Cronache Veneziane Antichissime Di Questa Collezione

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Cronache Veneziane Antichissime Di Questa Collezione Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from University of Toronto http://www.archive.org/details/cronachevenezianOOmont ISTITUTO STORICO ITALIANO FONTI 1>EK LA STORIA D'ITALIA PUBBLICATE DALL'ISTITUTO STORICO ITALIANO SCRITTORI . SECOLI X-XI ROMA NELLA SEDE DELL'ISTITUTO PALAZZO DEI LINCEI, GIÀ CORSINI, ALLA LUNGARA 189O CRONACHE VENEZIANE ANTICHISSIME PUBBLICA T E A CURA GIOVANNI MONTICOLO VOLUME PRIMO ROMA FORZANI E C. TIPOGRAFI DEL SENATO PALAZZO MADAMA i 8 90 NOV 1 71947 13785 DIRITTI RISERVATI PREFAZIONE i. Le cronache veneziane antichissime di questa collezione. Le cronache composte a Venezia e nelle altre città del ducato dai tempi più antichi sino al secolo xiv sono molto diverse nel metodo e nella natura del racconto da quelle del doge Andrea Dandolo, e siccome anche in gran parte rappresentano quasi tutti gli elementi con i quali quel principe compose la maggiore delle sue opere storiche, così si possono raccogliere in un gruppo col titolo di Cro- nache veneziane antichissime. Con esse hanno relazioni molto strette le agiografie e più di tutte quelle che ri- cordano le scoperte delle reliquie e il loro trasporto a Venezia, perchè illustrano molti fatti della storia politica e civile e in gran parte furono note al Dandolo, princi- palmente nelle compilazioni di frate Paolino, Iacopo da Voragine e Pietro Calò da Chioggia. Delle cronache antichissime sono comprese in questo volume la Cronica de singulis patriarchis nove Aquileie, il cosi detto Chronicon Gradense e l'opera del diacono Giovanni, le quali furono composte quasi nel medesimo tempo e hanno in comune il lungo passo intorno al si- Vili G. MONTICOLO nodo convocato a Grado nel 579 dal patriarca Elia. Ho aggiunto ad esse il testo di una brevissima narrazione intorno alle origini del patriarcato di Grado, la quale non si trova in codici anteriori al secolo xiv, ma è un breve estratto di una parte del Chronicoji Gradense con con- tinue reminiscenze stilistiche. Il volume avrebbe dovuto contenere anche le più antiche agiografie intorno all'evan- gelista Marco, e principalmente la Translatio che mi ha dato qualche sussidio per ristabilire la lezione primitiva nei primi periodi della cronaca di Giovanni interpolati dall'anonimo nel principio del suo racconto quasi senza mutazioni di materia e di forma; ma quelle scritture ci sono pervenute in tanti esemplari che non ancora ho po- tuto compierne la collazione, e d'altra parte non mi è sembrato opportuno pubblicare la sola Translatio, perchè esse sono, per cosi dire, l'una in continuazione dell'altra con i loro riferimenti e richiami e rappresentano i momenti successivi della leggenda di s. Marco nella Venezia dai tempi più remoti al secolo xiv. II. La «Cronica de singulis patriarchis nove Aquileie». 1. Nella serie delle opere raccolte in questo volume il primo posto spetta alla Cronica de singulis. patriarchis nove Aqnileie, che fu pubblicata in parte dal Pertz ' e nella 2 sua integrità dal Waitz , e sino dal tempo di Marco 1 Mori. Germ. hist. Script. Vili, 45-47. 1 Mon. Germ. hist. Script. Langob. et hai. pp. 393 Sgg. PREFAZIONE. IX Foscarini venne considerata come la più antica tra le cro- nache veneziane \ Essa si legge per intero nel codice della biblioteca Barberini di Roma segnato XI, 145, già 247, donde furono tratti nei secoli xvn e xvm gli 2 altri esemplari , e però l'edizione venne condotta princi- 3 palmente secondo la testimonianza di quel manoscritto . Il codice è membranaceo, in foglio piccolo (22X I 3X'6), e contiene nelle prime cinque carte la cronaca e nelle se- guenti il Compendium ecclesiasticarum ìnstitiitionum di Ivone di Chartres, ma ne furono strappati gli ultimi fogli. La scrittura è sempre la stessa dal principio alla fine e rivela le forme del secolo xi ; ma il copista non cominciò l'opera sua prima della metà del secolo xi, perchè nella Cronica è ricordata la morte del patriarca Orso Orseolo 4 avvenuta verso quel tempo . L' amanuense aggiunse nel margine alcune postille sulla durata di ciascun pa- triarca, ma non hanno valore, perchè ripetono i dati nu- merici che si leggono nel testo della cronaca. Il mano- scritto non ci presenta l'opera nella sua forma genuina, perchè la serie dei patriarchi giunge in esso sino alla metà del secolo xi, mentre la cronaca era stata usata nei 1 Storia della letteratura veneziana, Venezia, Gattei, 1854, p. 119. 2 Cod. Vat. 3922, sec. xvn, a ce. 24-28, con la nota marginale: « si- « » milis prorsus chronica extat in codice bibliothecae Barberini n. 247 ; cod. Barberini XL, 14, sec. xvm, a ce. 1-6; i due apografi derivano diret- tamente dal codice Barberini ma con ommissioni ed errori; cod. Fontanini XXIV, a ce. 142-152, presso la biblioteca Comunale di S. Daniele del Friuli. Cf. anche Foscarini, op. e loc. cit. 3 Per la Cronica de singulis patriarchìi nove Aqaileie cf. Foscarini, op. e loc. cit.; Waitz, Ueber das Chronicon Gradense im cod. Vatican. Urb. 440 in Neues Archiv, I, 375; Cipolla, Ricerche sulle tradizioni intorno alle antiche immigranioni nella laguna in Archivio Veneto, fase. 58, p. 342 sgg. 4 Cf. Ughelli, Italia sacra, 2* ed. V, 1139, i JI 7- 0$ 4-03 .Fi G. MONTICOLO primi anni del secolo xi per la composizione del Chro- nicon Gradense , come risulta dal codice Vaticano Urbi- nate 440, che per certo fu anteriore all'anno io32\ In- fatti il Chi'onicon Gradense, come è noto, contiene una gran parte dell'opera e forse in origine ne comprendeva 2 anche la rimanente ; ma da esso non derivò il codice Barberini, perchè nel manoscritto Urbinate manca il lungo passo intorno all'eretico patriarca Fortunato, e per l'om- missione l'ultimo periodo non ha senso, mentre quella parte si legge per intero nell'altro esemplare. Il codice Urbinate diede tuttavia molti aiuti per l'edizione della cro- naca essendo più antico e in generale più corretto del codice Barberini, ove l'amanuense talvolta per ignoranza o negligenza alterò il testo e non sempre si curò di com- prendere il significato delle frasi stesse da lui trascritte. La cronaca si distingue per la sua forma semplice e piana, ma non manifesta nella composizione di tutte le sue parti il medesimo metodo, perchè verso la fine vi succede alla narrazione un arido catalogo di patriarchi, nel quale da Venerio in poi non furono usati i documenti dell'archivio metropolitano di Grado. Come dimostrerò tra poco, essi fornirono all'anonimo gran parte della ma- teria con cui compose la narrazione, e anche avrebbero potuto somministrargli copiose e importanti notizie in- torno al contrasto tra le sedi patriarcali di Aquileia e di Grado che si riaccese verso 1' 827 nel tempo di Venerio e Massenzio ; laonde sembra assai strano che l'autore Cf. la mia dissertazione I manoscritti e le fonti iella cronaca del diacono Giovanni, cap. 4, nel Ballettino dell' Istituto Storico Italiano, n. 9. 2 Cf. la cit. dissertazione, loc. cit. P R l-FAZ IONI-. XI della Cronica a un tratto non abbia voluto più oltre at- tingere a quella fonte, e si presenta il dubbio che il ca- talogo da Venerio in poi sia stato aggiunto da altri. L'ipotesi è avvalorata dal fatto che la serie fu continuata nel codice Barberini con l'aggiunta del periodo intorno a Orso Orseolo, il quale doveva mancare nel testo seguito dal compilatore del Chronicon Gradense-, inoltre lo stesso elenco non sembra opera di un solo continuatore, perchè di quasi tutti i patriarchi da Venerio a Vitale « iunior » è ricordata la tomba, mentre per i susseguenti manca di continuo quella notizia. Il copista del codice Barberini fu negligente anche nella trascrizione della serie di quegli ecclesiastici; ma agli errori e alle ommissioni suppliscono altre testimonianze, quella specialmente del Chronicon Al- tinate. L'opera fu composta da un anonimo a Grado nel- l'archivio della chiesa metropolitana, perchè quasi tutta la materia della prima parte fu tratta dai documenti in esso conservati. Gli atti del sinodo di Mantova dell' 827 ci dimostrano in parte ' quali fossero le condizioni del- l'archivio in quel tempo e come di molti documenti si possedessero soltanto copie senza contrassegno d'auten- ticità; ma nei secoli seguenti molte carte furono distrutte, e cosi l'anonimo ci ha trasmessa la materia anche di atti che ora più non si conservano e dagli altri cronisti ve- neziani non furono conosciuti. L' interpretazione dei do- 1 Cf. la cit. dissertazione, cap. 21. Gli atti del sinodo dell' 827 attestano che nell'archivio metropolitano di Grado si conservavano gli atti del sinodo del 579. L'anonimo attesta di aver conosciuto il testamento di Severo e non fa menzione di carte le quali non avessero la loro sede naturale in quell'archivio. XII G.MONTICOLO cumenti talvolta venne da lui fatta a sproposito, come quando riferì a Gregorio III la lettera che il suo prede- cessore, dopo l'espulsione dell'intruso Pietro vescovo di Pola, scrisse al clero e al popolo della Venezia e del- l' Istria perchè eleggessero un nuovo patriarca ; la lettera l si legge nel codice Trevisaneo con la nota cronologica : « data kalendis martiis imperante domino nostro piissimo « augusto Leone a Deo coronato magno imperatore anno « nono, pacis eius anno nono, sed et Constantino maiore im- « peratore eius filio anno sexto, indictione . vili . » , la quale 2 corrisponde al i° marzo 725 in cui il papa era Gregorio II . L'anonimo mostrò di essere bene informato di quanto si riferiva alla chiesa metropolitana di Grado, come quando affermò che anche al suo tempo sussisteva la tomba del patriarca Paolo, e nella composizione della sua cronaca diede 1 Nell'Archivio di Stato a Venezia (a e.
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