Periodico della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia Quattrocolonne Sgrt Notizie - Anno XXVII N. 4 - 28 febbraio 2018 Terra di campioni

Volley, scherma, moto L’Umbria verso il tetto del mondo

Danilo SIR Perugia Petrucci

Alessio Foconi Alessio Foconi durante un assalto

Foto dell’ufficio stampa Federazione internazionale della scherma

03 Scrigno di talenti Tanti campioni e strutture d’eccellenza. Lo sport umbro a caccia di nuovi business

04 I “Sirmaniaci” del volley I successi di Perugia appassionano migliaia di persone Dall’obiettivo scudetto al sogno Champions

06 Da Terni all’Europa a colpi di fioretto «Lo sport guida la fuoriuscita dalla crisi»: parla il campione del mondo Alessio Foconi

08 La fucina dei centauri Piloti, manager, tecnici Terni è un serbatoio per il motociclismo

11 I titani dello sport Colpi duri e spettacolo Il football americano si gioca anche da noi

12 Il “centro del mondo” Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione della racchetta e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo A Foligno la scuola di tennis Presidente: Antonio Bagnardi che attira talenti da tutta Italia Direttore della Scuola: Antonio Socci Coordinatori didattici: Luca Garosi – Marco Mazzoni 14 Terra di trionfi per i grandi Da Coppi a Dumoulin Quattro Colonne SGRT Notizie I ciclisti e le storie Periodico della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia del Giro d’Italia in Umbria Direttore responsabile: Antonio Socci 16 Gli ultimi saranno i primi Redazione degli allievi della Scuola a cura di Gabriella Mecucci La squadra di richiedenti asilo che ha vinto In redazione lo scorso campionato Pietro Adami, Giulia Bianconi, Francesco Bonaduce, Michele Bonucci, Nicola Campagnani, Nicolò Canonico, Andrea Caruso, Alessandro Catanzaro, Gabriele D’Angelo, Marina de Ghantuz Cubbe, Elena Frasconi, Gabriele Genah, Chiara 18 Chi ruzzola e chi sboccia Jommi Selleri, Beatrice Manca, Cristiana Mastronicola, Stefania Moretti, Camilla Orsini, Serena Riformato, Selene Ruzzolone e bocce Rinaldi, Irene Roberti Vittory, Davide Serusi, Chiara Sivori, Paolo Sparro, Elena Testi gli sport antichi che resistono

Anno XXVII – numero 4 – 28 febbraio 2018 Registrazione al Tribunale di Perugia N. 7/93 del marzo 1993 20 Professione adrenalina Passione per il brivido Segreteria: Villa Orintia Carletti Bonucci – Via G. Puccini, 253 in crescita. Ma non 06134 Ponte Felcino (PG) chiamateli ‘sport estremi’ Tel. 075/5911211 – Fax. 075/5911232 e-mail: [email protected] – http://www.centrogiornalismo.it 23 Penso quindi muovo Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c – legge 662/96 Filiale di Perugia Allenarsi a scegliere Così gli scacchi conquistano Stampa: Italgraf – Perugia ragazzi e manager Q

SCRIGNO DI TALENTI

Tanti campioni e strutture d’eccellenza lo sport umbro a caccia di nuovi business

tleti, campioni, storie di fatica e vitto- i problemi di inquinamento e finanziari, che non rie. L’Umbria, terra aspra e isolata, è un per le imprese sportive. Nell’almanacco del mo- po’ come uno scrigno, dove le montagne tociclismo nazionale restano indelebili le vittorie Aracchiudono gelosamente eccellenze di caratu- di e iridati nel 1957 e ra internazionale. Qui, dove si sente forte la crisi nel 1975. Vette mai raggiunte da altri motociclisti occupazionale, aggravata dalla carenza di collega- ternani, figli però di un movimento ricco di grandi menti con le altre grandi città italiane, lo sport è professionisti, come Danilo Petrucci, ma incapace uno dei pochi settori in controtendenza. Secondo di generare indotto per il territorio. Per sua stessa l’ultimo rapporto del Coni, nel 2016 in Umbria ci morfologia, l’Umbria meglio si sposa con la fatica sono meno società, ma quasi mille atleti in più ri- dei pedali, con lo spettacolo dei paesaggi e la cultu- spetto al 2015: al lieve calo della provincia di Terni, ra del lavoro, tipiche del ciclismo. fa da contraltare la crescita di Perugia che passa da La fine penna di Indro Montanelli e i ricordi ap- 62.307 a 63.577 tesserati. passionati di Francesco Moser sono frammenti di La disciplina più praticata resta il calcio, che storia del Giro dell’Umbria. Su e giù per i crinali, arranca a livello professionistico, ma non conosce come i cilindri di legno del tradizionale “ruzzolo- crisi di iscritti. Seguono tennis e pallavolo. Foligno ne”, che – guarda un po’ – hanno fatto carambolare vanta il miglior centro di formazione d’Italia, ca- sul tetto d’Italia proprio una squadra umbra. Resta, pace di piazzare diversi tennisti tra i primi 500 del custodito dalle montagne, il fascino antico di queste mondo e di puntare sulle giovani generazioni di discipline popolari come le bocce, che faticano però atleti grazie ad accordi con i licei. I successi (Cop- a trovare un ricambio generazionale. Ed è proprio pa e Supercoppa italiana) e gli investimenti hanno qui, dove i numeri si restringono, che le discipline richiamato al palazzetto di Perugia gli appassiona- di nicchia trovano la loro dimensione di esclusività. ti di volley: l’appeal della Sir, terza in Europa per Dagli allievi dell’Accademia degli scacchi di monte ingaggi, attrae campioni da tutto il Vecchio Perugia, l’unica in Italia riconosciuta dalla Federa- Continente. zione internazionale, ai trenta giocatori di football Palestre e piste ternane sono vere e proprie fu- americano dei Grifoni. Pochi e indomiti, davanti di cine di campioni del mondo. Nella scherma Ales- al futuro che somiglia ad un salto nel vuoto. Ma PAOLO SPARRO sio Foconi è oggi massima espressione di un mo- senza quel paracadute di chi a Terni si getta giù da @PaoloSparro vimento che dà lustro a una città nota ai più per un aereo per abbracciare lo sport estremo. Q

Quattrocolonne 3 28 febbraio 2018 I “SIRMANIACI” DEL VOLLEY I successi di Perugia appassionano migliaia di persone Dall’obiettivo scudetto al sogno Champions un traino al movimento, un’occasione per gli sponsor

on succede, ma se succede...». La presente e appassionato. I biglietti vanno dai scommessa tra Ivan Zaytsev e alcu- 16 euro in curva ai 35 euro della tribuna. Dalla ni tifosi era nata per gioco. Ma in società fanno sapere che gli abbonati sono oltre «Nquesta stagione è successo già due volte. Peru- 2.200 e gli spettatori non scendono mai sotto i gia ha vinto la Supercoppa italiana a ottobre e la 3.000. Per le partite di cartello, contro le altre big Coppa Italia a gennaio. della SuperLega, la Serie A di pallavolo, c’è il tutto Sugli spalti del Palaevangelisti si respira da esaurito e gli oltre 4.000 posti del palazzetto dello mesi un’aria di festa. È appena finita una partita e sport a volte non bastano. Perugia ha portato a casa l’ennesimo successo in La curva dei Sirmaniaci è uno spettacolo per campionato. I Sirmaniaci, così si chiamano i tifo- occhi e orecchie: sciarpe, coriandoli, bandiere e si più affezionati della Sir Safety Conad, stanno tanto tanto tifo. «I primi due anni eravamo una sistemando tamburi e megafoni. «Ci piace far ca- sessantina. Poi un centinaio. Ora la curva è sem- sino, divertirci – sorride Francesco – ma sempre pre piena», racconta Francesco. Segue la pallavolo di in modo rispettoso: non ci sono mai offese nei da tutta la vita, anche prima della fede per la Sir. I FRANCESCO cori. È un ambiente pulito e ne siamo orgogliosi». tifosi, con tanto di bambini al seguito, vanno an- BONADUCE Anno dopo anno, il pubblico è sempre più che in trasferta: «Nelle semifinali dell’anno scorso @frabonaduce

Quattrocolonne 4 28 febbraio 2018 abbiamo organizzato otto pullman. Io vado con mente distante dall’abitudine di famiglia». Come mia moglie e i miei due figli». «La cosa bella – presidente regionale della federazione gli interessa spiega – è proprio questa: è un posto che si può lo sport a livello giovanile: «Ci tengo che i ragazzi vivere con la famiglia. E ci teniamo che rimanga facciano attività, credo nel binomio tra sport e sa- così». Il rapporto dei tifosi con società e giocatori nità pubblica». La Fipav è entrata nelle scuole con Il pubblico è affiatato, ma non mancano gli sfottò. Quando il progetto S-3, supportato dal ministero dell’Istru- del Palaevangelisti durante una partita Zaytsev fa un’eccezione agli ace e spara alto un zione, per avvicinare i giovani alla pallavolo. Alle- della Sir Safety Conad servizio, dagli spalti parte un coro: «E questa è an- data sulla luna». Lo Zar risponde a tono e, mano dietro la schiena, non chiama lo schema ma fa le Lomurno, Fipav: corna verso la curva. La Sir Perugia contribuisce alle attività della tifoseria, fornendo anche alcuni «I giovani attratti biglietti: «La società ci dà una grossa mano. Noi ne siamo contenti, anche se le altre tifoserie ci cri- al Palaevangelisti» ticano», racconta orgogliosa Angela. Per un maniaco di volley, è impensabile passa- natori affiancano «in punta di piedi» i professori di re una domenica lontano dal Palaevangelisti. Così, educazione fisica, con un supporto tecnico; men- insieme ad Avis, i Sirmaniaci hanno organizzato tre la federazione fornisce il materiale: pallone, il torneo “Gocce di volley”, per sensibilizzare alla rete, abbigliamento. Le scuole aderiscono al pro- donazione del sangue. Una decina di squadre, sor- getto tramite una specie di concorso: «Vogliamo risi tra gli spalti e competizione in campo. Quella che il materiale venga effettivamente utilizzato dai non manca mai. C’è anche coach Lorenzo Bernar- ragazzi, non lasciato nei magazzini e usato solo da di che capita per un saluto. Emilio, uno dei gioca- un insegnante appassionato». Le regole dell’S-3 tori del torneo, sembra piuttosto sono un po’ diverse dalla pallavolo ufficiale: squa- provato dopo la sconfitta nel dre miste da tre giocatori e la rete è un po’ più bas- match di beneficenza: «Quando sa, così chiunque può schiacciare. «È la parte del non faccio il tifo per la Sir o non gioco che attira di più: la schiacciata è un po’ come gioco con gli amici a pallavolo, fare gol». sono un consulente finanziario». Non è tutto rose e fiori. Complice la crisi eco- «Almeno il tifo al megafono, nomica, negli ultimi anni molte società si sono però, mi riesce bene...», aggiun- fuse tra loro per continuare a giocare nei cam- ge mentre va a farsi una meritata pionati e condividere le spese. Ad ogni modo, un doccia. effetto-Perugia c’è: «Moltissimi – sostiene Lomur- La passione per il volley non no – si avvicinano alla pallavolo quando ci sono è nata ieri. Tra le varie federazio- performance importanti: è come quando uno va a ni sportive è quella di pallavolo, teatro per vedere il grande attore». la Fipav, ad avere il più alto nu- E il grande attore, oggi è la Sir Safety Conad. Gli mero di donne iscritte. In Um- investimenti della società in grandi campioni cre- bria il fenomeno è notevole. «Il scono di anno in anno. Un’analisi della Gazzetta movimento pallavolistico è una dello Sport del 2017 inseriva Perugia tra le cinque piramide: oggi c’è la Sir che è la squadre con il monte ingaggi più alto in Europa. punta, ma quest’apice non può Così la squadra del presidente Sirci attira sponsor reggersi se alla base non c’è un in maniera sempre crescente. Un tassello dopo movimento che lo sorregge». Ne l’altro, un grande giocatore all’anno. Da Atanasije- è convinto Giuseppe Lomurno, vic a Podrascanin, passando per De Cecco, Russel presidente Fipav Umbria. Per e Zaytsev. E al sesto anno di massima categoria, lui pallavolo vuol dire casa; sua sono arrivati i primi trionfi. Un processo lungo, moglie è una ex-allenatrice e una in attesa della vittoria più importante. Quella che figlia gioca e si stanca sui campi un’intera città di maniaci di pallavolo attende in di volley: «Certo, l’altra mia figlia fibrillazione: lo scudetto. E poi c’è il sogno Cham- fa tutt’altro: equitazione, total- pions. Perché «non succede, ma se succede...». Q

Quattrocolonne 5 28 febbraio 2018 da terni all’europa a colpi di fioretto “Lo sport guida la fuoriuscita dalla crisi”: parla il campione del mondo Alessio Foconi anti colpi in punta di fioretto. E poi, un Alessio Foconi unico lungo affondo verso il giubbetto lo scorso 19 gennaio dopo la vittoria elettrico dell’avversario. La partita che si del prestigioso trofeo Tsta giocando ormai da tempo è quella della rina- del Challenge di Parigi scita di una città, Terni. Il suo antagonista: la città di coppa del mondo stessa, sempre più alle strette tra dissesto finan- Si tratta del suo secondo ziario e questioni ambientali. oro individuale in carriera, dopo quello Eppure c’è una via di fuga: ripartire dallo sport. conquistato a Torino La casa della scherma ternana sta collezionando una serie di vittorie – uno spiraglio di luce che entra in una stanza buia – che stanno facendo co- Foto: Federazione Internazionale della Scherma (FIS) noscere Terni fuori da Terni. In tutta Europa. Se la scherma mondiale porta il segno della cit- tà dell’acciaio è merito dei suoi moschettieri, del ventottenne Alessio Foconi e della folignate Elisa Verdaro. Entrambi “nati” nel Circolo di via Miri- mao, entrambi tesserati per l’Aeronautica Milita- re. Parità di genere in pedana, insomma. Lui campione del mondo, pluripremiato e ama- tissimo dai fan, tanto da aver vinto il titolo di “Campionissimo dell’Umbria” 2017. Lei oro a squadre e argento individuale ai cam- pionati italiani assoluti, argento all’Open di Pesa- ro e in Coppa del mondo in Messico. Ad essersi allenata a Terni c’è anche Valentina Vezzali, la sei medaglie d’oro considerata da molti la pià grande schermitrice di sempre. Una storia fortunata anche per la presenza di Giulio Tomassini, tra i migliori maestri del mon- do: dal 2001 ha fatto nascere generazioni di cam- pioni, facendo della scuola ternana un modello virtuoso, da esportare. Quest’anno la società sportiva del presidente Alessio Tiberi conta più di 300 iscritti tra “topolini” e master; una crescita significativa, considerando che negli anni ‘90 non si raggiungevano nemmeno le 50 persone. di E ora, un altro tassello: proprio Terni ospiterà i CAMILLA prossimi campionati europei di scherma paralim- ORSINI pica 2018, in programma dal 17 al 23 settembre. @milliba

Quattrocolonne 6 28 febbraio 2018 Foconi insieme al suo allenatore Filippo Romagnoli

Foto: Federazione Internazionale della Scherma (FIS)

“Regalerò l’oro olimpico alla mia città”

ono da sempre un fan di Star Wars, dei duel- Per questo molti sportivi si affi dano a dei “men- «Sli con le spade laser, del combattimento». tal coach”, professionisti diversi dagli psicologi, Sorride il campione del mondo Alessio Foconi, una sorta di “guida spirituale” per gestire i pen- mentre spiega perché da più di 20 anni la scherma sieri e incalanare l’energia. Anche Alessio ne ha rimane ancora «il primo grande amore». uno, e non c’è nessuna vergogna nell’ammetterlo. La sua carriera sportiva è iniziata quando era «Mi succedeva di vincere una gara e poi, una solo un “topolino”, un bambino di 7 anni che, se- volta dentro il letto, di chiedermi come avessi fat- guendo il fratello più grande, si aff acciò al Circolo to a sconfi ggere gli avversari. Se non hai consa- della Scherma di Terni. Per vedere come funzio- pevolezza di quello che sei, di quello che fai, non nava lo sport, come erano le persone, l’ambiente: potrai mai essere un campione». «Sono rimasto totalmente aff ascinato tantoché Con il tempo, Alessio è riuscito a superare i suoi ora quella scuola è la mia seconda casa». blocchi. Come? Da quel primo allenamento, Alessio non ha mai «Analizzando tutto: quello che hai mangiato, cambiato idea: «Caratterialmente sono una perso- i pensieri fatti nelle settimane di allenamento, le na che punta molto in alto. Ci ho sempre creduto, mosse dell’avversario, le strategie. Alla fi ne si di- anche le sconfi tte non sono bastate a farmi rinun- venta anche un po’ maniacali», scherza lui. ciare a questo sogno». Vincere è anche una questione di atteggiamen- C’è un lato umano che emerge prepotentemen- to, dentro e fuori dalla palestra. Questo è uno de- te dietro ad ogni oro, argento o bronzo che sia gli insegnamenti del maestro Tomassini, con cui conquistato faticosamente. E c’è anche un punto Foconi si è allenato per 13 anni. E anche il suo di svolta nella storia di ogni grande atleta: «La mia attuale maestro, Filippo Romagnoli, ha lavorato diffi coltà più grande è stata trovare un equilibrio per alcuni anni a fi anco a fi anco con Tomassini. mentale. Per raggiungere determinati livelli devi Una sorta di passaggio di testimone : «Il rapporto saper gestire la tua mente, superare i tuoi blocchi. con il proprio allenatore è importantissimo, senza Quando salgo sulla pedana c’è un esplodere di una grande affi nità non si può crescere». emozioni: paura, foga, ansia, aspettativa». Per il futuro Alessio non vuole parlare di sogni, Gestire le vittorie è importante tanto quanto ge- ma di obiettivi: «Punto al 2020, alle Olimpiadi, a stire le sconfi tte: «Non saper aff rontare un buon vincerle». Per la città sarebbe una dimostrazione risultato ti porta a deconcentrarti sui prossimi che ripartire dallo sport è possibile: «Noi cam- obiettivi, a non avere un percorso lucido. Con le pioni ternani ci crediamo, ce la stiamo mettendo sconfi tte invece il rischio è chiudersi in se stessi». tutta». In guardia. Q

Quattrocolonne 7 28 febbraio 2018 La sede del Moto Club “Libero Liberati e Paolo Pileri” di Terni

Foto di Andrea Caruso

LA FUCINA DEI CENTAURI Piloti, manager, tecnici. Terni è un serbatoio di professionisti per il motociclismo. Ma sulla tradizione a due ruote non è mai riuscita a costruire un sistema economico

una strana storia quella del rapporto tra Più che un ufficio, la sede del Moto Club è Terni e il motociclismo. Nonostante nes- un museo. Coppe, targhe, foto e cimeli ricordano suna grande casa di auto e moto sia nata Liberati e Pileri. In un’altra sala della sede sono Èe abbia qui la propria sede, la “Conca” è consi- conservati i trofei della Targa Florio e della Mille derata da molti addetti ai lavori un’estensione Miglia, due corse automobilistiche. Già perché a geografica di quella Motor Valley emiliana da cui Terni, il pioniere dei pionieri nei motori fu Ma- escono ad esempio le Ferrari e le Ducati. Senza rio Umberto Borzacchini, anche se le ruote, in aver mai avuto un autodromo, ha iscritto ben quel caso, erano quattro. due cittadini nell’albo d’oro del Motomondiale: Insomma, la fucina ternana dei piloti non Libero Liberati (1957) e Paolo Pileri (1975). sembra avere origini precise e particolari, ma Proprio a questi due campioni è intitolato il una serie di campioni partendo da zero hanno Moto Club Terni, fondato nel 1925 e che oggi generato una grande passione sportiva in città: conta circa duecento iscritti. Ha fatto conosce- Mica ci sono solo Liberati e Pileri – puntualizza re Terni ai centauri di tutto il mondo grazie alle il presidente del Moto Club, Massimo Mansue- classiche come la Terni-Passo della Somma, il ti – non dimentichiamo Remo Venturi (spoleti- “Circuito della Ferriera” e il “Circuito dell’Accia- no, ma tesserato con il Moto Club Terni), Renzo di io”; oggi organizza il “Motogiro d’Italia”, rievo- Rossi, Fosco e Mirko Giansanti, Sergio Pannuzzi, ANDREA cazione della più prestigiosa corsa a tappe italia- Giorgio Gatti, Giuliano Zera e tanti altri ancora CARUSO na con 150 partecipanti, di cui due terzi stranieri. fino a Danilo Petrucci. @Carus89

Quattrocolonne 8 28 febbraio 2018 Mansueti ha in mente l’immagine della gara le cascate delle Marmore tornava giù in città gui- inaugurale dell’autodromo di Misano Adriatico, dando praticamente sdraiato sulla sella: Furono nel ‘72: in griglia di partenza c’erano ben otto ter- i colleghi e gli operai ad aiutarlo a comprare la nani. E tuttavia è spiazzato dalla domanda: Non prima motocicletta – racconta Manrico – tramite saprei dire qual è l’origine di questo movimento, una colletta con quote da 500 lire, più o meno, la forse perché Terni è una città operaia e le Accia- paga di una giornata di lavoro, con cui fu acqui- ierie hanno creato una sorta di predisposizione stata una Guzzi Dondolino. per la meccanica e l’ingegneria. Diceva che la sua moto aveva due selle, perché Liberati non ha lasciato in eredità una scuola, dietro di lui c’era un’intera città ad aprire il gas e a ma un messaggio: Con lacrime, sangue, sudore, spingerlo. Il ricordo resta vivo, nonostante siano lavoro e passione, qualche volta riesci a emerge- trascorsi oltre cinquant’anni dal tragico schianto re, anche in una realtà piccola come la nostra, in cui perse la vita. Lo stadio della Ternana è uno sostiene Mansueti. Manrico Liberati racconta dei pochi in Italia a non essere intitolato ad un che il papà era impiegato presso le Acciaierie personaggio del mondo del calcio. E altrettanto come autista dei motocarri. Qualcuno doveva indimenticato è Paolo Pileri, campione del mon- aver notato la disinvoltura con cui dalla zona del- do nella classe 125 nel 1975 con la . Petrucci: Ma la città vive le moto come un fastidio erni è sei fusi orari più indietro rispetto al Qual è il suo rapporto con Terni? Chang International Circuit di Bruriram, Terni è la mia città, lì ci sono la famiglia e la Tin Thailandia, dove è appena terminata maggior parte dei miei amici. Voglio bene a la seconda sessione di test ufficiali della Mo- Terni, ma non ci si può nascondere che sta toGp. Danilo Petrucci ha effettuato 192 giri in attraversando un grande momento di crisi. sella alla Ducati Desmosedici GP 2018 con A me piacerebbe fare qualcosa per Terni ma in cui affronterà il mondiale, prima di rilasciar- questo momento ho molto da fare ed è abba- ci questa intervi- stanza dura pen- sta. L’ex poliziotto sarci. Però per me ternano – classe Terni è casa. ‘90 – è in griglia Come mai a Terni di partenza per la c’è questa tradi- Danilo Petrucci sua settima sta- zione delle due durante i test ufficiali gione in MotoGp, ruote? del MotoGp la quarta con la Terni è l’unica in Thailandia Pramac Racing. città ad avere Foto: Pramac Racing “Petrux” è reduce due campioni del da ben quattro mondo di motoci- podi nello scorso clismo. Devo dire mondiale tra cui però che ad una un terzo posto al grande tradizione Mugello e un se- non si associa condo a Misano. sempre una grande passione. I motori sono Danilo Petrucci potrebbe essere il terzo terna- visti come disturbo, rumore, casino, non so no a vincere un mondiale? perché. Si guarda un po’ di più alla Ternana, Eh… in teoria i programmi sarebbero proprio nonostante negli ultimi anni non abbia avuto questi i programmi e ovviamente mi piace- risultati grandiosi; oppure mi viene in mente rebbe molto. Quando sei in Moto Gp, sei qui che di recente Alessio Foconi ha vinto una per vincere, ma non credo di potermi giocare gara di coppa del mondo di scherma nel fio- il mondiale quest’anno. Non sono molto vec- retto ma non viene neanche nominato. Credo chio ma neanche giovanissimo, ci sono piloti che il legame col passato sia eccessivo e un che hanno cinque o sei anni in meno di me. errore.

Quattrocolonne 9 28 febbraio 2018 Pileri non si è limitato a rendere orgogliosi i suoi tra modellini e modelli a grandezza naturale, ca- concittadini da pilota. Abbandonata la pista, con schi autografati, tute da gara, trofei. Quando si il Team Pileri, fondato a metà degli anni Ottanta, parla di Terni, Sacchi spesso volge in silenzio lo ha creato una palestra per tanti umbri, oggi pro- sguardo alla finestra per qualche secondo, come fessionisti nel circo delle due ruote. Tra i mana- se dovesse far fluire l’amarezza verso la periferia ger c’era pure un altro ternano, quando nel 1990 della città prima di parlare: L’amore è assoluto, la squadra vinse il mondiale 125 con un pilota tutte le nostre moto si chiamano “TR”, ma va ac- diciassettenne che si chiamava . compagnato a dovute considerazioni – spiega il Giampiero Sacchi affianca i campioni delle manager – perché da vent’anni manca qualsiasi due ruote da trent’anni e può dire di averli bat- visione strategica sul futuro di questa città. tezzati praticamente tutti: Capirossi, Max Biaggi, Quello di Sacchi è un punto di vista privi- , , e il compianto legiato sul mondo, dato che per trent’anni ha Marco Simoncelli. Dopo essere stato anche diret- osservato da un lato l’evoluzione delle città che tore delle attività sportive del Gruppo , nel ospitano le gare del motomondiale e dall’altro 2010 ha creato la Iodaracing Project. Moto “made l’immobilismo di una realtà che sembra non po- in Terni” dal design all’assemblaggio che hanno ter andare oltre l’acciaio: Andarsene? Macché! gareggiato in Moto 2, Moto 3, Moto Gp fino al Io a Terni ci sono nato, ho iniziato alle Acciaierie 2015 e nelle ultime due stagioni in Superbike. quando mio padre mi cedette il suo posto dopo Uno sforzo economico enorme se non ti chia- essermi diplomato. Però è molto triste vedere mi Honda, Yamaha o Kawasaki e una comples- quante opportunità siano sprecate, nonostante sità organizzativa che Sacchi con fatica fa com- Terni sia piena di cuore. prendere a sponsor e investitori: Una squadra Il paradosso è tutto qui: la città sforna pilo- motociclistica è un catering itinerante, un’agen- ti e addetti ai lavori senza essere mai riuscita a zia di viaggio, una società di logistica – spiega – creare un un sistema per lo sviluppo organico nel 2013 abbiamo fatturato circa nove milioni di del motociclismo. Successi e vittorie arrivano euro ma in questo mondo c’è grande disparità tra dal sacrificio e dalla forza di volontà dei singo- ricchi e poveri, tra case ufficiali e privati, tra chi li, fatto salvo il gran cuore dei ternani. Secondo corre per vincere e chi per partecipare. Anche Massimo Mansueti c’è stata anche una certa mio- gli uffici della Iodaracing potrebbero essere facil- pia da parte della classe dirigente: Non si sono mente spacciati per un museo del motociclismo mai comprese le potenziali ricadute economiche e commerciali derivanti dalla presenza di un autodromo – spiega il presidente del Moto Club – si potrebbero creare un indotto e una vera scuola ternana. Giampiero Sacchi non si lascia sfuggire niente, ma la “pausa di riflessione” che si è preso dal mondo delle Giampiero Sacchi negli corse, dopo le difficoltà in- uffici della Iodaracing contrate nell’ultima stagione, Project potrebbe non durare molto. Foto di Andrea Caruso Aspetta solo l’occasione giu- sta: Spesso vengo rimprove- rato di essere un sognatore, come se invece fossimo nati per soffrire. Ecco, a Terni basterebbe mettere a sistema sogni e pas- sioni che sfrecciano su una motocicletta. Q

Quattrocolonne 10 28 febbraio 2018 Una fase dell’allenamento dei Grifoni Perugia al campo sportivo di San Marco

È nato nella Repubblica I TITANI DELLO SPORT democratica del Congo Colpi duri, spettacolo e spirito di squadra ed è arrivato in Italia nel 2011: «Sono venuto a Perugia Il football americano si gioca anche a Perugia per studiare e qui ho conosciu- to un ragazzo che gioca con i egli Stati Uniti è la Perugia sono stati inseriti nel Grifoni. Mi ha chiesto celebrazione di un rito, girone D insieme a Grosseto, di andare ad allenarmi una “fede” che coinvol- Cecina e agli amici-nemici di con lui e mi sono innamorato Nge milioni di persone: il football Terni: «Puntiamo ai playoff – del football». americano riempe gli stadi, fa afferma sicuro Stefano – voglia- A sostenere i compagni in ricchi i suoi interpreti migliori, mo rifarci dopo un 2017 poco campo c’è Francesco Freddini, rappresenta l’epica di un Paese. soddisfacente». il quarterback, ossia la mente Tutto questo, per ovvie ragioni, Il football americano ha avuto il e il braccio dello schieramento non è stato possibile trasferirlo suo picco di popolarità in Italia offensivo. Gioca a football dal in Italia. negli anni ‘80: «La tv e il passa- 1989 e ha girato mezza Italia, A Perugia la palla ovale con parola sono stati fondamentali. oltre ad aver fatto dei periodi le cuciture ben in evidenza è Ora in più c’è internet. Tutto di formazione in Canada e a passione per veri intenditori. I questo crea però delle aspetta- Los Angeles: «Cerco di essere Grifoni, il team che milita nella tive troppo grandi nei giovani: un esempio per i giovani in Terza divisione del campionato in America essere un giocatore uno sport in cui tutti condivi- organizzato dalla Fidaf (Fede- della Nfl (la lega professionisti- dono gli stessi dolori e le stesse razione Italiana di American ca) equivale a essere un dio. Qui gioie. Siamo un po’ masochisti, Football), si allenano a San non c’è lo stesso seguito e le ma gli acciacchi a fine partita Marco, sui campi da gioco della botte fanno male». Non a caso sanno di vita vissuta». Nel squadra di calcio locale. Alla una delle componenti decisive football, però, non esistono guida di questi trenta ragazzi, di questo sport è la paura: «È un solo gli scontri fisici. La tattica età che varia dai 16 ai 45 anni, sentimento fondamentale, sai è fondamentale per qualsiasi c’è coach Stefano Caligiana: che se sbagli ti fai male, se sei squadra e c’è da studiare tanto «Qui ci si diverte, si fatica e si scorretto la paghi». per imparare a memoria le cerca di migliorare giorno per E che i colpi ricevuti possano decine di schemi preparati giorno. Prima di vincere le par- costare caro lo sperimentano a tavolino: «Sembra strano – di NicolÒ tite mi interessa formare degli tutti. Pascal Bukasa, uno dei dice divertito Stefano Caligiana CaNONICO uomini di sport». ricevitori, si è infortunato a una – ma questo è lo sport che si @nikcanonico Per la stagione 2018 i Grifoni mano ed è stato fermo un mese. avvicina di più agli scacchi». Q

Quattrocolonne 11 28 febbraio 2018 La villa settecentesca, vicina al centro della città, in cui ha sede la Tennis Training School Secondo alcuni resoconti storici la scalinata sarebbe stata realizzata da Giuseppe Piermarini, celebre architetto folignate Foto dell’autore

IL “CENTRO DEL MONDO” DELLA RACCHETTA La Tennis Training School Villa Candida a Foligno è una realtà capace di attrarre talenti da tutta Italia

a città di Foligno è teatro da undici anni di si è conquistata una posizione di eccellenza in una bella storia di sport, grazie alla Tennis Umbria e in Italia. E la Training School è arriva- Training School Villa Candida. ta a vincere per il secondo anno di fila il Grand LTutto è cominciato il 17 luglio 2007, quando Prix della Fit (Federazione Italiana Tennis), la Fabrizio Alessi (attuale direttore della Training classifica delle migliori scuole tennis che viene School) rilevò la gestione di un circolo storico, stilata prendendo in considerazione diversi pa- fondato nel 1978 attorno all’omonima villa set- rametri. tecentesca, allora abbandonata. Era anche una Oggi a Foligno c’è un’organizzazione efficien- storia di famiglia: il padre di Fabrizio, infatti, fu tissima, che comprende uno staff tecnico di 18 tra i ventidue soci fondatori. «Qui dentro siamo persone, e che è riuscita ad esempio: a dotarsi di tutti appassionati e innamorati di questo sport» una struttura medica apposita (il Training Lab, commenta Alessi sorridendo. che segue lo sviluppo degli atleti); ad avviare la Insieme a lui, quell’estate di undici anni fa, costruzione di cinque nuovi campi da tennis, oltre c’erano Fabio Gorietti e Alessio Torresi. La situa- ai sette già esistenti; a stringere una collaborazio- zione era quella che era: «Siamo partiti da quattro ne con il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi” campi e otto bambini iscritti». I tre, però, avevano di Foligno. L’istituto, tramite i corsi dell’indirizzo un sogno, quello di «far diventare la struttura un sportivo, attira promesse da tutto il Paese. Ragaz- punto di riferimento per chi voleva fare del tennis ze come Emma Valletta: ravennate, classe 2004, di una professione». gira già il mondo con le nazionali giovanili e si ALESSANDRO E così, grazie a un duro lavoro e a una seria ispira a Garbiñe Muguruza, trionfatrice allo scor- CATANZARO attività di programmazione, oggi Villa Candida so Wimbledon. @alekata91

Quattrocolonne 12 28 febbraio 2018 Villa Candida è stata anche scelta dalla Fit Fabio, in cosa consiste il lavoro del coach? come sede di uno dei quattro Centri Federali Per- «È un mestiere impegnativo. Il nostro com- manenti, che accolgono gli under 17 più promet- pito è quello di individuare il talento e sostenere tenti d’Italia. Attualmente a Foligno si allenano la motivazione, tenendo conto della personalità sei ragazze nate tra il 2002 e il 2003, seguite da due dell’individuo. Il coach è come una carrozza, è tecnici federali. quella l’etimologia, no? È uno che guida, che porta E poi ci sono quelli che ce l’hanno fatta, i gio- una persona da un punto ad un altro, che contri- catori affermati. Tra questi, Thomas Fabbiano, buisce ad alzare l’asticella finché si può». attuale numero 81 del ranking Atp e numero 4 Quali sono i tuoi metodi di allenamento? d’Italia. «Io lavoro molto sulla percezione sensoriale: attraverso il sentire il proprio corpo cerco di dare Thomas, come sei arrivato a Foligno? una consapevolezza all’atleta. Parte tutto dal cor- «Mi allenavo a Roma, al Parioli. A un cer- po, è su quello che dobbiamo lavorare; poi arriva to punto pensai che il mio gioco avesse bisogno la mente, che serve a programmare ad esempio la di nuovi stimoli: ho visto che a Foligno c’era un strategia e la tattica, ad elaborare dei progetti fina- circolo di qualità, di élite. Dalla fine del 2012 mi lizzati alla vittoria». Q alleno qui». Come si è evoluta la tua carriera? «Ora sto giocando abbastanza bene, e punto a confermarmi. Ma sono salito lentamente, un tas- sello alla volta. Ho vissuto momenti difficili, tante sconfitte, che comunque alla fine mi hanno raffor- zato. Poi, a un certo punto, c’è stata una svolta».

A partire dal 2016, sono arrivati infatti l’in- gresso nella top 100 mondiale, la possibilità di di- In alto: sputare le Olimpiadi a Rio; e ancora, il terzo turno Fabrizio Alessi (a sinistra) e Fabio Gorietti a destra), a un torneo dello Slam (gli US Open 2017) e, da rispettivamente ultimo, la convocazione in Coppa Davis con l’Ita- direttore amministrativo lia, pur senza scendere in campo. e direttore tecnico Lo scorso dicembre si presenta poi un’occasio- della Tennis Training ne particolare: Ivan Ljubičić, l’allenatore di Fede- School rer, contatta Thomas chiedendogli se gli va di al- Foto concessa da Tts Villa Candida lenarsi per alcuni giorni con il campione svizzero In basso: a Dubai. Fabbiano coglie al volo l’opportunità, da Thomas Fabbiano lui descritta come molto emozionante: «Da uno Classe 1989, pugliese, come Roger c’è sempre da imparare». è il tennista con Qualcosa di simile capita ai giovani che tut- il ranking più alto ti i giorni frequentano Villa Candida. Sono tanti (n. 81 Atp) gli stimoli che derivano loro dall’allenarsi e con- tra quelli che hanno scelto frontarsi con professionisti come Fabbiano, ma di allenarsi a Foligno anche come Stefano Travaglia, Gianluigi Quinzi, Foto concessa da Tts Villa Candida Luca Vanni o il lituano Laurynas Grigelis. Tutti giocatori nella top 300 mondiale e tutti allenati da Fabio Gorietti, coadiuvato da Federico Torresi. Gorietti, premiato come miglior allenatore italiano nel 2015, coach internazionale Atp (Asso- ciation of Tennis Professionals) dal 2016, è il diret- tore tecnico della Training School. Ha la fama di essere uno che migliora enormemente i giocatori, e anche quella di essere una specie di psicologo.

Quattrocolonne 13 28 febbraio 2018 TERRA DI TRIONFI per i grandi Da Coppi a Bartali, da Cipollini a Dumoulin I ciclisti e la storia del Giro d’Italia in Umbria Moser: «Che emozione l’arrivo a Perugia»

on il ciclismo è sempre numero 101 della corsa rosa. zone “Il bandito e il campione”. domenica. è l’unico Il prossimo 15 maggio Gualdo La prima volta di Terni come sport che non richiede Tadino sarà il traguardo della sede d’arrivo è nel 1926, vittoria Cun biglietto per poterlo guarda- decima frazione, con partenza di Brunero. Il giorno dopo par- re dal vivo, anche perché passa da Penne, in Abruzzo. Il giorno tenza con direzione Bologna e sotto il balcone di casa, battezza successivo ritrovo ad Assisi per trionfo di Alfredo Binda. Già, il piazze e vicoli di paesi e borghi il via alla tappa che si conclu- “Signore delle montagne” che in che si vestono a festa. Perché il derà a Osimo, nelle Marche. quegli anni vinceva tutto: cin- ciclismo è fatica, umanità. Così il lungo serpentone, che schizza via velocissimo, racconta storie La corsa rosa ha valorizzato di sport e di vita quotidiana al- trimenti sconosciute. borghi e paesaggi locali Anche l’Umbria ha dato mol- dando una spinta al turismo to alle due ruote, non tanto in termini di ciclisti ma di luoghi attraversati, paesaggi e campa- Riavvolgendo il nastro della que Giri, tre mondiali, quattro nili. Quell’Umbria campagnola storia la prima volta risale al 29 Lombardia e due Sanremo. Il 3 e spesso dimenticata, contadina maggio 1921. Bologna-Perugia, giugno 1929 di rosa vestito vin- e operaia, potremmo definir- 321 km al termine dei quali vin- ce la Roma-Orvieto. Arriviamo la gregaria nel gergo ciclistico ce Costante Girardengo, il gran- al dopoguerra, è ancora tempo e nobilitata dal passaggio dei de corridore decantato anche da della sfida leggendaria tra Fau- campioni. Francesco De Gregori nella can- sto Coppi e Gino Bartali. «L’Umbria ha capito le poten- Tom Dumoulin zialità del ciclismo – racconta tra i vitigni Daniela Isetti, commissario del del Sagrantino comitato regionale umbro della durante la cronometro Federazione ciclistica – Un lavo- Foligno-Montefalco, lo scorso 16 maggio. ro di squadra svolto molto bene Vittoria di tappa dagli enti locali che intendono e maglia rosa valorizzare il patrimonio locale, per l’olandese i suoi paesaggi, le strade e i bor- ghi. Senza dimenticare l’impatto culturale generato dal ciclismo: non è soltanto uno sport ma an- che un’occasione per organizza- re momenti di incontro». L’Umbria è stata sede di par- tenza e arrivo di tappa al Giro di davide d’Italia quasi 90 volte, replicherà Serusi anche quest’anno per l’edizione @davideserusi

Quattrocolonne 14 28 febbraio 2018 Senza dubbio la rivalità più un mondiale, tre Roubaix, due fetto degli umbri: «Ricordo con bella dello sport italiano. An- Lombardia e una Sanremo. Nel emozione l’arrivo a Perugia, in che l’Umbria diventa teatro del 1977, a Monteluco di Spoleto, il Corso Vannucci, oppure una duello tra i due corridori che corridore trentino veste la ma- volta a Umbertide. Da parte dei lasciano con il fiato sospeso mi- glia rosa, stessa immagine due tifosi c’era sempre grande entu- lioni di italiani incollati alla ra- anni dopo sullo sfondo di Peru- siasmo nei nostri confronti». dio. Il 30 maggio 1947 Bartali è gia e nel 1984 a Città di Castello. Negli anni ‘90 a sfrecciare nel- maglia rosa dopo la Firenze-Pe- Memorabile la sua rivalità le volate è Mario Cipollini. “Re rugia, mentre il 25 maggio 1951 con Saronni (in rosa a Cascia Leone” alza le braccia sotto il Fausto Coppi vince la cronome- nell’81, a Castiglion del Lago traguardo di Città di Castello nel tro di 81 km Perugia-Terni. nell’86, e vincitore di tappa a ‘91 e a Terni, il 13 maggio 1995, Il 7 giugno 1968 Foligno Todi nell’83), Moser lega il suo al termine delle prima tappa del ospita la frazione partita da nome a quello della nostra re- Giro partito da Perugia. San Marino: trionfo di Bitossi gione soprattutto per il Giro Ultimamente l’Umbria por- ma soprattutto Eddy Merckx dell’Umbria, di cui detiene il ta fortuna a Tom Dumoulin, la in maglia rosa, il “cannibale” record di vittorie (5) conqui- “Farfalla di Maastricht”, in rosa non poteva che lasciare il segno state nel ‘74, ‘75, ‘77, ‘81 e ‘83. a Foligno nel 2016 ma soprat- anche in Umbria, mentre il 30 «Lo ricordo con molto piacere tutto vincitore di tappa e maglia maggio 1976 è Felice Gimondi a – racconta Moser – si svolgeva da leader nella cronometro Fo- indossare la maglia del primato tra agosto e settembre. L’Umbria ligno-Montefalco, disputata la a Terni. è una regione con continui sali- scorso 16 maggio. Ma il ciclista che più di tutti scendi, i percorsi erano sempre i Un successo contro il tempo ha alzato le braccia al cielo in soliti quattro o cinque, ma duri che l’ha lanciato verso la vitto- questa regione è Francesco Mo- e ben calcolati». ria finale al Giro del centenario. ser, vincitore di un Giro d’Italia, Impossibile dimenticare l’af- Quest’anno sarà bis? Q San Francesco ama i gregari Per il Corriere della Sera Indro Montanelli ha seguito il Giro d’Italia 1947. Ecco uno stralcio dell’articolo che racconta la settima tappa, Firenze-Perugia, vinta da Cottur con Gino Francesco Moser Bartali in maglia rosa. con la maglia rosa. La tappa di oggi è cominciata alle ore 12,10, Il trentino ha vinto ed è durata circa cinque ore. Faceva caldo, cinque Giri dell’Umbria sebbene un venticello a folate e qualche nuvo- la pietosa creassero momentanei refrigeri; e la strada era bella, specie nel paragone con quel- le di ieri. La piantonavano ville merlate condot- te in processione da cortei di cipressi in mezzo a un mare grigiazzurro di olivi. I competenti dicono che mai su questo percor- so vi sono state battaglie grosse o lotte furibon- de. Il paesaggio umbro non si presta a contese accanite, il pubblico vi è più rado e meno rumo- roso, e San Francesco non ama i vincitori. Una tappa tranquilla. Una tappa umbra. Perugia, 30 maggio, notte Indro Montanelli

Quattrocolonne 15 28 febbraio 2018 GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI La squadra di richiedenti asilo che ha vinto lo scorso campionato: «Sul campo abbiamo trovato una famiglia»

’è un Olimpo a parte per quei grandi del la, il 26 ottobre 2014, e a portarla alla vittoria del I ragazzi dell’Afrotiberina calcio che hanno sfidato se stessi, la na- campionato amatoriale Uisp due primavere fa. in allenamento; uno scambio tura e gli altri vincendo su tutta la linea. Una lega inferiore, certo. Niente a che vedere col tra Adewale e Ansou CPrendete Garrincha, il fenomeno del dribbling: grande calcio patinato che muove immensi capi- nessuno avrebbe mai scommesso su quelle gam- tali ma, lontana dalle luci della ribalta, l’Afrotibe- be storte che sembravano fatte per non giocare a rina ha fatto il miracolo: «Ci siamo presi il nostro pallone. O Lionel Messi, “la pulce” argentina che primo campionato portando avanti un’intera sta- non cresceva: un metro e sessantanove d’altezza gione a budget zero. Avevamo solo una passione raggiunto a forza di ormoni. Dalla periferia al in comune e la voglia di sentirci squadra», spiega tetto del mondo: il talento sa aggirare gli ostacoli mister Barni. Per il resto mancava tutto, perfino quando incontra l’occasione. i palloni. «Le prime scarpe e divise le abbiamo Ai ragazzi dell’Afrotiberina, tutti africani tra prese in prestito da giocatori che non le usavano richiedenti asilo e rifugiati del programma Arci più». Nessuna fiducia, all’inizio, in quella squa- solidarietà, solo questo mancherebbe per spicca- dretta neonata e senza mezzi, a parte la tenacia re il volo: l’occasione di un provino importante. (del mister) e la bravura (dei giocatori). I “black Qualcuno che si innamori del loro gioco fantasio- scorpions” – anche così si fanno chiamare – si so e incalzante. sono scontrati con l’orgoglio di chi si credeva mi- Mister Giacomo Barni, 36 anni, di San Giusti- gliore e con una valanga di pregiudizi. «È capita- no, li allena tre volte a settimana. Divide le sue to di arrivare agli allenamenti e trovare il campo di giornate tra la scuola di Arezzo dove insegna ge- imbrattato di insulti razzisti. Lo avevamo messo STEFANIA ografia e il manto verde del “Bernicchi” di Città in conto, anche se, ogni volta, fa male». Qualche MORETTI di Castello. È stato lui a creare la squadra dal nul- bulletto rideva di quei calciatori equipaggiati un @Stefanietty

Quattrocolonne 16 28 febbraio 2018 po’ alla buona, coi calzini ognuno di un colore diverso, comprati finalmente tutti uguali dopo aver vinto 45 euro scommettendo la vittoria della Costa d’Avorio sull’Algeria in Coppa d’Africa. Mister Barni non si è mai scoraggiato: ha segui- to i ragazzi a ogni trasferta, li ha accompagnati in macchina, ha pagato i biglietti del treno, insegna- to loro la puntualità (questa sconosciuta, prima che allenamenti e partite diventassero un rituale). Alla fine anche i detrattori più ostinati si sono do- vuti ricredere. «I nostri hanno un dinamismo su- periore, mica come qualche gradasso scarso che si vantava di aver giocato in categorie superiori del campionato Figc: è sul campo che dimostri chi sei ed è per questo che il calcio ci piace». Vengono da Gambia, Senegal, Guinea, Nigeria, Da sopra: i ragazzi dell’Afrotiberina Camerun e Costa d’Avorio. Ragazzi di vent’an- con mister Giacomo Barni, ni con alle spalle storie dolorose e lunghi viaggi. i calci di rigore, Come Ansou, il capitano, che si copre il viso con Sara e Saikou le mani quando ricorda le sue otto ore dalla Li- e un momento bia all’Italia su un barcone che poteva portare 50 dell’allenamento persone ma ne caricò 200. Aveva paura di guar- dare in faccia il mare: «Sono stato sempre con gli occhi chiusi: non so nuotare». Parla un italiano limpido, conosce a memoria l’inno di Mameli e palleggia da fenomeno. Il suo mito è Zinedine Zidane ma Ansou non è il solo a puntare in alto: mentre studiano l’italiano e frequentano corsi da cuoco e meccanico, all’Afrotiberina sognano tutti la Juventus. O comunque il professionismo. «L’obiettivo – continua il mister – sarebbe fare di questa passione per il calcio un lavoro, ma non è facile. Servirebbero i contatti giusti». Di traguar- di, comunque, la squadra ne ha tagliati parecchi in quattro anni e i più importanti hanno poco a che vedere con la tecnica calcistica. «Questo sport ha dato loro un’identità. Sentirsi calciatori signi- fica scrollarsi di dosso l’etichetta di ultimi arrivati Se c’è qualcosa che non ha funzionato fino o, peggio ancora, di nullafacenti». in fondo, per Giacomo, è l’integrazione. «È un Su quel campo dove si parla uno strano espe- percorso lungo, fatto di comprensione e pa- ranto di italiano, francese, inglese e mandinka, zienza e non dipende solo da noi. Se penso ad tra i gol e le acrobazie di Adewale, sono nate altre esperienze come l’Afro-Napoli United, lì amicizie profonde e amori rivoluzionari. Sara e si è riusciti a costruire una squadra mista ita- Saikou stanno insieme da un anno e mezzo: lei liani-africani che è diventata simbolo di lotta cameriera, lui lavora il tabacco da quando ha al razzismo. Noi, purtroppo, non ce l’abbia- ottenuto il permesso di soggiorno. Per lui ha af- mo fatta». L’Afrotiberina resta comunque un frontato la famiglia, cambiato vita, città e lavoro. esempio positivo. «Abbiamo trovato un modo «Si può vivere davvero con poco, se quel poco che per far sentire questi ragazzi meno soli e più hai è tantissimo», dice sulla panchina del Bernic- motivati. Vogliono esprimersi. Dimostrare che chi, mentre guarda Saikou giocare. Ogni tanto gli valgono. Il calcio, per loro, è molto più che il sorride, si alza e gli riporta il pallone. sogno di un lavoro: è una famiglia». Q

Quattrocolonne 17 28 febbraio 2018 CHI RUZZOLA E CHI SBOCCIA Ruzzolone e bocce, gli sport antichi che resistono

bastato lanciarlo: ha cominciato a rotolare pio di resilienza, non arrivare fino a noi? Il ruz- e da quel momento non si è più fermato. zolone (come i suoi parenti “ruzzola” e “ruzzica”) Più antico della ruota – perché si sa che è oggi un cilindro di legno simile a una forma di Ègli strumenti più importanti nascono dai giochi pecorino. Perché un tempo è con questo formag- – non si è arrestato neppure quando si è ritrova- gio che si gareggiava: i ricchi lo lasciavano a chi to in una catacomba: quella dell’Olimpiade, nel- volesse raccoglierlo nel caso si rompesse, mentre la Necropoli dei Monterozzi a Tarquinia, dove i poveri lo tenevano come posta della vittoria. è raffigurato un discobolo che, dalla particolare Legno o formaggio che sia, il gioco consiste nel posizione assunta, sembra proprio stia lanciando lanciarlo con l’aiuto di una cinghia e riuscire a un ruzzolone. completare un percorso stabilito nel minor nu- Una commedia di Plauto, la Persa, parrebbe mero di colpi possibile. contenere un riferimento proprio a questo gioco, «Solo nella provincia di Terni ci sono 7 im- che in tal caso guadagnerebbe un altro attestato pianti, 14 società sportive e oltre 260 tesserati», di presenza tre secoli prima di Cristo. Da lì in poi spiega il presidente provinciale Massimiliano la sua corsa è continuata sfrenata fino al Medioe- Capponi, classe 1971 e ingegnere plurilaurea- vo, quando giocare “ad ruellas” era pratica ormai to. Parla dallo spettacolare impianto La Selva, diffusa. quattro lunghe e curatissime piste in mezzo alla Qualcuno ci scommette sopra e allora viene pianura tra Terni e Narni: «Qui tutto è basato bandito come gioco d’azzardo insieme ai roto- sull’associazionismo e sul volontariato». lanti dadi: «omnes ludos taxillorum (i dadi) vel In Italia sono tremila i tesserati di questo sport ludum ruelle (il ruzzolone)», dicono gli statuti riconosciuto dalla FIGEST (Federazione Italiana comunali di Alessandria nel 1277. Un divieto che Sport e Giochi Tradizionali) e inserito dall’UNE- non basta ad arginare il ruzzolare della storia, SCO nella lista dei patrimoni orali e immateriali di perché nel 1761 ne deve intervenire un altro, con dell’umanità. Uno sport con veri e propri cam- NICOLA deroghe soltanto nel periodo di Carnevale. pionati nazionali che ogni anno decretano diver- CAMPAGNANI Come avrebbe potuto, un così fulgido esem- si vincitori. E gli umbri non se la cavano affatto N_Campagnani

Quattrocolonne 18 28 febbraio 2018 male. Gli ultimi campionati a squadre sono stati a 82 anni presidente della società di S.Erminio. vinti da San Gemini per la serie A e da Todi per Ma qualche nuova leva c’è: ai corsi della bocciofi- la serie B. Mentre nei campionati assoluti c’è di la sono iscritti una decina di ragazzi tra i 6 e i 14 nuovo Todi per la serie A a coppie e un primo anni, che imparano uno sport apparentemente posto anche per l’impianto La Selva nella sezione semplice – invero molto complesso – nella stessa Juniores. struttura che espone sulle sue bacheche anche di- «Non possiamo nascondere che esiste un pro- versi titoli nazionali giovanili. blema di ricambio generazionale – Capponi ricor- Le coppe in effetti sono molte e pare che da ancora commosso quando nel 1993 ottenne il anche qui gli umbri siano bravi. Tra i rivali più terzo posto assieme a suo padre – eppure, tornare difficili: i marchigiani. «Adesso le gare ufficiali si a giocare con un semplice pezzo di legno, sarebbe disputano il sabato pomeriggio, perché – aggiun- il simbolo di un ritorno all’essenzialità di cui oggi ge scherzando Lollini – le mogli si lamentavano avrebbero bisogno soprattutto i più giovani». delle partite alla domenica mattina». Ecco qualcosa, oltre allo stesso rotolare, che Chissà perché certi sport finiscono per sem- accomuna il ruzzolone a un suo lontano parente, brare più bizzarri di altri, chissà se meritano dav- le bocce. Altra disciplina antichissima: c’è chi la vero questa sorte. Eppure, nonostante tutto, resta fa risalire a quasi 10mila anni fa. Quel che è certo difficile scommettere sulla loro estinzione. Si di- è che è praticata tutt’oggi, in ciascuno dei 5 conti- rebbe che quando qualcosa del genere comincia a nenti, per un totale di 110 nazioni. rotolare, niente possa più arrestarlo. La provincia di Perugia conta 34 società. Una Intanto la FIR (Federazione Italiana Ruzzo- di queste è quella di S.Erminio, fondata nella lone) ha già fatto richiesta per far entrare la di- zona che porta lo stesso nome, nel 1976. Qui, una sciplina che rappresenta tra gli sport da inserire settantina di tesserati e qualche occasionale, si ri- alle prossime olimpiadi di Tokyo 2020. Mentre uniscono tutti i giorni per giocare con le sfere più la CMSB (Confederazione Mondiale dello Sport famose al mondo. Anche in questo caso sono per delle Bocce) ha proposto la raffa, il volo e la lo più anziani. pétanque (tre delle principali specialità delle boc- «Mi sembra che adesso i giovani si avvicinino ce) per Parigi 2024. Occhio al passato, potreste poco agli sport in generale», dice Giorgio Lollini, rincontrarlo, nel futuro. Q

Un giocatore nella bocciofia di S.Erminio a Perugia

Quattrocolonne 19 28 febbraio 2018 PROFESSIONE ADRENALINA Arrampicata, paracadutismo, parkour Cresce in Umbria la passione per il brivido Ma non chiamateli ‘sport estremi’

In volo – Andrea Proietti ripiega con cura il para- Leonardi: 15 minuti di preparazione con l’istrut- Terni, uno dei cadute dopo l’ennesimo atterraggio. Si dirige verso tore e si è subito pronti a salire in cielo. Quando la numerosi lanci ‘in tandem’ l’hangar, si sfila l’imbracatura e apre leggermente pista è ormai diventata una piccola striscia grigia, effettuati la zip della tuta. L’istruttore della scuola di paraca- arriva il momento del lancio: «è un atto contro all’aviosuperficie dutismo The Zoo di Terni si è appena buttato da natura, devi lottare contro il tuo istinto – sostiene Leonardi un aereo in volo a 4mila metri da terra, ma quando Marco D’Urbano, altro membro del team di The gli si chiede se il suo sia o meno uno sport estre- Zoo – ti chiedi: perché devo abbandonare l’aereo? mo scuote la testa: «Lo consideriamo estremo solo La risposta arriva appena trovi il coraggio di but- perché non siamo stati addestrati culturalmente a tarti». farlo. Ma è una forma mentis tutta italiana, crea- Nei 50 secondi di caduta libera si raggiungono ta dai media, che parlano di paracadutismo solo come minimo i 200 km all’ora. Poi, c’è la seconda quando c’è un incidente». parte del lancio, quella ‘a vela aperta’. Tre minu- Gli incidenti però, riguardano soprattutto il ti circondati solo dal cielo, nel silenzio più tota- base jumping, dove i lanci si effettuano da quote le. A un certo punto l’istruttore ti dà i comandi molto più basse, spesso con un solo paracadute: in mano: «Adesso guida tu!» Per guidare bastano «Io li definisco scritti a matita – confessa Proietti due maniglie: se tiri quella di destra vai a destra, – per loro ogni volo è se tiri la sinistra vai a sini- una roulette russa. Lì stra. Se vuoi fermarti inve- hai una sola possibi- «al primo lancio ce, basta tirare entrambe le lità, noi ne abbiamo sono passato in maniglie. A non fermarsi, due». Nel paracadu- invece, è l’ascesa del pa- tismo sportivo infat- mezzo a una nuvola racadutismo sportivo in ti, ci si lancia sempre Umbria: «Negli ultimi anni con due paracadute, è stato incredibile» sono sempre di più a voler uno principale e uno provare – racconta Proiet- di emergenza. Un altimetro acustico e uno legato ti – la coppia che salta insieme a San Valentino, al polso segnalano quando aprire la ‘vela’; e anche l’addio al celibato, qualcuno ha pure chiesto alla in caso di malore o di svenimento, una speciale ragazza di sposarsi dopo l’atterraggio». capsula fa sì che il paracadute si apra automati- Altra cosa, ovviamente, sono i voli con la tuta camente ad una certa quota: «Con le attrezzature alare. La quota e le dinamiche sono le stesse, ma odierne abbiamo raggiunto un livello di sicurezza per poter saltare nel vuoto bisogna avere almeno pari al 100%», sostiene ancora l’ex pilota di moto. 200 lanci col paracadute alle spalle. Per D’Urbano Prima di prendere il volo infatti, Andrea correva il ricordo più bello è proprio «il primo lancio in e faceva gare motociclistiche. Poi, vent’anni fa, il tuta alare, quando sono passato attraverso una nu- grande salto: «Un amico mi chiese di fare un corso vola: è stato qualcosa di incredibile». di di paracadutismo. Accettai, e adesso eccomi qua». pietro La scuola di paracadutismo di Terni è una del- Oltre la montagna – Il minuscolo borgo di Fe- adami le principali in Italia. Con circa 20mila lanci e 200 rentillo è circondato da un panorama mozzafia- @pietroadami1 associati all’anno è seconda solo a quelle di Reggio to. Lo preannuncia la strada per raggiungerlo, Gabriele Emilia e di Fano. Per fare il ‘battesimo dell’aria’ che da Spoleto si dipana nel cuore della Valneri- D’Angelo basta associarsi e recarsi all’aviosuperficie civile na. Eleganti pareti di roccia nascondono la vista @gabriengelo

Quattrocolonne 20 28 febbraio 2018 Quattrocolonne 21 28 febbraio 2018 a porzioni di cielo e accendono l’appetito degli evita ostacoli metropolitani con salti e acrobazie. arrampicatori. è qui che ogni fine settimana 200 Simone è istruttore di parkour, o meglio art du appassionati si ritrovano per scalare l’imponen- deplacement (arte dello spostamento), come pre- te falesia a pochi passi dal centro cittadino. «Nel ferisce definirla: «Negli ultimi anni il parkour ha 1988 è stata la prima parete a livello europeo ad cambiato spirito, ha introdotto la competizione essere finanziata da un Comune», racconta Alvi- perdendo di vista i suoi valori originali. Noi cer- se Mario, professione guida alpina. L’arrampica- chiamo di rispettarli ancora». ta ce l’ha nel dna: suo padre Luigi, 80 anni, è uno L’arte dello spostarsi nasce negli anni ‘80 ad dei più grandi scalatori italiani. E pure la madre, Evry, sobborgo di Parigi. Un gruppo di ragazzi, giapponese, è scalatrice. Di lei Alvise ha preso sotto il nome Yamakasi (spirito forte), inizia a gli occhi a mandorla. Dal padre invece, buddista trasformare la banlieue in un grande parco gio- praticante, ha ereditato la capacità di meditare e chi: saltano per la città, adattano i propri corpi controllare il respiro: «Andiamo ancora a scalare all’ambiente. Vengono notati e, anche grazie a in- assieme. La prima via l’ho fatta con lui a 8 anni ternet, diventano famosi. Simone nel 2008 è uno sul Gran Sasso». dei tanti ragazzi italiani rapiti dai video su You- Ferentillo è la palestra perfetta dove preparar- tube di questi saltimbanchi urbani. Attraverso i si alle impervie sfide delle Alpi. «Abbiamo scalate forum trova altri appassionati e crea a Terni la adatte a tutti i livelli, anche per i principianti». prima associazione umbra. Oggi la Add Academy Pure Alvise, come il paracadutista Andrea Pro- è una delle tre accademie italiane a essere rico- ietti, è allergico alla definizione di sport estremo: nosciuta ufficialmente dai fondatori parigini. Un «Se si mantiene la giusta concentrazione l’arram- centinaio di soci l’anno, la maggior parte ragazzi, picata è sicura: basta sempre ricordarsi che si è a ma c’è anche qualche over 50. Due volte a setti- 30 metri di altezza». A 30 anni dall’apertura della mana ci sono gli allenamenti, a Terni e a Perugia. prima via a Ferentillo e con migliaia di scalate «Marco non mi svenire», scherza Simone con un alle spalle, non è ancora stanco: «Sono come un ragazzo stremato dopo un esercizio. La palestra pianista che esegue sempre lo stesso brano, provo è solo l’inizio, il vero banco di prova è la strada. sempre un nuovo piacere». «Andiamo spesso in periferia, a incontrare perso- ne nuove». Anche per Simone, come per Alvise, L’arte di spostarsi – Non sembra stancarsi ne- la parola ‘estremo’ è bandita, sostituita dal sacro anche Simone Bicorgna, mentre si allena in una valore della condivisione: «Cerchiamo sempre di palestra perugina. Lui non scala le montagne, ma aiutare i nostri compagni in difficoltà».Q

Ferentillo, Alvise Mario scala una parete appena fuori dal centro del paese

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