COMUNE DI SCANZANO JONICO Provincia di

VAS VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA AI SENSI DEL D.LGS . N. 152/2006 E S.M.I

VARIANTE URBANISTICA PUNTUALE PER LA DELOCALIZZAZIONE DI UN ALLEVAMENTO ZOOTECNICO DA UBICARE IN VIA LIGURIA IN Scanzano Jonico (MT)



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RAPPORTO AMBIENTALE

Il redattore Dr Michele Colasurdo

COMUNE DI SCANZANO JONICO (MT)

VAS VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

AI SENSI DEL D.L GS . N. 152/2006 E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI

RAPPORTO AMBIENTALE

Dr. Michele Colasurdo

Parte 1. LA VARIANTE URBANISTICA 1.1 – Introduzione 1.2 – Inquadramento normativo 1.3 - Inquadramento territoriale dalla variante urbanistica 1.4 - Descrizione della Variante al RU

Parte 2. PROCESSO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE 2.1 - Iter di Pianificazione e della Valutazione Ambientale 2.2 - Enti competenti in materia di VAS 2.3 - Obiettivi di protezione ambientale considerati nel processo di variante 2.4 - Recepimento delle osservazioni al documento preliminare di VAS, esito delle consultazioni 2.5 - I riferimenti normativi principali per la valutazione ambientale

Parte 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE, DISCIPLINARE E NORMATIVO: VINCOLI E MISURE DI SALVAGUARDIA 3.1 - Il Comune di Scanzano Jonico 3.2 - Dati demografici e sulla popolazione 3.3 - Sistema insediativo e infrastrutturale 3.4 - Vincoli e misure di salvaguardia insistenti sull'area in oggetto

Parte 4 . QUADRI DI COERENZA INTERNA E ESTERNA 4.1 - Quadro e Verifica di coerenza interna della Variante 4.2 - Rapporto con altri piani – Verifica di coerenza esterna

Parte 6. CARATTERISTICHE AMBIENTALI DELLA ZONA - INDIVIDUAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DELLA VARIANTE AL RU 5.1 - Il suolo e il sottosuolo 5.2 - L'acqua 5.3 - I Fattori climatici 5.4 - L’aria : inquinamento atmosferico (emissioni) 5.5 - L’aria : inquinamento acustico 5.6 - Rifiuti 5.7 - Energia 5.8 - Paesaggio 5.9 - Il patrimonio culturale, architettonico e archeologico

Parte 6. POSSIBILI MISURE DA ADOTTARE PER RIDURRE O COMPENSARE GLI IMPATTI

Parte 7. MONITORAGGIO AMBIENTALE 7.1 - Gli indicatori per il monitoraggio 7.2 – Il Piano di Monitoraggio

8. ALTERNATIVE 8.1 Definizione delle alternative 9. CONCLUSIONI

1. LA VARIANTE URBANISTICA

1.1 Introduzione

Il presente documento rappresenta il Rapporto Ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per la variante urbanistica puntuale finalizzata alla delocalizzazione di un allevamento zootecnico in Scanzano Jonico (MT). Proponente dell’operazione è la Società AGRISMA srl di Scanzano Jonico. La ditta ha trasmesso, con nota del 29/03/2016 prot. 5048, al Comune di Scanzano Jonico , un progetto relativo alla demolizione e contemporanea delocalizzazione di un allevamento zootecnico in variante al vigente strumento urbanistico. Il presente documento rappresenta, pertanto, lo strumento tecnico relativo alla definizione del Piano che, rispetto alla prima fase del processo di VAS, rappresentato dalla redazione del Rapporto ambientale preliminare,attraverso il quale ci si è prefisso l’obiettivo di fornire al processo decisionale un quadro complessivo di attenzioni ambientali rispetto alle future scelte di piano per il raggiungimento di un più elevato grado di sostenibilità complessiva,ha permesso di meglio delineare l’impostazione generale del Piano stesso. La presente proposta di variante urbanistica è finalizzata alla delocalizzazione di un allevamento zootecnico, attualmente ubicato in via Lombardia di Scanzano Jonico, in un’area agricola posta in via Liguria sempre nello stesso comune. Attualmente l’azienda Agricola AGRISMA s.r.l. svolge l’attività nel Comune di Scanzano Jonico , in via Lombardia 13 , su terreni aziendali catastalmente individuati al foglio di mappa 71 particelle 808, 809 e foglio 70 part. 500, 501 e 502 , terreni ricadenti nel previsto Piano d’ambito del Comune le cui aree sono state individuate dal Piano Paesaggistico area vasta del Metapontino approvata con L.R. n. 3/90. L’attuale struttura produttiva interessa un’area di circa 41.000 mq con una superficie coperta di circa 14.300 mq, incluse le abitazioni e le trincee per insilati ed una volumetria è di circa 8000 mc, rispetto alle quali pende una ordinanza di demolizione da parte del Comune di Scanzano Jonico. L’area scelta per la delocalizzazione delle attuali strutture è ubicata in Zona Agricola E del vigente Regolamento Urbanistico di Scanzano Jonico, posta a nord-est dell’attuale impianto, a circa 3,0 km dal centro abitato ed a circa 1,5 km dal piano d’ambito, previsto dal Piano Paesaggistico di Area Vasta del Metapontino, e 2,5 km dalla linea di costa. L’istanza è stata già prodotta dal Comune di Scanzano Jonico (MT), in qualità di Autorità Procedente, in data 4 marzo 2016, con la quale è stata chiesta la pronuncia di Verifica di Assoggettabilità alla V.A.S., ai sensi dell’art. 12 del D. L.vo n. 152/2006, per la “Variante urbanistica per la delocalizzazione di un allevamento zootecnico da ubicare in Via Liguria” in agro di Scanzano Jonico (MT), proposta dalla società Agrisma srl. L’Autorità Competente, con nota del 17/10/2016 n. 0159764/23AB, ha chiesto al proponente di integrare la documentazione con informazioni relative a: compatibilità dell’intervento con la tutela delle aree agricole vulnerabili all’inquinamento dei nitrati, recettori sensibili, caratteristiche dell’attuale allevamento da delocalizzare, ciclo produttivo del futuro allevamento e produzione e gestione del digestato. Il proponente, con nota del 24/10/2016 ha trasmesso la documentazione integrativa richiesta. In data 21/04/2016, presso l’Ufficio regionale Compatibilità Ambientale, è stata tenuta una riunione operativa durante la quale, di concerto con l’Autorità Procedente, sono stati individuati i seguenti Soggetti Competenti in materia Ambientale da consultare nell’ambito del presente procedimento, ai sensi dell’art. 12, comma 2 del D. L.vo n. 152/2006 :

Ente Settore/Ufficio Regione – Dipartimento Ambiente e Territorio, Urbanistica e Tutela del Paesaggio Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti Regione Basilicata – Dipartimento Infrast rutture e mobilità Ufficio Geologico

A.R.P.A.B. Sistemi informativi Territoriali Soprintendenza per le Belle Arti e Paesaggio della Direzione generale Basilicata Soprintendenza Archeologia della Basilicata Direzione generale Provincia di Matera Pianificazione Territoriale

L’Autorità Competente, con nota del 21/04/2016 n. 0065870/19AB, ha provveduto ad invitare i Soggetti Competenti in materia Ambientale. La Soprintendenza Archeologia della Basilicata, con nota n. 2961 del 31/05/2016 ha evidenziato che l’area interessata non interferisce con provvedimenti di tutela ai sensi degli artt. 10, 13 e 45 del D. Lgs. n. 42/2004. Nessuno degli altri Soggetti Competenti in materia Ambientale coinvolti nel procedimento in esame ha provveduto a trasmettere un proprio contributo e/o osservazione. La “Variante urbanistica per la delocalizzazione di un allevamento zootecnico da ubicare in Via Liguria” in agro di Scanzano Jonico (MT) è stata assoggettata a procedimento di VAS con D.D. n.23AB.2017/D.00237 del 27.3.2017. L’intervento proposto è assoggettato al procedimento di verifica (screening) di assoggettabilità alla V.I.A. in quanto rientra tra le tipologie previste dall’Allegato IV alla Parte Seconda del D. Lgs. 152/2006 al punto 1 lett. c “ impianti per l’allevamento intensivo di animali il cui numero complessivo di capi sia maggiore di quello derivante dal seguente rapporto: 40 quintali di peso vivo di animali per ettaro di terreno funzionalmente asservito all’allevamento. Sono comunque esclusi, indifferentemente dalla localizzazione, gli allevamenti con numero di animali inferiore o uguale a: 1.000 avicoli, 800 cunicoli, 120 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o 45 posti per scrofe, 300 ovicaprini, 50 posti bovini.

1.2 Inquadramento normativo

La Valutazione Ambientale Strategica si applica al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, provvedendo alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione della Variante stessa in assonanza con gli indirizzi generali vigenti in materia. La VAS accompagna tutto il processo di pianificazione e come tale verifica gli impatti significativi sull'ambiente delle previsioni dei piani e dei programmi. La procedura, si concretizza nelle seguanti fasi : a) lo svolgimento di una fase preliminare per l'impostazione e la definizione dei contenuti del Rapporto Ambientale con l’elaborazione del presente "Rapporto Preliminare" con trasmissione dello stesso agli enti competenti e completamento della fase di consulta. b) l'elaborazione del Rapporto Ambientale, compresa una sintesi non tecnica e della variante stessa ; c) svolgimento di consultazioni, parallelamente alla fase di osservazione della variante; d) valutazione degli esiti delle consultazioni, con espressione del parere motivato da parte dell’autorità competente; e) la decisione finale, costituita dal provvedimento di approvazione del piano o programma, dal parere motivato e dalla dichiarazione di sintesi; f) l'informazione sulla decisione, vale a dire, la pubblicazione su BUR della decisione finale, a cura dell’autorità procedente, con indicazione della sede ove è possibile prendere visione di tutta la documentazione relativa al piano o programma e la pubblicazione della documentazione stessa sui siti web dell’autorità procedente e dell’autorità competente ; g) il monitoraggio, teso ad assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano approvato e a verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati.

Questi i soggetti attori:

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Il processo di partecipazione

I processi di partecipazione sono tesi a garantire l’informazione e la partecipazione del pubblico al procedimento di VAS per la Variante in oggetto. Si definiscono le seguenti modalità di informazione e di partecipazione per il pubblico: Per il coinvolgimento della popolazione e di tutti gli attori interessati prima dell’adozione della Variante stessa il Comune di Scanzano Jonico pubblicherà sul sito del Comune gli atti nella sezione relativa. L’autorità procedente pubblica sul BUR un avviso contenente: - il titolo della proposta di Variante; - l’indicazione dell’autorità procedente o del proponente; - l’ indicazione delle sedi ove può essere presa visione del piano o programma, del rapporto ambientale e dalla sintesi non tecnica. Contestualmente alla pubblicazione dell’avviso sono messi a disposizione tutti gli atti relativi alla variante, rapporto ambientale e la sintesi non tecnica presso gli uffici dell’autorità competente e dell’autorità procedente pubblicandola sul sito web. La comunicazione della relativa pubblicazione è trasmessa in via telematica agli enti competenti in materia ambientale e agli enti territoriali interessati nel procedimento. Vista la natura della variante e il materiale grafico elaborato a supporto della relazione stessa si ritiene che le procedure di pubblicazione rappresentino un idoneo mezzo di comunicazione della procedura.

I riferimenti normativi principali della valutazione ambientale

Comunitaria - Direttiva 2001/42/CE del parlamento europeo e del consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente

Nazionale - D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge18 giugno 2009, n. 69" - D.Lgs. 16 gennaio 2008, n.4 "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale" - D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 "Norme in materia ambientale"

Fonti utilizzate e di futura utilizzazione

- Uffici comunali (Urbanistica, Ambiente) - ARPAB - APAT (Sistema Informativo Nazionale Ambientale) - ISPRA - Regione Basilicata - Agrobios - Alsia 1.3 - Inquadramento territoriale dalla variante urbanistica

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Area di localizzazione dell’impianto esistente

AREA DI LOCALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO ESISTENTE (IN VIOLA IL PIANO D’AMBITO)

INQUADRAMENTO URBANISTICO –STRALCIO STATO ATTUAZIONE R.U. VIGENTE, CON L'INDICAZIONE DEL SITO DI DELOCALIZZAZIONE

1.4 - Descrizione della Variante al RU

La ditta AGRISMA dispone di un’ area agricola tra via Liguria e via Taranto della superficie di 44.117 mq sulla quale intende delocalizzare una nuova struttura aziendale per razionalizzare il ciclo produttivo tramite la costruzione di un complesso di strutture da utilizzare per la stabulazione libera dei bovini da latte con una potenzialità di circa 500 capi adulti e 200 tra vitelli e vitelloni per un numero complessivo di 700 capi. In fase di redazione si questo Rapporto Ambientale, al fine del contenimento del consumo del suolo e nella prospettiva di ridurre generale di riduzione degli impatti, la ditta Agrisma srl ha accettato di modificare la perimetrazione dell’ambito di intervento con una sostanziale diminuzione dell’area e la conseguente riduzione delle superfici di costruito. Il progetto e, quindi, la stessa variante di Piano, ha subito,nel corso della redazione del Rapporto Ambientale,un ridimensionamento relativo sia al numero di capi che alle superfici impegnate a causa della sottrazione di suolo rispetto alle reali esigenze aziendali. La proposta di modifica comporta la seguente variazione di superficie occupata dalle strutture: da 129.415 mq a 44.117 mq e la conseguente diminuzione delle aree asservite ai fini del calcolo dei volumi e delle superfici coperte . Qui di seguito si allega un prospetto (1) delle aree impegnate nella nuova versione progettuale comparato con quelle previste

nella versione prima trasmessa (2).

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71 145 AA 28226 Area occupata dalle strutture 71 145 AB 2091 Area occupata dalle strutture 71 145 AC 11500 Area occupata dalle strutture 71 145 AD 2300 Area occupata dalle strutture 71 658 31812 AREA ASSERVITA 71 146 42346 AREA ASSERVITA 71 661 3493 AREA ASSERVITA 70 43 17415 AREA ASSERVITA

71 153 28542 AREA ASSERVITA

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Totale superfici occupate dalle strutture: 129.415 m

Precedente proposta Attuale proposta

1 STALLA (con dimensioni 112.00 ml x 39.00 ml) 2 SALA LATTE/SALA MUNGITURA 3 STALLA (con dimensioni 114.00 ml x 32.00 ml) 4 STALLA (con dimensioni 114.00 ml x 17.50 ml) 5 N° 2 TETTOIE STOCCAGGIO FIENO 6 N° 6 TRINCEE INSILATI 7 IMPIANTO DI BIOGAS 8 MANGIMIFICIO E PREPARAZIONE CARRO 9 PARCO MACCHINE 10 OFFICINA 11 SEDE AMMINISTRATIVA/CONTABILE 12 ALLOGGIO Manufatti previsti nel progetto revisionato

Manufatti previsti nella precedente versione progettuale





























 

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STRALCIO CATASTALE CON L'INDICAZIONE DELL'AREA OGGETTO DELL'INTERVENTO NELLA PRECEDENTE VERSIONE PROGETTUALE

SITO DI PROGETTO AREE ASSERVITE

ATTUALE SITO ZOOTECNICO

CENTRO ABITATO

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CARTA TEMATICA CON L'INDICAZIONE DELL'AREA DI INTERVENTO

INQUADRAMENTO URBANISTICO –STRALCIO STATO ATTUAZIONE R.U. VIGENTE CON L'INDICAZIONE DEL SITO OGGETTO DI VARIANTE

Attualmente l’azienda Agricola AGRISMA s.r.l. svolge l’attività nel Comune di Scanzano Jonico , in via Lombardia 13 , su terreni aziendali catastalmente individuati al foglio di mappa 71 particelle 808, 809 e foglio 70 part. 500, 501 e 502 , terreni ricadenti nel previsto Piano d’ambito del Comune le cui aree sono state individuate dal Piano Paesaggistico area vasta del Metapontino approvata con L.R. n. 3/90. Sul fondo, su cui insiste l’attuale allevamento, insistono strutture di vario tipo principalmente manufatti realizzati in ferro posati su basamenti in c.a. con copertura in onduline , necessarie al ricovero di animali, attrezzature agricole e depositi di materiale vario. Sul fondo insiste un fabbricato ad uso abitativo ed una struttura di accoglienza agrituristica. La superficie di ingombro dell’attuale allevamento è di circa 41.000 mq con superficie coperta di circa 14300 mq incluse le abitazioni e le trincee per insilati (muri in c.a. di altezza di circa 2.50 ml), mentre la volumetria è di circa 8000 mc ( dal computo della volumetrie sono escluse le strutture prive di tompagnatura esterna come quelle realizzate per il ricovero animali e simili). Si tratta di azienda con un impianto logistico del tutto inadeguato alla reale necessità produttiva. Inoltre a seguito dell’accertamento edilizio del 16.ottobre.2014, il Comune di Scanzano Jonico, riscontrando gravi violazioni in campo edilizio, ha emesso Ordinanza di demolizione (giusta O.di.D. n° 98 del 17.10.2014 con prot. 79459/2015) per gran parte delle strutture presenti nella attuale azienda. Alla luce di quanto sopra, la ditta AGRISMA intende delocalizzare l’attività in altro sito al di fuori del previsto piano d’ambito. Attualmente il sito attuale ospita un numero di circa 800 capi. Con la delocalizzazione si ridurrà il numero di capi da 800 a 700.Si prevede la realizzazione di una struttura moderna e tecnologicamente all’avanguardia, basata non solo sul benessere dell’animale, ma soprattutto orientata verso una progettazione sostenibile e compatibile con il territorio circostante.Tra gli investimenti più importanti che la Ditta AGRISMA intende portare avanti vi è la realizzazione di un impianto biogas da 100 KW per ottenere energia dagli scarti e reflui aziendali, un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. L’impianto di Biogas è stato previsto per ridurre le emissioni di metano e produrre energia . Si realizzerà, inoltre, un edificio da adibire a sede amministrativa/commerciale, un edificio da destinare ad officina meccanica e parco macchine con caratteristiche dimensionali e geometriche atte ad ospitare mezzi agricoli aziendali L’ampia area disponibile, oltre la realizzazione del complesso produttivo, consentirà di realizzare una agevole viabilità interna con ampie aree di manovra risolvendo le criticità nella movimentazione degli automezzi utilizzati. Filiera articolata e completa quella che l’ azienda AGRISMA intende realizzare: circa 700 capi bovini alimentati con foraggi aziendali, di cui 400 che producono circa 85 quintali di latte al giorno. Le operazioni produttive sono tutte concatenate al massimo grado possibile, ed effettuate con risorse il più possibile interne, a partire dall’alimentazione delle bovine.

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L’impianto a terra dell’azienda si può descrivere come formato da 4 principali settori: 1) Settore alloggio, uffici amministrativi 2) Settore annessi agricoli 3) Settore stalle 4) Settore impianto biogas Intanto la prima considerazione che va fatta è l’accessibilità alle aree aziendali dal contesto esterno. Essa è garantita da una rete di strade comunali a maglia alquanto regolare che consentono di raggiungere i terreni aziendali sia su via Taranto che su via Liguria. I vari settori sono ben divisi dalla viabilità interna costituita da strade adeguatamente larghe per consentire l’agevole transito dei mezzi aziendali, il rivestimento delle strade sarà realizzato in asfalto. Due sono gli accessi principali all’azienda, entrambi posti su via Liguria. Al fine di mitigare l’impatto dell’insediamento con l’ambiente, è stata prevista la piantumazione di alberature e sistemazione a verde delle aree non occupate dalle costruzioni e dalle viabilità carrabile. In particolare la sistemazione esterna sarà così costituita: -Tutte le pavimentazioni esterne (strade e marciapiedi) avranno pendenze longitudinali e trasversali adeguate allo smaltimento delle acque meteoriche, tramite sistema di drenaggio sotterraneo (pozzetti di raccolta con caditoie e condotte) opportunamente posizionato e dimensionato. -Tutti gli accessi e le vie pedonali saranno realizzati con opportuna pendenza , ben identificabili e tali da non diventare ostacolo a persone e mezzi. -Tutta l’area di proprietà sarà perimetrata. Intorno all’alloggio e alla sede amministrativa si realizzerà una recinzione con muretti in cls sormontati da elementi metallici semplici; la restante parte sarà recintata con una semplice recinzione in paletti e rete metallica di color verde. La recinzione metallica sarà ornata da piante ad alta densità vegetativa. In particolare lungo via Liguria, al fine di mitigare l’impatto visivo, si realizzerà una “duna” di terreno sopraelevato rispetto al piano di campagna di circa 1.5-2.00 m con una piantumazione di alberature ad alto e medio fusto. Si realizzerà una duna alberata anche sulla parte destra dell’impianto. Tale accorgimento permetterà di oscurare in buona parte le strutture delle stalle. Sui terreni adiacenti la struttura si piantumeranno alberi di limoni per una fascia di circa 50 ml. L’obiettivo da perseguire è la creazione di una struttura vegetazionale con specie autoctone, schemi paesaggistici naturali semplici che costituiscono un miglioramento paesaggistico ed ambientale. Le piante saranno poste con schema a quinconce con alberi ad alto e medio fusto ed arbusti. La piantumazione così prevista riduce notevolmente la propagazione, all’intorno dell’allevamento, di venti e odori.

PLANIMETRIA CON LA SISTEMAZIONE DELLE ESSENZE ARBOREE

LEGENDA CON L'INDICAZIONE DELLE ESSENZE ARBOREE PREVISTE

SCHEMA DI PIANTUMAZIONE

Data la scelta della stabulazione libera degli animali, ovvero di una tipologia di allevamento che consente la libertà di movimento agli animali, le strutture di ricovero sono suddivise in relazione alle funzioni che si svolgeranno. Tre sono le stalle da realizzare, la prima di dimensione 112 m x39 m, la seconda di 114 m x 17.50 m e la terza 114 m x 32 m. Le prime due sono destinate ai capi adulti ( circa 500 capi) la terza è destinata ad accogliere i vitelli e vitelloni che saranno di un numero non superiore a 200 capi. Le stalle sono in struttura in acciaio zincato a caldo a colonne e capriate. La copertura in pannelli tipo tegole di colore simil cotto. Per evidenti ragioni climatiche i ricoveri saranno, lungo le pareti esterne, aperti e con rete ombreggiante a protezione della luce solare e dagli attacchi degli insetti. Il pavimento sarà eseguito con idoneo materiale impermeabile e munito di opportuni scoli. Le rastrelliere, le mangiatoie e gli abbeveratoi saranno costruiti in materiale facilmente lavabile e disinfettabile e realizzate secondo le norme vigenti in materia. Gli abbeveratoi saranno in numero sufficiente, uno ogni 15 -20 capi con un fronte di 10 -12 cm/capo correttamente dimensionati ed accessibili a tutti gli ani mali . Per favorire l’adattamento al clima durante tutte le stagioni le stalle saranno dotate di impianti di climatizzazione. Il progetto delle stalle prevede, comunque, una buona ventilazione naturale data dall’effetto del vento all’interno della stalla e per effetto camino con le aperture al colmo. Il sistema prevede una ventilazione forzata rivolta a favorire lo smaltimento del calore in eccesso; sarà compreso anche il raffrescamento evaporativo, da abbinare alla ventilazione forzata di cui sopra. I ven tilatori, quale che sia il tipo da installare, dovranno poter assicurare una velocità dall’aria a livello degli animali compresa tra 1.5 e 3.0 m/s grazie alla quale il calore emesso dalla superficie corporea degli animali viene asportato ed allontanato dal normale ricambio d’aria.

PROSPETTI E SEZIONE DELLA STALLA DI TIPOLOGIA A LETTIERA

PROSPETTI E SEZIONE DELLA STALLA CON TIPOLOGIA A CUCCETTE

LA SALA MUNGITURA/ SALA PARTO

Lungo l’asse longitudinale della stalla a cuccette si affianca la sala mungitura. La struttura è anch’essa in prefabbricato con pilastri e copertura a falde. L’altezza alla gronda è ad una quota inferire rispetto a quella progettata per la stalla. L’altezza massima interna è di ml 4.00 e quella minima in gronda è di 3.50 ml. Le attività svolte nell’azienda, oltre alle normali esigenze dell’igiene, richiedono particolari cautele per limitare il rischio di diffusione di agenti infettivi sia nelle normali condizioni, sia nell’eventualità che si manifesti una zoonosi. Occorre, pertanto, che i lavoratori dispongano di adeguati servizi igienici, docce e spogliatoi, in modo da poter effettuare una completa pulizia personale alla fine di ogni operazione a rischio o alla fine del turno di lavoro. L’approvvigionamento idrico avverrà tramite acquedotto pubblico posto su via Liguria. Gli impianti saranno a norma di legge con certificazione di corretta esecuzione rilasciata dal tecnico installatore. E’ previsto un sistema di smaltimento delle acque di lavaggio costituito da piletta a pavimento con deflusso (attraverso condotte sottotraccia) verso la prevasca, posta ai margini della stalla, e da qui all’impianto di biogas.

SISTEMA DI GESTIONE DEI REFLUI

PRIMA FASE: ASPORTAZIONE DEGLI EFFUENTI DALLE CORSIE DELLE STALLE

Il sistema di gestione dei reflui di un’azienda zootecnica si può definire come l’insieme di impianti, attrezzature e opere edili necessarie alla movimentazione e allo stoccaggio del liquame e/o letame, ivi compresi eventuali sistemi di trattamento. Il sistema è composto da due avvolgitori, posti alle due estremità della corsia da pulire, che alternativamente avvolgono e svolgono la fune di trazione ( che può essere un cavo di acciaio o una corda di tipo marinaio), facendo muovere il raschiatore nei due sensi di marcia. Con la tecnica dei raschiatori il liquame viene trascinato fino alla canaletta di raccolta posta ad un’estremità della stalla, dotata di traportatore a moto continuo o alternato che convoglia il materiale alla vasca. La canaletta sarà chiusa, al fine di limitare la propagazione di odori.

INDICAZIONE DELLE CANALETTE E DELLA VASCA PER LA RACCOLTA LIQUAMI

SECONDA FASE: STOCCAGGIO DEGLI EFFLUENTI Il liquame proveniente dalle stalle viene stoccato in un contenitore esterno interrato: una vasca chiusa, di calcestruzzo armato, a pianta circolare di diametro di circa 10.00 m per una profondità di circa 3 m a pareti impermeabilizzate. Il dimensionamento della struttura è tale da tener conto del quantitativo di letame giornaliero prodotto e del materiale assimilato prodotto nell’allevamento ( acqua piovana raccolta dalle aree esterne scoperte dell’azienda e di lavaggio delle strutture). La vasca è dotata di un miscelatore (pompa trituratrice) della potenza adeguata e di una pompa centrifuga sommersa per il sollevamento e l’invio del liquame omogeneizzato all’impianto di biogas.

STALLA

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VASCA INTERRATA

IMPIANTO DI BIOGAS

SCHEMA DELLA GESTIONE DEGLI AFFLUENTI ZOOTECNICI IN UN ALLEVAMENTO BOVINO

L’IMPIANTO DI BIOGAS

Quando la materia organica (biomassa) si degrada in assenza di ossigeno (anaerobica) attraverso un processo microbiologico, si formano diversi gas. Questo mix di gas prodotto tramite digestione anaerobica viene chiamato biogas. Il digerito, che è un sottoprodotto del processo di digestione, ricco in macro e micro nutrienti è adatto per essere usato come fertilizzante in agricoltura. La composizione del biogas è influenzata dai substrati utilizzati per la digestione e dallo stesso processo di fermentazione. In genere, negli allevamenti zootecnici il substrato è generato da reflui, residui di mangimi e scarti derivanti dall’alimentazione animale. Tale substrato ha una bassa resa energetica, dato l’elevato contenuto di acqua e moderata resa in gas. Attualmente sono disponibili impianti a bassa potenza per sfruttare il potenziale di questa biomassa, in maniera economica e con impianti semplici da gestire.L’impianto di Biogas previsto è a bassa pressione con una potenza di produzione pari a 100 kw. Sarà usato in unità di cogeneratore (CHP) per la produzione di elettricità e calore in sito. L’elettricità prodotta sarà utilizzata in sito per l’autoconsumo mentre l’eccedenza sarà immessa in rete. I principali elementi costituenti l’impianto sono: - Prevasca - Fermentatore - Vasca per separato - Concimaia liquami - Concimaia per solidi - Struttura riservata all’alloggiamento della sala pompe e del cogeneratore

Il fermentatore è una vasca in cemento armato dal diametro di circa 20 m con copertura realizzata con telo a sostentamento pneumatico. In questo modo, il telo funge esso stesso da serbatoio del gas. Distanze dal canale di bonifica, dalla condotta idrica potabile su via Liguria, dalle abitazioni esistenti:

DISTANZA DAL CANALE DI DISTANZA DALLA CONDOTTA DISTANZA DALLE BONIFICA (ML) IDRICA POTABILE SU VIA ABITAZIONI ESISTENTI (ML) LIGURIA (ML) 5.00 170.00 DISTANZA MINIMA 140.00

Il cogeneratore è posto all’interno di un container, costituito da struttura metallica e pannelli insonorizzati. Principali caratteristiche del manufatto: - Struttura portante in travi e tubi di acciaio - Coibentazione insonorizzante per pareti e soffitto mediante pannelli incombustibili in lana di roccia rivestiti in lamierino multiforato - Pavimento con conformazione a vasca a tenuta d’olio ed inserzione a soffitto di binari portanti posizionati allo scopo di agevolare gli interventi di manutenzione sul motore. - Sistema di ventilazione realizzato mediante cassoni di aspirazione d’aria e in particolare: sistema di ricambio aria interno della cabina costituito da idonee aperture opportunamente silenziate con l’inserimento di silenziatori ad assorbimento a setti od a cartucce modulari S 102 e di elettroventilatori in aspirazione dimensionati per garantire alla macchina il funzionamento alla temperatura consigliata dal costruttore. - Impianto elettrico e di illuminazione per operare in sicurezza all’interno della Cabina in zone soggette a manutenzione ordinaria. - Sistemi di sicurezza sugli accessi per evitare l’ingresso all’interno della Cabina con la macchina in funzione. - Sistemi di rilevazione, di allarme e di compartimentazione antincendio.

AUSILIARI Desolforazione - Sistema di desolforazione biologica per insufflazione di aria nel fermentatore mediante compressore dedicato. - Fasce in materiale plastico e rete come superficie di supporto a colonie batteriche con funzione desolforante. - Analizzatore biogas - Analizzatore per CH4, CO2, H2S

Linea distribuzione liquami Tubazioni in PVC per percorsi interrati, acciaio inox AISI 304 per percorsi fuori terra. Valvole a ghigliottina a comando elettropneumatico a gestione automatizzata e valvole a ghigliottina manuali con comando a volantino. Collegamenti previsti: - Prevasca-digestore - Digestore- prevasca (in caso di necessità di diluizione in prevasca) - Digestore-stoccaggio

Vasca per separato, Concimaia liquidi e Concimaia per solido Nella parte finale dell’impianto arriva il digestato che ha ormai esaurito la sua funzione di produrre gas. Il digestato viene condotto in una vasca per separato e da qui suddiviso nella parte liquida- stoccata in vasche circolari di cemento- e nella parte solida (circa il 5%), immessa in una vasca rettangolare in cemento, che viene utilizzata come fertilizzante per l’agricoltura. Entrambe le vasche sono dotate di copertura in telo in pvc. Le pareti interne ed il fondo delle concimaie saranno impermeabilizzate. L’altezza delle vasche è di circa 4.00 ml.

Per diminuire l’impatto visivo le pareti esterne delle vasche saranno verniciate in verde. Nella progettazione, particolare cura si è posta alla sistemazione esterna del verde per provvedere non solo a mitigare l’effetto dell’opera ma ad apport are un miglioramento sotto il profilo ambientale. Lungo il perimetro si prevede la piantumazione di alberi ad alto e medio fusto disposti a quinconce. Distanze dal canale di bonifica, dalla condotta idrica potabile su via Liguria, dalle abitazioni esisten ti:

DISTANZA DAL CANALE DI DISTANZA DALLA CONDOTTA DISTANZA DALLE BONIFICA (ML) IDRICA POTABILE SU VIA ABITAZIONI ESISTENTI (ML) LIGURIA (ML) >= 5.00 170.00 DISTANZA MINIMA DI 140

AREA ANNESSI STRUTTURE PER STOCCAGGIO FIENO Il progetto prevede un numero di 2 fienili prefabbricati, con dimensioni pari a 12 m x 40.00 m . Sono in struttura prefabbricata in acciaio zincato a caldo a colonne e capriate. La copertura in pannelli tipo tegole di colore simil cotto. L’altezza massima sarà max 7 m e la pendenza della copertura inferiore al 30%. TRINCEE INSILATO Il foraggio prodotto sui terreni di proprietà della ditta AGRISMA viene conservato in strutture chiamate trincee. Sono pareti in c.a. di spessore 20/30 cm che spiccano dal piano di campagna per circa 2/2,5 m. Il fondo anch’esso di c.a, di spessore adeguato al transito dei mezzi agricoli, ha pendenza del 2 -4 % verso l’esterno. Per evitare facili impaludamenti, all’esterno e in corrispondenza di ogni trincea, si disporrà un sistema di captazione e convogliamento dei liquami di sgrondo. In particolare saranno realizzate delle canalette a raso terra con pendenza verso il centro dove è posta una griglia con pozzetto inferiore collegato alla rete delle acque meteoriche. MANGIMIFICIO E LO STOCCAGGIO DEGLI ALIMENTI Un elemento di pregio dell’azienda AGRISMA è il voler produrre e preparare essa stessa gli alimenti nell’allevamento. Nel mangimificio vengono miscelate le farine provenienti dalla macinazione dei cereali di produzione dell’azienda. La parte superiore sarà dotata di un certo numero di finestrature al fine di consentire la giusta areazione dovuta per questi particolari locali. Le stesse saranno dotate di un sistema di apertura elettrico. Per evitare l’ingresso di insetti, saranno munite di retine antinfestanti. Rapporto illuminante ed aerante: Il rapporto illuminotecnico e l’areazione naturale è superiore a 1/8 della superficie di pavimento :

SUP. LOCALE (MQ) 1/8 DELLA SUP. (MQ) SUP. FINESTRATE DA PROGETTO (MQ) 997,16 124,645 146

L’impianto di illuminazione artificiale sarà a norma secondo le vigenti norme in materia. Il livello di illuminazione artificiale medio (lampade al neon poste a soffitto) del locale sarà di 300 lux. Oltre l’areazione naturale la struttura sarà dotata di impianti di aspirazione forzata. Per evitare dispersioni di polveri, le macchine presenti all’interno del mulino e i prodotti presenti, sono opportunamente tenuti in depressione da un sistema di aspirazione collegato ad un sistema di filtraggio. OFFICINA E PARCO MACCHINE Il progetto prevede la realizzazione di una officina e un parco macchine. La struttura, anch’essa in prefabbricato con pilastri, capriate e copertura in pannelli tipo tegole di colore simil cotto, ha una forma in pianta rettangolare. L’area destinata alla riparazione dei veicoli aziendali è di circa 215 mq mentre 412 mq sono destinati al ricovero dei mezzi agricoli. ALLOGGIO E SEDE AMMINISTARTIVA/CONTABILE Nel progetto è prevista la realizzazione di un edificio in parte destinato ad alloggio privato ed in parte in sede amministrativa-contabile dell’azienda.L’area è delimitata da una recinzione costituita da un muretto in cemento armato e sovrastante recinzione metallica. L’ingresso all’alloggio avviene direttamente da via Liguria, mentre per la sede amministrativa è previsto un doppio accesso, il primo su via Liguria ed il secondo dalla viabilità interna all’azienda. IMPIANTO TERMICO L’impianto termico dell’ alloggio e della sede amministrativa è alimentato sia dai pannelli fotovoltaici che dall’acqua calda proveniente dal cogeneratore dell’impianto di Biogas.

SISTEMA DI SMALTIMEN TO ACQUE REFLUE DOME STICHE

Le acque reflue civili e/o ad esse assimilabili, nel caso specifico quelle provenienti dall’alloggio, dalla sede amministrativa, dal servizio igienico posto all’interno della sala mungitura e officina, saranno convogliate, attraverso un’apposita rete di conferimento, ad una fossa set tica di tipo Imhoff . Il sistema è atto a riportare le caratteristiche dei reflui ai valori limite di emissione della tabella 4 dell’allegato 5 del D.lg.vo 152 del 11/05/1999 e successive modifiche ed integrazioni, scaricando le acque depurate alla rete di smaltimento delle acque mediante sub-irrigazione. Il fango sarà asportato con periodicità trimestrale da ditte autorizzate allo smaltimento.Il liquido chiarificato sarà smaltito mediante sub -irrigazione. Il liquame proveniente dalla chiarificazione dovrà pervenire, mediante condotta a tenuta, in una vasca a tenuta, munita di sifone di cacciata per l’immissione nella rete disperdente. La condotta disperdente sarà di diametro non inferiore a 15 cm e realizza ta in elementi tubolari in cotto, gres, calcestruzzo, polivinile e simili, opportunamente forati. La condotta sarà posta in trincea ad una profondità di circa 60/70 cm e larga almeno 70 cm, opportunamente impermeabilizzata a 1/3, con fogli di nylon, plastica , ecc. Le condotte saranno circondate da ghiaia per circa ½ della trincea. La parte superiore della trincea, prima di essere coperta di terra, sarà protetta da uno strato di materiale permeabile (torba, paglia, ecc.). Lungo l’asse della condotta disperd ente saranno messe a dimora piante sempre verdi per il rapido smaltimento del liquame chiarificato mediante evapotraspirazione. La trincea con la condotta disperdente sarà posta a distanza non inferiore a 5 ml dai muri perimetrali di fondazione dei fabbric ati e a 30 ml da pozzi e condotte destinate al servizio potabile. Dai confini di proprietà avrà una distanza di non inferiore a 2 ml, così come stabilito dal codice civile agli art. 873 e successivi. Lo sviluppo della condotta disperdente si calcola, in g enere utilizzando l’indice di 2-4 ml per utenti. La condotta disperdente dovrà seguire l’andamento delle curve di livello per assicurare alla stessa una pendenza dello 0.2 - 0.5%. Nel caso in esame, la trincea avrà una lunghezza di circa 60 ml. La distanza t ra il fondo della trincea ed il li vello di massima escursione della falda sarà> 1 mt.

SEZIONE CONDOTTA DISPERDENTE

IMPIANTO IDRICO

Nel centro zootecnico, si hanno due esigenze fondamentali: - La distribuzione dell’acqua “alimentare” agli animali - La di stribuzione dell’acqua “tecnica” per le varie operazioni di lavaggio delle aree esterne. Mentre nel primo caso è essenziale la qualità chimica e batteriologica dell’acqua, nel secondo tali aspetti sono meno cogenti. Nel primo caso l’approvvigionamento avv iene tramite l’allacciamento all’acquedotto pubblico; nel secondo caso potranno essere utilizzate le acque depurate (tramite pozzetti di prima pioggia) proveniente dai serbatoi di raccolta delle acque meteoriche. Le linee per l’acqua di abbeveraggio sarà realizzata in materiale resistente alla corrosione. Per l’ abitazione, la sede amministrativa, l’officina, la sala latte, la sala mungitura ed il laboratorio per la produzione dei derivati del latte, l’approvvigionamento avviene tramite l’allacciamento all ’acquedotto pubblico. In pratica l’approvvigionamento idrico destinato a scopi alimentari, di abbeveraggio ed al lavaggio di locali ed attrezzature per la mungitura conservazione del latte dovrà avvenire da fonti che garantiscono il rispetto dei parametri di potabilità stabiliti dalla normativa vigente.

L’impianto idrico sarà realizzato secondo la normativa vigente ed in particolare si prevedono le seguenti operazioni:

• Scavo a sezione ristretta di larghezza idonea.

• Posa in opera di strato di sabbione di spessore 10 cm;

• Posa in opera della condotta in ghisa sferoidale del diametro prefissato;

• Rinfianco con sabbia ben costipata;

• Rinterro con materiale arido;

• Posa in opera di pozzetti di ispezione;

I pozzetti saranno realizzati in opera o prefabbricati di sezione quadrata e dotati di chiusino in ghisa sferoidale conforme alle norme EN 124 di classe D400 con resistenza a rottura maggiore di 40 t. La posa della condotta idrica sarà posta ad una quota superiore rispetto alla rete della fogna nera, il dislivello non sarà inferiore a 30 cm.

RETE ACQUE METEORICHE

Nel progetto non ci sono scarichi idrici ad eccezione di quelli derivanti dai servizi igienici dell’alloggio/sede amministrativa, dal bagno posto all’interno della sala mungitura, che presenteranno un sistema di smaltimento costituito da vasche imhoff. L’adduzione dell’acqua avverrà tramite acquedotto pubblico. Le acque reflue provenienti dal lavaggio dei capannoni di ricovero degli animali, quelle delle aree di esercizio scoperte prossime alle stesse saranno convogliate all’interno della vasca di accumulo dei reflui degli animali e da qui trasferiti all’impianto di BIOGAS. Le acque provenienti dalle aree di lavaggio della pavimentazione dell’officina e del parco macchine saranno convogliate in separatori prefabbricati utilizzati per depurare le acque inquinate principalmente da oli, sostanze grasse e sabbia. Tali separatori sono dotati di una sezione di filtrazione finale costituita da pannelli oleoassorbenti. Arrivate al separatore, le acque iniziano il trattamento nella sezione di dissabbiatura o di separazione fanghi per un tempo ottimale per consentire la separazione dalle sostanze sedimentabili. Le acque così pretrattate vengono avviate attraverso la sezione di separazione oli, dove subiscono una flottazione delle sostanze leggere, le quali vengono raccolte in una apposita camera, una volta risalite in superficie. Quest’ultima sezione è munita di filtro a coalescenza. Con questo sistema le microparticelle di oli aderiscono ad un particolare materiale coalescente (effetto di assorbimento) e, dopo essersi unite tra loro aumentano la loro dimensione (effetto di coalescenza), e quindi ne viene favorita la flottazione in superficie. Lo scarico del separatore viene automaticamente chiuso da un otturatore a galleggiante per impedire la fuoriuscita dell‘olio quando quest‘ultimo arriva ad un determinato livello nella camera di raccolta. Per prevenire detto livello massimo, su richiesta può essere fornito un lampeggiante o un avvisatore acustico che indica la necessità di intervento di manutenzione e di smaltimento degli oli. Per evitare che arrivino allo scarico tracce anche minime di oli, è prevista a completamento della fornitura, una sezione di filtrazione finale costituita da pannelli oleoassorbenti.

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Le acque così filtrate potranno essere riutilizzate per nuovi lavaggi delle aree pavimentate. Le acque piovane provenienti dalle aree scoperte dell’impianto saranno convogliate in impianti di prima pio ggia, attraverso un sistema di rete e pozzetti disposti lungo i percorsi principali a queste si aggiungono quelle provenienti dalla disinfezione dei mezzi che entrano nell’allevamento. L’inquinamento prodotto dal dilavamento di acque meteoriche è dovuto essenzialmente alla presenza di polveri, terriccio ed oli minerali leggeri oltre naturalmente a residui di sostanze organiche prodotti dagli animali. Le acque provenienti dai diversi punti dell’impianto vengono immesse nel pozzetto scolmatore dove trami te soglie tarate in base alla superficie servita vengono separate le “acque di prima pioggia” dalle successive che essendo diluite come carico inquinante possono essere inviate direttamente al corpo ricettore attraverso il by-pass. I piazzali interessati alle precipitazioni meteoriche saranno opportunatamente predisposti per favorire il convogliamento delle stesse in un unico punto in cui verrà posizionato il separatore. Le acque di prima pioggia iniziano il trattamento nella sezione di dissabb iatura o di separazione fanghi per un tempo ottimale per consentire la separazione dalle sostanze sedimentabili. Le acque così pretrattate vengono avviate attraverso la sezione di separazione oli, dove subiscono una flottazione delle sostanze leggere. Lo scarico del separatore viene automaticamente chiuso da un otturatore a galleggiante per impedire la fuoriuscita dell‘olio quando quest‘ultimo arriva ad un determinato livello nella camera di raccolta. L’acqua così filtrata potrà essere riutilizzata per lavaggi di viali, parcheggi e aree a verde a servizio dell’impianto zootecnico. Si prevedono, pertanto, due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana proveniente dall’impianto di prima pioggia. Le cisterne del tipo interrate, saranno in monoblocco corrugato di polietilene (PE), prodotto in azienda certificata e prevedono: serbatoio di accumulo con condotta in PVC con guarnizione a tenuta in entrata con curva, controcurva e condotta per l’immissione dell’acqua sul fondo per ridurre al minimo la turbolenza, elettropompa sommersa con galleggiante e quadro di comando/sicurezza.

SICUREZZA E IGIENE Nella pianificazione degli interventi per la sicurezza igienico sanitaria un ruolo importante è svolto dal controllo degli animali infestanti, quali ratti, insetti e uccelli che spostandosi velocemente da un posto all’altro fungono da veicoli di malattie. La lotta agli uccelli è principalmente preventiva con l’utilizzo di reti protettive (reti anti passero) in modo da impedire o limitare l’accesso dei volatili soprattutto dove sostano le derrate. Per quanto riguarda le infestazioni di insetti ed in particolari di mosche, sono importanti le seguenti azioni preventive: - Evitare ristagni di acqua - Pulire gli spazi interni ed esterni soprattutto dai materiali organici - Mantenere, nelle stalle, la lettiera più asciutta possibile - Disporre siepi o alberature attorno ai capannoni dall’allevamento per mitigare la temperatura interna e dare ospitalità ad uccelli insettivori.

Nella lotta contro gli insetti è opportuno utilizzare gli strumenti ed i metodi della lotta biologica e favorire tutte le strategie ed i prodotti meno tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente. E’ assolutamente fondamentale assicurare un efficiente controllo dei roditori, che possono trasmettere svariati agenti patogeni. La lotta viene spesso condotta da ditte specializzate, ma l’allevatore deve comunque mettere in atto una serie di misure preventive e di lotta, quali: - Evitare inutili spandimenti di mangime - Avere pulizia ed ordine in tutti gli ambienti - Proteggere le derrate e le fonti di acqua, evitando l’accesso dei roditori.

Altro importante metodo preventivo è realizzare lungo il perimetro di ciascuna stalla una fascia in cemento per limitare la penetrazione di topi e ratti. Le coperture delle stalle saranno coibentate ed il sistema di ricambio dell’area è garantito dalla ventilazione natura e forzata. La qualità dell’aria è garantita dalla rimozione frequente dei liquami dalle stalle tale da minimizzazione la presenza di gas.Tra le norme di igiene da adottare per le stalle fondamentale importanza è la disinfettazione delle stesse che dovrà avvenire periodicamente con una scadenza di circa 1-2 volte a settimana .

LA QUESTIONE ENERGETICA Studi condotti su un campionario di aziende zootecniche italiane hanno confermato che il consumo energetico, per questo tipo di produzione, si stima intorno ad un valore medio di 510 kWh/capo. A fronte di questo dato la ditta AGRISMA ritiene molto importante investire sulle tecnologie per la produzione di energia rinnovabile e per il risparmio energetico. Il progetto prevede, quindi, l’installazione di un impianto fotovoltaico, oltre al già menzionato impianto di biogas. Si installeranno pannelli fotovoltaici sulle falde dei capannoni di progetto, sulla copertura delle stalle, del mangimificio, sul blocco abitazione/sede amministrativa e sulla copertura di un fienile.

2. PROCESSO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE

2.1 - Iter di Pianificazione e della Valutazione Ambientale

2.1.1 Strumenti di pianificazione sovraordinati

• Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) - P.T.P. del Metapontino

Il nuovo piano paesistico della Basilicata è in fase di redazione. La normativa in vigore è costituita da un insieme di leggi, tra cui si segnala la L. Regionale 12-02-1990 n.20, relativa a 'Piani regionali paesistici di area vasta' . A seguito dell’approvazione della L. 431/1985 (legge Galasso) circa il 30% del territorio della Regione Basilicata è stato assoggettato alla disciplina di sette Piani Territoriali Paesistici di Area Vasta (P.T.P.A.V.), approvati con D.G.R.-Basilicata n. 6139 del 25/10/88 e n. 3/1990 e n. 13/1992. Già in parte sottoposto a vincolo ministeriale ai sensi della Legge Regionale n. 3/90. comprende i comuni di Scanzano, , , , , , , e . Con Legge Regionale n. 3 del 1990 entra in vigore il Piano Territoriale Paesistico del Metapontino che per meglio tutelare le risorse naturali e paesaggistiche rinvia le previste trasformazioni urbanistiche alla redazione dei Piani di Ambito Bradano e Basento. Per tutti gli elementi di valore eccezionale, la tutela comporta la conservazione integrale, inclusi gli attuali usi compatibili. Nelle Norme di Attuazione del Piano, al Titolo III, capo 1, risultano specificate le prescrizioni ed i divieti relativi ad ogni tematismo, concernenti eventuali interventi di miglioramento e ripristino, ammessi solo se finalizzati esclusivamente all'attuazione di tale modalità di tutela. Per tutti gli elementi di valore elevato, la conservazione di cui sopra viene riferita ai principali caratteri costitutivi dell'elemento. Nel rispetto di tale modalità, sono ammessi tutti gli interventi di miglioramento e ripristino finalizzati ad ogni riuso dell'elemento che risulti compatibile con la loro conservazione. Le prescrizioni ed i divieti concernenti detti interventi di miglioramento e ripristino risultano fissati al capo 1, Titolo III, del Testo normativo sopra citato. Nella Carta di Sintesi -S1-, gli Ambiti sono stati delimitati "collegando elementi anche di valore diverso, tra i quali, in ogni caso, siano risultate presenze di valore eccezionale od elevato e di pari interesse percettivo". A seconda dei valori eccezionali, elevati a/o medi cui riferire le azioni di protezione ed a seconda dei tipi d'uso antropico ammessi, gli ambiti delimitati nella carta S1 sono stati suddivisi in:

- ambiti naturalistici, che richiedono forme particolari di gestione della tutela; - ambiti di valorizzazione, caratterizzati da una presenza prevalentemente antropica, nei quali sono previsti gl'interventi specificati agli artt. da 20 a 26 delle Norme del Piano.

Le varie modalità di trasformazione fisica del territorio risultano determinate nella Carta di progetto -P1- "della trasformabilità degli elementi di rilevanza paesistico - ambientale". In tale Carta le diverse modalità di trasformazione territoriale sono determinate, in ragione dei diversi usi antropici: - insediativo (residenziale, produttivo e terziario), - infrastrutturale, - produttivo agro-pastorale, - produttivo estrattivo, come segue:

- Zone soggette a totale intrasformabilità: si tratta di aree sulle quali insistono elementi areali d'interesse naturalistico o a sensibilità geologica eccezionali; su tali zone, in armonia con quanto prescritto al Titolo III, capo 1. delle Norme del Piano, i soli interventi ammessi sono quelli esclusivamente finalizzati alla conservazione ed al ripristino delle caratteristiche costitutive degli elementi presenti. - Zone soggette a intrasformabilità in relazione ad uno specifico uso antropico; sono aree su cui insistono elementi, per lo più di valore elevato che mostrano una assoluta incompatibilità in relazione ad un determinato use antropico. - Zone in cui la trasformazione e' soggetta a verifica di compatibilità ambientale; sono aree su cui insistono elementi areali di valore elevato a/o medio nelle quasi, in relazione a specifiche necessità d'uso antropico, ogni trasformazione territoriale viene autorizzata solo dopo esito positivo di una specifica valutazione di compatibilità ambientale, riferita alle peculiarità costitutive dell'elemento (B1). In questa categoria ricade l’area oggetto di intervento. - Zone in cui la trasformazione e' condizionata all'osservanza di specifiche prescrizioni, sono aree su cui insistono elementi di valore prevalentemente medio, nelle quali ogni trasformazione in relazione alle varie necessità d'uso antropico deve risultare conforme alle prescrizioni degli Strumenti urbanistici comunali. - Zone in cui la trasformazione è regolata dal regime di tutela ordinario, sono aree prive di valori tematici, in cui ogni trasformazione puo' essere consentita conformemente a quanto attualmente indicato dagli strumenti urbanistici vigenti; nella carta P1 tali zone appaiono prive di indicazioni specifiche. - Interventi Prioritari di Ripristino e Recupero Oltre che mediante le prescrizioni di cui al al Titolo III delle Norme di Piano, la conservazione degli elementi di valore eccezionale ed elevato viene perseguita anche mediante interventi di recupero e ripristino, nei casi, tassativamente indicati nella carta S2 e al Titolo IV, capo 1. delle Norme di Piano, di degrado che comportino il forte rischio di imminenti alterazioni irreversibili, in quelli di alterazioni dovute all'azione di detrattori, da rimuovere o in quelli concernenti la realizzazione degli Ambiti, la cui conservazione e' affidata unicamente ai previsti interventi progettuali.

Stralcio PTRP del Metapontino

• Programma di azione per la tutela ed il risanamento delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati di origine agricola

A seguito dell’emanazione del Decreto Legislativo n. 152/1999 di recepimento della Direttiva CEE 91/676 denominata “Direttiva Nitrati”, la Regione Basilicata con Delibera n. 508 del 25-03-02 ha individuato sul proprio territorio le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola e per questo si è impegnata a predisporre un programma di azione, ai fini della tutela e del risanamento delle acque dall’inquinamento causato da nitrati di origine agricola, così come previsto all’art. 19 del Decreto sopra citato. Tale programma, in coerenza con quanto stabilito dalla Buona Pratica Agricola (allegato I del Complemento di Programmazione del POR 2000-2006 approvato con D.G.R n. 2466 del 15/11/2000) individua l’insieme delle tecniche agronomiche ed in particolare quelle relative alla fertilizzazione azotata, che, in funzione delle condizioni ambientali ed agricole locali, sono in grado di mitigare il rischio di percolazione dei nitrati nelle acque superficiali e profonde.

Riferimenti normativi

 Direttiva CEE 91/676 “Direttiva nitrati”;  D.Lg.vo 152/1999 “Recepimento direttiva nitrati”;  D.G.R. 2446 DEL 15.11.2000 “Complemento di programmazione del P.O.R. Basilicata 2000-06” Allegato 2 “Codice di Buona Pratica Agricola”;  D.C.R. 508 del 25.03.02 “Individuazione zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola”;  D.Lg.vo 152/1999 “Revisione D.Lg.vo 152/1999 “Recepimento direttiva nitrati”;  DCR 119 del 06.06.06 “Art. 19 del Decreto Legislativo n. 152/99 – Programma d’azione della Basilicata per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola”. BURB n. 34 del 01.07.06.  DCR 293 del 17.07.07 “Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o non vulnerabili ai nitrati di origine agricola”. BURB n. 43 del 16/09/07.  Deliberazione del Consiglio Regionale 20 novembre 2007 n. 338 – “Programma d’azione Basilicata per zone vulnerabili da nitrati di origine agricola: modifiche ed integrazioni” (BURn.57 del 16/12/2007).  Determinazione Dirigenziale 4 giugno 2008 n.727 .“Programma d’azione Basilicata per zone vulnerabili da nitrati di origine agricola definizione delle istruzioni tecnico operative e della

modulistica “Rettifica e integrazione dell’All. C –Piano di utilizzazione agronomica (PUA)”

(BUR n.28 del 2/7/2008 ).

 Deliberazione G.R. n.156 del 14 febbraio 2013 “ Conferma zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola in attuazione dell’art. 36 comma 7-ter del Decreto legge 18 ottobre 2012 n.179 ,

convertito in legge n.221 del 17/12/2012.

Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) Il nuovo Piano Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR) è stato adottato con la D.G.R. n. 95 del 2 febbraio 2016, pubblicata sul BUR n. 8 del 1° marzo 2016, ed approvato con Delibera del Consiglio Regionale. Il Piano si suddivide nelle seguenti parti: - Piano di gestione dei rifiuti urbani e piano di gestione degli imballaggi - Piano di gestione dei rifiuti speciali e piano amianto - Piano di bonifica dei siti inquinati Il Piano regionale di gestione dei rifiuti, che ha l’obiettivo di “massimizzare la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, il riuso dei beni, il recupero di materiali e di energia ed il riciclaggio, in modo da tendere a zero entro l’anno 2020; proteggere l’ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi legati alla produzione e alla gestione dei rifiuti” . Il Piano contiene : Piano di gestione dei rifiuti urbani, Direttive per lo sviluppo delle raccolte differenziate, Piano di gestione degli imballaggi, Piano di gestione dei rifiuti speciali, Piano di bonifica dei siti inquinati, Anagrafe dei siti, Piano amianto, Programma di prevenzione della produzione di rifiuti, Criteri di localizzazione . La parte cruciale è senza dubbio quella che riguarda i rifiuti urbani, supportata da analisi merceologiche per la definizione dei fabbisogni e il dimensionamento degli impianti oltre alla raccolta differenziata. Il programma di prevenzione della produzione di rifiuti prevede la “stabilizzazione” della produzione pro capite di rifiuti, che in Basilicata è di circa 350 chili per abitante all’anno, il valore più basso d’Italia. Si prevede inoltre la riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani residui (Rur) al di sotto dei 100 chili per abitante all’anno. L’obiettivo strategico è di portare la raccolta differenziata al 65 per cento, con una particolare attenzione alla qualità della raccolta differenziata, che deve essere correttamente finalizzata a massimizzare il recupero ed il riuso dei materiali.

• ll Programma di Sviluppo Rurale Basilicata ll Programma di Sviluppo Rurale Basilicata FEASR 2014-2020 è stato approvato dalla Commissione Europea con decisione di esecuzione C (2015) 8259 il 20 novembre 2015. Ha una dotazione finanziaria complessiva di 680 milioni di euro di cui 411,5 milioni di euro del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. Panoramica sul PSR Basilicata 2014-2020 In coerenza con l’architettura portante dei PSR, basata su sei priorità dalla politica di sviluppo rurale e articolata in 18 focus area, nel programma della Basilicata sono stati pianificati i interventi che mirano a raggiungere obiettivi trasversali. La strategia regionale, definita in costante collaborazione e confronto con i componenti del tavolo regionale di partenariato e con le organizzazioni di rappresentanza delle imprese agricole, risponde a bisogni e a necessità del territorio. Insieme si è deciso di attivare 15 misure e 54 operazioni per lo sviluppo rurale e l’agricoltura lucana di domani. La priorità 1, Innovazione e trasferimento delle conoscenze, rappresenta il jolly per lo sviluppo sostenibile, è l’asse portante e incrocia in maniera trasversale tutta la nuova programmazione. Con il 10% dei fondi investiti, si potenzieranno i servizi di consulenza e 2382 beneficiari potranno essere coinvolti nelle attività di formazione per accrescere la conoscenza e le competenze nel settore. Cento i progetti di cooperazione che si prevede di realizzare, anche con i gruppi operativi e in modalità collettiva, per migliorare le prestazioni economiche e ambientali delle imprese agricole lucane. Innovazione di processo e di prodotto, crescita della qualità e rafforzamento della sostenibilità ambientale, anche con nuove fonti di reddito. Attraverso la seconda priorità del PSR, che punta a potenziare la competitività, gli imprenditori agricoli lucani saranno chiamati a fare il vero salto di qualità per essere al passo con l’Europa. Quasi 127,4 milioni di euro da investire per crescere e innovarsi, pari al 18% del budget. 327 i progetti di investimento attesi per la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende e 650 giovani under 40 che si potranno intraprendere nuove attività in agricoltura. Per la priorità 3, la parola d’ordine è aggregazione, per arrivare insieme dall’azienda agricola alla tavola dei consumatori, passando dalla fase della trasformazione e della promozione. L’approccio che contraddistingue l’organizzazione delle filiere agroalimentari e le forme aggregative, punta ad aumentare la redditività della produzione primaria, privilegiare la qualità e favorire l’esportazione dei prodotti agricoli e agroalimentari lucani in Europa e nel mondo. Per il futuro, con circa 93 milioni di euro di risorse da investire, sono attesi 377 interventi integrati per accrescere insieme la competitività, la redditività e la qualità delle produzioni, accompagnati anche da 237 azioni per la gestione del rischio. Per l’ambiente e il clima, le vere sfide per un futuro sostenibile, sono stati programmati 333 milioni di euro da investire nelle priorità 4 e 5 del PSR Basilicata, pari al 49% del budget in dotazione. Turismo, ruralità e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e artistico daranno vita ad attività extra agricole per più di 80 possibili beneficiari. Sviluppo locale e partecipazione integrata creeranno nuovi posti di lavoro, incidendo in modo positivo sul 76% della popolazione rurale. • Piano di Sviluppo Strategico Turistico del Metapontino

Le Amministrazioni Comunali di Nova Siri, Rotondella, Policoro, Scanzano Jonico, Pisticci e Bernalda, aderenti al brand “Costa del Metapontino”, hanno adottato il documento di indirizzo “Piano di Sviluppo Strategico Turistico del Metapontino” che individua le linee guida per uno sviluppo condiviso del settore turistico nei Comuni della Costa jonica. L’obiettivo principale delle Amministrazioni è quello di perseguire una politica del turismo omogenea, per rendere il territorio più competitivo, attrattivo e sostenibile e rispondere prontamente ai rapidi cambiamenti del mercato turistico. Il Piano favorisce, organizza e promuove un sistema di ospitalità diffusa attraverso il recupero del patrimonio immobiliare pubblico e privato e un’integrazione dei servizi turistici del territorio, incentivando la nascita di nuova imprenditorialità in forma cooperativa. Tra gli altri obiettivi del Piano vi è il recupero dei borghi e centri storici attraverso una riorganizzazione ed efficientamento dei servizi e l’idea di diffondere tra cittadini e imprenditori una maggiore consapevolezza circa l’importanza di uno sviluppo condiviso delle comunità, a partire proprio dal turismo che costituisce un trampolino di lancio fondamentale i territori. Il Metapontino, infatti, rappresenta un punto nevralgico per la crescita del turismo lucano, con il 56% delle presenze totali in Basilicata e il 52% dei posti letto disponibili in Regione. Il turismo lucano vale circa il 6% del PIL, contro il 10% della media nazionale, per cui riteniamo che i punti focali del nostro percorso condiviso debbano riguardare la destagionalizzazione del turismo, una crescente visibilità e valorizzazione del patrimonio naturalistico ed ambientale e una migliore accessibilità anche attraverso un potenziamento delle infrastrutture. Un cammino condiviso dei Comuni della Costa jonica, uniti dall’intento di affermare e far conoscere nel mercato turistico nazionale e internazionale le bellezze dei propri territori, in parallelo rispetto al percorso di valorizzazione di Matera Capitale della Cultura 2019. Il comune di Scanzano Jonico, intanto, ha proposto alla Regione Basilicata una revisione del piano lidi regionale. La proposta al vaglio della Regione Basilicata per il comune di Scanzano prevede per i suoi 8 km di costa: 5 spiagge attrezzate (2 a lido Terzo Madonna, 2 a Bufaloria, 1 tra Lido Torre e Terzo Cavone), 5 stabilimenti balneari a Lido Torre e un’area per attività commerciali legate al turismo, con esclusione di attività di ristorazione. Quest’ultima è prevista a Terzo Cavone, insieme a 4 postazioni POS (di solo posa ombrelloni) tra Lido Torre e Terzo Cavone. La proposta di revisione prevede il completamento delle opere di sistemazione del lungomare e delle aree parcheggio insieme alla piazza centrale con le relative strutture commerciali di servizio ai turisti.

• Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR)

Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR) è stato Approvato con LR n. 1 19-1-2010. Il Piano contiene la strategia energetica della Regione Basilicata da attuarsi fino al 2020. L'intera programmazione ruota intorno a quattro macro-obiettivi: -riduzione dei consumi e della bolletta energetica; -incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; -incremento dell'energia termica prodotta da biomasse e biocombustibili; -creazione di un distretto energetico in Val d', per sviluppare le attività di ricerca in campo energetico; -favorire la formazione sui temi dell’energia, insediare imprese innovative specializzate negli studi per il miglioramento dell’efficienza energetica; -realizzare impianti innovativi e sperimentali ed un parco dell’energia per evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica. In generale, le finalità del PIEAR sono quelle di garantire un adeguato supporto alle esigenze di sviluppo economico e sociale attraverso una razionalizzazione dell’intero comparto energetico ed una gestione sostenibile delle risorse territoriali. Le priorità di intervento afferiscono al risparmio energetico, anche attraverso la concessione di contributi per gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici effettuati da soggetti pubblici e da privati, al settore delle fonti energetiche rinnovabili favorendo principalmente la “generazione distribuita” dell’energia elettrica nell’ambito dell’autoproduzione e l’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia termica ed infine al sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla produzione di componentistica innovativa nel campo dell’efficienza energetica. Più in particolare, la Regione, attraverso un meccanismo di valutazione qualitativa, individuerà gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che dal punto di vista tecnologico, ambientale e produttivo, consentiranno di perseguire nel loro complesso gli obiettivi prioritari fissati dal piano con particolare riferimento alla riduzione dei costi energetici. Particolare attenzione sarà rivolta alla riduzione dei consumi di energia elettrica, incentivando l’impiego di lampade e sistemi di alimentazione efficienti, ed intervenendo sugli azionamenti elettrici, sull’efficienza dei motori elettrici e, più in generale, sugli usi elettrici in industria ed agricoltura. Sono anche contemplate la generazione e la cogenerazione distribuita, che, pur non contribuendo propriamente alla riduzione della domanda di energia per usi finali, permettono apprezzabili riduzioni dei consumi di energia primaria e dei costi energetici.

• Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico - PAI Il primo stralcio funzionale del Piano di Bacino, relativo alla “Difesa dal Rischio Idrogeologico” (PAI), è stato approvato dal proprio Comitato Istituzionale in data 5/12/2001 con delibera n. 26. Successivamente nel periodo 2001-2014 è stato aggiornato più volte in funzione dello stato di realizzazione delle opere programmate e del variare della situazione morfologica ed ambientale dei luoghi. Il vigente PAI costituisce il quadro di riferimento a cui devono adeguarsi e riferirsi tutti i provvedimenti autorizzativi e concessori. La sua valenza di Piano sovraordinato rispetto a tutti i piani di settore, compresi quelli urbanistici, comporta quindi, nella gestione dello stesso, un'attenta attività di coordinamento e di coinvolgimento degli Enti operanti sul territorio. Le tematiche inerenti le inondazioni ed i processi di instabilità dei versanti, sono contenuti rispettivamente nel Piano delle aree di versante e nel Piano delle fasce fluviali. Le finalità del piano stralcio delle aree fluviali consistono in: individuazione degli alvei, delle aree golenali, delle fasce di territorio inondabili per piene con tempi di ritorno fino a 30 anni, per piene con tempi di ritorno fino a 200 anni e per piene con tempi di ritorno fino a 500 anni, dei corsi d’acqua compresi nel territorio dell’AdB della Basilicata: fiume Bradano, fiume Basento, fiume Cavone, fiume Agri, fiume Sinni, fiume Noce. -definizione, per le dette aree e per i restanti tratti della rete idrografica, di una strategia di gestione finalizzata a superare gli squilibri in atto conseguenti a fenomeni naturali o antropici, a salvaguardare le dinamiche idrauliche naturali, con particolare riferimento alle esondazioni e alla evoluzione morfologica degli alvei; - definizione di una politica di minimizzazione del rischio idraulico attraverso la formulazione di indirizzi relativi alle scelte insediative e la predisposizione di un programma di azioni specifiche, definito nei tipi di intervento e nelle priorità di attuazione, per prevenire,risolvere o mitigare le situazioni a rischio. In base al Piano stralcio delle fasce fluviali attualmente vigente l’area oggetto di studio non è interessata da aree perimetrale a rischio alluvioni con tempo di ritorno a 30, 200 e 500 anni. L’attuazione di tale percorso ha come obiettivi: la riduzione delle conseguenze negative derivanti dalle alluvioni per la vita e la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale, le attività economiche e le infrastrutture; l’individuazione di obiettivi e misure per la gestione e mitigazione del rischio di alluvioni; la predisposizione ed attuazione del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile. In base al Piano stralcio delle fasce fluviali attualmente vigente l’area oggetto di studio non è interessata da aree perimetrale a rischio alluvioni con tempo di ritorno a 30, 200 e 500 anni.

• Siti Rete Natura 2000 - ZSC

ZSC IT9220080: COSTA IONICA FOCE AGRI

Il sito comprende un’area di 706 ha. E’ localizzato in corrispondenza della Foce del Fiume Agri, nel territorio dei Comuni di Policoro e Scanzano Ionico (MT). L’area è caratterizzata da una morfologia pianeggiante tipica delle pianure costiere (l’altezza media è di 1 metro s.l.m.). L’area appartiene alla regione biogeografia mediterranea.

L’area ha una notevole valenza naturalistica in quanto presenta una notevole diversità di habitat (fluviali, marini, costieri sabbiosi, dunali e retrodunali, aree allagate),costituendo un importante sito di sosta per l’avifauna migratoria. Sono stati segnalati avvistamenti di Caretta caretta.

La costa del Sic foce Agri si presenta bassa e sabbiosa con sistemi dunali recenti (Olocene), caratterizzati da rilevanti attività idrodinamiche ed eoliche che determinano fenomeni di erosione responsabili, in numerosi tratti, di un arretramento molto evidente del litorale.

La costa è bassa ed è costituita principalmente da terreni con suolo molto sciolto ed erodibile,principalmente sabbie e limo con elevate percentuali di argilla presso la foce. Il fiume Agri, identifica fisicamente due aree diverse, sia dal punto di vista morfologico che da quello della composizione floristico-vegetazionale. In sinistra idrografica del fiume s’individua:

- un tratto di costa più prossimo alla foce fortemente eroso e caratterizzato da una mancanza totale delle fasce vegetazionali, in genere parallele alla costa, tipiche dello schema ante duna - duna mobile – retro duna - interduna - duna fissa, con la presenza, direttamente a contatto col mare, di una pineta in condizioni di vegetazione critiche;

- un tratto di costa più distale dalla foce caratterizzato dalle successioni vegetazionali tipiche dei sistemi dunali in cui spicca la presenza di un crucianelleto molto frammentato e della macchia a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa che è ovunque la specie prevalente; laddove invece si registra un ridotto disturbo antropico, la macchia si arricchisce di Ephedra distachya, Thymelea hirsuta, Smilax aspera, Daphne gnidium, Asparagus acutifolius. La macchia mediterranea diventa poi sottobosco nella pineta con specie quali Pistacia lentiscus, Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, Rhamnus alaternus, Phyllirea latifolia, Asparagus acutifolius ecc.

ZSC COSTA JONICA FIUME CAVONE IT9220095

Gli habitat individuati per il Sito sono: 1130 (Estuari), 1210 (Vegetazione annua delle linee di deposito marine) che interessa direttamente l’area in studio, 1310 (vegetazione annua pioniera di Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose), 1410 (Pascoli inondati mediterranei – Juncetalia maritimi), 1420 (Praterie e

fruticeti alofili mediterranei e termo atlantici – Sarcocornietea fruticosi), 2110 (Dune embrionali mobili), 2120 (Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria – Dune bianche), 2230 (Dune con prati dei Malcomietalia), 2240 (Dune con prati dei Brachipodietalia e vegetazione annua), 2250 (Dune costiere con

Juniperus), 3280 (Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba) . Sebbene non siano state segnalate specie di interesse comunitario, gli habitat psammofili e alo igrofili ospitano una flora ricca di elementi rari e di interesse conservazionistico.

Meritano di essere menzionate: Ephedra distachya, specie in continua regressione a causa della modifica dell’habitat; Juniperus oxycedrus ssp. Macrocarpa, elemento delle dune consolidate e presente con una ricca popolazione che caratterizza la macchia psammofila retrodunale a sud della foce; Juniperus phoenicea ssp turbinata, presente con pochi individui; Euphorbia terracina e Pancratium maritimum, specie dalle abbondanti fioriture tardo estive . Esemplificativa è la presenza di numerose specie di uccelli migratori tra cui alcune di rilevante interesse conservazionistico come, ad esempio, la Cicogna bianca (Ciconia ciconia), la Cicogna nera (Ciconia nigra), numerose specie di Ardeidi, e diverse specie di passeriformi a medio e lungo raggio.

La grande varietà di habitat e la conseguente biodiversità di specie animali e vegetali, di cui molte endemiche, rare, vulnerabili ed a rischio di estinzione, è indicatrice della lunga continuità ecologica di questo territorio che tuttavia nella seconda metà del XX sec. ha subito notevoli interventi di trasformazione dell’assetto territoriale.

La vegetazione delle spiagge svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento delle dune mobili, contrastando i fenomeni erosivi costieri presenti con effetti devastanti anche in questo tratto di costa.

Tra le specie di rilevante interesse biogeografico ed inserite a vario titolo nelle liste delle piante protette, vanno citate il giglio di mare (Pancratium maritimum), pianta di rara bellezza, a fioritura tardo estiva, caratteristica delle dune, e l’efedra (Ephedra dystachia) specie rarissima e localizzata in poche stazioni del litorale metapontino, all’interno della macchia a ginepri. Per entrambe viene indicata l’attuale localizzazione dei siti principali lungo il tratto di costa interessato.

Le aree SIC e la posizione dell’area interessata dalla variante

• Regolamento Urbanistico ( R.U.) di Scanzano Jonico - Pianificazione urbanistica Il Comune di Scanzano Jonico e dotato di R.U. che è stato approvato con Delibera di Consiglio Comunale n° 44 del 28.10.2009, è già stato sottoposto alle verifiche e ai controlli sia formali che sostanziali di merito della Regione Basilicata, quindi di fatto coerente con tutti gli strumenti di pianificazione sovraordinati. Il R.U. si pone il problema di avviare un processo di riequilibrio territoriale, intervenendo per quanto possibile, date le competenze definite dalla legge, sul rapporto tra assetto urbano e territorio aperto e, il via prioritaria, all’interno della struttura urbana per cercare le forme e gli indirizzi di un possibile ridisegno. L’obiettivo è duplice: 1 .Ricreare l’effetto paese attraverso la riaggregazione dei quartieri , la connessione di servizi, il ridisegno dell’ambito urbano; 2. connettere il territorio aperto al mare attraverso il potenziamento e la qualificazione dei servizi , della produttività in agricoltura e nel turismo, la qualificazione delle“eccellenze” mediante la maggiore integrazione tra campagna e struttura urbana. L’area di progetto è ubicata tra via Lombardia e via Sicilia, in zona Agricola E del R.U. All’art.34 – Zona E (agricola) si riporta che nel territorio agricolo è consentita la costruzione di manufatti edilizi finalizzati alla conduzione dei fondi rustici. In particolare è ammessa la costruzione, l’ampliamento, la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché la ristrutturazione edilizia di abitazioni rurali, di annessi rustici,di serre o tunnel serre e di strutture per allevamenti zootecnici funzionali alle esigenze aziendali. Sono ammesse, inoltre, trasformazioni edilizie per attività connesse all’esercizio di agriturismo e turismo rurale. All’art.34.9 si riporta che è vietato l’uso di baracche ed altri manufatti in struttura precaria. Sono consentite esclusivamente tettoie e pergolati in legno, di modeste dimensioni, da destinare al ricovero di automezzi. L’art. 34.11 recita che per gli allevamenti zootecnici esistenti a valle della linea ferroviaria Taranto/Sibari sono consentiti esclusivamente interventi di adeguamento igienico sanitario, nonché ampliamenti per ricavare spazi per la lavorazione, esposizione e commercializzazione dei prodotti Aziendali. All’art.34.12 “Gli allevamenti zootecnici, esistenti e di nuovo impianto, sono obbligati, fatte salve le ulteriori prescrizioni che potranno essere impartite dagli enti competenti, ad adottare i seguenti interventi per mitigare il disagio prodotto: a- installazione e mantenimento in efficienza durante tutto l’anno di mezzi di lotta contro le mosche (retine e frange alle aperture, nastri adesivi, trappole a lampada elettrica o mezzi equipollenti); b- pulizia della stalla bi-giornaliera nel periodo maggio-ottobre e giornaliera nel restante periodo dell’anno; c- tinteggiatura di pareti e soffitti almeno due volte l’anno; d- allontanamento del letame dalla stalla alla concimaia con mezzi che evitino spargimento di effluenti (liquidi e/o solidi lungo il tragitto); e- osservare il divieto assoluto di scaricare reflui di produzione animale in canali di bonifica, fossi, ed ogni altro canale di scolo.” Per gli allevamenti zootecnici (art.34.3.3) si prevedono : a- superficie minima del fondo: 50.000,00 mq; b- indice di fabbricabilità fondiaria: 0,07 mc/mq; c- indice di copertura (compreso verande, tettoie e porticati): 1/40 della superficie del fondo; d- altezza max: 6,00 con esclusione di silos, camini e volumi tecnici; e- numero piani fuori terra: max 1; f- distanza dai confini di proprietà : non inferiore a 30,00 m; g- distanza da abitazioni rurali: non inferiore a 15,00 m; h- distanza dalle strade: nel rispetto del vigente Codice della Strada in funzione della classificazione delle stesse e comunque non inferiore a 30,00 m; i- distanza da zone territoriali omogenee (A, B, C, D, PEEP, ecc.): non inferiore a 1.500,00 m per allevamenti suinicoli e avicunicoli; non inferiore a 800,00 per allevamenti di bovini, equini, ovicaprini ed altri; j- distanza dal mare: è esclusa la possibilità di costruire nuove strutture a valle della linea ferroviaria Taranto/Sibari.

Interazione con piani o progetti approvati o in corso di approvazione A circa un Km di distanza dal sito Agrisma è prevista la razionalizzazione produttiva di un altro allevamento di proprietà della Ditta Agri Castellano in Via Lombardia.Per la stessa ditta è in itinere la richiesta di Variante puntuale al R.U. del Comune di Scanzano. La delocalizzazione di questo allevamento, con allontanamento da Agri Castellano, unito alla regolamentazione e razionalizzazione della gestione degli stessi, farà si che non vi saranno impatti cumulativi particolari per l’ambiente e la salute umana. Si è provveduto già in questa fase, comunque , a prevedere eventuali impatti cumulativi relativi alle emissioni odorigene di cui ai paragrafi successivi di questo rapporto.

Agri Castellano Agrisma

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2.2 - Enti competenti in materia di VAS

Per quanto attiene al ruolo delle Autorità competenti in materia ambientale per le VAS la norma di riferimento è il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. La Regione Basilicata ha inteso interpretare il suddetto disposto normativo adottando la prassi, fino ad oggi applicata in tutti i prevedimenti avviati ed a tutte le scale territoriali, di individuare quale Autorità competente l’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata. Tale prassi è risultata priva di particolari criticità, poiché l’attribuzione del ruolo di Autorità competente ad uno specifico Ufficio Regionale istituzionalmente non preposto all’elaborazione di piani e programmi garantisce la separazione netta rispetto alle Autorità procedenti anche laddove queste dovessero identificarsi con una struttura regionale. Il costante confronto tra l'Autorità Proponente/Procedente e l’Autorità Ambientale ha consentito di rendere dinamicamente coerente il Piano dal punto di vista del perseguimento trasversale di obiettivi di sostenibilità ambientale. Ai fini di un’esaustiva informazione al pubblico ed ai soggetti istituzionali coinvolti circa lo svolgimento del processo e le decisioni assunte, questo documento: riepiloga sinteticamente il processo integrato del Piano e della valutazione ambientale (Diario della Valutazione Ambientale Strategica - VAS); elenca i soggetti coinvolti e fornisce informazioni sulle consultazioni effettuate e sulla partecipazione del pubblico; dà informazioni sulla consultazione e sulla partecipazione, in particolare sugli eventuali contributi ricevuti e sui pareri espressi; illustra le alternative/strategie di sviluppo e le motivazioni/ragioni per le quali è 5 stata scelta la proposta di Piano; dà conto delle modalità di integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare di come si è tenuto conto del Rapporto ambientale e degli esiti del processo di consultazione e partecipazione; dichiara come si è tenuto conto del Parere ambientale motivato; descrive le misure previste in merito al monitoraggio. Ai sensi della normativa di riferimento in materia di VAS, l’Autorità responsabile dell’elaborazione del programma (quindi ‘Autorità procedente’ per la VAS) deve informare il pubblico sulle decisioni prese in merito al programma adottato, tenuto conto delle valutazioni ambientali svolte. Ciò avviene con la pubblicazione della documentazione istruttoria. .

2.3 – Obiettivi di protezione ambientale considerati nel processo di variante Finalità ultima della Valutazione ambientale strategica è la verifica della rispondenza del piano (dei suoi obiettivi, delle sue strategie e delle sue azioni) con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, verificandone il complessivo impatto ambientale ovvero la diretta incidenza sulla qualità dell’ambiente. La definizione degli obiettivi deve soddisfare le condizioni di sostenibilità all’accesso alle risorse ambientali. Condizioni che sono comunemente fatte risalire ai seguenti principi: • il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non sia superiore al loro tasso di rigenerazione; • l’immissione di inquinanti nell’ambiente non superi la capacità di carico dell’ambiente stesso; • lo stock di risorse non rinnovabili resti costante nel tempo. L’insieme dei temi/aspetti ambientali con cui il piano interagisce, determinando impatti, è stato definito tenendo in considerazione il fatto che anche dalle interazioni tra piano ed attività antropiche (settori di governo) potrebbero originarsi degli impatti ambientali. Si riportano i temi/aspetti ambientali, con cui si ritiene che la variante di Piano possa interagire, determinando impatti:

Cambiamenti climatici Ridurre le emissioni di CO2 e Metano

Aria Mantenere/migliorare la qualità dell’aria locale - Ridurre le emissioni di odori

Acqua Tutelare le risorse e le riserve idriche

Risorse energetiche Ridurre i consumi di risorse non rinnovabili ed aumentare le rinnovabili

Rifiuti Riduzione dei rifiuti prodotti

Biodiversità Consentire la connettività ecologica

Suolo Contrasto dei fenomeni di degrado

L’obiettivo generale rimane anche quello di tutelare e riqualificare il paesaggio e le aree agricole.

2.4. Ambito di Influenza territoriale e aspetti ambientali interessati

L’area interessata dalla variante è caratterizzata dalla presenza dei seguenti elementi territoriali :

Corsi d’acqua: Presenza di bacini di raccolta con deflusso idrico per canali Infrastrutture lineari: di tipo stradale e ferroviario Presenza di edifici ed abitazioni rurali Villaggi Turistici (a lungo raggio)

I settori produttivi interessati sono dunque Agricoltura e Turismo. Sulla base delle azioni previste, oggetto della variante stessa,si prevede un ambito di influenza territoriale che interessa l’area compresa tra la ferrovia e i villaggi turistici in una direzione e da Via Lido Torre fino a Terzo Cavone nell’altra. A circa 3 Km dal sito in studio,in località Terzo Cavone di Scanzano Jonico (Matera), è in fase di realizzazione l’Abitazione per la Pace, una struttura modulare, realizzata con tecnologie innovative e materiali tradizionali, a forma di ali di farfalla con tre appartamenti, su una superficie totale di circa 300 metri quadrati, che accoglierà famiglie di rifugiati e i loro bambini. La Fondazione Città della pace per i bambini Basilicata nasce da un’idea di Betty Williams, premio Nobel per la pace. La Fondazione, creata dalla Regione Basilicata, dai Comuni di Scanzano Jonico e Sant’Arcangelo, insieme al World Center of Compassion for Children, si occupa di realizzare un percorso di accoglienza, tutela e integrazione per le persone che hanno subito persecuzioni o temono di subirne a causa della loro etnia, religione, nazionalità o appartenenza a un certo gruppo sociale.

2.5 Consumo di risorse naturali Relativamente al consumo di risorse naturali si prevede di consumare acqua proveniente dalle reti di acquedotto per l’abbeveraggio. Mediamente i fabbisogni sono quelli elencati in tabella.

Fabbisogni idrici indicativi per le diverse categorie di bovini da latte BOVINI FABBISOGNI IDRICI (l/giorno per capo)

VITELLA DI 1 MESE 5 - 7.5 VITELLA DI 3 MESI 8 - 11 VITELLA DI 6 MESI 14 - 18 MANZA DI 15-18 MESI 22 - 27 MANZA DI 18-24 MESI 27 - 37 VACCA IN LATTAZIONE (produz.latte=13.5 kg/giorno) 55 - 65 VACCA IN LATTAZIONE (produz.latte=23 kg/giorno) 91 - 102

Saranno anche impiegati inerti provenienti da cave di prestito per l’innalzamento del piano di sedime delle strutture per un quantitativo pari a circa 40.000 mc.

2.6– Recepimento delle osservazioni al documento preliminare di VAS – esito delle consultazioni

Con nota n.001033, registrata in data 23.01.2018 al protocollo del Dipartimento Ambiente ed Energia – Ufficio Compatibilità Ambientale al prot. n. 13159/23AB il Consorzio di Bonifica della Basilicata faceva presente che nelle aree asservite e di progetto sono presenti infrastrutture pubbliche irrigue e di bonifica idraulica invitando il soggetto proponente a presentare un progetto dettagliato riguardante la proposta di sistemazione delle opere inteferenti. Vi sono stati incontri tra il proponente e il Consorzio in cui sono state esaminate le eventuali interferenze con il progetto ed è stato definito un punto di incontro in relazione alle infrastrutture consortili presenti in modo da non creare problema alcuno. Si acclude in calce a questo rapporto il parere favorevole del Consorzio di Bonifica per la Variante al Piano proposta. Lo stesso è stato inviato via Pec anche all’Autorità Competente e Procedente. In riferimento alla nota n. prot.0057783 del 30 marzo 2018 dell’Ufficio Parchi Biodiversità e Tutela della Natura -. Dip. Ambiente ed Energia – Regione Basilicata sono state previste azioni a vantaggio della fauna in particolare lungo i canali con alberature e siepi onde permettere scambi e migrazioni e non creare barriere .

3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE, DISCIPLINARE E NORMATIVO: VINCOLI E MISURE DI SALVAGUARDIA

3.1 - Il Comune di Scanzano Jonico Scanzano Jonico è situato in una zona pianeggiante lungo il litorale jonico a meno di 1 km dal mare nella parte sud-occidentale della regione; il territorio comunale è ad un'altezza che va da 0 a 106 m s.l.m., con una media di 21 m s.l.m.; tuttavia la maggior parte del territorio comunale, compreso l'abitato principale si trova a pochi m s.l.m.. Confina a nord con il comune di Pisticci (28 km), ad est con il Mar Jonio (1 km), a sud con i territori di Policoro (6 km) e Tursi (26 km) e ad ovest con il comune di Montalbano Jonico (19 km).

3.2 - Dati demografici e sulla popolazione

Questi i principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente a Scanzano Jonico.

Indice di Indice di Indice di Indice di ricambio struttura carico Indice di Indice di Indice di dipendenza della della di figli natalità mortalità Anno vecchiaia strutturale popolazione popolazione per donna (x 1.000 ab.) (x 1.000 ab.) attiva attiva feconda 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1° gennaio 1 gen-31 dic 1 gen-31 dic 2002 64,0 45,8 64,4 77,5 25,8 10,8 4,3 2003 69,5 46,1 58,0 78,9 25,8 11,6 6,9 2004 73,4 45,1 55,5 81,5 26,1 11,3 7,8 2005 73,3 45,5 56,8 85,4 25,8 10,1 6,3 2006 77,9 45,5 57,2 86,0 26,1 9,0 6,2 2007 79,7 45,3 61,5 90,7 25,8 9,1 8,1 2008 81,1 44,4 67,9 92,2 25,7 8,3 6,5 2009 82,2 44,2 79,3 95,2 24,2 7,6 7,1 2010 87,1 43,3 89,4 96,9 24,2 9,2 7,4 2011 89,3 43,1 89,6 98,1 24,6 8,6 8,2 2012 92,4 44,0 94,0 99,9 24,8 10,4 6,4 2013 97,9 43,8 100,2 102,3 24,8 10,2 7,4 2014 103,3 45,0 101,8 106,0 25,3 11,3 6,0 2015 101,8 45,8 104,7 105,8 25,2 10,2 7,2 2016 106,0 45,7 110,3 106,2 25,2 - -

La popolazione residente a Scanzano Jonico al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 7.171 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 7.350. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 179 unità (-2,44%). Al 31.12.2015 la popolazione era di 7.564 abitanti.

Nel 2015 il saldo naturale della popolazione è stato negativo per 627 unità, derivanti da 1.462 nascita e 2.089 decessi. A differenza degli anni precedenti anche il saldo migratorio della popolazioni presenta per il 2015 un dato negativo: le iscrizioni da altri Comuni e dall’estero sono state pari a 2.962 mentre le cancellazioni hanno riguardato 3.043 casi. Nello specifico i Comuni che hanno evidenziato un saldo totale positivo sono nell’ordine Policoro (+117), Scanzano (+46), Nova Siri (+43) ; tutti gli altri Comuni fanno registrare saldi negativi. Rispetto al 2014 sono pochissime le Comunità che hanno fatto registrare un incremento dei residenti rispetto al periodo precedente. Le variazioni annuali della popolazione di Scanzano Jonico espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Matera e della regione Basilicata.

Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee.

IL SISTEMA SOCIALE E AGRICOLO DELL’AREA DI SCANZANO

La Pianura Irrigua Metapontina è compresa nel sistema più ampio che si caratterizza per la morfologia piatta, per la presenza di suoli molto fertili e per l'abbondanza di acque sia superficiali sia di falda. Tali caratteristiche fisiche hanno determinato una ricca economia, basata sull'agricoltura e sull'allevamento intensivi, di grande valore che presenta una produttività elevata, tra le maggiori in Italia. Escludendo la parte periurbana, in cui l’attività agricola ha un ruolo marginale in termini socio-economici e in termini di disponibilità di suolo e risulta compressa dallo sviluppo urbanistico,infrastrutturale e produttivo, il territorio in questione presenta una bassa densità abitativa,con prevalente destinazione agricola della superficie. La campagna in queste zone si caratterizza per un'elevata qualità paesistica sebbene le tecniche colturali moderne abbiano inevitabilmente modificato il paesaggio, la struttura originaria, frutto di secolari bonifiche e sistemazioni idrauliche, è ancora nettamente percepibile. Il sistema agroalimentare metapontino rappresenta uno dei punti di forza dell’economia lucana e del sistema nazionale: l’agricoltura presenta indici molto elevati di produttività economica per unità di superficie e per addetto. Buona parte della produzione agricola metapontina ha forti connotati di intensività. Le colture più praticate sono i seminativi, l’orticoltura, la vitivinicoltura, cui si aggiungono le attività zootecniche (allevamento di bovini e di suini ). Caratteristica negativa di questo sistema è l’invecchiamento degli attivi agricoli con il conseguente ridotto ricambio generazionale: si sta assistendo, infatti, all’abbandono delle aree rurali da parte della popolazione giovane che si sposta nei centri urbani in cerca di alternative occupazionali, cosa che comporta la necessità di adattamento organizzativo del modello basato sulle grandi famiglie direttamente coltivatrici. Per sopperire a questa carenza di manodopera giovanile e all'invecchiamento degli addetti in agricoltura è sempre più frequente il ricorso a mano d'opera extracomunitaria che ben si adatta alle difficili condizioni del lavoro agricolo ma che rischia processi di marginalizzazione. Caratteristica negativa di questo sistema è l’invecchiamento degli attivi agricoli con il conseguente ridotto ricambio generazionale: si sta assistendo, infatti, all’abbandono delle aree rurali da parte della popolazione giovane che si sposta nei centri urbani in cerca di alternative occupazionali, cosa che comporta la necessità di adattamento organizzativo del modello basato sulle grandi famiglie direttamente coltivatrici. Per sopperire a questa carenza di manodopera giovanile e all'invecchiamento degli addetti in agricoltura è sempre più frequente il ricorso a mano d'opera extracomunitaria che ben si adatta alle difficili condizioni del lavoro agricolo ma che rischia processi di marginalizzazione.

3.3 - Sistema insediativo e infrastrutturale

Il Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto (1966) è un ente di diritto pubblico economico costituito con D.P.R. 1.12.1966, derivante dalla fusione, prima degli uffici e poi anche dell'amministrazione, di due preesistenti e limitrofi consorzi: quello di Metaponto (1925) e quello della Media Valle del Bradano (1931). Il comprensorio ricade nei bacini dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, interessando le seguenti Comunità Montane: Basso Sinni, Collina materana e Medio Basento. La prima fase operativa dei Consorzi di bonifica di Metaponto e della Media Valle del Bradano si espresse nell'arco di tempo fra la loro costituzione, rispettivamente nel 1925 e nel 1931 e lo scoppio del secondo conflitto mondiale. In tale fase, resa molto difficile dalla gravissima situazione dei luoghi e dalle limitatissime risorse finanziarie disponibili, furono realizzate le prime opere stradali e di bonifica. In una seconda fase, caratterizzata da particolare fervore operativo, l'azione di bonifica e di trasformazione fondiaria, fu orientata su tre direttrici principali, consistenti in:

• creazione delle infrastrutture idonee a favorire lo sviluppo economico e civile del territorio, quali: viabilità (principalmente, l'attuale Strada statale 106 Jonica, che nel tempo si è rivelata una delle principali infrastrutture viarie interregionali), opere irrigue e sistematorie, centri residenziali e di servizi, acquedotti ed elettrodotti rurali;

• trasformazione dell'agricoltura da estensiva ad intensiva, attraverso la sistemazione dei terreni, l'introduzione di colture industriali e ortofrutticole su di una parte più o meno importante dei seminativi e dei pascoli; • radicale modifica della struttura delle imprese e degli insediamenti umani, mediante la creazione e l'organizzazione di nuove unità produttive e l'insediamento nelle stesse delle famiglie contadine assegnatarie. Queste ultime due direttrici hanno rappresentato la piattaforma principale dell'azione della riforma fondiaria. In questo fondamentale processo di rinnovamento il Consorzio, in qualità di ente concessionario, realizzando un vasto complesso di opere pubbliche, fu artefice e promotore di uno sviluppo che rende oggi la piana metapontina tra le prime aree italiane in termini di produttività. Scanzano è un centro balneare in fase di evoluzione con spiagge molto ben curate, che sono meta ogni anno di un considerevole flusso turistico. Alcuni villaggi turistici sono presenti

Mobilità e trasporti La viabilità extraurbana principale, nel comune di Scanzano Jonico , è rappresentata dalla Strada Statale n.598 di Fondo Valle D’Agri e dalla S.S. 106 Jonica, che attraversa il centro abitato. Il primo asse viario collega la città con l’entroterra e con l’Autostrada A2 del Mediterraneo, costituendo un importante collegamento su strada della città . La Statale 106 rappresenta invece la cinta di collegamento agli svincoli di ingresso alla città di Scanzano Jonico e che corre parallelamente alla linea di costa e collega Scanzano alle principali strutture turistiche della zona. Alla rete viaria si aggiunge il tratto di collegamento ferroviario Taranto – Reggio Calabria, una tratta a binario semplice elettrificato, con stazione denominata Scanzano – Montalbano Jonico a circa 2,3 Km dall’area in studio. Il percorso per il raggiungimento dell’area della variante si innesta sulla rete di strade comunali collegate e tramite rotatorie e complanari costituendone la prosecuzione in ambito extraurbano.

3.4 - Vincoli e misure di salvaguardia insistenti sull'area in oggetto

L’area oggetto di variante urbanistica puntuale è interessata dal Piano territoriale paesistico del Metapontino e dal Programma di azione per la tutela ed il risanamento delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati di origine agricola di cui è stato dato conto nei paragrafi precedenti.

4. QUADRI DI COERENZA ESTERNA E INTERNA

4.1 Quadro di coerenza esterna

PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA) E PROGRAMMA DI AZIONE PER LA TUTELA ED IL RISANAMENTO DELLE ACQUE DALL’INQUINAMENTO PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA

Il settore agricolo, nonostante sia il settore trainante dell’economia locale risulta essere fonte di inquinamento atmosferico per emissione di inquinanti rinvenienti dalla fermentazione enterica. L'ossido di azoto è emesso durante il processo di denitrificazione. Inoltre,l'applicazione di fertilizzanti (artificiali) causa emissioni di ammoniaca (NH3) e degli ossidi di azoto (NOx) . La previsione progettuale dell’Azienda Castellano non prevede un ulteriore rischio di emissioni di inquinanti non comportando un aumento del carico zootecnico in quanto il numero di capi è inferiore all’attuale e di conseguenza la produzione di liquami. L’azienda è in possesso di PUA –Piano di Utilizzazione Agronomica – che consente buone pratiche agricole insieme al bilancio azoto con l’indicazione delle superfici aziendali ricadenti nella zona vulnerabile ai nitrati .L’area oggetto di variante quindi risulta coerente con il programma di tutela della aree vulnerabili all’inquinamento da nitrati .

RISORSE IDRICHE

Il rapporto tra zootecnia e acque riguarda sia l’aspetto quantitativo,connesso con l’impiego di risorse idriche per l’allevamento,che quello qualitativo legato al rischio di inquinamento delle acque indotto dai reflui zootecnici e da fertilizzanti impiegati nell’agricoltura e nella zootecnia intensive. L’aumento del pool di nutrienti a livello del suolo, determinato dall’incremento dei carichi animali e dei relativi reflui e dal largo ricorso a fertilizzanti di sintesi e ad alimenti per il bestiame prodotti al di fuori delle aziende zootecniche, determina un aumento del rischio di perdita di nutrienti nelle acque superficiali e di falda per i fenomeni di lisciviazione . La previsione progettuale prevista tramite variante al RU vigente non prevede un ulteriore rischio di inquinamento delle acque non comportando un aumento del carico zootecnico in quanto diminuisce il numero di capi unito all’ impermeabilizzazione delle superfici utilizzate per l’allevamento e all’aumento delle superfici libere all’infiltrazione idrica in quanto non più interessate dalle strutture coprenti .L’area oggetto della Variante è caratterizzata da una capacità protettiva dei suoli elevata nei confronti delle acque superficiali e moderata nei confronti delle acque sotterranee.

PIANO STRALCIO PER LA DIFESA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO – PAI

In base al Piano stralcio delle fasce fluviali attualmente vigente l’area oggetto di studio non è interessata da aree perimetrale a rischio alluvioni con tempo di ritorno a 30, 200 e 500 anni. L’attuazione di tale percorso ha come obiettivi: la riduzione delle conseguenze negative derivanti dalle alluvioni per la vita e la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale, le attività economiche e le infrastrutture; l’individuazione di obiettivi e misure per la gestione e mitigazione del rischio di alluvioni; la predisposizione ed attuazione del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico ai fini di protezione civile. In base al Piano stralcio delle fasce fluviali attualmente vigente l’area oggetto di studio non è interessata da aree perimetrale a rischio alluvioni con tempo di ritorno a 30, 200 e 500 anni.

PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (PTPR) - P.T.P. DEL METAPONTINO

Per tutti gli interventi previsti saranno determinate eventuali prescrizioni e divieti relativi concernenti interventi di miglioramento e ripristino, ammessi solo se finalizzati esclusivamente all'attuazione delle modalità di tutela. Nel rispetto di tale modalità, sono ammessi tutti gli interventi di miglioramento e ripristino finalizzati ad ogni riuso dell'elemento che risulti compatibile con la loro conservazione. La variante sarà sottoposta alla Commissione tutela del paesaggio ai sensi del D.Lgs.42/2004. Parte dell’insediamento esistente rientra all’interno del piano d’Ambito che verrà liberato dai vecchie strutture mentre il rimanente sarà allontanato dallo stesso. L’area interessata dalla variante è soggetta a trasformabilità previa valutazione e sarà quindi sottoposta al vaglio della commissione regionale per la tutela del paesaggio.

PIANO DI INDIRIZZO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PIEAR) Le priorità afferiscono al risparmio energetico e agli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici effettuati da soggetti pubblici e da privati, al settore delle fonti energetiche rinnovabili favorendo principalmente la “generazione distribuita” dell’energia elettrica nell’ambito dell’autoproduzione e l’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia . Nel piano di miglioramento e razionalizzazione dell’allevamento saranno predisposti pannelli solari e recuperata energia dal Biogas in coerenza con il Piano di indirizzo energetico regionale.

PIANO DI SVILUPPO RURALE

Il piano si contraddistingue per l’organizzazione delle filiere agroalimentari e le forme aggregative, punta ad aumentare la redditività della produzione primaria, privilegiare la qualità e favorire l’esportazione dei prodotti agricoli e agroalimentari lucani in Europa e nel mondo. Il programma sosterrà lo sviluppo delle bioenergie e l’uso dei sottoprodotti agricoli e agroindustriali, la riduzione delle emissioni provenienti da attività agroindustriali e un aumento della quantità di carbonio sequestrato nel terreno attraverso azioni forestali. L’ambiente e il clima, le vere sfide per un futuro sostenibile,sono tenute in considerazione in questa variante per poter passare da un sistema vetusto di gestione dell’allevamento verso una gestione sostenibile e di tutela ambientale.

PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI (PRGR)

Il Piano regionale di gestione dei rifiuti ha l’obiettivo di “massimizzare la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, il riuso dei beni, il recupero di materiali e di energia ed il riciclaggio ; proteggere l’ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi legati alla produzione e alla gestione dei rifiuti”.L’organizzazione gestionale renderà lo smaltimento dei rifiuti ottimizzato alle norme tenendo conto che vi sarà apposito registro dei rifiuti prodotti e regolarmente smaltiti. Nello stesso tempo saranno recuperati presso centri di smaltimento autorizzati sia le strutture in ferro che i calcestruzzi componenti pilastri e fondazioni.

PIANO DI SVILUPPO STRATEGICO TURISTICO DEL METAPONTINO

La variante proposta consentirà di far meglio convivere l’attività turistica balneare con l’economia rurale i quanto le azioni di compensazione e tutela messe in campo permetteranno di salvaguardare l’area turistica dei lidi .

4.2 Quadro di coerenza interna

L’analisi di coerenza interna è volta alla verifica della compatibilità tra gli obiettivi della variante di piano e le azioni proposte. Ciò rappresenta il primo momento di valutazione della Variante in termini ambientali e territoriali (valutazione di coerenza interna), con particolare riferimento ai temi strategici della Variante stessa ed in relazione alle caratteristiche ambientali e alle vocazioni del territorio con lo scopo di garantire la valutazione di sostenibilità degli obiettivi della Variante ancora prima delle specifiche azioni. Questa fase è finalizzata alla verifica preliminare degli effetti potenzialmente indotti dagli obiettivi di Piano rispetto alla sensibilità ambientale del territorio, attività che consente di valutare le vocazioni di queste porzioni di territorio, indirizzando la localizzazione delle più rilevanti scelte di trasformazione verso gli ambiti a minor valenza ambientale e minori problematiche territoriali e le scelte di tutela e salvaguardia verso le zone caratterizzate da maggiori valenze naturalistiche e paesaggistiche. Come accennato più sopra, si rammenta che le modifiche proposte dalla Variante specifica al R.U. costituiscono modifiche puntuali, ben definite e circoscritte ad un’area prevalentemente agricola. Per facilitare e semplificare questa fase della VAS, si è fatto ricorso a una matrice di coerenza che evidenzia in maniera sintetica la relazione tra obiettivi ed azioni di piano.

LEGENDA

La realizzazione delle azioni previste presenta forti elementi di integrazione con gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti nella variante

La realizzazione delle azioni previste persegue finalità sinergiche con gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti nella variante

La realizzazione delle azioni previste persegue finalità non correlate con gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti nella variante

La realizzazione delle azioni previste, se non supportate da adeguate misure di mitigazione e/o compensazione, persegue finalità incongruenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti nella variante

La realizzazione delle azioni previste persegue finalità in netta contrapposizione con gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti nella variante

La tabella di coerenza interna e di risposta alle principali pressioni e opportunità del contesto territorialie evidenzia come, in generale, gli obiettivi esplicitati dalla Variante cercano di offrire una risposta di contenimento o valorizzazione alle criticità/ riscontrate. In particolar modo rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, con attenzione soprattutto al consumo/deterioramento delle risorse (suolo in primis) e alle componenti Acque e Aria in particolare. Particolare attenzione dovrà comunque essere posta, durante le fasi progettuali e operative, alle modalità attuative e realizzative che dovranno tendere a minimizzare gli impatti sulle compo-nenti ambientali. Si pensi a titolo di esempio alle possibili modalità attuative e alle misure di mitigazione e compensazione previsti nonchè alle trasformazioni insediative previste, che dovranno garantire alte performance ambientali in rapporto (e a compensazione) dell’eventuale suolo consumato e dell’utilizzo delle risorse. Quindi, l’approvazione della Variante puntuale, implementata con le compensazioni e mitigazioni ambientali di seguito descritte insieme al rispetto delle Norme relative alle aree vulnerabili da nitrati di origine agricola , renderebbe coerente la stessa con gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti. Obiettivi prioritari dello sviluppo urbano presenti all’interno del Regolamento Urbanistico di Scanzano Jonico sono le problematiche imposte dalle aree degradate, cresciute spontaneamente o incompiute e non integrate con la struttura urbana. All’interno del Regolamento Urbanistico è chiara la volontà di vietare la costruzione di nuovi impianti zootecnici a valle della linea ferroviaria Taranto - Sibari e delocalizzazione di quelli esistenti a valle della linea ferroviaria a monte della stessa. Si ritiene che gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti nella Variante puntuale al Piano vadano di pari passo con gli obiettivi di tipo ambientale del R.U. in quanto rispetto al consumo di suolo,al bilancio energetico,alle emissioni e ai controlli previsti la variante puntuale è coerente nel merito. Di seguito si riporta una tabella con individuati per ciascun obiettivo previsto quali sono state le strategie/azioni individuate atte a conseguirlo. La valutazione di coerenza assume carattere qualitativo ed utilizza una grafica semplice e di immediata comprensione. Il riquadro sottostante riporta la chiave di lettura utile all'interpretazione della matrice di valutazione dei singoli obiettivi.

OBIETTIVI TEMATICI

Contribuire ad Abbattimento Mantenimento e Produzione energia da Diminuzione di Diminuzione Protezione Diminuzione Diminuzione arrestare la odorigeno dall’ inquinam consumi quantità miglioramento fonte rinnovabile emissioni di CO2, consumo di perdita di ento energetici rifiuti della qualità dei biodiversità suolo corpi idrici Metano prodotti

AZIONI

• Diminuzione dei capi di allevamento rispetto all’attuale ed un abbattimento degli odori per la gestione del digestato.

• Le nuove stalle previste sono volte a garantire

un miglior benessere igienico sanitario dei capi

attualmente già presenti ed una migliore gestione aziendale con produzione di biogas.

• Il suolo consumato per la nuova area sarà

integrato sull’area su cui insistono strutture da demolire.

• Non utilizzo acque di falda. Recupero ed utilizzo acque di pioggia •

• Creazione di corridoi ecologici di connettività.

• Introduzione di pluricolture cerealicole, con conseguente autosostentamento dell’azienda e

la minimizzazione degli approvvigionamenti esterni; • Gestione razionalizzata del digestato

• Caratterizzazione aree precedentemente occupate da allevamento;

• Rispetto PUA e norme per aree vulnerabili ai nitrati

• Produzione energia da fonte rinnovabile e ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse

naturali aziendali

5. CARATTERISTICHE AMBIENTALI DELLA ZONA INDIVIDUAZIONE POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI DELLA VARIANTE AL R.U.

5.1 Ambito di Influenza territoriale e aspetti ambientali interessati

L’area interessata dalla variante è caratterizzata dalla presenza dei seguenti elementi territoriali :

Corsi d’acqua: Presenza di bacini di raccolta con deflusso idrico per canali Infrastrutture lineari: di tipo stradale e ferroviario Presenza di edifici ed abitazioni rurali Villaggi Turistici (a lungo raggio)

I settori produttivi interessati sono dunque Agricoltura e Turismo. Sulla base delle azioni previste, oggetto della variante stessa,si prevede un ambito di influenza territoriale che interessa l’area compresa tra la ferrovia e i villaggi turistici in una direzione e da Via Lido Torre fino a Terzo Cavone nell’altra. Bisogna tener conto inoltre che,a conclusione dell’iter istruttorio per la verifica di assoggettabilità a VAS, l’autorità competente ha fatto,tra le altre, le seguenti considerazioni:

- i terreni prescelti per la delocalizzazione dell’attività zootecnica risultano localizzati nelle vicinanze della fascia costiera in una zona a prevalente destinazione turistico-ricettiva rispetto alla quale un’attività zootecnica di tipo intensivo può rappresentare una evidente criticità;

- la società proponente dispone di oltre 380 ha. di terreni rispetto ai quali non è stata condotta alcuna analisi relativamente alla possibilità di una scelta localizzativa alternativa a quella prescelta

- relativamente alla presenza di ricettori sensibili è stata evidenziata la presenza di circa 40 residenti nel raggio di 500 m senza, tuttavia, affrontare una specifica analisi degli eventuali impatti (in particolare quello odorigeno) ma limitando la criticità alla sola previsione di soluzioni mitigatrici. Il rapporto ambientale cercherà di dare delle risposte in relazione a queste considerazioni sulla base di studi e indagini prima esposti considerando l’ambito residenziale e turistico dell’area.

Le componenti ambientali individuate come costituenti il contesto geografico di riferimento della Variante sono le seguenti:

• SUOLO E SOTTOSUOLO • ATMOSFERA • ENERGIA • AMBIENTE IDRICO • FLORA E FAUNA • RIFIUTI • PAESAGGIO

Suolo e sottosuolo

Particolare attenzione sarà riposta nell’utilizzo dei reflui delle deiezione con particolare attenzione ai canali ed ai parametri chimici come i Nitrati. Si consideri comunque che l’impianto è già esistente, quindi si ritiene che nella fase di razionalizzazione e ridistribuzione logistica ,gli impatti, comunque quasi del tutto reversibili, saranno positivi nel senso che sia le nuove strutture che gli impianti creeranno condizioni maggiori di rispetto dell’ambiente. I nitrati sono fra i principali agenti inquinanti delle acque direttamente collegabili all’attività zootecnica; i dati relativi agli ultimi decenni dimostrano che in Italia la concentrazione di nitrati nelle acque è aumentata notevolmente, specie nel centro – nord; anche il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sullo stato delle acque in Europa indica quale problema comune nei paesi europei l’elevato contenuto di nitrati nelle acque destinate al consumo umano. La proposta dell’Azienda agricola AGRISMA prevista tramite Variante Puntuale al R.U. vigente non prevede un ulteriore rischio di emissioni di inquinanti non comportando un aumento del carico zootecnico in quanto il numero di capi è inferiore all’attuale e di conseguenza la produzione di liquami. L’azienda ha un suo PUA –Piano di Utilizzo Agronomico e detiene il Registro aziendale di spandimento. Questo nel rispetto delle norme della Direttiva Nitrati. Per il trasporto degli effluenti zootecnici e delle acque reflue, di cui al Programma d’azione, all’esterno del sito di produzione, l’azienda redige e redigerà il documento di trasporto. L’azienda possiede terreni, indicati nel PUA nei territori di Scanzano Jonico e Pisticci. Nei prospetti a seguire è indicato il quadro riassuntivo dei dati di spandimento e la corografia dei terreni impiegati.

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Schema - PUA di progetto

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Aree di proprietà AGRISMA inserite nel PUA

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Il digestato sarà distribuito sui terreni solo dopo il periodo minimo di stoccaggio previsto da normativa: la parte solida verrà sparsa con carri spandiletame di capacità normalmente variabile tra 3 e 12 tonn mentre per i liquami si useranno carri botte dotati di pompe idrauliche e capacità di carico variabile tra le 4 e le 30 tonnellate. Si ribadisce che l’azienda è dotata di PUA ( Piano di utilizzazione agronomica) in cui sono indicati i terreni da utilizzare per la pratica di agronomica e le modalità di spandimento. Come si evince dalla cartografia la maggior parte delle aree utilizzate per lo spandimento sono lontane da centri abitati e buona parte di quelli presenti nell’area della variante diminuiscono per l’apposizione di una Buffer area di cui ai prossimi paragrafi. Nella D.G.R. 508/2002 si regolamenta l’uso degli affluenti nelle zone vulnerabili da nitrati e si specifica che il loro utilizzo non potrà superare un apporto di 170 kg di azoto per ettaro per anno. Come accettato dall’azienda all’interno del PUA l’accumulo di letami su suolo agricolo è vietato: - a meno di 10 metri di distanza dai corsi d’acqua; - a distanza inferiore a 5 m dalle scoline; - a 50 m dalle sponde dei laghi, dall’inizio dell’arenile per le acque marino-costiere e di transizione, nonché delle zone umide individuate ai sensi della convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971; - sullo stesso suolo per più di una stagione agraria. Viene inoltre vietata la distribuzione di letame: - Sulle superfici non interessate dall’attività agricola, fatta eccezione per le aree a verde pubblico e per le aree soggette a recupero e ripristino ambientale. Dal 1 di novembre al 28 di febbraio - -Sui terreni gelati o innevati - -Sui terreni saturi di acqua o inondati - -Sui terreni con falda acquifera ad una profondità inferiore a 50 cm dal piano di campagna al momento dell’intervento; - -Entro 10 metri dal ciglio di sponda dei corsi d’acqua significativi - -Entro 50 metri dalle sponde dei laghi e degli arenili marini - -Entro 200 metri di distanza dai punti di prelievo per gli acquedotti pubblici - -Nelle 24 ore precedenti gli interventi di irrigazione qualora venisse praticata l’irrigazione per scorrimento - Nelle fasce di divieto di cui ai punti precedenti è obbligatoria una copertura vegetale permanente anche spontanea e, ove possibile è raccomandata la costituzione di siepi e/o di altre superfici boscate. - Nel caso di spandimento al suolo di effluenti a distanza inferiore a 25 m in prossimità da case isolate e strade provinciali e inferiore a 50 m da centri abitati, il letame va immediatamente interrato.

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- Sulle superfici non interessate dall’attività agricola, fatta eccezione per le aree a verde pubblico e per le aree soggette a recupero e ripristino ambientale; dal 1 di novembre al 28 di febbraio - sui terreni gelati o innevati- sui terreni saturi di acqua, inondati o con movimenti franosi in atto; - sui terreni con una falda acquifera ad una profondità inferiore a 50 cm dal piano di campagna al momento dell’intervento - entro 10 metri dal ciglio di sponda dei corsi d’acqua significativi; - entro 50 metri dalle sponde dei laghi e degli arenili marini; - entro 200 m di distanza dai punti di prelievo per gli acquedotti pubblici; - nelle 24 ore precedenti gli interventi di irrigazione qualora venisse praticata l’irrigazione per scorrimento; - sui terreni con pendenza superiore al 10%; - nel caso in cui i liquami possano venire a diretto contatto con i prodotti destinati al consumo umano; - su colture foraggiere nelle tre settimane precedenti lo sfalcio del foraggio o il pascolamento - lo spandimento di liquami con getto a pressione è vietato ad una distanza inferiore a 200 m dai centri abitati, da case isolate, da strade statali e provinciali. Sarà assicurata la copertura del suolo nel periodo autunno-vernino con inerbimento naturale o artificiale; - Per quanto riguarda la gestione dell’acqua di irrigazione : E’ vietata l’irrigazione per scorrimento su terreni che abbiano una pendenza superiore al 3% e comunque su tutte quelle colture il cui apparato radicale non interessi uno strato di terreno di almeno 25 cm.

L’azienda presenta già e continuerà a farlo il PUA – Piano di Utilizzo Agronomico e detiene il Registro aziendale di spandimento. Questo nel rispetto delle norme della Direttiva Nitrati. Per il trasporto degli effluenti zootecnici e delle acque reflue, di cui al Programma d’azione, all’esterno del sito di produzione, l’azienda redige e redigerà il documento di trasporto. Si consideri inoltre che sia la quantità che la qualità del digestato subiranno variazioni positive nel senso che i letami saranno meglio abbattuti nel nuovo ciclo di smaltimento e le quantità saranno inferiori per la diminuzione del numero dei capi. Per quanto concerne l’intervento in oggetto non si prevede consumo di suolo in quanto l’area interessata dalle azioni in parte è già dotata di strutture mentre l’area su cui insistono vecchie strutture agricole sarà bonificata e riconvertita ad area agricola con l’apporto del suolo della nuova area di insediamento.

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Energia

Tra i benefici arrecati dalla tecnica di produzione di Biogas a partire dagli effluenti zootecnici è giusto ricordare la riduzione della carica patogena del liquame, il controllo delle emissioni di odori sgradevoli e di gas serra, oltre al ben noto beneficio dovuto al recupero energetico. Questa tecnica è ottima perchè il trattamento anaerobico sarà ben controllato con il ricorso ad assistenza specialistica esterna con regolamentazione del successivo spandimento agronomico del digerito . L’impiego di energia prodotta nell’allevamento si divide fondamentalmente nelle due voci: energia termica ed energia elettrica. • energia termica: il suo impiego è legato al riscaldamento delle strutture di allevamento dei locali di svezzamento, gestazione e sale parto. • energia elettrica: viene fornita tramite allacciamento alla rete nazionale. L’energia elettrica alimenta numerose attività legate alla conduzione dell’allevamento, tra cui la distribuzione dell’alimentazione ai capi, illuminazione e cella frigorifera .

Ambiente idrico

Nel centro zootecnico, si hanno due esigenze fondamentali: 1. La distribuzione dell’acqua “alimentare” agli animali 2. La distribuzione dell’acqua “tecnica” per le varie operazioni di lavaggio delle aree esterne. Mentre nel primo caso è essenziale la qualità chimica e batteriologica dell’acqua, nel secondo tali aspetti sono meno cogenti. Nel primo caso l’approvvigionamento avviene tramite l’allacciamento all’acquedotto pubblico; nel secondo caso potranno essere utilizzate le acque depurate (tramite pozzetti di prima pioggia) proveniente dai serbatoi di raccolta delle acque meteoriche. La linea per l’acqua di abbeveraggio sarà realizzata in materiale resistente alla corrosione. Per la sala latte, la sala mungitura l’approvvigionamento avviene tramite l’allacciamento all’acquedotto pubblico. In pratica l’approvvigionamento idrico destinato a scopi alimentari, di abbeveraggio ed al lavaggio di locali ed attrezzature per la mungitura conservazione del latte dovrà avvenire da fonti che garantiscono il rispetto dei parametri di potabilità stabiliti dalla normativa vigente. L’impianto idrico sarà realizzato secondo la normativa vigente ed in particolare si prevedono le seguenti operazioni: • Scavo a sezione ristretta di larghezza idonea. • Posa in opera di strato di sabbione di spessore 10 cm; • Posa in opera della condotta in ghisa sferoidale del diametro prefissato; • Rinfianco con sabbia ben costipata; 74

• Rinterro con materiale arido; • Posa in opera di pozzetti di ispezione; I pozzetti saranno realizzati in opera o prefabbricati di sezione quadrata e dotati di chiusino in ghisa sferoidale conforme alle norme EN 124 di classe D400 con resistenza a rottura maggiore di 40 t. La posa della condotta idrica sarà posta ad una quota superiore rispetto alla rete della fogna nera, il dislivello non sarà inferiore a 30 cm. Le acque piovane provenienti dalle aree scoperte dell’impianto saranno convogliate in impianti di prima pioggia, attraverso un sistema di rete e pozzetti disposti lungo i percorsi principali a queste si aggiungono quelle provenienti dalla disinfezione dei mezzi che entrano nell’allevamento. L’ acqua così filtrata potrà essere riutilizzata per lavaggi di viali, parcheggi e aree a verde a servizio dell’impianto zootecnico. Si prevede, pertanto, una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana proveniente dall’impianto di prima pioggia. L’acqua per l’abbeveraggio degli animali sarà fornita dalla rete dell’acquedotto pubblico posta su via Sicilia. L’acqua di lavaggio sarà smaltita tramite una rete di tubazioni, di diametro adeguato, sottotraccia e fatte defluire verso la prevasca posta al margine della stalla e da qui all’impianto di Biogas. Per quanto concerne l’impatto sulla falda idrica sotterranea,tale tipo di impatto è ascrivibile potenzialmente ad un rischio d'inquinamento dovuto a percolazione di deiezioni prodotte e stoccate in allevamento. Questo pericolo è da escludersi, poiché sia il fondo e le pareti delle vasche e dei capannoni, saranno realizzate in getto di cls armato e idoneamente impermeabilizzato con guaina applicata a caldo e quindi garantiranno una perfetta tenuta. Il livello della falda è stato individuato intorno ai 7/8 m dal p.c.. Inoltre, dalla consultazione della verifica idraulica effettuata per i due canali di bonifica che si trovano a ridosso della zona in oggetto emerge che non esistono problemi idrologici legati ad essi. Eventuali possibili percolazioni possono verificarsi solo in caso di rotture o guasti tecnici a carico sia della rete fognaria sia delle vasche di stoccaggio attuali ed in progetto con la stessa probabilità con cui attualmente tale fenomeno potrebbe verificarsi, per cui da parte dell’azienda saranno adottate le stesse procedure attualmente in essere in caso di incidente. Relativamente all’impatto sui terreni oggetto di utilizzo agronomico degli effluenti distribuiti, il P.U.A. fornirà dei parametri che, oltre a soddisfare quanto previsto dalla vigente normativa, dimostrano come i nutrienti verranno utilizzati in modo completo e ottimale dalle colture. Si precisa inoltre, che l’azienda dispone di automezzi atti alla distribuzione in campo dei reflui seguiti da altri due trattori che provvedono mediante normale aratura (30 cm circa) al pronto interramento del liquame distribuito. Analizzando la capacità di percolazione degli effluenti d’allevamento durante la distribuzione in campo, si vede che questa è notevolmente influenzata dalle caratteristiche pedologiche dei terreni su cui si procede. Nel caso in esame, si può notare come vi sia la presenza di terreni con tessitura fine del tipo franco-limoso-argilloso o con capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque superficiali da moderata ad elevata. La tipologia di suolo presente e la tecnica di distribuzione fanno si che situazioni di percolazione siano praticamente assenti. 75

Rifiuti Gli impatti critici legati alla gestione dei rifiuti riguardano gli smaltimenti: 1. delle coperture ; 2. dei rifiuti prodotti in fase di esercizio nella gestione dell’allevamento e dell’impianto di depurazione. 3. dei rifiuti della dismissione delle strutture esistenti. Per lo smaltimento dei rifiuti ci si avvarrà di soggetti regolarmente autorizzati allo smaltimento delle singole tipologie prodotte. Nella fase di dismissione della struttura tutti i materiali ferrosi (strutture in acciaio, pozzetti metallici e quant’altro costituito da materiale ferroso, saranno rimossi tramite smontaggio ed inviati ad appositi centri di recupero per il riciclaggio delle componenti metalliche; le fondazioni, i materiali in cemento e i riempimenti impiegati nella realizzazione dei sottofondi per i nuovi fabbricati e piazzali. Essendo presenti circa 1.250 mq di coperture in amianto da bonificare, queste saranno gestite ai sensi dell’art. 256, 4° comma del D.Lgs. n. 81/ 08. Considerando inoltre la diminuzione del numero di capi, decrementerà anche la produzione di reflui e rifiuti rinvenienti dalla gestione dell’allevamento. L’azienda non produce imballaggi primari e secondari di carta e vetro, questo è determinato dal fatto che l’azienda acquista sfuse le principali materie prime necessarie al sistema produttivo. I rifiuti in plastica (codice CER 150110) sono costituiti dai contenitori vuoti dei prodotti disinfettanti utilizzati per la disinfezione delle strutture di stabulazione. I rifiuti potenzialmente infetti derivano dall’uso dei vaccini (cod. CER 180202). I rifiuti saranno smaltiti tramite ditta autorizzata. Le carcasse di eventuali animali morti saranno conservati in un’apposita cella frigorifera e quindi conferiti alla ditta specializzata per l’incenerimento. I rifiuti prodotti in azienda verranno stoccati nel deposito temporaneo aziendale

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Paesaggio e Patrimonio culturale,architettonico e archeologico

L’area di intervento si configura come ambito a destinazione agricola a vocazione produttiva. Non e tuttavia possibile ivi riconoscere particolare valore ambientale o la presenza di elementi di pregio, quali siti di rilevanza naturalistica, cosi come belvedere o punti di vista panoramici, oppure l’interazione con presenze locali di interesse storico, artistico o monumentale o con valore di rappresentatività per la cultura locale. Nelle vicinanze si segnala infatti la presenza di altri insediamenti produttivi, in coerenza con il contesto rurale di inserimento. Da un primo approccio al sito di progetto, infatti, emerge il suo carattere produttivo e agricolo, al quale si rapportano gli interventi in previsione, che si configurano come strutture accessorie e funzionali all’attività svolta, mirate ad un miglioramento della produttività e dell’organizzazione aziendale, nonchè del benessere animale. In tali interventi è sicuramente possibile riconoscere una variazione volumetrica e percettiva della configurazione complessiva dell’azienda, comportando la realizzazione di strutture per lo stoccaggio di foraggio e di altri con funzione di riparo e ricovero per gli animali/strumenti. Tuttavia tali interventi non ledono il valore ambientale riconoscibile all’area, ma al più apportano un riordino interno alla stessa, migliorando le relazioni tra le strutture esistenti e le condizioni di vita degli animali e non comporteranno variazioni sostanziali alle distanze sussistenti tra insediamento agricolo zootecnico e centro abitato/strutture turistiche. Il grado di incidenza dell’intervento è pertanto giudicato molto basso in relazione alla tipologia di contesto di inserimento e alla relazione stabilita con i manufatti preesistenti. Inoltre i nuovi oggetti non interferiscono con visuali rilevanti oppure con elementi o spazi di carattere storico o monumentale, essendo l’area contermine al centro abitato ma da essa distinta e “autonoma”, in quanto priva di particolari interazioni con l’intorno. Il cambiamento più cospicuo dal punto di vista ambientale è forse rappresentato dalla realizzazione dell’impianto a Biogas : per contenerne l’impatto visivo si è deciso di introdurre nuovi elementi di mitigazione verso la campagna, rappresentati da nuove piantumazioni..

Aria – Emissioni

Il modello CALPUFF è un modello gaussiano non stazionario che simula la diffusione di inquinanti attraverso il rilascio di una serie continua di puff seguendone la traiettoria in base alle condizioni meteorologiche. Il modello è raccomandato dall’EPA (modelli per la qualità dell’aria) ed è stato sviluppato dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resources Board (CARB) e dell’EPA. Il modello contiene formulazioni per la modellistica della dispersione, il trasporto e la rimozione secca e umida di inquinanti in atmosfera al variare delle condizioni meteorologiche considerando l’impatto con il terreno e alcuni semplici schemi di trasformazioni chimiche.

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Gli elementi di un progetto di calcolo per CALPUFF sono i seguenti:

- Dominio : contiene la descrizione del dominio di calcolo e dei vari reticoli che lo definiscono (dominio di calcolo, dominio meteorologico, dominio di salvataggio) e la lista dei recettori discreti; - Inquinanti : contiene la lista degli inquinanti utilizzati nel progetto; - Dati Meteo : contiene i dati meteorologici utilizzati nel calcolo; - Sorgenti emissive : contiene la lista delle sorgenti emissive utilizzate nel progetto suddivise in Sorgenti puntiformi, Sorgenti areali, Sorgenti volumetriche e Gruppi di linee di produzione ; - Visualizzatore : visualizza gli elementi presenti nel progetto - Calcolo : effettua i calcoli e visualizza la lista dei calcoli effettuati consentendone l’esame.

Dominio e Recettore discreto

L’allevamento “Agrisma” sarà ubicato tra via Liguria e via Taranto nel Comune di Scanzano Jonico (MT). Il sito dista ca. 3,5 km dal centro abitato e dalle spiagge joniche ca. 2,1 km.

Di seguito si riportano le caratteristiche dei recettori. In particolare, si riportano le coordinate nel sistema di riferimento UTM WGS84, la quota sul livello medio del mare (Z) e l’altezza del recettore rispetto al piano campagna (H).

I parametri di cui si dispongono i dati sono i seguenti:

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Data e orario di campionamento dei dati; Temperatura dell’aria; Pressione atmosferica; Umidità relativa dell’aria; Precipitazione; Direzione e velocità del vento.

Sorgenti emissive

MMS CALPUFF consente di scegliere tra differenti tipologie di sorgenti (punti, linee, aree, volumi, ecc.). Dall’analisi degli interventi previsti in progetto (ved. Relazione tecnica di progetto) sono state individuate le seguenti aree sorgenti di emissioni odorigene (Figura 11): -Pavimentazione delle nuove stalle (S1, S2 e S3), piana e munita di opportuni scoli per l’allontanamento rapido delle deiezioni; -Vasca di stoccaggio della frazione solida del digestato dotata di telo in pvc come copertura (VD); -Vasche di stoccaggio del liquame del digestato dotata di telo in pvc come copertura (VL1 e VL2). Nel caso specifico, le sorgenti (VD, VL1, VL2, S1, S2, S3) sono diffuse e di tipo areale.

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Per quanto riguarda le emissioni dalle vasche di stoccaggio della frazione solida del digestato (VD) e del liquame del digestato (VL1 e VL2) , si è fatto riferimento a quanto riportato nella pubblicazione “La digestione anaerobica riduce gli odori dei liquami ” di Laura Valli et. al. (pubblicata sulla rivista L’informatore Agrario n.43/2008), nella quale si è determinato che l’emissione odorigena dal digestato è ca. il 60% dell’emissione dai ricoveri. Al valore ottenuto è stata apportata una riduzione del 90% in quanto tali vasche saranno coperte con teli in pvc. I dati di input del modello sono riportati nella Tabella 2.

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Risultati della simulazione

MMS Calpuff simula la dispersione in atmosfera dell’inquinante emesso da una sorgente e ne stima le concentrazioni in atmosfera. I valori ottenuti dalla simulazione sono dati statistici da cui è possibile ricavare medie su differenti intervalli 3 temporali. Nel caso specifico le concentrazioni delle sostanze odorigene (in ou E/m ), corrispondono ai valori massimi delle medie orarie, stimate a 1,5 m dal suolo (altezza uomo) lungo la griglia cartesiana (900 nodi).

Stima dei valori al 98° percentile ai recettori e mappe di isoconcentrazione Di seguito sono riportate le concentrazioni stimate in corrispondenza dei recettori (come definiti al par. 3.2.1) relativi alle concentrazioni odorigene. I valori stimati ai recettori corrispondono alle massime orarie (100° percentile) ed al 98° percentile.

Confrontando i valori ottenuti con i limiti di riferimento della Regione Lombardia (D.g.R. Lombardia 15 febbraio 2012 - n. IX/3018), di seguito riportati:

3 - con 1 ouE/m il 50% delle popolazione percepisce l’odore;

3 - con 3 ouE/m l’85% delle popolazione percepisce l’odore;

3 - con 5 ouE/m il 90-95% delle popolazione percepisce l’odore;

3 si può constatare che le concentrazioni ai recettori R1 e R2 sono inferiori a 3 ouE/m .

Nella figura successiva sono riportate le curve di isoconcentrazione dei valori orari al 98° percentile delle sostanze odorigene, ottenute dai risultati della simulazione. Poiché nelle immediate vicinanze del sito in oggetto sono presenti alcune case rurali abitate, sono state inserite anch’esse nella mappa degli odori.

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Sovrapposizione degli effetti In virtù del fatto che nelle immediate vicinanze del sito in oggetto verrà realizzato un ulteriore allevamento di bovini (Ditta “Agri Castellano”), si è ritenuto opportuno effettuare un secondo modello previsionale degli odori. Tale modello contempla sia le sorgenti emissive della Ditta “Agrisma” sia della Ditta “Agri Castellano”, al fine di stimare gli impatti odorigeni cumulati in corrispondenza dei recettori (centro abitato e Lido Scanzano Jonico). Di seguito si riportano i risultati.

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Come si può osservare, in particolare in corrispondenza dei recettori R1 (centro abitato) e R2 (Lido Scanzano Jonico), le concentrazioni al 98° percentile, derivanti dalla sovrapposizione degli effetti delle sorgenti emissive della Ditta “Agrisma” e Ditta “Agri Castellano”, sono accettabili . In corrispondenza delle case rurali le concentrazioni di odore risultano più elevate. Va sottolineato che l’elaborazione dei modelli nel presente documento è stata effettuata tenendo conto di valori emissivi da sorgenti di odore estratti da studi di settore e non da misure sito-specifiche.

Si ritiene opportuno, dunque, prevedere un monitoraggio degli odori da effettuare in fase di gestione dell’attività. In virtù del fatto che nelle immediate vicinanze del sito in oggetto verrà razionalizzato un altro allevamento già esistente (Ditta “Agri Castellano”), si è ritenuto opportuno effettuare un secondo modello previsionale degli odori. I risultati di tale modello hanno evidenziato che le concentrazioni al 98° percentile, derivanti dalla sovrapposizione degli effetti delle sorgenti emissive della Ditta “Agrisma” e Ditta “Agri Castellano”, risultano accettabili (ai recettori R1 e R2) . In corrispondenza delle case rurali abitate, presenti nell’intorno dei siti in esame, le concentrazioni di odore risultano più elevate. Si consideri inoltre che il nuovo processo di gestione previsto abbatterà maggiormente gli odori rispetto alla situazione attuale dove gli effluenti non subiscono alcun trattamento.

Rumore

Le fonti di rumore, derivanti dall’impianto di allevamento, possono essere legate alle apparecchiature utilizzate nelle varie sezioni dell’impianto, al funzionamento dei mezzi di caricamento delle biomasse, agli animali stessi. Nella realizzazione di tutti gli impianti si prevederanno accorgimenti strutturali tali da contenere adeguatamente l’impatto acustico. Ad oggi, comunque, con un carico complessivo di capi superiore, non vi sono state mai denunce o segnalazioni di rumorosità. Rispetto alla componente rumore non si segnalano recettori sensibili relativamente alla posizione dell’impianto in quanto anche le case rurali sono a distanza tale da non risentire l’influenza acustica dell’impianto stesso considerando che gli impianti e le apparecchiature saranno ubicate sul lato posto a nord est poste a circa 220 mt di distanza.

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Case rurali, in parte abitate, nel raggio di 500 mt dall’area della variante.

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1. Per il contenimento delle emissioni in atmosfera, si preveda la presenza di barriera verde costituita da alberature lungo tutto il perimetro dell’azienda. Con il progetto si prevede la realizzazione di una area verde al posto di vetuste strutture. Tale soluzione consente un apprezzabile miglioramento ecologico e paesaggistico. Inoltre contribuisce a: - assorbire l’anidride carbonica ed altre emissioni prodotte dall’allevamento (biofiltro): le piante infatti assorbono tramite le foglie l’anidride carbonica che viene emessa dagli animali . Anche l’ammoniaca emessa viene in parte assorbita dalla superficie fogliare, limitandone così la dispersione in aria; - emettere ossigeno: peculiarità di tutte le piante è quella di catturare CO2 e di emettere O2, rendendo quindi “respirabile” l’aria che le circonda.; - mantenere e aumentare la biodiversità: con l’introduzione di specie arboree si vuole incrementare la biodiversità, sia vegetazionale che faunistica, dal momento che la presenza di piante costituisce un habitat per diverse specie di animali. La biodiversità, inoltre, può essere intesa anche dal punto di vista paesaggistico, in quanto il filare di piante crea un elemento verticale che spezza la monotonia del paesaggio agrario orizzontale. Può fungere anche da corridoio ecologico. - mitigazione visiva, acustica, da polveri e da odori: la compattezza della siepe, inoltre riesce ad assorbire parzialmente le emissioni.

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2. Relativamente al fattore emissioni si ritiene consigliare di evitare spandimenti di effluenti zootecnici, nell’area compresa tra i villaggi turistici (Via Torre) e una linea immaginaria coincidente con Via Veneto (Buffer di circa 900 mt) e su un’area circolare (raggio di 1.00 Km) nella zona denominata Città della Pace da realizzarsi presso il Fiume Cavone .

3. I capannoni saranno adeguatamente coibentati, dotati di un sistema di ventilazione dinamica a controllo automatico a parametro temperatura, in modo da assicurare sia adeguate condizioni ambientali per gli animali che il mantenimento del corretto livello di umidità della lettiera e si attuerà un controllo periodico della qualità lettiera aggiungendo, qualora necessario, truciolo pulito condizione essenziale per minimizzare la formazione di odori; Il ricambio dell’aria sarà in estrazione forzata attraverso una batteria di elettroaspiratori elicoidali a basso regime di giri posizionati a parete sul lato ovest dei capannoni; mantenimento della lettiera asciutta mediante l'adozione di abbeveratoi antispreco, in modo da evitare l'innescarsi di fermentazioni odorigene.

4. E’ stato proposto un cronoprogramma delle attività tale da ridurre al minimo le pressioni sul territorio .

5. Prevedere la caratterizzazione dei siti su cui insistono le strutture da demolire onde valutare eventuali azioni di bonifica prima della loro nuova destinazione agricola.

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7. MONITORAGGIO AMBIENTALE

7.1 Gli indicatori per il monitoraggio

Da un punto di vista metodologico, il monitoraggio VAS può essere descritto come un processo a tre fasi che affianca e accompagna il processo di attuazione del p/p,i cui risultati devono essere inseriti all'interno di rapporti periodici: analisi: nell’ambito di questa prima fase vengono acquisiti i dati e le informazioni necessari a quantificare e popolare gli indicatori. Si procede in questo modo al controllo degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del p/p e alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale posti, tramite la misurazione degli scostamenti rispetto ai target prefissati; diagnosi: alla luce dei risultati dell’analisi, questa seconda fase consiste nell’identificazione e nella descrizione delle cause degli eventuali scostamenti registrati rispetto alle aspettative, ascrivibili sia a cambiamenti intervenuti sul contesto ambientale che a problemi nell'attuazione del p/p; terapia: individua se e quali azioni di ri-orientamento del p/p sia necessario intraprendere (possono riguardare obiettivi, azioni, condizioni per l'attuazione, tempi di attuazione, ecc) per renderlo coerente con gli obiettivi di sostenibilità fissati. Le possibili finalità generali del piano di monitoraggio possono essere a titolo esemplificativo: - Informare sull’evoluzione dello stato del territorio; - Verificare periodicamente il corretto dimensionamento rispetto all’evoluzione dei fabbisogni; - Verificare lo stato di attuazione delle indicazioni del piano; - Valutare il grado di efficacia degli obiettivi del piano ; - Attivare per tempo azioni correttive.

La definizione di un appropriato piano di monitoraggio si baserà sulla costruzione di un core set di indicatori correlati agli obiettivi della Variante puntuale che permetteranno di verificare, in itinere ed ex post, le prestazioni della Variante al Piano, intese come livello di conseguimento degli obiettivi assunti e come esiti effettivamente generati sul territorio. Tali indicatori devono, quindi, intendersi come “indicatori di performance” del Piano. In una logica di pianoZprocesso il monitoraggio è la base informativa necessaria per un Piano che sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori. Per essere efficaci nel processo di semplificazione della complessità ambientale, gli indicatori devono essere: 87

pochi, per non introdurre troppe variabili da gestire; semplici e di facile comprensione; “popolabili”, ovvero che esiste la disponibilità e la reperibilità dei dati; calcolabili, traducibili in valori quantitativi; significativi, capaci cioè di rappresentare in modo chiaro la realtà locale; strategici, capaci di fornire informazioni sul futuro; sensibili alle trasformazioni indotte dal Piano; di processo, per consentire verifiche di trend.

L'organizzazione degli elementi che è stato utilizzato per la selezione degli indicatori avrà come riferimento lo schema DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impacts, Responses).Tale metodologia si fonda su una struttura di relazioni causali che legano tra loro i differenti elementi: - - D: Determinanti (settori economici, attività umane); - - P: Pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.); - - S: Stato (qualità fisiche, chimiche, biologiche); - - I: Impatti (su ecosistemi, salute, funzioni, fruizioni, ecc.); - - R:Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione).

Tuttavia è opportuno distinguere tra il monitoraggio dello stato dell’ambiente e il monitoraggio degli effetti dell’attuazione del piano. Il primo riguarda solitamente la stesura dei rapporti sullo stato dell’ambiente e tiene sotto osservazione l’andamento di indicatori appartenenti ad insiemi generali, consigliati dalle varie agenzie internazionali per rendere confrontabili le diverse situazioni. In questo caso, gli indicatori devono permettere di misurare nel tempo lo stato di qualità delle risorse o delle componenti ambientali al fine di verificare se le azioni di piano hanno contribuito al miglioramento del livello qualitativo. Il secondo tipo di monitoraggio ha lo scopo di valutare l’efficacia ambientale delle azioni previste dal piano o dal programma, utilizzando anche alcuni indicatori serviti per verificare lo stato dell’ambiente che si dimostrino utili per valutare le azioni di piano. Gli indicatori necessari per il primo tipo di monitoraggio si definiscono “indicatori di stato ” e sono resi disponibili da diversi enti. Gli indicatori necessari per il secondo tipo di monitoraggio, invece, possono essere definiti “prestazionali o di processo”. Tali indicatori verranno quantificati per contribuire ad individuarne e a spiegarne i mutamenti nel tempo. Gli indicatori possiederanno le seguenti caratteristiche: - rappresentatività; - validità dal punto di vista scientifico; - semplicità di interpretazione; - capacità di indicare la tendenza nel tempo; - si baseranno su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli;

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- si baseranno su dati adeguatamente documentati e di qualità certa e saranno aggiornabili periodicamente.

Gli indicatori di stato o di contesto ,sull’area in esame, non sono stati recepiti presso soggetti istituzionali preposti (ARPAB ovvero università e centri di ricerca diversamente attivi nel campo delle misure ambientali) in quanto non presenti. Non essendo stato possibile reperire dati comunali e misure sistematiche e periodiche al fine di calcolare lo stato ambientale ex-ante e, successivamente, ex-post, sono stati presi in considerazione dati di prestazione valutabili in sito che possono comunque offrire utili indicazioni di performance della variante. Più in particolare, considerando inoltre l’entità della variante puntuale di piano, le analisi svolte hanno permesso di proporre il seguente quadro : Stato - Aria: Analisi previsionale odorigena - Rumore; - Acque superficiali: analisi di acque dai canali. Prestazionali - Suolo: dati circa gli spandimenti effettuati da Agrisma srl tramite PUA; - Rifiuti : monitoraggio rifiuti smaltiti in azienda; - Energia: consumi energetici; - Consumo risorse naturali : consumi idrici

Nella scelta degli indicatori prestazionali si è considerato almeno un indicatore prestazionale per ciascun obiettivo ambientale rilevante nel contesto di riferimento. Questo criterio è l’asse portante di questa valutazione ambientale. Tali indicatori sono strettamente correlati agli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti in questo rapporto e potranno permettere eventuali correzioni al piano/progetto. Sono facili da calcolare e hanno un tempo di risposta molto rapido: per queste ragioni possono essere utilizzati sin dall'inizio della fase attuativa. Tali indicatori sono in grado, da un lato, di rappresentare lo stato dell’ambiente e del territorio, dall’altro, di prefigurare l’esito delle azioni di piano, e successivamente di verificare nel tempo l’efficacia delle azioni e il conseguimento degli obiettivi individuati. Un Indicatore, infatti, ha un significato di sintesi ed è elaborato con il preciso obiettivo di dare un “peso” quantitativo a parametri caratteristici della realtà presa in esame, è un indice che mostra quantitativamente le condizioni del sistema.

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Il Piano è stato redatto in accordo con le “Indicazioni Metodologiche e Operative per il Monitoraggio VAS (Ministero Ambiente e Ispra 2012). Come sancito dalle Linee Guida il monitoraggio si prefigge i seguenti obiettivi : 1. verificare lo scenario ambientale di riferimento (monitoraggio ante operam) ; 2. verificare le previsioni degli impatti ambientali attraverso il monitoraggio dell’evoluzione dello scenario ambientale di riferimento a seguito dell’attuazione del progetto (monitoraggio in corso d’opera e post operam), in termini di variazione dei parametri ambientali caratterizzanti lo stato quali-quantitativo di ciascuna componente/fattore ambientale soggetta ad un impatto significativo; 3. verificare l’efficacia delle misure di mitigazione per ridurre l’entità degli impatti ambientali significativi individuati in fase di cantiere e di esercizio (monitoraggio in corso d’opera e post operam); 4. individuare eventuali impatti ambientali non previsti o di entità superiore rispetto alle previsioni e programmare le opportune misure correttive per la loro risoluzione (monitoraggio in corso d’opera e post operam); 5. comunicare gli esiti delle attività di cui ai punti precedenti. Conseguentemente agli obiettivi da perseguire, i requisiti del Piano di Monitoraggio Ambientale sono: - Programmazione delle attività di monitoraggio e definizione degli strumenti. - Coerenza con la normativa vigente nelle modalità di rilevamento e nell'uso della strumentazione. - Tempestività nella segnalazione di eventuali anomalie. - Utilizzo di metodologie validate e di comprovato rigore tecnico-scientifico. - Restituzione delle informazioni in maniera strutturata, di facile utilizzo e con possibilità di correlazione con eventuali elaborazioni modellistiche. - Utilizzo di parametri ed indicatori che siano facilmente misurabili ed affidabili, nonché rappresentativi delle varie situazioni ambientali. - Scelta del numero, delle tipologie e della distribuzione territoriale delle stazioni di misura in modo rappresentativo delle possibili entità delle interferenze e della sensibilità/criticità dell’ambiente interessato. - Frequenza delle misure adeguata ai fenomeni che si intende monitorare.

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Il monitoraggio si articolerà in tre fasi temporali distinte:

- Monitoraggio Opera Ante Operam (AO) che riguarda le fasi precedenti l’inizio delle attività di cantiere; - Monitoraggio in Corso d'Opera (CO) che riguarda l’intero periodo di scavo; Di seguito sono indicate, per ciascuna componente, le fasi in cui saranno effettuate le attività di monitoraggio. Alla luce dei risultati e delle osservazioni sopra riportate, si ritiene opportuno che venga effettuato un monitoraggio così costituito:

Indicatori di stato ARIA Indicatore : Emissioni Odorigene Programma misure : bimestrale in fase di gestione durante il primo anno di attività; cadenza quadrimestrale il secondo e semestrale fino al quinto anno. Il campionamento sarà effettuato in n.4 punti lungo il confine del sito nelle direzioni principali del vento (N, S, E, O). Metodica utilizzata Il campionamento di aria ambiente verrà effettuato in sacchette di Nalophan dal volume pari a ca. 10 Litri, usate per il campionamento delle sostanze odorigene secondo la UNI 13725. Le sacchette saranno alloggiate in apposito contenitore, collegato alla pompa di aspirazione, dotata di un Mass flow controller per il mantenimento e controllo del flusso impostato. La pompa creerà una depressione nel contenitore in modo tale da far riempire la sacca di Nalophan dalla parte superiore del contenitore stesso, senza che l’aria da campionare venga a contatto con le unità della pompa. A riempimento avvenuto, la sacca verrà sigillata ed inserita in un altro contenitore per garantire l’isolamento termico, controllato da un data-logger di temperatura che registra la temperatura. Il campione non dovrà subire forti escursioni termiche. I campioni saranno sottoposti all’analisi di olfattometria dinamica (OD) secondo la normativa vigente UNI EN 13725:2004, entro le 30 ore successive al campionamento.

Ubicazione punti di campionamento 91

ACQUE SUPERFICIALI Indicatore: dati sulla qualità delle acque dei canali Programma misure : Saranno prelevati due campioni, uno a monte e uno a valle (rispetto all’allevamento) del canale limitrofo al sito di allevamento La frequenza di monitoraggio sarà semestrale per il primo anno di attività e annuale per i successivi 2 anni.

Portata (m 3/s) Ossigeno disciolto (mg/L) ** pH BOD5 (O 2 mg/L) ** COD (O 2 mg/L) ** Temperatura (°C) Conducibilità ( S/ cm (20°C)) ** Fosforo Totale (P mg/L) ** Durezza (mg/L di CaCO 3) Cloruri (Cl -mg/L) * Azoto totale (N mg/L) ** Solfati (SO 4-- mg/L)* Azoto ammoniacale (N mg/L) * Azoto nitrico (N mg/L) *

(*) determinazione sulla fase disciolta (**) determinazione sul campione tal quale

Metodica utilizzata La misurazione dei parametri di campo si effettuerà seguendo gli specifici manuali di istruzioni dello strumento, sulla scorta delle metodiche ufficiali di analisi: Manuale APAT, IRSA-CNR 29/03.

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RUMORE Indicatore : rumorosità

Ante Operam (AO) - la caratterizzazione dello scenario acustico di riferimento dell’area di indagine; - la stima dei contributi specifici delle sorgenti di rumore presenti nell’area di indagine; - l’individuazione di situazioni di criticità acustica, ovvero di superamento dei valori limite,preesistenti.

Corso d'Opera (CO ) - Caratterizzare la rumorosità dovuta alle attività compreso il traffico indotto; - Valutare gli impatti sui ricettori più sensibili; - Verificare l’efficacia delle mitigazioni previste.

Metodica utilizzata Per l’esecuzione delle campagne di misura è previsto l’utilizzo di strumentazione conforme agli standard prescritti dall’articolo 2 del D.M 16.03.98: “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”. Le misure di livello equivalente saranno effettuate direttamente con un fonometro conforme alla classe 1 delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994.

La catena di registrazione che sarà utilizzata avrà una risposta in frequenza conforme a quella richiesta per la classe 1 della EN 60651/1994 ed una dinamica adeguata al fenomeno in esame. L'uso del registratore deve essere dichiarato nel rapporto di misura. I filtri e i microfoni che verranno utilizzati per le misure saranno conformi, rispettivamente, alle norme EN 61260/1995 (IEC 1260) e EN 61094-1/1994, EN 61094-2/1993, EN 61094-3/ 1995, EN 61094-4/1995. I calibratori saranno conformi alle norme CEI 29-4.

Le campagne di rilevamento saranno basate su misure effettuate con:

postazioni fisse (in continuo) composte da:

un microfono per esterni;

un sistema di alimentazione di lunga autonomia;

fonometro con elevata capacità di memorizzazione dei dati rilevati, ampia dinamica e possibilità di rilevare gli eventi che eccedono predeterminate soglie di livello e/o di durata;

un cavalletto o stativo telescopico;

un cavo di connessione tra il box che contiene la strumentazione e ilmicrofono.

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I parametri saranno rilevati con intervallo di campionamento orario. Il rilievo dovrà essere effettuato in presenza o comunque in seguito a comunicazione all’ARPAB.La scelta del punto di misura e fa frequenza dei rilievi è stata determinata in considerazione della presenza di strutture agricole nell’intorno dell’area della variante.(i punti di rilievo fonometrico sono indicati nella cartografia allegata).Per quanto riguarda la descrizione delle metodologie e delle strumentazioni impiegate per il monitoraggio, esse verranno fornite contestualmente all’invio dei risultati delle analisi. Alla relazione tecnica di resoconto del livello d’inquinamento acustico ambientale sarà allegata la dichiarazione di rispondenza della strumentazione fonometrica ai requisiti di cui all’art. 2, commi 1,2,3, 4 e 5 del DM 16/03/1998. I risultati saranno comunicati secondo le modalità indicate nel fac-simile di presentazione dei dati messo a punto da ARPAB Basilicata.

Programma misure Sulla base della durata e della frequenza dei campionamenti temporali previsti su ciascuna postazione di monitoraggio, del numero dei punti di monitoraggio è stato definito il programma tipo delle attività relative al monitoraggio della componente rumore.

Sulla componente rumore è previsto n.1 campionamento una tantum (Ante opera) e n.1 campionamento (in opera) ogni 2 anni. Le misure verranno eseguite nel periodo diurno e notturno presso i recettori R1 e R8 indicati nel capitolo RUMORE.

Indicatori prestazionali

SUOLO Indicatore : Dati quantitativi circa gli spandimenti tramite PUA

2 volte/anno per 5 anni

RIFIUTI Indicatore :Produzione Rifiuti

Dati quantitativi per categoria - 2 volte/anno per 5 anni

ENERGIA Indicatore :Consumi energia elettrica e Produzione locale di energia da fonte rinnovabile

2 volte/anno per 5 anni

CONSUMO RISORSE NATURALI Indicatore :Consumi risorse idriche

2 volte/anno per 5 anni

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I dati verranno inseriti e inviati all’autorità competente attraverso il report annuale riportando tutte le misurazioni effettuate con la frequenza stabilita dal PMC e i supporti, di tipo cartaceo o informatico, su cui vengono apposte volta per volta le letture, saranno a disposizione dell’autorità competente per eventuali controlli.

COMUNICAZIONE E RAPPORTI CON ENTE DI CONTROLLO

E’ importante il coinvolgimento diretto dei soggetti con competenze ambientali in ambito di monitoraggio con cadenze definite consente dunque una continua messa a punto e verifica dell’efficacia del sistema.Comunicazione ad ARPAB Basilicata (Sezione Territoriale di competenza e p.c. Direzione Generale Servizio VIA) con cinque giorni lavorativi di anticipo dall’effettuazione delle misure/analisi. I risultati di ogni misura/analisi saranno trasmessi ad ARPAB Basilicata (Sezioni Tematiche di competenza) e per conoscenza alla Sezione Territoriale competente e al Servizio VIA della Sezione attività Centralizzate Direzione Generale, entro quindici giorni lavorativi dall’acquisizione degli stessi. Tutti i dati rilevati saranno raccolti in apposito Registro e utilizzati per valutare eventuali modificazioni delle caratteristiche delle matrici ambientali analizzate. Sarà predisposto un rapporto sintetico, che verifichi il grado di raggiungimento degli obiettivi di piano e le eventuali necessità di ri-orientamento e le principali variazioni di scenario, in particolare per quegli aspetti territoriali ritenuti critici.I risultati delle analisi di rumore saranno forniti secondi i modelli in formato cartaceo e informatizzato (tabella Excel). Nel caso di impatti negativi imprevisti,si stilerà una relazione tecnica ove si provvederà ad informare ARPAB dei valori riscontrati e delle modalità di applicazione delle misure mitigative ulteriori. In caso di superamento dei valori limite di legge dovrà essere data immediata comunicazione agli enti competenti unitamente a una relazione descrittiva delle verifiche effettuate e delle conseguenti azioni adottate.

Per quanto concerne le risorse economiche per l’attuazione del Piano di Monitoraggio queste saranno a carico del proponente. Sulla base dell’art. 18 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. si darà adeguata comunicazione in merito alle ”modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate” attraverso i siti web dell'autorità competente e dell'autorità procedente e delle Agenzie interessate.

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8. ALTERNATIVE

8.1 Definizione delle alternative

Giunti a tale punto, appare indispensabile verificare le possibili soluzioni alternative alla Variante puntuale proposta. Tale valutazione è stata effettuata in funzione delle tecniche adottate, della localizzazione sul territorio e delle possibilità di investimento del proponente. La decisione di proporre la variante puntuale nasce dalla necessità dell'azienda di migliorare l'efficienza dell'allevamento sia in termini economici (economie di scala) sia in termini di benessere degli animali. La nuova area individuata insieme alle tecnologie previste permetterà di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti. Non esiste infatti la possibilità di delocalizzare in altra area in quanto altri terreni di proprietà della Agrisma srl sono sparsi e di piccole dimensione nell’area di Scanzano a valle della linea ferroviaria Taranto - Sibari mentre altri terreni di proprietà a monte della stessa nei pressi del Fiume Agri sono sottoposti a vincolo PAI e terreni io agro di Pisticci, sempre a monte della linea ferroviaria sono utilizzati per gli spandimenti e mancano di strade ed infrastrutture idriche ed elettriche.

Quindi considerando l’alternativa zero l’azienda agricola Agrisma rinuncerebbe ad un’attività agricola (su un’area che ha questa vocazione) che conduce da decenni e toglierebbe occupazione per i lavoratori dell’area. Nello stesso tempo non verrebbe bonificata tutta un’area presente in pieno Piano d’Ambito.

Il ridimensionamento del Piano/Progetto precedentemente presentato ha consentito di occupare regioni di suolo inferiori con ridimensionamento dei capi in una posizione conveniente per l’azienda e per le altre attività di tipo turistico nell’area in quanto più distante dalle aree occupate da villaggi turistici.

La ditta,inoltre, detiene altri terreni in agro di Scanzano Jonico ma più distanti dal sito attuale e sempre al di sotto della linea ferroviaria. Un unico appezzamento è presente a monte della linea ferroviaria nei pressi del Fiume Agri ma per la quasi totalità interessato dalle fasce di esondazione proposte dall’Autorità di Bacino della Basilicata mentre altri appezzamenti sono in agro di Pisticci in c.da Pantano adiacenti al Fiume Cavone e al Castello di san Basilio in aree senza infrastrutturazioni.

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9. CONCLUSIONI

Per quanto riguarda la progettazione, sono stati esaminati tutti gli aspetti riconducibili al massimo livello di garanzia per la protezione delle acque, sotterranee e superficiali, e contro le eventuali fughe di percolato delle deiezioni, ed adottati criteri che tendano al contenimento delle emissioni in atmosfera come odori e/o gas, rumori ed ogni emissione potenzialmente impattante nei confronti delle matrici ambientali presenti. Per quanto riguarda le caratteristiche vegetazionali, nella zona in esame le colture agrarie hanno quasi completamente sostituito la vegetazione spontanea. Per cui l’esame effettuato nel presente studio, evidenzia il basso potenziale di impatto ambientale della variante, l’assenza di rischi oggettivi reali e potenziali da esso determinati. In particolare il sistema socio-economico ed ambientale sarà garantito nei confronti delle opere in progetto, quanto più sarà prestata attenzione all’aspetto costruttivo, impiantistico e tecnologico, al corretto uso e distribuzione dei reflui zootecnici, alla pulizia degli impianti e delle strutture, agli interventi di mitigazione ambientale che saranno adottati, sia durante la fase di costruzione delle opere in progetto sia durante la fase di gestione dell’intero allevamento. Innanzitutto l’utilizzo di lettiera integrale sul pavimento di stabulazione così come l’ottimizzazione dell’isolamento termico (coperture coibentate) associato alla ventilazione naturale (pareti finestrate) ed artificiale (utilizzo ventilatori) nei ricoveri, garantiscono la riduzione delle emissioni di odori. In tal modo, riducendo sensibilmente l’attività ureasica e le fermentazioni, si ottiene un effetto positivo anche sul benessere degli animali. Anche la somministrazione per fasi dell’alimentazione, ovvero l’adozione di dieta appropriata alla fase biologica e fisiologica degli animali e formulata al fine di garantire il corretto equilibrio dei componenti azotati fra loro e con gli altri componenti che agiscono sulla loro utilizzazione, garantisce l’ottimizzazione della dieta stessa e di conseguenza il contenimento dell’azoto. La realizzazione dello stoccaggio del refluo su platea impermeabilizzata in cemento con sistema di raccolta del percolato evita invece fenomeni di inquinamento del suolo, delle falde acquifere e delle acque superficiali. La predisposizione della Comunicazione e del Piano di utilizzazione agronomica consente al Gestore di effettuare un corretto utilizzo del refluo prodotto (in quantità, tempi e modalità di distribuzione) in funzione delle caratteristiche del suolo, del clima, delle colture previste e della produzione attesa.

Per migliorare l’efficacia, le misure per il controllo e la prevenzione dell’inquinamento, l’azienda prevede di applicare negli anni successivi le buone pratiche d’allevamento, ed in particolare: - di registrare accuratamente i consumi di energia e di acqua, così da poterli monitorare. In tal modo è possibile identificare particolari situazioni anormali ed intervenire nella maniera più appropriata per porvi rimedio.

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Il sistema socio-economico ed ambientale sarà garantito nei confronti delle piano/progetto, quanto più sarà prestata attenzione all’aspetto costruttivo, impiantistico e tecnologico, al corretto uso e distribuzione dei reflui zootecnici, alla pulizia degli impianti e delle strutture, agli interventi di mitigazione ambientale che saranno adottati, sia durante la fase di costruzione delle opere in progetto sia durante la fase di gestione dell’intero allevamento.

La variante oggetto di valutazione non presenta complessivamente impatti ambientali negativi significativi, piuttosto l’attuazione delle previsioni in esso comprese, oltre al miglioramento della qualità dell’aria, dovrebbe contribuire anche al perseguimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti. È bene sottolineare, tuttavia, che la valutazione di eventuali impatti significativi localizzati così come l’individuazione di soluzioni mitigative o compensative e di eventuali prescrizioni specifiche è demandata ai successivi livelli di valutazione, in ambito progettuale, anche in relazione alla localizzazione dei singoli interventi. Non produce effetti di carattere strategico per lo sviluppo e l'evoluzione dei luoghi ma costituisce unicamente un adeguamento funzionale e una riorganizzazione aziendale rispondendo alla logica di riassetto aziendale interno e di miglioramento delle condizioni di vita degli animali ospitati. L’adozione degli orientamenti per la sostenibilità qui individuati dovrebbe garantire un più significativo perseguimento degli obiettivi di piano ed, in generale, degli obiettivi di sostenibilità ambientali pertinenti.

Il redattore Dr Michele Colasurdo

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