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di Jan Witteveen / Images Pirelli, KTM-Archer, Yamaha, Monster Energy e archivio

Scorpion MX32

All’origine era Sandcross. Oggi porta un’altra denominazione ma rimane sempre lo pneumatico cross più longevo e vincente della storia Pirelli

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uando Jeffrey Pirelli (Garacross MT16 e Pentacross Herlings ha MT25) era di creare uno pneumatico vinto il Mon- con molta più trazione. Il Sandcross diale MXGP MT32 nasceva per un impiego su Q coi pneumatici fondi sabbiosi e morbidi, molto fre- Pirelli Scor- quenti nei circuiti del Nord-Europa e pion MX32, ho in America, senza escludere comun- pensato che dopo 38 anni dalla sua que di poterlo impiegare con risultati nascita quella gomma è ancora vin- soddisfacenti anche su altri tipi di cente! Un progetto allora ben riuscito, terreni più compatti e duri. che in fatto di prestazione e vendite L’impiego di uno pneumatico su fon- ha condizionato lo sport e il merca- do sabbioso presenta due diffi coltà: to come nessun altro pneumatico. I con una sezione molto larga, ottima competitor hanno semplicemente per la trazione, potrebbe risultare dovuto copiare il disegno del batti- troppo pesante e limitare quindi strada per rimanere concorrenziali. l’effi cienza della moto in fase di ac- Neppure il suo progettista, l’ingegne- celerazione. Al contrario, uno pneu- re Antonio Armengol Armengol di matico stretto per avere la trazione Pirelli Manrese, Spagna, poteva im- necessaria dovrebbe penetrare nella maginare all’epoca quanto potesse sabbia fi no a incontrare un fondo diventare grande il successo sporti- relativamente duro. Potrebbe allora vo e commerciale della sua creazio- provocare un effetto frenante non ne. Ho avuto il piacere di conoscerlo indifferente. Il progetto Sandcross bene durante vari incontri e prove ottenne un buon compromesso tra le in pista, al tempo della Gilera negli due alternative. anni 1980-1981, per defi nire le solu- Altre quattro caratteristiche fonda- zioni Sandcross MT32 per la classe mentali erano: 125/250, considerato che la misura – disegno del battistrada 5.00–18” per la 500 era già esistente. – dimensionamento Ho imparato molto da lui: con il San- – struttura interna Con Pirelli ha vinto dcross l’obiettivo rispetto ai vecchi – mescola del battistrada ben 7 titoli Mondiali. Dal 2008 ad oggi con KTM ne ha vinti ben 17.

¿ IL SEGRETO SANDCROSS La caratteristica che da sempre do la funzionalità ottimale con un contraddistingue il Sandcross MT32 dimensionamento più ridotto pos- dagli altri prodotti sul mercato è il sibile, senza l’inconveniente dall’af- disegno del battistrada. Studiato fondamento, anche grazie al disegno per favorire al massimo la trazione del battistrada ha portato a un peso e la tenuta laterale in curva, riesce a molto ridotto che favorisce la spin- ottimizzare questi due aspetti com- ta della moto. Basti pensare che il primendo in modo effi cace il terreno Sandcross 5.00–18” pesava meno sotto l’area d’impronta. del vecchio Pentacross 4.50-18”, e il La sua geometria è tale da impedi- Sandcross 4.25–18” per la 125/250 re l’affondamento nella sabbia e la molto meno confronto al Garacross conseguente perdita di trazione, che MT16 4.00–18”. viene facilitata dal dimensionamento Dopo tante prove su diversi terreni e peso contenuto del pneumatico. La sabbiosi, era chiaro che la mescola distribuzione dei tasselli è studiata migliore fosse quella relativamente appositamente per creare un effetto dura, mentre la carcassa era rimasta “pala” effi cace. Questo effetto si svi- invece simile a quella del Pentacross. luppa non solo sul dritto, ma anche Così il Sandcross rappresentò per Pi- trasversalmente in curva grazie alla relli il punto più avanzato della tecno- chiusura dei tasselli laterali. Cercan- logia fuoristrada dell’epoca.

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¿ VERA PIETRA MILIARE La storia del Sandcross comincia- poteva funzionare. Corrado insistet- ta nel 1980 con le prime vittorie te: “… faccio solo alcuni giri di prova”. Il nel GP 500 in Olanda e Finlandia, risultato fu che vinse ancora. Da quel ovviamente su sabbia. L’anno dopo momento si capì che quel nuovo Pi- (1981) qualcuno cominciava a usa- relli, nato per la sabbia, era in realtà re il “Sand” (questo il soprannome) uno pneumatico decisamente miglio- su terreni meno sabbiosi. Ricordo re, al punto da diventare di impiego bene a Grottazzolina, gara valida per universale. Cominciarono a usarlo il Campionato Italiano classe 250, persino nell’enduro! pista con superfi cie piuttosto dura. Andava meglio per il disegno batti- Ovviamente nessuno, neppure noi di strada, faceva funzionare meglio la Gilera (all’epoca con Michele Rinaldi), sospensione posteriore per il peso aveva pensato di portare per questa inferiore e a questo punto Pirelli co- gara il Sandcross. Tutti tranne uno: minciò a studiare soluzioni diverse Corrado Maddii! per la carcassa, la mescola e il peso, In prova Maddii faceva qualche giro ma senza toccare il disegno originale con la sua Aprilia, giusto per verifi ca- del battistrada. re come andava (e andava bene). Poi Con Gilera provammo carcasse an- continuava con le normali gomme da che di kevlar per cercare un funzio- duro facendo fi nta di niente per non namento migliore, con peso ancora svelare la sua idea. Erano semplici ridotto e in combinazione con una prove, e non diedi molto peso anche mescola adeguata. Sviluppo dopo per la convinzione che il Sandcross sviluppo, il Sandcross diventò la so- non poteva resistere per tutta la luzione al posteriore migliore per tutti gara (allora erano 40 minuti + 2 giri). i terreni. Invece, quella volpe di Maddii era Alla fi ne anche il disegno venne leg- convinta di rischiare e vinse. Alcu- germente modifi cato con un tassello ne settimane dopo, in un’altra gara, centrale diviso a metà, per dare poca dov’erano presenti anche i tecnici Pi- profondità di penetrazione nel terre- relli, Corrado Maddii volle continuare no, più flessibile e aderente. In questo a provare il Sandcross su terreni duri, modo il Sandcross sarebbe andato però Pirelli fu contraria. I tecnici dice- meglio sui terreni duri, mentre sulla vano che non aveva senso, che non sabbia non sarebbe cambiato nulla.

¿ DA “SAND” A SCORPION Dopo questo sviluppo, il nome San- terreni sabbiosi non andava bene, e nero sviluppate nuovamente gomme dcross per le sue caratteristiche non non ha mai funzionato veramente più specifi che), mentre sul duro il andò più bene. Il Sandcross MT32 meglio delle gomme da duro. Così grip era migliore. Fu Stefan Everts diventò Scorpion MX32 e il mercato, venne sostituito da un disegno del ad accorgersi che quella gomma da disorientato, prima per il cambia- battistrada nuovo, sviluppato con enduro andava meglio delle sue Pirel- mento di impiego, poi dal cambio di un profi lo derivato da una gomma li da cross. Il suggerimento che fece nome, reagì subito male, soprattutto enduro, nominata Scorpion MX32, scattare la scintilla furono dei test or- in America. E ancora oggi l’MX32 per contraddistinta da un’altezza del ganizzati da Giovanni Gatti (al tempo molti meccanici e piloti rimane sem- tassello non troppo alta (necessaria responsabile Offroad Racing Service plicemente “il Sand”. Per cercare di per ottenere l’omologazione FIM en- Pirelli) con (per anni mediare le incomprensioni, nel 1985 duro). In questo modo il feeling del collaudatore di riferimento per Pirelli) Pirelli introdusse lo pneumatico La- pilota ne guadagnava molto, perché e il Team Yamaha di Michele Rinaldi. Si noti nei disegni il gunacross MT37 specifi camente per l’altezza ridotta del tassello limitava Everts promosse subito l’esperimen- comportamento dello sabbia e fango, ma senza successo. la flessione e migliorava la precisione to e da allora i piloti gommati Pirelli, pneumatico Sandcross MT32, l’origine dello La versione Sandcross per l’anteriore dell’aderenza. Sui terreni morbidi non come scelta di base partono sempre Scorpion MX32. ha avuto una storia diversa. Fuori dai c’era molta differenza (in seguito ven- con lo Scorpion MX32 anteriore.

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¿¿ OBIETTIVO AMERICA Da oltre dieci anni l’impiego di pneu- matici è tornato a essere più specifico. Contrariamente a quello europeo, il mercato americano, invece, era ed è ancora oggi in mano ai gommisti giap- ponesi. I piloti ufficiali americani (prati- camente tutti) sono seguiti dai fornitori nipponici. Prima con Bridgestone e dopo il suo ritiro dal racing, nuovamen- te con Dunlop (anche Dunlop è giappo- nese da parecchio tempo). Penetrare il mercato statunitense e convincere team e piloti a impiegare pneumatici Pirelli, era e rimane tutt’oggi difficile. Anche perché la concorrenza ha reagi- to in fretta copiando il disegno “Sand”. L’assistenza ha la sua importanza. A parte qualche sporadico successo e il temporaneo ritorno di Pirelli sulla scena americana con James Stewart qualche anno fa (il canto del cigno volu- to proprio dal manager Giovanni Gatti), oggi la specializzazione sui terreni del Supercross è tutta in mano a Dunlop, unico gommista a seguire il campio- nato a tempo pieno, con mezzi e molte gomme speciali. Ma nel Mondiale, no- nostante l’altalenante impegno di Mi- chelin (oggi nuovamente interessata) Nel 2015 e 2016 (461) e e Dunlop, le vittorie sono ancora tutte (243) si sono laureati targate Pirelli, col suo eterno MX32. Campioni MXGP con gli Ed è una storia che dopo 38 anni è an- Scorpion MX32. Gli ufficialiCairoli, Herlings cora lontana dalla parola fine. e Coldenhoff sulla griglia di partenza. Le loro KTM montano pneumatici Pirelli.

¿¿ PIRELLI A QUOTA 70 Con i titoli conquistati nel 2018 da , , Jorge Prado (MX2) e , Tim Gajser, Romain Feb- (MXGP) Pirelli è diventata Campione vre, Pauls Jonass e tanti altri. Mondiale di Motocross per la 70.a Giorgio Barbier, Responsabile Attività volta nella storia. Dal 1980 a oggi il Sportive Pirelli Moto: “Settanta titoli costruttore italiano ha raggiunto un in meno di quarant’anni penso renda- traguardo così prestigioso proprio no perfettamente l’idea del valore del grazie alle prestazioni di uno dei suoi lavoro svolto da Pirelli in questi anni pneumatici in assoluto più vincenti, nello sviluppo degli pneumatici per lo SCORPION MX32. il motocross. La gamma SCORPION Con Pirelli hanno vinto Campioni MX, e in particolare gli SCORPION del calibro di André Malherbe, Eric MX32, è ormai un marchio di fabbrica Geboers, Harry e Stefan Everts, Jöel riconosciuto e apprezzato in tutto il Smets, David Thorpe, Antonio Cairoli, mondo…”.

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