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ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA L’irredentismo armato Gli irredentismi europei davanti alla guerra Atti del convegno di studi Gorizia, 25 maggio, Trieste, 26-27 maggio 2014 a cura di Fabio Todero Nota introduttiva di Raoul Pupo Vol. I Quaderni 33* Volume realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Trieste Con il contributo della Il convegno L’irredentismo armato: gli irredentismi europei davanti alla guerra (Gorizia, 25 maggio 2014; Trieste, 26-27 maggio 2014) è stato realizzato da: Di- partimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia, Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata, con il contributo di Fondazione CRTrieste. Comitato scientifico internazionale: Giuseppe Battelli (Università di Trieste), Cri- stina Benussi (Università di Trieste), Tullia Catalan (Università di Trieste), Marco Dogo (Università di Trieste), Marcello Flores (Università di Siena-Insmli), Bernard Hautecloque (Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris), Renate Lunzer (Universi- tà di Vienna), Luciano Monzali (Università di Bari), Adriano Papo (Ass. Vergerio, Trieste), Raoul Pupo (Università di Trieste), Fabrizio Rasera (Museo storico italiano della guerra, Rovereto), Marina Rossi (Irsml FVG), Fulvio Salimbeni (Università di Udine), Giovanni Stelli (Società di studi fiumani, Roma), Grazia Tatò (Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia), Fabio Todero (Irsml FVG). Direzione scientifica: Raoul Pupo (Dispes-Università di Trieste), Fabio Todero (Irsml FVG). I due volumi non possono essere distribuiti separatamente Redazione e amministrazione: Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia Villa Primc, Salita di Gretta 38 – 34136 Trieste E-mail: [email protected] © TUTTI I DIRITTI RISERVATI Prima edizione italiana: maggio 2015 Copertina: gruppo di volontari adriatici (Archivio fotografico Irsml FVG) Stampa: Stella Arti Grafiche Trieste ISBN: 978-88-98796-07-6 INDICE VOLUME I Nota introduttiva di Raoul Pupo . p . 7 L’irredentismo armato, un’introduzione di Fabio Todero. p . 11 Renate Lunzer Interculturalismo, irredentismo e la lunga ombra di Angelo Vivante . p . 21 Fulvio Senardi Il «caso ceco» nella percezione degli intellettuali italiani nel primo anteguerra: un «irredentismo» separatista? . p . 37 Fabio Todero Percorsi: giovani irredentisti del Litorale verso la Grande guerra . p .. 59 Luciano Monzali Le origini dell’irredentismo italiano in Dalmazia 1886-1915 . p . 85 Giovanni Stelli L’irredentismo a Fiume . p . 145 Roberto Spazzali Spunti per una storia dell’irredentismo in Istria. .p . 181 VOLUME II Luca G . Manenti Irredentismo e massoneria tra politica, religione e cultura . p . 205 Alessio Quercioli La Società degli studenti trentini, la questione universitaria e i controversi rapporti con gli «adriatici» . p . 233 Elena Tonezzer Dalle palestre alle vette del Trentino: lo sport come affermazione nazionale . p . 251 Anna Millo Attilio Tamaro dall’irredentismo al nazionalismo (1910-1915) p . 269 Marina Rossi Agosto 1914: i socialisti triestini contro la guerra . p . 287 Diego Redivo Un pensiero imperialista per Trieste: l’irredentismo nazionalista alla vigilia della guerra . p . 303 Bernard Hautecloque Alsazia e Lorena, territori contesi. .p . 325 Erica Mezzoli Grecia e Bulgaria: due percorsi dell’irredentismo armato (1908-1920). .p . 351 Stefano Santoro Irredentismo e nazionalismo romeno in Transilvania. p . 379 Alberto Basciani Irredentismo e diplomazia nel Regno di Romania e la questione della Bessarabia. p . 399 Nota introduttiva 7 Nota introduttiva di Raoul Pupo (Università di Trieste) Quella del diluvio è una delle metafore più usate a simboleg- giare, per ovvi motivi, la Grande guerra . Con il dovuto rispetto e gli opportuni mutamenti, è largamente applicabile anche all’im- ponente produzione storiografica, pubblicistica, memorialistica, didattica, divulgativa e celebrativa, cartacea e digitale, stimolata dal centenario della Prima guerra mondiale . Vero è, che il terri- ficante trionfo della modernità attraverso la morte di massa sul Vecchio continente si è confermato nel tempo uno spartiacque epocale, mentre è altrettanto vero che, cambiando le domande che sempre nuove generazioni di storici pongono alle fonti, anche le risposte possono ancora riservare qualche sorpresa . Tuttavia, di Grande guerra si discute e si studia, con grande intensità, da cent’anni a questa parte e riuscire a trovare nuove angolature non pretestuose da cui aggredire l’argomento è una sfida di non poco conto. Lo è anche nei territori che da quel conflitto sono stati direttamente attraversati, come ad esempio l’area che gli italiani chiamano giuliana, mentre tedeschi, sloveni e croati la appel- lano piuttosto come Litorale . Qui i livelli di antagonismo si sono intersecati: dentro al grande scontro per l’egemonia sull’Europa ed il Mediterraneo orientale ha trovato posto l’ultimo duello otto- centesco fra l’Italia e l’Impero asburgico ed ha compiuto un salto di qualità il contrasto nazionale fra gli italiani e gli slavi frammi- schiati nelle aree plurali dell’Adriatico orientale . Proprio questa molteplicità di piani ed il loro continuo rimando fra l’uno e l’altro costituiscono forse il principale motivo di inte- resse del «laboratorio storico giuliano» e lo studio di quelle inter- relazioni ha rappresentato quindi l’obiettivo che il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste si è propo- sto di conseguire con una serie di iniziative disposte lungo tutto 8 Raoul Pupo l’arco cronologico del centenario: iniziative che trovano il loro punto di forza nel patrimonio di competenze sui temi connessi alla Grande guerra che si è formato nel corso di decenni di ricer- che e dibattiti non soltanto in ambito universitario, ma all’interno di un ricco tessuto associazionistico di elevato profilo scienti- fico. Il Dispes quindi si è posto come catalizzatore di tali diversi apporti, espressi dalla Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia, dall’ Istituto regionale per la cultura istriana, fiumana e dalmata e dall’ Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, che accoglie pure nella sua collana Quaderni di Qualestoria il presente volume . La prima iniziativa di studio è stata dunque il Convegno internazionale L’irredentismo armato. Gli irredentismi europei davanti alla guerra, organizzato assieme all’ Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia e la cui rea- lizzazione è stata resa possibile da un contributo generosamente concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste . Il Convegno ha visto il suo prologo il 25 maggio 2014 a Gorizia nell’ambito della manifestazione éStoria, per continuare poi a Trieste nelle giornate del 26e 27 maggio. La direzione scientifica del Convegno è stata di Raoul Pupo e Fabio Todero, che ha pure curato gli atti qui pubblicati. Il Comitato scientifico internazio- nale era composto da Giuseppe Battelli (Univ . Trieste); Cristina Benussi (Univ . Trieste); Tullia Catalan (Univ . Trieste); Marco Dogo (Univ . Trieste); Marcello Flores (Università di Siena-In- smli); Bernard Hautecloque (Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris); Renate Lunzer (Univ . Vienna); Luciano Monzali (Univ . Bari); Adriano Papo (Ass . Vergerio Trieste); Raoul Pupo (Univ . Trieste); Fabrizio Rasera (Museo storico italiano della guerra, Rovereto); Marina Rossi (Irsml FVG), Fulvio Salimbeni (Univ . Udine); Giovanni Stelli (Società di studi fiumani, Roma); Grazia Tatò (Deputazione di Storia Patria, Trieste); Fabio Todero (Irsml FVG) . Trieste è stata uno dei luoghi simbolo dell’irredentismo ita- liano ed era perciò abbastanza scontato che una riflessione critica Nota introduttiva 9 sulla Grande guerra partisse proprio da qui, da un argomento cioè le cui dinamiche e la cui influenza sul contesto generale e sulle decisioni che condussero al conflitto – quello generale europeo e poi quello italo-austriaco – tanto scontate invece non sono. Va da sé che le ragioni della guerra europea sono state assai più ampie e complesse e che non è stato certo l’irredentismo – fenomeno comunque sostanzialmente elitario – a spingere l’Europa al con- flitto. Tuttavia i movimenti irredentisti attivi in diverse parti del Continente hanno contribuito in misura significativa a comporre il clima culturale e politico nel quale è maturata la scelta della guerra . Inoltre, specialmente in alcuni contesti, contenuti e parole d’ordine degli irredentismi hanno svolto un ruolo centrale nella propaganda per l’intervento ed in quella bellica, fornendo spesso una cornice ideale in cui inserire motivazioni d’altra natura . Da ciò è nata l’idea di riprendere il mano la questione battendo la via della comparazione storica . Proprio il confronto infatti dell’espe- rienza italiana – nel cui ambito il termine è stato coniato – con altre relative ad ambiti territoriali diversi, si è pensato potesse fungere da stimolo per sfuggire a visioni tradizionali e stereo- tipate, come quelle frequentemente prodotte dalle storiografie nazionali . Se poi ci si sia riusciti, spetterà al lettore decidere . Introduzione 11 L’irredentismo armato: un’introduzione di Fabio Todero (Irsml FVG) Le cause che hanno portato allo