Pescucci: Vi Svelo La Mia Filosofia Il Premio Oscar Ripercorre La Sua Carriera E Le Passioni Nascoste Di Valentina Grazzini
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TEATRO E MODA Pescucci: vi svelo la mia filosofia Il premio Oscar ripercorre la sua carriera e le passioni nascoste di Valentina Grazzini “La cosa più faticosa è che c’è sempre meno tempo: non è sufficiente avere un buon budget se non si ha il tempo per realizzare un progetto come si deve. Ormai il tempo è considerato come fosse denaro... in passato per fare un film c’erano tre mesi di preparazione, oggi quando si parte già si deve pensare alla fine...”. Di tempo, Gabriella Pescucci, ne ha passato tanto a disegnare, disegnare costumi. Costumi per il teatro di prosa, la lirica, la televisione e naturalmente il cinema. Grazie a quest’ultimo si è aggiudicata nel 1994 il premio Oscar. Un Oscar fatto di corpetti e cuffiette che incorniciavano corpo e volto di Michelle Pfeiffer ne L’età dell’innocenza di Martin Scorsese. I nomi con cui ha lavorato la costumista toscana sono da vertigine: Sergio Leone, Terry Gilliam, Ettore Scola, fino a Federico Fellini, col quale il suo stile abbandonò per sempre la prevedibilità. Ed ancora il teatro, con Visconti, Ronconi, Patroni Griffi. Semplice, spontanea e pure simpatica, questa titolata signora dei costumi (oltre all’Oscar vinto ci sono anche due candidature, a cui si aggiungono quattro Nastri d’argento e due David di Donatello), non si è mai montata la testa. Lavora, viaggia, è presente ai cambiamenti della sua professione e del mondo con l’intelligenza illuminata di chi non sta a guardare. Ci chiama da L’Italia degli Oscar Dublino, puntuale e di buon umore. Gli assistenti la interrompono di continuo tecnico-artistici ma lei non perde il filo... Signora Pescucci, possiamo chiederle cosa ci fa in Irlanda? Accanto agli Oscar per i migliori film Sto facendo i costumi per la serie e attori italiani vanno ricordati quelli televisiva Penny Dreadful, ambientata dei numerosi tecnici-artisti che, nel in epoca vittoriana: posso essere corso dei decenni, hanno portato sincera? Mi permettono di fare i lustro all’industria cinematografica costumi bene, perché hanno i mezzi italiana con i loro Oscar in categorie per farlo. La produzione è americana fondamentali come scenografie e e ormai gli americani, che vivono di costumi, colonne sonore, fotografia, statistiche, hanno capito che i filmoni montaggio, effetti speciali. Oltre a demenziali tipo fantascienza sono per Gabriella Pescucci, nomi indimenticabili una fascia di età ben precisa, fino ai 30 Le Pera foto Tommaso come Carlo Rambaldi, premiato tre massimo 35 anni. Per il resto si guarda volte per gli effetti speciali di King la televisione, ed è per questo che le accolsero Umberto Tirelli e Piero Tosi, entrare nel personaggio. Il colore è Kong (1977), Alien (1980) e E.T. (1983); serie sono sempre più belle. Anche gli due maestri non solo nella professione fondamentale, è il primo messaggio che Giorgio Moroder che ha firmato le attori sono sempre più bravi, un po’ ma anche nella vita. Furono generosi a arriva allo spettatore. Tutto qui! colonne sonore di Fuga di mezzanotte come accadeva nella tv italiana degli tirarmi su. (1979), Flashdance (1984) e Top anni Settanta. Nell’epoca della tecnologia riesce Gun (1987); la costumista Milena Che vento tirava allora nella capitale? a mantenere l’artigianalità del suo Canonero, premiata agli ultimi Oscar La televisione, dunque. E il teatro, Roma era specchio di un’Italia lavoro, nel solco di una tradizione per Grand Budapest Hotel, e prima la lirica? meravigliosa, positiva: tutto si poteva che da Tosi e Tirelli passa anche per per Barry Lyndon (1976), Momenti Ah, la lirica. Mi manca molto, è da tanto fare, le banche davano i prestiti a chi un’altra grande toscana, la fiorentina di gloria (1982) e Marie Antoinette che non disegno costumi per un’opera, aveva le idee, se andavi la sera in Anna Anni? (2007); la coppia di scenografi Dante dovrei fare qualcosa. È il campo in cui trattoria trovavi Pasolini e Moravia. Si Con grande fatica. Ma attenzione: Ferretti e Francesca Lo Schiavo per si può davvero arrivare al massimo, in lavorava fino a tardi, ma poi c’erano il computer non ti fa un vestito! The aviator (2005), Sweeney Todd tutti i sensi: quando musica voci ed i cineclub, c’era tutto un mondo Anch’io faccio ricerche sul computer, (2008) e Hugo Cabret (2012); il maestro immagini si uniscono, è meraviglioso! intellettuale nell’aria. certo, ma poi devo stampare, per della fotografia Vittorio Storaro per avere delle copie in carta davanti agli Apocalypse now (1980), Reds (1982) e Parliamo di moda: in tanti anni di Lei veniva dall’Accademia d’arte di occhi, mettere insieme una cartella L’ultimo imperatore (1988); Nino Rota carriera come ha interagito con i gusti Firenze... da sfogliare di tanto in tanto. Lo dico per la colonna sonora de Il padrino del momento? Che non avevo finito: scappai dopo sempre anche ai miei assistenti: parte II (1975); Nicola Piovani per La La moda può influenzare il mio lavoro in un paio d’anni perché sentivo che il stampate. Guardare sullo schermo non vita è bella (1999). E sono ancora tanti un solo aspetto: i colori. Oggi viviamo mondo mi aspettava. Oggi il problema fa rimanere niente in testa, le immagini gli “interpreti” del genio artistico in un martellamento di colori che dei giovani è questo: non prendono scorrono via. È come leggere i libri italico – costumisti, scenografi, direttori non è prescindibile, certo, ma a parte il coraggio per fare niente, perché sull’iPad: posso rileggere un classico della fotografia, truccatori – che sono questo il mio lavoro è indipendente avvertono che il mondo non ha bisogno già letto, che so I fratelli Karamazov, saliti sul palco del Dolby Theatre di dalla moda. Del resto io vesto solo di di loro. ma mai potrei sostituire alla carta Los Angeles: Piero Gherardi, Nino nero, d’inverno, e di bianco, d’estate: un’immagine. Novarese, Danilo Donati, Pietro Scalia, un modo per fare la valigia in un Se Tirelli e Tosi furono i suoi maestri, Pasqualino De Santis, Luciana Arrighi, battibaleno! chi annovera tra i suoi allievi? Nei suoi costumi il realismo dialoga Gabriella Cristiani, Mauro Fiore, Ci sono tre ex assistenti, Carlo Poggioli, con la fantasia, come bilancia i due Dario Marianelli, Gianni Quaranta e Nella sua arte quali maestri ha avuto? Massimo Cantini Parrini e Gianni elementi? Elio Altamura, Michael Giacchino, Non mi parli d’arte, ma di professione! Casalnuovo, che si faranno strada da Non credo alla parola fantasia: Manlio Rocchetti, Franca Squarciapino, L’arte è un’altra cosa. Tutti oggi soli. Oltre ad Alessandro Lai, David piuttosto direi che è la conoscenza delle Ferdinando Scarfiotti, Bruno Cesari e “creano” qualcosa. Per me Leonardo Donatello per Magnifica presenza di cose che dà il coraggio di mescolarle. Osvaldo Desideri. creava, io faccio solo costumi. Modesta? Ozpetek. Non necessariamente, è solo che mi Non abbiamo parlato dell’Oscar: cosa piace dare il giusto nome alle cose... Quanto un costume può aiutare la ha provato ricevendolo? regia di uno spettacolo, sottolineando Che dire? Naturalmente è stato qui sopra, Gabriella Pescucci, autrice dei Torniamo ai maestri... le scelte di lettura del testo? emozionante... È un grande costumi dello spettacolo La moglie saggia Quando arrivai a Roma, alla fine degli Il mio lavoro è semplice, è quello di riconoscimento del proprio lavoro. di Carlo Goldoni, regia Giuseppe Patroni anni Sessanta, ero una ragazzina. Mi fare dei vestiti che aiutano l’attore ad E poi, ti vede il mondo intero! Griffi (1992), con Annamaria Guarnieri 11 TEATRO E MODA Da Miuccia Prada a Filippo Timi un’avventura oltre ogni limite Zambernardi e la sua “rivoluzione” estetica per un artista senza freni di Maria Iannuzzi Se fino a quattro anni fa aveste un’ambientazione un po’ esagerata ispirazione per l’abito destinato alla vita In Italia ci sono moltissime scuole cercato attraverso i motori di ricerca degli anni Cinquanta, in cui quotidiana. Un modello che potrà anche di formazione. Crede che siano “Fabio Zambernardi” avreste trovato l’esperienza della moda ha molto segnare nel tempo il cambiamento di in grado di formare bene i futuri “direttore del design dei marchi Prada aiutato, perché si trattava di realizzare un’epoca, esteticamente e socialmente. stilisti e costumisti? Lei ha qualche e MiuMiu”. Dal 1981 il suo nome è modelli di un’epoca precisa. In Skianto Un po’ di teatralità nella moda va bene, suggerimento per migliorare la collegato alla stilista e imprenditrice abbiamo voluto che la realtà e l’umanità ma è bello poter cercare la novità preparazione dei giovani? Miuccia Prada con cui collabora del personaggio non fossero travolte rimanendo credibili e reali. Non conosco molto le scuole per strettamente da oltre un ventennio. dagli abiti teatrali, anche se in alcune Nell’alta moda, al contrario, c’è la costumisti e poco quelle per stilisti. Noi È infatti punto di riferimento per scene il costume è un’esasperazione del tendenza ad essere più drammatici e vediamo tanti ragazzi che sembrano lo sviluppo delle collezioni e per la sogno del protagonista. scenografici. Sono pezzi che andranno sempre più preparati, ma poi devono comunicazione dell’immagine di uno ordinati su misura, non finiranno sulla adattarsi alle abitudini e alle esigenze più importanti colossi della moda E per Il Don Giovanni? strada, quindi ci si può permettere di delle case di moda. Io non ho fatto italiana nel mondo. Nel Don Giovanni ho dimenticato essere più “spettacolari”. nessuna scuola, il mio percorso mi Da quattro anni su internet il suo tutto, dalle regole dei materiali a Il teatro lavora sull’immaginario, sulla ha portato dove sono con il passare nome è anche associato a quello di quelle del costume.