Saluto del Prof. Luciano Masieri COMUNE DI FERRARA Assessore allo Sport Città Patrimonio dell’Umanità

na storia di sport lunga quarant’anni rappresenta un grande Utraguardo anche per una manifestazione sportiva come il Giro delle Mura Estensi. Quarant’anni di passione, di voglia di fare, di so- gni e di speranze con i piedi sempre ben saldi a terra, sono i requisiti di merito da ascrivere a due storiche società podistiche ferraresi: la Polisportiva Otello Putinati e Ferrara che Cammina. Un sogno che continua anche oggi, un traguardo importante che deve motivare il nuovo sodalizio sportivo a proseguire anche negli anni a venire pur tra le crescenti difficoltà. In tutti questi anni il Giro delle Mura Estensi si è guadagnato uno spazio importante nel panorama delle corse su strada, anche in virtù delle peculiarità del tracciato. L’Ippodromo comunale, punto di partenza e arrivo, e le mura cittadine rappresentano una forte attrattiva per gli appassionati podisti. E proprio le Mura della nostra città sono state un testimone memorabile in questi lunghi quarant’anni. Esse rappresentano una grande palestra a cielo aperto, il luogo ideale dove praticare attività motoria e trascorrere insieme alla famiglia e agli amici momenti di svago nel tempo libero. Un censimento voluto dal Servizio Sport alcuni anni fa, dimostrò che quasi duemila persone al giorno utilizzano le mura per una sana camminata o una più impegnativa corsa, mentre sono anche il luogo di allenamento prediletto degli atleti delle corse di mez- zofondo, fondo e maratona. Su questo importante monumento storico eretto a difesa della città, hanno corso i più forti maratoneti del mondo e diversi campioni olimpici da a , da a . E poi come dimenticare gli anni ottanta e la leggendaria scuola ferrarese di maratona di G. Paolo Lenzi che ha consacrato atleti del calibro di Massi- mo Magnani e , e Giuseppe Pambianchi, Fausto Molinari e Laura Fogli. Un movimento che coinvolgeva migliaia di appassionati e si ritrovava sistema- ticamente sulle “Mura” a qualsiasi ora del giorno. Il Giro delle Mura Estensi si disputa tradizionalmente il primo di Maggio e ha il merito di coniugare lo sport con la festa dei lavoratori. Lo sport, come il lavoro, è conquista dei diritti, maggiore possibilità di utilizzo del tempo libero e miglioramento della qualità della vita. Tutto il mio riconoscimento va quindi a quel gruppo di podisti della Polisportiva Otello Puti- nati che ha avuto questa felice intuizione: valorizzare le Mura cittadine attraverso una gara podistica e all’associazione Ferrara che Cammina che si è affiancata ai primi organizzatori solo in tempi più recenti. Grazie davvero con l’auspicio di ritrovarci tutti tra altri QUA- RANT’ANNI per una nuova festa. Assessore allo Sport del Comune di Ferrara Prof. Luciano Masieri I miei primi 40 anni

miei primi 40 anni”, così titola un libro che raccontava i pri- “Imi 40 anni di vita di un (abbastanza) famoso personaggio del mondo dello spettacolo di qualche tempo fa. 40 anni di storia, episodi, avvenimenti che in qualche modo hanno caratterizzato un certo ambiente della nostra Società. 40 anni li compie anche la “Primo Maggio”, simbolo del mondo po- distico ferrarese, nata in un periodo storico del nostro Paese, dove a causa (o grazie) all’Austerity la gente cominciò a riappropriarsi del concetto di salute, di movimento, di salvaguardia dell’ambiente e di risparmio energetico. 40 anni sono passati ma, per certi aspetti, sembra di essere ancora fermi a quegli anni! Il parallelo con la “Primo Maggio” mi sembra perfettamente calzante: nata per simboleg- giare un nuovo stile di vita, per aggregare la cittadinanza in una giornata simbolica per il mondo del lavoro, per valorizzare un importante contesto sportivo cittadino (l’Ippodromo), la Primo Maggio, organizzata per un lungo periodo dalla gloriosa Polisportiva Putinati ed oggi dal G.P. Ferrara che cammina, è ancora lì, oggi come allora, senza alcun cambiamen- to, senza una precisa identità, confusa in mezzo a tante altre manifestazioni, che saturano disorganicamente il calendario podistico ferrarese, con l’unica caratteristica di essere un appuntamento cui, se possibile, non mancare. Non è certo per responsabilità di chi annual- mente l’ha organizzata o l’organizza, ma di tutti coloro che non ne hanno capito il significa- to, l’importanza e non hanno saputo e voluto darle un’identità precisa ed un valore simbolico vero! 40 anni passati come fosse sempre la prima edizione, senza vederne le potenzialità, senza capire l’evoluzione sociale ed il valore dello Sport, senza utilizzare questa manifesta- zione per valorizzare una città, forte di un patrimonio artistico e culturale importanti e di un contesto atletico che ha segnato la storia della corsa in Italia. Una storia di “normale amministrazione”, come tante altre che hanno caratterizzato e stan- no contrassegnando la nostra Città. Non è un problema di soldi, ma di visuale prospettica, di fantasia, di capacità, di ingegno. Requisiti indispensabili per chi dovrebbe gestire una Comunità.

Auguri Primo Maggio! Un augurio sincero da chi come me ha mosso i primi passi sportivi all’Ippodromo e sulle Mura cittadine e lì ne ha aperto e chiuso la carriera sportiva. Ti auguro che i primi 40 anni non siano passati invano e che, seppur in ritardo, ci si accorga del tuo valore simbolico e che ci si impegni a garantirti almeno altri 40 anni, ma più importanti e significativi.

Massimo Magnani 40° giro Podistico delle Mura

assano gli anni e mantiene intatto tutto il suo fascino; il Giro Pdelle Mura Estensi rimane indubbiamente tra le manifestazio- ni podistiche più radicate nel cuore degli sportivi ferraresi, anche e soprattutto di quelli che durante tutto l’anno non partecipano quasi mai a nessuna delle altre gare, che pure numerose infittiscono il calendario degli appuntamenti. Nacque dall’impegno di un gruppo di podisti della Polisportiva Putinati l’idea di una corsa podistica che circondasse la città attraverso quello che negli anni è diventato il percorso prediletto dai podisti che si allenano a Ferrara. Sulle Mura sono passati molti campioni che hanno onorato il Giro delle Mura con la loro presenza, ma ciò che ha permesso a questa manifestazione di rimanere nel tempo è stata la continua adesione di tanti corridori amatori e di tanti camminatori. A chi segue la partenza della gara dalle tribune dell’Ippodromo fa sempre una certa impres- sione vedere la pista riempirsi di atleti durante il primo chilometro di gara e il serpentone che si snoda colorato prima di dirigersi verso via Fabbri e poi verso l’inizio delle Mura in piazza Travaglio.

Mantovani e Mazzanti In molti ricordano l’edizione del 1988, in occasione della quale Massimo Magnani concluse la sua carriera agonistica, sce- gliendo di farlo proprio nella manifestazio- ne che aveva già vinto per cinque volte a cominciare dall’anno in cui decise di fare il suo esordio nella maratona. Accompagnato da altri illustri atleti che avevano colto in quegli anni risultati di prestigio a livello internazionale, colse la sesta vittoria tra gli applausi dei ferraresi. Va comunque precisato che sul tracciato originario, che poi subì alcune modifiche negli anni per ragioni di viabilità, la mi- gliore prestazione tecnica fu ottenuta da Giuseppe Pambianchi, l’unico ad essere in grado nel 1980 di completare la prova in un tempo inferiore ai 40 minuti, oltre ad essere stato vincitore di quattro edizioni. Dopo aver preparato ventidue edizioni del Giro delle Mura, la Polisportiva Putinati cede nel 1995 al Gruppo Podistico Pizze- Massimo Magnani ria Pippo (poi diventato Ferrara che Cammina) l’organizzazione della gara. Nel 2000 il tracciato si arricchisce di un passaggio ancor più suggestivo: anziché percorrere via Baluardi per salire sulle Mura una volta giunti ai Bagni Ducali, gli atleti ora attraversano tutto il tratto di sottomura che da Porta Paola conduce fino a San Maurelio.

Quest’anno si corre la quarantesima edizione; poche sono le manifestazioni che riescono a mantenere questa durata nel tempo. Il prestigioso traguardo raggiunto non è solo quello varcato dai podisti dopo la loro fatica, ma anche quello raggiunto da volontari ed appassio- nati che negli anni hanno fornito il loro contributo all’organizzazione del Giro delle Mura Estensi.

Claudio Bottoni Luigi Marini e Giuseppe Pambianchi I consigli di Massimo Magnani

COSA FARE PER STARE BENE E SENTIRSI MEGLIO

PREMESSA La qualità della vita è un tema sempre più centrale nell’attuale organizzazione sociale di tutte le comunità. Qualità della vita significa scelte strategiche dal punto di vista politico, ma anche semplici azioni quotidiane che consentono a chiunque di trarre qualche beneficio e migliorare il proprio stile e qualità della vita; fra queste l’attività fisica, insieme ad altre corrette abitudini possono essere un prezioso aiuto per stare meglio con se stessi, quindi anche con gli altri ed essere soggetti attivi ed utili alla propria comunità.

PERCHé PRATICARE ATTIVITÀ FISICA? Praticare attività fisica significa recuperare le prerogative tipiche dell’uomo, vuol dire preve- nire eventuali patologie di organi e apparati, vuol dire riappropriarsi di stili di vita improntati alla salute, al benessere e a una migliore qualità della vita. Praticare attività fisica comporta numerosi benefici: migliora la salute fisica e mentale,- di minuiscono i rischi di obesità e di malattie legate al sovrappeso. È noto, risaputo, accertato e dimostrato che l’esercizio fisico regolare diminuisce i rischi di essere colpiti da malattie tipo: • malattie cardiache; • alcuni tipi di cancro; • diabete; • malattie ossee quali osteoartrite e osteoporosi; • depressione.

Diversi sono i benefici derivati dalla costante e regolare attività fisica; oltre a quello di contrastare l’obesità, che tende a colpire quasi il 30% della popolazione, anche giovane, i più significativi sono: • migliore efficienza cardio-circolatoria; • migliore efficienza respiratoria; • maggiore mobilità articolare; • migliore capacità di concentrazione; • migliore capacità relazionale; • migliore controllo del peso corporeo; • migliore rapporto fra età biologica ed età cronologica; • minori possibilità di contrarre malattie in genere.

Ogni fascia di età può trarre grandi benefici dalla pratica dell'attività fisica: i giovani, perché possono sviluppare uno stile di vita sano le persone di mezz'età, per evitare i seri problemi legati alla vita sedentaria gli anziani, perché da una maggiore mobilità pos- sono trarre maggiore forza e una vita sociale più attiva. QUALI ATTIVITÀ? Praticare attività fisica è utile perché aiuta a prevenire le patologie tipiche della sedentarie- tà, ma è anche facile e semplice da farsi perché non sono richieste particolari attrezzature e può essere fatta in qualsiasi momento della giornata e con qualsiasi condizione atmosferica. È, inoltre, dimostrato che tutti possono praticare attività fisica. Le principali, più semplici e immediate attività di movimento per l’uomo sono: Camminare: il passo è l’attività più immediata, può essere praticata in qualsiasi posto (me- glio evitare le strade di grande traffico), in qualsiasi momento e con qualsiasi clima. Si può iniziare con mezz’ora, magari alternando alcuni minuti di passo svelto ad altri di minore impegno; per chi avesse l’opportunità, si può anche dividere il tempo in momenti diversi della giornata. Camminare, solitamente, non crea disturbi alla colonna vertebrale o alle arti- colazioni in genere. Correre: la corsa è un’altra delle attività fisiche e di movimento più semplici ed immediate; anch’essa può essere praticata da chiunque (cardiopatici compresi) e in qualsiasi momento della giornata. È consigliabile iniziare per gradi, alternando qualche minuto di corsa ad altri di passo, fino a quando si è in grado di correre circa 30 minuti consecutivi. È altrettanto uti- le accompagnare la corsa con alcuni semplici esercizi di mobilità articolare e di allungamen- to (stretching) che aiutano a non sovraccaricare la colonna vertebrale e le articolazioni.

QUANDO, QUANTO, COME? Affinché i benefici dell’attività fisica e di movimento possano incidere effettivamente sulla salute e possano migliorare il funzionamento dei principali organi, è necessario praticare attività fisica con regolarità e metodo: QUANDO: con continuità, più volte possibile nell’arco della settimana; per incidere sulla salute, l’attività fisica dovrebbe essere praticata almeno a giorni alterni QUANTO: è consigliabile cominciare con un impegno minimo ed aumentare progressiva- mente la quantità di tempo da dedicare all’attività fisica. All’inizio possono essere sufficienti circa 30 minuti e nel tempo si può arrivare anche ad 1ora e oltre. COME: l’attività fisica deve impegnare l’organismo, ma non deve dare disagio; il “fiatone” è un segnale preciso, così come non riuscire a scambiare almeno qualche parola con qualcuno è un segnale di impegno eccessivo.

ALIMENTAZIONE Oltre all’attività fisica regolare, l’alimentazione è un altro elemento che può incidere po- sitivamente sulla salute e sul benessere dell’uomo. I principali criteri cui attenersi per un alimentazione corretta sono: il consumo di cibi a basso contenuto di grassi, la moderazione, la varietà; fra gli alimenti da utilizzare con maggior frequenza si possono indicare la frutta e la verdura (fino a 5 volte a giorno), carne magra, cereali integrali e prodotti caseari a basso contenuto di grassi. Fra la diete, quella “mediterranea”, che non è uno specifico programma dietetico, ma un in- sieme di abitudini alimentari tradizionalmente seguite dai popoli dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, è ormai diventata un punto di riferimento per tutti; gli elementi che caratterizzano la dieta mediterranea sono: • Un elevato consumo di frutta, verdura, patate, fagioli, noci, semi, pane e cereali. • Uso dell’olio d’oliva per cucinare e per condire. • Moderate quantità di pesce, ma poca carne. • Piccole/moderate quantità di formaggio grasso e yogurt intero. • Consumo moderato di vino, di solito ai pasti. • Alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi. • Stile di vita attivo. FERRARA – 1° MAGGIO 2012

IL GIRO DELLE MURA ESTENSI Ferrara che cammina 2012: Manifestazione aperta a tutti i podi- sti, donne, uomini e ragazzi, Enti di propaganda, amatori e liberi, nel cuore della capitale del podismo!!! Il ritrovo è fissato per le ore 8,00 presso l’Ippodromo Comunale di Ferrara, dove ci saranno sia la partenza che l’arrivo. Speaker della gara: Daniele Trevisi.

REGOLAMENTO GENERALE La manifestazione si effettuerà con qualsiasi tempo. Assistenza medica assicurata per l’intera manifestazione da medico sportivo e ambulanza a cura della Croce Rossa Italiana. Ristoro: uno all’arrivo, e uno lungo il percorso. Il premio di partecipazione si ritira con l’ordine di arrivo. La Società Organizzatrice, pur avendo cura della buona riuscita della manifestazione, de- clina ogni responsabilità per quanto possa accadere a concorrenti, cose o a terzi, prima, durante e dopo lo svolgimento della manifestazione. Per l’iscrizione alla gara competitiva è necessario il certificato di idoneità sportiva (rilasciato dalla Medicina dello Sport). L’accertamento dell’idoneità fisica deve essere effettuato sotto la propria responsabilità da ogni concorrente o, in caso di minori, da chi ne esercita la patria potestà. Il Presidente di ogni società è responsabile dei propri atleti; i liberi dovranno presentare il certificato all’atto dell’iscrizione. Eventuali reclami dovranno essere accompagnati da Euro 15,00 e saranno vagliati dai Giu- dici di Gara. La tassa sarà restituita in caso di giudizio affermativo.

Le iscrizioni sono aperte fino a 10 minuti prima della partenza per i liberi, mentre per i gruppi e le società sportive le iscrizioni si chiudono domenica 29 aprile 2012 alle ore 18 (con possibilità il giorno della gara di aggiungere eventuali iscrizioni mancanti in fase di prenotazione). Per informazioni ed iscrizioni: Sig.ra Orlandini Floriana tel. e fax 0532 976565 - Sig. Car- nevali Mario tel. e fax 0532 976232. Per Società e Gruppi Sig. Lorenzo Marini - [email protected]

QUOTA ISCRIZIONE Competitiva maschile e femminile Euro 6,00. Camminata e Mini Euro 2,50.

ORARI DI PARTENZA • Partenza mini podistica (Esordienti maschili e femminili, metri 800, un giro di pista): ore 9,00. • Partenza mini podistica (Ragazzi maschili e femminili, Cadetti maschili e femminili, Allie- vi ed Allieve, km 1.600, due giri di pista): ore 9,10. • Partenza competitiva km 12.800 (Maschile e femminile), e camminata km 5.500: ore 9,30. ISCRIZIONI ANTICIPATE GRUPPI E SOCIETÀ: fino alle ore 18.00 di domenica 29 aprile. Per iscrizioni: Gozzo Massimo cell. 335 5965457 - [email protected] Lorenzo Marini - [email protected]

CATEGORIE MASCHILI AMATORI: nati dal 1963 al 1994 – km 12,800 1°, 2° e 3° classificato: saranno premiati sul palco. Dal 4° al 100°: i premi saranno consegnati subito dopo l’arrivo presentando l’ordine d’arrivo. Dal 101° in poi: premio di partecipazione: maglia + 1 bottiglia di vino + 500 gr. di pasta. VETERANI ‘A’ NATI DAL 1953 AL 1962 – km 12,800 1°, 2° e 3° classificato: saranno premiati sul palco. Dal 4° al 10° classificato: i premi saranno consegnati subito dopo l’arrivo presentando l’or- dine d’arrivo. Dal 11° in poi: premio di partecipazione: maglia + 1 bottiglia di vino + 500 gr. di pasta. VETERANI ‘B’ NATI DAL 1952 e precedenti – km 12,800 1°, 2° e 3° classificato: saranno premiati sul palco. Dal 4° al 10° classificato: i premi saranno consegnati subito dopo l’arrivo presentando l’or- dine d’arrivo. Dal 11° in poi: premio di partecipazione: maglia + 1 bottiglia di vino + 500 gr. di pasta.

CATEGORIE FEMMINILI DONNE ‘A’: nate dal 1963 al 1994 – km 12,800 1a, 2a e 3a classificata: saranno premiate sul palco. Dalla 4a al 20a classificata: i premi (compresa una pianta floreale) saranno consegnati subito dopo l’arrivo presentando l’ordine d’arrivo. Dalla 21a in poi: premio di partecipazione: maglia + 1 bottiglia di vino + 500 gr. di pasta. DONNE ‘B’: nate dal 1962 e prec. – km 12,800 1a, 2a e 3a classificata: saranno premiate sul palco. Dalla 4a al 10a classificata: i premi (compresa una pianta floreale) saranno consegnati subito dopo l’arrivo presentando l’ordine d’arrivo. Dalla 11a in poi: premio di partecipazione: maglia + 1 bottiglia di vino + 500 gr. di pasta.

CATEGORIE MINICAMMINATA ESORDIENTI: MASCHILI A - FEMMINILI B - NATI DAL 2001 IN POI RAGAZZI: MASCHILI C - FEMMINILE D - NATI DAL 1999 AL 2000 CADETTI: MASCHILI E - FEMMINILE F - NATI DAL 1997 AL 1998 Saranno premiati i primi 5 di ogni categoria + premio gara.

ALLIEVI E ALLIEVE NATI DAL 1995 AL 1996 1° assoluto: 11° Trofeo Memorial Lucio Mantovani 2° e 3° coppa o targa + premio di partecipazione. 1a assoluta: 8° Trofeo Memorial Giorgio Droghetti. 2a e 3a coppa o targa + premio di gara e altri prodotti. Premio di partecipazione: medaglia + maglia. PREMIAZIONE SOCIETÀ E GRUPPI SPORTIVI

1a Società: 3° Memorial PIPPO + una borsa. 2a Società: 15° Trofeo Despar Market Porta Mare + borsa. 3a Società: 18° Trofeo di Massimo Bonamici Modellista Calzature + una borsa. 4a Società: 19° Trofeo Memorial di Massimo Balboni offerto da Alberto Guerra + una borsa. 5a Società: 11° Trofeo Memorial di Arrigo Quaranta + una borsa. Dalla 6a Società in poi: Coppe o targhe e altre cose a scelta. Alla premiazione delle società saranno sorteggiati VARI premi. con un minimo di 12 partecipanti ci sono PREMI a sorteggio.

Premio particolare alla prima scuola e alla prima palestra ferrarese; inoltre i gruppi di più lontana provenienza (oltre 100 km dimostrabili), saranno premiati con trofeo o coppa o targa.

La Società FERRARA CHE CAMMINA, organizzatrice del GIRO DELLE MURA ESTENSI, ringrazia tutti i privati, le ditte e gli enti che hanno contribuito alla manifestazione sportiva

REGOLAMENTO GARE DI RETRORUNNING

PARTENZA 11,00 circa.

7° TROFEO GAMBERO AL GALOPPO

7° CAMPIONATO NAZIONALE UISP DI RETRORUNNING SULLA DISTANZA DI mt. 1609 (UN MIGLIO) all’interno dell’Ippodromo Comunale di Ferrara. Gara inserita nel circuito F.I.A.S.P. e valevole come prova del Retrochallenge e Retro Gran Prix 2012. Gara riservata alle categorie Assoluti, Master e Argento maschili e femminili + Gara promo- zionale di mt. 200 riservata ai bambini.

QUOTA D’ISCRIZIONE: Adulti: 3 Euro – Bambini: gratuita.

MINI DI RETRORUNNING: RAGAZZI DAL 1995 IN POI mt 200 PREMI: dolci e altre ricompense per tutti i partecipanti. FEMMINILI ASSOLUTE dal 1963 al 1994. Saranno premiate le prime 10. FEMMINILI CAT. MASTER dal 1953 al 1962. Saranno premiate le prime 10. FEMMINILI CAT. ARGENTO dal 1952 e prec. Saranno premiate le prime 5. MASCHILLI ASSOLUTI dal 1963 al 1994. Saranno premiati i primi 10. MASCHILI CAT. MASTER dal 1953 al 1962. Saranno premiati i primi 10. MASCHILI CAT. ARGENTO dal 1952 e prec. Saranno premiati i primi 5.

7° CAMPIONATO NAZIONALE UISP PER TESSERATI 1° classificato di ogni categoria: maglia da campione + medaglia. 2° e 3° classificato di ogni categoria: medaglia + maglia.

Per informazioni: Gozzo Massimo cell. 335 5965457 - E-mail: [email protected] il retrorunning

una vera e propria “corsa all’indietro”, considerata una delle È discipline fitness in ascesa grazie alla pluralità di benefici che apporta. Ma il Retrorunning non è così semplice come potreb- be sembrare: la postura, gli appoggi, la visione, l’equilibrio sono messi a dura prova. Per coloro che non hanno mai provato è senz’altro difficile immaginare di correre per qual- che chilometro alla maniera dei “gamberi”. Si è talmente abituati ed istintivamente portati ad orientare il proprio movimento in direzione degli occhi, che questa nuova attitudine è destinata a provocare una rivoluzione dei propri schemi motori, con una sorta di riprogram- mazione dell’intera biomeccanica di corsa che dovrà tenere conto anche delle nuove solle- citazioni a livello articolare e muscolo-tendineo. Anche per questi fattori il Retrorun- ning ha una grossa efficacia in cam- po riabilitativo e rieducativo; la cor- sa all’indietro si dimostra particolar- mente efficace per il recupero fisico dopo traumi tendinei ed articolari. Prova ne sia che da diverso tempo l’ortopedia classica, ad esempio, usa la camminata all’indietro su scale per riabilitare una serie di strutture locomotorie ed intervenire su diverse problematiche: - mantenere gli effetti dell’allena- mento senza sovraccaricare strutture critiche. Per esempio: correre sulle punte rende molto più elastico l’impatto con il terreno agendo in maniera meno traumatica sulle articolazioni (caviglia, ginocchio, anche): - migliorare l’equilibrio muscolare, stimolando maggiormente i muscoli poco utilizzati; - migliorare la posizione del tronco (postura eretta e corretta); - innalzare il centro di gravità; - favorire la mobilità delle spalle e delle anche; - correggere alcuni problemi di pronazione a carico del piede. Il Retrorunning, però, si sta affermando e diffondendo anche nei suoi aspetti agonistici. Sempre di più, Italia come all’estero, cresce il numero dei partecipanti e delle gare a qualsiasi livello inserite nel “Retro Challenge” un circuito articolato in circa venti gare organizzate in diverse località del centro-nord Italia ed organizzato dall’AIRR (Associazione Italiana RetroRunning). L’Italia, va ricordato, è il paese al mondo che si è impegnata di più nella promozione dell’at- tività agonistica di questa disciplina e resta il punto di riferimento europeo e internazionale della specialità. Ferrara in questo contesto, tra le città che ospitano gare di Retrorunning, una tra le più intrapendenti, difatti, in questo 2012 organizzerà il 7° campionato nazionale UISP sulla distanza del miglio (1609 metri) denominato ”GAMBERO AL GALOPPO” che nell’edizione del 2011 ha portato ai nastri di partenza ben 80 partecipanti, incrementando di anno in anno il numero di atleti che si sono avvicinati a questa nuova disciplina dell’at- letica.

Via Sibilla Aleramo 9 (zona artigianale S. Giorgio) 44124 Ferrara Tel. e fax 0532 62002

SPONSOR TECNICO (Centro Artigiano S. Giorgio) - Via Majocchi Plattis, 14 - FERRARA Tel. 0532.64507 - Fax 0532.748259 L’organizzazione ringrazia anticipatamente la Polisportiva O. Putinati e la UISP di Ferrara per la loro collaborazione Marina Zanardi

Cristina Martinelli ALBO D’ORO – GIRO DELLE MURA ESTENSI

1973 D’AGOSTINO DONATO Carabinieri BO 43’42”

1974 MAGNANI MASSIMO Cus Ferrara 42’57”

1975 BOTTONI CLAUDIO Cus Ferrara 43’13”

1976 MAGNANI MASSIMO Cus Ferrara 40’54” MAZZANTI LUCIANO Cus Ferrara 40’54”

1977 MAZZANTI LUCIANO Cus Ferrara 41’35”

1978 BOTTONI CLAUDIO Esercito 42’51”

1979 MAGNANI MASSIMO AZ Verde Milano 40’56”

1980 PAMBIANCHI GIUSEPPE Folgore Cona 39’47” RECORD

1981 MAGNANI MASSIMO Pro Patria Milano 41’05”

1982 MANTOVANI GABRIELE Bar Rossi FE 41’36”

1983 FERRARESI GIANNI Cus Ferrara 41’12”

1984 VILLORI ORAZIO Atl. Faenza 41’13”

1985 SALMASO NORBERTO Virtus Bologna 42’59”

1986 MASIERO ORAZIO Salcus 42’06”

1987 MAGNANI MASSIMO Cus Ferrara 41’41”

1988 MAGNANI MASSIMO Cus Ferrara 43’05” MARCON LUCIA Libera 49’25”

1989 VEDILEI ENRICO Ellesse Pescara 42’27”

1990 ONGARO MAURO Este PD 43’49” ALEOTTI ELISA Folgore Cona

1991 PAMBIANCHI GIUSEPPE Cus Ferrara 40’34” MOSCON DANIELA G.P. Vicenza 52’04” Km 13 MAIETTI SILVIA Folgore Cona 24’48” Km 6,8

1992 PAMBIANCHI GIUSEPPE Cus Ferrara 41’37” MARTINELLI CRISTINA Cus Ferrara 50’59”

1993 BELARDINELLI MARCO CLF Comacchio 43’06” MAISTO VALENTINA Atl. Lolli BO 52’50”

1994 PAMBIANCHI GIUSEPPE Cus Ferrara 42’17” FERRARESI MARTINA Correre è bello 50’36” ALBO D’ORO – GIRO DELLE MURA ESTENSI

1995 FONTANELLA VITTORIO Fiamma Vicenza 40’45” MARTINELLI CRISTINA Cus Ferrara 51’09”

1996 BOGDANICH MASSIMILIANO Corradini Rubiera 42’33” MARTINELLI CRISTINA Cus Ferrara 50’36”

1997 CARRARA STEFANO Cus Ferrara 42’44” FERRARESI MARTINA Correre è bello 50’13”

1998 FARINELLI FABIO Corradini Rubiera 41’59” FERRARI SARA Cus Ferrara 50’03”

1999 MAGAGNOLI RUDY Atl. Imola 41’32” RICCI LAURA Cus Ferrara 47’36” RECORD

2000 MAGAGNOLI RUDY Atl. Imola 41’22” RICCI LAURA Cus Ferrara 47’59”

2001 GULMINI SIMONE Cus Ferrara 42’14” FERRARESI MARTINA G.S. Decathlon 51’13”

2002 GILLI GIANNI Corradini Rubiera 42’09” ZANARDI MARINA Folgore Cona 47’32”

2003 MAGAGNOLI RUDY Atl. Imola 41’35” ZANARDI MARINA G.S. Gabbi BO 47’42”

2004 CHAOUKI MOHAMMED Pol. Putinati 41’57” BUZZI LAURA Atl. Estense 51’07”

2005 GILLI GIANNI Pro Sport 42’04” FERRARI SARA Pro Sport 47’41”

2006 MUCERINO GIUSEPPE Pro Sport 42’23” RICCI LAURA Corradini Rubiera 48’50”

2007 MENEGHELLO ROBERTO Biasin Illasi 42’10” FERRARI SARA Pro Sport 47’43”

2008 TOCCHIO MASSIMO Gabbi Bologna 40’23” RICOTTA GIOVANNA ASI Veneto 46’07”

2009 MUCERINO GIUSEPPE Pro Sport 40’56” BUZZI LAURA Atletica Estense 50’05”

2010 LAGHBIRA YASSINE Salcus 41’11” DISCONZI STEFANIA New Foods 49’50”

2011 FELLONI ALBERTO Cus Ferrara 43’41” ricOTTA GIOVanna aSI Veneto 21’24” km 5,500 PERCORSO - 1° MAGGIO 2012 UN PO’ DI STORIA LUNGO IL PERCORSO PODISTICO

di Francesco Scafuri

L’Ippodromo L’Ippodromo comunale, punto di partenza e di arrivo della corsa podistica, fu realizzato dal 1928 al 1929. In quel periodo gli stalloni, che in precedenza si trovavano presso l’ex convento di San Nicolò (nella zona medievale di Ferrara), furono alloggiati nelle nuove scu- derie. L’edificio principale è caratterizzato da un’architettura sobria ed armoniosa nella sua sem- plice simmetria, con qualche pregevole elemento decorativo, caratteristiche che accomuna- no anche altre costruzioni dell’epoca. Fino a poco tempo fa il complesso era destinato alle corse dei cavalli e a “Centro Regiona- le Incremento Ippico”, mentre oggi è divenuto un luogo frequentatissimo dai cittadini ed ospita il Centro Equestre Le Cocinelle con le molteplici attività equestri e l’ANFFAS con un progetto speciale di ippoterapia. L’Ippodromo si trova fuori dalle mura della città, nel popoloso quartiere di Via Bologna, che ha avuto il suo massimo sviluppo a partire dagli anni ’60 del Novecento. Nella zona riman- gono, tuttavia, alcuni edifici novecenteschi di pregio come quello in esame, basti pensare al grande Foro Boario, progettato dall’ingegnere ferrarese Carlo Savonuzzi e realizzato dal 1929 al 1930.

Le Mura Estensi Ricche di storia, rappresentano una cintura ecologica irrinunciabile

Premessa Con i loro nove chilometri le mura cingono la città di Ferrara quasi interamente, identifi- candosi come uno dei circuiti tra i più completi e vari che esistano nel nostro Paese, nel senso che vi sono rappresentati i periodi più significativi dell’architettura militare italiana nella storia della fortificazione. Immersi nel verde dei terrapieni e del vallo, i torrioni quat- trocenteschi a nord, i baluardi del XVI secolo ad est e a sud, i due bastioni della seicentesca Fortezza pontificia, costituiscono per la città una splendida cintura ecologica che avvolge il metafisico centro storico. Studiate dal grande Michelangelo nel 1529, in quanto all’epoca rappresentavano un esem- pio tra i più alti di arte militare, le rosse cortine in laterizio stanno a testimoniare un passato tra i più importanti per Ferrara, mentre il sistema terrapienato delle mura diviene oggi, come allora in tempo di pace, un grande parco che integra quelli all’interno della città. Dopo i restauri promossi dall’Amministrazione Comunale, l’intera cerchia urbana è stata restituita alla cittadinanza e al turista, che può godere di panorami e scorci suggestivi uti- lizzando i diversi percorsi pedonali e ciclabili a disposizione, sia sul terrapieno alberato che nel vallo esterno.

LA PORTA PAOLA L’ingresso alla città da via Bologna è nobilitato dalla Porta Paola. Fu costruita nel 1612 su disegno dell’architetto Giovan Battista Aleotti detto l’Argenta; così chiamata in onore del Papa Paolo V, allora al soglio pontificio, era collocata al centro del sistema bastionato co- stituito dai baluardi di San Lorenzo e di San Paolo, che hanno assunto l’attuale configurazione nel XVII secolo. Ai fianchi di questo antico accesso meri- dionale vennero aperti nel 1901 due var- chi e la Porta Paola fu ridotta a barriera daziaria, mentre oggi conserva documen- ti ed altri materiali dell’Amministrazione Comunale. Un altro squarcio più ampio è stato aperto all’imbocco dell’attuale via Kennedy nel 1967. Nell’estate del 2001 l’intera facciata principale verso via Bologna (portale dell’Aleotti e prospetto in muratura) e stata interessata dai lavori di restauro, diretti dal Servizio Beni Monumentali del Comune. L’ente ha poi promosso, con il supporto scientifico della Soprinten- denza Archeologica dell’Emilia Roma- gna, importanti lavori di riqualificazione dell’area antistante la Porta, realizzati Porta Paola, costruita nel 1612 su disegno di Giovan dal 2003 al 2004. Battista Aleotti detto l’Argenta. Quest’ultimo intervento ha previsto, tra l’altro, uno scavo di tipo archeologico nell’area immediatamente antistante il nobile accesso seicentesco, a seguito del quale è emerso l’antico basamento aleottiano della Porta (oggi finalmente visibile), tratti di antichi paramenti murari ed altre tracce appartenenti al com- plesso sistema fortificato e daziario, un tempo ivi esistente.

I BALUARDI DEL XVI SECOLO TRATTO DAL BALUARDO DI SAN LORENZO A QUELLO DELL’AMORE Immediatamente a destra della Porta Paola si possono ammirare i baluardi di San Lorenzo, di San Pietro, di Sant’Antonio e dell’Amore, che contraddistinguono questo tratto di mura. Furono costruiti per volere di Alfonso II d’Este tra il 1575 ed il 1585 ed è chiaro che ognuno di questi bastioni fu ideato in funzione degli altri, al fine di ottenere una cinta fortificata omogenea, in modo che ciascun baluar- do potesse difendere quelli vicini e at- taccare il nemico proveniente dal vallo in maniera simultanea (sistema bastio- nato all’italiana). Per alcune di queste difese fu scelto il baluardo o bastione “ad asso di picche”, fortificazione tra le più avanzate dell’epoca. Sui paramenti murari dei bastioni oggi si possono osservare diverse aperture che immettono in locali e cunicoli non praticabili, in parte originari ed in parte ricavati nel 1944-45 come rifugi antia- erei, molti dei quali tamponati durante i Il baluardo dell’Amore (1578-85) poco dopo i restauri restauri della fine del secolo scorso. degli anni ’90 del Novecento. La recente opera di recupero delle mura ha poi consentito nel 2001 l’apertura dell’antica Porta di San Pietro, che si trova tra il ba- luardo di San Pietro e quello di Sant’Antonio: realizzata nel 1451 e trasformata nel 1583- 85, era caratterizzata un tempo da una torre a base quadrata, da un grande portone d’in- gresso dotato di ponte levatoio e dalla caratteristica merlatura nella parte terminale. Oltre al controllo delle persone in entrata e in uscita dalla città, che competeva al corpo di guardia agli ordini di un capitano, sappiamo che nella seconda metà del XV secolo presso alcuni locali della Porta di San Pietro si effettuavano anche le operazioni di pesatura delle merci (carne, pesce, sale, spezie, ecc.), sulle quali si esigeva la riscossione del dazio. Nel 1598 gli Estensi abbandonarono Ferrara, che venne devoluta allo Stato della Chiesa; successiva- mente iniziarono diverse opere di trasformazione delle mura ad opera del frate Giunipero Cappuccino, inviato del Papa, che nel 1630 ordinò di distruggere la citata torre, poi fece murare e terrapienare la Porta di San Pietro.

TRATTO DAL BALUARDO DI SAN GIORGIO ALLA PUNTA DI SAN ROCCO Queste mura sono state concepite in gran parte dal genio militare di Alfonso I d’Este (al potere dal 1505 al 1534) che pensò di difendere meglio in particola- re la parte orientale della città, facendo costruire tra il 1512 ed il 1518 i primi bastioni a freccia del circuito ferrarese che ora analizzeremo. È bene sottoline- are subito che in questo tratto i restauri hanno portato alla luce decine di canno- niere, diverse per forma e dimensioni da quelle ritrovate nel tratto nord. La prima emergenza cinquecentesca che La cinquecentesca Punta di San Rocco. vediamo è il Baluardo di San Giorgio, an- che se trasformata nel corso dei secoli. Il bastione è caratterizzato da una garitta (XVII secolo), l’ultima rimasta tra le tante costruite lungo il circuito murario. In corrispondenza di questo baluardo, fino alla fine dell’Ottocento era ubicata la porta storica omonima detta anche Porta Romana. A testimonianza di questo articolato punto di controllo di uomini e merci sta solamente oggi la Prospettiva di Porta San Giorgio (XVII-XVIII secolo), nella vicina via Bartoli, che porta i segni dei bombardamenti del 1944. Continuando lungo il tratto orientale, la fortificazione più vasta è ilBaluardo della Montagna (o del Montagnone). Quest’ultimo bastione fu eretto a partire dal 1512 e venne subito sor- montato da una piattaforma in terra detta “cavaliere”, punto alto e privilegiato dal quale si poteva sparare con le famose armi pesanti del duca. Attualmente questo piccolo promonto- rio si é trasformato in un polmone verde irrinunciabile, come già nel XVI secolo era diventato in tempo di pace “luogo di svago e di delizia”, avvalendosi anche dell’estrema vicinanza della cinquecentesca palazzina dei Bagni Ducali, attualmente sede di uffici comunali. Il Baluardo di San Tommaso (1518 circa), a semplice pianta triangolare e senza orecchioni nei fianchi, domina la linea fortificata immediatamente successiva, dove nel vallo si nota il doccile di San Tommaso (XVIII secolo), che scolava le fognature cittadine fuori mura. Proseguendo, notiamo la Punta della Giovecca, una piccola fortificazione angolare, anch’es- sa di origine cinquecentesca; qui sono stati aperti due fornici nel 1937 per permettere al traffico veicolare, in aumento a quei tempi, di defluire più agevolmente verso la periferia orientale di Ferrara. Rivolgendo lo sguardo verso l’interno della città, possiamo ammirare la Prospettiva della Giovecca, che fa da fondale al corso omonimo: fu edificata tra il 1703 ed il 1704 dall’architetto Francesco Mazzarelli, ma trasformata nel 1940 con l’aggiunta delle appendici laterali, in occasione dell’ampliamento della sede stradale. Un tempo nel tratto successivo si imponeva all’attenzione il Baluardo di San Rocco, costrui- to a partire dal 1523 e demolito attorno al 1870; tuttavia, si può riconoscere la cortina mu- raria in cui era inserito prima dello smantellamento, perché fu ricucito attraverso un sistema murario a pilastri ed archi. Procedendo oltre, nel vallo si possono notare anche i resti del settecentesco doccile di San Rocco, con le stesse funzioni del primo e, poco più a nord, la Punta di San Rocco, fortificazione militare anch’essa voluta da Alfonso I d’Este.

LE MURA DELL’ADDIZIONE ERCULEA Le mura a nord-est e a nord della città, dal torrione di San Giovanni Battista al torrione del Barco sono state elevate in gran parte tra il 1493 ed il 1505 per ordine del duca Ercole I d’Este dall’architetto di corte Biagio Rossetti, soprattutto per difendere la città dagli even- tuali attacchi dei veneziani, nemici per antonomasia degli Estensi. Per la costruzione di queste fortificazioni, si diede grande importanza al terrapieno addossa- to alla base dei bassi torrioni, i quali uniscono secondo uno schema ben preciso la cortina muraria anch’essa terrapienata. Il terrapieno contribuiva a smorzare la forza dirompente del proiettile che veniva sparato dal vallo e poi, sulla parte più arretrata rispetto alla linea difensiva (il ramparo), vi si potevano piantare alberi ad alto fusto che, oltre ad irrobustire il fronte bastionato con le loro radici, offrivano un ulteriore ostacolo (con i loro rami opportuna- mente potati) al tiro degli eventuali assalitori. Attualmente questa novità strategico-militare è divenuta una soluzione ecologica e urbanistica di rara funzionalità, un polmone verde a cui non si può rinunciare. Le difese quattrocentesche in questione, poi, si integrano perfettamente con l’aggregato urbano perché gli Estensi e i loro architetti hanno saputo conciliare la necessità di fortifi- carsi con la contemporanea urbanizzazione della vasta area a nord del castello (Addizione Erculea), che le nuove mura avevano il compito di difendere.

TRATTO DAL TORRIONE DI SAN GIOVANNI ALLA PUNTA DELLA MONTAGNOLA Il Torrione di San Giovanni Battista (in fondo a Corso Porta Mare). Fu costruito a partire dal 1493 e fino agli inizi del Novecento era unito alla porta omonima, ora distrutta. Il torrione circolare presenta una struttura tipica dell’architettura militare di transizione, anche se ori- ginariamente la parte terminale era priva di coperto e caratterizzata da una merlatura, le cui tracce sono ancora visibili. I suggestivi interni (che ora ospitano il “Jazz Club”) e i massicci muri perimetrali di questo torrione, ci riportano ai tempi in cui la struttura era destinata esclusivamente a fini militari. Per chi ha seguito il percorso in quota, a poca distanza dal tor- rione, è possibile vedere, immerso nella quiete del sottomura interno alla città, il famoso Cimitero Ebraico: risalente al 1626, fu esteso più volte nei secoli, mentre il muro di cinta che lo circonda fu completato solo nel 1879. Oltre il torrione, la linea difensiva è con- traddistinta da alcune difese a base cir- colare e da un lunghissimo cammino di ronda per le sentinelle e da più di due- cento fuciliere (o feritoie) di diverse epo- che ricavate nel parapetto, che giunge fino allaPunta della Montagnola. Qui, gli scavi archeologici effettuati nel fossato Le mura nel tratto dal torrione di San Giovanni delle mura, hanno messo in luce le fon- Battista alla Punta della Montagnola. dazioni sia del torrione circolare di Fran- colino, anticamente posto a difesa estrema delle mura a nord-est, sia delle contigue mura rossettiane completamente demolite durante i lavori di trasformazione del XVIII secolo. Le opere settecentesche mutarono definitivamente la fisionomia delle fortificazioni in questo punto, attraverso la demolizione completa del torrione (costruito a partire dal 1493), la ret- tifica delle mura con la costruzione della Punta della Montagnola e la predisposizione di una piazza bassa (ricostituita nell’ambito dei recenti restauri). Fin dal Cinquecento sovrastava questa fortificazione estrema a nord-est una “montagnola” di terra (tuttora visibile), conce- pita inizialmente a fini militari, dall’alto della quale si poteva sparate a grandi distanze con le micidiali bocche da fuoco estensi. Nel vallo di questa zona sono stati ritrovati, tra l’altro, le fondazioni di alcuni torrioni distrutti nel ‘700 e alcuni mattoni con tracce evidenti sulla fascia esterna di intonaco dipinto, elementi che confermerebbero alcuni studi nei quali si afferma che le mura del Rossetti, fornite di merli e beccatelli, furono dipinte, come era uso a quei tempi.

TRATTO DALLA PUNTA DELLA MONTAGNOLA ALLA PORTA DEGLI ANGELI La lunga cortina in laterizio di questo tratto, a differenza della precedente, è addossata in- teramente al terrapieno, secondo uno schema adottato a partire dal XVI secolo, segno che le mura di Biagio Rossetti sono state qui in gran parte trasformate. Nel Cinquecento il fossato al di là della cortina era denominato la “Peschiera del Duca” poiché qui vi era un punto di approdo delle imbarcazioni ducali, ma anche perché avvenivano dei tornei sull’acqua a cui assisteva anche la corte estense e la popolazione. Lungo questo tratto di mura, in corrispondenza del parapetto, sono state ritrovate ben dodici cannoniere per armi pesanti, una delle quali è stata messa in luce completamente a seguito dei restauri. Poco prima della Porta degli Angeli, troviamo due torrioni; in particolare il primo risulta di un certo interesse, poiché contraddistinto nella parte interna da massicci contrafforti. La Porta degli Angeli fu costruita nella sua struttura definitiva solo nel 1525, ma era già stata prevista alla fine del Quattrocento nel piano dell’Addizione Erculea in fondo alla famo- sa strada degli Angeli (oggi corso Ercole I d’Este). La tradizione storica vuole che da questa porta uscissero gli Estensi nel 1598, abbandonando Ferrara, ed in seguito fu chiusa; in realtà rimase praticabile, sia pure a fasi alterne, almeno sino alla fine del XVII secolo. Davanti alla Porta degli Angeli, la scoperta delle originarie fondazioni del rivellino e del pon- te di collegamento con la porta, ha consentito di ricostituire nel 1991 il baluardo terrapiena- to a forma di freccia (rivellino), posto nel XVI secolo a difesa dell’accesso nord della città e demolito definitivamente nel 1859. Un passaggio sopraelevato consente oggi di raggiungere il rivellino stesso che, come il resto delle mura, era anticamente circondato da un fossato allagato, pensato come ulteriore ostacolo per l’invasore; ma nel tempo il vallo, così come il terrapieno dietro le mura, è stato oggetto di complesse trasformazioni ed interramenti, av- venuti soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento, quando si prosciugarono i fossati, che in origine dovevano misurare circa 33 metri.

TRATTO DALLA PORTA DEGLI ANGELI AL TORRIONE DEL BARCO Le mura ora in esame ad un certo punto sono bruscamente interrotte dai due fornici aperti nel 1959 nel terrapieno, all’uscita di via Azzo Novello. I successivi sei torrioni minori con base circolare di questo tratto, posti ad una distanza pari alla metà della gittata delle armi leggere dell’epoca (fine del Quattrocento - inizi del Cinque- cento), avevano il compito di difendere la cinta muraria attraverso il tiro incrociato di balestre e di piccole artiglierie posizionate nelle feritoie e tra i merli. I paramenti murari di cortine e torrioni, qui come nel resto delle mura, risultano inclinati alla base in modo da costituire una vera e propria “scarpa” che, oltre a fungere da contrafforte, consentiva di deviare parzial- mente il proiettile esploso dal nemico, evitando così un impatto molto più deva- stante. Proseguendo il nostro per- corso, all’estremità nord- ovest della cinta muraria troviamo il Torrione del Barco, costruito a parti- re dal 1493. Rappresen- ta l’esempio più avanzato dell’architettura militare di transizione, poiché an- ticipa le innovazioni del XVI secolo, che vedranno l’inserimento nella cinta I torrioni delle mura nord, costruiti tra la fine del XV e gli inizi del difensiva ferrarese orienta- XVI secolo. le e meridionale dei bastio- ni pentagonali e ad asso di picche dotati di “orecchioni” (sporgenze rispettivamente “quadre” o arrotondate poste nei fianchi dei baluardi destinate a riparare i difensori dai tiri dell’artiglieria nemica). Il Torrione del Barco è composto, tra l’altro, da un torrione con “casamatta” caratterizzata da una volta a botte, a sinistra della quale si sono messe in luce durante i restauri una serie di murature che costituiscono le postazioni per la difesa, oltre ad un corpo avanzato quadran- golare parallelo alla cortina rivolta ad ovest. Quest’ultimo assolveva sia funzioni difensive che di servizio, consentendo la discesa attraverso una rampa al piano della citata casamatta, ambiente dove venivano alloggiate le bocche da fuoco. Tra la struttura quadrangolare e la cortina si riconoscono due cannoniere, all’interno delle quali venivano posizionate le arti- glierie estensi con la funzione di “spazzare” il sottomura verso il saliente della Catena (XVI secolo). Le due postazioni per armi pesanti venivano protette e nascoste proprio dal corpo avanzato, considerato una sorta di “orecchione” ante litteram.

TRATTO DAL TORRIONE DEL BARCO AL TERMINE DELLE MURA DI PORTA PO Seguendo l’itinerario sopra le mura, si consiglia di osservare il Saliente di Porta Catena, una struttura fortificata cinquecentesca completamente diversa degli altri bastioni. Da qui si può proseguire fino al termine del terrapieno alberato, dove era stato costruito dagli Estensi nel 1582 il Baluardo di San Benedetto, demolito a partire dal 1846 insieme alla porta omonima (denominata nel XIX secolo “Porta Po”).

LE FORTIFICAZIONI PAPALI TRATTO DAL BALUARDO DI SANTA MARIA A QUELLO DI SAN PAOLO ALLA FORTEZZA I due baluardi di Santa Maria e di San Paolo alla Fortezza sono ciò che rimane della For- tezza pentagonale di Ferrara: realizzata tra il 1608 ed il 1618 dopo l’allontanamento degli Estensi, fu demolita in gran parte tra il 1859 ed il 1865. Dove un tempo sorgeva la cittadella, oggi c’è il Quartiere Giardino; sui due bastioni rimasti, a lato di viale IV Novembre, si estende un grande parco che offre la possibilità di fare lun- ghe passeggiate, immersi nel verde delle alberature. Nell’area si può vedere anche la statua seicentesca di Papa Paolo V, un tempo collocata al centro della Fortezza.