Cahiers De Recherches Médiévales Et Humanistes, 25 | 2013 Il Fantasma Di Teocrito 2

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Cahiers De Recherches Médiévales Et Humanistes, 25 | 2013 Il Fantasma Di Teocrito 2 Cahiers de recherches médiévales et humanistes Journal of medieval and humanistic studies 25 | 2013 Le droit et son écriture Il fantasma di Teocrito Osservazioni sulla ricezione della bucolica greca nel Quattrocento Claudia Corfiati Edizione digitale URL: http://journals.openedition.org/crm/13100 DOI: 10.4000/crm.13100 ISSN: 2273-0893 Editore Classiques Garnier Edizione cartacea Data di pubblicazione: 30 juin 2013 Paginazione: 295-326 ISSN: 2115-6360 Notizia bibliografica digitale Claudia Corfiati, « Il fantasma di Teocrito », Cahiers de recherches médiévales et humanistes [Online], 25 | 2013, online dal 30 juin 2016, consultato il 10 décembre 2020. URL : http://journals.openedition.org/ crm/13100 ; DOI : https://doi.org/10.4000/crm.13100 Questo documento è stato generato automaticamente il 10 décembre 2020. © Cahiers de recherches médiévales et humanistes Il fantasma di Teocrito 1 Il fantasma di Teocrito Osservazioni sulla ricezione della bucolica greca nel Quattrocento Claudia Corfiati 1 All’interno della ‘scuola ferrarese’, sotto la guida del maestro Guarino, un gruppo di giovani poeti maturò un approccio più corretto dal punto di vista filologico ai versi bucolici di Virgilio, anche attraverso « la découverte de Théocrite », e produsse negli anni cinquanta del Quattrocento una serie di pastoralia, che mostrano caratteristiche originali e innovative rispetto alla tradizione allegorica medievale e petrarchesca : così affermava nel 1978 Antonia Tissoni Benvenuti, partecipando al convegno internazionale Le genre pastoral en Europe du XVe au XVII e siècle1. Il testo di quell’intervento dalle forti connotazioni propositive fu pubblicato poi nel 1980 per i tipi dell’Université de Saint-Etienne, ma ancor prima, nel 1979, uscì in un volume In ricordo di Cesare Angelini un saggio che in parte riproponeva la medesima teoria, ma che conteneva in appendice un vero e proprio censimento di quelle opere bucoliche ‘ferraresi’, accuratamente schedate con la collaborazione di un gruppo di giovani studiosi. Da quella data nulla è stato scritto a comprovare o a contestare le pagine di Tissoni Benvenuti : eppure in esse è posta una questione di estrema importanza, anche e soprattutto dal punto di vista metodologico, che investe, pur partendo da un’angolatura molto particolare, il significato stesso del classicismo nell’Umanesimo italiano e poi per osmosi nel Rinascimento europeo. 2 Leggendo le pagine che alla fine degli anni sessanta Thomas G. Rosenmeyer dedicava al rapporto tra Teocrito (inteso da lui come modello) e la lirica pastorale europea e in particolar modo britannica si avverte la presenza di un forte e forse innaturale iato tra gli antichi scrittori e i modernissimi poeti del Cinque e Seicento2, distanza che potrebbe essere colmata da una riscrittura della storia della poesia bucolica italiana nel Quattrocento, in una prospettiva diversa da quella del volume, compilativo per lo più, oltre che datato, di Enrico Carrara, pubblicato per Vallardi nel 19053. Questo obiettivo tuttavia è ben lontano dal poter essere perseguito oggi, dato che per la maggior parte degli autori segnalati dal Carrara (e naturalmente altri bisognerebbe aggiungerne) non esiste ancora un’edizione, nonché una traduzione e un commento, che nel caso del genere pastorale non sono orpelli, ma strumenti indispensabili4. Cahiers de recherches médiévales et humanistes, 25 | 2013 Il fantasma di Teocrito 2 3 L’intento di questo saggio sarà necessariamente limitato al tentativo di riconsiderare con uno sguardo critico e verificare quanto a suo tempo proposto da Tissoni Benvenuti : partendo dai testi di quella medesima scuola ferrarese e sondando luoghi e autori più o meno noti e studiati della tradizione bucolica italiana andremo alla ricerca di indizi concreti o semplici tracce, che rivelino una presenza se non di Teocrito, almeno del suo fantasma che, come il Quintiliano della famosa lettera di Poggio Bracciolini indirizzata a Guarino5, rivendichi dalle oscure carceri delle biblioteche umanistiche la meritata libertà. 4 Partiamo dunque da un postulato : il ricordo del Teocrito bucolico non è stato mai cancellato nella cultura latina occidentale, dal momento che i commentatori di Virgilio, Servio in primis6, lo segnalavano come l’inventore del genere, e colui che ne aveva rispettato, più del suo emulo, le regole. E buona parte della critica moderna sulla poesia pastorale latina ha indagato per l’appunto e continua ad indagare, sulle orme del commentatore tardo antico, i rapporti indiscutibili e strettissimi tra l’autore latino e il suo modello greco : per questo motivo oggi possiamo verificare, con l’ausilio di una buona bibliografia, quanto il Mantovano coscientemente si sia attenuto al genere e quanto abbia innovato, e i luoghi dove abbia riproposto in gara con l’originale moduli e stilemi di Teocrito7. E se noi moderni non avessimo avuto l’opportunità di conoscerlo e di leggerlo in edizioni che nel tempo – grazie all’apporto delle testimonianze papiracee – si sono fatte sempre più attendibili e corrette8, del poeta siracusano sapremmo comunque qualcosa, sapremmo esattamente quello che sapevano Dante, Petrarca e Boccaccio quando per ragioni diverse e con finalità diverse si adoperarono per la rinascita del genere bucolico9. Non bastò tuttavia che tra la metà del Trecento e gli inizi del secolo successivo essi e molti altri autori loro seguaci rileggessero Virgilio e fossero coscienti della possibilità di rinunciare all’allegoria in favore di versi più schietti e leggeri, perché si generasse un cambiamento. 5 Solo a partire dagli anni cinquanta del XV secolo infatti da una semplice ‘rinascita’ si passò alla ‘restaurazione’. Se qualcosa deve essere intervenuto a modificare la formula del genere bucolico, è probabile che si sia trattato di una concomitanza di fattori, nessuno dei quali decisivo o imprescindibile. La riscoperta del greco Teocrito insieme al desiderio di emularlo, la lettura degli altri autori bucolici latini antichi, come Calpurnio e Nemesiano10, ma anche moderni come Petrarca e Boccaccio, più semplicemente un atteggiamento diverso nei confronti di Virgilio, letto non più come l’auctor medievale, la guida dell’Alighieri nell’oltretomba cristiano, ma come una delle tante eccellenze di quella latinità classica di cui gli umanisti avidamente cominciarono a conoscere i dettagli: questi furono gli ingredienti alchemici principali, cui si può aggiungere ancora la ricostruzione del contesto linguistico, storico, culturale, la migliore conoscenza di altri poeti contemporanei a Virgilio, il desiderio di impadronirsi di quella lingua e delle sue regole per farne moderna espressione di humanitas, e infine la messa in campo di una emulazione capace di superare l’elemento della pura riproposizione di stilemi del modello, con l’orgoglio della propria modernità. Chi legge i Pastoralia del Boiardo 11 trova tutto questo, la sua è una poesia bucolica completamente rinnovata che non rinuncia all’allusività, anche un po’ allegorica, di Virgilio, ma capace di costruire una struttura alternativa per le sue dieci ecloghe, alternativa e nello stesso tempo continuamente ammiccante al modello. L’opera del conte di Scandiano è il frutto maturo di un percorso che altri prima di lui avevano avviato, ma che si concluderà a fine secolo con il tormentato (dall’autore e dalla critica) capolavoro sannazariano : la Cahiers de recherches médiévales et humanistes, 25 | 2013 Il fantasma di Teocrito 3 presenza costante del motivo encomiastico, cui almeno un’ecloga di tutta la raccolta è interamente dedicata, e del motivo erotico-elegiaco puro (non sottomesso alle ragioni dell’allegoria)12, rappresentano infatti una costante della produzione pastorale degli anni sessanta cui si aggiunge inevitabilmente l’ascendenza autobiografica, per cui il poeta rappresenta volentieri sé stesso e la sua storia, e soprattutto il contesto cortigiano, che – come sottolineava a suo tempo Maria Corti – finisce per pervadere di sé e modificare di senso anche i topoi più classici e letterari. C’è sì l’Eden arcadico con i Tirsi, i Melibei, i Dameta, che gareggiano in suoni di flauto e in canzoni, con le belle Fillidi e Amarillidi, che li fanno spasimare, ma, il centro di gravitazione è mutato, mutati sono il significato e la simbologia di tali presenze, ormai strettamente legate a un mondo cortigiano e umanistico13. 6 Corti naturalmente descrive in queste righe il contesto più ampio dell’Italia quattrocentesca entro cui nasce il progetto dell’Arcadia di Jacopo Sannazaro, un’opera dove sono ben presenti, come ha recentemente mostrato Carlo Vecce14, non solo il fantasma di Teocrito, ma la sua carne e le sue ossa : siamo però a metà degli anni Ottanta del secolo, e oltre15. È sempre più facile naturalmente, man mano che ci si sposta verso il Cinquecento riconoscere i segni di una lettura sistematica dei suoi idilli, e non solo di quelli pastorali, è sempre più frequente riscontrare la presenza di traduzioni e di allusioni al mondo del poeta siracusano, laddove solo una quarantina di anni prima egli era oggetto di prime e timide indagini e rare incursioni da parte dei più raffinati conoscitori della lingua greca classica. 7 Ma come trovare le tracce di un poeta che il suo emulo latino ha del tutto eclissato nel tempo, metabolizzandone i tratti essenziali e trasformando in un classico e in un genere quello che non era che un aspetto dello sperimentalismo fresco e nello stesso tempo altamente letterario del poeta ellenistico, nelle pagine di intellettuali che devono difendere lo studio della lingua greca come strumento
Recommended publications
  • Tradição E Transformação
    TRADIÇÃO E TRANSFORMAÇÃO A HERANÇA LATINA NO RENASCIMENTO GRUPO REPÚBLICA DAS LETRAS ESTUDO DE TEXTOS RENASCENTISTAS EM LATIM ORGANIZADORES: ELAINE CRISTINE SARTORELLI, RICARDO DA CUNHA LIMA, ROBSON TADEU CESILA, TIAGO AUGUSTO NÁPOLI TRADIÇÃO E TRANSFORMAÇÃO A HERANÇA LATINA NO RENASCIMENTO +80$1,7$6 SÃO PAULO, 2018 SUMÁRIO Agradecimentos 9 Homenagens a Alexandre Prudente Piccolo 13 1. Os Novos Mundos e a Nova Vida do Latim no Renascimento 23 Ricardo da Cunha Lima I. Poesia: Intertextualidade, gênero e Mito 2. Xântias e Fílis, um Amor Lírico à Moda Épica: Modulações na Ode 2.4 de Horácio 45 Alexandre Prudente Piccolo 3. “Para o Fantasma de Marcial”: Emulação e Agudeza no Epigrama Inglês dos Séculos XVI e XVII 61 Lavinia Silvares 4. Lira e Lamento: Safo de Lesbos no De Mulieribus Claris de Giovanni Boccaccio e nas Heroides de Ovídio 99 Talita Janine Juliani 5. Epic Challenges. Basinio da Parma’s Cyris and the Discourse of Genre in Early Humanistic Elegy 121 Christoph Pieper 6. D’Adriana à Ariadna : La Représentation Mythologique de l’Épouse dans l’Œuvre Poétique de Giovanni Pontano (1429-1503) 149 Hélène Casanova-Robin II. Prosa: Filosofia e Literatura de Viagem 7. Preenchendo Lacunas: Paganismo e Antipaganismo no De Voluptate Proemium de Lorenzo Valla 195 Ana Letícia Adami 8. Uma Língua “Velha” para uma Realidade “Nova”: Neologismos Latinos para a Expressão de Realidades Desconhecidas aos Olhos Europeus 227 Bruno Maroneze & Thissiane Fioreto 9. Aeternae Mentis Numen atque Consilium: as Historiae Indicae de Iohannes Petrus Maffeius 245 Leni Ribeiro Leite Abstracts 264 Lista de autores da presente edição 269 Índice de nomes próprios 273 P EPIC CHALLENGES.
    [Show full text]
  • THE KING of COURT POETS a STUDY of the WORK LIFE and TIMES of LODOVICO ARIOSTO by P*: :*Ifi EDMUND G
    Cornell University Library PQ 4587.G22 3 1924 027 447 014 MaBa=jaB^g6;^3i& The original of tliis book is in tlie Cornell University Library. There are no known copyright restrictions in the United States on the use of the text. http://www.archive.org/details/cu31924027447014 i-SIl DATE DUE '.."j w^rrv ^^m- 44- wicm-.: W 2 2 m- i& CAVLORD PRrNTED IN U.S.A. — WORKS BY EDMUND G. GARDNER, M.A. Dukes and Poets in Ferrara. A study in the Poetry, Religion, and Politics of the Fifteenth and Early Sixteenth Centuries. Demy Sioo. Illustraied. 18s. net, Dante's Ten Heavens. A Study of the Paradiso. Second Edition, Revised, 5s, net, ' As a help to the minuter study, not of Dante only, hut of what has always heen regarded as the most obscure part of Dante's writings, it is hardly too much to say that no , more raluahle work has appeared in English.' AtheTKSwm, ' Will be foimd most helpful by all students of the im- mortal Tuscan poet.'—S^ertofor. WITH PHILIP H, WIQKSTEEB, M.A. Dante and Giovanni Del Virgilio. Demy 8to. 12s. Includes a Critical Edition of the text of Dante's 'Bclogae Latinae,' and of the poetic remains of Giovanni del Virgilio. LONDON : A. CONSTABLE AND CO., LTD. THE KING OF COUET POETS x:i3^ ^P^ THE KING OF COURT POETS A STUDY OF THE WORK LIFE AND TIMES OF LODOVICO ARIOSTO BY p*: :*ifi EDMUND G. GARDNER. LONDON, ARCHIBALD CONSTABLE AND COMPANY. LIMITED, MCMVI. "Z-*/^;7 / 0*2. \ ^^'^^V f\.Q.
    [Show full text]
  • A New Era for Translators Rizzi, A. 2017. Vernacular Translators In
    Rizzi, A. 2017. Vernacular Translators in Quattrocento Italy: Scribal Culture, Authority, and Agency (Turnhout: Brepols): ISBN 978-2-503-56785-3 Rizzi Pre-primt AAM May 2017 Introduction: A New Era for Translators Fifteenth-century Italy has been described as the age of translation par excellence.1 This view was also strongly put forward by humanist Antonio Loschi (c. 1368–1441). In the preface to his vernacular translation of the pseudo-Quintilian Declamationes (1392), Loschi reflects on the cultural promise of his own era, and on the crucial role played by translators: ‘Sì come in cierti metalli ongni leggiere tocchamento fa muovere boce così la nostra novissima ethade ciaschuno diletto a adoperatione sollecita’ [‘just as some metals produce a sound when touched, our new era is turning all kinds of [cultural] delectations into production’].2 In Loschi’s time a broad public now had an unprecedented opportunity to learn from the past, thanks to the translation of myriad texts into vernacular languages they could understand. Yet this wonderfully productive literary age came with a danger, he notes: many of those who read translations of ‘useful and beautiful’ Latin texts into the Italian vernaculars are incapable of appreciating their significance: spessissimamente gli uomini del nostro tempo libri utilissimi e bellissimi di gramaticha ànno tracti in volghare solo per la fama di quegli libri e dietro non molti anni non chonosciuto e non saputo chogliere il fructo d’essi, i quali non sanza faticha e spesa e gratia avuti in tale lingua o sono serrati in tenebre o per fastidio d’ignoranza gienerato gittati come fangho tra vilissimi piedi.3 [men of our day often translate useful and beautiful texts from Latin into the vernacular only because these Latin sources are famous and have been neglected or misunderstood for several years.
    [Show full text]
  • C:\Users\Zdravko\Documents\Music in Art Volumes\42 Venice Cini\01 Macioce C Pix.Wpd
    Music in Art XLII/1–2 (2017) THEATRE AS THE REPRESENTATIVE SCENE OF THE POWER OF COURT: THE FIFTEENTH- AND SIXTEENTH-CENTURY ITALIAN EXEMPLA STEFANIA MACIOCE Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Starting from the second half of the fifteenth century, theatrical performance experiences a privileged moment in Ferrara when the Este family entrusted the humanist Pellegrino Prisciani with a cultural enter- prise aiming at recuperating classical texts and playwriting: the presentation of the Menaechmi by Plautus as well as other plays, marks the beginning of a coherent route.1 Festivals converge into theatrical represen- tations full of references to mythology and the use of musical interludes is born to sumptuously enrich the staging. The first aspect to underline is that the theatrical representation transfers itself from the public square to the reserved space of the court which, in this way, celebrates its dominant role from a cultural and political point of view. The fundamental theme of these stagings, according to the Renaissance demand, is a continuity with the ancient world and the myth of Rome, and the House d’Este makes itself the guarantor of this continuity, in particular from Borso d’Este to Ercole I; the authority of the classical world further consolidates the image of the court and of its power on the territory. In Ferrara of the 1400s the idea of the antiquity is operative, not only in the scribal practice of translation and adaptation of classical texts, but also as a hotbed of spectacular imagery. The experience
    [Show full text]
  • State Barges, Embroideries and Power in Renaissance Ferrara
    Splendour displayed: state barges, embroideries and power in Renaissance Ferrara A thesis submitted to The University of Manchester for the degree of Doctor of Philosophy in the Faculty of Humanities 2014 Beatrice Mezzogori School of Arts, Languages and Cultures Vol I of II Table of Contents Volume I List of Manuscript Sources (Appendix A) 4 List of Primary Printed Sources (Appendix B) 5 List of Charts and Tables 6 List of Illustrations 7 Abstract 16 Declaration 17 Copyright statement 17 Transcription, Currency and Presentation Norms 18 Acknowledgements 20 Foreword 22 1. Introduction 25 2. The cultural importance of having a bucintoro 40 Introduction 40 The Venetian Bucintoro, a model to outclass 42 Like a modern emperor: the discovery of Nemi ships 47 Courtly bucintori and Estense ambitions 53 Commissioning, maintaining and exploiting the Bucintoro 60 Dressed for the bucintori 65 3. Inside the Estense Bucintoro: the Hall of State 70 Introduction 70 The politics of bucintori 71 The coats of arms and devices of the Estense private stateroom 79 Brothers and rulers: Estense devices between Leonello, Borso and Ercole85 The embroidered stateroom of Borso: an interpretation 90 Colours for the duchy 104 4. The organizational structure for a splendid work: embroidering and painting Borso’s Bucintoro 110 Introduction 110 The painters of Borso’s Bucintoro and their activities 112 The patterns for the embroideries: pounced or etched? 118 The professional embroiderers of Borso’s Bucintoro 127 Embroiderers’ companions and workrooms 135 The circulation of embroideries in northern Italian courts 140 Talented amateurs: the embroideress 144 Female teams’ works for Borso 150 5.
    [Show full text]
  • Cosmè Tura E Francesco Del Cossa Borso D'este
    COSMÈ TURA E FRANCESCO DEL COSSA L’ARTE A FERRARA NELL’ETA’ DI BORSO D’ESTE FERRARA AL TEMPO Le parole di Ludovico Ariosto, scritte circa quarant’anni dopo la morte di Borso d’Este, restituiscono bene ciò che DI BORSO D’ESTE i sudditi e le fonti locali pensavano del primo duca di Ferrara e degli anni del suo governo. A leggere la letteratura «Di questo signor splendido del tempo, infatti, si ricava l’idea di una sorta di età dell’oro per la città, nella quale Borso svolse il ruolo di arbitro ogni intento sarà che il della pace e della prosperità. popul suo viva contento» Tra l’immagine colta e signorile di Leonello d’Este (1441-1450), appassionato interprete della cultura umanistica e (L. Ariosto, Orlando Furioso, il pragmatismo interessato di Ercole I (1471-1505), che diede alla città il suo volto moderno, la figura di Borso d’Este III, 45) (1450-1471) appare sostanzialmente come quella di un politico accorto, vero restauratore della dinastia malgrado le accuse di doppiezza e di spregiudicatezza che gli sono state rivolte. È innegabile, infatti, che sotto il suo governo la città visse un lungo periodo di prosperità economica, in cui le guerre – che avevano caratterizzato gli anni precedenti e che segneranno quelli futuri – furono quasi assenti. L’amministrazione della città e della cultura da parte di Borso fu tutta improntata all’esaltazione di se stesso come principe buono e giusto. Se ciò aveva un fine politico sin troppo evidente è altrettanto vero che di tale politica fu la città stessa a beneficiare.
    [Show full text]
  • Ian Thomson Phd Thesis Vol 2
    ABC495A 9= B85 ;965# A38>;2@A89?# 2=4 54C32B9>=2; 23895D5<5=B >6 7C2@9=> 42 D5@>=2 !(*.+$(+-'" !D>;% 99" 9EQ BLRPURQ 2 BLIUMU AWFPMVVIH JRT VLI 4IKTII RJ ?L4 EV VLI CQMXITUMV[ RJ AV% 2QHTIYU (/-/ 6WOO PIVEHEVE JRT VLMU MVIP MU EXEMOEFOI MQ @IUIETGL1AV2QHTIYU06WOOBIZV EV0 LVVS0&&TIUIETGL$TISRUMVRT[%UV$EQHTIYU%EG%WN& ?OIEUI WUI VLMU MHIQVMJMIT VR GMVI RT OMQN VR VLMU MVIP0 LVVS0&&LHO%LEQHOI%QIV&('')*&)/-, BLMU MVIP MU STRVIGVIH F[ RTMKMQEO GRS[TMKLV STUDIES IN THE LIFE, SCHOLARSHIP, AND EDUCATIONALACUIEVE IT OF GUARINO DA VERONA (i374-146o) by y, . Ian Thomson ,. -r Submitted June 1968 for the degree of Doctor of Philosophy in the University of St. Andrwe V týý.: ý ti, ý ýcýýýý S ', iý üý, 1 301 TRAI. SIiISSI0IN, AID TEXT OF Tf1E LLTTERS OF GUARINO Many hunani. atn collected and edited their own letters$ Guarino, however, did not, possibly because the leisure necessary for making copies of everything he wrote, or the affluence which would have enabled him to employ an amanuensis to do so, was for most of his life denied to him" Only in the, case of letters 7,25,27,47,51+, 861,862,864, and 892, which formed part of the collection known as Chrysolorina, is he known to have nmaoced any, The vast majority have. therefore been transmitted either fortuitously or through recipients who preserved then. As an example of how this happened, there coons to have been a collection of Guarino's letters made by his pupil, Loonello d'Este, for in an entry dated 22nd starch 1437 in Archivio di Stato di Modena Ie3.
    [Show full text]
  • Culture and Self-Representation in the Este Court: Ercole
    CULTURE AND SELF-REPRESENTATION IN THE ESTE COURT: ERCOLE STROZZI’S FUNERAL ELEGY OF ELEONORA OF ARAGON, A TEXT, TRANSLATION, AND COMMENTARY Dean Marcel Cassella, B.A., B.A., M.A. Dissertation Prepared for the Degree of DOCTOR OF PHILOSOPHY UNIVERSITY OF NORTH TEXAS December 2010 APPROVED: Laura Stern, Major Professor Guy Chet, Committee Member Christopher Fuhrmann, Committee Member Craig Kallendorf, Committee Member Steven Forde, Committee Member Richard McCaslin, Chair of the Department of History James D. Meernik, Acting Dean of the Robert B. Toulouse School of Graduate Studies Cassella, Dean Marcel. Culture and self-representation in the Este court: Ercole Strozzi’s funeral elegy of Eleonora of Aragon, a text, translation, and commentary. Doctor of Philosophy (History), December 2010, 206 pp., references, 138 titles. This dissertation presents a previously unedited text by one of the most distinguished— yet neglected—Latin writers of the Italian Renaissance, Ercole Strozzi (1471–1508), a poet and administrator in the court of Ferrara. Under the Este Dukes, Ferrara became a major center of literary and artistic patronage. The Latin literary output of the court, however, has received insufficient scholarly scrutiny. The text is a verse funeral elegy of Eleonora of Aragon (1450–1493), the first Duchess of Ferrara. Eleonora was a remarkable woman whose talents and indefatigable efforts on behalf of her husband, her children, and her state, won her accolades both at home and abroad. She also served as a prototype for the remarkable careers of her two daughters, Isabella d’Este, and Beatrice d’Este, who are celebrated for their erudition and patronage of arts and letters.
    [Show full text]
  • WRAP THESIS Comiati 2015.Pdf
    A Thesis Submitted for the Degree of PhD at the University of Warwick Permanent WRAP URL: http://wrap.warwick.ac.uk/79572 Copyright and reuse: This thesis is made available online and is protected by original copyright. Please scroll down to view the document itself. Please refer to the repository record for this item for information to help you to cite it. Our policy information is available from the repository home page. For more information, please contact the WRAP Team at: [email protected] warwick.ac.uk/lib-publications HORACE IN THE ITALIAN RENAISSANCE (1498-1600) BY GIACOMO COMIATI A thesis submitted in partial fulfilment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in Italian Studies University of Warwick, School of Modern Languages and Cultures, Italian Studies September 2015 TABLE OF CONTENTS Acknowledgments page 4 Abstract 5 List of Abbreviations 6 INTRODUCTION 8 1. RENAISSANCE BIOGRAPHERS OF HORACE 27 1.1 Fifteenth-Century Biographers 30 1.2 The First Printed Biographies 43 1.3 Biographies in the Sixteenth Century 53 Conclusion 66 2. RENAISSANCE COMMENTATORS OF HORACE 69 2.1 The Exegetical Fortune of Horace in the Late Quattrocento 71 2.2 Horatian Commentators: from Beroaldo the Elder to Girolamo Scoto 84 2.3 Horatian Exegesis 1550-1600 103 2.4 The Art of Poetry and its Exegesis 114 Conclusion 129 3. RENAISSANCE TRANSLATORS OF HORACE 133 3.1 Translating Horace’s Hexametrical Works 134 3.2 Translating Horace’s Lyrical Production 148 Conclusion 166 4. RENAISSANCE ITALIAN IMITATORS OF HORACE 169 4.1 The Satirical Genre 171 4.2 Vernacular Odes 188 4.3 The Founding Fathers of Petrarchism 210 2 4.4 Petrarchism After Bembo 220 4.4.1 Naples 220 4.4.2 Tuscany 230 4.4.3 Venetian Region 238 Conclusion 250 5.
    [Show full text]
  • Rinascimento Latino E Volgare Studi Critici (2011-2016)
    ANTONELLO FABIO CATERINO RINASCIMENTO LATINO E VOLGARE STUDI CRITICI (2011-2016) con traduzioni inedite dal latino e un saggio di Digital Humanities Firenze Edizioni CLORI MMXVII ANTONELLO FABIO CATERINO RINASCIMENTO LATINO E VOLGARE STUDI CRITICI (2011-2016) con traduzioni inedite dal latino e un saggio di Digital Humanities Firenze Edizioni CLORI MMXVII Studi storici, filologici e letterari La collana Studi storici, filologici e letterari pubblica – in formato ebook, secondo i principi del gold open access, e cartaceo – saggi, edizioni e monografie di ambito storico e filologico-letterario. Tutte le opere della collana sono disponibili al download gratuito sulla home page dell’editore, a cui si rimanda per ogni altra informazione in merito. http://www.ereticopedia.org/edizioni-clori ISBN 978•88•942416•1•7 Quest'opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA. Copyright © 2017 by Edizioni CLORI In copertina: Giorgione (?), Gentiluomo con un libro, Washington, National Gallery of Arts, 1510 ca. Μὴ κακοῖς ὁμίλει Indice L’autore a chi legge……………………..……………………….5 Filliroe e i suoi poeti: da Tito Strozzi a Ludovico Ariosto……..….7 La medaglia di Sperandio de’ Savelli per Tito Vespasiano Strozzi e la tomba di Protesilao……...……….….………………...……..53 La lirica di Antonio Brocardo……………..……….……..……89 Nuovi documenti aretiniani in
    [Show full text]
  • Renaissance Heraldry by Jennifer Kathleen Mackenzie a Dissertation
    Renaissance Heraldry by Jennifer Kathleen Mackenzie A dissertation submitted in partial satisfaction of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in Italian Studies in the Graduate Division of the University of California, Berkeley Committee in charge: Professor Albert Russell Ascoli, Chair Professor Frank Bezner Professor Beate Fricke Professor Diego Pirillo Summer 2017 Renaissance Heraldry ã 2017 by Jennifer Kathleen Mackenzie Abstract Renaissance Heraldry by Jennifer Kathleen Mackenzie Doctor of Philosophy in Italian Studies University of California, Berkeley Professor Albert Russell Ascoli, Chair Heraldry is well-defined and, almost by definition, a narrow subject; a “feudal language” with codified rules, attributes, and a history that in its broad strokes has been told many times. Originating in medieval Europe around the invention of full-body armor, the culture of jousting and tournaments, notions of heredity, strong corporate institutions, and the practice of genealogy, it was common throughout the so-called ancien régime. Its fortunes are widely thought to have declined in the Italian Renaissance because of its incompatibility with some of the very features that have characterized the Renaissance as a distinctive cultural configuration and revolution, including the rise of the humanism, the emergence of the individual, the emancipation of the artist, and the return to classical antiquity. Renaissance Heraldry calls these theses into question with evidence of the vitality of heraldic forms in the fifteenth and sixteenth centuries in Italy; and with evidence that the definition and history of heraldry as we know them today are constructions of certain strands of Renaissance culture. This was tied to the humanists’ construction of the very concept of the Middle Ages.
    [Show full text]
  • Matteo Maria Boiardo (1441-1494)
    Matteo Maria Boiardo (1441-1494) Jo Ann Cavallo (Columbia University ) Revised By: Jo Ann Cavallo (Columbia University ) Poet; Humanist; Letter-writer/ Diarist; Playwright / Dramatist; Translator. Active 1463-1494 in Italy Matteo Maria Boiardo – contemporary of Sir Thomas Malory and forerunner of Shakespeare, Spenser, Milton, Cervantes, Tolkien, and C.S. Lewis – is best known as the author of the Orlando Innamorato [Orlando in Love], a poem in ottava rima organically merging Carolingian epic and Arthurian romance. He was also a lyric and pastoral poet, playwright, and translator of classical texts into the Italian vernacular. The eldest of five children, Matteo Maria Boiardo was born to Giovanni Boiardo and Lucia Strozzi in Scandiano under the sign of Gemini, as he notes in one of his sonnets. He was grandson of the humanist count of Scandiano Feltrino Boiardo, nephew of the Ferrarese court poet Tito Vespasiano Strozzi, and cousin of the Neoplatonist philosopher Giovanni Pico della Mirandola. Raised by his parents in Ferrara until the age of ten, Boiardo returned to live in his grandfather’s castle in Scandiano after his father’s death in 1451. Following the deaths of his grandfather (1456) and paternal uncle (1460), Boiardo initially shared the title of count as well as the governance of Scandiano and neighboring territories with his cousin Giovanni. During these years, Boiardo lived alternately in Scandiano and Ferrara, then under the reign of Borso d’Este. Boiardo’s earliest poetry was in Latin, in accordance with the humanist tradition, which was strongly felt in Ferrara due to the influence of Guarino da Verona.
    [Show full text]