, con una operosa attività di traduttore-annunciatore presso la RAI (dal 1998) e di mediatore culturale e linguistico presso amministrazioni civili e militari dello Stato italiano (dal 1999). Intensa attività pubblicistica e di traduzione letteraria nella stampa quotidiana albanese.

Il candidato nel suo lungo elenco di ‘pubblicazioni’(nn.28 titoli) trasmesso ai commissari, presenta in gran parte (cf. nell’elenco dal n.1 al n.24) una serie di articoli giornalistici, di cui quelli elencati dal n. 8 al n.22 comprendono la traduzione a puntate dall’italiano in albanese delle “Lezioni americane” di Italo Calvino. Pertanto, considerando questo insieme di articoli come parte dello stesso lavoro di traduzione, lo indicheremo come ‘pubblicazione’ n. 1:“Lezioni americane” di Italo Calvino (traduzione dall’italiano in albanese ) . Seguono: 2) la traduzione dall’albanese in italiano di parte del romanzo di Albatros Rexhaj, Lettera a un amico italiano dal Kosovo (Milano, 1999); 3) la traduzione dall’albanese in italiano del saggio di Bahri Beci, “Processo di unificazione linguistica nella prima metà del XX secolo” (pp.225-264), in Albanistica duemiladue (a cura di Italo Costante Fortino), Napoli 2002; 4) il saggio “Il comico in Faik Konica” (pp.185-223) in Albanistica duemiladue (a cura di Italo Costante Fortino), Napoli 2002; 5) la monografia Romanet e Jakov Xoxës, Redona, Tiranë 2003, pp.111. Riguardando le pubblicazioni nn.1 (dal n.8 al n.22 nell’elenco del candidato), 2 e 3 solo attività di traduzione, in grado semplicemente di avvalorare la competenza linguistica complessiva del candidato in italiano, essendo l’albanese la sua lingua materna - ai fini della presente valutazione Relazione finale comparativa potranno essere prese in esame come le più pertinenti al fine di un giudizio complessivo sulla sua produzione scientifica le sole pubblicazioni nn. 4 e 5, non offrendo il candidato occasione alcuna di riflessione sul processo traduttivo o traduttologico. Nel saggio “Il comico in Faik Konica” (pp.185-223) in Albanistica duemiladue (a cura di Italo Costante Fortino), edito a Napoli nel 2002, presentato nell’indice come “La comicità (sic!) di Faik Konica”, il candidato indirizza correttamente la sua analisi del ‘comico’ nell’opera del grande scrittore, intellettuale e critico albanese, prendendo in esame le sue prose pubblicate nella rivista Albania da lui fondata– in particolare la novella “Doktor Gjëlpëra” e il racconto satirico“Një ambasadë e Zulluve në Paris”. Il candidato, che pure mostra di possedere una buona conoscenza dell’opera complessiva di Konica e di avere una certa competenza nella letteratura critica riguardante il tema del ‘comico’, non solo all’interno della letteratura albanese, non sembra però cogliere la distinzione tra i diversi ‘generi’ - ironia, comico, sarcasmo e grottesco – affrontati. Pur individuando alcune ‘tecniche’ letterarie utilizzate dallo stesso Konica per esprimere la sua vis satirica, il candidato non riesce però a sviluppare una interpretazione critica coerente e autonoma, limitandosi a presentare una superficiale riscrittura di osservazioni e giudizi critici ripresi da altri studiosi. Nell’unico libro presentato (pubblicazione n.5: la monografia Romanet e Jakov Xoxës, Redona, Tiranë 2003), di impianto scolastico, il candidato anche rispetto al titolo precedente, “Il comico in Faik Konica” (2002) [pubblicazione n.4], pure edito solo un anno prima, e in cui aveva anche evidenziato una - pur se circoscritta - positiva conoscenza dei metodi della critica moderna, sembra qui scivolare indietro di decenni, manifestando non poche incongruenze e ‘regressioni’sul piano di una corretta e moderna interpretazione letteraria. Essa, pur edita nel 2003, sembra riportarci indietro nel tempo, quando la letteratura (e la critica) erano in Albania (e, in parte, anche nel Kosovo) ancora rigidamente ancorate a una visione meramente ‘propagandistica’ ispirata dal partito unico al potere e in linea con gli orientamenti dogmatici che caratterizzavano nei decenni scorsi l’unica forma di letteratura possibile in Albania qual era il “realismo socialista”, termine che il candidato continua stranamente a scrivere facendo ancora ricorso alle lettere maiuscole, forse in ossequio a un linguaggio ‘liturgico’ che ancora lo condiziona, o forse più semplicemente perché riprende del materiale di riporto, con ogni probabilità dalla sua tesi di laurea, cronologicamente, oltre che ideologicamente un po’ datata. Tale strana consonanza ideologica, chiaramente influenzata dalla tematica trattata – Xoxa rappresenta nonostante i generosi tentativi del candidato di presentarlo come una voce in parziale dissenso di uno scrittore sostanzialmente in linea con la letteratura ‘ufficiale’ albanese – viene anche riproposta nello stile e nel linguaggio adoperato es. si parla ancora di classi sociali ‘parassite e reazionarie’ (e non tra virgolette !) a p.3, di alleanza ‘opportunistica’ con la Cina, a p.15, ecc.. Da queste premesse discende la mancanza di una lettura critica dei testi, limitandosi l’”analisi” del candidato a una mera elencazione o sovrapposizione di giudizi altrui, mutuati da esponenti, non tutti autorevoli, della scuola realistico-socialista, sia albanese che kosovara, mentre sarebbe stata qui necessaria una critica fondata sull’indagine testuale e linguistica diretta delle opere che si voleva trattare. Non ci sembra poi molto pertinente la presenza in un saggio che nelle intenzioni del candidato doveva o voleva essere critico, di tutta una serie di elementi biografici assolutamente irrilevanti per una ricostruzione della vicenda intellettuale dell’Autore e per la comprensione della genesi o della struttura della sua opera, quali il fatto di aver frequentato sette scuole tra elementari, medie e superiori, a causa dei trasferimenti della famiglia (p.3), che la madre seguiva il padre in queste peregrinazioni (p.3), che la stessa madre teneva la casa in ordine, con vasi di fiori nelle scale e roseti nel giardino (p.4), o il ricovero di Xoxa durante la malattia nel reparto 12 dell’ospedale civile di Tirana, ecc. Relazione finale

Sembra poi esagerato il riconoscimento a Xoxa da parte del candidato di qualità di ‘acuto critico letterario’ e di buon conoscitore della letteratura kosovara, ma solo per aver detto in una intervista che “Una buona parte della letteratura kosovara, così come la poesia anche la prosa, soffre di ermetismo. L’ermetismo deve essere combattuto, come sul piano teorico così sul piano pratico…”.(p.17). Né sono di qualche utilità per la comprensione della pur debole struttura artistica che, a parere della critica, caratterizza alcune di queste opere in prosa di Jakov Xoxa, compresa “Juga e bardhë”, che viene ritenuta dal candidato addirittura “una delle colonne della letteratura albanese moderna e contemporanea” (p.39), i suoi giudizi un po’ impressionistici e....poco critici, utilizzando spesso il candidato espressioni un po’ naif che esulano dal dominio anche terminologico della critica letteraria, quali “Le più belle e sentite pagine sul romanzo “Lumi i vdekur” sono state scritte secondo noi da Rexhe Qosja … (p.64) . Una giusta sottolineatura fatta dal candidato mi sembra il suo motivato giudizio positivo sulla ricchezza del lessico presente nei romanzi di Xoxa: “Non possiamo avanzare alcuna critica a Jakov Xoxe in riferimento alla lingua, come fa D. Shapllo. Anzi, forse lui è il solo scrittore che sia riuscito, almeno in parte, a conservare un vocabolario molto ricco che abbia uno stile caratteristico e molto personale, in continua evoluzione, pieno di parole, modi di dire, espressioni, che solo lui, da grande maestro qual era delle lettere albanesi, poteva donarci…” (p.34). Ma non si può certo attribuire, come fa il candidato, questo giudizio negativo della critica sull’opera di Xoxa alla “incapacità della critica a comprenderlo”, ma sopratutto “alla “tendenza generale della letteratura albanese di quegli anni ad impoverire il lessico e la lingua “(sic!), lasciando capire che sarebbe stato questo il motivo per cui sarebbe stata “annullata l’opera di Fishta, condannato un maestro come Koliqi, messo da parte Trebeshina e si sarebbe molto impoverito il vocabolario di molte opere letterarie e di autori importanti”(pp.34-5). La causa dell’ostracismo che di fatto ha condannato al silenzio durante il passato regime figure importanti della letteratura come Gjergj Fishta, Ernest Koliqi e Kasëm Trebeshina, va cercata invece solo nell’assurda applicazione alla letteratura dei criteri di ‘compatibilità’con l’ideologia al potere, non certo nella volontà di comprimere le potenzialità della lingua, impoverendo così il lessico delle opere letterarie! L’ultimo capitolo di questa pubblicazione del candidato è dedicato all’esame delle prime due edizioni a stampa del romanzo “Lumi i vdekur”(1961, 1965). Si tratta sostanzialmente di una esercitazione scolastica, quella qui proposta dal candidato Çali, che si richiama impropriamente alla variantistica applicata da autorevoli studiosi di filologia albanese di formazione classica agli esiti molto distanti della filologia dei testi stampati, limitandosi a descrivere addirittura anche nelle dimensioni fisiche (sic!) il formato delle pagine della rivista “Nëntori” che ospita la prima edizione del romanzo, riportando alla lettera i passi riassunti nella prima edizione della rivista e riprendendo le varianti formali (grafiche – non fonetiche! -, morfologiche, lessicali) e le varianti redazionali operate dall’autore tra prima e seconda edizione.Trattandosi di un romanzo, l’impostazione editoriale scelta dal candidato si riportare in successione le variazioni riscontrate, sia nei contenuti, sia nelle forme, si rivela anche scarsamente funzionale, non offrendoci congrue soluzioni tipografiche in grado di evidenziare le particolarità del testo. La stessa bibliografia, infine, attraverso le citazioni degli autori effettivamente ripresi, alla lettera e non, ci spinge a ipotizzare per questa pubblicazione una data reale di composizione che risalerebbe almeno a tre/quattro lustri prima della data formale e ufficiale di stampa, non rivestendo molti dei titoli appiccicati ad essi, sia dalla letteratura su Xoxa, sia dalla letteratura arbëreshe (sic!), alcuna funzione bibliografica, ma solo decorativa e di facciata, per renderla magari formalmente più aggiornata e “accettabile”. Tali gravi manchevolezze solleciterebbero ulteriori approfondimenti e sostanziali aggiornamenti anche alla luce di una impostazione metodologica più rigorosa. Relazione finale

In conclusione, la carente formazione scientifica, la limitata attività didattica e la sostanziale estraneità del candidato alla comunità degli studiosi della disciplina – non risulta infatti attestata nel curriculum esaminato alcuna sua partecipazione con contributi scientifici ad attività congressuali in ambito albanistico -, fanno ritenere il candidato Çali non idoneo ai fini della presente valutazione comparativa. prof. Romano Lazzeroni: Gli interessi del candidato – letterari, socio-storici e traduttologici – si manifestano in numerosi brevi articoli sulla rivista “Bashkimi” e in uno studio, più ampio e impegnato, sulla comicità in F.Konica in cui il candidato studia le tecniche “comiche” dell’autore (ma occorrerebbe distinguere fra comicità, sarcasmo e ironia) con particolare attenzione alla distorsione e creazione di nomi propri (nomi parlanti, coppie allitteranti o assonanti ecc.) e agli interventi sul linguaggio finalizzati alla “comicità verbale”. Lo studio sui romanzi di Jakov Xoxa, presentato come tesi per la seconda laurea, prende in esame in modo organico la produzione dell’Autore. Ha svolto un’apprezzata attività nel campo della mediazione linguistica e culturale italo-albanese e una intensa attività di traduzione. Di particolare rilievo è la traduzione in albanese delle “Lezioni americane” di Calvino (in più riprese) e, in italiano, della “Lettera a un amico italiano” di A.Rexhaj. Il candidato, per la varietà dei suoi interessi e la continuità della sua produzione può essere preso in considerazione ai fini del presente giudizio comparativo.

Giudizio collegiale: Il candidato Edmond Çali è Lettore di lingua albanese presso L’Orientale di Napoli dal 1999; ha svolto dal 1998attività di traduttore-annunciatore presso la RAI e di mediatore culturale e dal 1999linguistico presso amministrazioni civili e militari dello Stato italiano. Ha pubblicato diverse traduzioni letterarie, in particolare, dall’italiano all’albanese, le Lezioni americane di Italo Calvino, a puntate sul giornale Bashkimi, e la traduzione dall’albanese in italiano di parte del romanzo di Albatros Rexhaj, Lettera a un amico italiano dal Kosovo (Milano, 1999); di diversa natrua è il testo di Beci, ‘Processo di unificazione linguistica nella prima metà del XX secolo’, tradotto dall’albanese per Albanistica duemiladue (a cura di Italo Costante Fortino), Napoli 2002. Più rilevanti ai fini della valutazione in oggetto sono i due lavori “Il comico in Faik Konica” (pp.185- 223) in Albanistica duemiladue e la monografia Romanet e Jakov Xoxës, Redona, Tiranë 2003, pp.111. Altri interventi sul giornale Bashkimi riguardano questioni di attualità politica e letteraria, di scarsa attinenza alle discipline del settore, e in ogni caso privi della necessaria base bibliografica e argomentativa originale. In ‘Il comico in Faik Konica’ (o ‘la comicità…’ ?) (pp.185-223) in Albanistica duemiladue, il candidato analizza le modalità dell’ironia e del sarcasmo nell’opera dello scrittore e intellettuale albanese, in particolare nei lavori pubblicati nella rivista Albania da lui fondata all’inizio del 1900 – la novella “Doktor Gjëlpëra” e il racconto satirico“ Një ambasadë e Zulluve në Paris”. In questi saggi il candidato, pur mostrando di conoscere approfonditamente l’opera di Konica, privilegia i giudizi e le considerazioni di critici e autori a scapito di una sua linea interpretativa; le osservazioni sulle tecniche di realizzazione del sarcasmo e del grottesco (come l’impiego dell’errore linguistico, certe immagini e certi episodi considerati come elementi comici) spesso appaiono genericamente impressionistiche, in assenza di una conveniente strutturazione. Nell’altra pubblicazione, ‘Romanet e Jakov Xoxës’ del 2003, viene presentata l’opera di uno scrittore legato al periodo del regime di Hoxha e al realismo socialista, di cui il candidato sottolinea alcuni temi tipici, come la vita dei contadini nelle cooperative, il trasferimento dalla campagna alla città, la 2° guerra mondiale, la situazione della classe operaia, etc. Il testo collaziona il pensiero Relazione finale critico di alcuni studiosi, della scuola realistico-socialista, sia albanese che kosovara. Alcune osservazioni, sono interessanti, come quella relativa alla corrispondenza fra l’io narrante bambino del romanzo “Kronikë në gur” di Kadare, quello di “Fëmijëria” di Kasëm Trebeshina e il piccolo Paci di “Juga e bardhë” di Jakov Xoxa. Nell’analisi delle edizioni di ‘Lumi i vdekur’, si desidererebbe un approccio filologico che riuscisse a iscrivere le varianti grafiche redazionali in un consapevole inquadramento storico-letterario e linguistico. In conclusione il candidato appare uno studioso promettente da cui ancora si attendono lavori che diano piena misura delle sue capacità. A parere di due commissari, pur contenendo contributi di esiguo volume (come del resto è da attendere in articoli su giornali), merita un serio apprezzamento per gli approfondimenti contenuti nei saggi più impegnati e per l’importante attività nel campo della mediazione linguistica.

CANDIDATO: MARIA FRANCESCA DI MICELI

Giudizi individuali:

Commissario prof. Leonardo M.Savoia La candidata Di Miceli è stata contrattista di Lingua e Letteratura romena presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo dall’01/12/74 al 24/6/81; dal 1981 è ricercatrice (confermata) di Lingua e Letteratura Albanese presso la stessa Università, dove dal 1993 tiene la supplenza di Lingua e Letteratura Albanese; dal 2001 ha anche la supplenza di Lingua e Letteratura romena. Per quanto riguarda l’attività didattica, la Di Miceli ha tenuto corsi di linguistica albanese, con particolare attenzione ai contatti con altre lingue balcaniche e ai riferimenti all’indeuropeo. Collabora al progetto Brinjat elaborato in applicazione della legge per la tutela delle minoranze storiche d’Italia 482 del 1999. In tale ruolo ha partecipato ai corsi di lingua albanese istituiti presso le scuole dell’obbligo delle comunità albanofone di Sicilia. Ha recentemente collaborato all’organizzazione del XXVIII Congresso Internazionale di Studi Albanesi “Cinque secoli di cultura albanese in Sicilia”, Palermo-Piana degli Albanesi-Mezzojuso-Contessa Entellina del 2002. Ha partecipato recentemente ad alcuni seminari di studio: “Carmine Abate: storia di un transfuga linguistico”, Palermo, 2 marzo 2002, e “I rapporti italo-albanesi nel medio-evo”, Palermo, 6 marzo 2002. La Di Miceli presenta un buon numero di pubblicazioni di argomento e impostazione scientifici che attestano continuità nella ricerca, relative in particolare al campo della letteratura popolare albanese (si vedano Mito del sacrificio di fondazione…e Il mito di Costantino e Doruntina…), alla storia, gli usi e costumi albanesi e italo-albanesi (Abito tradizionale siculo- albanese…)., alla critica letteraria in particolare sul maggiore scrittore albanese contemporaneo, Ismajl Kadare. In Alcuni dati sulla stratificazione socio-demografica delle comunità albanofone di SiciliaPalermo, 1983 (in collaborazione con L. Stassi) vengono presentati i risultati di un’indagine sociolinguistica nelle comunità albanofone della Sicilia (Piana, S. Cristina Gela, Contessa Entellina), basata su un questionario proposto agli studenti delle scuole elementari e medie. Il lavoro prende inconsiderazione con interessanti risultati e con buona organizzazione metodologica le diverse variabili demografiche (età degli studenti, categorie socio-professionali dei genitori, etc.) e stilistiche, oltre i fattori storici e demografici che hanno influenzato il tessuto sociale delle comunità. La questione del costume tradizionale delle comunità arbëreshe, trattata in L’abito tradizionale siculo-albanese nella cultura europea 1987, è centrale per la ricostruzione della storia e dell’origine di tali varietà; ha inoltre interessanti valenze onomasiologiche e semasiologiche, messe in risalto dal lavoro della Di Miceli. L’interesse storico si concretizza anche nel recente volumetto Contessa Entellina – Per una storia attraverso cronache e documenti 2003, in cui la Di Relazione finale

Miceli prende in esame la storia di una delle comunità ancora oggi albanofone della Sicilia. Il lavoro si basa soprattutto sull’analisi del rivelo di Contessa risalente al 1623, messo a confronto con quello del 1593, prima dichiarazione dei redditi di questa comunità, arrivando ad una ricostruzione storico-sociale e onomastica della comunità. In Albanesi in Romania nel periodo della Rilindja del 1988 la candidata ricostruisce in maniera interessante, un momento rilevante della rinascita albanse in particolare in rapporto alle questioni di politica linguistica nazionale, cioè il ruolo giocato dai profughi albanesi in Romania, cui si deve il primo Abetari di Naum Veqilarxhi, la società Drita avente lo scopo di diffondere la cultura e la letteratura albanese, la Dituria che contribuì all’apertura della prima scuola albanese a Korça ed altre iniziative. In Il canto di Costantino e Doruntina nella tradizione del sud-est europeo del 1990, la Di Miceli affronta la questione delle versioni balcaniche di una canto tradizionale, facendo notare le specificità delle diverse tradizioni. Il lavoro Kush e solli Doruntinën? del 1990 affronta con buoni e attenti strumenti critici la presenza del mito balcanico di Costantino e Doruntina nella produzione di Kadaré. La candidata mette in luce alcune delle principali linee del linguaggio letterario di Kadaré si sofferma, nel quale emergono una rappresentazione dei personaggi ispirata alla tradizione orale, l’ambientazione tipicamente balcanica, i riferimenti al romanzo gotico e onirico, le considerazioni sull’uso delle fonti albanesi legate soprattutto al . Al canto epico relativo al mito del sacrificio di fondazione è dedicato anche il lavoro Alcune annotazioni sul mito del sacrificio di fondazione del 2002, di cui la candidata analizza in particolare la versione rumena e quella albanse( Cordignano) individuandovi gli elementi relativi ad una sorta di iniziazione, con interessanti considerazioni sia letterarie che comparative. Anche il lavoro Il tema narrativo del fratello morto o del fidanzato fantasma nelle letterature europee dell’età moderna 2003 tratta di un tema letterario di grande diffusione già in parte considerato nei due lavori pubblicati nel 1990. La candidata indaga l’origine del tema (presumibilmente medievale e legato alla frammentazione dei cantari del Cid o della Chanson de Roland) e sulla sua diffusione in area balcanica e in area anglosassone (vengono riportate le varianti di N. Tommaseo incluse nei suoi Canti popolari toscani, greci, illirici del 1840, la variante di Amzulescu, Voica, del 1924 e quelle albanesi di Camarda del 1864 di De Rada e di Schirò e inoltre quelle di Percy, Herder, e di Bürger relative al Ghotic Revival). Il lavoro Sui rapporti italo-albanesi nei secoli XVII-XVIII 1995 tratta nuovamente un aspetto cruciale della tradizione culturale italoalbanese, cioè la storia e il ruolo di due collegi, quello romano di S. Pietro in Montorio, e quello di Loreto e Avignone, cosiddetto illirico. Nel collegio di S. Pietro in Montorio fu istituito nel 1710 un lettorato di lingua albanese. La candidata esamina i diversi aspetti linguistici rilevanti, come la valutazione e la percezione dell’albanese, la maniera in cui veniva chiamato, (ad esempio spesso si distingue l’albanese sive epirotico e l’illirico parlato nelle montagne, rinviando forse al tosco e al ghego). Di notevole interesse è il volume Andrea Dara I manoscritti “danesi 2003 in cui sono presi in esame tre manoscritti del fondo Albansk Samling presso la Biblioteca Reale di Copenaghen contenenti testi di canzoni popolari albanesi risalenti al repertorio tradizionale, al patrimonio religioso paraliturgico, al genere ibrido del poeta siciliano Antonio Veneziano, alle creazioni poetiche di sr. e di Gabriele Dara jr. I testi sono simili a quelli del codice Chieutino, ma non ne sono la trascrizione. L’edizione critica, condotta in maniera attenta e rigorosa, tiene conto dell’unicità dei manoscritti con lezioni differenti di testi che in parte sono simili. Uninteressante inquadramento storico, anche relativo agli studi folkloristici siculo-albanesi del ‘700-‘800 fornisce le conoscenze per interpretare correttamente la natura e il significato storico- culturale dei testi presentati. Per una storia delle ricerche sulla posizione dell’albanese fra le lingue della penisola balcanica, 1999 è un interessante e informato lavoro sulla storia del pensiero linguistico, incentrato sull’emergere dell’abanese come lingua indoeuropea, che ripercorre la maniera in cui i linguisti fin dal XVIII secolo elaborano varie teorie sull’origine dell’albanese. Relazione finale

Vengono discusse le etimologie di quattro parole attribuite al fondo “locale”: buzë, qafë, gurma e rëndës. Il lavoro mostra la notevole maturità scientifica della Di Miceli, in grado di spaziare su questioni linguistiche e di storia della linguistica con sicura competenza. In conclusione, la produzione scientifica della Di Miceli spazia sui diversi campi degli studi albanologici, riguardando sia questioni di analisi letteraria, che questioni di storia dei testi e dei temi folklorici, sia la storia culturale delle comunità, sia questioni propriamente linguistiche come la collocazione dell’albanese rispetto alle lingue indoeuropee, lo sviluppo degli studi albanologici, sia infine l’edizione critica di testi. In ogni caso la candidata dimostra una notevole e matura padronanza degli strumenti critici, sia nell’analisi letteraria che in quella testuale e filologica, oltre che una sicura conoscenza delle problematiche propriamente linguistiche e naturalmente delle caratteristiche e della struttura dell’albanese, raggiungendo in molti casi risultati originali e di notevole interesse scientifico. La candidata ha inoltre una lunga e consolidata esperienza didattica, in albanologia e, cosa non certo negativa, in un’altra lingua balcanica, competenza quest’ultima che le permette di spaziare anche nella sua indiagine linguistica e culturale sui rapporti fra l’albanese e il romeno, e in generale le altre lingue balcaniche, con interessanti e validi risultati, rilevanti ovviamente anche per la sua didattica. Ritengo pertanto la candidata Francesca Di Miceli pienamente matura per svolgere i compiti di professore associato di Lingua e letteratura albanese e quindi sicuramente idonea ai fini della presente valutazione comparativa.

Commissario prof. Ignazio Parrino Avendo attentamente esaminato il curriculum, i titoli e l’ampia produzione scientifica della candidata Francesca Di Miceli, li considera sufficienti ai fini del concorso.

Commissario prof. ssa Lunella Mereu Gli studi della candidata Di Miceli sono orientati verso il settore storico-culturale, con pubblicazioni interessanti sulla letteratura orale albanes, ed anche su aspetti relativi alla posizione dell’albanese tra le lingue balcaniche.

Commissario prof. Francesco Altimari Attività didattica. Dal 1981 ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura Albanese presso l’Università di Palermo; dal 1993 a tutt’oggi affidataria di supplenza di Lingua e Letteratura Albanese presso la suddetta Facoltà; dal 2001 a tutt’oggi è anche affidataria di supplenza di Lingua e Letteratura romena, dopo essere stata dal 1974 al 1981 contrattista di Lingua e Letteratura romena presso la stessa Facoltà. Attività scientifica: La candidata si è occupata prevalentemente di temi legati alla letteratura orale, albanese e balcanica (v. saggi sul Mito del sacrificio di fondazione…e Il mito di Costantino e Doruntina…), senza tralasciare la linguistica albanese, campo in cui non ha mancato di porre attenzione all’ evoluzione storica e ai contatti avuti dall’albanese con altre lingue balcaniche, specificamente con il romeno, e non tralasciando ovviamente i riferimenti all’indeuropeo. Altri ambiti privilegiati dalla sua ricerca sono stati la storia culturale - con un interessante contributo che ricostruisce i rapporti italo-albanesi nei secoli XVII-XVIII attraverso alcune istituzioni religiose che garantivano la formazione degli intellettuali ecclesiastici del nord d’Albania - gli usi e i costumi della comunità albanese di Sicilia (v. saggio sull’Abito tradizionale siculo-albanese…). È presente nell’ambito della critica letteraria con alcuni saggi dedicati al maggiore scrittore albanese contemporaneo, Ismajl Kadare. È co-editore, con Matteo Mandalà, del volume Studi in onore di Antonino Guzzetta, Palermo, 2002. Ha collaborato, con Mandalà, all’organizzazione del XXVIII Congresso Internazionale di Studi Albanesi Relazione finale

“Cinque secoli di cultura albanese in Sicilia”, Palermo-Piana degli Albanesi-Mezzojuso-Contessa Entellina, 2002. Collabora al progetto Brinjat elaborato in applicazione della legge “per la tutela delle minoranze storiche d’Italia” 482 del 1999. In tale ruolo ha partecipato ai corsi di lingua albanese istituiti presso le scuole dell’obbligo delle comunità albanofone di Sicilia. Ha partecipato ultimamente con specifiche relazioni ai seguenti seminari di studio: “Carmine Abate: storia di un transfuga linguistico”, Palermo, 2 marzo 2002. “I rapporti italo-albanesi nel medio-evo”, Palermo, 6 marzo 2002.; “La figura e l’opera di Girolamo De Rada nel 1° centenario della morte”- V Seminario Internazionale di Studi Albanesi, Cosenza, 3-6 ottobre 2003. Fa parte del Comitato italiano dell’AIESEE (Associazione Internazionale di Studi sul Sud-Est Europeo). La produzione scientifica, anche per via del proficuo impegno svolto dalla candidata nell’ ambito universitario in veste di ricercatore e di docente supplente sia di Lingua e letteratura albanese che di Lingua e letteratura romena, presenta una serie di contributi, letterari, linguistici e storico-culturali di notevole interesse e indubbia originalità, non solo per gli studi di albanistica, che resta comunque il dominio principale della sua attività di ricerca, ma anche per la romenistica e la stessa balcanistica. La sua produzione ragionevolmente ampia e conseguente, documentata in questa sede attraverso 12 titoli, di cui due volumi monografici, un volume di atti in curatela e nove saggi apparsi in atti di convegni internazionali di albanologia, è del tutto congrua con la disciplina Lingua e letteratura albanese, con un ampio spettro di interessi, che privilegia il campo letterario, con una particolare e privilegiata attenzione comparatistica, affrontando la candidata con gli strumenti offertele dalla critica moderna l’interpretazione di alcuni miti, motivi e leggende dei Balcani, approfondendone l’analisi, specificatamente nella poesia orale albanese (e in quella romena), nonché nell’opera narrativa di uno dei più rappresentativi esponenti della letteratura albanese contemporanea quale Ismail Kadare e nella letteratura europea moderna Rientrano in tale dominio le pubblicazioni nn.6,7, 9 e 12, mentre non mancano gli approfondimenti di natura storico-culturale (pubblicazioni nn. 1, 2, 3, 4, 8 e 10) di natura linguistica (da segnalare al riguardo la pubblicazione nn. 5) con la non facile ma puntuale e riuscita ricostruzione dei rapporti tra l’albanese e le altre lingue balcaniche e il romeno, in particolare, arricchita da una aggiornata e fondamentale bibliografia sull’argomento, e, last but not least, di natura filologica (cf. la pubblicazione n.11, che prende in esame tre manoscritti di Andrea Dara, contenenti testi di canzoni popolari albanesi alcune risalenti al repertorio tradizionale, altre al patrimonio religioso paraliturgico altre ancora al genere ibrido che va ricondotto al poeta siciliano Antonio Veneziano, altre infine alle creazioni poetiche di Gabriele Dara sr. e di Gabriele Dara jr. L’edizione critica è stata condotta, nella sua traslitterazione e nelle annotazioni, tenendo presente l’unicità dei manoscritti con lezioni differenti di testi che in parte sono simili). Le ricerche e l'attività didattica della candidata sono state svolte con continuità, e risultano congrue al settore L-LIN/18 – Lingua e letteratura albanese . Pertanto, si ritiene la candidata Francesca Di Miceli pienamente idonea ai fini della presente valutazione comparativa.

Commissario prof. Romano Lazzeroni

Una parte dei lavori della candidata tratta con taglio storico antropologico di una serie di problemi pertinenti alla cultura albanese della madre patria e delle comunità italiane e rumene. Nel saggio sull’abito tradizionale siculo-albanese, ricerche museali e di archivio offrono spunti per la considerazione delle fogge degli abiti conseguenti alle interferenze della cultura turca nella madre Relazione finale patria e locale in Sicilia; gli articoli sul canto di Costantino e Doruntina ripresi – con particolare attenzione alla cultura rumena – in un saggio sul mito del fratello morto e della fidanzata fantasma e – in una prospettiva più letteraria – in un lavoro sull’integrazione delle tradizioni popolari albanesi nell’opera di Kadarè, studiano le forme assunte nel sud-est europeo dal mito del fidanzato morto che conduce la fidanzata nella tomba; nello stesso ambito di interessi si colloca lo studio sul sacrificio di fondazione in cui il mito della donna murata viene considerato con particolare attenzione alla versione rumena. L’interesse per il mondo rumeno trova espresso nel saggio sugli albanesi in Romania in cui viene, tra l’altro, illustrata l’attività editoriale in lingua albanese in Romania nel secolo XIX. Di taglio più propriamente storico-sociologico sono il saggio sulla stratificazione demografica delle comunità siculo-albanesi (che per altro non può essere valutato: le parti di pertinenza della candidata non si distinguono da quelle della coautrice Laura Stassi) e il volume su Contessa Entellina, divulgativo ma fornito di buona documentazione. Lo studio sui rapporti italo-albanesi nei secoli XVII e XVIII è fondato su documenti dell’archivio di Propaganda Fide che forniscono materiali per la storia dell’attività dei collegi di Loreto e Avignone e di S.Pietro in Montorio. Più specificamente filologica è l’edizione critica dell’opera di A.Dara; lo studio sui rapporti fra l’albanese e le lingue balcaniche mostra – pur nel taglio compilatorio e con qualche ingenuità etimologica – una buona capacità di orientarsi nelle problematiche linguistiche. Sebbene gli interessi della candidata siano in parte marginali rispetto al gruppo messo a concorso e sebbene la sua produzione manchi di continuità (nessun lavoro fra il 1995 e il 1999; 4 su 11 nel 2003), la dr. Di Miceli può essere presa in considerazione per il presente giudizio comparativo.

Giudizio collegiale: Una parte dei lavori della candidata tratta con taglio storico antropologico di una serie di problemi pertinenti alla cultura albanese della madre patria e delle comunità italiane e rumene. Nel saggio sull’abito tradizionale siculo-albanese, ricerche museali e di archivio offrono spunti per la considerazione delle fogge degli abiti conseguenti alle interferenze della cultura turca nella madre patria e locale in Sicilia; gli articoli sul canto di Costantino e Doruntina ripresi – con particolare attenzione alla cultura rumena – in un saggio sul mito del fratello morto e della fidanzata fantasma e – in una prospettiva più letteraria – in un lavoro sull’integrazione delle tradizioni popolari albanesi nell’opera di Kadarè, studiano le forme assunte nel sud-est europeo dal mito del fidanzato morto che conduce la fidanzata nella tomba; nello stesso ambito di interessi si colloca lo studio sul sacrificio di fondazione in cui il mito della donna murata viene considerato con particolare attenzione alla versione rumena. L’interesse per il mondo rumeno trova espresso nel saggio sugli albanesi in Romania in cui viene, tra l’altro, illustrata l’attività editoriale in lingua albanese in Romania nel secolo XIX. Di taglio più propriamente storico-sociologico sono il saggio sulla stratificazione demografica delle comunità siculo-albanesi (che per altro non può essere valutato: le parti di pertinenza della candidata non si distinguono da quelle della coautrice Laura Stassi) e il volume su Contessa Entellina, divulgativo ma fornito di buona documentazione. Lo studio sui rapporti italo-albanesi nei secoli XVII e XVIII è fondato su documenti dell’archivio di Propaganda Fide che forniscono materiali per la storia dell’attività dei collegi di Loreto e Avignone e di S.Pietro in Montorio. Più specificamente filologica è l’edizione critica dell’opera di A.Dara; lo studio sui rapporti fra l’albanese e le lingue balcaniche mostra – pur nel taglio compilatorio e con qualche ingenuità etimologica – una buona capacità di orientarsi nelle problematiche linguistiche. Pertanto la candidata appare pienamente matura e idonea ai fini della presente valutazione comparativa. Relazione finale

Due commissari osservano tuttavia che la produzione della candidata non è ampia e soprattutto è discontinua. Ritengono inoltre che una parte dei suoi lavori attenga solo marginalmente alle discipline oggetto del presente giudizio comparativo.

Relazione finale

ALLEGATO B (Relazione finale)

GIUDIZI RELATIVI ALLA DISCUSSIONE SULLE PUBBLICAZIONI

CANDIDATO: ANTON BERISHA

Giudizi individuali:

Commissario prof. Romano Lazzeroni

Discute lucidamente i problemi sottopostigli. Apprezzabili le aperture interdisciplinari.

Commissario prof. Leonardo M. Savoia

Discute con autorevolezza e competenza gli argomenti; dimostra chiara e sicura padronanza delle questioni affrontate.

Commissario prof. Lunella Mereu

Padroneggia la materia letteraria mostrando una cultura ampia e approfondita, coltivata in sedi accademiche di rilevanza internazionale.

Commissario prof. Ignazio Parrino

Grande lavoratore dotato di ampia cultura

Commissario prof. Francesco Altimari

Nella discussione il candidato dimostra grande capacità critica denotando una sicura padronanza degli argomenti affrontati.

Giudizio collegiale:

Padroneggia la materia letteraria mostrando una cultura ampia e approfondita, coltivata in sedi accademiche di rilevanza internazionale.

CANDIDATO: Edmond Çali

Giudizi individuali:

Commissario prof. Romano Lazzeroni

Motiva esaurientemente le proprie argomentazioni mostrando ampie conoscenze.

Relazione finale

Commissario prof. Leonardo M. Savoia

Espone con disinvoltura e chiarezza. E’ ben informato sulle questioni di carattere culturale data la sua esperienza di mediatore. E’ un po’ generico nel campo specifico dell’indagine letteraria. Commissario prof. Lunella Mereu

Discute con competenza i suoi lavori in ambito letterario e nel campo della mediazione linguistica e culturale.

Commissario prof. Ignazio Parrino

Giovane studioso promettente in via di maturazione.

Commissario prof. Francesco Altimari

Il candidato espone con chiarezza le linee della sua ricerca rivelando però quegli stessi limiti derivantigli da un approccio semplificativo e poco critico alle questioni già sollevate nell’esame dei suoi titoli.

Giudizio collegiale:

Motiva le proprie argomentazioni mostrando buone conoscenze

CANDIDATO: Maria Francesca Di Miceli

Giudizi individuali:

Commissario prof. Romano Lazzeroni

Dà ragione delle proprie ricerche motivando in modo persuasivo i metodi seguiti e i risultati raggiunti.

Commissario prof. Leonardo M. Savoia

Affronta con sicura competenza i diversi temi discussi, esponendo con chiarezza e completezza.

Commissario prof. Lunella Mereu

Mostra interessi primariamente in ambito filologico-letterario che domina in modo più che adeguato.

Commissario prof. Ignazio Parrino

Studiosa attenta, dotata di vari interessi culturali e letterari.

Commissario prof. Francesco Altimari

Relazione finale

La candidata discute le linee della sua ricerca dando prova dell’ampiezza dei suoi interessi scientifici e del sicuro possesso degli strumenti metodologici.

Giudizio collegiale:

La candidata discute le linee della sua ricerca dando prova dell’ampiezza dei suoi interessi scientifici e del sicuro possesso degli strumenti metodologici.

Relazione finale

ALLEGATO C (Relazione finale)

GIUDIZI SULLA PROVA DIDATTICA

CANDIDATO: ANTON BERISHA

Giudizi individuali:

Commissario prof. Romano Lazzeroni Espone il tema prescelto mostrando ampia conoscenza delle letterature europee e notevole capacità di sintesi.

Commissario prof. Leonardo M. Savoia La lezione è impostata in maniera originale e con finezza concettuale; spazia con sicurezza e profonda erudizione sulla materia.

Commissario prof. Lunella Mereu Svolge la lezione con chiarezza e competenza; la tematica è trattata in modo originale e con ricchezza di riferimenti.

Commissario prof. Ignazio Parrino È un grande studioso all’interno di un contesto culturale unilaterale.

Commissario prof. Francesco Altimari Il candidato espone con grande chiarezza, completezza e competenza l’argomento assegnatogli, dando prova di efficacia didattica.

Giudizio collegiale: Il candidato espone con grande chiarezza, completezza e competenza l’argomento assegnatogli, dando prova di efficacia didattica.

CANDIDATO: EDMOND ÇALI

Giudizi individuali:

Commissario prof. Romano Lazzeroni Illustra con chiarezza e competenza l’attività letteraria di Faik Konica nelle sue relazioni con la società e la cultura albanese.

Commissario prof. Leonardo M. Savoia La lezione è svolta con buona padronanza dell’argomento; sufficiente, ma involuto l’inquadramento critico.

Relazione finale

Commissario prof. Lunella Mereu La lezione è ben strutturata e più che adeguata; interessanti i riferimenti ai problemi linguistici rispetto al testo letterario e alla realtà socio-culturale dell’area albanese. Commissario prof. Ignazio Parrino Studioso notevole di ottima preparazione, tuttavia con contesto culturale ristretto.

Commissario prof. Francesco Altimari Il candidato espone chiaramente la lezione, con coerenza argomentativa ma con qualche debolezza nell’impostazione critica.

Giudizio collegiale: Illustra con chiarezza l’attività letteraria di Faik Konica nelle sue relazioni con la società e la cultura albanese.

CANDIDATO: FRANCESCA DI MICELI

Giudizi individuali:

Commissario prof. Romano Lazzeroni In una lezione svolta in parte in albanese espone con chiarezza i motivi interbalcanici (e più latamente interculturali) della tradizione albanese popolare e letteraria.

Commissario prof. Leonardo M. Savoia Svolge una parte in buon albanese; padroneggia con sicurezza l’argomento e svolge un’interessante lezione.

Commissario prof. Lunella Mereu Presenta la lezione in modo personale e maturo; ricchi i collegamenti alla letteratura popolare e colta dell’area balcanica.

Commissario prof. Ignazio Parrino Studiosa seria e matura, con un suo personale orientamento.

Commissario prof. Francesco Altimari La candidata espone, in parte in buon albanese, con lucidità e sicura competenza l’argomento, dando prova di efficacia didattica.

Giudizio collegiale: Presenta la lezione in modo personale e maturo; ricchi i collegamenti alla letteratura popolare e colta dell’area balcanica.

Relazione finale

ALLEGATO D (Relazione finale)

GIUDIZI COMPLESSIVI

CANDIDATO: NOME COGNOME

Giudizi individuali:

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Giudizio collegiale: ______

CANDIDATO: NOME COGNOME

Relazione finale

Giudizi individuali:

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Giudizio collegiale: ______

CANDIDATO: NOME COGNOME

Giudizi individuali:

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______Relazione finale

Commissario prof. nome COGNOME ______

Commissario prof. nome COGNOME ______

Giudizio collegiale: ______

La Commissione: Prof. Mario ROSSI Presidente

Prof.ssa Maria VERDI Componente

Prof. ……………… Componente

Prof. ……………… Componente

Prof. ……………… Segretario