ARCHIVIO STORICO MESSINESE Fondato Nel 1900 Periodico Della
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ARCHIVIO STORICO MESSINESE Fondato nel 1900 Periodico della Società Messinese di Storia Patria CONSIGLIO DIRETTIVO Rosario Moscheo, Presidente Vittoria Calabrò, V. Presidente Salvatore Bottari, Segretario Giovan Giuseppe Mellusi, Tesoriere Consiglieri Giuseppe Campagna, Giampaolo Chillè, Gabriella Tigano COMITATO DI REDAZIONE Giovan Giuseppe Mellusi, Direttore Virginia Buda, V. Direttore Alessandro Abbate, Vittoria Calabrò, Giuseppe Campagna Mariangela Orlando, Elisa Vermiglio Direttore Responsabile Angelo Sindoni COMITATO SCIENTIFICO Gioacchino Barbera, Rosario Battaglia, Salvatore Bottari, Michela D’Angelo Caterina Di Giacomo, Mirella Mafrici, Cesare Magazzù, Maria Grazia Militi Rosario Moscheo, Daniela Novarese, Maria Teresa Rodriquez Andrea Romano, Caterina Sindoni, Lucia Sorrenti, Gabriella Tigano www.societamessinesedistoriapatria.it [email protected] Antonio Tavilla, webmaster Autorizzazione n. 8225 Tribunale di Messina del 18-XI-1985 ISSN 1122-701X Archivio Storico Messinese (On-line) ISSN 2421-2997 Stampa Open S.r.l. - Messina, impaginazione e stampa SOCIETÀ MESSINESE DI STORIA PATRIA ARCHIVIO STORICO MESSINESE 99 MESSINA 2018 La Redazione e l’intera Società Messinese di Storia Patria non assumono responsa- bilità alcuna per le opinioni espresse dai singoli autori. SAGGI Vera von Falkenhausen ONOFRIO, ARCHIMANDRITA DEL S. SALVATORE DE LINGUA PHARI, E GLI ARCIVESCOVI DI MESSINA* Onofrio fu il terzo archimandrita del monastero greco del S. Salvatore de Lingua Phari, fondato da Ruggero II sulla penisola a forma di mezza- luna (ἀκρωτήριον), che chiude il porto di Messina. In una nota marginale al codice Mess. Gr. 115 (f. 16v), il manoscritto che contiene il Typikon del monastero, si legge che la sua costruzione ebbe inizio nell’anno 6630 (1121/1122) – molto prima dell’incoronazione del primo re normanno – con l’edificazione della chiesa, che originariamente era stata intitolata non solo a Cristo, ma anche alla Theotokos e a S. Nicola1. Dopo dieci anni, nel luglio del 6640 (1132), l’edificio fu completato2. Nel diploma di fondazione del luglio del 6639 (1131)3, il sovrano indicò le norme che avrebbero dovuto * Il presente saggio è la traduzione italiana, curata dal prof. Giovan Giuseppe Mellusi, dell’originale tedesco dal titolo: Onouphrios, Archimandrita von S. Salvatore de Lingua Phari, und die Erzbischöfe von Messina, apparso in Prosopon Rhomaikon. Ergänzende Studien zur Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, herausgegeben von A. BEIHAMMER, B. KRÖNUNG und C. LUDWIG, (Millenium Studien zu Kultur und Geschichte des ersten Jahrtausends n. 68), Berlin-Boston 2017, pp. 241-263 (ISBN 978-3-11-053218-0). La Redazione ringrazia vivamen- te l’Autrice e l’editore Walter de Gruyter per averne consentito la pubblicazione. 1 S. CUSA, Diplomi greci ed arabi di Sicilia, I.1, Palermo 1868, p. 292. In alcuni documenti latini, la penisola su cui fu costruito il monastero è anche chiamata Lingua sancti Nicolai: R. STARRABBA, I diplomi della cattedrale di Messina, raccolti da Antonino Amico (Documenti per servire alla storia di Sicilia I, 1), Palermo 1888, doc. 5, pp. 6-8; H. BUCHTHAL, A School of Miniature Painting in Norman Sicily, in Late Classical and Mediaeval Studies in Honor of Albert Mathias Friend, Jr., a cura di K. WEITZMANN, Princeton 1955, p. 338. 2 P. SCHREINER, Notizie sulla storia della Chiesa greca in Italia in manoscritti greci, in La Chiesa greca in Italia dall’VIII al XVI secolo. Atti del Convegno storico interecclesiale (Bari, 30 Apr. - 4 Magg. 1969) (Italia sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica 21). Padova 1972, n. 49, p. 903. 3 L’originale del documento edito da CUSA, Diploma greci ed arabi di Sicilia, cit., pp. 292-294 su una trascrizione del XVI o XVII secolo non si è conservato. Una copia medievale del diploma (fine XII - inizio XIII secolo), sul quale pende un sigillo bilingue di Ruggero II, è oggi a Toledo, nell’Archivo General de la Fundación Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina (in seguito i documenti di questo Fondo saranno indicati con ADM), perg. 530. In entrambe le copie l’anno del mondo 6639 e l’indizione (VIII) non corrispondono. Tali errori sono comuni nelle trascrizioni, ma forse Ruggero aveva rilasciato il privilegio di fondazione già durante l’VIII indizione nel luglio del 6638 (1130), quindi prima della sua incoronazione 8 VERA VON FALKENHAUSEN regolamentare la struttura della nuova abbazia: secondo un accordo con l’arcivescovo e i canonici di Messina, il S. Salvatore doveva diventare una μάνδρα e madre dei monasteri ad esso assoggettati e versare all’arcivescovo (ὑπὲρ τοῦ ἐπισκοπικοῦ δικαίου) un censo annuale di 100 litri di cera, 20 litri di incenso, 20 kaphizia4 di olio e 20 nomismata. Ai monaci spettava di eleg- gere il loro abate – che, al tempo stesso, era archimandrita supervisore dei monasteri assoggettati al S. Salvatore – secondo le regole canoniche, mentre al sovrano spettava di confermare l’eletto. Al monastero furono ammessi chierici e monaci provenienti da tutte le parti del regno e di qualunque con- dizione sociale. Il S. Salvatore, inoltre, doveva essere indipendente da qua- lunque autorità (arcivescovili, vescovili e secolari) (θέλομεν δὲ τὸ ἡμέτερον μοναστήριον εἶναι ἐλεύθερον ἀπό τε ἀρχιεπισκόπων, ἐπισκόπων καὶ ἁπλῶς παντὸς προσώπου ἐκκλησιαστικοῦ φημι καὶ κοσμικοῦ), e tutti i processi in cui era parte l’archimandrita (e i suoi successori) si sarebbero dovuti svol- gere innanzi al re e ai suoi successori (τὸν τούτου προεστώτα καὶ τοὺς αὐτοῦ διαδόχους εἴποτε τύχη ἀμφιβολία μετά τινος συνελθεῖν μὴ ἀπολογεῖσθαι εἰ μὴ ἐνώπιον ἡμῶν ἢ τῶν κληρονόμων καὶ διαδόχων ἡμῶν)5. I monaci non dovevano possedere solo una nave libera, ma avevano il diritto, anche in caso di un conflitto marittimo, di 40 marinai esentati. Rug- gero, inoltre, diede al S. Salvatore il necessario per il mantenimento dei monaci: immobili, e precisamente i suoi agros6 (con indicazione dei limiti), una vasta proprietà terriera a sud di Messina, dove ai monaci fu permesso di pascolare 500 maiali, riservandosi, tuttavia, i diritti sulla foresta e i tributi (doma) dovuti dai marinai colà residenti. Egli donò, inoltre, il metochion di S. Nicone di S. Nicandro con le relative proprietà, così come affermato nel sigillion di Ruggero I dell’anno 66027. Il nome dell’abate o archiman- drita in questo privilegio non è ancora menzionato. La struttura giuridica del S. Salvatore corrispondeva fino a un certo punto a quella di un monastero imperiale (βασιλικὸν μοναστήριον) di Bisanzio8 – e così, occasionalmente, il giorno di Natale di quell’anno. In seguito, i monaci (e forse il sovrano) credettero che un privilegio regio di fondazione fosse di più grande effetto, e quindi la data di emissione venne posticipata di un anno, senza inserire la corrispondente indizione. 4 Καφίζιον (dall’arabo qafiz) era una misura per l’olio: G. CARACAUSI, Lessico greco della Sicilia e dell’Italia meridionale (secoli X-XIV) (Lessici siciliani diretti da G. RUFFINO, 6), Palermo 1990, p. 285. 5 A questo punto il testo pubblicato da Cusa non è corretto. Cito quindi dalla copia medie- vale (ADM, perg. 530). 6 Si tratta della proprietà di Agrò, sita a circa 30 km a sud di Messina. 7 Il sigillion di Ruggero I per S. Nicone di S. Nicandro è pubblicato da J. BECKER, Docu- menti latini e greci del conte di Calabria e Sicilia (Ricerche dell’Istituto Storico Germanico di Roma 9), Roma 2013, n. 34, pp. 147-149. 8 J. THOMAS, Your Sword, Our Shield: The Imperial Monastery in Byzantine Civilization, in Onofrio, archimandrita del S. Salvatore de Lingua Phari, e gli arcivescovi di Messina 9 Fig. 1 - Toledo, Archivo Ducal Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1248 10 VERA VON FALKENHAUSEN il monastero viene pure designato9; re Ruggero nei suoi privilegi lo chiama 10 regolarmente μονὴ ἡμῶν, ἡμέτερον μοναστήριον o in maniera simile . Tuttavia i monasteri imperiali di Bisanzio erano esenti dalla giurisdizione dei vescovi locali, mentre nel caso del S. Salvatore si parla comunque di ἐπισκοπικὸν δίκαιον. Nell’ottobre del 1131, l’arcivescovo di Messina, Ugo, rilasciò un docu- mento di fondazione del S. Salvatore in cui sottolineava che già sotto il suo predecessore Guglielmo (in carica nel novembre del 112311) era iniziata la costruzione del monastero12. Egli infatti concedeva all’archimandrita – sem- pre senza farne il nome – 33 monasteri greci situati nella sua diocesi, fondati o almeno privilegiati da Ruggero I (quadam monasteria nostre dioceseos qua beate memorie pater suus magnus primus viene Rogerius fundavit et per privilegia sua corroboravit)13, – in ogni caso, non tutti i monasteri greci ricadenti nella diocesi di Messina –, indicando il censo annuale che il S. Sal- vatore avrebbe dovuto pagare all’arcivescovo, rinviato, però, fino a quando la chiesa abbaziale non fosse stata completata e consacrata (censum annua- lem minime persolvendum, donec ipsa ecclesia construeretur et dedicatione polleret)14. Si affermava anche che l’arcivescovo avrebbe dovuto consacrare Church and Society: Orthodox Christian Perspectives, Past Experiences, and Modern Chal- lenges. Studies in Honor of Rev. Dr. D. J. Constantelos, a cura di G.P. LIACOPULOS, Boston 2007, pp. 27-44. 9 E. AAR, Gli studi storici in Terra d’Otranto, in «Archivio storico italiano», sr. IV, 9 (1882), p. 255. 10 CUSA, Diplomi greci ed arabi di Sicilia, cit., pp. 293-294; V. VON FALKENHAUSEN, Ancora sul monastero greco di S. Nicola dei Drosi (prov. Vibo Valentia). Edizione degli atti pubblici (secoli XI-XII), in «Archivio storico per la Calabria e la Lucania», 79 (2013), p. 70; ADM, perg. 1356 (1136/1137); ADM, perg. 533 (1144). 11 L.T. WHITE, Jr., Latin Monasticism in Norman Sicily (The Mediaeval Academy of Amer- ica. Publication 31), Cambridge Mass. 1938, p. 210. 12 STARRABBA, I diplomi della cattedrale di Messina, cit., n. 5, pp. 6-8. Anche in questo caso l’originale del documento non ci è pervenuto, ma una copia del XII o XIII secolo è con- servata nell’Archivo General della Fondacion Casa Ducal de Medinaceli (ADM, perg. 107). Una piccola ma leggibile fotografia di questo documento è riprodotta nel volume Messina.