Dicembre 2016 Rivista Di Arti, Filologia E Storia Napoli Nobilissima
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RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA NAPOLI NOBILISSIMA VOLUME LXXIII DELL’INTERA COLLEZIONE SETTIMA SERIE - VOLUME II FASCICOLO III - SETTEMBRE - DICEMBRE 2016 RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA NAPOLI NOBILISSIMA direttore segreteria di redazione La testata di «Napoli nobilissima» è di proprietà Pierluigi Leone de Castris Luigi Coiro della Fondazione Pagliara, articolazione Stefano De Mieri istituzionale dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Gli articoli pubblicati direzione Federica De Rosa su questa rivista sono stati sottoposti a valutazione Piero Craveri Gianluca Forgione rigorosamente anonima da parte di studiosi Lucio d’Alessandro Vittoria Papa Malatesta specialisti della materia indicati dalla Redazione. Ortensio Zecchino Gordon Poole Augusto Russo Un numero € 19,00 - doppio € 38,00 (Estero: singolo € 23,00 - doppio € 46,00) redazione Abbonamento annuale (sei numeri) € 75,00 Giancarlo Alfano referenze fotografiche (Estero: € 103,00) Rosanna Cioffi Archivi Diocesani di Brindisi: Nicola De Blasi pp. 4, 7 basso redazione Renata De Lorenzo Archivio Soprintendenzza Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Fondazione Pagliara, via Suor Orsola 10 Arturo Fittipaldi Beni Storici, Artistici ed 80131 Napoli Carlo Gasparri Etnoantropologici della Puglia, Bari [email protected] Gianluca Genovese (B. Gernone, V. Caiulo): pp. 9, 10, 12 Riccardo Naldi sinistra, 13 amministrazione Giulio Pane Michelangelo Calderaro: p. 69 (per prismi editrice politecnica napoli srl via Argine 1150, 80147 Napoli Valerio Petrarca gentile concessione dell’Università Mariantonietta Picone di Catania) Federico Rausa Alfio Garozzo: p. 67 (per gentile Nunzio Ruggiero concessione dell’Università di coordinamento editoriale Sonia Scognamiglio Catania) maria sapio Carmela Vargas (coordinamento) Istituto Nazionale per la grafica, per gentile concessione del Ministero art director enrica d'aguanno direttore responsabile dei Beni e delle Attività Culturali e Arturo Lando del Turismo: p. 37 sinistra grafica Registrazione del Tribunale Luciano Pedicini/Archivio franco grieco di Napoli n. 3904 del 22-9-1989 dell’Arte: pp. 16 alto, 19 Salvo Puccio: pp. 66, 68 (per gentile finito di stampare comitato scientifico concessione di Officine Culturali) nel febbraio 2017 e dei garanti Fabio Speranza: pp. 44, 46-51 Ferdinando Bologna Gianni Tripoli: p. 20 sinistra stampa e allestimento officine grafiche Richard Bösel ©Trustees of the British Museum: francesco giannini & figli spa, Caroline Bruzelius p. 20 destra napoli Joseph Connors Simone Volpi: p. 16 basso Mario Del Treppo arte’m Francesco Di Donato ©per le immagini: Ministero dei è un marchio registrato di Giuseppe Galasso Beni e delle Attività Culturali e del prismi Michel Gras Turismo; Musei e Enti proprietari certificazione qualità Paolo Isotta delle opere ISO 9001: 2008 Barbara Jatta www.arte-m.net Brigitte Marin Giovanni Muto stampato in italia © copyright 2017 by Matteo Palumbo prismi Paola Villani editrice politecnica napoli srl Giovanni Vitolo tutti i diritti riservati Sommario 5 Studi sulla scultura medioevale in legno nell’Italia meridionale. 1. La Madonna e il Crocifisso della chiesa del Cristo a Brindisi Pierluigi Leone de Castris 17 Un resto polidoresco nella Napoli antica: il fregio di Palazzo Pignone-Confalone Andrea Zezza 23 The Royal Palace of Capodimonte: the Early Years Robin Thomas 33 “Tolto dall’antico” e non solo: Elie-Honoré Montagny e le sue fonti. 1. Ornella Scognamiglio 45 La trasformazione tardo-ottocentesca della piazza del Municipio di Napoli nelle fotografie di Giacomo Arena Fabio Speranza 55 Vittoria Aganoor a Napoli Gianluca Genovese 65 Note e discussioni 73 Indici 1. Intagliatore tedesco, prima metà del XIII secolo, Crocifisso. Brindisi, chiesa del Cristo Crocifisso, anteriormente alla perdita della croce. 4 | Studi sulla scultura medioevale in legno nell’Italia meridionale.1. La Madonna e il Crocifisso della chiesa del Cristo a Brindisi Pierluigi Leone de Castris Le regioni dell’Italia meridionale, e in particolare la Cam- miracoloso, detto provenire dall’Oriente da varie fonti, fra pania, la Basilicata, l’Abruzzo, ma anche la Puglia o il Moli- cui il testo seicentesco di Andrea Della Monaca (1674), che se, sono – più di quanto non si sappia o non si creda – ricche lo credevano e lo dicevano portato a Brindisi dal veneziano di sculture in legno d’età medioevale, specialmente due e Giovanni Cappello, reduce da un pellegrinaggio ai luoghi trecentesche. santi, fra il 1232 e il 12505; la Madonna (figg. 9, 12, 14-15), dal A questa ricchezza non corrisponde tuttavia, a confronto canto suo, assai meno celebrata, ma comunque ipotizzata, con altre realtà del territorio italiano, un adeguato livello di ancora nel 1911 e in una scheda di catalogo redatta da Ange- conoscenza, di ricerca, una tradizione di studi, e spesso non lo Pantaleo, veneziana e quattrocentesca6. corrisponde – purtroppo – neanche un esteso e qualificato Nel 1933, invece, veniva pubblicato su «L’Arte», la rivista lavoro di conservazione e restauro dei manufatti stessi. italiana più prestigiosa allora del settore, un bel saggio di Tru- Dopo alcune importanti aperture tra gli anni Trenta e de Krautheimer-Hess dal titolo Due sculture in legno del XIII gli anni Cinquanta del Novecento, ad opera in particolare secolo in Brindisi, nel quale la studiosa, anche prima dei vari di Valerio Mariani, Geza de Francovich, Enzo Carli, Ferdi- restauri che hanno in seguito interessato le due statue, già le nando Bologna e Raffaello Causa1, gli studi sulla scultura datava – io credo correttamente – entrambe nel secondo quar- medioevale in legno nell’Italia del Sud hanno infatti avuto to del Duecento, tra il 1225 e il 1250, e già ne coglieva le com- carattere più episodico, e solo negli ultimi anni s’è avvertita ponenti culturali di fondo, istituiva alcuni rapporti e propo- una certa ripresa d’interesse che ha prodotto qualche mo- neva alcuni confronti che ancor oggi rimangono a mio avviso stra, qualche convegno, qualche importante restauro e qual- fondamentali per provare a collocare con giustezza questi no- che saggio d’una certa ampiezza2. tevoli manufatti in legno intagliato nel tempo e nello spazio7. Uno di questi restauri, realizzato nel corso del 20133, ed Del Crocifisso – che allora aveva ancora la sua fantasiosa uno di questi convegni, tenutosi a Brindisi nel 2014, hanno croce originale con terminali intagliati coi simboli degli Evan- di recente riguardato due sculture di grande importanza e gelisti (figg. 1, 6)8 – la Krautheimer coglieva l’estraneità – nel qualità conservate nella locale chiesa del Cristo Crocifisso4; tipo e nell’iconografia – dal contesto italiano, e suggeriva di due sculture – una Madonna col Bambino in trono e appunto contro un confronto preciso coll’altro Crocifissodel castello di un Crocifisso – oggi certo non ignote ed anzi piuttosto cono- Traunitz a Landshut (fig. 2) e più in generale con quelli tede- sciute, ma che in realtà sono riemerse dalla sfera esclusiva schi di primo Duecento, rilevando che «la forma della croce della devozione, del mito e della leggenda, e diventate an- con tralci è stata riscontrata finora soltanto in Germania»9. ch’esse oggetto per la prima volta di un interesse critico, solo Allo stesso modo, per la Madonna, è sempre alla Krauthei- negli anni trenta del Novecento. mer-Hess che spetta l’osservazione dei «pochi paralleli nella Sino a quella data di esse, come di tante altre immagini di scultura medievale italiana» e invece della sua appartenen- culto pugliesi o comunque meridionali, si immaginava una za alla «serie delle Madonne Sedes Sapientiae della Francia provenienza «dal mare»: il Crocifisso (figg. 1, 6-7), ritenuto propriamente detta e della regione della Mosa e del Reno», | 5 2. Intagliatore tedesco, prima metà del XIII secolo, Crocifisso. 3. Intagliatore tedesco, prima metà del XIII secolo, Crocifisso. Landshut, castello di Traunitz. Osnabrück, Cattedrale. come quelle ad esempio di Oignies – oggi al Metropolitan ottant’anni si sono mossi. Prodotti locali, italiani, oppure im- Museum di New York – o di Gaillac (figg. 10-11)10. portati, stranieri? E di quando? Erano – io credo – tutte osservazioni preziose, da tenere Per il Francovich, il Toesca, il Carli e il D’Elia, tra il 1937 in gran conto. Purtroppo però il discorso della Krautheimer, e il 1964, il Crocifisso sarebbe effettivamente tedesco – per dopo queste importanti premesse, si apriva ad altre conside- quanto esemplato su modelli francesi –, ma della seconda razioni non tutte egualmente felici. Il Crocifisso, infatti, così metà del Duecento13; per il Bologna (1950) e la Calò Mariani come quelli tedeschi simili, sarebbe a suo avviso derivato da (1980, 1984, 1995) piuttosto confrontabile – nella sua deriva- un comune modello francese di primo Duecento, legato al zione dal primo gotico chartrese – con i Cristi deposti, sempre cantiere ‘proto-classicista’ della Cattedrale di Chartres, e per lignei, di Scala e Montevergine14; per la Bagnoli (1994) e il il suo «accentuato naturalismo» sarebbe piuttosto da ritene- Pace (1994), infine, simile piuttosto ai Crocifissi danesi e nor- re opera di uno scultore italiano che non di uno tedesco11. vegesi di metà Duecento, ma sensibile anche alla monumen- Quanto alla Vergine, essa apparterrebbe sì «tipologicamente talità del Cristo di Siponto, e dunque forse opera – così come a una cerchia di Madonne occidentali» di primo Duecento nell’altro caso pugliese della Croce di Nardò – di un artista collegate anch’esse al classicismo di Chartres,