La Criminalità Organizzata Nell'europa Centro
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Rivista di Studi e Ricerche sulla Criminalità Organizzata Cross Vol.3 N°2 (2017) ISSN 2421-5635 Rivista di Studi e Ricerche sulla criminalità organizzata INDICE Presentazione QUESTO NUMERO (N.d.C)................................................................................................................................. 1 Discipline LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NELL’EUROPA CENTRO-ORIENTALE DOPO IL 1989. UNA PROSPETTIVA GEOPOLITICA di Stefan Bielański ................................................................................................................................................... 3 LA SFIDA DELLE AZIENDE CONFISCATE. TRA SISTEMI LOCALI E MODELLI IMPRENDITORIALI di Nando dalla Chiesa...........................................................................................................................................20 La ricerca LA GESTIONE DELLE IMPRESE CONFISCATE ALLE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE. DIECI CASI DI STUDIO A CONFRONTO di Federica Cabras e Ilaria Meli .......................................................................................................................46 GIUSEPPE FAVA’S INTELLECTUAL COMMITMENT IN THE FIGHT AGAINST ORGANISED CRIME di Sarah Vantorre ..................................................................................................................................................70 Storia e memoria RELAZIONE SUI SEQUESTRI DI PERSONA A SCOPO DI ESTORSIONE a cura di Sarah Mazzenzana .............................................................................................................................91 GLI AUTORI DI QUESTO NUMERO .......................................................................................................... 166 Cross Vol.3 N°2 (2017) Rivista di Studi e Ricerche sulla criminalità organizzata Comitato scientifico Fabio Basile, Nando dalla Chiesa, Alessandra Dino, Ombretta Ingrascì, Monica Massari, Mariele Merlati, Stefania Pellegrini, Christian Ponti, Virginio Rognoni, Rocco Sciarrone, Carlo Smuraglia, Alberto Vannucci, Federico Varese Redazione Nando dalla Chiesa (direttore), Ombretta Ingrascì, Michela Ledi, Sarah Mazzenzana, Mariele Merlati, Roberto Nicolini, Christian Ponti Avvertenza: Le note bibliografiche sono redatte in conformità con gli usi delle discipline di appartenenza degli autori Cross Vol.3 N°2 (2017) Presentazione QUESTO NUMERO Questo nuovo numero della “Rivista” affronta alcuni temi di frontiera degli studi sulla criminalità organizzata. Apre infatti con una riflessione di uno studioso polacco, Stefan Bielański, professore di fama dell’Università Jagellonica di Cracovia, sullo sfondo geopolitico su cui si è affacciata, si è strutturata e va evolvendo la criminalità organizzata nei paesi dell’Europa centro-orientale, e in particolare la Polonia, il paese che dà i più lunghi confini verso est all’Unione europea. Si tratta di un approccio piuttosto raro per gli studi di cui si occupa la “Rivista”, che mescola sullo scacchiere est-europeo storia e geografia, mettendo anche in nuova luce, a partire dalla realtà post-sovietica, il complesso possibile delle relazioni tra movimenti migratori, criminalità e terrorismo. Seguono due articoli sulla vexata quaestio delle aziende confiscate alle organizzazioni mafiose e della loro riconversione al mercato legale. Tema di avanguardia per il contrasto della criminalità mafiosa e che non per nulla ha trovato spazio rilevante nel più recente dibattito parlamentare sul nuovo codice antimafia. Entrambi i contributi nascono da una ricerca europea alla quale ha partecipato il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, e che ha affrontato la materia nella sua complessità giuridica, storica, economica e sociologica. L’articolo di Federica Cabras e Ilaria Meli illustra e problematizza i principali risultati della indagine condotta sul campo su dieci casi aziendali, descrivendo i punti di forza e di debolezza delle singole situazioni; e spiegando successi e insuccessi dei differenti progetti attraverso un’analisi continua del rapporto tra l’impresa e il suo ambiente sociale. L’articolo del sottoscritto, punta invece a portare i risultati della ricerca all’interno di un quadro teorico più ampio, rivisitando temi classici della sociologia economica, con particolare riferimento ai sistemi locali, all’approvazione sociale dell’imprenditorialità e alla figura dell’imprenditore collettivo, di cui in questa sede si è cercato di definire un inedito 1 Cross Vol.3 N°2 (2017) - DOI: http://dx.doi.org/10.13130/cross-8888 Presentazione profilo. L’intervento di Sarah Vantorre, dal suo canto, si differenzia nettamente dai tre precedenti per il taglio disciplinare. Esso offre infatti, partendo dalla tesi di dottorato dell’autrice presso l’università di Anversa, un denso ritratto socio - culturale di un protagonista spesso sottovalutato dell’impegno della cultura e della letteratura siciliana contro la mafia: Pippo Fava, direttore della rivista “I Siciliani”, ucciso nel 1984 a Catania proprio per quella etica del giornalismo dalla quale prende le mosse l’analisi storico-culturale dell’autrice. La poetica di Fava e il suo giornalismo si fondono nella ricostruzione di una rara figura di intellettuale, attraverso un intenso procedimento di “scoperta”. La sezione “Storia e Memoria” ripropone infine in questo numero una dimenticata relazione della Commissione parlamentare antimafia, consegnata alle Camere nel 1998 sotto la presidenza del senatore Ottaviano Del Turco: è la relazione Pardini sui sequestri di persona a scopo di estorsione, reato al quale, con modalità e logiche diverse, hanno fatto ricorso più organizzazioni criminali colpendo più regioni, del Sud come del Nord: dalla Sardegna alla Calabria, dalla Sicilia al Piemonte e alla Lombardia, che ne è stata particolarmente martoriata. Un modo per non smarrire il senso di un reato che ha trasferito (purtroppo ottenendo lunghi successi) una violenza agro-pastorale sia in contesti arretrati sia in contesti altamente industrializzati. Impossibile non chiudere questo editoriale di presentazione senza annunciare la settima edizione della “Summer School of Organized Crime” di questa Università, che si terrà dall’11 al 15 settembre. A parlare per una settimana de “La mafia, oggi” sarà un folto gruppo di studiosi, magistrati e professionisti di prestigio. I lettori sono invitati a prendere visione del programma sul sito dell’Osservatorio. Buona lettura. N.d.C. 2 Cross Vol.3 N°2 (2017) - DOI: http://dx.doi.org/10.13130/cross-8888 Discipline 1 LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NELL’EUROPA CENTRO- ORIENTALE DOPO IL 1989. UNA PROSPETTIVA GEOPOLITICA Stefan Bielański Abstract The paper concerns the geopolitical background of the emergence and functioning of organized crime in Central-East Europe. The author outlines the main characteristics of the geopolitical situation of the region after the transformation. A special focus is given to the rise, structure and operational manners of organized crime at the new, eastern border of EU. Eventually the author considers the relations between organized crime and new terrorism, acknowledging both these phenomena as a threat towards social, political and economic stability in the Central-East Europe. Likewise, to several Polish scholars and experts, the author recognizes the patterns of the highly dangerous process of organized crime's evolution into terrorism. The author emphasizes that authorities of the European states must take into account both dangers as deeply relevant issue for security of their countries and citizens. Keywords: Geopolitics; Central-East Europe, European Union, Organized Crime, Terrorism 1. Le nuove frontiere dell’Europa centro-orientale dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica Criminalità organizzata autoctona e straniera, terrorismo, immigrazioni illegali, sono oggi i problemi con cui si confronta la parte centro-orientale del continente europeo. Per comprenderne correttamente prospettive e radici è necessario procedere preliminarmente a una sintetica ricostruzione degli assetti storici e delle logiche e tensioni geopolitiche di contesto, complesse quanto spesso sconosciute. È quanto cercherò di fare in questo articolo, con particolare riferimento alla Polonia. Le nuove frontiere dell’Europa centro-orientale sono state delineate dai capi delle grandi potenze dell’alleanza anti-tedesca durante le conferenze di Teheran (1943), 3 Cross Vol.3 N°2 (2017) - DOI: http://dx.doi.org/10.13130/cross-8889 Discipline 1 Jalta e Potsdam (1945). Malgrado la Polonia appartenesse formalmente ai paesi- vincitori della seconda guerra mondiale, la sua frontiera orientale è stata cambiata conformemente alla cosiddetta linea Curzon, ovvero lungo il fiume Bug. Così, fuori dei confini della nazione sono rimasti i suoi territori orientali con le città di Wilno (in Lituania come Vilnius) e di Lwów (in Ucraina sovietica ed attuale Ucraina indipendente chiamata Lviv). A causa dei cambiamenti avvenuti nell’Europa centro-orientale, iniziati in Polonia nel 1989, e della dissoluzione dell’Urss nel 1991, è sorta la nuova Federazione russa, che peraltro confina a nord-est con la Polonia: si tratta della cosiddetta Enclave di Kaliningrad. Intanto la frontiera orientale polacca è diventata, a causa del grande allargamento del 2004, una parte importante dei nuovi confini orientali dell’Unione europea1. Nel corso degli anni ’90 e all’inizio del XXI secolo, si è consolidata in Polonia la politica di sostegno degli sforzi indipendentisti dei paesi usciti dall’Urss. Da parte di Mosca tale politica polacca, di