Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Istituto Tecnico Commerciale “Vincenzo Volpe” Via A. De Gasperi n°10 – Tel/fax.:0825/441881 83035 (AV) e-mail [email protected]

Analisi della Struttura finanziaria delle imprese con sede legale nei comuni di:

Flumeri, ,,

Docente referente: prof.ssa Anna Maria Palatucci

Classe: V sez. A Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

0.)PRESENTAZIONE ISTITUTO E GRUPPO DI LAVORO

L’Istituto Tecnico Commerciale “Vincenzo Volpe” con sede in Grottaminarda alla via Alcide De Gasperi ha aderito per il quarto anno consecutivo al progetto ISFA, promosso dalla Provincia di , dal Centro Studi Amministrativo di Avellino e dal consorzio A.S.S.E. Obiettivo di questa quinta edizione è la classificazione e l’analisi dei bilanci delle società di capitali operanti nei settori industria e servizi e localizzati nei comuni della Provincia di Avellino. In particolare, alla classe VA dell’I.T.C. Volpe è stato dato il compito di analizzare le imprese operanti sul territorio compreso tra i Comuni di , Pietradefusi, Torre le Nocelle e Venticano. La referente Prof.ssa Anna Maria Palatucci ha coordinato il lavoro svolto dalla classe V sez. A, composta da 25 studenti di diversa provenienza.

TABELLA N° 1:Suddivisione degli studenti in base al di appartenenza Studenti Comuni di appartenenza Annese Giacomo Flumeri Basile Cinzia Bonito Battaglia Francesco Venticano Bove Gerardo Capone Gennaro Mirabella Eclano Cipriano Vito Colarusso Martina Venticano Colarusso Sabrina Venticano Converti Jessica Bonito De Nisco Fonzi Venticano De Rosa Maria Neve Bonito Di Pietro Angela Mirabella Eclano Di Pietro Antonia Bonito Di Pietro Bruna Mirabella Eclano Esposito Jacopo Mirabella Eclano Facente Giampiero Mirabella Eclano Ferriero Josè Grottaminarda Grasso Antonio Pietradefusi Grieco Jessika Mirabella Eclano Grieco Veronica Mirabella Eclano Lo Conte Riccardo Bonito Loffa Gianni Maiorano Francesca Guardia dei Lombardi Porciello Mirco Sartorio Pamela Taurasi Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

GRAFICO N°1: Distribuzione degli alunni della V A in base al comune di appartenenza

Paesi di provenienza BONITO

CARIFE

FLUMERI

GROTTAMINARDA 4% 16% 20% GUARDIA DEI 8% 4% LOMBARDI MIRABELLA ECLANO 4% 4% 4% PIETRADEFUSI 32% 4% TAURASI

VENTICANO

VILLAMAINA

Elaborazione a cura della V A dell’ITC Volpe di Grottaminarda Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

0.1) PRESENTAZIONE DEL TERRITORIO: I RISULTATI DELL’INDAGINE CONOSCITIVA TERRITORIALE

Le imprese oggetto dell’indagine operano tutte nei seguenti comuni della Provincia di Avellino: Flumeri, Pietradefusi, Torre le Nocelle e Venticano. Flumeri è situata in Valle Ufita, a differenza di Pietradefusi, Torre le Nocelle e Venticano che sono situati nella Valle del fiume Calore. I comuni analizzati non sono molto popolosi; infatti contano meno di 3500 abitanti. Nei comuni analizzati sono presenti servizi indispensabili alla popolazione e alle piccole e medie imprese, quali banche, uffici postali e scuole dell’obbligo. Pietradefusi è sede del Liceo Classico “Pascucci”. Nei comuni analizzati vi sono numerose esercizi commerciali, diverse imprese industriali e di servizi, e soprattutto aziende agricole, presenti in gran numero in tutti i paesi.

TABELLA N°2: Distribuzione delle imprese presenti nei comuni di competenza

Comune Numero di imprese Venticano 25 Pietradefusi 12 Torre le Nocelle 13 Flumeri 15 TOTALE 65

Grafico n°3: Distribuzione delle aziende presenti nei comuni di competenza

Flumeri 23% Venticano 39%

Torre le Nocelle 20% Pietradefusi 18%

Elaborazioni a cura della V A dell’ITC Volpe di Grottaminarda Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

0.2) PRESENTAZIONE DEL CAMPIONE OGGETTO DELL’ANALISI QUANTITATIVA

Le imprese analizzate operano tutte nel settore secondario e terziario. Esse sono imprese edili, meccaniche, commerciali e di trasporto. Tutte le aziende analizzate sono costituite sotto forma di società di capitali e, in particolare, società a responsabilità limitata.

0.3) BREVE DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ REALIZZATE ED EVENTUALI PROBLEMI METODOLOGICI RISCONTRATI

Gli studenti, guidati dalla professoressa referente Anna Maria Palatucci e dalla coordinatrice tecnica, dott.sa Dina Bianco, hanno portato avanti il progetto con grande impegno e determinazione. Inizialmente, è stata realizzata un’analisi conoscitiva del territorio, prelevando i dati necessari dagli uffici comunali e da risorse web. Successivamente è stata sviluppata l’indagine quantitativa. In questa fase gli studenti, dopo aver ricevuto tutto il materiale necessario (bilanci delle imprese di competenza e software per il calcolo degli indici) hanno analizzato i bilanci delle singole imprese. La motivazione che è alla base di questa analisi è la preoccupazione delle PMI di possibili ricadute negative nelle modalità di accesso al credito e nel pricing in seguito all’applicazione di Basilea 2. Infatti, il nuovo accordo di Basilea prevede la quantificazione dei rischi aziendali con il calcolo di rating del cliente. Le PMI sono generalmente caratterizzate da una certa opacità informativa e il rapporto di credito che esse intrattengono con le banche tende a fondarsi in larga misura su contatti di natura informale, da cui scaturiscono informazioni non sempre direttamente osservabili, di difficile quantificazione, e, quindi, non facilmente incorporabili in sistemi di carattere oggettivo. Una parte notevole delle aziende dell’avellinese risentirà dell’applicazione delle norme di Basilea 2, che potrebbe per loro essere un possibile fattore di crisi. L’analisi si propone di verificare l’andamento dei principali indicatori di bilancio. I bilanci analizzati sono stati relativi agli anni 2002/2003/2004. Il lavoro è stato svolto con relativa semplicità in quanto i software forniti dalla Società A.S.S.E. erano di facile utilizzo e non richiedevano particolari conoscenze tecniche. Qualche problema però si è verificato nella riclassificazione dei dati di bilancio, non sempre chiari e leggibili, soprattutto nelle informazioni della nota integrativa. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Si è analizzato un campione di 28 aziende sulle 65 riclassificate, studiando l’andamento del risultato economico e dei seguenti indici: ROI, ROE, ONERI FINANZIARI / CAPITALI DI TERZI.

Grafico n°4: ANDAMENTO DEL ROI NEL TRIENNIO

2004 0 2003 2002

AZIENDE

Elaborazioni a cura della V A dell’ITC Volpe di Grottaminarda

Il grafico evidenzia l’andamento del ROI nel triennio (2002-2003-2004). L’asse delle ascisse indica il numero delle aziende campione mentre l’asse delle ordinate rappresenta i valori in percentuale. La divisione della griglia del grafico rappresenta un punto percentuale. Solo 12 aziende, pari al 42,85% del campione analizzato, ha realizzato nel triennio una redditività degli impieghi positiva.

Grafico n°5: ANDAMENTO DEL ROE NEL TRIENNIO

ANNO 2004 0 ANNO 2003 ANNO 2002

AZIENDE

Elaborazioni a cura della V A dell’ITC Volpe di Grottaminarda Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Il grafico evidenzia l’andamento del ROE nel triennio (2002-2003-2004). L’asse delle ascisse indica il numero delle aziende campione mentre l’asse delle ordinate rappresenta i valori in percentuale. La divisione della griglia del grafico rappresenta un punto percentuale. Anche la redditività del capitale investito è positiva per poco più del 40% delle aziende campione. I risultati di questi due indici sono influenzati prevalentemente dal fatto che alcune aziende non hanno ancora iniziato la loro attività ed altre sono orientate alla conclusione (Conto economico del 2004 privo di valori).

Grafico n°6: INCIDENZA DEGLI ONERI FINANZIARI/CAPITALI DI TERZI NEL TRIENNIO

ANNO 2004 0 ANNO 2003 ANNO 2002

AZIENDE

Elaborazioni a cura della V A dell’ITC Volpe di Grottaminarda

Il grafico evidenzia l’incidenza degli oneri finanziari sul capitale di terzi (2002-2003-2004 ). L’asse delle ascisse indica il numero delle aziende campione, mentre l’asse delle ordinate rappresenta i valori in percentuale. La divisione della griglia del grafico rappresenta un punto percentuale. Si rileva l’alto costo del denaro per quasi tutte le aziende che accedono al mercato del credito. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Grafico n° 7: AZIENDE CAMPIONE

perdita-utile utile 18% 23% utile perdita utile-perdita utile-perdita 23% perdita-utile perdita 36%

Elaborazioni a cura della V A dell’ITC Volpe di Grottaminarda

Il grafico evidenzia l’andamento del risultato economico nel triennio (2002-2003-2004). Il 23% delle aziende campione esaminate ha conseguito per tutto il triennio un risultato economico positivo; il 36% ha avuto per tutto il triennio un risultato economico negativo. Il 23% delle aziende campione nel corso del triennio passa dall’utile alla perdita, mentre il restante 18% passa dalla perdita all’utile. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

1.) PREMESSA La seguente analisi intende fornire indicazioni circa le imprese con sede legale nei comuni di Venticano, Pietradefusi, Torre le Nocelle e Flumeri , provincia di Avellino, per gli anni 2002-2003-2004, risultanti, attualmente, in situazione di crisi. Si analizzerà, così, un triennio al fine di ottenere un trend del campione esaminato. Sul piano metodologico, si procede mediante l’analisi dei bilanci riclassificati, per poi passare agli indici opportunamente calcolati e coordinati.

L’indagine si basa sullo schema implementato, in generale, dalla Centrale dei Bilanci. Esso, partendo dalle statuizioni metodologiche ormai consolidate dalla dottrina, è tipicamente utilizzato, seppure con qualche modifica comunque non significativa, dalla generalità degli intermediari e degli analisti finanziari. In linea di massima, tale metodo è efficace per effettuare una diagnosi di ogni aspetto rilevante della gestione aziendale, pur mantenendo intatta l’unitarietà concettuale dell’impresa. Il numero di aziende i cui bilanci sono stati analizzati in modo aggregato è di n°65 per gli anni 2002, 2003 e 2004. Di seguito, quindi, si procede analizzando i bilanci riclassificati, per poi condurre l’analisi degli indicatori.

2.) I BILANCI RICLASSIFICATI

L’analisi dei bilanci riclassificati considera prima lo stato patrimoniale e, di seguito, il conto economico. Per questi, si procede alla percentualizzazione delle poste. Più in dettaglio, le voci dello stato patrimoniale sono percentualizzate in relazione al totale del capitale investito (o del passivo e netto), mentre il conto economico è percentualizzato in relazione ai ricavi netti d’esercizio. Secondo la migliore dottrina e la prassi corrente, infatti, è bene verificare le poste di bilancio in relazione alle grandezze aggregate di quest’ultimo (common size nella prassi di analisi finanziaria anglosassone), al fine d’indagare al meglio non tanto la dimensione dei fenomeni e degli equilibri aziendali, quanto la loro coerenza e la loro sostenibilità con la più generale formula imprenditoriale.

Lo stato patrimoniale è riclassificato secondo lo schema di liquidità crescente delle poste per l’attivo e secondo la progressiva esigibilità delle voci per il passivo. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

All’attivo, emerge una leggera prevalenza delle attività correnti su quelle immobilizzate .

% ATTIVO 2002 2003 2004 Attività immobilizzate 47,75% 48,19% 49,94% Attività correnti 52,25% 51,81% 50,06%

Questo fatto potrebbe essere attribuibile alla prevalenza delle aziende che operano nel settore terziario; la crescita nel triennio delle immobilizzazioni è dovuta a maggiori investimenti.

Per quanto riguarda l’attivo corrente, i crediti commerciali e le disponibilità liquide denotano un andamento crescente negli anni considerati, mentre il magazzino fa registrare un andamento decrescente.

% ATTIVO 2002 2003 2004 Magazzino 16,49% 14,24% 13,82% Crediti commerciali 28,46% 23,91% 42,88% Cassa e banche 1,02% 2,53% 3,39%

Il magazzino mostra una decrescita complessiva nel triennio 2002/2004 di circa 3 punti percentuali. Ciò potrebbe essere giustificato dall’incremento delle vendite e da una politica di snellimento delle scorte di magazzino. Per quanto concerne i crediti commerciali, essi mostrano una decrescita di circa 4,50 punti percentuali nell’anno 2003. Nel 2004, invece, i crediti commerciali sono aumentati di 19 punti percentuali. L’incremento sta a testimoniare la necessità delle imprese di concedere credito alla clientela per poter mantenere il fatturato in un periodo in cui l’accesso al credito bancario è difficile per tutti e la concorrenza aumenta in modo vigoroso. Infine, anche la liquidità aziendale è in lieve crescita ma si mantiene sempre su valori molto marginali.

Con riferimento al passivo, si assiste a un andamento costante: aumentano nel triennio le passività correnti, con la riduzione dei capitali permanenti.

% PASSIVO 2002 2003 2004 Capitali permanenti 44,12% 42,75% 41,71% Passività correnti 55,88% 57,25% 58,29% Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Da sottolineare come l’incremento delle passività correnti sia da attribuire soprattutto all’aumento della voce debiti verso banche a breve termine. Il capitale netto tende prevalentemente a crescere, attestandosi nell’ultimo anno considerato intorno al 33%.

% PASSIVO 2002 2003 2004 Capitale netto 29,65% 29,28% 33,17%

Le passività a breve termine verso le banche mostrano, come emerso in precedenza, un aumento passando dal 4,16% del primo anno al 6,58% dell’ultimo anno, segno di una maggiore fiducia del sistema bancario nelle PMI, ma anche per fronteggiare la maggiore dilazione concessa ai clienti.

% PASSIVO 2002 2003 2004 Debito verso banche a breve termine 4,16% 5,53 6,58 % %

L’analisi dello stato patrimoniale separatamente per le due sezioni deve essere, infine, effettuata unitariamente, confrontando l’attivo con il passivo.

% ATTIVO 2002 2003 2004 Attività immobilizzate 47,75% 48,19% 49,94% Capitali permanenti 44,12% 42,75% 41,71% Attività correnti 52,25% 51,81% 50,06% Passività correnti 55,88% 57,25% 58,89%

In sintesi, con riferimento agli equilibri orizzontali dello stato patrimoniale, si nota come i capitali permanenti coprano solo in parte le attività immobilizzate e le attività correnti, di conseguenza, non coprono le passività correnti. Il patrimonio circolante netto è negativo e tende a peggiorare nel triennio. Tale fenomeno è influenzato da una riduzione del magazzino e da un incremento delle attività immobilizzate nell’attivo patrimoniale, da un incremento delle passività correnti e da un decremento dei capitali permanenti nel passivo. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Un approfondimento a parte merita il capitale circolante netto commerciale, che esprime il fabbisogno finanziario connesso alla gestione operativa aziendale. A parità di altre condizioni, infatti, le aziende dovrebbero mirare a svolgere il loro ciclo di acquisto- trasformazione-vendita riducendo al minimo all’attivo l’impiego di risorse finanziarie in crediti ai clienti e in giacenze di magazzino che non sia finanziato dal credito ottenuto al passivo dai fornitori. In sintesi, quindi, il capitale circolante netto commerciale esprime il fabbisogno finanziario connesso all’attività corrente dell’impresa. Quest’ultima, ottimizzerebbe la propria gestione finanziaria quanto più, a parità di altre condizioni, riesce a ridurre l’ammontare di tale grandezza.

% ATTIVO 2002 2003 2004 Capitale circolante netto commerciale 20,65% 18,82% 34,60%

Il capitale circolante netto commerciale nel triennio considerato fa registrare una diminuzione nel 2003 rispetto al 2002, passando dal 20,65% nel 2002 al 18,82% nel 2003; nell’ultimo anno in esame l’indice quasi raddoppia, perché i crediti commerciali aumentano in modo più che proporzionale (infatti sono circa il doppio) rispetto ai debiti a breve termine di natura commerciale. L’aumento della posta va dunque visto in maniera sfavorevole, richiedendo maggiori risorse finanziarie per essere coperto e incidendo ciò negativamente sul fabbisogno finanziario connesso alla gestione operativa aziendale.

Il conto economico dell’azienda è riclassificato secondo lo schema a valore aggiunto, margine operativo lordo, risultato operativo della gestione caratteristica e risultato operativo. A valle di quest’ultimo si trovano, poi, le componenti finanziarie e quelle straordinarie. Il valore aggiunto rappresenta la ricchezza prodotta dall’azienda in relazione al ciclo di acquisto-trasformazione-vendita. Esso deve essere ripartito tra lavoro (costo per il personale) e remunerazione del capitale, sia fisico (ammortamenti e accantonamenti) sia finanziario (oneri finanziari e reddito netto a favore degli azionisti). Il margine operativo lordo è la differenza tra i ricavi e i costi monetari della gestione caratteristica. In quanto tale, esso rappresenta il flusso di cassa massimo che l’azienda riesce a trarre dal ciclo di acquisto-produzione-vendita, escludendo i proventi estranei alla gestione caratteristica e senza dovere ricorrere ad alienazione di cespiti aziendali. Il risultato operativo della gestione caratteristica esprime la bontà economica dell’iniziativa imprenditoriale. Esso, infatti, se non vi Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE fossero proventi diversi, oneri per il debito e componenti straordinarie, una volta pagate le imposte diverrebbe interamente reddito netto. Il risultato operativo rende conto del reddito che l’azienda è in grado di ottenere dal complesso del capitale investito, a prescindere che sia inerente alla gestione caratteristica, in ciò originando il risultato operativo della gestione caratteristica, o relativo a gestioni accessorie, in ciò determinando proventi diversi. Il risultato corrente è pari alla remunerazione imprenditoriale una volta che siano stati remunerati gli apportatori di capitale a titolo di debito, in particolare banche e intermediari finanziari. Il risultato ante imposte, rispetto al precedente, sconta l’effetto, positivo o negativo, dei componenti straordinari di reddito. Il reddito netto esprime la remunerazione imprenditoriale che l’azienda è in grado di produrre per il soggetto economico. Per le aziende analizzate, esso mostra un andamento decrescente con un significativo peggioramento nell’anno 2004.

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Reddito netto -0,45% -1,22% -3,29%

La redditività netta deve comunque essere compresa con riguardo alla gestione sia operativa, sia extraoperativa. Analizzando le determinanti del reddito netto, si può quindi iniziare dal primo risultato intermedio esposto in precedenza. Il valore aggiunto, cioè la ricchezza prodotta dall'azienda in relazione alla sua attività caratteristica, denota un trend prima crescente e poi decrescente, con un aumento di circa 3 punti percentuali tra il 2002 e il 2003 e una diminuzione di 1,37 punti percentuali tra il 2003 e il 2004 per effetto combinato della variazione, registrata nel 2004, delle scorte di semilavorati, prodotti e commesse, della minore incidenza degli acquisti e della maggiore incidenza dei servizi.

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Valore aggiunto 19,35% 22,38% 21,01% Acquisti netti -59,25% -57,58% -56,76% Servizi -28,59% -24,80% -27,56% Variazione scorte 2,23% 0,83% 1,32%

Il margine operativo lordo, da parte sua, mostra un andamento parabolico. Nel 2003 cresce di 1,66 punti percentuali per effetto del forte incremento subito dai ricavi di vendita e dalla variazione delle scorte di materie prime. Nel 2004 l’indice scende al 2,06% per effetto dell’incidenza del costo del lavoro, tra l’altro in crescita. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Costo del lavoro -15,81% -17,17% -18,95% Margine operativo lordo 3,55% 5,21% 2,06%

Il risultato operativo della gestione caratteristica mostra un andamento prima crescente e poi decrescente, con un incremento di 0,62 punti percentuali nel 2003 e un netto peggioramento nel 2004, anno in cui l’indice è pari a -1,96%.

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Ammortamenti -3,80% -4,06% -4,01% Accantonamenti -0,16% -0,12% -0,02% Risultato Operativo Gestione Caratteristica -0,41% 1,03% -1,96%

Il risultato operativo segue l’andamento del risultato operativo della gestione caratteristica: mostra una significativa crescita nel biennio 2002/2003 e un netto peggioramento nel biennio 2003/2004.

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Saldo proventi diversi 1,00% 1,20% 1,60% Proventi finanziari 0,29% 0,39% 0,13% Risultato operativo -0,12% 1,88% -0,93%

A valle del risultato operativo gli oneri finanziari mostrano una incidenza costante sul totale dei ricavi.

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Risultato operativo -0,12% 1,88% -0,93% Oneri finanziari -2,32% -2,54% -2,40% Risultato corrente -2,48% -0,69% -3,48% Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

I componenti straordinari, formati prevalentemente da plusvalenze, sono significativi nell’anno 2002, si riducono allo 0,50% circa nel 2003 e recuperano leggermente nel 2004. Tale andamento è sicuramente positivo nell’economia generale dell’analisi, in cui i componenti straordinari sono comunque occasionali e non incidono sull’eventuale pianificazione.

% RICAVI NETTI 2002 2003 2004 Plus(minus)valenze da realizzo 3,67% 0,51% 0,78%

3.) GLI INDICATORI DI BILANCIO

Lo schema di analisi degli equilibri dell’azienda tramite indicatori si basa su alcuni dati patrimoniali di sintesi, sui tassi di sviluppo aziendale, sugli indici di redditività, in particolare sulla scomposizione del ROE aziendale nelle sue principali determinanti, sugli indicatori di liquidità e di capitale circolante e su quelli di struttura finanziaria. Tra i dati patrimoniali di sintesi emergono alcune evidenze.

In unità di euro 2002 2003 2004 (Valori aggregati) Margine di struttura -233.398 -258.474 -243.565 Patrimonio netto tangibile 329.381 421.739 483.128 Capitale circolante finanziario -35.185 -134.618 -163.503 Capitale circolante commerciale 275.999 265.442 529.480 Saldo di liquidità -242.843 -349.396 -380.220

Il margine di struttura è calcolato come differenza tra il patrimonio netto e le attività immobilizzate e denota se e quanto gli investimenti aziendali siano finanziati con capitale proprio piuttosto che con mezzi di terzi. Il dato per le aziende in analisi è negativo: ciò conferma come il capitale permanente finanzi solo in parte le attività immobilizzate, per cui la differenza è coperta anche dalle passività correnti. Il patrimonio netto tangibile è la differenza tra il capitale netto e le immobilizzazioni immateriali e rende evidenza della quota di patrimonio che è tangibilmente disponibile in azienda. Tale indicatore, a differenza del margine di struttura, si mostra in aumento nel biennio 2002/2004, fatto, questo, da giudicarsi in modo positivo, anche in ottemperanza ai principi contabili internazionali sulla valutazione delle immobilizzazioni immateriali. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Il capitale circolante netto finanziario è la differenza tra l’attivo corrente e il passivo corrente. Esso fornisce ragione della capacità teorica aziendale di fare fronte agli impegni finanziari di breve periodo, cioè le passività correnti, con le attività correnti, teoricamente liquidabili entro l’anno. Esso è negativo e fa registrare un peggioramento nel triennio considerato da riguardarsi in modo negativo. Deducendo le scorte dall’attivo corrente e sottraendo sempre il passivo corrente si ottiene il saldo di liquidità. Tale indice fornisce l’evidenza delle poste monetarie disponibili nelle imprese per fare fronte ai propri impegni monetari correnti. Questo indicatore è negativo ed in peggioramento durante tutto il triennio in esame. Da ultimo il capitale circolante netto commerciale va attentamente esaminato. Esso è calcolato come differenza tra credito ai clienti più ammontare del magazzino meno debito verso i fornitori. In tale ottica, l’indice fornisce la misura del fabbisogno finanziario aziendale connesso al ciclo di acquisto-trasformazione-vendita. Se positivo, infatti, si ha la necessità di ulteriori finanziamenti, in quanto i fornitori non finanziano i crediti ai clienti e le scorte di magazzino. Tale indice si mostra positivo e con un andamento in aumento nel tempo. In particolare, esso ha subito un forte peggioramento nel 2004. Passando agli indicatori di bilancio, è bene partire dalla scomposizione della redditività netta del capitale proprio (RN/CN cioè ROE) nelle sue principali determinanti: redditività operativa del capitale investito (RO/CI cioè ROI), coefficiente d’indebitamento (CI/CN) e incidenza della gestione extraoperativa (RN/RO). La formula di scomposizione è riportata di seguito:

RN/CN = RO/CI * CI/CN * RN/RO

INDICI 2002 2003 2004 RN/CN -1,08% -2,45% -5,98% RO/CI -0,09% 1,17% -0,58% CI/CN 3,42 3,22 2,91 RN/RO 369,31% -64,73% 354,92%

La redditività netta del capitale proprio dell’azienda (ROE), mostra un preoccupante peggioramento nel 2004 dovuto al peggioramento del reddito netto. A sua volta, il ROI (RO/CI), cioè la redditività operativa del capitale investito, misura della bontà della gestione imprenditoriale complessiva, fa registrare un netto miglioramento nel 2003 e torna negativo nel 2004. Il coefficiente d’indebitamento (CI/CN) mostra una leggera diminuzione nel triennio. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

A valle del risultato operativo, si ha, infine, il rapporto RN/RO, che ha un andamento parabolico; in particolare nel biennio 2002/2003 subisce una forte diminuzione, per poi risalire ai valori iniziali nel 2004. In particolare, esso è dato da (1- OF/RO +-CS/RO –I/RO), dove OF sono gli oneri finanziari, CS sono i componenti straordinari e I sono le imposte.

Scendendo più in dettaglio nella scomposizione del ROI, si hanno indicazioni utili sul trend definito di aumento della redditività operativa del capitale investito netto.

INDICI 2002 2003 2004 RO/RICAVI (Margine sui ricavi) -0,12% 1,88% -0,93% RICAVI/CI (Turnover) 0,70 0,62 0,63

Il margine sui ricavi (RO/RICAVI) per le imprese in esame è negativo nel 2002, diventando positivo nel 2003, per poi ritornare a valori negativi nel 2004. Il turnover (RICAVI/CI), invece, si mantiene pressoché costante biennio 2003/2004, mentre subisce un calo nel biennio 2002/2003 per effetto dell’aumento più che proporzionale del capitale rispetto all’aumento dei ricavi.

Passando all’approfondimento dell’aspetto finanziario, emergono rafforzate le indicazioni già desunte dalla riclassificazione dello stato patrimoniale.

INDICI (in %) 2002 2003 2004 Liquidità immediata 63,32% 60,46 58,75 % % Liquidità corrente 94,92% 85,31 82,77 % % Liquidità/Ricavi netti di esercizio 3,63% 7,42% 7,41%

La liquidità immediata, cioè il rapporto tra le attività correnti meno le scorte e le passività correnti, per le aziende in esame è inferiore all’unità in tutto il triennio considerato. La liquidità corrente, inoltre, comprendendo il magazzino tra le attività correnti, si mostra positiva e in riduzione nel biennio 2001/2002. Tale indicatore, tuttavia, come già evidenziato, risente delle scorte, le quali, data la loro consistenza e relativa fissità in bilancio, non dovrebbero essere riguardate come liquide, ma in parte come attività immobilizzate. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Infine, il rapporto tra liquidità e ricavi netti di esercizio mostra una netta crescita nel biennio 2002/2003 (il dato raddoppia), si stabilizza nel biennio 2003/2004.

INDICI 2002 2003 2004 DURATA CCN (gg) 97 76 171 CLIENTI 148 140 250 MAGAZZINO 91 88 85 FORNITORI 142 152 164

La durata del credito ai clienti nonché il finanziamento ottenuto dai fornitori mostrano una andamento crescente nel triennio; mentre il magazzino assume un andamento decrescente nel triennio considerato. Ne discende un andamento prima decrescente e poi crescente del tempo medio di durata del capitale circolante netto commerciale, da imputare alla politica commerciale e, in particolare, all’andamento sia dei clienti che dei fornitori.

Passando alla struttura finanziaria emergono due evidenze.

INDICI (in %) 2002 2003 2004 Capitale netto/Debiti finanziari 182,13% 133,59% 138,86% Debiti finanziari a breve vs banche/Ricavi netti 6,08% 12,34% 11,85%

Debiti finanziari totali/Ricavi netti 22,90% 37,31% 39,60% Debiti finanziari a breve/Debiti finanziari totali 26,55% 33,06% 29,92%

In primo luogo, si evidenzia un peggioramento della capitalizzazione delle aziende, come dimostrato dalla riduzione del capitale netto rispetto ai debiti finanziari in aumento. Il livello dei debiti finanziari a breve termine cresce nel triennio, anche se nel 2004 si registra un leggero calo rispetto al 2003. Ugualmente, aumenta il livello dei debiti finanziari totali. Ciò evidenzia il quadro di aziende che non si basano esclusivamente sul debito bancario a breve termine rispetto al totale delle fonti di finanziamento, anche se è in progressiva riduzione il ricorso al capitale proprio. Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Esaminando l’incidenza del costo del debito, gli oneri finanziari aumentano comunque la loro incidenza negativa rispetto al margine operativo lordo, cioè in relazione al flusso di cassa massimo che le aziende sono in grado di produrre. Si ha un leggero miglioramento nel 2003 e un netto peggioramento nel 2004.

INDICI (in %) 2002 2003 2004

Oneri finanziari/Margine -66,58% -49,52% -123,68% Operativo Lordo

4.) UNA VISIONE D’INSIEME DEGLI EQUILIBRI AZIENDALI

Ai fini dell’apprezzamento unitario complessivo del rischio operativo e finanziario sopportato dall’azienda si fa ricorso allo sviluppo completo della formula della scomposizione del ROE (RN/CN) elaborata da Modigliani-Miller. Essa pone in forma additiva le determinanti aziendali della redditività netta del capitale proprio in precedenza viste in formulazione moltiplicativa.

ATTIVO PASSIVO E NETTO

MEZZI DI TERZI (DEBITI) CAPITALE INVESTITO (i%=OF/MEZZI DI TERZI) (ROA%=RO/CI) ______CAPITALE PROPRIO (ROE%=RN/CN)

L’attivo, come noto, produce per il soggetto economico una determinata redditività, ROI% = RO/CI, mentre al passivo i debiti (intesi in senso lato come MEZZI DI TERZI) impongono il pagamento di un determinato tasso d’interesse medio ponderato, i%. Le imprese, in estrema sintesi, hanno vantaggio a indebitarsi (cioè ad aumentare DEB/CN) fino a quando il rendimento dell’attivo (misurato da ROI%) è superiore al costo del debito (rappresentato da i%). Nella formulazione si ha: RN/CN = ROE% = [ROI% + (ROI% - i%) * DEB/CN] Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Con riguardo alle imprese in esame, si hanno i seguenti valori nei vari anni considerati.

INDICI 2002 2003 2004 ROI% -0,09% 1,17% -0,58% i% 2,51% 0,57% 3,14% (ROI% - i%) -2,6% 0,6% -3,72% DEBITI/CN 2,37 2,42 2,01

Lo spread tra rendimento del capitale e costo del debito è negativo nel 2002, positivo nel 2003 e negativo nel 2004, peggiorando anche rispetto al primo anno di analisi. Il coefficiente d'indebitamento assume nel periodo considerato un andamento pressoché costante (debiti più del doppio del capitale proprio), denotando un miglioramento nel 2004, con una ripresa della patrimonializzazione. In relazione a ciò, la situazione reddituale e patrimoniale delle imprese in esame non può essere vista con favore.

5.) CONCLUSIONI

Volendo trarre delle conclusioni sul campione analizzato, si possono analizzare separatamente i tre aspetti rilevanti della gestione aziendale:  redditività (equilibrio reddituale);  solvibilità (equilibrio patrimoniale);  liquidità (equilibrio finanziario). Redditività Gli indici di redditività si mostrano in peggioramento nel triennio indagato. La redditività netta del capitale proprio è negativa. In particolare, la redditività del capitale investito nel 2004 si dimostra in forte diminuzione. La redditività operativa aziendale non copre gli oneri finanziari connessi ai debiti contratti, tranne nel 2003. Il trend fa pensare che il dato positivo del 2003 abbia incoraggiato investimenti nel 2004, che non hanno reso i risultati previsti. Solvibilità Non emerge un equilibrio tra le scadenze dell’attivo e quelle del passivo. Le scorte costituiscono circa il 16% del totale del capitale investito nel 2002 e tendono a diminuire nel triennio; i crediti commerciali sono in aumento e le fonti a medio lungo-termine non coprono il capitale immobilizzato Progetto ISFA 5 Menzione di Merito Premio Sfide 2004 alla società ASSE

Da rilevare, comunque, che il margine di struttura patrimoniale, negativo, migliora nel 2004 rispetto al 2003. Allo stesso modo, si assiste all’aumento del patrimonio netto tangibile. Liquidità A livello finanziario, le aziende non presentano un equilibrio. Le attività correnti, infatti, non coprono le passività correnti e i debiti verso i fornitori non finanziano totalmente i crediti e il magazzino. Gli indici sono in peggioramento nel triennio. A sua volta, il capitale circolante netto commerciale, espressione del fabbisogno finanziario connesso alla gestione corrente, si mostra discreto rispetto al capitale investito. Lo stesso dicasi per la sua durata, la quale è in netto aumento nel tempo. I debiti finanziari risultano in aumento nel triennio. In estrema sintesi, l’analisi dei bilanci delle aziende analizzate mette in luce il quadro di imprese con una scarsa capacità reddituale e una ridotta capitalizzazione, che tende leggermente a migliorare nell’ultimo anno di analisi. L’indebitamento commerciale tende a decrescere nel triennio, ma l’incidenza dei debiti finanziari sui ricavi netti tende a crescere per effetto dell’aumento dell’indebitamento sia a breve che a medio/lungo termine. Per il futuro sarà necessario incrementare il capitale proprio anche a fronte di un potenziale incremento del costo del denaro, ma soprattutto effettuare adeguate politiche di produzione e vendita e cercare anche nuovi mercati di sbocco.