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Rossini, G.: Demetrio e Polibio 8.660405-05 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660405-06

Gioachino Rossini (1792-1868) Demetrio e Polibio

Dramma serio per musica di Vincenzina Viganò Mombelli Prima rappresentazione: Roma, , 18 maggio 1812 Revisione sulle fonti della Fondazione Rossini, in collaborazione con Universal Music Publishing Ricordi, a cura di Daniele Carnini.

Lisinga:...... Sofia Mchedlishvili Siveno: ...... Victoria Yarovaya Eumene: ...... César Arrieta Polibio: ...... Luca Dall‘Amico

La scena si rappresenta nella capitale dei Parti.

CD 1 Siveno e Polibio Ti stringo al mio seno. Laccio sì caro, [1] Sinfonia nodo sì forte, la sola morte Atto primo scioglier potrà.

Sala di udienza con trono da un lato. [3] Recitativo Polibio Vanne al tempio, o Siveno, e là m’attendi! Scena prima Sospiro il dolce istante Grandi del regno, Guardie, di darti del mio amor pegno verace: Polibio e Siveno a’ suoi piedi. oggi vuo’ che Lisinga d’indissolubil nodo a te si stringa. [2] N. 1 Introduzione Polibio Siveno Mio figlio non sei, Oh gioia! oh dolce dì! Signor, concedi... pur figlio ti chiamo, lo merti, lo bramo Polibio chiamarti così! Alzati, appien m’è nota l’indole del tuo cor, con pari affetto Siveno costante a te sarà questo mio petto. Son grato al tuo dono; Parte. rammento chi sono, son figlio infelice, che vive per te. [4] N. 2 Aria Siveno Siveno Polibio Pien di contento in seno, Sostegno sarai men volo al caro oggetto, del regno e di me. per te felice appieno questo mio cor sarà. Siveno Che gioia, che momento! Se fido t’amai Il cor brillar mi sento, lo sai, o mio re. di più bramar non so. Parte.

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io troppo l’amo, e del mio amore in pegno Altra sala nella reggia stessa: trono da un lato. porre lo vuo’ di questo trono a parte, né sarà mai ch’io veggia allontanar Siven da questa reggia. Scena seconda Al suono di bellicosa marcia, Eumene si avanza Eumene con doni e seguito; Polibio sale sul trono Ma rifletti che neghi al re di Siria, circondato da’ suoi, un Parto situa il sedile che il mio sovran possente per l’ambasciatore. ciò che ottener non può con dolci inchieste, egli avrà colla forza, e col suo brando. [5] N. 3 Marcia Polibio [6] Recitativo Sia pur possente d’armi Eumene il re de’ Siri; quel de’ Parti ha petto Il monarca di Siria al Re de’ Parti che non trema a’ perigli invia salute e pace, quando il diritto il mova. e pegno d’amistade in questi doni. Ei crede suo Siven, e ingiusto crede Da me suo messaggiero chi con vane ragioni a lui lo chiede. tu non sdegnarli, o Sire, e fa del mio signor pago il desire. Eumene E non ebbe Siven forse i natali Polibio del mio re nella reggia? E perchè meco sì generoso il tuo signor? qual merto?... Polibio E nudrito, ed istrutto Eumene non venne poi nella mia corte? E a chi noto non è del re de’ Siri il magnanimo cor? E a te il dovea Eumene (alzandosi) più che ad altri mostrar. Dunque?...

Polibio Polibio (alzandosi) E perchè mai? Dunque Siven non cedo; queste porta al tuo re libere note, Eumene faccia poi ciò che più gli aggrada e puote. Per l’alto tuo valor, per tue virtudi, perchè da te brama tal cosa, o Sire, Eumene che gli sta a cuore assai; Pensaci, o Sire, e guarda né sorprender ti dei; che non t’abbia a pentir... ma i doni accogli e ascolta i detti miei. Siede. Polibio (scende al trono) Ti accheta, audace. Polibio E che? dovrò pentirmi Parla. di mia ragion che sì m’assiste e giova?

Eumene Eumene Nella tua reggia Non assiste ragion i sensi tuoi, dell’estinto Minteo trovasi il figlio... ma ben chiami ragion ciò che tu vuoi.

Polibio E che perciò? [7] N. 4 Duetto Eumene-Polibio Polibio Eumene Non cimentar lo sdegno Quel giovinetto che accendi nel mio petto. troppo caro è al mio re; di quel Minteo, (Tutto mi fa sospetto.) che fin che visse fu delizia sua, Vanne, ritorna al re. Siveno è figlio, e dell’amato vecchio questa sola memoria a lui rimane, Eumene e a te co’ prieghi il chiede. Parto per or, ma solo, lungi da questo regno, Polibio il tuo rifiuto indegno Egli chiede Siven? Vana lusinga; fatale a te sarà. ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 2 of 10 Rossini, G.: Demetrio e Polibio 8.660405-05 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660405-06

Polibio Nel mentre che si canta il coro, Non più, superbo, taci. Polibio sale sul trono.

Eumene N. 5 Coro, Scena e Cavatina Lisinga (Avvampo di furor.) Coro [8] Nobil, gentil donzella, Eumene e Polibio in sì ridente giorno Già serpe nel mio seno arrida a te d’intorno il più crudel veleno pace, riposo, amor. per tormentarmi il cor. Lisinga Eumene [9] Deh! fate, amici Dei, che in tal momento Ma pensa ben... lieta respiri ogn’alma di gioia, di piacer e di contento. Polibio [10] Alla pompa già m’appresso Pensai. or superba di mia sorte nel vederti a me consorte Eumene coll’amor del genitor. E l’ira sua?...

Polibio N. 6 Scena e Duettino Lisinga-Siveno Non temo. Polibio Eumene [11] Dell’ara v’appressate, o figli, al piede. Paventerai, lo spero, Eterno qui v’unisca amore, e fede. il mio deluso re. Lisinga e Siveno (dinanzi all’ara) Eumene e Polibio [12] Questo cor ti giura amore, Odio, furor, dispetto mia speranza, mio tesoro. io provo in tal cimento; Per te sol, che tanto adoro, nel rimirarlo sento sì, fedel ognor sarò. tutte le furie in me. Partono da lati opposti. Siveno Caro bene...

Magnifico tempio con ara, e trono da un lato. Lisinga Sposo amato... Scena terza Siveno, sacerdoti e popolo; indi Polibio seguito da Lisinga e Siveno Grandi del regno, in fine Lisinga. Questo cor ti giura amore, mia speranza, mio tesoro. Recitativo Per te sol, che tanto adoro, [Siveno sì, fedel ognor sarò. O di Polibio, sudditi fedeli, amati Parti, la vostra vista oh quanto mi consola! [13] Recitativo Voi oggi dunque testimon sarete Siveno delle mie fauste nozze: oh bella sorte! Sì, mia vita, sarai Lisinga, oh dolce sposa! sempre, com’or tu sei, la delizia, il piacer de’ giorni miei. Polibio Figlio. Lisinga E se di questo petto Siveno la pura fé, l’affetto Ah signore, e padre! o scemarsi, o cangiar potesse mai, mi detesti il tuo cor, quant’io t’amai. Polibio Diletto figlio, vieni a questo seno. Polibio (scendendo dal trono) Figli, non più: felici in questo giorno Siveno alfin voi siete, io sento Eccomi, o padre... Or son contento appieno.] compita la mia gioia in tal momento. ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 3 of 10 Rossini, G.: Demetrio e Polibio 8.660405-06 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660405-06

Lisinga Polibio Se per te lieta io sono Più fatale e fiero istante deggio vivere a te. no, di questo non si dà.

Siveno Lisinga Indivisi gli affetti (Qual eccesso di tormento con lei serbo, o signor. M’avrai nel regno sto soffrendo, oh Dio, nel core.) genero, figlio, difensor, sostegno. Goderemo in sen d’amore la più gran felicità. Polibio Ah cari figli... Siveno Non turbar sì bell’ardore, Lisinga giusto Cielo, per pietà! Padre, sospiri?... Polibio Siveno Sono oppresso dal timore, Forse pentito sei! vacillando il cor mi va.

Polibio Coro No, v’ingannate. Dalla gioia e dall’amore Altra cagion di duol m’agita il seno. il suo cor brillando va. Parte Lisinga con i Grandi del regno. Lisinga Parla, che mai t’affanna? [16] Recitativo Siveno N. 7 Scena ed Aria Lisinga Che pensi, o padre! E non seguiam Lisinga?

Polibio Polibio [14] Demetrio, de’ Siri re potente, Figlio, non sai quanto il mio cor tormenti a me spedì messaggio, e ricchi doni, di perderti il timor. e mi chiede Siveno... Siveno Siveno Deh cessa, o padre, O ciel! da sì tristi pensier: di questo giorno non perturbar la gioia. Lisinga È giusto il ciel, né di sinistro evento Lo spera in vano. con noi crudel sarà; ch’anzi difesa vorrà farsi al mio uopo, e assister pronto Polibio al mio benefattor... lo spero... È questa, o figli, sol del mio dolore l’aspra cagion che mi tormenta il core. Polibio Ascolti Siveno i nostri voti il cielo, No, non temer, sì vil non è Siveno. e per gaudio comune in dolci modi Io primo l’armi impugnerò. renda sempre più saldi i vostri nodi. Partono. Lisinga In campo formidabil sarò con lui ognora, Scena quarta dolce mi fia per voi la morte ancora. Gran piazza con veduta del palazzo reale. Eumene con seguito. [15] Sempre teco, ognor contenta t’amerò, mia dolce speme. Stringe amor le mie catene, N. 8 Coro, Scena ed Aria Eumene non temer, avrem vittoria, e la Persia esulterà. Coro [17] Andiamo taciti Siveno a lento passo, Sì mio ben, quest’alma amante regni il silenzio, per voi sol respirerà. lungi il timor.

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Eumene [20] N. 9 Finale I [18] Amici, già omai propizia Lisinga (in atto di riposarsi) mi si mostrò la sorte, Mi scende nell’alma e tutto ho già disposto: un dolce sopore; servi, custodi, ognun io poso; ma il core mi guadagnai coll’oro, posare non sa. altro non manca ormai che unione, ed ardir: or ben sentite, Eumene l’ dividiam; e voi in prima Fermatevi. per questa parte entrate, e voi per quella, Io sol m’inoltrerò; contento io sono; e al limitar delle reali stanze il ciel mi porge l’opportuna sorte; aspettatemi tutti; ecco Siveno nel sonno immerso; vieni, io frattanto co’ miei mia diletta speranza... attenderò il momento; Eumene penetra nell’alcova, il cielo a noi darà forza, e ardimento. indi ritorna menando seco Lisinga.

[19] All’alta impresa tutti Lisinga andiam con alma forte. E quale ardir! pietà, soccorso, aita... Del vostro re la sorte da noi dipenderà. Eumene Ingannato mi son; oh rabbia! Coro Non sei tu quel che cerco; Del nostro re la sorte ma se non sei Siveno, il ciel proteggerà. vieni meco per lui ostaggio almeno.

Eumene Lisinga Clemente Ciel, che a’ miseri Ohimè, crudel, che tenti? sola speranza sei, Ah vile traditore! seconda i voti miei, non farmi palpitar. Eumene Mi segui, o il mio furore Coro tutto su te cadrà. Il suo verace affetto quanto lo fa penar! Lisinga (tentando svincolarsi) Mi lascia. Eumene L’ora fatal s’appressa... Eumene Compagni, non temete; Invan lo speri. Ah! figlio mio diletto quanto mi fai penar! Lisinga Da mille affanni oppressa Sposo, tradito sei... l’alma mi sento in seno. Se fidi a me sarete, Eumene valor trionferà. Ardir, amici miei... Incendiano da varie parti. Coro Numi, se giusti siete, Lisinga per noi trionferà. Padre, soccorso, oh dio! Partono tutti. salvami per pietà.

Siveno, Eumene e Polibio Vedendo il passo impedito dal fuoco. Gabinetto reale con alcova, e sofà. Stelle! che veggio, oh dei! Notte. Oh nero tradimento!

Eumene Scena quinta Or più le furie io sento, Lisinga in atto di riposarsi, per lor tu trema ancor. indi Eumene da una porta laterale seguito da’ suoi, tutti armati, e con faci ardenti. Lisinga Barbaro, orror mi fai, mostro di crudeltà! ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 5 of 10 Rossini, G.: Demetrio e Polibio 8.660405-06 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660405-06

Eumene CD 2 La pena pagherai col giusto mio rigor. Atto secondo

Coro Crescendo sempre il fuoco. Gabinetto reale. Ovunque è chiuso il passo, più scampo a noi non resta. Scena prima Numi, che pena è questa, Grandi del regno, indi Polibio, poi Siveno. che notte di terror? N. 10 Coro, Scena ed Aria Polibio Lisinga ed Eumene Che fiera angoscia è questa! Coro Mi si divide il cor. [1] Ah che la doglia amara si legge nel suo volto, Lisinga in che periglio è avvolto, Se voi ancor m’udite, misero genitor! le voci mie seguite; Oh dio, mancar mi sento, Polibio mi si divide il cor. Dove la cara figlia Sviene fra le braccia di Eumene. involata sarà! per ogni intorno la cerco, e non la trovo; Eumene dove il perfido, oh dio, Si compia; omai venite, avrà tratta Lisinga? l’ardire mio seguite; Oh figlia mia, oh solo mio diletto, in sì fatal cimento per te mille tormenti io sento in petto. trionfi il mio valor. [2] Come sperar riposo, Conducendo via Lisinga. dove trovar la figlia? Di voi chi mi consiglia, Polibio misero, che farò? Guardie, deh! mi seguite, Nel rammentar quel perfido da questa parte, udite... avvampo di furore, ancor sua voce io sento quel vile traditore che lacera il mio cor. per le mie man morrà.

Siveno Siveno Miei fidi, ohimè! sentite! Venite, o fidi miei, Non v’è più tempo, udite... Lisinga a liberar. questo è crudel tormento che lacera il mio cor. Polibio L’indegno ove s’asconde Coro da te scoperto fu? Tutto ci fa spavento; ah salvati, signor. Siveno Tutto m’è noto, o padre.

Polibio Oh sorte, qual momento! Tutte le furie io sento per vendicarmi ancor.

Polibio, Siveno e Coro Si vada dunque a lei. A noi rendete, o Dei, Lisinga per pietà. Partono.

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Polibio Luoghi remoti poco lungi dalla città. T’arresta, o qui lo sveno.

Scena seconda Eumene Eumene, che conduce Lisinga scortato da’ suoi, Crudel, che tenti, oh dei! indi Siveno, e Polibio con loro seguito. Polibio [3] Recitativo L’ira non so frenar. Lisinga Dove vuoi trarmi, Lisinga perfido traditor? Passami pure il core, ma placa il genitore; Eumene tel chiedo per pietà. Alta cagion m’induce di qui celarti... Siveno Passami pure il core, Lisinga ma placa il suo furore; Crudel, t’intendo, dal diletto sposo, tel chiedo per pietà. dal mio buon genitor strappar mi vuoi, e trarmi forse... Eumene Vedendo la medaglia Eumene che Siveno tiene al collo. No, non temer; amo Siveno; Qual segno, o dei! mio figlio. e in te la sposa sua so rispettar. Polibio Come! suo padre sei? Lisinga A lui dunque mi guida. Eumene Ecco la figlia tua: Eumene Cambiandosi i figli. Non lo sperar... rendimi il figlio mio. Giuro amistade e fè. Lisinga Dunque m’uccidi. Lisinga e Siveno Abbracciando Polibio Lisinga ed Eumene Siveno. Siveno (dentro le scene) Padre, qual gioia provo, Qui s’asconde quell’empio. or che placato sei! Più cari i lacci miei Polibio (dentro le scene) saranno ognor con te. Ov’è l’indegno? Mora. Eumene e Polibio Lisinga Figlio/figlia qual gioia io provo, Deh mi salvate... or che tu salva/salvo sei! Più viver non potrei, Eumene caro/cara senza di te. Miralo, nella destra ha il ferro ancora. Eumene Figlio? [4] N. 11 Quartetto Lisinga-Siveno-Eumene-Polibio Siveno Donami omai Siveno Oh dio! o le trafiggo il petto. In atto di uccidere Lisinga. Lisinga Siveno a noi ritorna. Polibio (prendendo Siveno per mano) Gl’immergo il ferro in seno, Siveno pria di donarlo a te. Lisinga, oh padre amato.

Eumene Eumene Dunque la figlia mora... Io solo a te son padre.

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Lisinga e Siveno tutto strugger volea; Il/mi diede a me/lei in consorte per me Minteo ti trasse di periglio qual figlio suo; ma pur di me sei figlio. Polibio A lui son padre e re. [6] N. 12 Aria Siveno Eumene Siveno Non più, da lui ti scosta. Perdon ti chiedo, o padre, pietà del mio lamento; Lisinga e Siveno per lor morir mi sento Deh pensa al tuo periglio. senza poter morir. Se leghi i nostri cuori Polibio sollevi le mie pene, Meco vivrai col figlio. felice col mio bene ognor sarò per te. Eumene Partono. Mai questo non sperar.

Polibio ed Eumene Sala d’udienza con tavolino e sedie. All’armi, o fidi miei. D’ira s’accende il petto, la mia vendetta affretto, Scena quarta più non mi so frenar. Grandi del regno, indi Lisinga che si siede in atto di dolore, poi Polibio. Lisinga e Siveno Tu mi dividi, o dei! N. 13 Recitativo ed Aria Lisinga dal caro amato oggetto. Squarciar mi sento il petto, Lisinga che barbaro penar! [7] Io più sposo non ho, per man d’un empio Eumene co’ suoi separano Lisinga da Siveno e egli mi fu rapito. partono. Polibio dà delle disposizioni per non Barbara sorte! essere sorpreso e Siveno s’abbandona sopra un Dammi, o Cielo crudel, dammi la morte. sasso. Polibio Figlia, fa’ cor, di qua non lungi Eumene Scena terza attendato fermossi... Eumene e Siveno. Lisinga [5] Recitativo Lascia ch’io l’armi impugni... Eumene Vieni, caro, al mio sen. Polibio Come! giovine donna?... Siveno Ov’è Lisinga? Lisinga Dov’è il mio re? Dov’è il mio padre? Lasciami o padre, andar; il cielo rende forte colui che la ragion difende. Eumene M’abbraccia, io ti son padre, Polibio e se più certo vuoi Ebben tu mi precedi, essere del vero, che ti dico, o figlio, incoraggisci i tuoi; il cielo aita Accennando le medaglie che tengono al collo. conceda a tutti; egli ti renda ardita. fissa su questi segni attento il ciglio. Parte.

Siveno Lisinga (al Coro di guerrieri) Oh dio! Se fidi siete, se meriti pietà una sventurata, Eumene vendicatemi voi, meco vi prega Sappi che padre tuo non fu Minteo, l’amato padre mio; da mostro infame ed io tuo genitor sgombrate alfine questo regno: a voi a lui ti consegnai nel rio tumulto lo chiede il vostro onore, quando Trifone di Demetrio il regno il pianto della patria e il mio dolore. ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 8 of 10 Rossini, G.: Demetrio e Polibio 8.660405-05 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660405-06

[8] Superbo, ah! tu vedrai [10] Lungi dal figlio amato se abbasserai l’orgoglio. mi si divide il core, Or vendicar mi voglio, conforto al mio dolore indegno traditor. di voi chi mi darà?

Coro Coro S’ucciderà... Da’ fine al tuo timore, il figlio tornerà. Lisinga Lo spero. Eumene Amici, a voi son grato, Coro pietà del mio tormento. Ah sì cadrà... Io solo avrò contento s’ei fido a noi verrà. Lisinga L’altero. Coro (dentro le scene) Pietà desti lo sposo, Eumene scellerato del mio dolor pietà. trafitto al suol cadrà.

Coro Eumene (guardando dentro le scene) Per noi non v’è periglio... Stelle! tradito io sono. Perfido figlio indegno Lisinga tu proverai lo sdegno Vendetta vi chiedo, del cieco mio furor. son tutta furore. M’uccide il dolore, Lisinga mi sento spezzar. Si sveni il traditor... Quel mostro, quell’empio si vada a svenar. Siveno (inginocchiandosi) Eccoti il petto, il cor. Coro Si vada, si corra, Lisinga (Le cade il ferro.) si compia lo scempio. Tu stesso mi disarmi? Quel mostro, quell’empio sapremo svenar. Siveno Partono. Difendo il padre mio...

Eumene Accampamento a vista della città. Or vinto alfin son io dal tuo figliale amor. Ah! figli miei diletti, Scena quinta venite a questo seno, Guardie accampate, Eumene dalla sua tenda, i vostri dolci affetti indi Siveno e Lisinga seguita da’ suoi. io stesso pagherò.

N. 14 Recitativo ed Aria Eumene Lisinga e Siveno Eumene Padre mio, a questi detti [9] Che feci mai? Ove n’andò Siveno? grato il cor ti giura affetto... Dunque partì mio figlio: ei sol piangeva nel comun contento; Eumene lascia, diceva, che a Polibio vada; A Polibio ognun s’affretti di ritornar ti giuro con Lisinga, i miei sensi a riportar. o mi vedrai morire a’ piedi tuoi. Sì crudel non sarà con suo periglio Lisinga e Siveno ch’ei stesso voglia privarmi del figlio. Se con noi lo stringi al petto Ah padre incauto! al pianto suo cedesti. il suo cor giubilerà. Ingiustissimi Dei, voi alle furie mie lo renderete. Eumene Folle, che dico? Voi sarete, o cari oggetti, Che fo, con chi mi sdegno, se reo son io? la mia sol felicità. Misero me! ahi che vacillo, oh dio. Parte con Lisinga e Siveno. ⓟ & © 2017 Naxos Rights International Ltd. Page 9 of 10 Rossini, G.: Demetrio e Polibio 8.660405-06 http://www.naxos.com/catalogue/item.asp?item_code=8.660405-06

Coro Lisinga Oh qual gioia, qual diletto Del mio Siven tu il padre? or la Persia/Siria proverà. Siveno Mia Lisinga, qual gioia! Scena sesta Tutti si pongono in ordinanza per marciare Eumene cantando il coro, dopo del quale Eumene Lisinga, Sì, Demetrio son io: timor m’indusse e Siveno con essi s’incamminano verso la città. spoglie a mentir, per riaver il figlio, Rimangono tutti sospesi incontrandosi con dubitando di lui se noto io fossi; Polibio, e di lui seguito. or tutti cari egualmente mi siete; e se t’è a grado meco d’unirti in amistade eterna, [11] N. 15 Marcia e Coro ogni passato evento Coro dimentica, o Polibio, e tutto dona Festosi al re si vada al mio paterno amor. La nostra fede ad apportar la pace, con più tenaci nodi ora si stringa; s’accenda omai la face Siven viva felice con Lisinga. per così bella union.

[13] N. 16 Finale II [12] Recitativo Tutti Polibio Quai moti al cor io sento Oh ciel, che miro! Lisinga la figlia di gioia, e di contento! in amistà col rapitor messaggio! Alfin al sen ti stringo, oggetto del mio amor. Eumene Non rapitor son io, non son messaggio. Coro Ma sotto queste spoglie Più felice e grato istante in tal mentita guisa no di questo non si dà; il monarca di Siria omai ravvisa. d’un amore sì costante Siveno cogli Assiri si inginocchiano la memoria resterà. formando tutti un quadro generale.

Polibio Tu il monarca? Fine

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