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1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Camera dei deputati 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Camera dei deputati In copertina: Giulio Aristide Sartorio (elaborazione grafica su particolare del fregio dell’Aula di Montecitorio).

Copyright © Camera dei deputati Segreteria generale - Ufficio pubblicazioni e relazioni con il pubblico Roma, 2011 La presente raccolta di testi e documenti è stata predisposta in occasione della cerimonia solenne del 17 marzo 2011 nell’Aula di Palazzo Montecitorio, dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La prima sezione illustra l’inaugurazione dell’VIII legislatura del Regno (la prima del Parlamento italiano) con il discorso della Corona e gli indirizzi di risposta delle due Camere. Segue la discussione parlamentare della legge 17 marzo 1861, n. 4671, che proclamava il Regno d’Italia, conferendo a Vittorio Emanuele II e ai suoi successori il titolo di Re d’Italia. Le successive due sezioni hanno per oggetto, rispettivamente, le celebrazioni del 1911 e 1961. Nell’ultima sezione sono riportati i discorsi pronunciati in occasione della cerimonia celebrativa del 17 marzo 2011.

Indice

1861

Apertura della sessione parlamentare del 1861

Discorso della Corona (18 febbraio 1861) ...... 3

Indirizzo di risposta del Senato del Regno al discorso della Corona (Seduta del 26 febbraio 1861) ...... 9

Indirizzo di risposta della Camera dei deputati al discorso della Corona (Seduta del 13 marzo 1861) ...... 15

Discussione del progetto di legge «per cui S. M. il Re Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d’Italia»

Senato del Regno (Seduta del 26 febbraio 1861) ...... 19

Camera dei deputati (Seduta del 14 marzo 1861) ...... 31

1911

Discorso celebrativo dell’unificazione nazionale svolto in Campidoglio dal Re Vittorio Emanuele III (27 marzo 1911) ...... 61

Indirizzo di risposta del Senato del Regno (27 marzo 1911) ...... 64

Indirizzo di risposta della Camera dei deputati (27 marzo 1911) ...... 65

1961 Discorso del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi (25 marzo 1961) ...... 69

2011

Cerimonia celebrativa del Centocinquantesimo Anniversario dell'Unità d'Italia, svolta nell’aula di Palazzo Montecitorio

Intervento del Presidente della Camera dei deputati, ...... 81

Intervento del Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani ...... 83

Discorso celebrativo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ...... 85

1861 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Senato del Regno - Camera dei deputati, VIII legislatura del Regno (prima legislatura del Parlamento italiano), prima pagina dello stampato parlamentare del “Discorso presentato da S. M. Vittorio Emanuele II nella solenne apertura del Parlamento italiano”, 18 febbraio 1861.

2 Apertura della sessione parlamentare del 1861

All’indomani delle elezioni del 27 gennaio e del 3 febbraio 1861, il primo Parlamento dell’Italia unita si riuniva a Torino. A seguito dell’estensione al nuovo Regno della normativa elettorale subalpina (legge 17 dicembre 1860, n. 4513), la Camera dei deputati risultava composta di 443 membri, in luogo dei 260 della precedente legislatura, mentre il Senato, composto di membri vitalizi, ne contava 211, dopo la nomina, il 20 gennaio 1861, di 56 nuovi senatori. L’VIII legislatura, la prima dell’Italia unita, si aprì nell’Aula della Camera, a Palazzo Carignano, con il discorso della Corona, pronunciato da Vittorio Emanuele II. Il discorso tracciava un sintetico bilancio degli eventi politici e militari che, nel giro di un periodo brevissimo, avevano portato all’unificazione, affidando al Parlamento il compito di dare “istituti comuni e stabile assetto” al Regno. Negli indirizzi di risposta del Senato e della Camera si esprimeva, tra l’altro, l’auspicio del completamento dell’unificazione.

Discorso della Corona 18 febbraio 1861

Signori Senatori! Signori Deputati! ordine e di pace, e ritornerà efficace strumento della civiltà universale. Libera ed unita quasi tutta, per mirabile L’Imperatore dei Francesi, mantenendo aiuto della Divina Provvidenza, per la concorde fermo la massima del non-intervento, a volontà dei Popoli, e per lo splendido valore noi sommamente benefica, stimò tuttavia di degli Eserciti, l’Italia confida nella virtù e nella richiamare il suo inviato. Se questo fatto ci sapienza vostra. fu cagione di rammarico, esso non alterò i A voi si appartiene il darle istituti comuni sentimenti della nostra gratitudine, né la fiducia e stabile assetto. Nello attribuire le maggiori nel suo affetto alla causa italiana. libertà amministrative a popoli che ebbero La Francia e l’Italia, che ebbero comune la consuetudini ed ordini diversi veglierete perché stirpe, le tradizioni, il costume, strinsero sui la unità politica, sospiro di tanti secoli, non campi di Magenta e di Solferino un nodo che possa mai essere menomata . sarà indissolubile. L’opinione delle genti civili ci è propizia; Il Governo ed il Popolo d’Inghilterra, patria ci sono propizi gli equi e liberali principii antica della libertà, affermarono altamente il che vanno prevalendo nei Consigli d’Europa. nostro diritto ad essere arbitri delle proprie sorti, L’Italia diventerà per essa una guarentigia di e ci furono larghi di confortevoli uffici, dei quali 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Francesco Gonin (1808 - 1889), Ritratto del Re Vittorio Emanuele II.

4 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia durerà imperitura la riconoscente memoria. ma nissuno ha il diritto di cimentare la vita e le Salito sul trono di Prussia un leale ed illustre sorti d’una Nazione. Principe, gli mandai un ambasciatore a segno Dopo molte segnalate vittorie, l’Esercito di onoranza verso di Lui e di simpatia verso la italiano, crescente ogni giorno in fama, nobile Nazione germanica, la quale, io spero, conseguiva nuovo titolo di gloria espugnando verrà sempre più nella persuasione che l’Italia una fortezza delle più formidabili. Mi consolo costituita nella sua unità naturale non può nel pensiero che là si chiudeva per sempre la offendere i diritti né gli interessi delle altre serie dolorosa dei nostri conflitti civili. Nazioni. L’Armata navale ha dimostrato nelle acque di Ancona e di Gaeta che rivivono in Italia i Signori Senatori! Signori Deputati! marinari di Pisa, di Genova e di Venezia. Una valente gioventù, condotta da un Io son certo che vi farete solleciti a fornire al Capitano che riempì del suo nome le più lontane mio Governo i modi di compiere gli armamenti contrade, fece manifesto che né la servitù, né le di terra e di mare. Così il regno d’Italia, posto lunghe sventure valsero a snervare la fibra dei in condizione di non temere offesa, troverà più Popoli italiani. facilmente nella coscienza delle proprie forze la Questi fatti hanno inspirato alla Nazione ragion dell’opportuna prudenza. una grande confidenza nei proprii destini. Mi Altra volta la mia parola suonò ardimentosa, compiaccio di manifestare al primo Parlamento essendo savio così lo osare a tempo, come lo d’Italia la gioia che ne sente il mio animo di Re attendere a tempo. Devoto all’Italia, non ho e di Soldato . mai esitato a porre a cimento la vita e la corona;

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Seduta inaugurale del primo Parlamento del Regno d’Italia a Torino. “L’Illustrazione Italiana”, fascicolo monografico dedicato ai festeggiamenti per il cinquantenario del Regno d’Italia, 2 aprile 1911.

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7 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Atti parlamentari del Senato del Regno. Sessione del 1861. Discussioni. Tornata del 26 febbraio 1861.

8 Indirizzo di risposta del Senato del Regno al discorso della Corona pronunciato dal Vicepresidente del Senato, , su delega dell’Ufficio di Presidenza Seduta del 26 febbraio 1861

Sire, e le varie vicende delle sorti passate si confonderanno in un mutuo accordo d’interessi, La voce di V. M. ci annunzia l’avvenimento d’aspirazioni e d’affetti. per cui s’adempie quel voto di unità politica Quel conforto che la libera e possente vagheggiato da tanti eletti spiriti, promosso da Inghilterra arrecò nei più gravi cimenti alla tanti nobili cuori, accompagnato da tanta pietà causa dei popoli liberi non è mancato nelle e da tante lagrime . presenti contingenze all’Italia, come non può Travaglio di molti secoli spiegasi ora mercé venirci meno nell’. di un prodigioso concorso di cause diverse, Non sarà vana al certo la fiducia che tutte a noi propizie, la grandezza d’Italia. Il noi riponiamo nello schietto giudizio e nel valore degli eserciti, il senno dei popoli hanno profondo sentire della generosa Germania, raggiunto tale scopo che pochi anni addietro dove ad un Principe degno della Nazione che pareva eccedere ogni umana previsione. regge, già si sono per cura sollecita di Vostra Fidando nell’appoggio dell’opinione delle Maestà aperti i sensi di onoranza e di simpatia genti più civili, e nella conformità di principii che gli si addicono. ispirati da liberali inclinazioni e sorretti Fra i valorosi facile è sempre l’intendersi. da illuminata esperienza, noi francamente La moderazione e la calma sono la speriamo che ci si darà modo di mostrare prerogativa dei forti. E noi che seguimmo con come chi rivendica il suo diritto, è per ciò procellosa gioia gli ardimenti vostri, Sire, noi stesso più disposto a rispettare l’altrui; come oggi ascoltiamo riverenti i consigli di prudenza l’Italia costituita nella naturale sua condizione che escono dal vostro labbro. Conoscere le è destinata a raffermare anziché a turbare ragioni del tempo presente, è assicurarsi quelle la vera armonia e il giusto equilibrio delle dell’avvenire. potenze d’Europa. intera non potrà se non Il Senato è felice di unirsi alla Maestà Vostra applaudire a tutto che si faccia onde afforzare nel credere che l’Imperatore dei francesi non l’esercito e l’armata navale, verso di cui nessun abbandonerà i generosi propositi che furono a elogio sarebbe mai troppo. (Bene, benissimo). lui sorgente di splendida gloria, a noi di valido L’indole militare del popolo italiano, che aiuto; che vennero consacrati dalle gesta dei si spiegava con tanto impeto da una gioventù prodi, dalle acclamazioni dei popoli. gagliarda, guidata da un capitano di virtù antica Il sangue latino non disdirà la sua origine; e che ben si può chiamare figlio prediletto 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Atti parlamentari del Senato del Regno. Sessione del 1861. Discussioni. Tornata del 26 febbraio 1861.

10 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia della vittoria, accenna che oramai l’Italia si casi d’Italia, e di procurarne l’indipendenza. procaccerà colle sue proprie forze, sotto la Il magnanimo vostro Genitore ravvivò protezione della Provvidenza, gli elementi tutti ed ampliò l’illustre concetto col largire ai della disciplina interna e dell’esterna difesa. suoi popoli le franchigie costituzionali, e L’ordinamento del nuovo regno formerà coll’iniziare il moto del nazionale riscatto. oggetto delle più assidue meditazioni del Voi, Sire, foste chiamato alle ultime e decisive Senato, affinché risponda a quanto ricerca il lotte, nelle quali, ponendo a cimento vita e presente e raccomanda il passato. corona, ne riportaste il meritato guiderdone: La Casa vostra, Sire, aveva dai più remoti l’amore d’Italia, l’ammirazione d’Europa. tempi pigliato il grande assunto di vegliare sui (Applausi vivissimi e prolungati).

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Il primo Parlamento italiano del 1861. Ritratti di alcuni senatori. “L’Illustrazione Italiana”, fascicolo monografico dedicato ai festeggiamenti per il cinquantenario del Regno d’Italia, 2 aprile 1911.

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13 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Camera dei deputati, VIII legislatura del Regno (prima legislatura del Parlamento italiano), copertina del fascicolo del “Discorso della Corona ed indirizzo in risposta”. Archivio storico della Camera dei deputati, ASCD, Archivio della Camera Regia, Disegni e proposte di legge e incarti delle Commissioni (DPLIC), VIII legislatura, I sess., vol. 21, A.C. 1.

14 Indirizzo di risposta della Camera dei deputati al discorso della Corona pronunciato dal deputato Luigi Carlo Farini Seduta del 13 marzo 1861

Sire! Agli uffici di onoranza degnamente resi per Voi al nuovo Re di Prussia, ed alle Rappresentanti della nazione libera ed unita testimonianze di simpatia verso la nobile quasi tutta noi ci confidiamo nel vostro animo Nazione germanica, aggiungiamo una parola di Re italiano e di valoroso Soldato. grata pel voto parlamentare propizio alla unità Voi sapete che il nostro pensiero si volge d’Italia. pietoso alla desolata Venezia, e che l’Italia Questa unità, nella quale sola l’Italia affannosa aspira alla sua Roma . (Applausi). può trovare stabile assetto, la Chiesa vera Le vittorie degli eserciti di terra e di mare, le indipendenza, l’Europa naturale equilibrio, gesta dei volontari condotti da un maraviglioso questa unità politica, o Sire, sarà da Noi capitano, la virtù militare delle guardie nazionali gelosamente tutelata nell’opera legislativa, alla hanno ravvivata negl’Italiani la confidenza nelle quale ci poniamo. Fautori di ogni maggiore proprie forze. Ma né questo sentimento, né libertà amministrativa, ci guarderemo da tutti i favori della buona fortuna tolgono pregio i pericoli delle discordie, da tutte le tentazioni ai consigli della prudenza: sarà ristaurata la delle borie municipali. riputazione del senno, come quella del valore Sarà lieve ai popoli italiani ogni carico che italiano . (Bravo! Bravissimo!). Timidi consigli abbia per fine di accrescere gli armamenti, come non può temere l’Italia da un Re che per la sua fu caro ai generosi subalpini il sopportarne tanti libertà ha saputo porre a cimento la vita e la per preparare l’impresa che omai si compie. corona. L’Imperatore Napoleone e la Francia non in Sire! darno fanno a sigurtà colla nostra riconoscenza. Quasi nuovo beneficio scese nei nostri cuori Nell’anniversario della vostra nascita i ai passati giorni la franca parola del Principe suffragi di tutto un popolo pongono sul vostro Imperiale, unito a Voi per vincoli del sangue ed capo benedetto dalla Provvidenza la corona all’Italia per antico affetto. (Applausi). d’Italia. Questo degno premio hanno la fortezza All’amicizia dell’Inghilterra, fondata nel degli avi vostri, il sacrifizio del padre, la fede comune amore della libertà, andiam grati dei che Voi, unico fra gli antichi reggitori d’Italia, morali aiuti, che sono potenti nelle battaglie avete tenuto alla causa della libertà e del diritto della civiltà. popolare . (Applausi generali e prolungati). 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Il primo Parlamento italiano del 1861. Ritratti di alcuni deputati. “L’Illustrazione Italiana”, fascicolo monografico dedicato ai festeggiamenti per il cinquantenario del Regno d’Italia, 2 aprile 1911.

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Atti parlamentari del Senato del Regno. Sessione del 1861. Discussioni. Tornata del 26 febbraio 1861.

18 Discussione del progetto di legge «per cui S. M. il Re Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d’Italia»

Il progetto di legge in virtù del quale Vittorio Emanuele II assumeva per sé ed i suoi successori il titolo di Re d’Italia fu presentato al Senato il 21 febbraio 1861 ed approvato il 26 febbraio. Definito nella relazione della Commissione della Camera “un grido d’entusiasmo convertito in legge”, il progetto venne discusso da questo ramo del Parlamento l’11 marzo 1861 e approvato il 14 marzo 1861 (legge 17 marzo 1861, n. 4671). La forma giuridica del Regno d’Italia fu completata, poco dopo, dall’approvazione della legge 21 aprile 1861, n. 1, che introduceva la nuova intitolazione degli atti ufficiali, recependo le indicazioni emerse nel dibattito parlamentare.

Esame presso il Senato del Regno Seduta del 26 febbraio 1861

Presidente. L’ordine del giorno porta la debba essere intitolato in nome del Re, sarà discussione del progetto di legge per cui S. M. il intestato colla formola seguente: Re Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d’Italia. Prego i signori Commissarii di prender (Il nome del Re) posto al banco delle Commissioni. Per Provvidenza Divina, per voto della (I membri dell’ufficio centrale pigliano posto al banco Nazione delle Commissioni). RE D’ITALIA.

Presidente. Il progetto di legge che viene Domanderò al Ministero se intende di in discussione presentato dal Governo del accettare questa aggiunta, e se perciò la Re consisteva in un articolo unico in questi discussione debba portarsi sul testo presentato termini: «Il Re Vittorio Emanuele II assume dall’ufficio centrale. per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia» . L’ufficio centrale, adottando in termini Ministro di grazia e giustizia. Il Governo identici il primo articolo, propose l’aggiunta di del Re riconosce giustissima ed apprezza un secondo articolo in questi termini: in tutta la sua pienezza e verità la formola Art . 2 che costituisce l’oggetto dell’emendamento Gli atti del Governo, ed ogni altro atto che proposto . 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

La Provvidenza di Dio siccome guida ogni la dichiarazione ch’io ne fo a suo nome. opera di quaggiù, così ancora visibilmente accompagna questa grande aspirazione che, Senatore Matteucci. L’ufficio centrale nutrita da secoli nel petto dei nostri Principi, ben contento di sentire dal Ministro di Grazia nel petto degli italiani, riuscì alla costituzione e Giustizia la dichiarazione che l’intenzione della Nazione italiana sotto il migliore dei Re. dell’ufficio nel dettare quel secondo articolo non Come il voto della Nazione consacra questo era che l’espressione di un fatto incontestabile, memorando fatto, non è mestieri il dirlo: egli è di un sentimento universale accoglie la nella coscienza di tutti; ogni anima italiana lo dichiarazione ministeriale del cambiamento sente, ogni labbro italiano lo esprime. che si propone di fare, e ne prende atto Sono dunque queste verità così solenni, intendendo che quel secondo articolo sarà così sentite, direi, che non pare necessario formulato in un progetto speciale di legge nel siano dichiarate per legge. Ma importa che modo che il Ministro crederà più conveniente, questo memorando fatto, e per valermi ed esprimente sempre quelle due grandi verità delle parole così degnamente espresse nella incontestabili; così ognuno di noi applaude relazione, importa che il principio giuridico all’idea di questa sostituzione. della novella Monarchia sia ognora presente Per conseguenza l’ufficio vostro s’intende al popolo italiano e congiunto al nome del appagato e consente che la legge sia limitata al suo Re. Sta bene adunque che negli atti del primo articolo che il Governo aveva proposto. Governo sia questo gran fatto rammentato, Non resta perciò al vostro ufficio centrale incluso. Esso sarà un tributo di riconoscenza altro che invitare il Senato ad esprimere all’Ente Supremo: esso sarà ricordo ai posteri questo voto coll’entusiasmo che è proprio della delle virtù dei loro padri. Quindi crederebbe il circostanza e dell’atto solenne che stiamo per Governo che la formola, degna per sé stessa e compiere, atto che, a Dio piacendo, assicurerà che esso accetterebbe, se così piace al Senato, alla nostra patria una lunga èra di prosperità e possa trovar miglior sede o nelle disposizioni di grandezza. preliminari del Codice civile dove si tratti delle forme della promulgazione degli atti del Presidente. In seguito alle spiegazioni date Governo, od in altra legge apposita e speciale. dall’onorevole signor Guardasigilli, ed a quanto Per queste considerazioni, dichiarando pur disse l’onorevole Relatore dell’ufficio centrale, sempre che il Governo del Re, come ne accetta non rimane che a mettere in discussione il testo e ne apprezza il concetto, così ancora accetta primitivo del progetto ministeriale, di cui darò l’articolo di legge che lo esprime, propongo nuovamente lettura (V. sopra). alla saviezza vostra, o signori, di considerare se è aperta la discussione generale. non sarebbe più opportuno di farne l’oggetto, o delle disposizioni preliminari del Codice civile, Senatore Pareto . Domando la parola . o di apposita legge speciale. Questo sarebbe l’avviso del Governo, questa Presidente . Ha la parola .

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Senatore Pareto. Non è certo per Sire, non avrete bisogno di dire come altri: menomamente turbare l’unanimità con cui io prendo questa corona e guai a chi la tocca! il Senato adottando il proposto schema di Questo guai sarà pronunziato da 22 milioni per legge sancirà un fatto che è stato per tanto ora, da 25 milioni tra poco, di italiani, i quali tempo il desiderio della Nazione, che io esclameranno alla lor volta: guai a chi tocca chiesi la facoltà di parlare, ma bensì per questa corona! Guai a chi vuol intaccarla! Guai presentare brevissime osservazioni, le quali a chi osta perché si completi! forse porgeranno occasione al Ministero di Con questa ed altra analoga forma il dare alcune spiegazioni a cui in parte ha già Parlamento, con un indirizzo, avrebbe potuto a accennato il Guardasigilli e che potranno parer mio, ottenere l’intento che il Ministero si diradare alcuni dubbi che rimanessero nel prefiggeva e la forma, credo, sarebbe stata forse cuore dei più meticolosi. In prima sarebbe più solenne. stato mio desiderio che non dall’iniziativa Un Decreto reale accettandola avrebbe fatto reale, ma piuttosto dall’iniziativa parlamentare diventare legge effettiva l’unanime proposta dei l’acclamazione del Re fosse partita; avrei poteri parlamentari . desiderato che le due parti del corpo legislativo Questo sarebbe stato il modo che io avrei prendessero esse l’iniziativa, e che il Governo desiderato si fosse tenuto. Non perciò io con un decreto, per così dire, l’accettasse e la certamente voterò contro la legge, perché è facesse diventare legge definitiva. Il titolo infatti sempre stata nel mio cuore; ho fatto questa dovrebbe essere piuttosto dato che assunto. osservazione soltanto perché avrei bramato che Il potere legislativo facendosi interprete della la cosa si fosse passata in altro modo. Ma Dio volontà nazionale, avrebbe potuto in un mi guardi che io metta il minimo ostacolo a indirizzo constatare il fatto e proclamare per quello che fu sempre il desiderio di tutta la mia propria iniziativa il titolo che i popoli della vita. penisola avevano già indicato. Sire, potevano Egualmente voterò, quantunque avessi esclamare, i popoli tutti d’Italia, riconoscenti desiderato che il titolo fosse alquanto diverso: alla generosa politica del magnanimo Vostro invece di Re d’Italia, io avrei desiderato che fosse Padre, riconoscenti ai costanti e valorosi detto: Re degli Italiani; e questo per constatare vostri sforzi per tenere alto il glorioso patrio maggiormente il fatto che la volontà di tutti i vessillo, ora che fortuna finalmente sorrise popoli, dalle Alpi al Lilibeo, acclamavano duce alle armi nazionali, vi acclamano loro capo supremo il nostro Re . supremo, e noi rappresentanti della Nazione Io desiderava questo titolo, perché mi pare vi invitiamo a prendere il glorioso titolo di più consentaneo al diritto che va prevalendo nostro Re. Cingete, Sire, questa corona di cui adesso in Europa . Il titolo di Re d’Italia, sono preziosi gioielli, Torino, Milano, Genova, parmi poi sentire ancora un poco di signoria Firenze, Napoli e , a cui però ne e conquista della terra, che non si addice al mancano ancor due splendidissimi che la vostra valoroso capo della nostra Nazione. E il cuore ardimentosa prudenza saprà incastonarvi. Voi, nostro, è il cuore di ventidue milioni d’italiani

21 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia che gli dà il titolo di Re, titolo che è più glorioso i grandi Italiani hanno da tanto tempo col di qualunque altro che sappia di un’epoca di desiderio e coi voti affrettato, il fatto a cui sono feudalismo . stati rivolti gli sforzi costanti di tutti noi; il Io non credo che vi siano esempi contrari fatto che gloriosamente incoava il magnanimo a quello che vo additando, giacché anzi tutti Carlo Alberto e che perfezionava il Re Vittorio quelli che sono saliti a potere supremo per Emanuele, che io compiacciomi proclamare, volontà nazionale, hanno preso un titolo come lo proclamerà unanimamente il Senato, analogo a quello che io proponeva. Vittorio Emanuele, primo Re d’Italia. Nel 1830, quando all’antica dinastia borbonica successe la più giovane e Presidente. La parola è al Senatore Vacca. costituzionale degli Orléans, non di Francia, ma Re dei Francesi volle Luigi Filippo Senatore Vacca. Signori Senatori, intitolarsi; più recentemente, quando il lavacro permettetemi che io rechi il tributo della mia del suffragio universale sancì l’elevazione al povera ma libera parola in questa discussione trono del nostro potente Alleato, il titolo non solenne, la quale compendia in sé i più grandi d’Imperatore di Francia, ma d’Imperatore dei interessi, che siansi mai dibattuti in Assemblea Francesi egli volle assumere. politica; il passato e l’avvenire d’Italia, quel che E noi essendo in analogo caso, cioè fummo e quel che saremo. essendo il voto della Nazione che dice al Re - Ieri divisi, sgregati, dispersi, posti in balìa Prendete questa corona - confesso avrei meglio della prepotenza straniera; oggi uniti, concordi, desiderato che Re degli Italiani egli si nomasse, stretti in falange serrata, non baldi, ma forti e non Re d’Italia. del sentimento della nostra potenza e giammai Questo anche sentiva a parer mio l’ufficio disposti a piegare a straniero insulto . centrale, che aveva proposto un secondo Trattasi di affermare, e di significare dinanzi articolo che ora ha ritirato dietro le soddisfacenti all’Europa, che ci guarda, codesto grande spiegazioni del Ministero; questo, dico, sentiva, avvenimento nazionale, il più grande della mirando a che nella legge fosse fatto cenno storia contemporanea; e la formula destinata per così dire della volontà nazionale. Se fosse ad esprimere il grande concetto concepita con stato mantenuto, avrei votato di tutto cuore eloquente semplicità, tutta risponde al nostro questo articolo addizionale. Ma anco senza sentimento ed ai nostri suffragi . E di fatti esso, lo ripeto, malgrado che non sia conforme l’idea di questa Italia che risorge, direi, quasi assolutamente al mio desiderio l’espressione crisalide a vita novella, ma più piena, più bella, con cui è concepita la legge, pure voto anch’essa più splendida, noi la troviamo nettamente col massimo ardore del cuore, perché, come scolpita; ed accanto ad essa grandeggia la prima diceva, è stato sempre desiderio mio solenne figura della Dinastia di Savoia, di antico questa ottenuta indipendenza d’Italia, quella illustre Dinastia, che sola in Italia non perché con questa legge or si constata il fatto mai disdisse la sua origine nazionale, di quella più grande della nostra storia, il fatto che tutti Dinastia cotanto ricca e di senno civile e di

22 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia gloria guerresca, la quale, per tacere di tanti Né mi pare tempo cotesto di vane nomi, dava ai fasti militari d’Italia il nome logomachie; ed invero, che cosa si teme? Si teme del vincitore di San Quintino, del vincitore di forse un’offesa alla purità ed all’intendimento Goito, dell’eroe di Palestro e di San Martino. del plebiscito? ovvero si teme la consecrazione Chi di noi oserebbe adunque menomare il di un egemonia che si ha in uggia e che si culto delle grandi memorie? Fin qui lo schema respinge? ministeriale . Ma noi risponderemo che questa egemonia Ma l’ufficio centrale con ottimo senno, a legittima, salvatrice, che operò le grandi cose, parer mio, divisava di allargare e completare a redenzione della comune patria italiana, la formola insinuandovi l’elemento del voto cotesta egemonia non avrà più ragione di essere popolare. Di questo nuovo diritto nazionale, dall’istante in cui l’Italia sarà. il quale arditamente si pone di fronte al vieto Rimarrà non però qualche cosa di ben diritto storico, e lo vincerà, ne abbiamo fede, più solido di ben più glorioso ai fortissimi e farà il giro del mondo, giacché lo sorregge la Subalpini, la nobile eredità degli esempi, la ragione dei tempi e l’universale coscienza. virtù del sacrifizio, l’indomita costanza dei Né questo solo: che si pensò di sposare il propositi, tutto quello che costituisce la gloria fatto umano a un’idea più sublime, la quale, imperitura di un gran popolo di cui si potrebbe sollevandosi all’altezza del primo vero, attesta dire quel che Livio ebbe a dire del popolo di ed esprime l’azione assidua, irrecusabile della Roma: Agere et pati fortia Romanum est . Provvidenza ordinatrice nello svolgimento di Mi sia lecito, o signori, pria di porre termine tutti i fatti contingenti dell’ordine morale. al mio dire, d’interpretare, come meglio saprò, Così l’idea significata non esprime punto i voti, le aspirazioni e gli affetti del mio loco il vieto concetto del diritto divino, ma natio, parlo di Napoli, famosa per grandi risponde appuntino ad un sentimento istintivo, memorie, e per grandi infortunii, di Napoli che universale dell’uman genere. fu patria e culla di tanto fiore di eletti ingegni Ebbene io son lieto di udire che il Ministero onde si fregiano le scienze, le filosofiche ha dichiarato d’accettare l’aggiunta proposta; discipline, le arti del bello, tutte le branche se non che per ragioni d’opportunità desidera dell’umano sapere. La patria, voglio dire di che l’articolo aggiunto abbia a trovare sede più Campanella, di Genovesi, di Filangieri, del propria in altra legge; e se a me fosse lecito massimo Giambattista Vico. esprimere un voto, io desidererei che senza Ebbene, o signori, io vi dichiaro che rimandarla alla forse lontana pubblicazione dall’istante in cui questo primo Parlamento dei codici, dovesse formare argomento di una italiano avrà asserito l’esistenza dell’Italia legge speciale. una, Napoli da quell’istante avrà riassunto Stando così le cose, o signori, io non so per la coscienza piena di sé e di nuovi e gloriosi verità prevedere, quali appunti, quali assalti destini che la Provvidenza le addita. (Bene! potrebbe muovere una critica permalosa e Bravo!). schiva. E sapete voi perché … Perché? (m’è grave

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il rammemorarlo) la nostra storia politica Presidente del Consiglio dei Ministri. di otto secoli, se la spogliate di certi vani e Dopo la dotta relazione dell’ufficio centrale, fugaci splendori, nel fondo non vi esibisce dopo l’eloquente discorso che ha testè che una lotta assidua, perenne, fatale, tra i pronunziato il nuovo vostro collega, che generosi istinti, tra le nobili aspirazioni di Napoli manda ad illustrare questo Consesso, quella privilegiata razza italo-greca e il genio non occorre certamente che io imprenda a sinistro di governi e dinastie imposte dalla discutere il presente progetto di legge. violenza straniera, governi e dinastie sempre L’ufficio centrale e il Ministero si sono posti infeste al sociale progresso, infeste all’idea pienamente d’accordo, intorno all’aggiunta nazionale, alla patria dignità, alla patria che si era proposta; aggiunta ottima in sé indipendenza e quella stessa dinastia che e che certamente avrebbe raccolto il voto ultima ci pesava sul collo, quella dinastia che la unanime del Senato se fosse presentata spada di Velletri inaugurava come a simbolo di in circostanza più opportuna. L’onorevole politica indipendenza; no, quella dinastia non mio collega ha già dichiarato a questo ci tolse mai all’onta e al danno del vassallaggio riguardo l’intenzione del Governo, di proporre straniero (Benissimo). all’approvazione del Parlamento quanto forma Così essendo, credete a me, io tengo fermo argomento dell’aggiunta, sia all’occasione delle che quel popolo svegliato e pronto d’ingegno, modificazioni al codice civile, sia anche, saprà bene intendere dove sta il suo meglio, quando così venga riputato opportuno, per dove la via dell’onore, della dignità, della gloria! mezzo di legge speciale; giacché, o signori, Credete a me, esso non si lascerà mai svolgere sta a cuore al Ministero, quanto all’ufficio dalle vane utopie, né dalle male arti dei mestatori vostro d’introdurre negli atti nostri giuridici, della politica; esso intenderà benissimo che al una formola, che proclami altamente i nuovi gran banchetto nazionale, tutti quanti siam principii, sui quali riposar deve il nostro sociale figli della comune patria italiana, verremo ad edifizio. assiderci come da pari a pari, senza distinzione Però se non mi corre l’obbligo di difendere il né di primo né di ultimo, perché tutti andremo progetto di legge, mi corre quello di risponder adeguati dalla comunanza delle origini, della ad alcune osservazioni che in modo altrettanto favella, delle glorie, delle sventure, delle cortese, quanto benevolo, faceva il Senatore speranze e dei destini indivisibili (Bene! Bravo!) . Lorenzo Pareto. Signori! Giorno auspicato e memorando egli L’onorevole Senatore manifestava rincresci- è questo. Proclamando noi Vittorio Emanuele mento che questo progetto, cui si dichiarava Re d’Italia, verremo consacrando il più gran pronto a dare voto favorevole, non fosse sorto fatto della storia moderna; avremo aperto un dall’iniziativa parlamentare. nuovo ciclo di grandezza e di civiltà italica; Io intendo il sentimento generoso che mo- avremo fermato il patto fraterno che tutti ci veva l’onorevole Senatore a fare quest’osser- raccoglierà intorno al trono glorioso di Vittorio vazione; io intendo come chi consacrò tutta la Emanuele! (Applausi vivi e prolungati). sua vita alla grande causa d’Italia, sentisse vivo

24 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia desiderio di trovarsi fra gli iniziatori dell’atto diverse circostanze. che deve in certo modo coronarla: tuttavia con- Io non istituirò paragoni tra l’uno e l’altro, siderando la questione dal lato politico, io credo non ne discuterò i meriti rispettivi; dirò solo che il Senato riputerà essere più conveniente al Senato che dacchè ho l’onore di far parte che l’iniziativa sia stata presa dal Governo. dei Consigli della Corona, ho sempre creduto Diffatti, o signori, se i voti dei popoli dover seguire il secondo; e mi pare che gli potessero essere dubbi, se qualche incertezza eventi abbiano dato ragione a questa mia scelta. potesse regnare intorno al desiderio Mi rimane a rispondere alla seconda ed dell’immensa maggioranza dei cittadini del ultima osservazione dell’onorevole Senatore nuovo regno, intorno al titolo che deve Pareto. assumere il loro Re, io capirei che il Governo Egli, lo ripeto, senza combattere il progetto avesse sentito scrupolo a farsi iniziatore di una di legge, senza proporre modificazioni, senza così grave proposta. Ma può essere dubbio voler turbare l’unanimità del Senato, manifestò intorno a questi voti? intorno a questi desideri? il desiderio che al titolo di Re d’Italia fosse stato I popoli d’Italia da Palermo a Milano non sostituito quello di Re degli Italiani . hanno essi tutti salutato Vittorio Emanuele Il vero argomento che si può far valere per come Re d’Italia? dare la preferenza al titolo di Re degli Italiani su L’iniziativa, signori, mi sia lecito il dirlo, quello di Re d’Italia si è che si crede vedere in non è stata né del Governo, né del Parlamento; queste parole Re d’Italia un non so che d’antico l’iniziativa è stata presa dal popolo, che a e di feudale . quest’ora ha già salutato, ed intende salutare per Ma, o signori, io penso che questo sia un sempre Vittorio Emanuele II come Re d’Italia. grandissimo errore . (Vivissimi applausi). Nel sistema costituzionale il sovrano è E qui, o signori, mi sia permessa una quello che concentra e riassume la grande brevissima digressione nel campo della politica. idea nazionale, e questa idea si esprime molto Vi sono due sistemi che un Governo meglio col titolo di Re della contrada, che non illuminato, liberale, desideroso di rimanere in di Re degli individui che lo compongono. armonia col popolo, può seguire: o aspettare E diffatto, o signori, i popoli più liberi della che l’opinione pubblica si manifesti e che dopo terra hanno essi ideato od imitato questo modo essersi manifestata eserciti sopra il Governo di dire? una certa pressione per ispingerlo più in un No, o signori. In Inghilterra vediamo che, senso che in un altro, per mostrargli la via che a malgrado delle varie rivoluzioni che si sono ha da seguire; oppure cercare d’indovinare succedute, i sovrani hanno sempre conservato gl’istinti della Nazione, determinare quali il titolo di sovrani del Regno unito. Ma mi si siano i veri suoi bisogni, ed in un certo modo, dirà, l’Inghilterra è il paese delle tradizioni spingere lui stesso; essere, in una parola, o feudali, dove accanto all’applicazione delle più rimorchiato, ovvero rimorchiatore. larghe massime di libertà, si vedono conservate I due sistemi possono essere opportuni nelle istituzioni molto antiquate.

25 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Ebbene, o signori, io traverserò l’Atlantico sua vita, onde venisse attuata, si troverà pago e andrò in America, e vi dirò che il Presidente di queste mie spiegazioni, e che non solo degli Stati Uniti non ha assunto il titolo di darà un voto per condiscendenza, e per non Presidente degli Americani, ma quello di Presidente turbare l’armonia, ma darà un voto plaudente degli Stati Uniti, magistrato che rappresenta al presente progetto di legge, il quale spero l’intera nazione. non incontrerà nessun contradditore in questo Dunque quest’esempio deve rassicurare illuminato e patriottico Consesso (Unanimi interamente l’onorevole senatore Pareto, che il applausi) . Re Vittorio Emanuele, assumendo il titolo di Re d’Italia, non rimane perciò nessuna macchia Senatore Pareto . Domando la parola . di feudalismo alla sua corona. Ma, o signori, se il titolo di Re d’Italia non Presidente. La parola è al Senatore Pareto. può essere imputato di feudalismo a confronto del titolo di Re degli Italiani, esistono ben altri e Senatore Pareto. Io ringrazio l’onorevole più gravi motivi perché diasi la preferenza al Presidente del Consiglio dei Ministri delle titolo di Re d’Italia (Vivi applausi). cortesi parole da lui usate a mio riguardo. Perché il titolo di Re d’Italia eccita cotanto E lo ringrazio tanto più perché ha diradato entusiasmo nella nazione? quei dubbi che non in me, ma in altri potevano Perché esso ha la virtù di eccitare gli animi nascere. vostri, e di farvi prorompere in applausi, Io parlava di Re degli Italiani per la stessa quando ve ne proponiamo l’adozione? Perché idea manifestata dal Presidente del Consiglio, esso è la consecrazione di un fatto immenso; cioè appunto perché non fosse più detto che è la consecrazione del fatto della costituzione l’Italia era una pura espressione geografica, ma dell’Italia, è la trasformazione di questa si perché si sapesse che tutti i popoli, i quali contrada, la cui esistenza come corpo politico abitano dall’Alpi al Lilibeo, e parlando d’Alpi, il era insolentemente negata, e lo era, conviene Presidente sa di quali intendo far cenno (ilarità), pure dirlo, da quasi tutti gli uomini politici formano una sola nazione, compatta, una, dell’Europa, la trasformazione di questo Corpo, indivisibile, che vuol tener alta la sua bandiera, potrei dire disprezzato, non curato, in Regno che in casa propria vuol esser padrona di sé d’Italia. stessa, e che rispettando al di fuori i diritti è questa idea della formazione di questo degli altri, vuole, sul suolo che le assegnava Regno, della costituzione di questo popolo: la Provvidenza, sieno rispettati i proprii. Io è questa idea che viene meravigliosamente pertanto voto non solo consenziente, ma espressa, affermata colla proclamazione di bensì plaudente il proposto progetto di legge Vittorio Emanuele II a Re d’Italia. (Applausi). Io mi lusingo che l’onorevole Senatore Pareto, cui tanto sta a cuore quest’idea Presidente. Se non vi è altro Senatore che nazionale, ed ha pure lavorato per tutta la domandi la parola, la discussione generale si

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intende chiusa. Io credo che la discussione Presidente. La parola è al Ministro generale ha assorbita in gran parte la discussione Guardasigilli. particolare; tuttavia il Senatore Di Pollone avendo domandato la parola per proporre al Ministro di Grazia e Giustizia. Accetto Senato un ordine del giorno, io gliela concedo. volentieri questo ordine del giorno, il quale corrisponde perfettamente all’idea che io Senatore Di Pollone . Signori Senatori, avevo esposta, imperocché, se ben rammenta il io dichiaro che, secondo il mio debole sentire, Senato, io accennava al Codice Civile che si sta avrei preferito che nessuna discussione si fosse elaborando, e dicevo pure che non avrei avuto elevata su questo progetto di legge; io avrei difficoltà a che fosse questa formola espressa amato meglio che un voto eloquente, reso in in una legge speciale; onde è che l’ordine silenzio unanime, avesse consecrato il voto del giorno testé proposto corrispondendo dell’Unità Italiana. Ma poiché la discussione pienamente al concetto medesimo da me è sorta, ed è sorta principalmente sul secondo espresso, a nome del Governo, lo accetto. articolo, che gli uni vorrebbero riprodotto in una legge speciale, e che il Ministero crede Presidente . Interrogo il Senato se appoggia invece debba far oggetto delle disposizioni l’ordine del giorno del Senatore Di Pollone. preliminari del Codice Civile, io penso che (Appoggiato). questo dubbio voglia essere risolto, ed è questo il motivo principale ché mi induce a proporvi Senatore Gallina. Domando la parola . un semplice ordine del giorno, di cui darò Parmi che per maggior chiarezza della cosa, lettura per non dilungare ulteriormente la dovrebbe ben definirsi se la non ammessione discussione. dell’ordine del giorno riponesse in questione Il mio ordine del giorno sarebbe concepito quanto fu detto. così: La dichiarazione dell’onorevole Guarda- «Il Senato ritenuta la somma convenienza di sigilli, conforme interamente alle prime sue modificare l’intitolazione delle leggi e de’ Reali osservazioni, portava con sé la condizione Decreti, prende atto della dichiarazione del di proporre una legge per determinare il Ministero di voler proporre indilatamente uno modo della intestazione delle leggi, dopo la speciale progetto di legge a tal uopo e passa promulgazione della presente. quindi all’ordine del giorno». Ora io suppongo che questo ordine del Non istarò a sviluppare maggiormente giorno non sia accolto. Ne nascerà che si tolga i motivi di questo ordine del giorno i quali di mezzo quello che fu detto prima, vale a dire si dimostrano da se stessi. Prego il Senato a che il Ministero pensava proporre una legge volerlo prendere in considerazione per togliere nel momento che credeva più opportuno e così ogni dubbio intorno alla necessità di certamente il più presto possibile. modificare l’intestazione alle leggi ed agli atti La parola del Ministero data già sin dal del Governo. principio, ripetuta ora, mi sembra bastare per

27 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia accertarci della volontà sua di presentare al questo suo impegno, la iniziativa parlamentare più presto una legge a questo riguardo. Per verrebbe a togliere ogni difficoltà in proposito; conseguenza se l’ordine del giorno è ammesso, e certamente il Senato approverebbe la proposta resta confermata questa dichiarazione, ma di quel Senatore che soddisfacesse ad un voto non vorrei che nascesse ancora il dubbio, e si che io credo sia nella mente di tutti e che se non lasciasse a un tempo indeterminato il proporre venne inserito nella presente legge, ciò avvenne quanto pare universalmente consentito. Io mi solo per dargli più propria sede altrove. unisco con quelli che desiderano di vedere Laonde io ritengo che non possa esservi indilatamente presentata una legge relativa dubbio intorno all’accettazione dell’ordine del alla intestazione degli atti del Governo; giorno per parte del Senato, come non dubito per conseguenza insisterei a questo riguardo che, dopo una si esplicita manifestazione del perché sia ben chiarito l’esito dell’ordine del primo corpo politico, dello Stato il Ministero giorno, che cioè il Governo intende di proporre non sia per dimenticare l’impegno da esso questa legge. assunto . Quindi io opino che si possa senz’altro Senatore Di Pollone. Io debbo spiegare la passare alla votazione, persuaso che non ragione che mi mosse a proporre quest’ordine andrà molto che il Governo vorrà compiere del giorno. Nella dichiarazione del Ministero all’obbligo suo. parvemi ravvisare il doppio intendimento di proporre la nuova intestazione delle leggi, e dei Presidente. Rileggerò l’ordine del giorno reali decreti, o col mezzo della pubblicazione del proposto dal Senatore Di Pollone e accettato Codice Civile, ciò che andrebbe troppo a lungo, dal Ministero (Vedi sopra). oppure di farne oggetto di una legge speciale. Chi intende approvare quest’ordine del Ma nulla venne determinato in proposito; giorno, voglia sorgere. epperò col mio ordine del giorno intendevo (Approvato). di sciogliere questo dubbio, e di stabilire che il Se nessuno domanda ulteriormente la parola, Ministero avrebbe presentato una legge speciale metterò ai voti l’articolo unico della legge. con cui si sarebbe provveduto alla emergenza. Il Ministero dunque accettando quest’ordine ARTICOLO UNICO. del giorno s’intende rinunziare all’altro partito «Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e di valersi della pubblicazione del Codice Civile suoi successori il titolo di Re d’Italia». per fare questa modificazione. Chi approva questo articolo, sorga. Ora mi sembra non esservi dubbio che tanto (Approvato) . Applausi generali, ripetuti, e il Ministero quanto il Senato desiderino che ciò prolungati. sia fatto il più sollecitamente possibile. Mi permetto ora di rispondere all’onorevole Si passerà allo squittinio segreto. Senatore Gallina, che qualora il Ministero (Il Senatore Segretario D’Adda fa l’appello tralasciasse per qualche tempo di dar effetto a nominale).

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Presidente. Prima di procedere allo Procederemo alla nomina delle Commis- squittinio, prego i signori Senatori di riprendere sioni permanenti di finanza e di contabilità i loro posti . interna, non che dei comissari alla cassa eccle- (I Senatori ritornano ai loro stalli). siastica e a quella dei depositi e prestiti e per la Debbo dichiarare che due signori Senatori, Commissione di sorveglianza all’amministra- Andrea Colonna, Pignatelli Strongoli, mi zione del debito pubblico. hanno avvertito che non potevano oggi assistere all’adunanza, perché impediti da Senatore Arrivabene. Domando la parola . malattia . Se non vi è più alcun Senatore che abbia a Presidente . Ha la parola . votare, si procederà all’apertura delle urne. Mi duole dover dire che bisogna rifare lo Senatore Arrivabene. Dopo la vivissima squittinio; i signori Senatori non hanno badato emozione testé da noi provata, parmi sia a porre la palla nera nell’urna di riscontro, ond’è impossibile il continuare per oggi i nostri lavori; risultato un numero di palle bianche maggiore proporrei perciò l’aggiornamento a . di quelle nere. Si rinnova ora la chiamata; prego ogni Presidente. Chi approva che la seduta sia Senatore di venire individualmente a deporre rimandata a domani, si alzi. il suo voto e riprendere quindi il suo posto, (Il Senato approva). poiché si vede essere avvenuto che molti (Si rinnovano gli applausi e le grida di Viva il Re Senatori non hanno presa la palla nera, o non la d’Italia). hanno messa nell’urna di riscontro. (Il Senatore Segretario Arnulfo fa l’appello Presidente . I signori Senatori sono pregati nominale). di radunarsi domani alle due in seduta pubblica, per procedere alle nomine anzidette e per Risultato dello squittinio: fissare l’ordine che avrà a tenersi nei lavori ai Votanti 131 quali si deve procedere negli uffici. Io li prego Favorevoli 129 di convenire alle due, per stabilire quest’ordine Contrari 2 che ci preme sia stabilito, poiché abbiamo quattro progetti di legge da esaminare, oltre il (Il Senato adotta). Applausi prolungati e grida di regolamento interno, e conviene vi si proceda viva il Re d’Italia. coll’ordine necessario.

Presidente. La seduta continua. Prego i La seduta è sciolta (Ore 4). signori Senatori a prender posto .

29 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Camera dei deputati, VIII legislatura del Regno (prima legislatura del Parlamento italiano), prima pagina del processo verbale della seduta del 14 marzo 1861. ASCD, Archivio della Camera Regia, Verbali d’Aula, vol. 16.

30 Esame presso la Camera dei deputati Seduta del 14 marzo 1861

Presidente. L’ordine del giorno chiama la che sotto gli occhi stessi dei loro tremanti discussione sullo schema di legge riguardante oppressori piantavano sulle loro torri questo il titolo di Re d’Italia da assumersi da Vittorio glorioso vessillo; riconosciuti, validati, sanciti Emanuele II . dal suffragio unanime della nazione. Il diritto Siccome la relazione su questo disegno di di Vittorio Emanuele II al Regno d’Italia legge venne comunicata ai signori deputati un emana dunque dal potere costituente della po’ tardi, e probabilmente molti non hanno nazione; egli vi regna in virtù di quegli stessi potuto farne lettura, sarà forse conveniente plebisciti ai quali si deve la formazione del che il signor relatore ne dia comunicazione Regno d’Italia. alla Camera . Il voto che il Governo ci chiede non è Qualora egli ciò creda opportuno, io lo dunque un atto nuovo destinato a produrre inviterei a voler salire alla ringhiera. tale o tal altro effetto giuridico; è la ripetizione, o, per dir meglio, il riassunto Giorgini, relatore. Non ho alcuna difficoltà finale, il compendio magnifico di tutti gli di aderire all’invito del signor Presidente. atti, mediante i quali il popolo italiano ha in tanti modi e in tante occasioni manifestata «Signori! La Commissione incaricata di la sua volontà; è, per dirlo colle parole della riferire sul progetto di legge, per cui il Re relazione che precede il progetto di legge, Vittorio Emanuele II assume il titolo di un’affermazione solenne del diritto nazionale, Re d’Italia, ha bisogno appena di avvertire un grido d’entusiasmo convertito in legge. come questa legge, tanto per il suo oggetto Ma la significazione e il valore morale del quanto per la sua importanza, non abbia voto non dispensavano la Camera dall’obbligo nulla di comune con quelle sulle quali noi di considerare le pratiche conseguenze, che siamo d’ordinario chiamati a deliberare. Dal per avventura avrebbero potuto derivarne. punto di vista costituzionale ella potrebbe Parve anzi alla maggioranza degli uffizi credersi fors’anche superflua. I titoli del Re che, se questo grido di entusiasmo dovesse Vittorio Emanuele II alla corona d’Italia sono essere nel tempo stesso la formula ufficiale per scritti in dodici anni di prodezza, di fede, di l’intestazione degli atti, questa formula non costanza. Questi titoli furono riconosciuti da avrebbe in tutto corrisposto all’essenza vera migliaia di volontari riuniti intorno al glorioso della monarchia rinnovellata dal suffragio vessillo, ch’egli aveva raccolto dalla polvere universale. di Novara per innalzarlo al sole di Palestro e Ora un tale scopo, al quale mirava la di San Martino; riconosciuti dalle cento città, maggioranza, poteva essere conseguito sia 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia coll’emendare la legge proposta dal Governo, riguardo, tuttavia la Commissione desiderò sia col provvedere per mezzo d’una legge interpellare il Presidente del Consiglio, che, speciale e successiva. recatosi nel suo seno, confermò e ripeté Gli uffizi non esitarono a pronunziarsi per le dichiarazioni già fatte nell’altra Camera questo secondo partito. dal suo collega il Ministro della giustizia; Prima di tutto doveva considerarsi che aggiungendo di più, come il solo motivo la legge, nella forma sotto la quale era stata che aveva finora trattenuto il Governo dal proposta, aveva già ottenuta l’approvazione presentare la proposta di legge sull’intestazione del Senato. Emendata da noi, avrebbe dovuto degli atti pubblici, fosse stato un sentimento essere di nuovo sottoposta alle deliberazioni di rispetto verso la Camera elettiva, che non di quell’assemblea. Sarebbe stato doloroso che s’è anche pronunziata su questa prima legge, un atto politico di tanta importanza, aspettato della quale quella seconda non sarebbe che la con un’impazienza così viva e così confidente conseguenza ed il compimento. dall’intera nazione, si trovasse ritardato. Il Le questioni che furono sollevate negli secondo partito aveva inoltre il vantaggio di uffizi in ordine alla intestazione degli atti separare appunto le questioni secondarie, sulle pubblici sono per tal modo riservate alla quali si possono avere opinioni diverse dal discussione che avrà luogo quando ci sia grande atto politico, la grandezza e l’efficacia presentata la legge relativa. del quale starebbe tutta nella prontezza e Il voto che oggi ci si chiede conserva nell’unanimità dei suffragi. dunque il carattere puramente nazionale che Ritenuto dunque che non dovesse più il Governo ha voluto dargli, e la Commissione a lungo differirsi, né subordinarsi a tutti unanime confida che sarà veramente un grido gl’incidenti d’una questione parlamentaria il d’entusiasmo convertito in legge . primo e solenne atto col quale l’ Italia vuole Ci sono delle oasi nei deserti della storia; affermare se stessa al cospetto del mondo, ci sono nella vita delle nazioni dei momenti la vostra Commissione non aveva che a solenni, che potrebbero chiamarsi la poesia proporvi, da una parte, l’approvazione pura e della storia; momenti di trionfo e d’ebbrezza, semplice della legge colla quale il Re Vittorio nei quali l’anima, assorta nel presente, si Emanuele II assume il titolo di Re d’Italia, e chiude ai rammarichi del passato, come alle assicurarsi, dall’altra, che il suo Governo ci preoccupazioni dell’avvenire. avrebbe, senza indugio, presentata la proposta Noi traversiamo una di quelle oasi; noi di legge diretta a mettere negli atti pubblici siamo in uno di quei momenti; e come mai in l’intitolazione del Re in armonia col diritto tale momento si sarebbe invano fatto appello pubblico del Regno. all’entusiasmo della Camera? Come mai il E sebbene l’impegno formale preso dal nostro voto non sarebbe oggi immediato Governo del Re nella discussione di questa ed unanime? Quale tra i sentimenti che ci medesima legge che ebbe luogo in Senato animano potrebbe essere più forte di quello bastasse ad escludere ogni dubbio a questo che ci riunisce tutti - l’amore d’Italia?

32 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Rendiamoci una volta giustizia! Quanti qui padri seppe ritornare sovrano! Gloria al Re convenuti dalle varie parti d’Italia sediamo su che col valore in guerra, colla fede in pace, questi scanni: sostenne, difese, ordinò, ed a novella vita compose ventidue milioni di Italiani! ……. sì ripieni Dopo la caduta libertà di Roma non Che poca gente omai vi si desìa, mai rifulse all’Italia un giorno come questo; esultiamone tutti; tutti con animo concorde, quanti sediamo sui banchi di questa Camera, senza studio di parte, senza rivalità di opinioni tutti abbiamo diversamente lavorato per la dichiariamo altamente che tutti gli Italiani medesima causa; tutti abbiamo portato la non retrivi e non servi, chi coll’opera, chi col nostra pietra al grand’edifizio, sotto il quale consiglio, chi colla penna, chi colla spada, chi col riposeranno le future generazioni. Qui i sapiente indugiare, chi coll’ardito prorompere, volontari di Calatafimi potrebbero mostrarci tutti a questo meraviglioso risorgimento sul petto le gloriose cicatrici; qui i prigionieri contribuirono, tutti! (Applausi). Ma nella gioia del di Sant’Elmo, intorno ai polsi, il callo delle presente dimenticherem noi la gratitudine delle pesanti catene; qui colle canizie, colle rughe antiche memorie? Per ricuperare questo raggio precoci, oratori, scrittori, apostoli di quella di cielo, che si chiama italiana indipendenza, fede che fece i soldati ed i martiri; qui i ci vollero otto secoli di fatiche, di dolori, di generali che vinsero le nostre battaglie, qui lagrime, di sacrifizi, di battaglie, di carceri, di gli uomini di Stato che governarono le nostre esili, di condanne capitali. Per ottocento anni ci politiche; di qui parta unanime adunque quel volle tutto il senno dei nostri pubblicisti, tutta grido di entusiasmo! qui finalmente l’aspettata l’ispirazione dei nostri poeti, tutta la facondia dei fra le nazioni si levi, e dica: - Io sono l’Italia !» nostri oratori, tutto il valore dei nostri guerrieri, (Applausi prolungati). tutto il sangue dei nostri martiri. Ci vollero Galileo Galilei, Dante Alighieri, Francesco Presidente. Darò lettura dell’articolo Petrarca, Nicolò Machiavelli, Michel Angelo unico del disegno di legge, come è proposto Buonarroti, Cesare Beccaria, Mario Pagano, e dal Ministero e dalla Giunta: Filangieri, e Parini, e Carlo Botta, e Filicaia, e Leopardi, e Ugo Foscolo, e Alfieri. Ci vollero «Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé Cola di Rienzo, Arnaldo da Brescia, Giovanni e suoi successori il titolo di Re d’Italia». da Procida, Francesco Ferruccio, e Savonarola, e Olgiati, e Caracciolo, e Santa Rosa, e Silvio La discussione generale è aperta. Pellico, e Ciro Menotti, e Tito Speri, e i due Il deputato Brofferio ha facoltà di parlare. Bandiera, e Vochieri, e Pisacane, e Rosolino Pilo, e, più fortunato e più grande di tutti, Giuseppe Brofferio. (Vivi segni d’attenzione) Salute Garibaldi (Vivi applausi). all’Italia risorta libera ed una! Onore al popolo Commosso come io sono, come voi siete, che ritemprandosi nell’esempio degli antichi in qual modo potrò io chiamare a freddo

33 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia esame la legge che ci è presentata? Pure io Questa risposta non mi persuade . Il primo deggio farlo; trascorrerò di voto. a proclamare Vittorio Emanuele Re d’Italia, se Vuolsi oggi dar base alla omai compiuta ne dia merito a cui tocca, il primo a proclamare opera dell’unità nazionale. Vittorio Emanuele Re d’Italia fu, in mezzo Rallegriamoci, o signori, che il Regno allo strepito della vittoria e sui frantumi del d’Italia sia stato serbato non ad un re per borbonico trono, il grande dittatore delle Due potenza invidiato, per accorgimenti temuto, Sicilie. (Applausi). non ad un re vendicatore, ma ad un re Questa proclamazione di battaglia in galantuomo. Così la più bella delle corone sarà battaglia, di trionfo in trionfo portava premio della più bella delle virtù. Garibaldi da Palermo a Milazzo, da Milazzo (Vivi applausi). a Napoli, da Napoli a Caserta; e se avverse Per tal modo si fa degna risposta a quei influenze lo avessero acconsentito non si rimpiangitori del passato, che nelle assemblee sarebbe arrestato che in Campidoglio. (Oh! di Spagna, di Francia, d’Inghilterra, sorgono Oh!). iracondi contro di noi. I Normanby, i Se una sanzione legale fosse bastata tal era Larochejaquelein, i Collantes, i Dupanloup, quella di Garibaldi; gli atti del suo Governo i Donnet, e tutti quei vescovi, arcivescovi e diedero fondamento quanto alle Due Sicilie a cardinali (Ilarità), che in nome del vangelo, tutti gli atti del Governo del Re; ne faccia per che è codice di libertà, sorgono avvocati del tutti testimonianza il solenne plebiscito, che servaggio contro l’italica indipendenza, ci divenne il diritto pubblico della annessione veggano, nella tranquillità del nostro diritto, dei due grandi reami dell’Italia. sorridere al furore dei loro assalti . Colla Pure si desiderò, si volle, e con ragione, la creazione di un vasto e regno risponde acclamazione del Parlamento e specialmente alle straniere imprecazioni il Parlamento di questa Assemblea, acciocché la iniziativa italiano. (Vivi segni di approvazione). presa dal dittatore in campo, dal popolo in Duolmi tutta volta che questo grande atto piazza, avesse continuazione e complemento che doveva compiersi dal popolo italiano abbia dal popolo in nazionale consesso; e per opera avuto improvvido iniziamento dal Ministero. del Ministero, mi duole il dirlo, il popolo fu Ben so che al Re, come capo della nazione, chiamato non già ad offrire una corona, ma ad si addice colle due Camere l’iniziamento approvare un’offerta del Ministero. politico e legislativo per mezzo de’ suoi Vittorio Emanuele assume il titolo di Re ministri; ma, quando è in causa la persona d’Italia, dice la legge: alte considerazioni stessa del Re, l’iniziamento s’addice al popolo. m’impongono di non porre in evidenza tutto Il Presidente del Consiglio ebbe altrove ciò che havvi di men grato in queste parole; a rispondere che egli in sostanza altro non dirò soltanto che al Re era serbato un grande fece che raccogliere dal popolo i voti da lui mandato accettando dal popolo la corona pronunciati, e portarli in qualche modo nelle dell’Italia; che il popolo avea un altro grande tavole legislative. mandato da compiere offrendola, e che i due

34 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia mandati del Re e del popolo ebbero per colpa divina Provvidenza, per voto della nazione Re del Ministero una imperfetta esecuzione. d’Italia». Ma non più di questo, e procedasi ad altra Io non sono di quelli che per giusta non men grave considerazione. Un Re ed un indegnazione contro le simonie sacerdotali Regno d’Italia non sono cose nei patrii fasti hanno a schifo il sentimento religioso e straordinarie, e se al Regno ed al Re d’Italia rigettano la parola che discende dal cielo, che oggi si creano non si attribuisce una ma non sono neppure di quelli che vogliono speciale significazione, noi, o signori, non assegnare alla divina Provvidenza una parte potremmo ad altro aspirare che al titolo di obbligata nelle umane vicissitudini. (Ilarità). spolveratori di vecchie pergamene. (Bisbiglio). Chi non sa che nel bene e nel male, nei fausti Re d’Italia intitolaronsi gli Ostrogoti ed i e nei contrari eventi è sempre quaggiù il dito Visigoti; ve lo attestano in Roma Odoacre e di Dio? Qual necessità dunque di dichiarare Teodorico; re d’Italia si chiamarono i Goti, che il risorgimento italiano venne coronato lo attesta Vitige in Ravenna; re d’Italia si dal volere della divina Provvidenza? Non proclamarono i Longobardi e ne faceva facciamo pleonasmi! Dio manda la rugiada testimonianza la ferrea corona nella cattedrale a consolare i campi ed i tuoni e le procelle a di Monza, che con mano ladra ci rapirono sconvolgere i mari; non proferiamo il nome di gli Austriaci (Movimenti di approvazione); re Dio invano: inchiniamoci e taciamo. (Bravo!). d’Italia si chiamava l’imperatore Napoleone Non dimentichiamo del resto che sopra I, che facevasi rappresentare da Eugenio alcune frasi di questo genere si pretese di Beauharnais nella capitale lombarda; regno fondare il diritto divino, argomento di tanta anche quello di straniera dominazione. Non assurdità, pretesto di tante oppressioni; i re sapremo noi dunque far nulla di meglio con per grazia di Dio furono quasi sempre re per un Re italiano che ripetere ciò che fecero Goti, disgrazia del popolo. (Risa e applausi) Non lo Ostrogoti, Visigoti, Franchi e Longobardi? dimentichiamo. No, o signori, noi non saremo continuatori né Ma se consiglio volentieri il silenzio sopra di barbare memorie, né di feudali tradizioni. la divina Provvidenza, che senza di noi regola Il nostro Regno avrà questo di nuovo, il mondo, tanto più volentieri domando che che si stenderà non già sopra una parziale nel dar base al Regno italiano si debba a un aggregazione di provincie, ma abbraccierà tempo fondare il diritto costituente il Regno tutto il suolo d’Italia dal Monviso all’Etna, stesso, dichiarando che il Re d’Italia e il Regno dall’Alpi all’Adriatico; il nostro Re avrà questo italiano derivano dalla sovranità nazionale. di grande, che, invece di emanare dalla forza, Quale legittimità in fatti più gloriosa, sarà l’espressione del diritto che emana dalla più nobile, più grande di quella che deriva sovranità nazionale. (Bene! Bravo!). dalla volontà del popolo? Forse quella Proponevasi nel Senato del Regno della conquista? Ma essa non è altro che la un’aggiunta alla legge ministeriale; si voleva consacrazione della forza, troppo spesso che si dicesse: «Vittorio Emanuele II per brutale e scellerata. Forse la legittimità della

35 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia nascita? Ma essa non è che l’idolatria del le ravviso egualmente gravi, egualmente caso, la più cieca e la più stupida divinità rispettabili; quindi avrò l’onore di che esista sopra la terra. Forse la legittimità sottomettervi una proposta, a nome anche che deriva dai trattati? Ma, allorché i potenti della parte politica di questa Camera, a cui si raccolgono in assemblea per regolare il appartengo, che, a parer mio, concilierà i destino delle nazioni, mi corre troppo spesso diritti ed i desiderii di tutti . alla mente il congresso dei lupi per regolare il Ma, non disconoscendo l’importanza di destino degli agnelli; e quale destino! Quello queste questioni, e disapprovando anche il di essere munti, poi tosati, poi divorati. modo con cui venne proposta questa legge, il (Viva ilarità). chiaro relatore della Commissione vorrebbe A questo punto si affaccia una seconda persuaderci a temporeggiare, esortandoci questione, che è naturale conseguenza ad aver fede nelle promesse ministeriali e della prima; essa potrebbe a primo aspetto negli ordini del giorno presentati nel Senato sembrare questione di parole; ma, considerata del Regno; anzi soggiunge avere il conte Di maturatamente, si vedrà che è quistione di Cavour solennemente promesso che senza principio. ulteriori indugi presenterebbe una legge per la La Dinastia Sabauda, per molte virtù intestazione degli atti pubblici, in cui a tutte acclamata, rifulse principalmente come queste cose si avrebbe opportuno riguardo. dinastia conquistatrice. Signori, per quanto io voglia aver fede nelle L’Italia esalta il Re galantuomo, non il re promesse dei ministri, non posso pienamente conquistatore; quindi Vittorio Emanuele, acquietarmi. Le concessioni di testimoniali, colla denominazione di secondo, parrebbe gli ordini del giorno che vengono da quella rappresentare una domestica tradizione di parte (Indica il banco dei ministri), i deputati che conquista, non il principio del voto nazionale. già seggono da dodici anni in questa Camera A questa considerazione altre si oppongono sanno quanto valgono (Ilarità); un atto di non minor peso . importante che voi potete far oggi, credetemi, Vittorio Emanuele chiamavasi già Vittorio signori deputati, non aspettate a farlo domani . Emanuele II quando, dall’alto del suo soglio, (A sinistra: Bene!). consolava i dolori dell’Italia e stendeva la regal Del resto, quand’anche fossi ben certo che destra per difenderla; era Vittorio Emanauele la parola venisse mantenuta, ogni dilazione mi II che correva a Palestro e sgominava le parrebbe perniciosa. austriache falangi; era Vittorio Emanuele II Non con leggi subalterne, non con che scagliavasi cinque volte all’assalto a San secondari provvedimenti devesi fondare il Martino, e decideva le sorti di una battaglia diritto politico della monarchia; ciò non che consacravano la vittoria della libertà sarebbe né dignitoso, né grave; la doppia italiana. (Applausi). E come potrebbe ora sovranità del re e del popolo vuol essere spogliarsi di un nome così glorioso? fondata con un solo atto, con un solo voto, Queste due considerazioni, o signori, io con una sola promulgazione. (Bene! a sinistra).

36 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

Ora è tempo che io ponga sotto gli occhi Nei tempi della comune sventura la Polonia vostri la proposta che venne formulata da chiamavasi sorella dell’Italia. Oh! Voglia Iddio questa parte della Camera che mi diede che questa antica compagna nell’infortunio ci l’onorato incarico di presentarvela. sia presto compagna nella prosperità. (Bene! Nel dettare questo articolo di legge Bravo!). ponemmo mente a tre cose: Io diceva da principio che giammai il sole A conciliare nel nome del Re i suoi riguardi d’Italia si circondava di più fulgido raggio; di famiglia coi diritti della nazione; eppure, o signori, un altro più fausto giorno A stabilire in chiare note la legittimità della ci è ancora serbato: quello in cui potremo monarchia procedente dalla sovranità del stringere la destra in questo recinto ai deputati popolo; di Roma e di Venezia. Deh! Non sia lontano A togliere l’iniziativa al Ministero per quel giorno! Abbiasi il novello Re da noi restituirla al Parlamento. raccomandata l’antica regina dell’Adria che, Queste tre condizioni ci parvero portava vittoriosa la bandiera dell’italica compendiate nell’articolo seguente: libertà sopra tutti i mari; e mi sia conceduto, «Vittorio Emanuele II è proclamato dal terminando, di rivolgere a questo glorioso popolo italiano, per sé e i suoi successori, Monarca le parole che a Cola di Rienzo primo Re d’Italia». (Sensazioni diverse). mandava Francesco Petrarca: Accettate, o signori deputati, accettate questa proposta che onora il Re ed il popolo, ….. Roma ogni ora che reca forza e gloria e potenza alla corona Con gli occhi di dolor bagnati e molli dal seno della nazione forte, libera e potente. Ti chier mercé da tutti sette i colli. Io confido che vorrete accettarla; tuttavia ho incarico di dichiararvi che, in qualunque (Applausi prolungati dalla Camera e dalle evento, noi siamo disposti a deporre un voto gallerie) favorevole nell’urna, perché, ove si tratta della costituzione dell’Italia, tutti gli Italiani Pepoli G. Domanderei la parola per una debbono essere concordi! (Applausi). mozione d’ordine, in nome della Commissione. Mentre proclamiamo il Regno della libera Italia, svegliansi altri oppressi popoli omai Presidente. Ha facoltà di parlare. stanchi delle mal portate catene. Noi udiamo con gioia le trepidazioni Pepoli G. Ho chiesto la parola non per dell’Ungheria, i palpiti della Grecia, le combattere gli argomenti svolti dall’onorevole ansietà della Moldavia e della Valachia, e ci preopinante, ma per insistere vivamente in nome gode l’animo principalmente mirando l’eroica della Commissione sull’opportunità di votare Polonia correre di nuovo alle armi, e chiamare questa legge, quasi direi per acclamazione. Dio e gli uomini in testimonio della giusta sua Se negli uffizi si manifestarono opinioni causa. differenti sulla forma, nella sostanza

37 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia fummo tutti d’accordo. Quindi parve alla dei popoli, dal libero voto dei Parlamenti. Commissione unanime che le modificazioni (Applausi). potessero essere svolte e dibattute allorquando sarebbe presentata al Parlamento la legge Ranieri. Chiedo di parlare per una per l’intestazione degli atti del Governo. mozione d’ordine. L’opportunità politica di votare questa legge prontamente mi pare ora evidente. Presidente. Sarà breve? Essa esprime un sentimento intimo della coscienza, essa risponde al desiderio delle Ranieri. Brevissimo. provincie di cui noi qui siamo rappresentanti, ed al desiderio affannoso di quelle che Presidente. Ha facoltà di parlare. aspettano che con questa legge affermiamo il diritto che il nuovo Regno ha sovr’esse. Ranieri. Dalla lettura della relazione della Se fosse rimasta in alcuni dubbiezza, le nostra esimia Commissione si deduce essere parole che ieri suonarono, che oggi forse stata mente della maggioranza degli uffizi e di suoneranno nel corpo legislativo francese, ci essa medesima Commissione: 1° che il diritto fanno un dovere d’inviare a quegli oratori, di Vittorio Emanuele II al Regno d’Italia viene che negarono la nostra concordia, pronta e dal potere costituente della nazione e dei vari solenne risposta. (Bravo! Bene!). plebisciti; 2° che la formula della legge che Combattendo la politica del magnanimo oggi votiamo non corrisponde all’essenza vera nostro alleato, negando la simpatia che la della monarchia rinnovellata dal suffragio Francia prova per la nostra causa, essi osano universale; 3° che immediatamente sarà parlare all’Italia di confederazione, osano presentata la legge sulla intestazione degli contestare il senno civile e la concordia che atti, la quale corrisponderà a quella essenza, ha presieduto al nostro rinnovamento, osano e sarà il compimento della legge presente; negare quell’affezione che ci lega con nodi 4° che tutte le questioni correlative alla indissolubili al nostro Re ed alla sua gloriosa medesima sono, per dichiarazione espressa dinastia. (Vivi segni di approvazione). del Ministero, riservate alla discussione di Signori, a che dunque più indugiare? La quella legge di compimento; 5° che questo legge che ci si propone corona nella persona giorno è un’oasi nel deserto della storia, del Re l’intera nazione, essa apre una nuova una poesia di essa storia, una dimenticanza era per la patria, apre un nuovo diritto del passato, un sottrarsi alle preoccupazioni pubblico europeo, lacera i trattati del 1815, dell’avvenire; 6° che la legge che ora votiamo inizia una serie di avvenimenti che mostrano altro non è che un grido di entusiasmo che di voler cangiare l’antica Europa, l’Europa del dice: Io sono l’Italia. diritto divino organizzata dal dispotismo in Poste le cose così, io sento sciolta la Vienna, colla nuova Europa, l’Europa delle mia coscienza da tutti i legami che la nazionalità, organizzata dal libero suffragio costringevano, e voto la legge per entusiasmo.

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Mandoi-Albanese. Chiedo di parlare per nuova legge. motivare il mio voto. Potrei opporgli la questione pregiudiziale, perocché non è lecito ad un deputato Presidente. Scusi, se le concedo di d’improvvisare una proposta di legge; può parlare finirà per interrompersi l’ordine della bensì proporre un emendamento, anche discussione. (Ai voti!). amplissimo, sopra un disegno di legge, Converrebbe che qualche Deputato ma non può negare il diritto della Corona proponesse che si voti senz’altro: se non si fa all’iniziativa parlamentare. Laonde, se la questa proposta, io debbo concedere la parola Camera sancisse questo principio, farebbe agli oratori inscritti. atto molto pericoloso. La Camera ha stabilito col suo regolamento le norme, giusta le quali Sanguinetti. Io propongo che si voti la i deputati debbono esercitare la propria chiusura della discussione. iniziativa, e fra queste norme vi è quella che la proposta debba essere presentata prima agli Di Cavour C., Presidente del Consiglio. uffizi, che la lettura ne venga autorizzata dalla Chiederei di dire alcune parole appunto Camera, e che quindi la proposta venga in sull’ordine della discussione (Vivi segni di pubblica seduta discussa. attenzione), augurandomi che queste Ciò stante, io non posso riconoscere osservazioni possano avere tanta efficacia all’onorevole deputato Brofferio la facoltà di da indurre l’onorevole oratore che esordì in respingere un progetto di legge e di proporne questa discussione a rimandare ad occasione un nuovo. Se egli vuole esercitare il diritto di più opportuna l’esame degli argomenti che ci emendamento, lo può con grande larghezza; svolse con tanta eloquenza. non sarà mai il Ministero che cercherà di Non entrerò nella questione di merito restringerlo in angusti limiti; ma io ritengo sollevata dall’onorevole deputato Brofferio, che la Camera non si associerà alle censure non esaminerò se la formola da lui proposta che l’onorevole Brofferio faceva al Ministero, in sostituzione di quella ch’è sottoposta alla per aver preso l’iniziativa in questa solenne vostra approvazione sia migliore, se esprima circostanza. più ampiamente il sentimento della nazione in Signori, io mi unisco pienamente alle questa circostanza. Mi limiterò a rispondere eloquenti parole del relatore della Commissione, a ciò che nel suo discorso può considerarsi quando egli proclama la parte che tutti gli come questione estranea al merito della legge, Italiani hanno avuto nel gran dramma del e che in nulla pregiudica le deliberazioni della nostro risorgimento; ma mi sia pur lecito il Camera sopra la questione da lui sollevata. dirlo, e proclamarlo con profonda convinzione: L’onorevole deputato Brofferio avrebbe negli ultimi avvenimenti l’iniziativa fu presa dal desiderato che questa legge fosse sorta Governo del Re. (Segni generali di approvazione). dall’iniziativa parlamentare, e, per tradurre in Io risponderò all’onorevole Brofferio che fu il atto questo desiderio, egli fa la proposta di una Governo che prese l’iniziativa della campagna

39 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia di Crimea; fu il Governo del Re che prese ricordi la storia di tutti i tempi? Credete voi l’iniziativa di proclamare il diritto d’Italia che un popolo, che un gran popolo che sorge nel Congresso di Parigi (Bene! Applausi); fu quasi istantaneo, che sorge quando pochi anni il Governo del Re che prese l’iniziativa dei prima si metteva in dubbio la sua esistenza; grandi atti del 1859, in virtù dei quali l’Italia si ma che dico in dubbio? quando la si negava è costituita (Applausi prolungati). recisamente dai veterani della diplomazia Il Governo crede che nelle attuali europea, credete voi che sia un fatto che tutto circostanze sia suo dovere di prendere il mondo accolga con favore ed applausi? Se l’iniziativa delle grandi imprese, di informarsi aveste dubbio, o signori, sulle mie osservazioni, al sentimento della nazione, di penetrarsi de’ le discussioni che hanno avuto luogo nelle suoi desiderii, de’ suoi voti, de’ suoi diritti, assemblee più illustri di Europa dovrebbero ed essere il primo a proclamarli al cospetto toglierlo. Laonde, o signori, importa assai che dell’Italia, al cospetto dell’Europa. (Applausi). questo voto si compia con tutta la solennità, Questa è la politica che noi crediamo con tutta la maturità possibile. convenire all’Italia: noi riteniamo che a questa E per raggiungere questo scopo io ritengo politica è in gran parte dovuto quanto si è che non era inopportuno che la iniziativa già compiuto, e che a questa politica si dovrà ne fosse presa dal potere, che questo quanto rimane a compiersi. (Bene!) Penso voto non potesse dirsi essere il prodotto quindi, o signori, che il Governo ha fatto di un entusiasmo momentaneo, essere in atto altamente savio e opportuno assumendo certo modo il risultato di uno sfogo delle l’iniziativa in questa circostanza. passioni popolari; ma essere bensì un atto Ma vi ha di più. Vi era una considerazione maturo, proposto da chi è in certo modo speciale che induceva il Governo a prendere il custode dei grandi principii governativi, l’iniziativa: la proclamazione del regno d’Italia emanato ed applaudito in prima da quel sarà accolta in tutta la penisola con grida di Corpo che rappresenta più specialmente i gioia e d’entusiasmo, e non troverà che pochi principii conservatori; e poscia proclamato oppositori; giacché io ho abbastanza fede e consacrato definitivamente dall’Assemblea nella nobiltà del cuore umano per ritenere che popolare che rappresenta fedelmente il anche fra coloro che appartengono a quella concetto dell’entusiasmo popolare, dello minoranza che in Italia professa pensieri slancio patriottico. Quindi, ripeto, io sono contrarii ve ne ha molti nel di cui cuore le fermamente convinto essere stata cosa utile fibre italiane risuoneranno involontariamente ed opportuna che l’iniziativa di questa legge quando sarà fatta questa proclamazione! venisse da chi ha l’onore di rappresentare la (Bravo! Bravo!). Corona davanti a voi. Ma, o signori, credete voi che questo Nessuno tra Voi, o signori, potrà credere grand’atto sarà accolto con tanto favore da tutto che la Corona od il Governo fossero spinti da il resto dell’Europa? Non sapete voi che il fatto puerile vanità a prendere questa iniziativa. La che state per compiere è uno dei più grandi che condotta tenuta dalla Corona e dal Governo

40 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia in tutti gli ultimi avvenimenti, li pongono, ne Io quindi mi rivolgo con fiducia son certo, al riparo da questa imputazione. all’onorevole oratore, e non solo in nome Io quindi, o signori, non dubito di della concordia universale, non solo per le affermare che, sia rispetto alla considerazione considerazioni poste innanzi dall’onorevole della politica interna, sia rispetto alla membro della Commissione, che parlava considerazione della politica estera, fu savio testè, ma nell’interesse stesso della discussione consiglio il prendere poi l’iniziativa in questo gravissima da lui sollevata lo prego di voto, e che la Camera fuor di ragione ne volerla rimandare al giorno in cui la legge farebbe rimprovero al Governo. sull’intestazione degli atti venga presentata al Dimostrata l’inopportunità di modificare Parlamento. la forma della legge, a motivo dell’iniziativa E non tema che questo si protragga a assunta dal potere esecutivo, io non esaminerò tempo indefinito e lontano, giacché a nome la nuova formola proposta dall’onorevole del mio onorevole collega guardasigilli posso Brofferio. Io ripeto alla Camera quanto ebbi assicurare la Camera che nei primi giorni l’onore di esporre alla Commissione, cioè che della ventura settimana questa legge le sarà le quistioni da lui sollevate sono tutte riservate; sottoposta . che fra pochi giorni voi avrete l’opportunità Io quindi mi associo alla proposta, o, dirò di discuterle in tutta la loro pienezza e, dirò meglio, alla preghiera che il signor marchese di più, avrete l’opportunità di discuterle con Pepoli rivolse al signor Brofferio perché maggiore libertà; e con ciò io credo fare la acconsenta che un voto di entusiasmo chiuda parte agevole al signor Brofferio, giacché egli questa discussione, che sia la più eloquente avrà il campo più libero, più sciolto, poiché delle risposte alle accuse ed alle insidie dei potrà sostenere la sua proposta, senzaché, nostri nemici al di là dall’Alpi. (Applausi la sua accettazione venga combattuta da generali). coloro che sarebbero disposti a sacrificare una redazione da loro riputata migliore al Brofferio . Signori, sono avvezzo da antico pericolo di non riunire l’unanimità in questa a replicare alle faconde orazioni del signor circostanza. E stimo con ciò di far prova di Di Cavour, né mi sarebbe difficile anche essere avversario leale, per non dir generoso. quest’oggi di ribattere una parte delle cose Egli è evidente che, se ora il Ministero si da lui dette sulle iniziative del Governo. Ma opponesse recisamente a tutte le proposte una ardente lotta in questo giorno potrebbe dell’onorevole Brofferio, forse sull’animo di giudicarsi inopportuna ed improvvida (Bravo! molti deputati potrebbe assai il pericolo Bene!); quindi in omaggio alla patria concordia di dividere le opinioni, quindi la Camera mi interdico spontaneamente qualunque non sarebbe così pienamente libera, come risposta. (Vivi applausi). Dichiaro inoltre che lo diverrà quando la grave quistione della per assentimento della maggioranza di questa promulgazione del Regno d’Italia sarà sciolta parte della Camera io ritiro la mia proposta, definitivamente. con riserva di sostenere il principio della

41 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia sovranità nazionale quando il signor ministro gli avrei dato la parola per esprimersi in quel ci porterà la legge da lui promessa. (Nuovi senso. Così dal punto che il deputato Bixio applausi). chiede di opporsi alla chiusura, gli do facoltà di parlare . Molte voci. Ai voti! ai voti! Varie voci. La chiusura! la chiusura! Presidente. Darò lettura dell’articolo unico del progetto di legge. Di Cavour, Presidente del Consiglio . Io prego la Camera di non insistere sulla chiusura. La Bixio . Domando la parola . concordia non deve essere apparente, deve Molte voci. Ai voti! ai voti! essere nei cuori. (Bravo! Bravo!) Se non vi fosse, sarebbe indegno del primo Parlamento Ranieri . Proporrei che si votasse per italiano di volerlo fingere. Io chieggo quindi acclamazione. (Con forza) che sia fatta facoltà agli oratori di manifestare le loro opinioni. Vo c i . Ai voti! ai voti! (Bravo! Bene!). Giudicherà poi l’Italia dell’opportunità dei Presidente. Non si può votare per discorsi che si saranno pronunciati. (Applausi). acclamazione. Metto ai voti l’articolo unico della legge: Presidente. Dappoiché non s’insiste sulla chiusura, do la parola al deputato D’Ondes- « Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé Reggio . e suoi successori il titolo di Re d’Italia. » D’Ondes-Reggio. Dopo le dichiarazioni (I deputati si alzano per votare). state fatte dall’onorevole Presidente del Consiglio, dovendo ritenere come certo che Bixio. Io protesto che darò le mie tosto si presenterà la legge dell’intitolazione demissioni se non mi si lascia libera la parola; degli atti, ed affinché non si possa mai tutti hanno diritto di manifestare la loro sospettare dagli stranieri che noi nei grandi opinione . destini della nazione non siamo concordi, mentre che veramente concordi siamo, io Miceli e Ricciardi. Anch’io protesto ! rinunzio alla parola, e chieggo che si passi alla votazione. (Bravo! Benissimo! Applausi). Presidente. Osservo all’onorevole deputato Bixio che io ho messo ai voti la Presidente . Il deputato Bon-Compagni ha legge, perché parve che la Camera unanime facoltà di parlare. volesse passare alla votazione; se vi fosse stato qualcuno che si fosse opposto alla chiusura, Bon-Compagni. Vi rinunzio.

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Presidente. Allora do facoltà di parlare al differito al gran giorno in cui la gloriosa deputato Ricciardi. (Rumori). bandiera dei tre colori si vedrà sventolare sulle sacre mura di Roma rigenerata, sulla Ricciardi. Io prego i miei colleghi a ardente Venezia, ma specialmente sulle torri volermi udire attentamente e con indulgenza. del quadrilatero. In quel giorno felice poi, Dopo le eloquenti parole dell’onorevole memore del plebiscito del 21 ottobre dell’anno Brofferio, difficile sarebbe il far pompa di scorso, al quale partecipai, acclamerei facondia, ned io, uomo d’azione anziché da Vittorio Emanuele primo Re d’Italia, una sermone, sorgo a far lungo discorso, sibbene ed indivisibile; Vittorio Emanuele, capo di una breve dichiarazione, la quale, per altro, una dinastia ricreata, per così dire, da noi, aggirandosi sopra argomento di somma costituita per libera dedizione di popoli, e importanza, ho creduto doverla porre in però fondata sul gran principio della sovranità iscritto, a meglio pesarne ogni più lieve parola. nazionale, e non già Vittorio Emanuele Non temerò confessarlo; la questione, II, capo di una dinastia fondata sul diritto intorno alla quale siamo chiamati a deliberare, divino. Né a questa al certo, ma a quella da mi pare prematura, il regno, di cui vuolsi noi acclamata solennemente dal Po all’estrema acclamare il capo supremo, non essendo Sicilia, io venni qui a giurar fede, e la fede peranco interamente costituito, e l’Italia sarò per serbare inviolata fintantoché il patto rassomigliando ad un corpo cui manchino il bilaterale segnato fra popolo e monarchia capo ed il braccio destro. (Mormorio). Il perché veggasi inviolato. avrei preferito che il Ministero avesse presentato Questa dichiarazione io doveva a me stesso; uno schema di legge inteso ad accrescere questa dichiarazione a voi tutti, onorandi l’esercito e a procacciare danari, che sono i colleghi; questa dichiarazione ai ministri del due soli argomenti efficaci ed indispensabili Re; non tenendo io il giuramento qual vana a fare davvero l’Italia; che anzi, senza l’aiuto formalità, ma avendolo almen tanto sacro del primo, il Regno d’Italia correrebbe gran quanto una parola d’onore. E, legato dal mio rischio d’essere disfatto pur prima che fosse giuramento, ed insieme dal memorabile voto per venir proclamato. (Mormorio). del ventunesimo giorno d’ottobre 1860, io Se vogliono che il mio voto sia favorevole spenderò con voi tutte le forze dell’esser mio e sinceramente favorevole, mi devono lasciar a far sì che il Regno d’Italia esista non solo in parlare . potenza, ma in atto. Se non che, vel ripeto, vinte le estreme battaglie nel Veneto, in Roma, Presidente. Nessuno l’interrompe. sul Campidoglio io bramerei che proclamato Prosegua. venisse il Regno d’Italia; quivi solo in vero Vittorio Emanuele ricever potrebbe con vera Ricciardi. D’armi adunque e di danaro io esultanza il guiderdone giustissimo di quanto vorrei che si parlasse per ora unicamente, ed ha operato finora, o per operare sarà a pro il voto solenne onde siamo richiesti bramerei della causa italiana.

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Questa è la mia franca opinione, o signori, l’obbligo di dire la verità; ed è mio debito di sullo schema di legge che ne si presenta. dirla . Pure, a non guastare la bella concordia che Le parole mie non devono essere prese per debbe regnare fra noi per un capo di tanta opposizione sistematica. mole, quale si è quello dell’unificazione Io non sono venuto qui per fare opposizione d’Italia, io son pronto ad acclamare fin da al Ministero, e non ho certamente la questo momento il Regno d’Italia, ove salvo pretensione di fare di me un possibile ministro. rimanga il sacro principio della sovranità Io non sono né diplomatico, né uomo di Stato. nazionale, sola base logica e giusta del nuovo Dico la verità, come la sento, e dichiaro con la regno, il quale altrimenti qualificarsi potrebbe stessa franchezza che, se havvi qualche cosa d’usurpazione su casa Borbone, su casa in me che mi guida, è piuttosto l’intenzione di Lorena e sul papa: al qual uopo io richiedo la appoggiare francamente il Ministero. Camera sia per adottare l’emendamento del Ma precisamente per questo, tutte le volte mio onorevole amico Brofferio. che il Ministero presenterà una legge in cui non vedrò il concetto mio, io la combatterò Vo c i . L’ha ritirato! (Si ride). francamente, per avere il diritto di appoggiarlo quando io il creda. (Movimenti diversi). Ricciardi. Ebbene, sia. Io propongo Bisogna assolutamente che gli uomini, l’ordine del giorno qui appresso: qualunque sia il passato loro, siano creduti «La Camera invita il Ministero a presentare sopra parola, e non si faccia un processo alle al più presto la legge per la intestazione degli intenzioni. atti pubblici, nella quale sia data a Vittorio Io non rifiuto niente del mio passato. (Mi Emanuele la designazione di primo Re d’Italia rincresce che in un momento così solenne per la volontà nazionale, e passa all’ordine del debba parlare di me, ma bisogna intenderci giorno.» (Segni di impazienza). bene.) Certamente io ho appartenuto al partito Presidente. La parola è al deputato Bixio. rivoluzionario, e, all’infuori della forma (Segni di attenzione). politica, io appartengo ancora al partito della nazionalità. Bixio. Non mi faccio a muovere appunto Si è per questo che sono qui alla sinistra. al Ministero sul merito della legge; ma per Se il Ministero viene a dirmi, per esempio: l’iniziativa nel presentarla. facciamo la guerra oggi; io dico: facciamola E, prima di tutto, domando il permesso adesso. (Si ride). Io mi oppongo al fermarsi. alla Camera di chiarire le mie intenzioni. Questa è l’opposizione che faccio. Io non conosco partiti nella Camera. Qui Milioni quanti volete, soldati quanti potete; non ci sono che deputati della nazione. ecco la mia opinione. Al disopra di tutte le considerazioni Detto questo, per chiarire precisamente personali, di tutte le questioni di partito, c’è e definire, e, posso dire, circuire gli attacchi

44 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia che intendo fare al Ministero, io entro ad altri riconoscenti, domandiamo pure nell’argomento. riconoscenza per noi. Secondo me il Ministero ha commesso un L’Italia ha versato molto maggior sangue errore; mi permetta di dirglielo. per gli altri di quello che gli altri non ne Comprendo che la Camera ha diritto di dar abbiano versato per noi (Bravo!); e dal lato molto più ascolto alle parole del presidente scientifico, come dal lato militare, la Francia del Consiglio, che non alle mie; ma io dico in particolare ci deve qualche cosa; ed essa la mia opinione; la Camera giudicherà, ed io dovrebbe anche ricordarsi che certi uomini, m’inchinerò. (Si ride). i quali parlano contro la nostra esistenza Secondo me, dico, il Ministero ha nei corpi politici francesi, forse al momento commesso un errore nel togliere all’iniziativa della loro prima rivoluzione avevano i loro parlamentare (non so se parlo da avvocato, ma padri al di là del Reno. Ho letto, oggi stesso, dico quel che sento) questo fatto che, secondo in un discorso pronunziato nell’Assemblea me, nella storia presente ed avvenire del paese legislativa francese, tornata del 12, chiamare il è il capitale di tutti. Non è la questione del Re. Regno d’Italia l’avanguardia della coalizione. Il Re l’ha nominato il paese, lo sappiamo tutti. Noi la coalizione! Ma, in nome di Dio, Ma bisognava però che qualcheduno lo dicesse, chi sono quelli che entrarono in Parigi e, secondo me, il Parlamento, dicendolo alla testa della coalizione? Non siamo noi prima, acquistava in Italia quell’influenza che certamente che abbiamo tradito la Francia; non sarà così completa per questa mancanza. anzi, quando tutti tradivano, e sul terreno (Oh! Oh! Mormorio). stesso del combattimento tradivano, noi soli Io spiego le mie ragioni, né bisogna far oh! siamo rimasti al nostro posto . Del resto la Oh! (Si ride). maggioranza della nazione francese è con noi, Io sono qui a dire la verità; chi non n’è né il grido di disperazione di pochi legittimisti persuaso, voti contro me, ma non faccia oh! ha importanza seria sul Governo di Francia. Dunque l’Italia è finita per me come per (Vivi applausi). tutti questi signori che qui sono. Che se a Ora l’Italia è fatta, e la rivoluzione è finita. taluno d’oltre Alpe ciò non piace, se la prenda Ed io, che ho visitate le parti più estreme della come vuole: noi siamo giudici delle cose nostre: nazione, dove il sistema di quarantena teneva accettiamo i consigli dell’amicizia, non altri. tutti chiusi in casa, io posso attestare che colà L’Italia è finita. Quello che rimane a farsi si la rivoluzione è completamente finita. farà colle armi. Ma io, che sono stato parte (parte Non è che questione di forza. Non ci menomissima) della spedizione di Garibaldi, fermeremo più; tutto quello ch’è nostro ce lo io ho la convinzione profonda che una gran debbono dare; e non v’ha rimedio. (Ilarità). parte della riuscita delle operazioni militari Quelli che parlano contro l’Italia, del generale è dovuta al trionfo completo della dovrebbero ricordarsi di una cosa che spesso rivoluzione. (Segni di assenso). pare dimentichino; cioè che, se noi siamo Questa è una verità che bisogna proclamare.

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Io non accuso le intenzioni, né la buona fare ufficio di conciliazione. Ripeto, è infusa, volontà del Presidente del Consiglio; ma e lo sarà ancora per molto tempo, nella nostra l’aver presentato questo disegno di legge per mente, nel sangue nostro, la persuasione che iniziativa del Governo, invece di aspettare il Governo è un nemico. Sapete quello che l’iniziativa parlamentare, fu un errore; perché, ne segue. Si cospira, si va in istrada colle se l’Italia è fatta, vi saranno ancora molte armi, si fanno delle pazzie. Questa è una difficoltà, che il Parlamento, avendo una grande disgrazia; e, per ovviarvi, il Governo grande influenza, potrebbe diminuire. dovrebbe accrescere, se è possibile, l’influenza Il Presidente del Consiglio ed il Ministero in del Parlamento. L’Inghilterra ci porge a tal massa sanno meglio di me che gli Italiani, meno riguardo un maraviglioso esempio. le antiche provincie, hanno ereditato colla vita Quando il popolo inglese è agitato da l’istinto di lottare contro i Governi che la forza inquietudini, quando un qualche bisogno ci aveva imposto. (Bene! È vero!). Questa è una affatica le menti, il popolo inglese si rivolge cosa che non si può mettere in dubbio da con confidenza al Parlamento, e non occorre nessuno (Ilarità), perché, laddiomercè, questo che il Governo faccia occupare le vie dai faceva il pregio del carattere italiano. cavalli e dai cannoni. In Inghilterra si governa Ma non si potrebbe pretendere che questi senza soldati, come si farebbe tra noi per le tanti milioni che sono oggi entrati a far parte antiche provincie, ma come non si potrebbe del la famigl ia ital iana diment ich ino tutto ad un far subito per tutte le provincie nuovamente tratto il loro passato. Per questo ci vorrà molto unite . tempo ancora. Sono pienamente convinto Citerò un esempio. In Genova, città alla che nella Sicilia, come nel Napoletano, la quale appartengo, si dovea sempre tenere un rivoluzione è finita. Vi possono essere alcuni forte presidio . pochi che vogliono levarsi a rumore; ma si Ora vi dichiaro esser nella mia convinzione apre un manicomio e vi si cacciano dentro. più profonda, che, se domani l’esercito (Viva ilarità). Per queste disgraziate tradizioni dovesse andare, non dico oltre Alpi, ma a il Governo avrà ancora da lottare per qualche Pechino, Genova non muoverebbe un dito! tempo . perché il Governo come oggi è, è l’espressione Io che sono stato accusato d’aver fucilato della volontà di tutti quanti, e la più sentita, la non so quante centinaia d’uomini che non più profonda. (Bene! Bene!). ho mai veduti (Si ride), abborrirei dal Ma nelle altre province, malgrado le ricorrere a mezzi estremi; però chi tentasse intelligenze, non potete pretendere per ora le di rovesciare il Governo ci troverebbe sulla stesse condizioni. In fatti, coloro che furono porta a difenderlo. Ma, se vi fosse un mezzo tenuti tutta la loro vita in quarantena che d’influenza, si dovrebbe sempre adoperare cosa volete che sappiano? Ci vuol tempo e di preferenza. Questo mezzo d’influenza prudenza. potrebbe trovarsi nel Parlamento, il quale, Il Parlamento debbe esercitare la sua posto come è tra il Governo ed il popolo, può influenza sul paese; e il Governo, avendogli

46 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia tolto l’iniziativa in questa circostanza, ha in seno alla Commissione di discutere varie commesso un errore. Io credo che il Ministero importanti questioni (riservate pur anche dal attuale ha abbastanza forza nell’opinione signor relatore) quando presenterà il progetto pubblica, e, secondo me, anche un po’ troppo; di legge per la intestazione degli atti giudiziari, e sto per dire che, s’egli fosse matto, potrebbe pare che senz’altro si possa passare ai voti. menar il paese alla rovina. (Ilarità). Per quanto riguarda il merito della legge, Presidente . Il turno della parola io la combatterò, e mi riservo a farlo quando spetterebbe ai signori Bruno, Paternostro, La il Governo, a seconda delle dichiarazioni fatte Farina, Petruccelli. dal Presidente del Consiglio alla Commissione ed alla Camera, presenterà la legge per (Tutti questi deputati vi rinunciano l’intestazione degli atti pubblici. successivamente). Il deputato Brofferio, a nome anche de’ suoi amici politici, ha ritirato la sua proposta. Io Avendovi tutti rinunciato, non mi resta sono per la votazione della legge colle riserve che a mettere ai voti la proposta di legge. che ho fatte: la Camera spero mi perdonerà, Prima però, darò lettura del voto proposto dal se io le ho esternata la mia opinione contro deputato Ricciardi, e interrogherò il Ministero la chiusura in modo poco parlamentare. se intenda di accettarlo. (Vivissimi applausi). «La Camera invita il Ministero a presentare il più presto la legge per l’intestazione degli (Parecchi oratori prendono ad un tempo la parola). atti pubblici, nella quale sia data a Vittorio Emanuele la designazione di primo Re d’Italia Molte voci. Ai voti! Ai voti! (Movimento per la volontà nazionale, e passa all’ordine del generale d’impazienza). giorno .»

(Molti oratori rinunciano alla parola). Di Cavour, Presidente del Consiglio . Io non posso accettare questa proposta. Mi pare che, Plutino. Se rinunciano tutti alla parola, dopo le dichiarazioni fatte, dopo l’impegno io domando anche la chiusura; altrimenti preso di presentare nella settimana ventura domando fin d’ora la parola contro la chiusura. questa legge, questa proposta non abbia più ragione d’esistere. Petruccelli. Io aveva proposto un emendamento; ma, se la Camera vuol passare Ricciardi. Io acconsento che sia mod ificato. ai voti, vi rinuncio. Vo c i . Lo ritiri! Lo ritiri! Ruggiero. Io voleva invitare la Camera ad alcune considerazioni. Dappoiché l’onorevole Ricciardi. Io voglio che sieno riservate P r e s i d e n t e d e l C o n s i g l i o h a p r o m e s s o o r a l m e n t e tutte le questioni. (Sì! Sì!)

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Di Cavour, Presidente del Consiglio . Il se la Camera permette, darò lettura di un Ministero ha dichiarato che tutte le questioni dispaccio mandato dal Ministro della Guerra erano riservate; esso, onde evitare ora ogni durante la discussione. discussione, s’è astenuto dal far conoscere quali erano le sue opinioni, le quali però ha «Ricevo dal generale Cialdini il seguente manifestate nel seno della Commissione . dispaccio telegrafico: Il Ministero, avendo adunque fatto questa riserva, crede di avere, in certo modo, il «Messina, 13 marzo 1861. diritto di chiedere alla Camera che non voglia La cittadella si è resa a discrezione. Dopo accogliere un ordine del giorno che non aver sofferto durante quattro giorni il fuoco sarebbe una riserva, ma che potrebbe sancire del nemico, oggi a mezzogiorno ho aperto il proposizioni che forse il Ministero sarà fuoco dalle mie batterie, di cui due erano a costretto di combattere. 400 metri dalla piazza. - La nostra artiglieria Prego quindi la Camera di ritenere che fu ammirabile, il suo fuoco efficacissimo. - le dichiarazioni fatte dal Ministero, essendo Noi abbiamo fatto scoppiare varii depositi di consegnate nel processo verbale e nei granate cariche e prodotto un vasto incendio. - rendiconti ufficiali, costituiscono un impegno Alle ore 5 la cittadella inalberò bandiera certamente altrettanto grave, quanto possa bianca. Alle ore 6 rifiutai ogni capitolazione, esserlo un voto motivato. concedendo tre ore a riflettere. - Alle 9 di sera tutta la guarnigione si è resa a discrezione. - Ricciardi. Dietro gli unanimi conforti dei La flotta ha fatto due ore di fuoco. - Sono miei amici politici, e per non parere testardo nostri prigionieri cinque generali, 150 ufficiali, (Ilarità), io ritiro il mio ordine del giorno, solo da 4 a 5 mila uomini, e 300 cannoni; ciò facendo le mie proteste rispetto al principio approssimativamente. della sovranità nazionale per la prossima Firmato : generale Cialdini. » discussione. (Applausi generali e grida d’evviva fragorosi). Vo c i . Sì! Sì! Si procederà all’appello nominale. Presidente. Pongo ai voti l’articolo unico, Però, siccome molti dei signori deputati di cui do lettura: votano per la prima volta, credo necessario avvertire che la palla bianca deposta nell’urna «Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé bianca indica il voto favorevole, come la palla e suoi successori il titolo di Re d’Italia.» nera deposta nella stessa urna bianca indica il (La Camera approva all’unanimità. voto contrario; l’urna nera poi riceve la palla Prolungati applausi dai banchi dei deputati e dalle di cui il deputato non si è servito. gallerie, e grida di Viva il Re d’Italia!) (Segue l’appello nominale).

Prima di procedere allo scrutinio segreto, Prima di pubblicare il risultato della

48 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia votazione, debbo notare che due deputati Presenti e votanti 294 hanno dichiarato di essersi sbagliati nel Maggioranza 148 porre il voto nell’urna; uno ha messa la Voti favorevoli 292 palla nera nell’urna bianca e la palla bianca Deposti come ho indicato 2 nell’urna nera, mentre voleva votare in senso favorevole; l’altro ha deposta la palla nera La Camera quindi approva all’unanimità. nell’urna bianca e non ha più deposta la palla (Duplice salve di applausi, e grida di: Viva il Re nera nell’altra urna. d’Italia!) Fatte queste premesse, pubblico il risultato della votazione. (Profondo silenzio)

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Camera dei deputati, VIII legislatura del Regno (prima legislatura del Parlamento italiano), documenti del fascicolo del progetto di legge per cui “S. M. il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di Re d’Italia”. ASCD, Archivio della Camera Regia, Disegni e proposte di legge e incarti delle Commissioni (DPLIC), VIII legislatura, I sess., vol. 21, A.C. 2. (sino a p. 55)

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Il Ministero Cavour (1860 - 61) che decretò il Regno d’Italia con Roma Capitale. “L’Illustrazione Italiana”, fascicolo monografico dedicato ai festeggiamenti per il cinquantenario del Regno d’Italia, 2 aprile 1911.

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Testo della legge relativa al titolo di Re d’Italia assunto da Vittorio Emanuele II (n. 4671 della Raccolta degli Atti del Governo di Sua Maestà il Re di Sardegna, 1861).

Testo della legge istitutiva della nuova formula di intitolazione degli atti di Governo con cui si inaugura la nuova serie degli atti del Regno d’Italia (n. 1 della Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno ’d Italia, 1861).

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Il Re Vittorio Emanuele III legge il discorso in Campidoglio. “L’Illustrazione Italiana”, fascicolo monografico dedicato ai festeggiamenti per il cinquantenario del Regno d’Italia, 2 aprile 1911.

60 Discorso celebrativo dell’unificazione nazionale svolto in Campidoglio dal Re Vittorio Emanuele III 27 marzo 1911

Le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, che culminarono nel mese di giugno del 1911 con l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II a Roma, si aprirono il 27 marzo 1911 in Campidoglio, con il discorso pronunciato da Vittorio Emanuele III, cui seguirono gli indirizzi di risposta del Presidente del Senato e del Presidente della Camera dei deputati.

Sul Campidoglio, vaticinato dal sommo Poeta Con Roma capitale, l’Italia rappresenta la tran- latino, eterno come Roma, stanno oggi attorno quilla convivenza della Chiesa con lo Stato, che al Re i liberi rappresentanti del Parlamento e dei garantisce piena e feconda libertà alla religione Municipi, simbolo vivente dell’unità politica in- come alla scienza. dissolubile e delle franchigie locali. Io vi saluto, Quest’opera dei padri, dei redentori della evocando la memoria dei pensatori, degli eroi e Patria, non può apparire meno elevata delle due dei martiri, ai quali dobbiamo la Patria! In questo precedenti civiltà di Roma. convegno nazionale, irresistibile e fervido, esce Il Padre mio, di venerata memoria, in un di- dai nostri petti il giuramento di rendere l’Italia scorso solenne cosi diceva: «Fra i maestosi avanzi sempre più libera, più felice, più rispettata nel della grandezza antica, non ci sembri modesta mondo. Nelle legittime impazienze, aspiranti a la grandezza nuova. L’antica, per lo spirito del migliori fortune, giova riconoscere che non si ri- tempo, fu universale, la nuova è nazionale. Dalla parano, in breve tempo, gli effetti di lunghi secoli prima si ebbe un’Italia romana, si ha, dall’altra, vissuti nella divisione e nel servaggio. Per il nostro una Roma italiana . Quella fu espressione della Paese scorse un’età anche più miseranda di quella forza, questa è espressione del diritto, e come ogni dipinta dal Segretario fiorentino, quando, manca- diritto, Roma italiana è inviolabile». ta la concordia dei cuori e delle armi, la disciplina Devota all’indipendenza di ogni popolo, del carattere, l’obbedienza spontanea a quelle l’Italia saprà custodire la propria, che è retaggio leggi, che sono sostanza di vita e di salute, all’Ita- di tutta la sua storia antica e recente, e contribu- lia, vinta e doma, si tolse ogni virtù di pensiero, irà con l’opera della pace al progresso universale ogni potere militare e civile. E occorre figgere gli in una ascensione continua verso ideali sempre sguardi in quelle calamitose profondità a misurare più alti. di quale sforzo titanico fu capace l’anima della Ed è fatidico che di tanti imperatori sul Colle nazione per rivolgere le sorti di un volgo avvilito aperto ai fasti consolari e alle istituzioni romane, in quelle di un popolo libero e geloso dei suoi restò solo il simulacro di Marco Aurelio, salutante diritti. Nella nostra virile modestia non si dimen- il trionfo, illuminato dalla luce austera della virtù tichi l’ufficio che la storia ha assegnato all’Italia. stoica: immagine sacra e propiziatrice di quel cul- Essa esprime, col ricongiungersi di sparse genti to della legge morale e civile che la Patria nostra infelici, il diritto intangibile delle nazioni a vivere vuole osservare, fidente in un sicuro avvenire di indipendenti . prosperità e di gloria. 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

La seduta reale in Campidoglio . “L’Illustrazione Italiana”, fascicolo monografico dedicato ai festeggiamenti per il cinquantenario del Regno d’Italia, 2 aprile 1911.

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63 Indirizzo di risposta del Senato del Regno pronunciato dal Presidente del Senato, 27 marzo 1911

Sire, Ad un gran popolo non basta vivere e tanto in questo luogo, sacro alla storia del mondo, meno basta al popolo italiano, le cui tradizioni dove fu celebrato nel 1898 il cinquantenario eccitano e confortano i più alti propositi. Italia della proclamazione dello Statuto, patto di è e sarà tra le Nazioni, un elemento di ordine libertà e di fede tra il popolo italiano e e di pace, ma essa pur deve dell’opera propria la Dinastia dei suoi Re, si celebra oggi lasciare una traccia luminosa, visibile alle il cinquantenario dell’unità d’Italia e della età venture. Il genio e l’operosità nazionale acclamazione di Roma capitale, che fu animosa possono liberamente esplicarsi nel Paese, affermazione di diritto, precorritrice degli padrone di sé e dei propri destini e contribuire eventi. Pensiero e desiderio di spiriti magni efficacemente alla civiltà universale. per lunghi secoli, l’indipendenza e l’unità Delle secolari glorie di Vostra stirpe, d’Italia poterono finalmente nel secolo scorso o Sire, suprema è questa: l’opera data alla convertirsi in azione, che, colla perseveranza di redenzione d’Italia, di cui Casa Savoia è eroici tentativi, trionfò, e, come nei più tristi e presidio incrollabile. scuri tempi della nostra storia, il fatidico nome Voi, rappresentante augusto del diritto di Roma ebbe virtù di tenere vivo il nome e nazionale, siete il quarto dei Re, per virtù dei idealmente l’essere della nostra storia, della quali la Dinastia si è immedesimata col popolo nostra dispersa Nazione, così era termine fìsso italiano. La devozione ad essa fu un sentimento, che alla Nazione risorta fosse capo Roma e un principio; oggi è anche una tradizione. centro della sua unità. A Roma, che ci attendeva venimmo; dove, Sire! come in un giorno solenne disse il Vostro il Senato del Regno, compreso della glorioso Avo, tutto inspira a grandezza; a Roma grandezza dei fatti che oggi si commemorano, che nessuno oserà toccare, come, con forte traendone auspicio per l’avvenire della Patria, animo e con sicura visione, proclamava innanzi vi presenta i suoi omaggi al grido di Viva il Re! al mondo il generoso Padre Vostro. Indirizzo di risposta della Camera dei deputati pronunciato dal Presidente della Camera dei deputati, Giuseppe Marcora 27 marzo 1911

Sire, de’ più alti nella storia della civiltà universale: in compiono oggi cinquanta anni da che nel questa capitale, suo desiderio lungo ed inquieto, primo Parlamento del nuovo Regno la voce l’Italia giustificò le antiche aspirazioni sue, fu d’Italia si levò ad affermare un diritto, che secoli quale si promise alle genti, fattrice d’incivili- di sapienza, di prodezza, di sacrifizio avevano mento e di pace; e poté con senno pacato ideare fatto legge di storia. Gli avvenimenti affretta- ed effettuare un assetto, che per nove secoli, da rono: divenne pressante ciò che prima parve Crescenzio a Napoleone, aveva invano affatica- remotamente sperabile; e Roma, provata dal to le menti de’ politici e de’ pensatori. succedersi di sfortunate arditezze, di letizie re- presse, di sventure provvide, salutò finalmente Sire, nel Vostro Avo il Re liberatore. il poeta divino volle Roma «non preda né Nel celebrare oggi quel giorno, il più solenne mostro», francata cioè da ogni signoria forestie- nei nostri annali parlamentari su questo colle ra o teocratica e chiamò Beatrice ad annunziar- sacro, la maestà delle memorie onde siamo cir- le, in linguaggio d’oracolo, i segnati destini. condati, ci commuove, non ci sgomenta. Roma Il vaticinio dantesco si compié ed i fortunati immortale si ammanta di glorie diverse; se già occhi nostri videro la Roma de’ precursori so- tenne unita l’Italia per oltrepotenza d’imperio, gnata nelle solitarie angoscie de’ carceri, invoca- ora all’Italia unita per concordia di animi è ta fra le mestizia degli esilii vaganti, esser nostra segnacolo e guarentigia di libertà civile; l’apo- per sempre. Qui il Vostro grande Avo sciolse il stolo ligure che la resse, il grande capitano che suo giuramento, qui la Vostra Casa ebbe pre- la difese non temono il confronto dei Camilli e mio, degno della fede serbata al diritto popola- degli Scipioni; e la redenzione di un popolo non re; qui a Voi oggi parla la religione delle tombe, invidia la conquista di un mondo. qui a Voi dalle cune sorrisero domestici affetti. Come il ricordo di quella deliberazione, in Nella ricordanza d’un giorno fatidico, qui cui fu espressa or son cinquanta anni la volontà in questa Roma nostra, per sempre volga a Voi, nazionale, ci fa reverenti verso que’ nostri pre- leale custode de’ liberi istituti, consapevole delle decessori con tanta balda fermezza fidenti nelle necessità de’ novissimi tempi, l’omaggio de’ rap- sorti della patria, così ci fa paghi, in legittimo presentanti della Nazione: e qui, traendo dalle orgoglio, il pensiero di altri successi. In questa passate venture gli auspici, principe e popolo Roma, la cui conquista sarà nel giudizio degli insieme mandino alla patria operosi auguri di avvenire il maggiore evento dell’età moderna e prosperità e di grandezza.

1961 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

25 marzo 1961. Il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, durante lo svolgimento del suo discorso nell’Aula di Montecitorio. Alla sua destra, il Presidente del Senato della Repubblica, ; alla sua sinistra, il Presidente della Camera dei deputati, Giovanni Leone.

68 Discorso del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi 25 marzo 1961

Il centesimo anniversario dell’Unità fu celebrato, nell’Aula di Montecitorio, con una solenne cerimonia, il 25 marzo 1961. In quell’occasione il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, pronunciò un discorso commemorativo.

Onorevoli Deputati, Onorevoli Senatori, Mancavano Roma e le Venezie, ma occorreva dare senza ritardo forma giuridica e carattere quell’anno 1861 si presentava denso di internazionale al nuovo Stato perché fosse problemi e di preoccupazioni nell’Europa, riconosciuto e messo al sicuro da tentativi di che seguiva inquieta il fermento generoso restaurazioni. Così il Parlamento, che poteva di anime e di intelletti allargantesi ora definirsi nazionale, si riunì il 18 febbraio, irresistibilmente a moto di di e nel marzo proclamò il Regno d’Italia e nuove regioni; l’impresa garibaldina aveva Vittorio Emanuele, Re per grazia di Dio e suscitato ammirazione e sospetto; già l’anno volontà della Nazione. prima, malgrado la pace di Villafranca, la Voi avete desiderato, ed io con voi, Toscana, l’Emilia, le Legazioni avevano che la celebrazione centenaria dell’Unità costretto alla rinunzia i loro Sovrani, ed nazionale assumesse un carattere di solennità i Plebisciti le avevano unite al Piemonte. particolare. Ed io credo di interpretare Ora, un pugno di uomini, guidati da il vostro concorde pensiero, affermando Garibaldi, aveva con rapidità sbalorditiva che questo abbiamo desiderato perché conquistato e Napoli. Le truppe il fatto che oggi ricordiamo dinanzi alla regie, marciando attraverso le Marche e Nazione intera, non può esser considerato l’Umbria, si erano congiunte in Campania un episodio - sia pure grandioso - delle con esercito dei volontari. Altri passate vicende, così spesso tormentate Plebisciti avevano sanzionato la unione di e drammatiche, del nostro Paese, né può quelle regioni al Piemonte, che raggiungeva ripetere la sua importanza dall’aver chiuso così, con rapidità insperata, quella meta un periodo di asservimento ed insieme che a tanti cospiratori, martiri ed eroi, era di appassionato anelito alla libertà. Esso sembrata un sogno lontano. rivela il suo più ampio e pieno significato Le nuove elezioni si tennero il 27 gennaio soltanto se lo si valuta come l’inizio di un secondo la vecchia legge elettorale sarda: rinnovamento profondo negli spiriti e nelle 500.000 elettori rappresentavano quasi 23 istituzioni, destinato a condurre l’Italia milioni di cittadini di un’Italia unificata. verso le mete che la sua capacità di sacrificio, 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia la sua genialità creativa, la sua volontà di risultati ai fini degli interessi generali che lavoro le assegnano per Divina Provvidenza comandano di guardare al futuro, e di nel mondo . servirsi dell’osservazione del passato per Ma noi tutti ci dobbiamo guardare dal trarne insegnamento ed esperienza. corrompere, colla tentazione della retorica La conclusione d’insieme che mi sembra celebrativa, i lineamenti di quella tensione possa trarre chi si avvicina con spirito di coscienze e di intelletti che, fra acerbi obiettivo e con rispetto ammirato ai contrasti e nobilissime convergenze, portò maggiori artefici del Risorgimento, per al miracolo di trasformare in poco più di seguire gli atteggiamenti del loro pensiero, un decennio un piccolo Stato umiliato il carattere ed i moventi della loro azione, dalla sconfitta in un simbolo di libera nell’intrecciarsi delle reazioni a catena unità, dotato di una forza di attrazione suscitate dalla loro attività nell’interno inarrestabile, malgrado interne cautele ed ed all’estero, è che sarebbe assai difficile intrighi esteriori . affermare quale di essi avrebbe potuto In verità, la ricorrenza centenaria ha raggiungere lo scopo comune senza il destato un fervore critico di riesame concorso, discorde ma operante, degli altri. dei valori tradizionalmente identificati Si è tornati più insistentemente, per nella complessa vicenda del Risorgimento, esempio, a distinguere, per contrapporle, riesame che porterà indubbiamente un e non senza prova di fatti, la concezione e valido contributo all’interpretazione più l’azione di Cavour, e quella di Mazzini e di aderente alla intima realtà di quegli eventi. Garibaldi, individuando nel primo, come più Ma non si diminuisce il merito di alcuno determinanti, lo spirito di libertà individuale degli studiosi più recenti, se si osserva che ed insieme la propensione all’autorità forse non si è ancora stabilito, malgrado nell’esercizio del potere, e nei secondi la più ogni sforzo di buona fede, per la relativa chiara coscienza dell’individualità nazionale brevità del tempo intercorso, il distacco che ed il valore fecondo dell’iniziativa popolare. deve caratterizzare lo stato d’animo dello Altri contrastanti elementi di ispirazione si storico, pena il servire, più che alla retta sono rintracciati nel comune tentativo di interpretazione dei fatti del passato, agli comporre l’antico, che ancora vincolava per interessi ideologici e politici di oggi. la rete di idee e di interessi costituiti, col A noi spetta qui collocare la celebrazione, nuovo che premeva in tutta Europa, nel solco che oggi ci riunisce, nello ambito più scavato dal pensiero filosofico del Settecento proprio del nostro interesse politico, quale ed approfondito dalla Rivoluzione francese. rievocazione dell’inizio - come ho già Ed è certo che, dinanzi al fermentare detto - di una trasformazione profonda delle delle idee innovatrici, diverse ed avverse coscienze e degli istituti. Ogni celebrazione, furono le reazioni degli uomini che si infatti, che restasse limitata al puro interesse sentivano gravati, per altezza di coscienza o culturale, sarebbe scarsamente feconda di per dovere del proprio ufficio, della maggior

70 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia responsabilità, ma vorrei dire che nella e, malgrado le distanze derivanti da divisione anche contrapposta dei compiti, strutture economiche, sociali e politiche nella differenza spesso esasperata degli profondamente diverse, perché connaturate orientamenti e dei metodi di attuazione, ci alle condizioni di piccole comunità tenute in fu in fondo una compenetrazione (qualcuno vigile soggezione e, fino ad allora, in scarsi l’ha definita felicemente osmosi) di intenti e e non facili rapporti tra loro, identificano di azioni, che di fatto era un portato naturale i problemi nella loro essenza e tentano di del tendere tutti ad un fine comune. Così si prospettarne la soluzione. E tutti i problemi spiegano l’istintivo e saggio collocarsi, fra potevano dirsi aperti: da quelli della Garibaldi e Cavour, di Vittorio Emanuele II costituzione dello Stato all’assestamento di fronte alla leggendaria impresa dei Mille, dell’economia, dall’istruzione all’ordine e la leale adesione di Garibaldi repubblicano pubblico, dagli apprestamenti della difesa ad una unificazione della quale era simbolo militare all’organizzazione della vita e capo un Re, e si può rilevare che per amministrativa e civile e all’inserzione della questa via si giunse in effetti all’incontro nuova potenza nel concerto internazionale. tra la monarchia liberale e l’iniziativa Una grande parte di essi fu affrontata popolare: incontro che portò presto alla con coraggio e quasi sempre con larghezza affermazione di principio della sovranità di vedute (basti pensare alla modernissima nazionale, la quale ebbe evidente significato visione europea di Mazzini) tra contrasti di legittimazione delle origini del potere di opinioni spesso duri e drammatici; ed il regio . nuovo Stato prese forma gradualmente. Ma, detto questo, per non esimerci Ma il problema più grave, che soggiaceva da un giudizio, sia pure sommario, sulla a termini di tempo imperativi nei generosi e controversa interpretazione di uno dei dati talvolta lungimiranti tentativi di soluzione, più interessanti di quella fase decisiva del era quello della organizzazione e messa Risorgimento, importa riconoscere che, in movimento di una economia, la quale per delineare il nostro comune lavoro sul doveva comporsi da frammenti diversi e cominciare del secondo periodo della nostra divisi, non solo per sistemi ma per quello v ita naziona le, nu l la megl io ci a iuta che r ifarci spirito municipalistico, che la divisione a quell’inizio, durante il quale affiorano o si aveva da tanti anni consolidato. intravedono in germe molti problemi che si Salvo qualche zona del Piemonte e della palesano poi i fondamentali per l’ordinato Lombardia, il reddito medio pro-capite era progresso del nostro Paese, e ciò non tanto appena un terzo di quello medio odierno: per tentare un bilancio consuntivo del gli investimenti ed i consumi in proporzione già fatto, quanto per sollecitare la nostra necessaria di quel reddito. In tali condizioni, responsabilità nei confronti del da farsi. tentativi e programmi non potevano che I più avveduti tra quegli uomini politici rimanere allo stato di rispettabilissime avevano già lo sguardo volto all’avvenire, intenzioni. È in questo campo, decisivo

71 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia per i suoi eminenti riflessi sociali e politici, incompiuto, che pesa sulla nostra che i risultati furono lenti a manifestarsi. responsabilità. La dinamica del nostro Il Risorgimento si traduceva in atto con sviluppo tecnico ed economico ci ha portato tormentata fatica, non solo in quei primi anni oggi a mete che hanno sorpreso il mondo: ma nei due successivi quarantenni, malgrado nonostante il dramma di due guerre a progressi dovuti alla tenace volontà di lavoro carattere mondiale, la vitalità del potenziale del popolo italiano di ogni ceto sociale. umano dell’Italia si è in cento anni quasi Io non starò a riandare le vicende fino raddoppiata, mentre la consistenza del suo alla seconda guerra mondiale, ma consentite patrimonio produttivo è aumentata per lo che ponga il problema nei termini attuali: meno di cinque volte, sino a raggiungere una l’assunzione dell’impegno che ne deriva è ampiezza che sembra ormai suscettibile di forse la più degna celebrazione di questo sviluppo autonomo e di capacità competitiva centenario di unità. in campo mondiale. Ad indicare la sicura Già da allora, pur nel quadro di validità delle principali tappe d’ordine inevitabili incertezze degli orientamenti economico e politico raggiunte, specialmente e delle prospettive, vi furono uomini di durante il periodo repubblicano, basterebbe larga ispirazione umana e di profondo fare riferimento al carattere di continuità e intuito politico, i quali non rimasero chiusi di consistenza ormai assunto dall’aumento nella visione di una unificazione concepita della produzione nazionale, allo stabile come il risultato di un grande processo ampliamento delle riserve valutarie, oltre storico venuto a maturazione per l’idealismo i limiti di sicurezza richiesti da un sano operante di una classe politica pronta ad svolgimento degli scambi internazionali. ogni ardimento e ad ogni sacrificio, per Ma gli obiettivi di ordine morale e l’avveduta abilità diplomatica di governo sociale sono ancora assai lontani dal loro ed insieme per felice coincidenza di eventi raggiungimento, riconosciamolo, malgrado internazionali. Processo praticamente sforzi che, in prima linea, dallo Stato esaurito nell’avvenuta conquista delle si sono compiuti. Questi obiettivi sono rivendicazioni di indipendenza politica e di l’irrobustimento dell’assetto produttivo ed libertà civili. umano dell’agricoltura, l’assorbimento della Essi intravidero nei fermenti di disoccupazione e della sottoccupazione emancipazione, che già si annunziavano croniche, l’espansione dell’istruzione in nelle masse popolari e nei ceti medi, uno dei generale, e di quella professionale in specie, moventi più attivi di un processo ancora più ad una dimensione veramente sociale, impegnativo di unificazione morale, poiché l’eliminazione dei divari economici fra nord esso non si esauriva nella conquista di una e sud, l’ulteriore elevamento nel genere e libertà fine a se stessa, ma della libertà nel tenore di vita delle classi lavoratrici e faceva strumento di giustizia. dei ceti medi, la distribuzione più giusta del Questo è il processo rimasto ancora reddito ai vari livelli della piramide sociale,

72 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia distribuzione necessaria alla difesa dei valori come nell’interno delle singole nazioni; e umani nel cittadino. la giustizia si realizza attraverso una più Ostacoli, anche gravi, si sono frapposti equa distribuzione della ricchezza, alla cui nel lontano e nel recente passato; lunghe formazione tutti concorrono, di ogni ceto e parentesi di paternalismo hanno ritardato di ogni grado di capacità. Si affermò che a i sostanziali progressi; oggi sembra ripresa questo problema di distribuzione è anteriore più gagliardamente la marcia con piani il problema della produzione: e giustamente. in prospettiva ed in sviluppo di più larga È vero infatti che non è possibile un reale portata, ma non aspetta il travaglio progresso sociale senza che vi sia, attraverso delle programmazioni o le lentezze della un adeguato sviluppo economico, una esecuzione, e di questa legge dobbiamo maggiore disponibilità di beni; ma è anche prendere atto ed agire in conseguenza. vero che, quando diviene possibile tale Io non parlerò in termini di difesa della maggiore disponibilità di beni, occorre libertà e della democrazia: non perché io non far sì che essa venga utilizzata in modo da ne riconosca il valore altissimo, primario per farne beneficiare sostanzialmente le zone l’esistenza di una convivenza civile e per economiche ed umane che soffrono di un ogni possibilità di progresso e neppure, più basso tenore di vita e sono legate ad un aggiungo, perché neghi assurdamente i più duro lavoro. pericoli cui libertà e democrazia sono Ora, proprio alla luce di queste ancora oggi esposte; ma troppo si è abituati considerazioni e per una visione integrale ad invocare indirizzi di azione politica o del nostro sistema economico, occorre sociale od economica per difendere il Paese, agire nella consapevolezza che oggi le la società in cui viviamo, da qualcuno o da maggiori risorse disponibili, lo straordinario qualche cosa. Quasi che, se non esistessero progresso tecnico conseguito in tutti i campi, esigenze di difesa, ben poco vi sarebbe da i moderni strumenti di programmazione fare per mutare ciò che felicemente esiste. e di intervento offrono possibilità nuove È questa una preoccupazione che ha sempre ed aprono prospettive di più sostanziale avuto forte voce nell’animo mio: e ne sono e diffuso benessere, solo che alla comune stati eco non solo i miei discorsi, e fra essi ansia si accompagnino - ai vari livelli - una il messaggio che ebbi l’onore di rivolgervi, volontà ferma ed una azione concreta. or sono sei anni, ma tutta la mia azione, E per questa azione non si può non modesta, ma tenace. invocare l’iniziativa dello Stato. Nessuno Sono un’esigenza interiore, se la pressione mi opponga che un tale intervento insidia di interessi ciechi ed egocentrici non la libertà di iniziativa individuale. Questa la distorce, una legge morale oltre che obbedisce inevitabilmente alla legge del un’oculata concezione politica di progresso, profitto individuale, e non è sempre condotta che domandano di associare alla libertà a tenere nel dovuto conto l’interesse generale. la giustizia, nel campo internazionale, Quanto accade nel Mezzogiorno insegna:

73 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia malgrado gli incentivi e salvo alcuni esempi centenaria, che colloca nella loro posizione di notevole entità, non progredisce al passo i fatti e le idee; e perciò non ci è consentito necessario l’agricoltura, tarda, nell’industria, valicare l’attuale ricorrenza commemorativa a manifestarsi un intervento privato di senza avvertire la portata del travaglio sufficienti proporzioni, cosicché il divario storico che è connesso con le ulteriori mete tra nord e sud, pur nel progredire anche in da raggiungere, pur rilevando il valore quest’ultimo del reddito e del livello di vita, effettivo delle mete raggiunte. L’uno e l’altro tende ad aumentare . emergono chiaramente dalla esperienza di Vi sono riforme di struttura, in part icolare insieme che ha caratterizzato questi cento nei servizi essenziali, che senza l’intervento anni di vita della Nazione italiana e dalla dello Stato non potranno mai realizzarsi. Non dinamica delle trasformazioni di struttura, è sovrapposizione, questa, né surrogazione: che si vanno attuando sul cammino ma l’integrazione e coordinamento ad un fine del suo futuro progresso economico e superiore comune. Del resto, ogni libertà sociale. La nostra mente corre perciò alle porta in sé stessa un concetto di limite, che prospettive di accettazioni e di rinunzie che è imposto dal rispetto della libertà altrui. necessariamente ha comportato e comporterà E non può dirsi libero chi è ancora schiavo ogni avvicinamento agli obiettivi finali, della miseria, o del salario insufficiente o verso i quali è protesa l’ansia del popolo della incertezza del lavoro, e dell’ignoranza nostro . che si accompagna, triste appannaggio, ad All’inizio degli “anni 60” del secolo ogni condizione di inferiorità. scorso, si presentò il problema dell’unione Spetta a me dire queste cose? Forse politica, ed a tale problema i migliori italiani qualcuno ancora una volta sorgerà a parlare si dedicarono con successo. Nell’anno ’61 di esorbitanza dalle funzioni costituzionali del secolo nostro, si prospetta urgente il di un Capo dello Stato. Ma io credo in problema sociale, che poi strettamente coscienza che spetti a questo più per dovere, condiziona l’effettivo compimento della che per diritto, il segnare indirizzi ed unione politica. Ormai esso ha il primo posto orientamenti, quando lo ritenga essenziale anche nel campo internazionale: è la nuova agli interessi della Nazione. E con ciò nessun frontiera della civiltà. Spetta alla generazione tentativo di sovrapporsi o di sostituirsi al in cui anche noi, non più giovani, viviamo, Parlamento ed all’Esecutivo, ai quali resta prepararne tempestivamente le soluzioni. integra e rispettata la libera responsabilità di Per quanto ci riguarda, vorrei aggiungere accogliere o non questi orientamenti. che il popolo italiano lo merita, perché, con Ed è utile ricordare questo complesso la sua operosità geniale e tenace e la sua virtù di problemi nella presente occasione? Io di sacrificio, se lo è guadagnato; dovunque rispondo di sì. Perché oggi noi abbiamo si trovino i suoi figli, anche nelle terre il singolare vantaggio di poterci avvalere più lontane. Ed io, in procinto di visitarli di una prospettiva storica a dimensione nell’America del Sud voglio ricordarli qui,

74 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia volgendo loro, in nome della Nazione, un del futuro . Soprattutto noi siamo impegnati pensiero di affettuosa solidarietà mentre a stimolare la fedeltà al dovere di conciliare essi, in comunione di sentimenti, oltre ogni sana conservazione e ardito progresso, differenza politica, si accingono a celebrare - perché sia sempre garantita ai nostri come gli altri italiani negli altri paesi - questo figli la tutela delle legittime prerogative storico anniversario. della democrazia politica, insieme con la giusta soddisfazione delle insopprimibili Onorevoli Deputati, Onorevoli Senatori, aspirazioni di una operosa democrazia economica. la celebrazione di questa ricorrenza del Così noi, aiutandoci Iddio, al Quale, primo centenario dell’Unità d’Italia non senza ricorso ad inopportuna e irrispettosa poteva limitarsi ad una mera rievocazione dei consuetudine retorica, ci rivolgiamo nelle ricordi del passato. Operando nel presente, ore e nelle fatiche più dure, collaboreremo noi siamo ansiosi di valutare la linea di fecondamente all’avvento di un’era più sviluppo delle nostre azioni anche come prospera e pacifica per noi e per i popoli cointeressati e quasi come contemporanei tutti .

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25 marzo 1961. Il Presidente della Camera dei deputati, Giovanni Leone, il Presidente del Senato, Cesare Merzagora, ed il Presidente del Consiglio dei Ministri, , in attesa dell’arrivo del Presidente della Repubblica all’ingresso principale di Palazzo Montecitorio. (Foto Archivio storico Luce)

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25 marzo 1961. Arrivo del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, a Palazzo Montecitorio. (Foto Archivio storico Luce)

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Aula di Montecitorio. Banco della Presidenza. Il Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. (Foto Para)

80 Cerimonia celebrativa del Centocinquantesimo Anniversario dell'Unità d'Italia

17 marzo 2011

La cerimonia si è svolta nell'Aula di Palazzo Montecitorio. Dopo l’esecuzione dell’Inno nazionale, il Presidente della Camera dei deputati ha svolto il suo intervento. ha preso, successivamente, la parola il Presidente del Senato della Repubblica. Il Presidente della Repubblica ha pronunciato, quindi, il discorso celebrativo.

Intervento del Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini

Signor Presidente della Repubblica, signor Risorgimento non fu soltanto un fenomeno Presidente del Senato, signor Presidente del culturale ed ideale espressione della borghesia Consiglio dei ministri, signor Presidente della più illuminata, sostanzialmente estraneo al Corte costituzionale, onorevoli colleghi, autorità sentimento popolare . Il Risorgimento fu civili, militari e religiose, signore e signori, il la prima esperienza, per citare un’efficace 17 marzo di centocinquant’anni fa si compì il espressione di Federico Chabod, «di un vivere processo di unificazione nazionale e l’Italia e gli civile degli italiani finalmente sottratti a Governi italiani entrarono a far parte della comunità delle e istituzioni, quelli dell’ancien régime, fondati sulle nazioni. Si affermarono le speranze di un popolo separazioni giuridiche e sociali e sulla continua che si riconosceva negli ideali di indipendenza negazione dei diritti dei cittadini». e di libertà dell’epopea risorgimentale. Sebbene È da queste premesse ideali che ha tratto rispetto ad altre nazioni il nostro Paese fosse origine il lungo e tormentato processo di sviluppo arrivato più tardi a costituirsi come Stato unitario, democratico delle nostre istituzioni consacrato l’idea dell’Italia come entità non solo geografica con l’approvazione della Costituzione della era però viva e diffusa perché affondava le Repubblica. Ed è questa la ragione per la quale sue radici nel ricchissimo patrimonio storico, celebrare solennemente il centocinquantesimo artistico e letterario accumulato nei secoli dal anniversario dell’unità, vivere il 17 marzo genio della gens italica, un patrimonio per il quale, come festa nazionale è oggi un preciso dovere ancora oggi, l’Italia è universalmente conosciuta. civile per tutti gli italiani, dalla Vetta d’Italia L’Italia unita e libera non fu, quindi, soltanto a Lampedusa. Dovere civile perché la nostra il risultato dell’azione politico-militare della democrazia ha radici profonde, perché la nostra monarchia sabauda. Fu anche il frutto di un coesione nazionale si nutre ancora dei valori che ampio movimento ideale e politico animato da guidarono l’azione dei patrioti risorgimentali. quell’amor di patria che mai si era completamente In questi centocinquant’anni, l’idea di Patria spento e che, agli inizi dell’Ottocento, accese le si è affermata nella coscienza degli italiani come speranze dei giovani di ogni ceto sociale. Il democratica e solidale, e l’ideale mazziniano 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia della tutela e della promozione della dignità democrazia presso gli strati più poveri della e della libertà della persona nella dimensione società. Già, «la Patria di tutti e la Patria per nazionale e nella prospettiva della pace e della tutti». L’attualità di questa aspirazione ideale deve cooperazione tra i popoli. farci riflettere su cosa significhi essere italiani Testimoni valorosi e simbolo dell’. Oggi che la Patria per i nuovi italiani giunti generosa sono oggi le donne e gli uomini, militari da Paesi lontani non significa la terra dei padri, e civili, impegnati all’estero in difficili missioni ma una comunità che si sente come propria e di pace. Ad essi giunga da questa Assemblea un nella quale si vive nel pieno rispetto delle leggi messaggio alto e forte di gratitudine e di fiducia, per realizzare le proprie aspirazioni. perché è legittimo motivo di orgoglio, per tutto Oggi la «Patria di tutti e la Patria per tutti» il nostro popolo, il fatto che la bandiera tricolore, deve essere la Patria dei giovani che hanno la nostra bandiera, rappresenti un simbolo di diritto a reali e diffuse opportunità di lavoro, di speranza e di riscatto civile in tante parti del espressione dei loro talenti e di crescita sociale. mondo, dove si soffre a causa del terrorismo e «La Patria di tutti e la Patria per tutti» deve del fondamentalismo . Un momento altamente essere la Patria del sapere, della scienza, della simbolico per sentirsi tutti italiani nel fraterno cultura che valorizza l’enorme giacimento di ritrovarsi uniti nel dolore e nell’identità nazionale creatività e di conoscenza presente nel nostro furono di certo i giorni seguenti la tragedia DNA nazionale e che arresta la triste fuga di di Nassiriya. Il pensiero corre spontaneo cervelli degli ultimi anni. all’immagine struggente dell’imponente scalinata È, del resto, con la forza della sua cultura dell’Altare della Patria ricoperta per intero dai e del suo solido patrimonio morale e ideale fiori lasciati da migliaia di italiani sfilati in muto che oggi l’Italia partecipa, con convinzione, e spontaneo pellegrinaggio davanti al Milite alla costruzione della Patria sovranazionale ignoto. In quel doloroso 12 novembre 2003, europea, la grande meta civile e politica il Presidente Carlo Azeglio Ciampi espresse dei prossimi decenni, indispensabile per il sentimento della Nazione intera con queste continuare a realizzare, nella dinamica globale semplici e nobili parole: «costruire la pace, del ventunesimo secolo, i valori di libertà e di questa è l’identità della Repubblica italiana». democrazia. Lo stretto legame tra l’affermazione È un impegno doveroso, per garantire il dell’odierna identità nazionale italiana e la prestigio della Repubblica e per rinsaldare la promozione dei diritti dell’uomo ci riporta alle nostra comunità nazionale, facendo prevalere istanze democratiche già presenti nel movimento le ragioni del nostro essere italiani, le ragioni risorgimentale. La Patria si prefigurava già del nostro stare insieme su ogni strisciante alla metà del XIX secolo come ideale di egoismo di parte, sia esso geografico o sociale. emancipazione sociale e civile. «La Patria di Un impegno da ribadire con solennità oggi, 17 tutti e la Patria per tutti», diceva Giuseppe marzo, e da onorare ogni giorno negli anni a Mazzini, intendendo come doveroso, per l’Italia, venire. l’impegno per la promozione del lavoro e della

82 Intervento del Presidente del Senato della Repubblica Renato Schifani

Signor Presidente della Repubblica, signor E in queste parole non vi è solo una Presidente della Camera dei deputati, signor continuità ideale, ma una vera e propria Presidente del Consiglio dei ministri, signor analogia con quanto lei ha efficacemente Presidente della Corte costituzionale, onorevoli e autorevolmente sostenuto sulla necessità colleghi, a centocinquant’anni dall’unità d’Italia storica e culturale di comprendere l’Europa il Paese si riconosce nelle parole e nell’esempio nelle singole Nazioni e gli stessi Stati all’interno del suo primo cittadino, garante dei valori di una prospettiva europea. e dei rapporti costituzionali, rappresentante L’idea di Nazione e l’idea di Europa si della Nazione, dei suoi princìpi e delle sue sostengono reciprocamente, perché non vi prospettive di crescita e di sviluppo. può essere una Patria solo nostra senza una Signor Presidente, l’intera Nazione e i Patria comune, fondata sul rispetto della suoi cittadini hanno oggi un’unica voce nel dignità umana, oltre ogni distinzione di suo messaggio al Parlamento, alle istituzioni appartenenza; dignità e centralità della persona, repubblicane, al popolo italiano ed è per me un alle quali hanno dato nei secoli un contributo grande onore manifestarle la gratitudine e la fondamentale le comuni radici cristiane. riconoscenza che l’Italia tutta, senza distinzioni, Ed è questo, con le parole di Giuseppe anzi, oltre le polemiche, le incomprensioni e le Ferrari, quel senso dello Stato che impedisce rigidità di parte, le riserva, riconoscendo in lei la degenerazione del senso della famiglia l’autorevolezza di chi ha saputo rafforzare la più in familismo, del senso del Paese natale nobile identità di una Nazione cosciente della in municipalismo, del senso del partito in propria responsabilità di fronte al mondo. settarismo. L’unità d’Italia è la cornice essenziale, Lo spirito nazionale ed il senso dello Stato la rete ideale che sorregge le autonomie e i finiscono di essere unicamente solo sentimento territori. I progetti di riforma, che si stanno per divenire volontà - così le parole di Federico realizzando per la giusta valorizzazione delle Chabod - e la Nazione cessa di essere proiettata realtà più vicine al cittadino, saranno duraturi nel passato, alle nostre spalle, per proiettarsi solo se capaci di abbattere le ineguaglianze, dinanzi a noi, nell’avvenire. Cessa di essere puro vincere le diffidenze, accomunare nord e ricordo storico, per trasformarsi in norma di sud del Paese, proiettandoli verso l’unico vita per il futuro. La Nazione diventa la Patria. destino di una Nazione consapevole e matura. 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia

L’ammodernamento delle strutture, delle risorsa e il reciproco rispetto il presupposto amministrazioni, della gestione della cosa irrinunciabile della vita della comunità civile. pubblica è urgente, non più rinviabile. Sarà Solo così, dopo il tempo dell’ideologia, potrà efficace se verrà realizzato non contro una scandirsi il tempo delle idee e la nostra Italia parte del Paese, ma per rendere ogni realtà ha bisogno di questa cultura delle istituzioni, territoriale protagonista del rilancio e del capace di guardare lontano, che per Norberto riscatto dell’intero sistema Italia. Gli steccati Bobbio significava misura, ponderatezza, ideologici sono stati appianati dalla storia. circospezione. A ciascuno di noi spetta oggi il compito - Signor Presidente, l’intera Nazione, unita che è innanzitutto un dovere - di non ricreare e ritrovata, si stringe attorno a lei che della contrapposizioni che impediscano di realizzare preminenza dell’interesse generale su quelli la piena unità; unità geografica, istituzionale particolari è stato ed è luminoso ed autorevole e, nella distinzione legittima e positiva delle testimone. Su di lei poggiano la propria fiducia aspirazioni, anche unità della politica. Unità e le proprie speranze le giovani generazioni della politica che considera il pluralismo una protagoniste dell’Italia di domani.

84 Discorso celebrativo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Signori Presidenti emeriti della Repubblica, associazioni locali legate alla memoria della signor Presidente del Senato, signor nostra storia nei mille luoghi in cui essa si è Presidente della Camera, signor Presidente svolta. E ancora case editrici, giornali, radio, del Consiglio, signor Presidente della Corte televisioni, in primo luogo quella pubblica. costituzionale, onorevoli parlamentari, Grazie a tutti. Grazie a quanti hanno dato signori rappresentanti delle regioni, delle il loro apporto nel Comitato interministeriale province e dei comuni d’Italia, autorità, istituito dal Governo e nel Comitato dei signore e signori, sento di dover rivolgere garanti, a cominciare dal suo presidente. un riconoscente saluto ai tanti che hanno Comune può essere la soddisfazione raccolto l’appello a festeggiare e a celebrare i per questo dispiegamento di iniziative e centocinquanta anni dell’Italia unita, ai tanti contributi che continuerà ben oltre la cittadini che ho incontrato o che mi hanno ricorrenza di oggi e anche, aggiungo, per un indirizzato messaggi, esprimendo sentimenti rilancio, mai così vasto e diffuso, dei nostri e pensieri sinceri e a tutti i soggetti pubblici simboli, della bandiera tricolore, dell’inno di e privati che hanno promosso iniziative Mameli e delle melodie risorgimentali. sempre più numerose in tutto il Paese; Si è dunque largamente compresa e istituzioni rappresentative e amministrazioni condivisa la convinzione che ci muoveva pubbliche: regioni e province e, innanzitutto, e che così formulerò. La memoria degli municipalità, sindaci, anche, in particolare, eventi che condussero alla nascita dello di piccoli comuni, a conferma che quella è Stato nazionale unitario e la riflessione sul la nostra istituzione di più antica e radicata lungo percorso successivamente compiuto, tradizione storica, il fulcro dell’autogoverno possono risultare preziose nella difficile fase democratico e di ogni assetto autonomistico; che l’Italia sta attraversando, in un’epoca di scuole, i cui insegnanti e dirigenti profondo e incessante cambiamento della hanno espresso la loro sensibilità per i realtà mondiale. valori dell’unità nazionale, stimolando e Possono risultare preziose, per suscitare raccogliendo un’attenzione e disponibilità le risposte collettive di cui c’è più bisogno, diffusa tra gli studenti; istituzioni culturali orgoglio e fiducia, coscienza critica dei di alto prestigio nazionale, università, problemi rimasti irrisolti e delle nuove 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia sfide da affrontare, senso della missione cammino dell’idea d’Italia si era concluso. e dell’unità nazionale. È in questo spirito Quell’idea guida, per lungo tempo irradiatasi che abbiamo concepito le celebrazioni del grazie all’impulso di altissimi messaggi di centocinquantenario. Orgoglio e fiducia, lingua, letteratura e cultura, si era fatta innanzitutto. Non temiamo di trarre questa strada sempre più largamente nell’età della lezione dalle vicende risorgimentali, non rivoluzione francese e napoleonica e nei lasciamoci paralizzare dall’orrore della decenni successivi, raccogliendo adesioni e retorica; per evitarla è sufficiente affidarsi forze combattenti, ispirando rivendicazioni alla luminosa evidenza dei fatti. di libertà e moti rivoluzionari, e infine L’unificazione italiana ha rappresentato imponendosi negli anni decisivi per lo un’impresa storica straordinaria, per le sviluppo del movimento unitario fino al suo condizioni in cui si svolse, per i caratteri e compimento nel 1861. la portata che assunse, per il successo che la Non c’è discussione, pur lecita e feconda, coronò, superando le previsioni di molti e sulle ombre, sulle contraddizioni e tensioni premiando le speranze più audaci. Come si di quel movimento, che possa oscurare il dato presentò agli occhi del mondo quel risultato? fondamentale dello storico balzo in avanti R ileggiamo la lettera che quello stesso giorno, che la nascita del nostro Stato nazionale il 17 marzo 1861, il Presidente del Consiglio rappresentò per l’insieme degli italiani, per indirizzò a Emanuele Tapparelli D’Azeglio, le popolazioni di ogni parte, nord e sud, che che reggeva la Legazione d’Italia a Londra. in esso si unirono. Entrammo così insieme Cito: «Il Parlamento nazionale ha appena nella modernità, rimuovendo le barriere votato e il re ha sanzionato la legge in virtù che ci precludevano quell’ingresso. Occorre della quale sua maestà Vittorio Emanuele II ricordare qual era la condizione degli italiani assume, per sé e per i suoi successori, il titolo prima dell’unificazione? Facciamolo con le di re d’Italia. parole di Giuseppe Mazzini (1845): «Noi non La legalità costituzionale ha così abbiamo bandiera nostra, non nome politico, consacrato l’opera di giustizia e di riparazione non voce tra le Nazioni d’Europa. Non che ha restituito l’Italia a se stessa. A partire abbiamo centro comune né patto comune, da questo giorno l’Italia afferma, a voce alta né comune mercato. Siamo smembrati in di fronte al mondo, la propria esistenza. otto Stati indipendenti l’uno dall’altro. Otto Il diritto che le apparteneva di essere linee doganali dividono i nostri interessi indipendente e libera, e che essa ha sostenuto materiali, inceppano il nostro progresso. sui campi di battaglia e nei Consigli, l’Italia Otto sistemi diversi di monetazione, di pesi e lo proclama solennemente oggi». di misure, di legislazione civile, commerciale Così Cavour, con parole che rispecchiavano e penale, di ordinamento amministrativo l’emozione e la fierezza per il traguardo ci fanno come stranieri gli uni agli altri». raggiunto, sentimenti questi con cui possiamo Ancora, proseguiva Mazzini: «Stati governati ancora oggi identificarci. Il plurisecolare dispoticamente, uno dei quali contenente

86 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia quasi il quarto della popolazione italiana e politiche e risorse umane - che si espressero appartiene allo straniero, all’Austria». Eppure nello slancio dei volontari come componente per Mazzini era indubitabile che una Nazione attiva essenziale al successo del moto unitario italiana esistesse e che non vi fossero «cinque, e in un’adesione crescente a tale moto da quattro, tre Italie», ma «una Italia». parte, non solo di ristrette élite intellettuali, Fu dunque la consapevolezza di basilari ma di strati sociali non marginali, anche interessi e pressanti esigenze comuni, e fu grazie al diffondersi di nuovi strumenti insieme una possente aspirazione alla libertà e comunicativi e narrativi. E, in terzo luogo, all’indipendenza che condussero all’impegno vorrei sottolineare l’eccezionale levatura di schiere di patrioti - aristocratici, borghesi, dei protagonisti del Risorgimento, degli operai e popolani, persone colte e incolte, ispiratori e degli attori del moto unitario . monarchici e repubblicani - nelle battaglie Una formidabile galleria di ingegni e di per l’unificazione nazionale. Battaglie dure, personalità: quelle femminili, sino a ieri non sanguinose, affrontate con magnifico slancio abbastanza studiate e ricordate, e uomini ideale ed eroica predisposizione al sacrificio di pensiero e d’azione, a cominciare - si da giovani e giovanissimi, protagonisti intende - dai maggiori . Si pensi, non solo a talvolta delle imprese più audaci, anche quale impronta fissata nella storia, ma a quale condannate alla sconfitta. È giusto che oggi lascito cui attingere ancora, con rinnovato si torni ad onorarne la memoria, rievocando fervore di studio e generale interesse, episodi e figure come stiamo facendo a rappresentino il mito mondiale senza eguali, partire dal maggio scorso, dall’anniversario che non era artificiosa leggenda, di Giuseppe della spedizione dei Mille, sino all’omaggio Garibaldi e le diverse ed ugualmente grandi - questa mattina - ai luoghi e ai prodigiosi eredità di Cavour, di Mazzini e di Cattaneo. protagonisti della gloriosa Repubblica Quei maggiori - lo sappiamo - tra loro Romana del 1849. dissentirono e si combatterono, ma ciascuno Sono fonte di orgoglio vivo ed attuale, di essi sapeva quanto l’apporto degli altri per l’Italia e per gli italiani, le vicende concorresse al raggiungimento dell’obiettivo risorgimentali da molteplici punti di vista ed considerato comune, anche se ciò non valse è sufficiente sottolinearne alcuni. In primo a cancellare contrasti di fondo e, poi, tenaci luogo, la suprema sapienza della guida politica risentimenti . cavouriana che rese possibile la convergenza Ho detto dei principali protagonisti, verso un unico, concreto e decisivo traguardo ma molti altri nomi del campo moderato, di componenti soggettive ed oggettive dell’area cattolico-liberale e del campo diverse, non facilmente componibili e anche democratico potrebbero essere richiamati a apertamente confliggenti. In secondo luogo, testimonianza di una straordinaria fioritura l’emergere, in seno alla società, e nettamente di personalità di spicco nell’azione politica, tra i ceti urbani, nelle città italiane, di ricche, nella società civile, nell’amministrazione forse imprevedibili, riserve - sensibilità ideali pubblica. Questi fortificanti motivi di orgoglio

87 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia italiano trovano, d’altronde, riscontro nei popolazione, dalla vita pubblica e, dunque, riconoscimenti che vennero, in quello stesso scontando il peso di una questione sociale periodo e successivamente, dall’esterno del potenzialmente esplosiva. nostro Paese, da esponenti della politica L’unità non poté compiersi che sotto l’egida e della cultura storica di altre Nazioni. dello Stato più avanzato, già caratterizzato Riconoscimenti della portata europea della in senso liberale, più aperto ed accogliente nascita dell’Italia unita, dell’impatto che verso la causa italiana e i suoi combattenti essa ebbe su altre vicende di nazionalità in che vi fosse nella penisola e, cioè, sotto movimento nell’Europa degli ultimi decenni l’egida della dinastia sabauda e della classe dell’Ottocento e oltre. Né si può dimenticare politica moderata del Piemonte impersonata l’orizzonte europeo della visione e dell’azione da Cavour. politica di Cavour e la significativa presenza, Fu quella la condizione obiettiva nel bagaglio ideale risorgimentale, della riconosciuta con generoso realismo da generosa utopia degli Stati Uniti d’Europa. Garibaldi, pur democratico e repubblicano, Nell’avvicinarsi del centocinquantenario, con il suo «Italia e Vittorio Emanuele». E se si è riacceso in Italia il dibattito, sia lo scontro tra garibaldini e l’esercito regio attorno ai limiti e ai condizionamenti sull’Aspromonte è rimasto traccia dolorosa che pesarono sul processo unitario, sia dell’aspra dialettica di posizioni che si attorno alle più controverse scelte successive intrecciò con il percorso unitario, appare al conseguimento dell’unità. Sorvolare su singolare ogni tendenza a scoprire oggi, con tali questioni, rimuovere le criticità e scandalo, come le battaglie sul campo per negatività del percorso seguito prima e l’unità furono, ovviamente, anche battaglie dopo il 1861, sarebbe davvero un cedere alla tra italiani, similmente a quanto accadde tentazione di racconti storici edulcorati e alle dovunque vi furono movimenti nazionali per insidie della retorica. Sono, però, fuorvianti la libertà e l’indipendenza. certi clamorosi semplicismi come quello Ma al di là di semplicismi e polemiche dell’immaginare un possibile arrestarsi del strumentali, vale piuttosto la pena di movimento per l’unità poco oltre il limite considerare i termini della riflessione e del di un Regno dell’Alta Italia, di contro a dibattito più recente sulle scelte che vennero quella visione più ampiamente inclusiva adottate subito dopo l’unificazione dalle dell’Italia unita che rispondeva all’ideale del forze dirigenti del nuovo Stato. movimento nazionale, come Cavour ben A questo proposito, si sono registrati seri comprese - ci ha insegnato Rosario Romeo -, approfondimenti critici che non possono, visione e scelta che l’impresa garibaldina, la tuttavia, non collocarsi nel quadro di spedizione dei Mille, rese irresistibile. L’unità un’obiettiva valutazione storica del quadro non poté compiersi che scontando limiti di dell’Italia preunitaria quale era stato fondo come l’assenza delle masse contadine, ereditato dal nuovo Governo e Parlamento cioè della grande maggioranza allora della nazionale. Questi si trovarono dinanzi

88 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia a ferree necessità di sopravvivenza e di estraneità ed ostilità allo Stato, che si sarebbe sviluppo dello Stato appena nato, che non ancor più radicata nel Mezzogiorno. potevano non prevalere su un pacato e Da un quadro storico così drammatica- lungimirante esame delle opzioni in campo, mente condizionato e da un’opera ciclopica specie quella tra accentramento, nel segno di unificazione che gettò le basi di un della continuità e dell’uniformità rispetto mercato nazionale e di un moderno sviluppo allo Stato piemontese, da un lato, e, se non economico e civile possiamo trarre, oggi, federalismo, decentramento, con forme di motivi di comprensione del nostro modo di autonomia e autogoverno anche a livello costituirci come Stato, motivi di orgoglio regionale, dall’altro lato. per quel che centocinquanta anni fa nacque E a questo proposito, vale ancora oggi e si iniziò a costruire, motivi di fiducia nella la vigorosa sintesi tracciata da un grande tradizione di cui, in quanto italiani, siamo storico, che pure fu spirito eminentemente portatori . E possiamo, in pari tempo, trarre critico: Gaetano Salvemini. «I governanti piena consapevolezza critica dei problemi italiani, fra il 1860 e il 1870, si trovavano» con cui l’Italia dovette fare e continua a fare - egli scrisse - «alle prese con formidabili i conti. difficoltà. Quello che si impose era allora» - a Problemi e debolezze di ordine istituzio- giudizio di Salvemini - «il solo ordinamento nale e politico che nei decenni successivi politico e amministrativo con cui potesse all’unità hanno inciso in modo determinante essere soddisfatto in Italia il bisogno di sulle travagliate vicende dello Stato e della indipendenza e di coesione nazionale. E società nazionale sfociate, dopo la prima così, attraverso errori non meno gravi delle guerra mondiale, in una crisi radicale difficoltà da superare, fu compiuta» - sono risolta con la violenza in chiave autoritaria ancora parole dello storico - «un’opera dal fascismo; ed egualmente problemi e ciclopica: fu fatto di sette eserciti un esercito debolezze di ordine strutturale, sociale e solo, furono tracciate le prime linee della rete civile. ferroviaria nazionale, fu creato un sistema Sono i primi problemi quelli che oggi ci spietato di imposte per sostenere spese appaiono aver trovato, nello scorso secolo, pubbliche crescenti e per pagare l’interesse più valide risposte. Mi riferisco a quel grande dei debiti, furono rinnovati da cima a fondo i fatto di rinnovamento dello Stato in senso rapporti fra lo Stato e la Chiesa» . democratico, che ha coronato il riscatto E fu debellato il brigantaggio nell’Italia d e l l’ It a l i a d a l l a d it t at u r a t ot a l it a r i a e d a l nu ovo meridionale, anche se pagando la necessità ser vag g io i n cu i la Nazione ven ne r idot ta da l la vitale di sconfiggere quel pericolo di reazione guerra fascista e dalla disfatta che la concluse. legittimista e di disgregazione nazionale col Un riscatto reso possibile dall’emergere delle prezzo di una repressione talvolta feroce in forze tempratesi nell’antifascismo e dalla risposta alla ferocia del brigantaggio e, nel mobilitazione partigiana cui si affiancarono lungo periodo, col prezzo di una tendenziale nella Resistenza le schiere dei militari rimasti

89 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia fedeli al giuramento. Un riscatto che culminò ma non ebbe fortuna nello sviluppo e a nella eccezionale temperie ideale e culturale conclusione del moto unitario. e nel forte clima unitario, più forte delle All’indomani dell’unificazione anche i diversità storiche e delle fratture ideologiche, progetti moderatamente autonomistici, che dell’Assemblea costituente. erano stati predisposti in seno al Governo, Con la Costituzione approvata nel cedettero il passo ai timori e agli imperativi dicembre 1947, prese finalmente corpo un dominanti, già nel breve tempo che a Cavour nuovo disegno statuale fondato su un sistema fu ancora dato di vivere e nonostante la di princìpi e di garanzie, da cui l’ordinamento sua ribadita posizione di principio ostile della Repubblica, pur nella sua prevedibile all’accentramento, benché non favorevole al e praticabile evoluzione, non potesse federalismo . prescindere. Come venne esplicitamente E oggi, dell’unificazione celebriamo indicato nella relazione Ruini al progetto l’anniversario, vedendo l’attenzione pubblica di Costituzione l’innovazione più profonda rivolta a verificare le condizioni alle quali consisteva nel poggiare l’ordinamento dello una evoluzione in senso federalistico, e non Stato su basi di autonomia secondo il solo nel campo finanziario, potrà garantire principio fondamentale dell’articolo 5, che maggiore autonomia e responsabilità alle legò l’unità e indivisibilità della Repubblica istituzioni regionali e locali, rinnovando e al riconoscimento e alla promozione delle rafforzando le basi dell’unità nazionale. È autonomie locali riferite nella seconda parte tale rafforzamento, e non il suo contrario, della Carta a regioni, province e comuni. l’autentico fine da perseguire. E altrettanto esplicitamente nella relazione D’altronde, nella nostra storia e nella Ruini si presentò tale innovazione come nostra visione la parola «unità» si sposa con correttiva dell’accentramento prevalso all’atto altre: «pluralità», «diversità», «solidarietà», dell’unificazione nazionale. «sussidiarietà». La successiva pluridecennale esperienza In quanto ai problemi e alle debolezze delle lentezze, insufficienze e distorsioni di ordine strutturale, sociale e civile, cui ho registratesi nell’attuazione di quel principio poc’anzi fatto cenno e che abbiamo ereditato e di quelle norme costituzionali ha condotto, tra le incompiutezze dell’unificazione dieci anni fa, alla revisione del Titolo V perpetuatesi fino ai nostri giorni, è il della Carta e non è un caso che sia quella divario tra nord e sud, è la condizione l’unica rilevante riforma della Costituzione del Mezzogiorno che si colloca al centro che, finora, il Parlamento abbia approvato, il delle nostre preoccupazioni e responsabilità corpo elettorale abbia confermato e Governi nazionali. Ed è rispetto a questa questione di diverso orientamento politico si siano che più tardano a venire risposte adeguate. impegnati ad applicare concretamente. È Pesa certamente l’esperienza dei tentativi stata in definitiva recuperata l’ispirazione e degli sforzi portati avanti a più riprese nei federalista che si presentò in varie forme decenni dell’Italia repubblicana e rimasti

90 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia non senza frutti, ma senza risultati risolutivi. potenzialità per una parte rilevante delle Pesa, altresì, l’oscurarsi della consapevolezza giovani generazioni. E non c’è dubbio che delle potenzialità che il Mezzogiorno offre la risposta vada in generale trovata in una per un nuovo sviluppo complessivo del nuova qualità e in un accresciuto dinamismo Paese e che sarebbe fatale per tutti non saper del nostro sviluppo economico, facendo valorizzare. leva sul ruolo di protagonisti che in ogni Proprio guardando a questa cruciale fase di costruzione, ricostruzione e crescita questione, vale il richiamo a fare del dell’economia nazionale hanno assolto, e centocinquantenario dell’unità d’Italia sono oggi egualmente chiamati ad assolvere, l’occasione per una profonda riflessione il mondo dell’impresa e il mondo del critica, per quello che ho chiamato «un lavoro, passati entrambi, in oltre un secolo, esame di coscienza collettivo». Un esame cui attraverso profonde, decisive trasformazioni. in nessuna parte del Paese ci si può sottrarre, Ma non è certo mia intenzione passare e a cui è essenziale il contributo di una severa qui in rassegna l’insieme delle prove che ci riflessione sui propri comportamenti da parte attendono. Vorrei solo condividessimo la delle classi dirigenti e dei cittadini dello convinzione che esse costituiscono delle stesso Mezzogiorno. autentiche sfide, quanto mai impegnative È da riferire per molti aspetti e in non e per molti aspetti assai dure, tali da lieve misura al Mezzogiorno, ma va vista richiedere grande spirito di sacrificio e slancio nella sua complessiva caratterizzazione e innovativo in una rinnovata e realistica valenza nazionale, la questione sociale, visione dell’interesse generale. La carica di delle disuguaglianze, delle ingiustizie - delle fiducia che ci è indispensabile dobbiamo pesanti penalizzazioni per una parte della ricavarla dalla esperienza del superamento società - quale oggi si presenta in Italia. di molte ardue prove nel corso della nostra Anche qui ci sono eredità storiche e debolezze storia nazionale e dal consolidamento di antiche con cui fare i conti, a cominciare punti di riferimento fondamentali per il da quella di una cronica insufficienza di nostro futuro . possibilità di occupazione, che nel passato, e Una prova di straordinaria difficoltà ancora dopo l’avvento della Repubblica, fece e importanza l’Italia unita ha superato dell’Italia un Paese di massiccia emigrazione, affrontando e via via sciogliendo il conflitto e oggi convive con il complesso fenomeno con la Chiesa cattolica. Dopo il 1861, del flusso immigratorio, del lavoro degli l’obiettivo della piena unificazione nazionale immigrati e della loro necessaria integrazione. fu perseguito e raggiunto anche con la Senza temere di eccedere nella sommarietà di terza guerra d’indipendenza, nel 1866, e questo mio riferimento alla questione sociale, a conclusione della guerra 1915-1918, ma dico che la si deve vedere innanzitutto irrinunciabile era l’obiettivo di dare in come drammatica carenza di prospettive di tempi non lunghi al nascente Stato italiano occupazione e di valorizzazione delle proprie Roma come capitale, la cui conquista per via

91 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia militare - fallito ogni tentativo negoziale - pensiero all’elaborazione della Costituzione fece precipitare inevitabilmente il conflitto repubblicana e al loro successivo affermarsi con il Papato e la Chiesa. Ma esso fu avviato a nella vita politica, sociale e civile nazionale. soluzione con una intelligenza, moderazione Ma quante prove superate e quanti e capacità di mediazione, di cui già lo Stato momenti alti, vissuti nel corso della nostra liberale diede il segno con la legge delle storia, potremmo richiamare a sostegno guarentigie nel 1871 e che – sottoscritti nel della fiducia che deve guidarci di fronte 1929 e infine recepiti in Costituzione i Patti alle sfide di oggi e del futuro! Anche a lateranensi – sfociò in tempi recenti nella voler solo considerare il periodo successivo revisione del Concordato. alla sconfitta e al crollo del 1943 e poi alla Si ebbe di mira da parte italiana il fine Resistenza e alla nascita della Repubblica è della laicità dello Stato e della libertà ancora incancellabile, nell’animo di quanti religiosa e insieme il graduale superamento come me giovanissimi attraversarono quel di ogni separazione e contrapposizione tra passaggio cruciale, la memoria di un abisso laici e cattolici nella vita sociale e nella vita di distruzione e generale arretramento da cui pubblica. Un fine e un traguardo perseguiti potevamo temere di non riuscire a risollevarci. e pienamente garantiti dalla Costituzione Eppure, l’Italia unita, dopo aver scongiurato repubblicana e proiettatisi sempre di più con sapienza politica rischi di separatismo in un rapporto altamente costruttivo e in e di amputazione del territorio nazionale, «una collaborazione per la promozione riuscì a rimettersi in piedi. Il primo e forse dell’uomo ed il bene del Paese», anche più autentico miracolo fu la ricostruzione e attraverso il riconoscimento del ruolo sociale quindi - nonostante aspri conflitti ideologici, e pubblico della Chiesa cattolica e, insieme, politici e sociali - il balzo in avanti, oltre ogni nella garanzia del pluralismo religioso. previsione, dell’economia italiana, le cui basi Questo rapporto si manifesta oggi come erano state gettate nel primo cinquantenario uno dei punti di forza su cui possiamo far di vita dello Stato nazionale. L’Italia entrò leva per il consolidamento della coesione allora a far parte dell’area dei Paesi più e unità nazionale. Ce ne ha dato la più industrializzati e progrediti, nella quale poté alta testimonianza il messaggio augurale fare ingresso e oggi resta collocata grazie indirizzatomi per l’odierno anniversario - e alla più grande invenzione storica di cui lo ringrazio - dal Papa Benedetto XVI, un essa ha saputo farsi protagonista a partire messaggio che sapientemente richiama il dagli anni Cinquanta dello scorso secolo: contributo fondamentale del cristianesimo l’integrazione europea. Quella divenne ed è a l l a for m a z ione ne i secol i de l l’ide nt it à it a l i a n a , anche l’essenziale cerniera di una sempre più così come il coinvolgimento di esponenti attiva proiezione dell’Italia nella più vasta del mondo cattolico nella costruzione comunità transatlantica e internazionale. La dello Stato unitario, fino all’incancellabile nostra collocazione convinta, senza riserve, apporto dei cattolici e della loro scuola di assertiva e propulsiva nell’Europa unita,

92 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia resta la chance più grande di cui disponiamo italiani attraverso vicende anche laceranti e per portarci all’altezza delle sfide, delle fuorvianti. Aver riscoperto, dopo il fascismo, opportunità e delle problematicità della quel valore e farsene banditori non può globalizzazione. essere confuso con qualsiasi cedimento al Prove egualmente rischiose e difficili nazionalismo. Abbiamo conosciuto i guasti abbiamo dovuto superare, nell’Italia e pagato i costi della boria nazionalistica, repubblicana, sul terreno della difesa e delle pretese aggressive verso altri popoli del consolidamento delle istituzioni e delle degenerazioni razzistiche, ma ce ne democratiche. Mi riferisco a insidie subdole siamo liberati, così come se ne sono liberati e penetranti, così come ad attacchi violenti tutti i Paesi e i popoli unitisi in un’Europa e diffusi - stragismo e terrorismo - che non senza frontiere, in un’Europa di pace e fu facile sventare e che si riuscì a debellare cooperazione. E dunque nessun impaccio grazie al solido ancoraggio della Costituzione è giustificabile, nessun impaccio potrà e grazie alla forza di molteplici forme di trattenerci dal manifestare - lo dobbiamo partecipazione sociale e politica democratica, anche a quanti con la bandiera tricolore risorse sulle quali sempre fa affidamento la operano e rischiano la vita nelle missioni lotta contro l’ancora devastante fenomeno internazionali - la nostra fierezza nazionale, della criminalità organizzata. il nostro attaccamento alla Patria italiana, In tutte quelle circostanze, ha operato, per tutto quel che di nobile e vitale la nostra e ha deciso a favore del successo, un forte Nazione ha espresso nel corso della sua lunga cemento unitario, impensabile senza identità storia . nazionale condivisa. Fattori determinanti E potremo tanto meglio manifestare la di questa nostra identità italiana sono la nostra fierezza nazionale quanto più ciascuno lingua e la cultura, il patrimonio storico- di noi saprà mostrare umiltà nell’assolvere artistico e storico-naturale: bisognerebbe i propri doveri pubblici, nel servire ad ogni non dimenticarsene mai, è lì forse il livello lo Stato ed i cittadini. Infine, non principale segreto dell’attrazione e simpatia ha nulla di riduttivo il legare patriottismo che l’Italia suscita nel mondo. E parlo di e Costituzione come feci, in quest’Aula, in espressioni della cultura e dell’arte italiana occasione del sessantesimo anniversario anche in tempi recenti, basti citare il rilancio della Carta del 1948: una Carta che nei diversi continenti della nostra grande, rappresenta tuttora la valida base del nostro peculiare tradizione musicale o il contributo vivere comune, offrendo - insieme con un del migliore cinema italiano nel rappresentare ordinamento riformabile attraverso sforzi la realtà e trasmettere l’immagine ovunque condivisi - un corpo di princìpi e di valori del nostro Paese. in cui tutti possono riconoscersi perché essi Ma dell’identità nazionale è innanzitutto rendono tangibile e feconda, aprendola al componente primaria il senso di Patria, futuro, l’idea di Patria e segnano il grande l’amor di Patria, emerso e riemerso tra gli quadro regolatore delle libere battaglie e

93 1861 - 2011 Le celebrazioni dell’Unità d’Italia competizioni politiche, sociali e civili. disponiamo, anche oggi, di grandi riserve Valgano, dunque, le celebrazioni del di risorse umane e morali. Ma ci riusciremo centocinquantenario a diffondere ed ad una condizione: che operi nuovamente approfondire tra gli italiani il senso della un forte cemento nazionale unitario, non missione e dell’unità nazionale, come appare eroso e dissolto da cieche partigianerie, da tanto più necessario quanto più lucidamente perdite diffuse del senso del limite e della guardiamo al mondo che ci circonda, con le responsabilità. Non so quando e come ciò sue promesse di futuro migliore e più giusto accadrà, confido che accada. Convinciamoci e con le sue tante incognite, anche quelle tutti, nel profondo, che questa è ormai misteriose e terribili che ci riserva la natura. la condizione della salvezza comune, del Reggeremo - in questo gran mare aperto comune progresso. Viva , - alle prove che ci attendono, come abbiamo viva l’Italia unita (Nell’Aula si intona l’inno fatto in momenti cruciali del passato, perché nazionale)!

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Conclusione della Cerimonia Celebrativa

GIANFRANCO FINI, Presidente della Camera dei deputati. Unitamente al Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani, ringrazio, a nome di tutto il Parlamento, il Presidente della Repubblica per il suo mirabile discorso, ulteriore dimostrazione del suo alto e nobile magistero morale e politico, quale supremo garante dell’unità nazionale. La celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia è conclusa.

La cerimonia termina alle 17,30.

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Scorcio dell'Aula di Palazzo Montecitorio dalla tribuna centrale durante la Cerimonia celebrativa. In primo piano la Banda Interforze. (Foto Para)

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Aula di Palazzo Montecitorio. Interventi dei Presidenti delle Camere, Gianfranco Fini e Renato Schifani, e del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. (Foto Para)

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Piazza Montecitorio. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riceve gli onori militari al suo arrivo a Palazzo Montecitorio. (Foto Para)

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, accompagnato dai Presidenti delle Camere, si reca nella Sala dei Ministri prima dell'inizio della Cerimonia celebrativa. (Foto Paolo Giandotti)

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Vista dell'Aula di Palazzo Montecitorio nel corso della Cerimonia celebrativa. (Foto Para)

99 L’acquisizione dei documenti in formato digitale è stata realizzata presso l’Archivio storico della Camera dei deputati .

Le immagini del servizio fotografico relativo alla commemorazione del Centenario dell’Unità d’Italia, il 25 marzo 1961, sono state gentilmente messe a disposizione dall’Archivio storico dell’Istituto Luce. (Foto: proprietà Cinecittà Luce. Restauro fotografico digitale: Paola Angelucci - Gloria Vatteroni)

Elaborazione grafica e stampa a cura del CRD della Camera dei deputati maggio 2011