Michal Vojtas Progettare E Discernere.Pdf
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
PUBBLICAZIONI DEL LA FACOLTÀ DI SCIENZE DEL L’EDUCAZIONE DEL L’UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA ENCICLOPEDIA DEL LE SCIENZE DEL L’EDUCAZIONE 129. MICHAL Vojtáš PROGETTARE E DISCERNERE Progettazione educativo-pastorale salesiana tra storia, teorie e proposte innovative MICHAL VOJTÁŠ PROGETTARE E DISCERNERE Progettazione educativo-pastorale salesiana tra storia, teorie e proposte innovative LAS - ROMA © 2015 by LAS - Libreria Ateneo Salesiano Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 ROMA Tel. 06 87290626 - Fax 06 87290629 e-mail: [email protected] - https://www.editricelas.it ISBN 978-88-213-1165-9 ––––––––––––– Elaborazione elettronica: LAS Stampa: Tip. Abilgraph - Via Pietro Ottoboni 11 - ROMA INTRODUZIONE Il Progetto Educativo-Pastorale Salesiano (PEPS) è stato uno dei temi cen- trali del ripensamento postconciliare della missione salesiana. L’importanza del progettare riflette un cambio complesso di accentuazioni, avvenuto negli anni del dopo Concilio, da un’educazione fedele ai modelli del passato e spesso ripetitiva verso un’impostazione critica della pedagogia che guarda al futuro. Juan Edmundo Vecchi, l’ideatore più importante del PEPS e Rettor Maggiore dei Salesiani di don Bosco dal 1996 al 2002, l’ha espresso alla fine del millen- nio in una breve sintesi: «Negli ultimi 40 anni si deve registrare una novità con- sistente: l’educazione come proiezione verso il futuro. Una dimensione prima meno rilevante».1 Il cambiamento di prospettiva ha portato con sé alcuni rischi in quanto il futuro visto in quegli anni era immaginato attraverso alcune lenti: la svolta antropologica, la libertà soggettiva, il progresso scientifico-tecnologico, l’ag- giornamento, il cambio profondo della cultura ecclesiastica, la collettività e comunitarietà, la gioventù intesa come forza socio-politica, l’uguaglianza tra i popoli, ecc. È quindi comprensibile che la pedagogia del tempo accentuasse la “proiezione verso il futuro” e trovasse nella progettazione uno strumento che sembrava valido per la concretizzazione della visione dell’avvenire da costrui- re. Il contesto particolare del postconcilio poteva comunque segnare la proget- tazione con alcune tendenze esagerate o/e ingenue che vanno correlate con le lenti usate nella visione del futuro: l’antropocentrismo della visione del mondo, la tecnicità del percorso di progettazione, la svalutazione della tradizione, l’ac- centuazione della dimensione socio-politica, un’idea radicale di decentramento e inculturazione, ecc. Dopo il periodo del primo entusiasmo sull’efficacia dell’azione educativo- pastorale progettata si è arrivati però a un momento di forte disincanto. Il pas- saggio quasi impossibile «dalla carta alla vita»,2 l’ambiguità linguistica e con- tenutistica dell’idea del “progetto”, la moltiplicazione esagerata del numero 1 J.E. VECCHI, I guardiani dei sogni con il dito sul mouse. Educatori nell’era informatica, Rettore Maggiore dei Salesiani di Don Bosco intervistato da Carlo di Cicco, LDC, Leumann (TO) 1999, p. 21 2 E. VIGANÒ, Discorso di apertura del Rettor Maggiore, in CG22 (1984), n. 19. 6 Introduzione dei progetti interconnessi, una costante produzione di testi da implementare nei progetti, la formalizzazione dell’educazione intesa come l’esecuzione del PEPS, la percezione troppo tecnica della progettazione, i tempi di attuazione troppo brevi e la mancata “mentalità progettuale” sono solo alcuni sintomi di un disagio generale della Famiglia Salesiana riguardo del PEPS. Ci sono tanti indizi per affermare che le difficoltà nei riguardi della proget- tazione in ambito salesiano, oltre ai limiti umani e alla contingenza presente in ogni traduzione operativa di una tradizione educativa, potrebbero essere con- nesse con il modello antropologico e il paradigma progettuale sottostante alle teorie che ispiravano la metodologia del PEPS nel periodo postconciliare. La sperimentazione progettuale e i seminari di leadership innovativa e integrale che ho vissuto in prima persona hanno ulteriormente rafforzato la mia perce- zione dei limiti dell’attuale impostazione metodologica del PEPS. In questo senso lo studio si propone gli obiettivi di analizzare la storia del PEPS; analiz- zare le fonti teoriche d’ispirazione; studiare i cambiamenti nell’ambito delle scienze organizzative e pedagogiche; e infine, proporre un quadro teorico e una metodologia più integrale della progettazione educativo-pastorale salesiana, facendo dialogare le dinamiche a livello di progettazione salesiana con gli esiti degli studi organizzativi. Il percorso si articolerà in tre parti (storica, teorica, propositiva), ognuna costituita da tre capitoli. Il primo capitolo descriverà la nascita del PEPS, i concetti di base e le di- namiche del contesto che influenzano l’idea della progettazione educativo-pa- storale salesiana: il ripensamento strutturale della Congregazione Salesiana, il paradigma conciliare della pastorale, l’aggiornamento della teologia e della prassi di vita cristiana, il ruolo dell’educazione nel ripensamento e alcuni altri concetti chiave emersi nei Capitoli Generali (CG) dal 1965 al 1978 che hanno permeato l’insieme concettuale ed esistenziale dei salesiani della generazione che ha vissuto il periodo “speciale” del Concilio. All’interno del secondo capitolo si approfondirà il periodo del primo svi- luppo e della concretizzazione del PEPS sotto l’influenza determinante di Juan Edmundo Vecchi in quanto consigliere per la Pastorale Giovanile. Tra il 1978 e il 1990 si colloca l’onda di pubblicazioni, che saranno analizzate: decine di documenti, sussidi e dossier prodotti dal Dicastero per la Pastorale Giovanile e anche pubblicazioni di studio in collaborazione tra il Dicastero e la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana. Oltre lo studio si verificherà anche, in certa misura, l’impatto delle teorie e dell’animazione dal centro sulla prassi educativo-pastorale nelle verifiche fatte a livello di Congre- gazione nel contesto dei CG. Il terzo capitolo, ultimo della parte storica, vedrà gli sviluppi della proget- tazione nel periodo dei Capitoli Generali svoltisi dopo il 1990, considerati già “ordinari”. Le verifiche dei progetti ispettoriali, la pubblicazione delle tre edi- Introduzione 7 zioni del Quadro di riferimento fondamentale della Pastorale Giovanile Sa- lesiana (1998, 2000, 2014), l’introduzione del metodo di discernimento e di alcuni nuovi concetti hanno formato le idee e hanno influito sulla prassi meto- dologica della progettazione degli ultimi anni. La parte teorica comincerà con il quarto capitolo dove si analizzerà il background teorico della metodologia del PEPS. Dall’analisi storica emerge che l’influenza maggiore per il paradigma metodologico del PEPS proviene dalle teorie della progettazione didattica degli anni ’60 e ’70. La logica assun- ta del procedere per obiettivi incorpora un certo management by objectives, diffuso in quel periodo storico, che poneva un accento abbastanza forte sulla tecnicità del processo, la misurabilità e la concretezza degli obiettivi. L’an- tropologia di fondo è implicitamente influenzata dalla concezione dell’agire razionale che pone gli obiettivi per il futuro e li persegue con strategie, linee di azione ed attività. Il quinto capitolo andrà oltre, descrivendo il cambio di paradigma delle scienze organizzative avvenuto dopo la seconda metà degli anni ’80. Una con- cezione di uomo più integrale, che valorizza anche la dimensione emotiva, re- lazionale e spirituale-motivazionale arricchita da una metodologia progettuale corrispondentemente più integrale. Questi sviluppi però non sono stati percepi- ti all’interno dei testi di riferimento per il PEPS, ma ci sono studi organizzativi nell’ambito della vita consacrata che danno spunti d’ispirazione per un dialogo tra le scienze dell’organizzazione e della progettazione e la metodologia della progettazione educativo-pastorale in ambito salesiano. Il sesto capitolo presenterà le tre maggiori teorie che vanno oltre il manage- ment per obiettivi, hanno un’antropologia integrale che impregna i processi e la metodologia di progettazione e sono state applicate su grande scala in progetti educativi in contesti dei vari continenti. Si tratta dell’apprendimento organiz- zativo di Peter M. Senge, diffuso dall’attività della Society for Organizational Learning (SOL), la leadership centrata sui principi di Stephen R. Covey, appli- cata dalla società di consulenza FranklinCovey e la Teoria U di Otto Scharmer, collegata con lo studio di Senge, che costituisce la base teorica per l’azione del Presencing Institute. Oltre la presentazione delle idee chiave, si elaborerà un’integrazione di fondo delle tre teorie. La parte propositiva farà dialogare in concreto il PEPS e i concetti organiz- zativi innovativi. I tre capitoli approfondiranno tre nuclei di riflessione diversi: un quadro di riferimento teorico, l’identità delle persone coinvolte nella pro- gettazione e infine il processo metodologico di una progettazione più integrale. Il settimo capitolo proporrà un’antropologia integrale che si ispira al modello integrato delle quattro dimensioni del PEPS (educazione-cultura, evangelizza- zione-catechesi, esperienza associativa, crescita vocazionale) arricchito dagli aspetti metodologici delle teorie organizzative. 8 Introduzione L’ottavo capitolo si concentrerà invece sul nesso che esiste tra la progetta- zione, compresa anche la realizzazione dei progetti educativo-pastorali, e l’i- dentità dei membri della comunità che progetta. Saranno proposte sei virtù processuali che favoriscono sia il processo di progettazione