Valli Imolesi ITALIANO
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Le Valli Imolesi il circondario imolese 158 UNO SGUARDO SURREALE, COME IN UN FILM MA NON TROPPO “Esterno-Notte: Il campanile di Santa Maria “Abito in Valsellustra, dove c’ho passato an- in Regola illuminato di giallo caldo, da sot- che l'infanzia, che è quella che fa cari i luoghi to, entrando dal “passaggio segreto” di via oltre che gli accadimenti. Siamo in territorio Emilia. Come quando i ladri nascondono i di Romagna, ma il confine con l’Emilia è a diamanti nel posto più ovvio, sotto gli occhi pochi passi e su in alto c’è la Toscana con il di tutti. Soggettiva, con la camera a spalla. suo Appennino. Questo mi ha subito allonta- Panoramica a destra “amava Imola”. Piano nato da eccessivi campanilismi. sequenza lento: osteria dei tre scalini. L’agglomerato di case in cui abito è talmente Ancora: Piazza Codronchi (dove il PCI chiu- piccolo che quando ci passo davanti in mac- deva le campagne elettorali negli anni ses- china con gli amici e dico: “Abito qui”, tutti santa). Avanti: via Babinotto, dove c’erano i rispondono: “Dove?” Io devo aggiungere: “Eh, bordelli fino al ‘57, il regno della Ferrarese, se non guardi subito finisce”. La Valsellustra è che era l'attrazione della nuova quindicina. vera campagna in campagna, con i rumori No, non fermarti, continua: l’osteria del naturali che risvegliano l’anima, in città invece Vicolo Nuovo. Qui. Fermo immagine... No, i rumori parlano direttamente al nostro siste- troppo cittadino, in fondo qui una volta era ma nervoso. È una tranquilla vallata che non tutta campagna... Ok, camera car: via Mon- necessita di semafori, né di stop, rotonde e tanara. Il rosa delle colline con un liscio di forse nemmeno vigili. Anche quando non so- Castellina-Pasi... No. Banale, ma io questo no a casa, e succede spesso, sapere che esiste pezzo lo devo piazzare... Vabbè. un posto così, mi fa stare bene. Guardo gli Esterno giorno: il Ponte degli Alidosi, una animali e li frequento nel loro habitat natura- foglia cade nell’acqua, la camera scende il le, sono più autonomi di quelli che vivono in Santerno. Passa le cascatelle di Brega, scen- spazi angusti e cerco di imparare da loro”. de sempre più veloce e arriva all’autodromo in un giorno di vittoria della Ferrari... No. Poi Davide Dalfiume, c’è polemica perché non c’è più il Gran attore comico, ha debuttato allo Zelig di Milano Premio... Ecco. Ci sono: immagine da un pal- lone, ci si alza piano: la Rocca. L’ospedale Vecchio, su ancora. La Piazza senza monu- mento e da cento metri di altezza la città appare come nella Mappa di Leonardo. Musica di pianoforte di Bartok. Sì. Ci sono! Voce fuori campo: Imola era la sua città, e lo sarebbe sempre stata”. Claudio Caprara, giornalista e scrittore, direttore responsabile di Nessuno TV Fiume Santerno - archivio Comune di Borgo Tossignano Il nostro itinerario fa il suo ingresso in Roma- raduccio. Nei pressi di Borgo Tossignano si gna, dove si apre un universo di sapori, accen- incontra il tratto forse più spettacolare del- ti e calore umano, che fa di questa terra una l’intera vallata, qui attraversata dalla più gran- delle più ospitali d’Italia. de Vena del Gesso d’Europa, oggi protetta da un Parco Regionale. Oltre la Vena, le aree col- I Fiumi tivate a frutteto e vigneto si alternano alle Conosciuto presso i Romani col nome di aspre geometrie dei calanchi. Giunto a Imola, “Piccolo Reno”, il Santerno nasce sul versan- il Santerno fa il suo ingresso in pianura, dove te nord del crinale appenninico tosco-roma- il suo corso ha subito nel tempo numerose gnolo, nei pressi del Passo della Futa. Pochi modifiche legate a quelle che hanno interes- chilometri a valle di Firenzuola, il Santerno si sato il tratto terminale del Po fin dal XII secolo. incunea in un percorso di grande effetto pro- Ormai entrato in territorio ravennate, il San- fondamente incassato tra alte bancate di terno termina i suoi 103 km di corso e sfocia marna e arenaria. Nel fondovalle è diffusa la nell’antico letto del Po di Primaro, oggi fiume lavorazione della “Pietra Serena”, materia Reno. prima del Rinascimento toscano e di tanti palazzi della vallata. L’Alta Valle del Santerno Sillaro e Sellustra sono i due principali af- offre molte attrattive, prima di tutte quella fluenti del Santerno: alle loro belle vallate del fiume, ricco di suggestive anse e spiagget- sono dedicati due piacevoli itinerari nella na- te. Poco prima di Castel del Rio, si gettano tura (pag. 199), che trovano in Castel San Pie- nel Santerno le scenografiche cascate di Mo- tro Terme e Dozza i loro punti di partenza. 159 Storia e Cultura Valle del Reno La Linea Gotica - Parco Storico Regionale di Monte Sole (pag. 64). Tra il 1944 e il 1945 la montagna bolognese Luogo simbolo della Resistenza sorto sui mon- si trovò al centro dell’ultimo fronte di guer- ti teatro dell’eccidio nazi-fascista di Marza- ra in Italia, lungo una linea che dal Mar botto; Ligure all’Adriatico sfruttava le difese natu- - Plastico Multimediale della Linea Gotica rali dell’Appennino. È la Linea Gotica, cono- (pag. 78). Innovativo strumento didattico- sciuta anche come Linea Verde. Attaccata museale di Castel d’Aiano; dagli Alleati già dal settembre del 1944, la - Monte Pero (pag. 65) e Monte Belvedere linea Gotica resistette allo sfondamento di (pag. 79). A Monte Belvedere (1140 m), nei alcuni suoi punti fino alla primavera del pressi dei ruderi di un castello medievale, un 1945, costringendo la popolazione civile a monumento ricorda l’impresa del febbraio un durissimo inverno di bombardamenti al- 1945 della 10a Mountain Division, che, affian- leati e di rappresaglie tedesche. cata dai partigiani, espugnò la roccaforte te- È stato calcolato desca. che la Germania per- Valli bolognesi tra Idice, Savena e Setta se sulla Linea Goti- - Museo “Winter Line” di Livergnano (pag. 119). ca circa 75.000 uo- - South African Military Cemetery di Casti- mini, mentre gli Al- glione dei Pepoli (pag. 133). leati circa 65.000. - Passo della Futa: Cimitero Militare Tede- Di questo sbarra- sco (pag. 124). mento resta oggi Valli imolesi memoria in molti - Rocca di Tossignano (pag. 166). luoghi dell’Appen- - Museo della Guerra di Castel del Rio (pag. 170). nino bolognese, tra cui: - Monte Battaglia (nella foto). Uve della DOC “Colli d’Imola” archivio S.T.A.I. - Paolo Benini 160 Per gustare, conoscere, vi- vere e scoprire l’incrocio di “sapori turistici” che s’in- trecciano nell’accogliente territorio imolese opera dal 1996 la STAI, società con- sortile alla quale aderiscono circa 100 soci pubblici e privati. S.T.A.I. Società Turismo Area Imolese Via Boccaccio, 27 40026 Imola (BO) Tel. 0542.25413 - Fax 0542.613252 [email protected] - www.stai.it Enogastronomia nino Centrale, e “Tradizionali” quali l’albi- La Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” cocca della Val Santerno, il Pecorino del attraversa luoghi unici e incantevoli, in cui pastore e la celeberrima piadina romagno- si fondono storia e bellezze naturali. Ma è la, solo per citare i più rinomati. L’itinerario soprattutto la ricchezza delle tradizioni e si snoda tra le valli dei fiumi Santerno, della cultura enogastronomica a conqui- Sillaro e Sellustra e coinvolge i territori stare il viaggiatore, accompagnato in un comunali di Borgo Tossignano, Casalfiuma- percorso alla scoperta della buona tavola. nese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel Il paniere dei prodotti della Strada com- San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imo- prende vini di qualità, dai DOC Colli d’Imo- la, Medicina, Ozzano dell’Emilia. la, Sangiovese in testa, all’Albana DOCG di Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” Romagna, che si accompagnano a prodotti Via Boccaccio, 27 - 40026 Imola (BO) IGP come la nettarina e la pesca di Roma- Tel. 0542.25413 - Fax 0542.613252 gna, i marroni di Castel del Rio, lo scalogno [email protected] di Romagna, il Vitellone Bianco dell’Appen- www.stradaviniesapori.it Paniere dei prodotti tipici archivio S.T.A.I. - Guerrino Bertuzzi 161 Le Valli Imolesi l’appennino Casalfiumanese Borgo Tossignano Fontanelice Castel del Rio L’itinerario di visita La prima parte dell’itinerario porta alla scoperta della Valle del Santerno. Asse dell’itinera- rio è la SS 610 “Montanara”, che ricalca l’antica strada dei pelle- grini per Firenze e Roma e risa- Da non perdere: le tutta la vallata fino al passo Il ponte e il castello degli Alidosi a Castel del Rio della Futa. Le selve castanili e il marrone IGP di Castel del Rio Il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola La Valle del Santerno Le cascate di Moraduccio - Casalfiumanese La ficattola e la piè fritta - Borgo Tossignano Il sentiero Luca Ghini - Fontanelice Il Museo Archivio Mengoni di Fontanelice - Castel del Rio La Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” 162 La storia e l’ambiente I prodotti del bosco trionfano a Castel del Il territorio della Valle del Santerno è stato Rio nelle Sagre del Porcino e del Marrone popolato fin dai tempi più remoti. In età I.G.P., mentre alla frutta, e in particolare all’al- romana le colline hanno visto sorgere diversi bicocca, è dedicata una sagra a Casalfiu- insediamenti, mentre il periodo medievale è manese. E poi le carni: dal Castrato, carne stato caratterizzato dalla presenza di Bizantini ovina tenera e succulenta, alla Bovina Roma- e Longobardi: dei numerosi castelli dell’epoca gnola, che ha ottenuto il marchio di indica- alcuni sono scomparsi o trasformati in chiese zione geografica protetta (I.G.P.). Il tutto e case private, mentre altri rimangono ancora innaffiato dai vini di Romagna e dei Colli a dominare la vallata con le loro suggestive d’Imola, celebrati a Fontanelice la notte di vestigia.